IL SISTEMA DI VALUTAZIONE QFM, STRUMENTO CLINICIAN REPORT SUL FUNZIONAMENTO MENTALE, ASSE M DEL PDM-MANUALE DIAGNOSTICO PSICODINAMICO, E SUI LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DELLA PERSONALIT.
ASPETTI PSICOMETRICI E STUDIO SULLA VALIDAZIONE
Claudia Lasorsa, Cesare Albasi
1. Introduzione
In un importante processo di revisione del DSM-IV iniziato formalmente nel 1999, e testimoniato dalle numerose Agende per il DSM-V che hanno preceduto la sua uscita prevista nel
2013, nel quale la psichiatria americana sta mostrando un importante ripensamento dei DSM
(per sintesi su questo dibattito cfr. per esempio: Tarantino e Rossi Monti 2011; Albasi 2009a, b;
Dazzi et al. 2009), dal mondo psicoanalitico giunto il PDM-Manuale Diagnostico Psicodinamico
(PDM Task Force 2006).
Il PDM, pubblicato negli Stati Uniti nel 2006, il frutto del lavoro di una Task Force
costituita da un ampio gruppo di psicoanalisti, coordinati da S.I. Greenspan (presidente), N.
McWilliams e R.S. Wallerstein, appartenenti a: American Psychoanalytic Association,
International Psychoanalytic Association, Division of Psychoanalysis (39) of the American
Psychological Association, American Academy of Psychoanalysis and Dynamic Psychiatry,
National Membership Committee on Psychoanalysis in Clinical Social Work.
Il PDM un manuale diagnostico innovativo, che concepisce la diagnosi in senso dimensionale, oltre che categoriale, prestando attenzione alla singolarit del paziente, alla sua soggettivit individuale, per valutare sia la sua psicopatologia e sia le sue risorse (cfr. Bornstein 2011;
Brabender e Whitehead 2011; Finn 2011; Huprich 2011; Huprich et al. 2011; McWilliams 2011,
2012a, Porcerelli et al. 2011; Robinson et al. 2011; Walls 2011; Moses 2008; Kecojevic-Miljevic
2011; PDM Task Force 2009; Wallerstein 2011; Zennaro 2012; Albasi 2009a, 2012b).
Dopo luscita del PDM, dallautunno 2006 si costituito un articolato gruppo, coordinato
da Cesare Albasi, per lo studio del manuale, il suo utilizzo nel lavoro clinico, di ricerca e nella
formazione (Albasi 2009a,b, 2010, 2012a, 2012b; Albasi e Lasorsa 2008; Albasi et al. 2007;
Gazzillo et al. 2008; Albasi et al. 2012).
In questo articolo tratteremo alcune caratteristiche psicometriche che ci hanno portato a
una validazione del QFM-27, strumento che si pone lobiettivo di facilitare e sostenere la valutazione diagnostica condotta secondo il PDM, e che disponibile online allindirizzo www.pdmqfm.com, presentando soltanto alcune statistiche basilari e rimandando, per un approfondimento, ad Albasi 2012b (cfr. anche Lasorsa e Albasi 2011).
Il PDM propone una diagnosi dimensionale articolata su tre dimensioni, chiamate Assi, che
sono definite come: 1) le configurazioni di personalit sane e disturbate (Asse P); 2) i profili
individuali del funzionamento mentale (Asse M); 3) i pattern sintomatici e lesperienza soggettiva che di essi fanno i pazienti (Asse S)1.
Il termine Asse indica qui una dimensione, o prospettiva osservativa, della realt del paziente che va sempre integrata con le altre dimensioni per la formulazione clinica della diagnosi.
Il processo diagnostico diviene compiutamente unoperazione conoscitiva sostenuta e orientata
in modo sistematico dal manuale.
Il PDM si articola in tre sezioni: una prima parte dedicata alla Classificazione dei disturbi
mentali degli adulti che occupa circa un quinto del manuale. Una seconda parte divisa invece in
ulteriori due sezioni: la prima, dedicata alla Classificazione dei disturbi mentali di bambini e
adolescenti, la seconda relativa alla Classificazione dei disturbi mentali e dello sviluppo in neonati e bambini piccoli. La terza parte invece, intitolata Basi concettuali ed empiriche per una
classificazione psicodinamica dei disturbi mentali molto vasta e, nelledizione originale, occupa oltre la met dellintero manuale.
Per quanto riguarda la valutazione dei disturbi mentali degli adulti, il manuale propone
lAsse P sulla Personalit, che come ampiamente argomentato (cfr. Westen et al. 2003) pu
essere intesa come un contesto per comprendere il significato dei sintomi presentati dal paziente. Come dicono gli autori, lAsse P prende in considerazione due aree (PDM Task Force
2006, p. LXIII): una che presenta 15 configurazioni e disturbi di personalit (per un uso
categoriale), e laltra che formula ipotesi sui tre livelli di organizzazione di personalit (che
possono essere interpretate sia in senso categoriale sia senso dimensionale).
La diagnosi dei prototipi di personalit attraverso le 15 categorie utilizzate per focalizzare
le problematiche principali (temi o ambiti problematici, meccanismi di difesa o rappresentazionali
tipici) che continuativamente caratterizzano, in modo sano o disturbato, la vita del paziente, non
interessata dallo strumento che presentiamo in questo articolo (il QFM).
La diagnosi dellorganizzazione di personalit, invece, si formula attraverso la messa a
fuoco dello sviluppo e dellarticolazione delle sue caratteristiche, e permette di individuare tre
livelli e di comprendere la gravit dei disturbi: un primo livello rappresentato dalla personalit
sana; un secondo livello dalla personalit nevrotica, caratterizzata da un funzionamento rigido,
che si esplica, per esempio, nelluso ristretto di una particolare gamma di meccanismi di difesa,
o in funzionamenti disturbati solo in alcune specifiche aree di funzionamento; infine, il livello di
personalit di range borderline, caratterizzato da difficolt relazionali ricorrenti, incapacit di
provare unintimit profonda e autentica nelle relazioni, sensazioni intense di angoscia e grave
depressione, alta vulnerabilit a condotte di dipendenza di vario tipo.
Per collocare un paziente in uno di questi livelli di gravit, gli autori propongono la valutazione delle seguenti 7 capacit: vedere se stessi e gli altri in modi articolati, stabili e precisi
(identit); mantenere relazioni intime, stabili e soddisfacenti (relazioni oggettuali), fare espe-
1
La particolarit di questo Asse, che riporta anche le classi del primo Asse del DSM-IV-TR e che non
tratteremo in questo contributo, data dal fatto che non vengono qui proposte solo le categorie diagnostiche
sulla base della sintomatologia, ma vengono formulate delle ipotesi per guidare lindagine sullesperienza
soggettiva, sempre considerata come unica e peculiare, che il paziente, con la sua storia individuale e
irripetibile, ha del sintomo. La cornice per la valutazione dellesperienza soggettiva connessa alla
sintomatologia costituita dai seguenti termini: gli stati affettivi del paziente, i suoi pattern cognitivi, gli
stati somatici e infine i pattern relazionali.
rienza dentro di s, e percepire negli altri lintera gamma degli affetti appropriati a una certa et
(tolleranza degli affetti); regolare impulsi e affetti in modi che favoriscono ladattamento e la
soddisfazione, con un ricorso flessibile a difese o strategie di coping (regolazione degli affetti);
funzionare secondo una sensibilit morale coerente e matura (integrazione del Super-io, dellIo
ideale e dellideale dellIo); comprendere, anche se non necessariamente conformarsi a, le nozioni convenzionali di ci che realistico (esame di realt); rispondere in modo positivo agli
stress e riprendersi da eventi dolorosi senza difficolt eccessive (forza dellIo e resilienza).
Quello che possibile notare da uno studio pi attento, per, che gli aspetti di funzionamento sopra citati possono essere valutati anche attraverso le nove categorie concettuali riportate nellAsse M. A sostegno di questa ipotesi, gli autori, scrivono proprio:
Un modo meno globale e maggiormente discriminante di valutare il livello di salute mentale di una persona il Profilo del Funzionamento Mentale (Asse M) (PDM Task Force 2006,
p. 14); nella sezione del manuale da cui traiamo questa citazione, il paragrafo Livello di organizzazione della personalit (gravit del disturbo), il termine livello di salute mentale sinonimo di livello di organizzazione di personalit.
LAsse M e questa dimensione (livelli di organizzazione) dellAsse P sono fortemente intrecciati nellutilizzo del manuale, e anche nellIntroduzione gli autori suggeriscono di utilizzare lAsse M per la valutazione delle capacit che contribuiscono alla formazione della personalit di un individuo e al suo livello globale di salute e di malattia (PDM Task Force 2006, p.
LXIII).
La riflessione critica e la ricerca empirica sullindicazione fornita dal PDM ci ha condotti
ad ipotizzare che la valutazione dei livelli di organizzazione della personalit possano trovare
sostegno per mezzo di unattenta diagnosi delle capacit dellasse M.
LAsse M, infatti, si prefigge di orientare il clinico nella valutazione del Profilo del funzionamento mentale del paziente sulla base di nove categorie intese come funzioni mentali (o capacit) di base:
1. Capacit di Regolazione, Attenzione e Apprendimento;
2. Capacit di Relazioni e Intimit (Profondit, Range e Coerenza);
3. Qualit dellEsperienza Interna (Livello di Sicurezza e Rispetto di S);
4. Esperienza, Espressione e Comunicazione degli Affetti;
5. Pattern e Capacit Difensive;
6. Capacit di Formare Rappresentazioni Interne;
7. Capacit di Differenziazione e Integrazione;
8. Capacit di Auto-osservazione (Mentalit Psicologica);
9. Capacit di Costruire o Ricorrere a Standard e Ideali Interni (Senso Morale).
Queste nove dimensioni dellAsse M sono il frutto dellelaborazione di concetti rivelatisi
di grande importanza per la psicoanalisi clinica, alcuni dei quali si pongono in stretta relazione
con le intuizioni di Freud e della psicoanalisi classica (per es. le funzioni dellIo, il Super-io per
la nona dimensione) e fanno pensare allimpostazione di Hartmann delle strutture come set di
funzioni (Dunn 2008); altri, invece, sono di pi recente formulazione (per es. la regolazione
degli stati interni, la vitalit dellesperienza interna e la fiducia in essa e negli affetti come fonti
di orientamento per le relazioni, ecc.)2.
2
Questi concetti hanno, quindi, una loro storia psicoanalitica differente e sono stati scelti, dagli
autori coinvolti nellelaborazione del PDM, come le nove categorie necessarie e maggiormente rappresentative per poter valutare il profilo del funzionamento mentale del paziente. Ne abbiamo proposto una
3. Il QFM-27 (Questionario sul Funzionamento Mentale e i livelli di organizzazione della personalit Versione a 27 Item)
Il QFM-27 un questionario clinician-report composto da ventisette item che si prefigge di
facilitare la valutazione del paziente sullAsse M del PDM (Manuale Diagnostico Psicodinamico;
PDM Task Force 2006) e di formulare ipotesi cliniche sui livelli di organizzazione di personalit
prevalenti.
Nel PDM, le nove capacit dellAsse M non sono formulate a partire da definizioni finalizzate a precisarne il costrutto, ma direttamente attraverso le descrizioni di quattro livelli esemplificativi, collocate idealmente lungo un continuum di gravit progressiva. Dal punto di vista
clinico-diagnostico, per, queste esemplificazioni mostrano alcuni salti concettuali clinicamente rilevanti, evidenziando discontinuit qualitative (e non solo una progressione quantitativa di
gravit crescente).
In particolare, possibile evidenziare, scendendo nei quattro livelli, alcune descrizioni che
sottendono differenti ipotesi cliniche, eziopatogenetiche, di organizzazione del funzionamento
mentale e di livello di organizzazione della personalit. In altri termini, le ipotesi sottese, che
mediano i salti concettuali da un livello allaltro, sembrano offrire la possibilit di osservare
fenomeni clinici qualitativamente differenti che possono essere messi in relazione con i salti
strutturali che caratterizzano le differenti organizzazioni di personalit previste dal PDM: sana,
nevrotica e nel range borderline.
Quindi, una lettura meno quantitativa-continuista di ognuna delle nove categorie, una lettura cio che valorizzi anche le differenze qualitative (in termini di livelli di organizzazione di
personalit) emergenti nella progressione dei livelli, ci sembra offrire la possibilit di comprendere e rendere coerenti le precisazioni che il manuale ci suggerisce e di rendere davvero operativo il manuale applicandolo come chiede.
Il livello di funzionamento di ogni capacit dellAsse M pu essere inteso come indicatore
di un livello dellorganizzazione di personalit, permettendoci di rendere operativa, clinicamente e nella ricerca empirica, lindicazione, precedentemente citata: Un modo meno globale e
maggiormente discriminante di valutare il livello di salute mentale di una persona il Profilo del
Funzionamento Mentale (PDM Task Force 2006, p. 14); del resto, questa indicazione ribadita
nella corrispondente sezione dedicata alla personalit dei bambini e degli adolescenti, Asse PCA:
La gravit dei problemi di personalit dei bambini pu essere valutata per mezzo del Profilo del
Funzionamento Mentale (PDM Task Force 2006, p. 227).
Per la costruzione del QFM-27 abbiamo adottato queste affermazioni come indicazioni
precise in senso metodologico e concettuale. La valutazione del paziente tramite il QFM-27 si
articola su tre livelli per ognuna delle nove capacit del Profilo del funzionamento mentale, in
una prospettiva psicoanalitica coerente con lipotesi dei livelli di organizzazione di personalit
abbracciata dal PDM.
operazionalizzazione sia per unapplicazione clinica del manuale sia per la ricerca empirica su di esso.
Non adottando un approccio sintomatico o nosografico-categoriale, il PDM concettualizza il funzionamento mentale del paziente come una delle dimensioni fondamentali da valutare per formulare una diagnosi, una delle prospettive essenziali di osservazione sul paziente. Daltro canto, valutare esclusivamente questo profilo non significa avere un ritratto del paziente sufficientemente comprensivo da poter formulare una diagnosi, che va integrata con le altre dimensioni diagnostiche.
6
Le nove categorie dellAsse M sono precisate ognuna in tre affermazioni (da cui i 27 item
del questionario): la prima affermazione (di ogni gruppo di tre) operazionalizza la funzione
come una risorsa a disposizione della persona; la seconda formulazione intende quella capacit
di base come vettore di conflittualit, che contribuisce alla strutturazione dellesperienza nevrotica
del paziente; la terza affermazione descrive la situazione in cui la capacit non si completamente sviluppata per ragioni traumatiche, risultando una funzione deficitaria che, anzich sostenere il paziente, sottrae attivamente esperienza distorcendola, esternalizzandola, dissociandola,
e concorrendo allorganizzazione borderline della sua personalit.
Leggiamo ancora nel PDM: A questo punto, bisogna notare che nonostante la nostra tendenza diagnostica a collocare il centro di gravit psicologica di un soggetto a un certo punto del
continuum che va dallorganizzazione sana a quella borderline grave, molte persone presentano
aspetti che potrebbero essere rispettivamente considerati sani, nevrotici e borderline (PDM
Task Force 2006, p. 14).
Il PDM, quindi, promuove lipotesi di una molteplicit di organizzazioni del funzionamento mentale secondo la quale ogni individuo pu avere dei livelli delle sue funzioni mentali che
sono risorse che sostengono unorganizzazione sana (lo sviluppo, le relazioni, la realizzazione
della propria specificit personale, ecc.), altri, invece, che prevalentemente operano impoverendo lesperienza trovandosi immersi in unintensa conflittualit (livello nevrotico), altri livelli
delle funzioni mentali che operano in modo deficitario e dissociativo sottraendo esperienza
(deficitariet traumatica, range borderline).
3
Ringraziamo Michele Roccato per laiuto sia a impostare questa fase sia quella di elaborazione dei
dati; ringraziamo, fin dora, Renato Miceli per laiuto a verificare limpostazione delle analisi statistiche.
si stabilito di indicare un massimo di 6 punti da utilizzare per ogni capacit, di cui massimo 4
punti da utilizzare nei livelli di conflittualit e deficitariet traumatica sommati tra loro. Per cui
si potrebbe definire come segue questa regola di un set 6-4 di punti a disposizione per la compilazione: Cerchi di non utilizzare pi di 6 punti per valutare ogni capacit (tripletta di item); di
questi 6, non pi di 4 punti per i due item relativi alla patologia (4 punti, quindi, sommando
quelli attribuiti al secondo e al terzo item di ogni tripletta).
On-line allindirizzo www.pdm-qfm.com possibile trovare la versione attuale dello strumento (oltre a unarticolata cartella clinica, e al sistema di elaborazione dei dati, che fornisce
alcuni output, tra cui una bozza di testo per la formulazione del profilo diagnostico).
Il sistema QFM elabora una serie di output sui 27 item, sulla patologia delle 9 capacit
mentali, utili per la formulazione del profilo del funzionamento mentale dellAsse M, e sui tre
livelli di funzionamento prevalente (risorsa, conflittualit, deficitariet traumatica), utili per orientarsi nella valutazione dellorganizzazione di personalit (sana, nevrotica, range borderline).
Le elaborazioni che lo strumento offre, quindi, permettono di facilitare la diagnosi su alcune dimensioni del funzionamento del paziente che sono centrali per impostare un atteggiamento
terapeutico su misura (tailored) e progettare linizio del trattamento psicoterapeutico.
Nellimpiego nella pratica clinica, il QFM pu essere utilizzato fin dopo il primo o il secondo colloquio con il paziente, per favorire la formulazione di prime ipotesi specifiche su alcune
Figura 1. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): valutazione sui 27
item del QFM
5. Caratteristiche psicometriche
5.1. Strumenti e metodi
La validazione del QFM, sviluppato a partire dal 2006, ha richiesto una prima fase di controllo delle sue caratteristiche e propriet psicometriche relative allutilizzo che i clinici fanno
degli item e delle scale che lo costituiscono.
Questa prima fase ci ha anche permesso di conoscere meglio il funzionamento del QFM
che appare inserirsi con facilit (dopo alcune sessioni di formazione al suo utilizzo) nel processo
conoscitivo che il clinico attiva per formulare la sua diagnosi, e ci ha portato a raccogliere dati
per il controllo statistico della sua validit e attendibilit, oltre a condurci a sviluppare e precisare alcune regole per un utilizzo ottimale dello strumento stesso.
Presenteremo quindi alcune misurazioni fatte e alcuni risultati di questa fase di ricerca.
In seguito allinaspettata precocit di interesse che lo strumento ha avuto in tutta Italia (e
oltre, cfr. McWilliams 2012a), un gran numero di clinici (oltre 400, con formazione di base
differente, medici e psicologi, e con orientamento teorico eterogeneo a decisamente vario, non
solo psicoanalitico ma anche cognitivista, sistemico, psicodinamico in senso ampio,
gruppoanalitico) si sono sottoposti alla formazione allutilizzo del QFM e numerosi tra di essi
(che avevano IRR adeguata) sono stati disponibili a inserire le loro valutazioni su adulti e adolescenti (provenienti da tutta Italia) rendendole disponibili a scopo di ricerca.
Presenteremo, quindi, le analisi statistiche compiute su di un campione di riferimento per la
versione attuale del QFM per adulti, e accenniamo ai valori di quello per adolescenti (rimandiamo, ancora una volta, anche ad Albasi 2012, e al sito www.pdm-qfm.com).
10
11
)DVFHGLHWj
7RW
1
Tabella 2. Distribuzione dei disturbi in base alla categorizzazione del DSM-IV TR Asse I
12
',$*126,'60,9$66(,
1
'GLDJQRVWLFDWLLQIIDQFLXOOH]]D
'HOLULXPGHPHQ]D'DPQHVWLFLH
DOWUL'FRJQLWLYL
'PHQWDOLGRYXWLDFRQGL]PHGLFD
JHQHUDOH
'FRUUHODWLDVRVWDQ]H
6FKL]RIUHQLDHDOWUL'SVLFRWLFL
'GHOOXPRUH
'DQVLD
'VRPDWRIRUPL
'ILWWL]L
'GLVVRFLDWLYL
'VHVVXDOLHGHOO
LGHQWLWjGLJHQHUH
'GHOODOLPHQWD]LRQH
'GHOVRQQR
'FRQWUROORLPSXOVL1$6
'DGDWWDPHQWR
$OWUL'RJJHWWRGLDWWHQ]LRQH
FOLQLFD
1HVVXQDGLDJQRVL
7RW
Tabella 3. Distribuzione dei disturbi in base alla categorizzazione del DSM-IV TR Asse II
',$*126,'60,9$66(,,
'3DUDQRLGHGL3
'6FKL]RLGHGL3
'6FKL]RWLSLFRGL3
'$QWLVRFLDOHGL3
'%RUGHUOLQHGL3
',VWULRQLFRGL3
'1DUFLVLVWLFRGL3
'(YLWDQWHGL3
''LSHQGHQWHGL3
'2VVHVVLYRFRPSXOVLYRGL3
'1$6GL3
5LWDUGRPHQWDOH
1HVVXQDGLDJQRVL
7RW
1
13
1
)DVFHGLHWj
7RW
1
Anche per questo campione, in modo interessante come per il gruppo di soggetti adulti,
sono risultati soggetti con livelli di funzionamento prevalente distribuito come da tabella 6.
6.4. Metodo
Le operazioni e le procedure di validazione di seguito descritte sono analoghe sia per il
campione dei soggetti adulti sia per il campione di soggetti adolescenti quindi, per ragioni
espositive, nelle pagine seguenti procederemo a illustrare congiuntamente il lavoro che stato
svolto sui due campioni di riferimento.
Innanzitutto abbiamo calcolato le medie e le deviazioni standard che i soggetti hanno riportato lungo tutti i 27 item del questionario (tabella 7).
14
Tabella 6. Campione adolescenti. Distribuzione dei livelli di organizzazione di personalit (diagnosi in senso categoriale operata dai giudici sulla base dei criteri PDM, PDM Task Force
2006, p. 13)
2UJDQL]]D]LRQHGLSHUVRQDOLWj
1
6DQD
1HYURWLFD
5DQJHERUGHUOLQH
YDORULPDQFDQWL
7RW
Lanalisi fattoriale (AF) ha mostrato lesistenza di nove fattori o dimensioni, uno per ogni
tripletta di item nonch capacit mentale. possibile osservare come la dimensione estratta
dalla AF per ogni singola capacit correla positivamente con il primo item della tripletta, quello
che rileva la risorsa, e negativamente con gli altri due, quelli riferiti al funzionamento della
capacit in senso conflittuale e in senso deficitario. Riportiamo, per brevit, solo due esempi
riferiti al campione degli adulti (tabella 8; tabella 9).
Quanto descritto depone a favore della attendibilit e della validit dello strumento QFM27 perch, dallAnalisi Fattoriale (AF), risulta altres verificata la consistenza interna degli item.
Questo risultato permette di calcolare un punteggio sintetico per ciascuna delle nove capacit mentali, che pu essere letto come indicatore di patologia (tanto maggiore sar il punteggio
del soggetto tanto pi questi risulter compromesso in senso patologico lungo la dimensione di
funzionamento presa in considerazione). Riportiamo in tabella 10 i punteggi medi e le deviazioni standard.
Tale indice, denominato indice di patologia delle funzioni mentali, si rivelato utile nella
articolazione del profilo del funzionamento mentale dei soggetti e anche nella sua capacit di
discriminare fra soggetti con diversa prevalenza di livello di funzionamento (tabella 11). LAnova
ad una via ha mostrato come, una volta raggruppati in tre categorie sulla base della prevalenza in
una dimensione (punteggio pi alto in quella dimensione rispetto alle altre due), le medie dei
soggetti con prevalente livello di deficitariet traumatica sono maggiori rispetto a quelle dei
soggetti con prevalente livello di conflittualit, e queste ultime maggiori dei soggetti con prevalente livello di risorse (P<.05). Riportiamo in tabella 11, e in figura 2, i dati del campione di
riferimento per gli adulti (per quanto riguarda il campione adolescenti, abbiamo ottenuto dei
15
16
)DWWRUH
)DWWRUH
Tabella 10. Indici di patologia delle nove funzioni mentali dellAsse M del PDM.
,QGLFLSDWRORJLD $'8/7,
$'2/(6&(17,
IXQ]LRQLPHQWDOL
0HGLD
'6
0HGLD
'6
&DS5HJ$WW$SS
&DS5HOD],QW
&DS(VS,QW
&DS$IIHWWL
&DS'LIHVH
&DS5DSSUHV
&DS'LIIH,QWHJ
&DS$XWRVV
&DS6WH,G,QW
Tabella 11. Indici di patologia delle nove funzioni mentali dellAsse M del PDM: confronti nei
tre gruppi con diverso funzionamento (organizzazione) mentale prevalente
,QGLFHSDWRORJLDIXQ]LRQL
PHQWDOL
&DS5HJ$WW$SS
&DS5HOD],QW
&DS(VS,QW
&DS$IIHWWL
&DS'LIHVH
&DS5DSSUHV
&DS'LIIH,QWHJ
&DS$XWRVV
&DS6WH,G,QW
0HGLDVRJJFRQ
SUHY
5LVRUVH
0HGLDVRJJFRQ
SUHY
&RQIOLWWXDOLWj
0HGLDVRJJFRQSUHY
'HILFLWDULHWj
WUDXPDWLFD
Come possibile osservare nelle tabelle sopra esposte, la variabilit dei punteggi relativi in
primo luogo alle medie ma anche alle deviazioni standard, cambia in modo considerevole a
seconda delle variabili misurate. Prendiamo per esempio in considerazione la tabella 7 in cui
sono riportati i punteggi medi rispettivamente del campione adulti e del campione adolescenti
lungo i 27 item che compongono il questionario. Ci che pare innanzitutto significativo rilevare
che in ciascuna tripletta che misura una specifica funzione mentale si pu ravvisare una caratteristica ricorrente nella distribuzione delle medie: i punteggi medi delle risorse sono sempre
maggiori nellordine rispetto a quelli medi del conflitto ed infine a quelli del deficit.
18
Figura 2. Indici di patologia delle nove funzioni mentali dellAsse M del PDM: confronti nei tre
gruppi con diverso funzionamento (organizzazione) mentale prevalente
$'2/(6&(17,
'6
0HGLH
'6
ideate nel sistema QFM, oltre alla ponderazione dei punteggi si operata la standardizzazione
delle variabile numeriche. La standardizzazione , infatti, unutile procedura statistica che permette di confrontare variabili identiche appartenenti a distribuzioni diverse, ma anche variabili
diverse appartenenti allo stesso collettivo (come nel nostro caso), o variabili espresse in unit di
misura diverse, riconducendo le diverse distribuzioni di punteggi ad una unica distribuzione di
riferimento in cui la media (=0) e la deviazione standard (=1) vengono definite a priori. I punteggi cos ottenuti sono denominati punti z. La procedura stata da noi applicata sia ai punteggi
grezzi sia ai punteggi ponderati. Mostriamo nella tabella 18, a scopo puramente illustrativo di
quanto descritto, come si trasformano ipotetici punteggi grezzi pari a 2 ottenibili nei 9 indici di
patologia, in modo da osservare cos il risultato ottenuto nel punteggio standard. Evidentemente
linterpretazione clinica in alcuni casi potr risultare anche molto differente a seconda della
capacit mentale presa singolarmente in considerazione.
Questa operazione permette di confrontare con maggiore accuratezza il punteggio riportato
dal singolo soggetto al punteggio medio del campione di riferimento per valutare quanto questi
si distanzi dalla media. Ci risulta molto utile per individuare, secondo una procedura empirica,
20
Figura 3. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): Livelli di funzionamento (organizzazione) mentale prevalente
Tabella 14. Medie e deviazioni standard riguardo le prime due funzioni mentali di base dellAsse
M del PDM
,WHP
$'8/7,
$'2/(6&(17,
0HGLD
'6
0HGLD
'6
&DS5HJ$WW$SSU5,6
&DS5HJ$WW$SSU&21)
&DS5HJ$WW$SSU'()
2
&DS5HOD],QW5,6
&DS5HOD],QW&21)
&DS5HOD],QW'()
21
Tabella 15. Punteggi grezzi e ponderati di medie e deviazioni standard riguardo gli indici di
patologia delle funzioni mentali negli adulti
,QGLFLSDWRORJLD
IXQ]LRQLPHQWDOL
$'8/7,
&DS5HJ$WW
$SS
&DS 5HOD]
,QW
&DS(VS,QW
&DS$IIHWWL
&DS'LIHVH
&DS5DSSUHV
&DS 'LII H
,QWHJ
&DS$XWRVV
&DS 6W H ,G
,QW
3JUH]]L
3SRQGHUDWL
0HGLD '6
0HGLD
'6
,QGLFL
SDWRORJLDIXQ]LRQL
PHQWDOL
$'2/(6&(17,
$SS
&DS5HOD],QW
&DS(VS,QW
&DS$IIHWWL
&DS'LIHVH
&DS5DSSUHV
&DS 'LII H
,QWHJ
&DS$XWRVV
&DS6WH,G,QW
3JUH]]L
0HGLD
'6
3SRQGHUDWL
0HGLD
'6
Figura 4. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): Profilo dei livelli di
funzionamento (organizzazione) mentale con punteggi ponderati
22
quelle situazioni di disfunzionalit delle capacit mentali che possono definire gli obiettivi di un
progetto terapeutico o, pi in generale, le caratteristiche della presa in carico di un soggetto.
Sempre a scopo puramente illustrativo, riportiamo (figura 5) unimmagine generata online
dal sistema QFM (www.pdm-qfm.com) che riguarda il profilo della patologia delle funzioni
mentali (Asse M) del caso di Angela (sotto, tra parentesi, si leggono i punteggi ponderati grezzi,
sopra le barre i punteggi ponderati standardizzati).
In una distribuzione di punteggi standardizzati, quanto pi il punteggio del soggetto si
distanzia dallo 0 tanto pi esso si distanzier dal punteggio medio del campione di riferimento
con cui il singolo viene confrontato. Il grafico sopra esposto prende in considerazione gli indicatori di patologia delle funzioni mentali ponderati: quanto pi il punto z tender ad un punteggio
intero dal segno positivo, tanto pi saremo in presenza di una compromissione della funzione.
Si stabilisce convenzionalmente che i punti z superiori a 1 in senso assoluto sono statisticamente fuori dalla norma. Un punto z pari a 1 in senso assoluto segnala, infatti, una singola
Tabella 16. Punteggi grezzi e ponderati di medie e deviazioni standard riguardo i livelli di
organizzazione in adulti e adolescenti
Livelli di
P.
P.
Livelli di
organizzazione grezzi
DS
ponderati
DS
organizzazione Medie
DS
Medie
DS
ADULTI
Medie
Medie
ADOLESCENTI
Tot. Risorsa
22,66 5,927
22,66
5,927 Tot. Risorsa
21, 09 6,248 21.09 6.247
Tot. Conflitto
15,92 5,344
22,63
7,553 Tot. Conflitto
15,86 6,766 21.09 9.153
Tot. Deficit
7,47
6,527
22,58
20,714 Tot. Deficit
8,66
5,770 21.09 14.436
% risorsa
49,53 13,980
36,28
15,061 % risorsa
46,43 13,437 34.85 13.179
% conflitto
34,09 9,963
34,36
10,687 % conflitto
33,93 12,542 33.38 13.355
% deficit
16,38 15,124
29,35
20,436 % deficit
19,63 14,457 31.77 19.024
Tabella 17. Punteggi grezzi delle medie e ponderati delle deviazioni standard riguardo gli indici
di gravit della patologia del profilo di funzionamento mentale in adulti e adolescenti
,QGLFHGLJUDYLWj
GLSDWRORJLDGHO
SURILORGL
IXQ]LRQDPHQWR
PHQWDOH
SHUFHQWLOH
SHUFHQWLOH
SHUFHQWLOH
SHUFHQWLOH
SHUFHQWLOH
$'8/7,
3JUH]]L
0HGLD
$'8/7,
3SRQGHUDWL
'6
$'2/(6&(17,
3JUH]]L
0HGLD
$'2/(6&(17,
3SRQGHUDWL
'6
23
Tabella 18. Punteggi grezzi e standard riguardo gli indici di patologia nelle funzioni mentali
dellAsse M del PDM negli adulti
Indici patologia
ADULTI
Cap. Reg. Att. App.
Cap. Relaz. Int.
Cap. Esp. Int.
Cap. Affetti
Cap. Difese
Cap. Rappres.
Cap. Diff. e Integ.
Cap. Autoss.
Cap. St. e Id. Int.
P. grezzi P. standard
2
2
2
2
2
2
2
2
2
1,489
0,846
0,819
0,890
0,934
0,978
1,207
0,952
1,247
deviazione standard dalla media: allinterno di una distribuzione normale (la distribuzione standardizzata ha la qualit di una distribuzione normale) al di sotto e al di sopra di una deviazione
standard dalla media ricadono complessivamente il 31,73% dei casi della distribuzione. Come
corollario, ai due estremi superiori e inferiori della distribuzione ricadono rispettivamente il
15,87 dei casi.
Sempre convenzionalmente, possibile stabilire che anche i casi che ricadono nellintervallo tra .80 e 1 dei punteggi z siano clinicamente rilevanti, in quanto si posizionano in una
condizione di funzionamento poco rappresentata nella popolazione e quindi da considerare con
attenzione particolare.
Il vantaggio dei punti z duplice: oltre a permettere dei confronti con una distribuzione
standard, rispetto al campione di riferimento con cui il singolo soggetto viene confrontato, essi
permettono anche un confronto di tipo ipsativo: danno cio uninteressante e preziosa fotografia
di come ciascuna dimensione di funzionamento si declina allinterno dello stesso soggetto rispetto alle altre. possibile in questo modo ragionare clinicamente su quelli che possono essere
i punti di forza e di debolezza del paziente, informazioni cliniche utili e necessarie in fase diagnostica e di articolazione del progetto terapeutico a favore del paziente.
Sono stati standardizzati anche gli indici per i livelli di funzionamento (organizzazione)
mentale prevalente, e il sistema QFM online elabora automaticamente i grafici corrispondenti in
modo da consentirne anche un confronto per immagini (in figura 7 il grafico relativo alla paziente Angela).
7. Conclusioni
In questo articolo abbiamo riportato alcune operazioni condotte negli ultimi cinque anni
per controllare e validare, tramite procedure empiricamente fondate, il sistema QFM, proposto
24
Figura 5. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): Profilo del funzionamento mentale - livello di patologia nelle nove capacit dellAsse M del PDM, punteggi grezzi
standardizzati
per facilitare la diagnosi del Profilo di funzionamento mentale (Asse M) e dei livelli di organizzazione della personalit che il PDM presenta.
Il sistema QFM-27 ha dimostrato una sufficiente attendibilit test-retest (r >.91) e una
sufficiente Inter-rater reliability (K 0.85) tra i clinici che hanno seguito un training specifico
per il suo utilizzo.
Un campione di 290 soggetti, valutati da clinici formati allutilizzo del QFM, costruito in
modo da rispecchiare la distribuzione per quote di soggetti sani e con patologie di Asse I e Asse
II secondo DSM-IV TR, stratificato per sesso ed et, stato utilizzato per mettere a punto lo
strumento in modo da offrire un confronto sulla base dei punteggi standardizzati (punti z) raggiunti da diversi soggetti alle nove categorie dellAsse M del PDM in rapporto alla popolazione
di riferimento del campione. Lanalisi fattoriale ha dimostrato una consistenza interna delle
nove categorie dellasse M in rapporto ai descrittori del QFM-27 delle triplette assegnate alle
singole funzioni. Attraverso lanalisi della varianza (ANOVA) stato possibile confrontare i
punteggi con la presenza di alterazioni psicopatologiche diagnosticabili (P<.05). Sono stati elaborati il livello di organizzazione prevalente e lindice di gravit del funzionamento mentale
come indicatori sintetici prodotti dallo strumento. In seguito alle procedure di ponderazione dei
punteggi, lo strumento offre inoltre la possibilit al clinico di orientare delle ipotesi diagnostiche
sul livello di organizzazione della personalit e del profilo del funzionamento mentale. E possi25
bile perci mettere in luce contemporaneamente sia le risorse che le dimensioni conflittuali e i
deficit di funzionamento psichico, per ogni singola funzione, nel confronto con il campione di
riferimento.
Ulteriori ricerche sono necessarie per migliorare laccuratezza dello strumento attraverso il
confronto con altri metodi psicodiagnostici e per testarne la sensibilit su popolazioni cliniche e
sub-cliniche.
Nel corso dei controlli finora condotti, si giunti alla versione attuale del sistema QFM
tramite il lavoro di ricerca empirica; molte criticit sono state individuate e risolte, molti problemi ed errori sono stati trovati in precedenti versioni dello strumento, e i relativi cambiamenti si
sono implementati per permettere, quindi, i controlli e le ricerche qui presentati. Sono ancora
presenti limiti nelle procedure di controllo fino ad ora concluse, e alcuni studi in corso stanno
cercando di proseguire nel trovare fondamento allo strumento e nellevidenziare i cambiamenti
eventuali da apportarvi. Sono in corso alcuni studi rivolti ad aumentare la validit concorrente
dello strumento nel confronto con altri metodi psicodiagnostici che si riferiscono alle singole
capacit mentali dellAsse M. Anche gli indici di patologia e di gravit devono dischiudere
Figura 6. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): Profilo del funzionamento mentale - livello di patologia nelle nove capacit dellAsse M del PDM, punteggi ponderati standardizzati
26
Figura 7. Grafico prodotto dal sistema QFM online (www.pdm-qfm.com): Profilo dei livelli di
funzionamento (organizzazione) mentale con punteggi grezzi standardizzati
completamente il loro senso, per un loro pi proficuo utilizzo clinico, dal confronto con altre
misure.
Alcune tematiche sono apparse nella loro rinnovata importanza clinica. Per esempio lorganizzazione nevrotica si rivelata come un campo di approfondimento della psicopatologia
che era stato trascurato dalla ricerca pi recente; e il sistema QFM sembra poter dare la possibilit di precisare ipotesi cliniche e di ricerca per approfondire ulteriormente le differenze e le
specificit di organizzazione nevrotica e organizzazione borderline, oltre a offrire elementi per
studiare come la diagnosi delle risorse e dellorganizzazione sana possano sostenere la comprensione del funzionamento dellalleanza terapeutica. Gli studi sul campione di bambini con
meno di 14 anni, e pi di 6 anni, sono ancora in corso.
In sintesi, larrivo di uno strumento cos importante come il Manuale Diagnostico
Psicodinamico cambia lambiente nel quale viene al mondo, il contesto clinico e di ricerca nel
quale viviamo. Apre settori di studio nuovi, solleva interrogativi, sposta in avanti lambito di
ricerca creando unimportante discontinuit che non sembra ancora pienamente accolta dalla
comunit, e rinnova linteresse per lo studio e la comprensione della psicopatologia e della
diagnosi, invitandoci a tentare qualcosa di differente per essere maggiormente in grado di comprendere e quindi aiutare i nostri pazienti.
27
Riassunto
Questo contributo intende presentare gli aspetti metodologici e alcuni risultati psicometrici che hanno portato alla validazione di uno strumento per la facilitazione della diagnosi secondo il Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM) (PDM Task Force 2006). Lo strumento in questione il QFM-27, Questionario clinician report sul Funzionamento Mentale e sui livelli di organizzazione della personalit.
strutturato come un questionario clinician report a 27 item che articolano le 9 dimensioni dellAsse M del
PDM intrecciandole con i tre livelli di sviluppo e organizzazione della personalit ipotizzati dal PDM. Lo
strumento si propone, quindi, di rendere operativi gli aspetti della diagnosi del PDM in merito al Profilo
del funzionamento mentale (Asse M) coerentemente a quanto gli autori del manuale indicano in merito ai
rapporti tra Asse M e formulazione di ipotesi sullorganizzazione di personalit. Questi aspetti vanno
integrati con le altre dimensioni diagnostiche previste dal PDM. Il sistema QFM si pu trovare al sito:
www.pdm-qfm.com.
QFM ASSESSMENT SYSTEM: A CLINICIAN REPORT QUESTIONNAIRE ON MENTAL
FUNCTIONING BASED ON M AXIS, PDM PSYCHODYNAMIC DIAGNOSTIC MANUAL, AND
LEVELS OF PERSONALITY ORGANIZATION. PSYCHOMETRIC PROPERTIES AND VALIDATION
STUDY
Abstract
This contribution is concerned with methodological aspects and some psychometric results at the
basis of the validation of a questionnaire for the facilitation of diagnosis according to Psychodynamic
Diagnostic Manual (PDM) (PDM Task Force 2006). This assessment procedure system is the QFM-27,
clinician report questionnaire on Mental Functioning and on levels of personality organization: it is structured
on 27 items that articulate the nine dimensions of M axis of PDM by crossing them with the three levels of
development and organization of personality conceptualized by PDM and operationalized in the following
way:
Bibliografia
Albasi C (2006). Attaccamenti traumatici. I Modelli Operativi Interni Dissociati. Utet, Torino.
Albasi C (2009a). Psicopatologia e ragionamento clinico. Raffaello Cortina, Milano.
Albasi C (2009b). Il PDM Manuale Diagnostico Psicodinamico e il sistema di valutazione QFM. Psicologi a confronto 3, 1, 23-43.
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30
31
Corrispondenza
Cesare Albasi
Universit degli Studi di Torino
cesare.albasi@unito.it
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