fumatori
Catastrophic interpretation of withdrawal symptoms in smokers
Introduzione: numerose evidenze empiriche suggeriscono che fumatori con alta sensibilit
all'ansia hanno la tendenza ad interpretare in maniera catastrofica le sensazioni fisiche esperite
durante l'astinenza da nicotina, andando incontro ad un'aumentata vulnerabilit al panico. Tuttavia,
in letteratura il ruolo dell'interpretazione catastrofica in questo ambito non stato ancora valutato.
Pertanto, lobiettivo di questo lavoro stato studiare gli effetti della sensibilit all'ansia e
dell'amplificazione somatosensoriale, utilizzata come proxy dell'interpretazione catastrofica, sulla
risposta ad un test di induzione del panico (challenge) in fumatori astinenti e sottoposti ad un
trattamento sostitutivo alla nicotina.
Risultati:
all'ansia (AS), sembra moderare la risposta di paura al challenge (Alta NWS e alta AS> basso NWS
e basso AS, p = 0,02; alta NWS e alta AS> basso NWS e alta AS, p = 0,020; alta NRW e alto AS>
alta NWS e bassa AS, p = 0,014). Al contrario non stato verificato un effetto moderatore dei
sintomi astinenziali e dellamplificazione somatosensoriale sulla risposta al test.
Parole chiave:
amplificazione somatosensoriale.
Methods: sixty smokers consuming at least 10 cigarettes per day in the previous year and
having 18-65 years of age were enrolled. A placebo-controlled, double-blind design was used.
Smokers were asked to refrain from smoking for 12 hours before the challenge and wear a placebo
or a nicotine patch. Thereafter, they underwent the 35% carbon dioxide (CO 2) challenge, that is a
biological test inducing a panic-like response under controlled laboratory conditions. Nicotine
withdrawal symptoms, anxiety sensitivity, and somatosensory amplification, as well as
physiological (i.e., heart rate, blood pressure) and psychological (i.e., subjective and objective
anxiety, fear, discomfort) variables were measured at baseline, immediately before and after the
challenge.
Results: nicotine withdrawal symptoms (NWS) and anxiety sensitivity (AS) seems to moderate
the fear response to the challenge (High NRW and High AS > low NWS and low AS, p= 0.02; High
NRW and High AS > low NWS and high AS, p= 0.020; High NRW and High AS > high NWS e
low AS, p= 0.014) while a moderation between nicotine withdrawal and somatosensory
amplification was not verified.
Conclusions: high levels of anxiety sensitivity, together with intense withdrawal symptoms,
can increase the risk of panic in abstinent smokers.
Introduzione
In letteratura nota la comorbilit tra dipendenza da nicotina e panico (Cosci et al.,2010.,
Zvolensky et al., 2003), infatti numerose evidenze empiriche suggeriscono che i fumatori abituali
presentano una diagnosi di disturbi dansia pi frequentemente rispetto alla popolazione generale
(Lachner., 1998; Amering et al., 1999) e che soggetti con disturbo di panico (DP) sono pi
probabilmente fumatori rispetto sia alla popolazione generale, sia agli individui con altri disturbi
d'ansia (Mathew, Norton, Zvolensky, Buckner e Smits., 2011).
Ad oggi, la maggioranza della letteratura supporta l'ipotesi secondo cui il fumo di sigaretta
favorisce il panico (Cosci et al., 2010; Bernestein et al., 2007), per quanto riguarda i meccanismi
patogenetici implicati in questa relazione il dibattito ancora aperto.
Recentemente l'attenzione stata focalizzata sulla nicotina come possibile legame tra fumo e
panico. In particolare, tutti gli studi concordano che: (1) la deprivazione da nicotina fra i fumatori
produca una variet di sintomi astinenziali spiacevoli; (2) l'affettivit negativa uno dei sintomi
cardine dell'astinenza da nicotina; (3) l'emergere dei sintomi astinenziali graduale, ma i primi
sintomi si hanno dopo pochi minuti dall'ultima sigaretta; (4) i fumatori sperimentano regolarmente
periodi d'astinenza di breve durata nel corso della giornata (Zvolensky et al., 2005b).
Nello studio di Abrams e colleghi (Abrams et al., 2011), i fumatori che avevano riportato maggiori
sintomi astinenziali alla valutazione pre-test presentano una maggiore risposta ansiosa al test di
induzione del panico con anidride carbonica (CO2 ) rispetto ai soggetti con bassi livelli di sintomi
astinenziali. Si pensa, dunque, che il fumo di sigaretta possa modificare l'espressione del panico
aumentando le sensazioni corporee che fanno paura, soprattutto durante i periodi astinenziali in cui
si sviluppano sintomi fisici spiacevoli.
Per cercare di spiegare in maniera pi esaustiva la vulnerabilit al panico nei fumatori, la
letteratura si recentemente focalizzata sugli aspetti cognitivi e, in particolare, sulla reattivit alle
sensazioni fisiche ed ai sintomi enterocettivi. Sono stati presi in considerazione alcuni costrutti
relativi alla valutazione cognitiva
delle
percezioni
corporee, tra
cui
l'amplificazione
somatosensoriale (SSA) (Barsky and Klerman, 1983) e la sensibilit all'ansia (AS) (Reiss and
McNally, 1985).
L'amplificazione somatosensoriale definita come la tendenza a sperimentare normali
sensazioni somatiche come intensive, nocive e angoscianti (Barsky et al., 1983). Per il momento
sono pochi gli studi che hanno analizzato la relazione tra panico e SSA e non ci risultano studi in
merito ad una possibile associazione tra SSA e fumo di sigaretta.
La sensibilit all'ansia una caratteristica disposizionale, cognitiva e di tratto, e consiste nella paura
delle conseguenze negative dei sintomi ansiosi. Secondo alcuni studi, essa potrebbe essere un
fattore predisponente allo sviluppo dei problemi associati al panico. Inoltre, i fumatori con alta SA
percepiscono la probabilit di smettere di fumare come un'esperienza difficile e personalmente
pericolosa, probabilmente a causa di un'ipersensibilit alle sensazioni interne negative ed ai sintomi
astinenziali (Zovolensky et al., 2004a) e questo potrebbe far aumentare l'ansia relativa alle
sensazioni corporee ed incrementare la vulnerabilit al panico (Zovolensky et al., 2005a) nonch il
rischio di ricadere nel fumo dopo una settimana dalla cessazione (Brown et al., 2001).
Sulla base di queste evidenze stato suggerito che i fumatori con alta AS, rispetto ai
fumatori con bassa AS, tendano ad interpretare i sintomi dell'astinenza da nicotina come disturbanti,
spiacevoli e pericolosi per la propria salute. Tale tendenza potrebbe aumentare la vulnerabilit al
panico.
A partire da queste considerazioni, l'obiettivo della presente ricerca stato verificare se lastinenza
da nicotina favorisca la comparsa di sintomi panico-simili in risposta ad un test di induzione del
panico con una singola inalazione di CO2 al 35% in un campione di fumatori. Inoltre, abbiamo
verificato se alti livelli di sensibilit allansia (AS) o alti livelli di amplificazione somatosensoriale
(SSA) in sinergia con la condizione di astinenza possano avere un ruolo determinante nel favorire
una risposta panico-simile al test.
Materiali e Metodi
Partecipanti
Hanno partecipato allo studio 60 fumatori con un'et compresa tra i 18 e i 65 anni, che al
momento della somministrazione consumavano almeno10 sigarette al giorno da almeno un anno.
Sono stati esclusi dalla ricerca i soggetti con un parente di primo grado avente diagnosi attuale o
pregressa di disturbo di panico ed i soggetti con una diagnosi di patologia psichiatrica di Asse I
secondo la classificazione del DSM IV, ad eccezione della dipendenza da nicotina. Sono stati inoltre
esclusi coloro che assumevano quotidianamente psicofarmaci, che stavano effettuando una
psicoterapia, che presentavano malattie cardiopolmonari, gastrointestinali o dermatologiche, i
soggetti ipertesi ed i soggetti in gravidanza o allattamento.
Strumenti
Gli strumenti per la ricerca sono riportati di seguito:
Il Fagestrm Test for Nicotine Dependence (FTND) (Heatherton, Kozlowski, Frecker, Fagerstrm.,
1991) uno degli strumenti attualmente pi utilizzato e diffuso a livello internazionale per misurare
a 100 (moltissimo).
La Panic Sympton List consiste in una lista dei 13 sintomi dellattacco di panico secondo la
classificazione del DSM IV-TR (APA., 2000). Ciascun sintomo valutabile su una scala Likert a 5
punti che va da 0 = per niente a 4 = estremo.
Procedura
Lo studio stato condotto con disegno sperimentale placebo-controllo in doppio cieco. Per
ogni fumatore la procedura si articolata in due appuntamenti condotti presso il Dipartimento di
Scienze della Salute (Sezione di Psicologia e Psichiatria) dellUniversit di Firenze. Il consenso
informato allo studio, approvato dal Comitato Etico, stato letto e firmato da ogni soggetto
arruolato nell'esperimento.
Primo appuntamento: sono stati effettuati uno screening iniziale e una successiva
valutazione basale. Nella fase di screenig, sono stati indagati lo stato generale di salute del soggetto,
l'eventuale uso di farmaci e la presenza di patologie organiche. La MINI stata somministrata per
escludere la presenza di patologie psichiatriche di Asse I. Alla valutazione basale sono stati
somministrati FTND, SCS, PANAS, STAI-Y, ASI, SSAS, VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL. Sono stati
inoltre misurati la pressione arteriosa, la frequenza respiratoria e cardiaca e il monossido di
carbonio dell'aria espirata, il cui punteggio doveva risultare pari o superiore a 10 parti per milione
(ppm) per confermare l'effettivo status di fumatore.
Successivamente ad ogni soggetto stato consegnato un cerotto, che poteva essere placebo oppure
contenente nicotina alla dose di 21 mg/24 ore. Coloro che hanno ricevuto il cerotto con nicotina
sono stati assegnati al gruppo di soggetti non in astinenza (condizione NRT), mentre chi ha ricevuto
il cerotto placebo stato assegnato al gruppo di soggetti in astinenza (condizione placebo). I
soggetti dei due gruppi sono stati appaiati per et, sesso, e livello di dipendenza da nicotina
(FTND).
Secondo Appuntamento sono state effettuate una fase di pre-test, una di test e una post-test.
I soggetti si sono presentati all'appuntamento 12 ore dopo aver fumato l'ultima sigaretta ed applicato
il cerotto assegnato. Durante la fase di pre-test sono stati somministrati le seguenti scale: SCS,
PANAS, STAI-Y, ASI, SSAS,VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL.
Sono stati nuovamente misurati il CO dell'aria espirata ( per valutare l'effettiva astinenza dal fumo),
la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e respiratoria. stato quindi eseguito il test di
induzione del panico mediante una singola inalazione di CO2 al 35%.
Nella fase di post- test sono state somministrate: VAAS, VAS-F, VAS-D e PSL. Infine sono state
misurate la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Analisi Statistica
Lanalisi statistica dei dati stata condotta sulla base dei seguenti step:
1. identificazione delle variabili. Subito prima e subito dopo il test, sono state realizzate le
misurazioni del livello dansia attraverso la Visual Analogue Scale for Anxiety, la Panic Symtom
List, la Visual Analogue Scale for Fear e la Visual Analogue Scale for Discomfort. I punteggi
ottenuti con queste scale sono stati utilizzati per calcolare il punteggio delta che si ottiene
sottraendo al punteggio ottenuto dopo la somministrazione del test con la CO 2 il punteggio ottenuto
prima della somministrazione (post-test meno pre-test). Questo metodo permette di avere una
misura dellaumento dellansia dovuto al test (Verburg et al. 2001). Per verificare, invece, leffetto
dellastinenza sono stati calcolati i valori delta espressi come differenza tra il punteggio pre-test ed
il punteggio al basale.
I criteri utilizzati per definire lattacco di panico prevedono, al post-test, un aumento di almeno 25
mm alla VAAS pi un incremento di almeno quattro sintomi neuro-vegetativi alla PSL (Verburg et
al., 2001). Tuttavia, nel nostro studio non si sono verificati casi di attacchi di panico.
2. Analisi descrittiva preliminare. Sono state calcolate le frequenze delle variabili dicotomiche,
nominali e ordinali (sesso, stato civile, tipologia di impegno, livello distruzione, effetti collaterali
del cerotto) e la media e la deviazione standard delle variabili continue, quali let ed i punteggi
delle scale. In particolare, sono state calcolate media e deviazione standard di FTND alla
valutazione basale e di SCS, PANAS, STAI-Y 1, ASI, SSAS, VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL, CO
dellaria espirata, frequenza respiratoria, frequenza cardiaca e pressione arteriosa alla valutazione
basale e alla valutazione pre-test. Infine, stata condotta la medesima analisi descrittiva dei
punteggi di VAS, VAS-F, VAS-D, PSL e dei valori della frequenza cardiaca e della pressione
arteriosa al post test.
3. Analisi inferenziale. Dopo aver verificato la distribuzione delle variabili dipendenti, stata
condotta lanalisi inferenziale per valutare lipotesi di ricerca cio se i soggetti astinenti dal fumo
che avevano ricevuto il cerotto placebo presentavano una risposta panico-simile maggiore al test
con la CO2 al 35% rispetto ai soggetti astinenti che avevano ricevuto il cerotto con nicotina (NRT).
La variabile indipendente era lappartenenza al gruppo con deprivazione da nicotina ed al gruppo
con trattamento sostitutivo con nicotina, mentre le variabili dipendenti erano i punteggi di VAAS,
VAS-F, VAS-D, PSL, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa al post-test ed i delta delle scale
VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL, il delta della frequenza cardiaca e della pressione massima e minima.
E' stato utilizzato il t-test per campioni indipendenti per valutare le differenze tra il gruppo con
placebo e il gruppo con NRT inerenti le variabili continue a distribuzione normale. Per le scale
stato utilizzato il test di Mann-Whitney, poich i loro punteggi non hanno una distribuzione
normale.
4. Poich non sempre lo stato di astinenza (cerotto placebo) o di non astinenza (NRT) corrispondeva
ad una maggiore o minore frequenza di sintomi astinenziali, abbiamo stratificato lintero campione
anche sulla base della mediana del punteggio della scala SCS somministrata subito prima del test
con CO2 (Me = 50). Abbiamo cos ottenuto due gruppi; un gruppo di soggetti con alti punteggi di
SCS (n = 30) ed un gruppo di soggetti con bassi punteggi di SCS (n = 30). In particolare, i soggetti
con punteggio alla SCS inferiore o uguale alla mediana sono stati inseriti nel gruppo con bassa
SCS; i soggetti con punteggio superiore alla mediana sono stati attribuiti al gruppo con alta SCS.
Abbiamo confrontato nuovamente i due campioni al post-test relativamente alle variabili continue
VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL, alla frequenza cardiaca, alla pressione arteriosa utilizzando il t-test
per campioni indipendenti nel caso di distribuzione normale ed il test di Mann-Withney per le
distribuzioni non normali.
5. stato verificato se i punteggi di ASI o SSAS, misurati al basale potessero moderare, insieme al
punteggio dellSCS ottenuto al pre-test, la risposta del test di induzione del panico con CO2 al 35%.
Per valutare questa ipotesi moderazionale le analisi sono state condotte mediante ANCOVA ed
analisi post-hoc, in cui abbiamo assunto varianze uguali secondo Sheff. LANCOVA stata
condotta dicotomizzando, le variabili ASI, SSAS e SCS come segue:
soggetti con alti punteggi di ASI (n = 30) e soggetti con bassi punteggi di ASI (n = 30). I due
gruppi sono stati identificati utilizzando come cut-off la mediana del punteggio totale dellASI
misurato alla valutazione basale (Me = 28,50). In particolare i soggetti con punteggio alla ASI
inferiore o uguale alla mediana sono stati inseriti nel gruppo con bassa ASI, mentre i soggetti con
punteggio superiore alla mediana sono stati attribuiti al gruppo con alta ASI;
i soggetti con alti punteggi di SSAS (n = 29) e soggetti con bassi punteggi di SSAS (n = 31). I due
gruppi sono stati identificati utilizzando come cut-off la mediana del punteggio totale della SSAS
misurato alla valutazione basale (Me = 10). In particolare i soggetti con punteggio alla SSAS
inferiore alla mediana sono stati inseriti nel gruppo con bassa SSAS; mentre i soggetti con
punteggio superiore o uguale alla mediana sono stati attribuiti al gruppo con alta SSAS;
6. In base ai punteggi dicotomizzati di SCS ed ASI, abbiamo suddiviso il campione nei seguenti
quattro gruppi:
gruppo 0 = soggetti con bassa SCS e bassa ASI
gruppo 1 = soggetti con alta SCS e bassa ASI
gruppo 2 = soggetti con bassa SCS ed alta ASI
gruppo 3 = soggetti con alta SCS ed alta ASI
La stessa procedura stata eseguita con i punteggi dicotomizzati di SCS e SSAS ottenendo i
seguenti gruppi:
gruppo A = soggetti con bassa SCS e bassa SSAS
gruppo B = soggetti con alta SCS e bassa SSAS
gruppo C = soggetti con bassa SCS ed alta SSAS
gruppo D = soggetti con alta SCS ed alta SSAS
LANCOVA stata corretta per leffetto della condizione di astinenza o non astinenza (placebo vs
NRT), dellaffettivit negativa misurata al basale (attraverso la sottoscala del PANAS) e del
punteggio della scala presa in considerazione come variabile dipendente ottenuto al pre-test.
7. Nelle analisi e per le scale elencate abbiamo preso in considerazione il punteggio di alcune
sottoscale: craving e sintomi astinenziali per la scala SCS (Shneider et al., 1984), affettivit positiva
e negativa per il PANAS (Watson, Clark & Tellegen., 1988), ansia presente e ansia assente per lo
STAI-Y 1 (Spielberg et al., 1983) e Physical Concerns, Mental Concerns e Social Concerns per
lASI (Zimbarg et al., 1997).
I risultati sono stati considerati significativi per valori di p 0,05 ed i trend verso la significativit
per valori di p>0,05 e p<0,1.
Risultati
Il campione risultato composto da 30 coppie di soggetti, appaiati per sesso, et e per livello
di dipendenza da nicotina, per un totale di 60 soggetti, di cui 36 (60%) femmine e 24 (40%) maschi.
Due soggetti (3,3%) erano coniugati, 57 (95%) single, 1 (1,7%) soggetto era vedovo. I
partecipanti avevano unet compresa tra i 19 e i 65 anni (M=25,27; DS= 8,70 anni).
Per quanto riguarda listruzione e loccupazione, non sono risultate differenze statisticamente
significative tra chi ha ricevuto il cerotto alla nicotina e chi ha ricevuto il placebo.
In merito agli effetti collaterali sperimentati dopo aver ricevuto il cerotto con placebo o con
nicotina, si evidenzia una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (NRT vs Placebo)
(p = 0.001). Infatti, nel gruppo che ha ricevuto il placebo non viene riscontrato nessun effetto
collaterale, mentre, nel gruppo che ha ricevuto il trattamento sostitutivo con nicotina 8 soggetti
(26,7%) non hanno riportato nessun effetto collaterale, 22 soggetti (73,3%) hanno avuto effetti
collaterali tra cui: 1 soggetto (3,3%) ha manifestato cefalea, 10 (33,3%) hanno presentato insonnia,
12 (40%) hanno riferito prurito (dati non mostrati).
Confronto fra soggetti con NRT e soggetti con placebo
Alla valutazione basale tra i soggetti che hanno ricevuto il cerotto placebo ed i soggetti che
hanno ricevuto il cerotto con nicotina non emergono differenze statisticamente significative. (tabella
1).
Alla valutazione pre-test si riscontra una differenza statisticamente significativa nel
parametro della frequenza cardiaca (p = 0.011) i cui punteggi medi sono risultati pi elevati nel
gruppo con trattamento sostitutivo alla nicotina, rispetto al gruppo con placebo. Inoltre, si pu
evidenziare un trend verso la significativit nella sottoscala Social Concerns dellASI (p = 0,096).
(tabella 1).
Tabella 1. Confronto dei punteggi al basale ed al pre-test tra il gruppo con placebo ed il gruppo con nicotina.
Test di Mann-Withney per campioni indipendenti.
Placebo
NRT
Basale
Media DS
Media DS
ASI
28,63 6,250
29,47 5,853
0,579
15,13 4,960
15,27 4,479
0,847
4,63 0,850
4,70 0,952
0,831
8,97 1,847
9,50 2,146
0,295
ASI
26,90 5,762
27,07 4,485
0,651
14,20 4,859
13,20 4,021
0,410
4,50 0,777
4,87 1,252
0,293
8,20 1,883
9,00 2,000
0,096
Pre-test
Alla valutazione post-test emerge una differenza statisticamente significativa tra i valori
della frequenza cardiaca (p = 0,000) che risultano pi elevati nel gruppo che ha ricevuto il cerotto
alla nicotina rispetto a chi ha ricevuto il placebo. (dati non mostrati).
Calcolando il delta dei punteggi delle scale VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL e delle misure
fisiologiche tra il pre-test ed il basale (pre-test meno basale) emerge una differenza statisticamente
significativa per i valori della frequenza cardiaca (p = 0,000) ed un trend verso la significativit per
i valori della pressione arteriosa massima (p = 0,093).
Calcolando i delta (punteggio post-test meno pre-test) di VAAS, VAS-F, VAS-D e PSL non si
ottengono differenze statisticamente significative tra i due gruppi (dati non mostrati).
Confronto fra soggetti con alti e bassi punteggi alla SCS
Abbiamo allora verificato se soggetti con alti sintomi astinenziali rispetto a soggetti con
bassi sintomi astinenziali potessero avere una maggiore risposta al test.
Per quanto riguarda la valutazione basale, tra i due gruppi presi in esame emergono
differenze statisticamente significative al FTND, al PANAS, alla sottoscala affettivit negativa del
PANAS, alla STAI-Y 1, alle due sottoscale della STAI-Y , alla sottoscala ASI Psysical Concerns ed
alla scala SSAS (tabella 2).
Per quanto riguarda la valutazione pre-test, si osserva una differenza statisticamente
significativa tra i due gruppi nel punteggio totale della scala PANAS e della sua sottoscala
affettivit negativa, delle due sottoscale STAI-Y 1, della scala SSAS, della VAAS e PSL. In tutti
questi casi, la media dei punteggi appare pi alta nel gruppo dei soggetti con alti sintomi
astinenziali. Si osserva, inoltre, nei soggetti con bassa SCS una differenza statisticamente
significativa nella pressione sistolica, in cui si ottengono valori mediamente pi alti rispetto al
gruppo con alti livelli di astinenza (tabella 2).
Alla valutazione post-test, il gruppo di soggetti con alti punteggi alla SCS presenta valori
significativamente pi elevati alla VAS-F, al PSL e della pressione sistolica .
Calcolando la differenza tra il punteggio della valutazione pre-test e il punteggio della
valutazione basale (pre-test meno basale) si ottengono, in soggetti con alti punteggi alla scala SCS,
differenze statisticamente significative alla scala VAAS e PSL (tabella 2).
Tabella 2. Confronto al basale, al pre-test, al post- test, e pre-test meno basale tra il gruppo con bassi punteggi
alla SCS e il gruppo con alti punteggi alla SCS. Test di Mann-Withney per campioni indipendenti.
Bassa SCS
Alta SCS
Basale
Media DS
Media DS
FTND
2,57 1,591
3,47 1,676
0,035
PANAS
16,00 6,119
11,93 7,211
0,014
18,17 3,705
22,10 5,122
0,001
STAI-Y 1
30,37 3,528
34,10 6,392
0,007
STAI- Y ansia si
10, 93 1,015
13,13 3,037
0,002
STAI- Y ansia no
19,10 3,305
20,97 4,198
0,042
13,93 4,110
16,47 4,946
0,038
SSAS
9,60 4,454
12,70 5,553
0,019
PANAS
17,27 5,971
10,97 6,457
0,000
17,27 3,759
23,37 4,343
0,000
STAI-Y 1
29,87 3,884
37,43 8,076
0,000
STAI- Y ansia si
10,60 0,814
14,60 3,944
0,000
STAI- Y ansia no
19,27 3,796
22,83 4,976
0,004
ASI
25,37 4,382
28,60 5,612
0,035
12,07 2,876
15,33 5,148
0,010
SSAS
9,53 3,441
13,47 4,812
0,001
VAAS
2,77 3,370
14,60 17,750
0,002
PSL
0,57 0,817
2,30 2,466
0,000
Pre-Test
Pmax
123,33 13,394
116,67 15,372
0,024
VAS-F
9,57 12,886
21,67 23,262
0,029
PSL
6,33 5,287
10,60 7,084
0,018
Pmax
130,20 14,796
121,23 15,350
0,005
VAAS
- 1,9833 5,54058
4,5000 15,89133
0,010
PSL
- 0,0333 0,92786
1,2333 2,16051
0,006
Post-Test
FTND = Fagerstrm Test for Nicotine Dependence; PANAS =Positive Affect Negative Affect Schedule; STAI-Y 1 =
State Trait Anxiety Inventory for state anxiety; ASI = Anxiety Sensitivity Index; SSAS = Somatosensoty Amplification
Scale; VAAS =Visual Analogue Scale of Anxiety; VAS-F = Visual Analogue Scale for Fear; VAS-D =Visual Analogue
Scale for Discomfort; PSL = Panic Symptom List; Fr = Frequenza respiratoria; Fc =Frequenza cardiaca; Pmax=
Pressione arteriosa sistolica; Pmin = Pressione arteriosa diastolica.
Infine, calcolando i delta (post-test meno pre-test) dei punteggi VAAS, VAS-F, VAS-D, PSL,
frequenza cardiaca, pressione arteriosa massima, pressione arteriosa minima, non si ottengono
differenze statisticamente significative fra i due gruppi (dati non mostrati)
Moderazione da parte di SCS e ASI della risposta al test di provocazione con CO2
al 35%
Abbiamo quindi verificato se ASI o SSAS potessero modificare l'effetto dei sintomi
astinenziali sulla risposta al test di induzione. L'ipotesi moderazionale viene confermata solo per la
variabile dipendente VAS-F: si osserva un effetto significativo ASI x SCS, che al post-hoc si
traduce in una maggiore risposta di paura nel gruppo 3 rispetto al gruppo 0 ( p = 0,020) e rispetto al
gruppo 2 (p = 0,014) (tabella 3). Non viene invece confermata l'ipotesi di moderazionale per
l'amplificazione somatosensoriale (SSAS) (dati non mostrati).
Tabella 3. Differenze inter-gruppi (ANCOVA) e confronti post-hoc ( Test di Sheff) per i fattori ASI e SCS
F
VAS-F
Cerotto
P vs NRT
AN
Basale
VAAS
Pretest
ASI
Basale
SCS
Pre-test
ASI X
SCS
Confronto
0,013
4,518
0,345
18,6900
1,974
5,384
0=1 (p=0,742)
0=2 (p=0,808)
1=2 (p=0,999)
3>1 (p=0,020)
3>0 (p=0,02)
3>2 (p=0,014)
* = p < 0,05
P = placebo; NRT = trattamento sostitutivo alla nicotina; AN = affettivit negativa; ASI = Anxiety Sensitivity Index;
SCS = Smoker Complaint Scale; VAAS = Visual Analogue Scale of Anxiety; VAS-F = Visual Analogue Scale for Fear;
VAS-D = Visual Analogue Scale for Discomfort; PSL = Panic Symptom List.
0 = gruppo con bassa SCS e bassa ASI; 2 = gruppo con bassa SCS ed alta ASI; 3 = gruppo con alta SCS ed alta ASI.
Discussioni e Conclusioni
Lobiettivo di questa ricerca consisteva nel verificare se lastinenza da nicotina, da sola o in
sinergia con alti livelli di sensibilit allansia o di amplificazione somatosensoriale, favorisse la
comparsa di sintomi panico-simili indotti con la somministrazione di CO 2 in un campione di
fumatori. Sulla base dei risultati possiamo affermare che, per quanto riguarda la risposta al test di
induzione del panico, non sono emerse differenze statisticamente significative tra i fumatori in
astinenza ed i fumatori non in astinenza. Appare invece verificata lipotesi di una moderazione alla
risposta panico-simile da parte dei sintomi astinenziali e della sensibilit allansia. Infatti, la
presenza di intensi sintomi astinenziali in associazione con alti livelli di AS aumenta la risposta di
paura al test di induzione del panico.
La condizione di astinenza, determinata dalla somministrazione del cerotto placebo, non ha
influenzato la risposta al test di induzione del panico con CO 2 al 35%. Da una prima analisi emerge
che i soggetti a cui stato somministrato il trattamento sostitutivo con nicotina hanno mostrato nella
fase di pre-test un aumento della frequenza cardiaca rispetto a chi ha ricevuto il placebo.
La differenza relativamente alla frequenza cardiaca
significativo anche dopo il test di provocazione e alla fine del periodo di somministrazione del
cerotto (valutazione pre-test meno basale). Tale incremento probabilmente dovuto agli effetti della
nicotina che induce unattivazione del sistema nervoso autonomo
favorendo unattivazione
somatosensoriale stata evidenziata una maggiore reazione di ansia soggettiva, di paura e maggiori
sintomi ansiosi oggettivi, che si evidenziano anche nei punteggi delta (post-test meno pre-test) delle
scale VAS-F e PSL.
In letteratura, purtroppo, sono pochi gli studi che hanno verificato la relazione tra panico e SSA. A
nostra conoscenza, lo studio di De Berardis et al. (2007) ha valutato la relazione tra panico e
amplificazione somatosensoriale evidenziando che i pazienti con DP sembrano avere difficolt
nellindividuare e nel descrivere i propri sentimenti ed emozioni e sembrano avere un elevato grado
di paura e preoccupazione per le sensazioni somatiche.
Inoltre, Clark (1986) ha suggerito che i soggetti DP hanno una maggior probabilit rispetto ai
soggetti senza disturbo di panico di interpretare sensazioni corporee come precursori di un danno
fisico (per esempio, un attacco cardiaco) o psicologico (ad esempio, la pazzia) interpretando queste
sensazioni in maniera catastrofica. Sfortunatamente, non sono reperibili in letteratura studi su una
possibile associazione tra SSA e fumo di sigaretta e per questo non possibile fare un confronto con
i risultati da noi ottenuti.
Non stata verificata lipotesi di sinergia tra amplificazione somatosensoriale e sintomi
astinenziali. Anche in questo caso, non essendoci studi a riguardo in letteratura il confronto con la
letteratura attualmente non praticabile.
La presente ricerca presenta alcuni limiti. Il campione risulta costituito da un numero
limitato di fumatori. Il numero minimo di soggetti per condizione (NRT o Placebo) dovrebbe essere
di 36 fumatori in base alla power calculation. Per questo la ricerca ancora in corso e lobiettivo
raggiungere tale numerosit. Inoltre, si tratta per lo pi di giovani adulti con una breve storia di
fumo. Sebbene il criterio di inclusione scelto per let fosse rappresentato da un range compreso tra
i 18 e i 65 anni, let media del campione reclutato risultata di circa 25 anni. Si tratta quindi di un
campione che potrebbe non essere rappresentativo della popolazione generale. Inoltre, in studi di
laboratorio analoghi alla nostra indagine stato ipotizzato che il numero di sigarette fumate e il
livello medio-basso di dipendenza da nicotina presentato potessero aver influito sui risultati
(Zvolensky et al., 2005).
Il periodo di astinenza notturna di 12 ore a cui sono stati sottoposti i soggetti pu risultare,
soprattutto per chi ha un livello di dipendenza da nicotina medio-basso, breve. Infine lastinenza dal
fumo notturno e diurno hanno caratteristiche diverse in quanto la prima presumibilmente non ha
pochi stimoli condizionati comportamentali o ambientali che possono favorire il desiderio di fumare
e per questo influenzare in modo diverso la risposta al test. Quindi, sarebbe auspicabile in futuro
chiedere ai soggetti di mantenere lastinenza durante il giorno in modo tale da aumentare la
generalizzabilit dei risultati.
Inoltre, lo studio stato effettuato su volontari sani ma potrebbe essere utile estendere la ricerca
anche ad individui psicologicamente vulnerabili come i soggetti con disturbo di panico o predisposti
allansia per verificare se lastinenza possa essere anche responsabile delle ricadute oltre che
dellinsorgenza del disturbo di panico.
I punti di forza sono: (a) lutilizzo di un disegno placebo-controllo in doppio cieco, che, al
contrario degli studi presenti in letteratura, ha permesso di valutare il ruolo dellastinenza da
nicotina senza linfluenza dellaspettativa dello sperimentatore e del soggetto; (b) aver raccolto
informazioni inerenti variabili intervenienti quali la presenza di disturbi psicologici o fisici, la
familiarit per il disturbo di panico, la reale compliance del soggetto riguardo allastinenza; (c) aver
indagato non solo la sensibilit allansia, ma anche lamplificazione somatosensoriale allo scopo di
verificare se questultima sia un possibile moderatore dellazione dellastinenza da nicotina sulla
risposta ad un test di induzione del panico.
Possiamo concludere che una maggiore sensibilit allansia, associata ad intensi sintomi
astinenziali, sembra aumentare la probabilit di sperimentare una reazione di paura in risposta al
test di induzione del panico con CO2 al 35%.
Prendendo in considerazione i risultati ottenuti e la letteratura possiamo proporre alcuni
suggerimenti riguardo alla ricerca futura in questo ambito. Per comprendere meglio il ruolo della
dipendenza da nicotina nellassociazione tra sensibilit allansia, sintomi astinenziali e risposta
panico-simile al test di provocazione sarebbe auspicabile replicare lo studio su un campione con un
livello di astinenza medio-alto e che si astenga dal fumo durante il giorno. Infine, sarebbero
necessari ulteriori studi che approfondiscano leventuale ruolo dellamplificazione somatosensoriale
nella relazione tra il fumo ed il panico.
Relativamente alle implicazioni cliniche della ricerca, possiamo ipotizzare che i fumatori
con alti livelli di AS possono configurarsi come una categoria di soggetti a rischio di sviluppare il
panico qualora esperiscano sintomi astinenziali importanti. Per questo, potrebbe essere utile
misurare il livello di AS e la gravit della sintomatologia astinenziale nei fumatori che
intraprendono un percorso di cessazione del fumo. Tali soggetti potrebbero beneficiare di interventi
psicologici atti a ridurre la sensibilit allansia
strategie di coping per fronteggiare la sensibilit allansia ed evitare che si inneschi il ciclo
disadattivo che dal fumo conduce al panico.
BIBLIOGRAFIA
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