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la Parola
Una lettera damore
per gli abitanti della terra
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PREFAZIONE
La Riforma protestante del XVI secolo ha semplificato e
purificato la religione cristiana, ponendo al centro della
devozione Cristo Ges e la predicazione della Parola.
La Bibbia ha ritrovato il posto centrale nella vita della chiesa. Di fronte al moltiplicarsi di tradizioni, usanze,
dottrine e riti non sempre vagliati e verificati, i riformatori hanno ritrovato il fondamento della verit nelle
Scritture ed esse sono diventate il solo criterio di fede.
La chiesa non ha il potere di esercitare il suo ministero definendo infallibili le verit della fede o dei dogmi,
ma deve vegliare che la dottrina e linsegnamento siano
fondati sulla Bibbia.
I credenti di Berea, nellaccogliere con entusiasmo la
predicazione di Paolo, verificarono che il suo messaggio
fosse in armonia con le Scritture. Or questi erano di
sentimenti pi nobili di quelli di Tessalonica, perch ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni
giorno le Scritture per vedere se le cose stavano cos
(Atti 17:11).
Nessun libro stato amato, odiato, riverito come la
Bibbia. Nel suo nome, uomini e donne sono stati perseguitati. Ha ispirato le pi elevate e nobili azioni; ha dato
senso alla malattia e alla guarigione, alla vita e alla morte, al passato e al futuro.
La Bibbia resta un libro unico e la sua unicit non deriva da influssi culturali, politici e filosofici, ma dalla sua
origine: essa la rivelazione del Padre e di Ges Cristo,
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il Salvatore del mondo, e contiene un messaggio damore per gli uomini di tutti i tempi.
Un proverbio cinese dice: meglio accendere una
candela che maledire loscurit.
In un contesto di crisi e di conflittualit, i credenti,
con laiuto dello Spirito Santo, hanno il compito di riappropriarsi di una predicazione che sappia infondere fiducia, voglia di vivere, capacit di sognare e di immergersi nella vita quotidiana con la consapevolezza che Dio
ci ama. Occorre accendere un lume!
Ascolta la Parola una presentazione semplice e sistematica delle verit contenute nella Scrittura e unesortazione a vegliare per non restare esclusi dalla nuova terra e dal nuovo cielo. Se non vegliamo, il Regno
verr e non ce ne accorgeremo.
Occorre una conversione completa del cuore e della
coscienza per trasformare un luogo di dolore in una
porta di speranza, una vita senza senso in una colma
di gioia e con tanta voglia di fare festa.
Nellora della fatica, della sonnolenza o in quella delladdio continueremo ad affidarci alla misericordia e alla grazia del Signore, sapendo di potervi contare.
Gli Editori
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Capitolo 1
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Capitolo 1
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Capitolo 1
Atti degli Apostoli, e Giovanni, autore del quarto Evangelo, di tre epistole e dellApocalisse.
I numerosi autori biblici rappresentano unampia variet di cultura e di esperienze.
Mos fu educato in tutta la sapienza degli egizi e
guid uno dei pi imponenti movimenti di emancipazione di tutti i tempi.
Giosu fu il valente condottiero che introdusse Israele nella terra promessa.
Davide cominci la sua esperienza come pastore e
ascese poi agli onori regali.
Il re Salomone port Israele alle pi alte vette della
gloria e della ricchezza; Daniele fu primo ministro di Babilonia per parecchi anni; Amos era un semplice mandriano; Matteo un esattore delle imposte; Luca un medico; Pietro un pescatore; Paolo un dottore della legge.
Quale moltitudine di uomini per scrivere un libro! E
la cosa pi straordinaria che i loro scritti si fondono in
modo cos perfetto che sono rimasti insieme da quasi
duemila anni.
Considerando il luogo dove la Bibbia fu redatta si sa
che alcune sue parti furono scritte nel deserto del Sinai,
altre a Gerusalemme, altre ancora in Babilonia mentre
gli ebrei vi dimoravano in esilio. Diversi dei suoi libri furono scritti in una buia cella di Roma e lultimo nellisola di Patmos, nel Mediterraneo orientale.
Il materiale usato era, evidentemente, quello dellepoca: papiri, pergamene, pennelli, penne doca o dosso.
Non straordinario che gli scritti di tanti autori cos
diversi, vissuti in luoghi distanti gli uni dagli altri, separati fra loro da secoli e secoli, siano diventati, una volta
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Capitolo 1
Di particolare interesse sono le seguenti dichiarazioni di Ges Cristo: Poich in verit vi dico: finch non
siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passer senza che tutto sia adempiuto
(Matteo 5:18); la Scrittura non pu essere annullata
(Giovanni 10:35).
Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, si pu dire
che esso contiene la rivelazione di Dio per eccellenza,
poich narra la vita, le opere e la predicazione di Ges,
il Messia, il Figlio di Dio, la Parola di Dio fatta carne.
Dice lautore dellepistola agli Ebrei: Dio, dopo aver
parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai
padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha
parlato a noi per mezzo del Figlio (Ebrei 1:1,2).
quindi ancora Dio che parla anche nel Nuovo Testamento, e gli scrittori dei libri di esso sono pure ispirati. Dice lapostolo Paolo: Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da
Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne
parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali (1 Corinzi 2:12,13).
E lapostolo Giovanni inizia lApocalisse, il libro conclusivo dellintera collezione biblica, con queste parole:
Rivelazione di Ges Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che
egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Ges Cristo tutto ci che ha visto (1:1,2).
Non bisogna tuttavia pensare che gli scrittori biblici
siano stati degli automi o dei semplici amanuensi che
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Capitolo 2
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Capitolo 2
in segreto; quando questi fatti avvenivano, io ero presente; ora, il Signore, Dio, mi manda con il suo Spirito.
Qui vengono menzionate tre persone. Il Messia promesso parla del Signore che lo ha mandato e dello Spirito
per il quale mandato. Si tratta di chiare allusioni - a dispetto di un contesto fortemente monoteista - allunicit
di Dio, al carattere distinto delle tre persone menzionate e alla complementariet che esiste tra di loro. Tutto
questo si avvicina molto a unaffermazione trinitaria.
Lo stesso avviene per i frequenti riferimenti allangelo del Signore. Dio presentato come un mediatore divino che appare sotto forma umana e parla faccia a faccia con personaggi dellAntico Testamento. Per due volte
aiuta e incoraggia Agar (Genesi 16:7-14; 21:17). A due riprese chiama dal cielo Abraamo (Genesi 22:11,15-19).
langelo del Signore che appare a Mos nel pruno ardente e che identifica se stesso con il Signore (Esodo 3:2-6).
Questo stesso angelo ha protetto Israele nel suo esodo dallEgitto (Esodo 14:19,20; 13:21). Moltissime volte
in queste narrazioni, langelo chiamato: Signore, bench sia inviato di Dio (Esodo 23:20; 32:34). Si parla di lui
come del Signore e dellangelo del Signore. Tutto ci
suggerisce una volta di pi una chiara anticipazione della rivelazione completa della trinit cos come si trova
nel Nuovo Testamento, come se questo insegnamento
fosse stato accuratamente tenuto in serbo per essere rivelato a tempo debito.
Dilemma per gli apostoli
Tutto si chiarisce quando si arriva al Nuovo Testamento,
dove sembra che lincarnazione di Ges, la crocifissione,
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la risurrezione, la venuta dello Spirito Santo alla Pentecoste - e il suo influsso nella chiesa - abbiano portato gli
apostoli a chiedersi come rendere conto di questi avvenimenti pur mantenendo la fede in un Dio unico. Come
pu Dio essere uno e trino? possibile conciliare sia lunicit di Dio sia la divinit di Cristo? Levento Cristo pone una domanda irrisolvibile.
Gli apostoli non pensavano minimamente di contestare la divinit del Padre e la sua personalit (1 Corinzi 1:3;
8:4,6; 15:24; Galati 1:1,3); Ges stesso li aveva spesso
esortati a sottomettersi al Padre che nei cieli (Matteo
6:1; 7:11; 18:14; 23:9) e parlava di lui come Dio. In Matteo 6:26 Ges ricorda a chi lo ascolta che il nostro Padre
celeste nutre gli uccelli del cielo e, al v. 30, che il nostro
Dio riveste lerba dei campi. Ges conclude dicendo che
non dobbiamo preoccuparci di quello che mangeremo,
di quello che berremo e di che cosa ci vestiremo, perch
il vostro Padre celeste sa di che cosa avete bisogno (vv.
31,32). evidente che per Ges, Dio e il vostro Padre celeste sono espressioni interscambiabili che descrivono
una persona al di fuori di se stesso.
Per cui Ges e il Padre sono due persone distinte.
Questo fatto viene sottolineato in diversi brani nei quali
il Signore parla del Padre come di suo Padre (Matteo
7:21; 10:32,33; 11:27; Luca 10:22; 22:29; Giovanni 5:17;
6:32) e si rivolge a lui dicendo semplicemente Padre
(cfr. Matteo 11:25,26; Marco 14:36; Luca 22:42; Giovanni 17:1,5,21,24).
Non solo il Padre chiamato Dio, ma gli attributi che
lo caratterizzano appartengono solo a lui. Egli santo
(cfr. Giovanni 17:11,25), sovrano (Matteo 6:10; 11:25;
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Capitolo 2
1:12; Efesini 5:5; 2 Pietro 1:1), ma altres lo Spirito Santo presentato con loro fin dallorigine, fonte stessa della grazia che Dio accorda.
Nei primi scritti di Paolo come negli ultimi, le tre persone sono menzionate insieme come fonti di benedizioni
e di salvezza (cfr. 1 Tessalonicesi 1:2-5; 2 Tessalonicesi
2:13,14; 1 Corinzi 12:4,5; Efesini 2:18; 3:2-6). Questa unione e uguaglianza tra le tre persone della divinit, sono sottolineate nella maniera pi esplicita da Paolo: La grazia
del Signore Ges Cristo e lamore di Dio e la comunione
dello Spirito Santo siano con tutti voi (2 Corinzi 13:13).
anche il punto di vista di Ges: Andate dunque e
fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Matteo
28:19). Limportanza eccezionale di questa dichiarazione sta nel fatto che essa afferma in modo impressionante lunit del Padre, del Figlio e dello Spirito collegandoli strettamente con lespressione nel nome di (al singolare) pur mettendo laccento sul loro carattere specifico per mezzo della ripetizione dellarticolo definitivo davanti a ognuno di loro.
Conclusione
Dio uno. Ci sono tre persone, ma un solo Dio.
Anche se apparentemente contraddittoria, questaffermazione tuttavia in armonia con le Scritture, che mostrano poco interesse per le formulazioni puramente speculative sullunicit di Dio. I numerosi sforzi che sono stati fatti per tentare di spiegare questo concetto hanno portato allo sviluppo delle teorie triteiste e modaliste di Dio (le
triteiste negano lunit dellessenza divina, le modaliste ne24
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Capitolo 3
LA CREAZIONE
Uno degli attributi fondamentali di Dio in relazione alluomo e al mondo quello di creatore. Dio creatore
non solo delluomo, ma di tutte le cose: luniverso la sua
opera. Questo , per il credente, oggetto primario di fede: Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati
dalla parola di Dio (Ebrei 11:3).
Tuttavia, secondo la Bibbia, la natura e la ragione offrono ampi indizi della loro origine (e della grandezza
del Dio creatore) a chi si accosta a esse con animo disponibile e senza pregiudizi.
Il racconto della creazione della terra e delluomo trova posto nelle prime pagine della Scrittura (cfr. Genesi
capp. 1 e 2), pur con il linguaggio del tempo e in una cornice pedagogica.
La narrazione della Genesi e il quadro complessivo
del messaggio biblico sono in evidente e insanabile antitesi con levoluzionismo, unideologia che, comunque
adattata, contrasta con alcune verit bibliche essenziali.
Il genere umano stato fatto da Dio amministratore e guardiano della creazione: lattuale situazione di
irrefrenabile degrado del nostro pianeta mostra quanto
luomo abbia tradito questo suo elevato compito (V.
Fantoni e R. Vacca).
Nel dialogo tra scienza e fede, lostacolo nellannun26
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Capitolo 3
Secondo il prologo del vangelo di Giovanni, non necessario dimostrare in che cosa si differenzino i racconti
mitologici della creazione e le affermazioni bibliche, perch lo scopo della creazione non prevede la modalit: luomo non sa come Dio abbia creato. Nel principio era la
Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era
nel principio con Dio. Ogni cosa stata fatta per mezzo di
lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte stata fatta
(Giovanni 1:1-3). Tu, Signore, nel principio, fondasti la
terra, e i cieli sono opera delle tue mani (Ebrei 1:10).
Dio cre dal nulla, non fu un demiurgo, come indicano i miti antichi, che trasformava la materia gi esistente; non vi neppure il sospetto che Dio possa confondersi con la materia, un dio panteista. Dio precede la
materia ed distinto da essa.
La creazione voluta da Dio
Nel principio Dio cre cieli e terra (Genesi 1:1). Dio
cre; non c nessuna incertezza n ambiguit di alcun
genere; latto della creazione puntuale e definitivo, non
prolungato nel tempo. Il verbo qui usato corrisponde
al nostro passato remoto e indica unazione completa e
compiuta in un momento ben determinato.
Il verbo br ha come soggetto esclusivamente Dio
che chiama allesistenza il mondo e le singole creature.
Tutte queste cose lodino il nome del SIGNORE, perchegli comand, e furono create (Salmo 148:5).
Poich, ecco, egli forma i monti, crea il vento, e fa
conoscere alluomo il suo pensiero; egli muta laurora in
tenebre, e cammina sulle alture della terra. Il suo nome
il SIGNORE, Dio degli eserciti (Amos 4:13).
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Capitolo 3
Conclusione
Il messaggio biblico della creazione in realt il messaggio del Creatore. La nostra conoscenza e la nostra relazione con la creazione diventano altra cosa se passano
attraverso la conoscenza del Creatore. E poich si fatto uomo ed entrato nella nostra storia, possibile vivere con lui una relazione personale. Da questa conoscenza procede la vera vita: Tutto questo allo scopo di
conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui
nella sua morte (Filippesi 3:10).
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Capitolo 4
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Capitolo 4
vi conseguenze pratiche, come ad esempio la svalutazione di ogni attivit corporea. La divisione fra anima e corpo, spirito e materia, ha lasciato delle eredit che pesano ancora oggi: dalla diversa dignit del lavoro (quello
intellettuale pi considerato e remunerato), alla catastrofe ecologica, ecc. Ma la concezione biblica diversa;
luomo ununit psicosomatica, unanima vivente
(cfr. Genesi 2:7). Le distinzioni presenti nella Bibbia fra
anima, spirito, corpo, carne, soffio esprimono, nella cultura del tempo, le varie manifestazioni dellesistenza.
importante sottolineare tutto ci per due motivi:
1. che la chiesa deve adoperarsi per luomo nella sua
totalit, deve essere al servizio delle esigenze spirituali,
ma se occorre anche di quelle fisiche, sociali ed educative.
2. per cui una giusta concezione delluomo fondamentale, riguarda il nostro destino dopo la morte. Se
non esiste unanima immortale, che ne sar di noi?
Fedele alla tradizione ebraica anche il Nuovo Testamento non parla della sopravvivenza dellanima, ma di
una risurrezione di ogni uomo alla fine dei tempi. Questa la promessa di Dio. Le conseguenze dottrinali di
questa visione delluomo che la Scrittura presenta e che
la chiesa avventista accetta sono immaginabili: per
esempio essa rende inammissibile il culto dei morti, la
vita dellaldil, cos com concepita da molti cristiani, lo
spiritismo, ecc.
La morte, che lascia luomo nellincoscienza sino alla
risurrezione finale, resta la sua grande nemica e non il
passaporto per unaltra dimensione.
Essa sar vinta definitivamente al ritorno di Ges (cfr.
1 Corinzi 15:52-54) (V. Fantoni e R. Vacca).
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Capitolo 4
riori alle bestie, e rimodellarla in qualche modo Utilizziamo allora la nostra intelligenza per giudicare il nostro comportamento - A. McGrath, Teologica cristiana,
Claudiana, Torino, p. 424.
Tommaso dAquino, seguace di Aristotele, ritiene che
il peccato non abbia cancellato limmagine di Dio, infatti luomo continua ad avere lanima immortale. La riflessione cristiana sulluomo fu affascinata dal tema dellimmagine di Dio. La categoria principale dellantropologia patristica era appunto uno sviluppo speculativo di
tale tema.
b. Sul piano della redenzione
La dottrina della creazione a immagine di Dio stata vista anche in stretta relazione con la redenzione. Tertulliano e Origene ritenevano che la salvezza elevasse luomo alla sua massima pienezza con una relazione perfetta in Dio, lo sviluppo culminante non poteva che essere
limmortalit. Atanasio insegnava che Dio aveva creato
gli esseri umani dotati della capacit di relazionarsi con
la vita di Dio. La comunione con il Logos divino aveva la
sua massima partecipazione nel giardino dellEden, ma
poi le cose si sciuparono. Per lui Adamo ed Eva avrebbero potuto godere una relazione perfetta con Dio.
Per i padri cappadoci luomo era esente dalle normali debolezze che in seguito colpirono la natura umana,
per esempio la morte. Cirillo di Gerusalemme riteneva
che Adamo ed Eva non avessero alcuna necessit di perdere lo stato di grazia. Dopo la caduta per scelta volontaria, limmagine di Dio stata deturpata, una tara estesa a tutta lumanit.
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Capitolo 4
creatura. Le due cose vanno insieme. Lantropologia biblica si fonda sul legame che unisce luomo con Dio e
questo legame basato sul presupposto di accettare se
stesso come creatura e Dio come creatore.
Non una questione teoretica, ma fondamentalmente esistenziale. Nel racconto della Genesi tutte le cose
create, luce, astri, mare, terra, vegetazione, animali sono
trattate in modo impersonale, sia la luce, produca la
terra solo luomo diventa linterlocutore di Dio sulla
terra. Questo il primo significato delluomo biblico;
egli lambasciatore di Dio nei confronti e in rapporto
agli altri esseri che lo circondano.
La dipendenza delluomo da Dio non alienante, scaturisce da una libera scelta e da un rapporto damore.
Giobbe, dal profondo del suo dolore e della sua rivolta
contro Dio, lo implora: Ricordati che mi hai plasmato
come argilla e tu mi fai ritornare in polvere! (Giobbe
10:9; 33:6). Il poeta Davide, parlando dellimmensit e
dellonniscienza di Dio, guarda se stesso e si riconosce
come un essere creato: Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrer, perch sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere e lanima mia lo sa molto bene (Salmo 139:13,14).
Luomo non pu trovare in s la propria ragion dessere: una creatura che dipende da Dio. Dio il sovrano
che crea a partire dalla sua parola (Salmo 33:9), luomo
unesistenza effimera e bisognosa.
Ma la dipendenza da Dio non va intesa nel rapporto
padrone-schiavo, ma in quello di padre-figlio. Si tratta di
una dipendenza liberatoria, perch libera luomo da tut38
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brio dellecosistema. Luomo sta compromettendo il proseguimento della vita per le prossime generazioni. Era
compito delluomo costruire, sviluppare, proteggere
lambiente naturale dal quale dipende la sua stessa sopravvivenza.
Purtroppo la sua azione non assimilabile a quella di
un benefattore, ma piuttosto a quella di un despota che
sfrutta il sottosuolo, distrugge la vegetazione, inquina
laria e lacqua. La sua vocazione era tuttaltra; venuto
meno. Dio aveva posto ogni cosa sotto i suoi piedi
(Salmo 8:6), ma luomo ha calpestato questo capitale
non suo, lo sta lentamente distruggendo, si prospetta in
futuro una lenta morte per suicidio.
Crescete e moltiplicate
Il secondo aspetto della missione affidata alluomo riguarda la trasmissione della vita che a sua volta ha ricevuto in dono dal Padre suo, Dio stesso.
Luomo chiamato a partecipare allopera creativa
trasmettendo ai suoi figli limmagine di Dio che egli stesso ha ricevuto e da ora innanzi i figli saranno anche allimmagine delluomo. Nel giorno che Dio cre luomo,
lo fece a somiglianza di Dio, li cre maschio e femmina,
li benedisse e diede loro il nome di uomo, nel giorno
che furono creati. Adamo visse centotrentanni, gener
un figlio a sua somiglianza, a sua immagine e lo chiam
Set (Genesi 5:1-3).
Fare lesperienza del genitore significa riscoprire il
senso e il valore dellindividuo. Come il Dio unico crea
un essere unico, cos anche luomo non clona se stesso,
ma capace di creativit, di trasmettere lindividualit
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il bisogno di relazione, il rincorrersi dei cuori e infine lestasi dellabbandono nellaltro, senza confondersi, senza
perdersi totalmente, ma continuando a restare laltro.
Uguaglianza
Nel mondo antico solo il re possedeva limmagine di Dio,
solo il faraone era il figlio di Dio e quindi aveva pieni diritti per trattare gli altri come suoi sudditi. La Bibbia allarga questo privilegio a tutto il genere umano, lumanit
intera creata a immagine di Dio.
Nel nome di questa fondamentale uguaglianza vengono abbattute le pareti che la mentalit maschilista, presente in tutte le culture, ha eretto fra luomo e la donna,
per gettare unombra di discriminazione su questultima.
Il disprezzo per la donna non si esprime solamente nel
considerarla un essere di serie b o nel trasformarla in
serva, schiava di un tiranno possessivo; spesse volte il disprezzo ha delle connotazioni pi sottili, psicologiche.
Sessualit
La polarit sessuale strettamente collegata allimmagine di Dio nelluomo. Luomo e la donna si cercano e si
amano perch il sesso non qualcosa di sporco, dimmorale. Non neppure un dio esigente. Lamore si esprime attraverso la globalit della persona umana, non solo la sua mente e il suo spirito sono attraversate dalle onde, ma anche il corpo partecipa, senza falsi pudori, senza paura, senza angoscia, senza frustrazioni. Luomo e la
donna, proprio perch sono stati creati a immagine di
Dio, continuano a rincorrersi e a cercarsi. Lamore ricerca costante, non qualcosa di acquisito una volta per
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altri e tale apertura si esprime nelluguaglianza e nellamore, compreso quello fisico nellambito della coppia.
Tuttavia, il vero amore si esprime solo l dove ci sono la
libert e la responsabilit.
e. Libert e responsabilit
La nozione delluomo in quanto immagine di Dio conduce verso la libert e la responsabilit. Luomo deve rispondere delle sue scelte e delle sue mancate scelte. Nelluomo Dio non cercava il riflesso automatico, non ha
creato un robot n una marionetta, ma una persona in
grado di rispondere al suo appello damore. Dio cercava
il riflesso vivente del suo amore, che per pu comunicarsi solo l dove c piena libert.
Luomo creato da Dio, ora deve inventare il suo destino, la sua vita e la sua morte dipendono anche da lui,
dalla sua libera decisione. In mezzo al giardino dEden
si trovava lalbero della vita (Genesi 2:9), il cui accesso
era affatto libero. Solo in questo modo luomo avrebbe
riconosciuto che la vita, la sua vita, dipendeva da qualcosa che non fosse insito in se stesso, ma che veniva dallesterno. La fonte della vita Dio stesso; luomo libero
di accettare o rifiutare la dipendenza da lui. Se accetta
diventa suo figlio, se rifiuta corre il rischio di sentirsi
lui stesso come un dio.
Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinch tu
viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, il tuo
Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui,
poich egli la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni (Deuteronomio 30:19-20). Scegli la vita dice il Si45
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Capitolo 4
gnore: in questo modo luomo invitato a fare un uso responsabile della sua libert, dicendogli di s. Dio ha corso dei rischi grandi nel creare luomo libero di scegliere,
ma era questo lunico modo per garantirgli una dignit
superiore al cane, al gatto, alla scimmia. Molto peggio
sarebbe stato per luomo se gli fosse stata sequestrata la
libert, se fosse stato programmato per fare solo il bene,
un bene non frutto di una libera scelta, di una volont
che coscientemente accetta lo stato di figliolanza, o il risultato di un rapporto di fiducia e damore. Il rischio
sembra che sia stato attenuato dal fatto che Dio cre ogni
cosa molto buona (Genesi 1:31).
Lespressione tov meod applicata al creato e quindi anche alluomo, sta a indicare che, fin dalle origini, luomo
non stato catapultato in un processo evolutivo per migliorare il suo bagaglio genetico e il suo cervello. Alla fine
dellatto creatore Dio vide che tutto quello che aveva fatto, era molto buono (tov meod). Nelluomo cera inclinazione verso il bene, lamore e la pace. Luomo cercava naturalmente lamicizia con Dio e Dio alimentava nel cuore
delluomo la pianta del bene, in modo che non potesse
mai stancarsi di continuare a rispondere al suo amore. La
libert delluomo, bench sia relativa perch quella assoluta appartiene solo a Dio, la riprova che lessere umano non totalmente determinato e programmato.
f. Luomo e il sabato
Il primo giorno delluomo fu un sabato. Il settimo giorno Dio comp lopera che aveva fatta, e si ripos il settimo
giorno da tutta lopera che aveva fatta. Dio benedisse il
settimo giorno e lo santific, perch in esso Dio si ripos
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Capitolo 4
Che cos luomo perch tu lo ricordi? - dice il salmista - tu lo hai fatto solo di poco inferiore a Dio, lo hai
coronato di gloria e donore (Salmo 8:4-6).
Eppure in presenza di tanta ricchezza di senso, di vita realizzata, di felicit, di pace e damore accaduto
qualcosa che ha seminato la diffidenza ed apparsa
lombra della disperazione. Che cosa successo?
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CRISI DIDENTIT
Oggi il concetto di peccato sempre pi fuori moda.
Recenti statistiche confermano che ben pochi sono i
peccati tradizionali considerati ancora tali. La coscienza
della gente condanna ancora gesti come lomicidio, il
furto, la menzogna, mentre riabilita ladulterio, la bestemmia, la violazione delle feste e in genere tutto ci
che non comporta danni immediati alla societ.
Cos in realt il peccato?
Per rispondere occorre rifarsi al testo biblico, precisamente ai primi capitoli della Genesi, in cui descritto
il primo peccato dellumanit. Lepisodio, al di l della
lettera, appare profondamente significativo.
Siamo di fronte a un dramma che, inserito in una cornice pedagogica adatta a ogni tempo, pone alla nostra
attenzione un problema esistenziale molto attuale: chi
deve decidere ci che giusto o sbagliato? Chi stabilisce
il codice etico a cui attenersi? Luomo risponde in modo
chiaro disubbidendo allordine divino e affermando cos
la propria autonomia, la propria sovranit.
La sfida alla sovranit di Dio sinserisce, daltra parte,
in una situazione di ribellione che trascende la terra e
abbraccia luniverso intero. In questo conflitto presente linquietante personaggio di Satana.
Il desiderio di autonomia il presupposto ideologico
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Capitolo 5
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In ogni tempo lumanit ha sperimentato, suo malgrado, la triste realt del dolore, della malattia, della
morte e di ogni altra perturbazione fisica e morale, giungendo cos a una scoperta terribile, quella del male.
Il problema del male trattato a fondo nella Bibbia;
anzi, lintera Scrittura una descrizione drammatica
della vicenda umana, vista come tremendo conflitto tra
il bene e il male. Questo conflitto, che ha avuto un inizio, avr pure una fine: il bene trionfer e il male sar
annientato.
1. Origine del male
La Bibbia non spiega lorigine del male, ne constata la
presenza. Il male inspiegabile, irrazionale e ingiustificato, se lo si spiega diventa comprensibile alla ragione.
Da vari passi biblici si pu ricavare che il male stato introdotto nelluniverso da Satana e dai suoi accoliti.
Alcuni potranno sorprendersi nelludir parlare di Satana come di un essere e non di un principio. Ma la
Scrittura non lascia dubbi circa la concreta esistenza del
maligno. Ges stesso lo ha chiaramente affermato: Io
vedevo Satana cadere dal cielo come folgore (Luca
10:18); egli stato omicida fin dal principio e non si
attenuto alla verit, perch non c verit in lui. Quando
dice il falso, parla di quel che suo perch bugiardo e
padre della menzogna (Giovanni 8:44).
Altrove Satana descritto come un angelo, decaduto,
diventato il nemico di ogni giustizia, lingannatore,
colui che seduce tutto il mondo, il tentatore, colui
che esercita la potenza delle tenebre, in breve il nemico
di Dio e degli uomini.
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Capitolo 5
gedia espressa dallapostolo Paolo come segue: Sappiamo infatti che la legge spirituale; ma io sono carnale,
venduto schiavo al peccato. Poich, ci che faccio, io
non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma
faccio quello che odio. Difatti, io so che in me, cio nella mia carne, non abita alcun bene; poich in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. Infatti il
bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio,
quello faccio... Mi trovo dunque sotto questa legge:
quando voglio fare il bene, il male si trova in me. Infatti
io mi compiaccio della legge di Dio, secondo luomo interiore, ma vedo unaltra legge nelle mie membra, che
combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che nelle mie membra.
Me infelice! Chi mi liberer da questo corpo di morte?
(Romani 7:14,15,18,19,21-24).
Per uscire da questa angosciosa contraddizione, da
cui umanamente non c via duscita, necessaria la grazia, il soccorso divino.
La promessa del Redentore brilla gi sin dalle prime
pagine della Genesi, nelloscura notte della prova delluomo. I nostri progenitori non furono lasciati nella disperazione. Prima ancora che lasciassero lEden, risuon
per loro una promessa nelle parole rivolte dal Signore a
Satana: Io porr inimicizia fra te e la donna, e fra la tua
progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccer il capo e tu le ferirai il calcagno (Genesi 3:15).
Come vedremo nel prossimo capitolo, la progenie
della donna che schiaccer il capo al serpente, cio che
sconfigger Satana liberando lumanit dalla schiavit
del male, si materializzer nella persona di Ges Cristo.
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Capitolo 6
CHI GES?
Allora fissata da Dio, Ges Cristo apparve per compiere
la sua missione di Salvatore del mondo: Ma quando
giunse la pienezza del tempo - scrive Paolo - Dio mand
suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge (Galati 4:4).
1. Il mistero dellincarnazione
E la Parola diventata carne e ha abitato per un tempo
fra di noi afferma Giovanni (1:14).
Figlio di Maria, ma concepito per virt dello Spirito
Santo, Ges nacque innocente, come innocenti erano
Adamo ed Eva prima della loro disubbidienza. Cristo
il secondo Adamo. Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente; lultimo Adamo spirito vivificante... Il primo uomo, tratto dalla terra, terrestre; il secondo uomo
dal cielo (1 Corinzi 15:45,47).
Cristo stato veramente il Figlio delluomo, nome
che egli preferiva a ogni altro. La sua umanit stata reale, effettiva: cresciuto come noi, come noi ha conosciuto
fame, sete, sonno, stanchezza, gioia e dolore. Come noi
stato esposto al peccato e tentato in ogni cosa ma, a
differenza di noi, non ha peccato. Ges perfino passato per la morte e in tal modo stato veramente fatto simile ai suoi fratelli in ogni cosa (Ebrei 4:15; 2:17).
Cristo si abbassato fino a noi per innalzarci sino a
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Capitolo 6
in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini (Luca 2:52). Sebbene Ges sapesse gi allet di
dodici anni che la missione della sua vita era quella di
adempiere la volont del Padre, nondimeno dovette
aspettare fino ai trenta per intraprendere il suo ministero pubblico, iniziatosi solennemente con il battesimo
che Giovanni il battista gli amministr nelle acque del
Giordano. Questo ministero dur tre anni e mezzo.
4. Il suo insegnamento
Ges percorreva tutte le citt e i villaggi, insegnando
nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e
guarendo ogni malattia e ogni infermit (Matteo 9:35).
Linsegnamento di Cristo, il Maestro per eccellenza,
era veramente unico, impartito con autorit. Il modo poi
con cui veniva presentato attirava e continua ad attirare
fortemente lattenzione delle moltitudini. Ges rivestiva
verit altissime con immagini tratte dalla natura e dalla
vita di tutti i giorni, riuscendo cos accessibile a ogni categoria di ascoltatori.
Essendo Cristo splendore della sua gloria e impronta
della sua essenza (Ebrei 1:3), il contenuto del messaggio
suo agli uomini verteva principalmente sul carattere e
sulla volont del Padre, che egli cos rivelava al mondo, e
sul regno di Dio, che annunziava agli uomini come molto vicino e di cui precisava le condizioni per farne parte:
pentimento e conversione. Legge di questo regno il decalogo, compreso da Cristo nel suo vero significato spirituale e riassunto in due precetti positivi, amore per Dio e
amore per il prossimo. In tale regno gli uomini sono tutti fratelli, in quanto figli di un unico Padre.
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5. I suoi miracoli
Il libro degli Atti (10:38) dice che: Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e comegli andato dappertutto
facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto
il potere del diavolo, perch Dio era con lui.
Ges fece moltissimi miracoli, e solo una parte di essi sono narrati nei vangeli. Manifestazioni della sua misericordia e potenza, essi consistevano principalmente
in guarigioni di lebbrosi, ciechi, paralitici e sordomuti,
per non parlare della risurrezione dei morti e dei miracoli sulla natura. Questi miracoli Ges li comp mediante la sua parola, ma ne va ricercato il segreto nella sua
perfetta comunione con il Padre. Daltra parte, Ges poneva generalmente una condizione per ladempimento
dei miracoli stessi: la fede. Molte volte, infatti disse: Se
tu credi, Se avete fede.
6. Le sue sofferenze e la sua morte
Per cercare e salvare ci che era perduto (Luca 19:10),
Ges ha dovuto patire, e poi morire. Nel corso del suo ministero soffr per lincomprensione dei discepoli, uno dei
quali, Giuda, lo trad, e un altro, Pietro, lo rinneg; per lostilit dei capi religiosi e, soprattutto, per lempiet generale. Sofferenze particolarmente crudeli e amare furono
poi per lui quelle della Passione. Nessuna umiliazione gli
fu risparmiata. Il supplizio della croce, considerato infamante, era sommamente doloroso, ma unangoscia ancora pi grande era aggiunta alle sue sofferenze dal peso assuntosi dei peccati del mondo che, separandolo per un
istante dal Padre, gli strapp il grido doloroso: Dio mio,
Dio mio, perch mi hai abbandonato? (Matteo 27:46).
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Capitolo 6
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ne, alla presenza dei discepoli riuniti sul monte degli Ulivi.
La risurrezione di Cristo, solennemente attestata dalla testimonianza e dalla vita degli apostoli , insieme con
la sua morte, levento pi importante di tutta la storia.
Senza di essa, la fede cristiana crolla e il sacrificio di Cristo perde ogni suo significato. Infatti solo grazie alla risurrezione noi abbiamo la certezza di un Salvatore vivente; essa garanzia della nostra stessa risurrezione
spirituale e di quella futura dellintero nostro essere.
Dice lapostolo Paolo: Ma ora Cristo stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti,
poich per mezzo di un uomo venuta la morte, cos anche per mezzo di un uomo venuta la risurrezione dei
morti. Poich, come tutti muoiono in Adamo, cos anche
in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo (1
Corinzi 15:20-23).
Cristo ha dunque trionfato sulla morte, e cos sul male e su Satana, attuando le promesse fatte da Dio ad Adamo ed Eva, ai patriarchi e ai profeti. Egli un Salvatore
perfetto, unico: In nessun altro la salvezza; perch
non vi sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati (Atti 4:12).
E ai suoi discepoli, dice la Bibbia, offerta la stessa
possibilit di trionfo. Vincere il male pu diventare
realt effettiva fin da ora, mentre il trionfo sulla morte e
il definitivo instaurarsi del regno di Dio restano prospettive future, che troveranno il loro adempimento in seguito al verificarsi dellevento di cui ci occuperemo nel
prossimo capitolo.
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Capitolo 7
il nostro animo deve essere ancorato a Dio per poter trovare una simile pace. Per riuscirci occorre entrare in relazione con lui mediante una conoscenza personale della sua volont e della vita che egli ha tracciato per noi. A
mano a mano che ci familiarizzeremo con la sua Parola
vedremo accrescersi in noi la fede e la fiducia. Paolo ci
assicura del buon esito di questo procedimento: Cos la
fede viene da ci che si ascolta, e ci che si ascolta viene
dalla parola di Cristo (Romani 10:17).
Davide sapeva bene come ancorarsi a Dio e lo spieg
cos: Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non
peccare contro di te (Salmo 119:11).
I credenti ripongono la Parola di Dio nel cuore e nella mente. Dio ci d la certezza della sua pace nella nostra
vita, se facciamo dei principi della Scrittura la nostra regola di fede. Ges ha spiegato che essa importante per
noi non meno dello stesso pane quotidiano: Non di pane soltanto vivr luomo, ma di ogni parola che proviene
dalla bocca di Dio (Matteo 4:4).
Il profeta Geremia trov il segreto della pace perfetta
in mezzo alle difficolt, e cos si espresse: Appena ho
trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono
state la mia gioia, la delizia del mio cuore, perch il tuo
nome invocato su di me, SIGNORE, Dio degli eserciti
(Geremia 15:16).
Non un mistero che molti abbiano paura di divorare gli insegnamenti contenuti nel Libro e di vivere in
armonia con essi. Farlo, li metterebbe contro corrente.
Cos, ogni volta che si propongono di vivere secondo
questi insegnamenti, il loro cuore si riempie di timore.
Ma Ges ci assicura che, se faremo della Parola la nostra
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regola di fede e di condotta, non avremo motivo di temere, perch Dio si prender cura delle nostre necessit
materiali come di quelle spirituali.
Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte
queste cose vi saranno date in pi (Matteo 6:33).
Vi sono delle promesse meravigliose per tutti quelli
che mettono Dio al primo posto nella vita quotidiana:
Io metter le mie leggi nelle loro menti, le scriver sui
loro cuori; e sar il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo (Ebrei 8:10).
Il segreto della pace sta nellappartenere a Dio e nellaverlo dimorante in noi. Una tale relazione fa cessare il
nostro timore del presente e del futuro: Il SIGNORE per
me; io non temer; che cosa pu farmi luomo? (Salmo
118:6).
3. Lesperienza di una fede operante
La Bibbia contiene, dal principio alla fine, narrazioni
mirabili di fede operante. Un capitolo intero, lundicesimo dellepistola agli Ebrei, dedicato agli eroi della fede,
i veri grandi uomini della storia. Nel corso dei secoli sono esistite delle persone che hanno trovato il senso della
propria esistenza e il resoconto ispirato di questa scoperta prodigiosa ci stato trasmesso per nostra guida.
Alla possibile obiezione: Questi racconti sono tutti molto interessanti, ma noi viviamo in tempi diversi, e cose simili, oggi, non succedono pi, si pu rispondere ricordando una verit eterna: Io, il Signore, non cambio
(Malachia 3:6), Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e in
eterno (Ebrei 13:8).
Il segreto del benessere oggi lo stesso dei tempi bi69
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Capitolo 7
blici. La fede tuttora una forza positiva. Pace e soddisfazione sopravvengono se impariamo ad avere fiducia
in Dio, sorgente di vera gioia. Tu minsegni la via della
vita; vi son gioie a saziet in tua presenza (Salmo
16:11).
Un operaio, schiavo dei liquori, era diventato alla fine
un alcolizzato cronico. Quando non aveva bevuto lo si
poteva dire una brava persona; ma, reso folle dal bere,
somigliava a un leone furioso. La pessima abitudine lo
priv del denaro, del lavoro e perfino dei mobili di casa.
La moglie e i figli vennero a trovarsi nellindigenza, e
avevano paura di vederselo tornare a casa in preda ai fumi dellalcol.
Ma una sera questuomo entr barcollando in una
chiesa e si sedette su di una panca per ritrovare lequilibrio. Qui, nonostante il suo ottenebramento mentale,
qualcosa gli tocc il cuore ed egli si consacr a Dio.
Rinsav, divenne temperante e continu a esserlo. La
gente diceva che non sarebbe durata. Ma Dio dimorava
ormai in quelluomo e la cosa dur. Loperaio riprese a
lavorare, ricostitu la sua casa, vest i figli e riusc persino ad acquistare un negozio. La moglie ebbe presto un
aspetto diverso, e la casa divenne per lei un piccolo paradiso in terra. I figli, che prima temevano larrivo serale del padre, ora gli correvano incontro per salutarlo.
Quelluomo aveva riportato la vittoria grazie alla potenza salvatrice di Dio. Aveva ormai la pace in s e nella
casa. S, il Signore sempre la fonte di pace e di forza per
vincere il peccato! La fede in lui risponde a ogni necessit umana. Egli non ha riguardi personali (Atti 10:34),
e far per voi quanto ha fatto per moltissimi altri.
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Capitolo 7
Conclusione
La fede in Dio ci permette di scoprire quel misterioso
quid che trasforma la nostra natura e ci d una pace
che supera ogni intelligenza, anche quando la vita ci costringe a percorrere strade dure e scoraggianti.
Se a volte, paure segrete, problemi impossibili da risolvere sembrano avvelenare la nostra esistenza, possiamo portare queste nostre esitazioni al Signore con la
certezza che quandanche il nostro grido restasse appeso nel vuoto, il Signore accompagna il nostro cammino
difficile. La Parola di Dio contiene la sapienza celeste e
la guida divina. Se poi cerchiamo la felicit non occorre
ingannarsi; la si pu trovare soltanto in unamicizia continua con il Signore.
Nella Bibbia sono contenuti i principi di vita che portano alla felicit, e quando percorriamo i gradini che Dio
ha stabilito in vista di essa, troviamo una pace duratura.
Se tu fossi stato attento ai miei comandamenti la tua
pace sarebbe come un fiume, la tua giustizia, come le
onde del mare (Isaia 48:18). provato che grande pace hanno quelli che amano la tua legge e non c nulla
che possa farli cadere (Salmo 119:165).
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Capitolo 8
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Capitolo 8
accettando la salvezza, lunica loro prospettiva la distruzione. Di loro dice infatti Paolo: Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e
dalla gloria della sua potenza (2 Tessalonicesi 1:9). E lo
stesso concetto espresso in unaltra epistola, dove si
parla del giorno del giudizio e della perdizione degli
empi (2 Pietro 3:7). Non solo luomo un peccatore, e
quindi un essere perduto ma - come gi dicevamo - anche incapace di porre rimedio al suo triste destino.
La Bibbia afferma ripetutamente che nessun sacrificio, nessuna opera buona compiuta dalluomo sufficiente per procurargli la salvezza. Egli ci ha salvati non
per opere giuste da noi compiute dice lapostolo Paolo
nellepistola a Tito (3:5). E altrove: luomo non giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Ges (Galati 2:16).
Cio, anche se il peccatore smettesse di peccare e, con
lintento di salvarsi, vivesse una vita perfettamente santa
in piena armonia con la legge divina, non riuscirebbe a
guadagnarsi la salvezza, perch la nuova vita non potrebbe in alcun modo annullare quella trascorsa nel peccato e la sua conseguenza inevitabile, che la morte.
Visto ci, e considerando la peccaminosit intrinseca
della natura umana, che non permette di compiere opere buone in senso assoluto, alluomo non resta che sperare nella salvezza offerta da Dio. Io, io sono il Signore
e fuori di me non c salvatore! (Isaia 43:11).
E Dio agisce in favore delluomo per mezzo di Ges
Cristo, suo Figlio. Come ha detto Pietro: In nessun altro la salvezza; perch non vi sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del
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VIVERE IN CRISTO
Nel capitolo precedente si visto che nessuno pu diventare giusto con le proprie opere, e che sorgente della nostra giustificazione lamore di Dio, mezzo il
sangue di Ges, condizione la nostra fede. Per essa noi siamo considerati giusti: Il giusto per fede vivr
(Romani 1:17).
1. Che cos la fede?
La fede di cui parla la Bibbia ha tre componenti fondamentali:
1. Un elemento intellettuale: la dottrina, che chiama in causa il nostro intelletto; bisogna conoscere Dio
per amarlo, bisogna avere delle ragioni per credere.
2. Un elemento sentimentale, la fiducia, che fa appello al nostro cuore: dopo aver conosciuto in qualche misura Dio, lo amiamo, e quanto pi lo amiamo, tanto pi
vogliamo conoscerlo. La dottrina e la fiducia, procedendo
luna accanto allaltra, si sviluppano simultaneamente.
3. Un elemento volitivo, lubbidienza, che frutto
della volont e, anche della conoscenza e dellamore.
Lubbidienza la prova che noi effettivamente conosciamo e amiamo il Signore.
La fede, dunque, non pu essere definita solo come
sentimento o come dottrina o come contemplazione di
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Capitolo 9
re e della volont, che d origine a un nuovo orientamento spirituale: non pi verso il mondo ma verso Dio.
Il peccatore, che era morto a causa delle sue scelte
sbagliate, ora restituito alla vita, grazie a Cristo e insieme con Cristo. Ma Dio, che ricco in misericordia,
per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando
eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo,
per grazia che siete stati salvati (Efesini 2:4,5).
Luomo, che a motivo del peccato aveva perduto il diritto di essere chiamato figlio di Dio, ritorna ora a essere tale mediante la fede: A tutti quelli che lhanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cio, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, n da volont di carne, n da volont duomo, ma sono nati da Dio (Giovanni 1:12,13).
Questa nuova nascita una rigenerazione. La conversione indispensabile. Nessuno pu farne a meno, se
vuole essere salvato: Ma se non vi ravvedete perirete
tutti (Luca 13:3).
3. Parabola del figlio prodigo
La nuova nascita un miracolo della grazia di Dio. Gli
esempi di conversione che le Scritture riportano, dimostrano lincapacit delluomo di rigenerarsi con le sole
sue forze e lassoluta necessit dellintervento divino. Si
aggiunga a questo la dimostrazione offerta dallesperienza della vita di tutti i giorni.
Famoso, commovente fra tutti, e illustrazione di
quanto detto sopra, lesempio biblico del figlio prodigo. Com noto, il protagonista di questa bellissima parabola cos significativa ha abbandonato la casa paterna,
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Capitolo 9
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rit, in vista della nostra rigenerazione, venendo in aiuto alla debolezza umana.
Lo Spirito Santo fa di noi dei vincitori: Se viviamo
nello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito
(Galati 5:25).
Lo Spirito, come terza persona della divinit pu essere contristato con la disubbidienza e con lostinazione
volontaria. A chi lo chiede con fede, lo Spirito accordato da Dio, Padre celeste. Siate ripieni dello Spirito
(Efesini 5:18).
7. Studio della Parola di Dio e preghiera
I mezzi pi importanti per la crescita spirituale del credente sono lo studio della Parola di Dio e la preghiera.
Lo studio delle Scritture rappresenta, per la vita spirituale, quello che il pane rappresenta per la vita fisica: un
nutrimento necessario. A questo proposito Cristo ha detto parole molto significative: Non di pane soltanto vivr
luomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di
Dio (Matteo 4:4).
Questa parola va studiata con umilt e fede, con il sincero desiderio di uniformare la propria vita ai consigli e
agli ordini in essa contenuti, con la ferma determinazione di calcare le orme di colui che ne il motivo centrale
e la cui luce si riverbera sulle sue pagine: Ges Cristo.
Quanto alla preghiera, non sinsister mai abbastanza
sul suo valore e sulla necessit che ne abbiamo. Grazie
alla preghiera il credente pu, nel nome di Ges, mettersi in comunicazione con Dio che gli infonde la sua potenza. In ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a
Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringra85
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Capitolo 9
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Capitolo 10
LA CHIESA
La chiesa, cos com concepita negli scritti neotestamentari e vissuta nel periodo apostolico, la comunit
dei credenti che accettano Ges Cristo come Signore e
Salvatore e pongono la rivelazione divina alla base della
propria solidale esperienza di fede.
In continuit con il popolo di Dio dellAntico Testamento, la chiesa chiamata a un mandato nel mondo:
una missione di servizio e di evangelizzazione. Linvito di
Ges rivolto agli apostoli diretto a tutti i credenti: Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose
che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i
giorni, sino alla fine dellet presente (Matteo 28:19,20).
La chiesa riceve la propria autorit direttamente dal suo
fondatore e capo, Ges Cristo, e dalla Parola di Dio.
La chiesa la famiglia di Dio e come tale deve realizzare al suo interno un clima di ordine, solidariet, impegno. La chiesa che il Nuovo Testamento presenta
una comunit in cui si entra a far parte per scelta responsabile, per accettazione di Cristo, non per etnia o
per nascita. La chiesa unistituzione democratica, le
cui decisioni devono essere in armonia con la rivelazione e gli insegnamenti di Dio, e in cui i vari compiti sono
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Capitolo 9
assegnati in base alle scelte responsabili dei suoi membri. In una celebre immagine paolina la chiesa definita come il corpo di Cristo; questa espressione offre
unidea chiara dello spirito di unit, di simpatia, di tolleranza e damore che deve regnare fra coloro che, sapendosi salvati dalla grazia divina, si uniscono per compiere la sua missione.
Lesperienza cristiana senza la comunit imperfetta
perch manca di una dimensione essenziale, quella orizzontale. Il credente chiamato a percorrere il suo cammino con gli altri suoi fratelli per crescere insieme seguendo le orme di Ges Cristo (V. Fantoni e R. Vacca).
Questo capitolo dedicato alla chiesa di Cristo che, fedele allinsegnamento delle Scritture, si distingue nel
mondo per la sua perseveranza, lobbedienza ai comandamenti e la fede nel suo Signore (cfr. Apocalisse 14:12).
1. Origine della chiesa
Cristo, prima di lasciare questo mondo, riun i discepoli
in una societ religiosa, la chiesa - parola etimologicamente legata al vocabolo greco ecclesia, che significa
assemblea, adunanza.
Per i cristiani il termine chiesa venuto a indicare
lassemblea dei credenti, linsieme dei discepoli di Ges
chiamati fuori dal mondo da un appello amorevole di
Dio in vista di una nuova vita in Cristo, il Signore.
Nelle Scritture la chiesa indicata anche con altre
espressioni quali il popolo di Dio (1 Pietro 2:10), lIsraele di Dio (Galati 6:16), la sposa di Cristo (Apocalisse 21:2 e 22:17), ecc.
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Capitolo 10
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tutti devono andare, e verso tutti. Il Signore, nel salire in cielo, ha lasciato in eredit a tutti i credenti il dovere e il privilegio di far conoscere il messaggio del vangelo a ogni essere vivente, nel tempo pi breve e con il
metodo pi efficace possibile.
Questo si pu avverare a due condizioni, entrambi
importanti: che lopera dellevangelizzazione sia portata
avanti dalla chiesa intera e che la potenza necessaria sia
data alla chiesa dallo Spirito Santo.
Ogni credente devessere un testimone, un operaio di
Dio. Lideale delle Scritture lintero corpo dei credenti
allopera per la salvezza degli individui.
4. I doni spirituali
La chiesa non sarebbe in grado di compiere la propria
missione nel mondo, se non potesse contare sui doni
spirituali che si manifestano nel suo seno.
Salendo al cielo, Cristo la ricolm dei suoi doni celesti. Lo Spirito Santo, suo rappresentante, agisce con potenza distribuendo i suoi doni secondo le possibilit dei
singoli membri e per ledificazione di tutti: Ora a ciascuno la manifestazione dello Spirito per il bene comune (1 Corinzi 12:7).
I membri della chiesa sono responsabili delluso dei
doni affidati loro dallo Spirito Santo: essi sono dunque
degli economi, degli amministratori di beni dati loro in
custodia. Lenumerazione dei doni si trova nella prima
lettera ai Corinzi. Infatti, a uno data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza,
secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante
il medesimo Spirito; a un altro, carismi di guarigioni, per
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Capitolo 10
mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversit di lingue e a un
altro, linterpretazione delle lingue; ma tutte queste cose
le opera quellunico e medesimo Spirito, distribuendo i
doni a ciascuno in particolare come vuole (12:8-11).
5. I ministeri
A questi corrispondono i ministeri. Tutti coloro cio
che hanno ricevuto dei doni, devono metterli al servizio
della chiesa, che quanto dire al servizio del mondo per
la salvezza dei peccatori. questo il significato dellespressione: esercitare un ministero.
Sempre negli scritti di Paolo contenuta unenumerazione, non completa, dei ministeri: lui cha ha dato
alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dellopera del ministero e delledificazione del corpo di Cristo (Efesini 4:11,12).
Questi sono i cosiddetti ministeri itineranti: gli apostoli che fondano le comunit, i profeti che le edificano;
gli evangelisti, i pastori e i dottori che le istruiscono. Si
tratta di pionieri, di missionari, che vanno da un luogo
allaltro. Essi operano in collegamento con la chiesa.
Si aggiungono, per completare lenumerazione, i ministeri a posto fisso: gli anziani e i diaconi, che esercitano la loro attivit nei singoli gruppi di credenti.
Lanziano, cos chiamato per la sua et ed esperienza,
il pastore del gregge, il sovrintendente, il vescovo (nel
Nuovo Testamento i termini di anziano, pastore e
vescovo indicano una sola e stessa funzione).
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Lanziano ha soprattutto il compito di condurre la comunit e di garantire ai membri il necessario cibo spirituale. I diaconi, invece, coadiuvati dalle diaconesse,
hanno compiti di genere piuttosto pratico come lassistenza ai malati e ai bisognosi, la preparazione della santa Cena, ecc.
Lenumerazione dei doveri dellanziano e del diacono
si trova nella prima lettera a Timoteo (3:1-13) e in quella a Tito (1:5-9).
6. I doveri reciproci dei membri
I doveri del cristiano verso i suoi fratelli spirituali si riassumono nellamore fraterno, che si presenta sotto varie
forme:
a. La sottomissione reciproca (Efesini 5:21; Pietro 5:5).
b. La tolleranza reciproca (Filippesi 3:15,16; Romani 14:1), tolleranza che ha per dei limiti (Efesini 6:24;1
Corinzi 16:22).
c. La confessione reciproca e il perdono delle offese (Giacomo 5:16; Efesini 4:32).
d. Il servizio (1 Corinzi 12:7; 1 Pietro 4:10) che comprende la sollecitudine (Ebrei 10:24), la preghiera
(Efesini 6:18), linflusso del buon esempio (Filippesi
3:17; 2 Tessalonicesi 3:9), lesortazione (Ebrei 3:13;
10:25), ledificazione (1 Tessalonicesi 5:11), la consolazione (4:18) e la riprensione fraterna (Galati 6:1).
e. La generosit (Galati 6:10). Questa devessere
praticata verso tutti, ma specialmente:
- verso i predicatori del Vangelo (Galati 6:6).
- verso i poveri (2 Corinzi 9:5-14).
- verso i fratelli di passaggio (Ebrei 13:1,2).
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Capitolo 10
7. Condizioni di appartenenza
Abbiamo il privilegio di appartenere alla chiesa di Ges?
Essa come una grande famiglia, che ci offre su questa terra lesempio di una societ pi vasta, di una convivenza su scala universale, che ci fa uscire dalla nostra
solitudine talvolta angosciosa e dalla nostra limitatezza
insegnandoci a vivere in mezzo a fratelli di ununica fede e a condividere i loro dolori e le loro gioie.
La chiesa, che limmagine della citt superna
(Manzoni), sostiene i nostri passi guidandoci appunto
verso la citt di Dio, dove faremo parte di una famiglia
ancora pi vasta, la famiglia celeste.
Non rendiamoci schiavi delle cose terrene, non cambiamo con queste uneternit di gloria: far parte della
chiesa provvedere al proprio bene supremo.
Le porte della famiglia dei credenti sono aperte dal rito del battesimo. Sono il pentimento e la fede a condurci a esso; e il battesimo, a sua volta, cintroduce nella
chiesa dove troviamo le condizioni pi favorevoli per
servire Dio, per realizzare la nostra crescita spirituale e
per collaborare alla salvezza dei nostri simili.
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Capitolo 11
IL BATTESIMO
Per natura luomo ha bisogno di segni, manifestazioni
esteriori, impegni formali in relazione ai momenti fondamentali della sua esistenza.
Il battesimo forse il rito della chiesa pi carico di significati affettivi e di fede. Esso non un atto che ha un
valore in s, come un segno magico, ma un simbolo
che testimonia laccettazione di Ges Cristo come personale Salvatore da parte di ogni credente.
Gli avventisti praticano il battesimo per immersione
degli adulti, come nella chiesa apostolica.
Il battesimo dei neonati non ha una base biblica, perch avviene senza unespressione di fede esplicita e responsabile da parte di chi lo riceve.
Solo chi in grado di intendere e di volere e ha conseguito una sufficiente conoscenza dei principi biblici,
cos come sono compresi dalla chiesa, pu richiedere alla stessa di essere battezzato. Coloro che amministrano
il battesimo sono i pastori e gli anziani ai quali la comunit delega, per elezione, anche questa autorit.
Il battesimo simbolo innanzitutto di morte e risurrezione, cio del processo spirituale della conversione
che richiede rinnovamento totale dellesistenza.
Scrive Paolo: ... quanti siamo stati battezzati in Cristo Ges, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi sia95
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Capitolo 11
unimmersione e perci un seppellimento, mentre luscita dallacqua raffigura una risurrezione. Come il seppellimento la definitiva constatazione della realt della
morte e la rottura dellultimo legame delluomo con la
sua vita terrena, cos il battesimo del credente dimostra
pubblicamente la sua morte al peccato implicata nella
sua fede e la radicale rottura con la sua vecchia vita
mondana ed egoistica - F. Godet, Commentaire sur lpitre aux Romains, vol. 2, p. 20.
5. Un atto di rinuncia
Il battesimo non il mezzo, ma il simbolo del grande rinnovamento morale che fa passare il peccatore dalla morte alla vita. Questo miracolo opera dello Spirito Santo.
Il rito in questione solo il segno esteriore mediante
il quale il catecumeno fa atto di rinuncia al mondo, alla
vita passata e manifesta il desiderio di vivere una vita
nuova in Cristo.
Se uno non nato di nuovo, non pu vedere il regno
di Dio... Se uno non nato dacqua e di Spirito non pu
entrare nel regno di Dio. Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo... Sono stato
crocifisso con Cristo, e non son pi io che vivo, ma Cristo che vive in me.... Se dunque uno in Cristo egli
una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco
sono diventate nuove. Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo cercate le cose di sopra dove Cristo seduto alla destra di Dio. Abbiate lanimo alle cose di sopra,
non a quelle che sono sulla terra; poich voi moriste e la
vita vostra nascosta con Cristo in Dio (Giovanni 3:3,5;
Galati 3:27; 2:20; 2 Corinzi 5:17; Colossesi 3:1-3).
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Capitolo 11
getto per poi ritirarli successivamente. Purtroppo il sostantivo battesimo ha perduto il suo significato originario e perci si costretti generalmente ad aggiungervi, per indicare con precisione tale significato, lespressione per immersione, che in realt un pleonasma.
Che la forma biblica del battesimo sia quella per immersione risulta non solo dagli argomenti teologici e linguistici citati, ma anche da altri particolari di notevole
importanza.
La Bibbia ci dice infatti che Giovanni battezzava nel
fiume Giordano (Marco 1:5); che battezzava a Enon,
presso Salim, perch cera l molta acqua (Giovanni
3:23); che dopo il suo battesimo Ges sal fuori dellacqua (Marco 1:10); che letiope e il diacono Filippo scesero nellacqua e poi ne uscirono.
Simbolo della morte e della risurrezione con Cristo,
cio del seppellimento del vecchio uomo e della nascita delluomo nuovo rigenerato dallo Spirito Santo; testimonianza pubblica che rinuncia al mondo; condizione dingresso nella chiesa; frutto del pentimento e della
fede: il battesimo biblico ha unimportanza fondamentale. Ancora oggi Cristo ci ripete: Chi avr creduto e
sar stato battezzato sar salvato.
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Capitolo 12
LA SANTA CENA
Anche questa cerimonia, istituita da Cristo come sostituzione e continuazione della Pasqua giudaica, considerata dagli avventisti, come da altri cristiani, un simbolo, un segno, senza possedere in s unefficacia indipendente dal sentimento di chi vi partecipa.
Partecipare alla Cena del Signore significa commemorare il sacrificio di Cristo attraverso i simboli del corpo e del sangue del Salvatore rappresentati dal pane e
dal vino. Essa quindi unespressione di fede nellazione
salvifica della croce.
Accanto allelemento della commemorazione, la santa Cena presenta anche quello della speranza, dellannuncio del ritorno di Ges. Scrive lapostolo Paolo: Poich ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di
questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finchegli venga (1 Corinzi 11:26).
A questa cerimonia, che simboleggia lopera di salvezza di Dio per luomo, occorre accostarsi in pace con Dio
e con gli uomini. Essa quindi anche unoccasione di verifica periodica della condizione spirituale del credente.
Gli avventisti, seguendo lesempio di Ges, fanno precedere al servizio di comunione quello della lavanda dei
piedi. Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro,
vho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni
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Capitolo 12
dire, quali voi siete il sale della terra, la luce del mondo che hanno, evidentemente, un senso figurato (voi
rappresentate, rispetto al resto del genere umano, quello che il sale per le vivande, ecc.). Lo stesso valore hanno immagini adoperate da Cristo in riferimento a se
stesso come: Io sono la vera vite, la via, la porta,
la stella rilucente del mattino (rappresento, per la vita
spirituale delluomo, una guida sicura, paragonabile a
una strada, ecc.).
Ancora, altre espressioni analoghe a quelle usate da
Ges nella santa Cena erano note nellambiente ebraico
con il senso figurato. Difatti troviamo nella Scrittura
molti passi in cui le benedizioni spirituali sono descritte
come un mangiare e un bere. Per esempio, nel libro dei
Proverbi, scritto: La saggezza ha fabbricato la sua casa, ha apparecchiato la sua mensa. Ha mandato fuori le
sue ancelle; dallalto dei luoghi elevati della citt dice: Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino che ho preparato! (9:1-5). Nel libro del profeta Isaia leggiamo ancora: O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi
che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte!
(Isaia 55:1). E anche nel Nuovo Testamento leggiamo
brani simili: Beati quelli che sono affamati e assetati di
giustizia perch saranno saziati (Matteo 5:6).
Un episodio avvenuto pochi giorni prima della santa
Cena chiarir ancora meglio il senso delle espressioni
usate da Cristo nella Cena stessa.
Dopo aver compiuto il miracolo dei pani e dei pesci
Ges dichiar ai presenti che il Padre dava loro il vero
pane che viene dal cielo. E, credendo gli uditori che si
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trattasse di pane materiale, egli si diede cura di spiegare: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avr fame e chi crede in me non avr mai pi sete (Giovanni
6:35). Con queste parole Cristo ci fa capire in che senso
dobbiamo intendere quelle che seguono: Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna (v. 54).
Mangiare la carne di Cristo e bere il suo sangue significa andare a lui e credere. Cristo stesso ha cura di spiegare ai giudei di allora e a noi, oggi, che queste cose si
devono comprendere in senso spirituale: lo spirito
che vivifica; la carne non di alcuna utilit, le parole che
vi ho dette sono spirito e vita (v. 63).
5. Una commemorazione e un simbolo
Nellinsegnamento biblico la santa Cena , soprattutto,
una commemorazione del sacrificio puro e perfetto consumato da Cristo, Agnello senza difetto n macchia.
Fate questo in memoria di me, ha detto il Salvatore.
Il pane spezzato rappresenta il corpo di Ges che
stato trafitto per noi. Il vino il simbolo del sangue sparso per i peccatori ed , anche, il suggello di una nuova alleanza. Essendo il pane e il vino i simboli del corpo e del
sangue di Ges, latto della loro consumazione rappresenta la comunione personale del credente con il suo
Salvatore.
Il pane unimmagine del sostentamento dellesistenza: mangiarne significa nutrirsi spiritualmente. Il vino
unimmagine del sangue, che la vita (La vita della carne nel sangue Levitico 17:11). Cos il pane e il vino
simboleggiano la pienezza della vita che Cristo trasmette ai suoi. Questa vita deve sostituirsi alla loro, cos co109
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Capitolo 12
me il ceppo della vite trasmette la sua vita ai tralci. Il cristiano deve poter esclamare con Paolo: Sono stato crocifisso con Cristo, non sono pi io che vivo, ma Cristo vive in me (Galati 2:20).
6. La grande speranza
Infine, la santa Cena annunzia e prepara un grande avvenimento, quello che fa divenire realt la speranza pi
profonda del cristiano: il ritorno del Signore.
Forse questo laspetto del rito che ha procurato pi
consolazione ai discepoli. Ges infatti disse loro: Vi dico che da ora in poi non berr pi di questo frutto della
vigna, fino al giorno che lo berr nuovo con voi nel regno del Padre mio (Matteo 26:29). E aggiunse (lo riporta Paolo): Poich ogni volta che mangiate questo
pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte
del Signore, finch egli venga (1 Corinzi 11:26).
Cos, la santa Cena commemora la morte di Cristo,
rappresenta la sua vita che alimenta la vita spirituale del
credente e annunzia il ritorno in gloria del Signore. Accanto al simbolo, in essa si scorge una grazia che comunica a chi vi partecipa gli effetti della morte del Salvatore, della sua risurrezione, della sua vita e la speranza del
suo ritorno in gloria.
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Capitolo 13
LA LEGGE DI DIO
Gli avventisti si sentono chiamati da Dio al compito
particolare di riproporre con forza al mondo contemporaneo il valore eterno dei dieci comandamenti.
I credenti fedeli sono definiti nellApocalisse come coloro ... che osservano i comandamenti di Dio e la fede
in Ges (Apocalisse 14:12).
Le dieci parole del Sinai restano un punto di riferimento fondamentale con cui anche la morale laica deve
fare i conti. Ogni cosa nelluniverso risponde a delle leggi; la vita fisica stessa si regge su leggi immutabili. Ma il
nostro vivere abbraccia anche valori non materiali: intelligenza, bellezza, volont, etica, spiritualit. E anche
questi valori hanno le loro leggi.
Solo Dio, che ci ha creati, conosce le leggi che ci permettono di vivere in armonia con lui, con il suo progetto, con il prossimo, con la natura. La Bibbia afferma che
il nostro malessere morale deriva proprio dalla volont
di sottrarci alle leggi che Dio ha donato e che sono
espressione del suo carattere; fra di esse i dieci comandamenti sono i pi importanti.
Lapostolo Giacomo afferma: Parlate e operate come
dovendo esser giudicati da una legge di libert (2:12).
Levangelista Giovanni scrive: E da questo sappiamo
che labbiam conosciuto: se osserviamo i suoi comanda111
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Capitolo 13
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Capitolo 13
santo e giusto e buono (Salmo 19:7; Romani 7:12). Essendo volont di Dio immutabile ed eterna, la sua legge,
che ne lespressione stessa, ugualmente immutabile
ed eterna. Volerla modificare o abolire equivarrebbe a
voler distruggere il carattere di Dio, che impossibile.
Dio non cambia (Malachia 3:6); in lui non c variazione n ombra di mutamento (Giacomo 1:17).
Di lui detto che: Tutto quel che Dio fa per sempre; niente c da aggiungervi, niente da togliervi (Ecclesiaste 3:14). Egli stesso dichiara: Non violer il mio
patto e non muter quanto ho promesso (Salmo 89:34).
La legge necessaria tra Dio e le sue creature; la legge essenziale alla nostra natura morale, in quanto la
nostra coscienza dice a noi tutti che abbiamo dei doveri
e che siamo fatti per obbedire; la legge eterna come i
nostri rapporti con Dio e come Dio stesso; la legge la
verit nellordine morale: ora la verit pu essere abolita? (Alessandro Vinet).
4. Due leggi
Oltre alla legge dei dieci comandamenti, Dio dette al popolo dIsraele un insieme di leggi cerimoniali e rituali
profondamente diverse per carattere e scopo. Mentre la
legge morale spirituale, immutabile ed eterna - destinata a tutta lumanit attraverso i secoli - la seconda,
cio la legge cerimoniale, era transitoria e prefigurativa.
Questultima aveva lo scopo di regolare le cerimonie,
i riti e i sacrifici, tutte cose che rappresentavano anticipatamente il sacrificio di Cristo. Essa aveva, di conseguenza, un valore profetico, e cess di essere in vigore
dal momento in cui Cristo mor sulla croce. Allora il ve114
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lo del tempio che separava il luogo santo da quello santissimo (le due parti principali del tempio) si lacer in
due parti, per indicare appunto labolizione delle leggi rituali e la fine del servizio levitico.
5. Cristo e la legge
Pur avendo, con la sua morte, messo fine al regime legale dellantica alleanza, Cristo ha proclamato con forza,
mediante la vita e linsegnamento, i principi eterni che
sono alla base del decalogo.
La sua missione era al tempo stesso quella di salvare
lumanit morendo per essa, e rivelare il carattere e la
volont del Padre suo: Perch io non ho parlato di mio;
ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui
quello che devo dire e di cui devo parlare... Le cose dunque che io dico, le dico cos come il Padre le ha dette a
me (Giovanni 12:49,50).
Piena conformit nel pensiero e nellazione: ecco ci
che caratterizza i rapporti tra il Padre e il Figlio. Il Padre, come abbiamo visto, non cambia; la stessa cosa possiamo dire del Figlio: Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e
in eterno (Ebrei 13:8).
Poteva egli fare altro che proclamare la santit, limmutabilit, leternit della legge e uniformarvisi? In due
dichiarazioni che non danno adito a equivoci, Cristo indica la perennit di questa legge che egli ha daltra parte osservato in ogni circostanza.
Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o
i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare
a compimento. Poich in verit vi dico: finch non siano
passati il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice del115
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Capitolo 13
la legge passer senza che tutto sia adempiuto... pi facile che passino cielo e terra, anzich cada un solo apice
della legge (Matteo 5:17,18; Luca 16:17).
Cristo ha adempiuto la legge. Non lha abolita; anzi,
lha esaltata, magnificata, evidenziandone il contenuto
spirituale. Egli lha anche liberata dalle tradizioni con
cui i giudei lavevano appesantita e lha elevata al di sopra del materialismo dei farisei che ne osservavano la
lettera respingendone, per, lo spirito. A questo proposito il sermone sulla montagna veramente significativo.
6. La sintesi della legge
Cristo ha mirabilmente riassunto il decalogo in questa
dichiarazione: ... Ama il Signore Dio tuo con tutto il
tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, : Ama il tuo prossimo come te
stesso (Matteo 22:37-39).
Infatti il decalogo stabilisce i rapporti che devono, o
dovrebbero, esistere tra il Creatore e la creatura da una
parte, e fra luomo e il suo simile dallaltra; la base dei
nostri doveri religiosi e dei nostri obblighi sociali; elemento fondamentale di stabilit, sicurezza e progresso.
Nellobbedienza volontaria a questa legge si trova la
condizione della libert totale delluomo dal male morale, e, di conseguenza, della vera felicit.
I primi quattro comandamenti prescrivono i nostri
doveri verso Dio; gli ultimi sei, quelli verso il prossimo.
7. Il testo della legge
Allora Dio pronunzi tutte queste parole:
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Capitolo 13
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Capitolo 14
LA LEGGE E LA GRAZIA
Sono sotto la legge o sotto la grazia? una domanda
che pu facilmente affacciarsi alla mente del cristiano.
Pu sembrare, infatti, che i due regimi si escludano a vicenda. Se egli non vuole riconoscere limportanza della
legge, si metter sotto il regime della grazia senza la legge; se egli poi singanna sul senso della grazia, cercher di
ottenere la salvezza mediante le opere della legge. In entrambi i casi, manca la comprensione esatta della funzione che la legge e la grazia svolgono rispettivamente nella
salvezza delluomo come ci rivelata nelle Scritture.
Non sar dunque superfluo esaminare questo importante soggetto alla luce della Bibbia.
1. Le esigenze della legge
La legge divina, o decalogo, lespressione del carattere
e della volont di Dio. Essa perfetta, santa, giusta e
buona, in quanto riflesso di attributi divini: perfezione,
santit, giustizia e bont. Dal momento che Dio immutabile ed eterno, la legge non pu essere che immutabile ed eterna a sua volta.
Essa richiede, da parte delluomo, unubbidienza perfetta. Non conosce mezze misure, responsabilit mitigate, osservanza incompleta dei suoi comandamenti. La
legge condanna inesorabilmente coloro che la trasgredi119
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scono. Perch nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai aveva detto Dio ad Adamo, alludendo alle conseguenze terribili di uneventuale disobbedienza
(Genesi 2:17). E tale disobbedienza, che ci fu, ha portato la condanna a morte su tutta lumanit. Il peccato dice Giovanni anche la violazione della legge (1 Giovanni 3:4). E il salario del peccato la morte aggiunge Paolo (Romani 6:23).
Per mezzo di un solo uomo il peccato entrato nel
mondo, e per mezzo del peccato la morte, e cos la morte passata su tutti gli uomini... perch tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 5:12; 3:23).
2. La legge uno specchio
La legge come uno specchio, dichiara Giacomo, nel
quale luomo si vede com nella realt.
Effettivamente, in questo specchio il peccatore scopre
Dio e le perfezioni divine e nello stesso tempo la sua propria miseria morale e il suo egoismo, il suo orgoglio, la
bruttezza del suo peccato.
La legge, rivelando al peccatore le trasgressioni e le innumerevoli deviazioni, fa s che egli acquisisca progressivamente coscienza della sua colpevolezza e dellimpossibilit di liberarsene con le sole sue forze. In questo modo il peccato viene inesorabilmente smascherato.
3. La legge: un pedagogo
La legge dunque non salva il peccatore, anzi lo condanna ed egli non pu sottrarsi. Tutti i suoi sforzi sono inutili, perch gli impossibile non solo osservare perfettamente la legge, ma anche cancellare mediante atti di ge120
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nerosit o di eroismo la condanna che essa ha pronunciato a suo carico, e riconciliarsi cos con Dio. Luomo
non giustificato per le opere della legge... per le opere
della legge nessuno sar giustificato davanti a lui (Galati 2:16; Romani 3:20).
La legge, convincendo luomo della sua miseria morale e del suo stato di colpa, lo conduce a poco a poco al
pentimento e lo accompagna ai piedi di Cristo dove si
trovano perdono e giustificazione. Il suo compito dunque quello di un pedagogo - come dice Paolo - che, dopo aver rivelato la condizione di malattia spirituale del
peccatore, non potendolo guarire, lo conduce a Cristo, il
grande Medico.
La legge stata come un precettore per condurci a Cristo, affinch noi fossimo giustificati per fede (Galati 3:24).
4. La grazia di Dio
Cristo pu salvarci perch Dio ci ama. Dio amore,
dice lapostolo (1 Giovanni 4:8).
Egli cerca di sottrarre luomo alla condanna a morte
alla quale la legge lo ha destinato. Egli sa che luomo merita la morte, per questo ci accorda la grazia: suo Figlio preferisce morire piuttosto che rinunciare a manifestare il suo amore per lumanit caduta.
Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio... e
sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che in Cristo Ges... Infatti per grazia
che siete stati salvati, mediante la fede; e ci non viene da
voi; il dono di Dio (Romani 3:23,24; Efesini 2:8).
Non meritiamo questa grazia. Non possiamo nemmeno considerarla una ricompensa delle nostre opere o
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Paolo dice: Il peccato non avr pi potere su di voi; perch non siete sotto la legge ma sotto la grazia. Che faremo dunque? Peccheremo forse perch non siamo sotto la
legge ma sotto la grazia? No di certo! (Romani 6:14,15).
Questa dichiarazione di Paolo pu essere illustrata
con un esempio. Un criminale stato condannato a
morte per aver trasgredito la legge del suo paese. Ma, a
un certo momento, viene graziato, nonostante meriti la
condanna. Torna cos in libert. Quale uso far di questa
libert? Gli dar forse il diritto di ricominciare a trasgredire la legge? O, per meglio dire, lex-condannato
avr limpressione che dal momento in cui stato graziato non vi pi legge per lui, e pu cos agire a suo piacimento? Certamente no. Egli ammetter che, in riconoscenza della libert ottenuta, e anche in seguito allesperienza diretta dellimportanza della legge e della gravit della punizione, suo dovere sottomettersi alla legge ed evitare in tal modo una nuova condanna.
No, la grazia non contro la legge, n la legge contro
la grazia. La giustificazione , s, un dono della grazia, al
di fuori della legge, ma in perfetto accordo con questa.
La fede del peccatore, che fa sua la grazia, non abolisce
la legge, anzi, la conferma. Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la
legge (Romani 3:31).
7. Sotto la grazia con la legge
Passando da un regime allaltro, il cristiano non respinge la legge, ma ha piuttosto la possibilit di osservarla.
Lo Spirito opera in lui il miracolo della rigenerazione.
La grazia di Dio trasfonde la vita di Ges nella sua. La
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vita di Cristo ha dimostrato che possibile vivere in armonia con i comandamenti di Dio e indicare il vero volto di Dio agli uomini.
Analogamente, anche nel credente deve realizzarsi la
giustizia della legge, e ci pu avvenire solamente mediante la potenza dello Spirito che opera in lui la nuova
nascita. Se dunque uno in Cristo, egli una nuova
creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove (2 Corinzi 5:17). Sono stato crocifisso con
Cristo: non sono pi io che vivo, ma Cristo vive in me!
(Galati 2:20).
Il credente rigenerato, divenuto partecipe della natura divina, compie le opere dello Spirito che sono: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont, fedelt,
mansuetudine, autocontrollo (Galati 5:22). A proposito
di queste lapostolo aggiunge: Contro queste cose non
c legge.
Il compito della grazia di Cristo di portare a compimento in noi quello che il comandamento, a causa della
debolezza umana, non in grado di fare. Infatti, ci che
era impossibile alla legge, perch la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in
carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato,
ha condannato il peccato nella carne, affinch il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito
(Romani 8:3,4).
Mediante la potenza dello Spirito, il cristiano attua
dunque la giustizia della legge. Cos, egli non sotto la
legge ma con la legge, perch sotto la grazia.
Lopera della grazia proprio quella di stabilire dure125
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ci spendendo. Tra questi stimoli rischiamo di dimenticare noi stessi. Il sabato biblico serve al credente per riscoprire se stesso e il suo rapporto con il Creatore.
Non dobbiamo concepire il tempo come radicalmente diviso fra sacro e profano: tutto il tempo pu essere
dedicato alla gloria di Dio, anche quello utilizzato lavorando. Ma il Signore ci conosce e sa che solo fissando
dei limiti possiamo regolare la nostra vita secondo un
progetto equilibrato.
Ecco che, paradossalmente, un divieto, invece di rappresentare un limite per la libert e la dignit delluomo,
tende a esaltarne tutte le potenzialit.
Il sabato non va vissuto come facevano i farisei, come
un insopportabile codice di divieti. Ges ha rovesciato
questa concezione: ... Il sabato stato fatto per luomo
e non luomo per il sabato (Marco 2:27).
Ma perch proprio il sabato e non la domenica o un
altro giorno? La risposta allo stesso tempo semplice e
complessa. Il fatto che la domenica non abbia basi bibliche risulta evidente anche a una lettura superficiale
del Nuovo Testamento. Perch allora proprio il sabato?
Nel racconto biblico il sabato risale direttamente alla
settimana creativa, il settimo giorno durante il quale
Dio si ripos dando un esempio alluomo, offrendo un
dono non a un popolo ma allintera umanit.
Gli avventisti credono che nessuna autorit terrena,
neppure la chiesa, possa cambiare o eliminare un comandamento di Dio.
Come sarebbero diversi, migliori, gli uomini se riuscissero un giorno su sette a ritrovare la propria dimensione pi profonda, riscoprendo il loro Dio e Creatore!
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Il settimo giorno fu cos consacrato come giorno festivo, e questa sua fisionomia gli conferisce dei caratteri particolari che lo distinguono nettamente dagli altri
giorni della settimana, caratteri che devono essere conosciuti dagli uomini, perch Dio istitu il giorno di riposo
proprio per il loro bene.
2. Un comandamento del decalogo
tanta limportanza che Dio attribuisce al giorno di riposo da ricordarne alluomo losservanza con uno specifico comandamento del decalogo.
Ecco la traduzione integrale del comandamento che
trascriviamo dalla Bibbia annotata dallabate Giuseppe
Ricciotti: Ricordati di santificare il giorno del sabato.
Per sei giorni lavorerai, e attenderai a tutte le tue opere.
Ma il settimo giorno il sabato del Signore Dio tuo; in
esso non farai alcun lavoro, il tuo figlio, la tua figlia, il tuo
servo, la tua ancella, il tuo giumento, e il forestiero che si
trova fra le tue porte. In sei giorni infatti il Signore fece
il cielo, la terra, il mare e tutto ci che in essi, e nel settimo giorno si ripos; per questo, benedisse il Signore il
giorno del sabato, e lo dichiar santo (Esodo 20:8-11).
3. Quattro caratteristiche del sabato
1. Il sabato un memoriale, il giorno commemorativo del maggior prodigio di tutti i tempi: la creazione,
lapparizione cio delle cose dal nulla in favore delluomo, lespressione vivente dellamore traboccante di Dio.
Cos Filone, un filosofo contemporaneo di Cristo, diceva
del sabato: Questo giorno la festa, non di una citt o
di una contrada, ma di tutta la terra. lunico giorno de130
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renne tra me e i figli dIsraele; poich in sei giorni il SIGNORE fece i cieli e la terra, e il settimo giorno cess di
lavorare e si ripos (Esodo 31:12,13,16,17). Santificate i miei sabati e siano essi un segno fra me e voi, dal
quale si conosca che io sono il SIGNORE, il vostro Dio
(Ezechiele 20:20).
4. Losservanza del sabato nellAntico Testamento
Tutto ci permette di supporre che il riposo sabatico sia
stato osservato regolarmente dagli uomini di Dio, dalla
creazione sino alla solenne promulgazione della legge al
Sinai. A proposito di uno dei maggiori patriarchi, per
esempio, Dio dice: Perch Abraamo ubbid alla mia voce e osserv quello che gli avevo ordinato: i miei comandamenti, i miei statuti e le mie leggi (Genesi 26:5).
vero che durante il soggiorno in Egitto gli israeliti
probabilmente ebbero delle difficolt a osservare il riposo del sabato ma, una volta liberi ripresero, sotto lenergica guida di Mos, losservanza del sabato. Lo testimonia il miracolo della manna, durante il soggiorno nel deserto. Per quarantanni, allo scopo di permettere appunto agli israeliti losservanza del sabato, Dio ogni settimana oper un triplice miracolo riguardante la manna, il
loro cibo nel deserto: il sesto giorno ne cadeva una quantit doppia, il settimo invece non cadeva mai, si poteva
solo conservare per il sabato quella del sesto giorno.
Infine, come si gi visto, alla promulgazione della
legge dal Sinai, il riposo del sabato diventa oggetto di un
comandamento specifico, in cui Dio non solo spiega come rispettare questo santo giorno, ma ha anche cura di
ricordarne il significato profondo.
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Stabilito definitivamente Israele in nazione, il comandamento del sabato assume un nuovo aspetto: diviene una norma della legge civile. Non bisogna dimenticare che Israele era stato scelto da Dio per mantenere
nella loro integrit le verit divine in mezzo al paganesimo universale, e che doveva trasmettere queste verit al
resto del mondo. Occorreva dunque che il popolo eletto
si rendesse conto dellimportanza degli ordini divini in
generale e del comandamento del sabato in particolare,
e imparasse a metterlo in atto scrupolosamente.
5. Ges e il sabato
Ai tempi di Cristo lintera legge del decalogo era appesantita da un cumulo di tradizioni umane aggiunte dai
farisei. Come si gi visto, il Signore liber la legge da
queste sovrastrutture, la esalt, ne mise in rilievo il carattere spirituale e si attenne sempre a essa. Da questopera di ripristino della volont divina trasse particolare
giovamento il sabato.
La casistica farisaica con formule, proibizioni e cavilli
aveva trasformato listituzione sabatica da comandamento divino a precetto umano. Ma Cristo ritorn allessenza
del comandamento affermando: Il sabato stato fatto
per luomo e non luomo per il sabato (Marco 2:27). Non
potendo accettarlo come lo osservavano i suoi contemporanei n tanto meno abolirlo senza mettersi in contraddizione con se stesso, egli restitu il sabato alla sua
primitiva funzione, quella di essere il giorno santo di
gioia e di comunione profonda con il Signore, che i patriarchi e i profeti avevano conosciuto, e che tutti i figli di
Dio sono chiamati a conoscere sino alla fine del mondo.
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STILE DI VITA
La salvezza che Dio ci offre in Cristo comprende lintero
nostro essere: spirito, anima e corpo. Non deve quindi
meravigliare il fatto che le Scritture contengano dei precetti relativi alla salute fisica.
1. Luomo: un capolavoro
Creato a immagine di Dio, luomo era destinato a divenire un eccellente amministratore della creazione. Egli era
un riflesso della perfezione divina: le sue facolt spirituali, mentali e fisiche, armoniosamente equilibrate, facevano di lui un capolavoro. Purtroppo la sua caduta a causa
della trasgressione della legge di Dio ha turbato questarmonia e ha provocato conseguenze gravissime, tra cui la
peggiore la morte. Ma bench secoli e secoli di peccato
abbiano lasciato la loro triste traccia sul nostro corpo, esso continua, e continuer sempre, a meravigliare gli
scienziati per la complessit della costituzione e la perfezione del funzionamento. Nessuna macchina, per quanto perfetta e complicata, potr mai gareggiare con la stupefacente complessit dellorganismo umano.
2. Salute del corpo e della mente
Lorganismo umano sempre pi inteso come unit
mente-corpo. La scienza sta, faticosamente, abbando136
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Capitolo 16
lati: Ges percorreva tutte le citt e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e
guarendo ogni malattia e ogni infermit (Matteo 9:35).
3. Il corpo, tempio dello Spirito Santo
Il corpo, come tutta la persona, appartiene a Dio che lha
creato e che ne assicura ogni giorno il funzionamento. Esso stato pure redento, e rivivr grazie alla risurrezione.
Deve perci partecipare alla santificazione e prepararsi
per la glorificazione.
Inoltre i nostri pensieri vanno sottoposti allinflusso divino perch da essi possiamo trarre risorse fondamentali
per lintero essere: Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi (Proverbi 4:23); Un cuore allegro
un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto secca le ossa (Proverbi 17:22).
Vivere in condizioni di forte stress, coltivare pensieri
negativi, di rancore e ostilit provoca un abbassamento
delle nostre difese immunitarie.
Nella Bibbia, quindi, circa tre millenni fa vennero anticipate le ultime acquisizioni della neurobiologia e delle discipline mediche sui condizionamenti corpo-mente.
Per questo, la Parola di Dio, lungi dal trascurare il corpo umano, lo considera un tempio, il tempio dello Spirito Santo. Non sapete che il vostro corpo il tempio dello Spirito Santo che in voi e che avete ricevuto da Dio?
Quindi non appartenete a voi stessi. Poich siete stati
comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro
corpo (1 Corinzi 6:19,20).
E chi non glorifica Dio nel corpo e non tiene conto delle leggi fisiche da lui stabilite, come di quelle morali, va
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incontro a dolorose conseguenze: Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guaster lui; poich il tempio di Dio
santo; e questo tempio siete voi (1 Corinzi 3:17).
La salute non leffetto del caso n un dono della sorte, bens il risultato di una buona armonia con se stessi,
con gli altri e con Dio.
Ges conferma questo principio quando guarisce il
paralitico di Capernaum (Marco 2:1-12). In quellepisodio il Messia interviene sulla salute del paralitico perdonando i suoi peccati, sottolineando cos la responsabilit
di quelluomo per le sue gravi condizioni di salute.
4. Tutto alla gloria di Dio
Tutte le nostre facolt devono essere sviluppate armoniosamente, e non unilateralmente, e cos il nostro essere non deve essere trascurato: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi
in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo il vostro culto spirituale (Romani 12:1).
Se Ges ha preso possesso del nostro cuore, noi saremo felici di mettere al servizio del Maestro tutto ci che
abbiamo: forze, attivit e talenti.
Ma quale servizio ci si pu aspettare da chi si sente
stanco, privo di energie fisiche e mentali a causa dello
scarso riposo e per laffaticamento eccessivo, di un sistema nervoso scosso da stress e stili di vita poco equilibrati, di un corpo reso meno efficiente dal dolore?
Trascurare la propria salute come suicidarsi a lunga
scadenza: modo pi sottile, ma quasi altrettanto riprovevole quanto quello di darsi la morte.
Trascurare la propria salute significa abbreviare la vi139
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Capitolo 16
ta, privare Dio del tempo e delle forze che avrebbero potuto essere consacrate allo sviluppo della sua opera.
Noi non dobbiamo n abusare delle leggi che soggiacciono al buon funzionamento dellorganismo, facendo scelte che mettano a rischio la nostra salute, n cadere nelleccesso contrario, trattando il nostro fisico e le
nostre energie mentali come risorse prive di valore o addirittura spregevoli, di cui bisogna continuamente soffocare i desideri.
Dio ha creato i nostri sensi per la gioia: ha fornito i
fiori di profumo soave e vario per deliziare il senso dellolfatto; ha creato lo splendore della natura per la gioia
degli occhi e la frutta fragrante e succosa per il godimento del palato; Dio non proibisce la soddisfazione legittima, condanna soltanto gli eccessi e i desideri malsani che danno lassalto contro lanima (1 Pietro 2:11).
Per guidarci nella scelta di ci che ragionevole e utile
per noi, la Scrittura d un grande principio: Sia dunque
che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio (1 Corinzi 10:31).
Daltronde Dio stesso desidera che i suoi figli godano
di buona salute, e a tal fine prodigo di consigli: Figlio
mio, sta attento alle mie parole, inclina lorecchio ai miei
detti; non si allontanino mai dai tuoi occhi, conservali in
fondo al cuore; poich sono vita per quelli che li trovano,
salute per tutto il loro corpo (Proverbi 4:20-22).
5. La dieta secondo la Bibbia
Qual il cibo migliore per luomo? Ce lo dice la Bibbia.
Cos commenta in un suo libro Franco Berrino, direttore del Dipartimento di epidemiologia dellIstituto tumori
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Capitolo 16
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Capitolo 16
tina si alzano presto per correre dietro alle bevande alcoliche e fanno tardi la sera, finch il vino li infiammi
(Proverbi 20:1; Isaia 5:11). Anche Paolo mette in guardia
i credenti contro i pericoli dellubriachezza: Non ubriacatevi, il vino porta alla dissolutezza; ma siate ricolmi di
Spirito (Efesini 5:18).
Lalcol degrada e deprava tutti quelli che cadono sotto il suo dominio. Lalcolismo una delle maggiori piaghe del mondo moderno. Questo nemico dellindividuo
e della specie umana la causa della maggior parte degli incidenti stradali e riempie prigioni e cliniche di esseri umani a lui dipendenti, quando non fa terminare i
giorni delle sue vittime in liti tremende.
La Bibbia d un giudizio severo su tutti coloro che sono schiavi dellalcol: n ubriachi, n oltraggiatori, n
rapinatori erediteranno il regno di Dio (1 Corinzi 6:10).
8. Lesempio di Daniele e dei suoi compagni
LAntico Testamento offre alla nostra meditazione un
notevole esempio degli effetti benefici di una sana alimentazione.
Giovanissimo, il profeta Daniele fu fatto prigionero e
deportato a Babilonia e fu scelto insieme con altri tre
giovani ebrei, nobili come lui, per servire nel palazzo del
re. Qui egli prese in cuor suo la risoluzione di non contaminarsi con le vivande del re e col vino che il re beveva. Per questo, convinse il suo sorvegliante a nutrire lui
e i compagni con una semplice dieta vegetariana, per un
periodo di prova di dieci giorni. Alla fine dei dieci giorni, essi avevano miglior aspetto ed erano pi prosperosi
di tutti i giovani che avevano mangiato i cibi del re.
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Giunto il momento della loro presentazione, il capo degli eunuchi condusse i giovani da Nabucodonosor. Il re
parl con loro; ma fra tutti quei giovani non se ne trov
nessuno che fosse pari a Daniele, Anania, Misael e Azaria, i quali furono ammessi al servizio del re. Su tutti i
punti che richiedevano saggezza e intelletto, sui quali il
re li interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i
magi e astrologi che erano in tutto il suo regno (Daniele 1:8,15,18-20).
Lesempio di Daniele e dei suoi compagni, e molti altri che si potrebbero citare, mostrano eloquentemente
che, se luomo mettesse in pratica i principi enunciati
dalla Bibbia e praticasse lequilibrio e lautocontrollo
nelle cose permesse, e lastinenza in quelle nocive, non
solo vivrebbe pi a lungo, ma godrebbe di una vita pi
sana e felice.
[Aggiornato da Ennio Battista]
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Capitolo 17
MATRIMONIO E FAMIGLIA
Il matrimonio fu istituito da Dio in Eden, e da Ges fu
definito ununione damore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna.
Per il cristiano il matrimonio un impegno con Dio
oltre che con il coniuge e perci bene che sia contratto solo fra due persone che condividono la stessa fede.
Lamore, lonore, il rispetto e la responsabilit reciproci
sono gli elementi essenziali di questa relazione che deve
riflettere lamore, la santit, lintimit e la perpetuit della relazione esistente fra il Cristo e la sua chiesa.
Circa il divorzio, Ges insegn che la persona che lo
attua - salvo che per fornicazione - e contrae un nuovo
matrimonio, colpevole di adulterio. Sebbene alcuni
rapporti coniugali possano allontanarsi dallideale, quei
coniugi che si sono impegnati reciprocamente in Ges
Cristo, potranno raggiungere una vera unione grazie alla guida dello Spirito Santo e allaiuto della chiesa. Dio
benedice la famiglia e vuole che i suoi membri si sostengano a vicenda per il raggiungimento di una completa maturit. I genitori devono educare i loro figli ad
amare e ubbidire a Dio. Con il loro esempio e con le loro parole devono insegnare loro che il Cristo un Maestro affettuoso, tenero e pieno di attenzioni, che vuole
aiutarli a diventare membra del suo corpo che la fa146
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Capitolo 17
dividui il senso dappartenenza e sviluppare delle persone che sappiano essere al servizio di Dio e degli altri.
a. Luomo e la donna sono stati creati a immagine di
Dio (Genesi 1:26,27). Il termine uomo usato in senso generale per indicare sia luomo sia la donna. inconcepibile pensare che il maschio sia stato creato allimmagine di Dio e la donna allimmagine delluomo.
b. Entrambi i generi sono inseriti nel tov meod (molto buono) di Dio (Genesi 1:31). Luguaglianza fra luomo e la donna, nel contesto di due ruoli diversi, garantita fin dallinizio della creazione.
c. Per Adamo non ci fu aiuto che fosse adatto a lui
(Genesi 2:20). Il termine neged tradotto con adatto
una preposizione che significa davanti a , di fronte
a, corrispondente a. In questo caso la persona
chiamata a stare accanto a lui doveva essere una compagna di pari dignit, capace di essere complementare;
ella la sua controparte.
d. Adamo riconosce nella persona che gli sta di fronte e che chiamer ishah (donna), cio colei che stata
tratta da ish (uomo), (Genesi 2:23), quella con la quale
pu stabilire una relazione intima e profonda.
2. Il matrimonio
Dalla polarizzazione sessuale, due poli uno di fronte allaltro, il Signore cre lunit. Lunione dei due li trasforma in uno solo. In questo modo il matrimonio diventa il
fondamento della famiglia e della societ.
Il Signore benedisse la prima coppia (Genesi 1:28) e
diede loro lordine di moltiplicarsi.
Il fondamento del matrimonio indicato in Genesi
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2:24. Secondo la Scrittura esso latto legale del distacco dalle rispettive famiglie per unirsi fra di loro e creare
una nuova entit: la coppia. Secondo questo brano il
matrimonio biblico prevede quattro elementi: distacco,
unione, patto e intimit sessuale.
Il distacco. vitale prendere le distanze dalle relazioni
precedenti. Il distacco indispensabile per realizzare
lunione. La separazione dal nucleo precedente non significa abbandonare i propri genitori. Molti matrimoni falliscono perch il distacco non realmente avvenuto.
Lunione. Il verbo utilizzato significa unirsi, incollarsi, saldarsi. Walter Trobish afferma: Non potete veramente unirvi se non vi siete distaccati. Non potete veramente distaccarvi se non avete deciso di unirvi - Ti ho
sposato, ed. GBU, 1973, p. 28.
Il legame utilizzato da Dio per unire luomo e la donna mostra la natura stessa del matrimonio. Lo stesso verbo viene utilizzato dalla Bibbia per indicare il rapporto
che unisce Dio al suo popolo (Deuteronomio 10:20).
La promessa un patto. Nella Bibbia il voto matrimoniale viene chiamato patto (cfr. Malachia 2:14; Proverbi 2:16,17). Le relazioni fra marito e moglie vengono
inserite nella cornice pi ampia del patto esistente fra
Dio e la sua chiesa (cfr. Efesini 5:21-33).
Limpegno di fedelt reciproca caratterizza anche il
patto con il Signore (cfr. Salmo 89:34; Lamentazioni
3:23). La coppia di credenti intesa come un patto di fedelt per tutta la vita (Matteo 19:6).
Intimit sessuale. Il distacco, lunione e il patto portano al mistero dellintimit che non solamente sessuale,
ma implica uno stesso percorso, uno stesso indirizzo,
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sono; condividono i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro gioie e le loro sofferenze, le speranze, le paure, i successi e le sconfitte. Pur continuando a rimanere due individualit distinte, i coniugi realizzano lunione.
Intimit
Diventare una stessa carne implica lintimit sessuale:
Adamo conobbe Eva (Genesi 4:1).
Laffiatamento della coppia si esprime anche nella fisicit tramite quel leggero rincorrersi dei corpi che ci
cercano, si toccano e si possiedono nella gioia e nellerotismo biblico (Proverbi 5:18,19).
Questo termine un po sospetto, secondo il nostro
modo di vedere, ma la raccolta dei canti amorosi, il Cantico dei Cantici, nella Bibbia per dimostrare che la coppia, nella completa santit (Ebrei 13:4), chiamata a vivere questo momento piacevole senza sensi di colpa (Ecclesiaste 9:9). Il giovane sposo veniva esentato dal servizio militare perch doveva fare lieta la moglie che ha
sposato (Deuteronomio 24:5).
Lo scambio sessuale armonioso pu realizzarsi nella misura in cui ognuno dei coniugi si sente a proprio
agio, senza pregiudizi sfavorevoli, senza rimorsi n rimpianti. La paura e langoscia sono i maggiori ostacoli al
successo dello scambio damore (George Vandenvelde).
Amore biblico
Lamore coniugale una relazione reciproca costruita su
unamicizia incondizionata, affettuosa e intima che ha lo
scopo di incoraggiare la crescita reciproca a immagine
di Dio sul piano fisico, emotivo, intellettuale e spirituale.
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Nel matrimonio convivono diversi tipi damore: romantico, appassionato, sentimentale, senso di appartenenza, ma il vincolo che maggiormente rende solido
lamore (agape), descritto nel Nuovo Testamento come
un cemento che tiene unite tutte le altre emozioni. Ges
ha manifestato questo tipo di amore verso i suoi amici
(cfr. Giovanni 13:1), ma ha amato lumanit nonostante
questa lo abbia rifiutato. Lamore (agape) ha il suo monumento in 1 Corinzi 13.
Responsabilit individuale e spiritualit
Tramite il matrimonio i due contraenti hanno stipulato
un patto, un impegno reciproco, entrambi devono portare lonere della responsabilit che deriva dalle loro
scelte (2 Corinzi 5:10). Questo vuol dire che non possono scaricare la responsabilit su nessun altro se non su
loro stessi.
II. GLI EFFETTI DELLA CADUTA SUL MATRIMONIO
La disubbidienza di Adamo ed Eva ha avuto come conseguenza quella di sovvertire lo scopo della creazione.
Limmagine iniziale di Dio stata offuscata dallegoismo, motore principale di tutte le azioni delluomo. La
paura e lincomunicabilit hanno messo una forte ipoteca non solo sulla relazione fra uomo e Dio, ma anche nei
rapporti umani. Lo spirito di accusa reciproca manifestato subito dopo il peccato dimostra in che modo la relazione affettiva della prima coppia, stabilita da Dio alla
creazione, era stata deteriorata.
Subito dopo il peccato Dio disse alla donna: I tuoi
desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominer
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su te (Genesi 3:16). Dio aveva previsto per la prima coppia una parit di diritti, disgraziatamente questo principio venne distorto dalla trasgressione.
Alla creazione, Dio le aveva dato pari dignit rispetto ad Adamo. Se la coppia avesse ubbidito alla grande
legge dellamore, entrambi sarebbero vissuti per sempre
in perfetta armonia. Il peccato invece li aveva divisi, suscitando la discordia: cos la loro unione si sarebbe mantenuta solo se una delle parti si fosse sottomessa allaltra - Ellen G. White, Patriarchi e profeti, Ed. Adv, Impruneta, 2003, p. 43.
Alcune deviazioni sono state introdotte nella vita di
coppia, distruggendo il senso originario del matrimonio.
1. Poligamia
Pur essendo la poligamia una pratica culturale ammessa nella vita dei patriarchi, essa non fu mai, per il popolo di Dio, fonte di grandi benedizioni.
La pratica di avere pi spose per un solo maschio divenne anche una fonte di maggiori risentimenti, amarezze, rivendicazioni e alienazioni:
- Agar e Sara si separarono a causa di Ismaele e di
Isacco (Genesi 16:1,2; 21:9-10).
- Giacobbe, innamorato di Rachele, ebbe un occhio di
riguardo per Giuseppe e Beniamino, suscitando lodio
degli altri fratelli (Genesi 37:4).
La coppia monogamica d un maggiore senso di appartenenza e un legame pi intenso di intimit. Solo il
matrimonio monogamico riflette in modo pi chiaro la
relazione esistente fra Cristo e la sua chiesa.
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2. Fornicazione e adulterio
Nel matrimonio cristiano i due sottoscrivono un impegno di fedelt reciproca finch la morte non li separi.
Ogni relazione sessuale al di fuori del vincolo matrimoniale viene considerata adulterio.
1. Un comandamento vieta ladulterio (Esodo 20:14).
2. Pur vivendo in unepoca permissiva nella quale ladulterio stato cancellato dai codici della nostra civilt,
lAntico e il Nuovo Testamento condannano questa pratica (cfr. Levitico 20:10-12; Proverbi 6:24-32; 1 Corinzi
6:9,13,18; Galati 5:19; Efesini 5:3; 1 Tessalonicesi 4:3).
3. Queste relazioni possono avere effetti deleteri prolungati nel tempo: sfiducia nel partner, ferite fisiche ed
emozionali, conseguenze finanziarie, sociali e legali,
concetto di famiglia allargata, rischio di malattie veneree, bambini illegittimi. Senza considerare che spesso si
deve fare ricorso alla menzogna e alla disonest che distruggono per sempre le relazioni.
3. Pensieri impuri
Il peccato non solamente latto compiuto, ma raggiunge gli aspetti pi profondi della mente umana, la Bibbia
parla del cuore (il termine ebraico lev indica la parte
non visibile, la parte pi intima e interiore delluomo).
Ges dice che i pensieri malvagi nascono nel cuore:
Poich dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi,
adultri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni (Matteo 15:19). Ges sa da dove proviene lagente inquinante che porta la vita di un individuo verso
il disastro morale.
Nel sermone sul Monte, egli ribad che linfedelt po154
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Poich ogni peccato ci priva della gloria di Dio, i credenti non devono esprimere condanne e giudizi severi,
ma sapranno relazionarsi con persone che vivono un
simile disordine con sensibilit.
Latteggiamento di Ges verso la donna colta in adulterio fu di perdono: Neppure io ti condanno, va e non
peccare pi. Questo atteggiamento non deve essere
usato solo con chi ha tendenze omosessuali ma anche
con coloro che sono intrappolati da comportamenti ossessivi legati allansiet, senso di colpa, vergogna. Il credente deve sviluppare un orecchio esercitato per ascoltare con attenzione e sensibilit le sofferenze che derivano dallaver abbandonato la via tracciata dal Signore.
Conclusione
Dio aveva un piano per luomo e la donna. Attraverso la
parabola vivente del matrimonio i due hanno lopportunit di modellare il proprio carattere e di valorizzare
il senso della dedizione, della responsabilit, dellabnegazione. Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il
letto coniugale non sia macchiato da infedelt; poich
Dio giudicher i fornicatori e gli adulteri (Ebrei 13:4).
Vivendo insieme, volendosi bene e discutendo insieme, i coniugi imparano ad affrontare i conflitti in modo costruttivo, cio come momenti di confronto e di
dialogo. Il matrimonio cristiano non la tomba dellamore, ma un pozzo profondo, nel quale si pu gettare
il secchio mille volte, milioni di volte e si pu essere sicuri che verr su sempre pieno di acqua fresca. Potranno passare i mesi e gli anni, ma lamore pu restare giovane e fresco come quando si giovani sposi.
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CRISTO RITORNA!
Dinanzi ai problemi drammatici che angosciano la societ moderna, a volte anche i cristiani restano disorientati o sprofondano nel pessimismo. Questo avviene perch troppi fra loro hanno dimenticato che la storia, al di
l delle sue contraddizioni, non allo sbando, ma sfocer in una rivoluzione operata da Dio stesso.
Si tratta di una promessa del Signore, ribadita tante
volte negli scritti neotestamentari: Io torner. Anche
se, per la coscienza moderna, tutto ci pu sembrare
una facile deresponsabilizzazione, il Signore ci invita a
guardare al futuro con speranza e ottimismo, pur non
dimenticando i nostri fratelli che oggi soffrono.
Il messaggio della Bibbia che il destino del mondo
non lasciato in balia del caso e delle passioni umane;
esso ci dice che il Signor Ges torner materialmente e
visibilmente per giudicare ogni uomo, per offrire la vita
eterna ai credenti e per far cessare il peccato, la sofferenza, lingiustizia e la morte. Questattesa era parte integrante della fede della chiesa primitiva. Era la beata
speranza di cui parla lapostolo Paolo (cfr. Tito 2:13).
Nessuno conosce la data del ritorno del Signore, Vegliate dunque, perch non sapete n il giorno n lora
(Matteo 25:13), e questo anzich un ostacolo rappresenta uno stimolo per ogni credente a "essere pronto", a non
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che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dallantichit per bocca dei suoi santi profeti (Atti 3:19-21).
4. La testimonianza dei patriarchi e dei profeti
Patriarchi e profeti salutarono effettivamente da lontano
la restaurazione finale di tutte le cose, grazie al ritorno
di Cristo come giudice e re.
Le profezie che ci hanno presentato sul primo avvento di Cristo e che si sono poi avverate sono la garanzia
che anche il suo ritorno si adempier.
Pietro dice che essi avevano fatto della salvezza loggetto delle loro ricerche e investigazioni, e che lo Spirito che li animava anticipatamente testimoniava delle
sofferenze di Cristo, e delle glorie che dovevano seguire
(1 Pietro 1:10,11). Certamente, la prima venuta e il ritorno di Cristo erano divenuti lo scopo essenziale della
loro fede e delle loro predizioni.
Enoc, il settimo dei discendenti di Adamo, predisse:
Ecco, il Signore venuto con le sue sante miriadi per
giudicare tutti (Giuda 14).
Giobbe, nellora della prova e della sofferenza atroce,
dette gloria a Dio e proclam: Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzer sulla polvere... e lo
vedr (Giobbe 19:25,26).
Il salmista annunci la venuta del re-giudice: Poichegli viene, viene a giudicare la terra. Egli giudicher il
mondo con giustizia, e i popoli con verit (Salmo
96:13). Il profeta Isaia esalt la felicit degli eletti con le
seguenti parole: In quel giorno, si dir: Ecco, questo
il nostro Dio; in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salva162
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Giacomo esorta i credenti alla pazienza in attesa dellavvento del Signore: Siate dunque pazienti, fratelli, fino
alla venuta del Signore. Osservate come lagricoltore
aspetta il frutto prezioso della terra pazientando, finch
esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dellultima stagione. Siate pazienti anche voi; fortificate i vostri cuori,
perch la venuta del Signore vicina (Giacomo 5:7,8).
Di tutti gli apostoli per, Paolo quello che tratta pi
diffusamente nei suoi scritti largomento del ritorno di
Cristo. Scrivendo al discepolo Tito, egli sottolinea la la
beata speranza e lapparizione della gloria del nostro
grande Dio e Salvatore, Cristo Ges (Tito 2:13). Rivolgendosi alla chiesa di Filippi, afferma: La nostra cittadinanza nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Ges Cristo, il Signore (Filippesi 3:20).
E ai membri della chiesa di Tessalonica, scrive: il Signore stesso, con un ordine, con voce darcangelo e con la
tromba di Dio, scender dal cielo (1 Tessalonicesi 4:16).
Giunto al termine del suo ministero, il grande apostolo, parlando della sua fine ormai prossima e del premio che lo aspetta, cita ancora il ritorno di Cristo: Ormai mi riservata la corona di giustizia che il Signore, il
giusto giudice, mi assegner in quel giorno; e non solo a
me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione (2 Timoteo 4:8).
Degno di nota anche il passo di Ebrei 9:28 dove sono
messi a confronto gli effetti della prima e della seconda
venuta di Ges: Cos anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparir una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo
aspettano per la loro salvezza.
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ti indicati dei segni precursori della fine, dai quali possibile desumere la prossimit del ritorno di Cristo. Ges
stesso infatti disse: Or imparate dal fico questa similitudine: quando gi i suoi rami si fanno teneri e mettono
le foglie, voi sapete che lestate vicina. Cos anche voi,
quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli vicino, proprio alle porte (Matteo 24:32,33).
Ma quali sono tutte queste cose, o segni, di cui parla il Cristo?
4. Non sono le catastrofi
Molti diventano talmente ansiosi di conoscere i tempi e
i momenti, da leggere in chiave futuristica ogni evento
sensazionale: la pi recente dichiarazione di guerra, lultimo atto terroristico, i danni irreversibili dellambiente,
lesaurimento delle risorse energetiche.
Coloro che accarezzano questa passione creano un
clima di paura e di terrore perch sono in attesa del segno catastrofico finale, quello che porr fine alla parentesi del male. Ges invitava i suoi discepoli a non lasciarsi sedurre da questa frenesia (cfr. Matteo 24:4,5).
a. Ges verr in un tempo di crescente instabilit politica, di tensioni etniche in aumento, di sanguinosi conflitti internazionali e di mortali pericoli provenienti dallimpiego dellenergia nucleare.
La prima catastrofe citata dal Signore la guerra.
Egli disse: Gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che star per accadere al mondo (Luca
21:26). Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; sorgeranno nazioni contro nazioni, guardate di non
turbarvi (Matteo 24:6). Infine lApocalisse inquadra il
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Capitolo 19
ribelle. Epidemie possono prodursi sia per cause naturali sia per negligenza umana. Linquinamento ambientale divenuto un problema internazionale rilevante. Le
fabbriche americane da sole immettono nellatmosfera
pi di un milione di tonnellate di sostanze inquinanti, e
quasi centomila casi di morte prematura negli Stati Uniti sono associati allesposizione a queste sostanze. Laria
stessa che respiriamo piena di veleni.
Quelle che le Scritture chiamano pestilenze possono
essere anche identificate con malattie inconsuete che
per giunta sfidano ogni tentativo di cura. possibile che
il rapido sviluppo di malattie quali il virus Ebola, quello
di Marburg, la malattia di Lyme, linfezione della Sars,
influenze che resistono agli antibiotici e, infine, lAids
possano essere tutti quanti classificati tra le pestilenze? Ci sono 35 milioni di casi documentati di Aids in
tutto il mondo e ben 9 milioni di bambini che soffrono
di questa malattia. E potremmo continuare. Ges ha
detto che ci saranno dei terremoti e oggi si verificano
continuamente in Messico, Grecia, Turchia e Taiwan.
Tutta la natura sembra annunciare la venuta del Signore. Ma Ges aggiunge che questo non altro che il
principio dei dolori (v. 8).
c. Ges verr in un momento in cui il tessuto morale
della societ sul punto di lacerarsi. La decadenza morale della societ occidentale grida il compimento delle parole di Ges in Matteo 24:37: Come fu ai giorni di No,
cos sar alla venuta del Figlio delluomo.
Genesi 6:5-11 rivela le condizioni corrotte dei giorni
di No: Il Signore vide che la malvagit degli uomini
era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva sol174
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tanto disegni malvagi in ogni tempo... Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza.
Perfino uno sguardo distratto a quanto accade nella
nostra societ indica che c qualcosa di tragicamente
sbagliato. Negli Stati Uniti, un ragazzo di 14 anni ha potuto vedere in televisione in media 12.000 omicidi. La famiglia, che un tempo era un baluardo di forza e una specie di promontorio di Gibilterra, oggi in pericolo.
Negli anni Novanta c stato in media un divorzio
ogni due matrimoni nella societ occidentale, senza
contare la diffusione della pornografia e della pedofilia.
Ma neppure il degrado morale pu essere il segno del regno che viene!
d. Ges verr in un clima di persecuzione e di sospetto
verso i suoi discepoli. Ges disse: Allora vi abbandoneranno alloppressione e vi uccideranno e sarete odiati da
tutte le genti a motivo del mio nome. Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. Molti falsi
profeti sorgeranno e sedurranno molti (Matteo 24:9-11).
N le beghe interne della chiesa n la persecuzione sono il segno della sua prossima venuta perch i discepoli
del Signore sono invitati a essere un segno di contraddizione in una societ che vive e pensa solo per s, e sar
cos fino alla fine.
e. Ci sar laumento della malvagit e lamore si raffredder. Poich liniquit aumenter, lamore dei pi si
raffredder. Ma chi avr perseverato sino alla fine sar
salvato (Matteo 24:12,13).
La stanchezza della chiesa per la lunga attesa non
ancora il segno del regno che sta per venire. Se la fatica
di credere si esprime attraverso la rassegnazione o laf175
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Capitolo 19
fievolimento della speranza, alcuni invece, sapranno tenere in alto la fiaccola dello Spirito con perseveranza e
senza stancarsi saranno pronti a scommettere sullamore anche se mille volte traditi.
I segni precursori non sono le calamit, le guerre, le
carestie, i terremoti, le pestilenze, le persecuzioni o la
chiesa addormentata. I credenti non sono in attesa dellangoscia e della paura. Aspettano qualcosa daltro, anzi aspettano Qualcuno.
5. Lattesa vigilante
Ges disse: Questo vangelo del regno sar predicato in
tutto il mondo, affinch ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verr la fine (Matteo 24:14).
Ci che caratterizza il popolo del tempo della fine sono la felicit, la gioia e la speranza. Beato chi veglia
(Apocalisse 16:15). Il popolo di Dio chiamato a vivere
nella gioia perch i segni dei tempi ci invitano a gioire
della vita, perch la creazione un dono di Dio. Se i credenti pensano di essere pi vicini a Dio se sono tristi o
se fanno pi rinunce, si sbagliano.
Vivere lattesa del regno significa avere la consapevolezza che ogni schema culturale, etico e religioso pu essere smentito. La speranza della prossima venuta di Cristo ci permette di prendere le distanze da ogni accampamento terreno, ma allo stesso tempo d a noi stessi,
alla nostra vita quotidiana, ai nostri progetti, alla nostra
storia e alla nostra teologia un senso nuovo.
Senza questa continua vigilanza corriamo il rischio di
accontentarci di una vita di fede assonnata, opaca, priva
di passione. Se non vegliamo sullapprovvigionamento
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spirituale delle nostre chiese corriamo il rischio di trovarci nelle sacche di aridit o nelle paludi della stanchezza. Occorre un ritorno alla Scrittura, per riappropriarci di quella Parola capace di colmare la nostra sete
e di dare gusto alla vita. In questo modo limpegno della
chiesa, oggi, alimenta lattesa di domani e viceversa.
Beato chi veglia!. La felicit non consiste nel mettersi a calcolare i tempi e i modi, ma nellannunciare il
regno di Dio in mezzo ai conflitti, alle crisi e alle speranze del nostro tempo. Per fare questo occorre che ogni
credente diventi lui stesso un segno.
La chiesa di Dio non dovrebbe vedere i segni della seconda venuta di Cristo nella caduta delle stelle o nel sole o nella luna, ma dovrebbe diventare, con senso di responsabilit, essa stessa un segno. Per fare questo non
basta la buona volont, occorre abbandonare i surrogati della fede e riformare la nostra coscienza con una conversione personale al messaggio del regno di Dio.
Il confronto diretto con il Vangelo pu offrirci una
nuova intelligenza della storia; questo annuncio pu dare un senso nuovo anche a una societ smarrita e frammentata. Il credente-segno proclama a tutti, fuori e
dentro le chiese, che il futuro si preannuncia pieno di
speranza, che lamore prende il posto della paura, che la
fiducia sostituisce la rassegnazione e la rabbia impotente, perch il nostro futuro nelle mani di Dio e soprattutto perch Dio avr lultima parola.
6. Siate pronti!
Cristo ritorner: questa la grande verit che deve far
palpitare il cuore dei credenti, che sono chiamati ad
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Capitolo 19
aspettare il ritorno del Maestro in uno spirito di pazienza e di misericordia. Non deve essere unattesa passiva,
ma continua e attiva, in grado di contribuire efficacemente alla proclamazione del regno di Ges.
Pietro pronuncia al riguardo la seguente esortazione:
Poich dunque tutte queste cose devono dissolversi,
quali non dovete essere voi, per santit di condotta e per
piet, mentre attendete e affrettate la venuta del giorno
di Dio (2 Pietro 3:11,12).
Paolo pronuncia sui credenti questa mirabile benedizione: Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e lintero essere vostro, lo spirito, lanima e
il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del
Signore nostro Ges Cristo (1 Tessalonicesi 5:23).
Ges Cristo stesso, infine, invita a vegliare, a pregare
e a essere pronti: State in guardia, vegliate, poich non
sapete quando sar quel momento. come un uomo
che si messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa,
dandone la responsabilit ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare. Vegliate dunque perch non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina; perch, venendo allimprovviso, non vi
trovi addormentati. Quel che dico a voi, lo dico a tutti:
vegliate (Marco 13:33-37).
Perci, anche voi siate pronti; perch, nellora che
non pensate, il Figlio delluomo verr (Matteo 24:44).
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Capitolo 20
OLTRE LA MORTE
Da dove veniamo e dove andiamo? Ecco due domande
che gli uomini si pongono da millenni. Se vero che essi si preoccupano del problema della loro origine, altrettanto certo che sinteressano, e forse di pi, a quello
del loro destino. Pascal, parlando del destino delluomo,
disse che bisogna aver perduto ogni sentimento per essere indifferenti a ci che ne sar.
1. Luomo un essere immortale?
La Scrittura non considera luomo un essere immortale
n attribuisce immortalit allanima. Laggettivo immortale, che si trova una sola volta nella Bibbia, attribuito a Dio: Al Re eterno, immortale, invisibile, allunico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli (1 Timoteo 1:17). Il sostantivo immortalit, citato cinque
volte, non mai riferito alla condizione attuale delluomo. In 1 Timoteo, lapostolo Paolo afferma chiaramente
che Dio solo possiede limmortalit (6:15,16).
Luomo non pu dirsi immortale per natura. Dio, dopo averlo creato, gli disse: Ma dellalbero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perch nel
giorno che tu ne mangerai, certamente morirai (Genesi 2:17). Invece luomo disobbed andando incontro alla
morte (Il salario del peccato la morte Romani 6:23).
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Capitolo 20
Se luomo non avesse peccato avrebbe goduto dellimmortalit; ma cadendo, divenne soggetto alla morte.
Tuttavia Dio, come gi sappiamo, non ha lasciato le
sue creature senza speranza. Cristo venuto su questa
terra proprio per restituire allumanit la possibilit di
avere la vita, la vita eterna, limmortalit. Molte sono le
dichiarazioni bibliche al riguardo: Perch il salario del
peccato la morte, ma il dono di Dio la vita eterna in
Cristo Ges, nostro Signore (Romani 6:23).
Perch Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il
suo unigenito Figlio, affinch chiunque crede in lui non
perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta
di credere al Figlio non vedr la vita, ma lira di Dio rimane su di lui (Giovanni 3:36).
Il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e limmortalit mediante il vangelo (2 Timoteo 1:10).
Dio render a ciascuno secondo le sue opere: vita
eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalit (Romani 2:7).
Limmortalit delluomo ora condizionata allaccettazione della salvezza in Cristo mediante la fede. Essa diventer realt dopo la risurrezione.
2. Il soggiorno dei morti
Dove si va quando si muore? La Scrittura dice che i defunti scendono nel soggiorno dei morti, o Shel-Ades. La
parola ebraica Shel si trova sessantacinque volte nellAntico Testamento, e il termine greco Ades menzionato
undici volte nel Nuovo. I due termini sono equivalenti.
Lo Shel-Ades indica il sepolcro, la tomba, il soggior180
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no dei morti. un luogo di tenebre paragonato a un carcere munito di porte che trattiene i suoi prigionieri fino
al giorno della risurrezione: Cos luomo giace, e non risorge pi; finch non vi siano pi cieli, egli non si risveglier n sar pi destato dal suo sonno (Giobbe 14:12).
3. Un sonno e un riposo
Nel soggiorno dei morti non c nessuna attivit. I morti non sanno nulla: sono incoscienti; non sentono, non
vedono, non soffrono e non godono: dormono.
Sulla base di quanto scritto dalla Bibbia, lo stato dei
morti pu riassumersi con queste cinque parole: silenzio, oblio, incoscienza, sonno, riposo. Se il SIGNORE non
fosse stato il mio aiuto, a questora lanima mia abiterebbe il luogo del silenzio (Salmo 94:17). Non sono i
morti che lodano il SIGNORE, n alcuno di quelli che
scendono nella tomba (Salmo 115:17).
Infatti, i viventi sanno che moriranno; ma i morti
non sanno nulla, e per essi non c pi salario; poich la
loro memoria dimenticata. Il loro amore come il loro
odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno pi n avranno mai alcuna parte in tutto
quello che si fa sotto il sole (Ecclesiaste 9:5,6).
Molti di quelli che dormono nella polvere della terra
si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la
vergogna e per una eterna infamia (Daniele 12:2).
4. Linsegnamento di Ges e degli apostoli
Linsegnamento di Ges e degli apostoli interamente
conforme a quello dellAntico Testamento: la morte
uno stato dincoscienza.
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Capitolo 20
Il racconto della morte e della risurrezione di Lazzaro illustra molto bene questinsegnamento: Ges disse
loro: Il nostro amico Lazzaro si addormentato; ma vado a svegliarlo. Perci i discepoli gli dissero: Signore,
se egli dorme, sar salvo. Or Ges aveva parlato della
morte di lui, ma essi pensarono che avesse parlato del
dormire del sonno. Allora Ges disse loro apertamente:
Lazzaro morto (Giovanni 11:11-14).
Il silenzio di Lazzaro la chiara evidenza dello stato
dincoscienza dei morti. Se Lazzaro avesse visto qualcosa nei cinque giorni successivi alla sua morte, non lavrebbe raccontato? Paolo, per indicare i morti, si serve
ripetutamente del termine addormentati: Fratelli,
non vogliamo che siate nellignoranza riguardo a quelli
che dormono, affinch non siate tristi come gli altri che
non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Ges mor
e risuscit, crediamo pure che Dio, per mezzo di Ges,
ricondurr con lui quelli che si sono addormentati. Poich vi diciamo questo fondandoci sulla parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati (1 Tessalonicesi 4:13-15).
5. I morti rivivranno
Il Nuovo Testamento mette in luce la verit della risurrezione dei morti e stabilisce uno stretto legame fra questa verit e la vita eterna. Questultima espressione, che
si ritrova quaranta volte, indica una vita diversa da quella attuale, che invece temporanea, interrotta dalla morte. La vita eterna concessa al momento della risurrezione rappresenta il premio del fedele.
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Capitolo 20
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Cos, pur non essendo immortali per natura, possiamo per diventarlo. Mediante la fede possiamo ricevere
la vita eterna, che si trova in Cristo Ges, il quale ha detto: Io sono la risurrezione e la vita (Giovanni 11:25).
Linvito di Dio risuona oggi, come gi echeggi secoli
prima agli orecchi degli israeliti: Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto
davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita (Deuteronomio 30:19).
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Capitolo 21
ESISTE LINFERNO?
Abbiamo gi visto nel capitolo precedente che la natura
delluomo non immortale. Egli pu ricevere la vita
eterna accettando per fede la redenzione in Cristo. anche detto che la vita eterna riservata a coloro che con
perseveranza nel fare il bene, cercano gloria e onore e
immortalit (Romani 2:7).
1. Le due vie delluomo
Ma qual la sorte di chi rifiuta il dono della salvezza?
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di
credere al Figlio non vedr la vita, ma lira di Dio rimane su di lui (Giovanni 3:36).
In questo versetto descritta la sorte di chi, non credendo in Dio e in Cristo, respinge la salvezza: non avr
la vita e quindi morir per sempre, torner nel nulla.
Tutti risorgeranno, vero, ma la risurrezione di chi
non ha creduto sar un temporaneo ritorno alla vita fisica, con lunica prospettiva di andare incontro alle conseguenze estreme del giudizio: Lora viene in cui tutti
quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne
verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio (Giovanni 5:28,29).
La Bibbia dice che Dio rispetta la libert delluomo, lo
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Capitolo 22
LA NUOVA TERRA
Nella nuova terra, in cui vivranno i giusti, Dio assicurer una dimora eterna per i redenti e un ambiente perfetto per la vita eterna, lamore, la gioia e la conoscenza
in sua presenza. Dio stesso infatti abiter con il suo popolo e la sofferenza e la morte non ci saranno pi. Il gran
conflitto finito e il peccato stato eliminato. Ogni essere vivente e tutta la creazione dichiareranno che Dio
amore ed egli regner per sempre.
La Bibbia dice chiaramente che il paradiso ci sar. In
misura limitata, esso esisteva invero gi allinizio della
storia umana, quando Dio, dopo aver compiuto cielo e
terra, vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono (Genesi 1:31).
Il giardino dellEden era un vero paradiso. Lumanit
doveva trascorrervi unesistenza di piena felicit, in condizioni di cui noi, ora, possiamo avere soltanto una pallida idea. Re della creazione, plasmato a somiglianza di
Dio, luomo era chiamato a esercitare il suo dominio su
tutte le creature e a coltivare il fiorente giardino dellEden che, continuamente estendendosi con laccrescimento della popolazione, avrebbe finito con il coprire
lintera superficie terrestre. Il dolore e la morte erano
sconosciuti e unarmonia perfetta regnava incontrastata
nel nostro pianeta. Nessuna nota stonata turbava linin192
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terrotta sinfonia eseguita dalla natura. Veramente, tutto era molto buono (V. Fantoni e R. Vacca).
1. Il paradiso perduto
Purtroppo con il peccato di Adamo ed Eva, tutta questa
felicit doveva istantaneamente dileguarsi. Abbiamo gi
visto che essa dipendeva dalla fiducia che i nostri progenitori avevano nelle direttive del Creatore. La dipendenza, la fiducia e lamore delle creature per il Signore avevano come risultato la vita, mentre la sfiducia, il dubbio
e la disubbidienza hanno introdotto la morte. Malauguratamente, come sappiamo dal racconto biblico e dalla
nostra dolorosa esperienza personale, il paradiso fu perduto. Ebbe cos inizio per lumanit la via dolorosa della sofferenza e della morte rischiarata qua e l da bagliori di speranza. Il peccato aveva fatto il suo ingresso
nel mondo, e con esso il corteo di miserie che costituiscono il triste retaggio delle generazioni umane. Da quel
momento, il dominio della terra fu usurpato dallavversario, il principe delle tenebre, che soggiog i suoi abitanti. La maledizione era scesa sullumanit e sulla terra
da essa abitata. Il suolo sar maledetto per colpa tua,
ne mangerai il frutto con affanno tutti i giorni della tua
vita (Genesi 3:17).
2. La promessa di una terra rinnovata
Questa maledizione, per, non doveva pesare in eterno.
Sin dai tempi pi remoti, i patriarchi hanno potuto intravedere la speranza di un mondo nuovo, di un paradiso rinnovato, di un nuovo Eden paragonabile e persino
superiore allantico.
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Capitolo 22
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3. La progenie di Abraamo
Ma qual questa discendenza di Abraamo che deve beneficiare della promessa fatta al suo capostipite? Chi sono i figli della promessa?
Uno studio attento dei testi biblici che trattano largomento permette di giungere alla conclusione, cio che il
riferimento non agli israeliti secondo la carne, ma agli
israeliti secondo lo spirito.
Per non che la parola di Dio sia caduta a terra; infatti non tutti i discendenti dIsraele sono Israele; n per
il fatto di essere stirpe dAbraamo, sono tutti figli dAbraamo; anzi: in Isacco che ti sar riconosciuta una discendenza. Cio, non i figli della carne sono figli di Dio;
ma i figli della promessa sono considerati come discendenza (Romani 9:6-8).
Paolo scrive ancora: Se siete di Cristo, siete dunque
discendenza dAbraamo, eredi secondo la promessa
(Galati 3:29).
Perci gli autentici discepoli di Cristo, veri israeliti secondo lo spirito, parteciperanno alleredit della nuova
terra. Eredi di Dio, coeredi di Cristo: ecco i gloriosi titoli che la Scrittura attribuisce loro. Se siete di Cristo, siete dunque discendenza dAbraamo, eredi secondo la promessa (Romani 8:16,17).
4. Una nuova terra
Le promesse della Scrittura riguardano dunque una terra restaurata, stabilita nel futuro. Ma questa nuova terra, destinata a sostituire il paradiso perduto, sar il nostro pianeta purificato in precedenza, oppure costituir
un pianeta a s, dopo la distruzione del nostro?
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Capitolo 22
La Bibbia dice che non ci sar annientamento n sparizione del nostro pianeta, ma piuttosto un rinnovamento, una trasformazione completa della sua superficie purificata dal fuoco. in questo senso che va inteso Giovanni quando dichiara: Poi vidi un nuovo cielo e una
nuova terra, poich il primo cielo e la prima terra erano
scomparsi, e il mare non cera pi (Apocalisse 21:1).
Si tratta allora di una nuova creazione (Matteo
19:28), della restaurazione di tutte le cose annunziata
da Pietro (Atti 3:21); della grande purificazione finale il
cui agente il fuoco, intorno alla quale afferma lo stesso
apostolo: I cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono
in essa saranno arse. Cos mediante il fuoco spariscono
gli effetti della lunga maledizione che pesata sulla terra e la creazione stessa, la quale geme e aspetta la
manifestazione dei figli di Dio, viene a beneficiare dellopera di Cristo il quale appunto venuto per cercare
e salvare ci che era perito (Romani 8:22; Luca 19:10).
5. Il paradiso nellimmaginazione umana
Subito dopo la creazione, il giardino dellEden era perfetto. Cos sar la terra rinnovata, un nuovo Eden pi
bello e pi grande, altrettanto perfetta.
Lanelito delluomo verso questo mondo perfetto
espresso nellarte, spesso in belle forme. I pittori hanno
rappresentato le magnificenze del paradiso e i poeti ne
hanno cantato le beatitudini.
Nellultimo canto della Divina Commedia, Dante descrive gli incanti dei luoghi celesti, mentre Milton, nel
suo Paradiso perduto ne rievoca le delizie.
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Ed ecco i teologi esporci le loro concezioni: gli uni, ultraspiritualisti, non vedono che simboli nelle descrizioni
bibliche del paradiso e immaginano la patria degli eletti
come un luogo di contemplazione inoperosa, di immobilit costante; gli altri, ultramaterialisti, si dilungano
nel dare infiniti particolari di unesistenza eterna, ma a
tinte nettamente materialistiche.
Tutti i concetti estremisti al riguardo non sono convalidati dalla Parola di Dio; essa raccomanda un sano equilibrio. Ma che cosa dice della futura patria degli eletti?
6. La fine del male
Premettendo che le cose che occhio non vide, e che
orecchio non ud, e che mai salirono nel cuore delluomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo
amano (1 Corinzi 2:9), le Scritture delineano il nuovo
paradiso innanzitutto sotto due aspetti: quello delle cose
attualmente esistenti, che non ci saranno pi, e quello
delle cose quaggi, inesistenti o presenti in misura limitata, che l si troveranno in grande abbondanza. Fra le
cose che non vi saranno pi occorre citare in primo luogo il male, la sofferenza e la morte.
LApocalisse (22:3) ci dice che non ci sar pi nulla
di maledetto, quindi il male sar definitivamente eliminato. Con la sua soppressione spariranno anche le conseguenze. Non ci sar pi alcuna forma di sofferenza:
Egli asciugher ogni lacrima dai loro occhi e non ci
sar pi la morte, n cordoglio, n grido, n dolore, perch le cose di prima sono passate (Apocalisse 21:4).
Annienter per sempre la morte; il Signore, Dio,
asciugher le lacrime da ogni viso, toglier via da tutta
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NellApocalisse, libro ricco di raffigurazioni simboliche, lapostolo Giovanni descrive la visione che gli fu
mostrata della santa citt o nuova Gerusalemme,
centro della vita futura dei figli di Dio: Egli mi trasport
in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostr la
santa citt, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da
presso Dio, con la gloria di Dio. Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino. Aveva delle mura grandi e alte;
aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli. Sulle porte
erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici trib
dei figli dIsraele... le mura della citt avevano dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi di dodici apostoli dellAgnello... E la citt era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza... Le mura erano costruite con diaspro e la citt era doro puro, simile a terso
cristallo. I fondamenti delle mura della citt erano adorni dogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento
era di diaspro; il secondo di zaffiro; il terzo di calcedonio;
il quarto di smeraldo; il quinto di sardonico; il sesto di
sardio; il settimo di crislito; lottavo di berillo; il nono di
topazio; il decimo di crisopazio; lundicesimo di giacinto;
il dodicesimo di ametista. Le dodici porte erano dodici
perle e ciascuna era fatta da una perla sola. La piazza della citt era doro puro, simile a cristallo trasparente. Nella citt non vidi alcun tempio, perch il Signore, Dio onnipotente, e lAgnello sono il suo tempio. La citt non ha
bisogno di sole, n di luna che la illumini, perch la gloria di Dio la illumina, e lAgnello la sua lampada... Poi
mi mostr il fiume dellacqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dellAgnello. In
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Capitolo 22
mezzo alla piazza della citt e sulle due rive del fiume stava lalbero della vita. Esso d dodici raccolti allanno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dellalbero sono per la
guarigione delle nazioni. Non ci sar pi nulla di maledetto. Nella citt vi sar il trono di Dio e dellAgnello; i
suoi servi lo serviranno, non ci sar pi notte; non avranno bisogno di luce di lampada, n di luce di sole, perch
il Signore Dio li illuminer e regneranno nei secoli (Apocalisse 21:10-12,14,16,18-23,27; 22:1-5).
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Capitolo 23
IL GIUDIZIO
Lapostolo Paolo scrive: Il salario del peccato la morte; ma il dono di Dio la vita eterna in Cristo Ges, nostro Signore (Romani 6:23).
Il dono della vita eterna si realizzer completamente
al ritorno di Ges quando coloro che sono morti conservando la loro fede nel Signore risusciteranno per primi unendosi coi viventi fedeli nel tempo della fine.
Limmortalit non appartiene alla natura umana. Dio
solo possiede limmortalit (1 Timoteo 6:16).
La risurrezione costituir ladempimento dellopera
della salvezza individuale. La Scrittura (cfr. Apocalisse 20)
parla di un periodo di mille anni (il millennio) in cui i
redenti saranno con Cristo, mentre i perduti aspetteranno nel sonno della morte la loro risurrezione per il giudizio finale in seguito al quale saranno come se non fossero mai esistiti. Questa chiamata la morte seconda
(cfr. Apocalisse 20:14).
Alla fine del millennio, insieme agli empi, saranno
giudicati anche Satana e i suoi angeli che verranno annientati dalla giustizia divina. Allora si compir lintero
piano di Dio che prevede la scomparsa del male, della
sofferenza e della morte, e uneternit piena di significato in un mondo rinnovato per sempre.
La Parola di Dio non autorizza a credere allesistenza
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Capitolo 23
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rit vi dico che in quanto non lavete fatto a uno di questi minimi, non lavete fatto neppure a me. Questi se ne
andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna
(Matteo 25:31-46).
Questo brano toccante e insieme ammonitore, che fa
parte del discorso profetico pronunciato da Ges poco
prima della settimana della passione, insegna esplicitamente che vi sar un giudizio.
La storia del genere umano sfocia, secondo la Scrittura, in questo avvenimento solenne al cui avverarsi ci
sar la definitiva separazione tra giusti e gli empi: i primi entreranno in possesso delleredit preparata da Dio,
mentre i secondi subiranno la pena del fuoco eterno
cio, come abbiamo gi visto ampiamente, saranno colpiti di eterna distruzione.
1. Certezza del giudizio
Frequentemente gli scrittori biblici affermano la solenne
realt del giudizio.
Il patriarca Enoc presenta la venuta del Signore per
procedere al giudizio verso la totalit del genere umano:
Ecco il Signore venuto con le sue sante miriadi per
giudicare tutti (Giuda 14). Anche Isaia descrive il Signore in atto di sopraggiungere per il giudizio: Il Signore verr nel fuoco il Signore eserciter il suo giudizio
con fuoco e spada contro ogni carne (Isaia 66:15,16).
Il profeta Geremia ci pone davanti al tempo terribile
in cui ... il SIGNORE, tuona la sua voce dalla sua santa
abitazione; egli entra in giudizio contro ogni carne; gli
empi li d in bala della spada, dice il SIGNORE
(25:30,31).
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Capitolo 23
Norma del giudizio sar quindi la legge divina: la legge scritta per chi la conosce, quella della coscienza per
gli altri.
Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge
periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella
legge; perch non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che losservano saranno giustificati. Infatti quando degli stranieri, che non hanno
legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; essi
dimostrano che quanto la legge comanda scritto nei loro cuori, perch la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. Tutto ci si vedr nel giorno in cui Dio giudicher
i segreti degli uomini per mezzo di Ges Cristo, secondo
il mio vangelo (Romani 2:12-16).
7. Oggetto del giudizio
gi implicito in quanto si detto che per giudizio futuro si intende il giudizio di ogni singolo essere umano.
Infatti sta scritto: Come vero che vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegher davanti a me, e ogni lingua
dar gloria a Dio. Quindi ciascuno di noi render conto
di s stesso a Dio (Romani 14:11,12).
Questo giudizio avverr in base ai pensieri, alle parole e alle azioni: Io vi dico che di ogni parola oziosa che
avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno
del giudizio; poich in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato.
Dobbiamo tutti comparire in giudizio affinch cia208
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Capitolo 24
QUESTA LA VIA
Questultimo capitolo un breve riepilogo delle verit
meravigliose che abbiamo scoperto nella Parola di Dio.
1. La Bibbia
La Bibbia, bench composta di parti scritte da autori diversi e in epoche diverse, rivela ununit dovuta alla sua
ispirazione divina. Essa la Rivelazione di Dio.
Questo libro, che comincia presentandoci, in rapidi
scorci, la storia dellumanit - dalla creazione del mondo e delluomo alla caduta di questo e al sorgere del popolo ebraico - si sofferma poi sulle vicende di questo popolo, scelto da Dio come suo particolare rappresentante
in vista della salvezza del genere umano. Questa missione, vista chiaramente dai profeti ma non attuata da
Israele nella sua completezza, stata realizzata da Cristo, che ha lasciato la continuazione della sua opera ai
discepoli, guidati dallo Spirito Santo.
Al suo termine, la Bibbia si spinge profeticamente sino
alla conclusione dei tempi preannunciando il rinnovamento di tutte le cose con linstaurazione del Regno di Dio.
2. Lorigine del male
Il male presentato dalla Scrittura come problema fondamentale delluomo.
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Capitolo 24
Quando ritorner? Nessuno pu fissare la data del ritorno. Per molti dei segni predetti si sono verificati o
sono in via dadempimento.
Come ritorner? Nella stessa maniera in cui salito in
cielo: sar quindi personalmente e universalmente visibile.
Perch ritorner? Per instaurare il suo regno eterno e
dare a ognuno secondo le sue opere (Apocalisse 22:12).
5. Giustificazione e santificazione
Al ritorno di Ges saranno accolti da lui solo gli eletti,
coloro che, pentendosi delle loro colpe, hanno affidato la
loro vita al Signore, pronti a compiere la sua volont anche se in modo imperfetto e incompleto e, perdonati da
Dio, sono da lui considerati giusti. Ogni uomo pu essere un eletto, purch lo voglia. Dio infatti offre a tutti la
salvezza, ma non costringe nessuno ad accettarla.
Nellopera della giustificazione lamore di Dio la sorgente, la morte di Cristo il mezzo, la fede delluomo la risposta. Il peccatore non pu in nessun modo conseguire questa giustificazione con le proprie opere.
La giustificazione il punto di partenza, mentre la vita in Cristo un progresso continuo. Nella giustificazione Dio fa qualcosa per noi: perdona i nostri peccati;
nella santificazione Dio compie qualcosa in noi: ci
guarisce progressivamente dalla nostra inclinazione al
male. La preghiera uno dei mezzi fondamentali per
coltivare lamicizia con Dio.
6. La legge di Dio e le sue esigenze
La regola universale, che stabilisce la giustizia o meno
dei nostri atti, la legge di Dio, che Cristo cos compen212
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di: Ama il Signore Dio tuo ama il prossimo tuo come te stesso (Matteo 22:37-40; Esodo 20:1-17).
I primi quattro comandamenti del decalogo prescrivono i nostri doversi verso Dio, gli altri sei i doveri verso
il prossimo.
La legge di Dio perfetta, santa e immutabile. Cristo
lha osservata scrupolosamente, lha esaltata e magnificata, mettendone in risalto lessenza spirituale.
La legge non salva il peccatore, anzi lo condanna.
Per, convincendolo della sua colpevolezza, lo accompagna ai piedi di Cristo, dove si trovano perdono e giustificazione. Il suo compito dunque, secondo Paolo,
quello di pedagogo che, dopo aver rivelato - ma senza
guarirlo - lo stato spirituale del malato, lo conduce dal
grande Medico, Cristo.
Accettando il Salvatore, che morto per noi, riceviamo la grazia e la forza di osservare la legge stessa.
In questo modo, la grazia non contro la legge, n
questa contro quella. Passando dal regime della legge a
quello della grazia il peccatore salvato non rinuncia alla
legge ma riceve, al contrario, la forza di osservarla. Cos
egli non pi sotto la legge, ma con la legge.
Il quarto comandamento del decalogo prescrive losservanza del settimo giorno, il sabato, istituito alla creazione e destinato allumanit intera. Cristo non ha abolito il sabato, anzi lha osservato, confermando cos per
la sua chiesa la necessit di santificare questo giorno. Gli
apostoli hanno fatto altrettanto.
Osservando il sabato, noi non facciamo altro che seguire lesempio di Dio, dei patriarchi, dei profeti, di Ges e degli apostoli.
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CONCLUSIONE
Nel breve spazio di un tascabile come Ascolta la Parola
non stato possibile affrontare tutti i temi relativi allinsegnamento biblico. Su un punto, per, siamo certi: la
Bibbia interpella luomo.
La Scrittura, pur trattandosi di un libro complesso,
scritto da uomini inseriti in un contesto storico specifico, con un linguaggio, una cultura e una teologia propri,
la testimonianza della rivelazione divina. Non un libro sacro nel senso magico. Non si tratta di credere ciecamente e in modo acritico.
Una lettura troppo letteralistica non serve, occorre
piuttosto uno studio storico e critico che sbocchi in un
approccio intelligente, che non si scandalizzi delle contraddizioni e della sua umanit, ma colga lappello che
Dio rivolge agli abitanti della terra: lumanit fragile, debole, incompleta pu essere riscattata solo tramite Ges
Cristo, nostra salvezza e nostra speranza.
La speranza cristiana non lottimismo che deriva dalla costruzione di un mondo migliore ad opera delluomo.
piuttosto la certezza che Dio fedele al suo mondo e al
suo popolo. Dio ha agito nel passato, agisce oggi e continuer a farlo nel futuro.
Lavvenire si presenta come un evento possibile nonostante i disastri compiuti dalla tecnologia. La speranza
del credente sperare contro ogni speranza, in quanto la
nostra debolezza tradisce ogni attesa. Ma nello stesso
tempo siamo ancorati a Cristo, vero caposaldo della redenzione e della giustizia divina.
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INDICE
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
Capitolo
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Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217
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Percorsi di donne
Riscoprire il valore e la responsabilit
di essere donna.
Il ritorno annunciato
Studio sul messaggio dellavvento
nella Bibbia.
La perfezione cristiana
Che cosa significa essere santi oggi?
La terra
Storia delle origini. Caso o progetto?
del 7 Giorno
Chi, come, dove, quando, perch?
Lutopia di unera nuova che porti pace e felicit sar mai possibile?
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Giuseppe Marrazzo
QUALE MARIA?
Che cosa hanno in comune la fanciulla di Nazaret
e la Madonna dei dogmi?
Codice: ST2/03
Prezzo: 3,30
Le poche notizie contenute nei vangeli su Maria di Nazaret, borgo della Galilea, ci aiutano a guardarla come una sorella della chiesa primitiva, umile credente, fidanzata e poi moglie di Giuseppe, il carpentiere. La sua vita stata
prima turbata poi illuminata dalla presenza del Signore. Maria della tradizione
diventata una madre generosa e attenta, una creatura umana s, ma beatissima e santissima, una regina del cielo da venerare e pregare. Quale delle due merita la nostra particolare attenzione?
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Samuele Bacchiocchi
IMMORTALIT
RISURREZIONE?
Immortalit o risurrezione
Codice: UT15
Prezzo: 16,00
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LA BIBBIA PARLA
COGNOME______________________________________________________
NOME___________________________________________________________
VIA______________________________________________________________
N._______________________________________________________________
CAP_____________________________________________________________
CITT _____________________________________PROV.________________
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