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GLOSSARIO RETORICO-STILISTICO, METRICO

E RELATIVO ALLA TERMINOLOGIA DEL GENERE LIRICO

Adynaton
Figura retorica che consiste nel ricorrere, per dimostrare
limpossibilit di un evento, alla descrizione di un altro, a
cui lo si subordina, ritenuto impossibile. Es. Virg., Buc. I,
59-63 Ante leves ergo pascentur in aequore cervi / et fre-

ta destituent nudos in litore piscis / ante pererratis amborum finibus exul / aut Ararim Parthus bibet aut
Germania Tigrim, / quam nostro illius labatur pectore
voltus.

Ado
Dal gr. aoids. il cantore omerico, che celebra le gesta
degli eroi, accompagnandosi con la lira.

/ et quae pervolgant nemora avia pervolitantes, / quorum


unum quidvis generatim sumere perge.

Anacreontiche
Poesiole di varia et e provenienza, pubblicate nel 1554
dallumanista Henri Estienne, impropriamente attribuite
ad Anacreonte. Si tratta di composizioni frivole, sulle
quali i poeti del Seicento e Settecento europeo ricrearono liriche sdolcinate al pari del modello.

Anadiplsi
Vedi Reduplicatio.

Anafora

ition
Termine greco indicante causa, origine. La poesia etiologica (aggettivo derivante da ition) risale alle origini di
riti, cerimonie, nomi di luoghi fornendone una spiegazione fantastica. Ad esempio lcale di Callimaco, che narra
di come Teseo volle onorare la vecchia cale, che laveva
generosamente ospitato nel suo modesto casolare, un
ition perch tutta la narrazione serve a spiegare
lorigine del culto di Zeus Ecalio. I racconti eziologici
quasi sempre sono il frutto di unerudizione preziosa e
raffinata e fioriscono soprattutto in et ellenistica.

Allitterazione
Ripetizione dello stesso suono (di preferenza consonantico) allinizio di due o pi parole legate dal senso; se allinterno di parola si preferisce definirla para-allitterazione. Es. Plauto, Miles 363 perire propera.

Ripetizione di uno o pi elementi, allinizio di frasi o versi


successivi, per conferire enfasi agli elementi stessi. Es.
Cic., Cat. I, 8 nihil agis, nihil moliris, nihil cogitas ...

Antitesi
Accostamento che contrappone due elementi, parole o
frasi o concetti o immagini, di senso opposto. Es. Sall.,
B.C. 37, 3 bonis invident, malos extollunt, vetera odere,

nova exoptant.

Antonomasia
Figura con la quale si sostituisce un nome proprio famoso con altro, comune, che lo caratterizza per qualit o
propriet universalmente note (es. Liv., Ab urbe condita
in cui con urbs si indica Roma), o, viceversa, si indica con
un nome proprio famoso persona o cosa che ne posseggono le caratteristiche (es. Cic., Pro Cael. in cui con il nome Medea Palatina si indica Clodia).

Anacoluto
Consiste nel cominciare un costrutto senza portarlo a
termine (lasciandolo in tal modo in sospeso), per usarne
un altro; in tal modo si rompe la regolarit sintattica del
periodo. Lesempio pi frequente il cambiamento del
soggetto. Es. Lucr. II 342-347 Praeterea genus humanum

mutaeque natantes / squamigerum pecudes et laeta armenta feraeque / et variae volucres, laetantia quae loca
aquarum / concelebrant circum ripas fontisque lacusque

Ap koin
(in comune). Si ha quando una stessa parola , per il
senso, comune a due espressioni vicine. Es. Or., Carm. I 5,
5 s. quotiens fidem / mutatosque deos flebit in cui mutatos
si riferisce, oltre che a deos, anche a fidem.

Aposiopsi
Vedi Reticenza.

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Glossario retorico-stilistico, metrico e relativo alla terminologia del genere lirico

Aprosdketon (inatteso)
Si dice di elemento a sorpresa inserito nel discorso allo
scopo di provocare determinati effetti (comico, satirico
ecc.). Es. Catullo 13, 3 s. si tecum attuleris bonam atque

magnam / cenam...

Asindeto
Mancanza di congiunzioni coordinative nellunione di parole o frasi. Es. Plauto, Miles 69 orant ambiunt obsecrant.

Assonanza (o omofonia)
Figura che consiste nella somiglianza di suono fra parole
diverse, in particolare fra parole che presentano consonanti diverse e vocali uguali. Es. Virg., Aen. II 9 suadentque cadentia

Bucolica (poesia)
La definizione di bucolica deriva dal termine greco per
indicare i pastori, bukloi, e fu usata per la prima volta
per descrivere gli idilli (vedi Idillio) di Teocrito, iniziatore
del genere della poesia pastorale.

Catulliani (metri)
Oltre al distico elegiaco nei carmi di Catullo troviamo
usati il verso falecio, il trimetro giambico puro, il trimetro
giambico archilocheo e quello ipponatteo (detto anche
zoppo o scazonte), il tetrametro giambico catalettico, il
galliambo, il gliconeo e il ferecrateo, il priapeo,
lasclepiadeo maggiore e la strofe saffica minore. Di questi riportiamo lo schema solo dei versi dei carmi riportati
nella presente antologia.

Fal e ci o


Es.
Passer mortuus e st | meae pue llae,
passer, de liciae | meae pue llae

Tr i m e t r o g i am b i co p ur o

Catullo 4, 1-2 Phase lus lle,| que m vide tis, hospite s

a t fu sse | naviu m cele rrimus

Tr i m e t r o g i am b i co i p p on at t e o

Catullo 8, 1-2 Mise r Catulle, | de sinas ine pt re

et quod vide s per sse | pe rditu m ducas.

S t r of e s af f i ca m i n or e
( v. s ch e m a n e l l a m e t r i ca or a zi an a )
Catullo 51, 1-4

Ille m par e sse | deo vide tur,


lle, s fas e st, | superare dvos,
qu sede ns adve rsus | ide ntide m te
spe ctat et audit

Chiasmo
Disposizione incrociata di quattro elementi collegati fra
loro semanticamente o morfologicamente, secondo la
forma della lettera greca c (pr. chi), da cui prende il no-

me. Es. Cic., Cat. I, 3 civem perniciosum ... acerbissimum

hostem.

Climax (o gradatio)
La climax (scala) consiste in una progressione che gradatamente cresce di intensit (climax ascendente) o decresce (climax discendente o anticlimax). La scala pu
riguardare elementi di ritmo (laccostamento, ad esempio
di parole di lunghezza crescente) o di senso; es. Sall.,
B.C. 9, 2 Iurgia discordias simultates cum hostibus exercebant; Plauto, Miles 69 orant ambiunt exobsecrant.

Ditirambo
Canto dedicato al dio Dioniso. Da canto corale in onore
di Dioniso (soprattutto nella festa ateniese delle Grandi
Dionisie, dove si svolgeva un importante agone ditirambico) divenne presto compatibile con altre divinit
(Apollo, Atena) fino a laicizzarsi e a rappresentare in
generale il canto corale della citt.

gloga
Termine dei grammatici latini per indicare le singole
composizioni di cui constano le Bucoliche di Virgilio [v.
Bucolica poesia].

Enjambement
(dal fr. enjamber oltrepassare in campo altrui). Si ha
enjambement quando la fine del verso non coincide con
la fine di frase o di sintagma, ma uno o pi elementi sono nel verso seguente; si ha cos una dilatazione dellimmagine o del pensiero espresso nel primo verso. Es.
Virg., Georg. IV 140 s. primus abundare et spumantia co-

gere pressis / mella favis; ...

Elegia
Lelegia (da legos lamento funebre) era una composizione in distici elegiaci, cio formati da esametro e pentametro. Il contenuto era vario anche se alcuni grammatici antichi, attribuendo a legos il significato di canto
funebre, hanno sostenuto lorigine trenodica (da threnos canto funebre). Lelegia tratta di argomenti diversi: esortativi, amorosi, patriottici, politici, militari, gnomici. In et ellenistica si attenua lelemento personale per
lasciare il posto allaspetto erudito e mitologico. Nella letteratura latina lelegia, di imitazione alessandrina, esprime contenuti legati alla passione damore, al desiderio
della pace e della vita semplice.

Elegiaco (distico)
Talora lesametro forma col pentametro una coppia di
metri (distico) detta distico elegiaco, perch rappresenta
il metro tipico dellelegia.

Ellissi
Omissione di uno o pi elementi della frase facilmente ricavabili dal contesto. Es. Sall., B.C. 31, 7 (dixit) ea fami-

lia ortum.

Enllage
Consiste nello scambio di funzioni grammaticali fra due
parti del discorso. Es. Or., Carm. I 37, 7 regina dementis

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ruinas, in cui dementis (= dementes) concorda con ruinas, ma riferito a regina.

Encomio
Canto in onore di uomini.

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sario del volume di Epica). In tal caso lepiteto, attribuito a un eroe (Achille pieveloce) o a un evento
(laurora dalle rosee dita) tratto da un repertorio di elementi modulari memorizzati dallaedo, che gli consentiva di produrre su richiesta delluditorio una composizione estemporanea.

Endadi
Si ha unendiadi quando si esprime un unico concetto
per mezzo di due termini coordinati fra loro. Es. Virg.,
Aen. IV 18 thalami taedaeque per indicare le nozze.

Epifonema
Espressione sentenziosa che contiene una considerazione
generale tratta dagli avvenimenti narrati. Es. Virg., Aen.
IV 412 Improbe Amor, quid non mortalia pectora cogis!

Epos
Dal gr. epos parola, racconto, canto poetico, poema.
Designa tanto il singolo poema epico quanto un insieme
o ciclo di poemi (ad esempio, lepos omerico). Indica anche il complesso delle leggende nazionali di una letteratura o di un popolo. Lepica greca rappresentata essenzialmente dallIliade e dallOdissea. Il verso dellepica
lesametro, che si identifica con lepica al punto che gli
epe (plur. di epos) sono appunto gli esametri.

Epfora
Ripetizione di una parola o di un gruppo di parole alla fine di versi, o frasi, successivi. Es. Catullo 3, 3 s. passer

mortuus est meae puellae / Passer, deliciae meae puellae...

Epigramma
Da epigrpho (scrivo su tombe, oggetti) era in origine
uniscrizione funebre o commemorativa. Alluso epigrafico
deve il tratto distintivo della brevit, che conserv anche
quando assunse diversa funzione. Ebbe fortuna durante
lEllenismo quando serv a fissare in pochi versi scritti in
forma raffinata unemozione, unimpressione, una scena
quotidiana. Oltre alla fulminea brevit, caratterizza
lepigramma la ricerca di un finale (pointe) arguto e inatteso.

Epillio
Poema epico di piccola dimensione che narra le vicende,
per lo pi di natura amorosa, di un eroe o di uneroina
del mito. Esemplare in tal senso fu lcale di Callimaco.
Nellepillio hanno rilievo i sentimenti umani comuni, soprattutto lamore. Sono frequenti le descrizioni minuziose della quotidianit, seguite da digressioni erudite, spesso a carattere eziologico, cio volte a cercare le origini di
usanze, culti, tradizioni. Anche lcale un ition, perch
tutta la narrazione serve a spiegare lorigine del culto di
Zeus Ecalio.

Epinicio
Canto in onore del vincitore ai giochi sportivi.

Epitalmio
Canto in onore degli sposi eseguito davanti al talamo,
cio alla stanza nuziale.

Epteto
Gli epiteti sono espressioni, per lo pi aggettivi, attribuiti
innanzi tutto agli dei, nella poesia epica e lirica. Spesso
sono puramente esornativi (epiteto ornans) e servono a
costituire una data unit metrica, ma talora corrispondono a un preciso impiego cultuale. Un po diverso il
discorso dellepiteto omerico, che si lega al discorso della
formularit (vedi p. 334) e della poesia orale (vedi Glos-

Esametro
Lesametro, gi usato nella poesia greca da Omero, il
verso dellepica e per questo detto anche verso eroico.
Fu usato anche nella poesia didascalica, in quella bucolica e nella satira.
costituito da sei piedi (in questo caso anche metri) dattilici di cui i primi quattro possono essere dattili o spondei, il quinto generalmente un dattilo, il sesto uno
spondeo o un trocheo.
Schema: , , , , ,

Esclamazione
Espressione pronunciata con una certa enfasi ad indicare
diversi stati danimo (sdegno, ammirazione ecc.). Nella
lingua scritta segno di tale tono il punto esclamativo.
Es. Cic., Cat. I, 2 O tempora, o mores!

Esordio
Vedi Proemio.

Eteria
Associazione maschile, consorteria politica, gruppo di
uomini (per lo pi aristocratici) legati da giuramento e
costituito sulluguaglianza dello stile di vita, sulla coincidenza degli scopi politici, sullomogeneit culturale.

Eufemismo
Consiste nelluso di una parola o di un gruppo di parole
che sostituisce altra parola, o gruppo, al fine di esprimere
in modo meno crudo, o comunque attenuare, un concetto sgradevole.

Explicit
(si conclude). Termine usato per indicare lultima o le
ultime parole di un testo o di un verso; il suo opposto il
termine incipit (v.). Ad es. in Virg., Aen. II 293 Sacra
suosque tibi commendat Troia Penates si dice che sacra e
Penates sono rispettivamente in incipit e in explicit, posizioni entrambe di forte rilievo.

Figura etimologica
Si tratta delluso di due o pi parole che hanno la stessa
radice. Es. Plauto, Miles 309 facinus fecit; 959 pulchram

pulchritudinem.

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Eziologica (poesia)
Vedi ition.

Fonosimbolismo
Consiste nellaffidare al gioco dei suoni levocazione di
un oggetto o di unazione. Es. Virg., Buc. I 55 saepe levi
somnum suadebit inire susurro, in cui il ripetersi della sibilante evoca il ronzio delle api.

Formularit
Tecnica artigianale di composizione poetica, propria dellepica omerica e della lirica arcaica, basata sullassemblaggio
di formule. Si tratta di espressioni stereotipate (ad
esempio laggettivo standard, come Achille pi veloce o
lAurora dalle dita-di-rosa), metricamente e sintatticamente definite, che ricorrono invariate in diversi punti della stessa opera o di opere diverse. Lo scopo era di agevolare la memorizzazione nellambito di una cultura orale.

Geminatio
Ripetizione immediata di una parola o di in gruppo di parole. Es. Plauto, Miles 313 Sceledre, Sceledre.

Giambico (senario)
formato da tre metri giambici; corrisponde quindi al trimetro giambico, nome greco di questo verso. Il senario
latino, a differenza del trimetro giambico greco, ammette alcune sostituzioni del giambo, quali il tribraco ()
[sostituzione razionale], lo spondeo (), il dattilo (),
lanapesto (), il proceleusmatico () [sostituzioni irrazionali].
Schema:

Ter., Adelf. 1 Postqua m poe ta se nsit scrptura m sua m

Altri versi sono:


il settenario giambico:
lottonario giambico:
il dimetro giambico acatalettico:

Giambo
il metro di una forma di poesia diffusa nella Ionia
dAsia e insulare. comunemente denominato trimetro
giambico, perch formato di tre metri, cio di tre
coppie di giambi. Vedi: giambico (senario). Lesecuzione
era affidata a un recitativo (parakatalogh) con accompagnamento di aulo. Caratterizza il giambo il gusto per
la beffa, lo scherno, linvettiva, ma i contenuti sono vari
(biografici, didattici, morali, politici, erotici).

Gnome
Indica lespressione concisa di una verit comunemente accettata. Le gnmai pi famose erano quelle incise nel tempio di Delfi (ad esempio, gnthi sautn conosci te stesso).

Gradatio
Vedi Climax.

Hapax (legmenon)
Parola che si trova attestata una volta sola o in un autore
o in unepoca o nellintero sistema di una lingua.

Hysteron proteron
Inversione temporale di due avvenimenti cos che si dice
prima ci che, logicamente, dovrebbe essere detto dopo.
Es. Virg., Aen. IV 6 s. Postera Phoebea lustrabat lampade
terras / umentemque Aurora polo dimoverat umbram.

Idillio

Dal gr. eidyllion


quadretto, definizione data in et romana alle composizioni di Teocrito, che rappresentano
scene di vita rurale idealizzata.

Imeno
Canto eseguito nelle cerimonie nuziali.

Incipit (comincia)
Termine usato per indicare la prima o le prime parole di
un testo o di un verso; il suo opposto il termine explicit
(vedi).

Inno
Canto di preghiera agli dei.

Interrogazione retorica
Consiste nel porre una domanda in cui implicita la risposta stessa, positiva o negativa. Es. Cic., De leg. I 14, 42

si omnes Athenienses delectarentur tyrannicis legibus,


num idcirco eae leges iustae haberentur?

Ipllage
Secondo alcuni un tipo di enallage, quella pi frequente dellaggettivo, secondo altri da identificare con
lenallage stessa. Es. Or., Carm. IV 7, 19 manus avidas

heredis = manus avidi heredis.

Iprbato
Consiste nel dividere gli elementi di uno stesso gruppo
sintattico con linserimento di altri, cos da porre in rilievo
le parti separate. Es. Or., Epist. I 8, 1 Celso gaudere et

bene rem gerere Albinovano.

Iperbole
Esagerazione nellesprimere un concetto oltre i limiti
della verosimiglianza, sia in pi che in meno. Es. Or., Sat.
I 9, 10 s. cum sudor ad imos / manaret talos.

Ironia
Figura con la quale si dice il contrario di ci che si vuole
far intendere. Es. Virg., Aen. IV 379 s. Scilicet is superis

labor est, ea cura quietos / sollicitat.

Ktharis
Vedi Lira.

Lettura metrica (dei versi)


Sappiamo che oggi impossibile leggere i versi latini come li leggevano gli antichi, dato che noi non percepiamo
gli stessi elementi di ritmo che essi percepivano (quantit
ecc.). Per evitare tuttavia di perdere completamente il
senso del ritmo poetico leggendo la poesia come la prosa, scegliamo di utilizzare un nostro normale tratto
distintivo (laccento tonico) come sostitutivo, consapevol-

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mente assunto a puro valore simbolico di un tratto distintivo che il nostro sistema linguistico non possiede
(Milanese). Poniamo perci un apice ( ) sulle sillabe che
fungono da elementi-guida e le leggiamo con il nostro
tipo di accento, che accento intensivo. In tal modo useremo, in piena consapevolezza, una lettura convenzionale che anche se non riproduce quella degli antichi, conserva, almeno in parte, e ci permette di percepire, i tratti
fondamentali dei ritmi originari, trasponendoli in moduli
a noi accessibili (Scialuga).

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maticamente da Orazio che volle ricreare nella lirica latina i ritmi e lo spirito dei modelli greci. Caratteristiche
principali dei versi della lirica eolica erano lisosillabismo e
la base libera. Orazio, adattandoli meglio alla sensibilit
ritmica dei Romani, apport qualche modificazione, quali la sostituzione delle sillabe di quantit variabile con sillabe lunghe e lintroduzione di cesure fisse.
Riportiamo lo schema dei versi e delle strofe usati da
Orazio nei carmi presenti nellantologia, rinunciando ad
una loro descrizione in base ai piedi usati, date le diverse
interpretazioni a riguardo.

Lira
La lira era lo strumento tipico dellaedo omerico. Aveva
corde verticali di uguale lunghezza ricavate da budello o
tendini di animali, che venivano pizzicate con la mano sinistra e percosse col plktron, il plettro appunto, tenuto
nella mano destra. Alla base, un guscio di tartaruga e
una struttura lignea fungevano da cassa di risonanza.
Ogni corda veniva accordata e produceva una sola nota.
La phrminx o ktharis una lira molto semplice dotata
forse di sole tre o cinque corde. A Terpandro (VII sec.
a.C.) si deve lintroduzione di sette corde.

Lirica
Per gli antichi indica la poesia cantata con accompagnamento della lira o altri strumenti a corda (ktharis, brbiton, phrmings, ecc.). Si distingueva dallelegia e dal
giambo, forme poetiche accompagnate da strumenti a
fiato come laulo. La lirica monodica consisteva in un
canto a solo, la lirica corale era eseguita da un coro
danzante o da un solista a cui rispondeva un coro.

Litote
Consiste nellaffermare un concetto attraverso la negazione del suo contrario. Es. Lucr., VI 1250 Nec poterat

quisquam reperiri.

Metafora
Fu definita anticamente come paragone abbreviato, in
quanto opera sulla base della similarit; individuando un
elemento di intersezione fra due termini si opera cos uno
spostamento da un significato proprio ad uno figurato. Es.
Plauto, Miles 987 Quae haec celox? qual questa barca
veloce?, dove con celox si indica lancella veloce come
una nave leggera (lelemento di intersezione dato dalla
velocit, comune sia allancella, sia alla nave leggera).

Metonimia
Figura retorica che opera sulla base della contiguit concettuale (spaziale, causale, temporale ecc.); si sostituisce
cio un termine con un altro operando uno spostamento
da un campo semantico ad altro vicino. Es. Catullo 8, 3
fulsere quondam candidi tibi soles, dove soles sta per dies.

Metri catulliani
Vedi Catulliani (metri).

As cle p i ade i m i n or i

E xeg monumentumaere perennius


regalque situ pyramidumaltius
quod non mber edax, non aquilo mpotens
possit d ruereaut nnumera bilis
Or., Carm. III 30

As cle p i ade i m a ggi or i

Tu ne quaesiers, | scre nefas | quem mihi, quem tibi


fnem d dedernt, | Leu conoe | nec Babylonios
temptars numeros. | Ut melius, | qucquid ert, pati
Seu plure s hiemes, | seu tribut | Iuppiter ultimam
Or., Carm. I 11, 1-4

Lasclepiadeo maggiore e lasclepiadeo minore si possono trovare, come negli esempi riportati, usati stichicamente (in greco stchos verso), vale a dire in serie, oppure variamente combinati, nelle strofe asclepiadee (I, II,
III, IV, V), con il gliconeo e il ferecrateo.

G li con e o

Fe r e cr at e o

presente nellantologia la strofe asclepiadea III.

S t r of e as cle p i ade a I I I

asclepiadeo minore
asclepiadeo minore
ferecrateo
gliconeo

Or., Carm. III 13, 1-4


O fons Bandusiae, | splendidior vitro

dulci dgne mero | non sine floribus


cras donaberis haedo
cu frons turgida cornibus

Metrica
Metri oraziani
Orazio us lesametro nelle Satire e nelle Epistole, mentre nelle Odi traspose i versi eolici della lirica greca. Tale
operazione, iniziata dai poetae novi, fu condotta siste-

Lelemento ritmico del verso latino costituito dal ripetersi regolare di successioni di sillabe brevi e sillabe lunghe. Quando queste successioni obbediscono a schemi
precisi fornendo determinate figure metriche, si hanno

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delle cellule ritmiche elementari dette tradizionalmente


piedi.
I piedi principali sono i seguenti:
trocheo

tribraco

giambo

spondeo

dattilo

anapesto

proceleusmatico

cretico

coriambo

li prestorici. Nel loro orizzonte culturale il patrimonio di


sapere collettivo, economico, tecnologico, politico, sociale e religioso in cui si articola la cultura, si manifesta
globalmente come mitologia, nella quale sono ancora
fra loro indistinte quelle forme che storicamente assumeranno un significato autonomo nelle diverse specializzazioni disciplinari proprie della cultura in senso moderno occidentale (Altan).

Mitologia

Studio dei miti, ma anche complesso dei miti di una certa cultura o epoca.

Significa imitazione, e designa il modo dintendere la


poesia e larte degli autori antichi. Per Simonide (VI-V
sec. a.C.) la poesia una immagine della cosa, unimitazione anche di emozioni e stati danimo. Ogni forma
darte, sia essa poetica, pittorica, musicale o coreutica,
sentita dai greci come imitazione e gli artisti sono tutti
considerati imitatori da Platone (Rep. 373b).

Figlie di Zeus e Mnemsine, la dea della memoria. Nei poemi omerici, dove allietano i banchetti degli dei, sono in un
numero imprecisato, che per gi alla fine dellOdissea
(XXIV 60) si precisa in nove, numero che con la Teogonia di
Esiodo diviene definitivo. Esiodo ne elenca anche i nomi e
assegna loro la funzione, che sar canonica, di ispirare i
poeti nella composizione di un poema. Le specifiche funzioni delle Muse si preciseranno solo in et ellenistica: Callope
sar preposta allepica, Clio alla storia, Melpmene alla
poesia tragica, Eutrpe alla musica col flauto, rato alla
poesia lirica, Terscore alla lirica corale e alla danza, Urnia
allastronomia, Tala alla commedia, Polmnia alla pantomima. Le sedi di culto delle Muse pi famose furono la Piria
ai piedi dellOlimpo e Ascra in Beozia.

Mmesi

Mito
I miti sono narrazioni tramandate dalla tradizione, perch
contengono valori importanti per la comunit o perch costituiscono racconti di particolare rilevanza narrativa
(Howatson). Se si riferiscono a personaggi reali che hanno
operato in luoghi reali e riportano gli eventi in forma abbastanza realistica (ad esempio le vicende dei sette re di
Roma) si possono definire leggende. I contenuti del mito
sono vari e possono riguardare lorgine del mondo e della
Terra, le forme del culto, le istituzioni degli uomini. Hanno
carattere aperto, nel senso che si prestano a essere narrati secondo varie versioni e ad accogliere mille inserimenti
e variazioni. Costituiscono lantefatto della storiografia (a
partire dalle genealogie mitiche di dei e eroi), ma anche
della scienza e della filosofia (a partire dai grandi miti cosmologici). Le maggiori fonti mitiche sono per noi Omero,
Esiodo, ma anche i poeti ellenistici come Callimaco, per i
quali il mito, per lo pi ripreso in una variante poco nota,
diviene un ornamento prezioso della narrazione. Le
Metamorfosi di Ovidio furono il maggiore veicolo di trasmissione del patrimonio mitico antico nei secoli.
Come sostiene lantropologo Altan, lesperienza mitica
fondamentale per le popolazioni antiche e preletterate,
immuni dagli effetti indotti, nei ceti colti, dal razionalismo greco, e presso le quali le operazioni canoniche del
pensiero definito razionale (classificazione, numerazione, spazialit, temporalit, causalit) assumono connotati diversi da quelli assunti nella tradizione occidentale.
Laffermazione del pensiero razionale ha comportato
che il mito divenisse sinonimo di menzogna. Il termine

m ythos,
originariamente non antitetico rispetto a logos
(con cui poteva coesistere nel composto mythologia,
complesso di racconti), in seguito agli sviluppi della filosofia greca diviene lopposto del logos o discorso razionale, e il mito confinato nella sfera della pre-razionalit, anzi dellirrazionalit, considerato antitetico alla
scienza, retaggio di tempi oscuri dominati dalla paura e
dalla superstizione. In realt, secondo le vedute pi recenti, il mito era la forma del sapere collettivo dei popo-

Muse

Musica
Nella poesia greca arcaica la mousik la poesia, intesa
come connubio di parole e musica. La musica era parte
integrante della vita sociale greca. Quasi ogni forma poetica era accompagnata dalla musica. La rilevanza etica
della musica era sostenuta da Platone, convinto che la
musica influenzasse in modo permanente il carattere e le
attitudini delluomo, e da Aristotele.

Ode
Da od canto. Composizione lirica di forma metrica e
strofica varia. A Roma si us il termine carmen.

Omeoptoto
un tipo di omoteleuto che si ha quando pi parole hanno
la stessa terminazione derivante da uguali forme di flessione.

Omoteleuto
Ripetizione dello stesso suono alla fine di pi parole vicine della stessa frase. Es. Virg., Buc. IV 50 s. Aspice con-

vexo nutantem pondere mundum / terrasque tractusque


maris caelumque profundum dove i due versi terminano

con lo stesso suono.

Onomatopea
Formazione di un vocabolo il cui suono imita un rumore
naturale. Es. Plauto Miles 311 mussitabo; il verbo mussito
borbottare riprende il suono mu del borbottio, del
parlare sommessamente.

Oraziani (metri)
Vedi Metri oraziani.

Glossario retorico-stilistico, metrico e relativo alla terminologia del genere lirico

Ossimoro
Accostamento di parole di senso opposto. Es. Or., Ep. I
11, 28 strenua ... inertia.

Panegyris
Festivit pubblica a sfondo religioso, durante la quale si
svolgevano gare poetiche e musicali.

Pignia
Letteralmente scherzi. Poesie di carattere privato e
disimpegnato, di mero intrattenimento, tipiche della cultura ellenistica. A Roma scrissero pignia (latinamente nugae) soprattutto i poeti del circolo neoterico (poetae novi).

Phrminx
Vedi Lira.

Parallelismo
Si ha quando gli elementi di due o pi frasi sono disposti
nello stesso ordine cos da corrispondersi simmetricamente. Es. Sall., B.C. 5, 4 cuius lubet rei simulator ac dis-

simulator, alieni adpetens, sui profusus ...

Paronomasia
Consiste nellaccostare due parole di suono simile, ma di
significato diverso. Es. Catullo 3, 13 At vobis male sit,

malae tenebrae ...

Partenio
Canto intonato da un coro di fanciulle.

Pathos
Termine della retorica greca indicante il carattere di
passionalit e drammaticit proprio dellepica e della
tragedia. Secondo N. Frye il pathos la lotta mortale
delleroe.

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Persona loquens
il personaggio che nella lirica si esprime in prima persona. Non necessariamente coincide con lio dellautore.

Poikila
Da poikllo rendo vario. la capacit del poeta di variare a tempo debito in rapporto alloccasione toni, temi,
strutture metriche del canto, soddisfacendo alle attese di
chi ascolta.

Pointe
la punta, cio il finale, arguto e inatteso, soprattutto
dellepigramma (fulmen in clausula).

Poliptoto
Ripetizione di una stessa parola espressa a breve distanza
in pi casi grammaticali. Es. Catullo 2, 2 s. quicum lude-

re, quem in sinu tenere, / cui ...

Polisindeto
Si ha quando pi elementi di una frase o pi frasi sono
uniti da pi congiunzioni. Es. Sall., B.C. 3, 1 et qui fecere

et qui ... scripsere.

Preterizione
Figura con la quale si dice, sia pure brevemente, una cosa
che al contempo si dichiara di non voler dire. Es. Cic., Cat.
I, 3 Nam illa nimis antiqua praetereo, quod C. Servilius ...

Primel
Termine della filologia tedesca (dal lat. praeambulum).
uno schema retorico consistente nella rassegna degli altrui generi di vita cui contrapposto il proprio, del quale
si rivendica la superiore validit. Cos ad esempio Saffo,
contrapponendosi allopinione dominante, sostiene che
la cosa pi bella non sono le flotte e gli eserciti, ma
quello che ognuno ama.

Peana
Canto dedicato ad Apollo.

Pentametro
Il pentametro un verso, mai usato da solo, formato dallunione di due met versi (emistichi), separate da una pausa fissa, una dieresi, ciascuna delle quali composta di due
dattili e mezzo. Sono quindi sei piedi dattilici catalettici in
syllabam, che terminano cio con una sola sillaba. Nella
prima met, al posto dei dattili, si possono trovare degli
spondei, nella seconda non sono possibili sostituzioni.
Schema: , , / , ,

Odi et amo. | Quare id faciam, | fortasse requiris.


Nescio, sed fieri | sentio et excrucior.
Catullo 85

Performance
Termine inglese impiegato di frequente per indicare la
prestazione artistica del poeta lirico o epico.

Proemio
Tipo di esordio tipico del poema epico. Il proemio poetico
secondo alcuni autori sembra sovrapponibile allexordium
dei genera dicendi. Questo oltre al compito, ovvio, di iniziare (exordium est principium orationis, Rhet. Her. 1, 3,
4) ha il compito di disporre favorevolmente luditorio nei
confronti delloratore e dellargomento (per quod [= exordium] animus auditoris constituitur ad audiendum).

Prosopopea
Figura mediante la quale si fa parlare, come se fosse presente, un personaggio lontano o defunto, o la personificazione di cosa inanimata o astratta. Es. Cic., Pro Caelio la
prosopopea di Appio Claudio Cieco; Cic., Cat. I, 17-18 e
27-29 la prosopopea della patria.

Protasi
Proemio dei poemi classici comprendente la presentazione dellargomento, linvocazione alla Musa, eventualmente la dedica.

Perifrasi
Si ha quando, per evitare di designare una persona o di
dire una cosa direttamente, si usa un giro di parole.

Rapsdo (rhapsods)
il poeta epico o lirico, inteso come cucitore di canti.

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Glossario retorico-stilistico, metrico e relativo alla terminologia del genere lirico

Reduplicatio
Ripetizione di una o pi parole conclusive della frase precedente in quella seguente. Es. Cic., Cat. I, 1 ... vivit.

Vivit? ...

Refrain
Ripetizione di una sequenza tra un periodo e laltro di
una composizione, ritornello. un procedimento che
conferisce unit psicologica e tematica al testo poetico o
musicale.

Tema
Il Lord ha definito i temi della poesia orale come
gruppi di idee regolarmente usate nel raccontare una
storia nello stile formulaico del canto tradizionale.
NellOdissea le numerose descrizioni stereotipiche dellaccoglienza ospitale offerta a un visitatore costituiscono
un tema orale. Nella narrativa germanica, le descrizioni in cui la schiera dei nobili si riunisce intorno al re a
banchettare, a bere e a vantarsi delle proprie gesta, costituisce, analogamente, un tema di quella tradizione
(R. Scholes - R. Kellogg).

Rejet
Si ha rejet quando una parola si trova isolata allinizio di
un verso pur facendo parte, per il senso, del verso precedente. Es. Virg., Georg. I 463 sol tibi signa dabit. Solem

quis dicere falsum / audeat?

Reticenza
Si ha quando si interrompe allimprovviso la frase, lasciandone tuttavia intendere il senso.

Ringkomposition
Termine tedesco indicante la struttura ad anello della
composizione, cio basata sul ritorno, alla fine, di elementi che figuravano in principio.

Scolio
Canto eseguito durante un banchetto dai convitati, che
nel canto si cedono la parola in ordine obliquo, donde
il nome.

Senario giambico
Vedi Giambico (senario).

Similitudine
Paragone fra due immagini introdotto da espressioni come ut ... ita; talis ... qualis; ceu ecc. Es. Virg., Georg. IV
499 Dixit et ex oculis subito, ceu fumus in auras / com-

mixtus tenuis, fugit ...

Simposio (sympsion)
quel genere di riunione maschile che in Grecia seguiva
il pasto serale ed era dedicata al bere, al progetto politico e militare, alleros, allascolto della poesia e, pi tardi,
anche al discorso filosofico. A simposio si riunivano gruppi legati da giuramento (etere) e costituiti sulluguaglianza dello stile di vita, sulla coincidenza degli scopi politici,
sullomogeneit culturale.

Sineddoche
Particolare tipo di metonimia; anche con la sineddoche,
infatti, si ha la trasposizione da un significato proprio ad
altro figurato, in particolare in un rapporto di quantit
(parte per il tutto; singolare per plurale; ecc.). Es. Virg.,
Aen. II 276 vel Danaum Phrygios iaculatus puppibus
ignis, dove puppes indica le navi.

Sinestesia
Consiste nellassociare pi termini appartenenti a percezioni sensoriali diverse (visive, uditive, tattili, olfattive, gustative) in ununica espressione.

Taso
Comunit paideutico-cultuale femminile, in parte simile
alletera maschile, con finalit educativa. Qui le fanciulle,
di nobile famiglia, compivano la loro educazione nella
musica, nel canto, nella danza, nellarte di ornarsi e vestirsi in modo conforme al loro rango. Era un ideale di
perfezione da conseguire anche attraverso pratiche liturgiche incentrate sul culto di Afrodite.

Tmesi
Si ha quando una parola composta viene separata nei
suoi elementi attraverso linterposizione di altri elementi.
Es. Virg., Georg. III 381 Hyperboreo septem subiecta trioni, dove septemtrioni separato in septem e trioni attraverso linterposizione di subiecta.

Treno
Canto funebre.

Topos
Nella retorica classica i koini topoi (loci communes) erano
argomenti adatti ad essere sviluppati al servizio duna tesi,
in vari generi di discorso. Il loro assieme costituiva, a detta
di Quintiliano, la argomentorum sedes. La memoria era infatti concepita come uno spazio nei cui luoghi (topoi, loci)
si situano le idee: a questi luoghi ricorre loratore quando
cerca argomenti adatti alle situazioni e alle parti del discorso. Nel Medioevo estintisi il discorso politico e quello giudiziario la retorica estende luso dei topoi a tutti i tipi di
testo; essi divengono dei clichs di generale utilizzabilit
letteraria e si estendono a tutti i settori della vita che possono essere abbracciati e modellati dalla letteratura. Cos
la retorica costituisce un magazzino: vi si trovano le idee di
carattere pi generale, tali da poter essere usate in tutti i
discorsi e gli scritti. P. Zumthor insiste sul carattere composito dei topoi, materiali di reimpiego (come, si potrebbero
dire per analogia, le opere dellarchitettura romana), risultato di qualche bricolage arcaico, i cui prodotti si sono a
poco a poco arricchiti e affinati nello stesso tempo in cui si
consolidavano.

Zugma
Consiste nel collegare due o pi termini con un elemento
che appropriato per uno solo; la forma di zeugma pi
frequente fa dipendere da un unico verbo pi oggetti
che richiederebbero ciascuno un verbo specifico. Es. Or.,
Carm. I 1, 19-21 Est qui nec veteris pocula Massici / nec
partem solido demere de die / spernit dove spernit ha per
oggetto sia pocula, sia linfinito demere.

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