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BIBBIA.

copertina

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GIAN CARLO DURANTI

LA BIBBIA SI APRE ANCHE AL NON-CREDENTE

Io Ti interrogher, Dio, e Tu mi istruirai fino a che il mio


occhio non Ti avr visto.
(Giobbe 42 : 4,5)

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Nel frammento di bassorilievo egizio riprodotto in copertina, cinque sacerdoti scortano la barca del Dio Ammon
nel suo viaggio per il mondo. Anche il sacerdote che
guarda in senso opposto portato, dal vento del Dio,
nella direzione degli altri.
Allamicizia cosmica dei contrari, cos testimoniata, si
sono allineati lo Jhwh di Ezechiele 37 : 15-22, che tiene
unite nella Sua mano le trib di Giuda e Efraim, tradizionali nemiche, e il Cristo che invita discepoli (Efesini
4 : 12,13) e fedeli (Matteo 5 : 44,45) ad amare il nemico. Allo essere sballottati qua e l da venti di dottrina (Efesini 4 : 14) che ora privilegiano le pulsioni della
carne, ora la dedizione allo spirito, si sostituisce cos la
verit univoca che assume complementari spirito-e-carne,
moralit-e-immoralit, discepoli-e-fedeli, etc.
Questa verit soddisfa anche la sommessa aspirazione di
ogni credente a vedere confermata la Fede da una ragione toccabile con mano. La porgono il Levitico e il
Pentateuco tramite una matematica (cfr. capitolo 6) accessibile a diligenti scolari delle medie.
Chiarisce altres, la matematica delle Scritture, due questioni che dovrebbero attirare lattenzione dei cattedratici:
1. - spiega perch Aristotele proclami essenze i numeri
di Forme che esprimano proporzione fra nature diverse
(Metafisica 1092b17-23) e dichiari invece idonei a numerare solo categorie esistenti nella mente umana (ivi,
1027b29-33) i numeri di unit indifferenziate, oggi chiamati naturali; 2. - con il mostrare filiazione dei numeri delle Forme quelli considerati da noi naturali, il Libro
decimo degli Elementi di Euclide (cfr. capitolo 6) giustifica i successi incomprensibili da chi opponga i contrari di scienze, operanti con numeri intrisi di irrazionalit, nello studio di un ordine cosmico che, essendo
ciclico, aborre lirrazionale.
Il Libro di Euclide che attesta lidoneit della matematica a studiare la Natura oggi ritenuto indegno di
lettura. Pi sorprendente ancora, e desolante, si riveler
la ragione che lo fa credere tale.

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INTRODUZIONE
A un evo propedeutico nel quale luomo deve, per statuto divino, uniformare a s un Dio cui
genuflettersi per Fede, la Bibbia fa seguire un compimento che invita lumanit a modellare i propri statuti sullo aver visto Dio, dunque sulla conoscenza dellordine cosmico.
Quando Ti conoscevo, Dio, per [Fede nel] sentito dire, denigravo per ignoranza la Provvidenza
perch fa soffrire linnocente. Ora Ti ho visto e mi cospargo di cenere il capo (Giobbe, 42 : 5,6).

La filosofia occidentale pretende di giungere a verit una e universale, ma non


la porge ad alcuno. La sapienza antica, dalla quale la Bibbia trae linfa, discrimina nel tempo e nellindole carnale o spirituale (cfr. 1 Corinzi ) gli uomini
e perviene a rendere accessibile a ogni categoria una medesima verit.
Si elencano qui alcuni caratteri che permettono di assaporare, primis labris,
lassunto.
1 A una prima Alleanza delluomo con Elohim nome plurale, quindi indeterminato, di Colui che a Mos si fece vedere solo di spalle (Esodo 33 : 22,23)
succede una seconda Alleanza con Jhwh : Dio non nominabile ma visto da
Giobbe. Mentre Elohim, divinit di fede, comanda di soggiogare la Terra
come suggerito a noi da sensi che fanno dare alla realt nomi diversi dai
divini (cfr. Genesi 2 : 19) , Jhwh ci invita a servire la Creazione: a lavorare
il suolo e a costruire canali per irrigarlo (Genesi 2 : 5,6); il che implica conoscenza dellordine cosmico.
2 Le due Alleanze sono evocate da san Paolo, che nel 7 : 5,6 di Romani scrive, riferendosi alluomo nuovo della seconda Alleanza, che si affrancher dai
sensi per servire a Dio con lo spirito.
3 Paolo si allinea cos al Ges il quale, nel 13 : 10-15 di Matteo, rivolge la
predicazione a due distinte categorie di proseliti: a quelli inclini a imparare e
a farsi discepoli (maqhtaiv) promette che sar dato di conoscere i misteri dei
Cieli; porger invece parabole a chi, schiavo dei sensi, pur vedendo, non
vede, ma che guarir [grazie a Fede]. Con lo incarnare in parabole i misteri celesti il Figlio di Dio, fattosi uomo, itera il vestirsi di Jhwh in Elohim
per consentire a unumanit, ancora senza forze (Romani 5 : 6) perch, succuba della carne, oppone i contrari di farsi guidare da una divinit che
opponga, Essa pure, i contrari.
~ III ~

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4 La fede per labile: si esplica infatti nellattribuire il bene alluno o allaltro polo di una dualit allo spirito, p. es., o alla carne ; il che la assoggetta allincostanza dei sensi. In un ordine che opponga i contrari, allora, la
Fede nello Spirito Santo fatalmente soggetta a soccombere alle pulsioni della
carne. Lo conferma il 24 : 6-12 di Matteo : Necessariamente [...], per il dilagare delliniquit, lamore dei pi [per il divino] si raffredder. E Paolo incalza, nel 4 : 1 di 1 Timoteo, che a prevederlo lo Spirito Santo stesso.
5 La soggezione ai sensi non dunque difetto delluomo, che il Salmo 139 : 14
afferma fatto in modo perfetto proprio perch questa schiavit gli consente di
offrire a Dio le membra (mevlh) quali armi per la giustizia divina (Romani 6 : 13).
6 Con il chiamare membra (mevlh) i sensi, Paolo fa intuire la finalit per la quale
fummo asserviti a questi. Le membra, infatti, concorrono con lo alcunch di altro
che, nel caso specifico, lo spirito (pneu` ma) umano a formare la unit compiuta
che luomo: in generale, ogni unit che, se smembrata, cessa di essere (le gambe,
se amputate, non sono pi membra di alcunch). Perci Platone chiamava mevlh
anche le composizioni musicali e i poemi epici, la cui essenza appunto melodia =
melw/diva. E che Paolo chiami membra i sensi per indicare la unit compiuta che
questi concorrono a formare, confermato dal 4 : 9-14 di Efesini : Finalit del pensiero del Cristo nella Sua compiutezza (plhvrwma) offrire a tutti salvezza tramite
lunit formata da Fede [che agisce placando i sensi] e da conoscenza del divino.
7 Che lo Jhwh della seconda Alleanza sia Dio di siffatte unit compiute confermato nel 37 : 19 di Ezechiele : Al legno che rappresenta la trib di Efraim attaccherai quello che rappresenta la trib di Giuda [sua tradizionale oppositrice] e li
renderai un legno unico, tenuto unito per sempre dalla mano di Jhwh . E nel
3 : 15 4 : 5 di 1 Timoteo Paolo spiega, dopo aver addotto altri tre esempi di unit
compiute, come tutto ci che stato creato da Dio sia buono e nulla sia da spregiare [ivi compreso, dunque, tutto ci che appare male a chi opponga i contrari],
quando venga santificato dal [nostro] colloquio con la Parola divina (cfr. sub 1).
8 Il colloquio con Dio deve allora chiarire perch Paolo usi il termine mevlh per
indicare un intero che melw/diva = melodia e che luomo dovr mirare a farsi essere partendo dalla schiavit ai sensi. Alcunch di affine avviene anche in Genesi, dove
Dio dopo aver detto nello 1 : 27 di creare gli uomini a Sua somiglianza chiama a costituirli, nel 2 : 19, solo il dare nomi diversi dai divini: dunque unentit
che, secondo la mentalit corrente, caratterizzi parzialmente luomo. Al che pu darsi
ununica motivazione coerente: mentre in Occidente membra e mente sono categorie da sempre opposte luna allaltra, la mentalit antica, cui la Bibbia si allinea, fa figliare la ragione dalle membra e affida a queste la funzione di rendere compiuta la
melodia che deve farsi essere (cfr. Aristotele, Problemi 955b25-38). Il che spiega altres lo entusiasmo = ejnqousiasmov" = lessere con il divino che infiamma lartista nel suo
lento, laborioso e sofferto, accostarsi alla melw/diva a raggiungere la quale dedica la vita.
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Occorre allora chiedersi perch e come lordine cosmico esiga che siano le membra, quindi la Fede, a muovere verso salvezza lumanit.
9 A chiarire perch un Dio onnipotente, sapiente, buono e giusto abbia disposto cos
lantica sapienza raccolta da Platone nel Timeo 35a, dove adduce che, per formare un
mondo, debbano concorrere due ingredienti: il sempre identico la medesimezza
e il sempre altro: l alterit . Per farsi giusto, lordine deve rispettarle entrambe in egual
misura: se medesimezza si realizza nellalterit e un Cielo vettore di regolarit viene equilibrato da una Terra instabile, lo squilibrio di questa dovr essere compensato, nel tempo, da predominio di regolarit. Il che avverr se luomo la cui vita resa possibile
dal ritorno delle stagioni, ma ostacolata dalle instabilit terrene si far vettore di medesimezza a s e alla Terra, senza involgere corresponsabilit celeste nel suo agire: da qui
laverci dotato, il 2 : 19 di Genesi, di sensi che fanno dare nomi diversi dai divini.
10 A muovere lumanit non lentusiasmo prerogativa, secondo Heidegger, di
pochi e rari Venturi ; a chiarire come essa si allinei allordine divino la
verga, non risparmiata da chi ama il figlio (Proverbio 13 : 24). Perci, nel 6 : 9-13
di Isaia, Jhwh invita i profeti a indurire il cuore del Suo popolo fino a far s
che (ivi, 19 : 22-25), mosso da colpi che guariscono, lEgitto costruisca la strada
che lo unir in unit compiuta allAssiria, sua acerrima nemica nel mondo che
oppone i contrari. In Matteo 13 : 10-15 Ges il cui nome significa: [In] Jhwh
salvezza fa Sua la frase di Isaia per significare che questa la via per indurre chi guarda e non vede [...] a convertirsi e guarire. Non dunque alla libert,
che nostra croce, ma alla verga la Bibbia devolve la salvezza dellumanit.
11 Sulla verga, cui chi ama il figlio affida leducarlo, la sapienza antica e la Bibbia hanno fondato il silenzioso pilotaggio della storia, che porter infine lumanit
ad allineare gli statuti alle unit compiute dellordine cosmico. La storia testimonia
infatti (cfr. cap. 5.6-8) che a patimenti causati dallo smembrare unit compiute i
sacerdoti egizi di Ammon con Akhenaton, la Bibbia con Salomone, poi Aristotele e
Tommaso dAquino, hanno devoluto la funzione di allineare lumanit alle unit
compiute dellordine cosmico. Con il fondare sulla Fede il Cristianesimo delle parabole spezzando cos lunit che questo forma con il Cristianesimo per i discepoli (cfr. sub 3) Cristo ha posto la premessa per la rinascita della conoscenza
dellEssere; con il far consistere la conoscenza nelle sole scienze operative, Tommaso
dAquino ha potenziato il risorgere della scienza teoretica e della metafisica.
12 Sostituire unit compiute allassumere unit ciascun contrario ne corona lessenza in alcunch di migliore: Se avessi solo la Fede si legge in 1 Corinzi 13 : 1 sarei un bronzo risonante [verit a me ignote]. Me ne render partecipe il trasformarsi della Fede in Agape = amore, provocato dallavvento della unit
compiuta da Fede e conoscenza del divino. Lo conferma lo 11 : 39,40 di Ebrei :
la Fede testimonia che Dio abbia disposto per i fedeli alcunch di migliore, cosicch essi non trovino compimento senza di noi (i{na mh; cwri;" hJmw` n
~V~

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teleiwqw` sin): la speranza data loro quando erano senza forze (cfr. Romani
5 : 6), si compir nella unit di Fede e conoscenza del divino (cfr. sub 6).
13 NellAgape = Amore per il divino si coroneranno allora anche le scienze finora coltivate dallOccidente e che, dallessere state ridotte a farsi scienze di categorie, miranti a potenziare la carne, ascenderanno come vuole Romani 1 : 19-25 a studiare
le opere visibili di Dio per rendere visibili le Sue propriet invisibili: la Sua eterna
potenza e divinit. Heidegger con lauspicio di una metafisica del Seyn-Essere e i
fisici Niels Bohr e Max Born, con la riscoperta della complementarit di onda e
corpuscolo, testimoniano che Romani 1 : 19-25 non pu ridursi a mera utopia.
14 Il Libro decimo degli Elementi euclidei aiuta a capire come Fede e scienza
2
occidentale si coroneranno in Agape = Amore per il divino. Lapotome 2 
alla origine del solo insieme compiutamente razionale a noi pervio; perci unit
compiuta, che per differisce dalla cosmica maschio-e-femmina perch la sua
2 irrazionale, ossia non numero: la mente mono-metrica delluocomponente 
mo infatti rende tale una delle entit bimetriche costitutive dellordine cosmico.
Bont divina allevia questa nostra tara consentendo ai numeri umani di formare
un insieme che, accostandoci alle compiutezze divine, deve considerarsi axiologi2 , in quanto parti paritecamente e ontologicamente primario. Allora il 2 e la 
tiche di questa unit primaria, assurgono a testimoni dellAgape umana: della
nostra attitudine ad amare il divino avendolo visto, come la Bibbia dice di Giobbe.
15 Per attestare la nostra idoneit ad accostarci al divino, al Pentateuco e al Levitico sono sottesi numeri atti a far ricostruire la matematica addotta primaria nel
Libro decimo di Euclide. Giudichino pertanto i cattedratici se non sia giunta lora
di destarsi dalla sonnolenza in cui li ha deietti il pilotaggio egizio-aquinate della
storia (cfr. sub 11). Da coloro che le masse dei senza forze considerano detentori
della sapienza dipende invero lascesa dellumanit dalla prima Alleanza alla Alleanza
dellAgape (cfr. sub 12); le masse infatti dismetteranno legocentrismo che oggi fa
estendere allUniverso le opposizioni dettateci dai sensi cos come a suo tempo
superarono il geocentrismo solo se indotte a tanto dalla coralit dei cattedratici.
16 Che le Scritture devolvano a laici questa funzione detto in Matteo 5 : 44, dove
Ges sprona i fedeli ad amare i nemici, imitando il Padre che fa nascere il Suo
sole su malvagi e su buoni, dunque su contrari. Pertanto, poich la Chiesa apporta la Fede a formare lunit di Fede e conoscenza del divino (cfr. sub 6), spetta ai
laici di farsi vettori della conoscenza. Logica vuole daltronde che, siccome amicizia implica rispetto per laltrui natura, la Chiesa non ne influenzi i processi evolutivi. Solo dai laici dipender dunque anche il coronarsi in Agape della Fede.
17 Lassegnare ai cattedratici laici la funzione di coronare in Agape la Fede attesta
che le Sacre Scritture mirano a tutelare la Fede; Paolo invita a offrire le membra
a Dio (cfr. sub 5) perch in questa offerta si esplica la Fede; grazie a questa Ges
pu dire Beati i poveri di spirito perch loro il regno dei Cieli (Matteo 5 : 3-5);

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alla maggioranza (ai poveri di spirito) il Sanhedrin 22a fa decidere come la


Bibbia debba interpretarsi, cosicch saranno valide solo letture corroboranti la Fede.
18 Per allineare la Fede allordine cosmico la Bibbia convoglia fedeli e laici
nella unit compiuta che consentir di fondare su Amore per il divino la
morale, affrancandola dalla soggezione alla labilit di cui al punto 4. Fondare su
Agape la morale stabile non libera per il singolo dalla soggezione ai sensi, costitutiva dellessenza umana e resa prepotente dal fatto che per non ledere la
libert dellindividuo, fulcro della giustizia divina (cfr. sub 5) lordine cosmico
possa solo far perire assieme il reo e linnocente (Giobbe 9 : 17-31) quando il
dilagare del peccato ne leda gli equilibri. Da qui la necessit di leggi umane che,
a chi opponga i contrari, appaiono incompatibili con un creato perfetto (Salmo
104 : 24), dove nulla spregevole (1 Timoteo 4 : 4).
19 La legge che d vita al peccato si radica nelle membra, dice Romani 7 : 23;
perci oggi, al trionfo delle membra, si accompagna quello del peccato, prepotente
al punto da pretendere di non chiamarsi pi tale e di fare anteporre le pulsioni
dei singoli ai diritti della collettivit. La sapienza sedicente moderna volge a testimoniare la barbarie antica il capitolo 20 del Levitico, che nel versetto 13 recita: Se uomo giace con uomo come si giace con donna, siano messi a morte
entrambi, affinch il loro sangue ricada su di essi [e non sulla collettivit].
La Fede situa il Bene in uno dei poli di unopposizione; la presente ricerca sincentra invece sul 10 : 18 di Marco (Buono solo Dio) e fa consistere la Sua bont
nel nulla da spregiare (cfr. sub 18). Consegue il 14 : 22 di 1 Corinzi, dove Paolo
che chiama parlare in lingua a Dio il vedere Dio di Giobbe scrive: Parlare in
lingua non si addice a credenti, ma agli infedeli. Chi ha il dono della Fede si astenga dunque dal leggere uno scritto che mira a far ritrovare Dio alle pecore smarrite.
Col farsi epilogo dei capitoli seguenti, questa Introduzione vuole perci sollecitare
coloro che hanno ascendente sulle masse a espletare la funzione per la quale Dio pose
sotto i piedi delluomo le opere delle Sue mani (Salmo 8 : 5-7) e ci abilit a perseguire mezzi idonei sia a compiere la Creazione, sia a dissolverla in caos: esito ineluttabile, questo, se non ci convinceremo che il continuo evolversi delle conoscenze involge ci che anche la logica implica: ove si oppongano contrari inesistenti nellordine cosmico, che ha voluto maschio e femmina luomo pu esservi solo speranza di conoscenza (cfr. Ebrei sub 12), cio fede. Allora, se la Fede langue, ci attende la Geenna. La Creazione si compir se si osserver la Legge divina, conferma
il Talmud, cio se ci allineeremo allessere stati creati a immagine di Dio, maschio
e femmina, dunque per compierci in unit di Fede e conoscenza del divino.
Dipende perci da coloro che le masse ritengono sapienti invertire la rotta e
salvare lumanit e la Terra dal caos in cui il venerare lopporre le cose la
guerra anzich la complementarit di femmina e maschio ci sta precipitando.
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INDICE

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DEI CAPITOLI

1 - SOMMARIO

DELLA RICERCA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p.

1.1 Le vestizioni del divino negli Elohim e in Jhwh


non sono antitetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . .

1.2 Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?

. . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . .

12

IN COMPLEMENTARIT DELL OPPOSIZIONE DI FEDE A RAGIONE

1.3 Unicit, onnipotenza, sapienza, giustizia e bont di Dio


si fondano su amicizia dei contrari . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4 Inoppugnabilit della complementarit Jhwh - Elohim .
2 - LEVOLVERSI

p.

17

. . .

17

. . . . . . . . . .

22

. . . .

22
34

. . . . . . . . .

p.

41

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

43

51

p.

59

60

. . . .

62

. . . . . . . . . .

67

. . . . . . . . . . . . . . . .

76

p.

81

5.1 Il tesoro lEssere che deve nascondersi finch non si possa


comprare il campo il mondo dove nascosto (Matteo 13 : 44) . .

82

5.2 Intuizioni occidentali della natura bimetrica dellEssere .

86

2.1 Il Ges Jhwh salvezza si fa Messia di amicizia dei contrari .


2.2 Fermenti di una logica di amicizia in autori cattolici

2.2.1 Francesco dAssisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


2.2.2 Maria Adelaide Raschini, Cornelio Fabro, Joseph Ratzinger .
3 - FULCRO

DEL PENSIERO

COMPIUTO

DI

GES

IL

katevcon .

. . . .

3.1 Dio ad accecare la mente di chi si perde


(e anche cos ritarda lavvento del Salvatore)

3.2 Lunit Jhwh - Elohim e lunit bimetrica dellessere


4 - LA

SAPIENZA CHE

PAOLO

TARSO,
ANTICHI

DI

PU AVERE ATTINTO DAGLI

TRAMITE

. . . . . . . . . . . . .

ARISTOTELE,

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4.1 La via matematica alla conoscenza di princip e cause .

. . . . . . . . .

4.2 I fenomeni spiraliformi richiedono rappresentazioni bi-metriche


4.3 Logica dettata dalle membra, oppositrice dei contrari,
e logica di chi ama la verit, che li coordina amici .
4.4 Ragione vuole che fruisca del ritorno di Ges
anche chi ignora Aristotele e Paolo . . . . . . . . . .
5 - LO

SPONTANEO ALLINEARSI DELLE SCIENZE TEORETICHE OCCIDENTALI

ALLE FINALIT PERSEGUITE DAL KATECHON . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

~ VIII ~

. . . . . . . . . .

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5.3 La svolta di Heidegger verso la scoperta del tesoro.

. . . . . . . . . . .

5.4 Come legittologia accademica si sia resa corresponsabile


del mancato acquisto, da parte di Heidegger,
del campo in cui venne nascosto il tesoro . . . . . . . . . .

. . . . . . . . .

5.5 Sar la fisica a farsi interprete del parlare in lingua a Dio .

. . . .

5.6 La cristianizzazione di Aristotele, attuata da Tommaso dAquino.

. .

p.

91

108
114
118

5.7 Sviando lumanit a spezzare le unit compiute, Tommaso dAquino


si allinea ad Aristotele, a Parmenide e alle Sacre Scritture . . . . . . . 127
5.8 Iddio si rivela alluomo anche nella storia
6 - A
LA

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

131

SINTETIZZARE LA PROPRIA CONCEZIONE DELL ESSERE

BIBBIA

ACCOGLIE NEL

LEVITICO

E NEL

PENTATEUCO

L ANTICA MATEMATICA QUALITATIVA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 139

6.1 Allusuale e rozzo concetto di rapporto


i matematici antichi sostituivano la antiferesi .

140

. . . . . . . . . . . . . . . . .

6.2 Implicazioni dellesistenza di una sequenza primaria


e sua opportunit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.3 Lantiferesi mette in luce le perfezioni
della relazione matematica di sezione aurea .

. . . . . . . . . . . . .

143

. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

146

6.4 La Bibbia adduce le due sequenze, aurea e primaria,


a suffragare la propria concezione di mondo . . . . . . .

. . . . . . . . . . .

151

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

155

ERMENEUTICO- METODOLOGICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 161

6.5 Dagli Egizi a Ges la sapienza antica


concorde nellinvitare a cercare
nella matematica i canoni di salvezza .
7 - COROLLARIO

7.1 A ridare Ges agli smarriti una dialettica

. . . . . . . . . . . . . . . . . .

7.2 A far risorgere e salvare luomo sar luomo. Fede e agape .


7.3 Amicizia dei contrari e Trinit di Dio

. . . . . .

165

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

170

7.4 Ti interrogher e Tu mi istruirai (Giobbe 42 : 4) .


7.5 Lumanit si salva salvando a s Iddio

161

. . . . . . . . . . . . . . . .

177

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

182

7.6 Perch il Cristo debba essere crocifisso e risorgere .

. . . . . . . . . . . . .

188

ALCUNI

CONCETTI BASILARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 203

CINQUE

PERCORSI DI LETTURA DELLA

BIBBIA

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 211

INDICE

DEI NOMI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 227

INDICE

DEI PASSI CITATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. 229

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1 - SOMMARIO

1.1 LE

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Pagina 1

DELLA RICERCA

VESTIZIONI DEL DIVINO NEGLI

ELOHIM

E IN

JHWH

NON SONO ANTITETICHE

A Pietro, cui ha affidato i timoni della Chiesa ma che si scandalizza nellapprendere che il Figlio di Dio debba andare a Gerusalemme per esservi crocifisso,
Ges rimprovera: Sei tu a farti motivo di scandalo, perch non hai il senso
divino delle cose, ma pensi pensieri degli uomini (cfr. Matteo 16 : 21-23).
Queste frasi fanno presumere che nelle Scritture vi siano due ordini di
logica, che appaiono antitetici a chi opponga i contrari: da un lato la logica rimproverata a Pietro, basata sullusuale scissione degli enti in graditi
e sgraditi, dallaltro quella per la quale la Crocifissione sarebbe voluta dai
disegni divini. Conferma lesistenza di una logica, che ribalta gli assunti
dellumana, il 10 : 18 del Vangelo di Marco, dove il Cristo obietta a chi Lo
chiama Maestro buono: Perch Mi chiami buono? Nessuno buono,
allinfuori del solo Dio (oujdei;" ajgaqo;" eij mh; ei|" oJ Qeov" ).
Se in Dio si sovverte lopporre entit che agli uomini appaiono antitetiche, nei disegni divini debbono risultare complementari e amiche le entit
da noi scisse in schiere ostili e, fra esse, anche le vestizioni del divino
descritte nel Genesi.
Nel primo capitolo, infatti, gli Elohim (plurale di El = Dio) creano luomo per fargli soggiogare la Terra (1 : 28), dunque affinch porti a termine la
creazione assoggettando gli enti allopposizione dei contrari. Nel secondo capitolo, invece, Jhwh crea luomo affinch faccia salire lacqua in canali per irrigare il suolo e permettere che vi crescano erbe e cespugli (cfr. 2 : 5,6), dunque
ancora per fargli portare a compimento la creazione, armonizzandola per alla
logica dello Jhwh che accoglie in amicizia anche la crocifissione del Figlio Suo.
Linconciliabilit, nellorizzonte logico di chi oppone i contrari, di Elohim che
comandano di empire la Terra delle opposizioni dettateci dai nostri sensi, con
uno Jhwh che invita luomo a porsi al servizio di un ordine dove trova ragione
di essere ogni bruttura, ha indotto i commentatori ad attribuire la dualit di
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vestizioni del divino al culto di due diverse Divinit, venerate anticamente da due
trib dIsraele e accolte entrambe nella Bibbia per non scontentarne alcuna.1
la Bibbia stessa a porgere la soluzione della questione nello 1 : 26,27 del Genesi,
dove Iddio parla di S al plurale: Dio disse: Facciamo luomo secondo la Nostra
immagine, come Nostra somiglianza [...]. Maschio e femmina cre gli uomini, e
dunque riunendo in complementarit i diversi a formare lunit compiuta uomo.
Pertanto, come il Dio Jhwh si legge nel 2 : 22 del Genesi stesso costru la costola, che aveva tolto alluomo, facendone una donna, in modo analogo la somiglianza Dio-uomo involge che anche Elohim sia stato formato da una costola di Jhwh .
Lo confermano Isaia 43: 13 che fa dire a Jhwh : Dalleternit Io sono il medesimo e il 6 : 2,3 dellEsodo, dove Jhwh sottolinea: Io sono Colui che apparve ai
vostri padri come Dio onnipotente (El Sci ddai), ma nascosi loro il nome Jhwh .
A vestire Se stesso negli Elohim pertanto lo Jhwh dellamicizia dei contrari; quindi Jhwh a comandare alluomo di soggiogare la Terra per poi
armonizzarne le asperit allamicizia cosmica. Ed chiaro che, se Jhwh a
vestirsi negli Elohim, non ha pi senso lopporre la logica degli Elohim e del
Pietro di Matteo 16 : 21-23 a quella di Jhwh e di Ges; ci spiega come da
due millenni la Chiesa i cui timoni Ges affid proprio al Pietro che
pensa pensieri umani anzich divini si sia radicata, fondando la dottrina
sullestirpare ogni cattiveria (Efesini 4 : 31), sullopporre i contrari.
Coerente, invero, che Jhwh si sia vestito nelle Divinit di coloro che oppongono i contrari e dei quali si serve al fine di portare a compimento la Creazione
per comandare loro di farsi signori della Terra (cfr. Salmo 8 : 7) e realizzarvi poi
il giardino di amicizia di cui Egli ha dato modello in Eden. Per soggiogare la
Terra, infatti, luomo deve darsi Dei che gli camminino davanti (cfr. Esodo
32 : 1), porgendogli leggi che offrano al suo piede un posto dove poggiare.2
Che la vestizione di Jhwh negli Elohim sia per transitoria implicato dal
fatto che gerarchie fra le cose sono istituibili solo da chi basi il giudizio
sullalbero del bene e del male, le conoscenze dettate dal quale non sono
eterne (cfr. Genesi 3 : 22); la logica suggerita da quellalbero dunque dai
sensi a far opporre p. es. la Fede alla conoscenza, o la conoscenza alla Fede.
1 Ha verosimilmente influito, sullattribuzione, la preoccupazione di non turbare la propensione dei
fedeli a confondere lo dico con parole di ANTONIO ROSMINI (cfr. Del divino nella natura, Roma, Citt
Nuova ed., 1991, 7-12) Dio con il lume che a noi da Dio si comunica.
2 Cfr. Sanhedrin 22a: Se la Legge fosse stata data in forma immobile, il piede delluomo non vi avrebbe
trovato posto dove posarsi [...]. Perci a Mos, che chiedeva di conoscere linterpretazione definitiva di ciascun
articolo della Legge, Jhwh rispose: Se ne dovr adattare la lettura al grado di maturit raggiunto dalla maggioranza. Quando questa sar in grado di recepire uninterpretazione, quella diventer permessa; non cos finch
quellinterpretazione risulter impervia ai pi. La Legge della Bibbia implica pertanto interpretazioni con 49
punti a favore e 49 punti contro; il cinquantesimo punto dipender dal grado di maturit raggiunto dalla maggioranza. Da qui la vestizione del divino negli Elohim e quella in Jhwh, finora preclusa alle masse dei fedeli.

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I profeti confermano che gli Elohim sono vestizioni transitorie di Jhwh. In


Isaia 66 : 22, p. es., Jhwh parla di nuovi Cieli e nuova Terra, che Io far e
dove si guarder come a cadaveri coloro che a Me si ribellarono (indulgendo allopposizione dei contrari). In Geremia 31 : 28-32 Jhwh dice: Verranno
giorni in cui, come un tempo vegliai su Israele per demolire, sradicare e arrecare mali, cos veglier su di loro per edificare e seminare [...]; stipuler con
essi un Patto nuovo, diverso da quello concluso con i padri. E in Ezechiele
36 : 26,27 Jhwh promette: Vi dar cuore nuovo e metter in voi spirito nuovo,
che vi far osservare i Miei decreti e seguire le Mie norme [di amicizia].
Dicci quale sar il segno del Tuo ritorno e del compimento dell[attuale] evo,3
chiedono a Ges i discepoli in Matteo 24 : 3; solo il Padre lo sa, risponde Ges che
per, nel 13 : 10-13 ha addotto due complementari modi di fruire di quel ritorno:
A voi discepoli (maqhtaiv) fu dato di conoscere (gnw` nai) i misteri del regno dei
Cieli; agli altri parlo in parabole perch, pur vedendo, non vedono e, pur udendo,
non comprendono. Sicch si adempie, per costoro, la profezia di Isaia, che dice: voi
ascolterete, senza per comprendere; guarderete, ma non vedrete (cfr. Isaia 6 : 9-13).

Nel 10 : 2-4 di Romani, Paolo di Tarso distingue la giustizia di chi succubo delle
membra (i.e. dei sensi) da quella di chi inserisce la Crocifissione nei disegni di Dio.
Paolo scrive: [vi sono uomini] che, non volendo riconoscere la giustizia di Dio e cercando di far sussistere la loro, non si sono sottomessi alla giustizia divina. Anche se
hanno zelo per Dio, costoro non lo hanno [raggiunto] tramite conoscenza (ajllouj
kat ejpivgnwsin). Compiutezza di Legge infatti Cristo (tevlo" ga;r novmou Cristov").
Vestendosi in Elohim, Dio stesso a volere che vi siano uomini che Lo accostino
non tramite conoscenza. Amicizia dei contrari induce allora a leggere nel compiutezza
di Legge Cristo un Suo privilegiare non la conoscenza, bens la complementarit di
conoscenza e zelo. La compiutezza consisterebbe quindi nellaccogliere tutti nel regno
dei Cieli. Simpone allora la domanda che Cristo, fattosi uomo, rivolge morente al Padre:
1.2 DIO

MIO ,

DIO

MIO , PERCH MI HAI ABBANDONATO ?

la domanda, tratta dal 22 : 2 dei Salmi, che Ges rivolge al Padre nel 27 : 46
di Matteo, prima di esalare lo spirito. E poich il Figlio di Dio il quale, nel
16 : 23, ha rimproverato Pietro perch non vede la ragione per cui il Cristo debba
andare a Gerusalemme per esservi crocifisso conosce di certo quella ragione, alla
domanda del Ges morente il Vangelo invita a rispondere quelli che, fra i lettori,
sono inclini a portare in luce ci che le Scritture accennano in modo oscuro: nei
3 Tradurre in compimento dellevo [attuale] la suntevleia tou` aijw`no", che le edizioni canoniche
della Bibbia volgono in fine del mondo, mette in luce una dualit di letture che chi oppone i contrari giudica antitetiche, ma che diventano complementari per chi li accolga in amicizia.

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Vangeli, nulla annuncia Ges in Matteo 10 : 27 vi di coperto che non debba


essere svelato. [...]. Ci che io dico in modo tenebroso, voi ditelo nella luce.
Che il Cristo conosca la ragione per cui il Padre Lo ha abbandonato risulta
dal 26 : 53,54 di Matteo, dove sottolinea che la Sua crocifissione adempie le
Scritture; 4 stupisce allora leggere, nelle edizioni canoniche della Bibbia, che la
Chiesa volge in lamento 5 una domanda alla quale Ges invita a rispondere.
Proprio lo stravolgere in lamento una domanda enunciata a gran voce (fwnh`/
megav l h/ ) attesta per, a chi si affranchi da soggezione alle membra, che la
Chiesa si allinea, nel modo da Lui voluto, alla compiutezza di Legge che Cristo.
Paolo, infatti, caratterizza questa compiutezza nel 4 : 12,13 di Efesini, dove scrive:
Coloro i quali si consacrano al ministero di edificare il corpo del Cristo debbono operare al fine di farci arrivare tutti [ignoranti o sapienti che siano] allunit della
conoscenza e della Fede, [ossia] allo stato di uomo compiuto (eij" a[ndra tevleion),
in quella misura che peculiare della compiutezza (tou` plhrwvmato") del Cristo.

Col volgere in lamento la domanda del Ges morente, la Chiesa annuncia che, al fine di attuare la complementarit di Fede e conoscenza, nella
quale si corona la compiutezza del Cristo, compito dei sacerdoti solo quello di curare la Fede di coloro che hanno urgenza di trovare in essa quel
conforto che la conoscenza di Dio conferir invece in misura affatto esauriente a quelli che di Ges si faranno discepoli (maqhtaiv) perch fu dato
loro di conoscere (gnw` nai) i misteri dei Cieli (cfr. Matteo 13 : 10-13).6
Come chiede Luca 18 : 8 al Suo ritorno Cristo trover ancora la Fede
sulla Terra? e come daltronde suggerisce laver Ges chiamato a guidare
la Chiesa il Pietro che pensa pensieri umani anzich divini, il regno dei
Cieli sar dunque realizzato sulla Terra grazie, s, al concorso di Fede e
conoscenza; al concretarsi di quellunit, per, la Chiesa concorrer mantenendosi rigorosamente separata 7 da coloro cui le Scritture assegnano la funzione di accostarsi al divino tramite conoscenza: come questa non tollera
inquinamenti fideistici, cos la Fede deve guardarsi da intrusioni raziocinanti.
4 A un Suo fedele che impugna la spada per difenderlo dai persecutori, Ges dice: Credi tu che Io non possa
pregare il Padre affinch mandi subito in Mia difesa dodici legioni di angeli? Allora, per, come si adempirebbero
le Scritture [i.e. i disegni divini], che prevedono che debba accadere proprio ci che sta avvenendo?. Cos nel
26 : 53,54 di Matteo; in 7:21 Ges ha detto: Entrer nel regno dei Cieli chi far la volont di Chi nei Cieli.
5 Si legge p. es. nelledizione curata dalla Societ Biblica Italiana (Milano, Arnaldo Mondadori, 1968): il
lamento di Ges non esprime un abbandono ad amaro sconforto, ma unestrema sofferenza, sopportata con fiduciosa rassegnazione alla volont del Padre. Volont della Chiesa dunque evitare che il fedele si ponga domande.
6 Cfr. 14: 2 di 1 Corinzi: Chi parla in lingue [in virt di conoscenza] parla a Dio per edificare se stesso;
chi invece profetizza [i.e. parla in parabole] parla alla collettivit per edificazione, esortazione e conforto.
7 Separate debbono mantenersi, pertanto, Fede e ragione, cos come il Genesi 1 : 4-10 sottolinea formata
concertando in complementarit di entit separate Cielo e Terra, Terra e mari, luce e tenebra, etc. la Creazione.
Da qui linvito, a chi fruisce del dono della Fede, a non leggere la presente ricerca, che mira ad
accostarsi al divino tramite conoscenza.

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Resta per da chiarire quale superiore compiutezza di pensiero laccogliere in amicizia i contrari comporti, rispetto allopporli. Per mostrarla,
conviene avvalersi dellincisivit consentita dai numeri.
Se lo 1 dellaritmetica tecnicistica viene assunto naturale, razionale e primario,
dunque annoverabile nella categoria dei beni, e se si fa poi nascere il 2 aggiungendo un 1 allo 1 o dividendo in met lo 1, la dualit 2 diventa culla di mali:
2 , il dissolversi del numero in irrazionale, dunque la
implica infatti, con la 
comparsa dellindeterminatezza e dellillimite; da qui limpulso a guardare agli altri
come a potenziali nemici, quindi la diffidenza e il solipsismo, vettori di guerre. In
questa prospettiva Dio stesso per averci reso, col darci le membra, altri da Lui
fino a poterLo bestemmiare diventato un al di l del mare, antitetico rispetto
al divino del Deuteronomio 30 : 10-14, dove invita ad ascoltarne la voce e attuarla.
Palese pertanto limpossibilit di concludere la Creazione in cos incoerente disegno; i numeri dicono per che lincoerenza svanisce nellorizzonte aperto dalla unit-complementarit di Fede e conoscenza. Infatti la contrapposizione irrazionale-razionale cessa di sussistere se si assume primaria lunit
2 e lo 1 nellapotome 
2 1, che il Libro
formata mettendo assieme la 
decimo di Euclide mostra appartenere al solo insieme compiutamente razio2 1 numero primario, 1 e 
2
nale, pervio a mente umana. Invero, se 
traggono lessere dal concorrere pariteticamente a formarlo e cessano quindi di
contrapporsi; nellordine cos istituito, soltanto le membra introducono irrazionalit, opposizioni e guerre, integrate per anchesse lo si mostrer in
p. 7 nei disegni del Dio che accoglie in amicizia i contrari. Manifesta si fa
allora la superiore compiutezza introdotta dallassumere che lunit naturale
debba cercarsi nellmbito dellamicizia dei contrari: questa infatti, come vuole
il 4 : 4 della 1 Lettera a Timoteo, rende buona ogni cosa creata da Dio, quando si pervenga a vederla santificata dal nostro colloquio con la Sua Parola.
Svelata la ragione per cui la Chiesa volge in lamento la domanda del
Cristo morente, si fa chiaro anche perch il Padre Lo abbandoni, cos come
abbandona luomo, cui affida la funzione di portare a compimento la Creazione.
Essa fu fondata da Jhwh si legge nel 24 : 2 dei Salmi sulle acque e venne stabilita sulle correnti delloceano, dunque conferendo stabilit e medesimezza a entit la
cui natura fluttuante: allalterit di Platone (cfr. Timeo 35a1-b2). Il Salmo 97 : 2-6
specifica che giustizia e diritto sono le basi del trono di Jhwh , il quale rispetta talmente gli altrui diritti da accogliere in amicizia perfino la vestizione negli Elohim ;
affermare che la sapienza divina cammina su equit (cfr. Proverbio 8 : 20), involge
che lequilibrio poich punto fermo imposto al fluttuare di eccesso e difetto lederebbe lalterit se si realizzasse allinterno di una entit: p. es. nel (nostro)
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Cielo. Il ritorno delle stagioni, infatti, attesta una medesimezza che lederebbe lalterit se non fosse equilibrata dal prevalere di questa sulla Terra. Terremoti e calamit
sono cos olocausto offerto dalla Terra alla giustizia cosmica per bilanciare quel
ritorno delle stagioni che permette il formarsi di unumanit atta a portare a compimento la Creazione. In un ordine fondato su equit, in effetti, la Terra non pu
restar gravata da eccessi di alterit ma deve esser equilibrata, prima o poi, da una
medesimezza che lallinei allo splendore dei corpi celesti (cfr. 1 Corinzi 15 : 40).
La Bibbia deve perci implicare una complementarit temporale, quindi un
agente che la promuova. Questo agente ed ecco profilarsi la risposta alla
domanda del Ges morente devessere abbandonato da Dio : se gli fossero
resi accessibili i canoni cosmici, o se Dio punisse il malvagio e premiasse il
probo, verrebbe meno la giustizia divina: Egli concorrerebbe a tarpare lalterit,
oltre che nel nostro Cielo, anche sulla Terra. Per farsi giusto Dio ci dot di
membra che fanno dare nomi diversi dai Suoi; non pu dunque intervenire
poi a ledere, con la nostra libert, la Sua giustizia. Romani 6 : 13 conferma:
Offrite a Dio voi stessi, come morti ritornati in vita, e le vostre membra
quali armi per la Sua giustizia (parasthvsate eJautou;" tw`/ Qew`/ wJsei; ejk nekrw` n
zw` nta" kai; ta; mevlh uJmw` n o{pla dikaiosuvnh" tw`/ Qew`/ ).

Offrire a Dio le membra per renderLo giusto involge trasferirsi, dal piano
umano della logica di opposizione dei contrari, su quello, divino, che li accoglie
in amicizia. Romani 7 : 5,6 specifica che questofferta peculiare delluomo nuovo
e affranca dalla schiavit alla carne; questa prospettiva nuova a rivelare in Dio
il Signore della gloria (to;n kuvrion th` " dovvxh"), non pi passibile di Crocifissioni da parte dei dominatori dellevo attuale (cfr. 1 Corinzi 2 : 8).
1.3 U NICIT ,

ONNIPOTENZA ,

SAPIENZA ,

GIUSTIZIA

BONT

DI

D IO

SI FONDANO SU AMICIZIA DEI CONTRARI

Le membra inducono a estendere lopposizione dei contrari alla totalit


dellEssere; da ci consegue limpossibilit di attribuire a Dio la Sua gloria: gli attributi che sono condizione necessaria alla Sua maest.
Emblematici sono, in proposito, due saggi del teologo HANS JONAS,8 che
gli orrori di Auschwitz, egli dice, hanno indotto a rilevare lincompatibilit
dellattribuire a Dio onnipotenza e bont: il male egli argomenta sussiste soltanto in quanto Iddio non onnipotente. Sfugge a Jonas che ad
amareggiare Giobbe lo Onnipotente (Giobbe 27 : 2), il quale crea il mal8 Cfr. HANS JONAS, La domanda senza risposta (Genova, Il Melangolo, 2001) e Il concetto di Dio dopo
Auschwitz (ivi, 2002). Jonas si auto-elegge voce ebraica, che ha studiato teologia e filosofia con Heidegger.

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vagio e il violento al fine di preparare la veste che il giusto indosser (ivi


27 : 13,17). Errato pertanto esaurire lopera di Dio nella presenza sulla Terra
di malvagit e violenza; Genesi 2 : 19 daltronde limita a fiere e volatili la
facolt umana di dare nomi diversi dai divini. E che non si possa esaurire
luomo nellasservimento alle membra confermato nel 7 : 6,22,24 di Romani :
Il pensiero asservito alla carne (to; frovnhma th` " sarkov") in ostilit verso Dio [...];
in voi, per, abita anche lo Spirito di Dio (pneu` ma Qeou` ). Nel mio intimo tendo alla
Legge di Dio; vedo per nelle mie membra unaltra legge, che muove guerra a quella
della mente e mi rende schiavo dellerrore. Chi mi liberer da un corpo votato a morte?

L dove mostri e abissi cantano la gloria di Dio come angeli e vette (Salmo
148 : 2-8), cessa di sussistere lopposizione di male a bene, la cui eternit esclusa
nel Genesi 3 : 22; si deve dunque cercare altrove nelluomo nuovo dei profeti e di
Paolo e nello Jhwh in cui esiter la Sua vestizione in Elohim lidea del divino che
si affranchi dallincompatibilit di bont e onnipotenza. I saggi di Jonas, pertanto,
provano solo limpossibilit di esaurire il divino nella vestizione di Jhwh negli Elohim.
Come la Crocifissione, dunque, anche lincompatibilit della bont di Dio
con la Sua onnipotenza promette di trovare giustificazione e coerenza se trasposta in un ordine nel quale emerga il senso che le cose hanno per Dio.
Nellorizzonte che accoglie in amicizia i contrari, invero, coerenza vuole che lonnipotenza divina non possa consistere come vorrebbe Jonas nelleliminare mali inesistenti per il Creatore cfr. p. es. il 10 : 18 di Marco : Dio solo buono ; essa
deve invece estrinsecarsi nel realizzare equilibri fra entit che le membra fanno considerare sgradite ed entit che accolgono benevolmente. Allora, se lequilibrio primario, come lo per Dio, le sue componenti traggono lessere dal realizzarlo e risultano affatto paritetiche. La bont divina si esplica perci nel rendere bella anche la
componente che le membra prospettano negativa: lirrazionale, p. es., e la tenebra.
Ritorno del Cristo e amicizia dei contrari debbono tuttavia estendere i loro
effetti anche nellorizzonte di chi continua a ragionare in termini di bene e di
male. Ed ecco come: la sapienza divina deve esplicarsi indirizzandone lonnipotenza a realizzare equilibri fra alterit e medesimezza ; giustizia esige che gli equilibri, per non ledere lalterit, si attuino fra diversi: p. es. fra Cielo e Terra.
Amicizia e giustizia e sapienza esigono altres, per, che alle entit cui le membra attribuiscono polarit negativa alla Terra, p. es., e alluomo vecchio
dellevo attuale si facciano complementari, a suo tempo, Terra Promessa e
uomo celeste (cfr. 1 Corinzi 15 : 49): proprio in questa complementarit si realizzer pertanto la bont di Dio, in piena coerenza con gli altri Suoi attributi.
Cessa cos di sussistere la tendenza che fa estendere, oltre che alluomo compiuto, a Dio la logica dettata dai sensi, dimenticando che Chi ha creato buone tutte
le cose (1 Timoteo 4 : 4) non pu avere membra; nel nuovo orizzonte morte e
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mali perderanno il pungiglione (cfr. 1 Corinzi 15 : 56), di cui le membra li


hanno gravati, e concorreranno, in modo paritetico con le virt, a togliere dal
nostro volto il velo che imped perfino a Mos di vedere la gloria delluomo
(2 Corinzi 3 : 13-16). La bont di Dio si esplica nel fatto che, per equilibrare il
prevalere di medesimezza nel nostro Cielo, ha creato sulla Terra mostri e abissi,
redenti per in armi per la Sua giustizia, e ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per usare a tutti misericordia (Romani 11 : 32), che il Salmo 51 : 1 chiama esplicitamente a testimoniare la Tua grande bont, Jhwh .
La sapienza che si addice agli uomini compiuti (ejn toi`" teleivoi") sottolinea
1 Corinzi 2 : 7 non quella del presente evo n quella [asservita allopposizione dei
contrari] che vi domina; la sapienza divina, misteriosa e nascosta, che Iddio ha
preparato per la nostra gloria, prima dei primordi della Terra (Proverbio 8 : 23).
Queste frasi attestano che uomo , per Dio, lAdamo, non succubo di membra,
immesso nel giardino creato in Eden per lui. Fare dipendere lonnipotenza del Dio
dalla presenza di Auschwitz involge chEgli ne abbia creato i pungiglioni; le trib di
Giuda ed Efraim, che schierano luna contro laltra il pungiglione, sono invece
tenute unite nella mano (Ezechiele 37 : 15-28) dallo Jhwh che, non avendo membra, ignora pungiglioni (e miele): le stragi da Lui decretate ed eseguite da Suoi eserciti (cfr. Isaia 10 : 22,23) sono tali per noi, non per il Dio che fa cantar la Sua gloria da mostri e abissi (Salmo 148 : 7). Solo ascendendo, dunque, al senso che cacciata da Eden, Auschwitz, Crocifissione hanno per Dio, si fa chiara la Sua onnipotenza.
Tramite lamicizia dei contrari la Bibbia risolve anche i problemi aperti dalla
presenza del male in un mondo monoteistico: Isaia 44 : 6 et 45 : 7 fa infatti di Jhwh
il Dio di redenzioni e di eserciti, operatore di bene e luce ma creatore di tenebre e mali; ultimo e primo, Dio allinfuori del quale non vi altra Divinit.
Nellorizzonte del Dio che, se punisse o premiasse i singoli, ne lederebbe la
libert, sulla quale poggia la Sua giustizia, provvidenziale diventa anche laccompagnarsi
di leggi umane alla divina: copresenza assurda se si oppongono i contrari: rischia infatti di sostituire, alla fede nei doveri delluomo, la rivalutazione di diritti umani che
p. es. portano al divieto di applicare la pena di morte, consacrata nel 20 : 9-18 del
Levitico. Evita questo rischio il fondare Spirito Santo e Creazione sulla unit di Fede
e conoscenza di Efesini 4 : 13; infatti, se si basa la morale su conoscenza, impossibile stravolgere in libert di uccidere il Levitico il segno messo da Dio su Caino.9
Togliere mordente a leggi umane lede allora lo Spirito Santo rendendo monca
la Creazione, cos da far dire a Ges, nel 12 : 31,32 di Matteo : ogni peccato,
9 Cfr. 4 : 15 di Genesi : Jhwh pose su Caino un segno affinch chiunque lincontrasse non luccidesse, ritenendosi legittimato a vendicare Abele. Oggi si volge quel segno in divieto alla legge di applicare la pena di morte.

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anche il bestemmiare Cristo, sar perdonato; non per, n in questo evo n nel
futuro, la bestemmia contro lo Spirito Santo; essa far perci precipitare lumanit
nella fornace descritta da Paolo nel brano qui riportato in p. 190, che raffigura una
immoralit oggi sotto gli occhi di tutti. Urge perci ridare vigore a leggi e morale.
Dire che la compiutezza del cosmo assicurata da leggi umane coerente con lassumere che le regolarit celesti siano equilibrate dal bruco che non
diventa farfalla e dalle Auschwitz; questo per concetto che le Scritture
vogliono pervio solo ai discepoli (cfr. Matteo 13 : 11), mentre giustizia divina
esige che i timoni culturali dellumanit siano nelle mani di cattedratici che
una tradizione plurisecolare ha schierato in opposizione alle Sacre Scritture.
Il silenzio fatto cadere dalla Chiesa su frasi della Bibbia, che potrebbero turbare i
fedeli, ha portato il pensiero oggi dominante ad assumere che le Scritture si esauriscano in inno alla Fede e giostrino assunti meramente dogmatici: leggi morali si
pensa sussistono grazie alla Chiesa, sicch il corroderle e la lotta contro il credo
religioso formano un tuttuno. Secondo il Cristo di Matteo 24 : 12,13, invece, il
Cristianesimo sopravviver al raffreddarsi della Fede; il 4 : 13 di Efesini spiega che a
consentirne la sopravvivenza sar il sostituire, allopporre i contrari, la unit formata dalla complementarit della Fede e della conoscenza del Figlio di Dio: unit nella
quale si concreta lo uomo compiuto, modellato sulla plenitudine del Cristo.10
Il sopravvivere al raffreddarsi della Fede fa della Bibbia unopera rappresentativa non
pi solo di un afflato religioso, ma dellintera sapienza antica; lapprendere allora che la
salvezza delluomo e delle sue istituzioni non ultima quella stessa del divino sia
realizzabile a patto di sostituire, al contrapporre i contrari, la loro amicizia, notizia
che non pu non fare rizzare le orecchie a filosofi, matematici e fisici le cui discipline sono cadute in crisi quando si sono applicate a risolvere il problema della loro fondazione teoretica cercandogli soluzione nellmbito dellopposizione dei contrari. E proprio nellambire a destare linteresse dei cattedratici per la Bibbia e per una fondazione non fideistica della morale trae giustificazione la presente ricerca, per altri aspetti sacrilega; soltanto per chi immerso nellopposizione dei contrari dettata dalle membra solo lo ignorante, insomma pu piccarsi di enunciare verit cristalline.
Pur non basandosi sulla Bibbia, MARTIN HEIDEGGER e NIELS BOHR sono pervenuti (cfr. 5.3,5) a proporre, per la soluzione dei problemi fondazionali che assillano gli
occidentali, complementarit Cielo-Terra, Dio-uomo, razionale-irrazionale, corpuscoloonda congeneri a quella, istaurata da Ges, fra Fede e conoscenza, e da Ezechiele
fra Giuda ed Efraim, tenute unite nella mano da Jhwh (cfr. Ezechiele 37 : 15-28).
10 Alla compiutezza dellunit Fede-e-conoscenza, pertanto, debbono essere state improntate le Scritture,
che infatti incitano ad amare il prossimo [lo altro] come te medesimo, dunque a rispettare lalterit come
la medesimezza. E laccogliere in amicizia Fede e ragione il solo assunto idoneo a fondare la morale su
conoscenza, sottraendola alla caducit della Fede ma lasciandone usufruire i frutti dagli ignoranti.

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Sar per lo 1: 18-21 di Romani a convincere a sostituire, alle opposizioni


dettate da membra, lamicizia dei contrari che port gli Antichi dallEraclito
del fr. 102 (pavnta kala; tw`/ Qew`/ - tutte le cose sono belle per Dio) al Paolo
di 1 Timoteo 4 : 4 (cfr. p. 5) a PERSEGUIRE LA COMPIUTEZZA DELLA SCIENZA IN
UN PRINCIPIO IDONEO A REGGERE ANCHE UNA MORALE SALDA, PERCH FONDATA
SU CONOSCENZA DELLORDINE COSMICO. Paolo scrive:
Iddio stesso ha manifestato ci che di Lui luomo pu conoscere ( to;
gnwsto;n tou` Qeou` ). Dalla creazione del mondo in poi, infatti, le perfezioni invisibili di Dio la Sua eterna potenza e divinit possono essere contemplate
con lintelletto nelle opere da Lui compiute (toi`" poihvmasin noovumena kaqo ra` tai). Sono pertanto inescusabili coloro i quali, pur potendo conoscere Iddio
(diovti gnovnte" to;n Qeovn) non tributano a Lui gloria n rendono grazie, ma vaneggiano nei ragionamenti della loro mente ottenebrata.

La sudditanza alle membra ha portato invero filosofi, che Paolo chiamerebbe


delle brume,11 a privarci, oltre che della Fede, anche della possibilit di conservare a Dio gli attributi che Bibbia e storia attestano essere essenziali si confermeranno tali in 7.5 et 7.6 al fine di far sopravvivere le citt al declino della Fede.
Nel Politico 307d1-8 Platone conclude invece la ricerca filosofica affermando
che lopporre i contrari, quando venga esteso agli statuti delle citt, diventa malattia la pi esiziale. Bibbia e Aristotele si allineano a questa frase del Politico.
Infatti Romani 7 : 22-24 parla (cfr. p. 7) di una legge che, facendoci schiavi delle
membra, si oppone alla Legge cui la mente aspira. La sapienza spiega nel
Metafisica 981a28-30 Aristotele mira a conoscere i princip che presiedano ai perch delle cose e conducano a punti di vista opposti agli iniziali, dettati dalle
11 Caratterizza la filosofia tedesca post-kantiana il colpire il Cristianesimo accusandolo di essersi giudeizzato: Kant oppone alla religione di Mos, basata su precetti talvolta immorali, quella, fondata sullo spirito e introdotta, attraverso il miracolo e la rivelazione e in radicale eversione dellantica, dal Cristianesimo;
completa poi la dissacrazione della Torah additando lo scandaloso sacrificio di Isacco: esempio di falso
comandamento e di falso miracolo. E conclude: Ci che il Cristianesimo ebbe in retaggio dallantico Patto,
il rischio di giudeizzarsi, indulgendo a divenire legalismo e perdendo la sua connotazione autentica.
Senza leggere il Deuteronomio 30: 11-14 (La Terra Promessa non nei Cieli), Hegel rimprovera agli
Ebrei di avere corroso e distrutto larmoniosa consapevolezza della propria totalit, raggiunta dalla Grecia
classica, risolvendo linettitudine a divenire Nazione nellaffidarsi a una mitologia che indicava il termine
delle sofferenze e della schiavit nel regno dei Cieli e nellavvento messianico, dunque in un Dio alieno,
chiuso nella sua tremenda trascendenza. Il Cristianesimo dellEvangelo sguita intendeva essere reazione allestraneit del Dio giudaico; gli Ebrei per non compresero il messaggio e operarono sul cristianesimo uninfluenza giudaizzante, che trasform Cristo in Dio alieno.
Fichte compie un ultimo passo: il Cristianesimo, dice, religione e pura soltanto in Giovanni, che
sembra mettere in dubbio lorigine giudaica di Cristo in pro di un Cristo ariano, che San Paolo avrebbe asiatizzato ancorandolo a quella che era ormai destinata, concluder Schleiermacher, a diventare una
religione morta; chi ne porta ancora i colori si lamenta su putrida mummia.
Questi zelanti difensori del Cristianesimo trascurano che, nel 5:17,18 di Matteo, Cristo dice: Non
crediate che Io sia venuto ad abrogare la Legge e i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a completare. Finch Cielo e Terra esisteranno, nemmeno uno iota o un apice della Legge saranno cancellati.

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membra; deve infatti rivelare (cfr. 982a8-25 et 983a11-21) ci che pi lontano da sensazioni comuni a tutti e per nulla sapienti. Aristotele per anche colui
che, sancendo lindipendenza delle scienze operative dalla filosofia, ha nobilitato la
matematica dei costruttori e dei mercanti, madre delle conquiste tecnologiche.
La sagacia di questoperato svelata dalla Bibbia: la vestizione di Jhwh negli
Elohim implica infatti che la sapienza atta ad affrancarci dalla schiavit alle membra si render recepibile solo dopo che luomo, grazie proprio alle tecniche promosse dalle membra, si sar fatto signore della Terra. Il che attesta come il Dio
dellamicizia si avvalga delle nostre pecche cos come dellimmoralit in cui esita
laver fondato la morale su Fede per portare a compimento il Suo disegno.
Il Genesi 3 : 22, infatti, esclude che la conoscenza del bene e del male, dettata
dalle membra, sia eterna; pertanto quando la fede, che la sorregge, si raffredder
(cfr. Matteo 24 : 12), alla concezione di mondo e alla morale oggi vigenti dovr
sostituirsi la verit testimoniata dalle opere divine: dalluomo stesso, nella sua
compiutezza di mente e membra. Appunto verso luomo compiuto istrada il 6 : 13
di Romani con linvito a offrire a Dio le membra quali armi per la Sua giustizia;
Efesini 4 : 13 descrive lesito della redenzione nella unit della Fede e della conoscenza di Dio, che realizza lamicizia confacente alla piena maturit del Cristo
e fa dire ad Aristotele, in De mundo 396b: Dio realizza armonie con i contrari.
Gli statuti umani si allineeranno, cos, alle complementarit attestate dalle
opere divine; effetto dellallineamento lo dico con Platone levitare la
malattia esiziale, incombente sulle citt dominate dallopporre i contrari.
Al dilagare di questa malattia la Bibbia ha posto argine vestendo Jhwh negli
Elohim che camminano, s, davanti a noi, ma dai quali Egli ci ha fatto istradare anche verso lamicizia dei contrari (cfr. nota 10): dai pane al nemico se
ha fame e dissetalo se ha sete, si legge nel Proverbio 25 : 21; Ges conferma
nel 5 : 44 di Matteo : amate i vostri nemici e pregate per chi vi perseguita.
Amicizia dei contrari vuole anche, per, che si interroghi Dio affinch
ci istruisca (cfr. Giobbe 42 : 4) e riveli, tramite le opere visibili del creato, la Sua compiutezza (cfr. Romani 1 : 20); il disegno divino implica pertanto che, con laffermarsi delle scienze tecnicistiche e del primato delle
membra, si sostituisca alla fede nello spirito lidolatria per la carne e che
questa, dichiarando guerra allo spirito (cfr. Romani 7 : 23), insidi lamicizia
dei contrari fino a travolgere la morale che la predica.12
Romani 1 : 26-32, qui trascritto in p. 190, descrive gli effetti del disgregarsi
della morale, effetti che gli ultimi decenni del XX secolo attestano distruggere la vivibilit delle citt occidentali con ritmi ormai esponenziali; da qui lur12 Anche limmoralit, infatti, redenta dal Dio dellamicizia dei contrari, il quale si avvale del percuotere e
ripercuotere gli Egizi per spingerli a costruire la strada che unir in amicizia Egitto e Assiria (Isaia 19:22-25).

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genza di fondare la morale sulla conoscenza: a questo fine Paolo fa precedere lo 1 : 26-32 di Romani dallinvito, in 1 : 25, a non pi scambiare la verit,
rivelata dalle opere conoscibili di Dio, con la menzogna dettata da membra
che fanno venerare e adorare la creatura anzich il Creatore.
Quando i detentori delle leve del pensiero, spinti dal dilagare dellimmoralit,
accoglieranno linvito di Paolo, si realizzer sulla Terra il regno dei Cieli auspicato nel 13 : 11 di Matteo e i cui misteri Ges promette di rivelare ai discepoli.
Alla comunit dei fedeli istradata dalla Bibbia verso lamicizia dei contrari
affinch Cristo, al Suo ritorno sulla Terra, vi trovi ancora la Fede (Luca 18 : 8)
si allineeranno, distinti ma complementari perch tendenti essi pure allamicizia
dei contrari, i laici, spronati da parabole di sapienti che la conoscenza delle opere
di Dio avr fatto approdare ai medesimi princip, ora per stabili, predicati dalla
Fede. Si realizzer cos ladeguamento, perseguito da tutta lantichit, degli statuti
umani alle complementarit testimoniate dalla Natura e dalla matematica (cfr.
p. 5); un mondo dominato da lotte e sopraffazioni promosse da pulsioni animalesche trapasser cos in orizzonti nuovi, votati allamicizia di Fede e conoscenza.
Non enfatico, allora, riportare qui le parole con cui Platone conclude
lEpinomide e alle quali Paolo si ispirato nello 8 : 2 di Romani :13
Di chi si accosti alla conoscenza nel modo dovuto dico, un po per celia e un
po sul serio, che compiuta con la morte dellusuale modo di pensare la funzione
assegnataci nel Tutto non sar pi in bala della molteplicit [di sensazioni, provocata dalle membra], ma vivr una sola sorte. Fattosi uno da molti che era, [...]
le sue conoscenze permarranno identiche, a formare un sapere stabile (992b2-d3).

1.4 INOPPUGNABILIT

DELLA COMPLEMENTARIT

JHWH - ELOHIM

A renderla inoppugnabile sono parole nascoste nei primi due capitoli del
Genesi e scoperte nel XX secolo da matematici israeliani. Esse sono leggibili saltando un numero, costante per ogni parola-nascosta, di lettere scritte. Nella
quartultima riga del testo in p. 13, p. es., le tre lettere, contrassegnate con ,
di
(EDEN), sono separate da 4 intervalli, cio da 3 lettere scritte, e vengono quarta e ottava dopo la .14
Poich le parole-nascoste confortano la sola componente conoscenza dellunit
formata da Fede e conoscenza (cfr. Efesini 4 : 13), la loro funzione rest finora ignorata e vennero ritenute cabalistiche dai custodi delle due religioni.
13 NellEpinomide Platone espone la matematica che fa approdare a un sapere stabile e svela la genesi divina degli enti visibili: il che fece giudicare spurio, dai cattedratici, quel Dialogo. Nello 8 : 2 di
Romani Paolo scrive: La legge dello Spirito, che d vita in Cristo, ci ha liberato dalla legge della morte,
portata dalle membra.
14 Lebraico procede dallalto verso il basso, ma da destra verso sinistra. Anticamente non vi comparivano vocali.

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In ciascuno dei nove versetti iniziali del Genesi, sopra riprodotti, compare scritto, su fondo brunito, il nome
(ELOHIM); ai sei primi versetti sotteso il nome-nascosto
(YHVH), le cui lettere si susseguono
a intervalli 64, dunque distanziate luna dallaltra da un numero dintervalli che rappresenta la gematria 15 della parola Dyn ( ) = giustizia. Sottendere
ai nomi Elohim il nome-nascosto YHVH sta verosimilmente a significare
che gli Elohim sono vestizioni temporali dello Jhwh il quale, essendo Dio
di giustizia, accoglie in amicizia le Sue propaggini che ordinano allumanit di riempire di s la Terra, soggiogandola allopposizione dei contrari
(cfr. Genesi 1 : 28) e se lecito estendere a Dio ci che le Sue opere
invitano luomo a fare preparano cos la veste che il giusto indosser
(cfr. Giobbe 27 : 13,17) quando alla Fede si unir, complementare, la conoscenza del Figlio di Dio e questa sar corroborata da mezzi tecnologici che
ci avranno reso signori sulle opere delle mani di Jhwh (cfr. Salmo 8 : 7).
), sotteAi versetti 7 9, ove appare tre volte il nome Elohim (
so il nome-nascosto
(ELOHIM) stesso, scandito a intervalli 26 che evocano la gematria di Jhwh, a confermare che nella vestizione in Elohim si
esplicano potenza e divinit dello Jhwh chiamato, in Isaia 45 : 15, Dio
nascosto e salvatore, che opera il bene e crea il male.
Sotteso ai primi cinque versetti del Genesi anche il nome-nascosto
(TORAH), scandito a intervalli 50, ossia saltando 49 lettere-scritte. Si mostrer
in 6.4 come questa coppia di numeri, se integrata con le relative radici qua15 In ebraico i numeri sono indicati mediante lettere dellalfabeto; perci linsieme dei valori numerici delle lettere che formano una parola costituisce la gematria della parola stessa: entit che pertanto
evoca quella parola, se scandita da altre, oppure sue attinenze.
Il nome Jhwh, p. es., ha gematria 26 perch la lettera yod (= J) rappresenta il numero 10 ; la he (= h)
rappresenta il 5, la waw (= w) il 6, cosicch 10+5+6+5=26 gematria di Jhwh. Una parola-nascosta o un
nome-nascosto, le cui lettere siano scandite a intervalli 26, evoca pertanto Jhwh.

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drate, evochi univocamente lintero insieme matematico, bimetrico e primario,


alla cui incisivit il Pentateuco affida la funzione di convincere luomo a
darsi, a suo tempo, statuti in armonia con le strutture, appunto bimetriche,
del mondo creato dallo Jhwh che coordina in amicizia i contrari. questo il
mondo nel quale non avr campo la scissione dellEssere suggerita dallopporre la donna alluomo (cfr. Genesi 3 : 7); ishshah a ish :
a
(ivi,
2 : 23) che viene evocato dalla parola
(EDEN), nascosta nel versetto 8.
2 et 7 provA far integrare la coppia 50 et 49 con le sue radici quadrate 5 
vedono due parole-nascoste Jsrael (
) che leggibili in senso contrario luna
allaltra e scandite a cavallo fra il primo capitolo (elohista) del Genesi e il
secondo (jahwista) si incrociano in modo da formare un X il cui punto cruciale coincide con la lettera centrale resh (= ) di ciascuna parola-nascosta.
l

ae
l

ae

J(7 )
s
J(50 )

Quello degli Jsrael nascosti, le cui lettere sono contrassegnate col simbolo , inizia a essere scandito nellultimo versetto del primo capitolo
del Genesi e prosegue, leggibile a intervalli 7, nel primo versetto del secondo capitolo; laltro Jsrael nascosto scandito in senso contrario al normale (sicch leggibile procedendo dal basso verso lalto), a intervalli 50.
La sua scansione inizia nel terzo versetto del secondo capitolo e, dopo avere
incrociato laltro Jsrael nella lettera resh del primo versetto del secondo
capitolo, termina nel penultimo versetto del primo capitolo.
Lintervallo 50 implica il salto di 49 lettere, e 49 il quadrato dellintervallo 7 con cui scandito laltro Jsrael nascosto. E poich i numeri
della coppia 50 et 49 sono connessi, nella Bibbia, in modo pressoch sistematico con le rispettive radici,16 si indotti a ritenere che, con lo scandire Jsrael a intervalli 7, radice di 49, Genesi 1 : 30 2 : 3 intenda evocare
2 degli intervalli 50, la quale forma, col 7,
anche la radice quadrata 5 
16 Nella Bibbia il 7 richiama p. es.: i) - le 7 settimane successive al sabato dei covoni, dopo il quale
conterai 50 giorni e farai una nuova offerta a Jhwh (Levitico 23 : 15,16); ii) - i 7 sabati di anni, dunque
i 49 anni, dopo i quali santificherai, nel 50 anno, il Giubileo (Levitico 25:8-10); iii) - la serie di 7 volte
settemila anni, che annuncer il ritorno dellUniverso alle radici (cfr. Nachmanide, Aboda Zara 9a).

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lapotome 5 
2 7, da cui mostrer in 6.4 potersi generare la intera sequenza primaria, evocata nel Pentateuco appunto tramite i numeri 50 et 49.
Lintarsio degli Jsrael, centrati a collegare il capitolo jahwista del Genesi
allo elohista, dissipa i dubbi sia sullintenzionalit dellintroduzione di parolenascoste, sia sulla complementarit Elohim - Jhwh , per cui allElohim, che comanda di empire la Terra delle opposizioni dettate dalle sensazioni, subentrer lo
Jhwh che invita luomo a ispirarsi allamicizia dei contrari, attestata dal Cielo.
Basilare corollario della complementarit Jhwh - Elohim il conferire pregnanza a una notizia tramandata dalla tradizione, secondo cui lo Yehoshua
ebraico, da cui deriva il nome Ges, significa Jhwh salvezza: frase che
il credere Elohim e Jhwh nomi dati da diverse trib a una medesima vestizione del divino ha stemperato nellanodino Dio salvezza. La riscoperta, a opera di matematici israeliani, dei codici numerici nascosti nel
Pentateuco e il mordente, che il Libro decimo di Euclide conferisce alla
2 )2 et 49 = 7 2 , fanno invece di Ges il Messia
coppia epimoria 17 50 = (5 
del Dio armonizzatore, anzich oppositore, dei contrari.
I capitoli seguenti costituiscono un diario di ricerca che mira a sottoporre il
felice approccio alla Bibbia, aperto dai numeri suddetti, allaffinamento dialettico involto dal confrontare questo fermo assunto con linsieme delle Sacre Scritture,
al fine di raggiungere quella che Efesini 4 : 12,13 chiama compiuta conoscenza del
Figlio di Dio, nella misura confacente alla piena maturit del Cristo.
In Repubblica 523b9-c4 Platone scrive che sono le contraddizioni [e le lacune] a istradare verso sapienza; esperienza aggiunge che sarebbe puerile credere che
a un singolo uomo sia dato di arrivare, nel breve corso della vita, al culmine di
quelle che 1 Corinzi 2 : 11 chiama ta; bavqh tou` Qeou` - le profondit del Dio.
Da qui la decisione di conservare, alle pagine seguenti, una stesura che, lasciando sussistere lacune ed errori di un travagliato, e gi pi volte riveduto, percorso di ricerca, faciliti a coloro che hanno titolo, mente e mezzi per influire
sugli indirizzi culturali e politici delle collettivit il compito di proseguire un
approccio alla Bibbia che la felice impostazione su Jhwh salvezza rivela proficuo al fine di chiarire lessenza e le implicazioni del mondo che luomo nuovo,
dei Profeti e di Paolo, fonder su globale amicizia. Ascendere da concezioni di
mondo asservite alle membra a una struttura che sispiri allamicizia dei contrari, testimoniata dal nostro Cielo, evento che esige il concorso di una non esigua convergenza di intelletti forti in ogni campo e coralmente riconosciuti tali.
17 Epimorie sono le coppie di numeri x et x+1 rispondenti alla formula z=x+ 
2x(x+1) (dove z
numero intero), esposta in p. 154 del presente scritto. Per una pi esauriente trattazione dellargomento
totalmente falsato dallesegesi rinvio al mio Terzo numero binomiale di Euclide e terza civilt di
Ammon-Zeus (quella stessa auspicata da Ges), Firenze, Cesati, 19912 e rimandi.

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2 - LEVOLVERSI

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IN COMPLEMENTARIT DELLOPPOSIZIONE DI FEDE A RAGIONE

2.1 IL GES JHWH

SALVEZZA SI FA

MESSIA

DI AMICIZIA DEI CONTRARI

Mostri e abissi lodano il nome di Jhwh , si legge nel Salmo 148 : 2-7;
in Matteo 5 : 18 Cristo chiama a integrare la Sua Parola ogni jota e ogni
apice dellAntico Testamento. Queste frasi escludono che il Dio di Ges
possa dare a mostri e abissi il senso negativo implicato dalla logica che
oppone i contrari.
LAntico Testamento, invece, veste negli Elohim un divino il quale ci
ordina di soggiogare la Terra ed empirla di noi, dunque delle nostre opposizioni. Correlativamente in Matteo 13 : 37-39 si legge che a seminare nel
mondo il buon seme il Figlio delluomo [i.e. Ges], mentre a seminarvi
zizzania e figli del male il diavolo; frase per che il 7 : 15 di Marco
corregge in nulla di esterno alluomo pu corromperlo; lo contaminano cose
emanate dallinterno di lui: comportate cio dal peccato originale (cfr.
1 Corinzi 15 : 21).18
Se a contaminare luomo la sua intima costituzione, il fatto che Ges
inviti chi vuol seguirlo a rinnegare se stesso (ajparnhsavsqw eJautovn) ed
invito a ripudiare ci che Paolo di Tarso, in 1 Corinzi 3 : 3, chiama lasservimento alla carne, e a prediligere i beni dello spirito 19 esclude che
ci si possa affidare allopposizione dei contrari per dare ragione dellinvito,
rivolto a noi dal Cristo; infatti nessun appiglio la logica che contrappone
18 Poich luomo fu creato perfetto (cfr. Salmo 139 : 14), a seminar zizzania , tramite noi, Dio stesso: lElohim di Genesi 1:28, che comanda di empire la Terra di noi: delle nostre opposizioni.
19 Siete carnali e vi comportate in maniera umana, scrive Paolo ai fratelli ai quali, nel 3:1, chiarisce di non aver potuto parlare come a uomini spirituali (wJ" pneumatikoi`").

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lo spirito alla carne pu porgere per chiarire perch Dio ci affidi la funzione di ripudiare la costituzione della quale Egli stesso ci ha dotato. Si
spiega, allora, perch per due millenni il Cristianesimo abbia giustamente
devoluto alla sola Fede (privilegiandola, cos, rispetto alla ragione) il compito di sorreggere assunti che la logica oppositrice dei contrari non consente di giustificare. In Romani 9 : 30-32 Paolo conferma:
Schiatte che [come la romana] non cercavano giustizia [dikaiosuvnhn: i.e. i giusti equilibri costitutivi dellordine cosmico] la raggiunsero: quella, per, derivante
da fede (th;n ejk pivstew"); Israele invece, che cercava una legge di giustizia (novmon
dikaiosuvnh"), non la raggiunse perch lattendeva non da fede, ma da fatti (ejx
e[rgwn); urt perci contro la pietra dellinciampo (tw/` livqw/ tou` proskovmmato").

LElohim che ordina alluomo di riempire di s la Terra per vestizione


del divino in un Dio che si lascia vedere solo di spalle perfino da Mos
(cfr. Esodo 33 : 22,23), dunque che nasconde il Suo volto. Il profeta
Ezechiele fa invece dire da Jhwh nel 36 : 26,27 dellomonimo Libro: non sar
pi nascosto il Mio volto quando su Israele avr infuso uno spirito nuovo,
che vi indurr a osservare i Miei decreti e seguire le Mie vie (ivi, 39 : 29).
Lo spirito nuovo, promesso da Jhwh, chiaramente quello per cui il
148 : 2-7 dei Salmi pu dire che mostri e abissi lodano il nome di Jhwh ;
chiaro altres che proprio chi oppone alla carne lo spirito debba convenire
che lopposizione si basa sullescludere che allo spirito e segnatamente allo
spirito divino si possa estendere lasservimento alle sensazioni, quindi lopporre gli enti in schiere di cattivi e di buoni. Dar al Mio popolo un
cuore nuovo per conoscermi e farlo ritornare a Me con tutto il suo cuore,
fa eco Geremia 24 : 7; scriver nel loro cuore [i.e. nel loro spirito e nel loro
intelletto] la Mia legge (ivi, 31 : 33); dar loro un altro cuore e unaltra norma
[i.e. una legge e una logica diverse] affinch ogni giorno Mi temano, per il
bene loro e dei loro figli, incalza il 32 : 39.
La liceit di estendere al Nuovo Testamento questi assunti dellAntico che
parlano di conoscenze non effimere, quindi non fideistiche confermata direttamente nel 3 : 1-3 di Matteo, dove levangelista scrive:
In quei giorni [della nascita di Ges] comparve a predicare, nel deserto della
Giudea, Giovanni Battista dicendo: Convertitevi, perch il regno dei Cieli vicino!. Egli Colui che fu annunciato dal profeta Isaia con le parole: Voce di uno
che nel deserto grida: preparate la via del Signore, raddrizzatene i sentieri! (eJtoimavsate th;n oJdo;n Kurivou, eujqeiva" poiei`te ta;" trivbou" aujtou` ).20
20 Matteo deduce queste frasi dal 40:3-5 di Isaia, dove si legge: Una voce grida: preparate nel deserto la via di Jhwh, raddrizzate nella steppa la strada per il nostro Dio. [...] Il terreno accidentato diventi
piano, lo scosceso si faccia valle; si riveler allora la gloria di Jhwh e ogni uomo la vedr.

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Si prepara la via del Signore e si raddrizzano i sentieri di accesso a Lui


spiega Isaia nel 42 : 1,7 21 aprendo gli occhi ai ciechi e affrancando dalle
tenebre i prigionieri; anche questo passo accolto da Matteo nel 12 : 17-21 del
suo Vangelo, dove fa di Ges Colui che adempie la profezia di Isaia.
Ecco il Mio Figlio (pai`"), che ho scelto: il Mio prediletto nel quale lanima
Mia si compiace. Su di Lui ho infuso il Mio spirito: porter la giustizia fra le
nazioni [...]. Non spezzer la canna fessa n spegner il lucignolo fumigante al fine
di far vincere la giustizia. E nel Suo nome le genti riporranno la speranza.

Gravido dimplicazioni il fatto che levangelista Matteo evochi parole di


Isaia per confermare in Ges il Figlio prediletto dello Jhwh che fonda lordine
su una giustizia consistente nel chiamare anche canne fesse e lucignoli fumiganti ossia presenze solitamente ritenute brutture a lodare il nome di Dio.
Si implica cos, infatti, che il nuovo Patto diverso da quello stipulato con
i padri quando vennero presi per mano per farli uscire dallEgitto, e che alla
fine di quei giorni [ossia dellEra degli Elohim ] Jhwh stipuler con il casato di
Israele consista nel far uscire dalle tenebre i prigionieri, [resi ciechi dalla sudditanza alle sensazioni]: coloro i quali vestono loro pulsioni nellElohim che comanda di empire di noi la Terra (non il Cielo e il Mondo, si noti) e che, lasciandosi vedere solo di spalle (cfr. Esodo 33 : 22,23), fonda il Suo culto su Fede.
Trova in tal modo fondamento e inoppugnabile conferma, nei Vangeli, lantica tradizione che fa discendere il nome Ges dallebraico Yehoshua , che significa Jhwh salvezza 22 e ne definisce la missione terrena identificandolo appunto
con il Figlio e servo (pai`") di Jhwh , evocato nel 12 : 15 del Vangelo di Matteo.
Con lestendere a Ges la frase con la quale Isaia fa annunciare a Jhwh
che il Figlio-servo (pai`") Suo porter la giustizia a istaurarsi sovrana fra i popoli, Matteo pone dunque laccento su una figliolanza da Jhwh tanto autorevolmente enunciata quanto chiaramente addotta, quindi incontrovertibile. Ci
21 Nel 42: 1-7 Isaia fa dire a Jhwh: Ecco il Mio servo, che sorreggo: leletto nel quale la Mia anima
si compiace. Su di Lui ho posto il Mio spirito: porger il diritto alle nazioni [...]; non spezzer la canna
fessa, non spegner il lucignolo fumigante [...]. Io, Jhwh, Ti ho chiamato alla giustizia [...] per aprire gli
occhi dei ciechi e far uscire dal carcere i prigionieri che dimorano nelle tenebre.
22 Cos si legge p. es. alla voce Ges dellIndice analitico della Bibbia edita dalla San Paolo. Anche
ledizione curata dalla Soc. Biblica Italiana rileva che Ges, nellebraico Yehoshua, significa Dio salva: frase
per anodina, diversa dal dire che a salvarci sar il Figlio dello Jhwh che accoglie amici i contrari.
Pure Elia significa il mio Dio Jhwh; nel 17:12 di Matteo Ges dice: Elia gi venuto [in
Giovanni Battista], ma non lhanno riconosciuto e lhanno trattato come hanno voluto; cos anche il
Figlio delluomo dovr soffrire per opera loro. E alle ultime parole del Crocifisso El, El, lem sabachtan ? , Matteo fa seguire il commento: alcuni dei presenti, uditolo, dicevano: Egli chiama Elia [il
Mio Dio Jhwh].
Ges salvezza dice infine lAngelo del Signore a Giuseppe in Matteo 1 : 21 perch al Figlio partorito da Maria porrai nome Ges in quanto salver il Suo popolo dai loro errori (ajpo; tw` n aJmartiw` n aujtw` n).

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permette di escludere che la Chiesa labbia ignorata e induce a ritenere che il


tradurla nellanodino Dio salva (cfr. nota 22) risponda a meditata scelta teoretica. Pu invero testimoniare il deliberato intento dottrinale di nascondere ai
pi la figliolanza di Ges da Jhwh ; lo stemperare in Dio salva una frase
che Isaia, Matteo e una tradizione bimillenaria adducono a ribadire, con tuttaltro mordente, che a salvare lumanit sar il Ges -Yehoshua in cui Jhwh ha
infuso il Suo spirito, pu significare che la Chiesa abbia finora ritenuto
inopportuno portare a conoscenza dei fedeli il fatto che il Cristo verr a
porre fine allasservimento della Terra alle vestizioni del divino negli Elohim
che ci comandano di empirla del nostro opporre i contrari.
Lintento di tener nascosto il volto del Ges che ha nel nome Jhwh salvezza confermato dal volgere il ripudia te stesso, cui Cristo invita chi voglia seguirLo, in soffoca i tuoi impulsi carnali; ulteriormente corroborato, fra laltro, dallimputare a un improbabile Diavolo seminatore del male (cfr. Matteo
13 : 39) corruzioni che il 7 : 15 di Marco sottolinea contaminare luomo dallinterno di lui stesso: dunque volute, in definitiva, dal suo Creatore, che il Salmo
139 : 14 loda per aver creato perfetto luomo proprio perch, dice il Proverbio
16 : 4, ogni Sua opera fatta per un fine: anche lempio per il giorno infausto, parte viva quindi esso pure, come i mostri e gli abissi, del disegno divino.
Grazie a Dio conferma Paolo di Tarso nel 14 : 18 della 1 Lettera ai Corinzi io parlo in lingue pi di voi tutti (pavntwn uJmw` n ma` llon glwvssai"
lalw` );23 preferisco per, in Chiesa (ejn ejkklhsiva/), dire cinque parole comprensibili [a tutti] piuttosto che diecimila parole in lingua. Mezzo per attuare questo proposito della Chiesa lanteporre il parlare in parabole al proposito manifestato dal Cristo nel 13 : 10-13 di Matteo di dare invece modo
ai discepoli (maqhtaiv) di conoscere i misteri del regno dei Cieli (uJmi`n devdotai gnw` nai ta; musthvria th` " basileiva" tw` n oujranw` n ); il che non dato
a coloro cui Ges parla in parabole (ejn parabolai`").
Sconcerta e appare assurdo il fatto che la Chiesa con il privilegiare le parabole, si spenda in sostanza a ritardare il ritorno di Ges sulla Terra, cos da
far scrivere a Paolo nel 5 : 31,32 di Efesini : mistero grande che luomo e la
sua donna [ossia i diversi] formino una sola carne; lo dico riferendomi al
Cristo e alla Sua Chiesa .
Effetto delle parabole quello descritto nel 6 : 9-13 di Isaia, dove Jhwh
invita il profeta a velare gli occhi, appesantire le orecchie e indurire il cuore
del Suo popolo fino a renderne deserte le citt e devastato il paese, cos che
infine esso si converta e guarisca; il parlare in parabole approda dunque al
23 Si legge nel 14: 2,3 di 1 Corinzi: Chi parla in lingua non parla a uomini ma a Dio (oJ ga;r
lalw` n glwvssh/ oujk ajnqrwvpoi" lalei` ajlla; tw/` qew/` ); chi profetizza, invece, parla a uomini per loro edifi-

cazione, conforto o esortazione.

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medesimo esito dei colpi inferti per guarire, in virt dei quali si legge nel
19 : 22-25 di Isaia Jhwh porter gli Egiziani a convertirsi e a unire lEgitto
allAssiria [al suo tradizionale nemico, cio], fino a servire assieme, Assiri ed
Egizi, Jhwh : il Dio dellamicizia, appunto, dei contrari.
Ha portato a formulare questi rilievi la speranza di trovare, nellorizzonte del
divino, quella spiegazione di assunti della Chiesa che la logica di opposizione dei
contrari non perviene a dare (cfr. p. 18). La speranza sembra per vanificata dal
fatto che il farsi Dio dellamicizia impone a Jhwh di accogliere in amicizia anche gli Elohim del riempi di te la Terra: le vestizioni del divino nelle quali si
divinizza lumano opporre i contrari, che si ripresenta intatto, dunque, anche
nellorizzonte di chi li accoglie amici. In effetti nello Jhwh dIsaia si vestono
comportamenti umani, basati sullopporre i contrari: p. es. quello del padre che,
per raddrizzare deviazioni del figlio, il Proverbio 13 : 24 esorta a usare la verga.
Prima di rimettere nuovamente alla Fede la difesa del Cristianesimo,
opportuno per controllare la congruit, con i testi sacri, degli assunti sui quali
la Chiesa fonda oggi la dottrina: si pu infatti mirare ad accostarsi a pensieri
propriamente divini solo se li si depura da intrusioni di logica umana, succuba di sensazioni cui per certo non soggiace il divino. Da qui lopportunit:
1. - di sostituire, alla contrapposizione cristiana di carne a spirito, la pi
generale, e anteriore, opposizione dei contrari. Quando Jhwh percuote gli Egizi,
o invita a velare gli occhi al Suo popolo, limita infatti non potenzialit della
carne, ma del nostro complessivo stare nel mondo: invita invero Assiri ed
Egizi a sostituire un medesimo e comune culto di Jhwh a quelli dei rispettivi e
contrapposti Elohim, che fanno schierare nemici i due popoli. Altrettanto certo
che Isaia, col dire nello 11 : 1-8 che quando lo spirito di Jhwh si poser sul virgulto di Jesse, [...] un bimbo introdurr la manina nel covo della vipera, non
allude a evoluzioni delle rispettive carni: che, fra laltro, smentirebbero lo 1 : 25
di Genesi : Dio vide buona cosa creare i rettili secondo la loro specie.
2. - Ges invita chi voglia seguirLo a rinnegare se stesso e a prendere la
propria croce nel 16 : 24 di Matteo, dopo che nel 16 : 23 ha esortato Pietro a
sostituire laccogliere amica la Crocifissione allopporla fra i mali. Lo spirito
di Jhwh, che si poser sul virgulto di Jesse, non dunque entit che trovi
ragione di essere nel contrapporsi alla nostra carne, bens dono divino che
dar cuore nuovo a una umanit altrimenti portata, dalla soggezione ai sensi,
a vestire negli Elohim il proprio opporre i contrari.
Nel prossimo capitolo accerter come le illazioni su esposte conducano a scoprire lordito filosofico sotteso al Cristianesimo. Prima credo per opportuno accennare, in 2.2, a tre autori cristiani che, in epoche diverse, hanno intuito come il messaggio cristiano intenda farsi nunzio di un Dio armonizzatore dei contrari in ami~ 21 ~

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cizia. In 2.2.1 espongo come il pensiero di Francesco dAssisi si prest a convalidare la tesi; in 2.2.2 mostro come anche la mentalit cattolica si stia progressivamente evolvendo nella direzione di sostituire, allopporre i contrari, la concezione che li
accolga in amicizia. Il teologo Cornelio Fabro, che si riallaccia al pensiero di Tommaso dAquino, pone alla base del Cristianesimo la distinzione fra fede e ragione,
dunque la generalizzazione dellopposizione spirito/carne. Il Cardinale Joseph
Ratzinger, al quale un Conclave di 130 membri ha affidato il timone della Chiesa,
ri-accoglie 24 la ragione a celebrare la gloria di Chi ha dato alluomo la ragione affinch riscoprissimo la Ragione che ha assistito il Creatore nellordinare perfetto [dunque anche in quelle che a noi appaiono opposizioni di mali a beni] il Mondo.

2.2 FERMENTI

DI UNA

2.2.1 FRANCESCO

LOGICA

DI AMICIZIA IN AUTORI CATTOLICI

D ASSISI

Nel Testamentum 3 : 4 Francesco dAssisi scrive: peccavo [i.e. ero in errore] quando ritenevo amara la presenza dei lebbrosi; lamaro si tramut in
dolcezza allorch il Signore mi port fra loro. Francesco attua cos la transizione dal senso che le cose hanno per gli uomini senso che scandalizza Pietro al pensiero che il Figlio di Dio debba andare a Gerusalemme
per molto soffrire ed esservi crocifisso alla valenza che esse hanno per
Dio: che cio hanno, e che la Crocifissione ha, nella luce della giustizia
divina. La quale giustizia cui non si attinge, scrive nella Salutatio virtutum, nisi prius moriatur - se prima non si muore il senso umano delle
cose. Chi Mi vuol seguire prenda la sua croce e rinneghi se stesso, dice
Ges in Matteo 16 : 24, dove rinnegarsi implica dismettere la soggezione a
sensazioni, quindi lopposizione dei contrari in buoni e in cattivi.
Quale frutto nefasto porti con s, per Francesco, il senso umano delle
cose detto nellAdmonitio nella quale, centrando lorigine del male, scrive:
Degli alberi del paradiso luomo poteva nutrirsi senza peccare, tranne di quello della conoscenza del bene e del male. Pecca dunque chi, per bramosia, si
appropria e sinebria di beni cui il Signore d nome e riserva a S di dare
nome. Et sic per suggestionem diaboli et transgressionem mandati factum est pomum
scientiae mali.
24 Dico ri-accoglie poich Ges chiama ogni jota e ogni apice dellAntico Testamento a integrare i
Vangeli, per i quali vale dunque il 4 : 4-6 di Osea: con te la Mia lite, sacerdote [...]: il Mio popolo
perisce per difetto di conoscenza, e poich tu respingi il conoscere, Io ti escluder dal Mio sacerdozio.

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Diabolus (da dia; bavllw = disunisco) chi separa e genera inimicizia; si fa


dunque preda del diabolus chi creando, nellessere, scissioni dettate dal trovarsi
in presenza di sensazioni piacevoli o sgradite trascura che n il maschio n la
femmina, se avulsi luno dallaltra, possono pretendersi realt compiute; realt
, da un punto di vista cosmico, la coppia maschio-e-femmina che Dio sottolinea Ges nel 19 : 5 di Matteo ha creato affinch diventassero una sola carne.
Gli enti che Iddio congiunse, luomo non separi, incalza il 19 : 6 successivo.
Se il Genesi 2 : 19 non avvertisse che fu Dio a disporre che dessimo nomi diversi dai Suoi, e se Francesco non dicesse che luomo si fece, cos, diavolo che oppone
gli enti in buoni e malvagi, sconcerterebbe leggere, in Deuteronomio 30 : 15-19 che
Jhwh dice al Suo popolo (trad. Soc. Biblica Ital.): davanti a te ho posto la vita e il
bene, la morte e il male; [...] scegli la vita, affinch possiate vivere tu e la discendenza tua. N si comprenderebbe come possa contemperarsi col pensiero di Francesco la vestizione del divino nellElohim (
) di Genesi 1 : 1 et 1 : 28, cui comanda di empire di noi la Terra, ossia di opposizioni nostre che risulterebbero, pertanto,
santificate, quindi opera di Dio. E se Francesco non ci dicesse che diavolo lo
spirito di opposizione che si origina nelluomo il 13 : 37-39 di Matteo rischierebbe di far ritenere la Creazione opera di due agenti antitetici; in esso si afferma infatti che a seminare il bene il Figlio delluomo [ossia Ges], mentre a seminar zizzania sono i figli del male, seminati dal nemico [di Ges] che il diavolo.
Genesi 2 : 19 giustifica altres che nellorizzonte stabilito da queste affermazioni della Bibbia, dove si vestito il divino nellElohim oppositore di contrari,
abbiano campo interventi miracolosi di Dio, che tramutano enti difettosi nel
loro contrario (sic !), dando vista al cieco e restituendo vita a Lazzaro. Francesco
si trasferisce in tuttaltro mondo non pi succubo dei nomi, diversi dai divini, dati dalluomo a lupo e agnello , quando trasfigura in dolcezza lamaro
provocato dalla presenza dei lebbrosi. A trasfigurarli non una guarigione, bens
linquadrarli in orizzonti dove la Crocifissione cessa di scandalizzare il Pietro del
16 : 23 di Matteo e dove i mostri del Salmo 148 : 7,8 cantano la gloria di
Dio, allineandosi al fuoco e vento di tempesta che, ancorch mali, ne adempiono la Parola. Cercate in primo luogo [la logica che modula] la regalit e
la giustizia di Dio, e tutto arriver in conseguenza, dice Ges nel 6 : 33 di Matteo.
Sempre che il Genesi 2 : 19 non santificasse lumano soggiacere ai dettati dei
sensi, la Bibbia presenterebbe dunque due antitetiche vestizioni del divino. Il
vestirlo in Elohim, invero, lo propone Dio di un mondo in cui il bene si oppone
al male, ma del quale Egli non Artefice se lo fosse, il male esisterebbe-in-s ;
a modulare quella concezione cosmica la soggezione a sensazioni, che ci fanno
opporre enti tutti buoni per Dio (cfr. 1 Timoteo 4 : 4) in piacevoli e sgraditi.
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In Elohim luomo costruisce dunque un Dio che gli cammini davanti (cfr.
Esodo 32 : 1) e nel quale divinizza se stesso e i dettati delle sensazioni, riempiendo cos di s la Terra, come Elohim appunto comanda.
A questa vestizione del divino, che trae nome da enti che simplicano anteriori a Dio (!), lEsodo sostituisce quella in uno Jhwh che rifiuta di prendere nome
da altri che S. Nel 3 : 14,15, infatti, al Mos che Gli chiede il nome, precisa:
EHEYE ASHER EHEYE (
) - Io sono colui che sono; cos dirai ai figli
dIsraele: Io Sono mi ha inviato a voi. [...] Mi ha inviato a voi Jhwh, il Dio dei
vostri padri di Abramo, dIsacco, di Giacobbe : questo il Mio nome per sempre; sar questo [tetragramma] a ricordarmi di generazione in generazione.

Ed tetragramma col quale proprio perch vieta di ancorare la vestizione del


divino a nozioni mondane precognite il Dio dellEsodo si rivendica Creatore del
Tutto, dunque assolutamente primo. Col tradurre Jhwh in il Signore, le tradizioni ebraica e cristiana hanno attribuito a un Dio che rifiuta di lasciarsi condizionare da altri che S [Io, Jhwh, non ceder ad altri la Mia gloria, si legge
in Isaia 42 : 8] , un nome tratto da una concezione che scinde lessere in Signorie
e sudditanze, dunque in opposizioni. Signore appellativo che si addice a
Elohim, non a Jhwh n al Ges il quale scegliendo di chiamarsi Yehoshua , ha
voluto per S un nome che in ebraico significa Jhwh salvezza. E in Giovanni
per sei volte Ges (8 : 24,28,58; 13 : 19; 18 : 5,8) attribuisce a S lappellativo Io
sono (ejgwv eijmi); nello 8 : 58 memore che nel 6 : 2,3 di Esodo Dio dice di
non essersi fatto conoscere col nome di Jhwh da Abramo, Isacco, Giacobbe
Ges sottolinea: in verit, in verit vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono
j
m genevsqai ejgw; eijmiv ). Dire Signore Jhwh
(ajmh;n ajmh;n levgw uJmi`n, pri;n Abraa;
sarebbe perci assurdo se non fosse santificato dal 2 : 19 di Genesi (cfr. p. 23).
Ad allinearsi al 3 : 14,15 di Esodo nello spronare Francesco a sostituire lo Io
sono alla vestizione del divino in un Dio che trae nome da scissioni dellessere
a Lui anteriori, il 37 : 1-13 di Ezechiele : deprimono i mondi degli Elohim scrive il profeta distese di ossa aride: lebbrosi, mostri, mali che estromettono
dallessere la met maligna del Creato. In questa plaga di scarti, implicati dal
divinizzare opposizioni dettate dai sensi e nel cui orizzonte quelle ossa hanno
dismesso la speranza di partecipare alla vita, lo Jhwh creatore e primo infonde il
Suo spirito facendole rizzare in piedi: rivitalizzandole, presumibilmente, come
mezzi concorrenti essi pure a promuovere il finale avvento di Io Sono.
Ri-accogliere nel Creato ossa, aride nellorizzonte di Elohim, coerente con laccogliervi i lebbrosi. Induce per a cercare nella Bibbia di che far rizzare in piedi,
come mezzi escogitati dalla sapienza divina per condurre allo Io Sono, Elohim e i
simulacri di beni che non solo per suggestio diaboli , ma perch autorizzati nel
Genesi 2 : 19, luomo introduce nellessere. Forse Francesco omise questa ricerca
perch senza esito per la Chiesa del suo tempo; sar qui affrontata nel capitolo 3.
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Si fatto chiaro, cos, da dove Francesco abbia tratto spunto per morire il senso dettato dalle sensazioni che le cose hanno per gli uomini e per predicare diabolico il separare ci che Dio un nella Creazione:
con i lebbrosi di Francesco, cantano invero in amicizia la gloria di Jhwh,
dice il Salmo 148, mostri e abissi, fuoco e grandine, vento di tempesta
accanto ad angeli, a stelle lucenti, a monti e a ogni specie di altura.
Celebra a propria volta la gloria del Dio del 3 : 14,15 di Esodo e del
37 : 1-13 di Ezechiele del Dio di amicizia che pone fine alle opposizioni dei mondi di Elohim il Ges = Yehoshua = Jhwh salvezza che nel
10 : 18 di Marco sottolinea: Nessuno buono allinfuori di uno solo: Dio
(oujdei;" ajgaqo;" eij mh; ei|" oJ Qeov" ); ed frase dalla quale Francesco fu
manifestamente mosso a scrivere nellAdmonitio : Pecca pertanto e semina il
pomo del male chi, per bramosia, si appropria e sinebria di beni cui il
Signore d nome e riserva soltanto a S di dare nome. Sicch Paolo di
Tarso pu scrivere, nel 4 : 4 della 1 Lettera a Timoteo, che ogni cosa creata da Dio santificata dalla Sua parola e devessere accolta con animo grato
da chi si apra al colloquio con Lui: anche il guastatore stato creato da
Dio per distruggere, si legge nel 54 : 16 dIsaia, e per il Suo scopo Dio
cre anche lempio, incalza il Proverbio 16 : 4.
Francesco ci guida anche a ricostruire il percorso che lo ha portato ad ascendere, dallorizzonte degli Elohim, a quello di Jhwh (i.e. del Ges = Jhwh salvezza): da mondi di opposizione dei contrari a quello di loro amicizia.
Che i Vangeli siano stati scritti per predicare a due ben distinte categorie di
fedeli, Ges lo dice nel 13 : 10-13 di Matteo :
A voi discepoli (maqhtaiv ) dato di conoscere i misteri del regno dei Cieli (ta;
musthvria th` " basileiva" tw` n oujranw` n ); [...] agli altri no. Perci a costoro parlo
in parabole perch vedendo non vedono e udendo non odono n comprendono.

Cos si adempie (ajnaplhrouvtai) sguita Ges la profezia [del 6 : 9]


di Isaia , (dove Jhwh ordina appunto al profeta di indurire il cuore del
Suo popolo e velarne gli occhi); dopo averla riportata per esteso, Egli la
corona facendo propria la promessa gi formulata da Jhwh :
kai; ijavsomai aujtouv" - e Io li guarir (Matteo 13 : 15).

Isaia (cfr. p. es. il 19 : 22-25 del suo Libro) affida la guarigione ai colpi
che colpiscono e guariscono, con i quali ogni buon padre persuade il figlio
discolo a portarsi sulla retta via. A guarire Francesco dallo sgomento provocatogli dalla vista dei lebbrosi invece il fatto che il Signore lo port fra
loro facendogli sostituire, alla nostra usuale visione dettata dalle sensazioni, la
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visione che di essi ha Iddio: il solo buono, che ritenne buono includerli nel
disegno dove tutto canta la gloria di Dio (cfr. Salmo 148) della Creazione.
Francesco induce cos a indagare se i Vangeli porgano, a coloro ai quali
parlano in parabole, di che guarirli dal torpore. Velato permane il nostro
Vangelo si legge nel 4 : 3,4 di 2 Corinzi per coloro che si perdono
perch il dio di questo mondo ne accec i pensieri (kekalummevnon to;
eujaggevlion hJmw` n ejn toi`" ajpollumevnoi" ejstivn, ejn oi|" oJ Qeo;" tou` aijw` no"
touvtou il dio di questo evo, pi precisamente ejtuvflwsen ta; nohvmata). Dio di questo evo, adduce Francesco nella Admonitio, la propen-

sione a lasciarsi suggestionare dal diavolo (i.e. da colui che divide), per
insinuare nel creato il pomo del male e il separare ci che Dio ha unito;
nessuno per osi credere che Cristo abbandoni al dio di questo mondo o
di questo evo il popolo delle parabole.
Proprio nellmbito dellopposizione dei contrari, in effetti, Cristo opera il
miracolo col quale, nello 8 : 2,3 di Matteo, risana il lebbroso. Non questa,
per, la possibilit di salvezza offerta da Lui alla gente cui parla in parabole: unanalisi pur sommaria consente di fare luce sul cammino di redenzione
aperto dai Vangeli a chi soggiaccia al torpore indotto dal dio mondano.
Ambito nel quale hanno campo miracoli quello dominato dalla materialit degli enti e dallopposizione dei contrari; qui ogni cosa rifiuta tassativamente di mutarsi nel suo opposto, a meno appunto dinterventi miracolosi,
che esasperino la contrapposizione degli opposti fino a sovvertirla mutando in
sano il lebbroso o restituendo a Lazzaro la vita. Non attende invece di essere
attuata in virt di miracoli la trasfigurazione dello amaro provocato in Francesco
dalla vista dei lebbrosi, e ci per un almeno quadruplice ordine di ragioni:
1. - Fermo canone biblico attribuire non alla materia, ma allo spirito, il farsi
motore delle cose. Se vivrete secondo carne morrete si legge in Romani 8 : 13 ;
vivrete invece se con lo spirito ucciderete le pulsioni del corpo. Solo quando lo spirito cal sui cadaveri, questi si rizzarono in piedi (Ezechiele 37 : 10); 2 Corinzi 5 : 4,5
incalza: affinch ci che mortale fosse assorbito dalla vita, Dio ci diede lo spirito.
2. - Pensare che la materia condizioni Dio a far miracoli, cos come implicare che il dio di questo evo detti la sua logica al divino, infrangere lalterezza
monoteistica del Cristianesimo: non lascer profanare il Mio nome cedendo ad altri
la Mia gloria, ripete Jhwh nel 48 : 11 di Isaia.
3. - Dopo ogni miracolo Cristo adduce che la fede a spostare i monti (cos in Matteo 17 : 20) monti non materiali, pertanto , dunque ad avere il potere di sovvertire lopposizione dei contrari appunto in mbiti dove la fede ha presa.
4. - Nel 2 : 9 di Giacomo si legge: non mescolate la fede nel Signore a favoritismi personali: fare distinzioni di persone commettere peccato e trasgredire
la Legge. La trasgredisce, dunque, chi nel Lazzaro del miracolo vede una persona fisica, anzich la possibilit di rizzarsi in piedi offerta al popolo dei morti
evocato nello 8 : 13 di Romani (cfr. punto 1).

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Nel trasfigurare il miracolo della guarigione di un lebbroso nellaccoglimento in


amicizia dei lebbrosi nel Creato, in quanto creature essi pure di un Dio la cui
Parola santifica ogni Suo atto, Francesco trova quindi pieno conforto nella Bibbia.
La sostituzione del Dio creatore che d nome a Se stesso (cfr. Esodo
3 : 14,15) e accoglie in amicizia lebbrosi e mostri (cfr. Salmo 148)
allElohim che ci comanda di riempire la Terra delle opposizioni dettate dai
sensi, potrebbe far pensare che il Ges = Jhwh salvezza soppianti un vecchio idolo succubo del dio di questo evo. Il 2 : 19 di Genesi sottolinea
per che fu Jhwh stesso a disporre che luomo desse allagnello e al lupo
nomi diversi dai Suoi: decisione suffragata ora dal fatto che laccogliere in
amicizia i contrari implica accogliere in amicizia anche la loro opposizione.
Il Genesi 2 : 19 preannuncia pertanto il Messia che, come il Testamentum
implica, accoglie in amicizia innanzitutto la vestizione del divino in Elohim.
Francesco invita dunque a scoprire, nei Vangeli e nelle Scritture annesse, il
complesso disegno divino, impervio alla logica di chi oppone i contrari, che:
restituisca dignit axiologica e ontologica a miracoli che, altrimenti, rischierebbero di essere creduti addotti solo per incantare donnette e bacchettoni;
giustifichi il fatto che i Vangeli risultino velati e linvito di Jhwh al
profeta a indurire il cuore del Suo popolo, affinch non intenda n veda;
imponga di far rizzare in piedi, nella teologia cristiana, anche parabole che Matteo 13 : 10-13 potrebbe indurre a ritenere motivate solo dallintento di conquistare a Cristo i sonnolenti;
riabiliti e nobiliti sensazioni i cui portati le nozioni di bene e male
sembrano incompatibili col Dio nessuna delle cui creazioni da spregiare;
conferisca coerenza teologica anche allagire di una Chiesa che ai detrattori appare occuparsi pi della salute del dio di questo evo che di propiziare la parusia del Salvatore;
chiarisca infine per quale ragione Ges miri a procrastinare il Suo
ritorno (p. es. velando i Vangeli); la lentezza che alcuni Gli attribuiscono scrive 2 Pietro 3 : 9 dipende dal Suo desiderare che tutti giungano
al pentimento [perch, per, vela allora la Sua Parola?].
Il fatto che i Vangeli risultino velati e che il cammino verso la conoscenza dei misteri del regno dei Cieli sia quindi difficile e lento, implica
che Francesco non si sia impegnato a svelare il disegno divino, ma sia stato
mosso solo da ferma fede nella sua futura reperibilit: fede verosimilmente
sorretta, oltre che dalle ragioni qui accennate in precedenza, dal doversi escludere che Ges abbia promesso di rivelare misteri cui le Sacre Scritture non
abbiano poi dato modo, a potenziali futuri discepoli, di accedere.
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Nei prossimi capitoli del presente scritto si mostrer come il terzo millennio cristiano autorizzi fondate speranze di venire a capo del disegno divino, oggetto della fede di Francesco; qui per gi fattibile chiarire ci che
di esso poteva, verosimilmente, esser noto allautore del Testamentum, e scoprire le difficolt che lo costrinsero a interrompere la ricerca.
Aiuta a ricostruire il suo pensiero il ricordare che lanima francescana
improntata ad agostinismo e che Agostino considerato dallesegesi il Platone
cristiano. Giova inoltre rilevare che ad autorizzare la proponibilit dellaccostare Platone a Francesco, nella ricerca del disegno di amicizia sul quale lo
Io sono Io ha modulato la Creazione, il costatare che il Dio di Platone
ha fondato anchEgli il Suo ordine sullamicizia dei contrari; il che attestato p. es. dai due brani del Politico qui riassunti:
307b9-c8: [...] cose rapide e cose lente, e qualit opposte come prudenza e
coraggio, si presentano a noi con caratteristiche in guerra fra loro, incapaci quali
sono di mescolarsi le une alle altre in eventi che le concernano [assieme]; conflitto
identico troviamo opporre gli spiriti che le animano.
310a3-5: A mescolare questi opposti caratteri, un intervento darte ha creato un
farmaco: quello che diciamo essere legame pi divino (tou`ton qeiovteron ei\nai to;n
suvndesmon) che unisce parti di virt differenti per natura e per loro natura portate
a schierarsi in contrapposizione.

Dio dellarte politica il quale, per precluderla agli uomini, la fa custodire da guardie terribili, parenti dei cherubini schierati dal Dio biblico a
impedire laccesso orientale a Eden (cfr. Genesi 3 : 24) lo Zeus che il
234e del Fedro invoca appunto quale Dio dellamicizia (eijpev w\ Swvkrate",
pro;" Dio;" Filivou); la Sua arte luomo potr imitare (cfr. Politico 311b7-c5)
realizzando nelle citt il pi sontuoso e il migliore di tutti i tessuti (pavntwn
megaloprepevstatwn uJfasmavtwn kai; a[riston ), se sispirer allarte regale
del tessitore: il quale opera appunto armonizzando in amicizia ordito e trama.
Platone forma quella che nel Timeo 35a1-36b6 chiama Anima del
Mondo concertando due ingredienti alterit e medesimezza in equilibri
che debbono rispettarli in egual misura: un ordine fondato su ingiustizia,
infatti, sarebbe instabile. Chiave del costrutto laver vincolato a forza la
natura dellalterit, ancorch restia a mescolarsi [cfr. Politico 307b9-c8], ad
armonizzarsi con medesimezza (th;n qatevrou fuvsin, duvsmeikton ou\san, eij"
taujto;n sunarmovttwn biva/ - 35a7,8). Ed violenza, questa, indispensabile a consentire al nostro Cielo di far fiorire la vita sulla Terra: evento che
si riveler necessario come si confermer qui appresso affinch la
Creazione possa trovare il suo compimento.
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Poich, secondo il Salmo 97 : 2-6, la giustizia testimoniata dal ritorno


delle stagioni fondamento del trono di Jhwh , il Dio che ha basato il
Suo ordine sul coordinare in amicizia alterit e medesimezza deve equilibrare
la violenza, subta in Cielo dallalterit, concedendole di rivalersi, sulla Terra,
della menomazione cui stata assoggettata lass.
Nella simbiosi di contrari, istaurata dalla giustizia divina fra Cielo e Terra,
prende dunque corpo la mescolanza auspicata nel Politico. A quella mescolanza potrebbe allora ricondursi anche il fatto che Heidegger, in unopera postuma,25 rilevi che la Terra ancorch posta di fronte al suo decadere da luogo
della venuta e del soggiorno degli Dei [...] in dominio delleconomia e del
meccanicismo taccia perch non le concesso di confrontarsi con lordine
cosmico. Il mancato confronto lamentato da Heidegger il quale pone fine,
cos, allisolamento in cui confinano ciascuno dei contrari le concezioni che,
come loccidentale, li contrappongono appare meritevole di meditazione: potrebbe infatti implicare uninvocazione al ritorno della concezione bimetrica della
realt come mescolanza-confronto di contrari, che porti la Terra a formare ununit binaria col Cielo. E ununit Cielo-e-Terra la formano certamente per
Francesco: a indurlo a mutare in dolcezza lamaro provocato da una presenza
di lebbrosi che, altrimenti, sembrerebbe smentire sapienza e bont del Creatore , proprio la consapevolezza del fatto che sono le carenze di ordine, alle
quali soggiace la Terra, a consentire al Cielo di far rifiorire quaggi la mimosa.
Lalterit per, l dove esuberino suoi eccessi non equilibrati da medesimezza,
tenderebbe a tutto travolgere poich sua natura rendere sempre altro tutto ci
in cui predomina se non le fosse posto freno. A questo fine fu creato luomo:
necessario allequilibrio cosmico al punto che il Talmud babilonese (Chab 88a) avverte: Le opere della Creazione si compiranno solo se Israele osserver la Legge; ritorneranno al caos se la respinger e se aggiunge il 4 : 4-6 di Osea respinger la
conoscenza. Questa diventa cos fondamento della fede: ora permangono fede,
speranza, amorevolezza, ma a suo tempo avr la conoscenza (nuni; de; mevnei pivsti", ejlpiv", ajgavph [...], tovte de; ejpignwvsomai), scrive Paolo di Tarso in 1 Corinzi 13 : 12,13.
Iddio avrebbe tarpato lalterit sulla Terra anche se ci avesse dato di conoscere i Suoi canoni bimetrici; diede perci alluomo mente mono-metrica, che lo rende libero e incline, anzi, a farsi strumento di alterit. Ci spiega perch i canoni divini siano preclusi a unumanit cui Dio affida il compimento della Creazione.
Sarebbe peraltro ingiusto, Iddio, anche se lequilibrio del comparto unitario Cielo-Terra fosse stato ottenuto a spese della Terra e se lordine cosmico ci avesse deietto, per sempre, in luoghi di sciacalli (cfr. Salmo 44:20).
25 MARTIN HEIDEGGER, Beitrge zur Philosophie (Vom Ereignis), in Gesamtausgabe, Klostermann,
Frankfurt a. M., 1989, pp. 277, 278.

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A schiudere alluomo una via di salvezza lAlleanza stipulata da Dio


con Abramo e, poi, con il Cristo: luomo estenda alla Terra la Creazione
e Iddio si limiter a porre i Cherubini del Genesi 3 : 24 a guardia della
sola porta orientale di Eden quella aperta a menti bi-metriche , lasciando praticabili gli accessi pervi alle mono-metriche.26 Allunit binaria, spazialmente equilibrata, formata dallamichevole mescolanza di Cielo e Terra,
si accompagner dunque lunit binaria, da equilibrarsi nel tempo, che vedr
la Terra evolversi, da plaga di sciacalli, in Terra restituita allEden.
Queste unit binarie, entrambe compiute in quanto costituite da mescolanze di contrari, intessono comparti del genere di quelli da cui Platone afferma formato lordine cosmico e a proposito dei quali nel Timeo
32c6-33b1 scrive:
Il compositore form il mondo corporeo senza lasciarne fuori parte alcuna e
potenza di alcunch, per pi ragioni. In primo luogo affinch risultasse un intero il pi possibile vivente, compiuto dalla compiutezza dei comparti (prw` ton me;n
i{na o{lon o{ti mavlista tevleon ejk televwn tw` n merw` n ei[h ); poi affinch fosse unico
e tale da non lasciare residui con cui far essere un altro mondo; infine affinch
risultasse esente da malattia e vecchiaia. Sapeva invero che un corpo composto, se
dallesterno vi sinsinuano entit capaci di agire su di esso, come il freddo o il
calore, queste lo dissolvono introducendovi malattie e vecchiaia. Ecco dunque per
quale causa e in virt di quale ragionamento Egli fece di questo mondo un intero unitario, compiuto da una totalit di interi [compiuti] e perci esente da vecchiaia e malattie (e{na o{lon o{lwn ejx aJpantwn tevleon kai; ajghvrwn kai; a[noson ).

Comparto compiuto sembra essere anche quello formato dalla logica


umana del padre che usando la verga d prova di amare il figlio, o dai
colpi che colpiscono per guarire (cfr. Isaia 19 : 22-25); comparti siffatti non
bastano per a spiegare come Isaia stesso, nello 11 : 8 del suo Libro, chiami invece un bimbo che poser la manina sul covo della vipera effetto palesemente non conseguibile grazie a percosse a rappresentare il virgulto che sortir dal tronco di Jesse quando sopra Israele si poser lo spirito della conoscenza di Jhwh (cfr. 11 : 1,2). Con il sottolineare che delizia della sapienza insediarsi fra i figli degli uomini, il Proverbio 8 : 31
indica in questa il contrario idoneo a formare, con la logica e la sapienza dettate dalle sensazioni ossia con le percosse che guariscono , il successivo comparto, da compiersi esso pure nel tempo, del cammino del ritorno della umanit al giardino in Eden.
26 Alcune edizioni della Bibbia omettono di tradurre il pose i cherubini ad oriente del giardino di
Eden, che ledizione a cura della Societ Biblica Italiana accorda invece a quelle edite dalla Oxford &
Cambridge University Press e dalla Koren Publishers Jerusalem.

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La sapienza la cui delizia insediarsi fra i figli degli uomini quella


si legge nel Proverbio 8 : 20-24 che cammina nella via della giustizia
[...] e che Jhwh ha creato [...] prima dei primordi della Terra, quando non
vi erano abissi. dunque sapienza in cui non si sono ancora insinuati
contrari quali lingiustizia, gli abissi e le presenze che distinguono la Terra
dal Cielo. Quando [ Jhwh ] form il Cielo incalza la Sapienza nel
27-29 io ero l; [e cos] quando stabil il firmamento sopra la faccia
dellabisso [...], quando impose al mare la Sua legge: che le acque [i.e.
linfinitudine - ajpeiriva] non trasgredissero la Sua Parola.
Questa divina sapienza il Proverbio sottolinea per, nel 30,31, essersi fatta
ordinatrice a fianco di Jhwh, rallegrantesi della Sua presenza giorno per giorno e in ogni tempo e ricreantesi sulla faccia della Terra; essa accoglie pertanto nel disegno divino anche ci che, secondo chi oppone i contrari,
infesta il mondo. Alla suddetta sapienza allude il 2 : 3-14 di 1 Corinzi :
pagina basilare per chi voglia accostarsi al pensiero che Ges (cfr. Matteo
13 : 10-13) riserva a discepoli.
Il messaggio che portai a voi scrive Paolo si basa non su discorsi di
sapienza fideistica (oujk ejn peiqoi`" sofiva" lovgoi"), ma sulla manifestazione dello spirito e della potenza [di Dio]; mira a fondare la vostra fede non su sapienza umana,
ma sulla potenza divina. Parliamo di una sapienza che si addice a coloro nei quali
sussista laspirazione a compiutezza (sofivan deJ lalou` men ejn toi`" teleivoi"), ossia di
sapienza non secolare (ouj tou` aijw`no" touvtou) n di coloro che dominano questo
[nostro] mondo e che, anzi, vengono annichiliti. Parliamo di sapienza divina, misteriosa e rimasta [a lungo] nascosta, ma che Dio preordin prima dei secoli per
nostra gloria. Non la conobbe nessuno di coloro [le cui vedute] dominano questo
evo (oujdei;" tw` n ajrcovntwn tou` aijw`no" touvtou e[gnwken ); se lavessero conosciuta
non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. scritto infatti che quelle cose che
occhio non vide e orecchio non ud, n mai entrarono in cuore di uomo, queste
Iddio ha predisposto per coloro che Lo amano (toi`" ajgapw` sin aujtovn).
A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello spirito: questo invero scruta ogni
cosa, anche le profondit di Dio (ta; bavqh tou` Qeou` ). [...] Le cose divine nessuno le conosce se non tramite lo spirito del Dio. E noi non ricevemmo lo spirito
del mondo [to; pneu` ma tou` kovsmou], ma lo spirito che ci venne da Dio affinch
conoscessimo ci che Dio ci ha donato. Perci di queste cose parliamo non con
discorsi suggeriti da sapienza umana, ma dettati dallo spirito [divino]: esprimendo
in termini spirituali cose spirituali. Luomo yucikov" - spirituale [ma che resta succubo dellopporre i contrari] non comprende le cose attinenti allo spirito di Dio,
che per lui sono follia (mwriva ga;r aujtw/` ejstin).

Accostarsi a cose divine dunque impresa pervia solo toi`" teleivoi": a chi
aspiri a compiutezza. Tradurlo in perfetto, come le versioni correnti, fa smarrire il senso che assume compiuto solo ci che accoglie in amicizia i contrari.
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La sapienza non di questo mondo, tuttavia, proprio in quanto pervia solo toi`" teleivoi" - a chi aspiri a compiutezza, non risolutiva: giustizia divina vuole infatti che, per equilibrarla, i timoni delle citt siano
nelle mani di masse ignoranti della folla che chiede e ottiene la liberazione di Barabba e la crocifissione di Ges (cfr. Matteo 27 : 20-23) , sicch formino, con quella sapienza, un canonico comparto unitario di contrari, che conferma come lordine cosmico sia modulato dai comparti compiuti addotti da Platone nel 32c6-33b1 del Timeo.
Limperviet del disegno divino, che accoglie a formare un comparto
compiuto citt in bala di masse ignoranti e sapienza non di questo mondo,
si allinea allo sconcerto che coglie la logica corrente di fronte alle mescolanze-in-amicizia di contrari accennate in p. 21. Queste trovano paradossale coronamento, a loro volta, nello stridore che laffermazione del 45 : 7 di
Isaia, per la quale Iddio ha creato il male chiamata, dal 5 : 17,18 di
Matteo a far parte integrante dei Vangeli , provoca se viene accostata al
13 : 37-39 successivo: a seminare i figli del male il nemico [di Ges]
che il diavolo. La fede in Cristo non si esaurisce nel deglutire, chiudendo gli occhi, contraddizioni del genere di questa.
In una sua omelia del 2004 (7 agosto) il cardinale JOSEPH RATZINGER
rilevava:
Possiamo oggi sperare in una nuova primavera della Chiesa, nella quale il
Cristianesimo non diventer, come nel medioevo, movimento di masse; saranno determinanti minoranze forti, che avranno qualcosa da dire e da portare alla societ.
Nella Chiesa e per la Chiesa, ma anche e soprattutto oltre la Chiesa e per la
societ, importante incalza in Senza radici 27 che esistano minoranze convinte: uomini che nellincontro con Cristo abbiano trovato la perla preziosa
(cfr. Matteo 13 : 45 sgg), che d valore a tutta la vita, facendo s che gli imperativi
cristiani non siano pi zavorre che immobilizzano luomo, ma piuttosto ali che lo
portino in alto. Tali minoranze si formano quando un modello di vita convincente
diventa anche apertura verso una conoscenza che nel grigiore del quotidiano non
pu emergere. Una tale scelta di vita, con landare del tempo, fa emergere sempre
pi la sua razionalit, apre e guarisce la ragione [oggi] divenuta stanca e pigra.

La fede nella coerenza dello Io sono Io, Dio dellamicizia dei contrari e di
una conoscenza che nel grigiore del quotidiano non pu emergere, ha portato
Francesco a mutare in gaudio lamaro della presenza dei lebbrosi e delle masse
ignoranti nella Creazione predicata dal Cristo tutta purezza, giustificazione e
pace e gioia nello Spirito santo (dikaiosuvnh kai; eijrhvnh kai; cara; ejn pneuv27

JOSEPH RATZINGER, MARCELLO PERA: Senza radici, Milano, Mondadori, 2005 7, p. 109.

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mati ajgivw/ - cfr. Romani 14 : 17). Io so scrive Paolo di Tarso nel 14 : 14 ,


e ne sono persuaso da Ges, che nulla in se stesso immondo; se qualcosa viene ritenuto immondo da qualcuno, per costui che esso risulta tale; non divenga dunque motivo di bestemmia, per voi, il bene (mh; blasfhmeivsqw ou\n
uJmw` n to; ajgaqovn), si legge nel 14 : 16 successivo. Ed frase che, collegata al
nessuno buono, tranne soltanto Iddio di Marco 10:18, ha verosimilmente mosso il cardinale NICOLA CUSANO che le Storie della filosofia definiscono il pi
geniale rinnovatore del platonismo nel Rinascimento a tradurre in termini
teologici la fede di Francesco nel Ges Messia dello Io sono Io dellEsodo 3 : 14.

Nicola Cusano
Per non rischiare porgendo una succinta interpretazione del pensiero di
questo teologo di piegarlo a tesi da me perseguite, riporto ci che di lui
dicono due storici della filosofia affatto estranei alle tesi da me perseguite.
In piermigi@tiscali.it PIER MICHELE GIORDANO scrive:
Con Nicola Cusano (1401-1464) la Chiesa cattolica aveva il coraggio di
accettare come momento di ortodossia il discorso della doppia verit [...]: un
certo tipo di discorso il vescovo faceva quando spiegava il Vangelo al popolo;
discorso diverso faceva con persone di pi elevato livello culturale [...]. Da cinque
secoli non si fa pi il discorso di una verit cristiana che pu essere rivelata a livelli diversi [...]. Cusano ebbe invece la porpora e mai entr in conflitto con lortodossia ecclesiastica [...], sebbene a livello di chierici, usando un linguaggio da
iniziati e utilizzando la geometria, conosciuta da pochi a quel tempo, intendesse
dire che in Dio Lucifero e Satana, bene e male coincidono e coesistono. Dio [...]
ha in s la radice ultima del bene e del male [...]. Luomo pu essere dunque umanamente come Dio: angelo umano e bestia umana, conclude nel De conjecturis.
E. PAOLO LAMANNA 28 cos commenta il pensiero del cardinale Cusano:
La matematica ha additato [a Cusano] un principio nuovo, il principio
della coincidenza degli opposti, e questo il solo valido, secondo lui, quando
si tratta della realt divina: il principio della logica del divino.
La logica aristotelica dominata dal principio di contraddizione: [...] valido solo relativamente al punto di vista che considera le cose nella loro opposizione reciproca. Che il punto di vista della ragione; questa, elevandosi al
di sopra del senso, ne analizza i dati confusi [...] e cos, mentre afferma lessere di ci che definisce, nega ci che questessere esclude. Ma al di sopra
28

E. PAOLO LAMANNA, Storia della filosofia, vol. II, Firenze, Le Monnier, 1967, pp. 279, 280.

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della ragione v pel Cusano lo intelletto che, negando le negazioni della


ragione, intuisce la coincidenza degli opposti e in ogni singola cosa vede tutte
le cose [Francesco nel lebbroso coglie lessenza dellordine cosmico] e in
Dio vede identificarsi tutti i distinti e comporsi tutte le opposizioni.
Da questo punto di vista supremo ci sforziamo di ignorare le distinzioni
poste dalla ragione, per afferrare Dio [...]. Ma questo sforzo verso Dio ci
convince sempre pi che intorno a Dio sappiamo solo che non sappiamo nulla.
Questo saper di non sapere la dotta ignoranza consapevole.
Costatare che Dio non da noi conoscibile proposizione che non inficia
la possibilit di scoprire come limperviet, alla logica usuale, del pensiero divino non impedisca di accostarci allEden. Senza la fede nella accostabilit del
disegno, che ha accolto nel creato i lebbrosi, Francesco non avrebbe potuto
scrivere, nelle Regulae : haec sit portio vestra, fratres, quae perducit in terram
viventium; n Cusano avrebbe potuto affermare il comporsi in Dio di tutte
le opposizioni e lidentificarsi in Lui di tutti i distinti, n Ratzinger avrebbe invocato lavvento di minoranze forti, che in Cristo trovino ali per portarsi in alto. Paolo di Tarso pu affermare che nulla in s immondo perch ne stato persuaso (oi\da kai; pevpeismai) da Ges.
Il che non toglie, ovviamente, che noi si resti pur sempre vincolati a dire bimetriche entit le quali, per Dio e in Eden, sono una sola carne (Genesi 2 : 24).

2.2.2 MARIA ADELAIDE RASCHINI, CORNELIO FABRO, JOSEPH RATZINGER


Maria Adelaide Raschini
Le mura del nostro abitacolo millenario stanno crollando e noi chiss? stiamo finalmente per vedere la luce. Sono queste le parole con le
quali Maria Adelaide Raschini inizia Le Cerebroteche,29 fantastoria cos la
definisce che celebra il trapasso dalla pluralit di mondi, in ciascuno dei
quali lumanit si era di volta in volta illusa di eliminare il male, allunivoco Mondo capace di coordinare tutti quei conati in una logica nuovissima, atta a giustificare lintera storia dellumanit con il mostrarla effetto di
un tracciato che si rivela permanente anche in forme che appaiono contraddittorie e che, realizzando la quiete nei diversi, si fa vettore di giustizia,
quindi di stabilit, al cosmo. La fine del mondo, spiega infatti la Raschini,
29 Le Cerebroteche furono pubblicate nel 1988 da Studio Editoriale di Cultura in Genova. Nel 2000
stata pubblicata una seconda edizione in Venezia, da Marsilio editore.

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non deve intendersi fine irreparabile delle cose note. Quel che di essenziale sosteneva il nerbo dellesistenza dei terrigeni non solo perdura ed
riconoscibile, ma nel nuovo mondo viene potenziato con unevidenza la cui
acutezza era ignota.
Il programma, cos tracciato nelle pagine iniziali del libro, trova concretezza nelle teche che vi figurano in appendice e dove per esempio,
immaginando un Francis Bacon morente che rievoca gli eventi della propria vita proiettandoli in una logica nuovissima, la Raschini gli fa scrivere, in una sorta di testamento postumo: ... mi sembra di essere stato
posseduto da un sogno arido e limitativo allorch con assidua intensit
miravo a piegare la scienza alla felicit del vivere quotidiano, sicuro che da
essa sarebbe sorta, per gli uomini, unera radiosa [...]. Anzich identificare
la squisita natura formale della logica con il carattere dei meccanismi naturali, avrei dovuto perseguire unintuizione affatto nuova, concernente una logica per cos dire intera, a raggiungere la quale si deve far posto adeguato
alla matematica; avrei dovuto scovare, negli schemi latenti e nel segreto flusso degli elementi, lo splendore della forma per s perseguibile.
Invero se, come sostiene Aristotele nel Metafisica 1092b17-23, forma ed
essenza implicano mescolanze di contrari, per caratterizzare il mondo nuovo
occorre sottolineano Le Cerebroteche rinvenire:
una sorta di apologo implausibile e addirittura contraddittorio, coerente con se
stesso ma intriso di paradossalit e che sgomenti per la sua incidenza sulla natura
delle cose; occorre una favola che contenga in s il suo contrario, e non solo lopposto che, per dialettiche obbedienze, ogni cosa costretta a portarsi appresso. La favola deve infatti orientarsi in direzione diversa da quella indicata dallidea, un tempo
dominante, di mutazione, che ha polarizzato le aspettative della storia dei terrigeni. Per fare spazio a una logica che consenta di scovare, negli schemi latenti e nel
segreto flusso degli elementi, lo splendore delle Forme per s pensabili ossia ideali , occorre scoprire la nuovissima bellezza della segreta ragione che dispone le
piante velenose accanto al cardo saporito, nasconde il serpe accanto al piede nudo
del bimbo, dissecca luomo nel deserto e conserva religiosamente la mummia millenaria. Anzich essere tributari di un mondo di riguardose simmetrie, occorre affidarsi con lieve letizia alle splendenti, armoniose asimmetrie delluniverso [...]: della
campagna, del cielo, della vita [...], dove il fango si colora doro e di acque, la polvere ha sentori cosmici, caldo e freddo si sposano in tepori primaverili.30
30 A ispirare questallegoria scrive la Raschini il volto di Voltaire, da tutti giudicato brutto,
ma restituibile trasferendolo sul piano della rima, sia pure pietrosa, del perfetto equilibrio delle sue asimmetrie, secondo canoni che soltanto a chi inclini lo spirito a conferire sensi generali al pensiero di armonia [suggerito dallabitudine a piegare la realt a nostre categorie mentali] fanno credere che ogni asimmetria, come un frutto guasto, risulti da radici attossicate e da estrinseci nocumenti. una esaltazione
del pensiero delle armoniche simmetrie [suggerite, ripeto, da una concezione fittizia di mondo, costruita
su categorie] a far precipitare in pessimismi ogni volta che il cosmo invia smentite al riguardo.

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Affidarsi ad asimmetrie che riflettano gli equilibri della Natura trapassare da mondi di categorie mentali (lentezza - rapidit) a un mondo di essenze:
da plaghe condizionate dai sensi e modulate da qualit, a un orizzonte scandito da forme naturali e dove il filosofo si allinei ai bimbi che, nei giochi,
auspicano un immobile che anche si muova (cfr. Platone, Sofista 249c6-d4).
Nel mondo nuovo sguita la Raschini vediamo [finalmente nella sua totalit] la trama delle relazioni nelle quali ogni uomo, muovendosi agitato da desideri, impulsi, istinti, opponeva agli altri un proprio modo di portare vicine le cose
lontane, fino a esporsi per nostalgia di pace a guerre fratricide. La goduta fruizione di questa trama, mentre avvicina in massimo grado a quegli eventi, li trasfigura
inserendoli in un disegno di cui, ora, tutti sublimemente ci nutriamo.

A chiarire come, da conoscenze personalistiche, si ascenda a un disegno


del quale tutti, allunisono, ci si nutra, Aristotele. Il quale, nel 21b degli
Analitici posteriori, scrive: non la stessa cosa lessere primo per natura
(fuvsei) e primo per noi (pro;" hJma` "): [...] primo e pi noto per noi ci
che pi vicino al senso; il pi lontano [dai sensi] il pi secondo interezza (ta; mavlista kaqovlou ). E nel 982a21-25 del Metafisica conferma:
penso anche che le cose pi ardue da conoscersi, per luomo, siano quelle
che pi sono secondo interezza: risultano infatti le pi lontane dalle sensazioni (porrwtavtw tw` n aijsqhvsewvn ejstin).
Lascesa, auspicata da Maria Adelaide Raschini e da Aristotele, quella medesima che, nel 16 : 23 di Matteo, Ges invita a compiere dal pensare secondo
gli uomini al pensare secondo Dio - (dal fronei` n ta; tw` n aj n qrwv p wn al
fronei`n ta; tou` qeou` ) . Il che non significa morire, nel senso che le cose
hanno per Dio, quello che hanno per gli uomini; si legge infatti ne
Le Cerebroteche :
Nel mondo nuovo [...] nulla viene negato. La novit non implica ripulse bens
integrazioni [...]: la pi squisita visione delle cose davvero quella che intende
comprendendo e, per quanto non esclude, altrettanto rifiuta ogni pregiudizio.

Riconoscere giusti tutti gli statuti divini implica riaccostarsi ai nomi dati
da Dio; porta dunque a non pi scandalizzarsi per la Crocifissione che, a
Gerusalemme, attende il Figlio di Dio. Coniugando in amicizia i contrari,
Le Cerebroteche si sono elevate, al di sopra del senso usuale e umano delle
cose, a unaltezza tale che in una commemorazione della Raschini, tenuta
nella Biblioteca Ambrosiana, non sono state degnate di citazione da astanti che pur amano tutti inneggiare al Platone per il quale volgersi da giorno caliginoso a luce vera impresa alquanto pi ardua del ribaltare una
conchiglia.
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Cornelio Fabro Joseph Ratzinger


In orizzonti radicalmente diversi da quelli modulati dallamicizia dei contrari situa il suo pensiero il teologo Cornelio Fabro, che in Tomismo e pensiero
moderno 31 radica il principio di non contraddizione nel seno stesso dellEssere:
Per San Tommaso il principio di non contraddizione certamente fondamento
rispetto a tutti i princip [...] e a tutte le forme derivate e speciali del conoscere, ma solo in quanto esso stesso fondato sullo ens [da intendersi come lo
id quod habet esse ossia come ci che possiede il tutto dellessere], dunque in
quanto in qualche modo posteriore rispetto al primo plesso costitutivo dello
[essere nel suo complesso e costituito dallo] ens [...], dal quale dunque dipende
(dependat ) e nella cui apprensione si risolve (resolvitur ).

Per Fabro, pertanto, il principio di non contraddizione si radica nellens,


inteso al tempo stesso come struttura fondamentale dellessere e come fondamento del pensiero: primo oggetto della mente umana, quindi vettore di
verit proprio nel suo contrapporre i contrari. Appunto in quanto ritiene fondata sullessere questa opposizione, Fabro si oppone a coloro che nel saggio
La svolta antropologica di Karl Rahner 32 chiama teologi hegelianizzanti e heideggerianizzanti 33 ai quali muove il rimprovero di mettere in crisi le distinzioni, capitali per la teologia, fra ragione e fede e fra natura e Grazia, [...] involgendo cos quella precedenza del pensiero sullessere [...], la cui sola conclusione coerente lateismo. Sovvertire lopposizione fra fede e ragione, conferma
Fabro in Luomo e il rischio di Dio,34 operazione intenzionale che confonde
due sfere quella della teologia e quella della filosofia che lordine cosmico
implica doversi tenere rigorosamente distinte:
Piani intenzionali [...], che tutti possono e devono distinguere, sono la fede e la
ragione, a cui corrispondono le due sfere della teologia e della filosofia [...]. Laver
coinvolto il problema di Dio allinterno delle problematiche teologiche, come ha fatto
la teologia dialettica, ha finito per confondere piani intenzionali del tutto distinti.

Con lassumere insita nellens assunto come essere, lopposizione dei contrari, Fabro si situa in orizzonti logici radicalmente diversi sia da quello
31

Tomismo e pensiero moderno, Roma, Pontificia Univ. Lateranense, 1969, p. 400.


La svolta antropologica di Karl Rahner, Milano, Rusconi, 1974, pp. 169 sg; 73.
33 Quando Fabro, nel 1974, allude a teologi heideggerianizzanti, ignora lopera fondamentale di
Heidegger, Beitrge zur Philosophie. (Vom Ereignis) [i.e. Contributi alla filosofia. (Dallevento )], pubblicata
postuma, per sua volont, nel 1989, e prescindendo dalla quale ingannevole pronunciarsi su Heidegger.
34 Luomo e il rischio di Dio, Roma, Studium, 1967, pp. 378 sgg.
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che a Paolo fa dire, nel 4 : 4 di 1 Timoteo, che ogni cosa creata da Dio
buona, perch santificata dalla Sua parola, sia da quello nel quale Platone
scrive, nellEutidemo 281d2-e5, che nulla in s cattivo, tranne lignoranza. Fa per capire, Fabro, il fondamento del Suo pensiero quando, nei
Vangeli delle Domeniche (Brescia, Morcelliana, 1959, pp. 16 sg), scrive:
Credere unicamente a ci che si comprende e che si pu spiegare non pi
credere: [...] abbassare la fede alla misura umana e abbandonarla alle avventure delle
sempre mutevoli sorti delle cose umane (corsivo mio).

Se il comprendere e spiegare soggetto, per Fabro, alle avventure delle


mutevoli sorti delle cose umane, la ragione per lui quella stessa che, secondo il Lamanna (cfr. p. 33), analizza i dati confusi dei sensi e, mentre afferma lessere di ci che definisce, nega ci che questessere esclude. Al di sopra
di quella che, col Lamanna, Fabro chiama ragione vi per, per Cusano, lo
intelletto che, negando le negazioni della ragione [perch suggerite dai sensi],
intuisce la coincidenza degli opposti.
La ragione cui Fabro allude dunque quella contemplata da dottrina che la
fa giostrare sui dati dei sensi, cio sullopporre i contrari, mentre alla logica divina si addice (cfr. Paolo, 1 Timoteo 4 : 4) un discorso dove nulla da spregiare.
Questa logica di amicizia accoglie per in amicizia, anzitutto, la logica che
oppone i contrari: quella rivendicata genuinamente cristiana dal Fabro e che
Ges riserva a coloro cui parla in parabole e di miracoli: la logica, dunque,
che nel capitolo 3 mostrer intesa a rivelare amiche lignoranza delle masse e la
sapienza definita da Paolo non di questo mondo. Ed logica che dovr confermarsi correlata in amicizia con la sapienza la quale, allistallare sugli altari gli
Elohim , accompagner la vestizione del divino nello Io sono Io di Esodo 3 : 14,15.
A scoprire la sapienza che Paolo definisce non di questo [nostro] mondo,
il cardinale Ratzinger delega la ragione; in p. 115 di Senza radici scrive:
Limmagine moderna del mondo, creata dalla scienza, sembra escludere dalla realt
la visione di fondo della fede cristiana, relegandola nellambito del mito [...]. La Chiesa
e la sua teologia hanno sprecato troppo tempo in piccole schermaglie di retroguardia,
dibattendo su dettagli, e non si sono impegnate nel rispondere alle domande di fondo
[...]. Nel confronto con la scienza e con i filosofi dellet moderna, deve riaffacciarsi
la questione di fondo [...]. la materia che crea la ragione [...], oppure sono lintelletto, il logos, la ragione a venire prima, cos che la ragione fa gi parte dei principi che costruiscono la realt? Una valida religione civile comporter il non concepire Dio come entit mitica, ma come una possibilit della ragione, come la Ragione
stessa che precede e rende possibile che la nostra ragione cerchi di riconoscerla.

Nel capitolo seguente cercher di ricostruire i possibili fondamenti biblici dellauspicio pi che auspicio appare per essere affermazione di
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Ratzinger; lo far lasciando appunto parlare, ma coordinandole in un discorso unitario, pagine, per lo pi trascurate, delle Sacre Scritture.
Fin da ora si pu escludere, comunque, che i giudizi di Fabro, riportati nella p. 37, siano estensibili alla predicazione con la quale il Ges,
che scelse nel nome lo Jhwh salvezza, promette di svelare ai discepoli
(maqhtaiv) i misteri del regno dei Cieli (cfr. Matteo 13 : 10-13); quei giudizi, invero, non concernono lamicizia, ma lopposizione dei contrari: nel
cui mbito Fabro fa giostrare la ragione perch gli sfugge la sapienza non
di questo [nostro] mondo che, in 1 Corinzi 2 : 3-14 (cfr. p. 31), Paolo
di Tarso sottolinea essere la sola idonea ad accostarsi allo spirito di Dio.
La omissione di Fabro, tuttavia, non involge chegli abbia travisato il
Cristianesimo; il suo impegno si limitato a difendere da contestazioni
mosse da teologi operanti allinterno della sua stessa concezione di mondo la dottrina, basata sulla predicazione in parabole, che stata adottata per due millenni dalla Chiesa e che lamicizia dei contrari impone di
considerare parte integrante e affatto paritaria del Cristianesimo.
Nellorizzonte di Fabro, in effetti, giusto distinguere la ragione dalla
fede e negare alla ragione e ai teologi filosofeggianti ma, in sostanza,
a una logica promossa da sensazioni, quindi dalle sempre mutevoli sorti
delle cose umane il diritto dintervenire sui dogmi della Grazia e della
fede.
Per il cardinale Ratzinger, invece, ragione filosofia e scienza hanno non
solo il diritto, ma il dovere, dintervenire sulle questioni religiose. Infatti la
filosofia occidentale e il pensiero, cos detto classico, delle scienze teoretiche sono afflitti oggi da uno stato di crisi dei fondamenti sui quali poggiano, dunque di crisi della concezione di mondo che oppone i contrari.35
Allora se nei capitoli seguenti emergesse che questo stato di crisi sta evolvendosi nella direzione di sostituire, allopposizione dei contrari, laccoglierli in amicizia risulterebbe in via di adempimento anche linvito di Ratzinger
a riaccostarsi alla Ragione che precede limpulso della nostra ragione a riconoscerla. In questa ipotesi il Cristianesimo tanto nella predicazione in
parabole quanto in quella aperta dalla promessa di Cristo di rivelare ai
discepoli i misteri dei Cieli poggerebbe, grazie a Fabro e a Ratzinger, su
fondamenti che, sul piano logico, risulterebbero inoppugnabili.
E un Cristianesimo di minoranze forti il Cristianesimo dei discepoli
ritornerebbe a segnare la via allumanit.
35 Anche MASSIMO MONTEFIORE rivive in se stesso e in Un Ebreo Cristiano - Sulle orme del Messia
(Roma, VIVEREIN, 2007) lurgenza odierna di superare la crisi involta dalla millenaria contrapposizione
Ebrei/Cristiani nella unit compiuta che Ges - Yehoshua, professandosi Messia di Jhwh salvezza ,
implic di voler formare con lo Io sono Io ebraico.

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3 - FULCRO

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DEL PENSIERO

COMPIUTO

DI

GES

IL

katevcon

PREMESSA
Il katevcon lo si chiarir nelle prossime pagine il freno divino che persegue unazione inconcepibile e folle (cfr. 1 Corinzi 2 : 14 in
p. 31) per la mentalit usuale: ritarda la parusia il ritorno di Ges
fino a quando scrive Paolo di Tarso in Galati 4 : 4 verr la pienezza
del tempo (to; plhvrwma tou` crovnou) in cui Dio ci invier il Figlio, nato
da donna [...], affinch noi si riceva ladozione a figli Suoi. Urge allora
scoprire quando si realizzer questa pienezza di tempo.
Un giorno , per il Signore, come mille anni per noi, e mille anni
sono, per noi, come un giorno per il Signore; Egli non ritarda, dunque,
nelladempiere la Sua promessa, come credono taluni, scrive Pietro nel
3 : 8,9 della sua Seconda Lettera. Perch sia improprio parlare di ritardo di
Dio chiarito nello 1 : 15 di Marco : il tempo sta compiendo la sua opportunit (peplhvrwtai oJ kairov") Ges dice , sicch il regno di Dio si
avvicina; la parusia avverr dunque non in unepoca scandita da nostri orologi, bens nel momento opportuno (kairov"), tale secondo i sapienti disegni di Dio. Chiamare oJ kairov" il tempo implica invero misurarlo in funzione della realizzazione di un percorso il quale agli effetti del compimento del disegno divino che affida al Cristo la salvezza dellumanit e
della Terra si rivela a sua volta opportuno.36 Ed disegno, conferma
Paolo nello 1 : 9 di 2 Timoteo che Dio ha disposto per la nostra gloria,
36 Cfr. Politico 284e6-8, dove Platone auspica una metretica che miri a centrare la giusta misura, il
conveniente, lopportuno, il [divinamente] dovuto e tutto ci che procede verso ci che risulta intermedio
fra estremi [contrari]: (to; mevtrion kai; to; prevpon kai; to;n kairo;n kai; to; devon kai; pavnqoJpovsa eij" to; mevson ajpw/kivsqh tw` n ejscavtwn).

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chiamandoci a una vocazione santa: tale in base a un Suo progetto e a


una Grazia che fin dalleternit del tempo ci fu data nel Cristo.
Chiamare kairov" il tempo sta pertanto a sottolinearlo tempo concernente la sapienza che Paolo, nel 2 : 3-14 di 1 Corinzi (cfr. p. 31) riserva a
chi aspiri a compiutezza, ossia a una sapienza non secolare e che scruti fin
le profondit di Dio: dunque a sapienza non di questo nostro mondo.
Scrutare le profondit di Dio significa a sua volta chiarire lopportunit,
emersa in p. 27, che la Chiesa si adoperi a procrastinare il ritorno di Ges
ponendo freno (tramite il katevcon, appunto) a colpi i quali, colpendo per
guarire, potrebbero ingenerare tempo non opportuno: sarebbe daltronde illogico, da parte di un Ges che, portando nel nome lo Jhwh salvezza, si fa
Messia di un Dio di amicizia dei contrari, affidare solo a percosse e patimenti dellumanit il ritorno sulla Terra. Se lamicizia dei contrari a modulare
lordine cosmico, ai colpi che colpiscono per guarire deve accompagnarsi un
fattore equilibrante che realizzi la pienezza del tempo e consenta di rispondere affermativamente alla domanda del Vangelo di Luca, che nel 18 : 8 fa chiedere al Cristo: ma il Figlio delluomo, al Suo ritorno, trover ancora la fede
sulla Terra?. Ed domanda pertinente: Iddio, infatti, ad aver creato luomo
incline a dare nomi diversi da quelli dati da Lui (cfr. Genesi 2 : 19), e Dio
si legge in Numeri 23 : 19 e nello 1 : 17 della Lettera di Giacomo 37 non
soggetto a pentimenti. Pertanto il disegno dordine divino deve fare sussistere
la Chiesa la quale, ripeto, fonda dottrina e predicazione sullopporre i contrari anche dopo lavvento del mondo che li contempera amici.38
Si delinea allora la possibilit che appunto per ritrovare la fede [e la Chiesa]
sulla Terra Ges procrastini il ritorno fino a quando sapienza non di questo
nostro mondo conquisti a s, in modo per ora misterioso, masse che Dio
vuole ignoranti e destinate a restare quali da Lui create anche dopo lavvento
dei nuovi Cieli e della nuova Terra, annunciati da Isaia 66 : 24.
Si ripropone cos il problema, gi emerso in altra prospettiva in p. 32, di capire come la Bibbia conduca masse ignoranti a inchinarsi agli statuti di una sapienza totalmente preclusa loro, ma che a queste devolve il timone delle Citt: il
Sanhedrin 22a, infatti, afferma che ogni disposizione e ogni interpretazione delle
Sacre Scritture diventano operanti solo quando risultano pervie alla maggioranza.
37 Numeri 23: 19 - Dio non uomo che menta, n figlio di uomo che si penta. forse Lui che
dice e non fa, parla e non esegue?.
Lettera di Giacomo 1: 17 - Presso il Padre della luce non esiste mutazione n ombra di cambiamento (oujk e[ni parallagh; h] troph` " ajposkivasma).
38 Il 66: 22-24 di Isaia conferma che nei nuovi Cieli e nella nuova Terra, che Jhwh far [...], gli
uomini che a Lui si sono ribellati [i.e. che hanno dismesso lamicizia dei contrari] saranno visti come
cadaveri [...], ma il loro verme non si estinguer n il loro fuoco si spegner: luomo continuer a essere incline a soggiacere ai dettami dei sensi, perch Dio lo cre cos per i Suoi scopi.

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3.1 DIO AD ACCECARE LA MENTE DI CHI SI PERDE 39


(e anche cos ritarda lavvento del Salvatore).
La duplice verit, che il cardinale Nicola Cusano afferma profferta dagli
Evangeli (cfr. p. 33), trova ancor pi autorevole conforto in ci che Paolo scrive nella pagina di 1 Corinzi che segue quella dove inneggia alla sapienza non di
questo nostro mondo. A una lettura delle Sacre Scritture destinata a fedeli
ancora legati alla carne (toi`" sarkivnoi"), Paolo accenna nel 3 : 1-4, dove scrive:
Devo, fratelli, parlarvi non come a uomini a giorno con le cose dello spirito,
(wJ" pneumatikoi`"), ma come a gente legata alla carne (wJ" sarkivnoi") e ancor infanti in Cristo (wJ" nhpivoi" ejn Cristw/` ). Vi do a bere latte, perch di cibo per adulti voi non siete tuttora capaci; vi comportate infatti in maniera umana, perch tra
voi domina rivalit e discordia (zh` lo" kai; e[ri"): comportamenti i quali vi testimoniano individui ancora legati alla carne [anzich campo e casolare di Dio (cfr. 3 : 9)].

Solitamente queste frasi vengono lette nel senso stesso dei confessori che
invitano i fedeli a non soccombere alle lusinghe dei sensi. Dissuade tuttavia dal limitare a queste tentazioni lessere legati alla carne lo 1 : 26-29
della Lettera medesima:
Non vi sono fra voi, fratelli, molti sapienti secondo carne (polloi; sofoi; kata;
savrka), n molti potenti, n molti nobili; Dio ha scelto ci che nel mondo
stolto per confondere i sapienti, ci che debole per confondere i forti, ci che
disprezzato ed nulla, per ridurre a nulla le cose che vi sono [riverite].

Affermando poi che per conoscere le profondit di Dio non basta farsi
yucikoiv, ossia anteporre spirito umano a carne, il 2 : 3-14 (cfr. p. 31)
conferma che Paolo non limita al fornicare e alla dissolutezza il soccombere alla carne.
Per accostarsi ai pensieri di Dio (fronei`n ta; tou` Qeou` ), incalza Matteo
16 : 23, occorre riconoscere premeditata da Lui, perch utile al compiersi della
Creazione, la Crocifissione del Figlio, sicch sguita il 16 : 24 per imitare Cristo necessario rinnegare se stessi e prendere la propria croce;
laccettarla, comEgli accett la croce e come invit Pietro (ossia la Chiesa)
a fare, implica accogliere in amicizia ci che la soggezione ai sensi induce a respingere quale male. Rinnegare se stessi significa pertanto sostituire, alla nostra abituale inclinazione a opporre i contrari, laccoglierli tutti
in amicizia. Restare abbarbicati ai dettati dei sensi e alla propensione, da
39 In 2 Tessalonicesi 2 : 10,11, Paolo di Tarso scrive: in quelli che si perdono perch non amano la
verit, Dio infonde un impulso a errare (ejnevrgeian plavnh") affinch credano nella menzogna.

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questi dettata, a scindere gli enti in buoni e in cattivi, restare succubi di quello che Paolo, nel 4 : 3,4 di 2 Corinzi, chiama il dio di questo mondo;40 scrive infatti (riporto la traduzione dehoniana):
Se il nostro vangelo rimane velato (kekalummevnon), lo per coloro che si perdono, ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula perch non
vedano lo splendore del glorioso vangelo di Ges Cristo, che immagine di Dio
[cosicch riflette, per i discepoli ai quali Egli ha promesso, nel 13 : 13 di Matteo,
di far conoscere i misteri del regno dei Cieli, la compiutezza del creato].

Conferma le illazioni suggerite dal 4 : 3,4 di 2 Corinzi il 10 : 18 di Marco,


dove Cristo afferma che: nessuno buono, allinfuori di uno solo: il Dio
[che ha deliberato, accogliendola amica nel Suo disegno dordine, la
Crocifissione del Figlio]. Cos dicendo, infatti, Ges esclude che si possa estendere, alla vestizione del divino nel Dio del quale Egli si fa Messia, il criterio umano di distinzione e opposizione degli enti in buoni e in cattivi.41
Opporre i contrari per prassi che luomo divinizza essa pure in una
sua vestizione del divino: quella nellElohim del primo capitolo del Genesi,
il quale ci comanda di soggiogare la Terra liberandola dalle presenze
sgradite ed empirla di noi: del nostro scindere in buoni e in cattivi enti che, avendo tutti una funzione nella Creazione, debbono tutti ritenersi egualmente necessari al compimento dei disegni divini, indipendentemente dal risultare graditi o meno a nostre sensazioni; con queste infatti
nulla hanno a spartire i pensieri divini.42
Al Ges che a Pietro rimprovera di non avere pensieri divini perch giudica scandalosa la Crocifissione del Figlio di Dio, la tradizione attribuisce di
40 I commentatori concordano nel vedere in Satana il dio di questo mondo (cfr. p. es. ledizione
della San Paolo: dio di questo mondo, secondo il Nuovo Testamento, Satana). Si veste cos nel diavolo o nel serpente del terzo capitolo di Genesi lostilit fra uomo e donna, fra Natura e uomo,
fra stirpe e stirpe dopo la cacciata da Eden, ossia dopo che gli occhi delluomo si furono aperti alla
distinzione fra bene e male.
41 Cfr. il 4:4 di 1 Timoteo, dove Paolo scrive: ogni cosa creata da Dio buona, e niente da spregiarsi [...]; viene infatti santificato dalla parola di Dio (pa` n ktivsma Qeou` kalovn. aJgiavzetai ga;r dia;
lovgou Qeou` ), perch trova ragione di essere nella logica divina.
42 Perci nel 6 : 11,12 di Efesini Paolo pu scrivere (traduz. dehoniana): rivestitevi dellarmatura di
Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non contro creature fatte di
sangue e di carne, ma contro Principati e Potest, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Da leggersi, questo passo di Efesini, collegandolo al 7 : 15 di Marco, dove Ges sottolinea: nulla c fuori delluomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; a contaminarlo sono invece le cose che escono dall[interno dell]uomo.
Nel diavolo le Sacre Scritture personificano dunque pulsioni proprie delluomo, che il Salmo 139 : 14
afferma essere stato creato in modo perfetto. Ed affermazione che Cristo, nel 5:18 di Matteo (vedasi in p. 17) chiama a far parte integrante della Sua predicazione.

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avere modellato il nome sullo Jhwh salvezza. Con questa scelta il Ges,
che predica buono solo Dio, conferma in Jhwh una vestizione del divino nella
quale si accolgono in amicizia i contrari. Il che trova a sua volta conferma
nel Salmo 148 : 2,7 mostri e abissi, angeli ed eserciti cantano lodi a Jhwh
(il quale pertanto Dio che accoglie in amicizia i contrari) e nel 45 : 7
dIsaia : Io, Jhwh, formo la luce e creo la tenebra, opero il bene e creo [ci
che a noi la soggezione ai sensi fa apparire] il male.
La copresenza di due vestizioni del divino antitetiche secondo la comune mentalit logica e susseguentisi nel tempo (cfr. Esodo 6 : 2,3 in p. 2) pone il problema della transizione dalluna allaltra: problema non da poco, visto che si tratta
di ribaltare la mente dei fedeli da una concezione che, dettata dalla soggezione
alle sensazioni, oppone i contrari, a una concezione che li accolga in amicizia.
Nel capitolo precedente la questione si risolta allineandosi al 19 : 22-25
dIsaia che, generalizzando il Proverbio 13 : 24 (non ama il figlio chi risparmia la verga), ascrive a Jhwh di percuotere gli Egizi con colpi che guariscono, fino a convincerli a costruire una strada che unisca Egitto e Assiria,
da sempre nemici. Indurisci il cuore del Mio popolo fino a renderne deserte le citt, cosicch si converta e guarisca, ordina Jhwh al profeta in Isaia
6 : 9-13 (cfr. p. 20); nella cos detta apocalisse di Matteo , Cristo accompagna
a una rivelazione,43 che diffonder i Vangeli su tutta la Terra abitata, lavvertimento che la comparsa nel Cielo del segno del figlio delluomo sar preceduta dallo sconvolgimento delle potenze celesti (cfr. Matteo 24 : 29,30). E
Pietro, nel 3 : 12,13 di 2 Lettera, dice che i Cieli nuovi e la nuova Terra, dove
soggiorner giustizia, verranno quando i Cieli, incendiandosi, si dissolveranno.
Lancoraggio del ritorno del Cristo allavvento dellAnticristo appare ribadito nel 2 : 3,4 di 2 Tessalonicesi, dove Paolo scrive (traduz. dehoniana):
Prima [del Giorno del Signore] dovr avvenire lapostasia e dovr rivelarsi luomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e sinnalza sopra ogni
essere che detto Dio o oggetto di culto [...], additando se stesso come Dio.

Allallinearsi alla tradizione apocalittica Paolo fa per seguire adduzioni che


ne sconvolgono limpianto: introduce unentit, chiamata to; katevcon, a ritardare lavvento dellapostasia, e un agente, chiamato oJ katevcwn, vettore dellazione ritardatrice che contrasta il decorso per cos dire naturale dellumanit
verso il sovvertimento di ogni legge (ajnomiva), causato dal fatto che, in un
43 Rivelazione la giusta traduzione del greco ajpokavluyi"; rivelazione di Ges, traducono daltronde i commentatori lo Apokavluyi" Ihsou` con cui inizia la cos detta apocalissi giovannea. E in 2
Tessalonicesi 1: 7 si legge: nella rivelazione (ejn th/` ajpokaluvyei) di Ges, Egli invier gli angeli ad affliggere chi oggi vi affligge e a dar sollievo a voi e a noi. Efesini 1:17 parla di pneu` ma sofiva" kai; ajpokaluvyew" - spirito di sapienza e rivelazione, mirato a una pi profonda conoscenza di Dio.

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ordine fondato, secondo le Scritture, sullamicizia, la soggezione alle sensazioni costringe invece a basare ogni agire sullopposizione dei contrari, ossia su
quello che le Sacre Scritture chiamano il dio di questo mondo.
Se inquadrato in questa prospettiva, il discorso che 2 Tessalonicesi fa seguire al
2 : 3,4 si presenta lineare e univoco. Quello che Paolo chiama il mistero del sovvertimento della Legge (to; musthvrion th` " ajnomiva"), e afferma gi in atto,
infatti la concezione basata sullopporre i contrari, che approderebbe allavvento
dellAnticristo se non venisse ostacolata. Nel 2 : 6-10 di 2 Tessalonicesi si legge:
[Ci che frena (ed to; katevcon) lavvento dellAnticristo], in modo da renderlo manifesto solo nella sua ora, a voi noto, fratelli, perch il mistero del sovvertimento della Legge gi in atto; vi solo da attendere che sia tolto di mezzo
oJ katevcwn, chi lo frena. Solo allora si manifester il sovvertitore della Legge [oJ
a[nomo", i.e. lAnticristo], che il Signore distrugger con il soffio della bocca [i.e.
con la Parola] e annienter con la Sua parusia. Lavvento del sovvertitore avverr
nella potenza di Satana, con ogni sorta di miracoli e prodigi menzogneri per coloro che vanno a perdersi perch non hanno accolto lamore della verit salvatrice.

RENATO GIOVANNOLI 44 rileva che il freno esercitato dal katevcon consiste


nel produrre situazioni in cui possano vigere norme; conclude la disamina
dello status quaestionis osservando che scoprire chi eserciti questa funzione in
maniera eminente se Nerone o le costituzioni politiche di Platone in
fondo un falso problema; [...] svolgerla, per quanto possibile, dovere di
ognuno di noi. La Chiesa la svolge da due millenni.
Giovannoli vede ci che finora sfuggito ai cattedratici ma chiaro a ogni
uomo di azione, sia che si applichi a costruire unautomobile sia che, come
Ges, debba guidare lumanit ad attraversare i millenni. Ogni potere accelerante
quale p. es. costituito dai colpi che colpiscono per guarire, cui accennavo in
p. 42 deve essere equilibrato da un complementare potere frenante che gli risulti congruo, dunque collegato in stretta amicizia. Realt compiute, pertanto, non
sono n il potere accelerante n quello frenante presi isolatamente, ma realt compiuta lunit che entrambi formeranno 45 in quella che Galati 4 : 4 chiama pienezza
del tempo (cfr. p. 41) e che 2 Tessalonicesi 2 : 6-10 specifica concretarsi solo
nellora che lordine cosmico ha stabilito propizia allavvento dellAnticristo e
del Cristo che lo annichiler con il soffio della Sua bocca [i.e. con la Sua Parola],
e che proprio distruggendolo viene a formare, con esso, ununit compiuta.
Ununit siffatta, sottolinea per 2 Tessalonicesi 2 : 6-10, rester celata a colo44 RENATO GIOVANNOLI, Il katechon e la successione delle costituzioni politiche in Platone, Rivista di
Ascetica e Mistica, Firenze, 30 (2005), 4, pp. 751-772.
45 Cfr. il brano del Politico, trascritto nella precedente p. 28, dove Platone dice: legame alquanto pi divino (qeiovteron) quello salvatore per larte compositiva (tevcnh/ favrmakon) che unisce parti diverse di virt [p. es. moderazione femminile e coraggio virile - cfr. ivi, 310c8-d4], la cui natura porta a contrapporle.

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ro i quali si sono perduti (toi`" ajpollumevnoi") perch hanno attribuito la venuta


dellAnticristo alla potenza di Satana e dei suoi menzogneri miracoli e prodigi.
Infatti, oltre a essere contraddetto da Giobbe 1 : 7-12 che di Satan fa un figlio
inviato da Dio a mettere alla prova i fedeli lassumere che nellAnticristo si vesta
Satana scalza alla base la concezione monoteistica del divino (cfr. Esodo 20 : 3).
A percepire lunit che il katevcon forma con i colpi che colpiscono per
guarire saranno pertanto solo coloro i quali, per salvarsi (eij" to; swqh` nai
aujtouv"), avranno accolto lamore della verit (th;n ajgavphn th` " ajlhqeiva" ),
sostituendo allopporre i contrari laccoglierli in amicizia.
Breve respiro deve attribuirsi anche alla riluttanza a trapassare dallopposizione allamicizia dei contrari. Chi si scandalizza leggendo, in Isaia 45 : 7, che Dio
opera il bene e crea il male, non considera che nel Genesi 3 : 22 Egli ha decretato la non eternit dellumana conoscenza del bene e del male; il che significa
che bene e male non appartengono alla sfera divina, ma sono umane e, quindi,
effimere categorie mentali.46 Perci la frase dIsaia deve leggersi nel senso per cui
chi veste il divino nellElohim che comanda di empire di noi la Terra portato
a semplificare in Dio ha creato il male la frase: Dio ha creato ci che la soggezione alle membra induce luomo a chiamare male. Ed , questa, la sola accezione compatibile con Marco 10 : 18 (cfr. p. 25) e 1 Timoteo 4 : 4 (cfr. nota 41).
Altrettanto labile la renitenza a dismettere labitudine a vedere nel nome Cristo
un concetto compiuto e nel nome Anticristo il concetto compiuto contrapposto;
non si considera che a costituire lessenza del Cristo concorrono la crocifissione e
linsieme delle entit che si coronano nel nome Anticristo. Cosicch, come i poteri accelerante e frenante concorrono a formare lunit caratterizzante i comportamenti
della Chiesa, cos lunit Cristo-Anticristo ad accostarci alla realt compendiata
nel nome Cristo. Ed appunto ci che si legge nel 2 : 6-10 di 2 Tessalonicesi : il
sostituire allopporre laccoglierli in amicizia atto che, pur non centrando la verit,
attesta lamore per la verit (th;n ajgavphn th` " ajlhqeiva"), conseguibile incalza
Paolo nel 4 : 5 di 1 Timoteo solo tramite il porsi in comunione (meta; eujcaristiva") con ci che santificato dal discorso di Dio (dia; lovgou Qeou` ).
La comunione con la Parola divina, infatti, condizionata dal nostro attribuire
nomi, dettati da una logica mono-metrica, a enti cui Dio d nomi attinenti a
una logica bi-metrica inaccessibile a menti incapaci di numerare il femminile con
unit diverse da quelle pertinenti al maschile, e la diagonale del quadrato con unit
diverse, ma altrettanto definite (i.e. razionali) di quelle che ne numerano il lato.
46 Accelerazione e freno sono categorie che Aristotele, nel Metafisica 1027b29-33, definisce cos: il
mettere assieme e il dividere stanno nel nostro pensiero e non nelle cose; sono entit diverse da quelle
che risultano propriamente tali. Entit in senso proprio la Bibbia assume essere quelle (cfr. Ezechiele
37:15-28) dello Jhwh che tiene unite nella Sua mano le trib di Efraim e Giuda, che luomo distingue e oppone, condizionandosi cos ad accedere non alla verit divina, ma solo ad amore per la verit.

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Lo conferma il 15 : 42-49 di 1 Corinzi, che fa risorgere in uomo celeste quello di polvere, sottolineando che a farsi permeare da Spirito divino un corpo . Paolo scrive:
Si semina nella corruzione, si risorge nellincorruttibilit; si semina nello squallore, si risorge nello splendore; si semina nellinfermit, si risorge nella potenza;
si semina un corpo dotato di spirito umano, risorge un corpo permeato da spirito divino (speivretai sw` ma yucikovn, ejgeivretai sw` ma pneumatikovn ). [...]. Il
primo uomo, tratto dalla polvere, polvere; il secondo uomo, invece, viene dal
Cielo. E come abbiamo portato limmagine delluomo di polvere, cos porteremo
limmagine delluomo celeste.

Rilevare che a farsi permeare da Spirito divino pur sempre un corpo involge che esso sia accolto in amicizia, dunque rispettato, dallo Spirito; consegue che
la verit quale per Dio venga modulata dalluomo in categorie vertenti su contrari che possono solo coordinarsi in amicizia anzich contrapporsi. Cosicch quando, p. es., nel 19 : 22-25 di Isaia si legge che Dio percuote gli Egizi, si deve intendere che, ad attribuire al divino colpi e guarigioni, un uomo il quale, pur se
permeato da Spirito Santo, permane un sw` ma - corpo, vincolato a maneggiare
categorie da una mente che Parmenide sottolinea peculiare del bicefalo mortale
(broto;" divkrano") condizionato dai sensi a opporre in ostili e in amiche entit
che lEraclito dei frr. 102 et 81 dove rimprovera a Pitagora di essersi fatto ajrchgo;" kopivdwn - iniziatore di scissioni dellEssere implica tutte belle per Dio.47
O ou\n oJ Qeo;" sunevzeugen, a[nqrwpo" mh; cwrizevtw - ci che Dio
aggiog insieme, uomo non separi, fa eco Cristo nel 19 : 6 di Matteo. E
a chi obietta che Mos autorizz a ripudiare la moglie, Ges risponde (ivi,
19 : 7): Mos vi permise di ripudiarla perch [dopo la cacciata da Eden]
vi siete fatti duri di cuore; in principio, per, non fu cos .
NellEden dove luomo, poich abitava con Dio, aveva pensieri divini, la
donna fu costruita su una costola tolta alluomo e venne chiamata ishshah ,
femminile di ish = uomo, per significare il suo costituire, con luomo, una sola
carne: al punto che, pur essendo ambedue nudi, non sentirono mutua vergo47 A uno stato non ancora condizionato da scissioni allude luomo ideale che gli Egizi raffiguravano nel Kam-out-f (Toro materno) e amputavano della calotta cranica, quindi della cos detta falce cervicale che si presta a far ritenere il cervello separato in due contrapposti comparti. Intendevano cos rappresentare una sorta di stato originario, al quale luomo deve mirare a ritornare.
In Le Temple dans lhomme (Paris, Dervy, 1985) SCHWALLER DE LUBICZ sprezzantemente annoverato fra i piramidioti dai cattedratici monopolizzatori dellegittologia scriveva sagacemente: La faux crnienne spare, symboliquement, la verit de lerreur le Bien du Mal et les deux labes du cerveau deviennent, du fait de cette
dualisation, le sige des inscriptions affirmatives et ngatives. [...] Si, dans la figuration de lhomme, nous sparons
symboliquement cette calotte crnienne, nous laissons subsister lHomme Divin, lHomme Adamique (Kadmon)
avant sa chute dans la Nature, car aprs sa chute il se trouvera en constante opposition (Adam mle et Eve femelle) et devra, de ce fait, natre et mourir; il ne pourra plus rien comprendre par confondement avec lUnit cratrice, mais seulement par comparaison de complments. Cadmo, nel mito, pertanto lo sposo di Armonia.

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gna finch abitarono in Eden, si legge nel 2 : 21-25 di Genesi. Conobbero di


essere nudi sguita il 3 : 7 quando i loro occhi si aprirono: quando lavere
mangiato il frutto dellalbero del bene e del male il peccato originale li
rese mortali bicefali. In Dio fa dire il Lamanna al Cardinale Cusano sidentificano tutti i distinti: Egli al di l di tutte le distinzioni.
Col promettere di far comprendere i misteri del regno dei Cieli ai discepoli (cfr. Matteo 13 : 13), Ges simpegna a svelare lamicizia che vi regna e
che, per definizione, alita nellmbito del senso che le cose hanno per Dio.
Lerrore da evitarsi consiste dunque nellindagare unessenza, quale per Dio,
in categorie umane verga e misericordia, patimenti e salvezza esistenti soltanto nella nostra mente;48 i pensieri di Dio debbono invece cercarsi nellinsieme che precede le sensazioni delle quali le categorie, come lo
scoprirsi nudi e il distinguere il male dal bene, sono filiazioni. Non ci si
accosta ai pensieri divini inquadrando lamicizia cosmica in nostre categorie
e scissioni, li si avvicina risolvendo il quesito: quale disegno divino antecedente alle categorie umane che pur traggono ragione di essere da quel
disegno convogli lazione frenante esercitata dalla Chiesa con il katevcon a
concorrere al ripudio di se stessi e del dio di questo mondo, fino a portare, secondo Cristo, al Suo ritorno.
Non ci si accosta alla realt astenendosi dal distinguere Dio dalle nostre
vestizioni temporali del divino, quindi Jhwh da Elohim per timore di farsi
servitori di due padroni; non ci si accosta alla realt affidandosi a scienze che, anzich essenze, maneggiano categorie; ci sfugge la realt se, affannandosi a scindere il male dal bene, si dimentica di distinguere il predicato dallente riferendoci al quale lo predichiamo.
Paolo, pertanto, pone laccento su questioni che si estendono al linguaggio, allo intero orizzonte scientifico-filosofico, alla globale concezione di
mondo; il che potrebbe risultare prezioso agli effetti di scoprire la consistenza della trasmutazione che fa celeste luomo di polvere.
Che luomo possa ritornare per vie traverse in Eden, come implica il 3 : 24
di Genesi (cfr. p. 30) 49 ossia che da categorie lumanit possa ascendere al
48 Dopo aver rilevato che il connettere e il distinguere stanno nel pensiero e non nelle cose (cfr.
Metafisica 1027b29-31 in nota 46), Aristotele ribadisce, nel 31-33, che un essere cos pensato altra
cosa dellessere-in-s degli enti (to; d ou{tw" o]n e{teron o]n tw` n kurivw"): infatti il pensiero a connettere e
dividere lessenza in quanto essa o qualit, o quantit o alcunch di altro (h] ga;r to; tiv ejstin h] o{ti
poio;n h] o{ti poso;n h] ei[ ti a[llo sunavptei h] diairei` hJ diavnoia).
49 A commento del 3: 22-24 di Genesi si legge invece nella Bibbia edita dalla San Paolo: il rapporto
fra Dio e luomo irrimediabilmente spezzato (dal peccato originale). Dio un estraneo, lontano e relegato nel Suo mondo; [...] luomo peccatore vaga per le lande solitarie del nostro pianeta. Lintimit con Dio
ormai demolita. Se cos fosse, come potrebbe lo spirito di Jhwh posarsi sul virgulto di Jesse (cfr. Isaia
11:1-8)? E come potrebbe Paolo dire che porteremo limmagine delluomo celeste (1 Corinzi 15:49)?

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senso divino delle cose, cos da restituirsi in intimit con Dio detto da
Paolo nel 2 : 15,16 di 1 Corinzi, dove conferma che la Chiesa ispirer sistematicamente ogni condotta e ogni assunto ai pensieri di Dio e alla logica
fondata sullamicizia dei contrari. Scrive infatti:
Luomo animato da Spirito divino [da spirito di amicizia, antecedente a
opposizioni] in grado di giudicare ogni cosa, senza poter essere giudicato
da chi non sia animato da quello Spirito: chi, infatti, pu conoscere il pensiero del Signore al punto da dirigerlo? Noi, per, abbiamo il pensiero di Cristo.

Cos scrivendo Paolo d la chiave capace di svelare la ragione di essere


di ogni assunto del Nuovo Testamento: dallinfallibilit del Sommo Pontefice 50
alle interpretazioni che, poich modulano la catechesi, verrebbe fatto di chiamare domenicali, ma che dal katevcon traggono coerenza e giustificazione.
Nellorizzonte aperto da Spirito divino, ma precluso a chi non ne sia animato, dovr dunque cercarsi anche di che rimuovere lo sconcerto provocato dal costatare che un discorso sulla sapienza concernente il senso divino
delle cose inviti la Chiesa a ritardare lavvento del Salvatore.
Pi in generale, il ribaltamento di vedute, implicato dallascendere dal dio
di questo mondo allEden che precede le contrapposizioni, richiede di mostrare, nel concreto di specifici discorsi biblici, come luomo pur non potendo
fuoruscire dal maneggiare contrari riesca tuttavia, mutando nellaccoglierli in
amicizia le loro usuali opposizioni, a perseguire per vie traverse quel ritorno in
Eden nel quale le Scritture additano il loro obiettivo: il che fa dunque consistere la missione delluomo (e del Messia fattosi uomo, quindi vincolato a dare
nomi diversi dai divini; cfr. Genesi 2 : 19) nel costruire un Eden fondato su contrari. Solo cos, daltronde, il Dio della amicizia dei contrari pu far completare dalluomo la Creazione senza compromettere la Sua giustizia (cfr. nota 37).
Anima la ricerca esperita nei punti seguenti il proposito dappurare che
il trasferirsi dal livello delluomo di polvere a quello delluomo celeste, ossia
dal livello degli infanti in Cristo a quello di coloro che mirano a parlare
in lingua a Dio, si presta a svelare il mistero per cui la Chiesa, al fine di
promuovere il ritorno del Cristo, debba spendersi a consolidare quel dio di
questo mondo 51 che Ges invita, nel 16 : 24 di Matteo, a ripudiare.
50 In quanto sono animate da amore per lo Spirito di verit (cfr. 2 Tessalonicesi 2:6-10, in p. 46),
che le accosta ai pensieri divini, le decisioni del Sommo Pontefice della Chiesa di Cristo devono ritenersi non giudicabili da chi non sia animato da quello stesso Spirito.
51 Sicch il ritardo nel ritorno del Cristo voluto, dal disegno dordine divino, per qualche fine che
dovr scoprirsi contestualmente alla rivelazione che lo convoglia verso il migliore realizzarsi della missione
del Cristo. Missione che risulterebbe turbata alla radice dallinsinuare la opposizione addirittura al livello
della dualit Anticristo-Cristo.

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3.2 LUNIT JHWH - ELOHIM

E L UNIT BIMETRICA DELL ESSERE

Bene e male mondani sembrano trovare cittadinanza solo nellmbito


in cui il divino si veste nellElohim che comanda di soggiogare la Terra
per empirla di noi e del nostro opporre i contrari; il Genesi avverte per
che una siffatta concezione del bene e del male non eterna.52
Occorre allora scoprire quale sia, nel mondo di Jhwh, lessere del bene
e del male; nel 2 : 9-15 di 1 Corinzi Paolo lo dice conoscibile solo da chi
abbandoni il sapere asservito alla mentalit usuale e ascenda a conoscenze
che, essendo improntate a Spirito Santo, appaiono follia (mwriva) a chi
resti ancorato a opposizioni dettate dalle membra.
Conoscenza siffatta appare quella addotta nel 148 : 1-14 dei Salmi, dove si
legge: Lodino Jhwh e il Suo ordine, che mai verr meno, [...] angeli ed eserciti, [...] stelle lucenti e abissi e mostri: le unit, insomma, formate da contrari.
Non si dismette lopporre le cose chiedendosi se sia corretto attribuire valenza
negativa a eserciti e mostri; peraltro certo che il Salmo 148 pu leggersi anche nel
senso dindurre a cercare quale concezione di mondo, diversa dallusuale, consenta al
Dio biblico di accogliere nel Suo ordine angeli ed eserciti, stelle lucenti e abissi,
Cielo (dove predomina medesimezza ) e Terra (incubatrice di alterit ). La Creazione risulterebbe allora fondata su equilibri di medesimezza e alterit, dunque sul
coordinarsi in amicizia di entit che la soggezione ai sensi porta luomo a opporre.53
Secondo questa lettura del Salmo 148, allora, per Jhwh non esisterebbero, primarie, le opposte unit Cielo e Terra, ma sarebbe primaria lunit, complessa
e compiuta, Cielo - e - Terra, nella quale la Terra si far a sua volta (cfr. nota 53)
unit complessa e compiuta fra uno stadio attuale, dove impera alterit, e uno
52 Che lopposizione di bene a male non sia eterna lo dice il 3 : 22 di Genesi : facciamo s che luomo e la
sua conoscenza del bene e del male non vivano in eterno; i cherubini posti a oriente di Eden (cfr. 3 : 24), per,
non ne impediscono laccesso per altre vie. Pertanto luomo dovr prima o poi ritornare a dare i nomi divini;
da creatore di un ordine antitetico al divino luomo si capovolge cos in alleato del divino e la sua libert consente di portare a compimento la Creazione sulla Terra senza coinvolgere concorso di Dio nel tarparvi lalterit.
53 Medesimezza (taujtovn) e alterit (qavteron) sono gli ingredienti che Platone chiama a formare, nel
Timeo 35a1-b2, lAnima del Mondo. Nel Metafisica 1072a9-17 Aristotele scrive: Se il cosmo, nel suo periodico
mutare, si conserva medesimo, qualcosa agir restando identico; poich vi sono genesi e corruzione, alcunch di
altro agir per un verso secondo se stesso, per altro verso secondo altro, che pu essere alcunch di ancora diverso, oppure il primo [cio medesimezza ]. Ed meglio (bevltion) che sia il primo; questo infatti, potendo causare sia il proprio moto sia laltrui, si presta a farsi causa dellessere, il Tutto, sempre variamente il medesimo.
Poich la sapienza divina poggia su equit (Proverbio 8:20), gli equilibri di Jhwh debbono realizzarsi,
per rispettare lalterit, fra diversi: non nel Cielo, p. es., ma fra Cielo (dove predomina la medesimezza che
a primavera fa rifiorire le primule) e Terra (in cui predomina lalterit, che la rende luogo di sciacalli dove
luomo viene ucciso per Te, Dio, ogni giorno - cfr. Salmo 44:20). Dicendo per che lalterit dovr farsi
essere secondo medesimezza, Aristotele implica che lattuale squilibrio della Terra venga infine compensato
da corrispondente prevalenza di medesimezza, che la allinei al Cielo. Su questa finale imposizione di medesimezza, che dovr attuarsi per opera delluomo senza coinvolgere corresponsabilit divina che sarebbe lesiva dellalterit e inficerebbe la giustizia di Dio consiste la causa finale dellunit Cielo-Terra.

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futuro, in cui prevarr medesimezza (come in Cielo), portando cos a compiersi il


Creato. Da questa unit compiuta, in quanto causa finale della Creazione, trarrebbero lessere, quale esso per Dio, le singole unit Cielo e Terra, equipollenti
per Lui (poich concorrono entrambe a rendere compiuto il Suo ordine),54 e squilibrate per luomo, indotto dalle membra a considerare regno di medesimezza il
Cielo e luogo di sciacalli (cfr. Salmo 44 : 20) la Terra perch gravata da alterit e
manchevolezze. In questa prospettiva, allora, si fa anche chiaro che alterit e medesimezza ingredienti entrambi belli per Dio, perch indispensabili per formare un
mondo si capovolgano per luomo luno in gradito, laltro in sgradito, a
seconda che le membra inducano a desiderare permanenza-di-stato o cambiamento.
Linusitato concetto di anteporre ai singoli lunit che li comprenda
entrambi esige il conio di un neologismo atto a illustrarne lessenza; lo suggerisce Aristotele nel Metafisica 1053a14-18, dove rileva che non sempre il
metro (to; mevtron) uno: con due metri [qualitativamente] diversi debbono
misurarsi diagonale e lato del quadrato e tutte le figure geometriche. Pu pertanto definirsi bimetrico un ordine che, come quello descritto in p. 47, fa
considerare unit compiuta, atta ad attestare amore per la verit, quella
costituita dal Cristo - e - Anticristo del 2 : 6-10 di 2 Tessalonicesi.
Sarebbe immediato, allora, generalizzare lentit suddetta nellunit primaria
ebraica Jhwh - Elohim adducendo che nellorizzonte di un Dio rigorosamente
monoteistico quale predicato Jhwh nel 20 : 3 di Esodo : Non avrai altro
Dio di fronte a Me deve attribuirsi a Lui la creazione di entrambe le entit
che le membra inducono luomo a opporre. Ed attribuzione, daltronde,
legittimata dal 45 : 7 dIsaia, dove Jhwh dice: Sono Io a formare la luce e a
creare la tenebra, a operare il bene e a creare il male. Senonch oggi ci si
conferisce patente di monoteismo appiattendo i distinti Jhwh ed Elohim fino
a volgere luno in attributo dellaltro si fa coralmente di Jhwh il Signore
(le Seigneur e the Lord le versioni ebraiche) , senza sentirsi peccatori
quando si considera amara la vista dei lebbrosi (cfr. Francesco dAssisi in
p. 22) e scandalosa, come il Pietro di Matteo 16 : 23, la Crocifissione. La
Bibbia porge per di che fondarla necessariamente su contesto bimetrico.
I filosofi greci, che hanno tratto il loro pensiero, come la Bibbia, dai vasi
aurei degli Egizi (cfr. Esodo 11 : 2), lo hanno tutti fondato su concezione bimetrica dellessere. Aristotele, che in De Mundo 396b basa su contrari le armonie, nel Metafisica 1072a (cfr. nota 53) adduce che il cosmo si conserva
variamente il medesimo perch concorrono a formarlo alterit e medesimezza ;
54 Unit compiuta p. es. quella in cui Jhwh, prima di unire nella Sua mano Efraim e Giuda (cfr.
Ezechiele 37: 15-28) si fa vestire negli Elohim per camminare davanti alluomo (cfr. Esodo 32:1) nelle ere
in cui deve lottare per sopravvivere. Lesegesi teme invece che si veda in Essi alcunch di duale.

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Platone dice, nel 967d4-968a1 del Leggi, che si pu diventare fermamente rispettosi del divino perch negli astri le matematiche rivelano la presenza della Mente
che governa il Tutto; Parmenide, nei frr. 8 et 9, assume che lintero compiuto
(oujlomelev") rende equipollenti [per Dio] i componenti perch n nelluno n
nellaltro vi il nulla, che luomo invece indotto, dalle membra, a implicare presente in quello dei contrari al quale attribuisce valenza negativa.
Secondo questi filosofi, le armonie, il bello e lo intero oujlomelev" sono
dunque necessariamente entit bimetriche il cui fine consiste nellaprire
alluomo lamore per la verit quale essa per Dio. Si sollecitati, allora, a indagare se anche la Bibbia porga di che scoprire il fondamento del
proprio pensiero nellorizzonte modulato da unit composite usualmente considerate posteriori ai singoli contrari, ma che si coronino invece, di necessit, in unit compiute culminanti nellunit Elohim - Jhwh (cfr. nota 54).
Frase, che non ammette senso coerente nellmbito della logica di opposizione dei contrari, quella con cui Paolo, nel 5 : 31,32 di Efesini, incita
a risolvere il mistero per cui luomo abbandona padre e madre per unirsi alla sua donna a formare con lei una sola carne. Al che aggiunge:
To; musthvrion tou` to mevga ejstivn, ejgw; de; levgw eij" Cristo;n kai; th;n ejkklhsivan - che questo sia davvero mistero grande, lo dico riferendomi al Cristo e alla Chiesa.

Al fine di mostrare che la frase pu avere senso coerente soltanto se si


assume che per Dio siano complementari e formino cos una sola carne
entit separate che le membra inducono a considerare contrarie, opportuno richiamare qui quattro capisaldi del pensiero biblico:
i ) - Causa finale delle Sacre Scritture lavvento del Messia, al quale consostanziato il trapasso dalluomo di polvere alluomo celeste
(cfr. p. 48), dunque il coronarsi in uomo nuovo, pervaso da Spirito divino, delluomo vecchio succubo delle membra (cfr. Romani 7 : 5,6).
ii ) - Genesi 1 : 4-10 fonda la Creazione sulla separazione della Terra dal
Cielo, dei mari dalla Terra, etc.: dunque su unit costituite ognuna dal
concorso di entit singole che le membra inducono a contrapporre.
iii ) - Ligio al costume antico, Paolo chiama oJ kairov" - lopportuno il
tempo cairologico, al quale lOccidente moderno ha sostituito il tempo
denaro dei meccanismi asettici di orologeria.
iv ) - Le Scritture chiamano lumanit a completare la Creazione: il Salmo
8 : 6,7 sottolinea che Iddio ha posto il Tutto sotto i piedi delluomo, fatto
di poco inferiore ai Celesti affinch porti a compimento il Creato; il che
implica, in virt di ii ), che ogni umano intervento sullordine cosmico
debba attuarsi tramite due agenti distinti, che le membra inducono a opporre luno allaltro.
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Efesini 5 : 31,32 si allinea al 13 : 10-13 di Matteo, dove Ges chiama a formare ununica carne coloro cui parla in parabole e rigorosamente distinti i
discepoli ai quali riveler i misteri dei Cieli. Oggi si crede invece perseguibile
da uno stesso individuo la Fede, gestita dalla Chiesa, e la conoscenza dei misteri, promessa da Cristo a pochi eletti: 55 come se fosse possibile ritenere nel contempo primaria lunit compiuta costituita dalla complementarit di Fede - e conoscenza che le Scritture fanno essere per Dio , e primarie le unit singole, Fede e conoscenza dei misteri, che le membra ci inducono a contrapporre.
il 2 : 6-10 di 2 Tessalonicesi (cfr. p. 46) a chiarire in quale senso Cristo e la
Sua Chiesa possano apparire in antitesi a chi opponga i contrari, ma siano complementari nellorizzonte di chi sia animato da Spirito Santo.
2 Tessalonicesi assegna alla Chiesa la funzione di frenare, tramite il katevcon, gli
eccessi di alterit con cui la Creazione equilibra, sulla Terra e in noi, il prevalere
di medesimezza nel Cielo (cfr. nota 53): eccessi che si farebbero esiziali a causa della
tendenza dellalterit, se non frenata dal katevcon, a tutto travolgere. Consegue
che specifica 2 Tessalonicesi , quando lalterit avr preso sopravvento, nonostante
il freno, fino a portare il mondo a uno stato di disordine - ajnomiva (cfr. ivi, 2 : 3,4
in p. 46) non pi sopportabile dallumanit, sar proprio lavvento del sovvertitore satanico, cio dellAnticristo, a rendere urgente il ritorno del Salvatore
[Swthvr, cfr. Luca 2 : 11], quindi il trapasso delluomo di polvere in celeste.
A tanto si approder, per, solo dopo una lunga serie di eventi, motivata
dalla opportunit che il ritorno del Figlio di Dio sulla Terra non avvenga
intempestivamente come accadrebbe se allalterit il katevcon non ponesse
freno , ma avvenga: come non accadrebbe se non fosse contrastata la tendenza della Chiesa a eternare lordine fondato su Fede, quindi a non contrastare lopposizione dei contrari, dove la Fede ha campo.
Infatti, poich funzione delluomo portare a compimento la Creazione (cf. p. 53,
iv ), occorre innanzitutto che affinch il ritorno di Ges non sia intempestivo la
scienza conquisti il diritto di partecipare al governo delle citt: al che occorso un
55 Alla lettura qui proposta di Efesini 5:31,32 un cattedratico cattolico che, forte di conoscenza catechistica delle Scritture, non sospetta lesistenza di una logica divina che ribalti gli assunti dettati alluomo dalle
membra, obietta: Che cosa significa la tesi che Paolo paventerebbe listituibilit di una qualche opposizione fra
Cristo e la Sua Chiesa? Come si pu affermare che a dare adito a opposizioni nel corpo della Chiesa sia Cristo
stesso: il capo della Chiesa, la quale dunque carne della Sua carne, sangue del Suo sangue e Sue Membra? Come
trai fuori una simile istituibilit di opposizione? Cristo genererebbe dunque opposizioni contro Se medesimo?.
Se per la relazione fra Cristo e la Chiesa dovesse risultare coerente anche agli occhi di chi oppone i contrari,
come avrebbe potuto Paolo dirla mistero grande? Col predicarla misteriosa invita pertanto verosimilmente a scoprire
quale pensiero di Dio risolva in amicizia lapparente opposizione, rendendo conciliabile ci che alla mentalit usuale
appare inconciliabile. Basate la fede non su sapienza umana, ma su potenzialit di Dio, ammonisce Paolo nel 2:5 di
1 Corinzi: i pensieri di Dio non sono i nostri e le nostre vie non sono le Sue, dice Isaia nel 55:8. Le cose divine
sono follia per chi non le accosti immedesimandosi nello Spirito di Dio, incalza Paolo in 1 Corinzi 2 : 14.

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millennio e mezzo dellera cristiana. Occorreva poi che la crisi dei fondamenti della
fisica classica portasse a formulare un principio di complementarit idoneo ad allineare il pensiero scientifico allunit bimetrica Cielo-Terra: il che avvenuto, a opera
di Niels Bohr (cfr. capitolo 5.5) solo nel secolo XX. E solamente, poi, quando il principio di complementarit avr conquistato a s cattedratici e masse ossia i detentori dei timoni culturali e politici delle citt il patrimonio tecnologico, gi oggi
posseduto in misura sufficiente dalluomo, render infine attuabile il trapasso dallevo di opposizione dei contrari allevo che li coordiner in amicizia.
Prima di allora, sar la Chiesa a garantire alle citt la fruizione di una qualche moralit, resa tuttavia sempre pi precaria dalle pulsioni che, tramite il finale avvento dellAnticristo, solleciteranno il ritorno del Cristo sulla Terra.
In quale modo quelle pulsioni si esplichino spiegato nel 6 : 9-13 di Isaia
(cfr. p. 45): Jhwh stesso a invitare i profeti a velare gli occhi del Suo popolo ma senza lasciar comprendere il perch di questo disegno divino, dice
il 6 : 9 fino a impedire, oggi, agli epigoni dellIlluminismo di vedere che,
proprio con laccanirsi a scalzare lascendente della Chiesa sulle masse, stanno
proponendosi avanguardie, sotto i vessilli dellAnticristo, del ritorno del Cristo.
Come a suo tempo lo Jhwh di Isaia le cui parole sono puntualmente trascritte nel 13 : 14,15 di Matteo Ges prevede infatti che sia proprio lottundere la
mente delle masse, fino a rendere deserte le citt e devastato e desolato il paese, a
persuadere le genti a convertirsi e guarire; saranno le guerre e il dilagare del
disordine - ajnomiva e dellimmoralit vaticina nel 24 : 6,12 di Matteo a fare oscurare il Cielo e a sconvolgere le potenze celesti fino a indurre tutte le trib della Terra
a battersi il petto e ad augurarsi di vedere il figlio delluomo venire sulle nubi del
Cielo, cos oscurato, con grande splendore (ivi, 24 : 29,30 et Daniele 7 : 13).56
Aver chiarito che, a compiere il Cristianesimo, sar lunit formata da Chiesa
e da Anticristo - Cristo, spiega perch Matteo 16 : 23 ponga alla base dei Vangeli
laffidare la Chiesa al Pietro che ha pensieri umani: atto generalizzato da Ges
nella complementarit fra il divino e lumano, implicante quella che, allElohim
nel quale si divinizzano pulsioni umane, affianca lo Jhwh nella cui mano Ezechiele
37 : 15-28 unisce le trib, ieri nemiche, di Efraim e Giuda. Vengono cos a fondarsi sulle Scritture le illazioni azzardate nella nota 53.
56 Le Scritture espongono cos le fasi attraverso cui le complementarit approdano a realizzarsi:
i) - In Giovanni 7: 8 Ges dice: Andate voi a questa festa; Io no, perch il Mio tempo non ancora
compiuto (oJ ejmo;" kairo;" ou[pw peplhvrwtai).
ii) - In 1 Corinzi 7: 29 Paolo scrive: Il tempo si fatto breve (oJ kairo;" sunestalmevno" ejstivn).
iii) - In Marco 1:15 Ges incalza: Il tempo compiuto (peplhvrwtai oJ kairov") e il regno di Dio vicino.
Sono proprio i pronipoti relativisti di Voltaire ad attestare che gi oggi il tempo (che ci separa dal ritorno
del Cristo) breve: in almeno un caso, infatti, essi centrano il vero: quando sanciscono limpossibilit di accedere a verit finch si resti succubi dellopporre i contrari. Ed ammissione che sancisce il suicidio dellIlluminismo.

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Se poi si assume che dalle unit bimetriche istitutive delle complementarit: medesimezza e alterit, uomo vecchio e uomo nuovo, Cielo e Terra,
Anticristo e Cristo, ..., Elohim e Jhwh siano modulate le cose plasmate da
Spirito Santo, alle quali accenna 1 Corinzi 2 : 9-15, si chiariscono anche le
altrimenti vaghe frasi con cui Paolo inneggia alla sapienza, divina e misteriosa, che da Dio fu preordinata, prima del presente evo, per nostra glorificazione (cfr. ivi, 2 : 7). Paolo scrive:
Le cose, che Dio ha preparato per coloro che Lo amano (toi`" ajgapwvsin aujtovn),57
Egli le rivela tramite lo Spirito (dia; tou` pneuvmato"); infatti lo Spirito a rivelare
ogni cosa, anche le profondit di Dio. [...]. Gli enti divini appaiono follia a chi si
pasce di sapere umano [allo yucikov"] perch alle cose dello Spirito di Dio (ta; tou`
pneuvmato" tou` Qeou` ) si accede solo tramite quello Spirito. Luomo sorretto da esso
giudica ogni cosa, ma non pu essere capito da chi resti alieno allo Spirito divino.

Follia (mwriva) appare in effetti, a chi ignori la divina struttura bimetrica


dellEssere, sostenere che sia lunit compiuta Anticristo-Cristo a dare conto del come
entit, opposte e inconciliabili per chi resti schiavo delle membra, concorrano pariteticamente a realizzare i disegni divini. Come ci avvenga stato mostrato nella
p. 55 ed generalizzato da Ges nel 10 : 18-21 di Marco : [Per imitare Dio, che
il solo buono], prendi la tua croce e vendi tutto ci che hai, ossia: togli il pungiglione a ci che ti affligge e dallo a ci che le membra ti fanno apparire beni.
Il solo Dio buono non si limita pertanto a significare che Egli prescinda dalla
bont dettata a noi dalle membra; il 10 : 18-21 di Marco invita a cercare in mbito bimetrico quale concezione dellEssere renda belli eventi che alla logica usuale
appaiono scandalosi, ma che non intaccano onnipotenza, unicit, etc. del Creatore.
Per la Bibbia infatti, come per Parmenide, Essere e Bene-per-Dio coincidono in
quanto in nessun anfratto dellEssere c il nulla (cfr. 1 Timoteo 4 : 4, in nota 41).
Il male nasce nelle membra, ma le unit compiute membra-Spirito e malebene implicano che le loro componenti membra e male poich traggono lessere dalle unit compiute suddette e concorrono quindi pariteticamente entrambe,
con lo Spirito e con il bene, a realizzare i disegni divini siano belle per Dio;
risultano perci inamovibili e passibili solo di essere amputate del pungiglione.58
Altro corollario del considerare verit dettate da amore per Dio le unit
57 Per coloro che Lo amano, Dio ha preparato cose che occhio non vide, n orecchio ud, n mai
entrarono in cuore di uomo, scrive Paolo nel 2:9 di 1 Corinzi, dove riporta il 64:3 di Isaia.
58 Lo conferma incisivamente il 15: 56 di 1 Corinzi, dove si legge: Pungiglione della morte lerrore e forza dellerrore la legge (to; de; kevntron tou` qanavtou hJ aJmartiva, hJ de; duvnami" th` " aJmartiva" oJ
novmo"). Morte ed errore hanno campo, infatti, solo nellmbito dellopposizione dei contrari: sorretta perci da leggi perch basata sulla gracilit della Fede. Perci, fratelli seguita Paolo fatevi stabili sopravanzando le membra con lelevarvi nellopera del Signore (givnesqe ajmetakivnhtoi perisseuvonte" ejn tw` /
e[rgw/ tou` Kurivou); ivi, 15:58.

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bimetriche: moralit-immoralit e Fede-conoscenza,59 quello che, attribuendo alla labilit della Fede il decadere della morale, induce a fondare letica
non pi su Fede e parabole, ma sulla conoscenza dei Misteri dei Cieli (cfr.
Matteo 13 : 11). Allora, poich la Chiesa ha basato la predicazione su amicizia
che non sar intaccata dal fondare su conoscenza la morale , e poich ad
amicizia dei contrari approder anche la struttura bimetrica dellEssere, lavvento delluomo nuovo porter a perseguire in uno stesso Verbo religione
e scienza, ignoranza e sapienza, vita delle membra e vita dello Spirito: con
il che si placher il pungiglione che oggi le oppone.60
Allopportunit di collegare al Mistero del ritorno di Cristo sulla Terra limpegno della Chiesa a salvaguardare la morale fondata su Fede dunque, nel linguaggio della presente ricerca, allurgenza di collegarli in una superiore unit bimetrica dalla quale le singole componenti traggano la ragione che le fa predicare
entrambe belle per Dio (cfr. 1 Timoteo 4 : 4) appaiono accostabili le frasi, che
qui trascrivo, pronunciate dal cardinale Ratzinger negli Incontri di Rimini 2004:
Tutti vedono lodierno bisogno di morale e offrono la Chiesa come garante
di moralit; nessuno [per] ha il coraggio di presentare il Mistero. Il Mistero
non accessibile, pensano; omettiamo queste cose oscure e parliamo delle comprensibili: della morale. Riducendo lannuncio cristiano alla morale, costoro estenuano la morale [attribuendole funzioni non legittimate dal fondarla su Fede].

Reintegrando nellunit morale [sorretta da Fede] - Mistero lannuncio cristiano, Ratzinger sispira al 13 : 10-13 di Matteo e perviene a conclusioni apparentabili
a quelle dellHeidegger il quale (cfr. capitolo 5.3) corona lEssere nellunit formata
da ente e mistero: nel che risorge il Cristo che persegue salvezza tramite lunit
compiuta: predicazione in parabole e rivelazione ai maqhtaiv dei Misteri celesti.
Lincontrarsi di avanguardie del pensiero odierno con il biblico non lascer
indifferenti i teorici della scienza se si mostrer che nelle Scritture prese corpo,
prima ancora che una religione, una concezione propriamente scientifica di
mondo, quale gli estensori dei testi sacri ebbero cura di testimoniare inserendovi i segreti, ma incisivi e inequivocabili indizi esposti nel capitolo 6.
La concezione di mondo egizio-ebraico-greca il cui documento finale il Libro
decimo di Euclide stata trasposta dallesegesi nellorizzonte del s o no, quindi
stata radicalmente falsata. Da qui la necessit di dedicare considerevole parte della presente ricerca a rendere accessibile alle menti occidentali la concezione di mondo antica.
59 Cfr. 4 : 12,13 di Efesini: Uomo compiuto (ajnh;r tevleio") chi scorga lunit di conoscenza del
Figlio di Dio e Fede (th;n eJnovthta th` " pivstew" kai; th` " ejpignwvsew" tou` uiJou` tou` Qeou` ): dove non
velleitario intendere anche che, da imitare, sia la conoscenza dellunit predicata dal Figlio di Dio.
60 Le quali membra continueranno, s, a esercitare la loro sacrosanta funzione cosmica, ma con pungiglione addolcito dallamicizia, quale sussistente per chi ama Dio, fra membra e Spirito.

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4 - LA

SAPIENZA CHE PAOLO DI TARSO , TRAMITE


PU AVERE ATTINTO DAGLI A NTICHI

ARISTOTELE,

PREMESSA
Nel Timeo 22b4-9 et 23a5-b5 Platone fa dire da un sacerdote egizio, al Solone
annoverato dallEllade fra i sette Savi: Voi Greci siete tutti ancora giovincelli;
non possedete conoscenze corroborate da ascolti fattisi canuti [...]. Presso di voi,
come presso gli altri popoli, [a causa del tempo cairologico, dice la Bibbia] intervengono eventi che vi fanno ritornare a raccontare storie di poco diverse da fiabe.
Dopo lEuclide in cui si coron la sapienza teorica antica ma la cui lungimiranza port anche a porre le basi, nei primi cinque Libri degli Elementi, della
scienza tecnicistica occorsero invero 22 secoli affinch la devozione alle membra portasse il giovane Occidente a dotare lumanit del patrimonio tecnologico
indispensabile allavvento delluomo nuovo; possesso che oggi fa giudicare primitivi, ai cattedratici, gli Antichi che riducevano a fiabe il sapere di Solone.
Arduo pertanto ora convincere una casta, persuasa della propria superiorit
intellettuale, che vezzo di fanciulli proiettare lo io, suggerito dalle membra, a
modulare un Tutto che, secondo la sapienza antica, invece strutturato in modo
tale che Cristo e la Sua Chiesa debbano operare luno contro laltra, mentre
Anticristo e Cristo concorrono pariteticamente a salvare lumanit (cfr. pp. 53, 55).
Di queste verit per chi ama Dio la Bibbia porge indizi esposti in modo da
non intaccare la Fede del credente; gli storici occidentali hanno falsato il sapere
antico, traducendolo in mbito oppositore dei contrari; pertanto solo il ripristinarlo nellintegrit bimetrica, cui le Scritture si sono allineate, potr persuadere i
cattedratici doggi a smettere di ritenere primitivi coloro che consideravano
Solone un favolista, perch plagiato dalle opposizioni dettate dalle membra.
Che poi il Paolo dottore della chiesa di Antiochia (cfr. Atti 13 : 1) conoscesse i testi in cui Aristotele raccolse millenni di ricerche culminate nella
scoperta della natura bimetrica dellEssere, attestato in 1 Corinzi 14 : 18,
dove scrive: io saprei parlare in lingue [filosofiche] pi di voi tutti.
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4.1 L A

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VIA MATEMATICA ALLA CONOSCENZA DI

PRINCIP

E CAUSE

LOccidente attribuisce alla matematica attitudini meramente quantitative.


Alle matematiche gli Antichi conferivano invece la potenzialit di svelare la
struttura di princip e cause; in particolare di chiarire la causa della quiete nel diverso. Ci implica lopportunit di affiancare, al genere di numero impiegato dalle tecniche, generi confacenti agli obiettivi delle scienze teoretiche e della filosofia: il che involge lintroduzione di gerarchie qualitative dunque della bellezza nel campo dei numeri.
Nel Metafisica 981a24-982a3 Aristotele addita, quale via di accesso alla sapienza concernente cause primarie e princip, la matematica teoretica che la casta
sacerdotale egizia pot elaborare perch affrancatasi da ogni cura materiale:
Il tecnico pi sapiente di chi ha solo esperienza, perch conosce le cause di
ci che fa [...]; le sensazioni, invero, non spiegano il perch delle cose [...]. perci naturale che chi scopr unarte elevandosi al di sopra delle sensazioni venisse
ammirato per la sua superiore sapienza. Quando poi le tecniche sindirizzarono a rendere agiato il vivere, furono ritenute pi sapienti le conoscenze che spaziavano al di
l delle mere necessit. Si pass infine a coltivare scienze dirette non a soddisfare
bisogni o piaceri; ci accadde l dove gli uomini erano liberi da cure materiali. Perci
le matematiche furono coordinate in scienza, per la prima volta, in Egitto, perch
col la casta sacerdotale poteva vivere negli ozi (ejkei` ga;r ajfeivqh scolavzein).
Nei Libri Etici chiarimmo la differenza fra tecnica e scienza, quindi fra i rispettivi modi di procedere;61 emerso che la sapienza concerne le cause primarie e i
princip (ta; prw` ta ai[tia kai; ta;" ajrcav"). Pertanto: se lempirico ritenuto pi
sapiente di chi ha solo sensazioni, e se pi dellempirico lo il tecnico e se il
maestro darte lo pi dellesecutore, a maggior ragione le scienze teoretiche
[quindi le matematiche coltivate da chi pu vivere negli ozi] saranno pi sapienti delle poietiche. Si conferma dunque che sapienza conoscenza di princip e
cause (hJ sofiva periv tina" ajrca;" kai; aijtiva" ejsti;n ejpisthvmh ).

In quale senso le matematiche, quindi i numeri, si prestino a farsi conoscenza di princip e cause spiegato nel 1218a15-24 dellEtica Eudemia,
che recita:
a partire da cose che tutti concordano nel ritenere beni [...] che si deve
mostrare quali [generi di] numeri consentano alla bellezza di trovarsi negli enti
non soggetti a mutazioni, perch caratterizzati da ordine e da quiete.

Non si tratta pertanto di attribuire a numeri il farsi causa di bellezza


61 Cfr. Etica Nicomachea 1140a: La tecnica concerne un produrre e, sebbene si basi su ragionamenti
veridici, verte su ci che potrebbessere anche altrimenti; la scienza invece mira alla verit-in-s, dunque a
ci che risulta necessario e che costituisce un intero. Essa pertanto si legge nel 1139b31 una e{xi"
ajpodeiktikhv: una disciplina che d dimostrazione.

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di ordine e di quiete , bens di scoprire quali generi di numeri siano


idonei a descrivere gli enti nei quali si riscontrano i caratteri peculiari di ci
che noi diciamo bello. Ribadisce questo concetto il Metafisica 1078a31-b6,
la cui frase iniziale sembra concernere coloro i quali, ritenendo che la totalit dei numeri si esaurisca nel genere adottato dalle matematiche usuali
riservate invece da Platone ai soli mercanti e costruttori (cfr. Filebo
56e7,8) escludono che questo genere monomiale di numeri possa suggerire alcunch sul bello:
Sbagliano coloro i quali [assumendo esistenti soltanto i numeri tecnicistici]
accusano le matematiche di nulla dire sul bello e sul bene; pur non nominandoli, invece, le matematiche ne parlano e ne mostrano le relazioni istitutive e
gli effetti. Supreme forme di bellezza sono commensurabilit, ordine e limposizione di limite [vettrice appunto di quiete]; le scienze matematiche mostrano
proprio queste forme (ei[dh). E poich queste supreme forme (tau` ta mevgista ei[dh)
sono causa di molti effetti, chiaro che le matematiche rendono in qualche
modo manifesta anche la causa che causa come la il bello (dh`lon o{ti levgoien a]n kai; th;n toiauvthn aijtivan th;n wJ" to; kalo;n ai[tion trovpon tinav ).62

Due risultano, secondo gli Antichi, gli alvei naturali ai quali i matematici-sacerdoti egizi si affidarono per scoprire quali generi di numeri fossero idonei a descrivere i fenomeni che testimoniano ordine e quiete.
A ) - Uno dei due mbiti costituito dai fenomeni naturali spiraliformi, i quali dalla fillotassi alle galassie conservano inalterata la forma
al variare delle dimensioni. Descrive questi fenomeni la relazione di sezione aurea.63
62 Aristotele conclude dicendo: in modo pi chiaro parleremo di queste cose altrove (ma` llon de;
gnwrivmw" ejn a[lloi" peri; aujtw` n ejrou` men). I commentatori ritengono che in nessun altro luogo Aristotele

ritorni sulla questione; credo invece che lo in modo pi chiaro rimandi allEtica Eudemia 1218a15-24 (cfr.
pag. a lato), dove spiega che non si pretende di fare del numero una causa, ma solo di scoprire quali
generi di numeri siano idonei a descrivere gli enti nei quali ordine e quiete realizzano commensurabilit e
permanenza di limite.
63 La sezione aurea f divide facendo s che la parte minore y stia alla maggiore x come questa sta
allintero x+y ; si ha perci y :x=x :(x+y). Per semplicit pongo x+y=2 , sicch y=2x ; la proporzione diventa allora (2x):x=x :2 , da cui x 2 =2(2x) et x 2 +2x4=0 .
Applicando a questa la formula x=(b+ 
b 2 4ac ):2a di soluzione della ax 2 +bx+c=0 , si ottiene:


2+ 
22 4 (4)
4+16
x= =1+=1+ 
5.
2
2

La parte minore y risulta pertanto y = 2 ( 


5 1)=3 
5 , ed sezione aurea di 
5 1 ; infatti dalla
( 
5 1)( 
5 +1)=4 si deduce che 2 :( 
5 1)=( 
5 +1):2=1,61803...= f , sicch la sezione aurea di un nume5 +1):2=1,61803... , ossia moltiplicando n per ( 
5 1):2=0,61803... ;
ro n si ottiene dividendo n per f =( 
la parte minore y appunto ( 
5 1)( 
5 1):2=(62 
5 ):2=3 
5 ; la parte minore w in cui si divide

5 1 risulta ( 
5 1)(3 
5 )=2 
5 4 , ottenibile altres come w=(3 
5 )( 
5 1):2=2 
5 4 .
Si forma cos una successione di binomiali (apotomi, in Euclide), ogni cui membro differenza fra i due
5 1):2=0,61803... il membro che lo precede.
che lo precedono ed ottenibile moltiplicando per 1: f =( 

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B ) - Un secondo mbito costituito dal comparto cosmico governato


dal sole; comparto che, secondo i Salmi, annuncia la gloria di Dio (19 : 2)
e ne proclama la giustizia (97 : 6): la quale, verosimilmente, si concreta nella
quiete nel diverso testimoniata dalle stagioni, il cui ritorno consente la vita
sulla Terra, quindi lordine, la commensurabilit e limposizione di limite,
realizzati dalla relazione matematica che riflette la quiete nel diverso testimoniata dal nostro Cielo.64
Mostro come le su esposte illazioni trovino conferma in Aristotele.

4.2 I

FENOMENI SPIRALIFORMI RICHIEDONO RAPPRESENTAZIONI BI-METRICHE

la geometria scrive Aristotele nel Metafisica ad avvertirci della struttura bimetrica della realt; le verit dischiuse dalla geometria sguita Aristotele
sono generalizzabili allintera sapienza, quando la si persegua non per fini utilitaristici a questa estranei, ma per accostarsi alla conoscenza dellEssere.
Non sempre la misura una si legge nel 1053a14-18 ; nella musica teorica, p. es., due sono i diesis 65 e lato e diagonale del quadrato si misurano con due
2 , rispettivamente]; altrettanto dicasi per tutte le figure geometriche
unit [1 e 
[...]. Lacquisizione della libera sapienza [perseguita non per utilit a questa estranee (cfr. 982b26,27)] deve sempre condurre si legge nel 983a11-23 a un
punto di vista opposto alliniziale. Tutti infatti iniziamo con il meravigliarci che le
cose stiano in un modo del quale non si sa rendere conto parlo p. es. dellincommensurabilit della diagonale ; in chi non ne abbia scoperto la causa desta
stupore costatare che qualcosa non si misuri col metro minimo. Come accade nei
casi suddetti, una volta compresi, cos si deve sempre approdare, alla fine della ricerca, a un punto di vista contrario alliniziale: nulla invero stupirebbe lesperto in
geometria pi della commensurabilit della diagonale. Si chiarita cos la natura
della scienza cercata e si appurato lo scopo della nostra indagine.
64 Se si numera con 1 il lato del quadrato, non esiste numero, commensurabile con 1 , che determini la misura della diagonale 
2 , che entit priva di limite, dunque eterogenea, rispetto allo 1 . Se invece si misura il lato con lapotome 
2 1, la diagonale risulta 2 
2 , ed congenere con 
2 1. Se poi
2 1 dalla sua diagonale 2 
2 , si ottiene (2 
2 )( 
2 1)=32 
2 , che apotome generabisi sottrae 
le anche come ( 
2 1) 2 ed congenere con 
2 1 e con 2 
2.
Il fatto che 32 
2 =( 
2 1)2, mentre 3 
5 = ( 
5 1)2 :2, indusse verosimilmente i sacerdoti-matematici
2 , il quale non implicasse intrusioegizi a indagare la possibilit di costruire un insieme di apotomi in 
ni di fattori (o divisori) monomiali e si prestasse quindi a costituire to; prw` ton mavqhma ajriqmw` n aujtw` n
ajllouj swvmata ejcovntwn - la conoscenza primaria di quei numeri incorporei costituenti un insieme compiutamente razionale, da cui Platone, nellEpinomide 990c5-8, invita a derivare la totalit dei numeri.
65 Come il diapason 2/1 risulta prodotto delle entit complementari formate dalla quarta 4/3 e
dalla quinta 3/2 la cui diversit attestata dallavere luna un numero pari, laltra un dispari al numeratore, e che sono tali che (3/2 ) (4/3 )=2 1 , cos il tono 9/8 risulta prodotto dei diesis
[(2 8 :35 ) (37 :211 )] 1=(3 2 :23 ) 1=(9/8) 1 , ossia prodotto dei diversi [(256/243) (2187/2048)] 1=(9/8) 1.

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Nulla stupirebbe lesperto in geometria pi della commensurabilit della


diagonale perch questa commensurabilit smentirebbe la natura bimetrica
della realt, che la geometria mette in chiaro volgendo in irrazionale una
delle due unit bimetriche che la nostra mente, poich mono-metrica,
non in grado di numerare entrambe con numeri definiti. La misura di
enti naturali non pu essere una perch la realt composta da essenze,
ognuna delle quali pu indagarsi solo tramite proporzioni istituite da mescolanze di entit numeriche qualitativamente diverse. Aristotele scrive nel
1092b17-23 del Metafisica :
la proporzione [a formare] lessenza (oJ ga;r lovgo" hJ oujsiva); il numero lo
di materia: di carne o di osso. Lessenza invece questo: tre parti di fuoco
e due di terra. Il numero sempre numero di qualcosa: o di fuoco, o di terra,
o di monadi. Lessenza invece proporzione di un tanto di questo e un tanto
di altro, secondo la mescolanza; il risultato non numero, ma proporzione di
mescolanza di numeri di materia o di checch di altro.

dunque lampante che la misura chiamata a descrivere essenze non


possa risultare monomiale; devessere binomiale, cos da indicare una proporzione fra entit qualitativamente diverse. Allora, siccome luomo ha mente
mono-metrica, il numero adatto a descrivere essenze ossia proporzione fra
diversi pu essere soltanto quello, binomiale, formato da appropriate mescolanze di unit cos dette razionali 1 e unit irrazionali, incommensurabili con lo 1.
Riferendosi invece al numero usuale, adottato da mercanti, costruttori e
dalle scienze tecnicistiche, e che Aristotele chiama matematico, il Metafisica
1081a19-23 dice:
Il numero matematico risulta composto da unit indifferenziate [oJ maqhmatiko;" ajriqmo;" ejx ajdiafovrwn (monavdwn)]; tutto ci che si mostra per suo tramite si connette in armonia (aJrmovttei) con queste sue propriet.

Sono propriet di enti spogliati delle qualit e ridotti a mere quantit;


in questo modo di procedere del matematico si riflette per rileva il
1061a28-b4 laccostarsi alla realt, dal quale caratterizzata lindagine
filosofica dellEssere:
Come il matematico Aristotele scrive costruisce la teoria su concetti ottenuti mediante spogliazione (ejx ajfairevsew"), in questo stesso modo accade anche
relativamente allEssere (kai; peri; to; o[n). Per indagare gli enti, il matematico li
spoglia delle qualit sensibili: leggerezza, durezza, contrari e tutte le opposizioni;
conserva cos solo quantit e continuit [...], senza curarsi di altro. [...]. La stessa cosa accade anche per lEssere (to;n aujto;n dh; trovpon e[cei kai; peri; to; o[n ).

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La frase in corsivo diventa incisiva, e costituisce allora il nocciolo di


tutta la concezione aristotelica dellEssere, soltanto se la si applica a una
spogliazione che riduca la realt bimetrica a pseudo-realt monometrica;
pseudo-realt perch se lEssere, che costituito da entit bimetriche quali
maschio-e-femmina od osso-e-carne, viene spogliato delle qualit fino a ridurre a individuo umano lo uomo-e-donna, e a materia umana losso-ecarne, si attua un mettere assieme a proposito del quale il 1027b29-33
del Metafisica avverte:
Il mettere assieme e il separare stanno nel pensiero ma non nelle cose (hJ
sumplokhv ejstin kai; hJ diaivresi" ejn dianoiva/ ajll oujk ejn toi`" pravgmasi ); lentit che cos risulta diversa dalle cose che sono tali in senso proprio (to; dou{tw"
o]n e{teron o]n tw` n kurivw" ).

Se, con Aristotele, si chiamano categorie o predicati le pseudo-realt


che stanno nel pensiero, ci non basta ancora a distinguerle dalle realt
le quali sono tali in senso proprio, ma che risultano pur sempre anchesse da noi predicate. Lo spartiacque fra i due generi di realt tracciato
nel 1028a del Metafisica, se si tiene presente che il 1092b17-23, trascritto
in p. 63, distingue lessenza dalle categorie in virt della sua struttura bimetrica, che la differenzia da pensieri ai quali se coniati da mente monometrica che, affrancandosi dal rispettare la dualit naturale osso-e-carne, le
sostituisce il genere materia organica si addicono unicamente le misure
monomiali stabilite dai numeri, composti da unit indifferenziate, dei mercanti e dei costruttori.
Di tutte le cose recita il 1028a11-15 che si predicano ( tw` n kathgoroumevnwn) relativamente allessenza e allente determinato qualit, quantit e ognuno degli altri predicati , essere primario (prw` ton o[n) il che cosa un ente
(to; tiv ejstin); il che ne rivela lessenza (th;n oujsivan). Lessenza incalza il
31-34 primaria in tutti i sensi: sia sul piano logico (kai; lovgw/), sia noeticamente (kai; gnwvsei), sia temporalmente (kai; crovnw/); nessuna categoria esiste
separatamente da alcunch di altro che la preceda, a eccezione dellessenza e di
questa soltanto.66

66 Corollario del primato attribuito dal 1028a31-34 allessenza la priorit degli apotomi rispetto ai
monomi in essi comparenti e che la mentalit usuale indurrebbe a ritenere loro elementi. Esclude tassativamente che possano pensarsi tali il 1088b2-8 del Metafisica, dove si legge che:

impossibile, pi che assurdo, fare elemento di essenza, e affermare anteriore, ci che non essenza. Le
categorie, infatti, le sono tutte posteriori. Di rimando gli elementi non sono categorie di ci di cui sono elementi (e[ti de; ta; stoicei`a ouj kathgorei`tai kaqw|n stoicei`a). Molto e poco, invece, sono categorie del numero, e lungo e corto lo sono della linea.

Nel capitolo 6 mostrer come le successioni degli apotomi che descrivono la sezione aurea e di quelli che mimano le regolarit del nostro Cielo precedano i monomi in essi comparenti.

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Altro criterio distintivo delle categorie dallessenza dato dalla comparsa di


concetti quali doppio, etc., che sono prerogativa dei numeri di unit indifferenziate e delle categorie. Il che risulta confermato dal 1082b31,32, dove si legge:
non potrebbesserci Idea se unIdea fosse contenuta in unIdea diversa, sicch
tutte le forme sarebbero parti di una (ejnupavrxei ga;r eJtevra ijdeva ejn eJtevra/, kai;
pavnta ta; ei[dh eJno;" mevrh ). N le Idee n le forme, pertanto, possono risultare
contenute le une nelle altre.67

Chi legga, con mente avvezza a parlare di contenuti di coscienza, le


frasi dove Platone divide il genere degli animali domestici privi di corna
nelle specie umana e suina, pu pensare che queste siano contenute nel
genere. Platone avverte per, nel Politico, che la bipartizione del genere
solo un mezzo per imbattersi pi facilmente in Idee, sicch ha natura predicativa. Se ne ha conferma nel Metafisica 1042a12-24:
Sebbene sotto altro punto di vista si evinca, da ci che si predica (ejk tw` n
lovgwn) che il genere pi della specie e luniversale pi dei singoli siano essenze (oujsiva" ei\nai... to; gevno" ma` llon tw` n eijdw` n kai; to; kaqovlou tw` n kaq e{kasta),
noi abbiamo assodato [nel 1028a31-34] che n luniversale n il genere sono
essenza (ou[te to; kaqovlou oujsiva ou[te to; gevno" ).68 La invece ha detto il
1002b29 ciascuna delle specie (tw` n eijdw` n e{kaston).
67 Queste esclusioni sono ignorate da chi, a Platone, fa proclamare supremi Numeri ideali lo Uno ideale, il Due ideale doppio dellUno, i primi dieci Numeri ideali contenuti nella Decade, sebbene il Metafisica
1083b1-8 avverta che pessimo fra gli errori lidentificare i Numeri delle Forme [cio delle essenze] con i
numeri matematici, perch cos signora che incalza il 987b14-18 dei matematici vi pluralit di
eguali, mentre di ciascuno dei numeri delle Forme (tw` n eijdw` n) vi un unico esemplare: il che conferma
che il Due ideale non pu contenere due Uno ideali, n pu quindi risultare doppio dellUno ideale.
68 Uno degli interpreti cui accenna la nota 67 scrive: nella gerarchia culminante nelle supreme
Metaidee, che Platone chiama a offrire la trama metafisica e la funzione regolativa dellintera realt Ideenumeri ideali della Decade, Pari e Dispari, etc. , il Genere animale, in cui si mescolano Uomo e Bue,
superiore Idea rispetto alla Specie Uomo.
Un siffatto sovvertimento del pensiero antico non imputabile a follia di un singolo: in un
Dizionario di filosofia, pubblicato con imprimatur nella seconda met del ventesimo secolo, si legge che
senza universale non possibile alcun pensiero al di l dellesperienza immediata, alcuna scienza e,
soprattutto, alcuna metafisica. Ci implica far dire ad Aristotele che metafisica e filosofia prima si fondano su realt che il 1028a31-34 predica secondarie sui piani logico, noetico e temporale!
Dellinterezza, che una sorta di unit, si parla in due modi avverte il 1023b30-36 del Metafisica ;
se forma ununit propria di ognuna delle parti, allora universale perch comprende molte cose: p. es.
uomo, cavallo, Dio in quanto viventi. Altro modo quello per cui lunit risulta dalle parti che la costituiscono [p. es. nellapotome 
5 1 (cfr. nota 63)]; in questo modo si parla soprattutto riferendosi a cose
naturali. Gli autori del Dizionario suddetto hanno, verosimilmente, letto nel Metafisica 982a8-25 che
essere sapienti in ogni cosa (to; pavnta ejpivstavsqai) possibile solo a chi possieda la scienza dellintero
(th;n kaqovlou ejpisthvmhn), che fra le cose pi ostiche da conoscersi perch concerne ci che pi
secondo interezza (ta; mavlista kaqovlou) ed conoscenza la pi lontana dalle sensazioni; allintero formato dalla struttura bimetrica degli enti naturali, essi hanno per sostituito, coerenti con lassunto del
loro Dizionario, luniversale basato sul prestarsi uomo, cavallo e Dio a esser predicati viventi!

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La specie, sottolinea dunque Aristotele, Idea in quanto essenza e


risulta entit bimetrica, numerabile con binomi (i.e. apotomi); universali e
generi non sono invece essenze perch predicano realt non naturali ma esistenti solo nella mente umana (cfr. p. 65). In relazione alla questione accennata nelle pp. 57 sgg, ad apparire ridicolo non dovrebbessere pertanto il
fatto che gli estensori delle Sacre Scritture conoscessero, tramite Aristotele,
la natura bimetrica attribuita dagli Antichi allEssere, ma il fatto che la
soggezione alle sensazioni e labitudine a opporre gli enti abbiano reso il
pensiero occidentale incapace di comprendere le pagine del Metafisica che
invitano a perseguire un discorso propriamente metafisico: inteso cio a trattare non pi, come oggi, universali e generi, bens essenze e lEssere.
Le note in p. 65 non hanno perci intenti polemici sarebbe avvilente infierire contro assunti cos seccamente smentiti dai testi ; mirano solo ad avvertire
chi cercasse, nelle correnti storie della filosofia, lumi sui pensieri qui esposti, che
vi troverebbe solo cadaveri di tesi bimetriche, stravolte in mono-metriche.
Proprio la svolta bimetrica che Heidegger con lintrodurre il mistero,
accanto allente, per accostarci allEssere invita la metafisica a compiere, permette di porre in luce labisso intercorrente fra la concezione di mondo, fondata sullassumere bimetrico lEssere, e labituale, condizionata dallopporre i
contrari. Un Aristotele ritornato in vita, forse, applicherebbe anche ad Heidegger
ci che nel Metafisica 993a15-24 scrive di Empedocle; laccostamento dei due
filosofi non appare velleitario se si considera che il medesimo trapasso, compiuto da Heidegger con lintegrare lente col mistero,69 Empedocle loperava,
secondo Aristotele, quando assumeva che losso esistesse in virt della proporzione che, individuandone la mescolanza con la carne, descrive unessenza.
La filosofia antica scrive Aristotele sembra balbettare, come quella che,
giovane, per la prima volta si applicava a questi problemi. Anche Empedocle dice
che losso esiste in virt di proporzione (tw/` lovgw/), la quale sostanza ed essenza della cosa. Occorre per dire che in virt di proporzione esistono anche la
carne e ciascuno degli enti; o tutti, o nessuno. Per proporzione, dunque, esisteranno carne-e-osso, e non per la materia, comegli dice [...]. Su ci, se altri glielo avesse suggerito, avrebbe convenuto; egli per non ne parl con chiarezza.

Spero che questo passo incrini lassunto di chi predica primitiva la


sapienza degli Antichi; in particolare confido che attutisca lo zelo con cui
alcuni teologi cercano in Heidegger, vantandosi suoi discepoli, assonanze
in base alle quali conferire nobilt noetica e dignit filosofica al pensiero
biblico. Errore basilare dei teologi hegelianizzanti e heideggerianizzanti
69 Integrare lente, per accostarci allEssere, con il mistero il quale un indeterminato assi5 (essa pure indeterminata) per formare lapotome 
5 1, idoneo a
milabile allaccoppiare allo 1 la 
misurare e descrivere la proporzione bimetrica, istitutiva della relazione di sezione aurea.

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scrive CORNELIO FABRO 70 lidentificazione dogmatica e naturalistica


del cogito con il volo e la precedenza di questo su quello, parallela e conseguenza e causa a un tempo della precedenza del pensiero sullessere, dunque dellanteporre le categorie allessenza e allEssere.71
Per accostarci al pensiero del Cristo conviene dunque affidarsi alle pagine di Aristotele concernenti la quiete nel diverso che caratterizza il nostro
Cielo visibile e, primariamente, la realt puramente intelligibile.

4.3 LOGICA

DETTATA DALLE

E LOGICA DI CHI

AMA

MEMBRA,

OPPOSITRICE DEI CONTRARI,

LA VERIT, CHE LI COORDINA AMICI

Affermare che canone costitutivo del mondo la quiete nel diverso


implica pensare bimetrico e fondato sullamicizia dei (da noi cos detti) contrari lordine cosmico. Lo conferma Aristotele nel 1072a9-17 del Metafisica :
Se il cosmo, nel suo periodico mutare, si conserva sempre il medesimo (eij dh;
to; aujto; ajei; periovdw/), qualcosa deve agire permanendo identico (dei` ti ajei; mevnein
wJsauvtw" ejnergou` n). Se per vogliono esserci genesi e corruzione (eij de; mevllei gevnesi" kai; fqora; ei\nai), alcunch di altro devesserci, il quale agisca in maniera
sempre diversa (a[llo dei` ei\nai ajei; ejnergou` n a[llw" kai; a[llw" ). dunque necessario che questo altro agisca, in un modo, secondo se stesso, in altro modo secondo altro, il quale sar quindi o diverso dal primo [cio da medesimezza ], o sar per
lappunto il primo (ajnavgkh a[ra wJdi; me;n kaqauJto; ejnergei`n wJdi; de; kata[llo: h[toi
a[ra kaq e{teron h] kata; to; prw` ton). per necessario che sia proprio il primo,
perch soltanto questo causa del movimento proprio e dellaltrui (ajnavgkh dh; kata;
tou` to: pavlin ga;r ejkei`no aujtw/` te ai[tion kajkeivnw/ ). Dunque meglio che sia il
primo, perch lo si detto causa dellessere il mondo sempre allo stesso modo (oujkou` n
bevltion to; prw` ton: kai; ga;r ai[tion h\n ejkei`no tou` ajei; wJsauvtw" ). E poich laltro
causa di alterit, entrambi sono poi, insieme, causa dellessere le cose sempre variamente le medesime (tou` da[llw" e{teron, tou` dajei; a[llw" a[mfw dhlonovti). Cos
infatti si presentano i movimenti celesti (oujkou` n ou{tw" kai; e[cousin aiJ kinhvsei").
70

CORNELIO FABRO, La svolta antropologica di Karl Rahner, cit. (in nota 32), p. 169.
La circospezione con cui la Chiesa infligge scomuniche consegue al fatto che la morale alla cui salvaguardia il katevcon la vincola al fine di far s che Cristo, alla Sua venuta, trovi ancora la Fede, ossia una Chiesa compatta (cfr. Luca 18:8) dipenda dalla perviet dei suoi articoli (cfr. Sanhedrin 22a) alla maggioranza.
Poich la donna fu creata per luomo scriveva Paolo in 1 Corinzi 11 : 5-15 , ella deve [in segno
di rispetto per lui] velarsi il capo e sua vergogna tagliare i capelli, come per luomo lasciarli crescere. Oggi la chiesa aperta a donne con capelli alla maschietta e in pantaloni, mentre invano si cercherebbero immagini del Cristo con i capelli corti. Morale valida, oggi come allora, quella seguta dalla
maggioranza, pur se questa illuminista. Anche lilluminismo, daltronde, come il dio di questo mondo,
contemplato dai disegni divini: mostri e abissi, vento di tempesta che adempie la Parola divina, lodino il Signore, perch Sua la maest sulla Terra e nei Cieli, recita il Salmo 148 : 7-13.
71

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Aristotele conclude per il discorso sul canone costitutivo del cosmo ponendo la domanda, nel 1072a18: perch debbono allora cercarsi altri princip? (tiv
ou\n a[lla" dei` zhtei`n ajrcav";). Sembra escluderli laffermazione per cui necessario che laltro, secondo il quale lalterit deve farsi essere, sia medesimezza, perch soltanto questa causa del proprio moto e dellaltrui. Aristotele introduce
tuttavia nel discorso un meglio (bevltion), che sta a significare un intervento
descrivibile mediante la categoria del migliore e che, nel contesto, chiede di essere riferito alla Mente divina. immediato allora scoprire perch nel processo debba
farsi intervenire lArtefice divino: vincolare lalterit a farsi essere secondo medesimezza implica tarparle la facolt di esplicarsi in modo sempre altro; una siffatta
menomazione a vantaggio di medesimezza sarebbe esiziale, per la giustizia dellordine cosmico, se non trovasse compensazione altrove, cos come sarebbe esiziale nel
Timeo platonico, il divino armonizzare a forza (biva/), con la natura di medesimezza,
quella, restia a mescolarsi, dellalterit . E la compensazione ha luogo nella rivalsa che lordine cosmico consente allalterit di prendersi sulla Terra, dove predomina un suo sopravvento che equilibri quello, celeste, di medesimezza.
Nel Metafisica 1092b17-23 (cfr. p. 63) Aristotele generalizza a ogni essenza il
canone addotto per le armonie celesti nel 1072a9-17; nel 1078a31-b6 (cfr. p. 61)
e nellEtica Eudemia 1218a15-24 (cfr. p. 60) indica nella matematica la scienza
pi idonea a descrivere i fenomeni che testimoniano nella quiete nel diverso il
canone dellordine cosmico. Ci introduce una matematica qualitativa, vettrice di
gerarchie axiologiche, quindi ontologiche nel quadro di una logica fondata sul
bevltion, fra i generi di numeri e fra i singoli numeri;72 gerarchie scambiate per
cabale da chi ignori lEtica Eudemia 1218a15-24 e soggiaccia al considerare
primitivi gli Antichi che si discostano dai canoni logici adottati dallOccidente.
Credo pertanto opportuno porgere alcuni chiarimenti specifici, che invitano i dissenzienti a impugnarli; in mancanza di specifiche impugnazioni,
il continuare a trincerarsi dietro la generica accusa di cabala alla matematica qualitativa antica,73 significher riconoscimento dellimpossibilit di
opporre alle presenti tesi controtesi specifiche.
72 P. es. fra gli apotomi in 
5 , axiologicamente inferiori rispetto a quelli in 
2 , ma superiori p. es.
rispetto a quelli in 
3 , che risultano privi di mordente axiologico.
73 Poich anche taluni studiosi israeliti, dispirazione progressista, si trincerano nel definire aprioristicamente cabale glindizi di matematiche qualitative che nel capitolo 6 mostrer tramandate dal Levitico, trascrivo qui
il pensiero del prestigioso teologo israeliano CHAIM ZIMMERMANN, il quale scrive in Torah and Reason (Jerusalem,
Hed Press, 1979) che alla Torah sottesa una matematica qualitativa, concernente un sapere segreto non riducibile a misticismo . Per molti secoli incalza il filosofo israeliano PAUL EIDELBERG in un articolo significativamente intitolato The Beginning of the End si guardato alle matematiche come a linguaggio autonomo. Oggi
la matematica si rivela intimamente interconnessa con la Torah. Al termine di un lungo percorso, la Torah sar
universalmente riconosciuta come lunico e autentico linguaggio, perch la si vedr incorporare una matematica
qualitativa, che abiliter lumanit a riconoscere il Vero, il Bene e il Bello, sottesi da Dio alla Creazione.

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Come anticipai nelle pp. 61, 62, la tradizione antica che nel capitolo 6.4 attester accolta e tramandata nel Levitico concreta nella succes5 , descrittiva della sezione aurea, la trasione binomiale di apotomi in 
duzione matematica della quiete nel diverso riscontrabile nella fillotassi e
negli altri fenomeni naturali spiraliformi. Unanaloga successione di apoto2 si affranca dal divisore monomiale 2 , che inquina ogni ridotmi in 
ta della sezione aurea (cfr. nota 64) e costituisce cos la base di una successione di terne binomiali, ognuna delle quali formata dai membri
( 
2 1 )n ; 
2 ( 
2 1 )n ; 2 ( 
2 1 )n (dove n = 1 ; 2 ; 3 ; 4 ; 5 ; 6 ; etc.).74
NellEpinomide 989e1-990b4 Platone applica la successione formata in tal
modo allo studio dei movimenti celesti: precisamente a mimare i numeri bimetrici divini [inaccessibili alla mente mono-metrica umana], che regolano quei
movimenti.75 LEpinomide 990c5-8 chiama le ridotte, nelle quali n = 1 ; 2 ; 4 ;
8 ; 16 ; etc., della suddetta successione a formare una sequenza che predica
primaria ( prw` ton mav q hma ) perch costituita di numeri incorporei ( ouj
swvmata ejcovntwn); formata infatti da membri collegabili fra loro esclusivamente con operazioni di elevazione alla seconda potenza, con esclusione di
somme o sottrazioni implicanti lunghezze ed enti corporei; riferendosi a questa sequenza Aristotele afferma appunto, nel 995a15-17 del Metafisica, che lesattezza matematica deve cercarsi esclusivamente in ci che non ha materia.76
Si fa chiaro, allora, che a nessun grado della gerarchia axiologica istituita
dagli Antichi fra i numeri pu attribuirsi qualifica di cabala. Fillotassi e altri
fenomeni naturali spiraliformi porgono infatti incisiva conferma allEtica Eudemia
1218a15-24 (cfr. p. 60), dove Aristotele precisa che a partire da cose, le
quali manifestano quiete nel diverso, che si deve mostrare quali numeri si prestino a descrivere questa qualit; non si tratta dunque di attribuire a numeri
propriet taumaturgiche, bens di assegnare a enti naturali il compito di svelare quali generi di numeri e quali numeri si addicano a descriverne le propriet.
74 Il Libro X degli Elementi di Euclide deve una parte non trascurabile della sua complessit al dover
mostrare che gli apotomi 2 ( 
2 1) n non risultano essere il doppio degli apotomi ( 
2 1) n , perch nascono senza implicare lesistenza degli apotomi dei quali, nella concezione matematica usuale, appaiono
doppi. Ci emerge dallo schema in pagina 368 del mio Terzo numero binomiale di Euclide, etc..
75 Epinomide 989e1-990b4: In quale modo simpari il rispetto per il divino (hJ qeosevbeia) rivelato da una scienza il cui nome sorprender chi ignori quale sapienza debba possedere il vero astronomo:
non chi si limiti a osservare il sorgere e il tramontare degli astri, [...] ma chi sappia esaminarne le evoluzioni in un modo accessibile soltanto a chi possieda una natura meravigliosa: la natura bimetrica caratterizzante gli enti-in-s, quali creati da Dio.
76 Th;n ajkribologivan th;n maqhmatikh;n oujk ejn a{pasin ajpaithtevon, ajll ejn toi`" mh; e[cousin u{lhn.
Il Libro X degli Elementi di Euclide mostra che la sequenza di terne di apotomi in 
2 , come sopra individuata, forma il solo insieme matematico compiutamente razionale [comprendente cio termini in nessuno dei quali viene meno limposizione di limite], accessibile a mente umana. Il limite invece viene
meno nella corrente sistematica dei numeri, nella quale compare lirrazionale.

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Altrettanto pu dirsi dei passaggi successivi, che rispettivamente depurano dal divisore 2 i membri della successione aurea formando una succes2 , e che poi estraggono dalla successione
sione di terne di apotomi in 
cos formata la sequenza incorporea. Il perseguire una successione di apotomi non inquinata da divisori monomiali giustificato dal fatto che i
numeri adottati da un Dio che a noi appare bimetrico, e le cui creazioni
vogliamo accostare, non contemplano numeri di entit indifferenziate, applicabili solo a categorie quali lunghezze, pesi e altri predicati di una mente
monometrica qual lumana. Nemmeno tollerano operazioni di somma, sottrazione, n concetti quali quelli di doppio, che trovano realt solo nella
mente umana e non nelle cose, avverte il Metafisica 1027b29-31, i numeri incorporei costitutivi della matematica primaria. Nei numeri delle Forme,
conferma il Metafisica 1080a23-28, le unit comprese in ciascun numero
sono associabili fra loro, ma ciascun numero non associabile con altri.
Dunque n gli apotomi celesti n quelli della sequenza primaria rappresentano virt dei numeri, bens virt degli enti descritti da quei numeri.
La propensione occidentale a ritenere cabalistici i numeri che Aristotele
giudica idonei a descrivere Forme naturali perch bimetrici come sono le
Forme e i concetti quali quiete nel diverso, osso-e-muscolo, etc. conseguenza dellaccostarci a queste entit bimetriche con mente monometrica asservita alle sensazioni di buono e cattivo e alla correlativa logica del s o
no: condizionata cio dallassumere che questa logica attinente a categorie
che, come lunghezza, velocit, peso, etc., esistono solo nella mente umana
(cfr. Metafisica 1027b29-33 in p. 64) sia la sola esperibile da menti umane.
A numerare categorie quali lunghezza, etc., chiamato, da Aristotele, il
genere di numero composto da unit indifferenziate e indiscriminatamente
associabili, che il Metafisica 1057a3,4 definisce molteplicit misurabile con
[lo] uno (plh` qo" eJni; metrhtovn ). Questo genere di numero ritenuto
naturale dallOccidente e viene definito tale, ancorch Aristotele lo destini, nel Metafisica 1092b17-23, a numerare soltanto quantit, e gli affianchi pertanto il genere di numero evocato nel 1083a31-35, dove si legge:
Se lo uno principio,77 necessario parlare come Platone parlava dei numeri: dire primarie una diade e una triade e affermare che questi numeri non sono
associabili fra loro (eij dev ejsti to; e}n ajrchv, ajnavgkh ma` llon w{sper Plavtwn
e[legen e[cein ta; peri; tou;" ajriqmouv", kai; ei\nai duavda prwvthn kai; triavda, kai;
ouj sumblhtou;" ei\nai tou;" ajriqmou;" pro;" ajllhvlou" ).
77 Principio dei numeri, non di cose, perch il numero non causa di alcunch, ma trae la sua
essenza dal genere di enti alla cui descrizione si presta (cfr. Etica Eudemia 1218a, in p. 60).

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A chiarire che cosa siano diade e triade soccorre il Metafisica 1092b1723 (cfr. p. 63), dove si afferma che lessenza consiste sempre in una proporzione fra entit qualitativamente diverse, sicch esige di essere descritta
da una coppia di numeri incommensurabili luno con laltro: da binomia2 1 (diade) e 2 
2 (triade), mescolanze
li, quali sono gli apotomi 
2 .78 Questi binorispettivamente di una e di due unit 1 con una unit 
miali, cos come le essenze che descrivono, vengono prima dei monomi:
mentre questi sono idonei a descrivere soltanto categorie, generi e universali (cfr. Metafisica 1042a12-24 in p. 65), i numeri che descrivono essenze o quiete nel diverso sono primari sottolinea il 1028a11-15 (cfr.
p. 64) kai; lovgw/ kai; gnwvsei kai; crovnw/ - sia dal punto di vista logico, sia da quello noetico, sia da quello temporale. Si ribalta cos, radicalmente, la concezione corrente che, ancorata alla logica delle categorie, antepone i monomi ai binomiali che i monomi concorrono a costituire.
Il ribaltamento di vedute, cos implicato, ha causato effetti assai pi letali dello scambiare per cabale gerarchie qualitative fra i numeri; spiega
infatti le difficolt incontrate dallOccidente nellaccostarsi alla logica bimetrica attinente alle Forme-essenze e alle correlative diade e triade. A chi
fa di Aristotele il fondatore della logica del s o no sul principio di non
contraddizione, infatti, appare follia pensare che a questa logica ritenuta
dallOccidente unica possibile egli ne abbia affiancato una contraddittoria, che capovolge sistematicamente in posteriore ci che la mentalit usuale predica anteriore.
Assurdo se considerato nellorizzonte di chi oppone i contrari, laffiancare una logica bimetrica a quella del s o no appare per coerente a
chi, accanto ai predicati delle cose lunghezza, velocit, etc. faccia esistere anche le cose nel loro essere-in-s, le quali risultano tutte, in Natura,
amiche, perch tutte create da un Dio che le accolse tutte egualmente provvidenziali (cfr. 1 Timoteo 4 : 4, in nota 41), nel suo disegno dordine bimetrico (cfr. Metafisica 1072a9-17, in nota 53).
Allora, se due sono le realt antitetiche, per chi veda le cose dal
basso della condizione umana, ma amiche per chi si elevi a contemplarle
da un punto di vista pi aderente a quello divino , due dovranno essere anche le logiche atte a predicare quelle diverse realt. Le quali si con78 La pentade 32 
2 e leptade 3 
2 4 sono altres chiamate, rispettivamente, emiolio 3/2 ed epitrito 4/3 , per significare che si esprimono anche in frazioni pi idonee a rappresentare proporzioni. Il
quadrato del 3/2 che esprime unessenza approda per, essendo quadrato di un binomio, a una frazione
il cui numeratore somma 17 dei quadrati 3 2 =9 et (2 
2 )2 =8 , e il cui denominatore 12 
2 doppio
2 =12 
2 . Da qui lopportunit di rappresentare le frazioni bimetriche esprimenti essenprodotto 2 3 2 
ze e quiete nel diverso sotto forma di apotomi, per cui (32 
2 )2 =1712 
2.

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fermano amiche, nellorizzonte divino, perch la logica predicativa, promossa dalle sensazioni e corroborata dal katevcon,79 salvaguarda la possibilit che nellorizzonte umano continuino a sussistere norme fino a quando levoluzione delle scienze linevitabile riconoscimento della natura bimetrica dellordine che concerta in amicizia gli enti naturali accompagner
la sapienza ai patimenti, quale via che conduca allavvento del regno terreno del Figlio delluomo (oJ uiJo;" tou` ajnqrwvpou). pertanto la logica
umana, fondata sulle sensazioni, a condurre come vuole il 4 : 4 di
1 Timoteo (cfr. nota 41) allavvento della logica divina delle essenze.
LOccidente ha dunque finora conosciuto un Aristotele dimezzato e
amputato della componente del suo pensiero chegli definisce lunica sapiente, perch la sola attinente alla conoscenza dellEssere,80 quale per un
Dio che prescinde da sensazioni e non oppone contrari.
La sindrome che ha impedito di accostarsi allintellezione del messaggio sapienziale del Cristo consiste dunque in quel medesimo asservimento della mente
allopposizione dei contrari, dettata dalle sensazioni, che ha reso impervio laccesso alla logica delle essenze e della quiete nel diverso; dunque quella stessa sindrome dalla quale Heidegger tenta di affrancarsi integrando la conoscenza
dellente con il mistero per superare il costituzionale nascondersi dellEssere.
Non da escludere, per, che Aristotele stesso abbia istradato sulla via che
ha portato lOccidente lontano dalla logica delle essenze. Da un lato, infatti, egli ha tramandato notizie senza le quali risulterebbe impossibile ricostruire la matematica qualitativa del Libro X degli Elementi di Euclide;81 dallaltro
79 Il Metafisica 983a11-23 (cfr. p. 62) afferma invero che la libera sapienza, perseguita cio non per utilit
estranee, deve approdare a punti di vista opposti agli iniziali, asserviti a sensazioni che, dalla sapienza concernente ci che pi secondo interezza (ossia quiete nel diverso) sono le pi lontane; infatti avverte il
982a11,12 lasservimento a sensazioni [quindi alla logica che oppone i contrari: il buono al cattivo]
a tutti comune, dunque per nulla sapiente (to; ga;r aijsqavnesqai pavntwn koinovn, dio; rJadv/ ion kai; oujde;n sofovn).
80 Il dare nomi diversi dai divini cos come sul piano teoretico presenta laspetto positivo di consentire alluomo di portare a compimento la Creazione sulla Terra senza coinvolgere responsabilit divina
nel tarparvi lalterit contempla risvolti positivi anche sul piano operativo. Categorie e qualit il
buono e il cattivo sono infatti il veicolo che, nel linguaggio biblico, riconduce in Eden per vie traverse (cfr. nota 52): avvertono se gli enti esistenti solo nella mente umana rischiano di scadere in fantasie o se concernono categorie compatibili con le essenze. Suscitano cos quella stessa azione frenante
degli eccessi di alterit (in noi e attorno a noi), che il katevcon corrobora. Ci d concretezza allamicizia dei contrari: mostra come ci che lopporli degrada in negativo presenti risvolti positivi, se viene
inquadrato nellorizzonte cosmico anzich in quello, particolaristico, condizionato dallopporre le cose.
81 Sarebbe impossibile, p. es., venire a capo del Libro X degli Elementi di Euclide, se Aristotele non
avesse precisato, nel Metafisica 1082a2-6 et 11-13, che la decade 6 4 
2 = 2 (3 2 
2 ) e la tetrade
2 
2 2=2 (
2 1) appartengono allinsieme di apotomi, del quale Euclide dimostrer poi il primato e la
natura compiutamente razionale, ma non sono composte dalle due pentadi 3 2 
2 e dalle due diadi

2 1 che nella decade e nella tetrade cpita di trovare (ejk tw` n tucousw` n pentavdwn... kai; duavdwn).
Senza questa precisazione aristotelica sarebbe impossibile pensare che Euclide possa dire primari, rispetto al moltiplicatore 2 , che raddoppia, gli apotomi che appaiono doppi di altri (cfr. anche nota 74).

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per ha fatto s che linsieme della sua opera lo dico con parole di ALDO
MAGRIS 82 si sia posto allorigine di quellapparato di concetti e di schemi
logici che potrebbe chiamarsi un aristotelismo perenne, e che divenuto larchitettura portante della cultura occidentale, la metafisica occidentale, che guida
il funzionamento del pensiero di chiunque dello scienziato, dello storico,
delluomo comune anche quando non abbia studiato la filosofia e ignori,
di Aristotele, persino il nome. In effetti soltanto la logica riservata, da
Aristotele, alle categorie e la matematica operativa che le concerne hanno portato le scienze occidentali, grazie alle conquiste tecnologiche, ad acquistare sulle
masse lascendente che consentir infine alla loro evoluzione in senso bimetrico di promuovere il ritorno del Cristo.
La transizione dalla logica delle essenze, destinata da Aristotele alla indagine sullEssere, alla logica categoriale, confacente a procedimenti dintervento operativo umano ed esperita dunque per utilit estranee alla sapienza
di chi ama la verit , emerge con incisivit da ci che GUIDO CASTELNUOVO
scrive nelle sue Lezioni di geometria analitica (Torino, Dante Alighieri, 1938):
La fine dellindirizzo dato alla geometria dai grandi geometri greci conseguenza di una veduta pi logica e sintetica delle propriet dello spazio, capace di riunire in pochi enunciati, validi senza eccezioni, le proposizioni troppo numerose e troppo speciali della geometria elementare greca. Occorreva inoltre che fossero scoperti metodi generali e uniformi [concernenti quindi generi e universali, cio categorie] per trattare i problemi geometrici. Questo spirito di generalit e uniformit, che fa difetto alla geometria greca, costituisce
il carattere principale dellalgebra [...]; la geometria analitica ha cos trasformato profondamente tutto lorganismo delle scienze matematiche.
Lo ha trasformato, dunque, privilegiandone limpostazione su categorie
che hanno reso impervio laccesso alla matematica filosofica cercata, da
Euclide, nei 114 teoremi del Libro decimo degli Elementi ; infatti, come Paolo
avverte nel 2 : 15,16 di 1 Corinzi (cfr. p. 50), mentre luomo animato da
Spirito divino [e che fonda su amicizia la concezione di mondo] in grado
di giudicare ogni cosa, chi non sia animato da quello Spirito non in
condizione di valutare il modo di vedere di chi abbia penetrato il pensiero di Cristo, fino a parlare in lingua a Dio (cfr. ivi, 14 : 26-28): le
cose divine sono follia per chi non le accosti immedesimandosi nello Spirito
di Dio, incalza il 2 : 14 della Lettera medesima (cfr. nota 55).
Opera di un folle stata considerata in effetti, dai matematici colleghi del
Castelnuovo, il Libro decimo degli Elementi di Euclide: SIMONE STEVIN lha
definito croce dei matematici; secondo BARTEL L. VAN DER WAERDEN esso
82

ALDO MAGRIS, La logica del pensiero gnostico, Brescia, Morcelliana, 1997, p. 16.

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Libro del quale sfugge lintento; ATTILIO FRAJESE lo dissolve in canto senza un
perch; per RUTH STRUIK batteria di cannoni allestita per sparare un solo
colpo contro uno spigolo di un poliedro; per WILBUR R. KNORR un disastro
pedagogico. MORRIS KLINE, infine, gli rimprovera di essere trattazione alcuni
dei cui teoremi sono dimostrati scorrettamente, mentre di altri si dimostra solo
un caso particolare o una particolare configurazione dellenunciato.83
Ho commentato il Libro decimo in Terzo numero binomiale di Euclide e terza
civilt di Ammon-Zeus, etc.; una rivista salesiana, nella recensione di altro mio saggio, ha qualificato ameno lintento di mostrare coerente e pregnante un Libro di
Euclide che tutti i commentatori giudicano claudicante e illeggibile. A questi cristiani, poich si piccano di parlare in lingua a Dio, obietto che ignorano 1 Corinzi
2 : 9-15 (cfr. p. 56): Dio ha preparato, per chi Lo ama, profondit che appaiono
follia a chi si pasce di sapere umano e resta alieno allo Spirito Santo; sola bestemmia non perdonabile quella che lede lo Spirito Santo, incalza Matteo 12 : 31,32.
83 Per accertare la pochezza dellaccusare Euclide di dimostrare solo un caso particolare di enunciati
generali il che permette anche di chiarire lequivoco che indusse Castelnuovo a definire troppo numerose e troppo speciali le proposizioni della geometria elementare greca, cui difetta spirito di generalit e
di uniformit paradigmatico il lemma 2, premesso al teorema X-29 degli Elementi; lemma che si
propone di trovare due numeri quadrati la cui somma non sia numero quadrato.
Soddisfarebbe lenunciato, fra le altre coppie di interi, il doppio del quadrato di ciascun numero; la dimostrazione del lemma introduce invece una figura numerata che limita la gamma dei numeri cercati, p. es., a cinque soli fra i primi 20660 interi [cfr. p. 314 del mio Terzo numero binomiale di Euclide e terza civilt di AmmonZeus (Firenze, Cesati, 19912)]. Ci sgomenta M. Kline; lascia per perplesso anche chi, di fronte a figure geometriche che privilegiano alcuni numeri, pensa che esse concernano essenze: i numeri concernenti unessenza,
infatti, debbono risultare determinati anche nella loro origine. Quelli contemplati dal lemma 2 discendono
invece da pluralit di ascendenti che, nellinfinito insieme formato dai numeri interi, sono anchessi infiniti.
Infiniti sono altres i numeri interi che soddisfano il lemma 1 premesso al teorema X-29; in esso
Euclide propone di trovare due numeri quadrati, r+s ed s la cui differenza r non sia numero quadrato; da questi numeri discendono apotomi di un genere le cui peculiarit sono contrarie a quelle del
genere alla cui origine stanno i numeri contemplati nel lemma 2.
Esiste per una e una sola figura numerata, capace di soddisfare entrambi i suddetti lemmi, dunque
tale da renderli amici; in essa i numeri quadrati 9 1 et 3 2 individuano, con la loro somma, il numero 18,
rispondente al lemma 2; da 18=9 2 et da 9=9 1 , se depurati del comune fattore 9 , discende lapotome

2 1 del 5 ordine (teorema X-30); a sua volta la differenza 91=8 , comparente nella figura suddetta, soddisfa il lemma 1 e determina, con la 
9 =3 et con la 
8 =2 
2 , lapotome del 1 ordine 32 
2.
I due lemmi premessi al teorema X-29 configurano pertanto una logica che, attestandosi attinente
allamicizia di contrari, fa del meglio (bevltion) il suo criterio fondante: invero lamicizia il legame che
coordina gli enti nel disegno divino; la relazione che la realizza pertanto per chi la guardi non dal
punto di vista che oppone le cose, ma persegua quel disegno tale da configurare il meglio: quella
stessa contemplata da Aristotele nel Metafisica 1072a9-17 (cfr. p. 67).
Pure il matematico che ignori Aristotele e disdegni di studiare le dimostrazioni euclidee, trova tuttavia nel lemma 2 di che evitare gli errori di Kline e Castelnuovo. Nel lemma 2 Euclide invita infatti a
sottrarre da DG la monade DE (ajfh/rhvsqw mona;" hJ DE) e vieta poi di spezzarla ( i{na mh; tmhqh/` hJ
monav"); il fatto che un geometra fissi il segmento da numerarsi con 1 e lo predichi indivisibile, attesta che la sua disciplina si fonda su una logica radicalmente sovvertitrice della usuale.
chiaro, dunque, che Castelnuovo e i citati commentatori del Libro X degli Elementi basano i giudizi non su diligenti letture dei testi, ma su preconcetto disprezzo del primitivismo dei matematici antichi, ai quali imputano errori imperdonabili a uno scolaretto delle medie inferiori.

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Dia nome il lettore al salesiano che esclude a priori che lapotome 2 


2
possa precedere ontologicamente i monomi 2 et 
2 , allorch invece:
Platone scrive (cfr. p. 28): legame il pi divino quello che unisce
2 ; Aristotele (cfr. p. 63)
entit differenti per natura, come il 2 e la 
2 ); Paolo
conferma che a formare unessenza la proporzione (p. es. 2 : 
condanna chi sostituisce la giustizia dettata dalle membra alla divina (cfr.
Romani in p. 3); Giovanni 12 : 31 rileva che: adesso vige il giudizio di
questo mondo; poi il principe di questo mondo sar scalzato; Euclide
dedica i 114 teoremi del Libro decimo allo studio degli apotomi.
Il Libro decimo, infatti, d concretezza alla matematica qualitativa, che
studiosi israeliani hanno scoperto sottesa al Levitico (cfr. cap. 6) e che (cfr.
nota 73) abiliter a riconoscere il Vero, il Bene, il Bello sottesi alla
Creazione, cos da scacciare il principe di questo mondo.
Riconoscere il Vero, il Bene, il Bello onnipervadenti la Creazione rendere operante il 4 : 4 di 1 Timoteo (cfr. nota 41) e incita a nulla spregiare, perch tutto santificato dalla parola di Dio. Redento dalla parola Sua dunque anche lopporre i
contrari gi legittimato, daltronde, dal 2 : 19 di Genesi (cfr. p. 42) , quindi il male;
renderlo compatibile con lassoluta bont e sapienza di Dio pone fine alla incompatibilit che minaccia oggi, secondo titolati teologi cattolici,84 di ridurre la Chiesa di
Cristo a terra bruciata. Se teologi della levatura del cardinale Ratzinger e di Fabro
segnalano il rischio di dissolvimento incombente sul messaggio cristiano, e se su quel
messaggio (e contro) si formata la civilt occidentale, appare urgente lavvento della
scossa auspicata da Fabro; non allora avventato pensare che la matematica sottesa
al Levitico sia stata predisposta per promuovere lazione di recupero della dottrina
di una Chiesa che altrimenti rischia, secondo Ratzinger, di affondare.
Prima di mostrare come fisica, filosofia teologica e matematica del terzo millennio promettano di ottemperare al compito loro assegnato dal katevcon, credo per
opportuno parare unobiezione opponibile alle mie tesi dai sodali di una certa
filosofia tedesca che, come accennai nella nota 11, detta legge in fatto di esegesi del pensiero antico e rimprovera al Cristianesimo di essersi lasciato asiatizzare da Paolo, a scapito di un Cristo ariano che soltanto in Giovanni avrebbe
attinto, secondo Fichte, alla originaria sua connotazione di purezza e religiosit.
84 Oggi la Chiesa scrive Cornelio Fabro in p. 311 dellopera citata fa limpressione di certi campi
dove stato mietuto il grano e poi appiccato il fuoco: distese nerastre che esalano un acre odor di bruciato [...]. Nella Chiesa, le ferite e le emorragie dello spirito lasciano sempre dietro a s un segno di angoscia, unestenuazione dellanima e una confusione di fondo, una malinconia sottile che insidiano la fiducia
e attenuano la speranza. Per riprendersi occorre una scossa folgorante dello spirito, almeno doppia rispetto
alle distruzioni: occorre soprattutto unazione di recupero, estesa a tutte le sfere della dottrina.
La veste e il volto della Tua Chiesa ci sgomentano, Signore incalza il cardinale Ratzinger nella Via
crucis dellanno 2005 . Spesso la Tua Chiesa sembra una barca in procinto di affondare.

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4.4 RAGIONE

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VUOLE CHE FRUISCA DEL RITORNO DI

ANCHE CHI IGNORA

ARISTOTELE

GES

PAOLO

Voglio dice Ges in Giovanni 21 : 22 che gli agnellini restino con noi
fino al Mio ritorno. jArnivon diminutivo di ajrhvn = agnello e pertanto significa agnellino; stupisce quindi che si traduca 85 ta; ajrniva in agnelli e si applichi il diminutivo ai ta; provbata, stravolti in pecorelle. Questo sovvertimento del
testo ha portato gli interpreti a non collegare agnellini e pecore al 21 : 18,19, dove
il Cristo alludendo a Pietro = la Chiesa nella sua giovinezza e, rispettivamente,
nella maturit distingue una concezione di mondo basata sulle sensazioni da
una che tende le mani ad adeguare i comportamenti umani allordine cosmico:
In verit, in verit ti dico, Pietro, che quando eri pi giovane ti cingevi
da solo e ti portavi dove volevi tu; quando per sarai vecchio tenderai le tue
mani e altri ti cinger e porter dove [ora] non vuoi. Gli disse cos commenta Giovanni per indicare con quale morte Egli avrebbe glorificato Iddio
(poivw/ qanavtw/ doxavsei to;n qeovn ). E detto questo gli disse: Seguimi!.

Col commentare che Ges disse cos a Pietro per indicare con quale
morte Egli avrebbe glorificato Iddio, Giovanni intende alludere, manifestamente, alla Crocifissione e dire che la glorificazione si sarebbe coronata nel
riconoscere parte integrante della Creazione anche gli eventi che la soggezione alle sensazioni induce luomo a ritenere mali. Con linvitare poi
Pietro = la Chiesa a seguirLo, Ges ribadisce il 16 : 24 di Matteo (chi vuol
venire dietro a Me, prenda la sua croce) e significa che la Chiesa della
maturit dovr infine seguirLo nel farsi cingere e guidare non pi dalle
sensazioni e dalla conseguente opposizione dei contrari, ma dalla loro amicizia: dallamicizia testimoniataci, col ritorno delle stagioni, dal nostro Cielo.86
Viene a delinearsi cos, fra il Vangelo di Giovanni e le Lettere di Paolo,
una puntuale corrispondenza che ribalta la tesi sostenuta da Fichte: glorificare
Dio nella Crocifissione del Figlio Suo, fattosi uomo, infatti celebrare quelle
che Paolo, nel 2 : 10 di 1 Corinzi, chiama le profondit di Dio e nel 2 : 14
dice apparire follia (mwriva) alluomo asservito a spirito umano (yucikov").
Prima per del finale coronarsi della missione della Chiesa in questa escatologica glorificazione di Dio ed un prima misurabile in millenni il divino rispetto per lalterit esige che, per non coinvolgere Dio nel tarparla anche
85 Cfr. p. es. ledizione dehoniana e quella, a cura della Societ Biblica Italiana, della Arnoldo
Mondadori Editore. La Societ Biblica di Ginevra traduce ajrniva in agnelli e provbata in pecore.
86 Anche con questo assunto Cristo si allinea puntualmente alla sapienza greca: Lasservimento a sensazioni comune a tutti e per nulla sapiente, afferma Aristotele nel Metafisica 982a11,12 (cfr. nota 79).
E nellEpinomide 989e1-990b4 (cfr. nota 75) si legge che sono lastronomia e la matematica, che ne
descrive le regolarit, a insegnarci il rispetto per il divino: la qeosevbeia.

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sulla Terra, vi fiorisca la Chiesa degli ajrniva - agnellini di Giovanni 21 : 15, ossia
dei nhpivoi ejn Cristw/` - infanti in Cristo, nei quali Paolo, verosimilmente, li
evoca. Ne testimone lo 1 : 17-21 di 1 Corinzi : Cristo mi ha inviato dice
ai confratelli a predicare a voi il Vangelo non in sapienza di parola [...],
perch piacque a Dio salvare, con la stoltezza della predicazione (dia; th` " mwriva" tou` khruvgmato") anche tou;" pisteuovnta": coloro che basano su fede la
loro devozione. Anche i nhpivoi ejn Cristw/` , infatti, sono parte preziosa del
disegno dordine divino, a pari titolo di coloro che ne glorificano le profondit: il regno di Dio gi in voi (hJ basileiva tou` Qeou` ejnto;" uJmw` n ejstin);
risponde Ges in Luca 17 : 21 a chi chiede quando verr il regno di Dio:
gli agnellini sono invero la necessaria incubazione di chi glorificher Iddio
celebrandone le profondit. Bovske ta; ajrniva mou - pasci gli agnellini miei ,
raccomanda Cristo a Pietro - la - Chiesa nel 21 : 15 di Giovanni : il che ribadisce e completa ci che vi si legge nel 10 : 14-16, dove Ges si professa pastore di due distinti generi di pecore, uno dei quali Egli guider per farlo diventare un solo gregge con quello nel quale ripone lanima Sua. Cristo dice:
Io sono il buon pastore (oJ poimh;n oJ kalov" ); conosco le Mie pecore e le Mie
conoscono Me (kai; ginwvskousiv me ta; ejmav). [...] Nelle [suddette] pecore pongo lanima Mia (th;n yuchvn mou tivqhmi uJpe;r tw` n probavtwn ); ho per anche altre pecore,
che non sono di questovile. Debbo guidare anche queste che, ascoltando la Mia voce,
diventeranno un unico gregge, [guidato da] un solo pastore (miva poivmnh, ei|" poimhvn).

A muovere lagire lanima; pecore nelle quali Ges pone la Sua anima sono
dunque quelle nelle quali si attua lintento che muove il Suo agire: allineare lumanit allamicizia dei contrari regnante nel nostro Cielo. Poich conoscono Ges
e, con Lui, le profondit di Dio, queste pecore riconoscono infatti, con il 4 : 4
di 1 Timoteo (cfr. nota 41), che tutto ci che stato creato da Dio buono e
nulla da spregiare, perch santificato dalla Sua Parola. Le altre pecore, non
appartenenti a questovile, sono allora, in tutta evidenza credo, gli agnellini che
la Parola di Cristo porter a formare un solo gregge con quelle dellovile.
Perverr a tanto, Ges, se convincer gli agnellini che si cingono da soli e
vanno dove li portano i loro sensi a rinnegare se stessi e a prendere la propria
croce. Affinch questo rinnegare sia incruento, occorre far intervenire il katevcon
del 2 Tessalonicesi 2 : 6-10 di Paolo (cfr. p. 46), a frenare limplosione dellajnomiva.
Smantellare gli assunti di Fichte era operazione preliminare al mostrare
che il katevcon non invenzione di Paolo, ma trova fondamento nei Vangeli;
mostrer come lo trovi nel 21 : 20-23, che Giovanni immediatamente collega al seguimi! con cui invita Pietro a glorificare Iddio accettando, come
Cristo, la croce (i.e. lamicizia dei contrari).
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Voltandosi scrive infatti Giovanni nel 21 : 20 , Pietro vede che li sta


seguendo anche il discepolo che Ges amava: quello che nellultima cena, reclinandosi sul Suo petto, gli aveva chiesto: Signore, chi colui che tradisce?.
Che il discepolo amato da Ges sia un ragazzo, lo fa gi pensare anche
il suo reclinare il capo sul petto del Maestro; lo conferma giovane che
va dove lo portano i sensi lo strano racconto che Giovanni ha fatto precedere al 21 : 18 e che qui riporto nella traduzione dehoniana.
Il giorno dopo il sabato si legge nel 20 : 1-8 di Giovanni Maria
di Magdala si rec di buon mattino al sepolcro e vide la pietra che ne
era stata rimossa. Corse allora e and da Simon Pietro e dallaltro discepolo che Ges amava, e disse loro: hanno portato via il Signore e non
sappiamo dove Lo abbiano posto. Part dunque Pietro e anche laltro discepolo e si avviarono verso il sepolcro. Correvano ambedue, ma laltro discepolo precedette Pietro nella corsa e arriv primo al sepolcro. Chinatosi, vide
le bende che giacevano distese; tuttavia non entr. Arriv poi anche Simon
Pietro, che lo seguiva, ed entr nel sepolcro; vide le bende che giacevano
distese e il sudario che era sopra il corpo; esso non stava assieme alle bende,
ma a parte, ripiegato in un angolo. Allora entr anche il discepolo che era
arrivato per primo al sepolcro e vide e credette.
Il racconto di una gara di corsa al sepolcro di Ges pu trovare legittimo spazio, in un testo sacro, solo se gli si attribuisce la funzione di chiarire che il discepolo amato da Ges e che nella corsa ha preceduto il non
pi giovane Pietro [quando eri giovane gli dice Cristo andavi dove
volevi tu] un agnellino tuttora succubo dei sensi e perci lontano dal
rinnegare se stesso e dunque indegno, secondo Pietro, di unirsi a lui nel
seguire Ges. Pertanto chi stato delegato da Ges a possedere il Suo
gregge si sente legittimato a chiedere: Signore, e costui? [che cosa ci fa
con noi?]. E Ges risponde nel 21 : 22,23:
Se voglio che egli rimanga finch Io venga (ejan; aujto;n qevlw mevnein e{w" e[rcomai), a te che cosa importa? Tu seguimi [anche in questo Mio volere]. Si sparse cos
la voce tra i fratelli sguita Giovanni che quel discepolo [ed Giovanni medesimo] non sarebbe morto. Ges per non gli aveva detto che non sarebbe morto, bens
che se Io voglio chegli rimanga [con noi] finch Io venga, a te che cosa importa?.

La tendenza ad attribuire a persone ci che i Vangeli dicono riferendosi a categorie di fedeli ed tendenza che, in sede di commento al 16 : 28
di Matteo, ha portato taluni interpreti allassurdo di collegare il ritorno di
Cristo sulla Terra alla distruzione di Gerusalemme per opera di Tito e di
Vespasiano induce Giovanni a sottolineare che il Cristo, quando ribadisce di volere che quel [giovane] discepolo rimanga con noi finch Io
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venga, non allude alla sua morte, bens agli ajrniva - agnellini del 21 : 15
del Suo Vangelo: i quali non hanno ancora teso le mani a farsi cingere da
realt esterne che li obblighino a rinnegare se stessi e lopporre i contrari,
ma che ciononostante Ges comanda a Pietro di pascere assieme alle pecore che gi hanno ripudiato il dio di questo mondo.
Il 7 : 7 di Marco afferma per che invano presta culto a Ges chi professa dottrine fondate su precetti di uomini: frase che stride contro il
21 : 15 e alla quale dovr pertanto trovarsi un significato che non escluda
gli agnellini dal venerare Cristo. Chi, sorretto dal cardinale Ratzinger,87 rifiuta di credere che Cristo abbia predicato una dottrina che opponga fede a
ragione e teologia a filosofia (cfr. p. 37), trova conforto nel costatare che
al Pietro, ancorato a concetti umani quando inorridisce al pensiero che il
Figlio di Dio debba andare a Gerusalemme per esservi crocifisso, venga affidata poi, nel 21 : 15-18 di Giovanni, la funzione di pascere tutto il gregge di Cristo: agnellini e pecore, masse incolte e minoranze forti.88
Escluderne gli agnellini striderebbe invero contro il 4 : 4 di 1 Timoteo, che
predica santificati dalla parola di Dio tutti gli enti creati, nessuno escluso; la
contraddizione, rilevata da chi opponga i contrari, si dissolve infatti se si riflette che il rinnegare se stessi, predicato nel 16 : 24 di Matteo, , s, il fine che
lumanit deve porsi per seguire il Cristo; il disegno dordine divino esige
anche per lo ho accertato nei capitoli precedenti che luomo sia stato
creato, per non coinvolgere Iddio nel tarpare lalterit anche sulla Terra, strumento egli stesso di ajnomiva - disordine, costretto dalla soggezione ai sensi a
falsare in opposizioni lamicizia dei contrari regnante nel nostro Cielo.
Il nostro falsare il fondamento divino della stabilit celeste santificato dal
consentire a Dio di essere giusto; a sua volta la soggezione ai sensi viene redenta
in quanto il male, che fa la sua comparsa nellorizzonte umano e per opera
delluomo, fa s che lumanit, per evitarlo, sia portata a porre freno al dilagare dellajnomiva - disordine, cos da consentire alle scienze teoretiche di sostituirsi a nostri
patimenti nellavviarci verso il trapassare, dallopporre i contrari, allaccoglierli in
amicizia. Questa la funzione che Paolo assegna al katevcon: ed la funzione
medesima per la quale, in Giovanni 21 : 22, Ges vuole che gli agnellini siano
accolti nel Suo gregge e vi rimangano fino alla venuta del Figlio delluomo.
87 Cfr. ci che Ratzinger scrive in Senza Radici (Milano, Mondadori, 2004, p. 115), dove si legge
che una religione valida comporter il concepire Dio non come entit mitica, ma come una possibilit
della ragione: come la Ragione che precede e rende possibile che la nostra ragione cerchi di conoscerla.
88 Si profila allora la possibilit che la risposta da darsi alla domanda del 18:8 di Luca [Ma il
Figlio delluomo, quando verr, trover sulla Terra la fede? (plh;n oJ uiJo;" tou` ajnqrwvpou ejlqw;n a\ ra
euJrhvsei th;n pivstin ejpi; th` " gh` " ;)] consista nel prevedere che, anche nellevo in cui sar raggiunta compiutezza di conoscenza (cfr. 1 Corinzi 13:12 in p. 29), sulla Terra ci sar ancora spazio per la Fede.

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5 - LO

SPONTANEO ALLINEARSI DELLE SCIENZE TEORETICHE OCCIDENTALI


ALLE FINALIT PERSEGUITE DAL KATECHON

PREMESSA
Nelle pagine 22-39 si accennato al processo di revisione critica cui
alcuni autori cristiani hanno sottoposto lopposizione dei contrari, che finora ha caratterizzato la dottrina della Chiesa, e la sua strenua difesa non
di rado ritenuta scandalosa dai potentati laici dei dogmi della Fede, tutti
fondati appunto sullopposizione di bene a male.
Nel presente capitolo cercher di mostrare come nel campo laico venga
prendendo consistenza un movimento di revisione dei fondamenti teoretici
del pensiero filosofico e scientifico che lIlluminismo ha concepito e coltivato in funzione anti-cristiana, ma le cui conclusioni convergono sostanzialmente con quelle degli autori cristiani sopra accennati.
La convergenza dei due processi di revisione di concezioni antitetiche attesta che n Fede n ragione consentono di fondare stabili statuti sullopporre i contrari; le Scritture confermano appunto che alluomo vecchio, asservito alle membra, dovr subentrare prima o poi lo uomo dal cuore nuovo,
pervaso dallo Spirito di Jhwh (cfr. Romani 7 : 5,6 et Giovanni 14 : 17).
Con le complementarit angeli-mostri e Anticristo-Cristo la Bibbia ha
indicato nella struttura bimetrica dellEssere il modello cui debbono ispirarsi
gli statuti dello uomo nuovo; il sostituire unit compiute alle opposte unit
delle singole componenti ha messo in luce (cfr. cap. 3.2) la superiorit axiologica e ontologica dellamicizia dei contrari rispetto allopporli.
Questa superiorit per inaccessibile a coloro che soggiacciono alla logica del s o no e che la Bibbia mira a far evolvere nello uomo nuovo,
ma che possono essere mossi solo da alcunch di interno alle opposizioni
cui sono asserviti.
Nel presente capitolo mostrer innanzitutto come Paolo porga di che spingere i succubi delle membra a elevarsi alla concezione bimetrica dellEssere;
esporr poi in 5.2,3,5 come alcune illustri avanguardie del pensiero filosofico
e fisico occidentale si siano gi mosse verso concezioni bimetriche dellEssere.
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5.1 IL

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TESORO

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LESSERE CHE DEVE NASCONDERSI FINCH NON SI POSSA


IL MONDO DOVE NASCOSTO (Matteo 13 : 44)

COMPRARE IL CAMPO

A tesoro di natura alquanto misteriosa accenna Esodo 13 : 18, dove si legge


che i figli dIsraele partirono armati dallEgitto. A quale genere di armi si alluda, il 3 : 21,22 lo fa dire a Dio stesso:89 far s che questo popolo trovi favore
negli occhi degli Egiziani; quando partirete non ve ne andrete a mani vuote:
ogni donna chieder alla sua ospite e alla vicina vasi dargento, vasi doro e
vesti; ne coprirete i vostri figli e le vostre figlie e cos spoglierete lEgitto .
Precisare che i figli dIsraele spogliarono lEgitto perch Dio intervenne a fare
accogliere con favore la richiesta di vasi doro, dargento e vesti implica verosimilmente che quei vasi contenessero beni spirituali. Il che corroborato anche
dalla importanza che il testo sacro attribuisce a quei tesori: tale da far ripetere il
3 : 21,22 nel 12 : 35,36 dellEsodo stesso; non si fa intervenire Iddio con tanta insistenza per ornare con qualche monile i discendenti dei fuggiaschi dallEgitto.90
La natura spirituale degli ori e argenti dellEsodo implicata daltronde da Paolo, che nel 3 : 12-14 di 1 Corinzi scrive: lopera di ciascuno sar
rivelata dal suo edificare, sul fondamento portogli da Ges, con oro, o argento, o pietre preziose, o legno, o fieno, o paglia; [...] soltanto se lopera
resister poi al fuoco si ricever mercede.91
Consente di compiere un ulteriore passo, che permetta di stabilire la natura specifica del tesoro spirituale, di cui i figli dIsraele spogliarono lEgitto,
il 13 : 44 di Matteo, dove Ges dice che:
il regno dei Cieli simile a tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo
nasconde di nuovo; poi, pieno di gioia, vende ogni avere e compra quel campo.

Il tesoro, cui Cristo allude, infatti sostanzialmente chiave di accesso


al regno dei Cieli; a giustificare il nasconderlo lopportunit che lavvento del regno dei Cieli sulla Terra non avvenga intempestivamente (cfr.
pp. 53 sgg). Mezzi messi in atto dalla Bibbia per nascondere il tesoro sono:
i ) - lo spendersi della Chiesa a porre freno, tramite il katechon (cfr. pp.
45 sgg), al dilagare dellalterit, quindi allavvento dellAnticristo e, correlativa89 Cfr. ci che Paolo scrive in Efesini 6:11,12 (cfr. nota 42): Vestitevi dellarmatura di Dio [...] per
combattere la nostra battaglia contro le potenze dominatrici di questo mondo di tenebra.
90 Esclude che vasi e vesti di cui Israele spogli lEgitto avessero natura materiale il 12:39 di Esodo,
dove si legge che per nutrirsi i figli dIsraele cossero la pasta che avevano portato in forma di schiacciate azzime, perch erano stati cacciati senza potersi attardare a procurarsi provviste per il viaggio.
91 La tradizione rabbinica si chiede invece quale fine abbiano fatto i vasi e le vesti cui allude
lEsodo: se siano stati adoperati per adornare il Tabernacolo o siano finiti a Roma, preda di guerra.

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mente, di Ges; lo 11:25 di Romani spiega: lindurire [il cuore di] una parte
dIsraele in atto fino a quando tutte le genti (to; plhvrwma tw` n ejqnw` n) saranno entrate [nel regno terreno dei Cieli].92 Vuole cos, infatti, giustizia: per
potersi servire delluomo al fine di portare a compimento la Creazione senza
implicare corresponsabilit divina nel tarpare lalterit anche sulla Terra, Dio ci
ha asservito alle membra, facendoci dare nomi diversi dai divini (cfr. Genesi
2 : 19); ci involge che Egli sia allorigine del fatto che a causa Tua, Dio, noi
siamo messi a morte tutti i giorni e trattati come pecore da macello (Salmo
44 : 23). Pertanto conclude il 44 : 27 riscattaci con la Tua misericordia,
Jhwh . Da qui lo 11 : 32 di Romani (trad. ed. San Paolo):
Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per usare a tutti misericordia
(sunevkleisen oJ Qeo;" tou;" pavnta" eij" ajpeivqeian, i{na tou;" pavnta" ejlehvsh/ ).

ii ) - Con lazione frenante, esercitata mediante il katechon, la Chiesa si allinea


allAntico Testamento: nel 9 : 25 di Romani Paolo richiama esplicitamente il 2 : 25 di
Osea, dove Jhwh afferma: Amer non amata e a non popolo Mio Io dir: tu sei
Mio popolo (cfr. nota 92). Che ci sia finalizzato a istituire il rapportarsi al divino
dello uomo nuovo di Romani 7 : 5,6 detto da Jhwh nel 6 : 5,6 di Osea : Ho colpito [i Miei figli] per mezzo dei profeti e li ho uccisi con la parola della Mia bocca perch Io voglio amore, non sacrifici, e conoscenza di Dio, non olocausti. Gli olocausti,
infatti, caratterizzano i mondi nei quali Jhwh, facendosi vestire negli Elohim, vegliava
su Israele e Giuda per demolire e abbattere, per distruggere e arrecare male 93 (cfr.
Geremia 31 : 28); alla fine di quei giorni invece afferma Jhwh in Geremia 31 : 33
stipuler con Israele unalleanza che porr la Mia legge in mezzo a loro, scritta nel
loro cuore, sicch sar per essi il loro Dio ed essi saranno il Mio popolo.
Di olocausti, finalizzati a promuovere lavvento dello uomo nuovo, ha parlato, prima di Geremia e di Osea, il 6 : 9-13 di Isaia, dove Jhwh ordina al profeta:
indurisci il cuore del Mio popolo fino a renderne invivibili le citt, cos da
indurlo a convertirsi e guarire: a ripudiare, secondo la citata profezia di Geremia,
le contrapposizioni e ad ascendere allamicizia dei contrari e alla concezione bimetrica dellEssere. Dopo di che diventa arduo astenersi dal concretare nella struttura
bimetrica della realt la concezione capace di conferire (cfr. 2 Tessalonicesi 2 : 6-10)
92 Cfr. Romani 9: 25, in cui Dio dice: Chiamer popolo Mio quello che non era Mio popolo, e
Mia diletta colei che non era la diletta. E avverr che nel luogo stesso dove fu detto loro: voi non siete
Mio popolo, l saranno chiamati figli di un Dio che d vita (uiJoi; Qeou` Zw` nto"). Ed frase che si
pu leggere allineandola alle unit compiute angeli-eserciti e Anticristo-Cristo, a significare che, per lo
uomo nuovo, concorreranno a realizzare i disegni divini anche le genti che bestemmiano Dio; saranno
chiamati figli di un Dio che d vita dunque del Dio che, accogliendo amici i nemici, Dio di verit anche coloro che sono ostili a Lui. Come i mostri e gli eserciti del Salmo 148, cantano la gloria di Dio anche gli Illuministi e i loro epigoni.
93 La frase per arrecare male si legge nelledizione curata dalla Societ Biblica Italiana.

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amore per verit che (1 Corinzi 2 : 9,10) occhio non vide e che Dio rivela
mediante il Suo pneu` ma [Spirito?] a coloro i quali Lo amano e, mossi da olocausti, si sono affrancati da servit alle membra.94
iii ) - A ispirare i profeti il Sanhedrin 22a (cfr. nota 2), che subordina la proponibilit di uninterpretazione delle Scritture al grado di maturit della maggioranza,95 conseguibile grazie a colpi che conducono a desolazione introduttiva
dellavvento dello uomo nuovo.96 Il Sanhedrin sispira, a sua volta, alla profezia
egizia di Neferty , secondo cui (cfr. nota 206) lunificazione delle Corone del
Basso e dellAlto Egitto avverr quando il sole sar coperto e cesser di splendere per noi: frase ripetuta in Matteo 24 : 29,30, che dalloscurarsi del Cielo fa
precedere il ritorno del figlio delluomo ; chiamato cos, qui, perch il ritorno
sulla Terra del Figlio di Dio sar sollecitato dagli olocausti simboleggiati nella
disponibilit di Abramo al sacrificio dIsacco e nella Crocifissione.
Secondo la sapienza egizia e Ges, dunque, il realizzarsi del tempo cairologico, propizio al trapasso dalluomo di polvere al celeste, dipende dalla maturit
delle masse, a promuovere la quale possono essere solo pulsioni interne alla logica di opposizione dei contrari, che la mostrino non pi sostenibile dallumanit.
iv ) - La struttura bimetrica dellEssere vuole per che intervenga, complementare alle suddette pulsioni, la revisione dei fondamenti del pensiero occidentale,
finora fondato sullopporre i contrari. In campo matematico, essa fa assumere pri2 , nella quale commaria la unit-compiuta formata dallentit bimetrica 2 
paiono, paritetici ed entrambi belli quali li vuole 1 Timoteo 4 : 4, i monomi 2 et

2 , antitetici invece nella logica del s o no (cfr. p. 5).
Levitico e Pentateuco evocano, con gli intervalli di scansione dellintarsio di parole
nascoste qui riprodotto in p. 153, i numeri 5 ; 8 ; 13 ; 21 ; 34 ; 49 ; 50, che permettono di ricostruire sia linsieme che Euclide mostra essere il solo razionale, sia la sequenza che attesta come la quiete nel diverso si consegua, nel sensibile, tramite i numeri
bimetrici istitutivi della sezione aurea (cfr. pp. 146-151). Lintarsio paradigmatico
delle formule brevissime in cui si compendiano vette e princip delle cose tutte 97
94 Cfr. Isaia 19: 22-25, dove si legge: Jhwh percuoter e ripercuoter gli Egizi con colpi che li convincano a costruire la strada che li unisca in amicizia allAssiria, loro tradizionale nemica.
95 Cfr. lo Insegnamento dellegizio Re Kheti (XII dinastia) al figlio: Stringi amicizia coi coetanei
[ossia con il mondo in cui dovrai vivere] e scegli sempre la strada che va nel loro verso.
96 Sanhedrin 97a: Nella generazione che vedr [poi] lavvento del Figlio di Davide, la giovent insulter i suoi anziani, i vecchi dovranno alzarsi davanti ai cadetti, la nuora si schierer contro la suocera.
La faccia di quella generazione sar come il muso di un cane: il figlio non avr pudore verso il padre
[...]. I luoghi in cui si studia diventeranno lupanari dove si insegner a prostituirsi; la scienza delle Sacre
Scritture cadr in declino: il giusto verr deriso e i timorati di Dio saranno disprezzati ed emarginati.
97 Cfr. Platone, Lettera VII 344d3-e2: ta; a[kra kai; prw` ta pavntwn ejn bracutavtoi" kei`tai. Le sommit e i fondamenti della Bibbia lo testimoniano: si compendiano infatti nello Jhwh che tiene unite nella
Sua mano, rendendole un unico legno, Giuda ed Efraim: le trib da sempre nemiche.

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conferisce dunque concretezza e incisivit allinvito di Ges a rinascondere il tesoro trovato, fino a che non si sia comprato il campo nel quale sepolto.
Il tesoro attesta infatti che lopposizione dei contrari non consostanziale
allEssere, ma evenienza dettata da membra: conclusione che le pagine seguenti mostreranno rivissuta da alcuni teoreti moderni e che attesta fattibile il comprare il campo. Le vedute di costoro sono per lontane dallavere il consenso
della maggioranza dei cattedratici; pi improbabile ancora che lo conquisti la
matematica biblica: come le masse, anche i sapienti possono essere smossi dalla
sudditanza al s o no solo grazie a pulsioni endogene al loro credo.
Paolo a porgere di che smuoverli. In 1 Timoteo 3 : 15-4 : 1 prevede che il
soffio vitale (to; pneu` ma Qeou` Zwvnto"), dal quale modulata la Creazione, vorr
che negli ultimi giorni dellattuale evo alcuni si allontanino dalla Fede. Essendo
previsto dal soffio divino, il raffreddarsi dellamore (ajgavph) annunciato anche
in Matteo 24 : 12 si deve ascrivere non ad alcunch di insito nella carne, ma a
implicazioni da essa involte, quale lopposizione fra membra e anima, che Genesi
2 : 19 afferma voluta dalla Creazione e Paolo rinnova, in 1 Corinzi, in quella fra
sarkikoiv succubi della carne (ivi, 3 : 3) e yucikoiv paladini dellanima (2 : 14).
Fra animisti e carnali dice Platone nel Sofista 246c2-4 si combatte, da
sempre, battaglia interminabile (a[pleto"); il filosofo per sguita in 249c6-d4
far suo il detto dei bimbi che, nei giochi, invocano un immobile che si muova. Al che si allinea Paolo, il quale supera lopposizione sarkikoiv - yucikoiv
nello pneumatikov" permeato da soffio divino vivificante.98
Cercare Essere e verit nel campo che oppone Spirito a carne vincola nellangusta ijdivh frovnhsi" - concezione particolaristica (cfr. Eraclito fr. 2) per cui nottola, coniglia o se pi aggrada ai cattedratici giraffa ritengono ciascuna Tutto
dellEssere quello dettato dalle proprie membra. Si condanna cos lumanit a
lacerarsi in guerre vettrici di lutti, distruzioni e orrori per i quali, forse, non lontana dal chiedere conto a saccenti che li decretano ineluttabili.
Paolo pensa che a porre fine a battaglie altrimenti interminabili basti che chi si picca
di perseguire lEssere sinchini al soffio cosmico, anzich a soggezione a membra.
98 Soffio il Genesi 1 : 2 chiama lagente mediante il quale Dio attua la Creazione. LOccidente traduce in
Spirito di Dio lebraico =rwh = rach ; tarpa cos nellmbito dove ha campo lopposizione Spirito-carne
un nome che lisraeliana Koren Publishers rende a wind from God: vento di Dio vettore, dunque, sia di tempeste, sia di giorni radiosi. Rendere il Rach ebraico in Spirito limita il messaggio biblico a quello che Paolo, in
1 Corinzi 15:42-49 (cfr. p. 48) chiama uomo di polvere che veste in Elohim il divino, precludendone la vestizione nello Jhwh, Dio delluomo celeste dal quale Ges = Jhwh salvezza attende la redenzione dellumanit.
Uomo celeste spiega 1 Corinzi 2: 11 luomo pneumatikov", pervaso dallo pneu` ma = soffio divino, che il solo in grado di conoscere ta; tou` Qeou` - le cose del Dio. Il soffio che ci anima sguita 1 Corinzi 2: 12 non lo abbiamo ricevuto dal mondo, ma da Dio per farci comprendere ci che Egli
ci ha donato: giorni di tempesta e giorni di sole, tutti egualmente belli per chi ascenda a scorgerli santificati dalla Parola di Dio (1 Timoteo 4 :4).

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5.2 INTUIZIONI

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OCCIDENTALI DELLA NATURA BIMETRICA DELLE SSERE

Nellorizzonte filosofico occidentale, dove imperano la logica del s o


no e la opposizione dei contrari, pu cogliersi solo qualche sporadico baluginio della natura bimetrica dellEssere: ancor influenzato da reminiscenze
platonico-aristoteliche e veterotestamentarie in LEIBNIZ, ma autonomo frutto
di libera revisione critica dei fondamenti monometrici del pensiero illuministico in GUIDO CALOGERO e in MARTIN HEIDEGGER.
Quando, in p. 278 dei suoi Scritti di metafisica (Torino, UTET, 1979),
LEIBNIZ afferma che nulla accade senza ragione, ossia senza che sia possibile,
a chi pervenga a conoscere in profondit le cose, indicare una ragione sufficiente a determinare perch la cosa sia accaduta cos e non altrimenti, si appoggia al Salmo 119 : 73-75, che invita appunto a conoscere gli statuti divini e
riconoscerli giusti. Sostenere che nulla accada senza ragione implicare che
tutte le opere di Dio siano fatte con sapienza (cfr. Salmo 104 : 24) ed allinearsi al Platone il quale, nel 967d4-968a1 del Leggi, afferma che nessuno
sar fermamente rispettoso del divino [...] finch non sar capace di porgere
la ragione di essere di ogni cosa che, poich , deve di perci stesso averla.
Porgere la ragione di essere di tutto ci che , dice Platone nel Politico 306c7,8,
conduce a convenire che ci che diciamo bello e siamo avvezzi a perseguire opponendo le cose in schiere nemiche, debba invece cercarsi nellinsieme dei contrari.
E nel 307d1-4 incalza: gli uomini infatti, basandosi su ci che in ciascuno congenere alluno o allaltro dei caratteri degli enti [i.e. soggiacendo a sensazioni], lodano talune qualit come amiche e considerano straniere e ostili quelle diverse; suscitano cos, fra loro e nelle cose, molte occasioni dinimicizia, su molte questioni.
Cos predicando Platone si allinea, di fatto, al Salmo 148 : 7-13 [mostri e abissi attuano la parola di Jhwh ] e al 45 : 7 di Isaia, dove si legge che Jhwh forma
la luce e crea la tenebra, opera il bene e crea il male. Al che fa eco a sua
volta Leibniz quando scrive, in p. 559 dei Saggi di teodicea :
Le deformit [il male e le tenebre] , che appaiono tali alla nostra angusta concezione di mondo, si risolvono in bellezza nel grande [i.e. nel senso che
le cose hanno per Dio - cfr. Matteo 16 : 23], dove nulla si oppone allunit di un
principio universale assolutamente perfetto; queste deformit, al contrario, accrescono lammirazione per la saggezza dellArtefice, che fa servire il male al bene pi
grande [...]. Miope sguita in p. 566 chi simbarazza di fronte alla difficolt
di ritenere costitutivi dellordine cosmico il male, lindefinito, la catastrofe. Sofferenze
e mostruosit conclude in p. 624 rientrano nellordine, ed bene assumere
che rientrino nelle regole, anche se siamo incapaci di scoprirne la conformit.

Assumere che il bello debba cercarsi nellinsieme dei contrari implica


farlo consistere nel loro equilibrio, dunque nella giusta misura che lo costi~ 86 ~

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tuisce; ci che Platone sottolinea nel 66a4-c6 del Filebo : primarie, fra
i beni cui luomo deve mirare, sono la misura, la giusta misura e la giusta opportunit (to; mevtron, to; mevtrion, kai; to; kaivrion ). E nel Timeo
46e3-6 incalza: occorre considerare e tener separati due generi di cause:
quelle che, governate da intelletto, producono bellezza e beni, da quelle che,
prive di raziocinio, compiono alla cieca ci che di volta in volta accade
[...]. Di queste cause ausiliarie ha premesso nel 46c7-d2 Iddio si serve
come di remiganti per realizzare, per quanto possibile, lIdea dellottimo.
Tuttavia i pi ritengono primarie, anzich accessorie, queste cause. Al che
Leibniz fa eco, nei citati Scritti di metafisica (vol. I), adducendo che:
lopportunit di ricorrere alle cause finali e la presenza di leggi [...] naturali,
indipendenti dal principio di necessit, costituiscono una delle prove pi efficienti
e tangibili dellesistenza di Dio, per chi sappia guardare in profondit le cose
(pp. 279-80). In un mondo dove non imperi necessit, lordine si fonda infatti su equilibri retti da giustizia: la quale altro non se non lordine e la perfezione che fanno capo a intelletti i quali scelgono il meglio (p. 230).

Giustizia e diritto sono le basi del trono di Jhwh , si legge nel Salmo 97 : 2.
E Platone ha scritto, nel 98a6-b1 del Fedone, appunto che se gli enti son ordinati da una Mente, assurdo ritenere di poter assegnare alla loro esistenza causa
diversa da questa: che il meglio, per ciascuna cosa, consista nellessere come, di
fatto, essa . In p. 67 ho trascritto il 1072a9-17 del Metafisica, dove Aristotele
concorda con Platone nel celebrare la virt del principio del bevltion.
Infine a chi, impressionato dalla situazione in cui si dibatte la realt umana,
ritiene che Iddio avrebbe potuto fare meglio, Leibniz obietta il carattere antico della sua rivisitazione filosofica. Scrive infatti in p. 65 degli Scritti citati:
Io credo che si possa trovare uninfinit di passi, delle Sacre Scritture e dei
Ss. Padri, che appoggiano la mia opinione, mentre non se ne trover alcuno a
favore dellopinione di questi moderni: opinione che, a mio modo di vedere,
sconosciuta a tutta lantichit e si fonda sulla scarsa conoscenza che noi abbiamo dellarmonia generale dellUniverso e delle ragioni nascoste della condotta di
Dio: da qui il giudizio temerario che le cose potrebbero essere migliori.

Il richiamo di Leibniz al pensiero antico biblico, in particolare caratterizza unepoca nella quale i matematici e i fisici, padri di quella che sarebbe
poi diventata la eretica scienza occidentale, vedevano nellallinearsi al pensiero
degli Antichi la miglior garanzia per la proponibilit delle loro ri-scoperte.
Gi NICOLA COPERNICO, nel suo De Revolutionibus, sottolineava di essere giunto alla concezione eliocentrica studiando gli scritti segreti degli antichi Egizi e, in particolare, le opere nascoste di Theuth; in The Harmonies
of the World, GIOVANNI KEPLERO dichiarava, con parole palesemente prese
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a prestito dal 3 : 21,22 dellEsodo, di aver formulato le leggi delle orbite planetarie rubando nei vasi aurei degli Egizi. Anche ISAAC NEWTON secondo notizie riferite dal suo scolaro DAVID GREGORY believed his natural
philosophy was most consistent with the teaching of the Egyptian Thoth,
a key element of the prisca sapientia .99
Opposto il modo di rapportarsi alla sapienza antica di coloro che Leibniz
chiama i moderni. Il brano del Castelnuovo trascritto nella pagina 73
con laffermare che ai geometri greci difettava lo spirito di generalit e
uniformit, oggi consentito dallalgebrizzazione della geometria si presta a
chiarire la differenza fra i due modi di accostarsi al pensiero antico.100
Con lo spingere i matematici moderni ad algebrizzare anche il Libro decimo degli Elementi di Euclide, lo spirito di generalit, incensato da Castelnuovo,
lo ha svilito in disastro pedagogico (cfr. p. 74), impedendo di scorgere che,
accanto alla matematica destinata agli empori e alla tettonica, gli Antichi situavano matematiche qualitative (cfr. p. 75), che Aristotele afferma idonee a
parlare del bello e le pi adatte a mostrare in che cosa esso consista: levgousi ga;r kai; deiknuvousin mavlista to; kalovn, si legge nel Metafisica 1078a34,35.
Con lelevare la matematica dei costruttori e dei mercanti a concernere numeri naturali ossia la realt in s , la matematica moderna si preclusa
laccesso allunico insieme compiutamente razionale accessibile a mente umana
[lo mostrer tale nel capitolo 6], dunque al solo insieme matematico atto a
rivelare la natura della quiete nel diverso e a mostrare come il Tutto risulti
sempre variamente il medesimo (cfr. Metafisica 1072a9-17, in p. 67).
In generale, le moderne storie della filosofia, col farsi sistematica rassegna di
autori, ognuno dei quali sembra applicarsi a inficiare le tesi dei filosofi che lhanno preceduto, distraggono dallo scorgere, negli opposti, espressioni complementari di nostri approcci a realt di per s bimetriche; impediscono cos di prendere
atto che, accanto alla logica, umana, del s o no, Platone e Aristotele situano
quella, cosmica, del meglio (cfr. Fedone 98a6-b1 in p. 87; Metafisica 1072a9-17),
che la logica coordinatrice dei contrari in amicizia. questa logica del meglio,
secondo Aristotele, a essere la sola propriamente filosofica, perch la sola lonta99 Cfr. GALE E. CHRISTIANSON, In the Presence of the Creator. Isaac Newton and his Times, London,
Ollier Macmillan, 1994. Christianson rileva che Newton mirava dichiaratamente a recuperare la sapienza, unificatrice di spirito e materia, che Mos aveva appreso dagli Egizi e che, pertanto, doveva trovarsi
seminata nei Templi e nelle opere cui i sacerdoti-astronomi dellEgitto, della Caldea e dellEllade avevano affidato il compito di tramandare le loro arcane conoscenze esoteriche.
100 Testimonia incisivamente lalterigia dei moderni labbandono, da parte di GALILEO GALILEI,
dellumilt caratterizzante laccostarsi di Copernico, Keplero, Newton ai vasi sacri, contenenti i segreti
aurei nascostivi da Theuth, e dei quali parla Keplero. Quellantica umilt stata soppiantata dalla presunzione, da parte dellautore del Saggiatore, di potersi appropriare dei pensieri di Dio tramite i triangoli e cerchi che Platone e Aristotele riservavano ai soli costruttori e mercanti.

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na dalle sensazioni (cfr. Metafisica 982a8-25 in nota 68): lunica a concernere


lEssere e a risultare compatibile con lo assumere che il mondo sia stato ordinato da una Mente onnipotente, giusta, sapiente e buona. Pensare che esso sia stato
creato opponendo i contrari implica spodestare Dio: far precedere il pensiero
umano, succubo delle sensazioni, allEssere. Cornelio Fabro conferma, in p. 73
dellopera citata, che sulla base della precedenza del pensiero sullEssere le cui
strutture non possono allora essere che strutture di coscienza, perch trovate a partire dalla coscienza lateismo inevitabile: la sola conclusione coerente.
Pi che considerarsi creato a immagine e somiglianza di Dio come vorrebbe
lo 1 : 26 di Genesi , di fatto luomo a vestire il divino in idolo somigliante a
lui.101 Oggi per chi veste il divino a nostra immagine sembra dimenticare che
il Dio del Genesi impiega sei giorni a coordinare in amicizia i da noi detti contrari e che nemmeno luomo giace inerte in un orto di contrari, ma si spende
pur se invano, per lo pi a cercare di operare su di essi per il meglio.
In Dio, invece, lOccidente ha vestito non luomo reale, bens una sorta di
asceta che proprio in virt di questo atteggiamento viene confuso, malgrado il katevcon, con la kainh; ktivsi" - creatura nuova auspicata da Paolo in 2 Corinzi 5 : 17.
Di fronte al duplice assurdo del ribaltamento del Dio, creatore delluomo,
in idolo vestito a nostra immagine ribaltamento aggravato dal dissolvere lo
stereotipo umano in fantoccio reso incapace di agire , stupisce che lOccidente
laico abbia dovuto attendere GUIDO CALOGERO per accorgersi che [cfr. la sua
Prefazione a I fondamenti della logica aristotelica (Firenze, La Nuova Italia, 1968)]:
la logica del s o no [...] da Aristotele precipita, capovolta e identica, in Hegel, e
da Hegel, nuovamente capovolta e identica, in Marx e da Marx in tutti i milioni
di cervelli marxistici contemporanei, ai quali si contrappongono altrettanti milioni di
cervelli non marxistici, ma egualmente succubi della logica e della dialettica del s e
del no [...]. Ben diversa da questa dialettica arcaica del s e del no la logica del
qualcosa, al quale si accompagna eternamente lombra dello altro [dunque la alterit ]: quella logica che poi non del pensare soltanto, ma, insieme, dellagire.
101 Fanno eccezione, ovviamente, gli Egizi, per i quali Ammon il Dio supremo era il nascosto; il
loro Kamoutef era toro materno cui sispirava luomo ideale: che era tale perch amputato della calotta cranica, sede della falce cervicale nella quale si simboleggiava la causa del nostro opporre i contrari (cfr. nota 47).
Nella raffigurazione egizia, riportata in p. 206 del mio Terzo numero binomiale di Euclide e terza civilt di
Ammon-Zeus, rappresentata la creazione delluomo: lo fabbrica il Dio-montone Khnum e gli infonde la vita la
Dea-rana Hqtet. Il far confezionare luomo da Dei subalterni denunzia la nostra lontananza dal Dio nascosto.
Nascosto anche il Dio biblico, che solo di spalle si fa vedere perfino da Mos (cfr. Esodo
33:22,23): sei tu, Jhwh, il vero Dio nascosto, Dio dIsraele, salvatore!, si legge in Isaia 45 : 15. A Jhwh,
per, il 36: 26 e il 39: 29 di Ezechiele fanno promettere: dar agli uomini cuore nuovo e spirito nuovo
[...]; non sar pi nascosto il Mio volto quando su Israele avr diffuso il Mio spirito. E nel 16:28 di
Matteo (cfr. p. 78) Ges conferma: alcuni di coloro che si saranno fatti essere cos [come chiesto nel
16:24; cfr. p. 43] non moriranno finch non avranno visto il Figlio delluomo venire nel Suo regno.

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Nella concretezza della vita il diverso, lopposto e il contrario si implicano senza escludersi e risolversi o annullarsi luno nellaltro, concorda
MICHELE FEDERICO SCIACCA nellintroduzione al suo Atto ed essere.102
Fondare sulla concretezza della vita la rinuncia alla logica del s o no assunto diverso dal basarla sulla possibile partecipazione umana allo pneu` ma - soffio divino, addotta da Paolo (cfr. nota 98): conduce quindi Sciacca ad assumere (cfr. p. 34
dello scritto citato) che la pienezza di noi, pur essendo nostra permanente e indistruttibile tendenza, non attuabile nellorizzonte umano e con le sole nostre forze.
La conclusione di Sciacca stride contro Matteo 16 : 28, Marco 9 : 13, Luca 9 : 27,
dove Ges afferma che alcuni discepoli, che Mi seguiranno nel prendere la loro
croce, non morranno finch non vedranno il Figlio delluomo [cfr. p. 84] venire nel
Suo regno (cfr. p. 78). Assumere che luomo non possa ascendere alla pienezza di
Bene che in noi frammischiata a mali e barrata da morte, ridurre il messaggio
di Cristo alla predicazione in parabole, da Lui riservata a coloro i quali vedendo
non vedono e, pur udendo, non comprendono (cfr. Matteo 13 : 13); astenersi dal
prendere atto che nel 13 : 16,17 Ges dice ai maqhtaiv: Beati i vostri occhi perch vedono e i vostri orecchi perch sentono; molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ci che vedete ed essi non videro, udire ci che udite e non udirono.
Sciacca ritiene ineluttabile quella che 2 Tessalonicesi 2 : 7 chiama la trasgressione della Legge [divina];103 gli sfugge che quando colui, nel quale vestiamo il rinnegare quella Legge, si riveler in tutta la sua potenza, allora il
Signore Ges lo distrugger con il soffio della Sua bocca (o}n oJ kuvrio" Ij hsou` "
aj n elei` tw/` pneuv m ati tou` stov m ato" auj t ou` ). 104 Soffio di Ges la Sua
Parola, la quale si legge in 1 Timoteo 4 : 3-5 per chi conosca la verit
santifica tutto ci che Iddio ha creato, nulla escluso , compreso quindi luomo.
Calogero e Sciacca provano dunque, s, lurgenza, per il filosofo, di fuoruscire dal s o no; testimoniano per anche come ci sia impossibile finch
si assuma tutto dellEssere la realt terrena. Per ascendere allEssere, dir
Heidegger, occorre portare la Terra a lottare contro un [intero] Mondo
(cfr. nota 108): contro il Cielo, dicono i Vangeli: a farsi pervadere dal soffio di Paolo. Non si fuoresce da pensieri umani prendendo atto che sulla Terra
vi sono crocifissioni; lo Spirito di Dio (to; pneu` ma tou` Qeou` ) si rivela solo
a chi scorga premeditata da Lui la crocifissione (Matteo 16 : 23).
102

MICHELE FEDERICO SCIACCA, Atto ed Essere, Milano, Marzorati, 1963, p. 27.


To; musthvrion h[dh ejnergei`tai th` " ajnomiva" - il mistero della trasgressione della Legge gi [ora]
operante, sottolinea Paolo nel 2 : 7 di 2 Tessalonicesi.
104 In p. 45, accodandomi alla tradizione, ho tradotto in Anticristo lo a[nqrwpo" th` " aJmartiva", oJ uiJo"
;
th` " ajpwleiva" - uomo iniquo, il figlio della perdizione di 2 Tessalonicesi 2 : 3,4. Per soltanto Giovanni
nomina, nelle Lettere, oJ ajntivkristo" - lanticristo; nel 4:3 di 1 Lettera scrive peraltro che ogni spirito,
che non riconosce Ges, non da Dio; e questo lo spirito dellanticristo, il quale, come avete udito, verr
e anzi gi, nel mondo. dunque creazione umana, accolta da Dio nei Suoi disegni, lo Anticristo.
103

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5.3 LA SVOLTA

DI

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HEIDEGGER

VERSO LA SCOPERTA DEL

TESORO

Se le spalle di Sciacca e di Calogero appaiono esili per reggere il compimento del disegno del Dio biblico, viene in loro soccorso M ARTIN
HEIDEGGER: I fondamenti della logica aristotelica e Atto ed essere sono infatti posteriori di pi di venti anni al Dellessenza della Verit (1943), col
quale Heidegger inizi, secondo gli storici, la svolta di pensiero che dice
p. es. Lamanna lo port a restituire alla ricerca sullessere in quanto
essere il primato che lesistenzialismo aveva assegnato alla ricerca sullesistente
umano, [rivelatosi poi] ente gettato in una situazione di fatto invalicabile
[...]: chiuso nella sua finitudine, che sospensione nel nulla, nullit di
fondamento, assenza di sostegno e di ragion dessere. In Dellessenza della
verit 105 si legge infatti che:
lo smisurato oblio dellumanit insiste nellassicurare se stessa
con quel praticabile che di volta in volta le risulta accessibile.

Praticabile immediatamente accessibile nella quotidianit quello rivelato dalle sensazioni, le quali spingono a opporre le cose in buone e in
cattive; da qui, verosimilmente, il ripudio calogero-sciacchiano della logica del s o no.
Di oblio dellumanit Heidegger parla alludendo allallontanamento dal
mistero dellEssere per volgersi alla realt che pi ci praticabile. E riferendosi appunto a questo mistero Lamanna conclude la sua disamina scrivendo:
Poich lEssere in quanto Essere nascondimento, il metter fuori gioco questo nascondimento significa un oblio dellEssere e, quindi, un andar errando da
un ente allaltro nella dimenticanza del mistero dellEssere; significa essere in mezzo
agli enti scambiandoli per Essere. [...] La metafisica pretende risolvere il problema rimanendo sul piano dellente, e questa illusione [...]. Come per lillusione metafisica si origina nellordine necessario dellessere, cos in questo medesimo ordine rientra il superamento della metafisica, che Heidegger preannuncia,
pur nella impossibilit di predeterminarne la via.

Il Lamanna non si accorge di aver tracciato egli stesso la via che imputa ad Heidegger di non aver saputo predeterminare. Ordine necessario dellessere, che quindi deve farsi oggetto della nuova metafisica, infatti dice
Lamanna quello che si estrinseca sia nella illusoria metafisica che scambia per Essere gli enti, sia in una metafisica che integri lente con leccedenza che lo differenzia dallEssere. Metafisica dellEssere allora quella che con105

Cfr. in Segnavia : Dellessenza della Verit, Milano, Adelphi, 1994 3, p. 151.

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templa sia la illusoria, sia il suo superamento; dunque la metafisica che


accoglie in amicizia entit che loccidentale assume contrarie e contrappone.106
A testimoniare poi che questa metafisica dellEssere possa essere stata
implicata anche da Heidegger, contribuisce ci che si legge nella sua Lettera
sullumanismo,107 pubblicata nel 1947 e citata dal Lamanna:
Con laiuto della logica tanto invocata [i.e. della logica del s o no, che
oppone i contrari] e della ratio, si crede che ci che non positivo sia negativo; che pratichi un rifiuto della ragione e meriti perci il marchio della riprovazione. Si tanto imbevuti di logica che tutto ci che contraddice labituale
sonnolenza dellopinare viene computato come opposizione da rifiutare.

Un brano dei Beitrge zur Philosophie 108 basta a escludere che Heidegger
possa aver accusato di sonnolenza ventitr secoli di metafisica grecooccidentale senza avere predeterminato laltra metafisica in quella che cessa
di considerare negativo tutto ci che non positivo.
Questa piana illazione trova conferma in p. 185 dei Beitrge, dove si legge:
Nel primo inizio [ed quello cui allude il brano in nota 108] la verit,
in quanto disvelamento, un carattere dellente come tale; qui, in seguito al
mutarsi della verit in esattezza della proposizione [logica], la verit diviene una
determinazione dellente in quanto divenuto ci che oggettivo [dando cos
luogo alle degenerazioni descritte nella nota suddetta]. [...] Nello altro inizio
[quello aperto dalla svolta], la verit viene invece conosciuta e fondata come
verit dellessere, che , esso stesso, essere della verit, ossia come levento che si
svolge in s (das in sich kehrige Ereignis).

Il cos detto primo inizio, in quanto carattere dellente ossia di alcunch di diverso dallEssere non dunque propriamente inizio di essere;
invece inizio dellessere lo altro inizio in virt del quale la verit viene conosciuta e fondata assumendo sua fonte tutto lessere, che si conferma essere,
106 A differenza di Calogero e di Sciacca, il Lamanna non legge dunque, nelle due righe di Della
essenza della verit trascritte nella p. 91, che il praticabile di volta in volta accessibile lopposizione
dei contrari indotta dallasservimento della mente alle sensazioni.
107 Lettera sullumanismo, in Segnavia, Milano, Adelphi, 1994 3, pp. 299-300.
108 Beitrge zur Philosophie. (Vom Ereignis ) [i.e. Contributi alla filosofia. (Dallevento)], a cura di
F.-W. von Herrmann, in Gesamtausgabe [op. complete] vol. 65, Frankfurt a. M., 1989. Nella p. 277 si
legge [tr. parz. di UMBERTO REGINA in Servire lessere con Heidegger, Brescia, Morcelliana, 1995]:
La natura era una volta il luogo dellattimo della venuta e del soggiorno degli Dei; in quel tempo
essa, ancora fuvsi", si collocava nellazione essenziale dellEssere stesso [perch i greci presocratici lammantavano, secondo Heidegger, di mistero: cfr. il fuvsi" kruvptesqai filei` - la Natura ama nascondersi di
Eraclito]. Da allora essa divenne anzitutto un ente e poi lopposto della Grazia, e dopo questa degradazione essa fu estrapolata e costretta a entrare nel calcolo della tecnocrazia e delleconomia. Infine restava
il paesaggio [i.e. lambiente] e loccasione per ricrearsi; ma ora questo viene ingigantito con il calcolo e
indirizzato alle masse. E dopo? dunque questa la fine? Perch in questa distruzione la Terra tace?.

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cos, levento nel quale si svolge 109 la verit. Questa sembra prestarsi, perci, a essere intesa come amicizia dei [da noi usualmente detti] contrari.
In amicizia infatti accolta, in Matteo 16 : 23 (cfr. p. 43), la Crocifissione; appare per alquanto ostico accogliere in amicizia il Giuda traditore, che per la vergogna del suo gesto simpicc (Matteo 27 : 3-5).
Fondandosi sullesegesi tradizionale, Heidegger scrive 110 che lIdea di
Platone fa cadere sotto il suo giogo lajlhvqeia - verit, costringendo lessenza
di questa a non dispiegarsi pi come essenza della disvelatezza; avrebbe
invece accolto in amicizia le Idee se avesse letto, nel Repubblica 353a9-b1,
che funzione e virt di un ente ci che esso solo pu espletare [nel
concerto del Tutto], o che compie meglio di ogni altro ente: sicch, dice
il Parmenide 130c/e, vi Idea del capello, del fango e di Giuda.
Luomo scrive Heidegger in p. 239 dei Beitrge colui che progettato e fondato per farsi il pastore dellEssere e il fondatore del fondamento (der
gegrndete Grnder des Grundes); fondato, dunque al fine di fondare la possibilit che, nel tempo finale, si manifestino e realizzino verit e salvezza dellessere e delluomo stesso, quindi anche delluomo che non ha realizzato questa possibilit. Disegno si legge nello 1 : 9,10 et 14 di Efesini della benevola e misteriosa volont di Dio che facciano capo a Cristo le cose del Cielo come quelle
della Terra [...] in vista della redenzione di coloro che Dio si acquistato affinch lodino la Sua gloria: dunque anche delluomo di polvere (cfr. 1 Corinzi
15 : 42-49), che non ha recepito la parola della verit. Loda dunque la gloria di Dio,
e verr salvato anche chi vedendo non vede (cfr. Matteo 13 : 13, Isaia 6 : 19-13),
sempre che indirizzi la sua libert a cercare salvezza in Dio.
Il non vedere vedendo caratterizza gli uomini dominati da soggezione alle cose
terrene; sembra allora stridere contro lamicizia dei contrari la risposta di Heidegger alla domanda formulata nella pagina dei Beitrge riportata nella nota 108:
La Terra tace perch non le concessa la lotta contro un Mondo (der streit mit
einer Welt), perch non le stata aperta [la via per pervenire a] la verit dellEssere.

Uno scritto che contempli il trapasso dalla logica di opposizione dei contrari a quella che li accoglie in amicizia deve estrinsecarsi in due tipologie di
discorso, opposte luna allaltra: una che si rivolga a coloro che tuttora
oppongono le cose; unaltra pervia a coloro che gi le accolgono in amicizia.
Nel primo tipo rientra il parlare di lotta che oppone la Terra al Tutto
dellEssere, cos come Romani 7 : 6,22,23, dove Paolo scrive: tendo alla Legge
di Dio, ma nelle membra unaltra legge dichiara guerra alla divina.
109
110

La verit si svolge dunque comprendendo primo inizio, svolta e altro inizio.


Cfr. M. HEIDEGGER, La dottrina platonica della verit, in Segnavia, cit., pp. 184, 185.

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Si rivolge invece a coloro che stanno trapassando dalla logica di opposizione dei contrari alla logica che li accoglie in amicizia, il discorso addotto nelle pp. 186-187 dei Beitrge :
Qualcosa di del tutto altro deve innalzarsi al di sopra delle forze, tendenze,
disposizioni in contrasto fra loro [e contemplate nel primo inizio]. [...] Il luogo
che tutto decide deve venire primieramente fondato proprio mediante lapertura
della verit dellEssere posta nella sua unicit prima di ogni opposizione della
metafisica che c stata finora. Laltro inizio non il contromovimento rispetto al primo [sicch non si esplica nellmbito della logica del s o no], ma
sta in quanto altro al di fuori del contro e di ogni immediata confrontabilit.

Dire che lapertura della verit dellessere dovr risultare posta nella sua
unicit prima di ogni opposizione della metafisica che c stata finora implica che quella verit consista non nellopporre il senso che le cose hanno
per Dio al senso che esse hanno per gli uomini, ma nel superare ogni
contrapposizione. Il Cristo del 16 : 23 di Matteo non oppone alla tesi di
Pietro una contro-tesi, ma invita il discepolo ad ascendere al punto di
vista divino; questo, poich accoglie in amicizia perfino la Crocifissione,
in amicizia accoglie anche il punto di vista umano su di essa. Sicch
Paolo pu affermare, nel 2 : 15,16 di 1 Corinzi (cfr. in p. 50), che chi
animato da Soffio divino in grado di giudicare ogni cosa, ma non pu
essere giudicato da chi resti abbarbicato allo spirito umano: per costui, scrive Heidegger nel brano dei Beitrge sopra riportato, le verit emergenti
dallo altro inizio permangono al di fuori di ogni immediata confrontabilit con quelle contemplate nel primo inizio.
Non si possono estendere al senso che le cose hanno per Dio, dicono
dunque concordi Paolo ed Heidegger, distinzioni fondate come quelle fra
la Crocifissione e Giuda 111 sul senso che la soggezione alle sensazioni induce ad attribuire alle cose; errato pensare che verit dellAdamo cacciato
da Eden possano inficiare verit dellAdamo anteriore alla cacciata (cfr. Genesi
2 : 21-25 et 3 : 7 in p. 49): il rapporto fra verit per Dio e verit per
luomo spezzato dal peccato originale, che rende follia, per chi la guardi da punto di vista umano, la Crocifissione (cfr. 1 Corinzi 2 : 14, in
p. 76). Nel 16 : 23 di Matteo Cristo ha appunto insegnato che, se la
Crocifissione urta il senso comune che perfino in Pietro asservito alle
sensazioni , si deve cercare su quale piano di verit e in quale diverso
orizzonte logico essa possa essere stata accolta in amicizia da un disegno che
vien fatto, allora, di chiamare divino perch messo in atto, in effetti, dalla
111 La propensione a contrapporre le cose in schiere nemiche Fenice incessantemente risorgente; daltronde il presupposto sul quale ogni vivente basa la sopravvivenza. Le opposizioni esemplificate in p. 93 mirano a mettere in guardia dallestendere a Dio o allordine cosmico errori del genere, sacrosanti nelluomo.

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divinit nellmbito cosmico. Questorizzonte logico costituir quello che


Heidegger chiama lo altro inizio, idoneo ad aprire a un senso dellEssere
di superiore interezza divina, appunto (cfr. nota 111) 112 rispetto a quello che, su suggerimento delle sensazioni, opponeva le cose.
Il brano dei Beitrge, che invita a scoprire il qualcosa di del tutto altro
che, al di sopra delle opposizioni [ossia delle sensazioni], caratterizza laltro
inizio, si riveler provvidenziale, nelle prossime pagine, agli effetti di portare
alla luce la vicinanza del pensiero di Heidegger al biblico-cristiano. Questa vicinanza trova un suggestivo antefatto nelle Lettere di Paolo ai Tessalonicesi, che
il giovane Heidegger, appena trentunenne, fece oggetto di un suo corso di
lezioni nellinverno 1920-1921. In una intervista concessa a Der Spiegel 113
e pubblicata, per sua volont, solo dopo la morte, il cos detto ultimo
Heidegger afferm che ormai solamente un Dio ci pu salvare [...]. Unica
possibilit di salvezza resta quella di preparare, nel pensiero e nel poetare, una
disponibilit allapparizione del Dio nel tramonto [dellOccidente?].
Anche il Dio di 2 Tessalonicesi interviene a salvare il mondo dallajnomiva dal tramonto della Legge ; linvito espresso da Heidegger nellintervista a Der Spiegel, se correlato al suo richiamarsi giovanile a quella
Lettera, sprona pertanto ad appurare se il Dio da lui invocato, e chiamato lultimo Dio,114 si accosti o meno al Dio di 2 Tessalonicesi, ossia al
Dio del katevcon e, quindi, dellamicizia dei contrari.
Sembra rendere improponibile questaccostamento il costatare che in p. 403 dei
Beitrge Heidegger scrive che lultimo Dio (der letzte Gott ) il tuttaltro se confrontato con gli Dei che ci sono stati finora, soprattutto con quello cristiano.
Pensa il suo ultimo Dio, Heidegger, come antitetico rispetto al Dio che
chiama della metafisica perch questa il presupposto teoretico dellapologetica giudaico-cristiana. Questapologetica per giustificata dal katevcon, ignorato da Heidegger; in questo ignorarlo pu pertanto radicarsi la
diffidenza heideggeriana nei confronti del Cristianesimo, che egli vede esser
112 Pu dirsi invero esistente kaqovlou -secondo interezza (cfr. nota 68) soltanto lente formato da
parti che compongano ununit naturale: risultante cio unitaria in tutte le sue parti (cfr. Metafisica
1023b30-36), indipendentemente dal fatto che queste si diversifichino invece sul piano che il Metafisica
982a11,12 (cfr. nota 86) sottolinea essere per nulla sapiente delle sensazioni.
113 Cfr. in Risposta. A colloquio con Martin Heidegger, Napoli, Guida Editore, 1992, p. 124.
114 Heidegger lo chiama ultimo perch il Dio che, ponendo fine alla pretesa delluomo di essere
lui il fondatore del senso ultimo dellessere, rivendica alla Divinit lultimit come, appunto, divina.
Mentre la pretesa di ultimit da parte delluomo ha avuto leffetto di portare lOccidente a sostituire unantropologia alla teologia, lassumere che luomo venga usato dalla divinit dellultimo Dio in un
progetto che lo vuole fondato [e perci non ultimo] fondatore della possibilit che la verit si manifesti nel tempo apre la strada scrive Heidegger nelle pp. 140-141 dei Beitrge della preparazione del
superamento del nichilismo: sostituisce allassunto che sia lessere a essere fondato sulla coscienza [= immanentismo antropologico), il ritenere che sia lessere a fondare e muovere il pensiero delluomo.

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scaduto in idolatria di quello che Paolo, nel 4 : 3 di 2 Corinzi, declassa


invece in dio di questo mondo. E, giudicando idolatra il Cristianesimo,
Heidegger sorvola anche sul fatto che sebbene il katevcon inviti la Chiesa
a farsi custode della Terra, salvaguardandone lintegrit degli ordinamenti
nel 4 : 4 di Giacomo si legge che chi vuol farsi amico del mondo si rende
nemico a Dio. In effetti anche senzamare il mondo ci si pu adoperare a
porre freno allajnomiva - disordine: lo vuole la tutela del proprio sopravvivere.
Heidegger chiama Hlderlin a distinguere lo ultimo Dio dal Dio cristiano: ogni celeste velocemente passa scrive il poeta , ma non invano. Il Dio commenta Heidegger 115 ha la sua misura: dura un attimo, non abita le case degli uomini, le sfiora soltanto, passando veloce [...].
Il passar oltre non per uno scomparire; a lungo gli uomini se ne rimembrano e domandano: chi stato?. Non possono saperlo finch restano
abbarbicati [come la Chiesa cattolica, pensa Heidegger] al modo in cui
sanno abitualmente le cose, le circostanze e se stessi.
Esprimendosi cos, Hlderlin e Heidegger rivivono sostanzialmente ci
che Paolo scrive nel 2 : 6,7 di 1 Corinzi, dove afferma di parlare in nome
di una sapienza non di questo mondo n di chi lo domina il quale,
infatti, viene annientato , ma di una sapienza divina, nascosta, avvolta nel
mistero e preordinata da Dio prima dei secoli, per la nostra gloria. una
sapienza che, incalza Platone nella VII Lettera 342d, sfiora, con lintuizione, la conoscenza pi prossima al divino: il quale ne appena lambito,
cos come appena sfiorato ma in tuttaltro modo anche dalla Fede:
dal mistero della Crocifissione, dalle profezie, dalla stoltezza della predicazione, dice Paolo. Perci il parlare in lingua a Dio resta affatto impervio, ove manchi linterprete, al modo fideistico in cui gli uomini
sanno le cose, si legge in 14 : 2-5 di 1 Corinzi ; sicch Efesini 5 : 31,32
pu addirittura dire mistero grande il fatto che Cristo e la Sua Chiesa
formino una sola carne: a edificare la Chiesa, infatti, sono profezie e parabole, sicch, se non interpretata, la sapienza di Cristo, che nel 2 : 16 di
1 Corinzi Paolo dichiara di avere, non potr nemmeno sfiorare i fedeli.
lecito pensare, dunque, che Heidegger si sia accostato al Cristianesimo
senza una congrua interpretazione: in particolare ignorando, nel katevcon,
lo strumento che abilita a non scandalizzarsi della mondanit resa cos
sacrosanta caratterizzante due millenni di Cattolicesimo. Da questo strumento non dovrebbe invece prescindere chi, come lui (cfr. p. 93), assume
nella totalit dellessere levento in cui la verit si svolge.
115 Cfr. M. HEIDEGGER, Hlderlins Hymnen Germanien und Der Rhein, in Gesamtausgabe, vol. 39,
Frankfurt a. M., Klostermann, p. 144.

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Sono le Sacre Scritture e i Beitrge a dire se, nonostante il giudizio negativo che Heidegger d del Cristianesimo, si possa assumere nel Dio annunciato da Cristo il coronamento del pensiero heideggeriano.
Heidegger prende verosimilmente spunto dal fatto che Paolo, in 2 Tessalonicesi
(cfr. p. 46), chiama il mistero (to; musthvrion) a collegare lajnomiva - sovversione
della Legge a la parousiva - il ritorno del Cristo, per radicare appunto nel
mistero lessenza dellEssere. Dal leggere poi che il mistero della sovversione della
Legge si riveler (ajpokalufqhvsetai) soltanto al momento opportuno [ejn tw/`
aujtou` (tou` ajnovmou) kairw/`] ossia quando verr tolto di mezzo chi frena la
sovversione suddetta Heidegger deduce la cos detta concezione cairologica del
tempo: a scandire il vivere non sono gli orologi ma, prima ancora della bellezza, della perfezione, della commensurabilit, la giusta misura e la giusta opportunit (to; mevtrion kai; to; kaivrion), sottolinea Platone nel Filebo 66a4-c6. E a
una concezione cairologica del tempo Pietro collega la parousiva di Ges: Egli
attende scrive nel 3 : 9 della sua 2 Lettera che tutti giungano a pentirsi.
In 2 Tessalonicesi Heidegger legge per anche e lo attesta nel brano
dei Beitrge qui trascritto in p. 94 ci che la soggezione alla logica asservita alle sensazioni mi fece dimenticare quando, nelle pp. 45, 46 personificai nellAnticristo facendone unentit esterna e contrapposta al Cristianesimo lalcunch lasciato invece indeterminato in 2 Tessalonicesi, dove
Paolo si limita a precisare che il mistero della sovversione della Legge
in atto gi ora. Con il dedurre, dal brano di questa Lettera riportato nelle
precedenti pp. 45, 46, che il mistero nasconde lEssere in un mbito antecedente allopposizione dei contrari prediletta dalla metafisica occidentale,
Heidegger fa dellentit da me personificata nello Anticristo non alcunch
di esterno al Cristianesimo, bens una presenza che gli diventer immanente e con esso si articoler in un medesimo e coerente disegno.
Questa fondamentale intuizione di Heidegger spinge a cercarle sostegno
nelle Sacre Scritture; lo porge Paolo, che nelle due Lettere a Timoteo scrive:
Lo Spirito [divino] dice espressamente che negli ultimi tempi (ejn uJstevroi" kairoi`")
alcuni si allontaneranno dalla Fede perch, sedotti dallipocrisia di impostori che marchiano a fuoco anche la propria coscienza, daranno ascolto a spiriti menzogneri e a
dottrine demoniache [1 Tm. 4 : 1,2]. [...]. Sappi dunque che negli ultimi giorni verranno tempi difficili (ejn ejscavtai" hJmevrai" ejnsthvsontai kairoi; calepoiv). Gli uomini saranno egoisti, avidi di denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, empi, privi di affetti, sleali, maldicenti, intemperanti, privi di piet,
nemici del bene, traditori, protervi, altezzosi, amanti dei piaceri pi che di Dio,
ostentatori di virt delle quali rinnegano la forza interiore. Guardati perci da costoro: compaiono fra loro individui che invadono le case per accalappiare donnicciole cariche di peccati, vittime di passioni di ogni genere, mosse da insoddisfatta smania distruirsi, senza mai pervenire alla conoscenza della Verit [2 Tm. 3 : 1-8].

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dunque lo Spirito - Soffio divino permeato di sapienza partorita


prima dei primordi della Terra (Proverbio 8 : 23) ad aver ravvisato lopportunit che la parusia del Cristo venga preceduta da tempi difficili (kairoi; calepoiv)116 per il Cristianesimo: da evenienze e opportunit che indurranno gli uomini ad allontanarsi dalla Fede.
Questa fase involutiva alla quale vien fatto di accostare la terra bruciata in cui Cornelio Fabro vede ridotta la Chiesa agli inizi del suo terzo
millennio (cfr. nota 84) deve per, secondo il 4 : 3 di 1 Timoteo, essere
accolta con animo grato dai fedeli e da quelli che hanno conosciuto la
verit (meta; eujcaristiva" toi`" pistoi`" kai; ejpegnwkovsi th;n ajlhvqeian ). E
devessere accolta con buona grazia (euj - cavri") da tutti i cristiani perch,
spiega poi il 4 : 4 di 1 Timoteo :117
ciascuna cosa creata da Dio bella (pa` n ktivsma Qeou` kalovn) e nulla da spregiarsi.
Tutto da accogliersi con animo grato (meta; eujcaristiva"): infatti santificato dalla
Parola di Dio e dal [nostro] colloquio [con questa] (dia; lovgou Qeou` kai; ejnteuvxew").

Affermare che nel discorso di Dio e in quello di chi a Dio parli in lingua
trovino bellezza tutte le cose,118 allineare il Cristianesimo al 45 : 7 di Isaia (cfr.
p. 52); laffermazione che Dio opera il bene e crea il male sconcerta i commentatori, che perci la stravolgono in il male castigo di Dio.119 In virt del
4 : 4 di 1 Timoteo, per, lassunto che Dio crea il male scandalizza soltanto gli
sprovveduti i quali, asservendo la mente ai sensi, si eleggono depositari di virt
divine che Ges, Paolo ed Heidegger sottolineano invece ardue e misteriose.120
116 Il fatto che Paolo chiami sistematicamente kairov" il tempo, indicandone cos lessenza nello opportuno, verosimilmente tra quelli idonei a entusiasmare Heidegger. Consegue che la sua condanna del
Cristianesimo concerne il decadere della Parola di Ges in un processo involutivo affine a quello descritto
da Heidegger nel brano in nota 108, che svilisce la Terra da dimora del divino in dominio delleconomia.
117 Gi oggetto della nota 41, ma che ripeto qui in quanto alla base di tutto il pensiero di Ges.
118 Da Dio, grazie a Lui e per Lui tutte le cose sono, conferma Romani 11:36. Nel discorso divino trovano bellezza, in particolare: lapostasia dei fedeli (2 Tessalonicesi 2 : 3,4, in p. 45); lempio
(Proverbio 16:4, in p. 20); i disobbedienti (Romani 11:32, in p. 83); la forza di errore infusa in
noi tutti (2 Tessalonicesi 2: 10,11, in nota 39); il 4:3,4 di 2 Corinzi: il Vangelo velato per quelli
che si perdono, ai quali il dio di questo mondo acceca la mente affinch non vedano il fulgore del vangelo nella gloria del Cristo, immagine del Dio (eijkw;n tou` Qeou` ).
119 Cos si legge nel commento addotto dalle Edizioni San Paolo.
120 Dimenticano, costoro, che alla base della Bibbia sta il Genesi 2:19, dove Dio avverte che luomo
d nomi diversi dai divini, e trascurano che Paolo, in 1 Corinzi 2:14, scrive che le cose divine saranno giudicate follia da chi non le accosti per tramite dello Spirito divino, dunque affidandosi a una logica diversa da quella dettata a noi da piaceri e dolori. I quali sono santificati dalla Parola di Dio, che
santifica anche il nostro estendere a Lui la nostra logica: lAntico Testamento fa di Elohim un Dio che
ci cammina davanti, ossia che, come noi, oppone i contrari. Elohim cede per il trono, poi, a Jhwh, che
accoglie in amicizia i contrari; quando il culto di Elohim diventer anacronistico, lordine cosmico tradurr in un aumento dei nostri patimenti linopportunit di estendere a Dio la nostra logica.

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Anzich cercare quale discorso divino renda bello ci che scandalizza


lusuale logica umana, chi le soggiace la estende allintero Creato e istalla
sul trono di Dio la nostra pochezza: gli effimeri dettati dei sensi.
Accertato cos, grazie al brano dei Beitrge riportato in p. 92, che, secondo il pensiero di Cristo, ogni cosa da noi giudicata turpe diventa bella nel
disegno tracciato dalla sapienza di Dio, resta da estendere ad Heidegger ci
che, anche in virt dei suggerimenti di Heidegger, abbiamo appreso da Paolo.
Nellinvoluzione della Terra da luogo dellattimo della venuta e del soggiorno degli Dei a ricettacolo di macchinazioni e urgenze economiche, luomo ha, secondo il brano dei Beitrge sulla riduzione della Terra a cosa, la
funzione di fondatore del fondamento: in concreto, colui che fa appunto decadere s e la Terra dalluno allaltro degli stadi di degradazione.
La mentalit corrente portata allora ad acclamare Dio salvatore Colui
che ponga fine a questo cadere in rovina. Non questo, per, il Dio di
Paolo, il quale rivendica a S, anzi, il santificare con la Sua Parola ciascuno degli stadi di scadimento della Sua antica dimora. E nemmeno
riducibile al Salvatore, invocato dalla corrente mentalit, lo ultimo Dio
di Heidegger, riferendosi al quale egli scrive, in p. 413 dei Beitrge, che:
qui non accade alcuna salvezza ri-solutrice (Er-lsung ), che sarebbe una sconfitta delluomo [lo scioglierebbe infatti dalla propria funzione storica, quindi dalla
sua ragione di essere] . Qui accade invece listallazione (Einsetzung ) dellessenza
pi originaria, che la fondazione dellesser-ci [cio delluomo] nellessere stesso: il riconoscimento dellappartenenza delluomo allessere, tramite il Dio, e la
confessione da parte del Dio di aver bisogno dellessere [quindi delluomo]; ed
confessione che nulla toglie a Lui ed alla Sua grandezza.

Dire, con Heidegger, che lultimo Dio fonda nellessere lumano, e cos
lo salva , equivale ad affermare, con il Paolo di 1 Timoteo, che il Dio,
del quale il Cristo si fa immagine, santifica con la Sua Parola luomo e
il di lui farsi fondatore che diventa perci fondato fondatore di fondamento: autore, in primis, dei concetti di male e di bene, che da Dio
vengono accolti, con ogni altro nostro parto, nellessere.121
121 Introdotti dalluomo su un piano cosmico cui, altrimenti, sarebbero estranei, bene e male vengono accolti nellessere al punto da diventare, grazie al katevcon, fulcro del costituire, Ges e la Chiesa,
una sola carne (cfr. Efesini 5 : 31,32, in pp. 53, 54), sebbene Ges celebri, nella Croce, lamicizia dei
contrari e la Chiesa si spenda invece a salvaguardare lintegrit di citt fondate sullopporli.
Una sola carne Dio e luomo formano anche nellorizzonte heideggeriano. Scrive p. es. Umberto
Regina in p. 345, op. cit.: Dio ha bisogno delluomo [...] e dellavventura filosofica umana [...] per far
s che sia consentito a ogni cosa, e alluomo e a Dio, di essere se stessi [...]: servizio al quale lessere
chiama tanto luomo quanto Dio, con compiti diversi ma complementari.
Ignora per, Heidegger, la funzione frenante esperita da oJ katevcwn nel quadro di detto servizio.

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Dire che accogliere nellessere luomo e le sue creature salvarlo, si allinea


al Genesi 2 : 19, che ci autorizza a dare nomi diversi dai divini, ma accolti cos
anchessi nei disegni di Dio. Ed allinearsi anche al Platone che, nel Repubblica
353a9-b1 (cfr. p. 93), fa consistere lIdea nella funzione che ogni cosa esplica
nel concerto cosmico: il quale, poich vi Idea anche del fango, del capello
(cfr. p. 93) e della Crocifissione, celebra lamicizia dei contrari. Salvezza delluomo e di ogni sua creatura ma di Dio stesso pertanto quella che li inserisce in armonia nel kaqovlou - intero (cfr. nota 112) che, grazie al filosofare
umano, viene a costituirsi, escatologicamente, in Tutto. Bisogno dellessere e
delluomo, infatti, Dio ha perch affida alla storia il compimento della Creazione;
per quanto oscuro si legge nelle pp. 438, 439 dei Beitrge resti per il pensiero il bisogno dellessere, questo offre il primo appiglio per pensare gli Dei
come coloro che usano lessere per far pervenire la storia al suo fondamento.
Il fatto che Dio usi lessere per fini storici implica, per luomo, dover passare
dal primo allo altro inizio: ascendere dallente [dalla Seiendheit ] allessere [al Sein ]
e dallessere allEssere [al Seyn ].122 Allora dire che il divino, per farsi Essere, ha
bisogno del passaggio (Zuspiel ) dalla Seiendheit al Sein e dal Sein al Seyn, implica spiega Heidegger, in accordo con Platone e la Bibbia evolversi da gli Dei
della lotta fra contrari al Dio che percuote per salvare e da questi allo ultimo
Dio che affida al filosofare il condurre la storia al suo fondamento essenziale.
Il passaggio involge dunque un trapassare dellumanit dalla metafisica
dellente a quella dellessere e poi dellEssere, dallopposizione allamicizia
dei contrari e infine al prima di ogni opposizione (cfr. p. 94); involge
dunque la trasfigurazione dalla Terra che tace perch non le concessa
la lotta con il Mondo (cfr. p. 93) alla Terra in armonia col Mondo e,
infine, alla Terra alla quale concessa la verit dellEssere.
Questi passaggi heideggeriani trovano eco nei testi sacri. Alla Seiendheit, al
Sein e al Seyn sono allineati i tre livelli di conoscenze descritti nei passi di
1 Corinzi trascritti in p. 43 e attinenti rispettivamente: a conoscenze asservite alle sensazioni, degli infanti in Cristo; alle conoscenze degli yucikoiv che
estendono a un Dio amico dei contrari la logica umana; infine alle conoscenze, propriamente divine, dello ultimo Dio, anteriore a ogni opposizione.123
122 Beitrge p. 171: [Il passaggio fra i due inizi] si compie nel passaggio dalla domanda introduttiva (domanda circa lentit- Seiendheit e lessere- Sein) alla fondamentale: che cosa la verit dellEssereSeyn. Sein e Seyn una stessa cosa, e per fondamentalmente altro: superamento di ogni metafisica che
si perseguita finora.
123 Ai pensieri di Dio (cfr. Matteo 16:23) non accostano le opposizioni dettate dalle sensazioni (la
Seiendheit), e nemmeno lascendere al Sein: il farsi yucikoiv senza dismettere la logica umana. I pensieri di Dio scrive Paolo si fanno pervi solo a chi ascenda a ta; tou` pneuvmato" tou` Qeou` - alle cose
dello Spirito- soffio di Dio (1 Corinzi 2: 14): a chi ritorni allEden dellAdamo raffigurato dagli Egizi nel
Kam-out-f di cui alla nota 47.

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A differenziare i diversi livelli di conoscenze limpegno delluomo nellaffrontare quella che Heidegger chiama la misteriosa eccedenza dellEssere.
Ammantano di mistero gli oggetti i poeti e gli artisti, tanto che Heidegger chiama il loro operare a tracciare la strada alla filosofia: se dice 124 ci fossero
mostrate due opere dipinte da Paul Klee [...], una poesia [...] e riflessioni fisicomatematiche [...], abbandoneremmo ogni pretesa dimmediata intelligibilit.
Allora anche di fronte al pensiero che si chiama filosofia [...] potrebbessere
divenuto necessario abbandonare la pretesa dimmediata intelligibilit e si rivelerebbe opportuno meditare lentit dalla quale pittura, poesia e teoria fisicomatematica ricevono determinazione.
Poeti e artisti sono coloro che sanno captare la sfuggente bellezza scaturente dal
cogliere i cenni dellultimo Dio; sono i Venturi cos li chiama Heidegger i
quali, provenienti da lontananze sconosciute ai pi, spingono verso il futuro,
facendosi antesignani di Verit. Nella p. 400 dei Beitrge si legge:
I pochi Venturi annoverano fra s quelli che per loro essenza non appaiono e
non dispongono di alcun pubblico, ma che nella loro interiore bellezza raccolgono il far luce da parte dellultimo Dio [i.e. del Dio pi lontano]; sono coloro i
quali, a loro volta, riflettono in dono tale luminosit ai pochi e rari.

Equipollente al carisma dei Venturi heideggeriani , nellmbito cristiano, la Grazia (cavri"), della quale dice sagacemente il brano dei Beitrge
riassunto nella nota 108 lente [i.e. la mera presenza nella quale
lOccidente ha fatto scadere lEssere] lopposto. In virt di Heidegger,
dunque, loscura Grazia della tradizione cattolica si riscatta, s, come dono
dal quale nessuno [a priori] escluso (cfr. 1 Corinzi 1 : 4), ma dono che,
come il pane di Genesi 3 : 19, deve conquistarsi con il sudore della tua
faccia. La Grazia rende infatti figli di Dio, guidati dallo Spirito - soffio di
Lui (o{soi ga;r pneuvmati Qeou` a[gontai, ou|toi uiJoiv eijsin Qeou` - Romani
8 : 14), i pochi e rari che sappiano cogliere cose che mai entrarono nel
cuore di uomo, ma che Dio rivela, a coloro che Lo amano, per mezzo
dello Spirito Santo: dello Spirito che scruta ogni cosa, anche le profondit
del Dio (1 Corinzi 2 : 9-11).
Le profondit di Dio lontananze in Heidegger sfuggono infatti a chi
oppone i contrari ed esclude dallEssere le eccedenze: nome nuovo per indicare
lalterit la eccedenza di alterit ,125 che concorre a costituire un ordine
cosmico basato, dagli Antichi, appunto su equilibri di alterit e medesimezza.
124

In Tempo ed Essere, Napoli, Guida, 1980, p. 101.


Non c bisogno di Heidegger, daltronde, per chiedersi che cosa resti p. es. della donna e, in genere,
di ogni nostro progetto, se amputati del mistero e fascino derivanti dal circonfulgere le cose di alterit.
125

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Lequipollenza fra eccedenza e alterit col consentire al mistero di


Heidegger di concretarsi in eccedenza di alterit spiega laccostarsi dei Beitrge al pensiero antico; lestendere laccostamento alla trasfigurazione del male in bene ci fa scoprire quale mancanza126 differenzi le due concezioni.
Heidegger non affronta esplicitamente il problema del male; parla per
delle distruzioni cui a seguito dellarroccarsi delluomo sulle presunte
sicurezze offerte dalle metafisiche dellente stata assoggettata la Terra,
costretta al silenzio dal nostro impedirle la lotta con il mondo (cfr.
p. 93). Sul supporto della concezione cairologica del tempo, Heidegger
assume per egualmente opportune le distruzioni e le azioni salvifiche;
accoglie cos in amicizia nellEssere, trasfigurandoli, tutti quei contrari che
lOccidente inquadra in logiche di opposizioni.
Lo ultimo Dio dei Beitrge si allinea pertanto, di fatto, al Dio di Matteo
16 : 23, che invita a capovolgere in non scandalosa la Crocifissione del Figlio,
e allo Jhwh che, secondo Isaia 11 : 8,9, quando il Paese sar pieno della
conoscenza di Lui, verr riconosciuto presente in ogni anfratto del Creato e
tale da [capo]volgere in gratitudine il timore di Lui (ivi, 11 : 3),127 anche
allorch fa s che il bimbo infili la manina nel covo della vipera.
Questo brano dIsaia conduce chi non lo accosti al 4 : 4 di 1 Timoteo
(cfr. p. 98) a mettere in forse la proponibilit della pretesa di aprire le
Scritture a letture coerenti di ogni loro pagina. Lo sconcerto aumenta non
appena ci si ponga il problema del che cosa lumanit debba fare per propiziare lavvento del giorno in cui vedr con gaudio il giocare del lattante sulla buca dellaspide (ivi, 11 : 8). il problema stesso che Heidegger
si pone quando, in p. 411 dei Beitrge, scrive:
Alla storia che c stata finora [dominata, chiarisce Umberto Regina nellopera
citata, da patetica insistenza delluomo nelle sue arbitrarie sicurezze] concesso,
grazie allo ultimo Dio, di non perire [ossia di permanere momento vivo e indefettibile degli equilibri cosmici]; grazie a Lui, infatti, quella storia devessere portata al suo compimento. Noi [questo ci che lultimo Dio attende da noi] dobbiamo far s che venga approntata, per il suddetto passaggio, la trasfigurazione-Verklrung
[nel conflitto fra Mondo e Terra] delle sue essenziali posizioni di fondo. La preparazione dellavvento dellultimo Dio invero limpresa estrema della verit dellEssere.

Il Dio il quale consente alla storia, che c stata finora, di non perire, il medesimo, in sostanza, dello Jhwh invocato da Ezechiele nel Libro
dellAntico Testamento a lui intitolato, dove promette dinfondere il Suo
126 In una concezione di Mondo che fa capo a un Dio di bisogno, la mancanza dismette, evidentemente, laccezione deteriore attribuitale dalla logica usuale.
127 And his delight shall be in the fear of the Lord, traduce questa frase la Koren Publ. Jerusalem.

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Soffio - Spirito sulla distesa di ossa, ora inaridite, cos da farle rizzare in
piedi e rivivere (cfr. Ezechiele 37 : 4-10).
Jhwh si fa artefice si legge nel 36 : 27 del Libro medesimo di una
alleanza che far scendere lo Spirito - soffio divino dentro di voi e vi far
osservarne e metterne in atto i decreti; si tratta, specifica Geremia nel
31 : 33 di unalleanza nuova, che pone la Legge divina in mezzo al Suo
popolo e che, quindi, render i nomi divini accessibili a chi, prima di
allora, dava alle cose i nomi, affatto diversi, autorizzati dal Genesi 2 : 19.
questa la alleanza specifica ancora il 37 : 16-19 di Ezechiele per la
quale due legni, [diversi e nemici, rappresentati da] Giuda ed Efraim, diventano, nella mano di Jhwh, un unico legno, unito dalla Sua mano.
Lalleanza fra Jhwh e lumanit pertanto patto di pace (Ezechiele 37 : 26)
che trasfigura in amicizia polarit un tempo considerate contrarie; concerne dunque la concezione di mondo medesima che toglie alla Crocifissione del Figlio di
Dio fattosi uomo i significati che, perfino al Pietro da Lui chiamato a edificare
la Chiesa, apparivano scandalosi (cfr. Matteo 16 : 23). Nel successivo 16 : 24 il
Ges che ha scelto di chiamarsi Jhwh salvezza ribadisce appunto che, per dare
alla Crocifissione il senso che essa ha per Dio, occorre rinnegare se stessi: il
che implica (lo si accertato nelle pp. 43 sgg) dismettere linclinazione a opporre i contrari e ascendere alla sfera inaccessibile a chi veste Dio in un Elohim
il quale, finch gli si attribuiscono vestigia umane, nasconde il volto anche a
Mos (Esodo 33 : 22,23) dei pensieri divini. E che ai pensieri di Dio sia sottesa una logica affatto diversa da quella, usuale, asservita a sensazioni, infine confermato da Paolo cito un suo passo al quale Heidegger dichiara di essersi ispirato nella 2 Lettera ai Tessalonicesi, dove introduce il katevcon a frenare lavvento dellAnticristo ma, contestualmente, anche quello del Cristo.
Non pu ascendere a questa logica divina, pertanto, chi continui a restare abbarbicato alla logica pertinente a dottrine che sono precetti di uomini (cfr. Marco 7 : 7).128 A provare quanto difficile sia dismettere questa logica basta citare il fatto che nelle pp. 45, 46 dopo aver dedotto che la
logica divina accoglie in amicizia la Crocifissione, e che 2 Tessalonicesi
2 : 6-10 implica una logica diversa dallusuale continuai a personificare nello
Anticristo dellApocalisse giovannea colui che si contrappone a Dio, additando se stesso come Dio, di 2 Tessalonicesi 2 : 3,4.
In errore apparentabile a questo potrebbe essere incorso lHeidegger che, dopo
essersi proposto di approntare la trasfigurazione-Verklrung delle essenziali posi128 La logica umana ascrive a colpi che guariscono il rendere amici Assiri ed Egizi; per la logica
divina, invece, Assiria ed Egitto formano ununit compiuta antecedente a ogni opposizione e per la quale
Cristo e le pulsioni simboleggiate nellAnticristo concorrono a realizzare il disegno divino.

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zioni di fondo [i.e. della logica] attinenti al passaggio-trasfigurazione che consente alla storia, che c stata finora, di non perire, appare non essere riuscito
a scoprire il disegno in cui il suo ultimo Dio esplica quella trasfigurazione.
Lillazione sopra formulata si presta, verosimilmente, a chiarire perch
Heidegger, che scrisse i Beitrge (Contributi alla filosofia ) nel 1938-39, ne
dilazion la pubblicazione per decidere infine che fossero stampati soltanto dopo
la sua morte (1976). Nel che pu leggersi un invito a considerarli incompiuti, quindi a rimettere ai posteri il compito di preparare il passaggio rivivificante la distesa di ossa aride in cui si tuttora risolta la storia della
Terra (cfr. nota 108). Sta di fatto, comunque, che pur avendo Heidegger
affermato, nellintervista a Der Spiegel il cui nocciolo accosta al suo pensiero (cfr. p. 95) quello di 2 Tessalonicesi,129 che a salvarci, nellattuale tramonto dello Occidente, pu essere soltanto una concezione del divino antitetica
rispetto a quella culminata nellistaurare sugli altari il Dio della metafisica che
ha ridotto lEssere a consistere nellente nessuna concreta tesi conclusiva le
opere sue porgono per aprire allumanit laccesso alla salvezza, o a rassegnarsi
alla assenza del Dio nel tramonto. Nelle precedenti pagine si posto laccento sulle assonanze che il pensiero heideggeriano presenta rispetto al biblico; opportuno ora appurare se le differenze fra le due posizioni valgano a
spiegare la riluttanza di Heidegger a considerare conclusa la sua ricerca.
In un corso introduttivo alla fenomenologia della religione,130 lHeidegger poco
pi che trentenne oppone allusuale concetto di tempo quello, cairologico, che
desume dalle Lettere di Paolo ai Tessalonicesi e che modellava il vivere dei primi
cristiani sulla prospettiva del far maturare il ritorno del Cristo.
Il fatto che secondo 1 Tessalonicesi 5 : 1-6 il Signore arriver come un ladro,
nella notte 131 Heidegger rileva impone ai fedeli di tenersi svegli: cmpito
che egli assegna al filosofare inteso come esercizio ermeneutico che interpreti il
vivere appunto in funzione del tempo cairologico, anzich del chiliastico del
mille e non pi mille in cui lo ha declassato poi lOccidente, pronuba ritiene Heidegger la Chiesa che affid a Fede il cmpito di tenere svegli.132
Al brano in cui Heidegger sottolinea nel suo ultimo Dio il tuttaltro del Dio
cristiano (cfr. nota 132), opportuno accostare le pagine dove egli espone lo
129 Non basta invero a connotare il suo ultimo Dio laffermarlo tuttaltro rispetto agli Dei venerati
finora. Heidegger dispose che anche lintervista a Der Spiegel fosse pubblicata postuma.
130 Einleitung in die Phnomenologie der Religion. Di questo corso, tenuto nel 1920/21, non esiste
alcun manoscritto di Heidegger, ma solo appunti presi dagli uditori.
131 Quando invocheranno pace e sicurezza, allora improvvisamente precipiter su di essi la rovina,
come le doglie del parto di una donna incinta, si legge in 1 Tessalonicesi 5 : 3.
132 Che cos si debba assumere testimoniato dallHeidegger che in p. 403 di Beitrge caratterizza lo
ultimo Dio come il tuttaltro [...], particolarmente rispetto a quello cristiano.

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altro inizio in cui dovr esitare lermeneutica filosofica che modeller il vivere
sul tempo cairologico . Nella p. 187 dei Beitrge Heidegger scrive:
Lo altro inizio non contro-movimento rispetto al primo inizio ma sta in
quanto altro al di fuori del contro e di ogni immediata opponibilit. [...] Le
future decisioni non cadranno negli mbiti finora adottati dalla storia occidentale, che risulterebbero coinvolti anche dai contro-movimenti.

Questo enunciato dissuade dallinnalzare al di sopra delle opposizioni qualcosa


che non risulti primario rispetto agli opposti.133 errore in cui Heidegger stesso
incorse quando, nel discorso rettorale alluniversit di Friburgo, afferm che con
il nazionalsocialismo un altro inizio ha fatto irruzione nel futuro [della nazione
tedesca] e sta l come lontano comando a noi di raggiungere la sua grandezza.134
Di fatto, il nazismo ha invece continuato poi a fondarsi sullopporre i contrari,
limitandosi a tentare di rendere amici nazionalismo e socialismo. Della carenza dello
inizio, da lui troppo entusiasticamente e dimenticando che il tempo deve farsi
cairologico attribuito al nazionalsocialismo, Heidegger sembra essersi reso conto
gi nel 1935, in lezioni dove, radicando la svolta nellEssere, affermava che:
domandare che cosa ne sia dellEssere significa niente di meno che ripetere (wiederholen) linizio del nostro essere storico-spirituale onde trasformarlo nello altro
inizio (in der andere Anfang). Ci possibile. Si tratta anzi della forma che
determina la storia, la quale prende le mosse appunto dallevento che la fonda.

In unaggiunta alledizione 19492 di Vom Wesen der Wahrheit Heidegger ha chiarito perch questa trasformazione possa avvenire: perch nellessenza la non verit
e la verit ineriscono reciprocamente [sicch sono unite nella unit compiuta: verit non verit, anteriore allopporle (dettato alluomo dalla soggezione alle membra)],
che una proposizione vera pu presentarsi in netta opposizione alla correlativa
proposizione falsa [...]. Essenza della verit, infatti, la verit dellessenza.135
Consegue che Heidegger, se avesse riletto il 2 : 6-10 di 2 Tessalonicesi
(cfr. p. 46) applicando il principio esposto nel suddetto corso sulla Essenza
della verit, avrebbe accertato che le Scritture realizzano lermeneutica filosofica la quale, chiedendo che cosa ne sia dellEssere, modella il vivere sul
tempo cairologico .
133 Pu sussistere amicizia, anche fra contrari pre-esistenti; nella matematica che Euclide mostra primaria, invece, lapotome 2 
2 , p. es., ontologicamente primo rispetto ai monomi 2 et 
2 , che traggono lesistenza per chi ama Dio (cfr. 1 Corinzi 2:9) dal concorrere pariteticamente a formarlo.
134 In Einfhrung in die Metaphysik (Tbingen, Niemeyer, 1953) ribadita la intrinseca verit del nazismo.
135 Vom Wesen der Wahrheit (Frankfurt a. M., Klostermann, 19492, pp. 17; 26): Nur weil Wahrheit
und Unwahrheit im Wesen sich nicht gleichgltig sind, sondern zusammengehren, kann berhaupt ein
wahrer Satz in die Schrfe des Gegenteils zum entsprechend unwahren Satz treten. [...] Die Frage nach dem
Wesen der Wahrheit findet ihre Antwort in dem Satz: das Wesen der Wahrheit ist die Wahrheit des Wesens.

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Leggere che Paolo fa ununit dellAnticristo e del Cristo pu inserirsi nella


concezione di mondo che oppone reazioni alle azioni; il costatare che 2 Tessalonicesi
pone freno, mediante il katevcon , allavvento salvifico dellunit Anticristo Cristo trasferisce per in tuttaltro orizzonte non appena lo si colleghi al
5 : 31,32 di Efesini (cfr. p. 53), che sottolinea Mistero grande (musthvrion mevga)
parola cara a Heidegger perch ribalta lusuale senso attribuito alle cose
quello per cui i separati Cristo e la Sua Chiesa (cfr. Genesi 1 : 4-10 in p. 53)
formano una sola carne, dunque una unit compiuta, ancorch agiscano, secondo la Lettera suddetta, in senso opposto luno allaltra.
Il pensiero va allora al tessalonicese Timoteo, scrivendo al quale Paolo sottolinea (cfr. 1 Timoteo 3 : 15-4 : 1 in p. 85) che il raffreddarsi della Fede, negli ultimi giorni dellevo attuale, addotto da Ges nel 24 : 12,13 di Matteo, evento
pre-visto dal soffio creativo divino, che implicher per non la fine del
Cristianesimo, ma lavvento dello uomo compiuto che, nella pienezza del Cristo,
realizzer lunit di Fede e ragione (cfr. Efesini 4 : 12,13 in p. 4): il trapasso
dallo uomo vecchio allo uomo nuovo di Romani 7 : 5,6, al quale Dio dar un
soffio di sapienza e rivelazione (pneu` ma sofiva" kai; ajpokaluvyew" ) per una
superiore conoscenza di Lui (ejn ejpignwvsei aujtou` ) (Efesini 1 : 17).
Sapienza superiore suprema, anzi che, scrive Paolo in 1 Timoteo 4 : 4, riveler come ogni cosa creata da Dio sia buona per chi, amando la verit, pervenga a
colloquiare con Lui dando attuazione al 42 : 4 di Giobbe : io Ti interrogher, Dio, e
Tu mistruirai. Per Jhwh e per chi ama la verit, pertanto, lEssere ha struttura
bimetrica comprendente uomo vecchio e uomo nuovo, Fede in Dio e conoscenza di
Lui, Cristo e la Sua Chiesa, Anticristo e Cristo; in generale, tutte le coppie di entit
le cui componenti luomo, indulgendo ai sensi, oppone luna allaltra. Heidegger,
invece, le integra chiamando il non detto ossia la eccedenza non dualistica (perch concerne entit complementari) a costituire lEssere assieme al detto, cio
allente. E poich Dio ha creato perfetto luomo (cfr. Salmo 139 : 14), risulta buono
anche tutto ci chEgli crea tramite luomo, sia esso nuovo o vecchio. Buoni sono
2, i monomi 2 et 
2 destinati da
dunque, accanto p. es. allapotome primario 2 
Platone a costruttori e mercanti, ma che risultano conosciuti da Dio in quanto trag2. Con i numeri tecnicistici sono note a Dio
gono lessere dalla entit primaria 2 
anche categorie quali misure, forze, accelerazioni, velocit, etc., che Aristotele dice stare
nel pensiero, non nelle cose (Metafisica 1027b27-33), ma che spiegano i successi, consentendoli, di scienze e tecniche fondate su queste nostre invenzioni.
Tutti gli accadimenti risultano cos eventi della verit, quali Heidegger li auspica (cfr. p. 92); apparentabile alla comparsa dellirrazionale nei numeri umani
infatti il parlare Ges in parabole a coloro che vedendo non vedono, i quali for2,
mano a loro volta una unit compiuta, assimilabile allapotome primario 2 
con i discepoli ai quali Ges promette di svelare i misteri del regno dei Cieli.
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Differenzia per Ges da Heidegger il fatto che i Vangeli fondino lallinearsi alla
struttura bimetrica dellEssere sullo Jhwh al quale Ezechiele 37 : 15-28 (cfr. nota 46) fa
tenere uniti nella Sua mano Giuda ed Efraim: il che implica appunto dare
allEssere struttura che rende amici i nemici e accoglie in esso ci che le membra
inducono a considerare deteriore. Il soffio di Jhwh conferma Ezechiele 37 : 1-13
fa rizzare in piedi la distesa di ossa aride, che altrimenti estrometterebbe dalla
realt la met del Creato il bestemmiare Dio , giudicata maligna, scandalosa e incompatibile con lidea di un mondo creato da un Dio onnipotente.
Le Sacre Scritture considerano dunque primo inizio quello che Heidegger
chiama altro inizio, capace di accogliere nella Verit e nellEssere la totalit dellesistente; si legge infatti in p. 185 dei Beitrge :
Mentre nel primo inizio la verit carattere dellente in quanto tale verit
come giustezza di giudizio, obiettivit, adeguamento alla realt declassata in essere
dellente (Sein des Seienden), [...] nello altro inizio la Verit viene conosciuta
e fondata come Verit dellEssere (Wahrheit des Seyns) e lEssere conosciuto e
fondato come Essere della Verit (Seyn der Wahrheit).

Al che il Regina commenta, nellopera citata: La signoria dello altro inizio


strategica: tutto ci che accade nellmbito del primo inizio [...] acquista pienezza
di senso solo se interpretato alla luce dello altro inizio, ossia tenendo fermo che
ogni accadimento fondamentalmente evento (Ereignis) della Verit dellEssere.
Ad aver dirottato lontano dalla Verit un Heidegger che pur parla come
Ezechiele 37 : 1-13, il quadro storico nel quale lOccidente ha falsato le origini e gli sviluppi cardinali della nostra civilt. Artefice del primo inizio
lo Jhwh nella cui mano i due legni diventano uno; altro inizio risulta pertanto quello che allEssere sostituisce lente, involgendo il pensiero involutivo,
chiamato da Heidegger oblio dellEssere e allorigine del quale pone, tanto
genericamente quanto erroneamente, la Grecit.
Se nella Grecit Heidegger include la concezione plato-aristotelica che accoglie in amicizia i contrari, inizio greco diventa quello, egizio e bimetrico,
cui si alline la Bibbia (cfr. capitolo 6.4).136 Su questa conclusione il Politico
136 Cfr. il mio Da Giza-Sion-Atene per una citt della scienza (Firenze, Olschki, 2000), Parte II,
pp. 129-229: La matematica primaria di Platone-Euclide ha origine egizia. Cfr. anche, in Annali del
Dipartimento Studi sulla Storia del Pensiero Europeo dellUniversit di Genova (Firenze, Olschki, 2001) il
mio Dallantica sapienza mediterranea una sfida agli epigoni dellIlluminismo, Parte III, pp. 95-115: La matematica primaria nei monumenti e nelle leggende dellantico Egitto, con 6 Tavole fuori testo.
Qui basti ricordare che nel Politico 257a1-b7 Platone fa chiamare Ammon nostro Dio (to;n hJmevteron
qeo;n, to;n Ammona) ed frase che mi fa tradurre in Ammon il Dio che lesegesi rende in Amon dai matematici Teeteto, Teodoro e Ospite eleate, e che, negli Annali del Tempio di Karnak, Ammon detto Signore
delle Due Terre, dunque Dio di un mondo bimetrico. Aristotele conferma (cfr. p. 60) che furono sacerdoti
egizi a elevare la matematica a farsi scienza di princip e cause, qual di certo la matematica primaria.

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306c7,8 (cfr. p. 86) e il De Mundo 396b (cfr. p. 52) obbligano a convenire


anche chi sorvoli sul Timeo 23d4-e6 dove Platone sottolinea divina la
sapienza matematica accumulata dai sacerdoti egizi di Ammon e chi consideri spurio lEpinomide : dove si conferma, nel 991d8-992a1, che il legame
unitario, onnipervadente lintera realt, si rivela unicamente a chi conosca la
matematica capace di fare scorgere la totalit dei nessi attinenti alla sfera demonica che fa da tramite fra lumano e il divino.
Inizio egizio deve per attribuirsi anche alla concezione di mondo del Pitagora
autore della tabella dei contrari trascritta da Aristotele nel Metafisica 981a23-26;
Isocrate scrive infatti nel 27-28 di Busiris : Se il tempo non mi fosse tiranno, potrei
raccontare meraviglie sulla profondit del pensiero dei sacerdoti egizi; molti la conoscono, oggi come nel passato. Fra questi Pitagora: andato col e fattosi scolaro di
quei sacerdoti, per primo port in Grecia la filosofia straniera (th;n t a[llhn
filosofivan). Divinit egizia oppositrice dei contrari e apparentabile quindi allo
Elohim greco lo Aton il quale, facendosi Dio solare, tende a emarginare
tenebra e mali dalle plaghe a Lui consacrate. Dimenticando che nellorizzonte di
una Mente bimetrica, qual quella dello Ammon che accoglie in amicizia i contrari, non pu insorgere alcunch di antitetico, i cattedratici egittologi hanno
ritenuto scismatico ed eretico, rispetto alla concezione di mondo di Ammon, il
regno di Akhen - Aton in Amarna, che definiscono monoteistico.137
Primo inizio della Grecit e altro inizio di Heidegger vengono pertanto, in
realt, a coincidere e costituiscono, dal punto di vista ontologico, un unico e
medesimo inizio; il regno intermedio di Aton - Elohim ossia lOccidente, dove
regna lopposizione dei contrari introdotta dal Pitagora adepto di Aton figliazione necessaria, dunque, di quellunico inizio, che ha limpronta di Ammon.
, verosimilmente, il travisamento di questa realt storica, istillato in Heidegger
da cattivi maestri, ad avergli impedito di considerare conclusa la sua svolta.
5.4 COME LEGITTOLOGIA

ACCADEMICA SI SIA RESA CORRESPONSABILE

DEL MANCATO ACQUISTO, DA PARTE DI


DEL

CAMPO

HEIDEGGER,

IN CUI VENNE NASCOSTO IL TESORO

Non si pu certo incolpare gli egittologi cattedratici di avere ignorato


la matematica primaria egizia: spettava non a loro, infatti, il riscoprire il
Libro decimo di Euclide. Altra cosa per ritenere legittologia accademica responsabile di aver falsato il quadro storico in cui quella matematica
137 Monoteistico invece proprio il mondo dello Ammon il quale, con laccogliere in amicizia i contrari, si fa
Dio dellintera realt: anche del bestemmiarlo. Cos vogliono il Dio biblico, 1 Timoteo 4 : 4 ed Ezechiele 37 : 16-19.

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si radica, rendendola cos impervia allOccidente pitagorizzante. E ci per


aver posposto la ricerca della verit e il rispetto di antichi testi al servilismo verso i potentati politici, culturali ed economici dei secoli XIX et XX.138
Per ossequio a quei potentati gli egittologi cattedratici omettono di rilevare che nelle stele di Amarna si legge che il regno consacrato ad Aton fu limitato nel tempo e che Akhenaton giur di non oltrepassarne confini che lo
relegavano ai margini meridionali dellEgitto, in territorio non consacrato ad
altra divinit e sul quale nessun principe egiziano poteva accampare diritti.
Nemmeno d rilievo, legittologia accademica, al fatto che nelle stele scritto che,
pur adornandosi della Corona Bianca dellAlto Egitto, Akhenaton continu a professarsi Signore delle Due Terre e Re del Basso e dellAlto Egitto [dunque figlio di
Ammon], sicch il Suo insediamento in Amarna avvenne con giubilo del padre suo
Horakhti, il quale gi si fregiava del nome di Luce Solare (Shu); Akhenaton dunque ne coronava un disegno, anzich sovvertirlo. Akhet - Aton ribadisce un altro
scritto territorio, delimitato da 4 stele, che di propriet di mio padre Horakhti,
il quale giubila allorizzonte nel suo nome di Luce solare, che di Aton.
Trascurano altres, i cattedratici, la vocazione dei sacerdoti di Ammon, la cui
missione consisteva, secondo Erodoto,139 nel guidare lumanit futura a darsi infine
statuti in linea con lamicizia dei contrari regnante nel cosmo; alla luce di questa
vocazione acquista pregnanza la scritta comparente in una stele dove Aton predice:
A tutta la Terra dar qui udienza, sia che vivano a nord, a sud, a est, a ovest
138 Emblematico il caso dellegittologo francese G. MASPERO, premiato col titolo di Sir per avere
scritto (tudes de mythologie et darchologie giptienne; Paris, 1893) che Tutmosis III e Ramses II somigliano a capi-trib dellAfrica centrale [...]; la maggior parte dei miti lEgitto li ha in comune con le pi
selvagge trib del vecchio e del nuovo mondo.
OTTO NEUGEBAUER, santone degli storici della scienza del sec. XX, scrive in The Exact Sciences in
Antiquity, (Princeton U. P., 1951) che si crede che nelle dimensioni delle Piramidi siano espresse importanti costanti matematiche p. es. un valore esatto di p e profonde conoscenze astronomiche. Queste teorie
sono in aperta contraddizione con ogni fondata conoscenza fornitaci dallarcheologia e dagli studi egittologici circa la storia e gli scopi delle Piramidi [...]. Gli Egizi non ebbero mai alcuna idea originale e astratta.
Poich era storico della scienza, Neugebauer non ignorava certo: che Copernico, nel De Rivolutionibus,
confessa di essere giunto alla concezione eliocentrica studiando gli scritti segreti degli antichi Egizi; che
Keplero, in The Harmonies of the World, sottolinea di aver formulato le leggi sulle orbite planetarie rubando
nei vasi aurei degli Egizi; che Newton mirava dichiaratamente a recuperare la sapienza, unificatrice di spirito e materia, che Mos aveva appreso dagli Egizi e che pertanto deve trovarsi seminata nei Templi cui i
sacerdoti-astronomi dellEgitto [...] affidavano la funzione di tramandare loro arcane conoscenze esoteriche.
Non preoccupava il Neugebauer, evidentemente, la possibilit che qualche isolato Piramidiota gli
rimproverasse di posporre il rispetto del pensiero dei Newton, Keplero, Copernico sugli Egizi al fatto che
esso mai sia valso, ad alcuno storico della scienza, il titolo di Sir.
139 In Storie II 55,57 Erodoto racconta di una colomba egizia che, volata in Grecia, fond a Dodona loracolo
di Ammon - Zeus. In Atti degli Apostoli 7 : 22 le Scritture confermano che Mos [poich fu] educato secondo la
sapienza egizia, fu potente in parole e in opere. LEgitto dono del Nilo e ha in Ammon il suo Dio in quanto deve
la prosperit agli straripamenti del Nilo: a un contrario amico. Nelle nazioni dove la colomba fond loracolo domina invece lopposizione dei contrari, che rischierebbe di travolgerle se un Elohim - Aton non le guidasse a difendersi
dalle tenebre. Ecco perch, in Amarna, Ammon eresse un modello a tutte le nazioni a nord, a sud, a est, a ovest.

~ 109 ~

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Il qui, riferito a territorio dellordine di grandezza dellisola di Maiorca,


chiede verosimilmente di essere riferito alla concezione del divino che in Amarna
e per un tempo limitato i sacerdoti di Ammon vollero [o comunque permisero di] impiantare. Akhet - Aton confermano le stele il paese delimitato da queste 4 stele ed di propriet del padre mio Horakhti, il quale giubila allorizzonte nel suo nome di Luce solare (Shu ), che nellAton. Ed
frase equivocabile soltanto da chi, con i Maspero e i Neugebauer, asserva la
mente a interessi estranei ai testi cui i commentatori dovrebbero genuflettersi.
Ai preconcetti dei cattedratici si allea lignoranza quando incappano in relazioni matematiche o astrofisiche; egittologia aggregata alla facolt di Lettere,
nota per lidiosincrasia nei confronti di numeri e formule algebriche. Sicch gli
egittologi accademici, quando leggono che le stele di confine di Amarna sono
separate da una distanza di itrw 6, khet 1+ 3/4, cubiti 4 esatti, la traducono allegramente (cfr. il sito http//www.archeologia.com) in 120179 cubiti di metri
0,523, ossia in m. 62853,617. Solo chi prescinda dalla realt pu piccarsi di misurare distanze dellordine di decine di chilometri in 62853617 millimetri ; di fronte a tanta incongruenza, anche il Talete deriso dalla servetta perch, guardando in alto, cadde in una buca, dedurrebbe che le stele non determinano una
distanza, bens il valore da attribuirsi al cubito regale di Aton in Amarna.
S CHWALLER DE LUBICZ ricercatore non cattedratico che gli accademici
annoverano sprezzantemente fra the Great Pyramidiots legge in una iscrizione egizia che douze hommes royaux mesurent le cycle du ciel . Poich il cubito
lulna del nostro avambraccio, liscrizione significa che 12 cubiti - ulne regali
misurano 2p metri , circonferenza del cerchio di raggio 1 metro. Allora, se si
indica con k il cubito regale, la stele recita che 12k = 2p = 6,2830 metri, sicch
k = 0,5236 metri. Moltiplicare per 10000 questa misura significa voler limitare lespressione del cubito, che consiste in un numero irrazionale, alla quota cifra
decimale, rendendola cos entit determinata. I 1760 cubiti che misurano il perimetro della Grande Piramide diventano allora 951,53 metri, misura aderente alla
realt riscontrabile in sito. Dallassumere 120000k = 62830 = 2p si evince dunque,
per il cubito regale di Ammon, la misura di m. 0,5236 ; quello dellAton di
Amarna risulta invece dallequazione 120179k = 62830, sicch k = 0,5228 metri.
Distinguere i cubiti regali assegnando a quello di Ammon la lunghezza di
5236, e a quello di Akhet - Aton la lunghezza di decimi di millimetro, implica

escluderli percettibili dai sensi: infatti del tutto impossibile scolpire regoli
differenziabili luno dallaltro in virt di qualche decimo di millimetro.
Consegue p. es. che a far determinare a Newton in m. 0,5240 il cubito regale, che
misura la stanza del Re nella Grande Piramide, fu lattribuirle le dimensioni tonde
di cubiti 10 x 20. In modo analogo Newton determin in m. 0,5235 il cubito regale,
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che misura in cubiti 440 tondi il lato della Grande Piramide stessa, perch lo storico FLAVIUS JOSEPHUS (sec. I d.C.) riferisce che, secondo Pitagora, il suo perimetro
di cubiti 1760 in relazione con la circonferenza della Terra; il geografo AGATARCHIDE DI CNIDO (secolo II a.C.) lo concreta infatti in 1/2 minuto del grado di latitudine allequatore, ossia (secondo lo International Spheroid) in 921,46 metri, rispetto alla
misura, involta dal 0,5236 = 6,2830 : 12 di Schwaller, di metri 1760 x 0,5236 = 921,53.
Il fatto che la camera del Re, costruita al di sopra del piazzale dellosservatorio (vedasi la figura schematica in calce) sia modulata dal cubito di m. 0,5240,
mentre il perimetro di base della piramide misurato dal cubito di m. 0,5236, sta
verosimilmente a significare ledificazione del monumento in due diverse epoche.
A confermare che la Grande Piramide venne costruita in due distinte fasi
una nutrita schiera di astronomi,140 i quali hanno accertato che i canali di sezione 22 x 23 cm., che si dipartono dalla camera del Re, traguardavano la posizione di a Draconis a nord, e di z Orionis a sud, nel secolo attorno al 2500, mentre il cunicolo discendente e il canale che si diparte, mirando a sud, dal direttorio situato nel tronco di piramide sottostante al piazzale dellosservatorio, traguardavano le posizioni che gli astri sopra indicati avevano nel secolo attorno al
3440, epoca nella quale a Centauri era traguardata dal cunicolo ascendente.
Il quadro storico tracciato dallegittologia accademica risulta cos sovvertito

Or

is

is

34

40

00

ion

25

Or

ion

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25
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440

00

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rac

344
nis

140 RICHARD PROCTOR (The Great Pyramid. Observatory, Tomb and Temple, London: Longmans, 1988).
JOHN TAYLOR (The Great Pyramid: Why was it Built? & Who Built it?, London: Longmans, 1864);
CHARLES PIAZZI SMYTH (Our Inheritance in the Great Pyramid, London: A. Strahan, 1864).
EUGNE M. ANTONIADI (LAstronomie gyptienne depuis les temps les plus reculs, Jusq la fin de lpoque
alexandrine, Paris, Gauthier-Villars, 1934); MARTIN BERNAL (The Afroasiatic Roots of Classical Civilisation.
Black Athena, Rogers U. P., 1987); LIVIO C. STECCHINI, in TOMPKINS (Secret of the Great Pyramid, New York:
Harper & Row, 1981); ROBERT BOUVAL & GRAHAM HANCOCK (Keeper of Genesis, Heinemann, 1996).

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radicalmente e in modo non percepito dalla storiografia accademica: Clearly


scrive p. es. Livio C. Stecchini the ancient Egyptians knew the size of
the earth to a degree not matched till the middle of the nineteenth century.
Sconvolge ancor pi il quadro storico tracciato dai cattedratici tanto da rendere addirittura superfluo il laborioso cammino di ricerca esperito nel presente
saggio il sguito della testimonianza di Flavius Josephus addotta in p. 111; lo
storico ebreo collega infatti il perimetro della Grande Piramide alla circonferenza
delle colonne bronzee del Tempio fatto costruire in Gerusalemme dal Re Salomone.
Da sempre il mondo plasmato dalla Bibbia poggia sullopposizione dei
contrari; ci si attenderebbe perci che il cubito di Salomone fosse quello di
Aton, destinato dai sacerdoti di Ammon alle nazioni che, secondo Akhenaton,
avrebbero trovato udienza in Amarna. In I Re 7 : 15 si dice soltanto che
una corda di 12 cubiti misurava la circonferenza di ogni colonna; alla misura del cubito allude il 7 : 23, adducendo che il diametro della vasca circolare bronzea, destinata alle abluzioni rituali, era di 10 cubiti, e una cordicella
di 30 cubiti ne misurava la circonferenza.
Il 7 : 14 sottolinea che il costruttore delle colonne e della vasca era sapiente, intelligente e diligente; perci impossibile acquietarsi a che concretasse in 30 cubiti la
circonferenza di un cerchio di diametro 10 cubiti. MOSHE KATZ ha rilevato, nel
1992, che nel versetto, dove si parla della circonferenza della vasca per abluzioni:

la parola
scritta con la lettera he di troppo e con gematria 111; a margine del versetto la Bibbia da sempre ha scritto in
modo corretto, con gematria 106. Se si moltiplicano 30 cubiti per 111 : 106
si ottiene, in 31,41509, una congrua approssimazione della circonferenza della
vasca, e il cubito di Salomone 3,141509 : 6 = 0,52358 metri, eguale al cubito di Ammon, calcolato da Schwaller in m. 6,2830 : 12 = 0,52358 = 0,5236.
Salomone dunque, chiamando il cubito di Ammon a modulare il Tempio,
intende significare che la Bibbia e il suo regno pur fondandosi sullopporre
i contrari e sulla vestizione temporale del divino in Elohim - Aton mirano a
coronarsi in Ammon e nellamicizia dei contrari. A mostrare che in Jhwh Ammon la salvezza tende il presente saggio; la sua tesi trova conferma e ragione di essere in una pagina di Erodoto, suffragata a propria volta dallintarsio
di parole nascoste che, sotteso al Levitico - Pentateuco, riportato in p. 153.
La figura tracciata nella pagina a lato attesta come la Grande Piramide di Giza
sia stata dimensionata in modo tale da immortalare sia la relazione fondamentale f 2 = f + 1 della sezione aurea f che nel campo del sensibile modula la quie~ 112 ~

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te [i.e. la permanenza della forma] , sia i parametri che determinano in modo


univoco la matematica primaria egizio-platonico-euclidea, che realizza la compiuta razionalit [i.e. la permanenza della forma] nellmbito dellintelligibile.
c = 220 cubiti
Misure effettive h = 280 cubiti
a = 356 cubiti

a=


h = f

D
A

P

O

O
P
[(in scala diversa): 5
27]

c=1

Piazzale osservatorio

a : c = 356 : 220 = 1,618... f


h : c = 280 : 220 = 1,272... 
f
c =220
=1
h 2 + c 2 = 280 2 + 220 2 = 126800
a 2 = 356 2 = 126736
64 = 126800 x 0,00050
Differenza

In Storie II 124-5 Erodoto riferisce che larea a c della faccia della Grande
Piramide equivale a quella di un quadrato il cui lato laltezza h della
Piramide; le dimensioni del monumento confermano che questa relazione caratterizza la sezione aurea, la cui struttura fondamentale f + 1 = f 2
(cfr. capitolo 6.3) trova riscontro nella 220 2 + 280 2 = 356 2 , con uno scarto, di
64 cubiti quadrati, dello stesso ordine (decimi di millimetro) di quello con
cui si approssimata in m. 0,5236 la misura del cubito.
Richard Proctor ha rilevato che larea del piazzale osservatorio la met
di quella di base della piramide, sicch PB diagonale di PO et
PB = PO 
2 . Pertanto, se si numera PB con 2 
2 , si ha PO= 2 et
OB = 2 
2 2 ; ponendo poi PB = 2 , risulta PO= 
2 et OB = 2 
2 ; se si assu2 , si ha PO= 1 et OB = 
2 1 ; gli apotomi 
2 1 ; 2 
2 et
me PB = 
2 
2 2 formano la prima terna della matematica primaria (cfr. p. 143).
2 ) (
2 1 ) = 3 2 
2 , risulta PB = 3 
2 4 e la
Se infine si pone PO= (2 
2 4 ) (3 2 
2 ) = 5 
2 7 un apotome i quadrati 50 et 49
differenza (3 
dei cui nomi numerano come Proctor rilev nel 1888 i conci regolari e le commessure del rivestimento che determina il livello del piazzale
osservatorio. La coppia epimoria (cfr. pp. 14, 15) 50 et 49 e lapotome
5 
2 7 costituiscono i tre parametri da cui il Pentateuco lo si mostrer
in 6.4 fa derivare lintera matematica egizio-platonico-euclidea.
Saranno le future storie della filosofia a dire se Heidegger ove avesse conosciuto la matematica sottesa alla Grande Piramide e lintarsio di
parole nascoste nel Levitico - Pentateuco avrebbe anchegli dato un volto al
suo ultimo Dio: quello di Ammon - Jhwh.
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5.5 SAR

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LA FISICA A FARSI

INTERPRETE

DEL

PARLARE

IN LINGUA A

DIO

Una serie di conferenze, tenute a Ginevra negli anni 50 del secolo scorso da alcuni dei massimi fisici teorici,141 ha fatto emergere le fasi del trapasso che potrebbe indirizzare il pensiero scientifico nella direzione di sostituire, a concezioni di mondo basate sullopporre i contrari, laccogliere in
amichevole complementarit la totalit dellessere.
ERWIN SCHRDINGER si oppose recisamente a questo nuovo concetto: settanta e pi anni fa questa la sua obiezione quando ci si trovava di fronte a due teorie in disaccordo, si concludeva che la ricerca non era finita, perch
si riteneva assolutamente impensabile fare uso di concetti differenti, e antitetici,
a proposito di un unico fenomeno o della costituzione di un medesimo corpo.
Si ora inventata la parola complementarit, come se non fosse pi necessario
trovare infine un concetto unico, unimmagine compiuta e comprensibile.
Un primo passo in direzione della complementarit compiuto da LEON
ROSENFELD, con lopporre a Schrdinger che:
In base alla nostra educazione e al nostro modo di pensare, noi siamo avvezzi a
considerare le contraddizioni logiche come cosa da evitare con la violenza, cio sopprimendo uno dei termini, in modo da ottenere quello che chiamiamo, nel senso
classico, un sistema coerente. [...]. C per un tuttaltro modo di pensare: quello,
dialettico, dei fisici. [...]. A partire dal momento in cui definiamo un concetto e facciamo unastrazione, noi incidiamo in una realt che un tutto; ne separiamo qualcosa e per questo fatto definiamo anche ci che resta, che la negazione del concetto definito: creiamo dunque una contraddizione. Il procedimento dialettico non
sopprime uno dei termini, ma li include entrambi in una sintesi [...]. Il lavoro fondamentale di analisi delle teorie fisiche consiste allora nel delimitare il concetto di
validit. Una volta eseguita la delimitazione, non ci sentiamo imbarazzati se lavoriamo con due sistemi di concetti contraddittor, purch prescrizioni rigorose indichino fino a qual punto si possa usare luno oppure laltro dei modi di descrizione.

Quando si afferma che dal momento in cui definiamo un concetto noi incidiamo su una realt che un tutto, ne separiamo qualcosa e definiamo ci che
resta (i.e. il concetto opposto), creando in questo modo una contraddizione, e si
aggiunge che allora il procedimento dialettico consiste nellincludere le opposizioni in una sintesi, si ricade in contraddizione se sinvita poi a delimitare fin
dove risulti corretto usare un concetto e fin dove sia corretto usare invece quello opposto. Si scinde infatti di nuovo, cos procedendo, una realt fisica (i.e.
unessenza), la quale risulta una, in due concetti (i.e. in due categorie mentali ),
141 W. HEISENBERG, E. SCHRDINGER, M. BORN, P. AUGER: Rencontres Internationales de Genve,
Neuchtel, Editions de la Baconnire, 1952-1958.

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tali che le qualit delluna categoria vengano contrapposte a quelle dellaltra,


anzich concorrere assieme a formare lessenza: la sintesi con cui ci si era prefissi di superare la contraddizione.
Cos procedendo, infatti, sindulge al vezzo di contrapporre gli enti e signora che ogni essenza , secondo Aristotele, proprio linsieme bimetrico formato
includendo entrambi i termini di una (supposta) contraddizione in una sintesi:
nellunit esemplificata nel due parti di terra e tre di fuoco, che il Metafisica
1092b17-23 (cfr. p. 63) chiama appunto a costituire una essenza. La quale pertanto formata dal concorrere di entit qualitativamente diverse e solitamente
qualificate contrarie, a formare appunto ununit bimetrica. Sicch, riferendosi a essenze, che costituiscono perci armonie, Aristotele pu scrivere, nel De
Mundo 396b, che la Natura forma larmonia con i contrari, non coi simili;
Platone pu affermare, nel Repubblica 523b9-c4, che sono le contraddizioni a
incamminarci verso sapienza, Paolo pu sostenere, nel 4 : 4 di 1 Timoteo, che chi
colloquia con Dio perviene a veder santificata ogni cosa dalla Sua Parola.
proprio ci che, in una conferenza tenuta nel medesimo ciclo di
Rencontres, anche il fisico PIERRE AUGER ha sagacemente posto in rilievo
sottolineando che:
Non impensabile che la crisi si fatto uso di questo termine cui ha
portato il proposito di spiegare linsieme dei fenomeni che si manifestano nella
forma di particelle e di onde non possa risolversi nellintegrarli nella nostra struttura interna in un sistema unico, ma che questa nostra struttura ci permetta solo
dintegrare un certo aspetto grazie a un sistema di corrispondenze quello dei
corpuscoli , e poi un altro aspetto, grazie a un altro sistema, quello delle onde.
Forse noi non possiamo integrare tutto in una sola volta con un [nostro] insieme interno unico. Se da questo lato siamo limitati, ci non vuol dire che non
siamo in grado di ragionare giustamente; solo non possiamo ragionare su tutti gli
aspetti in una sola volta, con un unico sistema di corrispondenze: ne abbiamo
bisogno di parecchi e col loro aiuto possiamo ricostruire il sistema totale.

Le conclusioni cui Auger perviene per vie autonome, sono le stesse che
in p. 34 condensai nella frase: luomo resta pur sempre vincolato a considerare bimetriche entit le quali, per Dio e in Eden, sono una sola carne.
Prima ancora che le vedute del cardinal Cusano, Pierre Auger rivive cos,
sempre in modo autonomo, il 2 : 19 di Genesi (cfr. p. 7) dove Dio dispone che nomi del lupo e dellagnello siano quelli che luomo dar e il
successivo 3 : 24 (cfr. nota 52) dove Dio, schierando le spade fiammeggianti
dei cherubini solo a oriente di Eden, non impedisce allumanit di rientrarvi per altre vie: come Auger appunto intuisce, non con un unico
sistema di corrispondenze, ma tramite parecchi [complementari, dunque] , con laiuto dei quali pu ricomporsi il sistema totale.
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presto chiarito come una complementarit di sistemi di corrispondenze


possa far attingere al sistema totale. In p. 32 il proposito di mostrare come
lordine cosmico costituisca un intero compiuto dalla compiutezza dei comparti si aren sulla difficolt di conciliare la sapienza non di questo mondo
con il Sanhedrin 22a, che affida alle masse ignoranti il timone delle citt.
Rosenfeld si limita a prendere atto ed risoluzione oggi imperante
dellineluttabilit del descrivere le citt e la sapienza divina affidandosi a princip contrastanti; il che equivale a imputare al cosmo di essere male orchestrato: conduce a frantumare lEssere nella ridda di episodi che, nel Metafisica
1075b37-1076a4, fanno dire ad Aristotele: chi mette unessenza contro laltra
fa dellessenza del Tutto unaccozzaglia di episodi (ejpeisodiwvdh th;n tou` panto;"
oujsivan) e ne moltiplica i princip. Gli enti, per, non vogliono essere mal
governati; non buono il comando di molti, a comandare sia uno solo.
Se invece con Ges = Jhwh salvezza e con Auger si veste in amicizia la
complementarit formata dallignoranza, padrona delle citt, e dalla divina
sapienza, il conciliarle reso fattibile dal volgere in complementarit unaltra opposizione: quella fra sapienza che mira a parlare con Dio e scienze che Heidegger
considera (cfr. nota 108) degradazione dellantica fuv s i" in tecnocrazia
(machenschaft ), perch figgono nel fare (machen ) la nostra ragion di vita.
Il risolvere in complementarit questa opposizione sembrerebbe implicare che i
miracolosi successi tecnologici possano allineare alla sapienza, che parla a Dio, le
masse ignoranti: le quali vedendo non vedono (cfr. Matteo 13 : 10-13 in p. 25).
Meglio allora limitarsi ad assumere che le conquiste tecnologiche operino il miracolo di risolvere la contrapposizione heideggeriana fra la concretezza delle tecniche
e la fumosit dei prodigi (cfr. p. 26) celebrati nellAntico e nel Nuovo Testamento. A conciliarle il porre mente a che sebbene luomo si sia affidato alle scienze per sopperire al trovarsi gettato nudo in luoghi di sciacalli solo in Occidente
le scienze si svilupparono fino a porgere allumanit gli attuali miracoli.
Viene spontaneo, allora, collegare questi sviluppi allessere stata plasmata,
lEuropa, da Sacre Scritture le quali, tramite i soprannaturali miracoli in
esse narrati, inculcarono in noi la fede nella possibilit dincrinare e, infine,
di sovvertire di fatto quella che loggettivare categorie ha portato a chiamare intima natura delle cose. LOccidente ha portato luomo sulla Luna e oltre
perch Mos leduc fanciullo a ritenere possibile grazie a un bastone
dato da Dio a chi ha fede in Lui e quindi in s aprirsi una strada nel
Mare dei Giunchi, creando due muri di acqua (cfr. Esodo 14 : 29). Con il
concludere poi che il popolo vide, cos, la grande potenza di Jhwh, Lo
temette ed ebbe fede in Lui e in Mos, il 14 : 31 invita a guardare al bastone biblico in funzione di risultati che ne trascendono leffetto immediato.
Lessenza del miracolo consiste insomma, dice la Bibbia, nel mostrare la pre~ 116 ~

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cariet delle contrapposizioni privilegiate da chi per bramosia, si appropria e


sinebria di beni lo dico con Francesco dAssisi cui il Signore d nome
e riserva a S di dare nome. La complementarit di Niels Bohr, centrata
da Auger, legittima figlia ancorch non riconosciuta dai suddetti della
fede celebrata dalla Bibbia in Mos e nel Cristo.
Di quella fede figlio, infine, anche MAX BORN: il quale non soltanto
cancella il guardingo forse premesso da Auger alle sue conclusioni, ma supera e vanifica il millenario diaframma frapposto, dalla mentalit oppositrice dei
contrari, fra le scienze concernenti, come la fisica, un fare, e la filosofia.
Trascrivo ci che Born ha detto in un succinto, ma incisivo, intervento nella discussione seguita alla conferenza tenuta da Schrdinger nelle suddette Rencontres :
Le particelle elementari della fisica moderna hanno propriet che non hanno i
granelli di sabbia: nessuna individualit, nessuna localizzazione, eccetera. Ma non
succede sempre cos nella scienza e nella vita? Per definizione, i numeri esistono
2 non pu servire a questo scopo, e pure un
affinch possiamo contare; ma 
1 , o per p . Schrdinger deduce arbitrariamente dal
numero; lo stesso vale per 
concetto di particella alcune propriet, e trova che gli elettroni, per esempio, non
hanno queste propriet. Per ragioni analoghe bisognerebbe allora rinnegare tutte le
matematiche. Penso anche alla luce invisibile, al suono non udibile, eccetera. Dal
punto di vista di Schrdinger, tutto il nostro mondo sarebbe un come se.
La formulazione delle particelle inevitabile. Schrdinger stesso non lha potuta evitare. Il problema di metterla daccordo con la realt delle onde.
Questo profondo problema filosofico non stato affatto segnalato dal professor
Schrdinger. Esso stato, se non risolto, almeno avviato a soluzione dal principio di
complementarit di Bohr. Questo effettivamente il punto di partenza duna nuova
filosofia, pi profonda, che lentamente prende radice. In confronto ad essa il punto di
vista di Schrdinger appare reazionario. Non si pu risalire la corrente della storia.

Il profondo problema accennato da Born concerne anche i Vangeli: contraddizioni quali numeri irrazionali, luce invisibile, etc. sono infatti congeneri
a quella che la mentalit usuale avverte nel fatto che il Dio di Ges salvi lumanit tramite il katevcon, ossia facendo leva su sensazioni che, nel 16 : 24 di
Matteo (cfr. p. 43), Ges stesso invita a ripudiare. Di complementarit parla
daltronde apertamente il 13:10-13 di Matteo, dove il Cristo integra il parlare in parabole, a chi vedendo non vede e udendo non comprende, con il
promettere ai discepoli di svelare loro i Misteri del regno dei Cieli.
Ci invita a chiedersi quale intervento teoretico abbia portato il
Cristianesimo a dimenticare la sapienza bimetrica sulla quale fu fondato, fino
a non pi ripudiare la sudditanza ai sensi, dunque lasservimento della
mente allopporre i contrari.
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5.6 LA CRISTIANIZZAZIONE

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DI

ARISTOTELE,

ATTUATA DA

TOMMASO

DAQUINO

Nel Metafisica 983a11-23 (cfr. p. 62) Aristotele parla di una sapienza che conduce a ribaltare i punti di vista iniziali. Volgere questo ribaltamento nellinsorgere del
contrario dellassunto iniziale ha permesso a Tommaso dAquino di rendere inaccessibile allOccidente la complementarit Jhwh - Elohim e le considerazioni che portarono Aristotele, nel passo suddetto, a definire divina la filosofia. Scrive infatti:
Poich la filosofia divina fra le scienze (qeiva tw` n ejpisthmw` n) sia in quanto si
accosta al pensiero divino, sia in quanto scienza di cose divine tutte le [altre] scienze saranno [da noi ritenute] pi necessarie [alla prassi] della filosofia, ma nessuna le
sar superiore (ajnagkaiovterai me;n ou\n pa` sai tauvth", ajmeivnwn doujdemiva). Il possederla deve perci metterci in qualche modo in contrasto con le vedute iniziali (dei`
pw" katasth` nai th;n kth` sin aujth` " eij" toujnantivon hJmi`n tw` n ejx ajrch` " zhthvsewn ).

Consegue per esempio sguita Aristotele nello a11-23 che, mentre


inizialmente ci si scandalizza nellapprendere che la diagonale del quadrato
incommensurabile con il lato,142 nulla pi della sua commensurabilit stupirebbe poi chi si sia applicato filosoficamente alla geometria. Aristotele introduce dunque, cos, il medesimo problema aperto dalla comparsa dellirrazionale matematico, al quale Born appoggia la tesi che assume complementari entit contrapposte dalla mentalit usuale.
Lincoerenza della mentalit occidentale si manifesta nel chiamare met
2 , il cui quadrato eguaglia larea 2 1, la quale
geometrica fra 2 et 1 la 
2 )2 = 2 1 relazioin geometria per area di un rettangolo; perci la ( 
ne, s, esatta aritmeticamente (entrambi i termini indicano infatti aree numericamente omogenee), ma geometricamente claudicante, perch 2 et 1 concernono lati di un rettangolo figura soggetta a uninfinit di forme ,
2 lato di un quadrato rigidamente mono-forme. Alla comparsa
mentre 
2 si pu perci guardare come a sintomo dellassurdit logica nella
della 
quale sincorre equiparando un ente rettangolare a unentit quadrata.143
Sintomatico della mentalit antica appunto, e per esempio, considerare la musica poich si esplica in toni acuti e in toni gravi, dunque in
forme qualitativamente diverse entit bi-metrica; lantica teoria musicale
suddivideva pertanto il diapason (dia; pasw` n) 2 1, in quanto formato
da diversi, nelle due met di quarta 4/3 e di quinta 3/2 , tali che
142 Il pitagorico Ippaso, narra la leggenda, anneg nel mare [i.e. nellinfinitudine] per aver divulgato lo scandalo dellincommensurabilit della diagonale del quadrato con il suo lato.
143 Griderai ben forte (mevga a]n bow/h
v ") scrive Platone nel Fedone 101b11-16 se vedrai infrangere
il principio secondo cui non vi altro modo, per venire allessere, se non quello di partecipare dellessenza
che alla singola cosa propria; non sussiste altra causa da invocare, quando il due compare, se non che
partecipa della dualit. Di questa deve partecipare ci che due, come della monade ci che si fa uno.

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[(4/3 ) (3/2 )] 1 = (12/6 ) 1=2 1 risulti il loro prodotto.144 Relazione analoga ha

luogo in geometria, semprech si consideri costituito dai qualitativamente


diversi 2 et 1 il rettangolo di cui questi misurano i lati; consegue quindi
che lassunto di Born, riportato in p. 117, trova fondamento nella geometria filosofica, come da lui intuito, e nella musica teorica antiche.
Ulteriore conferma alla tesi di Born questa per a lui non accessibile per
i motivi accennati nelle pp. 73, 74, dove il Libro X degli Elementi di Euclide
considerato opera di un folle proviene dallaccogliere complementari i
2 et 1 nellapotome 
2 1 , la cui diagonale 
2 (
2 1 ) = 2 
2
contrari 
permane apotome (cfr. nota 64), e a partire dal quale il Libro X di Euclide
mostra costruibile il solo insieme matematico compiutamente razionale, accessibile a mente umana (cfr. pp. 69, 75 et nota 67). Ci attesta che la compiuta razionalit, imperseguibile nellmbito dellaritmetica che assume naturali i numeri formati da pluralit di monadi 1, diventa accessibile alluomo
quando, ponendo un determinato insieme di apotomi alla base della geometria, si avvicina alla struttura bi-metrica data allordine cosmico da un Dio
che quellordine pu solo aver fondato su compiuta razionalit.
Dobbiamo studiare la geometria dice Platone nel Repubblica 526d8-e1
per vedere se questa possa condurre a meglio discernere ci che bene. E ci
che bene diceva gi Parmenide si attinge se si pone mente a che n
nella tenebra n nella luce c il nulla. Tenebra conferma Nachmanide
non assenza di luce. I ciechi sono realt volute da Dio e non meno esistenti dei vedenti; dire che tenebra assenza di luce antepone la nozione
umana di bene che considera mancanza di essere il male ed deprecata
nel Genesi 3 : 14-19 alla divina che riconosce luce e tenebra, mostri e angeli, creature tutte di Dio, tutte egualmente provvidenziali agli effetti della perfezione del disegno cosmico (cfr. Salmo 104 : 24 et 145 : 17).
Predicare complementari mostri e angeli avvicina dunque il pensiero umano al
divino e caratterizza, secondo lAristotele del Metafisica 983a6-11, la filosofia che,
fra le scienze, divina perch conduce ad assumere che la Natura formi le armonie non con i simili, bens accogliendo in amicizia i contrari (cfr. De Mundo 396b).
Anche senza scomodare Aristotele, per, le Sacre Scritture bastano a far ritenere
divina la filosofia perch riconosce complementari entit opposte dalla mentalit
asservita ai sensi: il 4 : 4 di 1 Timoteo invita infatti a nulla spregiare del creato,
ogni cui presenza santificata dalla Parola del Dio, che la incluse nel Suo ordine.
144 Quinta musicale la met aritmetica costituita, fra gli estremi 1 et 2 , da (1+2):2=3/2 ; quarta la
met armonica x che supera lestremo inferiore 1 di una sua quota parte eguale alla quota parte dellestremo
superiore della quale x da questo superata; x perci individuata da (x1):1=(2x):2 , dunque dalla frazione 4/3. Si ha allora che il prodotto [(4/3) (3/2)] 1 risulta eguale a (12/6) 1, ossia al prodotto 2 1 degli estremi.

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TOMMASO DAQUINO, si legge nelle Storie della filosofia, il filosofo


che port a compimento la grande opera di cristianizzare Aristotele. La
realizz scrive il Lamanna nellopera citata sulla base del principio di
distinzione fra sapienza razionale e sapere rivelato, fra ragione naturale e
fede, fra scienze e teologia; principio nel quale consiste il contributo di
San Tommaso al progresso della cultura scientifica.
Se Lamanna ha visto giusto scrivendo cos, quel progresso consisterebbe
nel sostituire alla filosofia che nel Metafisica 983a6-11 Aristotele distingue
dalle scienze perch divina una teologia divina proprio perch non sidentifica pi con la filosofia (come vogliono il 1026a18-21 et il 1064b1-4
del Metafisica ),145 ma si estrinseca in una rivelazione soprannaturale la
quale, si legge in Romani 1 : 17, in Galati 3 : 11, in Ebrei 10 : 38, fa vivere di fede il giusto del Cristo.
Stupisce, di primacchito, la mentalit usuale la conferma che alla tesi
del Lamanna porge San Tommaso; il quale banalizza il colpo dala, con
cui Aristotele distingue dalle scienze la filosofia, nel pedestre sillogismo:146
Unus quisque motus terminatur ad contrarium a quo motus incipit. Unde,
cum inquisitio sit motus quidam ad scientiam, oportet quod terminetur ad contrarium a quo incipit.

Dire che, siccome ogni moto termina nel contrario di ci da cui inizia,
anche la ricerca, che un qualche moto verso la scienza, deve terminare nel
contrario di ci [ed lignoranza] da cui incomincia il moto, allinearsi a
coloro i quali, poich oppongono gli enti, salvano uno dei termini delle
contraddizioni e uccidono laltro; il che, ammonisce il 3 : 22 di Genesi, non
conoscenza che possa vivere in eterno (cfr. nota 52 et p. 115).
Non pu pretendersi conoscenza eterna perch corollario della conce145 Metafisica 1026a18-21: w{ste trei`" a]n ei\en filosofivai qewrhtikaiv, maqhmatikhv, fusikhv, qeolo gikhv: ouj ga;r a[dhlon o{ti ei[ pou to; qei`on uJpavrcei, ejn th/` toiauvth/ fuvsei uJpavrcei - Sicch tre sono le filo-

sofie teoretiche: matematica, fisica, teologia; non vi dubbio che il divino, se esiste, si trovi nella natura siffatta. Sono frasi, queste, che, sfuggite alla filosofia e al pensiero scientifico occidentali, ne rivoluzionano radicalmente limpianto: accanto alla matematica e alla fisica concernenti categorie fondate sulla
opposizione dei contrari, nelle quali si finora creduto di aver esaurito il tutto di quelle discipline, sussistono infatti, secondo Aristotele, una matematica e una fisica divine perch si allineano alla costituzione bimetrica del cosmo, dove il Creatore accolse, amiche, le umane opposizioni dei da noi detti contrari. Questa matematica e questa fisica possono pertanto ben dirsi filosofico-teologiche e, dunque, divine.
Meditino, gli epigoni dellIlluminismo: il fatto che un Aristotele tuttaltro che incline a entusiasmarsi abbia definito cos queste discipline; il fatto che la Bibbia ad avermi portato a riscoprire le
succitate frasi del Metafisica; il fatto che alla fisica bimetrica divina si siano allineati Auger, Born, Bohr
e i massimi fisici del XX secolo; il fatto che, come mostrer nel capitolo seguente, la matematica bimetrica divina stata immortalata nel Pentateuco e nel Levitico a fondamento scientifico inoppugnabile
dellamicizia dei contrari sulla quale lAntico e il Nuovo Testamento hanno basato il loro pensiero.
146 Cfr. S. THOMAE AQ., In Metaphisicam Aristotelis commentaria, Torino, Marietti, 66.

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zione di mondo che pone sugli altari lElohim al quale la Bibbia fa subentrare lo Jhwh in cui si vestono lamicizia dei contrari e la complementarit che, salvando entrambi i termini delle contraddizioni,147 accostano il
pensiero umano al divino: questo infatti dice il 148 : 5-8 dei Salmi diede
alla Creazione un ordine che mai verr meno proprio perch, accogliendoli amici entrambi, non arreca ingiustizia ad alcunch: nemmeno al vento
di tempesta, che adempie [esso pure] alla Sua parola (ivi, versetto 8).
Che il pensiero di Jhwh e del Ges che ispir il nome allo Jhwh
salvezza si allinei (di fatto, ovviamente) al Metafisica 983a6-11, confermato dal Teofrasto che, diretto discepolo di Aristotele, gli succedette nella
direzione del Peripato; Porfirio 148 riferisce infatti che Teofrasto, allacciandosi verosimilmente al Metafisica 983a6-11, considerava nazione di filosofi
Israele: popolo, dunque, indirizzato dalle guide a sostituire alla soggezione
ai sensi per nulla sapiente (cfr. nota 86) e allopposizione dei contrari lallinearsi al pensiero divino che, nel cosmo, li accolse in amicizia.
Dire, con Porfirio Teofrasto Aristotele, che Israele nazione di filosofi
trova a sua volta suggestiva conferma nella chiusa del Salmo 148 dove dopo lacclamazione cultuale Haleluy (
) = Lodate Jhwh , e dopo aver ribadito che
lodino il nome di Jhwh (
) angeli ed eserciti, [...] e voi tutti,
mostri e abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia , si conclude nel versetto 14:
Jhwh ha innalzato il corno [i.e. lappendice che si protende verso il Cielo] del
Suo popolo a lode dei Suoi fedeli tutti e, specialmente, dei figli dIsraele: popolo
che a Lui vicino (
).
Anodino finch venga riferito al generico Dio al quale ogni popolo, per il
fatto stesso di porLo sugli altari, vicino, il sostituire agli imperativi che
comandano ad angeli e mostri di lodare Iddio la lode, che Jhwh rivolge a Israele, diventa assunto incisivo se si pone mente a che, mentre i contrari sono costitutivi di categorie, Israele dovr farsi nazione di filosofi, vicina alla divina fra le scienze del Metafisica 983a6-11. E poich San Tommaso
obbliga a ripeterlo il 4 : 4 di 1 Timoteo si allinea al 5 : 17,18 di Matteo (cfr.
p. 17) nello estendere al Nuovo Testamento le complementarit statuite dal
Salmo 148, sul Metafisica 983a6-11 converge un insieme di testimonianze tal147 Perfino vita e morte si salvano entrambe nellorizzonte istituito dallamicizia dei contrari. In
1 Corinzi 15: 54,55 Paolo infatti scrive: si compir la Parola della Scrittura: ... la morte stata ingoiata
dalla [nostra] vittoria. Dov, morte, il tuo pungiglione? Pungiglione della morte lerrore (hJ aJmartiva), ma
possanza dellerrore-peccato la legge che lo immette l dove essa ha campo, ossia nellmbito in cui le
membra inducono luomo a opporre i contrari: non certo in quello, divino, dove Jhwh chiede nel 4:11 di
Esodo : Non sono forse Io a rendere sordomuto e vedente o cieco [dunque ad accoglierli nel disegno
dellordine cosmico]?. Decadono allora, nellorizzonte divino, anche lo scandalo dellirrazionale matematico,
quello dei lebbrosi di Francesco dAssisi e, in generale, il pungiglione di tutto ci che morte.
148 Cfr. GIANCARLO RINALDI in Vetera Cristianorum n 29, 1992, pp. 113-116: Porfirio e il popolo dIsraele.

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mente imponente da rendere impossibile attribuirne il sovvertimento a disattenzione; occorre perci convenire che Tommaso abbia deliberatamente scelto
di allinearlo alla dottrina di una Chiesa che per secoli e secoli doveva espletare la sua missione in un mondo di opposizione dei contrari.
Nel manomettere il brano in cui Aristotele distingue dalle scienze la filosofia in quanto disciplina che si accosta al pensiero bi-metrico divino, Tommaso
si uniforma al dettato di 1 Corinzi 14 : 1, dove Paolo scrive: aspirate pure ai
doni dello spirito, ma [ci avvenga] ai fini soprattutto di profetare (zhlou` te
de; ta; pneumatikav, ma` llon de; i{na profhteuvhte ), ossia per parlare, come
Ges, in parabole a masse che udendo non comprendono (cfr. Matteo 13 : 13),
ma che detengono i timoni delle citt e quindi costituiscono il corpo (la
ej k klhsiv a - assemblea di 1 Corinzi 14 : 4), da cui dipende se il Figlio
delluomo, al Suo ritorno, trover ancora fede sulla Terra (cfr. Luca 18 : 8).
Paolo pu invitare a subordinare la ragione alle esigenze del culto, e Tommaso
pu ottemperare allinvito, perch a basare il Cristianesimo sul comandamento
di Elohim riempite la Terra di voi: i.e. delle vostre opposizioni sono tanto
coloro che oppongono i contrari quanto quelli che li coordinano in amicizia e
che a quellinvito si allineano in virt del complesso percorso logico coronantesi nel katevcon di 2 Tessalonicesi 2 : 6-10 (cfr. p. 46).149
Vessillifero di questa seconda schiera si fece Tommaso, che al profetare pieg
il farsi interprete di Aristotele, quindi il parlare in lingua (lalei`n glwvssh/) di
1 Corinzi 14 : 2-5. Come ben vide il Lamanna, pertanto, Tommaso si elesse
innanzitutto realizzatore della grande opera di cristianizzare Aristotele e la
esplet anche a costo di farsi accusare di non averne afferrato il pensiero. Bene
gli si addice, perci, il pre-nome di santo (o{sio"); rinneg infatti quella
che 1 Corinzi 1 : 22 chiama la sapienza dei Greci, per obbedire allinvito di
Paolo a subordinare al profetare le pulsioni dello spirito.150
Lessere divenuto, San Tommaso, pietra miliare, se non addirittura cardine, del pensiero occidentale allorigine dellavere, lOccidente, ignorato di
fatto la distinzione aristotelica fra pensiero filosofico-bimetrico e pensiero
scientifico-monometrico, quindi fra essenze e categorie; da questignoranza
dipendono a loro volta il radicale fraintendimento del pensiero antico e lo
scadimento della metafisica che port Martin Heidegger a dire (cfr. p. 94):
149 Ci permette di rispondere alla domanda se il comandamento di Elohim trovi ragione di essere
soltanto finch non sia addivenuta la parusia il ritorno del Cristo. La mentalit usuale indurrebbe
a ritenere che quel ritorno debba porre termine anche alla nostra funzione di frenare gli eccessi di disordine (ajnomiva); dimentica per che lumana soggezione alle membra pulsione sempiterna.
150 Profhvth" (da provfhmi) appunto colui che mette davanti al proprio parlare lossequio al volere divino; o{sio" - santo perci chi rinnega se stesso affinch vivano prescrizioni cultuali.

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il luogo della decisione [filosofica] devessere primieramente fondato proprio


mediante lapertura della verit dellEssere, posto nella sua unicit prima di
ogni opposizione della metafisica che c stata finora .151 E poich Heidegger
scrive anche che il suo ultimo Dio il tuttaltro se confrontato con gli
Dei che ci sono stati finora, soprattutto con quello cristiano,152 diventa opportuno mostrare in una sorta di riepilogo che tenga conto della riscoperta
della distinzione biblico-aristotelica fra pensiero filosofico-bimetrico e pensiero
scientifico-monometrico come le Scritture abbiano invece gi silenziosamente
attuato il ribaltamento, auspicato da Heidegger, della concezione occidentale
di essere, che della antica, e biblica, sviamento.
Allorigine della metafisica che c stata finora sta lavere, le Sacre
Scritture, giudicato opportuno anzich dire apertamente che Elohim e
Jhwh sono nomi di due distinte vestizioni umane di un unico Dio sottendere al nome Elohim (
), comparente nel primo capitolo del Genesi,
il nome-nascosto Jhwh (
), leggibile saltando un numero di lettere eguale alla gematria 64 della parola Dyn ( ) = giustizia, che Lo sottolinea Dio
giusto in tutte le Sue vie (cfr. Salmo 145 : 17), nessuna delle cui creazioni, cio, da spregiarsi (cfr. 1 Timoteo 4 : 4).
Questo nascondimento ha portato a considerare Elohim e Jhwh nomi
attribuiti da due trib dIsraele o nomi dati al Dio che plasma il mondo
e al Dio in s a una medesima vestizione del divino; cosicch tutte le
edizioni della Bibbia, ebraiche e cristiane, sostituiscono al nome Jhwh le
dizioni, affatto improprie, il Signore Iddio, the Lord God o the Lord,
le quali riducono a una le due vestizioni che le Scritture danno del
divino.
Giustificato finch si conosca lidentificarsi dei mezzi con cui Elohim e
Jhwh attuano i loro disegni ossia quando sia chiara la funzione del katevcon lidentificare Jhwh in Elohim diventa ingannevole se inquadrato
nellorizzonte del solo Elohim oppositore dei contrari: fa infatti con-fondere
con lEssere lente che, invece, deve integrarsi con il mistero (cfr. il brano
di Lamanna trascritto in p. 91), se si vuole affrancare la mente da soggezione alle sensazioni, cos da consentirle di accostarsi al divino.
Annullare la distinzione, stabilita dalla Bibbia fra Elohim e Jhwh, cancellando di fatto il nome Jhwh, conduce ad attribuire al divino i caratteri, essenzialmente umani, dellElohim che comanda di empire di noi la
151 Cfr. Beitrge, cit., p. 187: Der Ort der Entscheidung mu erst gegrndet werden und zwar durch die
Erffnung der Wahrheit des Seyns in seiner vor allen Gegenstzen bisheriger metaphysik liegenden Einzigkeit .
152 Cfr. Beitrge, cit., p. 403: Der letztze Gott der ganz Andere gegen die Gevesenen, zumal gegen
den christlichen.

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Terra la terra, si noti, e non il cosmo e che, con il creare luomo


nel sesto giorno della Creazione, induce a pensarlo scopo della stessa.153
Il fare di noi il fine della Creazione ha indotto la Chiesa a incentrare
sulla nostra salvezza il perch della parusia di Ges, intesa come evento che
ponendo termine, una volta per tutte,154 allessere stati, noi, gettati, a causa
del peccato di Adamo, in luoghi di sciacalli porter i fedeli ad ascendere al Paradiso dove i giusti risplenderanno come il sole nel regno dei Cieli.155
Nel 2 : 5,6 di Genesi Jhwh ridimensiona invece luomo in colui che ha
la funzione cosmica di irrigare il terreno facendo salire lacqua in canali;
lumanit diventa allora il mezzo del quale il Creatore si avvale affinch
la Sua opera sia portata a compimento (grazie allaverci reso liberi da Lui,
perch schiavi dei sensi - cfr. Genesi 2 : 19), senza coinvolgere responsabilit
divina nel tarpare lalterit anche sulla Terra (cfr. pp. 28, 29).
Il ribaltamento, attuato da Jhwh, della funzione cosmica delluomo, conduce a sovvertire il giudizio alquanto negativo che, altrimenti, si sarebbe
indotti a dare di due millenni di vestizioni del divino nellElohim in cui
sono state divinizzate le pulsioni che inducono luomo a opporre i contrari. Mostro come un siffatto giudizio debba essere invertito, ricapitolando
qui come la vestizione del divino in Elohim diventi, nellorizzonte logico
che li accoglie in amicizia, il fulcro logico, rigorosamente coerente, dellintera concezione cristiana dellEssere.
Se il creato, per compiersi, ha bisogno che luomo freni il dilagare terreno
dellalterit,156 la cui funzione , a sua volta, quella di equilibrare il predominio di medesimezza che, nel nostro Cielo, rende quaggi possibile la vita,157
allora sono questi equilibri a modulare la Creazione; strumenti fondamentali
delloperare divino sono quindi i nostri sensi: essi infatti, con lopporre gli enti
in buoni e cattivi, sollecitano appunto a opporci al dilagare dellalterit, per
sua natura sempre rinnovantesi, e sempre in crescendo, sulla Terra.
Dilagare dellalterit e nostre sensazioni sono pertanto strutture cosmiche
153 Giusto perci che le Scritture cristiane poich a Dio attribuiscono di fatto i caratteri di Elohim
Lo chiamino il Signore: esercita infatti signoria chi comanda di soggiogare la Terra ed empirla di noi.
154 Cos come la scienza, secondo San Tommaso, pone fine, uccidendola, allignoranza.
155 Frase che tuttavia, oltre a potersi interpretare nel senso attribuitole dalla Chiesa, pu essere chiamata a significare che il ritorno di Ges allineer la Terra e i giusti allamicizia regnante nel nostro Cielo.
156 Il Salmo 24:2 sottolinea che Jhwh fond la Terra su acque, ossia su ci che tende a dilagare e
a inabissare chi non nuota: il nuotare che pone freno al dilagare vestito da Paolo nel katevcon di 2
Tessalonicesi 2:7, che rende sacrosante le mondanit caratterizzanti due millenni di operato della Chiesa.
157 Vita che ha finalit e ragione di essere cosmiche; cfr. il 36 : 22 di Ezechiele dove Jhwh dice a coloro che ha salvato: non per voi, Casa dIsraele, che Io agisco, ma per il Mio santo nome!. Il che conferma che luomo non il fine della Creazione, ma uno dei mezzi di cui Dio si avvale per compierla.

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essenziali, che debbono sussistere sia prima della parusia di Ges, sia dopo,
perch sono alla base di equilibri che debbono incessantemente plasmare lordine naturale finch Cielo, Terra e umanit esistano;158 Iddio infatti deve rispettare la natura dellalterit, da Lui chiamata a costituire quellordine e, quanto alluomo creato passibile di farsi schiavo delle sensazioni, Dio, si legge nel
23 : 19 di Numeri, non figlio di uomo, che possa pentirsi di averci creato inclini a dare nomi diversi da quelli dati da Lui. Che predominio terreno
dellalterit e sensazioni sussistano prima della parusia daltronde scritto da
Paolo nel 2 : 7 di 2 Tessalonicesi (cfr. nota 156): il mistero del sovvertimento
della Legge (ajnomiva) in atto gi ora; che il nostro sentire e la tendenza
dellalterit a straripare debbano sopravvivere alla parusia trova conferma nel
66 : 24 dIsaia : il verme degli uomini che a Me si ribellano dice Jhwh
non morr [il nostro opporre i contrari infatti canone cosmico dellordine
che li concerta in amicizia; cfr. p. 29], n si estinguer il loro fuoco, anche
se saranno per tutti un orrore.
Fuoco che arde in noi, facendoci ribellare al Dio che nella Creazione,
accolse in amicizia i contrari, lopporli: voluto per anchesso da Colui
che per non coinvolgere il Suo santo nome nel tarpare lalterit anche
sulla Terra (cfr. p. 124) affid il compimento della Sua opera alla libert
delluomo: al nostro dare nomi dettati da sensazioni, e perci diversi da
quelli dati da Lui, al lupo e allagnello (cfr. Genesi 2 : 19), agli angeli e
agli abissi e ai mostri del Salmo 148.
Dal farsi cos fulcro, le sensazioni umane, degli equilibri costitutivi della
Creazione, consegue che il ritorno del Cristo miracolo che si attua, e che
sempre continuer ad attuarsi rinnovandosi ogni giorno, in noi tutti, anche se
non cristiani. Ges quotidianamente e in ogni essere umano si crocifigge
quando noi, potendo dare nomi diversi dai Suoi, ci rendiamo veicoli di alterit rispetto allordine divino; in noi per ogni giorno Egli pu risorgere proprio in virt della reazione suscitata nei sensi dai patimenti perci sacrosanti
158 Le opere della Creazione si compiranno recita il Talmud babilonese (Chab. 88a) se Israele osserver la Legge; ritorneranno al caos se la respinger facendosi strumento di ajnomiva - disordine. Rispettare la
Legge divina involge spendersi a mantenere vivi gli equilibri istitutivi di amicizia fra Terra, Cielo, uomo, Dio.
Anche Heidegger fonda la verit dellEssere (die Wahrheit des Seyns) sul fra (Zwischen ) il [ci che
] per il Dio e luomo; nella p. 476 di Beitrge si legge infatti: Das Seyn west als das Zwischen fr den
Gott und den Menschen, aber so, da dieser Zwischenraum erst dem Gott und dem Menschem die
Wesensmglichkeit einrumt. Dire che lo Zwischen apre un interspazio [non a un evento ma] a una possibilit di [attingere a una] essenza concetto che esce dal vago se applicato alla matematica che nel
capitolo seguente mostrer sottesa al Levitico e al Pentateuco. Questa matematica nasce in un interspazio fra il divino e lumano perch, pur concernendo numeri umani, attua, per vie traverse, il ritorno
delluomo a Eden (cfr. nota 52): la compiuta razionalit e la piena coerenza caratterizzanti il pensiero
divino. Realizza cos la rischiosa impresa contro il nulla [i.e. contro lirrazionale, nella fattispecie], che al
nulla, anzitutto, deve lorigine (das Wagnis gegen das Nichts, das Jenem erst den Ursprung verdankt ).

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(cfr. Salmo 119 : 71) da collegarsi con la Crocifissione. Parafrasando Matteo


16 : 24, Ges risorge quando noi volgendo la libert di dare nomi diversi dai
divini a rinnegare le pulsioni che spingono ogni terrigeno a farsi vettore di
alterit accettiamo la croce della quale Dio ha gravato lumanit: da Lui
abbandonata (cfr. Salmo 22 : 2; Matteo 27 : 46) per poterle affidare il compito di
portare a compimento sulla Terra senza coinvolgere responsabilit divina nel
tarparvi lalterit (cfr. p. 29) la Creazione, vivendo per Dio in Cristo.159
Che il compiersi della Creazione e il suo stesso sussistere dipendano come
il Talmud vuole (cfr. nota 158) dalla soggezione delluomo ai sensi, trova
suggestiva conferma in una frase dIsaia, che ribadisce come per comprendere il mistero del regno dei Cieli, ossia per svelare come la Creazione risulti fondata su coerenza e giustizia si debba guardare alle radici delluomo,
dunque alla libert nostra, di dare nomi diversi da quelli dati dal Creatore,
conferitaci dal 2 : 19 di Genesi. Si legge infatti nel 51 : 1-3 di Isaia :
Ascoltate, voi che volete la giustizia e cercate Jhwh : guardate la roccia
quale siete stati tagliati, guardate la cava da cui foste estratti. [...]. [Vedrete
ra] come Jhwh [facendoci vestire in Elohim le sensazioni] conforti Sion e
le sue rovine, come esiti in Eden il deserto che laffligge e ne tramuti la
pa, [nella quale la sapienza divina ci istall], in giardino di Jhwh.

dalla
allotutte
step-

Labitudine a opporre le cose impedisce di pensare che esser gettati in luoghi di


sciacalli ed Eden formino secondo un pensiero consono a quello del Dio tutte le
cui opere sono belle una unit compiuta, spezzando la quale si crea uno squilibrio che lordine cosmico tender, prima o poi, a eliminare ricostituendola. in
questo orizzonte a doversi situare lo sviamento, attuato da Tommaso dAquino, del
pensiero aristotelico sul piano dei sensi. Che ci basti a promuovere, col tempo, lavvento del regno dei Cieli e dei suoi equilibri, sembra confermato nel 6 : 33 di Matteo :
Cercate anzitutto la giustizia di Dio [come sia giusto il modo in cui Dio vi ha
fatto e lavervi Egli abbandonato in luoghi di sciacalli] e cercate la Sua regalit
[come in virt di quel modo sia stato realizzato un ordine di perfezione insuperabile
(cfr. Salmo 139)] ; le cose delle membra vi saranno date in aggiunta.
159 Cfr. il 6:4-13 di Romani : come Cristo risorto dai morti per la gloria del Padre, cos anche noi
abbiamo un comportamento di vita del tutto nuovo. [...]. Luomo vecchio stato crocifisso in noi con Lui,
affinch fosse distrutto il corpo del peccato [to; sw` ma th` " aJmartiva" - i.e. dellerrore] e non ne fossimo pi
schiavi [...]. [Essendo stati affrancati, cos, dalla schiavit alle sensazioni cfr. Matteo 16:24], reputate dunque voi stessi come morti allerrore, ma viventi per Dio in Cristo. Non soggiacete pertanto pi ai desideri
del vostro corpo mortale [...], ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra
come strumenti di giustizia per Dio (parasthvsate eJautou;" tw/` Qew/` wJsei; ejk nekrw` n zw` nta" kai; ta; mevlh
uJmw` n o{pla dikaiosuvnh" tw/` Qew/` ): il che sembra traducibile in cercate sulla Terra il Paradiso.
Conferma di poterlo trovare quaggi lo 11:24,26 di Giovanni, dove a Marta che dice: so che
Lazzaro risusciter nellultimo giorno Ges obietta: sono Io la risurrezione e la vita (ejgwv eijmi hJ
ajnavstasi" kai; hJ zwhv). Chi crede in Me, anche se muore, vivr; chi vive e crede in Me, mai morr.

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5.7 SVIANDO LUMANIT A SPEZZARE LE UNIT COMPIUTE, TOMMASO DAQUINO


SI ALLINEA AD ARISTOTELE, A PARMENIDE E ALLE SACRE SCRITTURE
Che Aristotele non si abbandoni a uniperbole dicendo divina fra le scienze, nel
Metafisica 983a6-11, la filosofia, confermato nel 1026a18-21, dove scrive: Tre
sono le filosofie teoretiche (filosofivai qewrhtikaiv): [meta]matematica, [meta]fisica e teologia. Non vi dubbio che il divino (to; qei`on), se esiste, debba trovarsi
nelle nature suddette: scienza massimamente da onorarsi quella il cui oggetto merita gli onori supremi. Li meritano specifica il 982a11,12 le scienze teoretiche,
che prescindono da soggezione alle membra e da sensazioni comuni a tutti e per
nulla sapienti (aijsqavnesqai pavntwn koinovn, dio; rJad/v ion kai; oujde;n sofovn).
A scrivere cos per lAristotele che poi il dAquino offuscher; lAristotele del
quale Tommaso si far discepolo invece quello che proclamando lindipendenza
delle discipline operative dalle scienze teoretiche e dirottando i dossografi a umanizzare la ricerca filosofica precede di millecinquecento anni lazione del Santo
cristiano. Come Aristotele ritiene che le tre scienze teoretiche abbiano esaurito
con la scoperta delle unit compiute e della struttura bimetrica dellEssere lindagine filosofica, cos Tommaso dAquino pensa che il Cristianesimo abbia portato
al compimento la ricerca della verit con lassumere che la plenitudine del Cristo
si concreti p. es. nellunit compiuta formata da Fede e conoscenza posseduta dal
Figlio di Dio, in quanto unit che ci affranca dallessere sballottati ora in una
direzione, ora nellopposta, come bimbi, da questo o quel vento di [pseudo] dottrina (cfr. Efesini 4 : 12-14, in p. 4). Allora Tommaso e Aristotele, poich credono
entrambi fermamente nellindissolubilit escatologica delle rispettive unit, debbono
anche confidare entrambi che lo spezzarle, amputando dei risvolti teoretici le discipline operative, crei squilibri e patimenti tali da portare prima o poi lumanit a
riscoprire la verit nellunit compiuta formata dalla complementarit dei contrari.
La involuzione causata dagli squilibri resa evidente dalla matematica: trasporre sul
piano antropologico discorsi che i teoreti antichi situavano in orizzonti divini infatti declassare la Diade e la Triade di Aristotele (cfr. p. 70) entit para-divine delle
quali esiste un solo esemplare nel 2 e nel 3 della tettonica e dei mercati: numeri dei quali esistono infiniti esemplari (cfr. Metafisica 987b14-18, in nota 67).
in linea con lAristotele bicefalo cui sispira Tommaso e concorda col 51 : 1-3 di
Isaia e con il 6 : 33 di Matteo (cfr. in p. a lato) ci che Parmenide scrive nel fr. 5 Diels:
xuno;n dev moiv ejstin oJppovqen a[rxwmai: tovqi ga;r pavlin i{xomai au\qi" -

con me il di dove parto: col infatti ritorner dal lato opposto.

Ritornare dal lato opposto sul di dove si partiti implica fare dello Eden
e della steppa di Isaia 51 : 1-3 un tuttuno reso inscindibile da membra che,
dopo averci allontanato dallordine cosmico, sono quelle stesse che a esso infine
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ricondurranno per azione della Demone si legge nei versetti 3-6 del fr. 12
che tutto governa spingendo femmina e maschio a unirsi in modo tale che a zone
riempite di fuoco immescolato seguano, [complementari], altre zone piene di notte
e tali che una congruente gradazione di fiamma vi si diffonda.160 Governato da
equilibri realizzati rendendo amici i contrari dunque il cosmo parmenideo.
Il ritorno, cui il fr. 5 accenna, pertanto promosso in Parmenide come in
Aristotele, in Isaia come in Tommaso dalla tendenza delle entit, risultanti da
scissioni degli equilibri cosmici, a ricostituirsi in complementarit per sfuggire a
patimenti provocati dal farci procedere, lasservimento alle membra, in senso contrario a quegli equilibri. Nel fr. 8 (vss. 42-44) Parmenide specifica appunto che
forma un intero compiuto in ogni dove (tetelesmevnon pavntoqen) lordine istituito dalla Giustizia che tutto dirige rendendo messovqen ijsopale;" pavnthi ovunque equipollente rispetto al punto intermedio [in cui la Demone si situa]
ogni entit che le membra inducono a scindere in schiere ostili.
Il che accosta Parmenide alle Sacre Scritture: equipollenti infatti egli direbbe,
rispetto allo intero ultimo (pei`ra" puvmaton) che lEssere, le entit che luomo portato a scindere p. es. nellopposizione Anticristo/Cristo di 2 Tessalonicesi 2 : 6-10 (cfr. p. 46); anche secondo le Scritture, a ricondurre infine a
Cristo saranno infatti quelle stesse pulsioni dei sensi che oggi, allontanandoci dalla
realt cosmica, portano lumanit a idolatrare gli Anticristo. Ed laffidare lavvento del regno dei Cieli a questo autonomo ribaltarsi biblico-parmenideo delle
pulsioni dei sensi a rendere lagire umano indipendente dal divino, cos da porgere coerente ragione di essere alla nostra presenza nel cosmo e da consentire al
Salmo 139 : 14 di affermarci creati in modo perfetto.
Appunto dalle membra Parmenide parte nel fr. 1, dove descrive il cammino che
condurr luomo ad ascendere dallo al di qua allo al di l della porta da cui si bipartono gli opposti sentieri del giorno e della notte. Nei vss. 1-4 et 26-28 si legge:
La Dea-giustizia, che regna al di l dei battenti della porta da cui si bipartono i sentieri del giorno e della notte, si riveler a chi, [sebbene] portato
dalle cavalle che parlano in molti modi (poluvfrastoi i{ppoi),161 giunger a Lei
percorrendo la strada maestra che lontana dai sentieri [solitamente] percorsi dagli
uomini; essa infatti tracciata non da maligna Moira, bens dalla Themi [sposa
di Zeus] che Giustizia (ou[ti Moi`ra kakhv, ajlla; Qevmi" te Divkh te ).
160 Gli equilibri di Parmenide si concretano pertanto, come quelli delle Sacre Scritture, nelle complementarit di entit separate quali Cielo e Terra, Terre e mari, luce e tenebra, sera e mattino (cfr. Genesi
1:4-10 in nota 7 et in p. 53).
161 Poluvfrastoi i{ppoi sono le sensazioni, delle quali il Metafisica 1009b8,9 dice che a ognuno di
noi le cose, secondo le sensazioni, non sembrano essere sempre le medesime. Nello al di l della porta,
la Dea riceve invece in Parmenide lo sposo a fanciulle immortali (vs. 24), non a cavalle polimorfe.

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Vettrice di morte la Moira malefica che ha nel nome la moi`ra = parte,


figlia delle scissioni privilegiate da membra che concorda lo 8 : 2 di Romani
(cfr. nota 13) portano con s la morte. Solo morendo invece lusuale modo
di accostarsi alle cose si riveler il legame naturale unitario che tutto collega,
conferma Platone nel passo qui trascritto in p. 12, e non si sar pi soggetti
alla molteplicit di vedute, indotta dalle cavalle che parlano in molti modi.
Allora, se Platone non dissente da Parmenide, la strada maestra tracciata
da Giustizia sposa di Zeus, percorsa, s, per mezzo di cavalle parlanti in
molti modi, ma guidate si legge nei vss. 9,10 da cocchiere immortali
(ajqanavtoisi hJniovcoisin - vs. 24): da fanciulle Eliadi, vettrici di sole, che
dirigono il cammino (kou` rai doJdo;n hJgemovneuon) allontanando con le loro
mani dal nostro capo i velami [con cui i sensi ottenebrano le vedute].
Sinsinua cos, nel cammino delle membra, la sapienza le Eliadi, cocchiere
immortali apportatrici di sole sono, in tutta evidenza, le scienze teoretiche , in
mancanza della quale non sarebbe possibile, alle membra, intravvedere ci che sta
al di l dei battenti della porta nel cui al di qua dominano i contrari; giustizia
infatti conseguibile solo in virt di concorso amichevole della complementarit di
contrari: di cavalle-sensazioni guidate, da cocchiere-sapienti, mediante mrsi e frusta che fa vibrare, fino a renderlo ardente, lasse dei mozzi delle ruote (vss. 6-8).
MARIO UNTERSTEINER fa toccare con mano gli effetti dellintervento aquinatearistotelico.162 Scrive infatti che cavalle, dmone, fanciulle immortali vettrici di sole sono
immedesimate da Parmenide nella persona pensante [che valica la porta nel cui al di
qua si separano i sentieri del Giorno e della Notte] e, in questa persona e con essa,
sono ridotte a unit. Lo Untersteiner cancella cos lAristotele del De Mundo (cfr.
p. 119), il quale forma le armonie con contrari, e si allinea allAristotele del Metafisica
1023b30-32, che chiama universale (kaqovlou) lintero formato da generi-categorie
che, come uomo, cavallo, Dio, risultano istituibili in unit perch sono tutti viventi
(diovti a{panta zw` / a) e quindi partecipano ognuno di una unit-tutto, inventata per
dalluomo. Intero naturale (kaqovlou fuvsei) specifica il Metafisica 1023b32-36
invece quello la cui unit risulta sunece;" kai; peperasmevnon - composta e compiuta
dallassemblaggio di diversi: quali Cielo e Terra, scienze teoretiche e discipline tecnici2 , formata da
stiche, pensiero e sensazioni, monomi presenti nellunit primaria 2 
parti le quali, ancorch opposte dai sensi, concorrono pariteticamente a formarla.
Ostica attualmente lidea che le tecniche siano oggi privilegiate affinch i patimenti, causati dallo spezzare lunit composita e compiuta (sunece;" kai; peperasmevnon), che esse formano con le scienze teoretiche, inducano lumanit a ricostituirla.
162

MARIO UNTERSTEINER, Parmenide. Testimonianze e Frammenti, Firenze, La Nuova Italia, 1967.

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Linversione, operata da Parmenide, Aristotele e Tommaso dAquino, delle


opinioni usuali per sancita inevitabile da chi indaghi lEssere e non
soltanto gli enti nei vss. 24-32 del frammento 1, dove la Dea cos accoglie chi abbandona le case della Notte e varca la porta che separa da Lei:
Salve, o giovane che, accompagnandoti a immortali cocchiere che hanno abbandonato le case della Notte (dwvmata Nuktov" - vs. 9), arrivi alla nostra dimora trasportato, s, dalle cavalle, ma perch non una Moira malefica, bens la Dea che Themi e
Dike signora di concordia e giustizia ti fece percorrere una via lontana dai sentieri battuti dagli uomini. peraltro necessario che tu apprenda tutto: tanto il cuore
immobile della ben tornita verit, quanto le opinioni dei mortali, nelle quali non vi
speranza di verit. Tuttavia tu apprenderai anche questo: come, in virt del percorrere
interamente il tutto dellEssere (dia; panto;" pavnta perw` nta), sia da ammettere che tutte
le cose opinabili sono [ossia rientrano nellEssere: dokimw` sei\nai pavnta ta; dokou` nta].

Ci che la Dea vuole confermato nei vss. 4-6 del frammento 8: lentit che
si apre a chi oltrepassa i battenti della porta che ci separa da Lei un intero
basato su membra (oujlomelev") il quale non per un oJmou` pa` n - tutto omogeneo; invece un mou`non oujlofuev" - intero unitario naturale che alle membra unisce, complementare, la mente, formando cos lessenza delluomo. La
quale risulta pertanto una unit compiuta composta da contrari, come Aristotele
vuole nel De Mundo (cfr. p. 119) e nel Metafisica 1092b17-23 (cfr. p. 115).
Tutto ribadisce ulteriormente Parmenide nel fr. 9 pieno insieme di luce e
notte buia (pa` n plevon ejsti;n oJmou` faveo" kai; nukto;" ajfavntou).
La relazione fra mente e membra esaminata pi incisivamente ancora, da Parmenide, in un frammento tramandato da Aristotele nel Metafisica 1009b22-25 e accolto
dal Diels nel fr. 28B16. Allo scritto parmenideo Aristotele premette, nel 1009b8-11, che
a noi e a ognuno di noi, stando alle sensazioni, le cose non appaiono sempre le stesse. Quali di esse siano vere o false non chiaro: le une non hanno quindi maggiore diritto alla verit, ma eguale. Questa equipollenza itera quelle addotte nei frr. 8 et 9 e conferma estensibile a membra e mente il plevon fra buio e luce. Il fr. 16 recita pertanto:
A membra che di volta in volta parlano in molti modi (melevwn polukavmptwn), si
accompagna, negli uomini, una mente (novo"); questa stessa lentit cui la natura
presente nelle membra [i.e. lEssere, comune a tutti gli uomini e onnipresente], affida
la funzione di pensare (to; ga;r aujto; e[stin o{per fronevei melevwn fuvsi"):163 concetto
infatti linsieme (to; ga;r plevon ejsti; novhma) [di mente e membra].

Che Parmenide consideri complementari pensiero e sensi ribadito anche in


fr. 3, dove scrive che to; ga;r aujto; noei`n ejstivn te kai; ei\nai - la medesima
entit che da pensarsi e ha da essere: assunto implicante che il pensiero debba
163 Poich lEssere contempla anche masse cui la verit preclusa, di essa Parmenide parla rispettandola, senza
cio preoccuparsi se il volgo comprenda o no le sue argomentazioni: il Sofista 242c4 et 243a7-10 lo annovera fra coloro i quali non hanno abbassato lo sguardo sul volgo, incuranti del fatto che esso seguisse o meno i loro discorsi.

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adeguarsi allEssere nella sua totalit, e non a una o allaltra schiera di opposti
in cui i sensi lo scindono.164 Lo conferma oltre al fr. 5 (cfr. p. 127), che fa
un tuttuno compiuto della steppa dIsaia e dellEden il fr. 8, che nei vss.
34-38 afferma: taujto;n dejsti; noei`n te kai; ou{neken e[sti novhma: la medesima entit a doversi pensare e a dover essere ci di cui concetto.
Con Parmenide concorda la Bibbia. Ezechiele 37 : 15-28 (cfr. p. 107) conferma che Jhwh fa s che due legni, tenuti nella Sua mano, diventino un unico
legno; Romani 6 : 4-13 assume complementari sensi e pensiero (cfr. p. 126) e
spiega come la loro unit si esplichi nelloffrire a Dio le membra quali armi
per la Sua giustizia, atto che fa rinascere i morti; in Efesini 4 : 9-14 si ribadisce che per cessare di essere bimbi sballottati qua e l da questo o quel vento
di pseudo-dottrina, occorre arrivare tutti allunit di Fede e conoscenza, che
consentir la salita al Cielo. Ascesa che porr termine ai patimenti causati dagli
Anticristo: dallo uomo delliniquit, figlio della perdizione, che si oppone a
tutto ci che chiamato Dio ed oggetto di culto, fino a sedersi egli stesso nel tempio di Dio, dichiarandosi Dio (2 Tessalonicesi 2 : 3,4).
5.8 IDDIO

SI RIVELA ALL UOMO ANCHE NELLA STORIA

A Tommaso dAquino bastato spostare sul piano dellopposizione dei


contrari una frase nella quale Aristotele celebra (cfr. p. 120) lascesa dalla
soggezione ai sensi alla libera sapienza delle tre scienze teoretiche nelle
quali alita il divino (to; qei`on uJpavrcei), per:
appiattire in Elohim la complementarit Jhwh - Elohim dellAntico Testamento;
ridurre la teologia ad antropologia, madre di ateismo (cfr. Fabro in p. 89);
degradare lantica metafisica dellEssere in fisica degli enti, i.e. in antropologia;
svilire la meta-matematica, testimone dellidoneit delluomo a ascendere alla
compiuta razionalit divina attestata dallordine cosmico, in tecnica al servizio di
costruttori e di mercanti.165

Con la frase richiamata qui in p. 120, Tommaso dAquino ha dunque determinato, pilotandolo nel senso voluto dalle Sacre Scritture, il corso delle scienze e
164 Non esiste infatti entit che ostacoli ladeguarsi dellEssere alleguaglianza perch esso, risultando
tutto inviolabile e in ogni parte eguale a se medesimo, rende impossibile che sia essere qui di pi e l
meno (vss. 46-49 del fr. 8).
165 Cfr. Filebo 56e7,8 in p. 61. Il Repubblica 526d8-e1 chiarisce: La geometria tutto lopposto di
come la riducono quelli che se ne servono e la trattano in modo ridicolo e avvilente, asservendo ogni
loro discorso a scopi pratici. [...]. Allo scopo si deve trattarla non solo per conoscere ci che [come la
razionalit degli elementi del quadrato] qui nasce e l cessa di essere, ma per scoprire ci che sempre ;
essa risulta infatti veicolo idoneo a guidare lanima verso verit e a guidare il filosofo a guardare dallalto ci che, indebitamente, vediamo dal basso (527a1-b11).

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della civilt occidentale nel secondo millennio cristiano: Umanesimo, Rinascimento,


Illuminismo e tutti gli ...ismi che hanno tenuto cattedra in questi ultimi secoli,
risultano allora ignare pedine manovrate da un disegno con il quale le Sacre
Scritture mirano a incamminare lumanit ad adeguarsi allamicizia dei contrari e,
quindi, alle unit compiute istitutive di un ordine cosmico bi-metrico: bimetrico
quale il discorso del Cristo che si fa Messia di un sapere antico e che in Matteo
13 : 10-13 si propone da un lato di parlare in parabole a chi udendo non comprende, ma promette dallaltro di svelare ai discepoli i misteri del regno dei Cieli.
Per mostrare come queste frasi si innestino in un disegno nel quale acquista pregnanza la generica frase, tramandata dalla tradizione biblica, per cui Iddio si rivelerebbe
alluomo anche nella storia, occorre innanzitutto scoprire la ragione di questa duplicit
di lingue antitetiche per la mentalit che oppone i contrari e poi mostrare come
allillazione secondo la quale Dio si rivelerebbe alluomo anche nella storia, che
appare oggi velleitaria, si sia di fatto allineata lintera storia del mondo occidentale.
Nel 3 : 16-4 : 1 della Lettera 1 a Timoteo,166 Paolo di Tarso scrive con parole alate:
Si deve convenire che grande il mistero di ci che santo (mevga ejsti;n
to; musthvrion th` " eujsebeiva" ). Esso si manifesta nella carne ma trova complementarit nello spirito (ejfanerwvqh ejn sarkiv, ejdikaiwvqh ejn pneuvmati ), visto
dagli angeli, ma viene annunciato alle etnie; risplende nella gloria dei Cieli, ma
nel mondo si fa oggetto di fede. Sicch lo Spirito [Santo] giustamente contempla (rJhtw` " levgei) che negli ultimi giorni [del presente evo] alcuni apostateranno dalla Fede, tratti in inganno da spiriti menzogneri e dottrine demoniache.

Dire che ci che santo si manifesta nella carne ma trova complementarit


(ejdikaiwvqh - trova giustificazione, scrive Paolo) nello spirito, aggiungere che la
santit appare cosa unitaria, ma anche annunciata alla pluralit di etnie diverse,
concludere infine che nel mondo essa oggetto di fede, ma risplende [di verit]
nella gloria [celeste], sono assunti implicanti che il divino si manifesti alluomo
166 Alcuni interpreti nutrono dubbi sulla genuinit della Lettera 1 a Timoteo. Li smentisce gi il fatto
che una Chiesa la quale, per due millenni, ha fondato su Fede lessenza del nostro rapporto col divino,
abbia conservato nelle Scritture un testo che predica ineluttabile il declino della Fede. Comunque
1 Timoteo trova conferma anche nel 24: 6-14 di Matteo dove Ges, dopo avere annunciato che lamore
dei pi per il divino si raffredder, conclude: la fine [dellattuale evo] avverr solo quando questo vangelo del regno dei Cieli sar predicato su tutta la Terra abitata, quale testimone a tutte le genti. Ges
infatti incalza il 4 : 10 di Efesini Colui che viene i{na plhrwvsh/ ta; pavnta - a riempire la totalit
delle cose; se il divino salvasse solo alcuni perch fedeli, cesserebbe di essere giusto: nel 2:4 di 1 Timoteo
Paolo spiega che volont del Salvatore che tutti gli uomini pervengano a salvezza o arrivino a conoscere la verit (eij" ejpivgnwsin th` " ajlhqeiva"), sempre che cerchino salvezza o verit in Dio.
Nel che trova giustificazione anche la decisione di pubblicare la presente ricerca, ancorch passibile di
turbare i fedeli: la rende urgente il dilagare di unapostasia che la mentalit finora imperante giudica abominevole, ma che evento contemplato dal disegno divino che la assume salutare agli effetti del compimento
della Creazione: Ges, daltronde, chiama gli apostati pecore smarrite nel 18:12,13 di Matteo, dove afferma
che il Padre celeste si rallegrer, per aver ritrovato una di esse, pi che per le novantanove non smarrite.

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nella complementarit di unit compiute involta dalla duplicit di discorsi cui il


Cristo affida la salvezza dellumanit. Ed duplicit specifica Paolo in Efesini
4 : 12-14 mirante a che tutti pervengano a salvarsi grazie allunit [compiuta
formata dal concorso] della Fede e della conoscenza posseduta dal Figlio di Dio.
Che si salvino le schiere dei fedeli guidate dalla Chiesa affatto piano; a partecipare della conoscenza dei misteri del regno dei Cieli Matteo 13 : 11 chiama solo
i discepoli - maqhtaiv contemporanei di Ges; occorre pertanto scoprire chi siano
coloro che verranno salvati in virt di conoscenza. Il tutti di Efesini dice che costoro non si limiteranno a pochi pallidi intellettuali, ma comprenderanno le oggi
pre-potenti masse degli ignoranti conquistati dal dilagare del raffreddarsi della Fede.
Con laffermare la santa ineluttabilit del declino della Fede, il 3 : 16-4 : 1 della
1 Timoteo allude verosimilmente alle pecore smarrite del 18 : 12,13 di Matteo, ossia
alle schiere che, essendosi in esse estinta la Fede, potranno salvarsi solo cercando in
Ges la verit tramite ragione. Che cosa le spinga a tanto detto in 2 Tessalonicesi
(cfr. p. 131): il ritorno di Ges sollecitato dallurgenza di sfuggire ai patimenti provocati dallignorare che lordine naturale fondato non sullopporre i contrari, ma sul
coordinarli in stabile amicizia;167 ci implica che opposizione dei contrari e Fede portino in s, secondo le Sacre Scritture, il seme della loro implosione. Ed ecco come:
Negli ultimi giorni [del presente evo] dice Ges nel 24 : 3-14 di Matteo
molti falsi profeti faranno raffreddare la Fede dei pi [...]; il compimento (to;
tevlo") dellevo avverr per solo quando questo Vangelo del regno [dei Cieli] sar
predicato in tutta la Terra abitata: dunque quando lincombere di una apocalisse
avr spinto lumanit a cercare salvezza nella rivelazione del Cristo (cfr. nota 167).
Le pecore smarrite perverranno infatti a salvarsi ha detto Ges nel 13 : 10-15 di
Matteo, dove richiama parola per parola il 6 : 9-13 di Isaia (cfr. p. 20) perch Jhwh
indurir il cuore del Suo popolo, ne appesantir le orecchie e ne veler gli occhi, affinch non veda n ascolti n intenda,168 [...], fino a quando le citt [in bala di pecore smarrite] diventeranno deserte perch decimate e ridecimate [...], e della quercia e
167 Di questo processo che coinvolge assieme ignoranti e cattedratici: le masse, oggi trionfanti, degli
sballottati qua e l da dottrine oppositrici di contrari, nei quali la Fede, come contemplato dagli statuti divini, si spenta corollario la duplicit di significati in cui le Sacre Scritture traducono la parola ajpokavluyi": da un lato la rivelazione implicata da Matteo 24:14, dallaltro la apocalisse contemplata dal 24:29,
in cui si legge: Il segno del figlio delluomo [i.e. del ritorno, per opera delluomo, di Ges] comparir nel
Cielo quando il sole si oscurer, la luna non dar pi la sua luce, gli astri spariranno dal Cielo e le potenze celesti saranno sconvolte. Oscuramento causato pertanto non da eventi celesti, ma da azioni umane
la nube atomica?? provocate dallindulgere alle opposizioni dettate dai sensi. Cristo ritorna sulla Terra
come figlio delluomo appunto per significare che, alla logica dei cattivi e dei buoni, il conseguente
incombere di una apocalisse porter a sostituire quella, divina, che integrer in unit compiuta Fede e
ragione, e che a Paolo far poi chiamare Ges, nella Sua plenitudine, Figlio di Dio (cfr. Efesini 4:12-14).
168 La circonlocuzione sta a significare che lordine naturale vuole che gli ultimi giorni dellevo nel
quale le citt sono asservite alla contrapposizione dei contrari dettata alluomo dalle membra, siano caratterizzati dallincombere di una apocalisse che le ridurr allo stremo.

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del terebinto rester solo la semente santa, che il ceppo. Nel 19 : 22-25 Isaia
medesimo a chiarire in che cosa consista la semente santa: dice infatti che Jhwh
percuoter e ripercuoter gli Egiziani, con colpi inferti per guarire, fino a quando
non costruiranno una strada che li unisca in amicizia allAssiria, loro tradizionale
nemica. Semente santa e, quindi, salvezza delle citt dunque laccogliere in amicizia i contrari; a cercare la salvezza in questa amicizia luomo deve essere spinto dalla
minaccia di apocalissi involte dallindulgere alle pulsioni che fanno opporre le cose.169
Resta per da chiarire in quale modo le masse la cui ignoranza ha la
funzione cosmica, pertanto inamovibile, di equilibrare il predominio di sapienza che nel nostro Cielo assicura, con la regolarit delle stagioni, la possibilit
di vita sulla Terra possano salvarsi, restando ignoranti, in virt del loro
partecipare della sapienza posseduta dal Figlio di Dio.
Interviene qui di nuovo la unit compiuta per la quale la scienza annovera,
accanto alla componente teoretica, quella tecnicistica la quale, grazie al dAquino,
ha dotato lumanit di un apparato tecnologico talmente imponente da fare dire a
SERGIO QUINZIO 170 che la scienza moderna e la metafisica che la sorregge si sono
di fatto sostituite, con i miracoli inauditi che compiono quotidianamente, al
Cristo dei Vangeli, cos da ergersi oggi nello Anticristo che, secondo 2 Tessalonicesi,
si innalza al di sopra di Dio sostituendosi a Lui quale oggetto di culto.
Sette secoli dopo Tommaso dAquino, Heidegger il Venturo ha riavvertito lurgenza
di sostituire una metafisica dellEssere - Seyn a quella dellente, alla quale la ha ridotta lOccidente pilotato da Tommaso; Niels Bohr ha ribaltato in complementaritamicizia la contrapposizione onda-corpuscolo e la crisi che nel secolo XX ha messo
a nudo la precariet dei fondamenti del pensiero scientifico occidentale; Max Born
non casuale trattarsi di un fisico ha profetizzato nella complementarit lalba
di una nuova filosofia che lentamente verr prendendo piede (cfr. p. 117).
Se a Max Born si allineer il coro dei cattedratici ed essi ri-accoglieranno nei
loro testi il divino, lascendente, che la scienza ha oggi sulle masse in virt dei
prodigi tecnologici, potr realizzare il miracolo di fare ascendere gli ignoranti
che secondo gli Antichi debbono restare tali perch cos vogliono gli equilibri
cosmici a beneficiare della conoscenza posseduta dal Figlio di Dio: essi ne fruiranno cos come oggi si pascono di darwinismo e del relativismo einsteiniano.
169 A processo analogo a quello che, secondo Ges e Isaia, salva le citt soggetto anche il pensiero scientifico: lestromissione p. es. della meta-matematica teoretica appiattisce la matematica in disciplina
di mercanti e di costruttori, quindi in evento antropologico cui impossibile attribuire fondamenta non
fideistiche. Si approda pertanto, prima o poi, alla crisi in cui la matematica infatti incorsa nel secolo
XX e dalla quale pu sortire, secondo gli Antichi, solo lintegrare lopposizione irrazionale/razionale nella
unit compiuta costituita dallinsieme amichevole di apotomi del genere di 2 
2 , del quale il Libro
decimo degli Elementi di Euclide mostra il primato axiologico-ontologico.
170 SERGIO QUINZIO, La sconfitta di Dio, Milano, Adelphi, 1993.

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Costatare che la sapienza antica fa dipendere la salvezza dellumanit quindi


il compimento della Creazione da discipline ritenute impure e deteriori, rispetto alle teoretiche, da chi oppone i contrari, attesta come, nellorizzonte aperto dalle
unit compiute, ogni anfratto del cosmo, pur marginale e corrotto secondo la mentalit corrente, trovi redenzione e bellezza; il che condizione basilare per poter
affermare la Creazione opera di Chi riempie di S la totalit delle cose (Efesini
4 : 10), fino a rendere pervia lopera Sua anche alla mente umana.
Arduo appare per il realizzarsi del coro di accademici che ri-accolga nei testi il
divino: sulle intuizioni di Heidegger, Bohr, Born caduto il silenzio; i matematici continuano a ritenere indegno di attenzioni (cfr. pp. 73, 74) il Libro decimo degli
Elementi ; Terzo numero binomiale di Euclide, etc., edito dallo scrivente nel 1988 e nel
1991, e inviato a Universit di tutto il mondo, rimasto scritto intonso. Poich la
logica del Libro decimo sovverte lattuale, nel capitolo 6 si addurranno corollari, pervi
alla mentalit usuale, che testimonino le virt della meta-matematica antica; si peccherebbe tuttavia di ottimismo confidando che ci possa valere a distogliere i matematici dal considerare schizofrenici assunti che escludono laddizionabilit di triade a diade
(cfr. p. 70) e predicano compiutamente razionale la sequenza formata dalle terne degli
2 1 )n ; 
2 ( 
2 1 )n ; 2 ( 
2 1 )n , dove n = 1 ; 2 ; 4 ; 8 ; etc. (cfr. p. 69).
apotomi ( 
Una breccia nel baluardo della forma mentis odierna potrebbe invece essere aperta proprio nel campo dellegittologia cattedratica. Ecco che cosa scrive leterodosso MARTIN
BERNAL:171 Paradigmi ermeneutici dellegittologia [ortodossa] erano il sentimento positivistico del Besserwissen , del nostro saperla pi lunga degli Antichi, e il razzismo: le tesi sul
primato culturale dei nordici, che vietavano di riconoscere a un antico popolo semiafricano conoscenze matematiche ignote agli europei [...]. Solo dopo la seconda guerra mondiale lortodossia cominci a incrinarsi e, a partire dal 1960, alcuni accademici, come il
tedesco Hellmut Brunner, invitano a elaborare una nuova immagine dellantico Egitto.172
171 M ARTIN B ERNAL , Black Athena. The Afroasiatic Roots of Classical Civilization. Vol. I : The
Fabrication of Ancient Greece, London, Free Association Books, 1987. Tr. it.: Atena Nera. Le radici afroasiatiche della civilt classica. Vol. I: Linvenzione dellantica Grecia, Parma, Pratiche Editrice, 1991.
172 HELLMUT BRUNNER ordinario di egittologia allUniversit di Tbingen; ha scritto: New aspects of
Ancient Egypt, in Universitas, 1967, 1.3, pp. 267-279; Altgyptische Weisheit Lehren fr das Leben,
Mnchen/Zurich, 1988; Altgyptische Religion, Wissenschaftliche Buchges., 1989, dove si legge fra laltro:
Luomo di oggi non deve collegare le credenze egizie alle proprie: deve imparare a capire come quelle
concezioni dessero agli Egizi di che vivere [...]. Certo fra gli egittologi si fa ancora sentire il positivismo degli
ultimi secoli e difficilmente e poco, dalla esposizione di fatti, si passa a interrogarsi sulla direzione verso la
quale gli Egizi li coordinavano. Chi critica queste lacune deve per tenere presente [...] che una traduzione di
rappresentazioni egizie in schemi del nostro tempo possibile solo in misura assai limitata [...]. Noi non possiamo trasporre nella prospettiva usuale il loro modo di esporre e di rappresentare figurativamente, senza che
alcunch di essenziale vada perduto: possiamo capire solo briciole dellEgitto antico e lo possiamo unicamente se ci trasferiamo in quel mondo attraverso cammini assai faticosi. Tuttavia, cos pensa chi scrive, il risultato poi paga: ne seguono vedute dinsieme di valore tale da risultare gratificanti. [...]. Tanto che miti egizi
furono accolti nel patrimonio spirituale di Platone: il quale addita a modello quella civilt perch pervenne a
conservare immutate, da tempi immemorabili, musica e arti, in quanto invenzione (Erfindung) divina.

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La nuova immagine dellantico Egitto, tracciata dal professor Brunner una


cui pagina tradotta in nota 172 non frutto dellintuizione di un eterodosso
Venturo; porge ai cattedratici, elaborate da un loro pari, deduzioni indotte dallo
studio dei testi e dei monumenti nei quali quella civilt tramand ai posteri una
concezione del mondo e della scienza radicalmente diversa dalla nostra attuale. Dal
di dentro dellegittologia ortodossa, il cattedratico della pi prestigiosa Universit
filologica tedesca, e forse del mondo, ha tracciato un ponte che coordina in unit
le fazioni, fino ad allora contrapposte, dei matematici e astronomi eterodossi, da
un lato, e dallaltro dei filologi ortodossi ma non in grado di valutare la portata
delle adduzioni matematiche egizie. Grazie al professor Brunner, dunque, legittologia si presta a diventare disciplina paradigmatica agli effetti di con-muovere anche
gli accademici di altre branche a ri-accostarsi nel modo dovuto al pensiero antico:
modo che cos compendiato dal Brunner in Altgyptische Religion :
La vera importanza della religione dei Faraoni consiste nel fatto che gli Egizi
crearono un sistema di interpretazione del mondo che si confermato retaggio del
quale e con il quale una cultura e una civilt poterono vivere per tre millenni.
Ci nullaltro significa se non che la religione egizia partecipava della verit.

Ed partecipazione attestata non soltanto da tre millenni di civilt del Nilo, ma


dai cinque e pi millenni nei quali la Grande Piramide di Giza ha pilotato la storia
del mondo occidentale. Tommaso dAquino, Isaia-Ezechiele, Aristotele e Parmenide
sono infatti epigoni del Salomone che, Re di un Israele immerso, per sopravvivere,
nella contrapposizione dei contrari, fece per modulare le colonne bronzee del
Tempio di Gerusalemme non dal cubito di Akhen-Aton e di Elohim, ma da quello,
sacro, di Ammon-Jhwh (cfr. p. 112). Intese cos significare che lopporre i contrari
interludio secolare, finalizzato a esitare nelladeguarsi a realt cosmica che muta in
divina amicizia le umane ostilit: la storia dellOccidente stata impostata invero,
dai sacerdoti di Ammon, con il far germogliare lumana Akhetaton di Amarna allombra di una divina Grande Piramide il cui dimensionamento con levocare la metamatematica primaria (cfr. p. 113) e con la misura del grado di latitudine allequatore della Terra (cfr. p. 111) ostenta di voler rappresentare lintera realt cosmica.
Pretendere che gli Egizi, con lunit compiuta Amarna-Grande Piramide,
abbiano inteso pilotare la storia del mondo occidentale fino a oggi, illazione
che suscita ilarit negli infatuati dal Besserwissen . Costoro, per, ignorano che
in Galati 1 : 4,5 Paolo sottolinea che la gloria del Cristo, anzich essere condizionata dalle categorie di spazio e tempo, rifulge nei sempre-essenti dei sempreessenti (eij" tou;" aijw`na" tw` n aijwvnwn). Hanno anche dimenticato che Ges
ha dato Se stesso proprio per strapparci da questo nostro perverso simulacro di
sempre-essente [asservito a tempo e spazio!!!], nel quale le membra asservono luo~ 136 ~

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mo. Temo di affaticarmi invano con voi incalza Paolo nel 4 : 10 finch restate succubi di giorni, mesi, stagioni e anni: categorie che frantumano realt non
passibili di sensazioni. Due conclude nel 4 : 24 sono le Alleanze: una
quella del Sinai, cui corrisponde la Gerusalemme odierna, schiava di fatto dei
sensi, come lo sono i figli suoi. La Gerusalemme di lass, invece, libera (hJ de;
a[nw Ierousalh;m ejleuqevra ejstivn) ed nostra madre. Madre additata da Paolo
alla Fede dei Galati, ma aperta dal 3 : 16-4 : 1 di 1 Timoteo anche alle pecore
smarrite nelle quali la Fede si estinta e per le quali la promessa Alleanza consiste quindi nellaccostarsi alla conoscenza posseduta dal Figlio di Dio. Questa alle
opposizioni dettate dalle membra, sostituisce la amicizia predicata dalla Legge di
Dio, cui la mente aspira (cfr. Romani 7 : 6,22,24 in p. 7); con la mente
Parmenide esorta nel fr. 4 devi prescindere dai sensi: devi tendere a vedere
vicine le cose lontane e presenti le future.
Nella prospettiva aperta da unit compiute che integrano il futuro [e il passato] nel presente e che a rivelazioni accompagnano, complementari, apocalissi,
cessa anche di apparire utopistico il non escludere che le guide del pensiero odierno le quali hanno portato lOccidente a fare, dei mezzi, finalit e a morire,
nel presente, il passato e il futuro si lascino con-muovere dal sentirsi considerare fantocci manovrati da antica sapienza. Questa invero consapevole che a
membra deve parlarsi la lingua delle membra utilizza il sapere, in virt dellascendente che i prodigi tecnologici gli hanno conferito sugli ignoranti, solo per
additare loro una via di fuga ad apocalissi altrimenti inevitabili. Finch regnino
contrapposizioni, invero, trovano giustificazione in Bont e in Giustizia, sempre confortati da sedicenti filosofi, anche gli aggressori; allora lamore di pace
poich vede il labile credo, cui affida la vita, minacciato da dissenzienti porta
lumanit a dilaniarsi in ininterrotte sequele di guerre fratricide.
Se la coralit dei cattedratici si riconcilier col divino, il capovolgersi le membra
degli smarriti a cercare salvezza nellamicizia dei contrari li coordiner in fratellanza
con i fedeli che ad agpe aspirano guidati dalla Chiesa; sar rimossa cos una delle
fonti di contrapposizione delle genti e si attutir lattuale asprezza delle altre opposizioni, perch temperate dallevangelico amate i nemici (Matteo 5 : 44 in p. 11). Se
invece inimicizia continuasse a lacerare le cose e smarrimento dei senza Dio, immoralit ed estenuazione illuministico-buonista delle leggi umane dilagassero incontrastate, non improbabile lo vuole la logica bi-valente delle unit-compiute cosmiche che i mezzi tecnologici, lasciati in bala dellumana smania, oggi trionfante, di
sopraffazioni, condannino lumanit a iniziare daccapo dalle montagne, nuda e scalza, la sua missione terrena. Non profezia di unisolata, tetra Cassandra, ma
deduzione-vaticinio di millenni di concorde pensiero egizio, ebraico, greco, aquinate.

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6 - A

SINTETIZZARE LA PROPRIA CONCEZIONE DELL ESSERE


LA B IBBIA ACCOGLIE NEL L EVITICO E NEL PENTATEUCO
L ANTICA MATEMATICA QUALITATIVA

PREMESSA
Fra le cause che indussero i matematici occidentali a considerare opera
di un folle (cfr. pp. 73, 74) il Libro decimo degli Elementi, basilare il
suo concernere una geometria qualitativa, ossia tale da mostrare che:

2 1 apotome appartenente allunica sequenza compiutamente razionale accessibile alla mente umana e concernente il puramente intelligibile.173
( 
5 1 ) : 2 apotome appartenente alla successione oggi chiamata sezione aurea , atta a numerare i fenomeni naturali sensibili caratterizzati dal
realizzare quiete nel diverso: permanenza di forma al variare delle dimensioni, rilevabile nella fillotassi e negli altri fenomeni spiraliformi.

3 1 ; 
6 1 ; 
7 1...; 
n 1 sono invece apotomi dellusuale aritmetica, destinata da Platone, nel Filebo 56e, a costruttori e mercanti.174
173 Cfr. GIAN CARLO DURANTI, Terzo numero binomiale di Euclide e terza civilt di Ammon - Zeus
(Firenze, Cesati, 19912). Rammento che Euclide chiama apotome (teorema X-73) la differenza fra due
segmenti, uno dei quali misurato da un numero oggi detto naturale, laltro da un numero commisurabile con il suddetto soltanto se lo si eleva alla seconda potenza.
174 
2 1 numero che Platone predica primario (prw` to" ajriqmov") e Aristotele numero delle Forme
(tw` n eijdw` n), dunque numero ideale e filosofico. Mostrer che dai numeri della sequenza primaria
per intervento della dualit che Aristotele chiama diade indefinita (ajorv isto" duav") e Platone diade
del pi e meno (ma` llovn te kai; h|tton) si generano poi i numeri dei costruttori e dei mercanti e le
operazioni di somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, etc., caratterizzanti la comune aritmetica.
5 1):2 poiFra questi numeri di costruttori la successione degli apotomi aurei, cui appartiene ( 
ch numera eventi realmente naturali (fillotassi e fenomeni spiraliformi) assurge alla dignit di numero idoneo a descrivere, secondo gli Antichi, realt propriamente fisiche.

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Dal fatto che il Libro decimo concerna una geometria qualitativa consegue la sua impenetrabilit da parte di coloro i quali, come i matematici occidentali, sinebriano dello spirito di generalit e uniformit consentito dallalgebra (cfr. p. 73); tutti coloro che esprimono giudizi negativi sul Libro decimo,
infatti, lhanno compulsato appoggiandosi alla geometria cos detta analitica.
A dissuadere chi cerchi scorciatoie per scansare la laboriosa impresa di
venire a capo dei suoi 114 teoremi, Euclide stesso: il quale secondo
un antico aneddoto al Re Tolomeo, che gli chiedeva se non esistessero
vie meno ardue per imparare la sua geometria, rispose: il Libro decimo
degli Elementi non ammette vie regie.
Queste mie pagine perci non mirano a facilitarne la lettura, ma a invogliarla mostrando alcuni epifenomeni del suo primato, che valgano ad attirare lattenzione dei matematici teorici su un contesto che non tollera scorciatoie.

6.1 ALLUSUALE

RAPPORTO
SOSTITUIVANO LA ANTIFERESI

E ROZZO CONCETTO DI

I MATEMATICI ANTICHI

La diffidenza dei matematici nei confronti del Libro decimo trova appiglio
nel sentir affermare che in esso Euclide mostra come la sequenza di apotomi,
2 1, sia costitutiva del solo insieme matematico compiutamente
cui appartiene 
razionale accessibile a mente umana: questo assunto, invero, appare smentito
da ci che Euclide scrive nella Definizione III del Libro decimo stesso:
Si dimostra che, rispetto al segmento assunto come entit di riferimento (th`/
proteqeivsh/ eujqeiva/), esistono pluralit infinite di segmenti (eujqei`ai plhvqei a[peiroi) sia con esso commensurabili, sia incommensurabili, questi ultimi incommen-

surabili soltanto in lunghezza oppure anche in potenza.175 Si chiami allora dicibile (rJhthv) il segmento di riferimento, e si chiamino dicibili (rJhtaiv) i segmenti
con esso commensurabili sia in lunghezza e in potenza (aiJ tauvth/ suvmmetroi ei[te
mhvkei kai; dunavmei), sia quelli commensurabili solo in potenza (ei[te dunavmei movnon).
Si dicano invece privi di rapporto dicibile con il segmento di riferimento (a[logoi)
i segmenti che con questo risultano incommensurabili (aiJ de; tauvth/ ajsuvmmetroi).

Nel teorema X-5 Euclide precisa che fra le grandezze tra loro commensurabili
sussiste rapporto di numero a numero (ta; suvmmetra megevqh pro;" a[llhla lovgon
e[cei, o}n ajriqmo;" pro;" ajriqmovn); secondo la Definizione II del Libro VII, numero
una pluralit di unit (cfr. Metafisica 1053a30: oJ dajriqmo;" plh` qo" monavdwn).
175 Commensurabili solo in potenza col segmento di riferimento sono i segmenti che diventano con
2
esso commensurabili soltanto se la loro misura vien elevata al quadrato. P. es. il segmento misurato da 
diventa commensurabile con 1 solo se 
2 vien elevata al quadrato; allora ( 
2 )2 =2 risulta eguale a 2 X 1 .

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Ci implica che il segmento di riferimento, il quale dovrebbe discriminare il


rJhto;" - dicibile dallo a[logo", sia quello numerato dallo 1 dellaritmetica usuale.
Per chi riferisca la Definizione III e il teorema 5 del Libro decimo alla logica matematica usuale, gli apotomi sono dunque entit a[logoi, incommensurabili con 1.
Emerge per sbito una frattura fra la logica matematica usuale e la euclidea. Se2 non risulta esprimibile mediante pluralit di monacondo laccezione corrente, la 
2 numerano quantit entrambe rJhtaiv - dicibili,
di; secondo Euclide, invece, 1 et 
dunque descrivibili mediante pluralit di monadi 1 . Il Libro decimo degli Elementi
fonda dunque il discorso su criteri logici affatto diversi da quelli oggi imperanti.
Oggi si assume incommensurabile una grandezza non esprimibile in decimi,
centesimi, ..., miliardesimi, etc. di un segmento di riferimento alla cui misura
si attribuisce il numero 1 ; ci implica costringere le grandezze a soggiacere a
una monade assunta, del tutto arbitrariamente, a costituirsi in supremo canone di razionalit. Anzich asservire le grandezze a monade cos evanescente,
gli Antichi le accoglievano tutte in amicizia e ne accertavano la reciproca
commensurabilit commisurandole luna con laltra, senza implicare primati
surrettiziamente attribuiti a una di esse. Fu un siffatto concetto di rapporto
n
a condurre Euclide a definire dicibili (rJhtaiv) entrambi i segmenti 1 et 
(per n non quadrato), che lusuale logica matematica considera incommensurabili. Simpone pertanto a chi non indulga al sonno la ricerca del canone di dicibilit che abilit gli Antichi a numerare con pluralit di monadi
anche grandezze che la geometria usuale giudica inesprimibili (a[logoi).176
Il canone che attesta dicibili le grandezze commensurabili con 1 solo
in potenza (ossia solo se la loro misura elevata al quadrato), addotto
da Euclide nel teorema X-2 177 degli Elementi, che fa dipendere lincommensurabilit da un procedimento di reciproche sottrazioni (ajnqufaivrhsei"),
per cui a una divisione A : B, che stabilisce il numero n0 di volte in cui la
grandezza-minore B sia contenuta nella maggiore A , segue una sottrazione inte176 Teorema X-2: ejan
; duvo megeqw` n anivswn ajnqufairoumevnou ajei; tou` ejlavssono" ajpo; tou` meivzono"
to; kataleipovmenon mhdevpote katametrh`/ to; pro; eJautou` , ajsuvmmetra e[stai ta; megevqh - se di due grandez-

ze ineguali si sottrae via via la minore dalla maggiore e il resto mai misura la minore, le grandezze sono incommensurabili. Sullantiferesi (ajnqufaivrhsi") Aristotele scrive, in Topici 158b33,34, che superficie e linea hanno
lo stesso rapporto dicibile ( to;n aujto;n lovgon ) se medesima la loro antanairesi ( ajntanaivrhsi" ).
Commentando questo passo, Alessandro Afrodisio (Wallies, IT 545) sottolinea che questa frase di
Aristotele, il quale chiamava antanairesi lantiferesi, diventa comprensibile se si riferisce la commensurabilit [lavere to;n aujto;n lovgon - la stessa ratio] allantiferesi. D. H. FOWLER (The mathematics of Platos
Academy. A new Reconstruction, Oxford Un. Press, 1987) commenta invece il passo del Topici riferendolo al
teorema 1 del Libro VI di Euclide, e lo illustra con una figura (v. p. 18 del suo saggio) che mostra come,
se la base di un rettangolo di altezza h divisa nella proporzione a :b, si ha anche ah :bh=a :b.
177 Vedere nellantiferesi, come Fowler scrive, a proof of the statement that the ratio of ah to bh is
equal to the ratio of a to b volgerla in prova del concetto usuale di rapporto, anzich considerarla alternativa; questo pre-concetto ha condizionato negativamente lo mostrer lintero saggio cos impostato.

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sa ad appurare il numero di volte n1 in cui il resto R1 = A n0 B sta nella


grandezza minore B ; si determina cos il resto R2 = B n1 R1 , che permette di
calcolare quante volte R2 stia in R1 ; sindividua quindi il resto R3 = R1 n2 R2 ,
che fa appurare il numero di volte n3 in cui R3 sta in R2 , e cos via.
Lantiferesi, pertanto, esprime il rapporto fra A et B tramite la successione dei numeri interi di volte n0 , n1 , n2 , n3 , ..., etc., in cui ogni resto
R n sta nel precedente resto R n1. Nella parte destra del prospetto illustro il
2 et B = 1. Si ha:
caso in cui A = 
n0
n1
n2
n3

in
in
in
in

cui
cui
cui
cui

B sta in A ;
il resto R1 = A n0 B sta in B ;
il resto R2 = B n1 R1 sta in R1 ;
il resto R3 =R1 n2 R2 sta in R2 ;

n0 = 1
n1 = 2
n2 = 2
n3 = 2

in cui 1 sta in 
2;
in cui R1 = 
2 1 sta in 1 ;
in cui R2 = 1 2 (
2 1) = 3 2 
2 sta in 
2 1;
in cui R3 = (
2 1) 2 (3 2 
2 ) = 5 
2 7 sta in 3 2 
2;

e cos di seguito, allinfinito se il processo lo consente. A et B sono dicibili (rJhtaiv) se un resto R n misura esattamente R n1, ma anche se, pur estendendosi lantiferesi allinfinito, la ratio antiferetica risulta periodica. Come
nellaritmetica usuale la frazione 1 : 3 razionale perch 0,3333... = 0, 3,
numero periodico (lo dice la barra sopra il 3 ), cos periodica la ratio del
2 :1 stabilita dallantiferesi [1, 2,].
rapporto 
2 = (
2 1 )(
2 1 ) = R1 (
2 1 ) et R n = (
2 1 )n 1 (
2 1 ),
Si ha per R2 = 3 2 
2 1 ); ci gi si presta a chiarire che cosa intenda dire il Topici
sicch R n = R n 1 (
2 1 (o la linea R n 1 ) e larea
(cfr. nota 176) quando afferma che la linea 
( 
2 1 ) ( 
2 1 ) (o larea R n 1 ( 
2 1 ) ) sono dicibili perch appartengono
entrambe a un medesimo processo antiferetico: quello di ragione [1,2,].
Occorre tuttavia chiedersi perch Aristotele ricorra a una definizione che
per millenni rimase oscura. La chiariscono le terne degli apotomi prima2 1 )n ;
ri esposti nel paragrafo iniziale di p. 69; infatti le terne ( 
n
n

2 (
2 1) ; 2 (
2 1) , e pi in generale la successione formata da termi2 1 )n , risultano dicibili perch hanno tutte identica antiferesi [1, 2,].
ni a (
2 et B = a , che:
Risulta infatti, per A = a 
n0 = A :B = a 
2 : a = 
2 : 1, sicch n0 = 1;
R1 = A n0 B = a 
2 a = a ( 
2 1);
n1 = B :R1 = a : [a (
2 1)] = 1 : ( 
2 1 ) , sicch n1 = 2 ;
R2 = B n1 R1 = a 2 [a (
2 1)] = a [1 2 (
2 1)] = a (3 2 
2 );
n2= R1 : R2 = a (
2 1) : a (3 2 
2 ) = 1 : ( 
2 1 ) , sicch n2 = 2 ;
R3 = R1 n2 R2 = a (
2 1) 2a (3 2 
2 )= a [(
2 1) 2 (3 2 
2 )]= a (5 
2 7 ).

Si pu accertare che, se lapotome 


t 
p ha antiferesi dicibile, dicit 
p ), qualunque sia il fattore a per il quale
bile anche lantiferesi di a (

t 
p moltiplicato.
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6.2 IMPLICAZIONI

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DELL ESISTENZA DI UNA SEQUENZA PRIMARIA

E SUA OPPORTUNIT

Che anche Aristotele consideri primaria la matematica platonica raccolta da Euclide nel Libro decimo confermato dal Metafisica 1083a28-35,
dove dopo aver escluso che qualora esistano solo i numeri delle matematiche usuali, lo Uno possa predicarsi principio (eij qhvsei ti" ei\nai to;n maqhmatiko;n ajriqmo;n movnon, oujk e[sti to; e}n ajrchv ) enuncia che se lo Uno
principio si deve parlare come Platone: dire primarie una diade [i.e.
2 1 ] e una triade [i.e. lapotome 2 
2 ] ed escludere che esse
lapotome 
siano addizionabili luna allaltra (ajnavgkh ma` llon w{sper Plavtwn e[legen
ejcein... kai; ouj sumblhtou;" ei\nai tou;" ajriqmou;" pro;" ajllhvlou" ).
Cos statuendo, Aristotele sispira al Platone che, nellEpinomide 990c5-8, dichiara supremo e primario linsieme di quei numeri, per incorporei (to; de; mevgistovn
te kai; prw` ton mavqhma ajriqmw` n aujtw` n ajllouj swvmata ejcovntwn). Costituisce questo insieme la sequenza che predica primaria dei membri con esponenti 1 ; 2 ;
4 ; 8 ; 16 ; ...; etc. della successione esposta nel Repubblica 509d1 sgg che chiamer
2 1 )n ; 
2 (
2 1 )n ; 2 (
2 1 )n , dove
para-primaria , formata dalle terne (*): (
n = 1 ; 2 ; 3 ; 4 ; 5 ; 6 ; ...; etc., costitutive di quei numeri dellEpinomide 990c5-8.
A conferma delle notazioni di p. 69, la sequenza degli apotomi primari risulta:
C1 = 
2 1 ; C2 = 3 2 
2 ; C4 = 17 12 
2 ; C8 = 577 408 
2 ; ..., dove C2k : Ck = (
2 1)k ;
(**) D1 =2 
2 ; D2 =3 
2 4 ; D4 =17 
2 24 ; D8 =577 
2 816 ; ..., dove D2k :Dk =(
2 1)k ;
E1 = 2 
2 2 ; E2 = 6 4 
2 ; E4 = 34 24 
2 ; E8 = 1154 816 
2 ; ..., dove E2k : Ek = (
2 1)k ;178

Prima di chiarire alcune implicazioni, peculiari di questa sequenza, conviene


ribadire linfondatezza di unaffermazione di Fowler per cui la ratio antiferetica
non ha presa [is truly baffling] su apotomi e binomiali che egli scrive permangono entit profondamente alogoi: prive di ragione.179 Sfugge a Fowler la
piana implicazione emergente dallesempio di antiferesi addotto in p. 142, per cui
2 :1
se come Fowler ammette in p. 74 del suo saggio lantiferesi di 
[1, 2,] , dove 2 periodico, lantiferesi dellapotome ( 
2 1 ) : 1 [2,] , perch

2 1 la seconda partizione dellantiferesi di 
2 : 1 , cio la partizione che
2 1 sta in B = 1 .
determina il numero di volte n1 = 2 in cui il resto R1 = A n0 B = 
178 Le terne 2k sono separate dalle terne k dalle k moltiplicazioni per 
2 1 intercorrenti fra i termini 2k et k della successione para-primaria. Questa formata da numeri corporei (si ha infatti
C1 =C2 +D2 ), la cui funzione consiste nel mostrare dicibili, tramite lantiferesi [2,], i membri incorporei della
sequenza primaria. Mostrer poi che la Bibbia utilizza lo R3 =5 
2 7 della successione para-primaria per evocare tramite i quadrati dei suoi nomi ossia tramite la coppia 50 et 49 lintera sequenza primaria.
179 In p. 192 del suo saggio Fowler cos conclude lesame del Libro decimo di Euclide: Book X
starts from the expressible lines and goes to construct apotomes and binomials, which are truly baffling,
from an anthyphairetic viewpoint. These lines are profoundly alogoi without reason.

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Di questa sequenza solo il Libro decimo degli Elementi idoneo ad attestare la razionalit, che carattere peculiare della natura primaria. Ad accer3 : 1 ; 
5 :1;
tarla tale non basta costatare che nelle antiferesi dei rapporti 

6 : 1 ; 
7 : 1, e nelle altre consimili, compaiono divisori monomiali oppure si
generano successioni di apotomi che non risultano potenze degli apotomi suddetti; queste antiferesi provano solo che su di esse non costruibile alcun insie2 1 ).
me primario, non che sia primario quello collegabile allantiferesi di 1 : (
Per predicare primaria la sequenza (**) di p. 143 non basta neppure accertare dicibili, tramite la successione para-primaria, tutti i suoi apotomi, che potrebbero risultare composti da monomi allora pre-esistenti dellaritmetica usuale.
ancora Aristotele ad indirizzare verso la soluzione del problema: il
Metafisica 1081a23-25, con laddurre che a{ma ga;r aiJ ejn th`/ duavdi th`/ prwvth/
monavde" gennw` ntai - assieme nascono le monadi [1 et 
2 ] nella diade pri2 1 ], esclude che le coppie costitutive degli apotomi primari si
maria [
formino da composizione di pre-esistenti monomi dellaritmetica usuale.
per Euclide a determinare, nel lemma 2 al teorema X-29 degli Elementi,
lunit 1 di misura dei numeri costituenti gli apotomi della sequenza primaria e della successione para-primaria: fissa invero in modo univoco il segmento la proteqeivsh eujqei`a della Definizione trascritta in p. 140
che deve numerarsi con 1 e pu numerarsi solo con 1 .180
Che lo 1 fissato nel lemma suddetto sia diverso dallo 1 dellaritmetica usuale implicato dal Metafisica 1083b1-8: lerrore pi grave consiste nel confondere in un medesimo genere i numeri delle Forme e quelli matematici delle
tecniche; madornale errore sarebbe pertanto anche quello di pensare che numero delle Forme e numero matematico facciano capo a una stessa unit metrica 1.
2 1 primaria e che le sue monadi nascono
Invero sostenere che la diade 
assieme esclude che lo Uno primario sia lo 1 dellaritmetica usuale. Se lo fosse,
2 ; allora si potrebbe pensare a una qualinfatti, esso precederebbe la monade 
2 p. es. alla dualit rappresentata dai
che dualit dalla quale far nascere la 
lati 1 et 2 del rettangolo 2 1, il quadrato equivalente al quale avrebbe appunto
2 ; la 
2 sarebbe, s, posteriore alla diade, ma la diade risulterebbe
lato 
comunque posteriore alla monade 1. Daltronde anche il Metafisica 987b14 col
180 Nella riga 2 della dimostrazione dellassunto del lemma 2 al X-29 si legge infatti: ajpo; BD
ajfh/ rhvsqw mona;" hJ DE - dal segmento BD si sottragga la monade DE; nella riga 9 compare inoltre la
diffida a non spezzarla: i{na mh; tmeqh`/ hJ monav": a non dividere la monade chiamata a numerare il seg-

mento di riferimento degli apotomi primari e para-primari (cfr. Definizione III in p. 140).
ATTILIO FRAJESE (Gli Elementi di Euclide, Torino, UTET, 1977 2) si fa portavoce della corale tradizione esegetica che rese inaccessibile il Libro decimo degli Elementi ai matematici occidentali; scrive infatti che i lemmi
del Libro decimo sono opera non genuina di Euclide, ma furono aggiunti in epoca posteriore. Guido Castelnuovo consente di spiegare, con le argomentazioni da lui addotte e qui trascritte in p. 73 e nella nota 83,
il perch della moderna ripulsa del lemma che Euclide pone alla base di tutto il discorso del Libro decimo.

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dire che di ogni numero delle Forme esiste un unico esemplare ( e}n e{kaston
mov n on ), mentre di ciascun numero matematico ve ne sono molti simili
(povlla[tta o{moia) esclude che la monade del lemma 2 al X-29, la quale ha
le stigmate di quella che nel capitolo 3.2 si chiamata unit compiuta, possa
essere lo 1 della matematica tecnicistica.
Allora per, se lo 1 delle Forme concerne solo la sequenza primaria e la successione para-primaria, occorre mostrare in quale modo dalla sequenza primaria si
generino i numeri matematici; ancora Aristotele a chiarire come ci avvenga.
Accanto allo Uno attestato dal predominio di medesimezza nella sequenza primaria, il Metafisica 987b26 pone laltra natura [quella dellalterit e dellillimite],
costituita dal grande e piccolo (ejk megavlou kai; mikrou` ), che il 1081a14 chiama diade aorista (ajovristo" duav"). Fare di questa diade indeterminata laltra
natura (th;n eJtevran fuvsin) si legge nel 987b23-988a1 mira a generare da
essa, quasi fosse uno stampo, tutti i numeri, eccetto i primari (e[xw tw` n prwvtwn).
La diade del grande e piccolo che sidentifica col platonico ma` llovn te kai;
h|tton - pi e meno,181 si concreta a sua volta nel teorema X-114 degli Elementi,182
nel quale Euclide genera le monadi 1 ; 
2 ; 2 come lati dei quadrati la cui area
equivalga a quella dei rettangoli delimitati da un apotome primario e da un binomiale avente lo stesso modulo dellapotome. Si ha, per n = 1 ; 2 ; 4 ; 8 ; 16 ; etc.:
()


(
2 1)n (
2 + 1)n = 1



2 (
2 1)n 
2 (
2 + 1)n = 
2


2 (
2 1)n 2 (
2 + 1)n = 2 .

Da 2 = 1 + 1 = 2 1 et da 1 = 2 1 = 2 : 2 nascono le operazioni dellaritmetica


2 ; 2 esistono infiniti esemplari,
usuale;183 di ognuna delle monadi 1 ; 
costitutivi dei numeri che il Filebo 56e destina a mercati e tettoniche,
distinguendoli da quelli sapienziali dei filosofi.
Le cure dedicate dai greci al problema degli irrazionali 184 miravano a superare la barriera che, separandoci dal divino, minaccia di ridurci a escrescenza abnorme del cosmo. Proprio perch prevedeva la crisi in cui sarebbero prima o poi
181 La diade aorista del grande e piccolo di Aristotele sidentifica con la platonica natura del privo
di limite (a[peiron), la quale dice il Filebo 24e7 et 25c8-11 accoglie in s il ma` llovn te kai; h|tton il pi e meno, rappresentato in mbito matematico dai segni + et .
182 Teorema X-114: Se unarea rettangolare delimitata da un apotome e da un binomiale avente il
medesimo modulo dellapotome, larea cos conformata risulta dicibile.
183 I segni et x della sequenza primaria sono mezzi descrittivi di realt in s che nascono assieme e alle quali, quindi, quei nostri segni sono estranei. Lo attesta p. es. il fatto che i Greci chiamava2 , ed epitrito (rapporto di 4/3 ) lapotome 3 
2 4 .
no anche emiolio (rapporto di 3/2 ) la pentade 32 
184 Accenno ad alcune altre complesse questioni affrontate e risolte da Euclide nel Libro decimo: 1. - Poich
deve costituire un Uno (cfr. Metafisica 987b26), la sequenza primaria non pu tollerare in s alcuna indeter2 2 et la decade 64 
2
minatezza genetica. 2. - Come Aristotele scrive nel 1082a2-6 et 11-13, la tetrade 2 
non sono composte dalle due diadi 
2 1 n dalle due pentadi 32 
2 che capitano a trovarsi nella loro
rappresentazione aritmetica. 3. - La sequenza primaria deve nascere in circolo da se medesima senza implicare interventi di numeri estranei: diade e triade debbono essere prime, si legge nel Metafisica 1083a28-35.

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incappate le matematiche che sorvolavano sul problema dellirrazionale, Parmenide


cerc nellEssere il limite ultimo, compiuto in ogni dove e che lo rende simile
a sfera ben tornita (cfr. frr. 8 et 12); per questo stesso motivo Platone diffid
a conferire il governo delle citt a gente irrazionale come le linee (cfr. Repubblica
534d6) e Aristotele, nel Metafisica 983a11-23, sottolinea per nulla sapienti le
conoscenze asservite a sensazioni, e degna di applicazione soltanto la conoscenza
che pi secondo interezza [dunque che non inficiata dalla comparsa dellirrazionale] e maggiormente sfugge alla percezione dei pi.
Agli Antichi appariva ineluttabile anche il fatto che le tecniche, sulle quali lo irrazionale ininfluente, avrebbero portato, anzich a meglio accostarci al divino, a sostituire unantropologia alla teologia, privando cos la morale dellunico saldo fondamento
possibile: laccertare che siamo parte viva e insostituibile degli equilibri cosmici.
Per dissuaderci da antropologie il Genesi avverte che Iddio ad averci fatto
dare nomi diversi dai Suoi; per affrancarci dallirrazionale al Pentateuco furono
sottesi numeri atti a farci mimare la razionalit divina. Per indurci, infine, a
scoprire la divinit di Dio attraverso le Sue opere, come vuole Paolo nello 1 : 20
di Romani, il Levitico porge numeri che evocano la sezione aurea.
6.3 LANTIFERESI

METTE IN LUCE LE PERFEZIONI

DELLA RELAZIONE MATEMATICA DI SEZIONE AUREA

Lapidaria la sintesi in cui Fowler svela la natura divina degli enti


visibili (cfr. Epinomide 991b5-c1). In p. 164 del suo saggio condensa infatti nelle notazioni:
1 ( 
1 (3 
__
( )
5 1) : __
5 ) = [ 1,]
2

lantiferesi di quella che, con i Greci, chiama the extreme and mean ratio (a[kron
kai; mev s on lov g on tetmh` sqai - divisione secondo estrema e media ragione)
e che conosciuta come rapporto di sezione aurea. La ratio antiferetica di
__
1 (
1 (3 
1 (
1 (3 
5 1) : __
5 ) = [1,] risulta dal prospetto, dove A= __
5 1) et B = __
5 ):
2

n0 = A : B = 0,618033989... : 0,381966012... =
1,6180339...
n0 = 1
R1 = A n0 B = 0,618033989... 1 x 0,381966012... = 0,236067977...= _1(2 
5 4) sicch R1 = [_1(
5 1)]3 = 1 : f 3
2
2
n2 = B : R1 = 0,381966012... : 0,236067977... =
1,6180339...
n1 = 1
5 ) sicch R2 = [_1(
5 1)]4 = 1 : f 4
R2 = B n1 R1 = 0,381966012... 1 x 0,236067977... = 0,145898035...= _1(7 3 
2
2
n3 = R1 : R2 = 0,236067977... : 0,145898035... =
1,6180339...
n2 = 1
5 11) sicch R3 = [_1(
5 1)]5 = 1 : f 5
R3 = R1 n2 R2 = 0,236067977...1 x 0,145898035...=0,09016994...= _1(5 
2
2
n4 = R2 : R3 = 0,145898035... : 0,09016994... =
1,6180339...
n3 = 1
5 ) sicch R4 = [_1(
5 1)]6 = 1 : f 6
R4 = R2 n3 R3 = 0,145898035... 1 x 0,09016994... = 0,05572809...= _1(18 8 
2
2
n5 = R3 : R4 = 0,09016994... : 0,05572809... =
1,6180339...
n4 = 1
R5 = R3 n4 R4 = 0,09016994... 1 x 0,05572809... = 0,03444185...= _1(13 
5 29 )sicch R5 = [_1(
5 1)]7 = 1 : f 7
2
2

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Caratterizza lantiferesi aurea il fatto che il rapporto fra Rn et Rn+1 risulta:


Rn : Rn+1 = (
5 + 1) : 2 = 2 : (
5 1) = 1,618033989... = f.

Fra gli apotomi aurei Rn et Rn+2 intercorre a sua volta il basilare rapporto:
Rn : Rn+2 = [(
5 + 1) : 2]2 = [2 : (
5 1)]2 = 2,618033989... = f 2 = f + 1.

Dividendo f 2 = f + 1 per f 2 si ottiene 1 = 1 : f + 1 : f 2, sicch 2 = 1 + 1 : f + 1 : f 2, quindi (poich 1 + 1 : f = f ) risulta 2 = f + 1 : f 2. Aggiungendo 1 a entrambi i termini si ottiene:
2 + 1 = f + 1 + 1 : f 2, quindi (poich f + 1 = f 2) si ha 3 = f 2 + 1 : f 2 . Le relazioni esatte :
()

1=1:f+1:f2

2=f+1:f2

3 = f 2+ 1 : f 2,

annullano la barriera che oggi induce a decretare linesprimibilit degli apotomi alogoi ,
rappresentati dalle potenze della sezione aurea f e di 1 : f , in numeri monomiali usualmente detti razionali. Mostro infatti che dalle () sono deducibili relazioni estensibili
5 presenti nei rapporti:
allintera gamma dei monomi di monadi 1 e di monadi 
2

5 1 = ________
3 
5 = ________
2 
5 4 = ________
7 3 
5 = _________
5 
5 11 = _________
18 8 
5 = ... = f = 1,618033989... .
_______
= _______

51
3 
5 2 
54
7 3 
5 5 
5 11 18 8 
5 13 
5 29

I doppi dei nomi degli apotomi aurei formano la successione, tramandata dal Fibonacci:

5 1 ; 3 
5 ; 2 
5 4 ; 7 3 
5 ; 5 
5 11 ; 18 8 
5 ; 13 
5 29 ; 47 21 
5 ; etc.

Se si indicano con n i numeri interi oggi chiamati naturali, con Fn e con Tn i coeffi5 e, rispettivamente, 1 , comparenti nella successione suddetta, si ha:
cienti delle monadi 
n = 1 ; 2 ; 3 ; 4 ; 5 ; 6 ; 7 ; 8 ; 9 ; 10 ; 11 ; etc.
Fn = 1 ; 1 ; 2 ; 3 ; 5 ; 8 ; 13 ; 21 ; 34 ; 55 ; 89 ; etc.
Tn= 1 ; 3 ; 4 ; 7 ; 11 ; 18 ; 29 ; 47 ; 76 ; 123 ; 199 ; etc.

Ogni Fn e ogni Tn risulta somma dei due termini che la precedono. La F4 = 3 = f 2 + 1 : f 2 pu


generalizzarsi nella Fn = f n2 + Fn2 : f 2 ; la Tn risulta Tn = f n 1 : f n, con il segno se n dispari
e con il segno + se n pari. Si hanno perci, per i monomi Fn et Tn le espressioni seguenti:
21 = 1 : f 2 + 21 : f 2
22 = 1 : f 2 + 21 : f 2
23 = 1 : f 2 + 21 : f 2
Fn = 25 = 1 : f 3 + 22 : f 2 = f 3 + 1 : f 2 + 1 : f 4
28 = 1 : f 4 + 23 : f 2 = f 4 + 1 : f 2 + 1 : f 2 + 1 : f 4
13 = 1 : f 5 + 25 : f 2 = f 5 + 1 : f 2 + 1 : f 3 + 1 : f 6
21 = 1 : f 6 + 28 : f 2 = f 6 + 1 : f 2 + 1 : f 2 + 1 : f 6
34 = 1 : f 7 + 13 : f 2 = f 7 + 1 : f 3 + 1 : f 2 + 1 : f 5 + 1 : f 8
55 = 1 : f 8 + 21 : f 2 = f 8 + 1 : f 4 + 1 : f 2 + 1 : f 5 + 1 : f 8

21 = f 2 1 : f 2
23 = f 2 + 1 : f 2
24 = f 3 1 : f 3
Tn = 27 = f 4 + 1 : f 4
11 = f 5 1 : f 5
18 = f 6 + 1 : f 6
29 = f 7 1 : f 7
47 = f 8 + 1 : f 8
76 = f 9 1 : f 9

Il miracolo, per cui si ha che f 6 + 1 : f 6 = 17,9442719... + 0,05572809... = 18 et che


f 6 + 8 : f 2 = 17,9442719... + 3,05572809... = 21, non deve per obnubilare il fatto che
1 (
1 (3 
5 1) : __
5 ) = [ 1,], dove
lantiferesi concernente la sezione aurea la __
2
2
R n = 1 : f n+2 (cfr. p. 146), alla quale il Fibonacci sostituisce la (
5 1) : (3 
5 ) = [1,],
dove agevole riscontrare che R n = 2 : f n+2 (cfr. p. 142).
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La (
5 1) : (3 
5 ) = [1,] del Fibonacci conferma, poich ha la stessa antanairesis
1 (
1 (3 
[1,] della __
5 1) : __
5 ) aurea, il Topici 158b33,34, dove Aristotele dice che, se
2
2

una linea dicibile, la anche larea che abbia stessa antanairesis. Si ha infatti p. es.:
( )

1 = 0,809016994... 0,309016994... = 0,50...............


T1 = _1 f ___
2
2f
1 + ___
1 = 0,309016994... + 0,190983006... = 0,49999999...,
F1 = ___
2f 2f 2

le quali tendono entrambe, quando il numero dei decimali di f tende allin1 = 0,50. Si ha pertanto, come vuole Aristotele, che:
finito, a farsi eguali a __
2

1 = f _1 = T1
T1 x 2 = 2 x _1 f 2 x ___
f
2
2f
1 + 2 x ___
1 = _1 + ___
1 = F1
F1 x 2 = 2 x ___
2f
2f 2 f f 2

Anche le Tn et le Fn di Fibonacci attestano pertanto esenti da irrazionalit


i fenomeni naturali spiraliformi e coronano cos laltrimenti strana Definizione
III del Libro decimo degli Elementi, dove Euclide predica dicibili (rJhtoiv) le
grandezze commensurabili in potenza con 1 e, con esse, gli apotomi le cui
1 (
1 (3 
5 1) : __
5)
antanaireseis risultano periodiche e testimoni, come quelle di __
2
2
et di (
5 1) : (3 
5 ), di reale razionalit.
Ancor pi importante che, grazie ad Aristotele, sia stato possibile riscoprire le
Tn et le Fn di p. 147, superando la remora costituita dallessere f entit indefinita.
Anche in questo caso si rivelato prezioso il Metafisica 981a24-982a3: le matematiche furono coordinate, da sacerdoti egizi liberi di oziare, in scienza di princip e cause, idonea a rendere manifesta la permanenza di forma. LOccidente ha
invece aprioristicamente decretato limitate a ri-tracciare confini, cancellati dalle
piene del Nilo, matematiche immortalate in opere costruite per tramandare a lontani posteri una concezione dellEssere capace, secondo quei sacerdoti di salvare lumanit,185 perch la sola coerente con lamicizia dei contrari, attestata dalla Natura.
Appunto a una scienza che canti la gloria e le lodi [lAllelujh] di Dio
d corpo la botanica: PETER H. RICHTER 186 e DIETRICH VON DENFFER,187
p. es., chiamano a celebrare The Beauty of Fractals la bellezza di frattali il fatto che le squame delle pigne si coordinino secondo il canone
modulato dallangolo aureo 360 : f 2 = 360 : 2,618033... = 137,507764....
Nella Figura S della pagina a lato indicato (con linea sottile) anche
185 Cfr. il mio Dallantica sapienza mediterranea una sfida agli epigoni dellIlluminismo, in Annali del
Dipartimento di Studi della Storia del Pensiero Europeo, Univ. di Genova, Firenze, Olschki, IX, 2001,
pp. 21-115, corredato da 6 Tavole fuori testo.
186 PETER H. RICHTER, The Beauty of Fractals (Berlin, Springer, 1988). I frattali sono entit frazionarie in cui, al procedere verso linfinitesimo, permane inalterata la forma. Nella quiete nel diverso consiste la bellezza della sezione aurea; ne ha reso evidente lessenza la pigna raffigurata nella pagina a lato.
187 DIETRICH VON DENFFER, Trattato di botanica di E. Strasburger, Delfino ed., 1982.

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Pagina 149

Figura S

Figura D

larco 1 0, che gli interpreti introducono a suddividere la circonferenza di 360


secondo larco 1 : f , sicch 360 : 1,618033989... = 222,492.... Questo angolo a1 per affatto estraneo a una partizione la cui scansione risulta modulata dallangolo
a2 istituito da 360 : f 2 = 137,507764..., sicch nessun altro angolo pu precederla.
Introducendo a1 = 222,492... a precedere a2 = 137,507... si falsa infatti una
scansione dove a2 = 137,507... non incontra inciampi [in quanto si esplica su
una spirale (quale quella rappresentata nella parte centrale della Figura S e
nella pigna della Figura D)]; si trasforma la suddetta spirale in un cerchio,
dove a 1 = 360 : f = 222,492... contiene a 2 = 360 : f 2 = 137,507... et a 2 residua
a 3 = a 1 a 2 = 222,492... 137,507... = 84,985... = 360 : f 3 ; questo a 3 suddivide
a2 = 137,507... e residua a4 = a2 a3 = 137,507... 84,985... = 52,522... = 360 : f 4 , il
quale divide a3 residuando a5 = a3 a4 = 84,985... 52,522... = 32,463... = 360 : f 5 ,
che lascia su a4 il resto a6 = a4 a5 = 52,522... 32,463... = 20,059... = 360 : f 6 ; e
cos di seguito (vedansi le partizioni raffigurate nella parte superiore della Fig. S).
Langolo 360 : f 6 = 20,059... intercorre anche fra i punti 17 et 25 della spirale
generatrice 1 : f 2 , che concorrono a formare una spirale di ragione 1 : f 6 = 0,0557...,
in cui si coordinano gli 8 intervalli fra i punti 1-9-17-25-33-41-49-57-65 della 1 : f 2 .
La Fig. D mostra che 8 spirali ritmate da 8 intervalli suddividono esattamente i
360 della pigna, cos come li suddividono le 13 spirali 1 : f 7 ritmate da 13 intervalli e le 21 spirali 1 : f 8 intercorrenti fra punti distanziati da 21 intervalli. A
cotanta sinfonia di armonie si aggiunga che (cfr. le Fn e le Tn di p. 147) 1 : f 6 ;
1 : f 7 ; 1 : f 8 sono le quantit decimali che, sommate rispettivamente a f 6 e a f 8
e tolte da f 7 , centrano i numeri 18 ; 29 ; 47 di unit 1 costituenti gli apotomi
1 (18 8 
1 (13 
1 (47 21 
5 ) ; 1 : f 7 = __
5 29 ) ; 1 : f 8 = __
5 ).
aurei 1 : f 6 = __
2
2
2
Ci si pu accontentare di esaurire la bellezza della pigna nel vederla suddi~ 149 ~

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visa in 21 spicchi esattamente uguali da 21 spirali di ragione 21 , intercorrenti


cio p. es. fra i punti 1 ; 22 ; 43 ; 64 della spirale generatrice. EDRED J. CORNER
sottolinea invece talmente profonda, nella sua semplicit, la fillotassi, da essere
incomprensibile: addirittura spauracchio (bugbear ) dei botanici. Meraviglia non
umana, ma divina, il fatto che numeri irrazionali diventino razionali se elevati a
seconda potenza afferma lEpinomide 990d1-6 , ossia che Euclide predichi dici5 ; le ( ) di p. 148 chiariscono come ci accada.
bili (Def. X-3) sia il 5, sia la 
Si preclude invece la via verso verit la mentalit scientifica moderna, incline a considerare ineluttabile lirrazionalit della relazione di sezione aurea. Come
2 1, sebbene abbia,
Fowler il quale decreta profoundly alogos lapotome 
anche secondo lui, antiferesi [2,] periodica (cfr. p. 142) anche lastrofisico
MARIO LIVIO, in un saggio da lui dedicato alla relazione di sezione aurea, afferma che il rapporto aureo il pi irrazionale dei numeri irrazionali.188
188 MARIO LIVIO, La sezione aurea. Storia di un numero e di un mistero che dura da tremila anni,
Milano, RCS Libri - Mondadori, 2003. Il Livio un astrofisico statunitense che dirige il Dipartimento
scientifico del telescopio spaziale di Hubble; dunque studioso di assai alto livello, che si innamorato della sezione aurea indagando galassie spiraliformi, qual p. es. la Via Lattea. Ha per scritto il libro
sulla sezione aurea ignorando lantiferesi il che gli ha impedito di cogliere, nella 3= f 2 +1: f 2 , lannuncio della razionalizzabilit delle Fn e delle Tn di p. 147 e accodandosi, senza esercitare alcuno spirito
critico, alle vedute oggi in auge.
Lo attesta una formula chegli dice riscoperta dal matematico Jacques Binet ma gi nota al pi prolifico matematico dogni tempo, Leonhard Euler o Eulero, nonch al suo collega Abraham de Moivre.
Essa si basa interamente sul rapporto aureo ma aggiunge davvero sconcertante, non essendo evidente nemmeno che per qualunque valore di n approdi sempre a un intero, quali sono tutti i termini
della successione di Fibonacci. La formula la:

(*)

[(

1 1+ 
5 n 1 
5
Fn =

5
2
2

) (

)]
n

e riflette esattamente, nella parte fra parentesi quadre salvo che nel segno collegante le due frazioni
la Tn di p. 147.
Livio applica la (*) assumendo n=10, sicch f 10 +1: f 10 =122,9918695...+0,0081305...=123. Senza accor5 lespressione in parentesi quadra,
gersi che questo gi un intero del Fibonacci, Livio divide per 
5 . Allo scopo deve rendere 123 eguale a 55 
5 =122,9837388...,
per ottenere la Fn =55 dellapotome 12355 
sicch da 123 occorre togliere 123122,9837388...=0,0162612.... Senonch per approdare a questo risultato
Livio dovrebbe invertire in il + di f 10 +1: f 10 ; infatti f 10 gi 123 _1 0,0162612...=122,9918696... et
2
1: f 10 _1 0,0162612...=0,0081306...; allora 122,9918696...0,0081306...=122,9837388...: 
5 =55.
2
Il segno + si capovolge nel segno nelle f n 1 : f n dove n dispari. In f 9 1 : f 9 , p. es., risulta
1,618033...9 0,618033...9 = 76,013155... 0,013155... = 76. La (*) di Livio - Eulero preclude perci la possibilit di approdare a valori esatti di Fn; diventa invece coerente il segno + , che a 1: f 9 =0,013155... somma
f 9 =76,013155..., in quanto 76+2 x 0,013155...=76,026311..., se diviso per 
5 , d 33,9999999..., quindi unottima approssimazione della F9 di Fibonacci. perci probabile che Eulero avesse coniato per le Tn con n
dispari la (*), estesa poi indebitamente alle Tn con n pari da matematici posteriori. La cui inavvedutezza
attestata anche dal Livio, che scrive: poich il secondo termine in parentesi quadra diventa molto piccolo
al crescere di n , Fn lintero pi vicino a f 10 : 
5 ; dimentica che, dovendo 1: f n essere diviso anchesso
5 , sicch (1 : f 10 ) : 
5 = 0,0036362..., risulta comunque F10 = 55,0036362... + 0,0036362... = 55,0072724..., il
per 
quale, se ri-moltiplicato per 
5 , d esattamente 55,0072724...x 
5 =123... !!!

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Della mentalit scientifica moderna il Livio fa toccare con mano la


paternit aristotelico-aquinate, che ha ridotto le scienze alla componente tecnicistica; amputate delle fondamenta teoretiche, esse scadono in innaturali
scissioni di unit naturali che tendono pertanto a ricostituirsi prima o poi
nella loro integrit; con parole di Hellmut Brunner (cfr. nota 172 et
p. 136), Livio si fa vittima ignara di un credo positivistico che riduce la
scienza a mera descrizione di fatti non pi coordinati verso una concezione di mondo idonea a costituirsi in ragione di vita, mancando la quale il
conoscere viene meno al suo fine: renderci veloci mezzo, non fine.189
6.4 L A BIBBIA

ADDUCE LE DUE SEQUENZE , AUREA E PRIMARIA ,

A SUFFRAGARE LA PROPRIA CONCEZIONE DI MONDO

Non considerava irrazionale la sezione aurea ANSELMO DAOSTA, che in


una pigna vedeva rappresentate tutte le armonie dellUniverso. Anselmo riteneva doversi cercare, nella ragione, di che pervenire a uniformare la nostra
volont alla giustizia sottesa alla Creazione; di questa giustizia le armonie
delle pigne porgono incisiva, perch matematica, testimonianza.190
Non dato di sapere se a pensare cos Anselmo fosse mosso da diretta conoscenza della matematica aurea o perch edotto sulle sue virt dai numeri 5 ;
189 Livio, probabilmente, non si sarebbe accontentato di approssimare i nomi degli apotomi aurei se
si fosse lasciato guidare dal Topici di Aristotele, che chiama lantiferesi-antanairesi a stabilire quali grandezze abbiano, secondo canoni che risultino primi sul piano naturale, ratio dicibile (rJhtov"); lossequio
ai luoghi comuni della mentalit scientifica occidentale gli fa invece scrivere (p. 371): evoluzione e selezione hanno avuto un ruolo cruciale sulle nostre teorie delluniverso. questa la ragione per cui oggi
non ci atteniamo pi agli insegnamenti di Aristotele. Appare per arduo definire evoluzione, anzich
involuzione, il sostituire, alla ricerca aristotelica di una razionalit prima per natura, concetti quali i
seguenti: M. Berg, nel 1964, utilizzando per venti minuti un elaboratore mainframe IBM 1401, determin la sequenza dei decimali di f fino alla 4599esima posizione; il risultato stato pubblicato da The
Fibonacci Quarterly. Oggi lo stesso risultato si ottiene con un personal computer in meno di due secondi. Nel dicembre 1966 sono stati calcolati fino a dieci milioni di decimali di f in una trentina di minuti (nelle pp. 125-127 Livio si accontentato di trascrivere quelli fino al 2000esimo decimale). Nel 1977
incalza Livio in p. 349 il pi grande numero primo di Fibonacci conosciuto era il 531esimo termine della serie. A met degli anni novanta la palma era passata al 2971esimo termine e nel 2001 stata
assegnata allo 81839esimo termine, che numero primo con 17103 cifre!. Profluvi di nozioni non apportano intelletto, ammoniva Eraclito.
Livio dissente da Aristotele che (cfr. p. 60) riconosce ai numeri la facolt di descrivere il bello, non di generarlo anche quando incensa gli artisti che modellano su f le opere. Piero della Francesca sarebbe stato Piero pur
se avesse prediletto la met armonica 4/3 ; Dal rimasto Dal pur ritmando su f il Sacramento della Cena.
190 Di giustizia sottesa alla Creazione Anselmo parla in virt dello 1:18-21 di Romani (cfr. p. 10),
dove Paolo condanna gli uomini che soffocano la verit nellingiustizia nonostante che Dio abbia reso
manifeste le Sue perfezioni invisibili e la Sua potenza e divinit rendendole contemplabili con lintelletto
nelle opere da Lui compiute per la Creazione del mondo. Pur potendo dunque conoscere Dio (gnovnte" to;n Qeovn), alcuni vaneggiano nei ragionamenti della loro mente ottenebrata. Sulle conseguenze del
vaneggiare si ritorner nel capitolo 7.6.

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8 ; 13 ; 21 ; 34 nascosti nei primi cinque versi del Levitico a scandire cinque

volte come si mostra in questa stessa pagina il nome-nascosto Jhwh.


Alle vedute di Anselmo appare allinearsi Elie Munk, che compie un ulteriore
passo verso il conformarsi alla giustizia divina quando, in La voix de la Thora.
LExode (Paris, Levy, 1998), commenta: luce nuova risplender su Sion allorch
la separazione fra tenebra e luce sar superata e tutte le opposizioni si risolveranno in una superiore unit. Con il Levitico sguita Munk si trapassa da una
fase delle Scritture, intesa a stabilire le basi materiali e nazionali del popolo eletto, a un esito che chiama Israele ad adempiere alla missione di fare, dei suoi
figli e grazie alla Legge di santit, un popolo di sacerdoti e una nazione santa.
Munk istrada cos a capire perch al Levitico sia sottesa la sezione aurea:
accogliere, nelle espressioni matematiche dei fenomeni spiraliformi, i contra5 et 1 implica sostituire una logica para-divina di unit compiute a
ri 
quella di sopraffazione privilegiata da scienze ed etica occidentali.
Conforta le tesi del presente scritto il fatto che le Scritture abbiano indotto il rabbino Munk a vaticinare che la logica non eterna del male/bene
(cfr. Genesi 3 : 22 in p. 120) si risolver nella superiore unit [compiuta] che,
allineandosi agli equilibri testimoniati dal nostro Cielo e riflessi nella giustizia
definita dalla sezione aurea, far dellumanit la nazione santa auspicata
dalla Bibbia. necessario conferma il Cristo nel 24 : 6-14 di Matteo che
vi siano guerre e odio che muova popolo contro popolo e regno contro regno
[...]; non sar per questo il compimento dell[attuale] evo (hJ suntevleia tou`
aijw` no"); esso verr quando questo Vangelo del regno [dei Cieli] sar predicato su tutta la Terra, quale nunzio [di amicizia] alle genti.
Appunto per sorreggere chi, nelle prime luci di quel giorno, trover
conforto nel sapersi antesignano del realizzarsi di antiche profezie, gli estensori del Levitico inserirono, nei cinque primi versi sotto trascritti di
quel Libro sacerdotale, cinque nomi-nascosti JHWH, i cui intervalli di scansione (8 nella prima riga, poi 21, poi 13, poi 34 e infine 5 nellultima
riga) evocano la sezione aurea.

Il far scandire i nomi-nascosti JHWH da intervalli evocanti la sezione


aurea mira verosimilmente a ribadire che la concezione di un Dio di ami~ 152 ~

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cizia incompatibile con la presenza dellirrazionale; il Levitico dice appunto che esso inquina soltanto nostre costruzioni mentali: il cerchio e le altre
figure [dove ha la funzione di avvertire dellimpossibilit di usare una sola
unit metrica per numerare manifestazioni naturali che risultano tutte bimetriche (cfr. Metafisica 1053a14-18 in p. 62)]. Lantiferesi attesta infatti che
sono esattamente razionalizzabili le espressioni matematiche della fillotassi e
dei fenomeni spiraliformi; riferendosi verosimilmente proprio ai fenomeni
modulati dal rapporto aureo, Platone afferma, nel Fedro 250b2-d8, che la
Bellezza la sola realt divina percettibile dai nostri sensi.
Ai nomi JHWH nascosti nel Levitico Moshe Katz collega quattro parole
TORAH nascoste negli altri Libri del Pentateuco: nei primi cinque versetti
del Genesi e dellEsodo nascosta, con intervalli 50, la parola TORAH (che
nel senso ebraico di scrittura risulta vergata in senso opposto al nostro, sicch le corrisponde la trascrizione in HAROT ); nei cinque primi versetti del
Numeri nascosta con intervalli 50 (il segno indica che fu scandita
invertendo il senso corrente della scrittura ebraica), la parola TORAH, trascrivibile pertanto nel nostro TORAH; infine nel Deuteronomio nascosta,
a partire dal quinto versetto 191 e con intervalli 49 , la parola TORAH:

49

50

Deuter.

Numeri

50

50

Esodo

Genesi

Linversione, nel Numeri e nel Deuteronomio, del senso di scrittura della parola ebraica Torah, ha lo scopo di far convergere, verso gli JHWH nascosti nel
Levitico e verso i loro numeri di scansione, anche le parole-nascoste TORAH
leggibili a sinistra dei cinque nomi JHWH; significa cos che la Torah mira
a cantare le lodi di Jhwh tramite la manifestazione sensibile della Sua giustizia, testimoniata dallesatta razionalizzabilit degli apotomi che descrivono la
fillotassi. Lavere poi fatto corrispondere al nome-nascosto JHWH la radice quadrata 8 della gematria 64 della giustizia = Dyn = ha la funzione che conferma le risultanze dellintarsio delle parole ISRAEL nascoste nei versi 1 : 30 2 : 3
64 le radici dei numedel Genesi (vedi p. 14) dinvitare ad affiancare alla 
ri che misurano gli intervalli di scansione delle parole-nascoste TORAH et
191 Nel Deuteronomio la parola-nascosta TORAH scritta a partire dal quinto versetto anzich dal
primo (come nei precedenti Libri), perch spiega Katz i quattro primi versetti di questo Libro ripetono avvenimenti gi narrati negli altri Libri del Pentateuco.

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HAROT , ossia le radici 5 


2 di 50 et 7 di 49 , costituenti i nomi del
C3 = 5 
2 7 della successione para-primaria rispetto a quella di p. 143.
2 7 , lintera successione:
Mostro in quale modo si possa ricavare, da C3 = 5 
(*) C1 = 
2 1 ; C2 = 3 2 
2 ; C3 = 5 
2 7 ; C4 = 17 12 
2 ; C5 = 29 
2 41 ; etc.

I quadrati dei nomi di (*) formano la successione dei numeri epimori,


uno dei quali (49 = 7 2 p. es.) un quadrato che difetta (oppure supera) di
ununit il doppio di un numero quadrato (nella fattispecie 50 = 2 x 5 2 ). I
quadrati dei nomi di (*) formano infatti le coppie epimorie: 2 et 1 ; 9 et
8 = 2 x 2 2 ; 50 = 2 x 5 2 et 49 ; 289 et 288 = 2 x 12 2 ; etc.
Peculiarit della formula sotto-esposta (finora ignota ai matematici, in
quella che mostrer risultare la sua funzione essenziale):
()

z = x + 
2 x (x + 1) ,

il fatto che, introducendovi, quali x et x + 1, i quadrati dei nomi di uno


qualsiasi degli apotomi Ck sopra esposti, si ottengano da essa i quadrati dei
nomi degli apotomi C k +1 et C k 1 della successione ( * ) . Introducendovi
2 7 , risulta:
p. es. i quadrati 50 et 49 dei nomi dellapotome C3 = 5 
z3 = 49 + 
2 x 50 x 49 = 49 + 
4900 = 49 + 70 = 119,

cosicch (z3 )2 = 119 2 = 14161. Dividendo poi 14161 per 49 si perviene al numero quadrato 289 = 17 2 , che supera di ununit il doppio 288 del numero
quadrato 144 = 12 2 ; la coppia 289 et 288 costituita pertanto da numeri
2 , immediataepimori le cui radici sono i nomi dellapotome C4 = 17 12 
mente successivo a C3 nella successione (*).192
Dai quadrati 50 et 49 dei nomi di C3 = 5 
2 7 possibile risalire anche alla
2 ; ripetendo poi le operacoppia 9 et 8 dei quadrati dei nomi di C2 = 3 2 
zioni sopra esposte a partire da z4 = 288 et z4 + 1 = 289, nonch a partire da z2 = 8
et z2 + 1 = 9, e cos di seguito, si ottiene lintera successione degli apotomi (*).
La coppia 50 et 49 formata dai quadrati dei nomi dellunico apotome della
(*) situato fra due apotomi, C2 et C4 , della sequenza incorporea (**) di p. 143.
2 risulta somma dei quadrati 9 et 8
Perci il nome-maggiore 17 di C4 = 17 12 
dei nomi 3 et 2 
2 di C2 = 3 2 
2 ; il nome-minore 12 
2 di C4 doppio2 dei nomi di C2 . Sussiste pertanto la relazione (C2 )2 = C4 , da
prodotto 2 x 3 x 2 
cui si deducono le omologhe (C4 )2 = C8 , poi (C8 )2 = C16 , etc., costitutive della
192 Katz ignorava che tramite 50 et 49 il Pentateuco evoca lapotome C =5 
2 7 . La mancata ricezione
3
da parte di coloro che ignorano quale rilevanza lapotome 5 
2 7 avesse nella matematica antica dellin2 et 7 di 50 et 49, rischia
vito ad affiancare, alla radice 8 della gematria 64 di Jhwh = giustizia, le radici 5 
di far svilire, da lettori frettolosi, in cabala lordito matematico sotteso alle parole nascoste nel Levitico.

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sequenza delle terne incorporee (**) 193 di p. 143, che Euclide mostra formare il
solo insieme compiutamente razionale, pervio a mente umana.
Si chiarito, cos, il marchingegno che consente di affidare, alla coppia
2 7 [ridotta R 3 del procediepimoria 50 et 49 dei quadrati dei nomi di 5 
mento antiferetico esposto in p. 142], la funzione di tramandare lunit compiuta formata da meta-matematica e da concezione di mondo antiche. Chi
dedica la vita alla ricerca della sapienza non pu non sentirsi coinvolto dal
costatare che a questa unit compiuta si pervenuti: lo scrivente grazie a
Euclide; Munk tramite la Bibbia; Weismandel e altri rabbini in virt di parole nascoste che essi affermano introduttive di una matematica qualitativa,
affatto ignota allOccidente.
6.5 DAGLI EGIZI

GES

LA SAPIENZA ANTICA

CONCORDE NELL INVITARE A CERCARE


NELLA MATEMATICA I CANONI DI SALVEZZA

Della natura compiutamente razionale delle terne (**) di p. 143 si


addotto solo lepifenomeno che le mostra costitutive dellunico insieme matematico compiutamente razionale (cfr. nota 76); ed epifenomeno insufficiente a sostituirsi al Libro decimo dEuclide.
2 : 1 et 1 : ( 
2 1) rivelano unicamente che
Infatti le antiferesi dei rapporti 
2 1) n di p. 142 risulta la sola non inquinata da fatla successione delle R n = ( 
tori monomiali, i quali vintrodurrebbero germi dindeterminatezza; 194 lessere
scevro di fattori monomiali per solo una delle condizioni necessarie ad affermare primario e incorporeo un insieme matematico. Le antiferesi addotte in p.
142 mirano pertanto solo a sollecitare i matematici prospettando la possibilit
di un insieme matematico compiutamente razionale e a noi pervio a dismettere i preconcetti accennati nelle pp. 73, 74 e ad applicarsi a studiare le matematiche immortalate nellintarsio raffigurato in p. 153 e che le pi eccelse menti
dellantichit ritennero descrittive dei princip vettori di salvezza alluomo. A indur193 Non comporta infatti termini collegati da somme e sottrazioni, proprie soltanto di enti corporei
(cfr. Epinomide 990b6,7). Esattezza matematica si ha solo nellincorporeo, conferma Met. 995a15-17.
194 Euclide genera i numeri monomiali tramite il teorema X-114 (cfr. p. 145); poich le monadi 1 ;

2 ; 2 possono ricavarsi, dalle formule col indicate, per n=1 ; 2 ; 4 ; 8 ; 16 ; etc., pertanto chiaro che i
fattori monomiali hanno genesi indeterminata e che la loro intromissione in un insieme di apotomi vintroduce ajpeiriva - infinitudine incompatibile con lessenza costitutiva dellidea di numero. Perci la
matrice () di p. 145 chiamata da Aristotele ajorv isto" duav" - diade indeterminata e si forma per
azione del + e sulla diade distinta (contrassegnata dal segno degli apotomi primari);
cfr. Metafisica, 1082a. Nel 987b23-988a1 Aristotele ha confermato che della dualit chiamata [nel Filebo
24e7] del ma` llovn te kai; h|tton - del pi e del meno, Platone si serviva per ricavare, come da stampo,
tutti i numeri, esclusi i [suddetti apotomi] primari (e[xw tw` n prwvtwn).

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re i sacerdoti di Ammon a indirizzare la storia nel senso celebrato poi dalla Bibbia
in quellintarsio, furono infatti quiete nel diverso e ordine rivelati da fillotassi e
fenomeni naturali spiraliformi, che la matematica attesta poi formati maritando
contrari ed escludendo p. es. laddizionabilit dei numeri primari che li descrivono (cfr. nota 184). a partire da ci che in Natura risulta bello perch,
apportando ordine e quiete, non soggetto a mutazioni [pur agendo su entit
diverse e divenienti], che si deve mostrare quali [generi di] numeri descrivano
cotanta bellezza, si legge in Etica Eudemia 1218a15-24 (cfr. p. 60).
Chiara infine la ragione per cui la quiete apportatrice di salvezza , secondo Aristotele, quiete nel diverso: con diversi, infatti, la Natura forma le sue armonie
(cfr. De Mundo 396b in p. 11): lo attestano i movimenti celesti, che sono sempre
variamente i medesimi (cfr. Metafisica 1072a9-17 in p. 67). Ognuno vede, daltronde, che nulla, in Natura, in quiete; naturale solo la quiete nel diverso, che dunque unit bimetrica idonea a considerarsi compiuta e veritiera vettrice di amicizia.
La sezione aurea appunto descrizione di un rapporto che permane non soggetto
a mutazione al variare di ci del quale esso immutato canone rappresentativo: invariata infatti sussiste la sezione aurea f come nelle infinite coppie di termini della
successione addotta in p. 147 in realt mutevoli quali la fillotassi, le inflorescenze,
le conchiglie spiraliformi, le ammoniti (dal nome di Ammon?: Erodoto le dice
costellare i monti dellEgitto), la pigna di Anselmo dAosta, le galassie di Livio, etc.195

F2 =2,618...

Il Kam-out-f di Luxor, riprodotto nella figura sottostante, attesta quanto


diversa sia dalla occidentale la concezione egizia di sezione aurea.
Lamputazione della calotta cranica del Kam-out-f sta
a significare che luomo ideale dovr tendere a sostituire lamicizia alla contrapposizione dei contrari, simboleggiata nella falce cervicale (cfr. nota 47); correlativamente, il fare nascere litifallo dallombelico invita
esso pure a coordinare in naturale amicizia sessualit e
procreazione, evitando la immoralit condannata poi
dalla Bibbia, poich muta in menzogna la verit di
Dio, nello 1 : 26-32 di Romani (cfr. p. 190).
I Vitruvio e i Le Corbusier occidentali chiedono
invece alla relazione di sezione aurea di conferire bellezza ai loro lavori; sorvolano cos sulla fondamentale
195 Lodierna predilezione per le generalizzazioni porta a confondere la sezione aurea f con i frattali.
Mario Livio scrive nel saggio citato: Lo studio di realt naturali ogni cui schema si ripete di continuo replicato in miniatura, come le matrioska russe, con una regolarit che esattamente la stessa della successione
aurea, fatto oggetto della geometria dei frattali: brillante tentativo di descrivere forme e oggetti del mondo
reale. La f 2 = f +1 per peculiarit della sezione aurea, non della generalit dei frattali.

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notazione f 2 = f +1 e fanno scadere la sezione aurea f in mezzo meramente operativo, orbato di finalit e nel quale le Fn di p. 147 diventano le approssimazioni di
f incensate dal Livio nella nota 189, che fa consistere il progresso scientifico nello
essere evoluti dallIppaso che anneg nel mare [dellinfinitudine] a causa del problema dellirrazionale allorgoglio di aver calcolato in trenta minuti dieci milioni
di decimali di f ; del f tale che f f f =1, e del quale lantiferesi ed Euclide attestano la dicibilit (cfr. in p. 140 la Def. III del Libro decimo degli Elementi ).
La funzione teoretica della sezione aurea consisteva, secondo gli Antichi, nel
mostrare che i monomi dellaritmetica operativa possono considerarsi posteriori
agli apotomi f ; il che permette di assumere lirrazionale figlio delle opposizioni dettate alluomo dalle membra.196 Il fatto poi che nel Kam-out-f di Luxor sia
simboleggiata la medesima relazione f 2 = f +1 celebrata nella Grande Piramide di
Giza dove (cfr. p. 113) h 2 = a 2 c 2 = f 2 1 = f et h 2 = a c = f 1 = f sta a sua volta
ad additare che compito escatologico delluomo allinearsi alla realt naturale:
infatti, con il misurare il perimetro di base del monumento in (cfr. p. 111)
1760 cubiti = metri 921,53 = 1/2 minuto del grado di latitudine della Terra allequatore, la Grande Piramide viene assunta simbolo della realt naturale.
questa funzione teoretica di f a essere stata celebrata dai sacerdoti di Ammon il nascosto [a chi oppone i contrari] con laccogliere, nel cuore del Tempio
a Lui dedicato in Karnak, un orto botanico sui cui muri figura liscrizione:
Nel venticinquesimo anno del regno di Men-Kheper-R, Re dellAlto Egitto
e del Basso Egitto, vivo in eterno come le piante da lui colte nella Sacra Terra di Rtnu.

Che il dichiarare sacra la Terra di Rtnu inviti a cercare quale divino


messaggio Men-Kheper-R abbia evocato tramite le piante celebrate nellorto,197 confermato da unaltra iscrizione, nella quale si legge:
[Ecco] le sorprendenti piante che fioriscono nella Terra degli Dei, [colte] dalla
Maest del Re quando sal sullAlto Rtnu per asservire, secondo il comandamento del
Padre suo Ammon, i Paesi che [dallorigine dei tempi] e per le miriadi degli anni,
pose sotto i Suoi sandali. Cos disse Sua Maest: Per la mia vita, per lamore di
R, per il favore di Ammon, tutto ci verit: nessuna menzogna qui scritta. Lo
spirito della Maest del Re ha portato alla luce e sviluppato queste [verit] per glorificare ci che Ammon ha nutrito. Tutto ci la Maest del Re ha compiuto per testimoniare la presenza del Padre Ammon, per sempre e in eterno, nel Suo Grande Tempio.
196 Si ha infatti: 1= f f f ; 2= f +1:(f f ); 3= f f +1:(f f ); etc. Cosicch le relazioni F di p. 147 posn
sono scriversi senza implicare monomi dellaritmetica tecnicistica; pertanto si pu assumere che gli apotomi f precedano i monomi considerati invece naturali e primari dallOccidente.
197 Gli egittologi ritengono che Terra di Rtnu sia la Siria. Il Wreszinski fa notare per (cfr. SCHWALLER
DE LUBICZ, Le Temple de Karnak, Paris, Dervy, 1982, p. 160, vol. I) che loto, sicomoro, vite, palme, meloni e convolvoli rappresentati nei bassorilievi del giardino di Karnak sono familiari in Egitto, mentre in Siria
non vi sono gigari n dracuncoli. Ci stride con lindividuare nella Siria la divina Terra di Rtnu.

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Dire che lo spirito del Re sal nellAlto Rtnu, Terra degli Dei per portare in luce, sviluppare e celebrare verit che il Padre suo Ammon nutr
nelle piante al fine di asservire a S i Paesi che da sempre pose sotto i
Suoi sandali, implica che lorto botanico del Tempio di Karnak non fosse
fine a se stesso, ma avesse mire politiche: intendesse cio immortalare princip che valessero ad allineare gli ordinamenti delle citt allordine naturale, testimoniato da quelle piante.
Illustra queste finalit, meglio di ogni discorso, il sorprendente bassorilievo
sotto riprodotto, che celebra una delle tre piante di vitis vinifera, raffigurate nellorto non con i turgidi grappoli duva ritenuti essenziali da Romani e loro eredi,
bens mettendo in evidenza la costellazione di sterili viticci spiraliformi protesi ad ancorarla al Cielo, per sottolinearne la genesi e la funzione divine (cfr.
nota 199). I cattedratici che si applicano allesegesi del pensiero antico eviteranno lerrore di svilire la sacra Terra di Rtnu in questa o quella Siria terrestre
se porranno in evidenza, sulla loro scrivania, la vitis capreola ,198 che i cos
detti primitivi Egizi ritenevano esprimerne lessenza assai meglio di uva e vino:

Identico messaggio naturale, affidato per a numeri idonei a chiarire perch un orto botanico trovi posto nel Tempio dedicato al Dio nascosto, tramandano le colonne delledificio, ciascuna delle quali risulta formata da un
fascio di 8 steli papiriformi, legati in sommit da 5 cerchi sormontati da 8
gemme separate, nel capitello, da sette altre gemme tri-lobate, comprendenti dunque 21 lobi. Pertanto si ha, celebrata nelle colonne dellorto di Ammon,
la sequenza aurea 3 + 5 + 8 + 13 + 21 ; e poich il 3 + 5 = 8 , il 5 + 8 = 13 , lo
8 + 13 = 21 invitano a integrarli con il 13 + 21 = 34 , ecco che la serie 3 ; 5 ; 8 ;
13 ; 21 ; 34 , immortalata nel Tempio di Ammon, costituisce lantefatto egizio
della 5 ; 8 ; 13 ; 21 ; 34 celebrata nel sacrario di Jhwh : nel Levitico.
Nellorto botanico del Dio nascosto dunque celebrata la stessa relazione di sezione aurea che modula il Kam-out-f di Luxor e la Grande Piramide di Giza. Vitis
capreola e le altre sorprendenti piante adduttrici della verit di Ammon rappresentano invero il medesimo ordine naturale evocato dal perimetro della Piramide, misu198

Capreolus era chiamato il viticcio, per evocare lattrezzo atto ad appendere un lume.

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rato da 1/2 minuto del grado di latitudine della Terra allequatore; alla verit espressa
in f 2 = f +1 e nutrita dal Dio al fine di asservire a S i Paesi, deve tendere luomo, che pertanto il Kam-out-f raffigura facendolo modulare dallo itifallo-ombelico
in f + 1=f 2 e amputandolo della calotta cranica e della falce cervicale per significare che dovr prima o poi rinunciare a contrapporre le cose per allinearsi a quella che Platone chiama la genesi divina [ossia teoretica] degli enti visibili.199
La sezione aurea, che nellorizzonte divino ha quindi la funzione di convincerci a
5 + 1 ) : 2 , venne invece degradata in
perseguire lamicizia e la bellezza cosmiche di f = ( 
Occidente su istigazione di Aristotele e di Tommaso dAquino che ha trovato conforto nellasservimento umano alle membra a farsi strumento per conferir bellezza a
lavori di pittori e architetti in cerca di scorciatoie che supplissero alla carenza
di estro. Labisso che Brunner (cfr. nota 172 et p. 136) vede separare la mentalit moderna dallegizia si rivela cos conseguenza della cassazione della componente teoretica
del conoscere e della riduzione di questo a funzioni e finalit meramente operative.
Scoprire la genesi divina degli enti visibili implica per anche dover chiarire la
funzione cosmica dellasservimento umano alle membra: funzione simboleggiata dai
sacerdoti di Ammon, perch sacrosanta, nella fondazione dellAkhetaton modellatrice della storia dellumanit sul presupposto che lo spezzare unit compiute provochi sofferenze che persuaderanno infine le membra a ricostituirle;200 il che ci
pone al servizio di Dio senza coinvolgere Sua corresponsabilit nelle nostre azioni.
Appunto nel porre freno allaccrescersi altrimenti illimitato delle sofferenze, cui lordine cosmico attribuisce la funzione dindurre luomo a dismettere lasservimento alle
membra, consiste la ragione di essere della Fede e, poi, della mente nelle pecore portate a smarrirsi dal sacrosanto declino della Fede voluto in Timoteo (cfr. p. 132); il presente scritto vorrebbe alleviare questi patimenti ravvivando quel culto del divino che, in
noi smarriti, venne sommerso dalla forma mentis progressista oggi trionfante. Da qui
lopportunit di concludere una ricerca esperita prevalentemente sul piano teoretico, con
corollari mirati a ritornare dal basso sulla domanda che pi minaccia di turbare i fedeli e pi assilla gli smarriti: perch convenga accettare, dal Dio che il solo buono
(cfr. Marco 10 : 18), le nostre croci (cfr. Matteo 16 : 24),201 e come si possa, in concreto, vincerle nel bene (cfr. il 12 : 21 di Romani: nivka ejn tw` / ajgaqw` / to; kakovn).
199 Cfr. Epinomide 991b5-c1: Il fine delle conoscenze promosse dalla matematica [filosofica] consiste
nel farsi essa tramite verso una genesi divina degli enti visibili.
200 Secondo gli Antichi, amputare le matematiche della componente teoretica spezzare una naturale unit compiuta, che tender perci a ricostituirsi: lo prova la crisi che le ha colte nel secolo XX. La
impostazione egizio-ebraico-greco-aquinate della storia generalizza ci che accaduto nella matematica,
dove leliminare il problema dellirrazionale ha fatto riemergere la complementarit razionale-irrazionale.
201 Cfr. p. es. 2 Tessalonicesi 2: 9, dove Paolo afferma che lavvento della nuova Terra si realizzer
nella pienezza di satana (enj ejnevrgeian tou` satanav), accompagnato da prodigi infausti e mostri.

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7 - COROLLARIO

7.1 A

RIDARE

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ERMENEUTICO - METODOLOGICO

GES

AGLI

SMARRITI

UNA DIALETTICA

Nel Repubblica 523b9-c4 Platone scrive che sono le contraddizioni a innescare un procedimento dialettico che incammini la mente verso verit. La
dialettica cui Platone allude non mira per a sintesi fra tesi e antitesi ma
a sostituire, alla concezione che oppone antitesi a tesi, unIdea che miri ad
affinare p. es. il concetto-categoria di conoscenza attraverso un processo che,
da immagine (eijkasiva) e da conoscenza per sentito dire (pivsti"), conduca a scienza (diavnoia) ancra fideistica per ascendere infine allIdea di
conoscenza, dialetticamente raggiunta: non pi fondata su assunti ipotetici
e rivelatrice della funzione che solo il suo oggetto esplica, o esplica meglio
di ogni altro, nel Tutto della realt.
Platone escogita poi lartificio di rappresentare le specie di conoscenza
nella suddivisione di un segmento in parti a[nisa - incommensurabili, per
significare che ogni stadio conoscitivo si estrinseca in dualit di forme le
quali, a chi oppone i contrari, appaiono antitetiche, ma nelle quali si manifesta la natura bi-metrica di realt le cui unit compiute la mente umana,
essendo mono-metrica, volge in opposizione di contrari.
Riscontrare bimetrica la realt implica quindi anche dualit di linguaggi: quello delle onde non pu identificarsi con quello dei corpuscoli, n il
maschile con il femminile. Cos vi , per Platone, un linguaggio dellopinabile (la dovxa) e uno per la scienza (la novhsi"): diverso poi, quello che
persegue finalit tecnicistiche (diavnoia), da quello teoretico (ejpisthvmh).
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Dualit di linguaggi sussiste anche nel Ges che ai discepoli promette


di svelare i misteri del regno dei Cieli, mentre agli altri parla in parabole poich vedendo non vedono. A differenziare i due linguaggi si presta
la risposta da Lui data al diavolo che Lo invita a trasformare in pane i
sassi; annullando in Dio la bont del pane di fronte alla inutilit dei
sassi, il Cristo risponde nel 4 : 4 di Matteo :
Luomo vivr di ogni parola uscita dalla bocca di Dio ( Zhv s etai oJ
a[ n qrwpo" ej p i; panti; rJ h v m ati ej k poreuomev n w/ dia; stov m ato" qeou` ).

Linvito del diavolo tentatore perch sottintende la domanda passibile di farsi esiziale per i fedeli che oppongono i contrari : perch Iddio
ha empito la Terra di sassi e ha lesinato alluomo il pane?; domanda
infatti che porta legna al fuoco dei molti falsi profeti i quali si legge
nel 24 : 11 di Matteo ingannano la gente facendo dilagare la sovversione
della Legge [divina] e raffreddando nei fedeli hJ ajgavph - lo zelo ad attuare la parola di Dio. Urge allora dice Ges nel 15 : 4-7 di Luca recuperare a Dio le pecorelle smarrite:
Chi pascola cento pecore e ne smarrisce una, lascia nel deserto le novantanove
(kataleivpei ta; ejnenhvkonta ejnneva ejn th`/ ejrhvmw/) e va dietro alla smarrita finch non
la ritrova. [...]. Vi dico che ci sar maggiore gioia in Cielo per la conversione di
un peccatore che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di convertirsi.

Linvito a vivere ogni parola uscita dalla bocca di Dio sprona palesemente
a sostituire lamicizia di pane e sassi, nellorizzonte divino, allumano opporli;
affermare prioritaria lopportunit di convertire i peccatori smarriti impone a
sua volta di ritenere che le Sacre Scritture non possano aver trascurato di
specificarci quale concreto cammino conduca a riaccostare a Dio le vittime
dei molti falsi profeti che [oggi], con i loro grandi portenti e miracoli
(cfr. Matteo 24 : 11), minacciano di ridurre la Chiesa trascrivo parole del
cardinale Ratzinger (cfr. nota 84) a barca in procinto di affondare.
proprio il cardinale Ratzinger, nel brano qui riportato in p. 32, a
porgere a una ragione, [oggi] divenuta stanca e pigra, orizzonti che facciano sperare in una nuova primavera della Chiesa [...], dove gli imperativi cristiani non siano pi zavorre che immobilizzano luomo, ma piuttosto ali che lo portino verso lalto [...]: verso una scelta di vita che faccia
emergere sempre pi la sua razionalit: verso una primavera che risusciti
nelluomo il desiderio di accostarsi a Dio e servirlo.
Le tesi di Ratzinger e del 4 : 4 di Matteo risultano per macroscopicamente incompatibili con le correnti traduzioni canoniche p. es. del 6 : 50
di Giovanni, dove Ges dice: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo; se
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uno mangia di questo pane zhvsei eij" to;n aijw` na: vivr in eterno, traducono le Edizioni Dehoniane.
Di una suntevleia aijw` no", che le Edizioni suddette traducono in fine
del mondo, parla anche il 13 : 39-43 di Matteo, dove Cristo la paragona
a mietitura nella quale il Figlio delluomo mander i Suoi angeli, i quali
raccoglieranno dal Suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquit e li getteranno nella fornace ardente [...], mentre i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Tradurre la suntevleia aijw` no" in fine del mondo e lo zhvsei eij" to;n
aijw` na in vivr in eterno indirizza per i testi in una direzione che
ammette anche altre alternative. Lo zhvsei eij" to;n aijw` na , infatti, pu
significare vivr [proiettandosi] verso eternit; possibile altres tradurre
suntevleia in compimento dellevo al quale Paolo allude in Galati 1 : 4,
dove scrive che Cristo diede se stesso per strapparci dallevo del penoso
presente (ejk tou` aijw` no" tou` ejnestw` to" ponhrou` ); soltanto, infatti, se si
assume immutabile, sulla Terra, il penoso presente per strapparci al quale
il Cristo diede se stesso, la vita eterna si contrappone alla terrena: nella
2 Lettera 3 : 13 Pietro scrive invece che secondo lannuncio di Dio noi aspettiamo nuovi Cieli e una nuova Terra, nei quali dimorer giustizia (kainou;"
de; oujranou;" kai; gh` n kainhvn, ejn oi|" dikaiosuvnh katoikei` ).
Sarebbe per arduo conciliare la nuova Terra di Pietro, nella quale dimorer giustizia, con gli angeli del 13 : 39 di Matteo, mandati ad accogliere i
giusti nel regno del Padre loro in Paradiso, dice chiaramente Paolo nel
12 : 4 di 2 Corinzi ,202 se nel 13 : 30 Matteo non adducesse che il seminatore padrone del campo [ossia il Cristo] ordina ai servi: lasciate crescere assieme zizzania e grano, affinch cogliendo anzitempo la zizzania non sradichiate
anche il grano. Al momento della mietitura dir ai mietitori: cogliete prima
la zizzania e bruciatela; il grano, invece, riponetelo nel Mio granaio.
Ci significa che nel campo in cui sono presenti zizzania e grano cos
come nella Terra coesistono i contrari non possibile individuare il criterio di giudizio che permetta di sceverare il grano dalla zizzania; il criterio gradito al Figlio delluomo e al Padre Suo il quale invita a vivere
insieme grano e sasso emerger soltanto con la maturazione del campo
stesso: con la mietitura = suntevleia aijw` no" = compimento della semina.
Cristo implica cos che allevo attuale nel quale manca un sano criterio idoneo a sceverare il male dal bene dovr succedere una nuova Terra nella quale
202 Nel 12: 4 di 2 Corinzi Paolo scrive: So di un uomo-in-Cristo che quattordici anni or sono [Paolo
parla dunque di se stesso] venne rapito Dio sa se con il corpo o fuori dal corpo nel terzo Cielo
[luogo della dimora di Dio, secondo la cosmologia vetero-cristiana], ossia in Paradiso (hJrpavgh eij" to;n
paravdeison), dove ud parole indicibili, quali non lecito a uomo pronunciare.

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emerger la funzione cosmica del grano e della zizzania, del pane e del sasso, oggi
preclusa a gente che vedendo non vede, perch ha occhi ottenebrati dalla soggezione allopposizione di beni a mali. Dal che discendono alcuni fermi corollari:
1. - A un evo diabolico, nel quale umanit e Terra sono succube
dellopporre i contrari dettati dai sensi, succeder un evo angelico nel quale
Terra e umanit si faranno propriamente nunzie dellamicizia di Cielo e
Terra: di sasso e pane, di carne e mente, di fede e ragione.
2. - Due essendo gli evi dellumanit e della Terra, due debbono essere anche
le umane vestizioni del divino: luna, che fa di noi lo scopo della Creazione, lo
veste negli Elohim nei quali divinizziamo il nostro opporre i contrari; laltra crea
luomo affinch, facendo salire lacqua nei canali per irrigare il suolo (cfr. Genesi
2 : 6), porti a compimento, sulla Terra, la Creazione. Questa vestizione fa dello Jhwh,
ogni cui parola [bella o meno che sia per i nostri sensi] concorre a far vivere
lumanit e il Creato (cfr. Matteo 4 : 4), il coordinatore dei contrari in amicizia.
3. - Poich due sono gli evi dellumanit e della Terra, e due le corrispondenti
vestizioni del divino, duplici debbono farsi anche i linguaggi delle Scritture Sacre:
esse debbono prestarsi da un lato a letture frammentarie che fanno situare il
bene l dove potrebbe istallarsi anche il male: oggi nella democrazia, p. es.,
domani nella oligarchia; debbono per anche prestarsi, le Scritture, a porgere alle
anime turbate dalle contraddizioni, che la Bibbia presenta a chi opponga i contrari, ma sollecitate dalla caducit delle umane posizioni di bene e male (cfr. Genesi 3 : 22 in nota 52 et p. 152) di che finalmente accostarsi al pensiero non
contraddittorio di Dio: il solo a potersi dire buono (cfr. Marco 10 : 18, in p. 44).
4. - A renderci pervio il pensiero di Ges (lafferma a noi pervio il 2 : 16
di 1 Corinzi, cfr. p. 50) la presenza, nelle Scritture, di contraddizioni che
invitano a una dialettica (cfr. p. 161) diversa dalloccidentale, con la quale ha
in comune solo lo stadio in cui le cose (le Scritture, nel caso specifico) denunciano gli errori-peccati nei quali siamo incorsi. Da questammonizione iniziale
la dialettica occidentale trae spunto per imporre alle cose la legge dettataci dalla
sudditanza allopporre i contrari e dalla conseguente ricerca di un bene ritenuto conseguibile soltanto liberandolo dal male; allopposizione tesi/antitesi opponiamo una sintesi, incuranti della violenza implicata dal risolvere in unit una
dualit.203 Allalterigia occidentale, che generalizza alla totalit dellessere posizioni di bene dettate dai nostri sensi, la dialettica antica sostituiva lumilt di
rispondere, allammonizione rivoltaci dalla realt delle cose, con il solo adeguamento coerente: con il cospargerci di cenere il capo (cfr. Giobbe 42 : 6) e col
modificare le nostre concezioni tante volte quante bastino a coordinare tutti gli
203 Cfr. p. es. Fedone 101b9-d5, dove Platone diffida dal generare il due da somme o divisioni dello
uno, e viceversa; quindi dal risolvere complementarit in unit che la sopprima.

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ammonimenti (tutte le frasi della Bibbia), cos da volgere in amicizia ci che


a menti asservite a effimere sensazioni appariva contraddittorio.
5. - Con lapprodare allamicizia dei contrari, la dialettica chiarisce quale
divina realt evochino gli angeli:204 sono angelici tutti gli anfratti del
Creato, perch tutti sono nunzi di disegni, tutti belli (cfr. 1 Timoteo 4 : 4)
del Creatore; funzione cosmica della dialettica dunque farci superare contraddizioni eliminabili solo da sapienza che le risolva in amichevole complementarit. Il che chiarisce anche come si possano vincere mali nei beni
(cfr. p. 159) e spiega perch lordine cosmico affidi a leggi umane la funzione di punire chi infrange leggi cosmiche.
6. - Alla tutela delle parabole, profferte dalle Scritture, provvede la Fede, a
sua volta tutelata dal vuolsi cos col [...] e pi non dimandare; a questo
baluardo corrisponde, sul versante dialettico, quello costituito dalla ragione, la
cui funzione condurre le pecore smarrite a salvarsi seguendo Cristo dice
Matteo 16 : 24 nellaccettare ciascuna la propria croce; per accettarla occorre
scoprirle un perch, e questo aperto dal volgere in amicizia le opposizioni.
7. - Alla dialettica, infatti, le Scritture assegnano la funzione di guidare verso
redenzione le pecore smarrite. E poich in Cielo ci sar maggiore gioia per
la conversione di una di esse che per i novantanove giusti, e poich Paolo
parla, nel 13 : 13 di 1 Corinzi (cfr. p. 29), di un superiore grado di conoscenza da mettersi in relazione, verosimilmente, con laffermazione per cui
lAgape virt pi grande della Fede, da ritenersi che alla conversione delle
pecore sia pertinente proprio lAgape in quanto virt correlativa alla conoscenza; la quale, quando la Fede difetti, la sola via apertaci per accettare la croce.
Nel che trovano ragione di essere anche le ricerche esposte nel presente lavoro.
7.2 A

FAR RISORGERE E SALVARE L UOMO SAR L UOMO .

FEDE

E AGAPE

Le illazioni esposte in 7.1 sulla funzione della dialettica hanno genesi


prevalentemente logica; chiedono pertanto di trovare conferma nei testi.
Nel 7 : 21-25 di Romani Paolo caratterizza la condizione umana scrivendo che:
Nellintimo, luomo che in me
bra vedo per una legge diversa, che
rende schiavo del peccato-errore, che
questo corpo vettore di morte? Grazie

acconsente alla Legge di Dio; nelle memmuove guerra alla Legge della mente e mi
legge delle membra. Chi mi liberer da
a Dio, per mezzo di Cristo nostro Signore!

204 Nel Simposio 203a1-4 Platone scrive: Dio non si mescola con lumano se non tramite intermediari; se premiasse chi Lo ama e punisse chi Lo bestemmia annullerebbe la libert umana, fulcro della
giustizia divina. Le guerre sono gli angeli che ci manifesteranno, prima o poi, la volont divina che sostituisca alla nostra concezione di bene dettata da sensazioni che sollecitano a opporre gli enti in
buoni e cattivi lamicizia di quiete e moto, testimoniata dalle regolarit celesti.

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Legge delle membra quella con cui, rendendoci succubi del buono e del
cattivo, Dio ci condizion a dare nomi diversi dai divini (cfr. Genesi 2 : 19);
Legge di Dio quella della quale luomo partecipa in virt del Patto fondato
sulla disponibilit di Abramo a immolare a Dio il figlio (cfr. Genesi 22 : 16-18).
NellAlleanza di Abramo la fede si estrinsecava in cieca obbedienza a un Dio
dal volto ignoto (cfr. Esodo 33 : 22,23) e attribuiva le gesta del Patto a interventi
soprannaturali: p. es. allangelo che sostituisce a Isacco un ariete (cfr. Genesi
22 : 13). In orizzonte diverso ci situa il 24 : 6-14 di Matteo, dove si legge che il
ritorno del Salvatore sar annunciato da giorni in cui i Suoi fedeli saranno
odiati a causa del Suo nome. Il giorno del Signore non verr incalza Paolo
nel 2 : 3,4 di 2 Tessalonicesi se prima non sar intervenuta lapostasia e se non si
sar rivelato luomo della sovversione della Legge: il figlio della perdizione che a
tutto si contrappone e sinnalza al di sopra di ogni Essere chiamato Dio e oggetto di culto, fino a insediarsi nel Tempio di Dio, dichiarando Dio se stesso.
Questa logica di opposizione dei contrari dunque squisitamente umana attesta che umana , nel Nuovo Testamento, la gestione dellAlleanza con il divino,
ossia con Colui che nella Creazione ha coordinato in stabile amicizia i contrari.
Anche lAntico Testamento collega poi a un Patto, diverso da quello di Abramo 205
e gestito dalluomo, linsediarsi del Figlio di Davide sul trono terreno; lo attesta il Sanhedrin 97a, p. es., che sispira alla profezia egizia di Neferty: dove gi
si ascriveva a un figlio-di-uomo, il quale ricever nome immortale, lunificazione in amicizia di regni che il comune sentire solitamente oppone.206
Assodato cos che, secondo la Bibbia, spetta alluomo salvare se stesso con il solo aiuto
delle Sacre Scritture, resta da mostrare come queste alimentino il nostro procedere.
Per due millenni la Chiesa di Cristo si fondata, di fatto, sulla fede di
Abramo e sulla contrapposizione di fede a ragione; dunque su una legge scritta
205 Rammento che lEsodo 3 : 14,15 (cfr. p. 24) rivendica a Jhwh lessere il Dio anche dei Padri: di
Abramo, dIsacco, di Giacobbe, mentre nel 6:2,3 avverte poi che ad Abramo, Isacco, Giacobbe, Egli apparve come un [generico] El Shaddai - Dio onnipotente, senza aver fatto conoscere loro il Suo nome Jhwh.
A quei Padri, pertanto, Jhwh si fece conoscere solo di spalle, come poi anche a Mos (cfr. Esodo 33:22,23).
206 Riassumo i punti salienti della profezia del secolo XX che ascrive al gran sacerdote Neferty di aver
predetto al Re Snefru (sec. XXVII) lavvento dellAmenemhat I unificatore della corona rossa del Basso
Egitto e della corona bianca dellAlto Egitto: di realt, dunque, fin allora nemiche. Recita la profezia:
Prima che il figlio di uomo, degno di nome immortale, riceva la corona bianca dellAlto Egitto e la
corona rossa del Basso Egitto, il sole verr coperto e cesser di splendere per noi; gli uomini non vedranno
pi [...]. Il letto del fiume sar diventato riva, la riva si sar fatta acqua e lacqua riva. Il vento del nord sar
opposto a quello del sud e il cielo non avr vento. Un uccello straniero deporr luovo nella palude del delta
del Nilo e far il nido vicino alluomo; la gente lo avviciner e amer. [...]. Le fiere berranno ai fiumi
dellEgitto e prenderanno il fresco sulle rive senza che alcuno le scacci [...]. Si vivr nella confusione, chiedendo pane al sangue e facendo frecce di bronzo [...]. Chi aveva debole il braccio ora lo ha forte; linferiore star sopra al superiore; chi era supino sul dorso, ora prono sul ventre; la gente vivr in un cimitero.
Primitivo sonetto di arte adulatoria, il giudizio che gli egittologi cattedratici danno della profezia di Neferty.

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su pietra perch caratterizza lordine vecchio delle norme che tutelano i nomi
dati dagli uomini e pertanto effimeri, e non lordine nuovo dello Spirito che ci
fa servitori non pi delle membra ma di Dio e dei nomi eterni da Lui dati agli
enti (cfr. Romani 7 : 6,22,24 in p. 7). La circoncisione che consacra luomo al
divino si legge nel 2 : 29 quella del cuore e sta nello spirito, non nello scritto: la sua gloria non viene da uomini, ma da Dio.
Legge di Dio dunque quella del rampollo germogliato dal tronco di Jesse,
sul quale [a suo tempo] si poser lo Spirito di Jhwh, che spirito di sapienza e
discernimento, di conoscenza e gioioso timore di Dio: spirito che non giudicher
secondo apparenze n emettendo sentenze basate sul sentito dire [...]; giustizia sar
la cintura dei suoi lombi (Isaia 11 : 1-5). Legge di Dio incalza Paolo in
Romani 8 : 5-11 quella per la quale, mentre coloro che sono secondo carne
pensano alle cose della carne [che portano guerre e morte], quelli che sono secondo Spirito aspirano a cose dello Spirito, vettrici di vita e pace. [...]. Ora, se lo
Spirito di Colui, il quale risuscit Ges da morte, abiter in voi, Colui che risuscit da morte Ges Cristo dar vita anche ai vostri corpi mortali (zwopoihvsei
kai; ta; qnhta; swvmata uJmw` n), per mezzo del Suo Spirito, che abiter in voi.
Abramo invece si legge nello 11 : 13,14,40 della Lettera agli Ebrei , mor avendo salutato da lontano la patria agognata [...] perch Dio, siccome aveva previsto alcunch di migliore per noi [della fede = obbedienza], non lo fece arrivare al
compimento riservato ai posteri.
Lo alcunch di migliore [della fede di Abramo], escogitato da Dio per noi, chiarito nello 8 : 8-12 di Ebrei, dove il Creatore dice, e lautore della Lettera commenta:
Ecco, vengono i giorni in cui far un Patto nuovo con le case dIsraele e
di Giuda: un Patto che non sar come quello che feci con i loro padri. [...]
Imprimer la Mia Legge nelle loro menti e la scriver nel loro cuore. Con il
parlare di un Patto nuovo commenta la Lettera Dio ha reso antiquato il
primo; ora, ci che antiquato e diventa vecchio, prossimo a scomparire.
Il precedente ordinamento si legge infatti nel 7 : 18,19 stato abrogato
a causa della sua debolezza e inutilit; la legge [umana], invero, nulla ha portato a compimento (oujde;n ga;r ejteleivwsen oJ novmo" ); intervenuta invece [ora]
una speranza migliore, grazie alla quale ci avviciniamo a Dio (ejpeisagwgh; de;
kreivttono" ejlpivdo", dia; h|" ejggivzomen tw` / Qew` / ).

Avvicinarci a Dio scoprire la verit; nel 18 : 37 del Vangelo di Giovanni, Ges


dice: Io sono nato per rendere testimonianza alla verit: frase alla quale chiede di
essere messo in relazione il tutto [ora] compiuto (tetevlestai). E, chinato il
capo, spir, che nel successivo 19 : 30 corona loffrirsi del Cristo in olocausto.207
207 Rammento che, siccome salvezza umana e compimento della Creazione sulla Terra debbono conseguirsi senza implicare corresponsabilit divina, labbandono delluomo da parte di Dio e il conseguente
farci gregge da macello (cfr. Salmo 44: 12) diventano testimoni di verit in quanto condizioni indispensabili affinch la Creazione si compia senza ledere la giustizia di Dio: il Suo rispetto per lalterit.

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In quale modo il tutto si compia con la crocifissione chiarito nel 2 : 16 di Efesini : Cristo Colui che, distruggendo Se stesso tramite la croce, ha abbattuto il muro
che, separando le cose, istituisce linimicizia. Col fare della croce la Sua essenza, Ges
capovolse quella che forse la frase pi vaga di Romani vincere nel bene il male
(cfr. p. 159) nella pi incisiva. Nel 13 : 10-13 di 1 Corinzi Paolo spiega infatti:
Quandero bambino, parlavo, pensavo e ragionavo da bambino. Divenuto uomo,
ci che ero da bambino stato abbandonato. Oggi noi vediamo come in uno
specchio, in maniera confusa [ossia opponendo le cose, sicch ci che alla mia
destra appare alla sinistra del me riflesso],208 ma in futuro vedremo a faccia a
faccia. Oggi conosco [opponendo] parti; domani conoscer compiutamente, cos
come anchio sar conosciuto (a[rti ginwvskw ejk mevrou", tovte de; ejpignwvsomai
kaqw;" kai; ejpegnwvsqhn ).
Oggi permangono tre virt: fede, speranza, agape. La maggiore fra queste
lagape (nuni; de; mevnei pivsti", ejlpiv", ajgavph [...] meivzwn de; touvtwn hJ ajgavph ).

A chiarire perch lagape sia superiore soccorre gi la Lettera agli Ebrei,


che nello 11 : 1 sottolinea: la fede fondamento delle cose che si sperano ed mezzo per convincere dellesistenza di cose che non si vedono (e[stin
de; pivsti" ejlpizomevnwn uJpovstasi", pragmavtwn e[legko" ouj blepomevnwn );
nel 13 : 1 di 1 Corinzi Paolo spiega:
Anche se io parlassi la lingua degli angeli, ma non avessi lagape, sarei [solo]
un bronzo sonante o un cembalo squillante [...]. E se, pur possedendo tutta la
fede al punto da smuovere le montagne, mi facesse difetto lagape, nulla sarei neppure se dessi il mio corpo [e quello del mio unico figlio] per essere bruciato.

Ascendere da fede allagape dunque trapassare dallo sperare in entit


invisibili, dunque inaccostabili, al vedere a faccia a faccia verit perseguibili; pertanto elevarsi dal parlare e pensare come bimbi opponendo
il dolce allamaro , al conoscere compiutamente imitando il Cristo nato
per farsi [anzich, come Abramo, bronzo risonante] testimone della verit
quale essa per Dio. Nel 5 : 1,2 di Efesini Paolo scrive infatti:
Fatevi dunque imitatori del [vostro] Dio (mimhtai; tou` Qeou` ), quali figli [da Lui]
convitati (wJ" tevkna ajgaphtav), e camminate in agape (kai; peripatei`te ejn ajgavph/),
cos come il Cristo vi fece [seguaci di Lui in agape], dando se stesso [quale esempio] per noi con loffrirsi a Dio in dono e sacrificio di fragranza a Lui gradita (kai;
parevdwken eJauto;n uJpe;r hJmw` n prosfora;n kai; qusivan tw` / Qew` / eij" ojsmh;n eujwdiva" ).209
208 Questa magistrale frase di Paolo dice in tutta semplicit ci che nelle pp. 43 sgg dedussi laboriosamente: rinnegare se stesso non limita al fornicare e alla dissolutezza il soccombere alla carne, ma
implica sostituire, allabituale nostra inclinazione a opporre i contrari, laccoglierli in amicizia.
209 Il sacrificio del Cristo e dellumanit di soave profumo a Dio in quanto concorre al compimento della Creazione rendendo la Terra regno dellamicizia dei contrari senza ledere la giustizia di Dio
n offendere alcuno degli ingredienti da Lui chiamati a concorrere alla Creazione.

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Che cosa significhi camminare in agape anzich pascersi di fede spiegato nel
4 : 12-16 et 25-27 di Efesini stesso, dove afferma che la verit rivelata dalla conoscenza
(ejpivgnwsi") del [disegno dordine del] Figlio di Dio porr fine, grazie allagape, al
nostro originale camminare come bambini sballottati, ora in una direzione ora
nellopposta, da questo o quel vento dottrinale (panti; ajnevmw/ th` " didaskaliva"),
trasformandoci nelluomo nuovo e compiuto confacente alla plenitudine del Cristo:
Cristo ha voluto che listruzione di coloro che si consacrano al ministero di costruire
il Suo corpo mirasse a farci arrivare tutti (mevcri katanthvswmen oiJ pavnte") a riconoscere
lunit della Fede e della conoscenza del Figlio di Dio (eij" th;n eJnovthta th` " pivstew" kai;
th` " ejpignwvsew" tou` uiJou` tou` Qeou` ), [ossia] fino a quello stato che realizza un uomo compiuto (eij" a[ndra tevleion) e a quella misura che si conf alla plenitudine del Cristo.
Anzich essere come bambini sballottati qua e l da questo o quel vento dottrinale, succubi dellimpostura di gente esperta nel trarre in errore, vivremo secondo verit nellagape (ajlhqeuvonte" de; ejn ajgavph/ ), crescendo in ogni mbito verso
Colui che [della Chiesa] il capo. Da Lui tutto il corpo reso ben compatto e ordinato in tutte le articolazioni dal connetterne ciascun membro secondo
la funzione che gli propria riceve forza per svilupparsi in modo tale da edificare se stesso in agape (eij" oijkodomh;n eJautou` ejn ajgavph/ ).
[Poich Iddio vi ha creato nella giustizia e nella santit della verit], rinunciate dunque alla menzogna e parlate luno allaltro la lingua della verit: o{ti
ejsme;n ajllhvlwn mevlh - che siamo gli uni agli altri membra [tutte coordinate in
amicizia reciproca]. Se vi adirate con gli altri, pertanto, non peccate lasciando che
il sole tramonti sulla vostra ira; non date spazio al diavolo (tovpon tw` / diabovlw/).

Il 3 : 13,19 dei Proverbi beato luomo che ha incontrato lintellezione [...]


con la quale Jhwh ha sostenuto i Cieli esclude che, parlando di bambini sballottati da gente esperta nel trarre in errore facendo leva sul loro opporre il dolce
allamaro, Paolo soggiaccia ad animosit nei confronti dellAntico Testamento; nel
3 : 1-4 di 1 Corinzi, daltronde, egli si rivolge ai confratelli cristiani sottolineando
di dover parlare a loro come a fanciullini infanti in Cristo ( nhpiv o i" ej n
Cristw` /), quindi ancora legati a carne e perci sballottati in qua e in l da questo o quel vento dottrinale (cfr. p. 43). Nello 1 : 17-21 della Lettera stessa Paolo
si professa inviato da Cristo a predicare il Vangelo non in sapienza di discorso,
ma con argomentazione che per gli estranei stoltezza (mwriva), salvo per proclamare poi, nel 2 : 15,16 (cfr. p. 50), che noi abbiamo il pensiero di Cristo
(hJmei`" de; nou` n Cristou` e[comen), perch partecipiamo dello Spirito di Dio.
La duplice affermazione di Paolo richiama alla mente il 13 : 10-13 di Matteo,
dove Cristo accoppia al discorso rivolto a discepoli ai quali promette, perch
animati da agape, conoscenza atta ad accostarli allunit di Fede e ragione parabole indirizzate a coloro che, poich vedendo non vedono essendo legati al dolce
che i bimbi oppongono allamaro, possono incontrare Dio solo in virt di Fede.
Le Sacre Scritture ci pongono cos di fronte a due generi di discorso, che la men~ 169 ~

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talit usuale contrappone, ma che Ges invita a considerare complementari: occorre


invero ritenere che cos come linfanzia , nellordine cosmico, stadio preliminare
alla formazione delluomo anche la Fede e la correlativa e usuale opposizione di
ragione a fede, siano state volute da Dio, nellumanit e in singoli individui, quali
stadi preliminari allunificazione di Fede e ragione nellunit compiuta che infine accoglier in amicizia quei contrari nella plenitudine del Cristo = Jhwh salvezza.210
il disegno divino, dunque, a disporre che luomo opponga Fede (i.e.
parabole) a ragione: larmonizzarle in unit, infatti, deve conseguirsi come
laboriosa conquista dellumanit, abbandonata da Dio (cfr. Matteo 27 : 46)
proprio affinch, con le sole sue forze e come reazione ai patimenti conseguenti al trovarsi gettata in luoghi di sciacalli e trattata come gregge da
macello (cfr. Salmo 44 : 20,23), porti al compimento la Creazione senza
implicare corresponsabilit di Dio nel tarpare lalterit sulla Terra e in noi.
A chiarire in quale modo lopposizione Fede/ragione conduca ad armonizzarle istrada il 13 : 10 di 1 Corinzi, dove Paolo predica conoscenza parziale
(ejk mevrou") quella che poggia su fede = fondamento delle cose che si sperano ma non si vedono; essendo parziale, questa conoscenza fideistica esita,
prima o poi, in un qualche Illuminismo altrettanto parziale (nasce infatti nellmbito dellopposizione di contrari); secondo il 4 : 12-16 di Efesini,
per, lopposizione Fede/conoscenza chieder essa pure, essendo parziale, dintegrarsi nellunit dei contrari che si conf alla compiutezza del Cristo.
La concezione biblica implica pertanto che lamicizia dei contrari sia gi insita nella loro opposizione: effettuata dalluomo, ripeto, affinch la giustizia divina non sia lesa dal partecipare Iddio al compimento della Creazione sulla Terra.
7.3 AMICIZIA

DEI CONTRARI E

TRINIT

DI

DIO

Vettrice dimplicazioni di alto rilievo la distinzione fra le conoscenze


parziali, alle quali conduce la logica di opposizione dei contrari, e la compiuta conoscenza consentita dallaccoglierli in amicizia, come vogliono il Dio
che il solo a essere buono del 10 : 18 di Marco e lo Spirito Santo.211
Al fine di mostrare la pregnanza della suddetta distinzione, opportuno indagare, tramite la concretezza di un caso specifico, ma generalizzabile, come le Scritture
210 Nel Dizionario di filosofia curato da Walter Brugger (Torino, Mariotti, 1959), dispirazione cattolica,
si legge alla voce Fede: Lassenso dellintelletto alla rivelazione divina non deriva dal valore conoscitivo delle
proposizioni di Fede, garantito dalla sua fondazione logica e come tale finito, ma determinato dallautorit di Dio, cui luomo si affida abbandonandosi incondizionatamente anche contro ogni apparenza.
211 Se Mi seguirete dice Ges nel 14:16 di Giovanni il Padre vi dar un Paraclito-assistente che
rimanga sempre con voi: lo Spirito della verit (to; pneu` ma th` " ajlhqeiva") che il mondo secolare non pu
accogliere perch, non vedendolo, non pu nemmeno conoscerlo.

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inneschino e risolvano, appunto, lascesa dalle conoscenze, cui conduce la logica


umana di opposizione dei contrari, alla compiutezza della logica divina, che accoglie in amicizia ogni contrapposto, dunque anche la logica che oppone i contrari.
Nel 7 : 7 di Marco Ges, richiamando espressamente Isaia 29 : 13, avverte che:
Invano Mi venerano coloro i quali insegnano dottrine che risultano precetti
di uomini (mavthn sevbontaiv me didavskonte" didaskaliva" ejntavlmata ajnqrwvpwn ).

La mentalit usuale indotta, da questa frase, a pensare che Cristo respinga


coloro i quali si accostano al Messia dellamicizia dei contrari restando abbarbicati
allo opporli. Questa interpretazione parziale perch trascura il successivo 10 : 18,
dove Marco dice che Dio il solo a esser buono sicch il nostro contrapporre il buono al cattivo non pu estendersi a Lui , e perch smentisce il
4 : 4 di 1 Timoteo : nessuno degli enti creati da Dio pu spregiarsi, sicch nulla
da Lui ritenuto cattivo: massime a loro volta parziali, perch contraddette
dal 7 : 7 di Marco. E che Ges non respinga chi si accosta a Lui opponendo i contrari confermato dal 13 : 52 di Matteo, dovEgli dice: ogni scrittore divenuto
discepolo del regno dei Cieli simile a un padrone di casa che dal suo scrigno
estrae cose nuove e cose vecchie: che accoglie cio in amicizia sia la logica, oppositrice dei contrari, di Elohim, sia la logica dello Jhwh = Dio della loro amicizia.212
Emergono cos, nel campo della logica umana, opposizioni che glintervalli di scansione delle parole JHWH e TORAH, nascoste nel Levitico e nel
Pentateuco (cfr. pp. 151 sgg), invitano ad accostare allopposizione riscontrabile nel campo matematico dove, se numeriamo con il numero razionale 2
la diagonale di un quadrato, dobbiamo contrassegnare il lato con il simbolo
2 . Lato e diagonale del quadrato sono grandezze entrambe
irrazionale 
di per s determinate, cos come la Bibbia adduce verit sia lassunto del
7 : 7, sia quello del 10 : 18 di Marco, che a noi sembrano contraddittor.
Logica umana e matematica ci pongono pertanto di fronte a una stessa alternativa: ritenere contraddittorio Iddio (lordine cosmico, per chi preferisca dire cos), oppure affermare generatrice di contraddizioni ed errata, dunque, la nostra logica.213 Chi
legge nel 7 : 7 di Marco che Ges non accoglie come Suo discepolo chi opponga i contrari, assume che Egli consideri primario criterio di discriminazione il principio di
212 Rammento qui (cfr. p. 62 et nota 64) come lato e diagonale del quadrato a uno dei quali si
deve attribuire un simbolo irrazionale se laltro numerato con un numero cos detto razionale
2 et 2 
2 2 ) se numerati con apotomi. Questa piana costatazione ha
diventano omogenei (p. es. 2 
portato gli Egizi a scoprire, la Bibbia a recepire (cfr. pp. 151 sgg) e infine Euclide a dimostrare (cfr. pp.
143 sgg) che da apotomi numerato il solo insieme matematico compiutamente razionale pervio alla
mente umana. E con apotomi si numerano i fenomeni naturali spiraliformi.
213 Risolve lalternativa il 31: 31 di Geremia: Verranno giorni, oracolo di Jhwh, in cui stipuler
con la casa dIsraele e la casa di Giuda unalleanza nuova, diversa da quella da Me stipulata con i loro
padri [quando ancora non Mi facevo chiamare con questo Mio nome; cfr. Esodo 6:3].

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non contraddizione; implica dunque un Ges succubo dellopporre i contrari. Chi invece legge nel Marco 7 : 7 che il Figlio di Dio rifiuta di accogliere fra i discepoli coloro
i quali ne estromettono gli oppositori dei contrari, fa assumere a Ges, quale criterio
primario di discriminazione, amicizia dei contrari e misericordia, contraddette da chi,
non usando amicizia e misericordia verso i nemici di Dio, si fa succubo di Satana.
La frase di Marco, per cui Dio il solo a esser buono, affranca lIdea di
Dio dalla presenza del male sulla Terra e in noi; implica quindi come corollario
il redimere dal peccato e il perdonare coloro i quali, situandosi nelluna o
nellaltra banda di conoscenze parziali, bestemmiano il Figlio di Dio perch,
fattosi uomo, parla in parabole che appaiono follia a chi animato da spirito illuministico (cfr. 1 Corinzi 1 : 21-24) o, viceversa, affronta dialetticamente le Scritture
Sacre (il che appare sacrilego nei confronti della Fede perch mette in crisi la
distinzione capitale, per la teologia, fra Fede e ragione; cfr. Fabro in p. 37).
Il perdono cristiano sussiste per solo nellmbito aperto dallo Spirito Santo e
dallamicizia dei contrari che esso Spirito ha rivelato; consegue che, ove si bestemmi lo Spirito di Dio, ci si preclude ogni accesso al perdono. quanto si legge
nellostico (per la mentalit secolare) 12 : 32,37 del Vangelo di Matteo, dove Ges dice:
Se uno bestemmia contro il Figlio delluomo [perch predica verit parziali,
non condivise dal bestemmiatore], il peccato gli sar perdonato. Se invece pronuncia parola contro lo Spirito Santo, non vi sar per lui perdono n in questo evo n nel futuro (oujk ajfeqhvsetai aujtw` / ou[te ejn touvtw/ tw` / aijw` ni ou[te ejn
tw` / mevllonti). [...]. In base alle parole tue sarai giudicato e condannato.

Fra le bestemmie degli uomini contro le tre entit divine in cui Ges risolve il
mistero di Romani 16 : 25-27, imperdonabile Egli afferma dunque soltanto la parola pronunciata contro lo Spirito Santo. Perdonabile invece dice, oltre chi bestemmia azioni del Figlio delluomo il quale, essendosi fatto uomo, deve talvolta
immedesimarsi in logiche umane anche chi bestemmia il Padre che agendo non
per voi, casa dIsraele, ma per il santo nome di Jhwh (cfr. Ezechiele 36 : 22), manda
il Figlio al macello, nel luogo di sciacalli che la Terra, a parlarvi la lingua degli
uomini per esservi tentato nel deserto e crocifisso.
Lo Spirito Santo, invece, spirito del Creatore nessuna delle cui azioni da spregiare secondo Timoteo ; Egli ha creato infatti perfetto luomo (cfr. Salmo 139 : 14)
proprio nel suo essere soggetto a quelle che chi oppone i contrari giudica debolezze e peccati; pertanto Spirito che perdona tutte le azioni umane e illumina
il Figlio quando parla da uomo agli uomini tacciandoli di peccatori meritevoli
della fornace ardente, cos come si fa Padre che manda il Figlio a farsi uomo.
Imperdonabile permane perci soltanto il peccato di chi nello Spirito Santo
bestemmia lamicizia che, coordinando in unit i contrari, fa della bont di Dio
uno dei cardini del messaggio di verit cristiano. E poich misericordia divina e
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perdono sono dirette estrinsecazioni della bont del Creatore e del Suo concertare in amicizia i contrari, chi bestemmia questi capisaldi del Cristianesimo si
auto-estromette dallmbito in cui misericordia e perdono hanno campo.
Correlativamente si preclude la via per accostare lo Spirito Santo per farsi discepolo di Ges, dice il 13 : 10,11 di Matteo chi, in ossequio alla inconciliabilit
di Fede e ragione (come p. es. Fabro in p. 37), si arrocca sulla Fede per rifiutare di confrontare dialetticamente il parlare in parabole del Figlio delluomo con
le divergenti affermazioni addotte nelle Sacre Scritture.
Solo nellidea del Dio uno e trino, in effetti, si unificano Fede e ragione, logica delle membra e logica della mente, battesimo e salvezza, Elohim
e Jhwh, linguaggio umano e pensiero celeste (cfr. 1 Corinzi 15 : 49 in
p. 48) di Ges, parabole e mistero,214 ignoranza e sapienza, morte e risurrezione; nellunificazione biblica di queste entit, solitamente contrapposte,
si riflette e sillumina la concezione-di-mondo dellantica civilt.
I sacerdoti egizi del Dio nascosto celebravano, nel Kam-out-f (cfr. note 47
et 101), il toro materno: luomo compiuto che amputato della calotta cranica e con litifallo erompente dallombelico si allineava allordine cosmico anche
nelle misure: vedeva infatti ritmata da sezione aurea la sua statura,215 e simboleggiava, nella mente cos affrancata dalla falce cervicale immaginata causa
del nostro opporre le cose lescatologica redenzione dal peccato originale.
Eraclito scriveva (cfr. fr. 2 Diels) che pur essendo [uno] il discorso [il lovgo"
della logica (divina)], i molti [i.e. gli uomini] vivono come se avessero un proprio pensiero (zw` o/ usin oiJ polloi; wJ" ijdivan e[conte" frovnhsin): quello suggerito
dalle membra. Nel fr. 12 di Parmenide si legge: La Dea tutto dirige spingendo
femmina e maschio a unirsi [a formare lunit che perpetui la vita]. Aristotele sottolinea arduo, nel 1060b6-9 del Metafisica, affermare uno il principio ma generare [poi] il numero primario dallo uno e dalla materia; nel Teeteto 148b3
Platone saluta con entusiasmo (a[rista gajnqrwvpwn, w\ pai`de" - ottima scoperta
umana, ragazzi!) il collegare in unit (sullabei`n eij" e{n) le grandezze commensurabili in lunghezza (mhvkh) e quelle commensurabili solo in potenza (dunavmei").
Euclide infine, nella Definizione III del Libro decimo degli Elementi, unifica nel genere che chiama rJhtovn - dicibile le grandezze commensurabili in
lunghezza e quelle commensurabili soltanto in potenza: con coppie delle quali
forma gli apotomi aurei e i primari.
214 Cfr. Efesini 5: 31,32, dove Paolo dichiara mistero grande laffermare che uomo e donna [ossia i
diversi] formino una sola carne; lo dico riferendomi a Cristo e alla Sua Chiesa (to; musthvrion tou` to
mevga ejstivn, ejgw; de; levgw eij" Cristo;n kai; eij" th;n ejkklhsivan).
215 Cfr. la figura nella precedente pagina 156. La sezione aurea f misura le proporzioni del
Kam-out-f di Luxor: se si numera con f lintervallo fra la pianta del piede e lombelico-itifallo, lintervallo fra questo e la base della calotta cranica risulta numerabile con 1, sicch il Kam-out-f alto f +1= f 2 .

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A permettere di chiarire queste antiche frasi 216 il discorso del Cristo che
fa dello Spirito Santo la pietra angolare 217 della sapienza la quale, creata da
Dio prima delle Sue opere pi antiche, cammina su giustizia (cfr. Proverbio 8),
dunque sul rendere tutte egualmente belle le opere della Creazione
(cfr. 1 Timoteo 4 : 4). Il problema di rendere compatibile la sapienza, giustizia,
onnipotenza, bont e unicit del Creatore con la dualit-molteplicit e le manchevolezze del creato della Terra e nostre si risolve pertanto solo nellorizzonte di amicizia dei contrari (aperto, nella Bibbia, dallo Spirito Santo), dove
ragione e logica si alleino a Fede per mettere in evidenza che, in un cosmo
che risultasse modulato dalla sola opposizione dei contrari non vi sarebbe campo
a perdono dei peccati-errori dellumanit n a giustificazione delloperato divino sia esso del Figlio o del Padre , concernente la Terra e luomo.
Redimere, in virt dellamicizia dei contrari, le membra che per difendere la Fede muovono guerra alla mente allo Spirito Santo che precede e
rende possibile che la nostra ragione cerchi di conoscerLo (cfr. Ratzinger in
nota 87) implica p. es. dover leggere il rinnega te stesso se vuoi seguire
Ges del 16 : 24 di Matteo nel senso di rinnega il tuo disprezzare la soggezione alle membra anzich rinnega la tua soggezione alle membra, come
generalmente inteso dagli interpreti.
Un cos radicale ribaltamento delle vedute tradizionali necessita quantomeno di una qualche diretta conferma da parte delle Scritture. La porge il
6 : 11-14 di Romani :
Offrite le vostre membra non pi [come nellorizzonte dove si oppongono i
contrari] allerrore-peccato, rendendovi cos strumenti dingiustizia, ma offrite a
Dio voi stessi quali vivi tornati dai morti e le vostre membra quali armi di
giustizia a Dio (parasthvsate eJautou;" tw` / Qew` / wJsei; ejk nekrw` n zw` nta" kai; ta;
mevlh uJmw` n o{pla dikaiosuvnh" tw` / Qew` / ). Lerrore-peccato, allora, non dominer
pi su di voi, perch non sottostarete pi a legge [umana di opposizione di
buoni a cattivi], bens a Grazia (ouj gar ejste uJpo; novmon ajlla; uJpo; cavrin ).

Grazia, prima che redenzione dal peccato originale, significa reciproco


rispetto, contraccambio di amabilit, accoglienza amichevole, dunque adeguamento dello spirito umano allo Spirito Santo: alla gloria di Dio, dice
216 Il sottintendere che, nellorizzonte dove sussistesse solo lopposizione dei contrari, avrebbero campo
unicamente dualit e molteplicit di entit inconciliabili, per gi implicito nel per noi oggi ostico linguaggio ermetico degli Antichi, per i quali le vette e i princip di tutte le cose stanno in formule brevissime (ta; a[kra kai; prw` ta pavntwn ejn bracutavtoi" kei`tai); cfr. Platone, Lettera VII, 344e2.
217 Cfr., in Matteo 21:42-44, la parabola dei cattivi vignaioli, dove Ges dice: la pietra scartata [finora] dai costruttori diventata pietra angolare [delledificio cristiano]: cosa fatta dal Signore ed strana
(qaumasthv) ai nostri occhi? Perci la vigna il regno di Dio sar tolta a voi e verr data a unetnia
che sappia farla fruttificare. Chi inciampa su questa pietra morir; se essa cadr su qualcuno lo stritoler.

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Paolo nel 4 : 3-6 di 2 Corinzi, dove invita coloro ai quali la [pseudo] divinit di questo mondo secolare non ha accecato i pensieri, a elevarsi fino
a scorgere il risplendere della conoscenza della gloria del [nostro] Dio nel
volto di Cristo (pro;" fwtismo;n th` " gnwvsew" th` " dovxh" tou` Qeou` ejn pro swvpw/ Cristou` ). Che cosa riveli quel volto lo dice il 6 : 19,20 di 1 Corinzi :
Il vostro corpo santuario dello Spirito Santo che in voi e che avete da Dio
(to; sw` ma uJmw` n nao;" tou` ejn uJmi`n aJgivou pneuvmatov" ejstin, ou| e[cete ajpo; Qeou` ), cosicch non appartenete a voi stessi, ma a Lui [...]. Glorificate pertanto nel vostro corpo
Iddio (doxavsate dh; to;n Qeo;n ejn tw` / swvmati uJmw` n),218 e incalza il 4 : 30 di Efesini
non rattristate lo Spirito Santo, dal quale foste segnati per il giorno della redenzione.

Glorificare Iddio nel nostro corpo accogliere nella Legge divina la legge
delle membra; implica quindi assolvere luomo dal peccato-errore originale
e affrancare nel contempo il Dio onnipotente, sapiente, giusto e buono dalla
presenza della servit alla carne in noi e del male nel Creato; volge dunque ignoranza umana, violenza, morte, etc., amputandole del loro pungiglione,219 in entit opportune, perci belle, agli effetti di conferire stabilit e compiutezza al Tutto (cfr. Salmo 139 in nota 42), quindi schiettezza e perfezione alla giustizia dei disegni divini.
A tanto porta levolversi della Fede in agape: in quella che Paolo, in due
sue epistole, chiama conoscenza modellata a immagine del Creatore, ossia
plasmata, anzich dallopporre i contrari, dallaccoglierli in amicizia. Scrive Paolo:
[Poich siete risorti con il Cristo (sunhgevrqhte tw` / Cristw` /) - 3 : 1],220 voi avete
dismesso luomo vecchio (to;n palaio;n a[nqrwpon) e il suo modo di agire, per rivestire luomo nuovo: il quale si rinnova verso conoscenza [realizzata] a immagine di Chi
lo ha modellato (eij" ejpivgnwsin kateijkovna tou` ktivsanto" aujtovn). [Colossesi 3 : 9,10]
Spogliatevi perci del vecchio uomo quello del precedente comportamento e che
si corrompeva perseguendo pulsioni ingannevoli ; dovete invece rinnovarvi nella luce
dello Spirito suggeritovi dalla mente e rivestire luomo nuovo: quello conforme al Dio
che crea nella giustizia e santit della verit (to;n kaino;n a[nqrwpon to;n kata; Qeo;n ktisqevnta ejn dikaiosuvnh/ kai; oJsiovthti th` " ajlhqeiva" ).
[Efesini 4 : 22-24]
218 Glorifica Iddio nel nostro corpo, p. es. e in concreto, il katevcon (cfr. pp. 45 sgg): lazione che
frena lerompere dellajnomiva - sovversione della Legge e che promossa da membra le quali (inconsapevolmente) sollecitano a comportarci in modo da favorire lavvento terreno delle complementarit involte
dallamicizia dei contrari.
219 Cfr. 15: 55 di 1 Corinzi: [Quando saremo trasformati] la morte perder il suo pungiglione, che
il peccato-errore la cui forza [conferita da] la legge [umana, vettrice dellordine che oppone i contrari] (to; de; kevntron tou` qanavtou hJ ajmartiva, hJ de; duvnami" th` " ajmartiva" oJ novmo").
220 Il 3:1 di Colossesi conferma pertanto che la risurrezione proietta luomo non nello al di l,
bens in un evo della Terra e nostro, affatto diverso dallattuale perch modulato dalla conoscenza di Dio
rivelata dal volto del Figlio Suo, divenuto Figlio delluomo (cfr. 2 Corinzi 4:3-6).

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Scandisce la storia dellumanit, secondo la Bibbia, levolversi dellet diabolica di unumanit, sorretta dalla Fede, nellet angelica (cfr. pp. 164 sgg)
in cui luomo, forte infine dellagape in cui si compie il connubio di Fede
e ragione, si allinea al Dio creatore nella giustizia della verit e realizza,
cos, la speranza migliore vaticinata nel 7 : 18,19 di Ebrei (cfr. p. 167).
Il risolversi della Fede in agape delluomo di polvere in uomo celeste (cfr. 1 Corinzi 15 : 42-49), delluomo succubo delle membra in uomo allineato allo Spirito del Dio coordinatore dei contrari in amicizia preannunciato dal Sacramento in virt del quale lintervento dello Spirito Santo toglie
il pungiglione a un evento che la cacciata da Eden farebbe altrimenti scadere
in squilibrato inizio del calvario di chi, indulgendo alla opposizione dei contrari, si coglierebbe pecora da macello gettata in luoghi di sciacalli (cfr. Salmo
44 : 20) da un Creatore squilibrato anchEgli perch orbato della bont.
Amicizia dei contrari alita gi, infatti, nel Battesimo del Cristo: Sua iniziazione nella quale il 3 : 11-4 : 11 di Matteo pre-figura lintera storia dellumanit.
Io vi battezzo [gettandovi] in acqua affinch vi convertiate, dice Giovanni
Battista; Colui che verr dopo di me vi battezzer invece in Spirito Santo
e fuoco. Invitato da Ges a battezzarLo, il Battista obietta perci di essere lui ad aver bisogno di essere battezzato dal Cristo in Spirito Santo. Al
che il Figlio di Dio, in quanto fattosi Figlio delluomo, replica: Lascia
fare, per ora opportuno che noi si adempia lintero corso voluto dalla
giustizia (pa` san dikaiosuvnhn ) degli equilibri di contrari nel caso specifico: immersione in acqua 221 ed emersione istitutivi dellordine cosmico.
Appena immerso in acque Ges ne sort [con le sole Sue forze]; si aprirono allora i Cieli ed Egli vide lo Spirito Santo scendere come colomba e venire su di Lui.
Lo attendevano nel deserto in quanto Figlio di uomo, ancorch sorretto dallo
Spirito Santo le tentazioni e le lusinghe cui il diavolo assoggetta le membra.222
Solamente dopo che Ges, sorretto dallo Spirito Santo, ebbe respinto tutte
221 Cfr. il 22: 15 dei Salmi: Come acqua mi sento disciolto, si disarticolano le mie ossa, il cuore
mi diventato come di cera, tutto si strugge dentro il mio petto.
222 La parabola di Matteo sul Battesimo conferma cos che male e bene nascono nel Deserto
e vivono finch sussistono le nostre membra: a sostenere gli opposti la legge scritta su pietra, la
quale ha potere solo finch luomo in vita e per il peccatore (Romani 7 : 1; 1 Timoteo 1:9). Male e
bene sono pertanto, secondo le Scritture, posteriori allatto con cui Dio fece dare, dalluomo, nomi diversi da quelli dati da Lui. Perci la frase dIsaia 45:7, che fa dire a Jhwh: Io formo la luce e creo la
tenebra, opero il bene e creo il male deve leggersi nel senso: Iddio fa nascere male e bene nel Deserto,
tramite membra da Lui dateci assieme alla libert, per non essere coinvolto nellumano compimento della
Creazione sulla Terra. In 7.5 si chiarir come questo compimento avvenga.
Prescindono dunque da taluni passi delle Scritture coloro i quali assumono radicati bene e male,
quindi il principio di non contraddizione, nellEssere; in 7.5 si mostrer come il dare a quei passi un
senso diverso trovi giustificazione nella Bibbia e nel pensiero del Cristo e di Paolo.

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le tentazioni, ecco che angeli si accostarono a Lui per servirLo (a[ggeloi


prosh` lqon kai; diekovnoun aujtw` / ), conclude Matteo 4 : 11.
Angeli di Dio (a[ggeloi, da ajggevllw = annuncio) sono le Sue opere, che
ne annunciano agli uomini la volont; dire che, quando avremo superato le
angustie del Deserto e respinto le lusinghe del diavolo (da dia; bavllw = disunisco), angeli si accosteranno a noi, sta pertanto a significare che, quando
avremo attraversato indenni il Deserto, ossia le disunioni, ci attender un
finale essere riavvicinati alla Legge del Dio unificatore dei contrari: Legge
verso la quale ci sospinge, s, secondo le Sacre Scritture, lo Spirito Santo battesimale, ma la cui rivelazione (ajpokavluyi") deve avvenire per opera di angeli annunciatori a noi della divina giustizia [unificatrice] della verit.
Il passo di Matteo sugli angeli che si accostano al Cristo per servirLo illumina, ed a sua volta illuminato, dal 7 : 5,6 di Romani dove Paolo dopo aver
detto che il corpo di Cristo fu risuscitato dai morti per farci portare frutti a
Dio ( i{na karpoforhvswmen tw` / Qew` / ) sottolinea che la nostra liberazione
dalla servit alle membra avverr per opera di entit esterne a noi. Paolo scrive:
Finch vivevamo succubi della carne, le ingannevoli affezioni peccaminose (ta;
paqhvmata tw` n aJmartiw` n ), che agiscono grazie al supporto della legge umana (ta;
dia; tou` novmou), sollecitavano le nostre membra nel senso di portare frutti alla
morte. Ora per siamo stati liberati dalla [servit alla] legge (kathrghvqhmen ajpo;
tou` novmou) che ci teneva prigionieri, cos da poter servire Dio nel regime nuovo
dello Spirito anzich in quello, vecchio, della norma scritta.

Il siamo stati liberati ci fa oggetto, dunque, dellagire di Chi fu risuscitato per


salvarci, cos come il 4 : 11 di Matteo fa oggetto il Figlio delluomo quindi lumanit dellazione di angeli che annunciano il volere del Creatore. Ges ci salva tramite le Sacre Scritture, dove Paolo afferma, in 1 Timoteo 4 : 4, che nulla, delle opere
di Dio, da spregiare, essendo Iddio il solo a potersi affermare buono (cfr. Marco
10 : 18). Consegue che la liberazione operata dal Cristo si concreter nel redimere la
nostra sudditanza alla carne in arma di giustizia per Dio (cfr. Romani 6 : 11-14),
quindi in componente essenziale, dunque bella del disegno divino di giustizia.
In 7.4 si chiarir in quale modo la redenzione si compir; il 4 : 11 di
Matteo ha detto che essa si attuer a opera di angeli che, nel Creato,
riveleranno il volto del Creatore.
7.4 TI

INTERROGHER E

TU

MI ISTRUIRAI

(Giobbe 42 : 4)

A chiarire in quale modo il Creato, nunzio del volere divino, condurr allavvento del Cristo cos da volgere la nostra servit alle membra in arma di giustizia
per Dio e in santuario dello Spirito Santo, apre la strada la dualit di linguaggi in
cui sistematicamente si estrinseca la predicazione della Bibbia, del Cristo e di Paolo.
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In 7.1 ho accennato gi al perch le Sacre Scritture involgano dualit di linguaggi; questa dualit conseguenza del fatto che il nostro scindere gli enti in
buoni e in cattivi costringe a ricorrere a linguaggi diversi per accostarsi al pensiero del Dio, nessuno dei cui atti da spregiare (cfr. 1 Timoteo 4 : 4). Si tratta perci di linguaggi concernenti non verit contrapposte, bens complementari quali le attesta il 13 : 13 di Matteo : sarebbe invero controproducente servirsi
di un medesimo linguaggio per parlare a discepoli - maqhtaiv in grado di conoscere i misteri del regno dei Cieli e a gente che, pur vedendo, non vede.
Sispira pertanto al 13 : 13 di Matteo il teologo cattolico Cornelio Fabro quando pur non essendogli certo sfuggito il 4 : 12-16 di Efesini, indirizzato da
Paolo proprio a coloro i quali si dedicano al ministero di costruire il corpo di
Cristo, per invitarli a giungere tutti allunit di Fede e ragione predica capitale, per la teologia cristiana, la distinzione fra fede e ragione per dissuadere i
fedeli dal seguire altri ministri di Dio che si servono della ragione per incrinare
talune dottrine della Chiesa romana (cfr. p. 37). Analoga radicale dismissione del
parlare in lingua ha segnato lavvento del teologo Ratzinger al Soglio pontificio:
Benedetto XVI sinchina, come Fabro, al Paolo che in 1 Corinzi scrive:
Chi parla in lingua (glwvssh/ ) parla non a uomini ma a Dio; chi parla a uomini profetizza a edificazione, esortazione, conforto per costruire una Chiesa. (14 : 2-5)
Perci voi, che perseguite i doni dello Spirito, cercate, s, di averne in abbondanza, ma per edificare la Chiesa (pro;" th;n oijkodomh;n th` " ejkklhsiva"). (14 : 12)
Grazie a Dio, io parlo in lingua (glwvssh/ ) meglio di tutti voi; in Chiesa,
per, preferisco dire cinque parole che la mente indirizza a catechizzare, piuttosto che diecimila in lingua.
(14 : 18)
Il parlare in parabole (hJ profhteiva ) si rivolge ai credenti; le lingue [ aiJ
glw` ssai, ossia le filosofie] contrassegnano i non-credenti.223
(14 : 22)
Tutto si faccia dunque in funzione delledificazione [della Chiesa]. Quando si parla in
lingua (glwvssh/ ), se non vi chi interpreti, si parli solo a se stessi e a Dio. (14 : 26-28)

Cos esprimendosi, Paolo fa suo il disposto del Sanhedrin 22a; laffermare che una statuizione della Bibbia diventer attuabile quando risulter
pervia alla maggioranza, volge la domanda del 18 : 8 di Luca (cfr. nota 88)
nella proposizione: il Figlio delluomo, al Suo ritorno, trover ancora Fede
sulla Terra se il Suo pensiero in lingua non sar pervio alle masse.224
Il che si allinea alla realt dei fatti. Secondo il disegno divino, invero,
la compiutezza della conoscenza accessibile a pochi discepoli, mentre il
223 Parlare in lingua (glwvssh/ ) parlare a Dio; parlano invece in lingue (glwvssai") coloro che
si perdono in discorsi filosofici in contraddizione gli uni con gli altri.
224 La risposta, daltronde, implicata dal risultare, le nostre membra, componente inamovibile, in
quanto cardinale, dellordine cosmico. A sua volta la Fede virt consustanziale al bene e al male
involti dalle membra, sicch essa sar operante finch il suo oggetto sar gradito alle membra.

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timone delle citt devoluto a masse ignoranti. Di queste, la parte devota alla Chiesa crede, in virt della Fede, nel Paradiso di Luca 23 : 43; la
parte incantata dalle lusinghe post-illuministiche confida nellavvento dei
paradisi terreni promessi dalle ideologie; la parte restante ed quella
oggi crescente in progressione esponenziale (cfr. nota 84) si sperde nel
vuoto lasciato dalla cos detta morte di Dio e dal tramonto delle ideologie, per rincorrere la felicit promessa dal culto delle membra.
Si confermano cos le riserve sulla propensione di masse che, vedendo, non
vedono, a ripudiare le miracolose conquiste tecnologiche dellOccidente, a
favore della sapienza che parla in lingua a Dio. Offrire a chi aspira a un paradiso, o a chi ha venduto al diavolo lanima in vista delle gioie delle membra e
del denaro, una morte amputata del pungiglione perch mostrata essenziale alla
stabilit del Creato, promessa atta a commuovere, semmai, qualche discepolo
votato alleroismo, non certo masse protese verso tuttaltre attrazioni. Non date
ai cani cose sacre, ammonisce il 7 : 6 di Matteo : cani, bimbi e masse si educano con la verga, avverte il 13 : 24 dei Proverbi.
Saranno pertanto, secondo la Bibbia, le legnate inflitteci dagli angeli, nunzi
di Dio ossia dalla Natura a rendere pervio agli ignoranti il discorso idoneo ad allinearli alla Legge di amicizia secondo cui risulta ordinata la Creazione.
Prima di essere stato afflitto andavo fuori di strada afferma il 119 : 71 dei Salmi ; buone per me, dunque, le legnate: imparai cos i Tuoi statuti, Jhwh .
Jhwh incalza il 19 : 22-25 di Isaia percuoter gli Egizi e ancora li percuoter fino a guarirli. In quel giorno [di salvezza] una strada unir Assiria ed
Egitto [i nemici antonomastici]; Israele sar allora benedetta su tutta la Terra.
Jhwh degli eserciti benedir [ora] dicendo: Benedetto sia lEgitto, Mio popolo;
benedetta lAssiria, opera delle Mie mani; benedetta Israele, Mio retaggio. Perci,
nel 6 : 9-13 di Isaia, Jhwh invita il profeta a velare gli occhi, appesantire le orecchie, indurire il cuore del Suo popolo, fino a rendere deserte le citt e devastato il paese, cos che esso si converta e guarisca; e Io lo guarir ( kai;
ijavsomai aujtouv"), conclude Ges in Matteo 13 : 15, dopo avervi trascritto per
intero il 6 : 9-13 di Isaia. Soltanto a seguito di stragi riboccanti di giustizia e
decretate ed eseguite da Jhwh, Dio degli eserciti spiega infatti il profeta nel
10 : 22,23 di Isaia un resto di Israele ritorner al Dio onnipotente.
Tanta insistenza sulla funzione guaritrice, attribuita agli eserciti di Jhwh
da Isaia e dal Ges, venuto a portare non la pace ma la spada (Matteo
10 : 34), sottolinea che le afflizioni sono vettrici del miracolo che ci porta
a conoscere i nomi, dati da Dio alle cose, pur essendo noi vincolati, dalle
membra, in paese straniero dove diamo nomi che risultano mere nostre
categorie mentali, che stanno nel pensiero, non nelle cose (cfr. p. 64).
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Conferma il miracolo il Deuteronomio 4 : 29,30, dove si legge:


Solo quando vi troverete dispersi fra popoli [stranieri], di l cercherete in Jhwh
il vostro Dio [i.e. il Dio dellAlleanza]; Lo troverete se ascolterete la Sua voce.

Ascoltare la voce di Dio inchinarsi agli ammonimenti dei Suoi angeli:


dunque assoggettare le categorie a serrato confronto dialettico con le opere
della Creazione, che le affini sino ad adeguare i nomi, dati da noi, ai nomi
che le cose hanno nellmbito della amicizia caratterizzante i disegni divini.
Il libro di Giobbe porge un nitido esempio della transizione da una logica
fondata su categorie alla logica sottesa alla Creazione. Alla moglie che, di fronte
alle piaghe che lo affliggono dalla pianta dei piedi fino in cima al capo, invita Giobbe a desistere dallintegrit e a maledire Iddio, nel 2 : 10 egli risponde:
Parli da insensata: se da Dio accettiamo il bene, perch non dovremmo accettare il male?

A questa domanda, suggerita da ragione, la ragione non porge supporto logico


finch lo cerca nellmbito della concezione che oppone i contrari.225 Da qui il
repentino trapassare di Giobbe dalla Fede nella coerenza divina al lamento:
Perisca il giorno in cui nacqui e la notte che disse: stato concepito un uomo.
Oppongono i contrari anche i tre amici di Giobbe, secondo i quali le piaghe
sarebbero punizioni inflitte da un Dio che premia e castiga ogni singolo per meriti e colpe. Su discorsi siffatti si pu, in effetti, fondare un ordine al quale ogni
adepto, sentendo fissi su di s gli occhi di Dio, si coglie vincolato a sottostare. Questordine per sorretto da Fede incrinata, allorigine, dal 2 : 19 di
Genesi : dire che Dio ha voluto che luomo desse nomi diversi dai divini scalza
invero la sudditanza a una legge che lo vorrebbe totalmente asservito al divino.
Dellincongruenza dei discorsi dei tre vecchi sapienti si fa portavoce, sollecitato
dallo Spirito che sente in s (32 : 18), il giovane Elihu, che nel 37 : 23,24 obietta:
Noi non sappiamo raggiungere lOnnipotente: sublime in potenza e giudizio, Egli
grande per giustizia: non opprime [luomo, da Lui creato libero]. Perci gli
uomini temono Iddio: Egli non tiene conto [delle opinioni] di coloro che si
credono sapienti (
) 226.
225 Da qui anche i commenti che fanno, del Giobbe, il pi travisato libro della Bibbia: Il libro su Giobbe non offre una precisa soluzione del problema del giusto che soffre, conclude ledizione curata dalla Societ
Biblica Italiana. E le Edizioni San Paolo concordano: Il libro di Giobbe non d la chiave per sciogliere lenigma delle sofferenze del giusto. [...]. La felice soluzione del poema non la soluzione del problema.
226 Elihu dice anche Dio non distoglie gli occhi dai giusti; tuttavia, se laffermare giovane Elihu
lo sottintende uomo nuovo, il suo Jhwh il medesimo che a Ezechiele fa scrivere, nel 38:22, a punire le genti che destano il furore del Dio sono pioggia e grandine, fuoco e zolfo.
Un Dio che punisse con piaghe il singolo peccatore ne tarperebbe la libert; la minaccia di fuoco e
zolfo su Sodoma non impedisce invece ai generi di Lot dirriderla, n a Lot di titubare di fronte ad
angeli che, per salvarlo, debbono prendere per mano lui, la moglie e le figlie (cfr. Genesi 19:14-16).

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Affermare che Dio non opprime implica errato bestemmiarLo, come


Giobbe, per le nostre piaghe; sostenere che noi non sappiamo raggiungere lOnnipotente perch Egli non tiene conto delle opinioni di chi si crede
sapiente e si pensa scopo e fulcro della Creazione al punto da vestire
in Elohim una propria immagine, facendone un Dio dotato di membra
involge una logica divina affatto diversa dallumana e tale da rendere temibile Iddio proprio perch si sottrae alla nostra conoscenza.
A confermare lerrore di ritenere luomo fine della Creazione perch creato, da Elohim, nel sesto giorno, intervengono il 38 : 4 di Giobbe [in cui Jhwh
chiede: doveri tu, uomo, quando Io stabilivo le basi della Terra?] e il successivo 40 : 28,29 [dove Jhwh sguita: concluderai forse tu un patto con il
leviatano, il re delle fiere superbe (41 : 26), la cui doppia corazza impenetrabile, e giocherai con esso come con un passerotto, ingabbiandolo per trastullare le tue figlie?]. E a stigmatizzare la differenza fra la logica divina e
lumana Jhwh dice: Io ho creato lippopotamo al pari di te (40 : 15); esso
mangia erba come il bue [sicch rientra nella categoria degli erbivori]; con
lippopotamo creai per anche i monti; i quali offrono i loro prodotti a deliziare il tuo bestiame, mentre lippopotamo [sovvertendo le vostre categorie]
si crogiola nella palude, fra il folto [selvaggio] delle canne (40 : 15-21).227
Il discorso, che il giovane Elihu oppone a quello dei tre vecchi sapienti, e le argomentazioni di Jhwh schiudono a Giobbe una nuova vestizione
del divino nel Dio del secondo capitolo del Genesi, il quale cre luomo
prima della Terra affinch facesse salire lacqua nei canali per irrigare il suolo
e farvi crescere ogni sorta di piante (Genesi 2 : 4-9). Alluomo = scopo della
Creazione, Jhwh sostituisce pertanto luomo = servo dellordine cosmico e separato dalla realt da membra che gli fanno contrapporre in buoni e in
cattivi enti che 1 Timoteo 4 : 4 afferma tutti buoni e nessuno dei quali
da spregiare quando venga santificato dal nostro colloquio con la Parola di Dio .
Sono frasi, queste di Paolo, che ripetono quelle del Giobbe il quale, dopo
i discorsi rivoltigli da Jhwh e da Elihu, dice (40 : 4): Ecco, mi sento adesso
ben piccino; come potrei replicare a Te, Dio?. E nel 42 : 3-6 sguita: Senza
nulla sapere ho parlato di cose troppo superiori a me: ho denigrato la provvidenza divina senza comprenderla. Ora io Ti interrogher, [Dio], e Tu mi istruirai [non pi facendomi sentire oppresso da piaghe, bens grazie al colloquio
con la Parola di Dio , rivelata dalle Sue opere (dai Suoi angeli)]. Finora Ti
conoscevo per sentito dire [ossia accettando supinamente opinioni di sedicen227 Testo oscuro, secondo lesegesi tradizionale. Esso implica invece che noi impropriamente scindiamo e opponiamo, oppure colleghiamo, gli enti in categorie mentali alle quali attribuiamo le stigmate della
realt, mentre lo scindere e il connettere stanno unicamente nel pensiero e non nelle cose, rileva
Aristotele nel Metafisica 1027b29-31 (cfr. nota 48).

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ti sapienti dei quali, secondo Elihu, Dio non tiene conto alcuno]; ora i
miei occhi Ti hanno visto, Dio [i.e.: ho conosciuto il volto che nascondesti
perfino a Mos - cfr. Esodo 33 : 22,23]. Pertanto mi ricredo e mi pento, cospargendomi di polvere e cenere [per avere attribuito vestigia umane al Dio che
noi non sappiamo raggiungere, ha invece sottolineato Elihu].
7.5 LUMANIT

SI SALVA SALVANDO A S

IDDIO

Ezechiele 14 : 14-20 loda in Giobbe uno dei tre giusti fra gli uomini;
invita cos a cercare lumi sullistruzione impartita da Dio a Giobbe.
Nel 38 : 1-39 : 29 il profeta immagina, per consolare un popolo esiliato in
Babilonia, che Jhwh abbia sollecitato un Gog pagano a muovere le sue
armate contro il popolo di Dio, che viveva senza mura n porte, per
annientare poi laggressore scatenandogli contro terremoti, grandine, fuoco
e zolfo. Jhwh agisce cos, rileva Ezechiele, affinch le genti vedano quanto si mostrer santo (38 : 10-23).
Chi legge questo racconto non ha dubbi nel far consistere la santit di
Jhwh nellaver escogitato il piano machiavellico per cui Egli, al fine di farsi
riconoscere Dio dalla Casa dIsraele (39 : 28), ha dapprima mosso Gog ad
aggredirla, per fare poi distruggere laggressore dallira dellordine cosmico.
Senonch, al racconto dellannientamento di Gog e delle sue orde, Ezechiele premette una descrizione affatto diversa della santit di Jhwh. Nel 37 : 16-19 scrive:
Mi giunse la parola di Jhwh : Prendi un legno e scrivici sopra Giuda e gli associati figli di Israele; poi prendi un altro legno e scrivici legno di Efraim e di tutta
la restante Casa di Israele. Li avvicinerai luno allaltro in modo da formare un solo
legno e li terrai uniti nella tua mano. E quando ti si chieder di spiegare il tuo
gesto risponderai: cos ordina Jhwh, il mio Dio [...]. Render il legno di Giuda e
il legno di Efraim un legno unico, ed essi staranno per sempre uniti nella Mia mano.

Nel 37 : 27,28 lo Jhwh che render Efraim e Giuda un unico legno riprende
a dire: [Per raggiungere il Mio fine] elegger dimora presso di loro [i.e. presso
le trib nemiche], affinch riconoscano [poi] in Me Colui che santifica Israele,
quando stabilir per sempre il Mio Santuario in mezzo a loro. Ci avverr,
chiarisce il 37 : 28, quando dopo che negli ultimi giorni [dellevo di opposizione dei contrari, nel quale Jhwh viene vestito in Elohim ] avr mosso le orde
di Gog contro Israele [Efraim e Giuda] riconosceranno in Me Colui che ha
condotto in esilio il Suo popolo eletto per condurlo poi nel suo Paese [nella Terra
Promessa], senza lasciare alcuno laggi.
Le chiose in parentesi quadre ribaltano le letture tradizionali del passo, le quali
fanno di Elohim e Jhwh ununica vestizione del divino; la transizione dalla opposizione allamicizia dei contrari emerge per limpida quando Ezechiele smette di
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inserire un intermezzo palesemente allegorico nel discorso vertente sulle intemperie del suo tempo, per vaticinare il futuro radioso che dopo millenni e
incerto tuttora attender lIsraele di Jhwh . Nel 39 : 25-29 Jhwh infatti dice:
Muter ora la sorte degli esiliati in Babilonia e Mi far commuovere a favore
della loro Casa [...]. Essi scorderanno il vergognoso loro passato e le infedelt commesse contro di Me; abiteranno sicuri e nessuno pi li far tremare [...]. Da ora
in poi sar geloso del Mio santo nome [i.e.: non lo lascer pi manomettere] [...]:
far uscire Israele dalle nazioni nemiche; chiamer il suo popolo a testimoniare la
Mia santit alla pluralit delle nazioni [...]; non distoglier pi il volto da loro, poich spander il Mio Spirito sulla Casa dIsraele: oracolo di Jhwh.

Jhwh implica cos un precedente evo in cui si fa vestire in Elohim : in


divinit di un mondo che oppone i contrari e divinizza lumana sudditanza
alle membra.
A vietare per dintendere che Dio assuma prima le sembianze di Elohim, poi
quelle di Jhwh, il 37 : 1-13 di Ezechiele, dove si sottolinea che Jhwh a far
rizzare in piedi, con il Suo soffio, la distesa di ossa inaridite degli eventi che
non trovavano vita ossia giustificazione logica del concorrere anchessi ad attuare lordine cosmico nellorizzonte di Elohim. dunque lo Jhwh, armonizzatore dei contrari, a dare vita allo Elohim, che li oppone.
Ezechiele, pertanto, pone laccento sul fatto che Jhwh assolutamente primo e
potenzia, in Elohim, una Sua vestizione che, poich Lo precede nel tempo, chi oppone i fatti portato a considerare Suo potenziante. In modo in sostanza analogo,
2 perch mostra che esso nasce in
Euclide pu assumere primario lapotome 2 
circolo con il suo potenziante, che da esso invece potenziato (cfr. nota 184).
Poich traduce il Tetragramma Jhwh in il Signore, la tradizione esegetica ha
di fatto cancellato met della Bibbia, arroccandosi proprio sulla met morta, che
solo il soffio di Jhwh fa rizzare in piedi. Il che non ha leso la religione, che anzi
promosse la cancellazione, ma involge linsipienza teoretica occidentale (cfr. p. 94).
Col tenere in vita la sola met della Bibbia che vede Jhwh di spalle (cfr. Esodo
33 : 22,23), il pilotaggio egizio-aquinate della storia ha infatti estromesso dagli
orizzonti lo Jhwh che, in Isaia 66 : 22-24, dice: Far esistere davanti a Me nuovi
Cieli e nuova Terra, dove saranno visti come cadaveri coloro che a Me si ribellarono [sostituendo lopposizione allamicizia dei contrari]. Sembra per non lontano il giorno in cui si dovr reistallarLo sugli altari, se si vorr arrestare lerompere esponenziale di patimenti che gi oggi sta minacciando la concezione
occidentale di mondo, a causa delle contraddizioni che ne corrodono lordito.
Il dimezzare la Bibbia, non ha infatti neppure concesso, alla met tenuta in
vita, di risultare esente da contraddizioni: un testo quale p. es. il 23 : 19 di Numeri
Dio non figlio di uomo, soggetto a pentirsi stride contro 3 : 12,13 della
2 Lettera di Pietro, dove si adduce che il giorno [del ritorno] di Dio verr gra~ 183 ~

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zie allavvento di Cieli nuovi e di una nuova Terra, nei quali soggiorner giustizia; il che la implica assente nel precedente evo. Pullula inoltre di testi, la
Bibbia tenuta in vita dallOccidente, dei quali il lettore cercherebbe invano traduzioni coerenti. Emblematici in proposito sono i versetti 20-22 del Salmo 31,
una traduzione coerente dei quali data solo dalla Koren Publishers, che testimonia come fra i biblisti israeliani vi sia tuttora chi non riconosce altra autorit che la mente (cfr. nota 238). Traduce:
Oh, how great is thy goodness, which thou has laid up for those who fear
thee; which thou hast performed for those who trust in thee in the sight of the
sons of men! Thou hidest them in the covert of thy presence from the plots of
men: thou shalt keep them secretly in a pavillon from the strife of tongues.
Blessed be the Lord: for he has shown me his marvellous love in a strong city.

Se si prescinde dal the Lord che testimonia come sia universale e pervicace il vezzo occidentale di estendere a Jhwh un appellativo addicentesi soltanto a Elohim ,228 la traduzione Koren ritorna a riflettere puntualmente
assunti della sapienza teoretica antica. Recita infatti: Grande , Dio, la bont
della quale hai gratificato coloro che [non conoscendo la Tua lingua] Ti
temono e della quale hai colmato quelli che [conoscendola] nella [pur limitata] visuale dei figli di uomini, hanno in Te fiducia. Gli uni nascondi
nellombra del Tuo volto, al riparo delle trame degli uomini; gli altri proteggerai, nel segreto di una Tenda [nel Santo dei Santi], dalla conflittualit di
lingue [che oppongono i contrari]. Benedetto [dunque] sia Jhwh, perch mi
ha mostrato [dice Davide] il mirabile Suo amore per una citt forte, [sia
essa costruita da chi capisce la Sua lingua, sia da chi non la comprende].
Nascondere nellombra del volto di Jhwh chi, non conoscendoLo, Lo teme [e si
rifugia in Elohim ], implica sostituire, al Dio di giustizia di Giobbe 37 : 23,24 (cfr.
p. 180), la divinizzazione di opposizioni dettate dalle membra. Mentre il Salmo 31
benedice Jhwh perch ama sia le citt allineande alla Sua lingua, sia quelle di coloro che a Lui si ribellano (cfr. Isaia 66 : 22), a chi non in grado dintendere cose
giudicabili solo tramite lo Spirito Santo, queste appaiono follia, afferma 1 Corinzi
2 : 14,15,229 perch trasferiscono cose sante sul piano della logica umana. Priva di
228 ridicolo tradurre in the Lord il Tetragramma Jhwh (
) del testo ebraico che la Koren Publ.
trascrive nella pagina a fronte: implica Jhwh dicibile in ebraico ma non in inglese.
229 In due accezioni 1 Corinzi usa la parola sapienti. Nello 1 : 22-28 Paolo scrive infatti: Non vi sono
sapienti n potenti n nobili fra coloro che Ges salva con il dono della Fede; Dio ha scelto [di salvare con
essa] ci che nel mondo stolto [proprio] per confonderne i sapienti. Nel 2 : 6,7 Paolo parla invece di una
sapienza affatto diversa: Per i maqhtaiv dice e per i compiuti (tevleioi) in grado di coronare la Fede in
Agape = Amore per Dio, Egli ha preparato una sapienza non di questo mondo secolare n di chi lo domina,
ma divina e avvolta nel mistero, a lungo nascosta, preordinata prima dei secoli per la nostra gloria e, aggiunge il 2 : 9, addicentesi a coloro che amano Dio avendolo visto.
Questa duplicit di sapienze spiega come la Koren Publ., pur traducendo Jhwh in the Lord per adeguarsi ai dogmi della maggioranza, sia venuta a capo del Salmo 31, impervio ai saccenti occidentali.

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senso e folle, secondo questa, infatti una vestizione del divino che perdona chi
bestemmia Cristo perch Dio lo ha voluto Figlio di uomo (cfr. p. 172) , ma
punisce chi dice parola contro lo Spirito Santo, il quale illumina ogni atto di Dio
(cfr. Salmo 104 : 24 in p. 86). E assurda appare, nellorizzonte umano, una giustizia
divina che accoglie nella tenda di Jhwh anche chi ne offusca il volto; n potrebbe giustificarsi uno Jhwh che si fa santo, santo, santo Sabat - Dio di eserciti
(cfr. Isaia 6 : 3), ma usa misericordia verso i disobbedienti (Romani 11 : 32), dunque verso coloro contro i quali muove i Suoi eserciti. Per salvare costoro deve
operare, Jhwh, secondo una logica che, opponendosi a quella dellElohim nel quale
si veste, fa confermare a Isaia nel 55 : 8 del suo Libro: le vie di Jhwh non sono le
nostre: sostituiscono infatti, alle opposizioni umane, unit compiute che coordinano i contrari in sistematica e duratura lordine cosmico la attesta tale amicizia.
Sistematiche e durature risulteranno per le unit compiute, con le quali luomo si allinea alle divine, solo se lumanit le render e conserver tali: cos vuole
lavere, Dio, affidato alla nostra libert la funzione di portare a compimento la
Creazione. Ed delega implicante che, fra le complementarit nelle quali si estrinseca la verit, debba ritenersi basilare quella che Efesini 4 : 9,10 afferma essere la
unit atta a far salire [in Cielo] e che, formata da Fede e conoscenza posseduta dal Figlio di Dio specifica il 4 : 12,13 rende compiuto (tevleion) luomo e capace di realizzare in s la plenitudine (to; plhvrwma) del Cristo.230
A rendere compiuto luomo lAgape dice 1 Corinzi 13 : 1 (cfr. p. 168) , ed
agevole chiarire perch. Funzione politica della Fede corroborare la morale; se
invece, come finora in Occidente, si fonda su Fede la morale, questa soggiace alla
labilit della Fede, sicch questa quando si raffredda come previsto da 1 Timoteo
3 : 15-4 : 1 chiede di essere integrata con lAgape = amore per la conoscenza posseduta dal Figlio di Dio, la quale permette appunto di recuperare a Dio le pecore
230 Il fatto che la plenitudine accolga anche la Fede in cose sperate e invisibili (cfr. Ebrei 11:1) scandalizza solo chi resti ancorato allopposizione dei contrari e privilegi la fede dei moderni ismi nella realt che si
tocca con mano. A chiarire allo scrivente quale sia il genere di realt perseguito dalla Bibbia stato il casuale
incontro con una madre la quale, complimentata per laureola di serenit che le irradia il viso e per la pacata
armonia delleloquio, ha risposto: Io invece ho molto sofferto in questa vita. Il Signore ha preso con S il mio
unico figlio, vittima di un incidente nel fiore dellet. La Madonna, per, mi ha poi donato il Bambino suo.
Linnesto, su Fede che sposta le montagne (Matteo 17:20) dellofferta a Dio, in olocausto delle membra quali arma per la Sua giustizia (Romani 6:13), dona alluomo, tramite il colloquio con cose invisibili e sperate, la grazia che positivismo e gli altri ismi non possono dare perch dimenticano che la conoscenza della Natura non fine a se stessa lo solo per i cattedratici, ai quali d pane e companatici ,
ma trova ragione di essere nel rendere vivibile la vita delle masse: dei poveri e degli afflitti (cfr. Isaia
49 : 13, 66 : 2), la cui essenza marcata da ignoranza e dolori. Vincere il male nel bene, come vuole
Romani 12: 21, possibile solo se si ascende in orizzonti diversi da quello delle membra, nel cui mbito
il male nasce e ha campo. Ecco perch i magniloquenti ismi, che fondano il reale sulle membra, sono
approdati solo a rendere accessibili, alle masse, i prezzi delle droghe. Il che un ulteriore passo verso il realizzarsi della finalit mirata dalla impostazione egizio-aquinate della storia dellumanit (cfr. pp. 131 sgg).

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smarrite. Sostituire alla dualit fede/non-fede la complementarit Fede e Agape


dove hJ ajgavph oujdevpote pivptei - lAgape mai decadr (cfr. 1 Corinzi 13 : 8)
salva morale e Fede dal dissolversi; infatti, sguita Paolo nel 13 : 9,10, la conoscenza, imperfetta finch gignwvskomen ejk mevrou" kai; ejk mevrou" profhteuvomen conosciamo [opponendo] parti, [sicch] vaticiniamo su parti [di realt], si evolver
fino a fare scomparire nel tevleion - compiuto, ci che parziale (to; ejk mevrou").
Morale nuova sar dunque quella fondata sul volto di Jhwh (cfr. 42 : 4 di
Giobbe ), ossia sullindagare nel modo dovuto il creato: se diventerete Miei discepoli dice Ges in Giovanni 8 : 31,32 conoscerete la verit, che vi render liberi (gnwvsesqe th;n ajlhvqeian, kai; hJ ajlhvqeia ejleuqerwvsei uJma` "): vi sottrarr alla
sudditanza a membra snaturate dal parzializzare le unit compiute che le santificano in arma da offrire a Jhwh per la Sua giustizia (cfr. Romani 6 : 13). Salvare Dio
agli uomini diventa allora fulcro della salute della Fede e della morale: per salvarle
necessario affrancare il divino da corresponsabilit nella presenza del male nel
creato: ed franchigia conseguibile se il colloquio col divino (cfr. 1 Timoteo 4 : 4)
ci far integrare mali e membra, Fede, immoralit in unit compiute nelle quali
risultino complementari alle entit cui la soggezione ai sensi altrimenti le oppone.
Tenute nella mano dallo Jhwh di Ezechiele 37 : 15-28, le unit compiute
sono rese eterne da un Dio che per avendo affidato alluomo il compiere la
Creazione senza implicare corresponsabilit divine vuole lumanit indipendente da Lui. Bont esige allora che Jhwh si vesta in Elohim ed elegga presso genti
succube delle membra la dimora e qui edifichi il Suo Santuario (cfr. p. 182).
Col farsi Dio di unumanit che contrappone i contrari lo Jhwh, che ci fa dare
a viventi nomi diversi dai divini, induce Giobbe a rimproverare al Creatore, nel
19 : 8 del suo Libro, di sbarrare alluomo la strada e spargere tenebra sui suoi sentieri. Affermando poi, per, che funzione del malvagio e retaggio del violento
preparare labito che a suo tempo [quando si superer il conoscere opponendo parti
della realt] il giusto indosser, Giobbe si allinea, nel 27 : 13,17, allimpostazione
egizio-salomonica della storia. Ed era invero nella logica delle unit compiute che il
problema della labilit della Fede facesse ri-tracciare il percorso che port la Bibbia
a concretare la pienezza di Ges nella complementarit di Fede e conoscenza Sua.
A confermare che, a far indossare alluomo labito promesso da Jhwh, sono solo
le unit compiute introdotte dalla complementarit di Fede e conoscenza para-divina,
la filosofia laica ha dedicato grande impegno. Alla Fede al cui declino collabor
con pari zelo la Congregazione anti-ecclesiastica, arroccata sullopporre i contrari, confid di poter sostituire la conoscenza, affrancando lumanit dal cos detto
oppio dei popoli. Senza porre mente a che opposizione dei contrari e Fede formano un tuttuno unito da reciproca correlazione di necessit e sufficienza , ha
ignorato che, mirando a eliminare la Fede, minava altres il terreno sul quale cam~ 186 ~

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minava: estendeva al Tutto cosmico opposizioni dettate a noi dalle membra, per sopprimere poi la Fede: solo rimedio capace di salvare i sensi dalla instabilit.
A eliminare la Fede, la Congregazione laica ha creduto di poter giungere affidando allistruzione tuttora basata sullopporre le cose la funzione di costruire
unumanit nuova e pi evoluta perch affrancata da dipendenza dallo oppio dei
popoli. Che tentativi siffatti oggi qualificati progressisti testimonino invece
infantilismo implicito nel 14 : 4 di Giobbe : mai renderai puro limpuro.
Conati infantili li attesta 11 : 1-4 di Genesi : Credendosi possessori di un labbro
solo e di uguali parole, gli uomini si applicarono a fabbricar mattoni cotti col fuoco,
da sostituire alle pietre [create da Dio] e con cui costruire una citt con torre la cui cima fosse nei Cieli. Jhwh, narra per lo 11 : 7-9, discese a confondere la loro lingua,
sicch non si compresero pi e cessarono di costruire la citt [di mattoni]. Suo nome
fu Babele [= Porta (che aprir) a Dio], perch Egli confuse il labbro di tutta la Terra.
Proprio a fabbricar mattoni, si legge in Esodo 5 : 6-19, i sacerdoti di Ammon
istradarono il giovane dunque succubo delle membra popolo dIsraele, che
Mos guid poi verso la Terra Promessa. Mos narra Atti degli Apostoli
7 : 20-22 fu tirato su dalle acque [i.e. dallinfinitudine] dalla Figlia di Faraone,
che lo nutr come figlio educandolo secondo sapienza egizia, cos da renderlo
potente in parole e opere. Figlia sta dunque per sapienza, e a questa alludono i vasi di ori, argenti e vesti, che le donne ebree ebbero dalle egizie per farli
indossare a suo tempo ai figli (Esodo 12 : 35,36).
LOccidente ha dunque pagato col sangue, e paga con il dilagare delle droghe, tentativi, gi stigmatizzati nel mito di Babele, di sostituire la sapienza umana
alla divina per liberare i popoli dallo oppio della Fede. Come per anche questa
estrema assurdit rientri nella Creazione tutta bella, cantata in 1 Timoteo 4 : 4,
chiarito dallimpostazione egizio-ebraica della storia:231 ferma restando la libert della
umanit di suicidarsi, la pretesa di sostituirsi a Dio esita in apoteosi delle droghe,
confusione, immoralit e conseguenti patimenti che porteranno al ritorno del Cristo
unto da Dio: questo il significato della Babele = Porta che aprir a Dio.
In 7 : 6 si mostrer come le Sacre Scritture colleghino le pseudo-realt fabbricate
dallinfantile laicismo occidentale, e la conseguente esplosione dellimmoralit, alla
mancata conoscenza degli statuti cosmici, resi visibili nella Creazione, dunque accessibili perseguendo la sapienza in pietre create da Dio anzich solo nei mattoni fabbricati dalluomo [i.e. nelle sole categorie]. Ad allineare luomo alla realt cosmica
sar pertanto il perseguirla nelle opere della Creazione anzich nellangusto comparto
del buono o cattivo, nella complementarit di Fede e conoscenza, anzich nel fatuo
orizzonte delle nostre membra, nellunit Jhwh - Elohim anzich nel solo Elohim.
231 dunque la Bibbia a fare tradurre in alcunch di concreto il fr. 124 di Eraclito: quella che alluomo appare accozzaglia di detriti gettati a caso invece istitutiva del pi bello fra i mondi concepibili.

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7.6 PERCH

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DEBBA ESSERE CROCIFISSO E RISORGERE

Nel 22 : 1-13 di Matteo Ges racconta la parabola del Re che, alla festa di
nozze del Figlio, accoglie tutti coloro che, buoni o cattivi, sincontrano nei
crocicchi delle vie, ma fa poi gettare nelle tenebre, dove sar pianto e stridore di denti, chi si sar presentato alle nozze senza indossare veste nuziale.
A rispondere allinvito del Re senza indossare abito appropriato sembra
suggerire il 16 : 24 di Matteo chi non rinnega se stesso: lessere asservito alle
membra e allopposizione dei contrari. per, questo, assunto frettoloso e di assai
breve respiro: infatti le membra, che allontanano dal divino, sono poi quelle
medesime le quali, pressate dai patimenti cos provocati, muovono luomo a riaccostarsi a Dio; nel 13 : 14,15 di Matteo Cristo fa Suo il 6 : 9-13 et il 19 : 22-25 di
Isaia, dove appunto sono i colpi che feriscono per guarire a muovere lEgitto a
costruire la strada che lunir in amicizia alla nemica Assiria. In ostentata contraddizione con il ripudia te stesso altres il 139 : 14 dei Salmi : luomo fu
creato perfetto, dunque in modo non ripudiabile. Sono le contraddizioni scrive Platone nel Repubblica 523b9-c4 a innescare un procedere dialettico che istrada lintellezione verso verit; si pertanto indotti a pensare che le Scritture vogliano essere accostate dialetticamente da chi vi cerchi coerenza e specifichino quindi
anche la consistenza della veste da indossare per le nozze con Cristo. La determina il 55 : 8 di Isaia : con il sottolineare che i pensieri di Dio non sono i nostri
e le nostre vie non sono le Sue, stabilisce che da rinnegarsi la pretesa di estendere allintero universo le contrapposizioni dettateci dalle membra; il che provoca
patimenti che innescano il processo di redenzione da esse stesse promosso.
A confermare che la Bibbia chiede di essere accostata dialetticamente il
5 : 3-5 di Romani : noi dobbiamo trovare motivo di gaudio perfino nelle tribolazioni (ejn tai`" qlivyesin), perch sono queste a condurci allamore di Dio
(allajgavph tou` Qeou` ); ed assunto che si allinea al 119 : 71 dei Salmi :
bene fu per me essere stato afflitto perch imparassi la Tua Legge, Jhwh .
Accertare che le Sacre Scritture vogliono che siano tribolazioni e afflizioni,
causate dalla nostra servit alla legge delle membra, ad aprirci allamore per il
divino dunque allamicizia dei contrari e al ritorno in Eden invita a indagare se la soggezione delluomo alle membra sia da porsi in relazione con il
fatto che Ges, per salvare lumanit, debba essere stato crocifisso e risorgere.
Chiedersi perch la salvezza dellumanit esiga due interventi del Cristo, separati
dal Golgota, domanda basilare per venire a capo dellimpianto logico del Cristianesimo; a impedirle di emergere nei capitoli precedenti fu il preconcetto che il Dio
dellamicizia dei contrari non possa, escludendo la mente, affidare solo a colpi inferti per guarire come luomo che il Proverbio 13 : 24 invita a devolvere alla verga
leducazione dei figli la funzione di ricondurre a Lui lumanit cacciata da Eden.
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Attribuire a Dio intenti siffatti preconcetto da disattendersi per almeno


tre motivi: 1. - Ges, poich destina i Vangeli a condurre verso salvezza unumanit dominata dai sensi, deve adottarne la logica; 2. - il 5 : 3-5 di Romani
attribuisce alle tribolazioni la funzione di guidare luomo verso la divina
amicizia dei contrari dunque verso le unit formate da membra e mente , sicch il conoscere non facolt innata nelluomo, ma conquista sostitutiva delle pulsioni indotte in noi dalle membra (cfr. Aristotele, Problemi
955b25-38); 3. - nel 4 : 1-5 di 1 Timoteo Paolo scrive che solo dopo lo
allontanarsi di alcuni dalla Fede, previsto dallo Spirito Santo, si ascender
dallopporre i contrari, dettato dalle membra, allo scorgere ogni anfratto della
Creazione santificato dal nostro colloquio con la Parola di Dio, dunque bello.
A ritornare in Eden devessere, daltronde, chi da Eden fu espulso perch
indotto dalle membra da lusinghe del serpente e della donna a mangiare i
frutti dellalbero che oppone al male il bene; da qui la guerra, che le membra
muovono alla mente, e da qui il rischio che il compiersi della Creazione e la
salvezza dellumanit vengano messe in forse dallumana soggezione alla carne.
Non suscit tribolazioni, a suo tempo, n provoc scandalo, il leggere, in Galati
4 : 24 (cfr. p. 137), che due sono le Alleanze: alla Gerusalemme di ora, che aizza
luno contro laltro i contrari, quella celeste far subentrare lallinearsi delluomo
alla Legge del Dio che li pacifica : pace e guerra giostrano invero entrambe nel medesimo orizzonte. Scandalo provoca invece, nel Pietro che soggiace a pensieri umani
(cfr. Matteo 16 : 21-23), lapprendere che le due Alleanze saranno separate dalla
Crocifissione: questa infatti involge morte di una logica lumana e nascita di
unaltra, che accoglie in amicizia i contrari, opposti dalla umana, e senza pacificarli: come lIdea di Platone (cfr. Fedone 105a2-7), nessuno di essi ammette in
s pertinenze del suo contrario. Al che si uniforma il 10 : 34-36 di Matteo :
Non crediate dice Ges che Io sia venuto a portare pace sulla Terra: non
pace sono venuto a portare, ma spada: a separare il figlio dal padre, la figlia dalla
madre, la nuora dalla suocera: nemici saranno alluomo i suoi familiari.

Separare dal padre il figlio porre laccento sul fatto che lordine cosmico vuole
nel padre colui che comanda e insegna, nel figlio e nei familiari coloro che obbediscono e apprendono: maestri e comandanti che mirano ad amicarsi scolari e subalterni tradiscono la loro funzione cosmica e causano, nella citt, il disordine oggi
trionfante. Elevare le pulsioni pacifiste delle membra a canone cosmico sovvertire lordine naturale; implica sguita Ges nel 10 : 38,39 che chi avr trovato [nelle membra] la vita la perder, mentre chi, ripudiando lasservimento ai sensi,
accetter la propria croce, ritrover [nellallinearsi allordine cosmico] la vita.
Paolo aiuta ad appurare in quale modo si generi la separazione fra chi, seguendo il Cristo che porta spada e non pace, trova la vita nello adorare il Creatore
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e il pacifista che invece la perde adorando le creature, ossia le membra. Dove


conduca ladorar creature detto in Romani, dove Paolo descrive la situazione di
estrema immoralit che rende invivibili le citt dedite al culto dei sensi; ed
descrizione interpretabile essa stessa in modo antitetico da chi vorrebbe pacificare i contrari e da chi invece segue Ges nellusare la spada. Nel 1 : 26-32 si legge:
Iddio ha abbandonato a passioni infami coloro che hanno adorato e venerato
creature anzich il Creatore: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in
rapporti contro natura; ugualmente gli uomini, abbandonando il naturale rapporto
con la donna, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri fino a commettere
atti ignominiosi uomini con uomini e a ricevere cos la punizione addicentesi a
tale traviamento. E poich costoro hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Iddio
li ha abbandonati in bala di una mentalit depravata, fino a commettere atti indegni, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagit, di cupidigia, di
malizia e di invidia, cos da privilegiare lite, frode, cattiveria e omicidio e da farsi
maledicenti, calunniatori, odiatori di Dio, insolenti, superbi, orgogliosi, inventori di
male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore e misericordia. Pur conoscendo il decreto di Dio per cui quelli che compiono tali atti sono degni di morte,
essi non soltanto li compiono, ma approvano chi li compie.

Merita appena un breve cenno il fatto che questa descrizione della citt
abbandonata da Dio, se letta isolatamente, possa generare pensieri antitetici: ai nemici della Chiesa, infatti, essa si presta a porgere di che decretare il fallimento del Cristianesimo: la situazione che descrive assumono
costoro quella medesima che, dopo due millenni, caratterizza tuttora le
citt dellOccidente sedicente cristiano.232
Anche per quando Paolo scrive, nel 4 : 24 di Galati, che due sono le
Alleanze, formula un pensiero suscettibile di essere letto in pi modi; per
il fedele che oppone i contrari, unAlleanza quella, umana, del Sinai e
della Gerusalemme odierna, schiava dei sensi, che schiera nemiche Giuda
ed Efraim; laltra Alleanza quella, celeste, della Gerusalemme dello Spirito,
che vedr amiche, cio complementari le due trib, quando diventer
realt lamicizia predicata, come finalit da raggiungere, nei Vangeli.233
232 Chi si accontenta di questa conclusione non considera ci che si legge nel capitolo 24 di Matteo:
Quando [per il dilagare dellimmoralit] si raffredder lamore dei molti [per il divino] (24:12), interverr (24: 21) una tribolazione quale mai avvenne finora n mai pi avverr [la Crocifissione di Ges?];
proprio allora nel Cielo comparir subito poi (eujqevw" de; meta; th;n qli`yin) il segno del figlio delluomo,
ed egli verr, al di sopra delle nubi, con grande potenza e gloria (24:29,30).
Cosicch la grande tribolazione, alla quale assistiamo oggi e che dai nemici della Chiesa viene considerata morte del Cristianesimo, prelude invece secondo le Scritture proprio alla risurrezione del Cristo.
233 Cfr. p. es. il 5 : 44,45 di Matteo: Amate i vostri nemici e pregate per chi vi perseguita, perch
siete figli del Padre vostro che fa sorgere il sole sui malvagi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli
empi. Siate dunque compiuti (tevleioi), come compiuto il Padre vostro celeste, incalza il 5:48.

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Gerusalemme celeste si presta a essere considerata quella ultraterrena


ed questo, anzi, lassunto privilegiato dagli attuali catechisti ; comunque
anche chi deduca, p. es. dal 3 : 12,13 della 2 Lettera di Pietro (cfr. p. 45),
che celeste debba intendersi la citt che si allineer alla giustizia divina
ossia allamicizia dei contrari testimoniata dal nostro Cielo deve convenire che una citt siffatta tuttora alquanto lontana dal realizzarsi.
In entrambi i casi, pertanto, la Crocifissione non si frammette a separare
limmoralit delle citt di oggi da quella descritta nello 1 : 26-32 di Romani,
ma evento che trova esaustiva ragione di essere nella malvagit degli uomini: nella loro schiavit alla carne. Ed asservimento il quale, secondo i credenti, non contrasta con la perfezione delluomo (cfr. Salmo 139 : 14) perch
fummo tutti dotati della libert, che consente di affrancarci dalla schiavit
ai sensi per conseguire la pacificazione, ossia lamicizia, di spirito e carne.
Non sgomenta infatti chi fa consistere la nuova Alleanza nel pacificare i
contrari neppure il fatto che lunit di Fede e conoscenza, predicata in Efesini
4 : 9-14, verrebbe a concretarsi in una conoscenza fideistica manifestamente deteriore rispetto a quella posseduta dal Figlio di Dio; la conoscenza del Figlio di
Dio (la ejpivgnwsi" tou` uJiou` tou` Qeou` ) pu per farsi consistere, pi semplicemente, nella conoscenza dei Vangeli: ed chiaro che la conoscenza delle
Scritture posseduta da un vescovo pi robusta di quella di un sagrestano.
opportuno pertanto accertare se i Vangeli consentano letture pacificatrici di Fede e conoscenza; ed indagine che si riveler gravida di incisive
rivelazioni attestanti la pertinenza dellinvito rivoltoci da Ges in 10 : 26,27 di
Matteo : Ci che vi dico nella tenebra, voi ditelo in pieno giorno. Nulla vi
di nascosto cui non si debba togliere il velo (o} oujk ajpokalufqhvsetai).
LAlleanza che pacifica spirito e carne conseguibile solo mortificando le membra e lopposizione dei contrari; dunque atto lesivo della coerenza delle Sacre
Scritture: le membra infatti concorrono in modo risolutivo al realizzarsi dellamicizia
dei contrari. E mentre le membra ci sono date da Natura, sicch lo Spirito Santo le
ha volute tali da renderci schiavi, il volerle pacificare con lo spirito velleit umana.
Altrettanto contraddittoria la spada con cui Ges separa, in Matteo
10 : 34,35, il figlio dal padre: per il pacifista, la Gerusalemme celeste risulterebbe conseguibile grazie al suscitare opposizioni nella famiglia: il che sancirebbe la vittoria della contrapposizione sulla pacificazione.
La contraddizione implicata dal volgere in pacificazione lamicizia dei contrari
confermata dal 2 : 34,35 di Luca, dove di Ges si dice: A causa Sua molti in
Israele cadranno e [molti] si alzeranno in piedi [cfr. Ezechiele 37 : 4-10]; Egli si far [cos] vessillo di contraddizione (shmei`on ajntilegovmenon): anche la tua anima
[di madre], Maria, la Sua spada trafigger affinch sia tolto il velo (ajpokalufqw` sin) a pensieri di molte menti (ejk pollw` n kardiw` n dialogismoiv).
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Cos dice, in Luca 2 : 34,35, il Simeone che nel 2 : 26 predicato veggente illuminato dallo Spirito Santo e che cos implica limpossibilit di salvare, con una medesima Parola, lintera umanit. A lui sispira Paolo quando, in 1 Corinzi 1 : 21,22, rileva
che Dio, col predicare in stoltezza [la Croce stoltezza (mwriva) per chi si perde
(1 : 18)] involse stolta (ejmwvranen) anche la sapienza umana. E che ci coinvolga
lincompatibilit del concetto di Dio con lopporre i contrari, assunto voluto dal
fatto che questa opposizione e la legge e la Fede che vi hanno campo sono sorrette dalle membra, sicch sono soggette, come la carne, a morte. Lo conferma Galati
2 : 19 verso oscuro, secondo lesegesi : Legge mi fa morire a legge affinch io viva
per Dio (dia; novmou novmw/ ajpevqanon i{na Qew` / zhvsw): per il Dio il quale, buona
essendo ogni cosa creata (cfr. 1 Timoteo 4 : 4), Artefice di amicizia dei contrari.
Cosicch Dio pu salvare tutta lumanit e salvare Se stesso alluomo solo se
spinti dai patimenti causati dal venir meno, con la Crocifissione di Ges, il freno
posto dalla Fede allessere sballottati qua e l da questa o quella dottrina alla
opposizione di bene a male sostituiremo la complementarit dei contrari, allineandoci cos al 3 : 22-24 di Genesi : [Poich] luomo, col conoscere il bene e il male,
diventato simile a Dio, facciamo s che non stenda la mano sullalbero della vita
e, mangiandone, non viva in eterno. E Jhwh scacci luomo da Eden. Da qui anche
il 4 : 1 di 1 Timoteo : Spirito Santo prevede che alcuni si allontanino da Fede.
Fu dunque la labilit delle leggi e della Fede e non solo lopportunit di dare alla
Chiesa una guida consona alle opposizioni cui, per millenni, si sarebbero attenute le masse a muovere Ges a chiamare il Pietro del 16 : 23 di Matteo a guidare le greggi dei
Suoi agnellini (cfr. p. 76): con lo scandalizzarsi per la Crocifissione, Pietro si allinea
infatti sostanzialmente al Simeone di Luca nel non acquietarsi a ritenere la folle predicazione dello 1 : 18 di 1 Corinzi unica Parola del Cristianesimo: assunto cassato altres dal 2 : 4 di 1 Timoteo : Il Salvatore vuole che tutti si salvino e arrivino [a potersi
accostare] alla verit: prima le vittime dellopporre i contrari, poi dopo la Crocifissionerisurrezione pre-figurata dal Golgota e oggi in atto le pecore smarrite. Sono venuto a chiamare a Dio i peccatori, dice Ges in Matteo 9 : 13. E in Romani 9 : 25
incalza: Chiamer Mio popolo il non Mio popolo, e Mia diletta la non diletta.
Urge pertanto chiarire in quale modo un uomo Cristo Ges (a[nqrwpo" Cristo;"
Ij hsou` " - 1 Timoteo 2 : 6) perverr a salvare a Dio anche gli spiriti menzogneri e i
predicatori di dottrine diaboliche (cfr. 1 Timoteo 4 : 1). Lo dir la Crocifissione, se il
Golgota si confermer evento in cui prese corpo la grande tribolazione che, annunciata in Matteo 24 : 21, interverr a separare chi allamore per Dio portato da Fede da
chi arriver invece ad amarLo grazie alla conoscenza posseduta dal Cristo e da Lui
infusa nella pecora smarrita nella quale il Salvatore si reincarner. Ed ecco come le Scritture Sacre parlano della separazione delle due schiere e del formarsi, grazie a questa, della
finalit lajgavph ejn Cristw` / che le accomuner e alla quale il separarle mira.
Al prevedere che negli ultimi giorni (del presente evo) lamore dei molti [per
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il divino] si raffredder (hJ ajgavph tw` n pollw` n yughvsetai - qui Matteo sostituisce a Fede il suo affetto), Ges fa seguire, nel 24 : 13,14 di Matteo, la frase: chi
per perseverer [nella Fede] fino al compimento [del presente evo] si salver.
Solo quando questo Vangelo del regno [dei Cieli] sar predicato a tutte le schiere della Terra abitata, allora h{xei to; tevlo" - verr il compimento [dellevo].
Ci significa che le schiere dei fedeli a Cristo saranno ancora presenti nel
nuovo evo, dove a esse si affiancheranno scrive Paolo nel 4 : 1-5 di 1 Timoteo
quelle dei taluni i quali, sedotti da spiriti menzogneri e da dottrine diaboliche,
[...] perverranno tuttavia essi pure a conoscere la verit ( ej p egnwkov s i th; n
aj l hv q eian ): che ogni cosa creata da Dio buona e nulla da scartarsi [...]
quando ci si innalzi a scorgerla santificata dalla parola di Dio. Accomunati dal
finale conoscere entrambi la verit, i due schieramenti sono separati, chiarisce il
24 : 21-30 di Matteo, dalla grande tribolazione, quale mai avvenne dallinizio del
mondo fino a oggi, n mai pi ci sar [...], e che sar seguita subito poi dalla
comparsa, nel Cielo, del segno del figlio delluomo (tou` uiJou` tou` ajnqrwvpou),234
il quale verr, con grande potenza e gloria, al di sopra delle nubi.
La grande tribolazione del 24 : 21 di Matteo chiaramente quella medesima a causa
della quale il successivo 27 : 51-53 narra che, quando Ges crocifisso ebbe esalato
lultimo respiro, la Terra trem, le rocce si spezzarono e la cortina del Tempio si
squarci in due da cima a fondo e i corpi di molti [potenziali] santi [fra coloro nei
quali la Fede si raffreddata] si destarono e, usciti dai sepolcri dopo la Sua risurrezione [cfr. Ezechiele 37 : 1-13], entrarono nella Citt santa (eij" th;n aJgivan povlin).
La cortina del Tempio, spiega Paolo in 8 : 7 di Ebrei, trova giustificazione nel
fatto che se la prima Alleanza [quella del Sinai, fondata su Fede] fosse stata esente
da difetti (a[mempto"), non sarebbe stato il caso di stabilire una seconda Alleanza:
quella, chiarisce il 4 : 9-14 di Efesini, basata sulla unit formata da Fede e da conoscenza posseduta dal Figlio di Dio. Questa seconda Alleanza aperta, dice il 9 : 12
di Ebrei, dalla Crocifissione di Ges che con il proprio sangue entr per sempre nel
Santuario [con la tenda chiamata Santo dei Santi, specifica il 9 : 3,8,9, lo Spirito Santo ha voluto mostrare che la via al Santuario non era aperta dalla prima Tenda,
la quale parabola del presente evo] , procurandoci una redenzione eterna e, col
metterci al servizio di un Dio vivente, purificando le coscienze da errori mortali.235
234 Questo segno annuncia la rivelazione nella quale esiter la grande tribolazione, comunemente
chiamata apocalisse di Matteo e, con parola genuinamente greca, ajpokavluyi": Kaluyw` infatti
Calipso, la ninfa che vel per sette lunghi anni gli occhi di Ulisse, impedendogli il ritorno in patria.
235 Sottolineando che la prima Tenda dellAlleanza parabola del tempo attuale, Ebrei 9 : 3,8,9 implica che la
sia anche la Fede: per due millenni infatti ha velato, e tuttora vela, gli occhi degli Ulisse che siamo, impedendoci
laccesso alla promessa nostra patria: alla seconda Alleanza apertaci solo grazie alla Crocifissione del Cristo, ossia
alla grande tribolazione e conseguente rivelazione cui ha condotto il provvidenziale pertanto, nei disegni divini
raffreddarsi in taluni dellamore per Dio, previsto infatti dallo Spirito Santo (cfr. 1 Timoteo 4:1). In Ebrei la cortina- kavluyi" chiamata katapevtasma; il Santuario- ta; a{gia chiamato Agia Agivwn = Santo dei Santi.

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NellAlleanza nuova fa dire infatti a Dio lo 8 : 8-12 di Ebrei che stipuler con
la Casa dIsraele e con la Casa di Giuda, e che far diversa da quella stabilita con i
loro antenati, dar le Mie Leggi alle loro menti e le scriver nei loro cuori (didou;"
novmou" mou eij" th;n diavnoian aujtw`n kai; ejpi; kardiva" aujtw` n ejpigravyw aujtouv"),
cosicch tutti Mi avranno visto (pavnte" eijdhvsousivn me): avranno visto lo Jhwh che,
nellevo di Elohim, non si era fatto vedere nemmeno da Mos (cfr. Esodo 33 : 22,23).
Vedere Jhwh dunque accedere alla Sua giustizia; quindi allinearsi allamicizia dei contrari evocata dalla unit di Fede e conoscenza del 4 : 9-14 di Efesini. Affermandola aperta dalla Crocifissione, Ebrei 9 : 12 e Matteo 27 : 51-53 attestano esaurientemente la funzione costruttiva del sangue di Cristo; funzione che
Paolo ribadisce nel 4 : 25 di Romani, dove scrive: Ges fu messo a morte per i
nostri peccati e risorse per allinearci alla giustizia ( kai; hj g ev r qh dia; th; n di kaivwsin hJmw` n). In quale modo ci si allinei alla giustizia divina in virt di conoscenza stato chiarito da Paolo nello 1 : 19-25 di Romani stesso, dove si legge:
Ci che di Dio conoscibile (to; gnwsto;n tou` Qeou` ) reso manifesto agli uomini da Lui stesso. Dopo la Creazione, infatti, le Sue propriet invisibili leterna
potenza e divinit sono rese accessibili al nostro intelletto dalle Sue opere (toi`"
poihvmata kaqora` tai). Non sono perci scusabili coloro i quali, pur potendo conoscere Dio (diovti gnovnte" to;n Qeovn), non hanno dato a Lui gloria n reso grazie, ma
hanno vaneggiato fino a ottenebrare e rendere ottusi i loro cuori. Credendosi sapienti, sono diventati sciocchi e hanno scambiato la gloria incorruttibile del Dio con le
sembianze corruttibili di uomini. Perci Dio li abbandon ai desideri dei loro cuori
fino a scambiare la verit con la menzogna e a venerare creature anzich il Creatore.

Si venerano creature piegando scienze e morale ai voleri delle membra e


allopporre le cose; si venera il Creatore grazie a scienze e morale stabili perch fondate su metafisica che persegue lEssere nelle opere della Creazione: nelle
unit composite, con cui la Dea di Parmenide tutto governa spingendo femmina e maschio a unirsi, e nella unit di Fede e conoscenza del divino capace, secondo il 4 : 9-14 di Efesini, di potenziare lascesa al Cielo: laccesso al
Santo dei Santi della seconda Alleanza.
Evoca per anche la prima Alleanza del Sinai il 5 : 1,2 di Romani dove Paolo scrive: In pace con Dio siamo altres accostandoci alla Sua giustizia in virt di Fede
(dikaiwqevnte" ejk pivstew"): tramite nostro Signore Ges Cristo e mediante la Fede (th`/
pivstei) abbiamo modo infatti di accedere a questa Grazia nella quale ci stata data
pace (ejn h|/ eJsthvkamen) e ci beiamo nella speranza [di farci partecipi] della gloria di Dio.
Le due Alleanze e le rispettive caratteristiche sono descritte anche nella
megaparabola che di fatto il Libro di Giobbe: archetipo, verosimilmente,
dellevolversi dei Vangeli dal predicare in parabole al vedere Dio.
Uomo integro, retto e timorato di Dio, al punto da dire se da Dio
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accettiamo il bene, perch non dovremmo accettare anche il male? ed


domanda che gi Lo presuppone amico del nemico (cfr. nota 233) , Giobbe
tentato da Satana e dalle asperit della vita fino a veder raffreddarsi
lAlleanza basata su Fede: Dio lamenta p. es. nel 9 : 17-31 mi schiaccia
nelluragano e moltiplica senza ragione le mie ferite [...]; quando arrivano calamit, fa perire assieme linnocente e il reo; se ne ride delle disgrazie dellinnocente e lascia la Terra in bala dei malvagi; [...] quanto a me, anche se mi
lavassi con la neve [da Lui mandataci dal Cielo] e pulissi le mani con potassa, Egli mi tufferebbe nel fango e perfino le vesti mi avrebbero in orrore.
Costretto dalle tribolazioni involte dallimpossibilit di recriminare, nellorizzonte
della logica di opposizione dei contrari, giudizi siffatti, Giobbe deduce infine: senza
nulla sapere e conoscendo Dio solo per sentito dire ossia solo in virt di Fede ,
parlavo di cose troppo al di sopra di me; ora Ti interrogher, Dio, e Tu mi istruirai.
Le tribolazioni fanno dunque approdare Giobbe alla medesima risoluzione
addotta nello 1 : 19-25 di Romani : affidano alle opere della Creazione la funzione
di svelare i caratteri costitutivi della eterna potenza e divinit del Creatore. Forte
di questa rivelazione, Giobbe conclude: ora, che i miei occhi Ti hanno visto, Dio,
mi ricredo e pento, cospargendomi di cenere il capo [per aver denigrato loperato divino senza comprenderlo]; per chi conosca il 27 : 51-53 di Matteo, la Lettera
agli Ebrei e il 4 : 25 5 : 1-3 di Romani il dire che i miei occhi Ti hanno visto,
Dio implica essere entrati nel Santo dei Santi della seconda Alleanza.
Consegue che le guide della Chiesa, con il concedere lo imprimatur a edizioni
della Bibbia che commentano il Libro di Giobbe concludendo sulla sua inconcludenza (cfr. nota 225), abbiano voluto ribadire lintento di mirare solo a mantenere salda
la Fede nei devoti a Ges in virt della prima Alleanza, lasciando a coloro, nei
quali lamore si sar raffreddato come previsto dallo Spirito Santo , la funzione
di accostarsi alla seconda Alleanza attraverso autonomi processi di revisione della pretesa di fondare su ragione 236 la concezione di mondo e lordine delle citt. confacente, daltronde, alla logica di amicizia dei contrari non contrastare le altrui tesi
e lasciare allamicizia cosmica la funzione di portare ad adeguarlesi chi le si oppone.
Nelle tribolazioni di Giobbe e nella finale sua ascesa alla seconda Alleanza
e al Santo dei Santi si iterano gli assunti delle antiche profezie del Sanhedrin
97a et dellegizio Neferty, alle quali si ispireranno poi il 37 : 4-10 di Ezechiele
dove Jhwh spande il Suo Spirito sulle distese di ossa inaridite facendole rizza236 LOccidente ha tentato di sostituire alla cristiana una civilt fondata su ragione; alla Fede ha per
fatto subentrare una mente asservita al medesimo angusto campo dellopposizione dei contrari, trascurando il fatto che lumanit succuba di membra le quali, alla mente, muovono incessantemente guerra e
la vincono (cfr. Romani 7 : 23) rendendoci schiavi della legge del peccato, che sta nelle membra: vittoria
e schiavit confermate dallodierno tramonto di tutte le sedicenti ideologie.

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re in piedi e uscire dai sepolcri e infine il regno dei Cieli promesso nei
Vangeli e attuato tramite la risurrezione-rivelazione del Cristo crocifisso.
Il Cielo verr oscurato vaticina il profeta Neferty anticipando la grande tribolazione del 24 : 21-30 di Matteo ed eventi del mondo odierno e gli uomini vedranno
mutarsi in acqua le rive del fiume e lacqua diventare riva; applaudiranno la calata dei
nomadi sul Nilo, a scorrazzarlo e a portare fiere a berne le acque. Uccelli stranieri si
insedieranno nelle paludi del delta e vi nidificheranno accanto alluomo, che li avviciner e amer; la parola nasconder alla vista e alludito le funeste conseguenze che staranno sopravvenendo; si vivr nella confusione, costruendo frecce di bronzo e chiedendo
pane al sangue [...]. La faccia delluomo fa eco il Sanhedrin ebraico diventer
come il muso di un cane: il figlio non avr pi vergogna alcuna davanti al padre. I
luoghi di studio scadranno in lupanari dove si insegner a prostituirsi; i giusti verranno derisi e si disprezzeranno ed emargineranno i timorati di Dio; la scienza delle
Scritture Sacre andr in declino. Gli anziani saranno costretti ad alzarsi al cospetto dei
cadetti, la nuora si schierer contro la suocera, la giovent insulter i suoi vecchi.
Lateo pu imputare siffatte tribolazioni alla malvagit umana; non cos il credente in Dio o nella coerenza e perviet dellordine cosmico: Vecchio e Nuovo
Testamento assumono infatti (cfr. Salmo 139 : 14) che luomo fu creato perfetto
dal Dio al quale non erano nascoste le nostre membra, dunque lumano contrapporre le cose in maligne e benigne: ed assunto che implica Iddio creatore anche della guerra mossa alla mente dalle membra con loffrirsi, queste, al
peccato quali strumenti di ingiustizia (o{pla ajdikiva" th`/ aJmartiva/ - Romani 6 : 13).
Che il Dio biblico abbia creato anche quelli che ci fece chiamare mali
detto nel 45 : 7,8 di Isaia : I am Jhwh, and there is none else si legge nella
edizione della Koren Publishers Jerusalem , I form the light, and create evil: I,
Jhwh, do all these things. Shower, O heavens, from above, and let the skies
pour down righteousness: let the earth open, and let them bring forth salvation,
and let it cause righteousness to spring up also: I, Jhwh, have created it. Ho
creato luomo incalza Jhwh nel versetto 13 affinch si facesse vettore di giustizia e [come Ciro] ricostruisse, senza compenso n doni, la Mia citt; lo ha
creato incalza Paolo nel 6 : 13 di Romani affinch offra le membra a Dio
quali armi per la giustizia divina. Il che testimonia come Jhwh abbia creato
[ci che le membra inducono a chiamare] i mali al fine di operare il bene.
Porre le membra al servizio di Dio e pensarLo creatore di quelli che ci
ha fatto chiamare mali involge ribaltare in amicizia dei contrari lusuale
opporli, indotto dalle membra; restare succubi dei sensi quando la Fede non
si fa pi diga capace di frenare il dilagare del disordine, precipita le citt
nel caos, del quale partecipano infatti largamente gi oggi.
Ges, invero, kata; kairo;n ajpevqanen - mor al tempo stabilito [dallo Spirito
Santo], sottolinea il 5 : 6,7 di Romani ; tempo opportuno quello in cui la
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Crocifissione culmine delle tribolazioni si fa tuttuno (ossia unit compiuta) con


la rivelazione: con la teofania che, sostituendo allopporre i contrari laccoglierli in amicizia, rimuova la seconda cortina e consenta ai Giobbe, la cui Fede si raffreddata,
di vedere [infine] Iddio essendosi fatti istruire da Lui cos da poter accedere al
Santo dei Santi precluso invece al Mos che temeva di guardare Dio (Esodo 3 : 6)
perch, mostrandosi schiavo dellopporre i contrari, aveva ucciso un egiziano colpevole
di aver colpito un ebreo (ivi, 2 : 12), e aperto poi al solo Sommo Sacerdote e nel
solo giorno del Kippur = purificazione dal peccato per significare, in tutta verosimiglianza, che sar aperto a tutti i Giobbe i quali si affrancheranno dal peccato di
contrapporre i contrari: il Santo dei Santi, invero, dimora del Dio di amicizia.
Quando il pilotaggio egizio-aquinate della storia avr portato lumanit a cercare nella ragione la via per riaccostarsi al divino e allordine cosmico, diventer facolt nostra anticipare o meno il deuvtero" plou` " cos Platone chiama, nel Fedone 99c9, la seconda navigazione il quale porter la mente a
invertire la rotta e a cercare la verit non pi nel regno degli Elohim che
comandano di soggiogare la Terra alle pulsioni dettateci dai sensi, ma nellorizzonte dello Jhwh che invita luomo a integrarsi nellordine cosmico (cfr. Genesi
2 : 5,6). Diventer allora salvifico conoscere in anticipo tutte le circostanze che
dovranno caratterizzare la rivelazione-teofania; al fine di renderla possibile, le
antiche profezie le svelarono a posteri in grado di metterle in atto.
Il Sanhedrin 97a avverte che i giorni di tenebra, verso i quali la soggezione alle membra avvia fatalmente lumanit, annunciano invece lavvento del
Figlio di Davide; di colui il quale come il Salomone artefice di equilibri
e quindi Re di amicizia costruir il Tempio che il padre suo Davide non
pot edificare perch, Re di inimicizie, guerre e omicidi, aveva mani macchiate
di sangue altrui (cfr. 1 Cronache 22 : 8), che non si addicevano alla costruzione del Tempio del Dio di amicizia, che esso pure pu sorgere solo kata;
kairovn - a tempo opportuno: nel giorno di festa simboleggiato nel Kippur.
Cos stabilendo, Sanhedrin e Cronache si ispirano verosimilmente alla profezia di Neferty, dove si afferma che quando lEgitto fu messo in crisi dal
nutrimento propinatogli da nomadi, sorse nel sud il Re che unific la corona bianca dellAlto Egitto e la corona rossa del Basso Egitto, cosicch lureo, che egli portava sulla fronte, rese amiche stirpi [fino ad allora] nemiche.
Il Re unificatore delle corone dellAlto e del Basso Egitto risorge nello Jhwh
del 37 : 15-28 di Ezechiele, nella cui mano le nemiche trib di Giuda ed Efraim
diventeranno un unico legno [...]; non si divideranno pi in due regni, ma un
solo re regner su tutti [...] e Jhwh porr il Suo santuario ed elegger la Sua dimora [ossia il Santo dei Santi] presso di loro, per sempre. Al legno unico, che
Giuda ed Efraim formano nella mano di Jhwh , si ispira il Paolo del 3 : 15 4 : 5
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di 1 Timoteo, dove addita il fine ultimo del Cristianesimo nel santificare, grazie
al colloquio con la parola di Dio (cfr. Giobbe 42 : 3-6), ogni anfratto del cosmo
e a riconoscerlo bello (kalovn). Colonna e sostegno della verit (stu` lo" kai;
eJdraivwma th` " ajlhqeiva") scrive Paolo il mistero per cui Ges
oper su carne per farsi vettore di giustizia allo spirito (ejfanerwvqe ejn sarkiv, ejdikaiwv q h ej n pneuv m ati ); si fece annunciare a popoli pur risplendendo fra angeli
(w[fqh ajggevloi", ejkhruvcqh ejn e[qnesin); si volle oggetto di fede [i.e. di dubbio]
pur partecipando di gloria divina (ejpisteuvqh ejn kovsmw/, ajnelhvmfqh ejn dovxh/ ).

Operando su carne per rendere giusto lo spirito, Ges pose Se stesso commenta il 4 : 12,13 di Efesini quale modello di compiutezza (eij" mevtron plhrwvmato") inteso ad istradare luomo ad allinearsi alla giustizia divina affiancando
alla Fede la conoscenza posseduta dal Figlio di Dio. Proporre quale modello di
compiutezza la unit suddetta involge linvito ad allineare a essa e al modo in
cui essa si forma tutta la realt. E il modo di realizzarsi dellunit compiuta
formata da Fede e dalla conoscenza del divino chiarito dalla profezia di
Neferty, dove si sottolinea che a farsi Re unificatore delle due corone dellAlto
e del Basso Egitto dunque Re di compiutezza fu il figlio di un uomo .
Non ama il figlio chi risparmia la verga, afferma il Proverbio 13 : 24; i colpi
che percuotono per guarire sono dunque il modo di indurre un figlio ad allinearsi
allordine stabilito. Sono le tribolazioni concorda il 24 : 21-30 di Matteo ad
annunciare la comparsa, sulle nubi che oscurano il Cielo, del segno della risurrezione del Cristo: il quale ha trascritto, nel 13 : 14,15 di Matteo (cfr. p. 179), il
6 : 9-13 di Isaia, dove Jhwh invita a indurire il cuore del Suo popolo fino a rendere deserte le citt e desolato il paese, cosicch [infine] si converta e guarisca.
Jhwh Isaia Gli fa dire, nel 19 : 22 del suo Libro, agli Egiziani decadenti del
secolo VIII li percuoter e guarir colpendoli fino a che essi si convertiranno e
ritorneranno a Jhwh (
), affrancandosi dal velo (kavluyi"),237 che aveva
impedito perfino a Mos, perch succubo dellopporre i contrari, di vedere Dio.
Vedere il Suo volto specifica infatti il 19 : 23 di Isaia implica aver costruito
la strada che unisca Egitto e Assiria in unit compiuta e che permetta ai due
popoli di portare pane al nemico, se ha fame (Proverbio 25 : 21), ossia di riconoscere che lordine cosmico vuole che la realt sia modulata da unit di contrari quali appunto Assiria ed Egitto, Giuda ed Efraim, Alto Egitto e Basso Egitto.
Sapienza egizia e sapienza biblica concordano dunque nellassumere che laccesso
237 Da qui la rimozione del velo = rivelazione la quale, essendo tuttuna (i.e. unit compiuta) con la
ajpokavluyi" = tribolazione apocalittica, permetteva al Sommo Sacerdote, nella festa del Kippur, di entrare
nel Santo dei Santi del Tempio del Dio di amicizia che Davide non aveva potuto costruire perch colpevole di acredine verso i nemici. Era entrato nel santuario, invece, il Giobbe il quale, dopo avere bestemmiato Iddio, Lo aveva interrogato ed era stato da Lui istruito fino a vederne il volto (cfr. Giobbe 42 : 4,5).

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al Santo dei Santi e alla dimora del Re unificatore delle due corone venga aperto allumanit nel solo modo in cui lordine cosmico pu muovere luomo senza
coinvolgere il divino nelloperare umano: provocando alle membra patimenti
Crocifissioni che le costringano a invertire la rotta: a indurre la mente a
fare risorgere il culto di Dio. Su ci concordano oggi molti studiosi israeliani.238
Appunto in questo modo la profezia di Neferty porge al pilotaggio ebraicoaquinate della storia lo strumento operativo,239 che qui di seguito viene applicato a svelare perch Ges debba essere crocifisso e risorgere per salvarci.
Forte della sapienza egizia (cfr. Atti 7 : 22), il Cristo sa di spezzare una unit
compiuta quando, per salvare le vittime dellimmoralit dilagante nella decadenza romana, fonda la Sua predicazione su Fede: essa invero la sola via di redenzione aperta a genti prive di forze spirituali ( o[ n twn aj s qenw` n ), sottolinea
Romani 5 : 6. Cristo conferma Paolo in 1 : 17-21 di 1 Corinzi mi invi a predicare in maniera ritenuta stolta da chi si perde, ma che per noi cristiani
espressione della potenza divina [cos onnipervadente da esprimersi perfino in
parabole]: al disegno sapiente di Dio piacque invero salvare i credenti con la
stoltezza del predicar parabole (dia; th` " mwrivva" tou` khruvgmato").
Ges sa anche essendosi fatto uomo che per tutelare la Fede occorre accecarla additando nello spirito imperante sulla Terra e nella sapienza umana le opere
diaboliche che falsano il rapporto con il divino. Sa per altres essendo Figlio di
Dio che i paladini della mente, agendo cos, si adeguano inconsciamente al disegno divino secondo cui la Fede dovr raffreddarsi nei molti (cfr. Matteo 24 : 12;
1 Timoteo 4 : 1) che fondano la mente sullopporre i contrari, iterando la scissione della
unit conoscenza e Fede, senza tuttavia avere una base sulla quale fondare la morale; essa dovrebbe invero essere poggiata sullordine cosmico, che invece loggetto, del
tutto indeterminabile finch si oppongano i contrari, al quale tende la loro ricerca.
Cosicch lIlluminismo e i suoi epigoni che hanno attuato la ri-crocifissione del
Cristo, oggi trionfante, si sono ritrovati sotto un Cielo totalmente oscurato dalla
immoralit dilagante: preludio necessario in un ordine che affida a colpi che percuotono le membra la funzione di guarire luomo al riemergere dellurgenza di
238 Scrive MORDECHAI NISAN (Toward a New Israel, New York, AMS Press, 1992) che il Talmud basa su azione
umana il processo di redenzione, senza interventi divini o miracolosi [...]: a suo tempo, quando il malvagio avr
ammassato vestiti che il Giusto indosser (cfr. Giobbe 27:17) dopo il fallimento di tutte le altre forme di civilt, fiorir nel mondo lalternativa costituita dalla Torah. E JOSEPH B. SOLOVEITCHIK (Halakhic Man, Philadelphia, Jewish
Pub., 1983) conferma che luomo della Alakha non riconosce altra autorit che quella della mente. Di una mente al
servizio di Dio: Ysra-el significa anche: he who shall struggle for what is divine scrive PAUL EIDELBERG nellintroduzione a CHAIM ZIMMERMAN, Israels Return and Restoration, Jerusalem, Sefer Set, 1987 ; di certo per insediare nel Santo dei Santi lo Jhwh che tiene uniti nella Sua mano i contrari: Efraim e Giuda (Ezechiele 37 : 15-28).
239 Crocifissione e risurrezione maturano, nella storia, in secoli e secoli e sono separate da secoli. Matteo
24:21-30 le fa contemporanee: per sottolinearle, verosimilmente, unit compiuta. Parafrasando il 45 Diels di
Eraclito, si pu estendere alla Bibbia il: non le porrai confini, talmente profondo il pensiero che le sotteso.

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una metafisica dellEssere (anzich dellente) in Heidegger; di una complementarit


che superi lopposizione onda/corpuscolo nella fisica di Bohr-Born; infine si
parva le argomentazioni di queste pagine, componere licet ai misteri della Bibbia
della ricerca di sue letture che superino nel divino la contrapposizione di bene a male.
Pertanto la ragione miraggio invano perseguito opponendola da pari a pari
alle membra, quasi che fosse essa pure presenza innata nelluomo stata invece riscoperta dai tre antesignani su nominati, ed fatta consistere, dalla Bibbia,
in parto delle membra maturato, grazie a una via crucis assimilabile a quella
di Ges, nel ribaltare ogni opposizione in amicizia (cfr. p. 189). La ragione consiste dunque ed di buon auspicio che solo oggi ne sia emersa la genesi nel
volgersi della mente, sospinta da patimenti inflitti dallordine cosmico alle membra
di pecore smarrite,240 a cercare verit nelle opere della Creazione (cfr. Romani
1 : 19-25 in p. 194). perci la ragione rivelata dallordine cosmico a ribaltare le
schiere dei laici a farsi infine vettrici di amicizia e complementarit dei contrari.
Questi laici troveranno ad attenderli, nel per essi nuovo orizzonte, i fedeli che allamicizia dei contrari sono stati portati da Fede (cfr. nota 233).
Si realizzer cos, sulla Terra, la unit di Fede e conoscenza del divino, da
sempre perseguita dalle Scritture (cfr. Ezechiele 37 : 15-28, Efesini 4 : 9-14) e
nella quale prender poi corpo la compiutezza (plhvrwma) del Cristo.
La unit cos realizzata allineer lumanit alla giustizia cosmica: sostituir alla
gracile pace con Dio, raggiunta in virt di fede e Grazia (cfr. Romani 5 : 1), una
pace stabile perch basata sul principio, riconosciuto da laici e fedeli, che la
seconda Alleanza rende la mente umana partecipe dello Spirito Santo (ivi, 5 : 5).
stabilit minacciata, per, da membra che, oltre a essere ineliminabile fulcro della giustizia divina, aizzano individui non punibili dal Dio che poich
rispetta la nostra libert, muove gli angeli solo quando luomo lede equilibri
cosmici. Col farci signori sulle opere delle Sue mani, tutte ponendole sotto i
nostri piedi (Salmo 8 : 7), ci fu conferita la potest altrimenti inspiegabile in
un ordine dove tutto proviene da Dio, esiste in grazia Sua e a Lui tende
(Romani 11 : 36) di dotarci di leggi che difendano la collettivit da intemperanze delle membra di singoli.241 Lordine naturale vuole infatti che una mela gua240 da Egiziani, che hanno dimenticato Jhwh -Ammon e si sono fatti nemici dIsraele, che Isaia fa
costruire, costretti da colpi inferti loro da Jhwh, la strada che unir in unit compiuta Egitto e Assiria.
241 Finalit oggi del tutto disattesa: cos p. es. la democrazia, che per definizione dovrebbe tutelare i diritti della collettivit, privilegia invece quelli dei singoli e delle loro membra; sono queste, infatti, a determinare
il voto dellelettore. Le leggi si riducono cos a luogo di attenuanti e di distinguo; pertanto mentre il Levitico
20:13 statuisce che se uomo giace con altro uomo, hanno compiuto entrambi un abominio; siano perci
messi a morte, facendo ricadere su di essi il loro sangue [evitando che provochi quello della collettivit] si
condanna oggi chi chiama con lantico nome i protagonisti delle sfilate dello orgoglio omosessuale; con
buona pace della morale e dei diritti della collettivit, a favore di quelli dei singoli, delle membra e del sesso.

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sta, se non eliminata, faccia marcire lintero cesto; il che diventa esiziale quando,
come gi oggi, individui possono disporre di mezzi tali da consentire loro se
non vengono frenati da leggi sorrette da un potere sovranazionale e inflessibile
di distruggere la Terra: compromette infatti lintegrit delle unit compiute nelle
quali si estrinseca la Legge statuita dallo Spirito Santo.
Viene perci a dipendere dal rispetto della sacralit e dallintegrit del rigore
degli statuti umani la bestemmia contro lo Spirito Santo, che Matteo
12 : 31,32 (cfr. p. 8 9) predica non perdonabile sia in questo evo [di opposizione dei contrari], sia in quello futuro [della complementarit degli opposti].
Non quindi retorica la frase del Davide il quale, nel Salmo 8 : 5,6 si
rivolge a Jhwh chiedendo: Che cosa per Te il figlio di uomo (
= figlio
di Adamo), da averlo fatto soltanto di poco inferiore ai Celesti?.
Figlio di uomo risponde la profezia di Neferty (cfr. p. 198) il Re unificatore delle due corone dellAlto e del Basso Egitto; figlio delluomo chiamato da Jhwh il profeta Ezechiele al quale dice: annuncia alle ossa inaridite: Su!
Ecco, Io vi infonder lo Spirito e vivrete (Ezechiele 37 : 3-5); figlio delluomo
detto, nel 24 : 21-30 di Matteo (cfr. p. 193) colui che verr, sulle nubi che oscurano il Cielo [con lopporre le cose], a reincarnare il Cristo in potenza e splendore; figlio delluomo il 5 : 5 di Romani implica infine colui il quale far s che
la speranza nostra di partecipare della gloria di Dio (ivi, 5 : 2,3) non deluda, perch lamore per Lui verr infuso nelle menti degli uomini per mezzo dello Spirito
Santo, del quale ci venne dato partecipare (hJ de; ejlpi;" ouj kataiscuvnei, o{ti hJ ajgavph
tou` Qeou` ejkkevcutai ejn tai`" kardivai" hJmw` n dia; pneuvmato" ajgivou tou` doqevnto" hJmi`n). Possiamo partecipare dello Spirito Santo, ha chiarito Paolo in 1 : 19-25
di Romani stesso, perch dalla Creazione del mondo in poi le perfezioni di Dio
possono essere viste dalla mente umana (noouvmena kaqora` tai) nelle opere da Lui
compiute. E le unit nelle quali quelle perfezioni consistono sono state risuscitate
dal ritorno di Heidegger a una metafisica compiuta e dalla riscoperta, grazie a
Bohr e Born, della complementarit dei contrari a formare terze unit primarie.
Un cos serrato incalzare di testimonianze sulla funzione cosmica dei figli di
uomo d concretezza alla statuizione del Talmud babilonese (Chab 88), secondo la
quale la Creazione si compir solo se Israele si allineer alla Torah ; riprecipiter nel
caos se essa non verr rispettata. Questa dunque lalternativa cui i tre suddetti
Venturi costringono oggi le guide intellettuali e politiche dellOccidente e del mondo.
Dietro langolo della strada, dunque, il pupazzo finora manovrato dal pilotaggio egizioaquinate della storia, il quale inneggia alle libert mentre si fa sempre pi schiavo
delle membra (cfr. Romani 7 : 23), atteso dal figlio delluomo al quale lordine
cosmico ha affidato la funzione di portare al compimento il Creato, realizzandovi anche
nei luoghi di sciacalli il regno dei Cieli annunciato dal Cristo nel 4 : 17 di Matteo.
Sta alluomo, e dipende solo dalluomo, svoltare langolo.
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ALCUNI

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CONCETTI BASILARI

Agape = Amore per il divino .

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206

Amicizia fra contrari .


Bont divina

Complementarit unit primaria .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Concetti vettori del volere di Dio .

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209

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

205

Fede = speranza di Agape

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

205

Irrazionalit matematica .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

205

Contrariet e opposizione .

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207

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

205

Monoteismo e opposizione di carne a spirito .


Peccato e legge .

Perdono e bestemmia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

206

Provvidenza cosmica .

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204

Risurrezione e Rivelazione

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Salvezza nelle Sacre Scritture .

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Sapienza = partecipazione della opinione-gloria di Dio .


Unit compiute e pilotaggio egizio della storia
Verit e Spirito Santo .

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Agape = Amore per il divino


LAgape sublima in conoscenza del divino la Fede nel divino, affrancandola dal fondarsi su uno dei poli di opposizioni in bala dei sensi. dunque
pacificarsi delluomo con Dio: trascendere la natura umana nella divina,
secondo la quale nulla da spregiarsi: neppure il peccato (v.) delluomo.
Salvezza nelle Sacre Scritture
La salvezza, nelle Sacre Scritture, non ascendere a un Paradiso, ma salvarsi dalla
Geenna e si attua allineandosi allordine cosmico con il salvare in Agape la Fede e in
complementarit il contrapporre le cose. Suprema gioia per luomo scoprirsi per
assoggettato ai sensi per farsi soltanto di poco inferiore ai celesti, che da noi fanno
dipendere totalmente il compimento della Creazione e la santit dello Spirito Santo.
Provvidenza cosmica
Sue armi sono verga e patimenti, mediante i quali lordine naturale, agendo sulle membra delluomo, realizza il finale disegno di condurlo in Eden
affinch trasformi in Eden la Terra. In vista di questa suprema finalit uomo
e Creazione risultano sapientemente perfetti (Salmi 139 : 14; 104 : 24), sebbene fondati su acque (Salmo 24 : 2) e pur se noi per Dio veniamo uccisi
ogni giorno (Salmo 44 : 23). Lo conferma lo 1 : 18-21 di Romani : Le perfezioni invisibili di Dio sono visibili dalla mente nelle Sue opere.
Amicizia fra contrari
Deve essere innanzi tutto rispetto dellaltrui identit; il che esclude che
essa possa confondersi con mescolanze di contrari in ibridi distruttivi della
rispettiva natura: conoscenza fideistica non pi n conoscenza n Fede.
Lidentit delle quali permane invece integra se per amicizia sintende quella
complementarit di Fede e di conoscenza del divino che consente ad entrambe di concorrere assieme a formare il corpo di Cristo, cio la Sua Chiesa.
Complementarit unit primaria
Complementari e amiche le Sacre Scritture dicono le entit che, ferma
restando la loro natura antitetica, concorrono a formare unit compiute quali
Cielo e Terra, maschio e femmina, onda e corpuscolo, moralit e immoralit,
Cristo e Anticristo, bene e male, ecc.
Pertanto, se si accerta per esempio che lordine cosmico si serve di moralit e
immoralit per attuare i suoi disegni, queste categorie traggono entrambe lesistenza
dallessere presenti in quella unit compiuta, che axiologicamente e ontologicamente primaria, rispetto alla quale sono seconde e nel contesto della quale risultano paritetiche, dunque egualmente belle entrambe, come bella lunit compiuta.
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Irrazionalit matematica
Lirrazionalit matematica paradigmatica agli effetti di chiarire che cosa implichi lascendere dallopposizione allamicizia dei contrari. Puerile definire irrazionale la 
2 perch non esprimibile in un numero definito di parti del
2 ; coerente definire 2 e 
2 dicibili perch la loro antiferesi (cfr. p. 140)
periodica come la quella del rapporto _4= 1, 3 , dove il 3 periodico.
3
Nel Libro decimo degli Elementi Euclide mostra primario perch appartie2:
ne al solo insieme compiutamente razionale pervio alluomo lapotome 2 
2 , che appaiono antitetici a chi opponga le cose, si riveallora i monomi 2 e 
lano complementari e paritetici in quanto concorrono a costituire lunit com2 . Il che spiega anche la ragione del primato attribuito dalla
piuta primaria 2 
teoresi antica allantiferesi, rispetto allusuale concetto occidentale di rapporto.
Contrariet e opposizione
Finch si oppongano i contrari pu sussistere solo speranza di conoscenza e pu
salvarci unicamente una Fede che muti in certezza quella speranza. La Fede per,
poich pone il bene in uno dei poli di opposizioni dettate dai sensi, in bala
dellincostanza di questi; le citt rischiano quindi di dissolversi nel caos quando
alla Fede venga sostituita la ragione. Spetta allora ai laici di salvare il mondo, del
quale si sono impadroniti, riallineandolo allordine cosmico e alle complementarit
(v.) di contrari. Anche la Fede, dunque, attende di essere coronata in Agape da laici.
Fede = speranza di Agape
Fede speranza di Agape: speranza di amare il Dio che ci ha creato
maschio e femmina a Sua immagine e somiglianza (Genesi 1 : 27), dunque
complementari nellorizzonte cosmico. Maschio e femmina invece si scoprono
contrari dopo la cacciata da Eden, dunque nellorizzonte terreno. Consegue che
la Fede possa farsi Agape solo a patto di trapassare dallorizzonte terreno,
dove imperano i contrari, nellorizzonte cosmico, dove i contrari sono complementari. Lo conferma il 3 : 22 di Genesi, che dice non eterna la posizione di Bene dettata dallasservimento ai sensi. Nei tre primi capitoli di Genesi
dunque condensato tutto linsieme delle Scritture, come il Platone erede della
Sapienza antica vuole nel 344d5 della Lettera VII : i princip e le vette del
Tutto si compendiano in formule brevissime.
Peccato e legge
la legge, che mira a darci vita, a far vivere il peccato e a portarci alla morte.
[...] Come salvarci da questo destino di morte? (Romani 7 : 10,24). nel nostro
camminare secondo lo Spirito Santo che la giustizia della legge deve trovare il compimento (plhrwqh`/ ), risponde lo 8 : 4. E la risposta diventa coerente se sintende
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che le contraddizioni involte dal dibatterci nellorizzonte dellopposizione dei contrari, dettata dalla carne, sono il mezzo tramite il quale lordine cosmico ci persuade a
trapassare nellorizzonte dellamicizia dei contrari, secondo la quale lo Spirito Santo
lo conforma. Il che trova conferma in ci che Matteo 12 : 32 dice del perdono (v.).
Perdono e bestemmia
perdonabile la bestemmia contro il Figlio delluomo; non vi perdono, n nel
presente evo n nel futuro, per chi bestemmia lo Spirito Santo si legge in Matteo 12 : 32.
perdonabile chi bestemmia il Ges che, nellorizzonte delle opposizioni dei contrari,
predica in parabole la Fede a chi vedendo non vede; non vi perdono per chi bestemmi il Cristo che, illuminato dallo Spirito Santo, unisce alla Fede la promessa di rivelare
ai discepoli i misteri del Regno dei Cieli: il Cristo che predica lunit compiuta di
Fede e conoscenza del divino e che integra la prima Alleanza con una seconda.
Risurrezione e Rivelazione
Il situare Crocifissione e Risurrezione alla fine dei Vangeli intende significare che
esse segnano il passaggio dalla prima alla seconda Alleanza delluomo con Dio. Il risorger dopo tre giorni implica che secoli e secoli dovranno trascorrere affinch il Ges
crocifisso risorga a stipulare con i crocifissori la seconda Alleanza. Lo conferma il leggere che soltanto quando le nubi avranno oscurato la vista del Cielo e gli avvoltoi
si saranno radunati ad attendere il cadavere delluomo (Matteo 24 : 28), apparir sopra
le nubi che oscurano il Cielo il vessillo del figlio delluomo che mander i suoi angeli [a[ggeloi - vettori (v.) della sua volont] a radunare gli eletti. Il Sanhedrin dice figlio
di Adamo (cacciato da Eden) questo Salvatore; la profezia di Neferty lo impersona
nel Re unificatore delle corone bianca e rossa del Basso e dellAlto Egitto.
Crocifissione di Ges dunque levento al quale noi tutti ridendo, ballando (Matteo 24 : 38) e scannandoci lun laltro partecipiamo; Risurrezione di
Cristo sar quella la cui alba alcuni venturi sebbene pochi, rari e oggi ancora incompresi hanno testimoniato non lontanissima.
Bont divina
a ) - Solo un Dio buono, sapiente, giusto, onnipotente utile alle citt.
b ) - Marco dice che Dio il solo buono perch Egli, per essere giusto nei
confronti dellalterit, deve affidare il compimento della Creazione sulla Terra a
un agente affatto indipendente da Lui.
c ) - Per renderlo tale Dio ha dotato gli animali di sensi e ha creato luomo nudo,
scalzo, privo di giaciglio e di armi, affinch si procurasse tutto ci per sopravvivere. Il che lo situa in uno stato di squilibrio che lo differenzia dagli altri animali.
d ) - Questo suo stato e la mancanza di armi e il ritrovarsi scalzo in particolare rende luomo incline a procurarsi le cose che gli consentono di
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sopravvivere, quindi a considerarle buone e a fuggire, considerandole cattive, quelle che minacciano la sopravvivenza.
e ) - Poich non hanno sensi, Dio e lordine cosmico non sono soggetti a
opporre i contrari; ci induce luomo a dire che li accolgono in amicizia e che
il mondo ordinato secondo unit che, a chi opponga i contrari, appaiono
complementari e paritetiche, quali maschio e femmina.
f ) - Privilegiare uno o laltro contrario in un ordine cosmico che li vuole complementari, pone la premessa affinch siano la verga e i colpi che percuotono
per guarire i mezzi che convincono le membra a indirizzarci verso retta via.
g ) - Dio buono perch si lascia vestire negli Elohim della Prima Alleanza
creati a immagine e somiglianza nostra, che ci camminino davanti sostenendoci
nellopporre i contrari.
h ) - Ed buono perch per evitare che queste opposizioni ci precipitino nel
caos rese non eterna la nostra posizione di Bene (cfr. Genesi 3 : 22), cos da rendere labile la Fede e da indurci, sempre con la verga e i colpi che percuotono per
guarire, a stipulare con Lui una Seconda Alleanza che allinei lumanit agli stabili
equilibri dellordine cosmico, ossia al Bene quale noi lo diciamo essere per Jhwh .
Monoteismo e opposizione di carne a spirito
Luomo carne in opposizione a spirito, si legge nella Bibbia delle Edizioni
San Paolo. Da due millenni in questa frase si esprime un culto che si vanta
monoteistico e non ci si chiede come lopposizione di carne a spirito si concili
col 5 : 29 di Efesini, dove si sottolinea che ognuno nutre e tratta con cura la propria carne come il Cristo la Sua Chiesa.
Che luomo lasci il padre e la madre [dei quali carne] per unirsi alla sua
donna e formare con essa una sola carne seguitano i versetti 31,32 mistero grande [anzi insolubile finch ci si situi nellmbito dellopposizione dei contrari]: Io lo dico riferendomi al Cristo e alla Chiesa. Cristo infatti predica Fede
a chi vedendo non vede, ma promette conoscenza ai discepoli: atti contrari per
chi li oppone, ma unitari nel Cristo.
E proprio nelle unit compiute formate da numeri irrazionali e razionali si
trova la soluzione del mistero insolubile nellorizzonte che oppone i contrari
2 , il 2 e lapotome 2 
2 forma(vedasi la voce irrazionalit matematica ): la 
no una sola carne che allorigine dellunico insieme compiutamente razionale
che Euclide dimostra pervio alla mente umana.
Verit e Spirito Santo
Partecipiamo dello Spirito Santo (Romani 5 : 5) perch le membra ci spingono
a cercare fuori di noi un segno che indichi la via per fuoriuscire dallopposizione dei contrari e consentirci cos vita anzich morte. Paolo chiama speranza di
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partecipare dellopinione (dovxa) di Dio questo impulso delle membra e giustamente traduce in gloria la dovxa.
Sicch per Paolo la speranza di partecipare dellopinione divina diventa speranza di partecipare della gloria di Dio: delle unit compiute mediante le quali Egli
ha costituito lordine cosmico. in questo partecipare dellopinione divina che
Romani 4 : 25 dice che troviamo la nostra giustificazione (th;n dikaivwsin hJmw` n),
dunque la verit del nostro esserci. La Fede speranza di giungere a questa Verit
attraverso la Grazia (Romani 5 : 2). Nellappagarci di questa speranza e di pascerci di Grazia (Cavri") consiste la Fede; nel realizzarla consiste lAgape (v.).
Sapienza = partecipazione della opinione-gloria di Dio
In quanto partecipazione della opinione-gloria di Dio (vedasi la voce
Verit ), sapienza rispettare la sacralit dellignoranza: di chi vedendo non
vede, perch voluto tale dallordine cosmico; ignoranza spendersi nel vano tentativo di rendere puro limpuro (Giobbe 14 : 4).
Suprema ignoranza irridere i miracoli di Cristo, progenitori dei miracoli realizzati dalla scienza occidentale, e dimenticare che Babele significa porta (che
aprir) a Dio perch attesta che il Cielo debba cercarsi non nellmbito di una sola
lingua (di un solo labbro), bens in quello della complementarit dei contrari.
Unit compiute e pilotaggio egizio della storia
Secondo la concezione di mondo dei Sacerdoti Egizi di Ammon, alla quale la Bibbia si allineata, lordine cosmico modulato da unit compiute complementari (v.)
quali maschio e femmina (v. Fede ), male e bene, Anticristo e Cristo, Apocalisse e Rivelazione, Crocifissione e Risurrezione, sensi e spirito, morale e immoralit. I sensi per
inducono a scindere queste unit compiute in entit contrarie, su una delle quali, ritenendola fonte di bene, luomo modella la propria vita. Pertanto lumanit, nella speranza di
poter convivere in pace si d una legge morale, dalla quale per i sensi stessi la spingono prima o poi ad affrancarsi per liberarsi dalle sue pastoie. Fa cos nascere limmoralit che provoca sofferenze dalle quali lumanit risospinta verso moralit e, prima o
poi, ad allinearsi allunit compiuta che questa forma con la immoralit. Perci Romani
7 : 21 dice che quando voglio compiere il bene il male che incombe su di me.
Su questo principio implicato anche da Platone nel Fedone 60b1-c5 i
Sacerdoti egizi di Ammon hanno basato il cos detto scisma monoteistico [nel
senso dato dallOccidente alla parola monoteismo (v.)] di Akhenaton-Amarna.
Su una delle stele che limitano il piccolo territorio di Amarna figura uniscrizione dove si prevede che tutte le nazioni della terra passeranno di qui: intendendo cos significare che tutte le nazioni passeranno attraverso un evo nel quale
fonderanno lordine cosmico su un solo metro per poi passare, da quella concezione mono-metrica che oppone i contrari, alla concezione di Ammon secondo
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la quale lordine cosmico modulato sullordine bi-metrico stabilito dalla complementarit dei contrari. Da qui il pilotaggio egizio della storia dellumanit.
realizzazione, per, assai laboriosa: partecipare dellopinione divina implica
infatti conoscerla e dunque sostituire, al nostro dare nomi diversi dai divini
(cfr. Genesi 2 : 19), lallinearci a quelli. E a indirizzarci verso retta via luomo deve
pervenire (cfr. la voce Bont /f ) grazie alle membra, quindi dallinterno di se stesso e grazie alla verga e a colpi che percuotono per guarire: il che ha richiesto un
millennio e mezzo affinch dalla soggezione alle membra si ascendesse a cercare
salvezza in scienze che ne alleviassero i patimenti; mezzo millennio poi dovuto
trascorrere affinch si avvertisse lurgenza di dotare le scienze tecnicistiche di un substrato teoretico, aprendo al cammino che deve condurre a corale riscoperta della
struttura bimetrica dellEssere; cammino oggi pressoch ancora tutto da percorrere.
Strumento mediante cui si attuato il pilotaggio egizio della storia la tabella dei contrari di Pitagora-Akhenaton, riportata da Aristotele nel Metafisica 986a e che annovera:
nella schiera del bene:
limite, dispari, uno, destro, maschio, immobile, diritto, luce, quadrato;
nella schiera del male:
illimitato, pari, molteplice, sinistro, femmina, mobile, curvo, buio, rettangolo.
Secondo il principio di non contraddizione implicato dalla tabella, Cristo e la
Chiesa, essendo entrambi buoni, dovrebbero agire facendosi ambedue portatori
di luce per contrastare assieme il Satana-anti-Cristo, Principe di Tenebre di
2 Tessalonicesi 2 (cfr. p. 219).
Secondo Efesini 5 : 31,32 invece mistero grande che Cristo e la Sua Chiesa costituiscano una sola carne: mentre Cristo tende alla Risurrezione, la Chiesa pone freno,
con il katevcon, allavvento del Salvatore; la tenebra non assenza di luce e Dio , dice
Isaia 45 : 7, operatore di luce e creatore di tenebra. Giobbe 1 : 7-12 sottolinea che Satana
uno dei ben Elohim = figlio del Dio nel quale Jhwh si veste per camminare davanti
alluomo e invitarlo ad assoggettare la Terra alle opposizioni umane. Ges invece il
misericordioso che fa splendere il sole anche sui malvagi (cfr. Matteo 5 : 11): lo
Yehoshua che si fa Messia di Jhwh e, aprendo il Suo cuore ai lebbrosi di Francesco, sostituisce al principio di non contraddizione laccogliere in amicizia contrari e membra. Il Dio di misericordia respinge solo chi bestemmia la misericordia.
Concetti vettori del volere di Dio
Sono gli a[ggeloi - nunzi costituiti dalle Sue opere visibili che lo 1 : 18-21 di
Romani sottolinea rivelatori delle Sue perfezioni invisibili (cfr. p. 10). La frase di Matteo 13 : 39-43 Dio mander i Suoi angeli a gettare nella fornace ardente tutti gli operatori di iniquit pu pertanto leggersi nel senso per cui le opere di Dio puniranno coloro che attentano agli equilibri del Suo ordine: p.es. con luso degli insetticidi
nellagricoltura e con il dilagare dellimmoralit nelle citt (cfr. 1 Romani 1 : 26-32).
~ 209 ~

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CINQUE

PRIMO

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PERCORSI DI LETTURA DELLA

PERCORSO :

DALLA FEDE

ALLA

BIBBIA

AGAPE = AMORE

PER

DIO .

. . . . . . . .

pp. 212, 213

1.1 La Fede si fonda sulla opposizione di contrari; pertanto pu farsi


unicamente speranza di ascendere alla gloria di Dio.
1.2 A coronare la Fede in Agape = Amore per il divino
sar il vedere il volto di Dio.
1.3 Soltanto lo avere visto il volto di Dio d accesso alla Terra Promessa.
SECONDO

PERCORSO :

LANTICO TESTAMENTO

DA

ELOHIM

JHWH .

. . . . .

pp. 214, 215

2.1 Dal Dio che comanda di soggiogare la Terra al Dio che invita
ad allinearci alla Creazione.
2.2 Dal raffreddarsi della Fede alle unit compiute vettrici di salvezza.
2.3 Non verr delusa la speranza di partecipare della gloria di Dio.
TERZO

PERCORSO:

I VANGELI

DALLA

FEDE

ALLACCESSO AL

SANTO

DEI

SANTI pp. 216, 217

3.1 La Fede non d accesso al Santo dei Santi.


3.2 Lascesa dalla Fede al regno terreno dei Cieli affidata
a colpi che percuotono per guarire.
3.3 Il Salvatore dellumanit nascer fra le pecore smarrite.
QUARTO

PERCORSO :

LE

LETTERE CRISTIANE DALLA FEDE ALLAGAPE . . . . . .

pp. 218, 219

4.1 Dallo uomo di polvere alluomo celeste.


4.2 Il Cristianesimo non si esaurisce nella Fede.
4.3 Consacrazione della complementarit dei contrari nei 12 versetti
di 2 Tessalonicesi 2.
QUINTO

PERCORSO :

GLI

EFFETTI DEL PILOTAGGIO EGIZIO DELLA STORIA .

~ 211 ~

pp. 220-225

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PRIMO

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PERCORSO :

Pagina 212

DALLA FEDE

ALLA

AGAPE = AMORE

PER

DIO

1.1 La Fede si fonda sulla opposizione di contrari; pertanto pu farsi


unicamente speranza di ascendere alla gloria di Dio.
1 1.1 Speranza e Fede sono date a uomini ancora senza forze e ciechi: VI/12; 18;
168; 185230.
1 1.2 Parziale la conoscenza basata sulla Fede: 170; 186.
1 1.3 La Fede labile perch non sussiste ragione cosmica che privilegi luno pi che
laltro dei poli delle opposizioni nelle quali ogni fede si esplica: IV/4.
1 1.4 Lo Spirito Santo dice che ci si allontaner dalla Fede: IV/4; 97; 137; 85; 132.
1 1.5 Il raffreddarsi della Fede provvidenziale: 193235; 189; 192; 193
1 1.6 (in quanto) lAlleanza basata su Fede non d accesso al Santo dei Santi: 193;
193235; 201.
1 1.7 Se avessi solo la Fede sarei un bronzo risonante [verit a me ignote]: V/12;
168
1 1.8 (cosicch) la Fede testimonia che Dio ha disposto per noi alcunch di migliore: V/12; 193.
1 1.9 Non verr delusa la speranza di partecipare della gloria di Dio: 201
1 1.10 (perch) oggi conosco opponendo parti, ma domani conoscer compiutamente:
168; 170; 186.
1 1.11 solo una prima Alleanza, propedeutica con Dio quella nella quale lo zelo
per Lui si regge su speranza sorretta da Fede: 3; 194; 200.
1 1.12 La tutela della Fede per fondamento e finalit suprema delle Sacre Scritture: VI/17.

1.2 A coronare la Fede in Agape = Amore per il divino


sar il vedere il volto di Dio.
1 2.1 Il Santo dei Santi precluso finch si oppongano i contrari. Lumanit non
pu appagarsi di sola Fede n di sola scienza: 191; 192.
1 2.2 Poich luomo unit compiuta da membra e mente, lumanit potr salvarsi
soltanto tramite la unit compiuta da Fede e conoscenza del divino: 7; 93; 4;
198; 185; 188; 189; 197.
1 2.3 Il Cristianesimo sopravviver al raffreddarsi della Fede: 106; 9
1 2.4 (perch) quando, in molti, la Fede si raffredder, subentrer la conoscenza a riaccostare a Dio le pecore smarrite: 186; 168; 178224; 165/7; 188; 190; 169.
1 2.5 Dallo zelo per Dio basato su Fede si dovr ascendere a zelo fondato su Agape:
su conoscenza che a uomini compiuti consenta la salita al Cielo: 3; 8; 56;
131; 185; 200.

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Pagina 213

1 2.6 Conoscenza fideistica occidentale e conoscenza compiuta: 186; 170; 168; 165/7.
1 2.7 La scienza dovr farsi conoscenza di unit compiute per sopravvivere alla sua
deiezione occidentale in disciplina di categorie: 106; 9; 122-123; 127.
1 2.8 Le unit compiute porranno fine allessere noi sballottati qua e l da questo
o quel vento di dottrine contraddittorie perch oppongono i contrari: 169; 127.
1 2.9 Le unit compiute ci renderanno liberi dallasservimento alle membra: 186;
168; 201.
1 2.10 La Tenda che velava il Santo dei Santi venne squarciata dalla Croce: 193.
1 2.11 Sar la ri-crocifissione occidentale di Ges a far superare allumanit levo della
contrapposizione dei contrari: 199-200.
1 2.12 Cristo si fece colonna di verit operando su carne per condurre lo spirito a
giustizia e ag su Fede per accostare lumanit tutta alla di Lui compiutezza:
198; 132-133.

1.3 Soltanto lo avere visto il volto di Dio d accesso alla Terra Promessa.
1 3.1 Contraddizioni, patimenti, Crocifissione, calamit naturali testimoniano che la giustizia del Dio onnipotente e buono poggia su unit compiute: 188; 192-194.
1 3.2 Volgere in amicizia le contraddizioni adegua la logica umana al volto di Dio:
164/4.
1 3.3 A far salire in Cielo lunit compiuta da Fede e conoscenza del divino: 185;
191; 199-200.
1 3.4 La compiuta conoscenza dellEssere comprende la Fede in cose sperate e invisibili: 168; 185230.
1 3.5 Risurrezione anche quella che proietta luomo in un evo modulato dalla conoscenza del volto di Dio: 175; 201.
1 3.6 La seconda Alleanza rende angelici tutti gli anfratti del Creato: 189; 193,
1 3.7 perch essa porta a vedere il volto di Dio: III, 181-182; 195.
1 3.8 Essendo fondata sullo aver visto Dio, la seconda Alleanza ci affranca dai sensi
per servire Dio con lo spirito di un uomo nuovo: III; III/2; 177; 53.
1 3.9 Ci fa vedere il volto di Dio la scienza delle Sue opere visibili: 194; 200.
1 3.10 LAgape = Amore per le propriet invisibili di Dio aperto appunto dalla conoscenza delle Sue opere visibili: 194; 195; 200; 201.
1 3.11 LAgape si allinea, gioiosa, alla verit e non soggetta a cadere purch leggi
umane la difendano dalle ineliminabili, perch sacrosante, pulsioni delle membra: VII/18; 8-9; 200-201.
1 3.12 La Creazione si compir solo se lumanit osserver le Sacre Scritture: VII; 201;
29; 125158.

~ 213 ~

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SECONDO

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PERCORSO:

Pagina 214

LANTICO TESTAMENTO

DA

ELOHIM

JHWH

2.1 Dal Dio che comanda di soggiogare la Terra al Dio che invita
ad allinearci alla Creazione.
2 1.1 La duplice vestizione del divino in Elohim e in Jhwh : 183; 12-15; 164/2.
2 1.2 Elohim comanda alluomo di empire la Terra e soggiogarla; perci Dio di opposizioni.
Jhwh invita invece a coltivarla, dunque a portarla a compimento: III/1,2; 1; 13; 17.
2 1.3 Il Dio di Genesi 1 per parla di S al plurale e dice: Creiamo luomo maschio e
femmina, cos da formare una unit compiuta a Nostra immagine e Nostra somiglianza. E poich Dio costruisce la donna da una costola delluomo, si deve
intendere che anche Elohim sia costola di Jhwh : 2.
2 1.4 Opporre le cose le fa vedere come in uno specchio: confonde destra e sinistra,
dice Paolo in 1 Corinzi. Perci Elohim non pu assumersi creatore di un mondo
di opposizioni (168; 23);
2 1.5 consegue che opposizioni e fede in uno dei contrari quindi bene e male non
possano radicarsi nello Essere in s: 176222; 171; 168; 163.
2 1.6 Al nome esplicito Elohim, plurale e quindi indeterminato, di Genesi 1, sotteso
il nome-nascosto Jhwh , per significare che gli Elohim sono vestizioni temporali di
Jhwh : III/1; 2; 12-14.
2 1.7 Invece al Tetragramma Jhwh di Genesi 2 sotteso il nome nascosto DYN = GIUSTIZIA per significare che Jhwh verr infine visto creatore di un ordine basato su
giustizia, dunque sulla complementarit di contrari in unit compiute quali maschiofemmina: IV/7; 2; 24; 123-124.
2 1.8 Giusto Jhwh in tutte le Sue vie, dice il Salmo 145: il che esclude contrapposizione di male a bene: 123.
2 1.9 E proprio per evitare che, tardando il Dio di giustizia a manifestarsi, si innalzasse
sugli altari il vitello doro di Esodo 32, Jhwh si incarna nellElohim in cui si
divinizzano le membra che consentono allumanit di sopravvivere: III/3; 2-3; 13;
5254; 181.
2 1.10 dunque errato tradurre Jhwh in Signore: titolo che si addice solo a chi esercita dominio sul polo soccombente di una opposizione: 23; 24; 52; 123.
2 1.11 Ogni parola di Jhwh infatti angelica; belli sono, per Lui, pane e sassi: 164.
2 1.12 Jhwh = Io sono Colui che sono (Esodo 3 : 14) rifiuta di prendere nome da altro da S;
Elohim prende invece nome da bene e male, dettati da membra a noi peculiari: 24; 27.

2.2 Dal raffreddarsi della Fede alle unit compiute vettrici di salvezza.
2
2
2
2

2.1
2.2
2.3
2.4

Il Cristianesimo superer lattuale crisi della Fede: 180; 45; 190.


Sar la conoscenza a riaccostare al divino le pecore smarrite (168; 169; 165/7; 190)
ed lessere umiliato a farmi imparare i Tuoi statuti, Jhwh : 179; 188; 125-126.
A muovere lumanit sono infatti colpi che colpiscono per guarire: V/10,11; 179; 198.

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Pagina 215

2 2.5 Perci Jhwh ordina al profeta di indurire il cuore del Suo popolo affinch si converta e guarisca (45; 179);
2 2.6 infatti conoscerete Jhwh quando vi troverete dispersi fra stranieri: 180; 45; 179.
2 2.7 Vestendosi in Elohim ossia dotandoci di membra Jhwh invita luomo a generalizzare allordine cosmico lopposizione dei contrari peculiare delle membra (III/1; 98120; 181),
2 2.8 cosicch Romani 11 : 32 pu dire che Dio vincoli tutti gli uomini a disobbedienza per usare poi a tutti misericordia [e salvarli]: 83; 8; 98118.
2 2.9 Geremia conferma che a un Dio distruggitore e vettore di mali succeder un
Dio che edificher e esorter e consoler: 3; 103; 18.
2 2.10 Osea implica che la risurrezione avvenga grazie a conoscenza del divino: 2224; 83.
2 2.11 Ezechiele dice che la conoscenza riveler uno Jhwh che tiene uniti nella Sua
mano Efraim e Giuda: i contrari che Elohim opponeva assumendo dotato di
membra lUniverso: 182; 197; 8.
2 2.12 Sono le unit compiute, infatti, a salvarci dallessere sballottati in direzioni
opposte da dottrine asservite alle membra: 169; 127.

2.3 Non verr delusa la speranza di partecipare della gloria di Dio.


2 3.1 Ezechiele fa consistere la risurrezione nel rizzarsi in piedi la distesa di ossa aride dei
mondi degli Elohim : 107; 103; 24; 26.
2 3.2 Isaia conferma che il rizzarsi si concreta nella strada che riunir in amicizia Egitto e
Assiria: 179; 134; 198.
2 3.3 Le unit compiute cos formate attuano il compimento del Creato, per conseguire il quale
la giustizia di Jhwh ha posto sotto i nostri piedi le opere delle Sue mani: VII; 53; 200.
2 3.4 Porle sotto i nostri piedi implica elevare la verga a mezzo per realizzare i disegni divini: 45; 179; V/10,11.
2 3.5 Non sar pi nascosto il Mio volto, quando su Israele diffonder il Mio spirito (3;
18; 89101; 102-103)
2 3.6 e si capovolger in gratitudine il timore di Jhwh : 102; 184.
2 3.7 Ho infatti colpito i Miei figli non perch voglio olocausti, bens conoscenza (83)
2 3.8 del divino, che porti ad amare la non amata e a dire Mio popolo chi non lo : 83; 8392.
2 3.9 Il che spiega perch Jhwh ami sia le citt che si allineano alla Sua lingua, sia quelle
che la bestemmiano: 184; 184229.
2 3.10 lumano opporre le cose, accolte da Jhwh in amicizia, a consentire un compimento
del Creato compatibile con lintegrit della Giustizia di Dio (V/9);
2 3.11 che su questo principio fonda il pilotaggio egizio-aquinate della storia (187; 131 sgg;
137; V/11)
2 3.12 e fa presagire non lontanissimo il giorno in cui Jhwh ritorner sugli altari dellOccidente: 201; VII.

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TERZO

PERCORSO:

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Pagina 216

I VANGELI

DALLA

FEDE

ALLACCESSO AL

SANTO

DEI

SANTI

3.1 La Fede non d accesso al Santo dei Santi.


3 1.1 Cristo si fa battezzare in acqua e non in Spirito: 176.
3 1.2 Chiama ogni jota e ogni apice dellAntico Testamento a integrare la Sua Parola:
17; 1011.
3 1.3 Parla in parabole a chi vedendo non vede: 90; 122.
3 1.4 Ci che dico in modo oscuro, voi portatelo alla luce: 191.
3 1.5 (Matteo e Isaia ) Preparate le vie del Signore, raddrizzatene i sentieri: 18; 1820; 19.
3 1.6 (Matteo e Isaia ) Gli porrai nome Yehoshua perch salver dai suoi errori il Suo
popolo: 19.
3 1.7 Ges condanna non le membra, date da Dio alluomo creato perfetto, ma lasservirsi alle o il disprezzare le membra: 189; 175; 196.
3 1.8 Indossi abito nuziale chi risponde allinvito del Re (188),
3 1.9 perch invano Mi prestano culto quelli che insegnano precetti di uomini: 79;
171-172.
3 1.10 Il regno di Dio gi in voi (77),
3 1.11 perch la conoscenza del divino implica Santa lignoranza umana: 57; 134.
3 1.12 Lignoranza per non d accesso al Santo dei Santi: 193; 193235.

3.2 Lascesa dalla Fede al regno terreno dei Cieli affidata


a colpi che percuotono per guarire.
3 2.1 Condannano luomo non cose esterne, ma pulsioni interne a lui: membra
(17; 20),
3 2.2 che ci sono date dal Dio onnipotente e buono, il quale usa una logica diversa dallumana: III; 185; 188; 5455.
3 2.3 Ges si propone vessillo di contraddizioni (191-192)
3 2.4 perch lordine cosmico modulato ovunque da unit compiute da opposti (190233),
3 2.5 cosicch la verit divina si estrinseca nello amate i vostri nemici e pregate per
coloro che vi perseguitano (11; 137; VI/16),
3 2.6 e lumanit potr salvarsi solo grazie allunit compiuta da Fede e conoscenza
del divino: 4; 15; 198.
3 2.7 Lento il processo attraverso cui unit compiute e complementari approdano a
realizzarsi (159; 152),
3 2.8 perch processo che deve avere quale protagonista le membra e, quindi, la
verga: V/10; 55; 5153.

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3 2.9 il Golgota a rendere urgente la Risurrezione del Cristo (192194),


3 2.10 perch lo Spirito Santo a far morire Ges nel tempo stabilito: 194197.
3 2.11 Andate voi apostoli alla festa: il Mio tempo non compiuto: (5556),
3 2.12 perch la Tenda che vela il Santo dei Santi [sar] squarciata dalla Crocifissione:
193; 199; 192.

3.3 Il Salvatore dellumanit nascer fra le pecore smarrite.


3 3.1 Ci che dico in modo oscuro, portatelo alla luce: 191.
3 3.2 Il tempo che separava Cristo dalla compiutezza si fatto breve con
la Crocifissione, che pone fine allopposizione dei contrari (55 56; 41; 193;
199-200);
3 3.3 la Crocifissione infatti tuttuna con la Risurrezione: Io sono la Risurrezione
e la vita dice Ges (126159);
3 3.4 Ges invero il Messia di Ezechiele, che fa rizzare in piedi pane e sasso,
maschio e femmina, membra e Spirito, e ogni parola uscita dalla bocca di Dio:
162; 164.
3 3.5 Pertanto Egli pu dire, in Marco 1 : 15, che il tempo compiuto e si avvicinato (h[ggiken) il Regno del Dio : 5556; 41.
3 3.6 Chiarisce perch il regno di Dio si sia [solo] avvicinato il cardinale Ratzinger:
[quando] la Chiesa barca in procinto di affondare (75; 7584), debbono intervenire oltre la Chiesa e per la societ minoranze forti (32; 7987);
3 3.7 masse sempre pi imponenti di pecore smarrite stanno infatti portando lOccidente verso la ricrocifissione di Ges: 199.
3 3.8 Per questa ragione il Vangelo dice che il regno dei Cieli simile a un tesoro
nascosto in un campo: chi lo trova, deve tenerlo nascosto fino a che non potr
comprare quel campo: 82.
3 3.9 A renderlo accessibile dovranno essere da un lato le minoranze forti laiche, ma
dallaltro patimenti che persuadano le masse a fare propri i dettami di quelle
minoranze: V/10,11.
3 3.10 A provocare i patimenti la immoralit
sta far oscurare il Cielo da nubi sopra
no poi venire con grande splendore e
re-incarner il Cristo]: 55; 190232; 193;

conseguente alla Crocifissione (VII); quele quali tutte le trib della Terra vedrangloria il figlio di Adamo [nel quale si
198; 201.

3 3.11 Il Figlio di Dio, poich si fa uomo, deve anche incarnarsi nel figlio di Adamo
che rispetta lo 8 : 6,7 dei Salmi : Dio tutto ha posto sotto i piedi delluomo,
costituendolo signore sulle opere delle Sue mani: 53; 200.
3 3.12 Sar dunque la ricrocifissione occidentale di Cristo a coronare la Bibbia col permettere a tutti laccesso al Santo dei Santi: 199; 200; 4.

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QUARTO

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PERCORSO :

Pagina 218

LE LETTERE

CRISTIANE DALLA

FEDE

ALLAGAPE

4.1 Dallo uomo di polvere alluomo celeste.


4 1.1 Dominatrici di questo mondo sono soggezione ai sensi e lopporre i contrari: 192.
4 1.2 Conoscenza parziale quella che, poich oppone parti, vaticina su parti della
realt: 186; 170.
4 1.3 Questa conoscenza, di fatto ostile a Dio, rende schiavi dellerrore (7; 165-166);
4 1.4 essa per peculiare di masse che vedendo non vedono ma che, essendo detentrici dei timoni delle citt, costituiscono e condizionano la Chiesa: 122.
4 1.5 Lignorare la Legge divina e il fatto che amicizia per i contrari pu predicarsi
anche nel campo che li oppone, consente di avere zelo per Dio pur se ostili
alla Sua Legge: 3; 75.
4 1.6 Fede permette infatti ai disobbedienti di accedere a giustizia divina: 194; 83; 8; 185.
4 1.7 Il parlare in parabole mira appunto a edificazione, conforto ed esortazione dei
credenti: 2023.
4 1.8 Il che giustifica il piacque a Dio predicare in stoltezza (mwriva) di Paolo: 192;
96; 77.
4 1.9 Grazie a questa predicazione le membra diventano santuario dello Spirito Santo
e fulcro della giustizia divina: 56; 175.
4 1.10 Sacrosanto perci limmedesimarsi di Paolo nellevo di Elohim, fino a fargli
tradurre in spirito, opposto a carne, il soffio del Dio vettore di giorni salubri e di tempeste (85; 8598);
4 1.11 sacrosanto dunque il suo fissare in dominio del Signore lonnipotenza di
El Sciaddai (94),
4 1.12 sebbene ci precluda il coronarsi della Bibbia in Jhwh e quello delluomo di
polvere nel celeste: 56.

4.2 Il Cristianesimo non si esaurisce nella Fede.


4 2.1 Lascesa delluomo di polvere al celeste (48)
4 2.2 dovr coronarsi nellaccompagnare alla Fede nel Figlio di Dio la conoscenza di Lui (4),
4 2.3 da raggiungersi in virt di membra antitetiche alla conoscenza (7),
4 2.4 dunque in virt di colpi che le percuotano per guarirci: 188.
4 2.5 Lascesa trova ragione di essere nellaffidare alluomo il compimento della Creazione
(1; 201)
4 2.6 e mira quindi a dotarci delle tecnologie e della sapienza teoretica a ci necessarie (129; 209);
4 2.7 deve perci attuarsi in modo che il ritorno di Cristo sulla Terra avvenga a
tempo opportuno: 54-55.

~ 218 ~

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Pagina 219

4 2.8 Tutto ci pu far ritenere che lordine cosmico sia modulato da amicizia dei contrari;
pu per anche inquadrarsi nel campo di chi li oppone: la compatibilit di Fede e
conoscenza attestata da non pochi uomini di scienza (153; 199238; 6873);
4 2.9 amicizia dei contrari fiorisce infatti anche nellmbito che li contrappone: 194; 11.
4 2.10 Ad attestare che alla Bibbia sia sottesa la logica delle unit compiute resta dunque
sostanzialmente solo la matematica addotta nel Levitico e nel Pentateuco (139-155);
4 2.11 per sostenere per che Ges si fa Messia del Dio testimoniato da questa matematica,
occorre reperire nelle Scritture una conferma del Suo farsi adepto dellamiciziacomplementarit dei contrari (171-172);
4 2.12 la porge Paolo nel capitolo 2 della 2 Lettera ai Tessalonicesi : 45-46.

4.3 Consacrazione della complementarit dei contrari nei 12 versetti


di 2 Tessalonicesi 2.
vs
vs
vs
vs
vs
vs

1
2
3
4
5
6

Cristo ritorner quando noi ci riuniremo a Lui.


Non crediate pertanto che il giorno del Suo ritorno sia imminente.
Prima, infatti, dovranno venire lapostasia e il trionfo delliniquit:
di chi si contrappone a Dio additando se stesso quale Dio.
Ricorderete che vi dicevo queste cose quando ero ancora fra voi;
ora conoscerete che il freno ( to; katevcon), imposto allavvento di chi si contrappone a Dio,
mira a che lavvento si riveli solo al momento opportuno ( ejn tw`/ aujtou` kairw`/ );
vs 7 infatti il mistero dellingiustizia gi in atto, ma necessario che [affinch avvenga] sia tolto di mezzo chi lo frena.
vs 8 Solo allora si riveler il sovvertitore dellordine, che il Signore Ges toglier di
mezzo ( ajnelei`) con il soffio della Sua bocca [i.e. con la Sua Parola] e annuller
( katarghvsei) al manifestarsi della di lui venuta.
vs 9 Questa avverr con le vestigie di Satana, con ogni sorta di prodigi menzogneri,
vs 10 ingannando coloro che si fanno preda dingiustizia ( ajdikiva") perch non accolgono
lamore della verit ( th;n ajgavphn th` " ajlhqeiva" ) per salvarsi.
vs 11 Perci Dio istilla in costoro un impulso ingannatore perch credano alla menzogna
vs 12 e cos siano condannati tutti coloro che non credono alla verit e hanno indulto
allingiustizia ( th/` ajdikiva/).
Annullare con la Parola divina lanti-Cristo inserirsi in una logica diversa dallumana
e che toglie di mezzo la contrapposizione dei contrari in buoni e cattivi. La Parola di
Ges rende pertanto paritetici contrari da noi opposti come verit e menzogna; la logica divina si avvale di entrambi di ci che per noi ordine e di ci che per noi
disordine per attuare il disegno formativo dellordine cosmico: la vera razionalit.
Un Dio di giustizia che istilla negli uomini limpulso a credere nella menzogna dunque a
farsi fonte di ingiustizia Dio che crea [ci che a noi appare essere] il male per operare
[quello che anche per lumanit ] il bene (Isaia 45 : 7). Dio che al principio di non contraddizione e allopporre i contrari assunti dalluomo quale primario criterio di discriminazione sostituisce amicizia dei contrari e misericordia [che sollecitare il cuore ad accogliere con
amore i miserabili: i lebbrosi di Francesco] (cfr. pp. 22-23). Cosicch unico peccato da Lui non
perdonabile il bestemmiare misericordia e amicizia dei contrari (cfr. Matteo 12:31,32, in p. 8).

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QUINTO

PERCORSO :

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EFFETTI

DEL PILOTAGGIO EGIZIO DELLA STORIA

Perch Ammon si sia fatto chiamare il nascosto e abbia sepolto Se stesso e la


matematica, che ne riflette il pensiero, in monumenti eretti per sfidare i millenni,
spiegato nel 13 : 44 di Matteo : Chi scopre un tesoro il mistero dellEssere
lo nasconde fino a che, venduto ogni avere, non possa comprare il campo il
mondo dove sepolto; frase applicata da Ges a Se stesso. Su questo principio e sul fatto che a muovere luomo a sapienza siano le membra il che spiega perch Cristo e Ammon possano svelarsi nella Loro pienezza (plhvrwma cfr. Efesini 4 : 13) solo dopo millenni si fonda il pilotaggio egizio della storia.
I sacerdoti del Dio delle unit compiute e il Re unificatore delle corone
dellAlto e del Basso Egitto hanno infatti fissato, nellAmarna di Akhenaton, la
concezione di mondo, basata sullopporre le cose, a partire dalla quale unumanit
mossa solo da membra, perverr infine, sospinta dai patimenti, a darsi statuti
allineati allordine dellAmmon armonizzatore di sole e tenebra (cfr. p. 119).
A questo scopo la Bibbia nascose nel Pentateuco numeri idonei alla ricostruzione di quella matematica, che la filosofia greca detta da Isocrate la straniera, perch dispirazione egizia immortal nel Libro decimo degli Elementi di
Euclide, nascondendovela cos bene che quel Libro oggi ritenuto opera di un
folle (cfr. pp. 73-74 et 7483). Mosso dal medesimo intento, Aristotele ha, s, dato
notizie senza le quali la meta-matematica euclidea non avrebbe potuto ricostruirsi (cfr. p. 7281), ma nel contempo ha spezzato lunit che le tecniche debbono
formare con le discipline teoretiche, riducendo cos il sapere a mirare solo ad
accrescere potenza, velocit e aggressivit dellanimale-uomo. Siffatta riduzione ha
costretto le scienze a rilevare, prima o poi, la carenza di fondamento che le inficia, quindi lurgenza di reintegrarle con la componente teoretica atta a ricostituire la unit spezzata da Aristotele e, sulla scia sua, dal dAquino (cf. pp. 118 sgg).
Aristotele e Tommaso ritengono entrambi che lordine cosmico sia modulato
da unit compiute affini a quella formata da Fede e conoscenza del divino; proprio lamicizia dei contrari fa loro ritenere vano sperare che il predicarla commuova chi indotto, dalle membra, a opporli. Poich Dio come dice Romani
11:32 rinchiuse tutti nella disobbedienza, spetta ai patimenti cos causati di
fare infine riscoprire le verit cosmiche a coloro che Egli cre succubi dei sensi.
Il 3 : 4 della Lettera a Tito, col celebrare la bont e la filantropia del Dio
salvatore, vieta per di assumere che la nostra salvezza dipenda solo dai patimenti, escludendo che sapienza e conoscenza ne interrompano lillimitato accrescersi; assurda sarebbe invero la Bibbia se, coronandosi nel riunire laici e fedeli
sotto uno stesso tetto, vietasse ai fedeli di concorrere a realizzare la comune salvezza. Per contro, per, la conoscenza del divino poich deve essere promossa
dalle membra passa necessariamente attraverso stadi che rischiano di turbare
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la Fede nel Dio per il quale dice 1 Corinzi 1 : 20 stolta , in quanto incompatibile p.es. con la Crocifissione, la sapienza dei sapienti di questo mondo.
Superava queste remore IL CARDINALE C USANO (sec. XV ) quando, al San
Tommaso che poneva il principio di non contraddizione alla base di tutti i
princip (cfr. p. 37), opponeva che esso , s, principio valido per chi oppone i
contrari, ma non per il Dio per il quale nulla da spregiare (cfr. 1 Timoteo
4 : 4) e per il quale Satana e Lucifero, male e bene coesistono e coincidono
(cfr. p. 33) in quanto ogni ente concorre, pariteticamente con gli altri tutti, a
rendere buono, molto buono lordine cosmico (Genesi 1 : 31).
Fu la geometria, secondo gli storici, a suggerire al Cusano il principio della coincidenza degli opposti : il che fa pensare che nel secolo XV si prendesse ancora sul
serio linvito di Platone (cfr. Repubblica 526d8-e1) a studiare la geometria per
accertare se essa consenta di meglio discernere lIdea del bene. Le deduzioni che
dallinvito trae Cusano dicono trattarsi di una meta-geometria per la quale cessa
di sussistere, fra diagonale e lato del quadrato, lopposizione che oggi fa predicare razionale una delle entit e irrazionale laltra: entrambe scrive invece
Euclide nel Libro decimo degli Elementi risultano dicibili (rJhtaiv).
A spingere la Chiesa a privilegiare, nei secoli successivi, il leggere San
Tommaso, fu lo sconcerto provocato p. es., in fedeli le cui file andavano progressivamente assottigliandosi, dal leggere nel 4 : 1 di 1 Timoteo che lo Spirito
Santo a prevedere che certuni si allontanino dalla Fede e, in Romani 9 : 25, che
Dio chiamer Suo popolo anche chi Suo popolo non era, e amata la non amata.
Salutare per i fedeli, lintervento di Tommaso ha comportato vittime illustri fra i
teologi e i filosofi; fu fuorviato perfino CORNELIO FABRO (cfr. p. 37), il quale per
contrastare colleghi inclini a rivendicare il diritto della ragione a interferire sulla
Rivelazione radic nellEssere, in un saggio del 1969, il principio di non contraddizione, smentendo lo ogni ente, poich creato da Dio, buono di 1 Timoteo.
Dellerrore Fabro si rese conto in un saggio di alcuni anni dopo, dove al
principio di non contraddizione sostitu la distinzione fra Fede e ragione, ossia
la separazione della Terra dal Cielo, predicata nel Genesi e che lascia aperto il
campo alle unit compiute che la Bibbia chiama quei separati a formare.
Reso possibile, al sacerdote Fabro, dalla quotidiana lettura della Bibbia, il ridimensionamento in separazione della contrapposizione dei contrari rimasto impervio
allHeidegger spinto da Tommaso a vedere nel principio di non contraddizione il
fondamento rispetto a tutti i princip e a tutte le forme derivate del conoscere (cfr.
p. 37). La Natura scrive nel brano dei Beitrge qui riportato in p. 92108 era per
i presocratici luogo della venuta e del soggiorno del divino. Dopo di allora essa
divenne dapprima un ente [con lAristotele di Tommaso] e poi [con Tommaso] lopposto della Grazia, per degradare infine in tecnocrazia e in fatto economico. Di
fronte a siffatta deiezione, conclude Heidegger, la Terra tace perch ormai non le
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pi concessa la lotta con un Mondo (der Streit mit einer Welt). Insiste, cos, nel
volgere in lotta le separazioni bibliche, quando sarebbe bastato uno sguardo al
7 : 21-25 di Romani per convincerlo che, secondo il Cristianesimo, la legge del peccato, che sta nelle membra, a muovere guerra alla Legge di Dio, alitante nellintimo
nostro. Legge infusa in noi dal soffio (pneu` ma) divino spiega lo 8 : 5-11 quella vettrice di vita e pace; la legge delle membra porta invece guerra e morte.
Heidegger rivive dunque cos, senza rendersene conto, una verit fondamentale del
Cristianesimo quando scrive, nel brano riportato in p. 94, che qualcosa di del tutto
altro deve ergersi al di sopra delle forze, tendenze, disposizioni in lotta le une contro
le altre: il luogo che tutto decide deve venir fondato primieramente mediante lapertura della mente alla verit dellEssere, posta prima di ogni opposizione della metafisica perseguita finora: i.e. della metafisica aquinate. Il primieramente heideggeriano
si allinea al 2 : 6-12 di 1 Corinzi, dove Paolo scrive che Dio ha preordinato prima
dei secoli, per chi Lo ama, una sapienza divina e misteriosa, concernente cose che
occhio non vede n orecchio ode [dunque non accessibili a chi si prostra alle membra] e a noi svelata da un soffio divino [che le membra chiamano poi, opponendolo alla carne (cfr. 8598), spirito].
Come Heidegger scopre autonomamente il soffio divino, che anima il Cristianesimo,
per ribellione allo pseudo-cristianesimo prospettatogli da Tommaso dAquino, cos
GUIDO CALOGERO rivive personalmente la profondit dello spirito aristotelico muovendo contro lo pseudo-aristotele aquinate; entrambi portano al compimento, cos, il
pilotaggio della storia (cfr. pp. 118 sgg), applicato da Tommaso allOccidente. Scrive
infatti Calogero, nella Prefazione a I fondamenti della logica aristotelica, che dalla logica
e dalla dialettica arcaiche del s o no si diversifica la logica del qualcosa, cui si accompagna eternamente lombra dello altro e che logica non del solo pensare ma, insieme, dellagire. Omette cos di leggere, nel Metafisica 983a11-23, che sapienza quella
che approda a punti di vista opposti agli iniziali [dettati da membra vettrici del s o
no] e trascura che in De Mundo luogo per eccellenza dellagire Aristotele scrive:
La Natura forma armonie non con i simili, ma accogliendo in amicizia contrari.
MICHELE FEDERICO SCIACCA riconosce anchegli che nella concretezza della vita il
diverso, lopposto e il contrario si implicano senza escludersi; sinchina per a vedute estranee alle Scritture quando afferma che la pienezza di noi, ancorch ambita,
non attuabile con le nostre forze nellorizzonte umano. In Matteo 13 : 16,17 Ges
dice invece ai discepoli: avrete occhi che vedono e orecchi che odono; 1 Corinzi
2 : 6,7 conferma: sapienza divina si addice agli uomini compiuti (toi`" teleivoi").
Antepone, con Cusano, a Tommaso le Sacre Scritture JOSEPH RATZINGER: in Senza
radici chiama Satana a ritrovare in Cristo la perla che ritrasformi gli imperativi cristiani da zavorra immobilizzante luomo in ali atte a portarlo in alto: verso una religio civilis che, rivitalizzando una ragione divenuta stanca e pigra, rinnovi limpulso
dato dal Cristianesimo primitivo allantichit morente. La Chiesa e la sua teologia
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continua Ratzinger hanno sprecato poi troppo tempo in piccole schermaglie di


retroguardia, senza porsi la domanda di fondo: se a tenere insieme il mondo concorrano anche ragione, libert e bene in quanto princip costitutivi della realt. Pu essere, allora, che proprio la geometria prediletta dal Cusano possa svelare alla Chiesa
odierna come e perch ragione, bene e forse anche libert tengano insieme il mondo.
Gi Euclide chiarisce quale geometria affascini due Cardinali e lasci indifferenti matematici impegnati in discipline dove gli irrazionali sono sempre traducibili in numeri,
qualunque sia il grado di approssimazione richiesto dai problemi (cfr. p. 151189); nella
Definizione III il Libro decimo degli Elementi afferma infatti dicibili (rJhtaiv) lato e
diagonale del quadrato entit oggi tradotte luna nel numero 2, laltra nel non2 e dicibile anche lapotome 2 
2, massima espressione dirrazionalit
numero 
per lOccidente. Il Libro decimo per impervio ai profani, perch affida a 114 teoremi e 12 lemmi la funzione di determinare consistenza e coerenza dei suoi assunti.
Maimonide e Platone svelano invece a Porporati la finalit, cui quel Libro
tende, e permettono di determinare la consistenza dellinsieme che la realizza.
Maimonide patronimico del Rabbenu Moshe ben Maimon (sec. XII) il cui
acronimo R(a)MB(a)M anche acronimo della frase Rabot Moftai Beretz Mitzrayim = le
Mie meraviglie si sono moltiplicate in Terra di Egitto , detta da Dio a Mos in 11 : 9,10
di Esodo. Maimonide autore di un Commento alla Mishneh Torah = Ripetizione e studio della Legge , dove sono evocati i 613 Comandamenti della tradizione non scritta.
Nel XX secolo il Rabbino Michael Dov Weismandel ( 1952) scopr che, a partire
dalla M del nome Mos comparente in Esodo 11 : 9, nei versetti 1-13 del Libro 12 si
trovano scandite, a intervalli 50 (ossia saltando 49 lettere) le parole nascoste Mishneh
Torah , separate da 613 intervalli. Consegue che: 1. - una tradizione orale ha tramandato da rabbino a rabbino le parole nascoste nel Pentateuco; 2. - essa concerne la geometria che influenz Cusano e che concerne le meraviglie divine moltiplicatesi in Egitto.
La figura in p. 113 conferma che la Grande Piramide di Giza pone in segreta evidenza a chi abbia occhi per vedere i tesori in essa sepolti lapotome
5 
2 7 , i quadrati dei cui nomi risultano appunto (5 
2 )2 = 50 et 7 2 = 49 ; le divine meraviglie egizie acquistano cos pregnanza e promettono addirittura di svelare
ci che di grande e puro Ratzinger dice nella sovraccopertina di Senza radici
allorigine della nostra storia, ma che lOccidente non pi in grado di percepire.
Platone a rivelare quella che lEpinomide Dialogo spurio (cfr. p. 1213)
secondo chi dice folle lEuclide del Libro decimo (cfr. pp. 73, 74) sottolinea
essere, nel 990b8-991b4, meraviglia non umana ma divina a chi mediter il fatto
2 ) si manifesti quanche la congruenza di talune grandezze (p. es. di 7 e di 5 
do vengano elevate a seconda potenza. Cosicch la coppia 50/49 di certo una di
quelle formate da un numero quadrato inferiore di ununit a un numero non qua2 incommensurabile con esso che formano linsieme saludrato la cui radice 5 
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tato da Socrate, nel 148b3 del Teeteto, con la frase: a[ristav gajnqrwvpwn, w\ pai`de" avete scoperto, ragazzi, cose che per gli uomini costituiranno il supremo bene!.
Linsieme osannato da Socrate quello che racconta Teeteto nel 147d3-e1 il
matematico Teodoro aveva costruito studiando le potenze (dunavmei") di 3 piedi ; 5
piedi ; etc., fino a quella di 17 piedi alla quale, E IO NON SO PERCH, Teeteto dice,
si fermava (ejn de; tauvth/ pw" ejnevsceto) per accertare se con esse si potesse formare
uno e{n: un uno del genere di quello riferendosi al quale Aristotele scrive, nel
Metafisica 1083a31-35, che se lo uno principio (ajrchv), si deve allora parlare come
2 1, triade 2 
2 , tetrade
Platone e dire primario linsieme formato da diade 
2 
2 2 [e dalle altre terne di apotomi addotte in p. 143(**)], che il Libro decimo degli
Elementi di Euclide mostra costituire il solo uno matematico compiutamente tale e pertanto capace di svelare in che cosa consistano il bene, la ragione e poich lAristotele
mntore di Euclide sostituisce il meglio (bevltion) a necessit anche la libert.
Il pw" = NON SO PERCH di Teeteto invita a cercare perch Teodoro si arrestasse al quadrato potenziato da 17 : esso il 289, che risulta 2 x 12 2 + 1 cos come 49
2 x 5 2 1. Sicch 50/49 et 289/288 sono coppie epimorie formate da un numero
quadrato che difetta o supera di ununit il doppio di un numero quadrato: definizione affatto diversa da quelle, puerili, addotte dagli storici delle matematiche.
Da 50/49 et 289/288 la formula e il procedimento in pp. 154, 155 permettono di dedurre lo e{n = uno formato dalle terne (**) di p. 143, del quale Euclide
mostra il primato e la compiuta razionalit che siccome rivelano in che cosa
consistano bene, ragione e libert porgono la chiave per farci ritornare in
Eden, ovviando allassurdo di escludere (cfr. p. 220) che sapienza e Chiesa concorrano a farci vedere il volto di Dio.
Urge allora scoprire come questa chiave possa aprire la via di Eden a masse alle
quali il Sanhedrin affida i timoni delle citt e che certo non si lasciano commuovere, oggi, dai Maimonide e Platone, e neppure da matematica e dal Sommo Pontefice:
venerano ormai solo le tecniche, i cui successi ne hanno soggiogato le membra.
Le tecniche dipendono per dalla scienza e questa dalla matematica; scienza e matematica sono dunque i possibili inneschi dellordigno cui Ratzinger affida la funzione
di riscoprire in Cristo di che restituire vitalit a una ragione divenuta stanca e pigra.
Di un proprio saggio sul Libro decimo di Euclide lo scrivente invi, nel 1988,
duemilacinquecento esemplari ai Dipartimenti di storia della matematica e di storia
della filosofia di tutto il mondo; unico cenno di riscontro fu quello della Rivista
salesiana (cfr. p. 74) che definiva amena la pretesa di ergersi contro la compatta
coralit dei cattedratici che giudica disastro pedagogico il Libro decimo degli Elementi.
Linnesco delle minoranze di Ratzinger ritorna allora nelle mani del Pontefice (Israele impegnato a difendere la propria sopravvivenza) ; solo il prestigio e la potenza finanziaria di cui dispone possono indurre giovani matematici ancora innamorati della loro scienza e cattedratici che, sfidando i sarcasmi dei
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colleghi e della Rivista salesiana, ne esaminino i lavori, a restituire il Libro decimo di Euclide alla funzione per cui al Pentateuco fu sottesa la coppia 50/49.
Supremo intento del Pontefice certo lenire le sofferenze del gregge; pertanto,
quando legge che Maimonide e Platone attribuiscono a 50/49 il potere di svelare cose
che per gli uomini saranno il sommo bene, non pu non dare credito a loro anzich a chi svilisce in cabala numeri che lesser sottesi al Pentateuco fa ritenere capaci
di far risplendere lumanit nel sole del Padre (Matteo 13 : 42,43). Rischia invece di
precipitarla nella fornace ardente il procedere nel senso opposto: infatti sebbene
luomo, comunque si muova, sia sempre trasportato secondo lordine di cui parte
(cfr. Platone, Leggi 904a6-c9), ci pu avvenire anche accrescendone illimitatamente i
patimenti. Pu essere salutare, allora, sacrificare qualche milione di euro dello IOR per
appurare: 1. - se 50 et 49 siano entit cabalistiche o se furono sottese alla Bibbia per
evocare una matematica; 2. - se il Libro decimo degli Elementi sia un disastro pedagogico, come lo ritengono oggi i cattedratici, o se costituisca il solo e{n = insieme unitario a noi pervio e perci detto salvatore da Platone, Maimonide, Cusano.
Se non si vorr cassare a priori la possibilit che la sua riscoperta si confermi salvifica, il quesito, affatto asettico, da sottoporre a borsisti e a non meno
coraggiosi cattedratici che accettino di esaminarli, potrebbe essere questo:
Prescindendo radicalmente da tutte le interpretazioni finora date del Libro decimo degli Elementi
di Euclide, scoprire se esista una qualche relazione matematica univoca e coerente fra: la
2 rappresentano grandezze
Definizione III premessa al suddetto Libro, per la quale 2 et 
entrambe dicibili (rJhtaiv); la frase del Teeteto : a[ristav gajnqrwvpwn, w\ pai`de" - avete scoperto, ragazzi, quello che per lumanit sar il bene supremo; la coppia epimoria 50/49,
che scandisce le parole nascoste Mishneh Torah = studio della Legge [cosmica], sottese alla
frase di Esodo 11 : 9-12 : 13, dove si legge: Rabot Moftai Beretz Mitzrayim - le meraviglie
del Dio [di Israele] si sono moltiplicate in terra di Egitto; il principio della coincidenzain-Dio degli opposti, che il cardinale Cusano, vescovo di Brixen, dedusse dalla geometria.

Dal successo delliniziativa pontificia dipender, secondo la Bibbia, la salvezza delluomo:


invero nel clima di guerra-globale, istaurato da membra che spronano a opporre i contrari, prosperano ribellioni a Dio e a ogni ordine; progressisti e liberal-illuministi aspirano perci a sostituire al fatiscente perch rozzo ossequio al divino, il culto di antropologie guidate da ragione. Ignorano cos che la ragione laboriosa figliazione delle membra (cfr. p. IV/8) e che,
mentre sono sempre queste a far morire luomo, luomo pu farle morire solo suicidandosi.
Ironia delle cose vuole, e Chiesa conferma, che a realizzare il sogno progressista sia invece
proprio il ritorno del Cristo: il quale, involgendo il suicidio dellopporre i contrari, far s che
non sussistendo pi peccati per il Dio che, per attuare i Suoi disegni, si avvale tanto della
morale quanto dellimmoralit sia la ragione, nel frattempo maturata, a dover difendere le
collettivit dalle intemperanze delle membra, mediante leggi umane non imputabili a Dio e
nemmeno impugnabili dalla ragione. Contro chi muovere, allora, la bestemmia, se non contro
le intemperanze delle membra da sempre condannate e a ragion-finale veduta dalla Bibbia?
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INDICE

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DEI NOMI

Abramo, 24; 30; 84; 166; 167


Adamo, 8; 94; 201; 204; 206
Agape, 204; VI ; 165; 168; 169;
176; 183; 192-195; 201; 208; 219
Agatarchide di Cnido, 111
Agnellini, 76-79; 192
Agostino, 28
Akhenaton, V; 109-112; 208; 209;
220
Akhetaton, 109-110; 159
Alessandro Afrodisio, 141176
Alleanza, III ; 3; 103; 137; 166;
181-182; 189; 193-195; 200; 206;
207
Alterit, V; 5; 7; 29; 5153; 67-68; 79;
83; 101125; 101-102; 124
Amarna, 109-110; 136; 208; 220
Amenemhat I, 166206
Amicizia, 204; 3; 6-12; 75; 170-177;
182; 205; 206
Ammon, 89 101; 107 136 ; 108; 108 137;
156-157; 208; 220
Angeli, 163; 165; 165204 ; 177; 179;
180; 209
Anselmo dAosta, 151; 151190; 152;
156
Anticristo, 45; 47; 5051; 55; 56; 59;
90104 ; 97; 103128; 106; 128; 219
Antiferesi, 140-153; 141 176 ; 157;
205
Antoniadi E. M., 111140
Apocalissi, 45; 45 43 ; 103; 133;
133167 ;168 ; 137; 193234
Apotomi, 5; 69-70; 6976 ; 119; 139;
139173;174 ; 154; 205
Aristotele, 59; 62-67; 72; 7281; 76;
115-116; 117-126; 127; 144; 145;
209; 220; 224
Assiria, V; 21; 45; 8494 ; 103128; 134;
179; 198
Aton, 108-110; 109139
Auger P., 115-116; 117
Auschwitz, 8; 9
Babele, 187; 208
83
Bevltion, 51; 68; 74 ; 87; 224
Bene, 27; 49; 56; 61; 75; 86-87; 98;
119; 152; 180; 196; 221; 224
Bernal M., 135; 135171
Bimetria, 47; 51-53; 56; 62-67; 6975;
81; 86-90; 107; 115; 118-119;
153; 209
Bohr N., VI ; 9; 117; 120 145; 134;
200-201
Bont divina, 206-207; 51; 137;
159; 162; 172-173; 184; 220
Born M., VI; 117; 118; 134; 135;
200; 201
Bouval R., 111140
Brixen, 225
Brugger W., 6568 ; 170210
Brunner H., 135; 135172; 136; 151;
159
Cadmo, 4847
Caino, 8; 89
Calipso, 193234
Calogero G., 86; 89-91; 92106; 222
Cassandra, 137
Castelnuovo G., 73; 7483; 88; 144180

Categorie, II; 4746; 6466; 64-67; 70;


73; 122; 179
Cattedratici, VI; 9; 46; 59; 85; 108109; 109138 ; 110; 134; 135; 224;
225
Cherubini, 28; 30; 3026
Chiesa, 9; 20; 27; 32; 38; 46; 53;
5455; 57; 7584 ; 106; 223; 225
Christianson G. E., 8899
Commensurabilit, 62; 63; 97; 140;
140175
Compiutezza, 47; 81; 170; 185;
208; 222
Complementarit, 204; VI; 7; 12-15;
55 56 ; 81; 117-119; 128 160 ; 132;
164203 ; 200-201; 205; 208; 219
Concetti divini, 209; 3; 6-12; 75;
170-177; 182; 204; 205; 206
Conoscenza, 4; 83; 159; 161; 165;
168; 170; 186; 189; 194; 205; 218
Contraddizioni, 115; 161; 171; 188;
191-194; 221
Contrariet, 205; VII ; 1; 11; 52;
85; 174; 182; 188; 191; 197; 219;
225
Copernico, 87; 88100; 109138
Corner E. J., 150
Crocifissione, 1; 4; 7; 43; 47; 94;
103; 188-201; 206; 221
Cubito, 110-112
Cusano N., 33-34, 43; 49; 115;
221; 223; 225
Daniele, 55
Darwin C., 134
Davide, 8496 ; 166; 184; 197; 201
Democrazia, 164; 200241
Diade del , 139174 ; 145; 145181; 155194
Diade e Triade, 71; 127; 135; 144;
224
Dialettica biblica, 161-165; 188
Diapason, 118
Diavolo, 17; 23; 26; 32; 4442 ; 176;
177; 192
Discepoli, III ; 4; 25; 27; 31; 39;
90; 178
Dodona, 109139
Donna, 2; 14; 20; 48; 53; 189
Doppio, 65; 6974 ; 70; 7281
Eden, 8; 50; 51 52; 72 80; 188-189;
204; 224
Efraim, 9; 55; 103; 107; 182; 197
Egitto, 45; 82; 8290;91; 89101; 107-109;
135-136; 155; 188; 197; 223; 225
Eidelberg P., 6873; 199238
Einstein A., 134
Elohim, III; 1-3; 12-15; 17; 23-24;
44; 5254 ; 53; 98120; 123-124; 131;
164; 181; 183; 214-215
Emiolio, 7178
Empedocle, 66
Epimori, 15; 1517; 154; 224
Epitrito, 7178
Equilibrio, 5-7; 5153 ; 128; 128160
Erodoto, 1091 3 9 ; 113; 156
Eserciti, 8; 45; 51; 121; 179; 185
Euclide, II; VI; 5; 57; 6974 ;76 ; 7281;
73-74 83; 75; 88; 113; 119; 135;
139-159; 220; 223-225

~ 227 ~

Eulero, 150188
Fabro C., 21; 37; 3770 ; 39; 67; 7584 ;
89; 172; 178; 221
Fede, 205; III-VII; 4; 9; 18; 5759; 83;
106; 133; 159; 165; 168; 178224 ;
183; 192-194; 221
Fibonacci L., 147-148; 151189
Fichte J. G., 1011; 75; 77
Fillotassi, 69; 139; 146-150; 151-153
Finalit, IV; 81; 87; 137; 151; 192;
223
Flavius Jos., 111; 112
Fowler D. H., 141176 ;177; 143; 143179;
146; 150
Frajese A., 74; 144180
Francesco dAssisi, 22-33; 34; 52;
117; 121147; 219
Frattali, 156195
Galilei G., 88100
Geenna, VII; 204
Gematria, 1315
Genere, 65; 71
Genve, 114141; 114-117
Geometria qualitativa, 118-119;
131165; 139-140; 221; 223-225
Gerusalemme, 137; 189-191
Giobbe, 180; 180225; 194-195
Giordano P. M., 33
Giovanni Battista, 18
Giovannoli R., 46; 4644
Giuda, 9; 55; 93; 182
Giustizia, 13; 50; 79; 83; 123; 128;
137; 153
Golgota, 192
Grande Piramide, 111-113; 136;
157; 223
Grazia, 92100; 101; 194; 208; 222
Gregory D., 88
Hancock G., 111140
Hegel G. W. F., 1011
Heidegger M., V; VI; 9; 2925; 3733;
57; 6669; 72; 86; 91-113; 123151;152;
125158 ; 134; 135; 200; 201; 221;
222
Heisenberg W., 114141
Hlderlin F., 96; 96115
Horakhti, 109
Ignoranza, 42; 57; 133-134; 179
Illuminismo, 55; 55 56 ; 67 71 ; 81;
120145; 132; 199; 225
Immoralit, 9; 11 12; 55; 57; 156;
190; 190232 ; 208; 225
Ippaso, 118142 ; 157
Irrazionale, 205; 106; 141; 145; 153;
157; 207
Isacco, 10; 84
Isocrate, 108; 220
Israel, 14; 152; 153; 204
Jesse, 30; 167
Jhwh, III; 1-3; 12-15; 18-21; 24; 5152; 123-124; 126; 131; 152-153;
164; 181-183; 184; 201; 207
Jonas H., 6; 6 8; 7-8
68
112
Kaqovlou, 65 ; 95
; 100; 127
Kairov " , 41-42; 53-55; 84; 87; 97;
116
98 ; 102; 104; 104131
Kam-out-f, 4847; 89101; 100123 ; 156;
157; 173; 173215

10.BIBBIA.pp227.232

13-04-2011

9:39

Kant I., 1011


Karnak, 157-158; 157197
80
Katevcon, 41-50; 53-54; 72; 72 ; 75;
79; 81-83; 95-96; 99121; 103; 122;
219
Katz M., 112; 153; 153191; 154192
Keplero, 87-88; 88100; 109138
Kheti, 8495
Kippur, 198237
Klee P., 101
Kline M., 74; 7483
Knorr W. R., 74
Laici, V; VI; VII; 11; 192; 195; 200;
205; 220
Lamanna E. P., 33-34; 38; 49; 9192; 92106 ; 120; 122
Le Corbusier, 156
Legislazione umana, 205; VII; 8-9;
165; 192; 200-201; 200241; 225
Leibniz G. G., 86; 87; 88
Lemmi di Euclide X, 7483 ; 144180
Libert, V; 126; 180; 191; 201; 223;
225
Libro X di Euclide, II; VI; 57; 6974 ;76 ;
72 81; 73-75; 119; 135; 139-146;
148; 173; 205
Livio M., 150; 150188 ; 151; 151189;
156; 156195; 157
Logica bimetrica, 1-2; 51-53; 63;
65-75; 93; 103; 103128; 152; 164;
171
Lord, 123; 184
Lucifero, 33; 221
Magris A., 73; 7382
Maimonide, 223; 225
Male, 5; 56; 75; 8393 ; 98; 99121; 119;
123; 159; 165; 196
Marx C., 89
Maspero G., 109138; 110
Matematica, 84-85; 107 136; 134 169;
139-146; 153-159; 155193 ;194
Matematica qualitativa, VI; 6873 ; 75;
127; 135; 139-146; 139 173; 153159
Medesimezza, V ; 5; 7; 29; 51-52;
5153 ; 67-68
Membra, IV ; V ; VI ; 6; 7; 26; 43;
56; 57 60 ; 59; 67-75; 84 94 ; 127;
165-167; 174; 177; 188-191; 201;
222; 225
Men-Kheper-R, 157
Mezzo, 151; 151189
Miracoli, 23; 26; 27; 116
Mishneh Torah, 223; 225
Mistero, 3; 25; 46; 53-57; 96; 97;
106; 132-133; 173 214 ; 183; 207;
220
Monoteismo, 207; 26; 52; 108;
108137; 208
Morale, 9; 910 ; 11-12; 55; 57; 6771;
186; 199; 208; 225
Mos, III ; 18; 109 139; 116; 166 205;
187; 197; 223
Munk E., 152; 155
Nachmanide, 1416 ; 119; 209
Nazismo, 105
Neferty, 84; 166; 166 206 ; 196; 198;
201
Neugebauer O., 109138 ; 110
Newton I., 88; 8899 ;100
Nisan Mordechai, 199238

Pagina 228

Numeri Epimori, 154; 224


Numeri naturali, 5; 63-67;
139173 ;174 ; 145; 145182; 155194 ; 157
Numeri primari, 5; 60-61; 69-75;
7483
Nuova Terra, 45; 163; 183-184;
191
Opposizioni, 171-172; 174; 174216 ;
180; 187; 205
Orto botanico, 157-159
Pace, 179; 189-191; 200; 222
Parabole, III ; 3; 20; 26; 90; 122;
132; 165; 178; 188; 199; 206
Parmenide, 48; 53; 56; 119; 127131; 173; 194
Parole nascoste, 13-15; 171; 223
Parusia, 41; 5051; 54-55; 82; 97-98;
125
Patimenti, V, 42; 49; 72; 133; 179;
188; 192-194; 199; 220
Peccato, 205; 17; 165; 172-173;
175; 222; 225
Pecore smarrite, VII ; 132 166; 133;
162; 192; 199
Pera M., 3227
Perdono, 206; 172; 174; 201
Piero della Francesca, 151189
Pietro, 2; 43; 76-79; 94; 103; 192
Pigna, 149-150
Pilotaggio della storia, 208-209; VI;
131-137; 159; 159 200; 187; 197;
220; 222
Pitagora, 48; 108; 109; 111; 209
Platone, 5; 11; 28; 59; 100; 115;
119; 129; 139174 ; 143; 161; 173;
175172; 205; 221; 223; 224; 225
Pontefice, 50; 5050; 224-225
Porfirio, 121; 121148 ;149
Proctor R., 111140; 113
Provvidenza, 204; 41; 56; 71; 8392 ;
86; 181
Pungiglione, 8; 5658 ; 57; 5760; 121147
Pyramidiots, 110
Quarta, quinta, 118; 119144
Quiete nel diverso, 60; 6162; 62; 67;
156
Quinzio S., 134; 134170
Ragione, IV ; 22; 79 87 ; 162; 180;
221; 224; 225
Rahner K., 37; 3732 ; 6770
Raschini M. A., 34-36
Ratzinger J., 22; 32; 3227; 37-39; 57;
75; 7584 ; 79; 7987; 162; 174; 178;
222-223; 224
Redentore, 93; 165; 174; 177
Regina U., 92108 ; 99121; 102; 107; 133
Richter P. H., 148; 148186
Rinaldi G., 121148
Rinascimento, 132
Risurrezione, 206; 125; 126159; 165170; 175; 190232; 196; 201
Rivelazione, 206; 4543 ; 137; 221
Rosenfeld L., 114-115
Rosmini A., 21
Rtnu, 157; 157197; 158
Rach, 8598
Salomone, V; 112; 136; 197
Salvezza, 204; IV ; 173; 182-187;
220; 225
Sanhedrin, VII ; 2 2 ; 42; 84; 84 96 ;
116; 166; 178; 196; 197; 224

~ 228 ~

Santo dei Santi, 191-193; 197-199


Sapienza, 208; 8-11; 31; 42; 57;
7279; 108; 116; 127; 174; 180-181;
199; 222; 225
Satana, 33; 4440; 46; 47; 195; 209;
219; 221
Schleiermacher F. D. E., 1011; 75
Schrdinger E., 114; 114141; 117
Schwaller de Lubicz R. A., 48 47 ;
110-112; 157197
Sciacca M. F., 90; 90 102; 91; 92 106;
222
Scienza, 9; 57; 106; 116; 120;
120 145; 122-123; 127; 129; 194;
200; 224
Sensazioni, 12; 27; 44; 76 86; 124125; 128161; 192; 207; 218
Sezione aurea, 61-62; 69; 84; 146153; 156-159
Simeone, 191-192
Snefru, 166206
Socrate, 224
Soffio vitale, 85; 8598 ; 90; 103; 222
Solone, 59
Soloveitchik J. B., 199238
Spirito Santo, 207; IV; 50; 56-57;
85; 102-103; 174; 177; 185; 194197; 201; 221
Stevin S., 73
Struik R., 74
Talmud, VII; 29; 125158 ; 201
Teeteto, 224
Teodoro, 224
Teofrasto, 121
Terzo numero, 74; 7483 ; 139173 ; 224
Tesoro, 82-85; 220; 223
Theuth, 87
Tolomeo, 140
Tommaso, 37; 118-122; 127; 131;
134; 136; 159; 220; 221; 222
Tribolazioni, 188-189; 190232 ; 193;
195-196
Trinit, 170-172
Unit compiute, 208; II; IV-VII; 4-5;
7-12; 51-53; 55-57; 84; 127-131;
145; 152; 159 200; 167-177; 183187; 188-201; 204; 220
Uno primario, 70; 7077; 127; 135;
143; 144-145; 224-225
Untersteiner M., 129; 129162
Uomo, V; 4; 8; 48; 50; 53; 56; 5759;
174; 201; 225
Van Der Waerden B. L., 73
Venturi, V; 101; 134; 204
Verga, V ; 45; 55; 179; 188; 204;
209
Verit, 207-208; 75; 132-133; 167;
198; 219
Veste nuziale, 188
Vetera Cristianorum, 121148
Vitis Capreola, 158; 158198
Vitruvio, 156
Voltaire, 3530; 5556
Von Denffer D., 148; 148187
Weismandel M. D., 155; 223
Wreszinski, 157197
Yehoshua, V ; 15; 17; 19-20; 19 22;
25; 103
Zeus, 28; 109139 ; 129
Zimmerman C., 6873; 199238
Zizzania, 163

10.BIBBIA.pp227.232

INDICE

13-04-2011

9:39

Pagina 229

DEI PASSI CITATI


ARISTOTELE

[Metafisica]

De Mundo

1082a2-6 et 11-13: 7281; 145184


1082b31,32:
65
1083a28-35:
143
1083a31-35:
70; 224
1083b1-8:
6567; 144
1088b2-8:
6466
1092b17-23:
35; 63; 68; 70;
115

396b:

11; 115; 119; 156

Etica Eudemia
1218a15-24:

60; 69; 156

Etica Nicomachea
1139b31:
1140:

6061
6061

Problemi
955b25-38 :

108
60; 148
10
11; 6568
7279; 7686; 127
36
62
119; 121
62; 72 79 ; 118;
146
986a:
209
987b14-18:
6567
987b23-988a1:
145
987b26:
145
993a15-24:
66
995a15-17:
6976; 155193
1002b29:
65
1009b8,9:
128161
1009b8-11:
130
1009b22-25:
130
1023b30-36:
6568; 129
1026a18-21:
120145; 127
1027b29-31:
4948; 70; 181227
1027b29-33:
64; 4746
1027b31-33:
4948
1028a11-15:
64; 71
1028a31-34:
64; 65
1042a12-24:
65
1053a14-18:
52; 62
1053a30:
140
1057a3,4:
70
1060b6-9:
173
1061a28-b4:
63
1064b1-4:
120
1072a9-17:
5153; 67; 87
1072a18:
68
1075b37-1076a4: 116
1078a31-b6:
61; 68
1078a34,35:
88
1080a23-28:
70
1081a14:
145
1081a19-23:
63
1081a23-25:
144
1082a:
155194

Topici
158b33,34:

141176; 148

ERACLITO
Fr. 2 Diels:
Fr. 81 Diels:
Fr. 102 Diels:
Fr. 124 Diels:

85; 173
48
10; 48
187231

ERODOTO
II, 55-57:
II, 124-5:

Def. II:
140
Def. III:
140
2:
141176
5:
140
29 Lem. 2: 7483; 144180
114:
145182

108

PARMENIDE
Fr. 1 Diels:
Fr.
Fr.
Fr.
Fr.
Fr.
Fr.

3
5
8
9
12
16

128; 128161; 129;


130
130
127; 128; 131
53; 128; 130
53; 130
128; 173
130

Diels:
Diels:
Diels:
Diels:
Diels:
Diels:

PLATONE
Epinomide
989e1-990b4:
990b6,7:

69; 6975; 7686


155193

~ 229 ~

38

Fedone
60b1-c5:
98a6-b1:
99c9:
101b9-d5:
101b11-16:
105a2-7:

208
87
197
164203
118143
189

Fedro
234e:
250b2-d8:

28
153

Filebo
24e7:
25c8-11:
56e7,8:
66a4-c6:

145181; 155194
145181
61; 139
87; 97

Leggi
904a6-c9:
225
967d4-968a1: 86

ISOCRATE
Busiris 11 : 27-28

223
6264; 69; 143
150
159199
108
12

Eutidemo
281d2-e5:

109139
113

EUCLIDE
VII
X
X
X
X
X

990b8-991b4:
990c5-8:
990d1-6:
991b5-c1:
991d8-992a1:
992b2-d3:

IV; 189

Metafisica
981a23-26:
981a24-982a3:
981a28-30:
982a8-25:
982a11,12:
982a21-25:
982b26,27:
983a6-11:
983a11-23:

[Epinomide]

Lettera
342d:
344d3-e2:
344d5:

VII

96
8497; 174216
205

Parmenide
130c-e:

93

Politico
257a1-b7:
284e6-8:
306c7,8:
307b9-c8:
307d1-8:
310a3-5:
310c8-d4:
311b7-c5:

107136
4136
86
28
10
28
4645
28

10.BIBBIA.pp227.232

13-04-2011

9:39

Pagina 230

[PLATONE]

Repubblica
353a9-b1:
509d1 sgg:
523b9-c4:
526d8-e1:
527a1-b11:
534d6:

93; 100
143
115; 161
131165; 221
131165
146

203a1-4:

165204

242c4:
243a7-10:
246c2-4:
249c6-d4:

130163
130163
85
36; 85

Simposio
Sofista

Teeteto
147d3-e1: 224
148b3:
173; 224

59
59
108
30; 32
5153
28
28
87
87

PRIMO TESTAMENTO
Genesi
1:1
1:2
1 : 4-10
1 : 25
1 : 27
1 : 28
1 : 30 2 : 3
1 : 31
2 : 4-9
2 : 5,6
2 : 19
2 : 21-25
2 : 22
2 : 24
3:7
3 : 14-19
3 : 19
3 : 22
3 : 22-24
3 : 24
4 : 15
11 : 1-4

23
8598
47; 53; 128160
21
2; 205
1; 13; 1718; 23
14; 153
221
181
1; 164
7; 24; 50; 85; 115; 125;
166; 180
49
2
34
14; 49
119
101
2; 5152; 120; 152
4949; 192
30; 49; 115
89
187

187
180226
166
166

Esodo
3:6
3 : 14,15
3 : 21,22
4 : 11
5 : 6-19
6 : 2,3
11 : 2
11 : 9,10
12 : 35,36
12 : 39
13 : 18
14 : 29
14 : 31
20 : 3
32 : 1
33 : 22,23

197
24; 27; 166205
82; 88
121147
187
2; 166205; 171213
52
223
187
8290
82
116
116
52
24; 5254
89101; 103; 166205; 182

20 : 9-18
20 : 13
23 : 15,16
25 : 8-10

8
200241
1416
1416

23 : 19

4237; 125; 183

Timeo
22b4-9:
23a5-b5:
23d4-e6:
32c6-33b1:
35a1-b2:
35a1-36b6:
35a7,8:
46c7-d2:
46e3-6:

[Salmi ]

[Genesi ]
11 : 7-9
19 : 14-16
22 : 13
22 : 16-18

Levitico

Deuteronomio
180
5
1011
23

Re, Libro
7 : 14
7 : 15
7 : 23

112
112
112

Cronache, Libro
22 : 8

8 : 5,6
8 : 6,7
8:7
19 : 2
22 : 2
22 : 15
24 : 2
31 : 20-22
44 : 12
44 : 20

Proverbi
3 : 13,19
8 : 20
8 : 20-24
8 : 23
8 : 31
13 : 24
16 : 4
25 : 21

169
5; 5153
31
8; 174
30; 31
21; 45; 179
20; 25; 98118
11

1 : 7-12
2 : 10
9 : 17-31
14 : 4
19 : 8
27 : 2
27 : 13,17
32 : 18
37 : 23,24
38 : 4
40 : 4
40 : 15
40 : 15-21
40 : 28,29
41 : 26
42 : 3-6
42 : 4
42 : 6

47
180
195
187; 208
186
6
7; 187
180
180; 184
181
181
181
181
181
181
181
106; 177; 186
164

Osea

197

Salmi
201
53
2; 200
62
3; 126
176221
5; 124156
184
167207
5153; 176

~ 230 ~

83
83
8
5; 62
86; 185
126; 179; 188
86
1718; 4442; 175; 196
123
51
7; 17; 27; 51
121
25
86
121

Giobbe

Numeri

4 : 29,30
30 : 10-14
30 : 11-14
30 : 15-19

44 : 23
44 : 27
51 : 1
97 : 2-6
104 : 24
119 : 71
119 : 73-75
139 : 14
145 : 17
148 : 1-14
148 : 2-7
148 : 5-8
148 : 7-10
148 : 7-13
148 : 14

2 : 25
4 : 4-6
6 : 5,6

83
2224 ; 29
83

6:9
6 : 9-13
10 : 22,23
11 : 1,2
11 : 1-5
11 : 1-8
11 : 3

55
20; 83; 133; 179
8; 179
30
167
21; 4949
102

Isaia

10.BIBBIA.pp227.232

13-04-2011

9:39

[Isaia]
11 : 8
11 : 8,9
19 : 22-25
29 : 13
40 : 3-5
42 : 1-7
42 : 8
43 : 13
44 : 6
45 : 7
45 : 7,8
45 : 13
45 : 15
48 : 11
51 : 1-3
54 : 16
55 : 8
64 : 3
66 : 22
66 : 22-24

30; 102
102
1112; 21; 48
171
1820
1921
24
2
8
8; 47; 52; 86; 176222
196
196
89101
26
126; 127
25
5455; 185; 188
5657
3
4238; 183

Geremia
24 : 7
31 : 28-32
31 : 31
31 : 33
32 : 39

18
3
171213
83; 103
18

Ezechiele
14 : 14-20
36 : 22
36 : 26,27
37 : 1-13
37 : 3-5
37 : 4-10
37 : 15-28

182
124157; 172
3; 18; 103
24; 107; 183
201
103
8; 47 46 ; 107; 186;
197
103; 182
182
182
182
180226
183
182

37 : 16-19
37 : 27-28
38 : 1-39 : 29
38 : 10-23
38 : 22
39 : 25-29
39 : 28

Daniele
7 : 13

55

Sanhedrin
22a
97a

22; 6771; 116; 178


8496; 166; 196; 197

Talmud Babilonese
Chab 88a

29; 125158; 201

MAIMONIDE
Mishneh Torah

223; 225

Pagina 231

SECONDO TESTAMENTO
Matteo
1 : 21
3 : 1-3
3 : 11-4 : 11
4:4
4 : 11
5 : 3-5
5 : 11
5 : 17,18
5 : 44
5 : 44,45
5 : 48
6 : 33
7:6
10 : 26,27
10 : 34-36
10 : 38,39
12 : 15
12 : 17-21
12 : 31,32
12 : 32,37
13 : 10,11
13 : 10-13
13 : 11
13 : 13
13 : 14,15
13 : 15
13 : 16,17
13 : 30
13 : 37-39
13 : 39
13 : 42,43
13 : 44
13 : 52
16 : 21-23
16 : 23
16 : 24
16 : 28
17 : 12
17 : 20
18 : 12,13
19 : 6
19 : 7
21 : 42-44
22 : 1-13
24 : 6,12
24 : 6-14
24 : 11
24 : 12,13
24 : 13,14
24 : 21
24 : 21-30
24 : 28
24 : 29,30
24 : 38
26 : 53,54

1922
18
176
162; 164
177
VI

209
1011; 17
VI; 11; 137
190233
190233
23; 126
179
191
179; 189
189
19
19
8-9; 201
172
173
3; 25; 57; 169
57; 133
90; 178
55; 198
25; 179
90; 222
163
17; 23
163
225
82
171
1
43; 55; 94; 100123; 192
21; 43; 76; 126; 165;
174; 188
78; 89101
1922
26
132166; 133
23; 48
48
174217
188
55
133; 152; 166
162
9; 85; 106
193
192
193; 199239; 201
206
55; 190232
206
44

~ 231 ~

[Matteo]
27 : 3-5
27 : 20-23
27 : 46
27 : 51-53

93
32
3; 45; 170
193

1 : 15
7:7
7 : 15
9 : 13
10 : 18
10 : 18-21

41; 5556
79; 103; 171
17; 4442
90
1; 25; 159; 171
56

Marco

Luca
2 : 11
2 : 26
2 : 34,35
9 : 27
15 : 4-7
17 : 21
18 : 8
23 : 43

54
192
191; 192
90
162
77
4; 42; 7988; 178
179

Giovanni
6 : 50
7:8
8 : 24,28,58
8 : 31,32
10 : 14-16
11 : 24-26
12 : 31
13 : 19
14 : 16
14 : 17
18 : 5,8
18 : 37
19 : 30
20 : 1-8
21 : 15
21 : 15-18
21 : 18,19
21 : 20
21 : 20-23
21 : 22
21 : 22,23

162-163
5556
24
186
77
126159
75
24
170211
81
24
167
167
78
77; 79
79
76
78
77
76; 79
78

Atti degli Apostoli


7 : 20-22
13 : 1

187
59

Romani
1 : 17
1 : 18-21
1 : 19-25
1 : 25

120
10; 151190
194; 201
12

10.BIBBIA.pp227.232

13-04-2011

9:39

Pagina 232

11; 156; 190


167
194; 208
194; 200
201
188
200; 201
196
126 159 ; 131
174
6; 196
176222
53; 177
7; 167
205
208
165
VII; 201
1213; 129
205
167; 222
26
8392
18
3
83
83; 185
98118; 200
159; 165
33
33
33
172

1 Corinzi
1:4
1 : 17-21
1 : 18
1 : 21,22
1 : 21-24
1 : 22-28
1 : 26-29
2 : 3-14
2 : 6,7
2:7
2:8
2:9
2 : 9-11
2 : 9-15
2 : 12
2:14
2 : 15,16
2 : 16
3 : 1-4
3 : 12-14
6 : 19,20
7 : 29
11 : 5-15
13 : 1
13 : 8

101
77; 169
192
192
172
184229
43
31; 42
96; 184229
8; 56
6
5657; 84; 184229
8598; 101
51; 56
8598
5455; 76; 98120; 184
50; 73
96
43; 169
82
175
5556
6771
V; 168; 185
186

1 Tessalonicesi

[1 Corinzi ]

[SECONDO TESTAMENTO - Romani ]


1 : 26-32
2 : 29
4 : 25
5 : 1,2
5 : 2,3
5 : 3-5
5:5
5 : 6,7
6 : 4-13
6 : 11-14
6 : 13
7:1
7 : 5,6
7 : 6,22,24
7 : 10,24
7 : 21
7 : 21-25
7 : 23
8:2
8:4
8 : 5-11
8 : 13
9 : 25
9 : 30-32
10 : 2-4
11 : 25
11 : 32
11 : 36
12 : 21
14 : 14
14 : 16
14 : 17
16 : 25-27

13 : 9,10
13 : 10-13
13 : 12,13
14 : 1
14 : 2,3
14 : 2-5
14 : 4
14 : 12
14 : 18
14 : 22
14 : 26-28
15 : 21
15 : 40
15 : 42-49
15 : 49
15 : 54,55
15 : 56
15 : 58

170; 186
168
29; 7988
122
46; 2023
96; 122; 178
122
178
20; 59; 178
178
73; 178
17
6
48; 8598
4949
121147; 175219
8; 5658
5658

2 Corinzi
3 : 13-16
4 : 3,4
4 : 3-6
5 : 4,5
5 : 17
12 : 4

8
26; 44; 98118
175
26
89
163202

5 : 1-6
5:3

104
104131

2 Tessalonicesi
1:7
2 : 1-12
2 : 3,4
2 : 6-10

4543
219
45; 54; 90104 ; 166
46; 47; 54; 83; 97;
128
90103; 124156; 125
159201
4339; 98118

2:7
2:9
2 : 10,11

1 Timoteo
1:9
2:4
3 : 15-4 : 1
3 : 15 4 : 5
3 : 16-4 : 1
4:1
4 : 1,2
4 : 1-5
4:3
4 : 3-5
4:4

176222
132166; 192
85
197-198
132; 137
192; 193235
97
189; 193
98
90
4441; 71; 98; 102; 177;
181

2 Timoteo

Galati
1:4
1 : 4,5
2 : 19
3 : 11
4:4
4 : 10
4 : 24

163
136
192
120
41
137
137; 189

Efesini
1 : 9,10 et 14
1 : 17
2 : 16
4 : 9-14
4 : 10
4 : 12,13
4 : 12-14
4 : 12-16
4 : 22-24
4 : 25-27
4 : 30
4 : 31
5 : 1,2
5 : 29
5 : 31,32
6 : 11,12

93
4543; 106
168
131; 185; 200
132166; 135
4; 15; 5759; 198
127
169; 178
175
169
175
2
168
207
53; 5455; 106; 99121
4442; 8289

Colossesi
3:1
3 : 9,10

175220
175

~ 232 ~

1:9
3 : 1-8

41
97

3:4

220

Tito
Ebrei
7 : 18,19
8:7
8 : 8-12
9 : 3,8,9
9 : 12
10 : 38
11 : 1
11 : 13,14,40
11 : 39,40

167;
193
167;
193
193;
120
168;
167

176
194
194
185230

Giacomo
1 : 17
2:9
4:4

4237
26
96

2 Pietro
3:9
3 : 12,13

27; 41; 97
45; 163; 183; 191

1 Giovanni
4:3

90104

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