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XXIX (2007/2) 170, pp. 277-281
LA MEMORIA CHE SALVA
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Marko Ivan Rupnik nato nel 1954 a Zadlog, in Slovenia. Sacerdote dal
1985, insegna al Pontificio Istituto Orientale e alla Pontificia Universit Gregoriana. Vive a Roma presso il Centro Aletti dove dirige lAtelier di arte spirituale con
il quale, nel 1999, ha concluso il rinnovo a mosaico della cappella Redemptoris
Mater affidatagli da Giovanni Paolo II. Tra i suoi libri (tutti editi da Lipa, e molti
tradotti in varie lingue): Larte, memoria della comunione; Il discernimento; Il colore della luce.
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S, in qualche modo ci che non rimane nella memoria giacch la qualit della vita di una persona si manifesta nella qualit
del suo ricordo probabile che sia stato vissuto non in pienezza,
ma solo superficialmente. La memoria una delle dimensioni pi
profonde della persona umana perch intrinsecamente legata allamore e allesperienza.
Memoria e amore sembrano coincidere, stando a quanto lei afferma: Ci che Dio ricorda salvato. E pi precisamente: Dio
la memoria vivente, perch lamore, e tutto ci che lamore abbraccia rimane in eterno.
La memoria da un lato unattivit del tutto umana, perch
elaborata dalla nostra intelligenza sulla base dellesperienza; dallaltro aperta a quel mistero sconfinato a cui ci introduce la vita
stessa... In ultima istanza, il mistero di Dio, Signore della vita.
Noi conosciamo una memoria che realmente fa esistere: la
memoria di Dio. Quando Dio si ricorda, le cose esistono: infatti
ci che amore non viene meno, non va in oblio, in quanto ha radice nella relazione intratrinitaria. qui il fondamento di quella
che nella liturgia viene chiamata eterna memoria o anmnesis,
dove la Pasqua di Cristo viene vissuta in eterno sia davanti al Padre, sia nel suo corpo mistico che la Chiesa.
Come avviene questa anmnesis nella vita quotidiana del credente?
Una cosa se io ricordo con la mia memoria legata al corpo
carnale, e unaltra in quanto membro del corpo spirituale di Cristo.
Mediante il battesimo che ci innesta in esso grazie allo Spirito Santo facendoci diventare figli nel Figlio, noi partecipiamo fin da ora
di questa comunione trinitaria dove niente va dimenticato. In realt
ogni sacramento ci d modo di accedere alleterna memoria di Dio.
Come oggi queste realt siano decadute e si siano perse, lo si costata nei cimiteri, dove troviamo spesso scritto sulle tombe: tu vivrai
nella nostra memoria, noi ti ricorderemo per sempre... Tutte bugie,
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perch Cronos mangia i suoi figli, cio il tempo cancella tutto. Invece questa eterna memoria non nostra lo afferma anche un
bellissimo canto liturgico della Chiesa dOriente , ma del Signore, e noi preghiamo affinch il defunto venga conservato in essa: di
qui il valore delle messe, dei suffragi, la convinzione che noi nellEucaristia, come membra di questunico corpo, possiamo vivere
una reale comunione con i nostri defunti; i quali, aiutati dalle nostre preghiere, possono a loro volta intercedere per noi.
Unaltra citazione letteraria, stavolta della poetessa Francesca
de Manzoni Boschini: Ricordarsi non fasciarsi / del bozzolo aureo del passato, / ma un ricreare lesistenza, / far nascere un fiore
sul ramo morto. / E i ricordi tristi? / Su quelle notti far fiorire lalba. Come commenta questi versi?
Profondamente veri! Vede, negli ultimi secoli abbiamo sviluppato una razionalit empirica, oggettuale, analitica, e sotto questo
aspetto abbiamo considerato una sola dimensione della memoria.
Oggi sappiamo perfino riprodurla: la memoria digitale del computer, capace soltanto di registrare elenchi di fatti e di cose: una
memoria diciamo meno personale, mentre nella sua dimensione
pi profonda (in quanto legata al principio agapico, dellamore) essa capace di trasfigurare lesperienza ricordata. Perci concordo
con la poetessa: anche nel caso di eventi tristi del passato la memoria purch illuminata dallamore o almeno aperta ad esso in
grado di attuare questo passaggio dal brutto al bello, dal tragico allesito positivo, dalla morte alla pentecoste. Chi invece non possiede questa memoria trasformante come inchiodato su episodi, persone, luoghi e soffre di un vero blocco della creativit.
Il fatto che nel caso di un ricordo negativo, io non posso
semplicemente cancellarlo con la volont o convincendomi che
non stato cos: no, la memoria una realt troppo profonda per
essere gestibile dalla nostra razionalit analitica. Purtroppo per
secoli questo argomento stato trascurato nel campo teologico e
spirituale: basti pensare che dopo santAgostino, il grande teologo della memoria, dobbiamo arrivare alla met del XX secolo per
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Citando il famoso verso in cui Goethe vorrebbe fermare la bellezza dellattimo, lei si sofferma su questa memoria, nel campo psicologico, che cerca di trattenere, di rendere presenti le cose. E accenna alla nostalgia come ad una patologia a cui pu giungere questa
tendenza esagerata...
Dal dato di fatto che il nostro un corpo carnale, destinato a
corrompersi, scaturiscono la paura della morte e lansia di rimanere, di salvarsi; ha radice qui questansia di trattenere la vita
bench essa ci scivoli tra le mani. la nostalgia, laspetto patologico della memoria, questo tentativo vano di rendere presente un
passato di cui si soffre la mancanza. Esso pu creare non pochi
problemi: i nostalgici infatti difficilmente sono persone malleabili;
bloccati nella loro creativit, in genere impongono le proprie idee
agli altri, un fenomeno che la storia registra in ambito culturale,
sociale, politico ed anche ecclesiale.
Cosa intende dire scrivendo: II bene dimenticato un bene
vero?
Qui sulla terra, a causa del peccato, la memoria del bene
piuttosto problematica, cos come problematico risulta ogni giudizio se non fatto con discernimento e con una memoria purificata. Sarebbe ingenuo pensare che lamore susciti immediatamente una risposta damore. Esemplare in questo senso la vicenda
di Giuseppe in Egitto che, proprio perch ha fatto del bene, viene messo in prigione e l dimenticato. Molto spesso luomo non
scorge il vero bene, non lo apprezza, lo calpesta o lo scorda. Per
luomo spirituale invece, non aver ricevuto ringraziamenti n applausi diventa quasi una conferma della bont del suo operato. A
lui infatti interessa il bene che Dio ricorda, conscio che solo quello che rimane in lui vero bene.
ORESTE PALIOTTI