Per renderci conto di come potesse apparire una casa di cittadini facoltosi, per,
necessario uscire dall'Attica, dove non sono mai state trovate negli scavi, e r
ecarsi ad Olinto: le abitazioni di questa citt, infatti, ci sono giunte, in alcun
i casi, in un relativamente ottimo stato di conservazione. Esse avevano una pian
ta approssimativamente quadrata e tutte le stanze si aprivano su un portico inte
rno (pstas), preceduto da un cortile (aul) e da un vestibolo (protiron). Il portic
o interno era orientato in pieno mezzogiorno, come consiglia Socrate (Xen., Memo
r. 3,8,9): "Il sole si infiltra negli appartamenti d'inverno, lasciandoci in omb
ra d'estate, perch passa sopra le nostre teste". Nei secoli successivi all'et di P
ericle il pastas venne dotato di portici su pi lati ed un peristilio. Era present
e un salotto (diaiteterion, cio "luogo per passare il tempo"), collocato a nord,
e la sala decorata da mosaici dedicata esclusivamente agli uomini (androon), dov
e si tenevano i banchetti. Gli altri locali erano l'ikos, la sala da pranzo per t
utta la famiglia, la sala da bagno e la cucina. Il pianterreno, talvolta, era fo
rnito anche di un laboratorio o di una dispensa. Le carriere da letto, il thalam
os (camera nuziale), l'appartamento delle donne (gynaikion) e le cellette per gli
eventuali schiavi erano al primo piano. Il bagno veniva costruito accanto alla
cucina, in modo che quest'ultima diffondesse nel locale attiguo il suo calore. I
l primo piano delle case, talvolta, veniva dotato di balconi, che, per, lo stato
considerava illegali, perch sporgevano rispetto alla strada.
La decorazione degli esterni e degli interni era molto semplice e consisteva sol
o in uno strato di calce, come ci conferma Plutarco, descrivendo la casa di Foci
one, che era "semplice e nuda" (Plut., Foc., 18); sappiamo, per, che le case di O
linto erano arricchite da mosaici ed il poeta Bacchilide (sicuramente esagerando
) parla di abitazioni in cui splendevano oro ed avorio (Ateneo, 2,39). Le case d
ei ricchi erano ricoperte da tappezzerie sul muri ed avevano soffitti decorati.
Abitazioni di questo tipo, tuttavia, erano quasi inesistenti ad Atene nel V seco
lo: la maggior parte delle abitazioni assomigliava alle capanne descritte in pre
cedenza e non conteneva nemmeno il bagno.
Per quanto riguarda infine l'arredamento, possediamo la descrizione di quello "r
icchissimo" (solo relativamente, perch la ricchezza privata era guardata con sosp
etto ad Atene) di Alcibiade: 4 tavole, 12 letti, sedie e sgabelli, bauli e cofan
etti in cui riporre i gioielli e gli abiti, e, probabilmente, vasi dipinti per o
rnamento. i letti erano dei quadrati di legno, su cui venivano posati dei matera
ssi. Naturalmente i poveri potevano solo invidiare questo lusso e si accontentav
ano di riposare su pagliericci o coperte proverbialmente piene di pulci o pidocc
hi, come mostra Aristofane in molte sue commedie.
Andrea Zoia
Indice
Approfondimenti
Bibliografia
R. Flacelire, La vita quotidiana in Grecia nel secolo di Pericle
M. L. Finley, Il mondo di Odisseo
Erodoto, Storie
Tucidide, La guerra del Peloponneso
Demostene, Orazioni
Lisia, Orazioni
Isocrate, Orazioni
Plutarco, Vite parallele