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Cultura

Opera Roma: The Bassarids, tragedia dei contrasti


Martone apre stagione e vince la sfida del debutto

- Redazione ANSA - ROMA


04 dicembre 2015 17:53 - STORIA

Travolge gli animi Mario Martone con la sua versione di The Bassarids, un nuovo allestimento del capolavoro di Hans Werner Henze, su testo
dei poeti W.H. Auden e C. Kallman, tratto da Le Baccanti di Euripide, che rester in scena fino al 10 dicembre al Teatro dell'Opera di Roma.
Sensuale e ambigua nella sua mortifera ebbrezza, quest'opera seria condensata in un atto unico, ha messo il regista napoletano ancora una
volta faccia a faccia (e senza dubbio a suo agio) con la tragedia greca, dopo averla indagata gi con Edipo Re ed Edipo a Colono. In The
Bassarids, che vede alla direzione dell'orchestra il Maestro Stefan Soltesz, lo scontro tra il dio Dioniso e il re di Tebe Penteo diviene lo
strumento per rappresentare l'eterna dialettica tra ragione e irrazionalit, tra regola e sentimento. Elemento chiave lo specchio che riflette ogni
cosa, in una continua fusione tra due visioni, una reale e l'altra mediata, sia per lo spettatore che per il protagonista Penteo. Il dio che arriva a
liberare gli istinti d prova di una crudelt inaudita e senza revoca, mentre il re che con le sue leggi limita ogni libert sar destinato a
soccombere sotto il peso di un destino violento e atroce proprio perch ha scelto di "vedere".
Ed sul contrasto tra l'impulso e la volont che si gioca tutta l'efficacia drammatica di questa tragedia, un'opera visivamente efficace, ricca di
suggestioni e conflitti emotivi, tra fumo e fiaccole accese. The Bassarids infatti non pu risolversi offrendo la consolazione di una catarsi
perch al contrario pu dare solo la certezza del dubbio e della complessit. La complessit, di cui lo specchio diviene emblema sulla scena, si
ritrova anche nella partitura, difficilissima sia per l'orchestra che per il coro, perch "presenta grandi differenziazioni, passando da una grande
forza sonora a sonorit quasi cameristiche", ha spiegato Soltesz.
Per la Fondazione lirica capitolina la partita stasera si giocata su pi fronti: quello della scelta di un'opera novecentesca non di repertorio,
quello dell'alto impegno produttivo e quello infine della difficolt artistica. A giudicare dall'entusiasmo del pubblico la sfida stata vinta: le
due ore di attenzione da parte degli spettatori si sono sciolte in un lungo applauso caloroso, per tutti i protagonisti, l'orchestra e il direttore, gli
interpreti e il Coro, e ovviamente per Martone stesso. A riprova che la nuova impronta data da Fuortes al teatro ormai molto pi di una giusta
intuizione.
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