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Zapatero indebolisce
lOnu prima che lOnu
ingabbi lui e la sua linea
Il governo socialista punta a ottenere
alcuni obiettivi di bottega, ma rischia
di creare serie conseguenze strategiche
Il rammarico di Bush
Roma. La Spagna senza Aznar teme di
dover restare in Iraq perch potrebbe arrivare lOnu, dunque, come azione unilaterale preventiva, decide il ritiro dallIraq priANALISI
quotidiano
TEL 02771295.1 - SPED.ABB. POST.- 45% -ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO
La vergenza
Divisi a Baghdad
Divisi a Washington
Sinistra incerta
Maggioranza compatta
Tu vo fa il kerryano
Tim Russert: Gioved il presidente Bush
ha rotto con la tradizione e con la politica di
sei predecessori dicendo che Israele potr tenere parte dei territori conquistati con la
guerra del 1967 e ha affermato che i rifugiati palestinesi non potranno tornare nelle loro case. Lei sostiene il presidente Bush?
John Kerry: S.
Tim Russert: Completamente?
John Kerry: S.
Meet the press, NBC, 18 aprile 2004
una soluzione per il rilascio dei tre ostaggi
italiani. Il premier mostra un cauto ottimismo. Abbiamo imboccato la strada giusta,
aggiunge il ministro degli Esteri. Intanto dalla maggioranza arrivano unanimi le condanne del disimpegno annunciato dal premier
spagnolo: Rischia di rappresentare l8 settembre dellOccidente. Spiace che Prodi lo
faccia proprio, osserva allarmato il leader
dellUdc, Marco Follini, aggiungendo che la
ricucitura passa per uniniziativa comune di
cui il governo italiano si faccia promotore. Il
coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi,
parla dun segnale di resa a chi cerca di minare la stabilit nel mondo. Il vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, pone laccento sullinaffidabilit dei
paesi guidati dalla sinistra in tema di politica internazionale. Duro anche il coordinatore di An, Ignazio La Russa, che dice al Foglio: Se quella di Zapatero non unimboscata poco ci manca. Di fatto c una sinistra
europea che sulla questione irachena ha deciso di gettare la spugna, senza nemmeno attendere lauspicato intervento delle Nazioni
Unite. Zapatero non onora limpegno del governo di Aznar, ma nemmeno limpegno preso in campagna elettorale, cio la promessa
di caldeggiare un intervento dellOnu per la
gestione del trasferimento dei poteri a Baghdad entro il 30 giugno. Una decisione premeditata che, fossi spagnolo, certo non mi
riempirebbe dorgoglio. Ma essendo io europeo, comunque mi preoccupa.
Dalla nostra i numeri e il Quirinale
Pi difficile semmai, per il centrodestra,
contare sul clima di unit nazionale affiorato, e presto appassito, in occasione del rapimento dei nostri connazionali. Di fronte allipotesi che anche nella sinistra italiana si faccia largo la tentazione di sposare la posizione
di Zapatero, la Cdl guarda tuttavia con tranquillit alla sua forza numerica in Parlamento e lo fa con un occhio sempre rivolto verso
il Quirinale. Sappiamo che la politica estera
uno dei punti deboli dellopposizione continua La Russa ma a noi non interessa giocare sulle divisioni nel centrosinistra. Grazie
a Dio questo governo non ha numericamente
bisogno di appoggi esterni per mostrarsi coerente con i suoi impegni. Il che, se vogliamo,
offre la misura del valore etico che muove la
nostra ricerca di consenso nellopposizione.
Occorre per riconoscere che parte dellUlivo avverte lurgenza di preservare la lealt
dellItalia. La maggioranza censura il tentativo dei prodiani di tornare al Consiglio europeo (il vicepremier Gianfranco Fini definisce grave la fuga della Spagna, ma pi grave il balbettio di unEuropa rinunciataria e
impotente), eppure si proclama in sintonia
con il capo dello Stato. Con lui c una concordia indiscutibile sulla necessit che le istituzioni internazionali sostengano la normalizzazione dellIraq. Tra la posizione di Ciampi, che la nostra, e lipotesi di un ritiro immediato c di mezzo un abisso che richiama
ognuno al senso di responsabilit. Ciampi
ha rivolto un altro augurio per la restituzione dei nostri compatrioti ostaggi della guerriglia. E bene che la sua voce si faccia sentire, conclude La Russa, ogni esternazione
del presidente della Repubblica che richiami allunit ha il suo peso.
Rancori secolari
Per Incisa di Camerana
lantiamericanismo cova nei
cuori spagnoli fin dal 1898
Trieste. Il premier spagnolo Luis Zapatero sa di poter contare, nel suo precipitoso
chiamarsi fuori dalla guerra in Iraq, su un
antiamericanismo che continua a essere
un dato di fondo, messo tra parentesi ma
mai rimosso del tutto, della cultura politica
del suo paese, oltre che un sentimento molto diffuso nellopinione pubblica spagnola,
dice al Foglio Ludovico Incisa di Camerana,
che a Madrid ha trascorso una parte consistente della sua lunga carriera diplomatica,
e che a quellesperienza ha dedicato Spagna senza miti (Mursia, 1968) e Il modello
spagnolo, (Liberal libri, 2000). Incisa di Camerana ricorda che sui rapporti con lAmerica pesa quello che la Spagna ha sempre considerato un grave peccato dingratitudine. Alleata degli Stati Uniti nel corso
della Guerra dindipendenza, se li ritrov
nemici nel 1898, quando furono loro a liquidare militarmente ci che rimaneva dellimpero spagnolo, e cio le ultime colonie
doltremare: Filippine, Portorico, Cuba. Si
tratt, per la Spagna, di un immenso trauma
nazionale, che provoc unatmosfera di sfiducia, di catastrofe. Destinata a influire in
modo determinante sulla Guerra civile e a
creare le condizioni per laccettazione del
regime franchista. Quel trauma, gli spagnoli non lhanno mai dimenticato. Anche dopo la stipula degli accordi bilaterali con gli
Stati Uniti, firmati da Franco nel 1953, che
arruolarono la Spagna nello schieramento
occidentale, lalleanza con gli americani fu
vissuta pi come una necessit che come
unopportunit.
Incisa di Camerana ricorda che la Casa
Bianca aveva adottato un preciso protocollo per i paesi iberici. Il presidente degli Stati Uniti riservava il classico abrazo ai presidenti eletti, mentre i dittatori si dovevano
accontentare di una stretta di mano. Ma il
21 dicembre 1959, il presidente Eisenhower
visita Madrid e abbraccia Franco, segnando
la fine del purgatorio internazionale del regime. E dando, daltro canto, nuovo fiato allantiamericanismo della sinistra: Il Psoe
si oppose a lungo alladesione al Patto
atlantico, promossa da un governo di centrodestra e concretizzata soltanto nel 1982.
Un anno dopo, Felipe Gonzles primo ministro determin la svolta filoatlantica del
Psoe, che comunque non rinunci mai a
porre limiti allinstallazione di basi americane. Basti ricordare che, poco prima della
fine della Guerra fredda, Madrid chiese agli
Stati Uniti di ritirare laviazione strategica
dal paese (e fu lItalia, in quelloccasione, a
offrirsi di prendere il posto della Spagna).
Gli otto anni di governo di Aznar sembravano aver messo la sordina allantico risentimento antiamericano, ma, continua Incisa di Camerana, stiamo parlando di una
diffidenza che ha carattere pi sentimentale che politico, e che ha avuto un peso troppo grande nella storia del paese. Gli Stati
Uniti vengono visti tuttora come una delle
cause del decadimento spagnolo. Oggi che
la Spagna si sente pi forte e pi sicura,
perch ha realizzato un ciclo di sviluppo
importante e compiuto, la sua opinione
pubblica convinta che gli Stati Uniti non
servano pi, e che si possa tornare a dar sfogo alla vecchia antipatia.
Una decisione comunque sorprendente
Certo, il ritiro dallIraq, nelle forme decise da Zapatero, smentisce limmagine dello spagnolo combattente e fiero. E un elemento sicuramente contraddittorio, che denuncia elementi di cedimento a una minaccia. Non escludo che, a causa di questo, gli
spagnoli possano provare qualche disagio.
Ma ogni imbarazzo appare eclissato, superato dallo stato danimo antiamericano, che
la Spagna ha riscoperto con il ritorno della
prosperit e con lidea di avere di nuovo
una certa potenza. Ma non detto, che lo
strappo nei confronti degli Stati Uniti sia
lannuncio di un cambio di rotta di lunga
durata. Anche se per ora prevalgono gli stati danimo negativi e il desiderio, espresso
grossolanamente, di non sacrificarsi per
lAmerica, di uscire al pi presto dalla guerra contro il terrore.
Su questo sfondo favorevole al disimpegno, Luis Zapatero pu accelerare il riallineamento della Spagna sulla posizione
franco-tedesca, e addirittura aspirare a entrare pi agevolmente nel direttorio e ad assumervi un ruolo di primo piano. Ma rimane, conclude Incisa di Camerana, lelemento abbastanza sorprendente della palese dimostrazione di sfiducia nei confronti
delle Nazioni Unite, dopo che la richiesta
di un loro coinvolgimento era stato un cavallo di battaglia di Zapatero, anche dopo la
vittoria elettorale. Un atteggiamento del genere rischia di non poter essere condiviso
nemmeno da Francia e Germania.
IL FOGLIO
ORGANO
DELLA
quotidiano
CONVENZIONE
PER LA
GIUSTIZIA
IL FOGLIO QUOTIDIANO
L U C C I S I O N E D I R A N T I S I , C A P O D I H A M A S / 1
zione globale di certe idee, per poi massacrare coloro che non sono pronti ad accettarle. Intendiamoci: il terrore sempre
esistito. Basti pensare a Pompeo che si conquist il trionfo solo dopo aver sconfitto una
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
L U C C I S I O N E D I R A N T I S I , C A P O D I H A M A S / 2
guarda Khaled Meshal, a Damasco, i giovani hanno fatto sapere di non volergli affidare il potere dallestero. In queste condizioni molto difficile che riescano a organizzarsi senza cadere in lotte intestine, afferma lesperto, ricordando che Hamas stato
costretto a raccogliere i fondi per le strade
di Gaza, poich i rubinetti dallestero sono
stati tutti chiusi. Anche se dopo la morte di
Yassin sia lArabia Saudita che lIran hanno
ripreso a sostenere economicamente il movimento. Unaltra possibilit di rafforzamento costituita dallipotesi che altri
gruppi armati decidano di appoggiare Hamas. Gi esiste una tendenza ad attacchi
comuni, dice Karmon . In quanto ad Arafat
e Abu Ala, la loro preoccupazione pi forte oggi quella di reagire al piano di separazione stabilito da Sharon e appoggiato da
Bush. Potrebbe davvero essere Arafat il
prossimo target dIsraele? Sarebbe controproducente. Arafat resta un simbolo molto
pi forte di Yassin e non solo palestinesi e
arabi, ma tutta la comunit internazionale
non lo perdonerebbe facilmente.
SDS
L U C C I S I O N E D I R A N T I S I , C A P O D I H A M A S / 3
che mettere in discussione lesistenza dello Stato ebraico, lappoggio alla politica di
Ariel Sharon, il suo sacrosanto diritto a difendersi, lamicizia con lAmerica che non
si tocca, anche la constituency democratica
che gli ebrei hanno sempre rappresentato,
ma potrebbero a novembre non rappresentare pi, o non pi cos solidamente. Strizzato a tratti come un limone da quel grande intervistatore bulldog che Tim Russert
della Nbc, e che a un certo punto gli ha mostrato un filmato dei tempi delle proteste
contro la guerra in Vietnam che per mesi la
campagna Kerry 2004 aveva cercato di acquisire e far sparire, su Israele il candidato non si fatto incastrare, n inibire da
tentazioni liberal. La domanda era chiara
daccordo o no con lassassinio di Rantisi, le risposte pure. Non solo il senatore
democratico ha detto che Israele ha tutti i
diritti del mondo di rispondere agli atti di
terrore che lo colpiscono, che Hamas
unorganizzazione brutale, terroristica, ha
avuto anni di tempo per cambiare idea e
prendere parte a un processo di pace, invece ha rifiutato, che Arafat rifiuta pure,
che lui, Kerry, sostiene lo sforzo di Israele
di separarsi per cercare di essere pi sicuro, ovvero che a favore della barriera difensiva in costruzione, che nel momento in
cui Hamas dir: rinunciamo alla violenza,
siamo pronti al negoziato, sono totalmente
fiducioso che trover un Israele affamato di
quel negoziato; ha anche detto che Bush
ha completamente ragione a rompere con
la politica di sei predecessori, aveva ragione quando ha dichiarato che Israele pu tenersi parte della terra conquistata nella
guerra del 1967, e quando ha asserito che i
rifugiati palestinesi non possono tornare alle loro case di allora.
Manderebbe Clinton, non pi Carter
A riprendere una mediazione Kerry
manderebbe Bill Clinton, che pure concluse la sua presidenza con il cocente fallimento di Camp David, e non Jimmy Carter
o James Baker, come aveva ventilato in precedenza. Russert gli fa maliziosamente notare che ha eliminato i due nomi dopo un
incontro con i leader ebrei, ma Kerry non
vuole fornire spiegazioni, semplicemente
Bill Clinton va bene a tutti, sarebbe una
scelta bipartisan, sarebbe una rirpesa del
ro della realt. Sono saltate fuori le contraddizioni dellortodossia globalista: come pu la stessa ideologia promettere
laumento della democrazia nel mondo e
parallelamente spingere per il ridimensionamento degli Stati-nazione? La democrazia cresce solo allinterno di una nazione. E mentre si continua a discettare di
globalizzazione si moltiplicano i focolai di
violenza nazionalistica. Stati e governi ribadiscono dessere pi forti, necessari e
contrapposti che mai, garanzia didentit
e punto di riferimento e raccolta per ideologie diverse. L11 settembre ha azzerato i
trend. Se il giorno prima era la deregulation largomento di dibattito sul tappeto,
ora i governi delle nazioni tornano a essere gli unici organismi competenti nel tentativo di fronteggiare la crisi.
E in pochi mesi lidea di globalizzazione
simpolvera in fondo a un cassetto, mentre
il vero argomento di riflessione se sia
possibile ipotizzare lavvento di nazionalismi positivi, basati sul benessere e la protezione dei cittadini. La questione delle migrazioni resta la variabile decisiva, il fattore destabilizzante, il cuore del problema, a
dispetto di chi ipotizzava universi-mercato
senza barriere e differenze. Il futuro fatto ancora di differenze. E di libert di scelta, ci si augura. La nazione resta il principale terreno di confronto tra individui che
condividono pensiero, condizioni e linguaggio. Il progetto globale disponibile al
banco-saldi.
Stefano Pistolini
Terza palla
Noi e i nostri avversari ci
marchiamo soltanto esistendo
e intanto aspettiamo le mani
ravamo sempre in
Edea
campo, rendevamo lidi cosa volesse dire eternit, applicata
come regola al calcio.
Schierati come plotoni
di fucilati e fucilieri significavamo questo: che
il gioco nasce dalla storia, la storia che, in
un momento di solitudine, si ferma, sincanta e pensa quanto era cruenta. E il gioco giocato infatti (come ormai a tutti noto) lunica espressione concreta del pensiero che, essendo negato allaccoppiamento
(perch non un animale), resta sempre un
pensiero solitario. E noi, come un pensiero
fisso, eravamo confitti sul campo, come i
personaggi in un romanzo e le parole in
una poesia, e le spine nel cuore (tanto per
non risparmiarci nulla), e le nocciole nel
croccante, ma anche le mandorle nel rosso
e appiccicoso zucchero dun cuore cotto e
senza spine (per non risparmiarci nulla).
Inventammo il gioco a zona prima che diventasse delirio di incompetenti, anzi non
linventammo, la zona nacque con noi come
nasce ogni universo o quartiere o cortile o
sala da ballo, come il cerchio da un compasso: perch qualcuno o qualcosa fa un giro o una piroetta. Eravamo sempre in campo, non sempre giocavamo, ma restavamo
l, immobili, alcuni eretti, altri obliqui studiando angolazioni, oppure a testa sotto e
piedi in aria come pesci che brucano. Non
avevamo laspetto delle statue grandi ma
quello dei penati, la nostra era la misura
delle statuine misteriose. Ma la palla ci risvegliava, ritrovavamo, fremendo, la posizione, oscillavamo come tergicristalli o mastini, ci caricavamo come molle di balestre,
la colpivamo come martelli, mazzapicchi,
mazzotti, e la palla era la nostra con questa mia, la caracca, lepistola tonda e bianca, dura nei modi, soda, anche cattiva e dallo slancio pesante, impulsiva, che portava
notizie di noi, e quasi sempre cera risposta, ci tornava indietro con sopra la fulminea replica impressa e stampata dallavversario e, appassionata, ci colpiva facendoci vibrare. Potevamo come un muro respingere opponendo i nostri piedi uniti,
compatti come due mattoni legati; oppure
come scope schiaffeggianti potevamo oscillare, scattare con una velocit invisibile e
colpire la palla soltanto intuita, aggiungendo alla sua forza aggressiva quella del nostro pendolo violento. Noi e i nostri avversari ci marcavamo soltanto esistendo. Eravamo sempre in campo come fissati, anzi lo
eravamo davvero, infilzati dallo spiedo del
calcio, rigidi e semplici come le verghe delladolescenza, su campi di centoquattordici per settanta centimetri, inamovibili perch trafitti dallinestraibile fede in un modulo solo, il due cinque tre, noi i calciatori
del biliardini, sui prati verdi di vetro smerigliato. E noi e la palla eravamo fatti della
stessa sostanza, della stessa materia, perch un nostro o un suo colpo non scalfisse
profondamente lei o noi (ci screziavamo,
questo s, di rapide tacche, di picchiettature annerite che davano alla palla laspetto
dun uovo troppo tondo, troppo grosso, di
merlo). Il tempo stagnava nel retro dei bar
come lodore del tabacco fumato, noi aspettavamo, chi in piedi chi obliquo, chi a testa
sotto, ma tutti sfiorando soltanto il prato di
vetro, noi aspettavamo le mani.
Lurto contro linterno della sponda opposta
Curioso che, parlando di calcio, noi
aspettassimo le mani, ma era cos, e le mani arrivavano. Impugnavano il manubrio
dellasta che ci trapassava, e con uno scatto da sotto in su delle quattro dita lunghe ci
facevano sempre girare come eliche per
provare lo scorrimento e lingrassatura (il
nero che ci screziava era il nero del grasso).
Abbiamo amato i rumori della palla. I due
colpi acerbi quando era battuta due volte
sullorlo del biliardino come un uovo sul
bordo di un piatto, prima che fosse messa
in gioco. Non era un uovo di merlo e non si
rompeva. Dopo i due, il terzo: lurto della
palla lanciata in campo contro linterno
della sponda opposta, un suono quasi pungente al naso. E poi gli altri, la grandinata
tempestosa del gioco, fino alla netta, soprattutto se da lontano e fulminante, infilata della palla in porta, la botola nella quale spariva col tonfo di unocchiata gettata in
un forno spento, con quello che ne segue di
lesivo o incoraggiante per il sentimento. Ma
le palle erano dieci e non una, e scrosciavano tutte sotto di noi nella bocchetta allinizio della partita come se la frana di ogni
fine si verificasse, per noi, al principio. Non
toccammo mai il vetro del prato, n sappiamo perch parliamo al passato.
Pasquale Panella
AGENDA MIELI
Notata beffa parolaia a Eugen.
Redarguir (e un po plaudir.).
Comitato nazionale. Significative adesioni. Ottima opportunit per Gad
per superare effetto Lasorella. Incoragg.
Rass. Fass.
Salotti, ammesso che esistano, andarci.
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
Non scherziamo con la mobilia. Gnoli su Repubblica ha ipotizzato un comparaggio di Heidegger con i
neocon trovando in un sentiero interrotto
sintonie con tesi oggi di moda, cio i
think tank della Casa Bianca. Non scherziamo appunto: era pure esportabile il
conflitto per Heidegger ma con un pastore dellEssere opportunamente accomodato su un Panzer e accompagnato da cani lupo. Toglieteci tutto ma non Heidegger.
EDITORIALI
Il fattore militare
La guerra continua la politica con altri mezzi: appunto, con altri mezzi
tare. Puoi cercare due, tre, dieci risoluzioni Onu; puoi cercare di tessere la
tela disfatta da amici, finti amici, rivali ed avversari cento volte; puoi rivestire di mille espedienti retorici la
giustificazione della guerra: ma alla fine la guerra la guerra, e se non controlli il territorio e non imponi con
mano ferma la sicurezza, se non offri
il senso di una conquista e di una corrispondente resa, se consideri lIraq
come un quartiere del mondo in cui
inviare la polizia internazionale e non
come un paese chiave della nazione
araba al quale imporre con mezzi non
pi politici, con gli altri mezzi della
guerra, la tua pace, allora entri in una
zona pericolosa di ambiguit e di
equivoco. Sono in molti a pensare, un
anno dopo, che le forti difficolt attraversate dalla coalizione in queste settimane dipendano da un deficit di politica e di diplomazia. E vero esattamente il contrario: i liberatori hanno
fatto tutto quanto dovevano in termini
politici per limitare lappoggio civile,
etnico, religioso alle bande che portano la sfida terrorista sul fronte principale dal maggio del 2003. Lo dimostra
la linea di compromesso scelta da Al
Sistani, il religioso sciita che tratta autorevolmente con linviato dellOnu
Lakhdar Brahimi la transizione a un
governo rappresentativo. Lo dimostra
il molto che in un anno si costruito
per rimettere in piedi quel paese, dallelettricit alla costituzione, e che il
partito del terrore intende distruggere. Ma sul punto cruciale del fattore
militare, del potere militare, che la
coalizione sta entrando in crisi. Non
ha nemmeno senso imboccare la via
dellOnu se le vie di Falluja non sono
sgombre dei banditi che le occupano,
se le milizie private di un mullah di
quartiere dettano legge a Najaf, se i
paesi confinanti e la rete del canagliume terrorista si muovono a loro
agio, sotto la compiacente sorveglianza di numerosi servizi segreti, nel territorio liberato.
a ieri nellUnione europea si possono acquistare cibi geneticamente modificati, per i quali, sulle
confezioni, visibile chiaramente la
loro caratteristica. Ci non significa
che da luned sia lecito importare nellUnione prodotti (in particolare sementi) con cui dare luogo in Europa a
produzione di questo genere. Ci rimane ancora vietato. E, per conseguenza, rimangono ancora in piedi le
azioni legali degli Stati Uniti, del Brasile e di altri paesi presso il Wto, lOrganizzazione mondiale del commercio, riguardanti la discriminazione
che, in questo modo, viene effettuata,
a danno della libert del commercio
internazionale. E rimane aperta la
questione se sia meglio o peggio per
lambiente adottare il principio di
precauzione e impedire di coltivare
prodotti geneticamente modificati e
di allevare bestiame nutrito con tali
prodotti. Rimane pure aperta la questione se il divieto generalizzato di
adottare queste tecniche produttive,
sia una forma di protezionismo. La
Commissione europea, al riguardo, si
La generazione antiriformista
Per cambiare luniversit si attende ormai la pensione dei sessantottini
quale che fosse la sua colorazione politica, sia riuscito a scalfire il blocco
conservatore con fraseologia rivoluzionaria che si installato nelle universit uno dei misteri italiani. Si
parla della forza delle corporazioni,
particolarmente persistente nel paese
che le ha inventate, otto secoli fa. Le
altre corporazioni, per, hanno in
qualche modo, pur resistendo, dovuto
adattarsi almeno in parte ai cambiamenti. Luniversit no. La tesi, apparentemente ridicola, del socialismo
in un cortile solo, scimmiottata da
quella ben pi efficace del socialismo in un paese solo di Stalin, sopravvissuta al regime dei soviet. Alvi
sostiene che questo il segno del fallimento di una generazione. Purtroppo, invece, il risultato della vittoria
di una generazione conservatrice su
tutti i tentativi riformisti, quelli che
hanno registrato il vero fallimento
un fallimento che si ripercuote sulla
qualit della formazione culturale e
professionale. Cos sar solo la pensione a riaprire gli atenei alla societ.
Con trentanni di ritardo.
Fallita la missione di Teheran a Baghdad. La soluzione del guaio Moqtada (e non solo) nelle mani dellayatollah Sistani
Achille Occhetto e Antonio Di Pietro riuscirebbe a ottenere un 4,8 per cento dei consensi. Un sondaggio senzaltro in controtendenza rispetto a quelli di cui si beano i vertici della lista Prodi e che danno alla coppia
un risultato modesto, intorno al tre per cento. Un sondaggio che spiegherebbe perch i
Ds hanno intenzione di dare battaglia legale a Di Pietro e Occhetto sul simbolo. Tanto
interesse per una lista che non riesce a
schiodarsi dal tre per cento, altrimenti, non
si capirebbe.
Amnesia due: Antonio Di Pietro, giorni fa,
ha dichiarato che avrebbe fatto a meno del
simbolo nuovo Ulivo perch non voleva litigare con la Lista Prodi per meschini motivi. Qualche ora pi tardi il suo socio in politica, Achille Occhetto, ha tenuto a precisare
che avrebbero fatto a meno di quel simbolo
solo alle elezioni amministrative. Che cosa
successo? Lex pm di Mani Pulite ha dimenticato di fare questa precisazione? O piuttosto, per lennesima volta, Occhetto ha corretto Di Pietro?
Amnesia tre: in unintervista allEspresso
DAlema racconta che Tony Blair, in visita in
Italia, tent di convincere Rutelli (e DAlema
stesso) che la guerra in Iraq sarebbe finita in
una settimana. Messa cos sembra che il premier britannico abbia chiesto un incontro ai
leader del centrosinistra. Evidentemente il
presidente della Quercia non ricorda che fu
il centrosinistra a chiedere un incontro a
Blair. Rutelli e DAlema dicevano che, per i
Il premier si arrende: la Gran Bretagna andr alle urne per votare sulla Costituzione europea. Il problema quando
Se da ministro degli Esteri francese voleva essere Napoleone, da ministro dellInterno sispirer a Fouch?
del presidente Chirac, considera un Nerone, un incendiario. Possibile che de Villepin debba prendere esempio dal cugino,
Frdric de Saint-Sernin, deputato Ump
della Dordogna e segretario di Stato alla
pianificazione del territorio? Il contrasto c
tra de Villepin, che non si mai presentato
a unelezione, e de Saint-Sernin, che si definisce timido ma fiero di essersi guadagnato
il seggio nei pranzi, nei bar, nei mercati.
In realt, come ha messo in evidenza il
Nouvel Observateur, pare che per de Villepin, soggiogato dal fascino oscuro del ministro della Polizia di Napoleone, Fouch, il
ministero dellInterno fosse un traguardo
ambito. Nel suo libro Les Cents-Jours ou
lesprit du sacrifice, descrive con ammirazione un Fouch che sembra aver attinto i
suoi precetti in Machiavelli: lambizione e il
calcolo, [...] il dominio dellinformazione e
listinto della haute et de la basse police.
LIBRI
Alessandro Campi
IL NERO E IL GRIGIO
FASCISMO, DESTRA E DINTORNI
584 pp. Ideazione editrice, euro 15
to nostalgico del passato mussoliniano, si
sia generato un partito di destra democratica che nel giro di pochi anni ha assunto
un ruolo preminente nella politica italiana. Un interrogativo che tocca in pieno la
questione su che tipo di destra rappresenti effettivamente Alleanza nazionale
e su quale potr essere il percorso futuro.
Campi si fa problematico. La sua ricostruzione, il suo tentativo di interpretazione interessante proprio perch privo di
fanfare, attento a valutare pregi e difetti
Un Fouch che riesce a strutturare una rete informativa che comprendeva tutte le categorie sociali e tutto il territorio, dal Caff
alla camera da letto dellImperatore. Un
Fouch che conosce ogni cosa e istilla il
sospetto. Fedele al modello, sarebbe stato
de Villepin, segretario generale dellEliseo
dal 1995 al 2002, ad aver preparato dossier
sugli avversari di Chirac, che avrebbero
permesso, per esempio, di accusare lallora
primo ministro Lionel Jospin di aver goduto di un impiego fittizio al Quai dOrsay tra
il 1993 e il 97. Accusa rivelatasi infondata.
Un altro episodio illustra il machiavellismo di de Villepin. Nel maggio 2002 una
missione guidata da Xavier de Villepin, senatore, presidente della commissione Esteri, e babbo di Dominique, and a Washington per carpire le linee della politica estera di Bush. Gli americani spiegarono senza
reticenze agli amici francesi i loro obiettivi.
del nuovo corso finiano. Lanalisi politica
delle vicende del vecchio Msi, ad esempio,
rileva come il partito di Arturo Michelini
e Giorgio Almirante fosse, anche se solo
episodicamente, tendenzialmente e solo
eccezionalmente in maniera esplicita (il
governo Tambroni, la giunta Milazzo in Sicilia), parte del gioco parlamentare, intrecciando un dialogo sotterraneo con i
settori dellanticomunismo intransigente
presenti nella dicc, tra i monarchici, i liberali. Tutta roba che venne buona in seguito, con labbandono del reducismo e la
svolta, frettolosa ma inequivocabile, verso
una destra deideologica e pragmatica.
Quanto al grigio del titolo, pi che un annacquamento del passato mussoliniano,
pu assumere tanto il significato, oggi forse prevalente, di ambivalenza e mediocrit, quanto di raccoglimento pensoso,
prudenza virtuosa, lentezza riflessiva, maturit e sobriet. A maggior ragione se,
come si valuta nellultimo capitolo, sono
le categorie di nero e rosso, destra e sinistra a risultare irrimediabilmente lise.
Il 29 maggio 2002 le conclusioni della missione furono inserite nel rapporto 313, La
politica di difesa degli Stati Uniti: una nazione in cerca dinvulnerabilit, in cui si
pu leggere della determinazione del presidente Bush e dei suoi pi stretti consiglieri per far cadere il regime di Saddam.
La commissione metteva anche in evidenza
il desiderio degli americani di contare pi
sulle proprie forze, nel caso integrate nel
quadro di coalizioni di circostanza, che sulle alleanze costituite o sui trattati internazionali. Difficile immaginare che de Villepin, poeta, diplomatico e ora sbirro, non
abbia tenuto conto di queste informazioni
raccolte dal babbo, quando prepar agli
americani il trappolone onusiano che permetter certo alla Francia di ritrovare per
alcune settimane la passata grandeur ma
che ancora oggi sta costando caro sia agli
americani sia ai loro alleati, quelli veri.
LA DEFICIENTE
a cura di Guia
Tipi catodici / 1. Carlos Chereza ha 17 anni, vive a Fort Myers
(Florida) e ha promesso a un tizio 2000 dollari se quello gli avesse ammazzato la mamma. Insieme alle chiavi di casa, ha consegnato una raccomandazione: non danneggiare il televisore.
Tipi catodici / 2. Domenica, su SkyTg24,
Rebecca Loos mostrava senza che le sincrinasse il sorriso il display del cellulare:
Adoro il rumore della stoffa che sfrega sulla tua omissis tutta bagnata. Finalmente
anche gli italiani hanno potuto chiedersi
cosa mai omettesse lomissis.
Tipi catodici / 3. Subito prima, gli spettatori di qui si erano chiesti se fosse proprio
necessario che in Italia si trovasse un ombrello giustificativo per la messa in onda
dellintervista di Sky One, e che lombrello
fosse tal F.A.D., programma di stile, la cui
conduttrice delirava il soprannome di Victoria Adams (Posh Spice) sia dovuto alla
classe che la contraddistingue.
La Giornata
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In Italia
BERLUSCONI: SIAMO NOI ORA LALLEATO PIU FEDELE DEGLI USA. Secondo il presidente del Consiglio, dopo la decisione del premier spagnolo Zapatero di anticipare il ritiro dei soldati di Madrid, lItalia
diventata lalleato pi vicino agli Stati
Uniti nellEuropa continentale. Il ministro
degli Esteri Frattini ha precisato che il ritiro spagnolo non pone problemi allItalia. Il
premier ha poi aggiunto che non serve un
consiglio straordinario della Ue per analizzare la situazione irachena: Non mi sembra
possa portare a cose che non conosciamo.
Il presidente del Senato Pera: In Europa
c uninclinazione da parte di alcuni settori del continente a sottovalutare i rischi ed i
pericoli o a tentare scorciatoie che possono
assumere anche laspetto di una resa di
fronte ai rischi che corriamo.
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Iraq, Frattini e Kharrazi a colloquio. Il ministro degli Esteri iraniano ha insistito con
il collega italiano affinch tutti gli occupanti lascino al pi presto possibile lIraq e
il potere venga trasferito al popolo iracheno. Frattini, che ha incontrato anche linviato dellOnu per lIraq Lakhdar Brahimi,
ha chiesto che il trasferimento di sovranit
sia effettivo e che le Nazioni Unite abbiano
un ruolo realmente centrale.
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Calderoli: Credo che Bossi si candider alle europee. Cos il coordinatore della Lega
Nord: Ovviamente decider lui, ma ci che
certo che sar in grado di farlo.
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Al direttore - Il ministro della Difesa di Zapatero si chiama Bono. Senza dubbio quello
degli U2.
Maurizio Crippa
Al direttore - La gloria delle nazioni s formata nei secoli anche sul coraggio e sul sangue
versato dai suoi uomini non solo sulle chiacchiere. La Francia non ci guarderebbe dallalto in basso senza le imprese di quelle torma di
indemoniati che fu la Grand Arme; in Inghilterra echeggia ancora lurlo invasato della carica dei 600. Bisognerebbe ricordarlo ai fighetti di casa nostra che storcono la bocca di fronte alleroismo del povero ostaggio assassinato e
Alta Societ
Althorp Castle. La casa di Lady D. Un
tempo sereno e aristocratico ritiro di
Lord Spencer. Oggi luogo di concerti pop:
Jools Holland, Norah Jones e via
cantando. E suonando.
Tripoli del 1986 e relativo azzeramento politico
di Gheddafi, liberazione del Kuwait, incarcerazione di Milosevic e liberazione del Kosovo, abbattimento del regime terroristico dei Talebani
e di quello genocida di Saddam Hussein, nonch quellinsignificante bazzecola dellannichilimento del blocco sovietico nella Guerra fredda, ha proprio ragione. Cordiali saluti
Michele Castellari, Bologna
Al direttore - Sulla Repubblica Curzio Maltese si indigna per la trasmissione di Vespa con
Frattini e ci ricorda che la democrazia non
funziona in questo modo. In democrazia, per
Maltese, sulle sciocchezze lecito litigare allinfinito, sui problemi seri si smette di discutere. Ineccepibile. Ma non sarebbe irragionevole chiedere chi decide, in democrazia, quali siano le sciocchezze e quali le cose serie. Temo che
la risposta non verr da Maltese ma da una
puntata di Porta a porta.
Cordiali saluti
Mario Ricciardi, Milano
Al direttore - Mi congratulo per lo splendido
editoriale dellelefantino, pubblicato sul foglio
di lunedi 19 aprile. Mi congratulo, in particolare, per lannotazione sulla sinistra immemore, che cura con lideologia la morte dellidealismo filosofico, grande e terribile nonostante tutte le sue complicazioni e gli esiti criminali che sappiamo La prego, perci, di
accettare la mia esortazione a continuare il
ruolo di alternativa culturale, che il suo giornale andato sempre pi assumendo.
Luigi Bitto, Bergamo
Grazie, e troppa grazia.
La posta va inviata a lettere@ilfoglio.it
(non pi di 15 righe - 900 battute)
6 aprile, non si aspettava di vedere il vecchio amico di suo padre, vederlo e sentirlo
scandire cos chiaro: Amici, seguite chi vi
ha invitato qui e ditelo anche ai vostri compagni, questa la strada giusta!. E bella la
strada che porta a casa, e Francesco che
sai pap, oltre al saluto del Giuss, a Rimini c stato anche lintervento di un kazako
che fino a 18 anni ha vissuto in istituto; ci
ha detto che quando uscito dallorfanotrofio si guadagnava da vivere rubando pecore e vendendo puttane proprio cos ci
ha detto, vendevo puttane e quando ha
incontrato il movimento erano in due, e lui
laveva detto al suo socio di non mollare la
strada incontrata, e invece quello lha mollata, un mese dopo si sparato. Cos i due
figli pi grandi sono stati a Rimini in compagnia di settemila giessini, i ciellini delle
superiori. Hanno fatto il triduo pasquale e
marciato per ore sotto la pioggia battente,
in via crucis. Lucilla, e a te cosa rimasto
impresso di Rimini? B, che Ges morto
e risorto per noi. Proprio cos mi ha detto
Lucilla, 17 anni, lallegra e serafica Lucilla,
quella del quanto figo Beckam e no, io
a Messa in parrocchia, con quei preti tristi
e noiosi non ci vado, e poi c 90 minuto,
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Nel mondo
SIAMO RAMMARICATI DELLA DECISIONE SPAGNOLA DI RITIRARSI dallIraq, ha detto Bush a Zapatero. Il presidente
americano ha invitato il premier spagnolo a
valutare attentamente future azioni per
evitare di dare ai terroristi e ai nemici della
libert in Iraq un apparente sostegno morale. Bush ha chiesto agli spagnoli di coordinare il ritiro con le altre forze per non
mettere a rischio gli altri contingenti. Il
presidente della Commissione europea Prodi si dice sulla stessa linea di Zapatero riguardo alla transizione irachena, ma ritiene
inutile il ritiro delle truppe.
Moqtada Sadr ha chiesto ai suoi uomini
di cessare gli attacchi contro gli spagnoli.
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Kim Jong Il a sorpresa a Pechino ha incontrato il presidente cinese Hu Jintao. Secondo la stampa sudcoreana, i due hanno
discusso dei problemi economici e della carestia che affliggono la Corea del Nord.
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IL FOGLIO QUOTIDIANO
Viaggionellasemprepilungacampagnaelettoraleafghana
Kabul. Share-Naw un enclave ritagliata nel centro di Kabul. Ospita la marea di operatori umanitari, diplomatici e
giornalisti di stanza nella capitale dodici
mesi allanno. Larea unisola di cavi telefonici ininterroti e di generatori al lavoro per gran parte della giornata; ShareNaw per la comunit di espatriati a Kabul significa elettricit e tanto basta per
attrarre valuta forte a prezzi da capogiro.
Questa manciata di chilometri quadrati
vale dieci volte il resto di Kabul, enclave
diplomatica esclusa; i prezzi sono andati
alle stelle e la frutta costa parecchi dollari. Kabul vorrebbe lasciarsi la paura alle spalle, la provincia invece che pare
essere la maledizione del distretto della
capitale.
Lo sviluppo volatile; entusiasmo e fiducia lasciano il tempo che trovano e
troppi interessi, troppe intenzioni nascoste dettano legge; e allora Kabul si tiene a
galla in uno stato di stand-by cronico, ai limiti della patologia: lo sviluppo arrestato,
gli affari incerti, la citt sospesa nella terra di nessuno tra rinascita e disperazione.
Di giorno terra di conquista per imprenditori con pochi scrupoli e di notte
territorio di branchi di cani randagi che
temono solo lAk 47. A Kabul in molti
odiano i cani perch di tanto in tanto comparivano con ossa umane in bocca, quando i resti umani erano pi a buon mercato della spazzatura; non si parlato di
spazzatura nella capitale per anni, luomo
consuma limpensabile se necesario.
Kabul circondata di montagne; croce
bul e qualche giorno di fiato sospeso perch Dostum tornasse agli affari suoi. Non
era la prima volta daltronde, e probabilmente non sar lutima ha detto al Foglio sfiduciato un uffciale governativo che
preferisce rimanere anonimo. Il tempo
di quelli come Dostum arrivato ma lui
non vuole capirlo. Si tratta solo di trovare
un modo per toglierlo di mezzo e qualcuno si sta gi occupando della cosa.
Il problema di Dostum che i suoi peggiori nemici oggi sono gli uomini pi potenti del paese. Se non saltato in aria prima lo deve probabilmente alla volont degli uomini dellUnited Front for the Liberation of Afghanistan (Unifsa) di mantenere un profilo democratico e multitetnico.
Ma Dostum uzbeko e responsabile di anni di persecuzioni etniche; il cuore dellUnifsa tagico e tanto basta perch il generale abbia i giorni contati.
I servizi segreti pachistani
Se la provincia nord occidentale di
Faryab fosse lunica zona calda, potremmo
analizzare la situazione attraverso la personalit instabile di Dostum. Il fatto che
Herat e lOvest profondo del paese siano
in preda alla stessa agitazione non promette invece niente di buono per il profilo della politica estera statunitense. E difficile parlare agli elettori di una successstory quando due provincie chiave sono in
fiamme; senza contare il restante 30 per
cento del paese, di fatto in mano alle milizie talebane e agli uomini del gruppo
Hizb-i-Islami-Hekmatyar. Ieri otto persone
sono state arrestate nella capitale, per
presunti legami con al Qaida e con il partito islamico del signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar. Gli arresti sono stati
effettuati al termine di unoperazione a
Kabul condotta dalla polizia afgana e dai
peacekeeper internazionali. A Khost e
Paktia, Paktika, Zabol e Helmand le forze
dellIsaf vanno a combattere, non a mantenere lordine. Non si tratta di rafforzare
la pace, ma di conquistare metro per metro un territorio assolutamente inospitale,
dove la popolazione per un motivo o per
laltro non pare essere eccessivamente disponibile nei confronti degli Stati Uniti.
Nellarea sul confine tra Pakistan e Afghanistan gli elicotteri di Washington danno quotidianamente la caccia ai mujahedin di al Qaida, in fuga a dorso dasino dallaltra parte del confine. Qui si troverebbero qualche migliaio di uomini del generale Pervez Musharraf, apparentemente
impeganti in una micidiale operazione a
tenaglia. Lassedio durato dodici giorni
ed costato ai pachistani 46 morti tra militari e civili; poi i miliziani di al Qaida sono spariti tutti, in una sorta di buco nero
dove solo i servizi pachistani saprebbero
oggi fare luce.
Herat invece si infiammata domenica
21 marzo, quando Mirwais Sadiq, ministro
dellAviazione di Hamid Karzai e soprattutto figlio primogenito di Ismail Khan,
vecchio leader mujahid e padre-padrone
della regione di Herat, saltato in aria insieme a una mezza dozzina di ufficiali governativi. A Herat, il governo di Karzai
non ha mai avuto voce in capitolo; fin dal
crollo del regime talebano stato un affare privato di Ismail Khan, garantito da un
esercito privato di media portata.
Ufficialmente accaduto che gli uomini
di Khan e quelli di Zahir Nayebzada, un
comandante locale, si sono scontrati in seguito a un giro di nomine per posti governativi. Poche ore prima dellomicidio di
Sadiq, era stato sventato un attentato contro Ismail Khan. Detto questo, fonti ben
informate sulla questione parlano di un
Le elezioni, recentemente
rimandate da giugno a settembre,
sembrano altamente improbabili
anche in quella data
problema radicato tra Sadiq e Nayebzada;
lomicidio potrebbe essere stato solo il segno di una reazione eccessiva da parte del
comandante, un problema tra gentiluomini risolto nel modo peggiore. Il punto
che il governo centrale non stato deciso
nellappoggiare Ismail Khan, ufficialmente il governatore di Herat e delegato di
Karzai. In molti hanno avuto limpressione
che tutta loperazione fosse un modo di
saggiare il terreno in vista di unazione de-
In un video c un comunicato
di Hizb-i-Islami, il gruppo di
Hekmatyar, che predica il jihad
antiamericano
paese non sono negli interessi di nessuno.
Lo stesso ragionamento dallaltra parte della barricata si applica a Hizb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar, ex premier
post-sovietico, ex-nemico di Ahmed Massoud, il leone del Panshjir, ex uomo dei
servizi pachistani e infine ex recipiente di
milioni di dollari della Cia. Gli abitanti
soprattutto quelli delle aree tagiche a hazare della capitale lo ricordano come
quello che sparava sulla gente dalle colline, indiscriminatamente.
Hizb-i-Islami era la maggiore delle fazione mujahedin. Le milizie tagiche non
avrebbero mai perdonato gli uomni di Hizi-Islami e Hekmatyar ha visto bene di passare dallaltra parte della barricata; al
fianco delle milizie neo talebane in nome
di un jihad antiamericana e anti Unifsa.
Hekmatyar si dato alla macchia nel 2001
e il suo stato maggiore internato a Guantanamo. Il Foglio ha ricevuto da fonti anonime un filmato stile al Qaida, un comunicato del vecchio leader ai suoi uomini in
Pakistan e sul fronte afgano: jihad annuncia il breve video finch gli america-
er il Daily Telegraph, se fosse stata assegnata una medaglia al coraggio morale durante la Guerra fredda Richard Pipes lavrebbe vinta diverse volte. Ha appena pubblicato una ghirlanda di ricordi,
Vixi: Memoirs of a Non-Belonger, unaffascinante memoria per Weekly Standard e
laltro baluardo di forza scettica, Robert
Conquest. Pipes ha il cinismo di Gibbon,
che vedeva nella Storia una registrazione
di delitti, follie e sventure dellumanit.
Sar perch ha perso la famiglia nei lager,
lArschloch der Welt, il buco del culo
del mondo che evita solo per miracolo. O
per quello che gli disse una donna nel 1957,
a Leningrado: Viviamo come cani, non dovremmo? Me lo dica per favore. Vide un sistema dove secondo un proverbio russo anche le ossa piangono la patria: scorrazza
quella che Solgenitsyn chiama la Cagna
Andata a Spasso, il CA-STI-GO!!! e i Woyzeck annegano nella Neva biascicando parole confuse. C una fotografia di Kamenev del 1918 a Brest-Litovsk. E smilzo, due
anni dopo obeso. Negli Stati Uniti entra
nellesercito come traduttore, studia Guizot
e Rilke. Per il Washington Post larchitetto intellettuale della vittoria americana
Inglese addio
Il Sud-est asiatico, attratto
da Pechino (e dai suoi mercati),
parla e studia sempre pi il cinese
ar un segno dei tempi, dei grattacieli
S
che crescono come funghi a Pechino e
dintorni, delleconomia cinese che viaggia
al galoppo e rischia di surriscaldarsi, di un
crescente sentimento antiamericano, fatto
sta che in Asia, soprattutto nel Sud-est,
molti studenti abbandonano lo studio dellinglese, lingua sostanzialmente impronunciabile per loro, e abbracciano con ottimismo il cinese. Non che il compito sia
meno arduo, il puthonghua (il cinese standard, ovvero il mandarino) comunque
ostico, ma culturalmente, geograficamente,
e anche foneticamente molto pi familiare. Al di l dei sentimentalismi, comunque, la vera ragione per cui il numero delle scuole di cinese cresce dalla Thailandia
al Giappone sostanzialmente economica.
Se la crescita del paese non si fermer il
cinese diventer un must, la lingua fondamentale per fare affari e per trovare lavoro in Asia e nel resto del mondo. Dallo
scorso anno, per esempio, Pechino diventata la pi grande importatrice di prodotti sudcoreani, superando di gran lunga
gli Stati Uniti con un giro daffari pari a 50
miliardi di euro. Un dato che destinato a
crescere negli anni a venire, si parla di 83
miliardi di euro entro il 2006. Tanto che alcune delle pi grandi aziende di elettronica di Seul hanno deciso di offrire lezioni
gratuite di cinese ai loro dipendenti nellottica di un commercio sempre pi fiorente con Pechino. E i genitori delle classi
medio-alte mandano i loro figli adolescenti a studiare in Cina che diventata anche
la meta preferita dei turisti sudcoreani.
Il fenomeno non passato inosservato
allIstituto coreano per la politica economica internazionale (Kiep), un think tank
finanziato dal governo per studiare i trend
economici mondiali e le strategie che possono essere messe in atto per rendere pi
dinamico il commercio. Secondo lIstituto
si pu parlare di una vera e propria infatuazione per il paese asiatico a spese degli Stati Uniti, nonostante Seul sia uno dei
pi solidi alleati di Washington e ospiti 37
mila soldati americani. La Cina diventata, insomma, sinonimo di ricchezza e posti
di lavoro.
Il cinese standard parlato da 874 milioni di persone ed la lingua pi diffusa
al mondo. In passato alcuni paesi asiatici
avevano messo al bando lo studio del mandarino; tra questi spicca lIndonesia che,
durante la presidenza Suharto nel 1967, lo
dichiar illegale per 32 anni. Ma oggi la situazione radicalmente cambiata. Gi
dalla fine degli anni Novanta Thailandia,
Malaysia, Filippine, Cambogia, Indonesia
e Laos si sono adoperati per promuovere
lapprendimento del cinese nelle scuole
pubbliche e nelle universit. LAssociazione delle nazioni del Sud-est asiatico
(Asean) ha anche stretto un accordo con
Pechino per sostenere finanziariamente
tale sforzo. Bangkok diventata il centro
nevralgico per lapprendimento del cinese, grazie anche allesempio dato dalla figlia del re, la principessa Maha Chakri Sirindhorn, che lo studia fin dagli anni Ottanta. In tutta lAsia la presenza di popolose comunit di immigrati ha favorito anche la nascita di media in lingua madre
(giornali, riviste, tv e siti internet) che contribuiscono a diffondere la cultura e la lingua cinese.
LOccidente, comunque, non sembra essere immune dal contagio. In Canada il cinese diventato la terza lingua parlata,
negli Stati Uniti almeno 800 universit offrono corsi di mandarino e, in 80 atenei,
sono state istituite lauree ad hoc. LEuropa segue a ruota con dipartimenti di cinese nei maggiori atenei italiani, francesi,
britannici e tedeschi.
Un paese a due velocit
Diventiamo ricchi insieme. Sembra
essere questo il biglietto da visita con cui
la Cina si presenta ai propri partner. Ma
sar, poi, cos facile? Sicuramente non
cos per una parte della popolazione cinese. In uno degli ultimi paesi comunisti rimasti il miracolo economico riguarda solo
i residenti di poche regioni. Oggi il divario
tra ricchi e poveri tra i maggiori al mondo e, pi leconomia cresce, pi si acuisce.
Se Shanghai ha un reddito pro-capite pari
a quello di Lisbona o di Seul, a Ghizhou, la
provincia pi povera del paese, siamo ai
livelli del Bangladesh e dellUganda. E chi
nasce nelle zone rurali segnato a vita, come racconta Seth Kaplan sullInternational Herald Tribune, perch deve studiare
e lavorare nella regione in cui nato. Trasferirsi in una citt con buone prospettive
come Pechino o Shanghai pu essere
unimpresa impossibile. La Cina, insomma, un paese a due velocit, da una parte il progesso pi sfrenato, dallaltra il terzo mondo. Da 25 anni leconomia cinese
cresce come nessunaltra, ovunque sorgono nuove fabbriche, si costruiscono ponti,
strade, centri commerciali. Ma, ultimamente, si avverte qualche scricchiolio: i
prezzi dei materiali grezzi crescono troppo rapidamente, c carenza di energia
elettrica, il sistema dei trasporti sovraccaricato. La Banca centrale teme uninflazione galoppante e un surriscaldamento
delleconomia. Il gigante cinese dovr rallentare la sua corsa?
Monica Ricci Sargentini
Germanica
Le difficolt di Fischer,
il fair play elettorale di Vienna,
il Watergate della Bundesbank
Schrder retrocede Joschka
Con il succedersi di Franz Mntefering
alla guida della Spd il cancelliere aveva
sperato in un periodo di calma. Invece no.
Se da una parte esploso il caso del governatore della Bundesbank, sui cui retroscena (chi ha mandato le lettere anonime) sta indagando la procura di Stato,
mentre il ministro delle Finanze chiamato a risponderne mercoled prossimo
in Parlamento, dallaltra ci sono ora gli
scontri con il suo viceministro degli Esteri Joschka Fischer. A questultimo, come
scrive Der Spiegel, il cancelliere da tempo ha deciso di rubare la scena internazionale occupandosi direttamente di Iraq,
Usa, Medio Oriente. Ma anche di Europa,
tanto che al vertice di fine marzo a
Bruxelles, Fischer stato retrocesso in
seconda fila. Venerd scorso poi la Sddeutsche Zeitung titolava: Schrder
prende le distanze da Fischer. Certo,
Gerhard Schrder non mette in discussione la priorit della ratifica della costituzione europea, ma mentre Fischer pensa
alla dimensione strategica dellEuropa
dei 25 per affrontare globalizzazione e sicurezza, Schrder, sottolineando i dislivelli di sviluppo, punta a unintegrazione
fattiva con un nucleo di Stati trainanti.
Tesi, tempo fa, promossa proprio da Fischer, cos come di Fischer era stata lidea
di usare la guerra in Iraq come jolly nelle
elezioni del Bundestag del 2002 (oggi Fischer molto pi morbido con gli americani). A quanto pare cos lo stuzzica
Der Spiegel nellanno delle Olimpiadi
Fischer ha deciso esibirsi in ripetuti salti
mortali, spiazzando anche i suoi pi fidi
sostenitori. Il fatto che da qui allautunno incombono tredici tornate elettorali. I Verdi hanno gi ingoiato la politica
per lambiente voluta dal ministro dellEconomia. Unaltra retrocessione potrebbe
essere fatale.
Candidato neutro cercansi, a Vienna
Cos, lidea che un capo di Stato debba essere super partes o il timore di spaventare potenziali elettori che ha spinto i
due candidati alla Hofburg, a trasformare
le presidenziali (si vota domenica 25 aprile) in un minuetto?, si chiede il quotidiano austriaco Der Standard. A contendersi
il trono di Ersatz-Kaiser o Kaiserin,
sono la popolare Benita Ferrero-Waldner,
attuale ministro degli Esteri, e il socialista Heinz Fischer, alias leterno secondo,
visto che dal 1979 ricopre la carica di vicesegretario del Sp. LErsatz (sostituto)
non sta tanto per i poteri limitati della carica (simili a quelli italiani, eccetto lelezione diretta), quanto per il fatto che entrambi hanno abdicato alle loro aspirazioni (Ferrero Waldner propenderebbe
per uninterpretazione moderna e attiva
del ruolo, Fischer per qualcosa stile cancelliere Bruno Kreisky) in nome di quello
che Sp e vp sembrano volere: cio un
neutrum politico. Insomma nessun bastian contrario come fu negli anni Cinquanta il socialista Theodor Krner, che
pur di non usare i tappeti rossi saltava gi
dai treni prima che arrivassero in stazione; nessun personaggio imbarazzante come Kurt Waldheim ma nemmeno pi un
Thomas Klestil, il capo di Stato uscente.
Questo in particolare un desiderio del
cancelliere Wolfgang Schssel che non ha
dimenticato la faccia di Klestil alla cerimonia di insediamento del primo governo
di coalizione con i liberali di Haider nel
2000. E cos, come si legge sul sito dellOrf
(la radiotelevisione di Stato), la campagna
elettorale al momento verte su questi due
temi scottanti: E giusto che Fischer abbia cercato di accalappiarsi elettori distribuendo pacchetti di Manner Schnitten
(chi stato in Austria sa che sono molto
meglio dei Loacker)? Il patto di fair play
non ammette regali. E ancora, vero che
i popolari hanno scippato a Fischer il memorabile slogan la politica ha bisogno di
una coscienza?
Fatture fotocopiate
La Sddeutsche Zeitung parla di un
Watergate tedesco, la Frankfurter Allgemeine di un vero e proprio intrigo, Die
Zeit di un assalto alla fortezza. Lo scandalo che ha investito due settimane fa il presidente della Bundesbank Ernst Welteke
rischia di travolgere anche il ministro delle Finanze Hans Eichel. Come scrive la
Sddeutsche va innanzitutto appurato chi
il mittente delle lettere anonime con
tanto di fattura fotocopiata (7.661,20 euro
come riportava Der Spiegel) dellHotel
Adlon alla Dresdner Bank per il soggiorno di Welteke e famiglia il capodanno del
2001 (ai funzionari pubblici vietato accettare regali). I sospetti si concentrano su
Klaus-Peter Schmidt-Deguelle consigliere di Eichel. Fu, infatti, proprio SchmidtDeguelle a organizzare, per conto della
Dresdner Bank, la festa di Capodanno per
lentrata in vigore delleuro. Tra i motivi
che possono aver spinto Eichel ad avvalersi del suo aiuto per far fuori Welteke ci
potrebbe essere, come scrive la Faz, il
tentativo del ministro di mettere mano su
parte della vendita delle riserve auree
della Bundesbank (vendita da poco concordata con le altre banche centrali europee) per rimpolpare, in previsione delle
elezioni del marzo 2005 nel Land Nordrhein-Westfalen, le casse dello Stato.
Welteke le vorrebbe investite diversamente. Die Zeit, invece, d pi credito a
quanto dice una fonte vicina al ministro,
e cio, che Eichel da tempo cerca di imbrigliare la Bundesbank. In parole semplici, il ministro vorrebbe far sottoporre il
bilancio annuale della Bundesbank allapprovazione del Parlamento. Con Welteke un progetto impossibile, con Caio
Koch-Weser, attuale segretario di Stato e
probabile candidato alla guida della banca centrale, forse si potrebbe fare.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Sharon non vuole creare una simile impressione, dove Hamas potrebbe proclamarsi vincitore e spiegare il ritiro israeliano come fece gi Hezbollah in Libano,
come la conseguenza della lotta armata di
cui Hamas il principale fautore. Indebolire Hamas operativamente e sminuirne il potere politico lasciando un vuoto di
leadership serve anche a raggiungere
questo obiettivo. Il risultato, sperano a
Gerusalemme, sarebbe di favorire forze
politiche meno indigeste allindomani del
ritiro, primo tra tutti Mohammad Dahlan,
uomo dellAutorit nazionale palestinese,
stato scelto come leader occulto il medico Mahmoud A Zahar mostra con
chiarezza lattuale debolezza dellorganizzazione.
I due centri israeliani, a cos poca distanza luno dallaltro, e la precisione delle due operazioni, che non hanno causato danno collaterale tra civili, indicano a
che punto Israele sia riuscito a infiltrare
lorganizzazione. Soltanto unottima intelligence umana quella che tragicamente gli alleati non hanno oggi in Iraq
per far fronte allindegno ricatto degli
ostaggi pu garantire il successo di simili operazioni.
Lanonimato del nuovo leader riflette
dunque la consapevolezza di non essere
pi sicuri come un tempo. Israele raggiunge impunemente i suoi leader: Hamas passer le prossime settimane e mesi a cercare di individuare le spie tra le
sue fila; i suoi leader dovranno essere
pi circospetti e guardinghi di quanto
non fossero gi; dovranno guardarsi le
spalle e potranno fidarsi soltanto di pochi: se Israele ha in cos poco tempo eliminato i suoi due pi autorevoli leader,
nessuno, anche nella cerchia pi ristretta, pi sicuro. Tale situazione rende pi
difficile lattivit politica e la pianificazione di operazioni terroristiche. Chi
con cui Israele e gli americani mantengono un canale aperto e che viene considerato come interlocutore credibile.
Perch una strategia rischiosa
Ci sono tuttavia dei rischi nella strategia israeliana. Il vuoto di potere che si sta
creando tra le fila di Hamas a Gaza potrebbe riportare il baricentro dellorganizzazione a Damasco, nelle mani di Khaled Mashal, suo commissario politico.
Con il ritorno di Yassin a Gaza nel 1997
la leadership politica e le decisioni del
movimento emanavano principalmente
da Gaza, ed esprimevano una linea che
prediligeva gli interessi locali ed era scet-
tersi della storia e la dimostrazione concreta dellamore del popolo ebraico per la
vita, della nostra resistenza e forza danimo
nel guardare sempre avanti. Infine, un elemento sociale: la nascita dIsraele, come
sappiamo, fu accompagnata dallaggressione di cinque Stati arabi il cui obiettivo dichiarato era di buttarci a mare. Nonostante le ceneri dello sterminio fossero ancora
calde, noi dovemmo combattere per sopravvivere. Non fu solo una guerra politica
ma anche una battaglia morale contro il
tentativo di eliminarci, ancora una volta,
dalla famiglia delle nazioni. La met dei
soldati che combatterono nella guerra dichiarata a Israele il 15 maggio 1948, il giorno dopo la sua dichiarazione dindipendenza, erano sopravvissuti alla Shoah.
La propaganda dellodio
Ma oggi, accanto a preoccupanti rigurgiti di antisemitismo, assistiamo purtroppo
allemergere di quello che chiamiamo il
nuovo antisemitismo. Si presenta nella forma di anti-sionismo, ovvero di virulenza
contro lo Stato dIsraele. Alcuni sostengono
che si tratta semplicemente di critica legittima verso un governo e dicono che il governo dIsraele unaltra cosa rispetto agli
ebrei. In realt sotto questo atteggiamento
anti-israeliano ritroviamo gli stessi elementi ed argomenti della vecchia e brutta
retorica antisemita. Lanti-sionismo, come
sosteneva anche Martin Luther King, vero e proprio antisemitismo con il trucco rifatto. Esistono, poi, forme di antisemitismo
molto pi sofisticate, come, a mio parere, il
recente film di Mel Gibson La Passione di
Cristo, che insinua nella gente meno
istruita germi di odio, infiammandone gli
animi. Basti pensare al grande entusiasmo
con cui il film stato accolto nel mondo
arabo.
La storia insegna, per, che lantisemitismo non solo un problema per gli ebrei,
ma un pericolo per qualsiasi societ disposta a tollerarlo. Laddove lantisemitismo viene giustificato o accettato, prima o
poi emergeranno altre forme di razzismo e
xenofobia perch il pregiudizio come un
cancro. La malattia dellodio finisce per divorare lintera societ fino ad annullare i
principi democratici. E compito delle istituzioni prevedere misure idonee per evitare che ci accada. Un primo compito
quello di mantenere alto il livello di interesse nelle scuole. Il curriculum di ogni ragazzo dovrebbe includere lo studio di ci
che accaduto in Europa durante la Seconda guerra mondiale. Un secondo impegno deve essere di tipo politico-diplomatico: ogni fenomeno di antisemitismo deve
essere condannato apertamente e senza
mezzi termini dai governi e dai loro leader.
E importante, infine, che il sistema legale
fornisca strumenti per identificare e reprimere la propaganda dodio. La libert di
parola non pu, infatti, sconfinare nellincitamento allodio e alla violenza, ed compito del legislatore proteggere la civile convivenza di tutti i gruppi che compongono la
societ.
Mi auguro che gli educatori e gli opinionmaker e i legislatori riescano a superare i
loro tab e pregiudizi e accettino la realt:
che la Shoah parte della storia dIsraele.
A una settimana dal 56 Giorno dellIndipendenza del nostro Stato, noi israeliani
siamo determinati nel preservare e assicurare lesistenza del popolo ebraico nella
sua terra madre. Restiamo saldamente ancorati al nostro impegno di consegnare alle future generazioni uno Stato forte e indipendente, unico vero rifugio sicuro per il
popolo ebraico. Il compito del mondo democratico occidentale, invece, deve essere
quello di fare in modo che nessun ebreo
debba pi cercare un rifugio.
Ehud Gol
ambasciatore di Israele in Italia
le mesi fa. Qual il motivo del ritardo? Probabilmente il Pentagono ha voluto reclutare e formare personale iracheno dando
priorit a criteri ideologici quali la non
compromissione con il regime precedente.
E ci ha allungato i tempi. Per abbreviarli
ed arrivare al 30 giugno con un esercito indigeno efficace non c altra alternativa che
quella pragmatica: reclutare le forze dlite, tra cui alcuni elementi della Guardia,
di Saddam, gi specializzati in controguerriglia. Il costo di immagine e quello per
controllarne la lealt sarebbe molto minore del costo generato dal mancato ottenimento della giusta massa ordinatrice.
Carlo Pelanda
Diritto e castigo
Le leggi internazionionali vietano
le uccisioni mirate?
La risposta non sembra univoca
ono conformi alla legge internazionale
S
le uccisioni mirate con cui Israele sta
sterminando la dirigenza di Hamas? Recita la Convenzione di Ginevra del 1949 allarticolo 3: Le persone che non partecipano direttamente alle ostilit, compresi i
membri delle forze armate che abbiano
deposto le armi e le persone messe fuori
combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanit, senza alcuna distinzione di carattere sfavorevole che si riferisca alla razza, al colore,
alla religione o alla credenza, al sesso, alla nascita o al censo, o fondata su qualsiasi altro criterio analogo. A questo scopo,
sono e rimangono vietate, in ogni tempo e
luogo, nei confronti delle persone sopra
indicate: a. le violenze contro la vita e lintegrit corporale, specialmente lassassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i
trattamenti crudeli, le torture e i supplizi.
Yassin e Rantisi, indubbiamente, nel momento in cui sono stati colpiti non avevano armi, e Yassin soffriva anche di vari impedimenti fisici.
Ma possibile giudicare fuori combattimento gli strateghi di unoffensiva terrorista che colpisce gli israeliani senza discriminare tra civili e militari? Larticolo
13 della stessa Convenzione stabilisce in
effetti che il campo di applicazione si riferisce ai feriti e ai malati non solo membri delle forze armate di una Parte belligerante, come pure i membri delle milizie
e dei corpi di volontari che fanno
parte di queste forze armate
ma anche i membri delle altre milizie e degli altri corpi di
volontari, compresi quelli dei
movimenti di resistenza organizzati, appartenenti a una
Parte belligerante e che operano fuori o allinterno del
loro proprio territorio, anche se questo territorio occupato. Ma semprech
queste milizie o questi
corpi di volontari, compresi
detti movimenti di resistenza organizzati,
adempiano le seguenti condizioni: a. abbiano alla loro testa una persona responsabile dei propri subordinati; b. rechino
un segno distintivo fisso e riconoscibile a
distanza; c. portino apertamente le armi; d.
si uniformino, nelle loro operazioni, alle
leggi e agli usi della guerra. E anche alla
popolazione di un territorio non occupato che, allavvicinarsi del nemico, prenda
spontaneamente le armi per combattere
le truppe dinvasione senza aver avuto il
tempo di organizzarsi come forze armate
regolari posta la condizione che porti
apertamente le armi e rispetti le leggi e gli
usi della guerra.
Prima della Convenzione del 1949 vigevano i Regolamenti dellAia del 1907, che
allarticolo 23b vietavano a loro volta lassassinio. Ma colpire un comandante nemico mentre si sta spostando assassinio
o azione di guerra? Una chiara uccisione
mirata fu quella con cui nel 1943 i servizi
segreti Usa individuarono laereo dove
stava viaggiando lammiraglio Yamamoto,
regista dellattacco a Pearl Harbor, e lo abbatterono, sulle Isole Salomone. Il pilota
stesso che comp latto era poco convinto,
e sul fatto che nessuno lo process si pu
ben commentare che dopo il 1945 la giustizia la fecero i vincitori. Ma la stessa
identica cosa era avvenuta il 5 giugno 1916,
quando era stato invece un sottomarino tedesco ad affondare lincrociatore Hampshire per uccidere il ministro della Guerra britannico, Lord Kitchner. Gli Alleati
cercarono di perseguire come crimine di
guerra dopo il 1918 le azioni sottomarine
in genere, ma non lintenzione di uccidere
un comandante avversario in particolare.
La perfidia di simulare lo status di civili
Dopo il 1949, sulla questione tornato il
Protocollo aggiuntivo del 1977, approvato
dallOnu nello stesso periodo di maggioranze terzomondiste in cui il sionismo era
stato definito una forma di razzismo.
Larticolo 1 prevede, infatti, espressamente che le Convenzioni comprendono i conflitti armati nei quali i popoli lottano contro la dominazione coloniale e loccupazione straniera e contro i regimi razzisti, ma
non chi abbia preso le armi contro un regime a partito unico. Ma non per questa
ragione che n Stati Uniti e n Israele
lhanno ratificata, bens per quel disposto
dellarticolo 44 secondo cui per facilitare
la protezione della popolazione civile contro gli effetti delle ostilit, i combattenti sono obbligati a distinguersi dalla popolazione civile quando prendono parte a un
attacco o ad una operazione militare preparatoria di un attacco. Tuttavia, dato che
vi sono situazioni nei conflitti armati in
cui, a causa della natura delle ostilit, un
combattente armato non pu distinguersi
dalla popolazione civile, egli conserver lo
statuto di combattente a condizione che, in
tali situazioni, porti le armi apertamente:
a. durante ogni fatto darmi; e b. durante il
tempo in cui esposto alla vista dellavversario, mentre prende parte a uno spiegamento militare che precede linizio di un
attacco al quale deve partecipare. Cio,
mentre un soldato regolare sempre
obiettivo se non ferito o non alza le mani, al guerrigliero basterebbe togliersi ogni
contrassegno durante il tempo libero per
diventare intoccabile.
Anche il Protocollo del 1977 vieta comunque la perfidia, comprendendovi il
simulare di avere lo statuto di civile o di
non combattente. Ed pure considerato
infrazione grave il fare oggetto di attacco la popolazione civile o le persone civili. Cio, i kamikaze sono fuori legge, sotto tutti i punti di vista. Ma va detto che
neanche Hamas ha ratificato questo documento.
Maurizio Stefanini