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Ricerca e sviluppo:
2)atteggiamento anticipativo: se l'impresa mira a prevenire i mutamenti dell'ambiente.
3)atteggiamento attivo o innovativo: l'impresa mira a prevenire i mutamenti dell'ambiente e
inoltre pone in essere delle scelte anticipate capaci di far mutare l'ambiente stesso.
Ricerca:
Ricerca di base:
*non ha obiettivi specifici di immediata applicazione
*ha un carattere essenzialmente esplorativo
*l'obiettivo fondamentale fornire all'impresa nuove conoscenze
*si svolge in laboratori centrali di ricerca
2)RICERCA APPLICATA:
*ha obiettivi specifici di conveniente applicazione su scala industriale, di innovazione nei
processi e nei prodotti.
*ha obiettivi differenti a seconda delle strategie dell'impresa:
a)ricerca DIFENSIVA: vuole mantenere i livelli attuali di conoscenza ed tipica anche dove
la funzione di R&S non specifica.
b)ricerca D'INSEGUIMENTO: amplia le conoscenze imitando le innovazioni altrui ma
bisogna tenere conto che si pu incorrere in spionaggio in quanto le invenzioni sono tutelate
dai brevetti.
c)ricerca D'AVANGUARDIA: quando si mira al conseguimento di una leadership
innovativa, cio si vuole conoscere delle cose ancora non note a nessuna impresa. E' pi
complessa delle precedenti e richiede maggiori investimenti di capitale presentando inoltre 2
rischi che sono i seguenti:
1)RISCHI D'INTEMPESTIVITA': del risultato della ricerca rispetto alle altre imprese
concorrenti.
2)RICHIO DI NON CONSOLIDAMENTO: i risultati ottenuti perch le imprese
concorrenti hanno sfruttato meglio le opportunit di mercato.
3)RISCHI DI NON OTTENERE RISULTATI CONCRETI: il lato positivo che si avranno
gi delle conoscenze per il futuro.
CAPITOLO 6: LA FINANZA:
LA FUNZIONE FINANZA : OGGETTO, OBIETTIVI E COMPITI OPERATIVI:
La funzione finanza ha tipicamente per oggetto la gestione del fattore capitale nei suoi componenti tipici:
1)ACQUISIZIONE DI CAPITALE
2)IMPIEGO DI CAPITALE
La funzione finanza deve permettere all'impresa di fronteggiare in ogni momento qualunque esigenza di
esborso finanziario in modo economico e tempestivo.
I PROBLEMI SONO:
1)MAQNTENIMENTO
DI
UN
EQUILIBRATA
MONETARIE(GESTIONE DI TESORIRIA).
DINAMICA
DELLE
ENTRATE
DELLE
USCITE
Da questo punto di vista uno dei compiti della funzione finanza di mantenere un EQUILIBRIO tra tratra
mezzi di finanziamento acquisiti con vincoli differenti, al fine di perseguire l'indipendenza finanziaria
dell'impresa.
SOTTO IL PROFILO DELLA DURATA le medesime fonti di finanziamento si possono distinguere:
1)CAPITALE A PIENO RISCHIO
2)INDEBITAMENTO A MEDIO LUNGO TERMINE
3)FINANZIAMENTO CORRENTE:
A)INDEBITAMENTO A BREVE TERMINE
B)INDEBITAMENTO A BREVE CICLO DI UTILIZZO
CAPITALE A PIENO RISCHIO+INDEBITAMENTO A MEDIO LUNGO TERMINE= CAPITALE PERMANENTE
DELL'IMPRESA.
1)GLI IMPIEGHI DI CAPITALE sotto il profilo della durata possono essere cos suddivisi :
1)IMMOBILIZZAZIONI
2)CAPITALE CIRCOLANTE LORDO il quale comprende:
a)DISPONIBILITA' NON LIQUIDE
b)LIQUIDITA' DIFFERITE
c)LIQUIDITA' IMMEDIATE
Da questo punto di vista sono da considerarsi immobilizzazioni o debiti a medio lungo termine quegli
elementi degli impieghi o delle fonti che non daranno origine ad entrate o uscite di cassa nel corso del
successivo esercizio.
Anche nell'ambito degli impieghi di risorse finanziarie occorre perseguire un equilibrio tra le diverse
categorie (ex: immobilizzazioni e capitale circolante lordo).
Da un lato delle esigenze connesse con la liquidit dell'impresa che impongono la conservazione di un
minimo di liquidit immediate e di investimenti a pronto realizzo, dall'altro lato dei problemi riguardanti la
redditivit a lungo termine e lo sviluppo dell'impresa medesima che presuppongono l'effettuazione di
investimenti nel lungo periodo(ex: spese per ricerca e sviluppo).
Le decisioni riguardanti alla funzione finanza riguardano anche l'equilibrio che occorre in ogni momento
instaurare tra i fabbisogni aventi un certo tipo di durata (immobilizzazioni)e la struttura dei mezzi utilizzati
per la copertura dei fabbisogni medesimi(finanziamenti permanenti).
*CAPITALE CIRCOLANTE NETTO: pu essere determinato in 2 modi:
1)come differenza tra CAPITALE CIRCOLANTE LORDO E DEBITI CORRENTI.
2)come differenza tra CAPITALE PERMANENTE(CAPITALE A PIENO RISCHIO E DEBITI A MEDIO LUNGO
TERMINE) meno le immobilizzazioni nette.
Il CAPITALE CIRCOLANTE NETTO ci segnala:
a)la capacit o meno dell'impresa di far fronte agli impegni finanziari assunti nel breve periodo.
b)l'esistente situazione di equilibrio o di squilibrio tra investimenti in IMMOBILIZZAZIONI E CAPITALE
CONSOLIDATO.
*MARGINE DI STRUTTURA: viene calcolato come differenza tra il CAPITALE A PIENO
RISCHIO
MENO LE IMMOBILIZZAZIONI NETTE : esso serve per
indicare la capacit di copertura delle immobilizzazioni con mezzi propri.
*MARGINE DI TESORERIA: differenza tra le LIQUIDITA'(IMMEDIATE E DIFFERTE)MENO I DEBITI CORRENTI.
LE FONTI DEL FINANZIAMENTO AZIENDALE:
Esse sono rappresentate da:
1)CAPITALE A PIENO RISCHIO O CAPITALE PROPRIO
2)DEBITI A MEDIA E LUNGA SCADENZA
3)DEBITI CORRENTI
4)PARTICOLARI FORME DI FINANZIAMENTO: FACTORING, LEASING, .
IL CAPITALE A PIENO RISCHIO:
IL CAP. A PIENO RISCHIO dell'impresa pu derivare da:
a)apporto di soci
b)riserve di utili
c)altre riserve
Il cap. proprio pu essere costituito a vari titoli a seconda della forma giuridica dell'impresa.
Nelle S.p.A. i titoli sono rappresentati dalle AZIONI: conferiscono diritti di partecipazione e danno i
seguenti altri diritti:
a)diritto di voto nelle assemblee degli azionisti
b)diritto ai dividendi
c)diritto ad una quota proporzionale del capitale di liquidazione
I VARI TIPI DI AZIONI:
1)AZIONI ORDINARIE: sono la forma tipica di suddivisione del CS di una SpA devono essere di uguale
valore e conferire i medesimi diritti ai loro possessori
2)AZIONI PRIVILEGIATE: sono titoli che danno al portatore un duplice diritto di priorit: priorit nella
ripartizione degli utili e priorit nel caso di rimborso del capitale causa liquidazione dell'impresa.. Esse
conferiscono il diritto di voto solo nelle assemblee straordinarie. Il valore totale delle azioni privilegiate
emesse da una societ non pu superare la met del capitale sociale.
3)AZIONI DI RISPARMIO: simili alle azioni privilegiate ma possono essere emesse da una societ quotata in
borsa. Il lorovalore totale sommato a quello delle azioni privilegiate non deve essere superiore a 1/2 del
CS.
Sono emesse al PORTATORE; TUTTE LE ALTRE SONO NOMINATIVE.
Danno una duplice priorit + un 2% garantito nella ripartizione degli utili.
ALTRE CATEGORIE DI AZIONI:
1)AZIONI DI LAVORO emesse in favore dei prestatori d'opera
2)AZIONI DI GODOMENTO assegnate ai titolari di azioni gi rimborsate
ecc.
L'EMESSIONE DELLE AZIONI:
Essa pu avvenire:
1)IN FASE DI COSTITUZIONE DELLA SOCIETA'
2)IN OCCASIONE DI AUMENTI DI CAPITALE
Le nuove azioni di norma vengono emesse ad un prezzo maggiore di quello nominale(EMISSIONE SOPRA
LA PARI).
EMISSIONE SOPRA LA PARI = DIFFERENZA TRA VALORE NOMINALE E PREZZO DI EMISSIONE =
SOVRAPPREZZO
Il SOVRAPPREZZO DIPENDE da:
a)AMMONTARE DEL CAPITALE PROPRIO DELL'IMPRESA
b)SITUAZIONE DELL'IMPRESA EMITTRICE
c)SITUAZIONE DINAMICA O STATICA DEL MERCATO FINANZIARIO
Nel caso in cui l'indicato prezzo di emissione sia inferiore al valore di mercato delle azioni in circolazione
sorge il problema della formazione del prezzo di mercato del cosiddetto DIRITTO DI OPZIONE, il quale pu
essere ceduto, ha la funzione di compensare la perdita di valore delle vecchie azioni in relazione
all'emissione delle nuove azioni.
LE RISERVE DI UTILI:
sono quote di utili che l'impresa nei vari esercizi ha accantonato sotto varie denominazioni.
Dal punto di vista FISCALE l'impresa un SOGGETTO PASSIVO D'IMPOSTA, le quali sono:
1)IRPEF: progressiva e si applica alle imprese individuali ed ai soci delle societ di persone
2)IRPEG: si applica alle societ di capitali nella misura fissa del 37% del reddito fiscale.
3)ILOR: si applica a tutte le imprese nella misura fissa del 16,20% del reddito fiscale.
Il reddito fiscale pu differire da quello calcolato in base alle norme del codice civile.
Il costo deducibile.
FINANZIAMENTI OTTENUTI DA FORNITORI PRODUTTIVI SPECIFICI:
Sono debiti di fornitura che consistono in una dilazione di pagamento concessa all'impresa dal fornitore
dei fattori produttivi in questione.
Il costo conglobato nel prezzo di acquisto delle merci e pu comunque essere calcolato.
IL LEASING:
E' un operazione con la quale un impresa che necessiti di beni sia mobili che immobili non li acquista ma li
prende in locazione, pagando un canone cio il canone di leasing.
Il leasing pu essere:
1)OPERATIVO: l'impresa di leasing loca sia il bene che i servizi accessori.
2)FINANZIARIO: l'impresa che necessita dei beni li chiede il locazione all'impresa di leasing che funge da
intermediaria in quanto acquisto i beni che sono necessari all'impresa richiedente e poi glieli loca.
Il costo dato dal canone di leasing che comprende:
a)l'ammortamento bel bene locato
b)l'interesse sul capitale investito
c)le spese di gestione ed i margini di utile della societ di leasing
IL FACTORING:
Consiste nel trasferimento dei crediti commerciali dall'impresa ad una socit specializzata (factor) che si
assume l'incarico della riscossione e ne garantisce il buon fine.
Esistono due tipologie dell'operazione di factoring:
1)FACTORING CON PAGAMENTO DEI CREDITI ALLA SCADENZA DEI MEDESIMI: l'intervento del factor
quello della gestione dei crediti e non anche della loro garanzia in caso di insolvenza.
2)FACTORING CON ANTICIPAZIONE DELL'IMPORTO DEI CREDITI AL MOMENTO DELLA CESSIONE DEI
MEDESIMI: il factor oltre a gestire i crediti da anche un finanziamento e li garantisce in caso di insolvenza.
Il costo dato:
a)commissioni di factoring
b)interessi
LA DETERMINAZIONE DEL COSTO DEL CAPITALE:
Rappresenta in sintesi l'espressione del costo medio ponderato delle varie forme di finanziamento che
l'impresa ha utilizzato in un determinato periodo della sua gestione.
ESEMPIO:
1)CAPITALE PROPRIO 200 AL 15%
2)DEBITI A M/L TERMINE 300 AL 16%
3)DEBITI CORRENTI 500 AL 21%
COSTO DEL CAPITALE CON IL METODO DEL COSTO MEDIO PONDERATO =
200*15%+300*16%+500*21%
=18,3%
1000
I TIPICI INVESTIMENTI AZIENDALI E LA LORO GESTIONE FINANZIARIA:
Gli investimenti aziendali rappresentano l'impiego delle risorse finanziarie acquisite dall'impresa dalle
fonti di finanziamento.
Alla funzione finanza compete la valutazione della convenienza finanziaria degli investimenti finanziari.
Vi sono varie categorie di investimenti:
1)IVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI
2)INVESTIMENTI IN CIRCOLANTE LORDO:
a)magazzino
b)crediti
c)tesoreria.
LA GESTIONE FINANZIARIA DEGLI INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI:
Sono anche detti investimenti industriali e in base agli obiettivi dell'impresa si distinguono in :
1)INVESTIMENTI DI SOSTITUZIONE
2)INVESTIMENTI DI RAZIONALIZZAZIONE ED AMMODERNAMENTO
3)INVESTIMENTI DI ESPANSIONE
4)INVESTIMENTI STRATEGICI
Vi sono dei problemi di scelta per investire in beni strumentali e per questo il comportamento dell'impresa
all'acquisto il solito gi visto in marketing.
Si scegli l'investimento in base a determinati criteri di scelta che possono essere aritmetici e finanziari:
1)CRITERI ARITMETICI:
A)METODO DEL TEMPO DI RECUPERO.
B)METODO DEL TASSO ANNUALE O ROI
2)CRITERI FINANZIARI:
A)METODO DELL'ECCESSO D VALORE UTILIZZATO
B)METODO DEL TASSO INTERNO DI RENDIMENTO
Per la scelta oltre che a questi metodi si tiene anche conto :
1)RISCHIOSITA' DELL'INVESTIMENTO
2)TASSO INFLAZZIONISTICO IN ATTO
LA GESTIONE FINANZIARIA DEGLI INVESTIMENTI IN CIRCOLANTE LORDO: IL MAGAZZIONO.
Le scorte di magazzino rappresentano da un punto di vista finanziario un impiego di risorse cio un
investimento per il periodo di tempo intercorrente tra il momento del pagamento dell'acquisto delle
materie prime ed il momento dell'incasso della vendita dei prodotti finiti ottenuti dalle medesime materie.
Un problema quello di determinare il LIVELLO DELLE SCORTE.
L'obiettivo principale della funzione finanza della gestione finanziaria delle scorte di magazzino e quello
di rendere minimi i costi riguardanti l'acquisizione e l'utilizzo delle scorte medesime.
In rapporto alla loro origine esistono vari tipi di scorte:
1)SCORTE TECNICHE O FUNZIONALI: sono quelle collegate alla risoluzione del problema di sincronizzare i
vari processi aziendali.
2)SCORTE SPECULATIVE: sono quelle che derivano da opportunit che l'impresa ha colto nei mercati di
acquisto.
Bisogna determinare il LIVELLO OTTIMO DELLE SCORTE TECNICHE attraverso dei MODELLI DECISIONALI
che portano alla determinazione del LOTTO ECONOMICO OTTIMALE che consiste nella quantit di
produzione o di acquisto che rende minimi i costi totali relativi alle scorte.
I CREDITI:
I crediti originati dalla gestione dell'impresa rappresentano le tipiche liquidit differite del patrimonio
aziendale.
L'obiettivo principale della gestione finanziaria dei crediti quello di equilibrare due elementi tra di loro
contraddistinti:
1)il maggior reddito derivante all'impresa dall'espansione delle vendite.
2)i costi relativi al ritardo nel rientro in forma liquida
Per raggiungere tale obiettivo l'impresa pu:
1)affidare la gestione dei crediti ai terzi
2)gestire internamente i crediti.
Il controllo sui crediti riguarda due momenti:
1)concessione del credito
2)la riscossione del credito
Tramite questi controlli si pu costruire ed aggiornare un adeguato profilo di ogni singolo cliente in modo
da tenere sempre sotto controllo la rischiosit delle vendite a credito effettuate con ciascun cliente.
LA TESORERIA:
La gestione di tesoreria dell'impresa riguarda l'equilibrio nel tempo delle entrate e delle uscite di cassa e
pu determinare:
1)SCOPERTI DI CASSA
2)DISPONIBILITA' LIQUIDE DA GESTIRE, le quali sono:
a)disp. Di cassa
b)disp. Liquide su c/c
c)titoli ad elevata negoziabilit
La gestione di tesoreria spetta tipicamente all'area funzionale finanza e si pu suddividere nel seguente
modo:
1)GESTIONE DI TESORERIA IN SENSO STRETTO CHE RIGUARDA LA CASSA
2)GESTIONE DI TITOLI AD ELEVATA NEGOZIABILITA'
Le politiche riguardanti la tesoreria in senso stretto si attuano attraverso la programmazione finanziaria.
GLI EQUILIBRI DI STRUTTURA FINANZIARIA PERSEGUITI DIRETTAMENTE DALLA FUNZIONE FINANZA:
I tipici equilibri di struttura finanziaria che vengono perseguiti dalla funzione finanza sono i seguenti:
1)EQUILIBRIO ALL'INTERNO DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO TRA MEZZI FINANZIARI ACQUISITI CON
VINCOLI DIFFERENTI: volto a mantenere l'indipendenza finanziaria dell'impresa.
Si calcola nel seguente modo:
quoziente di indipendenza finanziaria = capitale proprio
capitale investito
2)EQUILIBRIO TRA LE VARIE CATEGORIE DI INVESTIMENTI: direttamente collegato al mantenimento di
una certa liquidit.
3)EQUILIBRIO TRA FABBISOGNI E MEZZI DI COPERTURA DAL PUNTO DI VISTA DELL'ARMONIZZAZIONE
DELLE RISPETTIVE DURATE.
EQUILIBRIO TRA LA REDDITIVITA' DEGLI INVESTIMENTI E L'ONESTA' DEI FINANZIAMENTI:
Questo un equilibrio pi globale dei precedenti ed fondamentale nella gestione dell'impresa osservata
dal punto di vista economico.
Bisogna equilibrare:
1)REDDITIVITA' DEGLI INVESTIMENTI AZIENDALI
2)ONEROSITA' DEI MEZZI DI FINANZIAMENTO ACQUISITI.
IL PIANO FINANZIARIO:
Il PIANO FINANZIARIO si occupa delle entrate e delle uscite finanziarie nel medio termine(3-5 anni) e
comprende:
1)IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI: si articola in:
a)piano degli investimenti in capitale immobilizzato;
b)piano degli investimenti in capitale circolante lordo
2)IL PIANO DEI FINANZIAMENTI
IL BUDGET FINANZIARIO:
Il budget finanziario si articola nei seguenti elementi:
1)PROGRAMMA FINANZIARIO: il quale indica la forma di un prospetto delle fonti e degli impieghi che
sintetizza la prevedibile evoluzione nel tempo della situazione finanziaria dell'impresa.
2)IL BUDGET DI TESORERIA: comprende le previsioni riguardanti la dinamica dei flussi monetari in entrata
e in uscita ed quindi collegato con molti altri budget aziendali. Vi sono due metodi adottati per la
redazione del budget di tesoreria e sono:
a)METODO DEL QUADRO MENSILE
b)METODO GRAFICO
IL CONTROLLO FINANZIARIO:
Esso si attua attraverso:
1)AUTORIZZAZIONI DI SPESA: sono relative alle principali decisioni di spesa e tendono a contollare che
vengano effettuati soltanto gli investimenti che si erano programmati.
2)L'ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI: tra i flussi monetari rilevati a consuntivo ed i flussi in sede
programmatoria tende a mettere in rilievo le possibili cause che hanno originato gli scostamenti
medesimi.
IL MERCATO DEI CAPITALI: CARATTERISTICHE GENERALI. IL MERCATO MONETARIO ED IL MERCATO
FINANZIARIO:
Il mercato dei capitali il mercato di approvigionamento dei capitali da parte dell'impresa e pu dividersi
in:
1)MERCATO MONETARIO: caratterizzato da un vincolo a rischio limitato e riguarda tipicamente il capitale
di debito. Le forme pi tipiche di finanziamento sono i finanziamenti correnti nelle seguenti forme:
a)finanziamento a breve ciclo di utilizzo
b)finanziamenti a breve termine.
2)MERCATO FINANZIARIO: caratterizzato dalle negoziazioni di capitali sia con il vincolo del pieno
rischio(capitale sociale) sia con il vincolo del debito ma in questo caso a media e lunga scadenza.
2A)MERCATO MOBILIARE: dove si negoziano azione e obbligazioni e si pu considerare come una sezione
del pi vasto mercato finanziario.
MERCATO NAZIONALE E MERCATI INTERNAZIONALI DEI CAPITALI: OPERATORI E STRUMENTI:
In base alla dimensione territoriale si distinguono in:
1)MERCATI NAZIONALI DEI CAPITALI: in cui gli OPERATORI sono:
a)ISTITUTO DI EMISSIONE(BANCA D'ITALIA)
b)ISTITUTI DI CREDITO A MEDIO LUNGO TERMINR
c)BANCHE DI CREDITO ORDINARO
d)ENTI PUBBLICI
e)IMPRESE
...e gli STRUMENTI sono:
a)operazioni di finanziamento a breve termine o a scadenza indeterminata ma a breve ciclo di utilizzo
b)operazioni di finanziamento a medio lungo termine
c)titoli di credito
2)MERCATI INTERNAZIONALI DEI CAPITALI: in cui gli OPERATORI sono:
a)GOVERNI
b)ISTITUTI DI EMISSIONE DEI VARI PAESI
c)ISTITUTI SPECIALIZZATI DI CREDITO INTERNAZIONALE
d)CONSORZI BANCARI
e)ISTITUTI NAZIONALI DI CREDITO OPERANTI SUI MERCATI INTERNAZIONALI
f)IMPRESE ED ALTRI OPERATORI
..e gli STRUMENTI sono:
a)strumenti a medio e lungo termine(obbligazioni estere, operazioni di finanziamento in valuta concessi
da istituti specializzati di credito internazionale )
b)strumenti a breve termine(eurodollari ed eurovalute, e altre operazioni a breve termine)
Tra le variabili organizzative un posto di particolare rilievo spetta alla STRUTTURA che considera i seguenti
aspetti:
1)GLI ORGANI TRA CUI E' SUDDIVISO I LAVORO
2)LE FUNZIONI ASSEGNATE A TALI ORGANI
3)LE RELAZIONI TRA GLI ORGANI STESSI
In questa sede ci riferiamo alla struttura formale , cio quella prescritta dalla direzione e esplicitata
attraverso organigrammi e altri documenti.
1)riguardo agli organi tra le varie distinzioni proponibili vediamo:
a)organi di line e organi di staff.
La distinzione deriva sostanzialmente dall'esigenza di dotare l'organizzazione di adeguate capacit
specialistiche.
Di solito per staff s'intendono gli organi specialistici che prestano consulenza ed assistenza alle line cio
organi operativi di direzione ed esecuzione.
Gli staff prestano consulenza ed assistenza mentre le line decidono ed eseguono.
Un'altra distinzione la seguente:
si classificano nelle line l'area della produzione e l'area commerciale che sono pi direttamente coinvolte
al raggiungimento degli obiettivi aziendali mentre tutte le altre aree sono definite di staff.
2)riguardo ai criteri di divisione del lavoro abbiamo: divisione orizzontale, cio suddivisione dei compiti
tra unit poste allo stesso livello organizzativo. I principali criteri sono:
a)per funzione
b)per prodotto
c)per area geografica
d)per tipo di cliente
e)per progetto
f)per processo produttivo
Divisione verticale: si fa riferimento alla suddivisione dei compiti tra livelli superiori e livelli subordinati
della gerarchia che si differenziano per il contenuto di autorit decisionale di cui dispongono.
La presenza di una pluralit di livelli organizzativi richiede la soluzione del problema delle modalit di
distribuzione dei poteri decisonali tra i vari livelli stessi cio del grado di decentramento.
Si definiscono accentrate le organizzazioni in cui buona parte delle decisioni sono prese dall'alta
direzione e decentrate quelle in cui si fa uso sistematico della delega cio vi una significativa diffusione
dei poteri anche ai livelli inferiori.
Una cosa lo sviluppo orizzontale un'altra il grado di decentramento.
3)dalla divisione orizzontale del lavoro deriva la necessit del coordinamento .
Gli strumenti di coordinamento sono molteplici e formano un mix che varia da azinda ad azienda e a
seconda delle circostanze.
Tra i principali criteri ricordiamo:
a)la fissazione degli obiettivi comuni a pi organi
b)i comitati
c)i gruppi di lavoro temporanei
d)i gruppi permanenti
e)certe figure organizzative
.
Da queste brevi osservazioni risulta che la gerarchia bench importante non l'unico mezzo di
coordinamento specie quando l'incertezza dei compiti da svolgere renda eccessivo il numero di eccezioni
da sottoporre ai capi gerarchici per risolvere problemi di integrazione.
4)il principale mezzo di raffigurazione della struttura l'organigramma.
I PRINCIPALI MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA:
In base ad un differente criterio di divisione del lavoro al livello direttamente dipendente dalla direzione
generale(divisione orizzontale del lavoro) possiamo distinguere 4 modelli tipici di strutture organizzative:
1)STRUTTURA ELEMENTARE: tipica di piccole aziende prevalentemente a conduzione familiare o
comunque personale.
2)STRUTTURA PLURIFUNZIONALE: si basa su una divisione del lavoro direttivo per funzioni omogenea cio:
- marketing
- produzione
- personale
-
amministrazione e controllo
finanza
R&S
Ecc
3)STRUTTURA MULTIDIVISIONALE: presuppone una divisione del lavoro direttivo per tipo di prodotto(o
mercato o area geografica).
4)STRUTTURA A MATRICE: caratterizzata da una duplice divisione del lavoro al livello dipendente dalla
direzione . I due criteri sono:
a)tipo di funzione
b)tipo di progetto
Le prime tre struttura e sono definibili unidimensionali mentre la quarta bidimensionale.
LA STRUTTURA PLURIFUNZIONALE:
E' quella in cui l'azienda divisa per funzione le cui alcune sono caratteristiche o di line o altre sono di
staff o integrative.
Nella struttura plurifunzionale si distinguono:
1)LA DIREZIONE GENERALE: ad essa affidato il compito di amministrare l'azienda come sistema unitario
coordinando l'azione delle varie aree funzionali.
2)DIREZIONE DEI DIPARTIMENTI FUNZIONALI: sono specializzate nelle singole aree funzionali per cui
nessuna di esse normalmente in grado di occuparsi di problemi generali aziendali ma solo di problemi
settoriali cio peculiari di quella funzione.
3)UNITA' OPERATIVE: hanno compiti prevalentemente esecutivi all'interno di una precisa area funzionale .
La struttura plurifunzionale possiede come pregio fondamentale quello dell'efficienza(cio quello
dell'attitudine a minimizzare le risorse, specie umane, da impiegare).
Essa concentra nello stesso dipartimento tutte le persone specializzate in una certa funzione e cos evita
di provocare duplicazioni di risorse non sempre impiegate a tempo pieno come invece accade in altri tipi
di strutture.
La struttura plurifunzionale appare adeguata soprattutto nei casi in cui l'impresa persegue strategie di
sviluppo mono prodotto o di integrazione verticale.
Presenta invece dei difetti in caso di strategia di diversificazione.
LA STRUTTURA MULTIDIVISIONALE:
Si basa su una divisione del lavoro per business, o prodotto o mercato.
All'interno della struttura multi divisionale operano i seguenti organi:
1)DIREZIONE GENERALE: si occupa della formulazione delle strategie globali e non delle singole funzioni.
2)STAFF CENTRALI o della direzione generale , aiutano la direzione generale alla formulazione delle
strategie globali e sono generalmente suddivise in funzioni.
3)DIVISIONI OPERATIVE: i rispettivi responsabili ricevono una delega a gestire l'unit come se fosse
un'azienda con tutti i settori funzionali.
4)DIPARTIMENTI FUNZIONALI:
5)UNITA' OPERATIVE:
I principali caratteri distintivi della multi divisionale sono :
a) dotata di un notevole grado di decentramento a favore delle divisioni le quali sono considerate centro
di profitto.
b)sono presenti gli staff centrali che potenziano le capacit della direzione generale nella formulazione di
strategie di sviluppo e nel controllo e coordinamento delle divisioni.
Il pregio pi importante della multi divisionale consiste nell'efficace coordinamento che essa permette.
D'altro canto rispetto alla plurifunzionale la multi divisionale mostra dei difetti sul piano dell'efficienza.
Il tipi di struttura influenza il tipo di strategia e viceversa e dunque possiamo avere:
tipo di strategia
tipo di struttura
A)piccola impresa padronale mono prodotto
struttura
elementare
B)medio- grande impresa mono prodotto spesso
Integrata
plurifunzionale
verticalmente.
Struttura
struttura
multidivisionale
LA STRUTTURA A MATRICE:
Si basa sulla presenza simultanea di due criteri di divisione orizzontale del lavoro e cio:
a)PER FUNZIONE
b)PER PROGETTO
E' tipica di quelle grandi imprese che operano su grandi commesse da parte dei clienti.
Il problema cruciale consiste nel coordinamento delle attivit necessarie per realizzare ciascun progetto
nei tempi, alle condizioni tecnico- qualitative, e ai costi prestabiliti in sede di programmazione.
Bisogna dare un peso equilibrato alle funzioni e ai progetti per giungere contemporaneamente ad avere:
1)EFFICIENZA
2)COORDINAMENTO
Nella struttura a matrice esistono due tipi di manager:
1)MANAGER FUNZIONALI
2)MANAGER DI PROGETTO
La struttura a matrice espressione di notevole flessibilit.
L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ESECUTIVO:
Questa organizzazione del lavoro si ispirava fino a non molto tempo fa al modello tayloristico di cui gli
elementi pi importanti erano:
1)separazione netta tra programmazione ed esecuzione del lavoro.
2)suddivisione dei compiti tra pi operatori, a cui vengono affidate mansioni semplici e ripetitive.
Questo modello port a degli elementi negativi che sono:
1)dequalificazione dei lavoratori
2)insoddisfazione psicologica dei medesimi
3)irrigidimento delle strutture aziendali.
Sono dunque nati dei nuovi modelli organizzativi che sono:
1)ROTAZIONE DEI COMPITI: consiste nella rotazione del singolo lavoratore su diversi posti di lavoro
all'interno di una data area produttiva.
2)ALLARGAMENTO DEI COMPITI: consiste nell'aggregazione orizzontale di pi mansioni assegnate al
medesimo lavoratore.
3)ARRICCHIMENTO DEI COMPITI: consiste in un aggregazione verticale dei compiti cio un salto di qualit
rispetto alle formule precedenti poich al lavoro esecutivo vengono aggregate funzioni di
programmazione, preparazione, manutenzione, controllo.
4)GRUPPI AUTONOMI DI LAVORO: consistenti in ristrutturazioni di tipo non individuale bens collettivo.
LE VARIBILI ORGANIZZATIVE NON STRUTTURALI: CENNI
Alcuni ingredienti dell'organizzazione sono:
1)meccanismi operativi
2)stile di leadership
3)cultura aziendale
LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE: CONCETTI GENERALI.
Si analizzeranno di seguito i seguenti aspetti:
1)ACQUISIZIONE DEL PERSONALE con cui le risorse umane vengono reperite sul mercato del lavoro o
internamente all'azienda stessa.
2)LA GESTIONE IN SENSO STRETTO con cui si tenta di ottimizzare l'impiego delle risorse lavoro.
3)LE TENDENZE EVOLUTIVE in materia di gestione del personale
4)LA COMUNICAZIONE interna nei confronti del personale.
5)LE RELAZIONI INDUSTRIALI cio le relazioni sindacali.
L'AQUISIZIONE DELLE RISORSE UMANE:
Il processo attraverso il quale l'impresa ricerca le necessarie risorse umane e le inserisce al proprio
interno viene chiamato reclutamento e si articola in 4 fasi che sono le seguenti:
1)ANALISI DEL FABBISOGNO QUALITATIVO E QUANTITATIVO del personale: dal punto di vista qualitativo la
base di riferimento data dall'analisi e dalla progettazione delle mansioni da svolgere, mentre dal punto
di vista quantitativo la base di riferimento data dalla previsione degli obiettivi da raggiungere.
2)RICERCA, SELEZIONE E SCELTA del personale: la ricerca ha come punto di partenza l'individuazione
dell'esistenza o meno di una mobilit interna(cio la disponibilit interna all'azienda); se questa non c' si
passa alla ricerca esterna sul mercato del lavoro. Con la selezione l'impresa si pone l'obiettivo di
individuare i lavoratori che meglio rispondono alle caratteristiche richieste. Infine vi la scelta che spetta
al responsabile dell'unit.
3)ASSUNZIONE E ACCOGLIMENTO: l'assunzione consiste nell'insieme di procedure burocratiche e
amministrative che si devono espletare nel momento in cui si instaura un nuovo rapporto di lavoro.
L'accoglimento dei neo assunti consiste in un insieme di modalit che consentono loro di comprendere le
logiche di funzionamento sia aziendali che di funzione integrando il lavoratore nell'organizzazione.
4)L'INSERIMENTO : l'ultima fase del reclutamento ed ha come obiettivo l'inserimento del lavoratore
assunto nell'azienda.
Per quanto riguarda l'acquisizione delle risorse umane non esiste un unico criterio di reclutamento perch
il fattore umano di per se differenziato cos come sono differenziate le figure professionali ricercate.
L'IMPIEGO DELLE RISORSE UMANE IN AZIENDA.
Si fa riferimento alle:
1)POLITICHE DI ADDESTRAMENTO E FORMAZIONE
2)POLITICHE DI SVILUPPO attraverso sistemi di ricompense e di incentivazione realizzati con meccanismi
retributivi e sistemi di valutazione.
LE POLITICHE DI ADDESTRAMENTO E FORMAZIONE.
Per addestramento s'intende l'apprendimento, sia attraverso strumenti didattici che attraverso
esperienze lavorative, di conoscenze specifiche legate all'acquisizione di caratteristiche professionali ed
operative.
Per formazione s'intende una modifica di mentalit e di atteggiamenti tale da consentire la gestione di
situazioni nuove e soprattutto di di interpretare in maniera diversa il proprio ruolo organizzativo .
Le attivit in addestramento e formazione rappresentano un investimento in capitale umano che pu
essere fonte di vantaggi competitivi.
L'impresa avr convenienza ad effettuare tali investimenti nel caso in cui non esistano alternative sul
mercato oppure quando possa sviluppare delle professionalit mantenibili al proprio interno.
LE POLITICHE DI SVILUPPO DEL PERSONALE.
Il fine di tali politiche di motivare e trattenere all'interno dell'azienda i lavoratori.
Esse si basano su incentivazioni basate su sistemi di ricompensa che sono i seguenti:
misurazioni
extra
redige
dunque
il
mezzi
budget
si compone di :
1)budget degli impieghi e delle fonti di fondi.
2)budget di cassa o di tesoreria.
IL CONTROLLO BUDGETARIO E L'ANALISI EGLI SCOSTAMENTI.
Il controllo budgetario :
-
un'analisi di tali scostamenti con l'evidenziazione delle principali cause che li hanno determinati.
Lo scopo quello di informare sull'entit delle variazioni e risalire ai motivi delle stesse, il manager.
La cosi deta analisi degli scostamenti ha per oggetto i ricavi ed i costi cio l'aspetto economico della
gestione.
Determinati gli scostamenti devono essere scomposti in scostamenti elementari in modo da comprendere
le ragione profonde degli stessi e cos risalire alle cause che contabilmente non sono evidenti.
Gli scostamenti di vendita cio i ricavi sono scomponibili in :
1)dovuti alla quantit venduta
2)dovuti al prezzo di vendita
Gli scostamenti degli acquisti cio dei costi sono scomponibili in:
1)dovuti alla quantit
2)dovuti all'efficienza nell'impiego della risorsa
3)dovuti al prezzo d'acquisto della risorsa.
PARTE TERZA.
CAPITOLO 1: IL COMPORTAMENTO DELL'IMPRESA: PRINCIPI, TEORIE,
MODELLI, ISTITUZIONI.
GLI OBIETTIVI DELL'IMPRESA.
Fino ad ora si tenuto conto dell'anatomia delle imprese ciop come sono composte e come operano o da
quali sottoinsiemi sono formate .
Ora si definiranno gli elementi psicologici che spingono le imprese a comportarsi in determinati modi
piuttosto che in altri.
OBIETTIVI D'IMPRESA E SOGGETTO ECONOMICO.
L'impresa di per se non pu avere degli obiettivi perch essa solo uno strumento nelle mani di persone
che hanno invece degli obiettivi.
Il comportamento delle imprese dettato dalla volont delle persone che ne determinano le scelte.
Le sorti dell'impresa sono in misura prevalente determinate dalle decisioni di maggiore portata quelle che
di regola sono riservate ai soggetti che detengono il maggior potere.
Solo le persone e non le organizzazioni possono avere degli obiettivi.
Gli obiettivi dell'impresa sono la risultante di tutti gli interessi dei soggetti che hanno il potere decisionale
nell'impresa ponderati con il livello di potere che ognuno di essi riesce ad esprimere.
Coloro che hanno maggiore potere decisionale sono denominati soggetto economico dell'impresa.
GLI STAKEHOLDERS(SOGGETTI PORTATORI DI INTERESSI).
Essi sono:
-
imprenditore
azionista e soci
managers
fornitori
clienti
concorrenti
I portatori di interessi soggettivi pi o meno forti a seconda del collegamento con l'impresa costituiscono
gli stakeholders.
L'OBIETTIVO DEL MASSIMO PROFITTO.
La teoria del massimo profitto quella classica e si adatta bene a tutte le imprese piccole(ma non solo) in
quanto in esse il soggetto economico coincide con la figura dell'imprenditore che da un lato colui che
detiene la quota maggiore del capitale a rischio e dall'altro e colui che percepisce il maggiore reddito se
questo crescer.
Sar dunque tra gli obiettivi dell'imprenditore quello di massimizzare il profitto.
Il principio del massimo profitto comunque va contemperato con le motivazioni di ordine extra economico
che influenzano le scelte ed i comportamenti dell'imprenditore.
La teoria del massimo profitto non va considerata di breve periodo ma all'intero arco temporale che
interessa il soggetto economico.
La teoria del massimo profitto dunque di lungo termine e si ispira al valore economico dell'impresa cio
al alla somma dei redditi futuri attesi ponderati con la loro lontananza temporale e con il loro grado di
incertezza.
LA LOGICA DELLA CREAZIONE DI VALORE.
Il valore economico d'impresa scaturisce dal comporsi di tre dimensioni:
1)i redditi futuri attesi
2)il valore finanziario del tempo
3)il grado di incertezza dei redditi futuri attesi.
Il valore economico di un allocazione di capitali si esprime attualizzando i flussi di cassa netti attesi ad un
costo del capitale comprensivo del valore finanziario del tempo e del rischio che caratterizza i flussi di
cassa netti attesi.
V = valore economico dell'impresa
D = debiti finanziari
W = patrimonio netto
V= D + W
W= V - D
IL VALORE ATTUALE DELLE ATTIVITA' DELL'IMPRESA.
Il valore delle attivit coincide con il valore scontato dei flussi di cassa attesi disponibili per tutti i
finanziatori.
IL VALORE DEI DEBITI FINANZIARI.
Equivale al valore attuale del flusso di cassa dei creditori finanziari a un tasso che ne rifletta il grado di
rischio(il quale tasso dovrebbe essere uguale al tasso di mercato su debiti di rischio simile e a condizioni
paragonabili).
IL VALORE DEL CAPITALE DEGLI INVESTITORI/SOCI
Esso non altro che il valore delle attivit dell'impresa meno il valore dei debiti finanziari.
GLI OBIETTIVI DELL'IMPRESA MANAGERIALE.
Nelle imprese della societ moderna la figura dell'imprenditore pu essere cos scomposta:
1)azionisti
2)dirigenti
La figura del soggetto economico ha dunque contorni meno precisi.
Gli obiettivi dei manager e quelli degli azionisti sono differenti.
l'impresa non soffre dei vincoli finanziari che un azionariato ristretto le imporrebbe.
L'azionista pu diversificare i propri investimenti riducendo in tale modo il rischio(minor costo del
capitale per le imprese)
La pubblic company ha per degli svantaggi che sono:
-
Ecc..
Questo un modello poco orientato a massimizzare il valore dell'impresa.
L'IMPRESA PADRONALE.
Rappresenta l'opposto dell'impresa pubblica e si caratterizza per una compagine azionaria concentrata e
tendenzialmente stabile .
Si tratta del modello pi naturale per le imprese di ridotte dimensioni ma meno per quelle di grandi
dimensioni; in Italia non cos perch anche le pi grandi imprese hanno a capo come figura di soggetto
economico un padrone o pochi potenti.
I pregi e i difetti sono opposti all'impresa pubblica.
L'IMPRESA CONSOCIATIVA.
Si forma su una composizione di azionariato intermedia delle due figure viste precedentemente.
E' il modello che caratterizza la Germania e il Giappone.
CONCLUSIONI.
I tre modelli visti sono:
1)pubblic company che rappresentata da una fuori serie potente ed elegante affidata a piloti
professionalmente capaci e ambiziosi che spesso corre il rischio di finire fuori strada lasciando agli
azionisti di pagare i danni.
2)l'impresa padronale berlinetta brillante ma fragile capaci di spunti e accelerazioni straordinarie ma a
gioco lungo esposta a mille vulnerabilit.
3)l'impresa associativa berlinetta affidabile ma poco agile lenta in partenza e nei percorsi tortuosi veloce
e sicura sulle lunghe distanze.
Si visto che ogni modello ha pregi e difetti a dimostrazione del fatto che non si pu parlare in assoluto di
un modello migliore degli altri.
Individuale
S.N.C.
Soc. di persone
Impresa
S.A.S.
S.R.L.
Collettiva
Soc. di capitali
S.P.A.
S.A.P.A.
Soc. cooperative
SOCIETA' IN NOME COLLETTIVO:
1)COSTITUZIONE: PER SCRITTURA PRIVATA O ATTO PUBBLICO
2)CAPITALE SOCIALE MINIMO: NON ESISTE, TUTTI I SOCI RISPONDANO ILLIMITATAMENTE.
3)AMMINISTRAZIONE: SPETTA GENERALMENTE A TUTTI I SOCI
4)RESPONSABILITA' DEI SOCI: ILLIMITATA; IL FALLIMENTO DELLA SOCIETA' COMPORTA IL FALLIMENTO DEI
SOCI IN PROPRIO.
5)PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO: NON VIENE PUBBLICATO IL BILANCIO
6)DELIBERE DEI SOCI: SALVO DIVERSA PATTUAZIONE VENGONO ASSUNTE ALL'UNANIMITA'
7)DURATA DELLA SOCIETA': A TEMPO DETERMINATO O INDETERMINATO.
SOCIETA' IN ACCOMANDITA SEMPLICE:
1)COSTITUZIONE: PER SCRITTURA PRIVATA O PER ATTO PUBBLICO
2)CAPITALE SOCIALE MINIMO: NON VI E' STANTE LA RESPONSABILITA' ILLIMITATA DI ALMENO UN SOCIO.
3)RESPONSABILITA' DEI SOCI: SOCI ACCOMANDATARI: RISPONDONO ILLIMITATAMENTE DELLE
OBBLIGAZIONI DELLA SOCIETA'. SOCI ACCOMANDANTI: RISPONDONO SOLO NEI LIMITI DEL CAPITALE
CONFERITO.
4)AMMINISTRAZIONE: SPETTA AI SOCI ACCOMANDATARI.
5)PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO: NON VIENE PUBBLICATO IL BILANCIO.
6)DURATA DELLA SOCIETA': TEMPO DETERMINATO O INDETERMINATO.
SOCIETA' A RESPONSABILITA' LIMITATA.
1)COSTITUZIONE: MEDIANTE ATTO PUBBLICO
2)CAPITALE SOCIALE MINIMO: LIRE 20000000 DIVISO IN QUOTE.
3)RESPONSABILITA' DEI SOCI: LIMITATA AL CAPITALE CONFERITO.
4)ORGANI SOCIALI: A:ASSEMBLEA DEI SOCI; B:AMMINISTRATORE UNICO O CONSUGLIO DI
AMMINISTRAZIONE; C:COLLEGIO SINDACALE(SE PREVISTO IN STATUTO O SE IL CAP. SOC. E' SUPERIORE A
200000000).
5)CONVOCAZIONE ASSEMBLEA: MEDIANTE LETTERA RACCOMANDATA SPEDITA ALMENO 8 GIORNI PRIMA
DELL'ASSEMBLEA.
6)PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO: PUBBLICA IL BILANCIO ANNUALE SECONDO LA 4 DIRETTIVA CEE.
7)DURATA DELLA SOCIETA': A TEMPO DETERMINATO.
SOCIETA' PER AZIONI:
1)COSTITUZIONE: MEDIANTE ATTO PUBBLICO
2)CAP. SOC. MINIMO: 200000000 DIVISO IN AZIONI.
3)RESP. SOCI: LIMITATA AL CAP. CONF.
4)ORGANI SOCIALI: A: ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI. B:CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. C:COLLEGIO
SINDACALE.
5)CONVOCAZIONE ASSEMBLEA: MEDIANTE AVVISO PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE ALMENO 15
GIORNI PRIMA DELL'ASSEMBLEA.
6)PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO: ANNUALMENTE SECONDO LA 4 DIR. CEE.
7)DURATA DELLA SOCIETA': A TEMPO DETERMINATO.
SOCIETA' COOPERATIVE:
1)COSTITUZIONE: MEDIANTE ATTO PUBBLICO.
2)CAP. SOC. MIN.: IL CAPITALE DELLA SOCIETA', ANCHE SE QUESTA E' A RESP. LIMITATA, NON E'
PREDETERMINATO IN UN AMMONTARE PRESTABILITP.
3)RESP. DEI SOCI: A)SOC. COOP. A RESP .ILLIMITATA: I SOCI RISPONDONO SOLIDALMENTE E
ILLIMITATAMENTE IN CASO DI FALLIMENTO E LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA. B)SOC. COOP. A
RESP. LIMITATA: LIMITATA AL CAP. CONF.
4)ORGANI SOCIALI: A: ASSEMBLEA DEI SOCI . B: AMMINISTRATORE UNICO O CONSIGLIO DI
AMMINISTRAZIONE. C: COLLEGIO SINDACALE(SE PREVISTO IN STQATUTO O SE IL CAP . SOC. E' SUPERIORE
A 200000000)
5)CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA: SECONDO QUANTO PREVISTO DALL'ATTO COSTITUTIVO
6)DIRITTO DI VOTO NELLE ASSEMBLEE: HANNO DIRITTO DI VOTO COLORO CHE RISULTINO ISCRITTI DA
ALMENO 3 MESI NEL LIBRO DEI SOCI, OGNI SOCIO HA UN VOTO, QUALUNQUE SIA IL VALORE DELLA QUOTA
O IL NOMERO DELLE AZIONI.
7)AMMISSIONE NUOVI SOCI: CON DELIBERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI SU DOMANDA
DELL'INTERESSATO, OGNI 3 MESI DEVE ESSERE DEPOSITATO L'ELENCO DEI SOCI ILLIMITATAMENTE
RESPONSABILI E DELLE VARIAZIONI INTERVENUTE AL RIGUARDO DEGLI STESSI.
8)PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO: PUBBLICA IL BILANCIO ANNUALE, REDATTO SECONDO I CRITERI DELLA
4 DIRETTIVA CEE SE A RESPONSABILITA' LIMITATA.
9)DURATA DELLA SOCIETA': A TEMPO DETERMINATO.
I criteri di classificazione in base ai quali possono essere analizzate le aggregazioni di imprese sono i
seguenti:
1)durata del rapporto di collaborazione: si distinguono in collaborazioni temporanee o durature.
2)origine dei legami: si distinguono aggregazioni su base contrattuale(a loro volta formali o informali) e
aggregazioni su base patrimoniale(vedi partecipazioni).
LE AGGREGAZIONI INFORMALI DI IMPRESE:
Le tipiche forme sono le seguenti:
1)COLLEGAMENTI SU BASE PRODUTTIVA O FINANZIARIA: scaturiscono dalla ricerca di una collaborazione
operativa tra le aziende collegate.
Esempi sono le piccole imprese che operano su commessa di una grande impresa di cui costituiscono
imprese satellite.
I collegamenti su base finanziaria si instaurano quando l'azienda ottiene ingenti finanziamenti da un'altra
azienda(esempio un istituto di credito).
2)COLLEGAMENTI SU BASE PERSONALE: si fondano sul rapporto personale che interviene negli organi al
vertice delle diverse imprese collegate.
3)GENTLEMENT'S AGREEMENT: sono accordi verbali che legano tra loro le imprese disciplinandone parte
dell'attivit nel comune interesse.
Ad esempio le intese possono riguardare la fissazione dei prezzi, la distribuzione della produzione, la
delimitazione delle zone di influenza.
CONTRATTI DI AFFITTO DI AZIENDA.
Ciascuna delle singole aziende risponde per in proprio ed in via diretta per l'esecuzione della parte
dell'opera complessiva che si specificatamente assunta.
LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA.
Hanno come obiettivo la tutela degli interessi delle imprese associate e possono essere cos organizzate:
1)per area geografica
2)per settori di attivit economica
3)per dimensioni aziendali
Il loro compito specifico quello di rappresentare le imprese associate in determinate situazioni e di
fornire alle imprese medesime un'opera di consulenza ed assistenza.
IL GRUPPO EUROPEO DI INTERESSE ECONOMICO-GEIE
Rappresenta uno strumento di cooperazione internazionale fra aziende dei diversi Stati membri
dell'Unione Europea.
Il suo pregio principale quello di avere una regolamentazione uniforme in tutti i paesi del UE.Il GEIE Pu
essere attuata solo fra almeno due Stati comunitari diversi.
Gli organi sono:
1)l'assemblea dei membri
2)uno o pi amministratori.
Ogni azienda dispone di un voto e le decisioni pi importanti devono essere prese all'unanimit.
Gli amministratori hanno funzione esecutiva e di rappresentanza legale.
Il GEIE deve redigere un bilancio annuale che deve essere approvato dall'assemblea.
Non obbligatoria la costituzione di un fondo patrimoniale iniziale.
Tutti i partecipanti sono solidalmente ed illimitatamente responsabili per le obbligazioni assunte dal GEIE.
Il GEIE non pu realizzare n utili n perdite per se stesso, qualora venissero di fatto prodotti, devono
essere direttamente attribuiti ai singoli membri.
LE JOINT-VENTURES
O imprese a controllo congiunto pu essere definita come un'impresa costituita da due o pi altre imprese
per lo svolgimento in comune di un'attivit.
Gli elementi caratterizzanti sono:
1)volont associativa delle imprese partners
2)molteplice propriet della nuova impresa costituita
3)finalizzazione ad un progetto specifico
4)comunione di interessi.
5)integrazione delle risorse conferite.
6)mantenimento dell'autonomia operativa e giuridica da parte delle imprese associate
7)compartecipazione degli associati al capitale di rischio.
I criteri di classificazione delle joint ventures sono i seguenti:
1)forma contrattuale assunta: o jont ventures societaria o contrattuale.
2)distribuzione del capitale di rischio: il caso pi frequente del 50% e 50%.
3)natura del controllo sulla gestione operativa: possiamo distinguere j.v. indipendenti, cogestite o a
gestione dominata.
4)posizione della joint ventures rispetto ai partners: possiamo distinguere j.v. orizzontali e verticali.
5)nazionalit dei partners: possiamo distinguere nazionali da internazionali.
LE UNIONI VOLONTARIE ED I GRUPPI DI ACQUISTO.
Le unioni volontarie ed i gruppi di acquisto sono tipici del settore della distribuzione e sono forme
associative che mirano a sostenere la competitivit dei piccoli e medi commercianti nei confronti del
grande dettaglio.
Le unioni volontarie sono raggruppamenti di una o pi aziende grossiste e di un certo numero di
dettaglianti.
Ad un'unica impresa integrata verticalmente la rete stabile sostituisce un insieme di imprese dove
ciascuna anche se collegata strettamente all'impresa centrale attraverso soluzioni contrattuali, mantiene
una propria competenza distintiva servendo imprese che non appartengono alla rete.
I NETWORK INTERNI.
Richiama la struttura a matrice e implica la creazione di un mercato interno dell'impresa.
La rete interna persegue il vantaggio competitivo attraverso lo sfruttamento in comune di risorse scarse e
lo sviluppo e lo scambio continuo di know how manageriale e tecnologico.
Le reti interne possono fallire a seguito di un eccessivo allargamento del mercato interno.
I NETWORK DINAMICI.
Richiama quella della struttura divisionale.
L'impresa si adatta al mercato focalizzando le competenze nelle divisioni che sono dotate di autonomia ed
operano su mercati diversi ma collegati. Vi operano imprese indipendenti ma collegate nel breve periodo.
CONCLUSIONI.
In sintesi il network nelle sue molte varianti ha cercato di incorporare e di combinare l'efficienza
specialistica della struttura plurifunzionale, l'efficacia dell'autonomia operativa propria della struttura
multi divisionale e le capacit di trasferire le risorse della struttura a matrice.
CAPITOLO 3: I GRUPPI AZIENDALI.
CONCETTO DI GRUPPO.
Un gruppo aziendale un complesso economico costituito da pi aziende, le quali, pur mantenendo la
loro autonomia giuridica, vengono controllate da un medesimo soggetto economico che coordina le
attivit di ognuna secondo un indirizzo unitario.
Di conseguenze tra le varie aziende del gruppo si vengono a creare dei rapporti di dipendenza da un
soggetto che le controlla o da una direzione unica nel gruppo.
Lo strumento attraverso cui la capogruppo (denominata anche holding) indirizza il comportamento delle
altre societ del gruppo(o imprese affiliate) tipicamente rappresentato dal possesso di partecipazioni
nelle imprese affiliate.
Gli elementi che caratterizzano un gruppo sono:
1)l'autonomia giuridica di una pluralit di imprese.
2)l'unicit del soggetto economico
3)il legame tra imprese attraverso partecipazioni.
La societ capogruppo presenta caratteristiche differenti a seconda che si occupi esclusivamente della
gestione delle partecipazioni( holding pura) , oppure abbini a questa anche un'attivit di carattere
industriale o commerciale.
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEI GRUPPI.
I principali criteri di classificazioni dei gruppi sono i seguenti:
1)rapporti esistenti tra le imprese affiliate:
a)gruppi economici: che realizzano tra le diverse aziende del gruppo un'unit non solo finanziaria ma
anche economico produttiva.
b)gruppi finanziari: che sono costituite da aziende operanti in settori produttivi differenti. Lo scopo
principale per cui vengono costituiti quello di investire capitali in settori economici diversi al fine di
ridurre al minimo il rischio d'impresa.
c)gruppi misti.
2)tipo di integrazione:
a)gruppi ad integrazione orizzontale: le varie imprese del gruppo esercitano un'attivit simile e quindi
operano nel medesimo settore di attivit.
b)gruppi ad integrazione verticale: sono tipici dell'attivit industriale e sono caratterizzati da una pluralit
di imprese che hanno per oggetto specifico il compimento di fasi successive di un medesimo processo
produttivo.
c)conglomerati: pluralit di imprese che operano in differenti settori di attivit economica.
3)estensione geografica:
a)gruppi nazionali
c)scissione.
Il corrispettivo per lo scorporo e la scissione dato dalle azioni emesse dalla societ che ha ricevuto
l'apporto.
La societ che da l'apporto pu:
1)continuare ad esistere
2)non esistere pi.
BILANCIO CONSOLIDATO DI GRUPPO.
Per fornire una rappresentazione veritiera e corretta dell'unit economica costituita dal gruppo deve
essere redatto un bilancio di tutte le societ che compongono il gruppo medesimo, denominato bilancio
consolidato.
Tale bilancio esprime la situazione patrimoniale ed economica dell'intero gruppo preso nella sua
unitariet.
La situazione patrimoniale del gruppo costituita dall'insieme degli elementi attivi e passivi delle singole
imprese del gruppo, dopo aver effettuato l'eliminazione delle poste derivanti da operazioni attuate tra le
societ del gruppo stesso.
Il reddito di gruppo proviene dalle operazioni che le varie imprese del gruppo compiono con le imprese
esterne la gruppo medesimo.
Il reddito di gruppo quindi il risultato complessivo della gestione dell'intero aggregato aziendale, senza
tenere conto degli scambi interni ed eliminando utili e perdite derivanti da operazioni interne al gruppo.
In un gruppo quindi la determinazione sia del reddito che del patrimonio non pu essere normalmente
effettuata limitandosi ad accostare i bilanci delle singole imprese, ma presuppone di norma l'attuazione di
un procedimento pi complesso(processo di consolidamento), volto ad eliminare tutte le operazioni tra le
societ del gruppo o operazioni interne.
CAPITOLO 4: LE OPERAZIONI STRAORDINARIE.
LA FUSIONE.
La fusione un istituto giuridico mediante il quale due o pi societ decidono di unificare la propria
personalit giuridica.
Possiamo distinguere:
1)fusioni orizzontali: coinvolgono due o pi societ che svolgono attivit simili. I principali vantaggi di tale
operazione consistono nelle cosi dette economie di scala.
2)fusioni verticali: coinvolgono due o pi societ operanti in diverse fasi del ciclo produttivo.
L'impresa risultante dalla fusione pur mantenendo la propria specializzazione tende ad ampliare e a
variare i processi produttivi da essa governati.
3)fusioni conglomerati: coinvolgono due o pi societ che svolgono attivit dissimili e non correlate.
Secondo la manifestazione giuridica la fusione pu essere realizzata attraverso le seguenti modalit:
1)fusione per incorporazione: si verifica quando una societ succede in tutti i rapporti giuridici di un'altra
societ conservando la propria individualit e con essa i propri rapporti giuridici. Le societ incorporate
perdono la loro autonomia giuridica. Questo tipo di fusione pu avvenire:
a)scambio di azioni fra le societ incorporate e gli azionisti delle altre societ in base a un determinato
rapporto di concambio.
b)annullamento delle azioni delle societ incorporate. Questo caso si verifica quando la societ
incorporante possiede gi tutte le azioni delle societ incorporate.
c)parziale scambio di azioni fra la societ incorporante e gli azionisti delle altre societ, in base ad un
determinato rapporto di concambio e parziale annullamento delle azioni delle societ incorporate.
2)fusione propriamente detta o fusione per annullamento: si verifica quando due o pi societ si fondono
rinunciando alla loro autonomia giuridica per dare origine ad una nuova societ. Tale nuova societ
succede in tutti i rapporti giuridici delle societ fuse.
In pratica la modalit di fusione pi diffusa la fusione per incorporazione..
LA SCISSIONE.
La scissione di una societ consiste nel trasferimento di tutto o parte del suo patrimonio a societ
preesistenti o di nuova costituzione, le quali corrispondono le loro quote o azioni ai soci della societ
scissa.
La scissione pu essere :
1)totale: si verifica quando la societ scissa trasferisce l'intero suo patrimonio a due o pi societ.
2)parziale: ...
Un particolare aspetto nel passaggio da un impresa integrata ad una pluralit di imprese la ricerca di
flessibilit.
La strategia di
caratteristiche:
decentramento
perseguita
attraverso
la
scissione
pu
assumere
le
seguenti
1)decentramento orizzontale
2)decentramento verticale
3)decentramento conglomerato
IL CONFERIMENTO.
Il conferimento di azienda o di ramo aziendale consiste nell'apporto in una societ di un complesso
organico di beni.
La societ conferente riceve a titolo di compenso dell'apporto azioni della societ conferitaria.
L'oggetto del conferimento pu essere:
1)uno o pi rami aziendali.
2)l'intero patrimonio: in questo caso cambia l'oggetto della gestione della societ conferente e cio non
pi l'attivit produttiva bens la gestione delle partecipazioni.
Con il conferimento si ricerca una maggiore flessibilit.
LE OPERAZIONI DI LEVERAGED.
Le operazioni di leveraged consistono nell'acquisizione di un'azienda riducendo al minimo l'esborso del
capitale di rischio da parte dell'acquirente, il quale fa ricorso in misura prevalente al capitale di credito,
ottenuto sulla base del valore patrimoniale delle attivit dell'azienda stessa.
1)caratteri generali di un operazione di leveraged:
L'acquisizione di un azienda pu avvenire tramite operazioni che permettano al compratore di agire sulla
capacit di credito dell'azienda acquisita per finanziare in parte significativa la transazione.
2)tipologie di operazioni di leveraged:
a)LBO: in tale operazione un soggetto acquisisce la propriet di un'azienda o di una parte di essa avendo
a disposizione limitate risorse finanziarie proprie., ricorrendo in modo massiccio al capitale di debito.
b)MBO: l'acquisizione di un azienda oggetto di una operazione di leveraged viene effettuata da un gruppo
di managers dell'azienda stessa spinti dalla volont di mettersi in proprio ma che non sono in possesso
delle risorse finanziarie sufficienti.
c)MBI: gli attori principali in questo tipo di operazione sono alcuni managers esterni all'impresa oggetto di
acquisizione , mossi da motivazioni di indipendenza e di propensione al rischio.
L'obiettivo che giustifica una generale operazione di leveraged pu essere di natura industriale,
strategica, finanziaria, speculativo.
3)oggetto delle operazioni di leveraged:
a)cash merger: acquisizione dei diritti di propriet (azioni, quote) dell'azienda obiettivo e successiva
fusione per incorporazione con l'azienda acquirente. L'azienda oggetto di leveraged cessa quindi di
esistere.
b)assets for cash: acquisizione delle attivit di un'azienda che diventano garanzia per i finanziamenti.
4)fasi dell'operazione di leveraged:
a)costituzione di una nuova societ(holding)da parte dl soggetto acquirente. Tale soggetto apporta
capitale di rischio che rappresenta soltanto una piccola parte dell'ammontare necessario per
l'acquisizione della societ oggetto di leveraged(societ target).
b)assunzione da parte della neocostituita societ di un prestito che integra le risorse limitate e
insufficienti.
c)la liquidit a disposizione permette alla societ acquirente la conclusione dell'operazione pagando
l'importo pattuito agli azionisti dell'azienda oggetto di acquisizione.
d)fusione delle due societ ; in questo modo il finanziamento non garantito erogato alla holding entrer
a far parte delle passivit di una societ operativa le cui attivit costituiranno la garanzia per il credito
stesso.
LE OFFERTE PUBBLICHE SU TITOLI.
Le offerte pubbliche su titoli consistono nell'offerta al pubblico di titoli che consentano di acquisire diritti
di voto nelle assemblee delle societ oggetto dell'offerta.
Le offerte pubbliche si dividono in base alla legge:
1)Offerte pubbliche di vendita(OPV)e di sottoscrizione:
hanno per oggetto:
a)titoli gi emessi;
b)titoli di nuova emissione(offerta pubblica di sottoscrizione).
Le fasi in cui si articola l'operazione sono:
- proposizione dell'offerta: a sua volta si distingue in:
a)comunicazione alla CONSOB dell'intenzione di procedere all'offerta di vendita o di sottoscrizione;
b)pubblicazione dell'offerta e del foglio informativo.
-
pendenza dell'offerta: durante il periodo di pendenza il prezzo dei titoli offerti non modificabile.
proposizione dell'offerta
pendenza dell'offerta
accettazione dell'offerta.
LA TRASFORMAZIONE.
Il codice civile disciplina unicamente il caso di trasformazione da societ di persone a societ di capitali.
Prima della trasformazione un esperto nominato dal tribunale deve redigere una relazione nella quale
stima che il patrimonio netto della trasformanda sia maggiore del capitale sociale aumentato
eventualmente del sovrapprezzo.
Questo aspetto rilevante perch con l'iscrizione della delibera di trasformazione nel registro delle
imprese essa acquisisce la personalit giuridica e quindi l'autonomia patrimoniale perfetta.
Per questo motivo il codice civile stabilisce che per le obbligazioni assunte anteriormente alla
trasformazione i soci sono illimitatamente responsabili qualora i creditori sociali non abbiano dato il loro
consenso.
La trasformazione pu avere i seguenti obiettivi:
1)acquisizione di capitale a pieno rischio
2)accesso a nuove forme di finanziamento
3)adeguamento della forma sociale alle dimensioni dell'impresa.
CAPITOLO 5: I MERCATI DELL'IMPRESA.
LE PRINCIPALI AREE DI MERCATO.
1)Unione Europea: PIL 1000 miliardi di $; 370 milioni abitanti; reddito pro capite 19700$
I flussi di scambio delle imprese del UE avvengono con:
1)America Settentrionale(USA e Canada): PIL 5800 miliardi di $; 286 milioni abitanti; reddito pro capite
24300 $.
2)Giappone: PIL 2700 miliardi di $; 213 milioni abitanti; reddito pro capite 23600 $.
LE ALTRE AREE DI MERCATO.
1)Altri Paesi europei: PIL 195 miliardi di $; 12 milioni abitanti; reddito pro capite 31500 $.
2)America Centrale: PIL 227 miliardi $; 150 milioni abitanti; reddito pro capite 2700 $.
3)America Meridionale: PIL 298 miliardi $; 303 milioni abitanti; reddito pro capite 3000 $.
4)Ex Unione Sovietica e Paesi dell'Est Europeo: PIL 157 miliardi di $; 415 milioni di abitanti; reddito pro
capite 2000 $.
5)Medio Oriente: PIL 11 miliardi di $; 201 milioni di abitanti; reddito pro capite 3100 $.
6)India: PIL 182 miliardi $; 1655 milioni di abitanti; reddito pro capite 500 $.
7)Cina: PIL 425 miliardi $; 1181 milioni abitanti; reddito pro capite 500 $.
8)Africa: PIL 28 miliardi $; 650 milioni abitanti; reddito pro capite 680 $.
9)Oceania: PIL 4,5 miliardi $; 26 milioni abitanti; reddito pro capite 13800 $.
CAPITOLO 6: LO SVILUPPO MULTINAZIONALE DELLE IMPRESE.
DEFINIZIONE DI IMPRESA MULTINAZIONALE.
Un impresa pu essere definita multinazionale quando ha una o pi unit operative all'estero.
Il grado di autonomia di ciascuna entit rispetto alle altre pu variare molto da una societ
multinazionale all'altra, a seconda della natura dei legami che uniscono queste entit e i loro settori di
attivit.
Il primo elemento caratterizzante la pluralit di unit operative in paesi diversi.
La seconda condizione riguarda le politiche di gestione delle varie unit operative che devono essere
riconducibili ad un'unica strategia internazionale.
La terza condizione riguarda le funzioni aziendali in quanto necessario che vi sia un coordinamento tra
le varie funzioni aziendali.
Un quarto elemento rappresentato dall'importanza delle attivit estere sull'attivit totale dell'impresa.
Possiamo distinguere:
1)Impresa multinazionale che si sviluppa su nuovi mercati esteri ma conserva una posizione dominante
nel mercato nazionale al quale dedica la maggior parte delle sue risorse.
2)Impresa multinazionale che, pur mantenendo la sua origine nazionale nella propriet del capitale e nel
management , ha superato la tradizionale separazione tra mercati nazionali e mercati esteri
considerandoli sotto un'unica strategia di sviluppo globale.
3)Impresa multinazionale il cui capitale detenuto e controllato in modo preminente da soci di differenti
nazionalit e le cui strategie di sviluppo sono di tipo internazionale , svincolate da condizioni di tipo
nazionale.
4)Impresa multinazionale giuridicamente costituita in un dato paese per godere dei vantaggi fiscali della
legislazione del luogo.
MERCATI PREVALENTI
mercati nazionali
mercati
STRATEGIA DI PENETRAZIONE
esportazione e reti di distribuzione
nazionali
produzione
di
parti
componenti,
all'estero:
cessione
di
know how.
3
Allungamento del ciclo di vita dei prodotti e dei processi con trasferimento su mercati con differenti
gradi di sviluppo.
-
orientamento strategico
profilo organizzativo
Nel processo di pianificazione strategica vi una fase in cui si valuta il profilo competitivo di ciascun
business.
I tipi fondamentali di vantaggio competitivo sono secondo il modello Porter:
1)VANTAGGIO DI COSTO:
si persegue un obiettivo di vantaggio competitivo basato sulla leadership in termini di costi quando in un
determinato business si forniscono prodotti di valore simile a quello della concorrenza ma riuscendo a
realizzarli a costi strutturalmente inferiori.
L'attenzione di queste imprese deve essere rivolta al raggiungimento di economie di scala, alla
realizzazione di grandi volumi, al perseguimento dell'efficienza nei processi operativi, attraverso i
controllo dei prezzi delle risorse e l'eliminazione di strutture e spese non essenziali.
2)VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE:
Si persegue un vantaggio competitivo di differenziazione quando l'impresa in un determinato business
in grado di realizzare, a costi simili a quelli della concorrenza , prodotti di valore sostanzialmente
superiori.
La logica della differenziazione vuole che l'impresa sia percepita come unica.
DIVERSIFICAZIONE E DIFFERENZIAZIONE.
Nelle imprese diversificazione significa ampliamento delle linee di prodotto e ci si pu trovare nel caso di
imprese con vaste linee di prodotti, perci diversificate, che non riescono a perseguire un vantagio di
differenziazione, mentre si possono avere imprese scarsamente diversificate che ottengono grandi
vantaggi di differenziazione.
Il perseguire l'obiettivo di unicit per l'impresa non detto che passi attraverso la diversificazione.
COMPATIBILITA' TRA VANTAGGI DI COSTO E DI DIFFERENZIAZIONE.
Di regola esiste incompatibilit tra i due tipi di vantaggio competitivo, anche se raramente pu accadere
che imprese sappiamo coniugarli insieme.
Si parte da uno dei due tipi di vantaggio per poi cercare di raggiungere 'altro.
DETERMINANTI DI UNICITA' DEL VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE.
I principali determinanti sono:
1)le scelte di politica aziendale.
2)i collegamenti a monte, a valle e all'interno della catena delle attivit: i collegamenti a monte sono
quelli con i fornitori in sede di approvvigionamento; i collegamenti a valle possono rivelarsi importanti
fonti di unicit attraverso i canali distributivi o i clienti stessi; i collegamenti interni del valore sono
impliciti per poter raggiungere un livello di eccellenza.
3)La tempestivit o il ritardo
4)La localizzazione
5)Le sinergie di portafoglio
6)L'apprendimento
7)La scala dimensionale
8)I fattori istituzionali
9)La flessibilit
10)Le protezioni legali
11)L'integrazione
DIFFERENZIAZIONE E FOCALIZZAZIONE SULLA DIFFERENZIAZIONE.
La focalizzazione si basa sulla scelta di un'area ristretta di competizione all'interno di un settore
industriale quindi su un segmento o un gruppo di segmenti da servire ad esclusione di altri.
Chi attua differenziazione in generale serve pi segmenti contemporaneamente e basa la sua
differenziazione su caratteristiche diffusamente apprezzate mentre chi ricerca la differenziazione
focalizzata punta su segmenti con fabbisogni specifici e li soddisfa al meglio.
CAPITOLO 3: QUALITA' TOTALE E CUSTOMER SATISFATION
Oggi si parla di qualit totale come coinvolgimento di tutta l'azienda alla soddisfazione del cliente.
Nel mondo industriale occidentale la qualit totale e la customer satisfation sono i temi dominanti della
gestione a partire dagli anni 80 mentre nei decenni precedenti l'attenzione era rivolta alla efficienza e alle
variabili del marketing.
1)un prodotto o servizio considerato di qualit in funzione della sua capacit di soddisfare espresse ed
implicite esigenze del cliente che riguardano:
-
la prestazione o performance
la sicurezza
la disponibilit
la durata
l'affidabilit
l'estetica
ecc.
2)La qualit ha un costo che difficilmente quantificabile visto che esso correlato a molte altri costi
dell'azienda.
I costi collegabili alla qualit sono:
-
costi di prevenzione
costi di valutazione
3)La qualit totale una filosofia di gestione che enfatizza la gestione per processi cio una gestione
costantemente attenta alle interdipendenze interfunzionali tra le varie attivit costituenti un processo di
gestione.
4)Nei progetti di qualit totale le risorse umane svolgono un ruolo determinante per il successo delle
iniziative. Si sottolinea l'importanza della cultura aziendale.
Tra gli altri sono da ricordare:
-
il lavoro di gruppo
la formazione e l'addestramento
Per non strategiche s'intendono tutte quelle attivit che in precedenza erano effettuate all'interno
dell'impresa ma che non era necessario che lo fossero.
Esempi sono la gestione delle mense, le pulizie, i servizi di sorveglianza. E pi importante e che richiede
maggiori investimenti da parte dell'impresa quella della gestione dei servizi informativi.
La scelta di far fare ad altri alcune attivit precedentemente svolte dall'azienda consente al management
di ridurre sensibilmente il tempo dedicato ad attivit marginali per concentrarsi maggiormente sugli
aspetti fondamentali del business.
Il processo di outsourcing richiede dunque una preventiva individuazione delle attivit strategiche.
Le attivit strategiche non sempre riguardano il prodotto o la produzione.
Molto spesso l'outsourcing si effettua al fine di affidare a soggetti esterni dotati di rilevanti capacit
professionali attivit particolarmente complesse che richiedono un elevato livello di specializzazione e di
norma ingenti investimenti .
Un importante esempio e dato dall'outsourcing informatico.
La scelta di esternalizzare alcune attivit comporta sia die benefici ma anche dei rischi:
BENEFICI:
-
RISCHI:
-
perdita di controllo
E' un approccio sistematico e continuo per identificare gli standard di prestazione , confrontare se stessi
con questi, e identificare le prassi che permettono di diventare il nuovo standard di riferimento.
I termini chiave sono:
-
processo continuo
confronto
standard di prestazione
L'attitudine principale del benmarking consiste nel favorire l'individuazione dei migliori standard di
prestazione grazie ai quali agevolare la scelta ed il conseguente raggiungimento dei vantaggi competitivi
per l'impresa anche attraverso l'adozione di opportuni strumenti operativi di management orientati al
cambiamento.
VANTAGGI E SVANTAGGI DEL BENMARKING.
I vantaggi del benmarking sono:
-
individuazione di standard di prestazione in base alle esigenze e alle attenzioni del cliente finale.
Ne esistono 4 tipi:
-
B. COMPETITIVO O STRATEGICO.
B. FUNZIONALE DI PROCESSO.
B. INTERNO.
B. ESTERNO.
ACTIVITY BASE COSTING(ABC) E ACTIVITY BASED MANAGEMENT(ABM).
L'analisi della gestione per attivit utile e permette di capire meglio che cosa avviene all'interno delle
funzioni e delle corrispondenti unit organizzative e di cogliere i legami tra le funzioni e gestire l'azienda
come sistema.
Si pu dire che:
1)una funzione o una sub funzione o un'unit organizzativa suddivisibile in sub sistemi minori che sono
le attivit.
2)aggregando opportunamente le attivit si possono ricomporre i processi cio insiemi di attivit rivolti
ad un obiettivo definito.
ABC: contabilit dei costi basata sulle attivit innanzitutto uno strumento per calcolare in modo
attendibile i costi di prodotto cos da permettere alla direzione di prendere correttamente alcune tra le pi
importanti decisioni che le competono.
ABM: gestione basata sulle attivit e sottintende basata sui processi; va intesa come filosofia manageriale
attenta ai processi e alla gestione sistemica e inter funzionale tale da evitare atteggiamenti mentali e
comportamenti settoriali.