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Pala D Disoccupazione, per Poletti un problema di offerta

DISOCCUPAZIONE, PER POLETTI E UN PROBLEMA DI OFFERTA


di Deanna Pala
03 dic 2015

Poletti sui ritardi dellentrata dei giovani nel mercato:


Meglio laurearsi prima con voti bassi che dopo e con voti alti
Questa che avete letto non la ricetta proposta da un responsabile della selezione del
personale, ma la ricetta di un Ministro del Lavoro.
Luned scorso sono stati resi pubblici i dati Istat riguardanti il lavoro su base mensile; la
disoccupazione giovanile cresce dello 0,3%.
Un uomo di Stato si chiederebbe come dare lavoro a tutti questi giovani che lo cercano ma che
non lo trovano. Penserebbe a come creare tanti posti di lavoro quanti sono i disoccupati. Un
responsabile della selezione invece pensa a trovare luomo migliore per il posto di lavoro
vacante e forse sceglierebbe il giovanissimo laureato ma con voti bassi.
Ma il problema dato dai pochi posti di lavoro, non dai tanti giovani.
Nella Costituzione non scritto il lavoro un diritto di chi si laurea prima con voti bassi e lo
meno per chi si laurea bene ma con ritardo. scritto, e non a caso, che il lavoro un diritto.
Punto.
La frase di Poletti non va letta come lennesimo caso di uscita infelice ( riuscito a dire anche di
peggio negli ultimi giorni) ma la chiara visione su come il Governo (e lUnione Europea prima
ancora del Governo) intende affrontare il dramma della disoccupazione: un problema di
offerta.
Secondo questa impostazione i giovani disoccupati non sono abbastanza competitivi, non
abbastanza proattivi, non abbastanza informati su come si trova un lavoro e non si fanno
trovare facilmente dalle aziende che cercano personale. Affrontare la disoccupazione dal lato
dellofferta e non della domanda equivale a potenziare i servizi che aiutano i ragazzi a farsi
trovare dalle aziende che assumono, cos per si offusca la comprensione del vero problema.
Se ci sono 10 giovani disoccupati e unazienda che ne cerca 5 da assumere, anche quando
lofferta incontrer la domanda, 5 di questi giovani rimarranno disoccupati. E anche quando
tutti e 10 saranno diventati competitivi, formati e informati 5 di loro saranno sempre
disoccupati.
Il nostro Ministro del lavoro direbbe ma saranno i 5 peggiori a restare disoccupati!
Esattamente come direbbe un responsabile della selezione del personale (ma non un uomo di
Stato).
Un uomo di Stato penserebbe a creare altri 5 posti di lavoro, rispettando la Costituzione. Il
problema la domanda, troppo bassa per quei giovani laureati di cui parla Poletti, cos come
per i diplomati o per i tanti che non hanno un titolo di studio ma hanno capacit lavorative. Un
uomo di Stato saprebbe che lunico strumento a sua disposizione per aumentare loccupazione
la spesa pubblica in deficit. Invece abbiamo Poletti.
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