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Diritto commerciale e societario

Giurisprudenza
Delibere implicite

Approvazione del bilancio


e ratifica implicita delloperato
degli amministratori
al vaglio delle Sezioni Unite
Cassazione civile, Sez. I, ord., 10 ottobre 2007, n. 21130 - Pres. De Musis - Est. Panzani - M.M. c.
Copharm S.r.l. in liquidazione
Societa` a responsabilita` limitata - Amministratori - Compenso - Attribuzione di compenso agli amministratori senza preventiva delibera - Approvazione del bilancio - Ratifica - Deliberazione implicita - Contrasti giurisprudenziali - Rimessione
alle Sezioni Unite
(Cod. civ. artt. 2364, 2389)
Attesa lesistenza di contrasti nella giurisprudenza della Suprema Corte, va rimessa al Presidente della Cassazione, per leventuale assegnazione alle Sezioni Unite, lesame della questione concernente lidoneita` della delibera di approvazione del bilancio a ratificare il prelievo di compensi operato dagli amministratori senza delibera assembleare (massima non ufficiale).

La Corte (omissis).
1. Con il primo motivo i ricorrenti deducono violazione
dellart. 2364 c.c. e art. 2389 c.c., comma 1, nonche difetto di motivazione per aver la Corte dappello ritenuto
sussistente la giusta causa di revoca degli ex amministratori e quindi infondata lazione di danni da costoro proposta sullassunto dellillegittimita` della revoca.
La Corte dappello ha osservato che ai sensi dellart.
2389 c.c., comma 1, era richiesta apposita delibera dellassemblea sociale di determinazione dei compensi agli
amministratori, in assenza, come nella specie, di specifica previsione nel contratto sociale. Non poteva ritenersi
che la delibera di approvazione del bilancio, in cui risultava appostato il compenso, contenesse unapprovazione
implicita da parte dellassemblea di tale attribuzione. Di
conseguenza sussisteva la giusta causa di revoca sia del
M. che della V. per aver prelevato rispettivamente L.
85.180.000 e L. 63.180.000, in assenza di una delibera
assembleare che prevedesse lattribuzione di compensi.
Osservano i ricorrenti che i compensi che essi avevano
prelevato risultavano dalla delibera dellassemblea Copharm di approvazione del bilancio, anche se lassemblea
non aveva espressamente deliberato sul compenso ad essi
spettante e senza che a tale incombente avesse provveduto il consiglio di amministrazione della societa`.
Sottolineano che, contrariamente a quanto sostenuto

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dalla Corte dappello, la pronuncia 3774/95 di questa


Corte non costituirebbe un precedente contrario alla tesi
da essi sostenuta, ma sarebbe un mero obiter dictum. Per
contro, osservano, questa Corte in numerose occasioni
avrebbe affermato il principio, con riferimento a fattispecie diverse da quella in esame, per cui lapprovazione del
bilancio in cui sia compreso un debito della societa` varrebbe come ratifica dellatto posto in essere da chi ha
agito in nome della societa` stessa.
Con il secondo motivo il solo M. deduce violazione dellart. 2389 c.c., comma 2, e art. 2099 c.c..
Il compenso di direttore di magazzino era dovuto anche
se egli era stato revocato dalla carica di amministratore,
trattandosi di incarico autonomo. La Corte dappello
aveva ritenuto che la revoca investisse anche tale incarico, trattandosi di mansioni particolari attribuite ai sensi
dellart. 2389 c.c., comma 2, ma il ragionamento sarebbe
errato trattandosi di funzioni del tutto estranee ed indipendenti da quelle attinenti al rapporto gestorio in essere con la societa`.
La carica di Direttore del magazzino comportava infatti
il possesso della laurea in farmacia e la stessa Copharm,
almeno in unoccasione, aveva qualificato il M. come dipendente della societa` e non come amministratore.
Di qui lillogicita` della motivazione della sentenza impugnata e la violazione dellart. 2389 c.c., comma 2, che

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prevede il diritto ad una rimunerazione per le attivita`
estranee allamministrazione svolte da chi ha il ruolo di
gestore della societa`, e dellart. 2099 c.c., da cui discende
la normale e necessaria onerosita` dello svolgimento di
prestazioni lavorative.
2. Con il primo motivo del ricorso incidentale, proposto
in via subordinata e condizionata, Copharm si duole che
la Corte dappello abbia omesso di valutare gli ulteriori
gravi elementi di responsabilita` degli ex amministratori,
ritenendoli assorbiti in ragione dellavvenuto rigetto dellappello. In particolare la ricorrente incidentale lamenta
che la Corte di merito non abbia esaminato i profili di
responsabilita` degli ex amministratori attinenti alla violazione degli artt. 2446 e 2447 c.c., per non aver convocato lassemblea degli azionisti per le delibere conseguenti alle perdite ed alla riduzione del capitale sociale al di
sotto del minimo legale.
Con il secondo motivo del ricorso incidentale Copharm
si duole che la Corte dappello abbia respinto lappello
incidentale confermando la statuizione del Tribunale secondo il quale la domanda di danni relativa allaccertamento fiscale conseguente al mancato riconoscimento
tra i costi dei compensi percepiti dagli ex amministratori,
era stata rinunciata in quanto non compresa tra le conclusioni di cui allatto di citazione, richiamate in sede di
precisazione delle conclusioni definitive.
Tale domanda, si afferma, era stata oggetto di deduzioni
istruttorie e di produzioni documentali e poi di c.t.u.; era
stata diffusamente trattata sia nella prima che nella seconda comparsa conclusionale di primo grado, s` che
non poteva essere dubbio che essa costituisse parte integrante delle domande proposte in giudizio. La Corte
dappello avrebbe omesso di considerare che linterpretazione del contenuto della domanda va effettuato con riferimento allinsieme delle deduzioni e difese svolte, anche quando tali deduzioni non trovino corrispondenza
nelle conclusioni formalmente proposte.
3. Va anzitutto disposta la riunione dei ricorsi ex art.
335 c.p.c..
Con riguardo al primo motivo del ricorso principale va
in primo luogo osservato che lart. 2389 c.c., comma 1,
nel testo in vigore prima della novella di cui al D.Lgs.
17 gennaio 2003, n. 6, applicabile ratione temporis, stabilisce con riferimento alle societa` per azioni, quale era
Copharm allepoca dei fatti oggetto di causa, che i compensi e le partecipazioni agli utili spettanti ai membri
del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo sono stabiliti nellatto costitutivo o dallassemblea.
Nel caso di specie e` pacifico in causa che nellatto costitutivo non era contenuta alcuna previsione e che i ricorrenti prelevarono a titolo di compenso somme in assenza
di una formale delibera assembleare di liquidazione del
compenso. Tuttavia queste somme risultavano da una
posta del bilancio, approvato dallassemblea della societa`, indicate espressamente quale compenso dovuto agli
amministratori.
La Corte dappello ha ritenuto che lapprovazione del bilancio da parte dellassemblea non potesse sostituire la
specifica delibera di liquidazione del compenso richiesta
dallart. 2389 c.c., comma 1, concludendo che i ricor-

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renti si erano attribuiti un compenso non dovuto si che


ricorreva la giusta causa di revoca dallincarico di amministratore ed era fondata la domanda di risarcimento
danni proposta da Copharm.
Questa Corte ha affermato con la sentenza 30.3.1995, n.
3774, interpretando lart. 2389 c.c., e pronunciando su
uno specifico motivo di ricorso (s` che laffermazione dei
ricorrenti secondo i quali si tratterebbe di obiter dictum
non pare condivisibile), che il compenso puo` essere inserito in bilancio in quanto sia stato deliberato dallassemblea con unautonoma decisione, che non puo` essere
implicita nella approvazione del bilancio stesso.
In senso contrario si sono espresse altre decisioni di questa Corte in base alla premessa che le deliberazioni dellassemblea di una societa` di capitali, ivi comprese quelle
di approvazione del bilancio, non costituiscono mere dichiarazioni di scienza, ne possono essere considerate come atti unilaterali ed interni, intesi a regolare rapporti
intersoggettivi, ma sono pur sempre atti in cui rileva la
volonta` che sta alla base della formazione della deliberazione stessa; ne deriva che, se nel bilancio sia incluso un
debito che sarebbe estraneo alla societa` in quanto creato
prima della sua legale costituzione, lapprovazione di
quel bilancio, nella conoscenza di tale situazione, costituisce un atto di appropriazione di tale rapporto da parte
della societa`, e vale come ratifica dellatto posto in essere da chi ha agito in nome della societa` stessa senza
averne il potere (Cass. 21.11.1983, n, 6935; Cass.
27.2.2001, n. 2832).
Di qui la conclusione che lapprovazione del bilancio
nel quale figuri iscritta la voce relativa al compenso dellamministratore non puo` non avere (...) valore giuridico
di approvazione e ratifica comunque, anche delloperato
dellamministratore relativamente allattribuzione del
compenso. Detta deliberazione di approvazione rileva
quale manifestazione di volonta` specificamente diretta
allapprovazione di tale attribuzione atteso che linclusione della voce di spesa nel bilancio, lungi dal costituire
una mera presa datto dei dati contabili della scrittura,
costituisce un atto di appropriazione del rapporto da parte della societa`, e in tale appropriazione consiste lessenza della ratifica (Cass. 27.2.2001, n. 2832; Cass.
20.12.2005, n. 28423).
Va aggiunto che questa Corte in altra occasione si e`
espressa in termini negativi in ordine alla possibilita` di
desumere dalla delibera di approvazione del bilancio per
implicito altra deliberazione su oggetto specifico e con
contenuto autonomo. Si e` infatti affermato che Deve
escludersi che da una deliberazione assembleare di societa` cooperativa edilizia, avente carattere generale e con
una propria specifica finalita` amministrativa contabile,
come quella di approvazione del bilancio, possa desumersi, per implicito, attraverso lesistenza di una voce
del bilancio stesso, unaltra deliberazione dellassemblea,
avente un proprio specifico oggetto distinto e diverso ed
un contenuto autonomo rispetto a quello di approvazione del bilancio, senza che tale oggetto sia stato menzionato nellordine del giorno e discusso e votato nellassemblea. Nella specie, il giudice di merito aveva ritenuto
che, con lapprovazione del bilancio, lassemblea ordina-

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ria avesse ratificato la deliberazione con cui il consiglio
di amministrazione aveva disposto che un lotto non assegnato, del terreno della cooperativa, rimanesse in comproprieta` indivisa dei soci, e cio` in quanto il valore di
detto lotto risultava introdotto come posta attiva nel bilancio, con inserimento, al passivo dello stesso, delleventuale debito verso lufficio del registro (Cass.
9.12.1983, n. 7296).
Nella stessa prospettiva Cass. 9 giugno 2004, n. 10895,
ha affermato che in tema di bilancio di societa` - che ha
la funzione di informare i soci e i terzi dellattivita` svolta
dagli amministratori attraverso la rappresentazione contabile dello stato patrimoniale della societa` e dei risultati
economici della gestione - la delibera di approvazione
del medesimo (la quale, ovviamente, non puo` prescindere dalla relazione di accompagnamento redatta dallamministratore), non comporta automaticamente - in difetto di espressa previsione nellordine del giorno sul quale
lassemblea e` stata convocata - lapprovazione anche degli atti gestori menzionati nella relazione. (Nel rilevare
che lattore aveva inteso impugnare non la delibera di
approvazione del bilancio ma uno degli atti gestori compiuti dallamministratore, al quale si faceva riferimento
nella relazione di accompagnamento al bilancio, la Corte ha cassato la sentenza impugnata che aveva annullato
la delibera di approvazione del bilancio ritenendo erroneamente che in tal modo lassemblea avesse inteso approvare anche latto di gestione invalidamente compiuto
dallamministratore, che agendo in conflitto di interessi,
aveva concesso in locazione un immobile appartenente
alla societa` a favore di altra societa` di cui il medesimo
era socio).
Tuttavia altra decisione (Cass. 1 giugno 1991, n. 6203)
ha affermato che la delibera di approvazione del bilancio
ha valenza di atto ricognitivo dei debiti della societa`
verso i terzi, almeno ai fini dellinterruzione della prescrizione ex art. 2944 c.c., se vi e` una sufficiente specificazione degli elementi necessari ad individuare il debito
con esattezza.
Ed ancora in tema di ratifica implicita si e` affermato che
la ratifica, ad opera dellassemblea, della nomina dellamministratore, in sostituzione di quello venuto a mancare nel corso dellesercizio, deliberata ex art. 2386 c.c.,
comma 1, dagli altri amministratori ed approvata dal
collegio sindacale, puo` essere anche implicita, se fatta attraverso una formale delibera con oggetto diverso ma
avente come presupposto il conferimento della carica sociale, cos` determinandosi ugualmente linserimento del
preposto nella organizzazione sociale e la riferibilita` alla
societa` della sua attivita`. In applicazione del principio di
cui in massima, la S.C. ha ravvisato la ratifica implicita
nellapprovazione, da parte dellassemblea della societa`
di capitali, dei due bilanci successivi alla nomina dellamministratore (Cass. 29.3.2001, n. 4662).
Analogamente e` stato affermato da questa Corte che la
nomina degli amministratori puo` essere esplicita, se avviene attraverso una formale delibera di nomina, o implicita, se fatta attraverso una formale delibera, avente
come oggetto un diverso tema, avente come espresso
presupposto il conferimento delle cariche sociali (Cass.

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19 dicembre 1985, n. 6493). In dottrina lorientamento


da ultimo indicato e` stato sottoposto a serrata critica. Si
e` osservato che, anche quando non si voglia attribuire
alla delibera di approvazione del bilancio natura di dichiarazione di scienza e non di manifestazione di volonta`, occorre ricordare che gli amministratori sono tenuti,
in ossequio al principio di prudenza dettato dallart.
2423 bis c.c., n. 1 e dallart. 2424 bis c.c., comma 3 (nel
testo anteriore alla novella di cui al D.Lgs. n. 6 del
2003), ad iscrivere a bilancio tutti gli oneri, anche se
soltanto probabili.
Dalliscrizione di una passivita` non deriva pertanto la
volonta` vuoi degli amministratori vuoi dellassemblea di
riconoscere una passivita` non dovuta. Di conseguenza la
giurisprudenza di merito ha ritenuto che liscrizione di
versamenti dei soci tra i debiti della societa` non costituisca riconoscimento di debito ex art. 1988 c.c., in assenza
di ulteriori elementi probatori in tal senso.
Piu` in generale si e` osservato che con lapprovazione del
bilancio lassemblea si limita ad esprimere il proprio parere sulla corretta rappresentazione delle operazioni di
gestione, come stabilito dallart. 2423 c.c. e ss., s` che e`
arbitrario dedurne la volonta` di riconoscere un debito o
un rapporto negoziale.
Proprio con riferimento alla questione oggetto di controversia si e` osservato che per ritenere che lassemblea approvando il bilancio intenda ratificare loperato degli
amministratori ed approvare la determinazione del compenso cos` come iscritto nel bilancio stesso, occorrerebbe
almeno dimostrare che i soci erano consapevoli della circostanza, situazione che si potrebbe presumere sussistente se del compenso degli amministratori si fosse quantomeno discusso in assemblea.
Altro ostacolo individuato dalla dottrina alla possibilita`
di configurare una ratifica tacita nella delibera di approvazione del bilancio deriva dal procedimento previsto dalla legge per la formazione della delibera assembleare. Ai sensi dellart. 2366 c.c., lavviso di convocazione deve riportare lelenco delle materie da trattare e
lassemblea non puo` deliberare sulle materie che non
sono iscritte nellordine del giorno, a garanzia del diritto dei soci allinformazione e di partecipazione alla discussione degli argomenti iscritti allordine del giorno.
Le eccezioni a tale principio sono limitate. Ai sensi dellart. 2393 c.c., la deliberazione dellazione di responsabilita` nei confronti degli amministratori puo` essere presa in occasione della discussione del bilancio, anche se
non e` indicata nelle materie da trattare. E` stato inoltre
affermato che lassemblea puo` deliberare sul compenso
degli amministratori in occasione della loro nomina,
ancorche tale argomento non sia iscritto allordine del
giorno, trattandosi di questione connessa con la nomina.
Di qui la conclusione che dalla delibera di approvazione
del bilancio non e` possibile desumere per implicito, attraverso una voce del bilancio stesso, unaltra deliberazione dellassemblea avente un proprio specifico contenuto, autonomo rispetto a quello della prima deliberazione, senza che tale oggetto sia stato menzionato nellordine del giorno e discusso in assemblea (in questi termini

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la gia` ricordata Cass. 9 dicembre 1983, n. 7296 e Cass.
24 luglio 1968, n. 2672).
Perche si possa parlare di volonta` espressa dallassemblea
ed imputabile alla societa`, occorre che tale volonta` discenda da una deliberazione assunta secondo il procedimento formale disciplinato dalla legge, di cui linserimento allordine del giorno delle materie da trattare e
ladeguata informazione dei soci, costituisce elemento essenziale. E va aggiunto che nei casi prima menzionati in
cui per espressa disposizione di legge o in via dinterpretazione si ammette che lassemblea possa deliberare anche se un argomento non e` inserito allordine del giorno,
vi e` pur sempre una espressa deliberazione dellassemblea

e non, come sostiene parte della giurisprudenza di questa


Corte, una delibera implicita.
Ritiene il Collegio che lesistenza di diversi orientamenti
di questa Corte in ordine alla configurabilita`, nella delibera di approvazione del bilancio che contenga una posta relativa al compenso degli amministratori, di una delibera implicita di approvazione del compenso stesso e
lesistenza di orientamenti contrastanti sulla piu` generale
questione della configurabilita` in una delibera assembleare di una delibera implicita, suggeriscano di rimettere gli atti al Primo Presidente per leventuale assegnazione alle Sezioni Unite.
(omissis).

IL COMMENTO
di Fernando Platania
Nel commento, condividendosi le ragioni espresse dalla Cassazione nellordinanza annotata, vengono valutate criticamente le argomentazioni utilizzate dalla giurisprudenza prevalente per attribuire alla delibera di approvazione del bilancio, che contenga una specifica indicazione degli importi prelevati a titolo di compenso
senza preventiva delibera assembleare, lidoneita` a ratificare implicitamente loperato degli amministratori,
basandosi prevalentemente sulle norme che sanciscono lirrilevanza dellapprovazione del bilancio sulla responsabilita` dellorgano amministrativo e su quelle che precludono allassemblea di apportare modifiche al
progetto di bilancio.

Con la decisione annotata la prima sezione della


Cassazione ha chiesto lintervento nomofilattico
delle Sezioni Unite ancorche sulla questione oggetto di esame si fosse da diverso tempo gia` formato
un orientamento piuttosto costante delle sezioni
semplici.
E` vero, infatti, che a sostegno della tesi circa lesistenza di un contrasto giurisprudenziale si e` invocata una non recente sentenza della stessa prima sezione ma, come osservato dalle difese delle parti del
giudizio, si era trattato di poco piu` che un obiter dictum poco articolato e motivato (1) a fronte del
quale vi erano state plurime pronunce (2) conformi
nellaffermare, invece, che la delibera di approvazione del bilancio, che evidenziasse il prelievo, potesse costituire ratifica implicita delloperato dellamministratore di attribuzione a se stesso del compenso ancorche non preceduta da unapposita delibera assembleare.
Tuttavia le motivazioni addotte dalla Cassazione
nelle indicate pronunce non potevano considerarsi
esaustive ed effettivamente convincenti.
Nella sostanza si era affermato, come si legge
nella sentenza 27 febbraio 2001 n. 2832, che lapprovazione del bilancio nel quale figuri iscritta la
voce relativa al compenso allamministratore non
puo` non avere valore giuridico di approvazione e

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ratifica anche delloperato dellamministratore relativamente allattribuzione del compenso. Detta deliberazione di approvazione rileva quale manifestazione di volonta` specificamente diretta allapprovazione di tale attribuzione atteso che linclusione
della voce di spesa nel bilancio, lungi dal costituire
una mera presa datto dei dati contabili delle scritture, costituisce un atto di approvazione del rapporto da parte della societa`, e in tale approvazione
consiste lessenza della ratifica.
Ma a ben osservare il contrasto tra la decisioni
Note:
(1) La sentenza Cass. 30 marzo 1995, n. 3774, in questa Rivista,
1995, 9, 1180 con nota di Zucconi, ricordata nella sentenza annotata, cos` testualmente motiva Quanto alle altre considerazioni, esse non sono tali da determinare laccoglimento del ricorso. In verita` poco rileva stabilire se il consiglio damministrazione possa deliberare in via durgenza i compensi agli amministratori, e se il prelievo dei compensi prima della delibera della assemblea costituisca o meno un illecito. Ai fini della presente
causa e` sufficiente sottolineare che tale compenso puo` essere
inserito in bilancio in quanto sia stato deliberato dalla assemblea
con una autonoma decisione, che non puo` essere implicita nella
approvazione del bilancio stesso.
(2) Cass. 21 novembre 1983 n. 6935 in Giur. Comm. 1984 II
554; Cass. 27 febbraio 2001 n. 2832 in questa Rivista 2001,
1064; Cass. 20 dicembre 2005, n. 28243, in questa Rivista
2006,1505 con commento di Balzarini; Cass. 17 maggio 2007,
n. 11490, in questa Rivista, 2007, 1103.

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della Cassazione non si rinviene su un punto di diritto ma quanto su una questione di fatto.
Se, infatti, non vi puo` essere dubbio che anche
nel sistema societario debbano trovare applicazione
i principi di diritto comune secondo cui la ratifica
puo` avvenire, non solo, mediante manifestazione
espressa di volonta` diretta ad assumere gli effetti e
le conseguenze di un atto non efficace ex se ma anche attraverso un atto implicito che, pero`, risulti
incompatibile con la volonta` di rifiutare le conseguenze dellatto inefficace, occorre pur sempre sul
piano concreto valutare se la delibera societaria
possa assumere leffettivo significato di ratifica implicita delloperato degli amministratori alla luce
del contesto nel quale e` assunta.
Il problema, come gia` acutamente osservato (3),
concerne la configurabilita` e lestensione delle delibere implicite nellambito del diritto societario ma
tale aspetto non puo` essere affrontato senza avere
prima ricordato che, secondo i principi generali
tratti dalle pronunce emesse dalla Cassazione, anche in fattispecie non societarie, la ratifica tacita
consegue normalmente al compimento di un atto
che risulti chiaramente incompatibile con la volonta` di rifiutare le conseguenze dellatto compiuto da
taluno senza potere e manifestamente ed inequivocabilmente diretto ad assumere gli effetti dellatto
inefficace. Cos` (4) si e` considerato costituire ratifica delloperato del rappresentante senza potere,
consistente nella conclusione di fideiussioni, linvio
alla banca da parte del rappresentato di una lettera
nella quale si dava atto degli obblighi assunti; in altro caso (5) si e` ritenuto costituire ratifica delloperato del procuratore che aveva negato il rinnovo
del contratto pur non munito di mandato ad hoc, il
conferimento al medesimo procuratore del mandato
ad agire per il rilascio dellimmobile. Sulla stessa linea si e` affermato che possa costituire implicita ratifica della nomina di un soggetto quale amministratore in sostituzione di quello venuto a mancare,
lapprovazione da parte dellassemblea di due diversi
bilanci redatti anche dallamministratore in questione (6).
Non e` stato ritenuto (7), invece, atto idoneo a
ratificare loperato di un amministratore di condominio, che aveva incaricato un tecnico di revisionare le tabelle millesimali senza una preventiva delibera, la partecipazione dello stesso tecnico ad una
assemblea condominiale nella quale aveva svolto
una relazione illustrativa, nel corso della quale, pero`, non era stata approvata alcuna delibera concernente loperato del professionista.
Il problema, dunque, non sembra essere se nel-

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lordinamento societario si possano individuare delibere implicite (perche cio` e` sicuramente vero)
quanto piuttosto se la delibera di approvazione del
bilancio possa essere senzaltro interpretata quale
ratifica delloperato degli amministratori, ed in particolare costituire sanatoria anche dellattribuzione
di un compenso allorgano amministrativo pur senza una preventiva deliberazione assembleare.
Sembra in primo luogo necessario ricordare che
il carattere fondamentalmente assai ambiguo della
delibera di approvazione del bilancio e` stato tenuto
ben presente dal legislatore che, infatti, si e` espressamente preoccupato di escludere che tale delibera
possa avere impliciti effetti ratificativi dei comportamenti illegittimi degli amministratori avendo specificato, allart. 2434 c.c., che lapprovazione del bilancio non determina affatto liberazione degli amministratori per le responsabilita` incorse nella gestione sociale. Se si considera che lapprovazione
del bilancio costituisce atto necessariamente prodromico alla distribuzione degli utili, la disposizione, nella sostanza, permette di evitare che i soci
debbano trovarsi di fronte al dilemma di non percepire gli utili, pur effettivamente conseguiti, se intenzionati a contestare loperato degli amministratori, ovvero di rinunciare ad ogni azione nei loro
confronti, se intenzionati a conseguire il risultato di
esercizio.
Il principio, desumibile dalla previsione dellart.
2434 c.c., costituisce lespressione piu` sicura della
volonta` legislativa di non volere attribuire alla sola
approvazione del bilancio effetti che non siano stati
espressamente voluti.
Si puo` anche aggiungere che attribuire alla delibera di approvazione del bilancio lidoneita` di convalidare loperato degli amministratori in ispregio
delle norme che concernono le regole circa la determinazione del loro compenso finirebbe per costituire un facile strumento per aggirare la disposizione
dellart. 2434 c.c. posto che il prelievo di compensi
non previsti costituisce senza alcun dubbio atto foriero di responsabilita` (8).
Note:
(3) Vedasi nota di Paola Balzarini a commento di Cass. 20 dicembre 2005 n. 28243 in questa Rivista 2006, 1506 le cui importanti osservazioni chiaramente hanno influenzato la decisione in commento.
(4) Cass. 23 marzo 1998 n. 3071
(5) Cass. 28 ottobre 1998 n. 10760
(6) Cass. 29 marzo 2001, n. 4662
(7) Cass. 11 febbraio 2000 n. 1520
(8) Trib. Milano 20-02-2003, in Gius, 2003, 14, 1655.

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Strettamente collegato con il tema in esame e`,
anche, quello della possibilita` per lassemblea di apportare modifiche al progetto di bilancio. Infatti, in
tanto si puo` ritenere implicitamente ratificato loperato degli amministratori dalla delibera di approvazione del bilancio in quanto, specularmente, si riconosca allassemblea il potere di modificare il bilancio sottoposto al suo esame dagli amministratori
mediante lesclusione di quelle poste contabili che
siano il frutto di autonoma scelta degli amministratori non debitamente autorizzata dallassemblea.
Ma che effettivamente lassemblea abbia il concreto potere di modificare in tutto od in parte il
progetto di bilancio ad essa sottoposto per lapprovazione dagli amministratori non e` affatto conclusione sicura (9). Sebbene in dottrina sembra, effettivamente, prevalere lopinione favorevole ad attribuire allassemblea il potere di procedere a modifiche piu` o meno sostanziali (10), e` tuttavia lecito
dubitare fortemente di siffatta conclusione data la
natura tecnica della funzione di redazione di bilancio che mal si concilia con un estemporaneo potere
di modifica (11).
Non solo, infatti, lattuale formulazione dellart.
2364 c.c. e` assai diversa da quella dellart. 154 comma 2, n. 1 dellabrogato codice di commercio, secondo il quale lassemblea era competente a discutere, approvare o modificare il bilancio, ma soprattutto sembra completamente mancare allassemblea
la concreta possibilita` di operare le modifiche che
eventualmente fossero volute; se venisse, infatti,
espunta dal bilancio la voce relativa ai compensi
per gli amministratori, ad esempio, dovrebbe correlativamente essere modificata anche lappostazione
relativa al pagamento delle imposte o degli oneri
previdenziali collegati con la corresponsione degli
emolumenti agli amministratori ed anche, quella
del risultato dellesercizio. Si tratta di attivita` che
non puo` essere eseguita dallassemblea (che non ha
assolutamente le competenze e le conoscenze necessarie per operare in tal senso) e nemmeno dagli
amministratori che, dopo la delibera di approvazione del bilancio, cessano di avere competenze in
materia. Attribuire allassemblea il potere di modificare il bilancio in maniera piu` o meno consistente
potrebbe significare anche limitare il potere degli
amministratori, ai quali in modo esclusivo lart.
2380 bis c.c. nel testo novellato, affida il compito
di determinare la gestione della societa` pure attraverso una specifica politica di bilancio. Non va
neppure dimenticato, come si e` correttamente osservato (12) che il bilancio informa sulle operazioni
compiute dalla societa` durante lesercizio, sui loro

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effetti sul patrimonio e determina il risultato della


gestione annuale ed in esso devono essere esposte
tutte le operazioni compiute, anche quelle illegittime, indipendentemente dalle conseguenze in ordine alla responsabilita` di singoli.
Se, dunque, viene a mancare la possibilita` per
lassemblea di modificare il progetto di bilancio,
viene certamente anche meno uno degli argomenti
piu` sostanziosi a sostegno della tesi della giurisprudenza prevalente.
Cio` non significa, pero`, come gia` anticipato, che
lapprovazione del bilancio non possa, in talune circostanze, effettivamente assumere valore di ratifica
delloperato dellorgano amministrativo ma la ratifica deve emergere, secondo i criteri generali, in modo inequivoco quanto meno dalle modalita` di approvazione (13) e non puo`, invece, essere desunta
dalla sola approvazione del bilancio nella sua integralita`.
Alla delibera di approvazione del bilancio puo`,
pertanto, attribuirsi valore di ratifica del prelievo di
compensi eseguito dagli amministratori quando la
discussione assembleare si sia incentrata proprio su
tale aspetto, o quando siano stati forniti in assemblea da parte degli amministratori chiarimenti specifici e lassemblea ne abbia espressamente preso atto, ovvero quando, nella nota integrativa (art.
2427 n. 16), non solo, si sia specificato lammontare analitico dei compensi attribuiti agli amministratori ma si sia anche dato conto che lattribuzione e`
stata disposta pur in mancanza di una preventiva
delibera assembleare. Se si considera, poi, che il
compenso per gli amministratori viene inserito nel
conto economico alla voce servizi, art. 2425, lett.
B, n. 7,c.c. e che, nella nota integrativa, il compenso e` indicato cumulativamente per tutti gli amministratori, senza ulteriore specificazione, il grado di
consapevolezza che normalmente emerge dallapprovazione del bilancio nel suo complesso e` assai
inferiore a quella che lart. 2364, n. 3 c.c. sembra
richiedere per la determinazione del compenso agli
amministratori.
Note:
(9) Ancorche non estranea neppure alla giurisprudenza, Trib. Napoli 24 febbraio 2000, in questa Rivista, 2000, 12, 1474.
(10) Giovanni Tantini, Il bilancio di esercizio, Padova, 1994, 122
(11) Leopoldo Sambuchi, in Diritto delle Societa`, Bilancio ed Utili, Milano, 1998, 681.
(12) Vincenzo Salafia, Questioni in tema di contenuto e di controllo del bilancio di societa` di capitali, in Gius. Civ. 1995, I, 3021
nota a Cass. 30 marzo 1995 n. 3774
(13) Vincenzo Salafia, op. cit.

Le Societa` 2/2009

Diritto commerciale e societario

Giurisprudenza
Ed anche quella giurisprudenza che ha riconosciuto (14) alliscrizione in bilancio valore ricognitivo del debito, si e`, pero`, preoccupata di specificare
che tale effetto puo` in concreto verificarsi solo se
nel bilancio risultino tutti gli elementi di specificazione (entita`, causale, soggetto creditore) occorrenti
per considerare lapprovazione del documento contabile quale adeguata manifestazione di consapevolezza, da parte della societa` della sussistenza dellobbligazione esposta.
Cos`, proprio perche non sufficientemente analitica (mancando le indicazioni prescritte dallart.
2357 c.c.), non potrebbe attribuirsi alla delibera di
approvazione di bilancio contenente lindicazione
delle azioni proprie detenute, lidoneita` a ratificare
lacquisto effettuato dagli amministratori senza la

Le Societa` 2/2009

preventiva autorizzazione dellassemblea, mentre


piu` univocamente diretta a ratificare loperato degli
amministratori, potrebbe apparire lapprovazione
del bilancio che contenga lindicazione, che deve
essere analitica, nella nota integrativa della partecipazione in societa` di persone acquistata senza la
preventiva autorizzazione assembleare soprattutto se
si considera che ai sensi dellart. 2361, comma 2
c.c. lassemblea non deve neppure determinare
lammontare della partecipazione ne limporto dellonere finanziario conseguente.

Nota:
(14) Cass. 1 giugno 1991, n. 6203 in questa Rivista, 1991, 1363.

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