Vittorio Terzi
Roberta
Marracino Chiara
Spreaco Arianna
Turconi
Indice
Investimenti privati: una risorsa per la crescita
La caduta degli investimenti privati
La sfida del rilancio degli investimenti privati
5
5
10
16
17
19
23
La crescita rimane una priorit assoluta per gran parte dei paesi occidentali,
ed europei in particolare. Il dibattito tecnico-economico degli ultimi anni si
concentrato su questo tema elaborando proposte di varia natura, spesso orientate
al recupero del potere di acquisto delle famiglie come leva per riattivare i
consumi. In realt, non possibile ipotizzare il rilancio della crescita senza una
ripresa robusta degli investimenti privati: non unopzione tra diverse altre
disponibili, la strada prioritaria da seguire per uscire dalla crisi in Italia e in
Europa.
La ricerca pubblicata dal McKinsey Global Institute nel gennaio 2013, Investing
in growth: Europes next challenge, lo conferma: la causa principale della
profonda stagnazione che sta vivendo il continente europeo la debolezza degli
investimenti, fattore determinante della diminuzione del prodotto interno
lordo negli ultimi anni. Tra il 2007 e il 2012, nellEuropa a 27 gli investimenti
sono crollati di 475 miliardi di euro, un importo pari a dieci volte la riduzione
dei consumi avvenuta nello stesso periodo e a cinque volte la riduzione
complessiva
del PIL. Le aziende detengono un ammontare significativo di liquidit bloccata
in azienda o investita in strumenti finanziari a breve termine che potrebbe essere
investita in progetti di crescita, laddove venissero a cadere almeno una parte delle
attuali incertezze e cause di instabilit. Lexcess cash delle aziende europee quotate
stata stimata intorno ai 750 miliardi di euro alla fine del 2011, circa 70 dei quali
riferibili ad aziende italiane. In Italia queste risorse rimangono liquide, oltre che
per sfiducia nelle prospettive economiche, anche per la difficolt di fare impresa
e per le numerose barriere che non favoriscono liniziativa privata.
Investimenti privati:
una risorsa per la crescita
La caduta degli investimenti privati
Fra le cause principali della lunga fase di crisi e di mancata crescita dellEuropa vi
la caduta degli investimenti. Tra il 2007 e il 2012 il calo stato pari a 475
miliardi di euro (figura 1), rappresentando la componente di maggior rilievo nella
riduzione complessiva del PIL continentale.
Lintensit e la profondit della crisi per leconomia italiana si evince dalle cifre
impietose: tra il 2007 e il 2012 lItalia ha perso l1,42% del PIL allanno, un dato
negativo che non ha trovato riscontro in nessun altro grande paese europeo
(figura 3).
Anche nel nostro Paese gli investimenti rappresentano la componente che ha
maggiormente pesato nella dinamica negativa del PIL: 90 miliardi di euro in
meno dal 2007 al 2012, di cui oltre il 90% fanno capo a imprese e circa il 10% a
investimenti pubblici un ammontare circa doppio rispetto al corrispondente
calo dei consumi nello stesso periodo e circa dieci volte superiore al
corrispondente calo dei consumi nel periodo 2007-2011 (figura 4).
Dopo un trend positivo durato quasi 15 anni (dal 1993 al 2007), gli attuali valori
degli investimenti sono tornati al di sotto dei livelli registrati nel 1990 (figura
5).
1 Include Unione Europea, America Settentrionale, Oceania, Giappone e Israele (calcolato nellanno 2011).
! #$%&'()*% +',-./0(0 1 2% (%&' *(0(%3' ) ,%+),%(0 0% 4.**% 3'5 )++)((% 5)//$055' 3',,)5() 2% ,%+),%-)5('6 7'5'
esclusi gli effetti moltiplicativi dellaumento degli investimenti privati sulle altre componenti del PIL (consumi
delle famiglie, consumi delle amministrazioni pubbliche e commercio estero). Analisi prospettica basata su
stime Prometeia (aprile 2013).
10 McKinsey &
Company
Alcuni settori, come quello delle costruzioni, hanno risentito in modo molto
severo di questo rallentamento, al punto di bloccare qualsiasi nuova progettualit
in attesa di un ritorno a condizioni di normalit.
Unaltra causa che disincentiva gli investimenti privati, peculiare del nostro
Paese, rappresentata dalla diffidenza diffusa circa la possibilit di fare
impresa con successo in presenza di fattori di sistema come fiscalit,
burocrazia, giustizia civile, mercato del lavoro che penalizzano la piena
realizzazione del potenziale economico sottostante. Una diffidenza accentuata
dalla crisi, fino al punto di scoraggiare il lancio di nuovi progetti.
Questo tipo di barriera non blocca solo le aziende straniere, ma anche le imprese
italiane. Queste ultime, infatti, non hanno smesso del tutto di investire e hanno
puntato sempre di pi sullestero e in modo crescente sui mercati emergenti
cambiando la destinazione geografica dei loro investimenti. Gli investimenti
diretti esteri di origine italiana sono passati da un flusso medio netto di 18,4
miliardi di euro nel periodo 2002-2006 a un flusso medio netto di quasi 38
miliardi di euro nel periodo 2007-2011, con un picco di oltre 70 miliardi netti
nel 2007 (figura 8). Questultimo valore, da solo, copre per ben oltre due terzi
la riduzione di 90 miliardi di euro di investimenti registrata in Italia nel
periodo 2007-2012.
12 McKinsey &
Un ritardo cos marcato sulle leve del fare impresa pu avere un impatto ancora
pi dannoso se si guarda al futuro. In tutto il mondo, infatti, dopo un periodo in
cui aumentata la propensione a investire al di fuori dei confini nazionali (la
quota di investimenti diretti esteri sul totale del PIL mondiale passata da poco
meno dell1% nel 1990 a oltre il 4,34% nel 2000), si registra una stasi e in alcuni
casi un aumento degli indicatori di segno contrario (figura 11).
Sono numerosi gli esempi di societ che stanno pianificando un ritorno delle
proprie attivit produttive dai paesi emergenti ai paesi di origine. Un vero
fenomeno di delocalizzazione al contrario. Tra gli esempi recenti figurano
Sleek Audio e Chesapeake Bay Candle, societ americane rientrate dalla Cina,
oppure Ford Motor Company, Otis Elevator e General Electric, che hanno
traslocato dal Messico. I motivi che spingono queste aziende al reshoring sono
molteplici, e tra questi citiamo la crescente automazione dei processi
produttivi, che riduce
lincidenza relativa del costo del lavoro domestico, e laumento del costo del
lavoro nei paesi emergenti. In Cina, ad esempio, questultimo cresce del 20%
lanno, molto pi di quanto cresca la produttivit del lavoro.
Le autorit americane hanno reagito con prontezza a questa inversione di
tendenza, adottando provvedimenti normativi per facilitare il reshoring e ridare
impulso alla crescita interna un esempio e una rapidit di reazione da emulare
(box 1).
vero che se, per effetto del deleveraging, il credito bancario totale disponibile
dovesse attestarsi su un livello pi basso rispetto ai picchi raggiunti nellultimo
decennio, diventando pi selettivo, la velocit e lintensit della ripresa degli
investimenti delle imprese e quindi la ripresa della crescita economica e
delloccupazione ne potrebbero risentire in misura sensibile.
20 McKinsey &
ripresa
Brembo
Azienda manifatturiera bergamasca di eccellenza, attiva nella produzione di
sistemi frenanti per lindustria automobilistica e ciclistica.
Investe costantemente in ricerca e nuove tecnologie e serve clienti di caratura
mondiale in tre continenti (Europa, America e Asia), mentre solo il 15% del
fatturato realizzato in Italia. Nellultimo anno le vendite del gruppo sono cresciute
di quasi l11%, negli ultimi tre anni il tasso di crescita annuo si attestato intorno al
20%. Una sda non scontata in anni di forte crisi per il settore automobilistico di
gran parte dei paesi avanzati.
Midac Batteries
Lazienda veneta produttrice di batterie per uso industriale ha come principio cardine la
continua innovazione tecnologica mirata al migliore utilizzo dellenergia.
Fortemente sensibile alle tematiche ambientali (utilizza lenergia pulita prodotta dal
proprio impianto fotovoltaico per la produzione di batterie e accumulatori, evitando
lemissione di 945 tonnellate di CO 2 ogni anno), applica il concetto di innovazione
anche ai processi e alle attivit aziendali nellottica del conseguimento di una
maggiore produttivit. Ha infatti riorganizzato e semplicato i processi aziendali
mediante lapplicazione delle tecniche di lean production e limplementazione di
un sistema informativo ERP, che consente il monitoraggio delle performance
aziendali tramite strumenti strutturati e puntuali un esempio di applicazione di
tecniche da grandi aziende a imprese di medio-piccole dimensioni.
presente in cinque paesi, con un fatturato in crescita del 19% nellultimo anno.
Nel 2013 stata inserita da Borsa Italiana nellelenco delle migliori 100 PMI per la
crescita.
Etra
Multiutility veneta che serve 50 comuni, fornendo il servizio idrico integrato, la
gestione dei riuti ed energia da fonti rinnovabili.
La societ ha realizzato una rete cloud privata con il duplice obiettivo di
razionalizzare la propria struttura di server e di migliorare lafdabilit dei servizi
informatici. Grazie alla nuova infrastruttura, ha ottenuto una migliore continuit
nellerogazione dei servizi informatici e una riduzione del 30% dei costi di energia
elettrica.
A fronte di un fatturato in crescita del 9% in due anni, lutile netto raddoppiato.
Grom
Azienda piemontese fondata nel 2003 da due giovani trentenni (Federico Grom e
Guido Martinetti), con un capitale di poche migliaia di euro, specializzata nella
gelateria di alta qualit.
A distanza di 10 anni, conta quasi 60 punti vendita in tutto il mondo e ha saputo
distinguersi nel mercato della vendita di gelati puntando su materie prime di alta
qualit, selezionate direttamente dai fondatori. Nel 2011, il fatturato ha raggiunto i
30 milioni di euro.
Contatti
Vittorio Terzi
+39 02 72406 801
vittorio_terzi@mckinsey.com
Roberta Marracino
+39 02 72406 610
roberta_marracino@mckinsey.com
Chiara Spreafico
+39 02 72406 605
chiara_spreaco@mckinsey.com
Arianna Turconi
+39 02 72406 242
arianna_turconi@mckinsey.com
Maggio 2013
Copyright McKinsey & Company, Inc. Italy