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14-04-2011
16:38
Pagina 1
VALUTAZIONE
E GESTIONE
DELLO STRESS
UIL
SERVIZI
IL SINDACATO DEI CITTADINI
Sommario
Introduzione
10
Lo stress lavoro-correlato
11
15
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Riferimenti normativi
16
Metodologia
17
Le principali criticit
19
Le opportunit
20
22
Bibliografia
27
Introduzione
Prosegue la serie delle pubblicazioni che lItal, insieme alla Uil e alle Categorie, mette
a disposizione di iscritti e lavoratori per dare risposte alle principali questioni che
emergono nei luoghi di lavoro.
Si tratta di vademecum piuttosto snelli che, grazie alle competenze e alle professionalit
degli autori coinvolti, finiscono con lacquisire anche un valore scientifico: utili,
dunque, nella concretezza della quotidianit ma, insieme, strumento di riflessione e di
approfondimento. il caso di questo opuscolo che affronta il tema della valutazione e
gestione dello stress lavoro-correlato.
Levoluzione del mondo del lavoro ha portato con s innovazioni tecnologiche che hanno
avuto il compito ed il merito di affrancare sempre pi il lavoratore da fatiche e disagi
fisici, a volte, davvero insostenibili. Eppure, nonostante lintroduzione di elementi di
modernit, che spesso connotano lorganizzazione del lavoro, non si riusciti ad evitare
linsorgenza di condizioni patologiche - poich tali possono diventare se non affrontate
in modo adeguato - che hanno a che vedere con la sfera psicofisiologica. Anzi, oggi, si
pu registrare una crescita di questi fenomeni la cui accentuazione comincia a destare
serie preoccupazioni non solo per le ripercussioni sulle condizioni di salute ma anche
per i riflessi economici e sociali che possono scaturirne.
Lo stress non una malattia nel senso proprio del termine e, tuttavia, pu essere
accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale.
decisamente convincente questa definizione dello stress cos come la si pu
leggere nellAccordo interconfederale sullo stress lavoro-correlato. Ed talmente
importante la questione che stiamo affrontando al punto da essere stata considerata
meritevole di una regolamentazione negoziale definita, prima, a livello europeo e,
successivamente, a livello nazionale. Non solo; la stessa legislazione che si occupa di
valutazione dei rischi ha disciplinato la materia dando testimonianza di unattenzione,
seppur tardiva, certamente giusta ed opportuna.
Daltro canto largomento sempre stato affrontato con una certa sufficienza:
le imprese italiane, salvo sporadici illuminati casi, non hanno mai brillato per
sensibilit sul tema; lo stesso dialogo tra le Parti sociali, prima degli accordi citati,
stato piuttosto balbettante; i contributi in termini di documentazione e dibattiti
sono stati carenti.
Il Presidente Ital-Uil
Gilberto De Santis
STIMOLO
ALLARME
RESISTENZA
ESAURIMENTO
Selye ha introdotto anche una importante distinzione tra stress positivo (eustress) e
stress negativo (distress).
Nelle condizioni di stress positivo (eustress) gli individui canalizzano la loro energia
vitale in direzione di condotte percepite positive e vincenti [1] e a livello psico-fisico
si innescano circuiti positivi che producono uno stato di benessere.
Nelle condizioni di stress negativo (distress) gli individui canalizzano la loro energia
secondo modalit difensive verso situazioni percepite negativamente o disagevoli o
perdenti.
Gli stimoli ambientali (stressor) non sono positivi o negativi in s, infatti ci che
viene percepito negativamente per una persona (es. un lavoro ripetitivo) pu essere
percepito positivamente per unaltra.
La percezione individuale dello stimolo (che comprende anche la valutazione soggettiva, le esperienze di vita, le aspettative, ecc. della persona) determina latteggiamento sfidante o sfibrante verso lo stimolo.
La letteratura ha messo in luce che determinati stimoli possono essere potenzialmente stressanti quando le loro sollecitazioni, specie se prolungate nel tempo, non
sono proporzionali alle capacit di risposta dellindividuo provocando una tensione costante nellorganismo che rischia di alterare il suo funzionamento psicofisico
(esaurimento di energia, alterazioni della pressione sanguigna, ecc.).
Il controllo e la prevedibilit di tali fattori permettono di ridurre o annullare le conseguenze negative sulle persone.
1 Caiozzo Paola, Vaccani Roberto, Le cause organizzative del mobbing. E se il malato fosse
lorganizzazione?, Franco Angeli, Milano, 2010
Le conseguenze
dello stress sullindividuo
[2]
Lesperienza dello stress nelle molteplici forme che esso pu assumere pu avere ripercussioni negative dal punto di vista sociale, psicologico e fisico. Gli esiti di queste alterazioni varieranno in funzione di tre principali fattori:
la natura dellevento stressante
la valutazione cognitiva ed
emotiva che lindividuo ne d
la capacit di resilienza
(resistenza allo stress).
Alcuni di questi cambiamenti possono riguardare lalterazione del
ritmo sonno veglia, condotte alimentari dannose (abuso di alcol,
scarsa o eccessiva alimentazione)
comportamenti a rischio come il
fumo o luso di droghe, tutti aspetti
che, alla lunga, possono comportare
alterazioni e disfunzionalit anche
sul piano fisico.
Dal punto di vista cognitivo possono
manifestarsi problemi di concentrazione e di memoria mentre la rete di
relazioni sociali pu subire dei mutamenti in senso peggiorativo.
Alcune malattie cronico degenerative legate soprattutto alla sfera psichica, allapparato cardiovascolare, al sistema endocrino, alla funzione gastrointestinale e al sistema immunitario, possono trovare anchesse la loro eziopatogenesi nello stress.
Talvolta, come detto, le conseguenze dello stress possono assumere la forma di vere
e proprie sindromi (sindrome del burn out) o di veri e propri disturbi: disturbi dansia,
disturbo da attacchi di panico, disturbi dellalimentazione, disturbi del sonno,
disturbi depressivi.
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Valutazione
secondaria
(abilit di coping)
Primaria
(ambiente)
Coping
Problem Emotion
focused
Focused
Riconsiderazione
della situazione
Dal contatto con un ambiente lindividuo trae gli elementi che gli servono per formulare una valutazione ambientale. Questa valutazione riguarda, da un lato, aspetti
inerenti alle caratteristiche dellambiente (valutazione primaria), dallaltro il giudizio
che il soggetto d sulle sue capacit di coping in quella situazione. Le strategie di
coping effettivamente adottate possono essere di due tipi principali: focalizzate sul
problema (problem focused) o focalizzate sullemozione (emotion focused).
In base agli effetti del coping adottato, il soggetto riconsiderer quindi la situazione
Fonte: con modificazioni, da Folkman, Lazarus, 1988.
Da Mainardi Peron E., Saporiti S., Stress Ambientale - La Nuova Italia Scientifica, Roma 1995
Lo stress lavoro-correlato
LAccordo interconfederale sullo stress lavoro-correlato (9/6/2008), che recepisce
in Italia lAccordo europeo sullo stress sul lavoro (8/10/2004), fornisce allart. 3 una
chiara e articolata definizione dello stress:
1. una condizione che pu essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed conseguenza del fatto che taluni individui
non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte
in loro.
2. Lindividuo assolutamente in grado di sostenere una esposizione di breve durata
alla tensione, che pu essere considerata positiva, ma ha maggiori difficolt a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa. Inoltre, individui diversi possono reagire differentemente a situazioni simili e lo stesso individuo pu
reagire diversamente di fronte a situazioni
simili in momenti diversi dalla propria vita.
3. Lo stress non una malattia ma una situazione di prolungata tensione, pu ridurre lefficienza sul lavoro e pu determinare un cattivo stato di salute.
4. Lo stress che ha origine fuori dallambito
di lavoro pu condurre a cambiamenti nel
comportamento e ad una ridotta efficienza
sul lavoro. Non tutte le manifestazioni di
stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato. Lo stress
lavoro-correlato pu essere causato da
fattori diversi come il contenuto del lavoro, leventuale inadeguatezza nella gestione
dellorganizzazione del lavoro e dellambiente di lavoro, carenze nella comunicazione,
ecc..
In ambito lavorativo lo stress viene, quindi, considerato come una difficolt di adattamento o ag-
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giustamento reciproco tra persona e organizzazione che si manifesta con uno squilibrio
fra le richieste dellorganizzazione e le risorse dellindividuo per fronteggiarle.
Lo stress fondamentalmente una stimolazione, infatti in senso fisiologico e
di adattamento funzionale e necessario, il motore dellazione senza di esso
saremmo inermi e passivi. Ci che nocivo lo stress continuato e intenso,
quindi una persona pu sperimentare stress solo se lo stimolo stressante supera le sue capacit di gestirlo.
La sovrastimolazione, sia a livello individuale che organizzativa, determina
sovreccitazione, confusione, disgregazione, quindi perdita di creativit e capacit di risolvere i problemi.
Invece se un lavoratore sotto stimolato o annoiato, lefficacia e lefficienza
e la produttivit, sia individuale che collettiva, sono scarse.
A livelli ottimali di stimolazione la consapevolezza, la disponibilit a iniziative
creative e la flessibilit del comportamento sono elevate. Soprattutto nella
situazione in cui lorganizzazione e il personale operano in un clima di reciprocit e di fiducia e la responsabilit associata ad autonomia decisionale.
Laccordo europeo sullo stress nellart. 4 evidenzia anche una lista, non esaustiva, di
potenziali indicatori di stress, quali: 1. () un alto tasso di assenteismo o una elevata
rotazione del personale, frequenti conflitti interpersonali o lamentele da parte dei lavoratori sono alcuni dei segnali che possono denotare un problema di stress lavorocorrelato. Inoltre sottolinea che 2. Lindividuazione di un eventuale problema
di stress lavoro-correlato pu implicare una analisi su fattori quali leventuale
inadeguatezza nella gestione dellorganizzazione e dei processi di lavoro (disciplina dellorario di lavoro, grado di autonomia, corrispondenza tra le competenze dei
lavoratori ed i requisiti professionali richiesti, carichi di lavoro, ecc.), condizioni di
lavoro e ambientali (esposizione a comportamenti illeciti, rumore, calore, sostanze
pericolose, ecc.), comunicazione (incertezza in ordine alle prestazioni richieste, alle
prospettive di impiego o ai possibili cambiamenti, ecc.) e fattori soggettivi (tensioni
emotive e sociali, sensazione di non poter far fronte alla situazione, percezione di
mancanza di attenzione nei propri confronti, ecc.).
Questi fattori se vissuti dal lavoratore in senso negativo possono determinare le
manifestazioni di stress nocive alla salute psicofisica, al contrario se vissuti positivamente possono contribuire a conferire allesistenza uno scopo e un significato,
possono offrire un senso di identit lavorativa e sociale, sostegno sociale e remunerazione materiale.
probabile che ci avvenga quando limpegno richiesto dal lavoro ottimale, quando
i lavoratori godono della necessaria autonomia per svolgere i propri compiti e quando nellorganizzazione vige un clima di sostegno reciproco.
Infine lAccordo europeo/interconfederale stabilisce che: 3. Qualora si individui un
problema di stress lavoro-correlato, occorre adottare misure per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo. Il compito di stabilire le misure appropriate spetta al datore di lavoro.
Queste misure saranno adottate con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti.
evidente che le problematiche relative allo stress lavorativo non sono solo individuali ma anche organizzative, quindi il lavoratore non pu intervenire singolarmente
per modificare le situazioni lavorative, occorre lintervento e il sostegno dellazienda
per istaurare e promuovere programmi di intervento, correzione e prevenzione dello
stress correlato al lavoro.
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Lart. 6 evidenzia possibili azioni, collettive e/o individuali, di prevenzione, eliminazione o riduzione dei problemi di stress lavoro-correlato per esempio:
misure di gestione e comunicazione, chiarendo, gli obiettivi aziendali e il ruolo
di ciascun lavoratore ovvero assicurando un adeguato sostegno da parte della
dirigenza ai singoli lavoratori ed ai gruppi o conciliando responsabilit e potere
di controllo sul lavoro o, infine, migliorando la gestione dellorganizzazione e dei
processi di lavoro, le condizioni lavorative e lambiente di lavoro;
la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per accrescere la loro consapevolezza e
conoscenza dello stress, delle sue possibili cause e di come affrontarlo e/o adattarsi al cambiamento;
linformazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, secondo la legislazione europea e nazionale, gli accordi collettivi e la prassi.
In conclusione per permettere al lavoratore di sperimentare una positiva esperienza
lavorativa, come suo diritto, necessario verificare con esattezza nellambiente
lavorativo la presenza di elementi che possono costituire dei rischi psicofisici per il
lavoratore allo scopo di promuovere e sostenere nei luoghi di lavoro concrete azioni
di prevenzione, monitoraggio, correzione ed eventualmente di sanzione nel caso in
cui sia mantenuta la presenza di tali fattori di rischio.
Conseguenze
dello stress lavorativo sulle persone
[3]
3 Guida sullo stress legato allattivit lavorativa Sale della vita o veleno letale?.
Commissione Unione Europea, 2002
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Metodologia
Va premesso allesame critico della metodologia che le Indicazioni approvate dalla Commissione fanno esplicito e corretto riferimento alla definizione di stress
lavoro-correlato di cui dellAccordo europeo, cos come recepito dallAccordo interconfederale del 9 giugno 2008.
Il richiamo a questa definizione e alla rilevanza della componente soggettiva, cio
della percezione dei lavoratori, con riferimento al fenomeno stress (principio che
lAccordo europeo/interconfederale ribadisce in ogni suo passaggio) rappresenta
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Le principali criticit
Gli elementi critici che vanno evidenziati nella metodologia proposta dalla Commissione consultiva sono fondamentalmente tre ed attengono alla mancata previsione
delle azioni di cui allart. 6 dellAccordo europeo/interconfederale:
1. Innanzitutto la metodologia proposta non prevede una fase preliminare relativa ad azioni comunicative/informative e di sensibilizzazione e coinvolgimento mirate ai dirigenti/lavoratori/Medico competente/Servizio di prevenzione e
protezione/Rls.
2. Non sono previste inoltre azioni formative specifiche sul tema dal punto di
vista teorico e applicativo e, ciononostante, si attribuisce totalmente la competenza della valutazione alle figure aziendali sapendo che queste non sono
in possesso delle competenze necessarie per affrontare la tematica oggetto
dindagine (datori di lavoro o non formati affatto o formati con 16 ore che non
prevedono venga trattato il tema dello stress, Rspp che nellambito del modulo
C ricevono una formazione di due ore sul tema, Rls per i quali non prevista
nessuna formazione sul tema). Si esclude, nella prima fase, il supporto di figure
esterne dimenticando quanto contrariamente disposto in merito sia dallart. 31
del D.Lgs.81/2008 (che ai commi 3 e 4 prevede lutilizzo di competenze esterne
ad integrazione di quelle aziendali), sia dallart. 6 dellAccordo europeo/interconfederale.
3. Terza criticit, ma prima per importanza, laver previsto la valutazione della percezione dei lavoratori quale contributo eventuale della valutazione
mentre la lettura dellAccordo cos come gli orientamenti comunitari ed in let-
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teratura suggeriscono in merito che una corretta valutazione del rischio stress
lavoro - correlato non pu essere attuata senza la rilevazione in tutte le situazioni
della percezione soggettiva dei lavoratori, indipendentemente dalla dimensione
dimpresa o del livello di rischio rilevato con altri metodi.
Risulta davvero di difficile comprensione come si sia potuto ipotizzare di
prevedere un percorso per effettuare la valutazione del rischio stress lavoro
correlato che escluda la possibilit di interrogare la percezione dei lavoratori,
contraddicendo lo spirito dellAccordo europeo oltre che la totalit dei metodi
noti e concretamente utilizzati.
Tuttavia la consapevolezza che lentrata in vigore delle disposizioni relative allobbligo di valutazione dello stress lavoro-correlato non poteva subire ulteriori ritardi, oltre
quelli gi registrati, il motivo per cui le posizioni critiche espresse dalla Uil non si
sono manifestate come parere contrario alla approvazione del documento relativo alle
Indicazioni metodologiche.
Abbiamo ritenuto di ribadire, come Uil, quanto sostenuto nei lavori del Comitato con
continuit, richiedendo la messa a verbale nella Relazione di accompagnamento e
ottenendo che gli elementi di criticit evidenziati fossero allegati al pronunciamento
della Commissione stessa, confidando che lapplicazione della norma possa portare
a positive modificazioni nella fase gi prevista di monitoraggio e conseguente adeguamento delle Indicazioni metodologiche.
Le opportunit
Il documento approvato dalla Commissione, come si pu leggere nel primo paragrafo
del testo indica un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di
attuazione dellobbligo di valutazione del rischio da stress lavoro- correlato per
tutti i datori di lavoro pubblici e privati.
Questa formula apre indubbiamente alla possibilit per gli Rls e per il sindacato di
richiedere ai datori di lavoro di adottare metodologie e criteri di valutazione che
consentano di assicurare livelli pi elevati di salute e sicurezza, come per tutti gli altri
rischi presenti in azienda.
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Gli strumenti di rilevazione soggettiva si basano sullanalisi della percezione soggettiva dei lavoratori in merito ai vari aspetti del lavoro (es. organizzazione, contenuto, comunicazione, relazioni sociali, ecc..), si chieder loro, quindi, di esprimersi
rispetto a specifici indicatori di stress connessi al lavoro, ed in merito a domande sul
proprio stato di salute.
La valutazione soggettiva permette di rilevare, in relazione ad alcuni indicatori:
le necessit di sorveglianza sanitaria,
la percezione dei lavoratori dei fattori stressanti,
la eventuale presenza di patologie psichiche e/o organiche
Consente quindi di indirizzare verso le criticit emerse gli interventi di correzione.
I dati risultanti devono essere anonimi e analizzati in forma aggregata, in quanto la
valutazione stress lavoro correlato non deve concentrarsi sui singoli lavoratori ma
rilevare il rischio collettivo della popolazione lavorativa.
Con riferimento alla complessit e alla sensibilit dei dati che si possono raccogliere tramite strumenti di valutazione soggettiva, fondamentale che siano utilizzati
esclusivamente da figure professionali idonee, adeguatamente formate, nel rispetto
del segreto professionale e della privacy dei dati sensibili.
Lo strumento di rilevazione soggettiva pi diffuso il questionario anonimo, somministrato ai lavoratori o a campioni rappresentati degli stessi. Esistono in letteratura diversi strumenti/questionari per la rilevazione della percezione soggettiva dei
fattori potenzialmente stressanti da utilizzare in relazione alle peculiarit della realt
lavorativa che si intende esaminare.
Un altro strumento il focus group (o gruppo di discussione) che un metodo della ricerca psicosociale che consiste in una discussione in profondit in un piccolo
gruppo condotta da un moderatore, spesso in presenza in uno o pi osservatori
- su un argomento oggetto di indagine attraverso il quale rilevare atteggiamenti,
opinioni, ecc..
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2. Questionario Va.RP (Valutazione dei rischi psicosociali)
per le aziende con pi di 50 d.
Per la rilevazione della percezione dei lavoratori
La validazione attuata dallIspesl Dipartimento medicina del lavoro Laboratorio Psicologia
del lavoro in fase di completamento e il questionario sar tra breve disponibile
La validazione del questionario Va.Rp stata realizzata su un campione di circa 2000 soggetti
appartenenti a diversi settori Ateco
Il Questionario rivolto ai lavoratori indaga in merito alle seguenti 8 aree:
processi gestionali (sostegno risoluzione dei problemi, influenza sui processi gestionali,
chiarezza obiettivi organizzativi, consultazione, giustizia organizzativa, comunicazione,
bilanciamento vita privata/lavoro, valutazione)
sviluppo di carriera e competenze (chiarezza dei criteri promozione, equit nella
promozione, stabilit lavorativa, opportunit di sviluppo professionale, apertura ai bisogni
personali, relazione fra abilit personali e compiti lavorativi)
ruolo nellorganizzazione (ambiguit/chiarezza di ruolo,conflitto di ruolo)
caratteristiche del lavoro (condizioni lavorative, pianificazioni dei compiti, carico di
lavoro, ritmo di lavoro, orario di lavoro, chiarezza dei compiti, fluidit lavorativa, autonomia
decisionale)
relazioni interpersonali (isolamento fisico e/o sociale, relazioni sociali, conflitti
interpersonali, coesione di gruppo, integrazione sociale)
supporto sociale (supporto sociale da superiori, subordinati, colleghi)
sicurezza e ambienti di lavoro (ambiente fisico spaziale, attrezzature e strumenti di lavoro,
misure di sicurezza, formazione e informazione sulla salute e sicurezza)
leadership e decisioni (tipologia della supervisione, qualit della leadership, relazioni con
superiori)
Tempi di somministrazione previsti: 20 -25 minuti
Somministratori: Medici con specializzazione in medicina del lavoro, Psicologi, Professionisti
delle risorse umane adeguatamente formati.
Il Questionario Va.rp, sar scaricabile non appena disponibile, dal sito della Uil nella
pagina Salute e sicurezza: http://www.uil.it/newsamb/Default.htm.
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Bibliografia
1. Guida sullo stress legato allattivit lavorativa Sale della vita o veleno letale?.
Commissione Europea, 2002
2. Pubblicazioni dellAgenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro
Factsheet 74 - Le previsioni degli esperti sui rischi psicosociali emergenti relativi
alla sicurezza e alla salute su lavoro (05/09/2007)
Relazione - Prevenzione pratica dei rischi psicosociali e dello stress sul lavoro
(25/11/2002)
Factsheet 32 - Combattere la pressione psicosociale e ridurre lo stress legato al
lavoro (25/09/2002)
Factsheet 31 - Consigli pratici destinati ai lavoratori su come affrontare lo stress
legato allattivit lavorativa e le sue cause (25/09/2002)
Factsheet 30 - Lo stress sul lavoro:
informazioni allindirizzo http://osha.eu.int/ew2002/ (25/09/2002)
Factsheet 22 - Stress legato allattivit lavorativa (22/05/2002)
Relazione - Ricerca sullo stress correlato al lavoro (15/06/2000)
3. Accordo europeo sullo stress sul lavoro (8/10/2004) (accordo siglato da Ces
- sindacato europeo; Unice-Confindustria europea; Ueapme - Associazione
europea artigianato e pmi; Ceep - associazione europea delle imprese partecipate
dal pubblico e di interesse economico generale), Bruxelles 8 ottobre 2004
4. Accordo interconfederale del 9 giugno 2008 per il recepimento dellAccordo
quadro europeo sullo stress lavoro-correlato
5. Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni e integrazioni
6. Lettera circolare in ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie alla
valutazione del rischio stress lavoro-correlato di cui allarticolo 28, comma
1 bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni e
integrazioni. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 17 dicembre 2010
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Note
Note
Note
ITAL-Uil
www.italuil.it
Uil
www.uil.it
Stampa CSR-Roma
Finito di stampare: Aprile 2011