Destinazione paradiso
Sebastiano
Chighini
[(by seb)]
DESTINAZIONE PARADISO
Uno .............................................................................................................................................. 7
Due .............................................................................................................................................. 7
Tre ............................................................................................................................................... 9
Quattro ...................................................................................................................................... 13
Cinque ....................................................................................................................................... 15
Sei.............................................................................................................................................. 16
Sette .......................................................................................................................................... 18
Otto ........................................................................................................................................... 22
Nove .......................................................................................................................................... 23
Dieci .......................................................................................................................................... 24
[(by seb)]
La comparsa del MoVimento 5 Stelle, sulla scena politica regionale della Sardegna, mi ha spinto a
scrivere questi appunti. Lho fatto per promuovere un dibattito e, soprattutto, un confronto approfondito sui
temi e sulle modalit politiche e organizzative che vanno definendosi.
Emerge in Sardegna, e nelle iniziative del MoVimento, una novit qualificata, che cresce giorno per
giorno. Temi e situazioni interne ai meet up, alle associazioni, ai singoli, fino allAssemblea Regionale ecc.,
improvvisamente hanno preso a correre. Un mutamento ha avviato i processi innovativi della politica e ora
questi si alimentano di un differente modo di percepire e di valutare molti aspetti della partecipazione.
Non si tratta soltanto della ciclica ripresa di vigore su questo tema, n tanto meno di recuperare o di
rianimare la rappresentanza della politica; indica invece - se ci fossero ancora dei dubbi - la fine di una
sudditanza nei confronti di una fase, cui giunta la condizione della rappresentanza.
Quel che il risultato elettorale ha consegnato, con tutte le mutazioni che ha rivelato, divenuto, nello
stesso tempo, fonte di fiducia e di grande preoccupazione. Avvertiamo la percezione diffusa di vivere tutti un
momento di rilevante responsabilit. C, cio, unautostrada, tracciata dallaffievolirsi della delega delle
passioni e delle visioni degli insediamenti partitici. Cos com, c anche una grande mobilitazione dovuta
alla potenza della volont, per cui sia il risultato del voto che linfluenza delle varie iniziative del M5S hanno
riaperto una stagione capace di accreditare una speranza collettiva.
Queste sono divenute condizioni non pi vaghe, bens capaci di qualificare la presenza dei 5 Stelle
nella nostra Isola. Ci consolida quegli andamenti che nella societ contemporanea erano gi in atto e che
una radicale trasformazione ha reso decisivi: i processi di globalizzazione, di innovazione tecnologica, di
innovazione politica.
La crisi ha drammaticamente moltiplicato le implosioni. Ha fatto entrare molte questioni nellagenda
politica, incrementando davvero un vorticoso giro di cambiamenti. Una pi generale e convulsa
accelerazione ha portato a maturazione diverse trasformazioni culturali. La rapida evoluzione della scienza,
della tecnica e dei sistemi di comunicazione legati ad internet han fatto il resto. Preparati alchemici
contengono un sorprendente complesso di mutamenti, non semplicemente riassumibili. E certamente non
si vista solo nel risultato elettorale, lazione di quella che stata definita una macchina politica costruita
mixando reti di prossimit, territorio e simultaneit della rete. C, ed un fatto ben rilevante, una nuova
cornice di imprevedibilit.
Tuttavia, malgrado tutta questa consapevolezza, non si va oltre lo stupore e si procede solo a piccoli
passi. Una lunga discussione ha impegnato il MoVimento relativamente al Regolamento dellassemblea
regionale, il quale non sembra abbia chiarito con estrema precisione quanto sia ampio il mare in cui
dobbiamo nuotare.
Mentre un modello sociale, caratterizzato dallunit, dalla generalit degli scambi, dalla uniformit
delle merci e da un mercato dellinformazione ormai planetario, ha reso espliciti e comuni i fenomeni che in
questi ultimi anni hanno avuto come protagonisti le transazioni finanziarie, fatte di disparit abissali, e,
ancora, di distorsioni economiche locali e poi globali. Concatenazioni europee, non solo nei sistemi
finanziari, anche in quelli di produzione e di scambio, ma soprattutto nelle dinamiche produttive, hanno
agito in modo incontrastato nella vita pi generale delle persone.
Figlia di rivolgimenti diffusi, si evidenziata, finalmente, la reazione a questo stato di cose, mentre si
presentava una grande forza di discontinuit, che anche da noi ha mosso i primi passi, vale a dire il
MoVimento 5 Stelle.
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[(by seb)]
Le tecnologie che, fin qui, hanno avuto una loro storia pluralistica e disseminativa, nonch dispersiva,
delle condivisioni, improvvisamente si sono messe a moltiplicare le relazioni, ricompattando singolarit
sparse e unificando fenomeni non riconducibili a modelli di modernizzazione del passato. Esse hanno
intavolato processi politici prima incredibili e hanno innescato sommovimenti, denunciando le
trasformazioni economiche latrici di disparit e promuovendo evoluzioni degli stili di vita, mobilitazioni delle
culture locali, fino a quel momento vigenti solo in atomizzate solitudini. Hanno ricevuto ed impresso alle
cose un incitamento, che ormai tocca le dimensioni quotidiane. Preannuncio di evoluzioni sconosciute, nel
breve quanto nel lungo periodo, si tratta di novit che impongono soprattutto, una frettolosa ridefinizione di
molte categorie della politica. Capaci di mettere in relazione saperi, vicinanze, competenze, amicizie,
territori per agire da moltiplicatore di unit.
Protagonista e soggetto di questa accelerazione politica, il MoVimento 5S, quale frutto di innovazioni
incrementali, in Sardegna si aggira da solo intorno alla rottura del paradigma precedente. Sebbene abbia
alimentato, sul territorio, la rivoluzione sistemica del consenso politico e abbia svolto diverse assemblee
regionali, mostrando con un abbrivio, su di un terreno gi fertile, la consapevolezza dellirruzione di internet
nel modo di creare comunanze politiche e digitali. Per la Sardegna, dobbiamo dirlo, tutto ci non ha
precedenti. Altri, in questi giorni molto agitati, si dimenano nel tentativo di scansare il tempo delle
responsabilit amministrative, politiche e morali.
Proprio nel tentativo di dare coerenza ad alcune riflessioni, ho espresso il desiderio di dar corpo ad
uno scritto, spero per rappresentare quello che appare necessario, per rimarcare quello che ancora non si
rende possibile e per individuare, quindi, alcuni elementi di chiarezza sulla domanda e le forme di una
democrazia partecipativa che nei prossimi mesi e prossimi anni decider molte cose.
Cogliere, nel dibattito interno al MoVimento, una attenzione rivolta pi alla generale condizione di
superamento epocale che stiamo vivendo, propone paradossalmente un ruolo irrinunciabile che tuttavia la
politica sembra impersonare nuovamente. In questo momento, nel mettersi in comune, non semplicemente
connettersi, c un terreno nuovo e praticabile, il terreno dei protocolli condivisi, che vuol dire convergere su
di un forte impegno diffuso e capillare di una progettazione, nella costruzione politica di nuovi valori, e
utilizzare piattaforme comuni e farne strumenti - come sono sempre state - per accelerare la nostra visibilit,
i nostri ragionamenti. Tutto ci riflette le tante culture moderne, rende evidenti le istanze di convivenza
sociale, spinge per laffermazione di archetipi qualitativi, includendo - spero tracciando - definitivamente un
incontro progettuale per una Sardegna Nuova.
Un processo, quindi, che ci propone di vagliare fonti, dati e letterature, verificando luoghi comuni
desueti e convinzioni implicite. Soprattutto guadagnando una prospettiva per lIsola.
La certezza della fuoriuscita da una crisi economica, sociale e politica. E questa la priorit, non ci pu
sovrastare solo il bisogno di vedersi attraverso una nuova rappresentanza. Mi pare sia questa lurgenza con
la quale confrontarsi, assemblando una babele di linguaggi e di esperienze politiche e culturali.
Lapprezzamento democratico, per forme ed esigenze partecipate personali e collettive, si fatto
davvero significativo, e il MoVimento potrebbe accrescere la sinergia tra i singoli ed i gruppi, e irradiare il
suo agire politico su temi ampi, culture, vicende e singoli argomenti.
Nellinterpretare una decisiva risposta ad una cos ampia variet di domande, pressanti ed affatto
anomale, utile accrescere le iniziative lanciate, ora non pi allesordio ma verso le azioni vitali, per un
soggetto politico. Bisogna uscire dalle biopolitiche (dalle pratiche con le quali la rete di poteri gestisce le
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[(by seb)]
discipline del corpo e le regolazioni pi diverse per le popolazioni), ricondurle verso una comunit nuova e
ci non pu avvenire se ci si rif alla collocazione frammentaria, del pre-elezioni.
Una maturazione avvenuta: il protagonismo, che si vedeva negli hackers, nei media - attivisti,
sostenitori dei diritti in rete (cyberights), nelle reti civiche comunitarie si moltiplicato e reso consapevole.
Hanno assunto davvero una preponderanza. In un battibaleno il lavoro di anni passato dalla realt virtuale
alla realt fisica. Ora gruppi di persone hanno posto in essere, rappresentato e stanno rappresentando il
grandissimo valore straordinariamente paradigmatico che il MoVimento rispetto al panorama dei
protagonisti della trasformazione sociale del preelezioni.
Quelle realt, quelle virtuali. Sul web si potevano vedere e costruire in comode identit alternative,
comunit di interesse, slegate tra loro e unite dallancoraggio dello spazio di azione locale. Ora, con la
reazione di un voto incredibile, hanno preso a orientare la individuazione dei nuovi e diversificati bisogni,
mettendo in scena nuove persone, competenze, spazi.
Nel far cadere lidea non pi risibile, ma nutrita da molti come insospettabile. Quale quelle che il
MoVimento ha invertito e irrobustito con la sua protesta. Si evidenziato come sia finito il modo in cui si
vedeva la piazza, un luogo desueto, sterile per la politica. Ha invertito lopinione che nelle strade invece non
c pi il capitale morto, e non pi isolate, sono divenute le manifestazioni di attacchi al sistema compiuto
da anonimi hacker, ed altre vicende frustranti.
In Sardegna, invece, come pure in Italia, un movimento vasto di persone, nellaccentuarsi della crisi,
non vuole essere il terminale avvilito della grande depressione. Sempre pi organizzato, esso si fa avanti
nella ridefinizione di molte formulazioni e iniziative potenziali. Dentro la forgia della crisi, vero, c per
un profondo processo di modernizzazione, che parte dalla base collettiva. Favorito da un impoverimento
diffuso e da una determinazione decisiva, esso ha finito per rendere esplicito il rifiuto. Tuttavia, oltre la
lacerante configurazione, c una fase successiva, pi impegnativa, frenetica, ma anche provvista della
lucidit necessaria ad assicurare ai cittadini la creazione di un convincente riferimento di competenze
dellagire politico.
Letica dellagire per incidere, ora ha una gamma di alternative, sebbene poggi su una societ ormai
destrutturata. Oltre alla determinazione, richiede competenza e chiarezza, ma soprattutto intensit. La
capacit del MoVimento ora diviene decisiva nel combinare i sistemi partecipativi, nel rifarsi a praticabili
piattaforme tecnologiche e a processualit analitiche nuove. Indirizzi e collocazioni, rese attuali nel
Mediterraneo, anche qua dove si ritenevano impossibili. Possono avere come obbiettivo la intercettazione
dei bisogni di conoscenza, di multiculturalit e di innovazione. Progressivamente, possiamo passare dalla
banda del desiderio di apprendere e soprattutto di dare un inquadramento necessario ad una nuova
uguaglianza, a quella di prospettare la configurazione urgente di una nuova giustizia sociale.
Finiti dentro liter di una conoscenza permanentemente rinnovata, al nanosecondo, repentinamente
innestata di preoccupazioni, ci si trova in questa costante ed avvolgente immersione conoscitiva. Questa
frenetica capillarit cognitiva sta facilitando la costruzione di un nuovo processo culturale, che tumultuoso
e convulso, e non risponde a logiche immediate di razionalit o di una qualche prevista modernit e, nella
societ sarda, incita tutti a trovare un senso, un ordine, ed una nuova razionalit. Non molto persuasivo nel
creare una dimensione analitica, tuttavia il MoVimento esprime da solo tutte le possibilit, le uniche, di un
progetto attraente. Un accumulo di sedimenti magmatici e comunicativi provvisti di seduzione, ora
traducono via dal lungo baliatico del MoVimento in fasce, in poco tempo deve conquistare una rapida
maturit.
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Il suo senso di appartenenza per una forza straordinaria. Travolgere e ridefinire completamente le
categorie politiche del presente non il suo solo traguardo.
Al MoVimento si addice il proposito di allargare la consapevolezza di queste dinamiche, che stanno
proprio tra noi, dentro cio le vicende della nostra terra, e offre davvero molte possibilit per individuare
categorie decisive per lidentit del nuovo soggetto. Tardiamo, per, a capirne le vie di fuga, osservare le sue
mete, estrarre i suoi caratteri fondanti e i numerosi contributi dalla presenza di tanti Sardi.
Nel suo percorso, allora, tutti abbiamo bisogno che si faccia un debito passo successivo. Il nostro
orizzonte non limitato, e non pu essere soltanto quello del presente, ma quello in cui si sono sentite
coinvolte le tante persone attivatesi. Sta tutto nellimmensit di quel voto, che ci ha impressionato e ora,
davvero, non lo possiamo deludere.
Quanto abbiamo visto, in questi mesi, rimbalzare dentro una vasta combinazione, spinge i tanti
elementi della miscela di quel che oggi il MoVimento, a mescolarsi proficuamente. Un microcosmo ed un
macrocosmo divenuto sistema comunicativo, animato da un desiderio multiforme, con cui deve
argomentare una richiesta divenuta urgente.
Bisogna mettere in vista sulla scena politica, non solo sarda, una nuova comunit aperta. Lessere
Sardi, oggi, ha declinazioni davvero vaste e comuni, noi dobbiamo procedere mediante un nuovo progetto di
comunit economica, sociale e culturale.
Lo scenario, in cui si vanno costituendo e delineando molti elementi di chiarezza, finora ha avuto
troppe esitazioni, e sebbene sia abilitato da una comunicazione fitta di tanti sviluppi semplificativi, anche
costituito sempre pi di una maggiore complessificazione formale.
Se esso rappresenti lo stato delle cose in cui la politica ha lasciato la realt sociale della nostra Isola e
se mostri quel che dietro la crisi anche in Sardegna, sta venendo fuori, noi dobbiamo subito capirlo. Non si
tratta, banalmente, n semplicemente, di assistere allopera delle componenti interclassiste, n, tanto
meno, della versione sarda della triade costituita da precariato, partite iva e protesta popolare.
Quel che improvvisamente col MoVimento si messo in cammino, non sono solo le tecniche con cui
intimare la composizione o lomogeneit da offrire a una variet di linguaggi formali, lessicali e sintattici, ma
anche quelli della emersione di una semantica condivisa. N ci si pu limitare ad intercettare provenienze
barocche, celebrate in identit e linguaggi nostalgici, mentre si deve oltrepassare figurativamente la forma e
i temi fondamentali che portano ad una nuova comunit.
C una pressante esigenza di trovare nel MoVimento, finora riassunto, le linee di fondo, lunit di
sviluppi, la coesione delle conseguenti compagini organizzate e capillari. La personificazione delle tante
istanze sulle questioni del lavoro, della scuola, del welfare, della nuova politica, illustra il bisogno di un nuovo
paradigma economico e politico regionale. C, quindi, la necessit di porre in evidenza la stesura di una
convincente proposta programmatica culturale.
Il nostro un MoVimento in cui tutti dobbiamo mobilitarci per vedere meglio noi stessi. Se non la
moltitudine a farlo, esso deve provare a rappresentare una sua proposta diffusa, dispiegare finalmente le
sue scelte su tutti gli aspetti della crisi. Soprattutto, a noi chiede espliciti obbiettivi e metodi qualificati,
adeguati ed opportuni per una realt drammatica.
[(by seb)]
Uno
In tutte le istanze, ascoltate in varie occasioni degli incontri regionali, c unenorme domanda di
vicinanza. La sua maturazione soprattutto proviene dalla fuga dallestraneit e questo il dato straordinario
con cui tutti vogliamo veder accrescere le nostre implicazioni nei suoi sviluppi.
Partendo, ad esempio, dalle nuove relazioni di cittadinanza, quelle in cui lindividuo incluso e
include, esprimendosi in tutte le sue forme, e proseguendo, poi, verso le tante iniziative in cui si propone di
essere la casa di un sentire condiviso e associato, espresso da una volont partecipata e democratica, che
guarda alla dignit, alla responsabilit di legami territoriali, di un destino comune.
Nella socialit di gruppo e dei singoli, si vive una tensione affettiva, fatta di relazioni sociali e
produttive, oltre che amicali. Esse hanno, nel rispetto dei luoghi, dei diritti delle persone, dellambiente,
degli animali, dei beni comuni, una nuova e decisiva ma impaziente attesa.
Essendo molteplice la sua azione, deve assumere ora i compiti di comunit fondativa di una nuova
sensibilit culturale. Spetta a noi, affrescare in una cornice spero qualificata, soprattutto rappresentativa dei
difficilissimi problemi sociali della nostra Isola, le incrementali (Virtuali+reali) questioni, nel tempo
sedimentatisi, riguardanti lindustria, lagricoltura e i servizi. Per chi si accinge a impegnarsi nei prossimi
processi istituzionali, economici e culturali, dei territori, sono tutti da cogliere nella loro gravit, specie nella
distanza enorme tra i bisogni diffusi e le scelte improrogabili.
Occorre far presto, poich non si pu prescindere dal sistema valido di decisioni e deliberazioni. Ma
questo non pu avvenire a discapito dellunit e della determinazione a fare. Allo stesso modo, io ritengo,
pi di tutto, e disperatamente, che non si debba evadere la scelta dei contenuti. Le sole ragioni capaci di una
darci una presenza visibile e matura sullo scenario del cambiamento.
necessario dare sponda ad un cos articolato contesto, in cui tutti abbiano e prendano la parola,
sebbene avvertiti dellestrema rapidit di obsolescenza delle conoscenze e delle sollecitazioni tecnologiche,
a causa della accelerazione subita da molte vicende politiche.
Se non colti a dovere, questi imperativi rischiamo di avvitarci in dibattiti su sistemi formali, a se stanti,
complessi, non pi riconducibili a riferimenti predefiniti o assembleari. Sebbene determinati inevitabilmente
dai parametri collaterali e frontali dei regolamenti. Si rischia, perci, prima ancora di discutere dei contenuti,
di essere vittime e preda dei modi con cui contarsi.
Tutto ci, dunque, sollecita il MoVimento a una verifica degli stessi limiti della nostra pur aggiornata
razionalit organizzativa. Se le piattaforme e non i regolamenti ci fanno scoprire funzionalit nuove della
partecipazione, allora facile capire come dobbiamo muoverci in questa complessit.
Dobbiamo sviluppare un metodo e delle competenze specifiche, fiducie chiare, e queste, prima
ancora che sui temi formali, occorre averle su quelle pi qualificanti del lavoro, dellambiente ecc. Dobbiamo
dipanare precise influenze tra gli elementi caotici che costringono liniziativa politica e individuare presto le
forze e, soprattutto, le rotte di navigazione, per una direzione decisiva da dare alle scelte del MoVimento.
Due
Messo in luce quanto sia cumulativo lintreccio elencabile degli aspetti e delle culture prescrittive,
che avvolgono le persone e gli orientamenti che attualmente dominano la scena del MoVimento politico in
Sardegna, dobbiamo vedere come ha mosso i suoi primi vagiti un dibattito soprattutto durante la
costituzione dei tavoli tematici (alla fine molto numerosi).
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[(by seb)]
[(by seb)]
rendono il dibattito avulso, ma anche le tante azioni e le scelte necessarie che oggi non si nutrono, dico oggi,
di quella visibilit necessaria, soprattutto quando si agisce dentro un panorama sociale disarticolato da tagli
e crisi economica.
Lo dobbiamo fare e presto. Con la presenza del MoVimento, sar comunque difficile dare una luce e
una speranza allo scoramento economico che brucia sulla carne viva dei singoli e delle famiglie, in un mondo
in cui lindustria scomparsa, il terziario precipita e il turismo davvero naufragato sonoramente, e non per
incapacit imprenditoriale, ma per quelle politiche, in una realt che vede la piccola e media impresa e il
piccolo commercio ormai travolti da dinamiche strutturali, (effetti di una scarsa modernizzazione, il fisco, la
burocrazia etc.), che non possiamo stare a guardare inabissarsi definitivamente.
Elementi contingenti e strutturali che, come si pu vedere, presentano uno scenario in cui la crisi ha
portato al pettine i nodi su cui non in atto alcuna sintesi. I dati drammatici dei rapporti socio economici
sulla crisi stanno riportando indietro il tempo del lavoro e del reddito di tutta la societ sarda.
Non c ancora una ritrovata condivisione, e non possiamo pensare di intercettare la ricercata
cooperazione guardando solo al nostro bacino sociale di riferimento. Isolando le istanze fondanti, si deve
rivolgere lo sguardo con coraggio ai diversi percorsi e ambiti conoscitivi tematici, cosicch le indicazioni
generali programmatiche provengano da una compiuta valutazione dello stato delle cose, su cui collocare il
percorso politico del MoVimento. Dunque, il contesto, non larbitrio, che ci deve vedere vitali protagonisti
di un riscatto drammatico.
Tre
Nel risultato elettorale del MoVimento, c la sorpresa di non avere gli stessi connotati di Occupy
Wall Street, degli Indignados spagnoli o di Syriza, (la coalizione della sinistra radicale greca), forse neanche
dei Brasiliani (i manifestanti che hanno tentato di interrompere la Confederation cup). Intorno al
MoVimento c un vorticoso roteare di interpretazioni. Sono rimbalzati e attribuiti agli stati della sua
condizione, lappropriarsi delle potenzialit del precariato cognitivo e del suo reindirizzamento in chiave
messianica, rancorosa e reattiva; il tema dellinsolvenza verso lo Stato; dellantieuropeismo o delle politiche
bucoliche della de-crescita; il populismo mediatico web based ecc. Tante le definizioni, ad indicare, durante
e soprattutto dopo, le elezioni politiche di febbraio, i dispregiativi mutamenti radicali avvenuti, nellambito
della condotta politica. Soprattutto, rivelatori delle concezioni che stanno alla base dellelaborazione
culturale del MoVimento. Si resa visibile una ricerca, e quindi si fatta strada una interpretazione
conoscitiva delle sue culture politiche, quelle che hanno sostenuto il risultato elettorale.
La formula, rivoluzione Francese, la straordinaria voglia di Cambiamento, o una discontinuit
profonda. La prima, impiegata dallo stesso B. Grillo, allo scopo di sottolineare i fattori dirompenti di una
nuova concezione, rispetto al pensiero precedente, rinvia a una sostituzione, senza luso della violenza del
passato paradigma. Oltre che alla puntuale comprensione di questo vocabolo e dellallergia di questo Paese
a cambiamenti epocali e soprattutto dei Mass media, nei fatti per anche gli altri due termini hanno
delineato i diversi appellativi dati alla comparsa del MoVimento. Luso e la presenza costante del computer,
la non banale e formidabile diffusione di Face-book, ladozione di piattaforme partecipative come i Meet up
e i molti altri strumenti per la gestione e la valorizzazione delle diversit, nel MoVimento costituiscono un
patrimonio enorme. Sta a noi permettere che non siano solo scarne bacheche su cui riversare ogni
frustrazione, e permettere alle nuove tecnologie, e ai nuovi media, tutte quelle forme di comunicazione
interna, che gli strumenti web hanno accresciuto. Quelle che Grillo e il MoVimento hanno unificato, nella
loro versatilit nelle piazze. E tutto ci pu essere ancor pi foriero di nuove eccezionalit. Non si pu
irretire un dibattito, occorre invece procedere e sta a noi leggere le capacit intrinseche delle vecchie come
9
[(by seb)]
delle nuove piattaforme. Soprattutto, rispetto alla condizione della nostra Isola, farne il terreno delle nostre
battaglie.
Le potenzialit, lapporto dal valore inaspettato delle relazioni create, il loro carattere multiculturale,
concretizzato dalle persone, hanno messo insieme una marea, una moltitudine non eguale. Per decifrarla,
stato persino coniato un vero e proprio campo di ricerca fenomenologica per il MoVimento. Si evidenziato
cio, in dibattiti diversi, quale sia la ricomposizione sociale che il MoVimento ha favorito, e che vi siano
categorie numerose di analisi. Risulta che davvero rappresenti la variet di esperienze che ha messo insieme
con le altre frazioni di classe, i nuovi e vecchi operai nel ciclo della manifattura, nel terziario non knowledge,
nella logistica; con gli esclusi e i non garantiti, con i precari di nuova generazione che non rimpiangono le
opportunit perse, perch mai ne hanno avute e da ventanni hanno respirato solo crisi.
solo il MoVimento che ha questo lievito, e a noi compete la modellazione di un nuovo soggetto.
lamalgama di una aggregazione drammatica dei pi e noi dobbiamo esserne consapevoli. Temi unificanti
conglobati come il reddito di cittadinanza, come un nuovo Welfare State, il rifiuto del saccheggio dei
territori, linutilit delle spese militari e della guerra1, sono microorganismi che hanno dato omogeneit mai
raggiunte. Soprattutto, allombra, o in completa estraneit, del grande media televisivo (la TV) e/o del
partito giornale di turno, come Repubblica, tanto per fare un esempio. Distante dai vari Talk show, questi
fatti segnalano, se ce ne fosse ancora bisogno, quale valore una o pi generazioni attribuiscano ad un media
freddo, di cui essa non fa largamente uso (nella versione Rai, Mediaset, La7 ecc.), smentendo le previsioni di
tanta propaganda. Il nostro cibo, passivamente o attivamente, nella socializzazione e nella sfilza dei tanti
processi iterativi, capace di renderli persuasivi, invece Internet. Il cibo di cui si nutrito, e lo potr fare
ancora, se vuole un potenziale straordinario di partecipazione e di coinvolgimento sorprendente.
Nelle sue pratiche quotidiane, nelle metodologie partecipative nuove, il MoVimento ha evidenziato
quanto aneli a forme dirette di democrazia, a partire dalle modalit della partecipazione fino alle
consultazioni WEB compiute e permanenti. Ecco come vuole dare radicale conclusione a quella
insopportabile dimensione della rappresentanza dei partiti, che hanno allungato, nella libert totale del
mandato, la distanza dalla realt!
Offerta da piattaforme e processori, c una moltitudine di persone chiamata MoVimento e questo
ha reso visibile ci che in questi anni pareva impossibile. questo, pi degli articoli del non statuto, che
andrebbe indagato: come si possono sommare i raggiungimenti; come, a ogni ciclo del calcolo immesso, si
sviluppa nei cicli successivi, in pi vasti processi identici e diversi dai precedenti; quali leve agiscano sulle
volont, sulle mai viste pluralit ed espansioni. un primato ambivalente, ma di incredibile rapidit, che pu
rendere ipertrofici i passaggi, tanto quanto ha reso obsolete le modalit della politica precedente, nella sua
non linearit e autoreferenzialit.
Con la sua veemente crescita, il MoVimento ha mostrato, nellintensit, anche di privilegiare la
proposta schematica e la precisione di un disegno impensabile in passato. Ha reso credibile la tempestivit
raggiunta e la forza moltiplicativa nei tempi cosiddetti reali, aprendo la profondissima distanza dalla vecchia
politica, a sua volta incapace di colmare, con soluzioni concrete, la difficile situazione nella quale ci troviamo.
Nel dare speranze decisive, il MoVimento ora deve anche completare il vuoto di proposta sui
tantissimi problemi, che attanagliano lIsola, sia le tante e numerose cesure decisive, di coinvolgenti, quanto
le ignorate fasi dei processi a cui stiamo assistendo. Processi giganteschi di deindustrializzazione, di
disfacimento del settore edilizio, di aggressione del settore agricolo, a cui si aggiunge il turismo che non pu,
1
Cfr. Uninomade.org
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[(by seb)]
malgrado tanti problemi, essere cancellato, poich il settore forse pi organico e rappresenta il nostro vero
vantaggio competitivo con le altre economie regionali, finito dobbiamo dirlo come ostaggio del monopolio
dei trasporti.
Tutte queste intense questioni compongono il dolore di una comunit, anche se certo non si tratta
della Grande Guerra con cui ci siamo affacciati al mondo, non la Rinascita o il 68. Ha tuttavia le
caratteristiche fondamentali per far dire che c, ed forte, il bisogno di un richiamo comunitario. Ha usato
toni simili Beppe Grillo, quando ha parlato di una comunit di gente che si conosce, che cresce nella
collaborazione e nella solidariet. Noi possiamo voltare lo sguardo ora che c la richiesta di un nuovo
legame sociale, con cui si esprime una rivoluzione non solo politica e culturale, ma che ha con risvolti e radici
remote di una realt resa crudele a cui stata sottrata la speranza, soprattutto, della ricerca scientifica e in
quella maturit culturale dovuta precarizzazione. Condizione di quelle persone che si credevano inglobati dai
tradizionali conflitti. Convinti terminassero la loro esistenza nella innovazione ciclica, fisiologica di un
ricambio generazionale.
Non stato considerato cosa, e quanto, abbia generato lo smacco delle politiche di austerity, quanto
la fine di unaccettazione passiva e progressiva della rappresentanza, sia andata frantumandosi nella
pochezza dellintangibilit di una classe politica di casta.
Per questo oltre che sulla funzione maieutica di Beppe Grillo (pastore o non pastore populista, non
interessa), metto laccento su queste categorie. A fronte di questi processi, il MoVimento ha in s le i
dinamismi e le potenzialit per indicare le direzioni dei mutamenti in atto ed ha chiaro quale sia il
cambiamento radicale nel modo di concepire la realt stessa, e quindi anche la politica, che incombe
soprattutto in Sardegna.
In quegli ambiti vi sono le novit che ora devono proporsi e, attraverso essi, bisogna vedere meglio le
cose e le metamorfosi, di cui non pochi sono consapevoli, e bisogna valutare come le dobbiamo indicare.
Un metodo politico fortemente intriso, di informatica o, almeno, caratterizzato da molti aspetti
fondamentali, strettamente connessi agli usi ed alle pratiche degli strumenti digitali quale il MoVimento
innesca ancora non coglie abbastanza ci che racchiuso nel dispiegamento capillare, di una presenza
militante.
Quanto esso qualifichi con la duttilit degli elementi operanti nel presente della vita di tante persone
dellIsola. Soprattutto alla luce cio del risultato elettorale, siamo sicuri che la politica, con la paura che ha
gettato, sui tanti accadimenti finora disattesi nei suoi linguaggi, possa restare avulsa, lontana dal un presente
inedito?
C infatti una domanda, se si stesse delineando una nuova teoria culturale della conoscenza? Pu il
movimento nei suoi dibattiti continuare ad essere estraneo alle novit che stanno investendo numerose
discipline scientifiche. La prassi di tante altre scienze, pu informare la sua azione a comportamenti istintivi?
Possiamo chiederci, quanto, queste pratiche possono evidenziare lannuncio di un nuovo spazio e di un
nuovo tempo comunicativo ?
Oggi quanto sono presenti queste novit, e in che misura, nellazione e nelle voci del MoVimento, si
possono raccogliere questi riferimenti? Portati da persone qualificate, esse pi spesso lasciano intendere che
si parla, con un linguaggio meno tecnico, della sfera di problemi che sono legati alla complessit dei sistemi
studiati e alla caoticit della loro gestione. Alla impredicibilit, alla mancata previsione di certi
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[(by seb)]
comportamenti, diffusi non solo in natura, c per tutta la nostra misura, e il grado che dobbiamo cogliere
dei fenomeni e delle scelte che il movimento deve compiere.
In questo desiderio di vedersi uniti, apparso nel dibattito uneco preoccupato, abbastanza
sostenuto da pi punti di vista. Quanto e dove le diversit culturali, ricchezze di impostazione, oggi mappano
il MoVimento? Spesso le si viste aleggiare, incerte, e non le si sostenute, e tutti ci chiediamo quando e in
che modo devono ritrovarsi dentro un disegno unitario. Pu bastare questo insistito dibattito sul
regolamento? Io penso di no!
Per questo, durante i giorni successivi alle elezioni, mi sono chiesto, in modo spero franco, se non stia
avvenendo uno spostamento della visione politica e culturale. Potremo riassumerla schematicamente come
un cammino dal platonismo verso laristotelismo? O, ancora, ci si discosta dallillusione, dalle retoriche del
mito della caverna, i cui riflessi umbratili del passato non hanno ancora maturato consapevolezza, mentre
diventa, per, sempre pi latitante il passare a una ridefinizione della forma e della materia concreta di una
nuova societ, che pure va annunciandosi? Che ci sia in atto un cambiamento nel rapporto tra
organizzazione scientifica e organizzazione sociale, tra soggetto conoscente e societ? Io credo di s .
C una osmosi tra ricerca scientifica ed esperienze politiche, ormai impersonate dalla comparsa del
MoVimento. Se si crede a tutto ci, non si pu esitare a chiamare questa rivoluzione una rivoluzione
epistemologica, in quanto coinvolto un cambiamento nel modo stesso di intendere il metodo della
politica, la sua natura sostanziale.
Con la frammentazione della precariet finita una stagione della estraneit, ed divenuta oggi
costituente laggregazione. Consegna a noi un fenomeno originale, che non deve diventare oggetto di vanto
nel contesto globale, ma deve avere davanti a noi sempre come una meta, una destinazione. Se si pensa alla
versione semplificata di questi processi, se si pu emulare il passato di molti movimenti, scomponendo in
frantumi segmenti linsieme. Cos, almeno, in passato faceva la politica, contando sul combinarsi e
scombinarsi a piacere solo delle dirigenze di gruppi e alleanze.
Al contrario, nel MoVimento il dibattito deve assumere una forma nuova, e la chiarezza del
contributo dei singoli al MoVimento pu dare un risultato maggiore della somma delle tante sue parti, e
sono convinto che si possa, dunque, procedere da una logica quantitativa e definitoria, per passare a una
qualitativa e moltiplicativa di chiarezze, complicit e condivisione.
Tutto questo presente in ogni forma di rappresentanza nel MoVimento, cio in tutti i momenti e in
tutti i passaggi dati dallincedere dellanalogia. Questa non una sola figura retorica, in altri termini, si ripete
nei livelli diversificati e irriducibili nelle strutture che si apprestano, la continua comparazione con il passato.
Fattezze e somiglianze non riconducibili ad unidentit, figure analoghe ad altre rappresentazioni, come
quelle partitiche. Non si considerano differenti rispetto a quelle a cui abbiamo assistito, sebbene non siano
delle complete negazioni. Non riusciamo a sottrarci dalla comparazione.
Invece il concetto stesso previsivo dei meet up, quali strumenti di tessitura di relazioni, intesi come
pura e non contraddittoria forma delle adesioni. Non sembrano idonei a essere ritenuti una cellula base o la
sommatoria generale dellassemblea regionale e non impediscono, soprattutto, laffacciarsi pericoloso di
quanto affascinante possa essere la smentita. Per la nozione di ente analogo (il partito), provvisto com di
una direzione regionale. Dunque non si pu procedere a una equivalente sommatoria delle tante aspettative
insorte, semmai si deve dare a tutto ci una luce diversa.
12
[(by seb)]
Per questo, e per molte altre cose, il MoVimento 5 Stelle sardo dovrebbe narrare alla politica quanto
sia utile la non univocit e quale ricchezza e gerarchia dei livelli della realt e quale rappresentazione formale
sia presente nella diversit delle opinioni, e dovrebbe mostrare verso quale palingenetica novit della nostra
politica, si debba concentrare linteresse ovvero per i processi di integrazione e di inclusione. Ora il
momento di fare largo e proficuo uso della volont di procedere, per quanto inusuale sia, verso il rispetto del
patto che ci siamo dati.
Accordo non privo di concretezza, attenzione! Al MoVimento spetta non semplicemente delineare i
suoi temi fondanti, ma soprattutto, ma acquisire una nuova abilit, nel tentativo di predire, saper
comprendere, valutare gli sviluppi, in modo che non si debba, temere lo scenario di una societ sarda che
non cammina pi.
Se invece il MoVimento continua a ritenere incombente lanalogia, a vedere in ogni gruppo solitario
una sua analoga rappresentazione, si corrono dei rischi, soprattutto continuando a ignorare ci che invece si
dovrebbe compiere. Non basta il formale o spontaneo incontro delle persone in uno stesso luogo politico di
incontro, in territori in cui le istituzioni esistenti hanno cessato di fornire la risposta adeguata ai problemi
creati da una situazione difficilissima. Nella comprensione della realt, il MoVimento deve coronare una sua
presenza, fatta di contenuti.
Chiedo a tutti: Quando il MoVimento sapr comprendere quale materiale politico e culturale esso
stia maneggiando? Quando avr ben chiaro quale sia loriginalit della sua modalit di rappresentanza? In
che modo sapr evitare che il tumulto possa ritenersi riassumibile nella cosiddetta fase ciclica innovativa o
di ringiovanimento?. Qui, per rispondere, dobbiamo capire in che modo laicit e chiarezza debbono
marciare assieme.
In sintesi, a me pare che dal dibattito delle assemblee regionali e dai conseguenti ragionamenti si
possa uscire pi forti, con una riflessione adeguata. Il tracollo e la crisi del politicismo, a volte si presentato
come un dato a s stante, oppure legato alla volgarizzazione politica della biologia e alla sociologia ed alle
scienze dei complessi sistemi viventi. Se siano questi individui singoli o popolazioni, danno conto, solo in
parte, di quel che aleggiava dentro le voci udite. Qualsiasi forma organizzativa e questa la grandezza del
movimento deve guardare alla condivisione e alla diversit. Oltre il sistema organizzativo che sostituisca la
gerarchia con il principio delluno vale uno, cio con la rilassatezza della conta o della cooptazione, mi pare
che scelga una scorciatoia tiepida.
Quattro
Le radici ultime di questa crisi economica e politica non offrono, semplicemente, loccasione per il
diffondersi di un senso nuovo del presente, una riallocazione generale e sociale di molte categorie politiche.
Io penso siano soprattutto le categorie analitiche, quelle maggiormente coinvolte, e vorrei che rifletteste su
precisi fatti di cronaca fatti quotidiani, quelle legati alla crisi e, in particolare, come gli ultimi i suicidi.
Ci siamo chiesti quanto incida, lo sconvolgimento traumatico nella vita diretta e indiretta delle
persone, cosa alberghi nella chiusura delle loro piccole e medie imprese e nella fine delle tantissime
esperienze produttive familiari o comunitarie. Questi fatti non possono pi essere visti come un dato
contenibile di trasformazioni congiunturali o di restyling degli effetti della crisi. Ancor pi non possiamo
beatamente celebrarli , solo con i post su facebook.
13
[(by seb)]
Cosa pu voler dire oggi, la restituzione dei soldi pubblici sottratti alla scuola e alla universit, se non
che devono offrirsi come i contenuti di un progetto di ripresa della vitalit della formazione, dellinnovazione
e della ricerca? Non si deve avere esitazioni, a investire sul sapere, che il nostro futuro.
Non bastano le parole dordine, non c solo un problema di sottovalutazione delle categorie
analitiche, talvolta sono fortemente coinvolte. E lassenza di temi che qualificano liniziativa politica, quello
che scredita. C un problema invece pi generale dellapprendimento, in ordine allintelligenza oggi
formalizzata e non formalizzata delle esperienze politiche. Esse non sono sovrapponibili, come in passato, al
problema della conoscenza. Oggi sono tantissimi i linguaggi che si accavallano, i saperi disciplinari che
trasmigrano ecc. Non credo che basterebbero altre scorciatoie o, peggio, un populismo camaleontico, per
capire che fondamentale contagiarci, studiare, diffondere idee e opinioni, consolidare progetti.
Non vi propongo uno sforzo neopositivistico, per farci risalire alle leggi scientifiche del cambiamento
politico e tanto meno alle sue sintetiche vulgate, perch la realt che ha bisogno di uno sguardo bifocale o
plurifocale. Nel ricostruire il significato complesso della visione, occorre indagare ogni particella di quel che
ha precipitato le domande nuove, stratificato i piani estetici e formali.
Per voi, per me, cosa significa abitare unesperienza politica?
Come dare risposta agli atteggiamenti di iniziativa e di apprendimento non strettamente
organizzative che si d il MoVimento? In quale forma cognitiva ed epistemologica hanno lo spazio ed i luoghi
politici istituzionali e come ospitare il discorso politico e legittimarlo?
Cosa significa essere interni ed esterni alle pratiche politiche che critichiamo, quelle relative ai
linguaggi e quelle relative alle stesse strutture espressive, con cui organizziamo il nostro orientamento?
Nelliniziativa politica, dobbiamo incentrare il nostro cammino sulla discontinuit e non possiamo
dichiararci evoluzioni del passato. Non una domanda inutile interrogarsi su quali e quanti codici nuovi
della politica abitino e siano contenuti nel MoVimento.
Se proviamo a rispondere, ognuno nel suo piccolo, troveremo risposta alloggi e ne verranno fuori
novit, da non affogare, per, dentro gli articoli di regolamenti organizzativi ed emergenziali.
Da questo e da altre domande dipendono i nuovi sviluppi che riguardano tutti noi, e cos pure dal
modo in cui le nostre risposte potranno influenzare la decisione della gente di votarci.
Questo uno dei temi che la politica e liniziativa politica del MoVimento deve contemplare,
finalmente, come un impegno doveroso che deve mettere in scena la scelta dei Sardi della ricerca di nuove
forme e, soprattutto, nuovi contenuti politici, per dare una soluzione duratura ai dati drammatici di uno
sfascio.
Tutto ci sta nella presenza di una nuova epistemologia, che ci deve sostenere, in una nuova visione
complessiva della Sardegna di domani. Vanno riconsiderate le politiche dellacqua, del welfare e, dunque,
della cittadinanza, della sostenibilit ambientale, dellagricoltura, dei saperi tradizionali, dei diritti civili, della
burocrazia ecc., tutti gli ambiti di intervento che sono sotto gli occhi di tutti.
Non sottovalutiamoli n confiniamoli nellambito del diritto amministrativo, o di reingegnerizzazoni
istituzionali, dato che essi richiedono sintesi davvero nuove, approfondimenti che dimostrano tutti i giorni
cosa voglia una Sardegna del cambiamento. E i vecchi partiti? Non sono forse loro che hanno sottovalutato
le problematiche della interculturalit e della migrazione della conoscenza, del mutamento e della
14
[(by seb)]
complessit? Il MoVimento pu trovare migliori e nuove sintesi dei rapporti disciplinari tra le varie
esperienze politiche. Dobbiamo sbrigarci nel rendere evidente una iniziativa politica incredibile.
E poi, concorrere a creare su ogni singolo tema, parole schematiche ma chiare, guardare proprio ai
mutamenti culturali e scientifici e giungere a sintesi che meglio permettono di leggere costruttivamente la
voglia di cambiamento in atto, dando cos, alla visione nuova, un metodo e un iniziativa, per saldare tutte le
nostre ispirazioni politiche, quelle, per intenderci, adatte alla gestione del patrimonio pubblico, delle risorse
umane, della piccola e media impresa, insomma idonee alle novit politiche.
Se la globalizzazione a proporre, di per s, approcci tematici che consentono di ampliare i criteri di
valutazione della politica, con particolare riferimento alla interdisciplinarit, allora essa implicitamente ci
rimanda anche alle numerose discontinuit attive e presenti in tante esperienze che il MoVimento evidenzia.
Ora che i tavoli tematici decolleranno, vedremo tutte queste abilit sforzarsi di vedere le questioni
dellattraversamento dei terreni aridi. Non pretendo che questi siano resi coltivabili. Perlomeno che si possa
attraversarli servendoci non solo dalla gestione politica in s, ma da quelli provenienti dal consolidarsi di una
propria consapevolezza etica (del s e del pubblico), interdisciplinare per definizione.
Vorrei un MoVimento che rifletta sui saperi attuali della conoscenza del mondo, operando fuori dai
compartimenti stagni, scelte decisive.
Cinque
Nel cogliere i diversi contributi ed esperienze, di pratica politica e del lavoro, si debbono trovare le
sintesi, le reti cooperative della cross culture, lattraversamento dei saperi. C quel filone che alcuni hanno
definito il Reinventing government, che non solo un approccio minoritario o semplicemente approccio
estemporaneo e hobbistico alle nuove politiche pubbliche.
Un soggetto politico si occupa della societ, trasformando e trasformandosi, ma esso non solo
unautorit legittimata sul piano della iniziativa politica. una presenza fisica e il materializzarsi della
iniziativa; il partner con cui convieni, linterlocutore con cui dialoghi e, con lui gli obiettivi che condividi, che
qualificano la cultura delle scelte, che divengono forza aggregante del pubblico e del privato. Un soggetto
politico non pi o non soltanto losservatore e il vigile assertore delle regole formali, quanto invece
lincoraggiante riformatore dei processi deliberativi di pi autorit, di pi livelli istituzionali, quali quelli per
esempio - della restituzione dei costi della politica.
C un mandato e una rappresentanza che torna tra i cittadini - noi potremmo dire - attivando tutte le
concertazioni, i parternariati, le consultazioni, le negoziazioni, gli accordi, le intese, le convenzioni, i patti, la
solidariet, i contratti di rete ecc., in cui concorrere a ridefinire lo spazio del pubblico e della politica.
Il soggetto politico, ma soprattutto il perseguimento dellinteresse pubblico, non si limita pi a
svolgere una funzione catalitica. Non fa e basta, pi che altro, crea londa, spinge e favorisce che venga fatto
ci che va fatto, curandosi poco del teatrino. La politica, come pratica collettiva e di ricerca culturale, come
tecnica condivisa, imprime ed esercita la funzione di determinazione degli obiettivi, e di controllo
sullesecuzione.
Pratiche di democrazia deliberativa richiedono il salto del paradigma. Si giunge a capisaldi, solo in
dibattiti che vedono davvero il futuro. Proprio perch sono ancora azioni implicite, mente al momento non
vediamo la fine del darwinismo sociale, la fine dellindividualismo possessivo che si incardina nella metafora
bellica della selezione attraverso la competizione. Si deve far cessare legoismo accaparrativo come unico
15
[(by seb)]
motore del progresso. Il nuovo non sta pi in quellassioma della competizione che distrugge il bene pi
prezioso, ma in quello insito nel collettivo, quale oggi la fiducia, la cooperazione, la solidariet, quel
capitale sociale immenso che sono LE RELAZIONI.
Ad esse occorre dare luce diversa. Tanti interventi, negli incontri a cui ho partecipato, sottolineano
implicitamente questo, come cio non si possa pi evitare la messa in relazione della politica, prima di tutto,
con gli altri e con gli altri saperi.
Prima che sia troppo tardi, mi rivolgo alle parti pi avanzate (che saremo tutti), del MoVimento, dato
che esse dovrebbero tradurre e semplificare la presentazione di una nuova topologia dellinterdisciplinariet
della politica, e dovrebbero dedicare energie alle declinazioni di una politica che, nella produzione del sapere
diffuso, pu delineare davvero una sua nuova pratica cooperativa, ricorrendo alle piattaforme non solo
orizzontali del Networking, ma anche a quelle verticali, che non permettono che nessuno rimanga indietro,
chiedo di inserire tutti dentro i processi partecipativi.
Il concetto di partecipazione, il concetto di elaborazione, si pongono adesso come attraversamento
culturale, individuando la verticalit del coinvolgimento.
Affidano alla politica una duplice funzione: laccordo degli strumenti di automazione e dei software
che facilitano la comprensione linguistica e dunque relazionali delle culture diverse dalla propria, e il
rispetto di tutti quegli accorgimenti di gestione di layout e, soprattutto, la forma dei contenuti utili.
Presentano e offrono a tutti noi occasioni per soluzioni affatto automatizzate, che non vanno prese soltanto
come soluzioni ideali per il superamento delle barriere tecniche, ma anche come quelle che hanno luogo
quando, tutti noi procediamo verso la qualit delle condivisioni, migliorando lintesa e, soprattutto, la qualit
della partecipazione.
Si tratta, in sostanza, di cogliere, le diverse soluzioni euristiche, che voci diverse hanno evidenziato,
vedere, poi, in positivo e, soprattutto, pensare alle differenze di percezione e, ancora, privilegiare le abilit di
chi pratica il mapping, cio quella procedura di creazione e organizzazione di un quadro analitico e formale
su ogni singolo tema. Cosa dire poi delle sintesi, dei colori, dei volumi, come procedere dai volti, dai
temperamenti, dai localismi?
Sei
Mettersi in gioco, per una politica del MoVimento, non significa pi che la comunicazione politica
digitale, che pure si contribuito ad innovare, possa dominare una scena inanimata. Non si tratta di
idolatrarla freddamente, ma di vestire i panni culturali e linguistici altrui. Magari cercare di intuirne le
esigenze, favorirne gli approcci, moltiplicare gli indirizzi. Contemplare e dare un governo a metafore e
simboli fisici, ai tanti significati gergali, che magari possono essere utilizzati in modo diverso anche da
persone che parlano la medesima lingua. Chi e che cosa decide dove comincia e dove finisce la politica, deve
sapere che forma hanno i luoghi istituzionali che ospitano il nostro discorso e lo legittimano e quale rapporto
si instaura fra queste forme di legittimazione e il nostro gesto partecipativo.
Dobbiamo essere consapevoli di come si diffonda, quanto cresca ed educhi, nelle stesse strutture
discorsive nelle stesse strutture di comunicazione il MoVimento. Del modo in cui noi e non altri
organizziamo la nostra presa di posizione epistemologica. Dobbiamo essere consapevoli che labitare
linterdisciplinariet nei movimenti implica lethos, la progettualit, i valori, le differenze.
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[(by seb)]
La politica, nel suo pregnante significato di esperienza relativa alla territorialit, come la conosciamo
in Sardegna, attiene anche ai modi e alle forme con cui pensiamo i tempi, al modo in cui noi seguiamo,
partecipiamo, rappresentiamo e compiamo scelte per le nostre citt e paesi.
Si tratta allora di fare una puntualizzazione pi efficace, per dire come il MoVimento 5 stelle, che si
vuole plurale, amministri e costituisca un insieme complesso e reticolare di persone che ancora non hanno
espresso saperi, oggetti e metodologie identificabili. Assumendo e indicando la politica come sapere
paradigmatico, il MoVimento fornisce conoscenze nuove, fa divenire, cio, un significato pi ampio del
termine finora coniugato, come stato in questi anni.
Vogliamo dire che essa di pi di una conoscenza che organizza la vita sociale e limmaginario, oltre
che la comunicazione. In questo non si colga la sua banalit, dato che, in senso figurato, potremmo dire che
sia questo il momento di passare dal forum alla community. La mancanza di unadeguata ricognizione della
valenza epistemologica della politica, in quanto disciplina con un proprio campo di preoccupazioni, oggetti,
metodologie e storia, segnala piuttosto lurgenza di veder riconosciuta la sua rilevanza rappresentativa, nei
comportamenti, negli ambiti del sapere e dei saperi, ma soprattutto del percorso politico.
Credo che chiunque intenda renderla attuale questa nostra esperienza, coltivandola, andando oltre
ad un intervento urgente sulla realt, non debba farsi soggiogare, n vestire panni funerei, n ossequiare i
peana lusinghieri. La babele di voci udite rimanda alla percezione della fatica primaria della politica di oggi,
che consiste nel ricondurre a forme nuove di visibilit, nellimpedire al mondo di sfuggire maldestramente
alla sua presa, come il presidenzialismo alla nostra Costituzione.
Cio porsi oltre quelli che Calamandrei definiva gli atteggiamenti di reazione e restaurazione del
passato, () il procedere dello smantellamento e il sottrarsi alla macerazione con cui gli atteggiamenti erosivi
e lenti dello svuotamento della Costituzione, gi allora in atto, si presentano ancora oggi. Fatti di intenti
dilatori, capaci di una estenuazione progressiva, della carta fondamentale e non solo, rilanciano la
maturazione di una situazione in cui una politica, immersa in quel clima, non crede pi al confronto sui
contenuti delle riforme economico sociali, preferendo di gran lunga, al rinnovamento, il differimento della
richiesta di cambiamento.
A noi serve una politica, invece, che da un lato medi e storicizzi i rapporti sociali, e
contemporaneamente alimenti e condizioni in avanti la soggettivit con i suoi simbolismi, le sue
antropologie; dallaltro lato, che debba continuare a svolgere un ruolo insostituibile della ricerca della
conoscenza del mondo. C il bisogno di una nuova concezione antropologica della politica, di riti di
passaggio e maturazioni consapevoli, di una cultura politica diversa. Che abbia il coraggio di s.
Senza un allargamento dellanalisi, rivolgendosi ad una piena comprensione interdisciplinare della
nuova ed urgente rappresentazione, la politica deve promuovere anche una comprensione, non parziale o
viziata da una troppo rigida limitazione del proprio campo di intervento. Rivolgendosi alla pura dinamica
testuale (o verbale), ignorando sottostanti strutture, presupposti conoscitivi, pragmatiche decisionalit
retoriche della contestualizzazione, particolarmente importanti e soprattutto concrete, essa deve
soprattutto liberarsi delle rendite e fare passi avanti.
Bisogna immergersi nelle abilit amministrative durature, nella costruzione delle reti fra persone e fra
operatori economici e affidare allinterdisciplinariet, il nuovo approccio politico culturale, per farne una
realt consolidata.
17
[(by seb)]
Deve evidenziare, quindi, quanto sia stata rilevante, per la ricerca comune, la collaborazione tra
tecnologia e discipline diverse, come la nuova euristica della politica si sia cibata proprio del contributo
multidisciplinare. Condizione sempre pi necessaria, perch non solo la politica possa affrontare le sfide del
presente e del futuro, ma possa raggiungere ed alla fine, definire la necessit di nuove metodologie
dellagire politico. Compete alla politica, affrontare il problema dellunit e della diversit del pensiero. In
questo quadro dei rapporti plurali, non semplicemente istituzionali, ad essa le si impone di cercare di
delineare una mappa. Tentare di cogliere alcuni nodi fondamentali delle relazioni tra alcune isole
dellinsidioso arcipelago interno al MoVimento.
Davanti a tutto ci, io credo che dobbiamo avere lambizione di provarci. Si deve partire dallidea di
politica, contempli i rapporti tra le differenti voci e professionalit udite, mettendo in scena lunit, non solo
come questione di fatto, ma soprattutto come potenziale progetto che assume valore, nella sua pluralit.
Oltre a rivelare lesistenza delle differenze cognitive, bisogna favorire una distanza critica da parte di
ciascuno. Nei modi finora consolidati della rappresentazione del reale, costringere tutti a mettersi in
cammino.
E cos, trovare un equilibrio necessario che respinga le divisioni, che definisca modalit e scelte
politiche delliniziativa regionale, affidando ai contenuti e alle culture la selezione dei propri rappresentanti.
Si dovrebbe partire piuttosto dai meet up tematici, che debbono essere convocati rapidamente per
tavolo territoriale e poi regionale, mettendo i rete i frutti e trovando forme di coordinamento e soprattutto
contenuti significativi. Per tutto questo servono competenze e partecipazioni qualificate. Dunque, occorre
superare la questione della assemblea regionale, con una formula che faccia tutti rappresentati e organizzati
entro incontri improduttivi.
Ancora, occorre porre una parola ultimativa sulla rappresentanza, stabilendo una equivalenza o
rappresentanza paritaria dei meet up, delle associazioni, delle liste, per chiudere con una variet di
conflittualit, eclatanti e polarizzanti; mentre si deve perseguire lunit e la determinazione su questioni
politiche, quali le vertenze industriali, il problemi del comparto trasporti ecc.
Un progetto di cambiamento non pu arenarsi per una bega o una diatriba, per quanto tecnica, di
due o tre persone. Dobbiamo essere consapevoli che se non parliamo e costruiamo assieme una adeguata
rappresentanza del MoVimento, si pregiudica un processo importante, e perci laugurio che si abbia
laccortezza di trovare sempre un modo ed una via duscita ai conflitti.
Sette
Il ruolo strategico nella comunicazione diversificata della politica, valido solo se contribuisce a
moltiplicare gli sguardi sul mondo, a porre domande sulle categorie mentali ricevute, sulle tradizioni
storiche, a spalancare alcune prigioni etiche e culturali di lungo corso, tutte azioni che possono far maturare
credibilit.
Sono questi aspetti che ostacolano i meccanismi e le possibilit di innovazione, non solo nella
produzione di sapere, negli orientamenti sociali, ma anche nella dimensione stessa della comunicazione
politica, ben oltre le pratiche di cooptazione politica, conservativa e antidiluviana, di ere geologiche del
passato.
18
[(by seb)]
Larcipelago comunitario del MoVimento 5 stelle dovrebbe riconoscersi, a sua volta, in isole che
potrebbero fondare la sua autonomia. Ci accadr se scopriamo, nella nostra condizione di arcipelago,
qualcosa di comune che unisce le isole e insieme le differenzia dalle altre.
Se non si colgono, in termini intuitivi, quanto siano utili i nostri reciproci rapporti di accezioni
politiche diverse, rischiamo di apparire come delle figure la cui forma non pu variare topologicamente,
poich composte non semplicemente nel contrasto, ma fatte di percezioni, ipotesi, oggetti, metodi,
interpretazioni. Insomma, fatte di materiali organizzativi euristici, trasformati e cresciuti nel corso di questi
anni, frutto della elaborazione culturale dei partecipanti, anche se ancora non contengono in s la soluzione
organizzativa che il MoVimento si sta dando.
Il desiderio di vedersi fisicamente moltitudine non solo virtuale, impone cambiamenti teorici, di
risultanze empiriche impreviste, per fondare mutamenti culturali profondi. Essi non debbono avere solo una
natura combinatoria, ma fatti e contenuti devono mantenersi assolutamente innovativi. Sta qui la
discontinuit che io chiedo, e nella rappresentanza si debbono trovare azioni pratiche condivise, che
continuino direttamente leliminazione della distanza dalle soluzioni, componendo equilibri nuovi tra
rappresentanti e rappresentati.
Si deve dare evidenza al piano della interpretazione dei fenomeni e alla formulazione di politiche
economiche per il superamento della crisi, con modellazioni inedite e soprattutto mediante una nuova
progettualit.
La politica, i recitativi istituzionali, per quanto stentino ad abbandonare lidea che non gli spetti il
compito di istituire una nuova gerarchia interdisciplinare dei contenuti, non deve ridursi, nel naufragio a cui
stata a sua volta ridotta, ad una disciplina come le altre.
Non contaminata pratica, essa divenuta accademia non neutrale. Per questo non pu pi
legittimare freddamente poteri che fanno riferimento esclusivamente a s stessa o ai propri bisogni, non
curandosi d'altri o d'altri strumenti di potere.
Non si pu ipotizzare oggi una politica qualsiasi, rispettosa delle competenze giurisdizionali di ogni
altra disciplina, poich vederla come una sentinella, per sorvegliare supposti sconfinamenti di campo,
illusorio. Ci contrasta almeno col movimento reale dei rapporti di forza, tra sfere disciplinari, intese come
luoghi nuovi, alti per la sistemazioni della ricerca culturale, e per la declinazione di istituzioni politiche nuove.
Insomma, pur essendo reale la questione dei confini istituzionali della politica, il problema non
quello di renderli pi labili, pi morbidi e osmotici, n, tanto meno, accostarvi il banale ringiovanimento di
Letta o di Renzi.
Ma quello di avviarsi verso una differenziata articolazione tra democrazia diretta e rappresentativa,
che pu ridefinire la ricerca politica del MoVimento, non un vecchio bivio, sta qui una nuova politica che si
assume ogni responsabilit.
Nell individuare alcuni lineamenti di una possibile interdisciplinarit topologica. Sta ci che serve,
come pure il consentire il passaggio da una concezione normativa del disciplinamento, che stabilisca un
ordine attraverso delimitazioni, perimetrazioni. Un ordine precettistico, non pu ridursi alle fluttuazioni e
alle sostituzioni anagrafiche, questo davvero conta poco.
Noi crediamo che la concezione che disegna irriflessivamente i confini, invece attribuendo oggetti e
metodi alle differenti esperienze, produce in ciascuna di esse forme di autoriconoscimento. Si fonda su una
19
[(by seb)]
norma e non un precetto, la stipulazione di un accordo comunitario (come lassemblea regionale) come
sequenza di stati da tenere in equilibrio. una sintonia che dobbiamo trovare. Sui temi, sui tanti temi
fondamentali per il MoVimento.
Non possiamo evitare la nostra proposta per lIsola, su : lavoro, turismo, ambiente, cultura, servizi.
La capacit di riferirsi circolarmente a se stessi, si rafforza perseverando su unidentit nominale, il
cui fondamento sta dentro una prassi, quella che ci ha portato sin qui, ossia al dato frustrante di una visibilit
mancata. Cosi rischiano di diventare ininfluenti, rispetto alla realt, e assolutamente non armonici, il modello
dordine e, dunque, i rispettivi animatori, impegnati a difendersi dalle perturbazioni esterne provenienti
dagli altri disciplinamenti, non resisteranno a lungo in piedi.
Allinterno del MoVimento, compartimenti stagni irriformabili, che respingono le sollecitazioni
esterne, non possono che essere di tipo politico e dotati di una consapevolezza di tipo scientifico o culturale,
come sarebbe auspicabile. Invece, per fare solo un esempio, dovrebbero aiutare e far concepire il
MoVimento non solo come scompiglio. Non ci porta da nessuna parte. Tanto meno, quando noi facciamo
convivere disciplinamenti forti e disciplinamenti deboli, ci si dimentica di come si possano riformare dal
basso le questioni di fondo.
Lasservire i tavoli tematici del MoVimento allordine divisionale delle commissioni parlamentari o
agli assessorati regionali, mi prendo la responsabilit di dire che un errore. Sul piano degli statuti della
pratica politica, soprattutto sul piano della ricerca culturale. Questo obiettivo parlamentare, annulla le
topologie provenienti dalla interdisciplinariet e dagli apporti transdisciplinari, come stanno mostrando le
sensibilit sullinnovazione tecnologica, sulla materia energia o sullacqua, in agricoltura, nelle implicazioni
durature delle trivellazioni. E la realt a rendere obsoleti queste antiche visioni organizzative, semmai
integrando, diversificando, scomponendo.
Oggi, la dimensione geriatrica dellattuale politica, come si sa, prevede stati di equilibrio, interni alle
analisi dei tavoli tematici, equilibri datati che debbono considerarsi nella loro equiparabilit. Essi si
succedono luno allaltro, allinterno dei quali sta una multistabilit strutturale, in cui tutto si tiene, con una
sinergia dei gruppi di potere, nella politica, come nei mass media, cinema, musica, teatro, ecc. Tutte, o
meglio molte realt, si raggruppano le une con le altre tramite pletore di vegliardi.
I confini tra disciplinamenti diversi si spostano, e le trasversalit diverse, secondo la capacit di
ognuno di questi tavoli di occuparsi di cose che viceversa, grazie alle stipule normative interne, invece non
dovrebbero spettare a questo o quel disciplinamento particolare.
Unimpostazione simile ravvisa, allora, proprio la relativa debolezza degli statuti epistemologici
disciplinari della politica come scienza umana e sociale, che hanno permesso di configurare tematizzazioni
diverse basate su obiettivi di scambiabilit dei risultati raggiunti, e c, in questo modello proposto della
ripartizione amministrativa e fordista, la trappola della vecchia politica.
Riconosciuta la plausibilit euristica di questo orizzonte interpretativo limitato, credo che anzitutto
dovremmo avere enorme riguardo per lincerta fase attraversata dalla politica negli ultimi decenni. Oggi
appare nondimeno fondata una preoccupazione espressa da pi parti e manifestata anche recentemente in
uno degli appuntamenti istituzionali pi importanti per la politica.
Nelle elezioni dei presidenti di Camera e Senato e soprattutto del Presidente della Repubblica, a cui si
fa riferimenti, non la persona, ma i contenuti e le modalit che segnano il passo alla prospettiva (i
20
[(by seb)]
candidati del MoVimento erano soprattutto rappresentazione di contenuti costituzionali e simbolici del
nuovo).
Per questo, occorre, invece, favorire indirizzi di ricerca non piegati a soluzioni asfittiche, alle quali si
conferisce una dignit di progetto spesso non programmato, il cui prodotto politico sia immediatamente
spendibile nel circuito della comunicazione interdisciplinare. A ben vedere, se non sono tenute
adeguatamente a bada, le suggestioni del risultato ad ogni costo, quelle basate sulla prassi, possono nel
lungo periodo condurre allindifferenziazione e allomologazione. Bisogna esaltare la molteplicit dei punti di
vista e loriginalit delle interpretazioni e procedere sul versante interdisciplinare dellosservazione critica,
anche attraverso percorsi diversi da quelli che la politica in questi anni ha suggerito.
Diciamolo: la politica, ma anche certo modo di intendere la ricerca politica e culturale in questi anni,
stata trasmessa secondo improvvisazioni, fatta di percorsi formativi miranti a favorire certe prassi e certe
repliche specifiche. Circolarmente, nel tempo hanno riprodotto le condizioni oggettive o, secondo il principio
generativo, liberato un apprendimento per cooptazione e ripetizione, con cui la vecchia politica si sempre
alimentata.
Ci che allora il MoVimento dovrebbe fare spostare il centro dellattenzione sui programmi di
ricerca dal basso, che riflette preoccupazioni relative ai temi e ai metodi che praticano concretamente sul
campo liniziativa culturale.
Infatti, in un tempo contrassegnato dalla crisi della ragione, n loggettivit, n la razionalit, n i
paradigmi metateorici bastano a spiegare perch la politica italiana sia quella che , o perch i politici
italiani facciano quello che fanno, quando sono invece rimossi gli interrogativi di fondo, ai quali si deve
ancora in qualche modo rispondere. opportuno, quindi, riflettere sui criteri che sono serviti a identificare
la politica e a distinguerla dalle altre attivit.
Vorrei richiamare lattenzione di tutti, perch si tratta piuttosto di analizzare, approfondire e capire,
nella specificit dei differenti ambiti, quale peso abbiano e in che modo intervengano su di essi, i soggetti
dellattivit politica, riservando, diversamente dal passato, importanza ai contenuti reali, individuali e
collettivi, che nella pratica della politica sono impegnativi. I quali nella loro eterogena commistione possono
mettere ordine alle proposte, specie in Sardegna.
Faccio solo lesempio delle royalties che vengono riscosse a prescindere da tutto (sui giacimenti
geologici), o al perenne ricatto salute o lavoro, con il quale tante chiusure sono state ottemperate in questi
anni.
Il problema del soggetto politico, allora, non la politica in s, ma quello di acquisire, - mentre la
pratica - un suo sapere disciplinato, una propria etica, prima ancora che unetica della politica, ed unetica
epistemologica, che anche una didattica permanente.
Tutti dobbiamo essere consapevoli che ci compete al coordinatore del MoVimento, al deputato, alla
coscienza assembleare, ai singoli iscritti, ai simpatizzanti che a tutti, insomma, spetta la costruzione di nuovi
disegni di sintesi, la verifica delle teorie interpretative, lutilit dei modelli euristici.
Nel quadro di questa epistemologia dellapplicazione, lapprendista non pu continuare in quel che
finora aveva appreso per tentativi empirici.
Questo non pu pi accadere, perch il risultato deve giungere alla confutazione di galileiana o
popperiana memoria, cio deve vivere la dimostrazione convincente delle proprie idee e riflessioni.
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[(by seb)]
Dobbiamo, come MoVimento, allontanarci dal pieno esercizio di conformazione. Nella migliore delle
ipotesi, in questi anni, questo che ha condotto il singolo a coltivare un qualche precostituito modello di
politica ideale, mentre, in quella peggiore, spinge la giovane intelligenza verso un universo di certezze che
appaiono legittime soltanto perch condivise da tutti i membri della fazione o della componente.
Cos, la formazione sfocia in quel particolare tipo di deformazione comune a tanti. seria solo se
colloca il cittadino militante allinterno di una specifica forma mentis, e fa coincidere la politica con la fine,
pura e semplice di una plasticit intellettuale, ovvero un supino modellarsi su un calco fin troppo abusato.
In questo processo, se la si vuole cercare e trovare, la replica davvero politica consiste proprio nella
transizione del soggetto che si sta formando, nel riuscire a condurlo al metodo. Non deve passare da regimi
caotici a variabilit selvagge e imprevedibili, magari ai regimi stocastici a variabilit domestica soprattutto
della vecchia politica, ma a quelli in cui si riproduce il quadro e i percorsi presenti, diciamolo pure, sotto gli
occhi di tutti.
Condensare opinioni politiche che appaiono figlie di unappartenenza, non ci serve a innovare la
ricerca politica n il modello conoscitivo, e nemmeno a consolidare luna o a corroborare laltro, e mostrare
che una riflessione politica esiste, in quanto appartiene. Non pu essere una citazione che fa scuola, n
significa mettere involontariamente, sul proscenio, la parodia di s.
Otto
Al MoVimento compete riflettere sul disagio che non il nucleo delle ricorrenti crisi dei
disciplinamenti organizzati, ma la condizione drammatica costante, ad esso occorre rifarsi con la sua
iniziativa, al fine di poterlo contrastare.
Se il luogo del nostro chiedere a sua volta un luogo disciplinato, di cui si deve dare conto, allinterno
della politica come nel sapere culturale, di ci che sta allesterno dei rapporti, come anche delle relazioni
tout court. Ci deve essere una sintesi e una realizzazione delle misure socialmente opportune, e ci
dovrebbe essere la priorit e il dovere della Politica, pi che mai unarte che non pu prescindere da una
solida base etica ed antropologica, proprio nel regolare le procedure.
Lasciamo il campo ai metodi e alle retoriche imposte dalla logica della disciplina partitica, discioltasi
in imitazioni ormai abuliche, nella quale si lavora a priori sulla gamma non delle opzioni teoriche, ma per lo
meno sulla gamma dei modi del fare teoria o del fare ricerca empirica della politica. Al pi presto, invece, noi
dobbiamo prendere atto quanto, per chiunque intenda operare criticamente, collocarsi allinterno di un
nuovo modello culturale, sia necessario e cruciale disporsi al contagio, alle ibridazioni, non c altra via.
La lentissima guarigione dalla malattia dellappartenenza a paradigmi, a scuole o a apparati anche
inconsci, che ancora in corso, dentro il MoVimento, produce in s un perdurante rischio, e pu ostacolare
anche linnovazione, non fidandosi di quei processi innovativi, che tutto ci invece nega.
Al MoVimento serve conseguire una vicenda politica come apprendimento, e il dare corso ad un
processo di appropriazione del mondo, in modo esperienziale, costituisce la sua bussola. Nel MoVimento,
oggi, chi si affaccia repentinamente e in modo dirompente alla politica, deve farlo compiendo un salto
qualitativo sul piano organizzativo e, ribadisco, soprattutto sul piano dei contenuti.
Distaccandosi in modo definitivo da fenomeni quali emulazioni fredde che media e banalizzazioni
propongono, suggestioni varie, di commenti, post, popolo dei fax ecc., oltre che dalla famosa Doxa
platonica. Il MoVimento dovrebbe entrare nel campo del simbolico, dallintuizione significante, di una nuova
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[(by seb)]
narrazione. Praticare esperienze politiche nelloggi, dopo il crollo del muro di Berlino, e soprattutto dopo i
fenomeni di globalizzazione culturali e delle comunicazioni, e dopo la crisi della finanza e dei costumi, avanza
la indispensabilit di nuovi scenari.
Dare corpo e sostenere lesercizio di ogni essere umano, coinvolto nel ristrutturare le proprie
rappresentazioni, e sceneggiare una nuova esperienza individuale, vuol dire dare unanima collettiva al
MoVimento. Oltrepassando il gi dato, bisogna introdursi nel possibile. Oggi questo non pu che essere un
atto di ri-creazione del mondo, il ricordo ai sistemi neuronali in grado di rielaborare linformazione di
microprocessori specializzati, di unit computanti, ma adottando politiche fatte di pratiche inclusive, che
aspettano solo di essere accese, stimolate, e dando vita ad elaborazioni altamente qualificate e creative.
Soluzione e ricerche che non si alimentano purtroppo solo con ladozione di piattaforme e social
Network, e, sebbene straordinarie nellincedere, oggi non ci possono bastare le app (non tutte a pagamento)
che possono, comunque, ridare vita e vitalit alla partecipazione politica. importante lascolto dei
numerosi interventi, che da punti di vista diversi, in questi incontri, hanno indirizzato il dibattito e delineano
non solo le diverse inclinazioni professionali (ingegneri, sociologi, formatori, economisti, comunicatori,
medici) di pur belle assemblee regionali, ma illustrano quali strutture animino i sottostanti processi mentali e
culturali, che oggi veleggiano insieme verso la partecipazione politica in Sardegna.
Nove
Il concetto apprendimento associativo o meccanico, basato sulle pratiche pedagogiche che ogni
azioni politica sottintende, a cui sono seguiti i contributi diversi che enucleano la variet degli
apprendimento cognitivi nel MoVimento, deve davvero liberare nuovi e forti incidenze.
Aldil delle bibliografie, dobbiamo essere costitutivamente consapevoli delle nuove biografie
tematiche che tutti dobbiamo costruire, di quanta riflessione si sia compiuta sul pensiero strategico e le sue
categorie, di cosa abbia oggi lasciato lo strutturalismo e il decostruttivismo, che ci hanno portato sin qui.
Dobbiamo aver chiaro quale contributo portino le intelligenze multiple, non in senso cumulativo, si intende,
e quanto e di cosa sia capace lintelligenza emotiva, lapprendimento cooperativo, e quale sia lintelligenza
capace di fornire un contributo significativo ai percorsi di miglioramento complessivo dellesistenza. In
sostanza, tutte le implicanze della realt aumentata nel disegnare nuovi equilibri individuali e collettivi.
Insomma, da questo retroterra tematico, diversificato, assolutamente non scontato, si deve cogliere
una variet di approcci, che devono lasciare costitutivamente percorsi certi ai singoli e alla collettivit del
MoVimento. Di fronte ai quali, la scelta ripartizionale dei tavoli tematici della vecchia organizzazione
industriale divisionale, avrebbe dovuto lasciar libera di consolidarsi una tipologia organizzativa differente
dalla vetusta line, che la stessa Total quality aveva detronizzato.
Line scarsamente performativa proprio sul piano organizzativo, rispetto alla rivoluzione e alla voglia di
cambiamento in corso. Le tante esperienze vissute nel MoVimento rilanciano, invece, quanto internet e i
suoi figli lasciano non solo nei social network tanto apprezzati e vituperati, ma anche nel disporre modalit
testate repentinamente anche da migliaia di persone. Quelle esperienze cio che ripropongono quel che
Internet ha ricevuto da tante discipline, e chiariscono come le sue pagine siano il frutto del contributo di
logica, marketing, psicologia, sociologia, matematica, fisica elettronica, antropologia ecc. Un quadro nuovo
e, davvero multidisciplinare pone nella velocit e nella intensit dei nuovi racconti, una letteratura
sconosciuta e senza precedenti. Ritenere lordine del mondo identico alla ripartizione degli assessorati
regionali, ci mette out.
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[(by seb)]
Dieci
Il MoVimento, promuovendo il disegno delle intelligenze future, non pu trascurare, relativamente a
queste novit, la crisi del modo di trasmettere i contenuti, ma anche la discussione sulla forma di direzione
dellazione collettiva. Con queste morfologie, il MoVimento deve incontrarsi e non pu ritrarsi semplificando
lenorme laboratorio della complessit sociale. Sperimentare quotidianamente i grandi flussi migratori dei
linguaggi, i cambiamenti degli stili cognitivi, le incertezze del futuro, le trasformazioni etiche e motivazionali,
queste azioni dovrebbero essere il motore, non le sue paure.
E poi, disegnare una visione della Sardegna migliore, ignorare che ogni esperienza politica sia una
esperienza di apprendimento culturale, significa rinserrare il dibattito entro categorie che si attardano. Ogni
apprendimento sottopone gli esseri umani a realizzare un rapporto che non deve dimenticare lumanit. In
quella sede riflessiva avvenuto, in maniera tutto sommato davvero dignitosa e matura, lincontro
dellassemblea regionale. Mettere insieme qualche centinaio di persone, che non si sono mai incontrate,
un evento democratico. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che nessun sapere si consolida senza
motivazione. E ogni apprendimento, consapevole o no, si manifesta come una grande rappresentazione
soggettiva, che implica legami e rotture con la propria comunicazione, impostando condivisioni ed
esperienze pregresse, ma soprattutto focalizzando progetti futuri, speranze, scenari credibili per tutti.
Il MoVimento, quale moltitudine con cui io lho visto affermarsi, un luogo informale, assembleare
ma istituzionale, e rilancia la verit di una teoria antropologica di riferimento, in cui gli slogan illustrano e
danno corpo. Si struttura in culture, che si aggregano e scoprono il modellarsi di un dibattito, non pi
cantonale e neanche monocratico, nel quale Internet ci pu aiutare a consolidare sempre pi il mezzo di
tessitura delle nostre interazioni quotidiane.
Esso ha pure qualche pausa nel procedere, per vive intensamente la fase in cui lapprendimento
latente codifica comportamenti, ed esegue operazioni, tutela la rottura, ma elabora forme anche complesse
di direzione e rappresentanza politica.
Deve, per, scoprire come difendersi dalla distruttivit della politica e dalla capacit annichilente del
potere e come tutelarsi dai suoi vischiosi e narcisistici appagamenti. Pu considerarsi un sistema di
potenzialit nuove tra il mondo virtuale e il mondo reale. Nella realt aumentata, soltanto se salva lidea di
un MoVimento come un apprendimento, allora consegna a noi e alle generazioni future il cambiamento in
atto, tra esperienza di localit e di partecipazione.
Si genera una vaccinazione, una tecn indispensabile, oggi, facendo dellon line un luogo nuovo per
raggiungere le persone, per declinare una nuova sovranit, per la sopravvivenza delle imperiose istanze di
cambiamento, per la strutturazione di forme nuove del fare politica. La ricerca del minimo garantito per
tutti, non una categorie distruttiva della politica, n il ribasso del controllo democratico. E soprattutto il
concreto appellarsi alla Costituzione, per difendere la dignit collettiva, riflessa nei singoli.
Andiamo avanti
Se in questo momento, le raffigurazioni evidenziano i pregiudizi, che non sono altro che meccanismi
difensivi, correttivi e appunto regolamentari, allora lappellarsi, continuo e radicale, alla regola, non in s
pregiudizievole. Se questo diviene laffermarsi unico del contingente rispetto al progettuale, o del formale
contro ogni organizzazione, in cui formule ritualistiche e esoteriche tendono alla riproduzione e alla
ripetitivit di schemi noti e conosciuti, storicamente, dai gruppi dirigenti in Sardegna, dovremmo allora
preoccuparci.
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[(by seb)]
[(by seb)]
costruzione di una cittadinanza europea e planetaria. Quando noi trattiamo della pludisciplinarit in
Sardegna, facciamo lesempio dei significati e dei valori che possono rientrare, per esempio, nella definizione
duso dei cosiddetti progettati spazi urbani, aree metropolitane, o aree rurali, spesso pensati per la loro
estetica e per la loro funzionalit urbanistica, identitaria, mentre poco vengono considerate come luogo di
interazione, integrazione e rivelazione del conflitto.
Le culture e le identit umane sono autonome, si evolvono costantemente in una rete di
comunicazioni, di interazioni e di ibridazioni, in una tensione dinamica e costante di aperture e chiusure.
Nella storia delle idee, le operazioni di traduzione e di reinterpretazione fra culture e identit differenti sono
alla radice di innovazioni scientifiche, tecnologiche, spirituali... I problemi posti dallo sguardo diverso degli
altri hanno spesso stimolato la costruzione e levoluzione del noi, noi come movimento lo dobbiamo
garantire in questo pluralismo, perch cos avremo una cifra superiore nella socialit politica.
Ecco la novit antropologica della politica, con sguardi disciplinari visti principalmente per la loro
epistemologia della complessit. Una epistemologia evolutiva, considerando, quanta influenza essa abbia
per le Tecnologie dell'informazione e per quel che esse stanno producendo sui cambiamenti, non potr che
essere unesperienza proficua.
Quelle tecnologie che oggi, non tanto vengono considerate per quel che compiono, quali pratiche
della alterazione della localit e della antropologia della visione, quanto per come producono cambiamenti
sulle cose e sulla socialit, e perci noi dobbiamo ancora capire in che modo disegnino il presente in
Sardegna.
Ovvero, si tratta di molteplici modalit con cui le tecnologie informatiche ci coinvolgono, guardando
ad esse per il modo in cui offrono una rappresentazione digitale dellinformazione storica e geografica, e
della comunicazione ipermediale.
Contribuire a rifondare unantropologia del sacro delle istituzioni, come della politica, credo possa
avvenire, se si rid significato e senso al linguaggio, ai comportamenti complessivi.
La transdisciplinariet, quale tensione culturale, che si approccia davvero ad una odierna leggerezza
con cui far diminuire al massimo i costi della struttura; se invece si mette a condividere una flessibilit per
rispondere ai cambiamenti continui dei territori e delle forze economiche, insiti nel processo di sviluppo, non
rester solo una scelta economica.
Molteplicit di competenze, allora, spiegano perch quello che si fa avr successo solo se fatto con
metodi e conoscenze adeguate; la rapidit dazione rivela come le cose si possano fare in fretta e bene, cos
come possono nascondere le insidie. Fanno scorgere, per la possibilit che noi abbiamo nella capacit di
catalizzare energie, come nellattivare valore nei territori. Si deve essere capaci di avvicinare a s chi ha le
competenze per rendere operativi i progetti e liberare lIsola.
Svolgere modalit con cui varie scienze mettono in comune tutti i loro principi di base per ritrovarne
il fondamento unificante, la transdisciplinariet non sovrasta soltanto il limite stesso di una singola disciplina,
ma diviene appunto valore. Diverse e distinte istanze si aggregano e si integrano in un nuovo sistema di
quadri concettuali e di saperi, fino a perdere loriginaria identit del passato per crearne una nuova.
Occorre lucidit, idee, creativit, occorre aggressivit giovanile, fuoco interiore, per ritrovare il
bandolo a tutte queste cose. Serve riflettere sullimpegno profuso nella seconda met del secolo scorso,
teso a tracciare linee di convergenza tra i vari saperi, cio dalla multidisciplinariet alla transdisciplinariet.
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[(by seb)]
Vale la pena approfondire e riflettere sul concetto di meta-disciplinariet, ovvero pi sulla filosofia delle
varie discipline, piuttosto che sulle isolate discipline stesse, sulle tecniche contigue.
Guardare al piano dei dispositivi, metacognitivi e interpretativi, che orientano la ricerca, la
riorganizzano, la strutturano in modo univoco, mostrandone le simmetrie, le convergenze, gli annodamenti e
le sinergie. Facendo emergere quali dispositivi chiave della complessit e della narrativit si vadano
affermando. Facendone un uso davvero nuovo, si dovr fornire la consapevolezza che i grandi quadri di
riferimento si sono ormai consumati, e la loro sostituzione, con costruzioni altrettanto forti e unitarie, un
dovere a cui deve volgere lo sguardo il MoVimento.
Con la fine del pensiero totalizzante, si aperto il problema di reperire criteri di giudizio e di
legittimazione di pratiche e saperi dal valore locale e universale. Tutto ci emerge dalla pluralit, dalle
differenze. La sua caduta sul terreno ha moltiplicato le forme del sapere, ma anche questa difficolt che oggi
stiamo vivendo.
Non dobbiamo avere paura della complessit: cos com, cio ancora disorganica, polimorfa e senza
centro, come quella disseminativa, essa ha i suoi oppositori. Sta al MoVimento trovare ci che i saperi
vivono nella tensione continua, nel proliferare dei modelli della ricerca, come fuoriescono decisivi,
consapevoli quelli capaci di trovare una condizione, dove essi sono direttamente lo specchio del presente in
cui si agita il MoVimento 5 Stelle sardo.
Nota bibliografica - Per scrivere questi appunti ho letto numerose riviste e libri, La Costituzione e
La repubblica di V. Onida, in cui sono contenuti i discorsi di Terracini e Calamandrei, gli articoli sul
MoVimento su uninomade.org, il numero mensile di Alfa beta Dalle stalle alle stelle aprile 2013
(Dedicato a Maria Lai), Gerbaudo P. Social media e la coreografia del raduno alfabeta Alfa BioIper
media 2.0 maggio 2013 larticolo di P. Pellizzetti Il collettivo: spunti per laltrapolitica dallatlante
di economia di Micromega n. 3/2013 Il ritorno delleguaglianza, il Grillo canta sempre al tramonto
di Fo, Casaleggio, Grillo, AA. VV. Ciclone Grillo genesi e ascesa di un MoVimento del Corriere della
sera. Oltre ai tanti post su BeppeGrillo.it,. Ho partecipato alle assemblee regionali di Cirras di
maggio, ho ascoltato lincontro (assemblea regionale) con rappresentanti Meet Up Sulle
piattaforme digitali a Oristano, sono stato a Nuoro assemblea di giugno del MoVimento 5 stelle
Sardegna, ho partecipato a numerosi Meet up tematici di Polis Oristano. Ho letto anche numerosi
altri testi di cui trovate riferimento tra le righe. Mi scuso per le citazioni di cui non ricordo i
riferimenti. Molto dovuto alla riscrittura di concetti miei e di altri, espressi da tutti questi autori.
Tutto quello che avete letto dovuto alla mia responsabilit. Sebastiano Chighini (per
osservazioni critiche sebastianochi@gmail.com)
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