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Ecco, la stessa cosa sta accadendo con lo Stato italiano. Per anni ha preso i nostri soldi
dalle nostre tasche, ha fatto debiti, ha speso in lungo ed in largo allo scopo di farci
credere che eravamo tutti ricchi, salvo poi trovarsi di fronte ad un debito talmente
enorme da non poter essere mai ripianato in alcun modo. Come in quella famiglia la
maggior della popolazione sta lentamente scivolando nella povert, pur avendo lavorato
una vita e pur avendo pagato in anticipo per una sanit, una scuola e delle pensioni di
cui non usufruiranno mai perch quei soldi devono essere usati per pagare dei debiti che
loro non hanno contratto mai.
Ora, qualsiasi cosa sentiate dire dal vostro politico del cuore una sciocchezza. A meno
che non vi dica Signori, we are in a world of shit, ogni parola che esca dalla sua bocca
non ha pi valore del mozzicone di sigaretta schiaccato dal rimorchio spargiletame di un
trattore Fiat 415 in una mattina di nebbia a met dicembre.
E quindi, poich alla domanda cosa fareste voi? l'unica risposta sar il boccheggiare
tipico del pesce rosso mentre vi guarda con aria confusa nel rendersi conto che l'avete
spostato dalla sua confortevole boccia ad una pi ostile pentola che bolle sul fornello,
l'unico suggerimento che mi permetto di dare di cambiare domanda.
Cosa fareste se foste i figli di quel padre?
Se fossi io, gli direi: Padre, per una vita ci hai cullato nell'illusione che tu agissi per il
nostro bene. I buchi che ornano il retro dei miei pantaloni dimostrano il contrario. Ora,
siccome sono diventato grande, ho deciso che non ho bisogno di te per vivere, n per
scegliere cosa sia giusto o sbagliato. Quindi da oggi io non ti do pi un soldo. I tuoi debiti
te li paghi tu, perch non riesco a trovare nessuna ragione (e bada che ho cercato in
ogni cassetto di casa) per cui io li debba pagare di tasca mia. Come dici? Senza i miei
soldi non riusciresti a fare niente, nemmeno a mangiare? Peccato, vorr dire che morirai
di fame. Ciao babbino, stammi bene.
22/10/2009
sei mesi la devo buttare. Tutto vero: ma io non danneggio nessuno con i miei errori. Se
sbaglio, pago e imparo per la volta successiva.
Altri obietteranno che non tutti hanno la capacit di scegliere un'auto e che ci vuole il
politico che la sceglie al posto suo. Anche questo vero, non tutti hanno le stesse
capacit. Ma chi decide chi le ha e chi no? Purtroppo ci sar sempre qualcuno non in
grado di fare qualcosa. E' la vita, a volte fa schifo, ma non per questo possiamo ridurre
tutti i cittadini a minorenni incapaci di intendere e volere. Chi sbaglia paga e i cocci
restano suoi.
Insomma, facciamocene una ragione, e impariamo una nozione fondamentale che non
insegnano a scuola: fare politica significa soddisfare un bisogno che non si ha, con mezzi
economici altrui, senza mai dover scontare gli effetti delle proprie scelte. La politica
una delle cose pi folli e prive di senso che si possano immaginare.
Se a qualcuno piace, prego, si accomodi. Ma che non pretenda di chiedere a me i soldi
per questo gioco.
26/10/2009
Quindi, a meno che l'asso nella manica non sia far morire dal ridere l'avversario, non
vedo la rivolta armata come una soluzione utile allo scopo. A nessuno scopo, se per
questo.
Che in realt bisogna pensarci bene prima di mettersi a cambiare le cose. Bisogna
sapere cosa si vuole e soprattutto cosa andr a sostituire il presente. Tradizionalmente
siamo stati abituati ad avere le idee chiare. Una volta anche il pi improbabile dei
rivoluzionari aveva in mente come far funzionare il mondo a venire, a prescindere dalla
giustezza o meno delle sue idee. Era l'epoca in cui esistevano le ideologie, un termine
che oggi si ripudia con vergogna, ma che ha fatto compagnia alla vita di molti. Non
certo il caso di rimpiangere quei tempi, per in effetti pare che nella gran furia di
buttare via le ideologie, ci si sia dimenticati sia di buttare via anche chi quelle ideologie
propagandava, sia di sostituirle con qualcosa di meglio.
Il non aver buttato via le persone ci dovrebbe mettere in guardia da molti cosiddetti
militanti e dalla classe dirigente che essi scelgono. Se c' gente che per anni stata
iscritta al PCI, o alla DC, o ai Radicali e che oggi milita per idee del tutto contrapposte,
significa che hanno mentito nel passato o stanno mentendo ora. O hanno sempre
mentito e continuano a farlo. E questo non esclude che abbiano mentito o stiano
mentendo anche a se stessi.
La mancanza di un sostituto alle ideologie meno grave del fatto di avere dei cazzari
patentati come classe dirigente, fuori discussione. Il fatto che c' gente che continua
a sperare nella rivoluzione, intesa come capovolgimento dello stato di cose, ma quello
che hanno in mente non esattamente da considerarsi un mondo migliore.
Se escludiamo frange minoritarie tipo gente che crede ancora nel comunismo-leninismo
o nel fascismo, quello che si pu notare anche senza fare studi approfonditi che
nessuno vuole un vero cambio di sistema. In media, il genere di cambiamento richiesto
consiste nel pretendere che lo Stato fornisca una lunga serie di... tutto, in modo che noi
non si debba pi pensare a niente. Lo Stato e i governi dovrebbero far funzionare
l'economia, offrire istruzione eccellente e gratuita, salvare l'ambiente dal riscaldamento
globale, promuovere la cultura, fare informazione oggettiva ed indipendente, pi tutto
quello che di buono vi viene in mente.
Una cosa poco nota, nel senso che tutti fanno finta di non saperla, che questa
concezione di Stato non l'unica presente nell'universo, ma nata in un contesto ben
preciso, quello dei gloriosi anni 20 e 30. Incominci col Fascismo, continu col Nazismo
e l'Unione Sovietica e trov forma pi moderata nelle dottrine di Keynes in America. Uno
Stato che si intromette, regola e sanziona la vita dei cittadini al fine di regalare pace,
ordine e felicit. Come andata a finire con i primi tre regimi non c' bisogno di dirlo.
Con Keynes, beh pensate che propugnava l'inflazione come tassa occulta per le classi pi
povere. E che le politiche keynesiane, partite da un innocente il Governo commissiona
lavori anche inutili per avviare l'economia sono arrivate a creare il tristemente noto
complesso militar-industriale. E la Federal Reserve Bank, la quale ultimamente non si
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