Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
mi ha segnato, nel mio rapporto con Derrida, stata lorganizzazione degli Stati Generali della
psicoanalisi nel 2000. Ne risult una formidabile discussione, con studiosi provenienti da
trentacinque paesi: al momento leco fu enorme, ma poi, purtroppo, and rapidamente ad affievolirsi.
Dopo, ho avuto la sensazione che gli psicoanalisti si siano ritirati dalla vita intellettuale e scientifica
pubblica, rifugiandosi nelle proprie scuole, incapaci di rispondere, nel senso derridiano, alle grandi
questioni poste dagli Stati Generali: il sintomo di una pi generale loro inadeguatezza
a fronteggiare laltezza delle trasformazioni del mondo contemporaneo. Hanno condotto battaglie
molto giuste contro gli eccessi della psichiatrizzazione e quelli dei trattamenti farmacologici senza
per riuscire a rilanciare un confronto culturale con i nuovi problemi e saperi che sono andati
affermandosi negli ultimi decenni. Alcuni hanno pensato di trovare conforto nelle neuroscienze: una
scorciatoia teorica alla quale non sono favorevole perch dissolve lautonomia e la specificit della
psicoanalisi. Altri hanno attuato una sorta di ripiegamento estetizzante e apolitico, dedicandosi
soprattutto agli studi letterari. Oggi si accontentano di essere psicoterapeuti senza interessarsi pi
alle questioni storiche e teoriche.
Lei racconta di aver seguito le lezioni tenute da Gilles Deleuze, di cui ricorre questanno il
ventennale della morte, poco prima delluscita dellAnti-Edipo nel 1972: come lo ricorda?
S, sono stata unallieva di Deleuze alluniversit di Vincennes: era un insegnante straordinario, che
riusciva a far saltare ogni forma di dogmatismo. Non ero daccordo con lui su molte cose e, in
particolare, sulla sua proposta di interpretare linconscio come fabbrica e non come tragedia. Le tesi
dellAnti-Edipo, ferma restando la grandezza del libro e il valore della sua scrittura, sono secondo me
piuttosto insostenibili.
La ricerca storica sul passato recente si avvale dellanalisi dei documenti ma anche della
voce dei testimoni diretti. Quanto hanno contato per lei le fonti, e quanto i testimoni?
E come pensa si potr andare avanti nella ricostruzione storica, per esempio della Shoah,
ma non solo, ora che la generazione dei testimoni si va estinguendo?
Oggi, in tutto il mondo, sono rimaste poche le persone che hanno potuto conoscere Freud nella loro
infanzia. Nella mia biografia, le testimonianze dirette hanno contato pochissimo anche se mi sono
avvalsa del grande lavoro fatto da Kurt Eissler che ne ha trascritte tante. Al contrario, nel lavoro che
ho dedicato a Lacan, ho potuto contare su duecento testimonianze di persone che lavevano
conosciuto. Si teme che la scomparsa degli ultimi sopravvissuti alla Shoah possa provocare un
indebolimento della memoria collettiva di questa immane tragedia. Credo si tratti di una paura
infondata perch i testimoni hanno gi raccontato le loro dolorose vicende, che sono state trascritte.
Non credo assolutamente che la morte degli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio potr
agevolare lantisemitismo.
Lei torna sulla sua avversione a ogni forma di discriminazione e, in particolare,
allantisemitismo, anche nel capitolo della sua biografia dedicata a Freud intitolato Di
fronte a Hitler. La recente pubblicazione dei Quaderni neri di Heidegger ha
ridimensionato la sua considerazione del filosofo tedesco?
Sono serena di fronte a questa questione, forse perch non sono mai stata heideggeriana. Il nazismo
di Heidegger era gi conosciuto fin dal 1933 e questo ha provocato un dramma imponendo subito
a Karl Jaspers, Hannah Arendt e ai contemporanei di Heidegger uninquietante domanda: in che
modo lautore di Essere e tempo ha potuto trovare nel nazismo una consonanza con il suo pensiero?
Nel secondo dopoguerra tent di presentarsi come una vittima mentendo sul suo passato nazista, ci
che ne fa ai miei occhi una persona esecrabile: si atteggiava a vittima senza aver mai speso una sola
parola sullo sterminio degli ebrei. Ma grottesco che in Francia si debba affrontare un affaire
Heidegger, ogni dieci anni. Ciclicamente si sostiene che stata nascosta la compromissione di
Heidegger con il nazismo; ma una mistificazione. Il brutto libro di Victor Farias, pubblicato nel
1987 e dedicato a questo problema, non deve essere letto solo come un attacco contro il filosofo
tedesco ma anche contro Derrida, considerato come uno dei massimi esponenti dello heideggerismo
francese. I Quaderni neri aggravano la posizione di Heidegger non solo per il loro contenuto
antisemita ma per la loro collocazione nella successione dei volumi delle sue opere complete.