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CAR FLUFF: LA VALORIZZAZIONE ENERGETICA PER CHIUDERE IL


CERCHIO DEL RECUPERO E RICICLAGGIO DEI VEICOLI A FINE VITA

Che cos’è il car fluff Il car fluff (Autovehicle Shredded Residues – ASR) è il prodotto di
rifiuto non metallico derivante dalla frantumazione della carcassa del
veicolo dismesso dopo le operazioni di messa in sicurezza, l’attività di
demolizione e, per quanto fattibile, le operazioni di trattamento per la
promozione del riciclaggio.
Si tratta di una tipologia di rifiuto molto eterogenea – è composta da un
mix di materiali, tra cui plastica, gomma, vetro, fibre tessili, vernici, oli,
lubrificanti, carta e cartone – che rappresenta circa il 25-30% del peso
dell’intero veicolo; una percentuale elevata che attualmente non viene
intercettata dalla filiera del riciclo (autodemolitori e impianti di pre-
trattamento), a causa dei costi elevati e della mancanza di tecnologie
adeguate.
L’analisi delle tecnologie post-shredders attualmente disponibili –
peraltro in molti casi ancora a livello sperimentale – ha, infatti,
confermato che circa il 90% del car fluff prodotto non trova
collocazione diversa dallo smaltimento in discarica.
Perché non può essere È tuttavia fondamentale considerare che il car fluff, per la varietà dei
smaltito in discarica materiali presenti, difficili da classificare con certezza, e il potenziale
inquinante di parte di essi, non può seguire i normali circuiti di
smaltimento. Nonostante il D.Lgs. 209/2003 imponga, infatti, durante le
fasi di bonifica e trattamento delle carcasse delle auto il recupero del
maggior quantitativo possibile di metalli e l’eliminazione delle sostanze
inquinanti, nel car fluff possono trovarsi residui potenzialmente
problematici da gestire nel caso di smaltimento in discarica, a causa
delle possibili infiltrazioni di percolato nelle falde acquifere e nel terreno
ed per le emissioni in atmosfera. La gravità della situazione risulta
evidente se solo si considera che il car fluff generato ogni anno in
Italia ammonta a oltre 500.000 tonnellate. Un quantitativo enorme che
attualmente può essere smaltito in una sola discarica speciale
aperta a tutti gli impianti di trattamento sull’intero territorio nazionale e
in altre tre asservite al solo smaltimento di singoli impianti, rendendo i
costi di smaltimento elevatissimi.
Con l’ovvia conseguenza che una considerevole percentuale del
rifiuto viene stornata verso smaltimenti illeciti.
Il D.Lgs. 36/2003, inoltre, vieta il conferimento in discarica di
qualsiasi rifiuto che, come il car fluff, abbia un potere calorifero
interno (PCI) superiore a 13.000 kj/kg
L’orientamento Una caratteristica, tra l’altro, che rende questa tipologia di rifiuto
dell’UE: il recupero particolarmente adatta ad essere utilizzata in processi finalizzati a
energetico recuperarne il contenuto termico.
L’accordo di Tenuto conto di tutte queste considerazioni, appare indifferibile la
programma con il promozione di processi tecnologici che consentano, da un lato di
Ministero smaltire ingenti quantitativi di car fluff in modo alternativo al
dell’Ambiente per conferimento in discarica, e dall'altro realizzino, attraverso un idoneo

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termovalorizzazione e sicuro procedimento di gassificazione e termovalorizzazione, il


del car fluff recupero delle riserve di energia contenute in tale tipologia di rifiuto,
ovviamente dopo la selezione delle frazioni riciclabili mediante l'uso delle
migliori tecnologie disponibili.
Con questo obiettivo fondamentale, il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare ha siglato un accordo di programma
con MAIND, la società del Gruppo Marangoni proprietaria dell’impianto
di termovalorizzazione di pneumatici fuori uso di Anagni, per la
gassificazione con valorizzazione energetica di circa un quarto del
car fluff prodotto ogni anno in Italia. All’interno dell’accordo, lo
stabilimento di Anagni sarà parte di un sistema impiantistico predisposto
da MAIND insieme ad altri siti realizzati presso impianti di trattamento di
veicoli a fine vita.
L’accordo di programma - che ha previsto tre distinte fasi di
sperimentazione sull’efficacia e la sicurezza del processo di
termovalorizzazione del car fluff - è inteso a favorire, ai sensi del D. Lgs.
22/1997, la riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti,
nonché il riciclaggio, il recupero di materia prima e il recupero
energetico, limitando lo smaltimento ad una fase eventuale e
residuale della gestione dei rifiuti, oltre che a conseguire le finalità
generali di prevenzione ambientale e specifiche di utilizzazione dei rifiuti
come combustibile per produrre energia.
L’obiettivo UE al 2015 Il ruolo fondamentale del recupero energetico del car fluff è
e il ruolo del recupero implicitamente sancito anche dalla direttiva 2000/53/CE del
energetico del car fluff Parlamento europeo e Consiglio relativa ai veicoli a fine uso, secondo cui
tutti gli stati membri dovranno conseguire al 2015 l’obiettivo
fondamentale di reimpiego e recupero del 95% del peso medio del
veicolo.
Poiché, come detto, il car fluff rappresenta il 25-30% del peso
complessivo del veicolo, ed essendo espressamente incluso dalla
direttiva nella definizione di “recupero” il recupero di energia, appare
evidente come l’unico modo per raggiungere l’obiettivo al 2015 sia
attraverso il ricorso alla valorizzazione energetica di questa tipologia
di rifiuto.

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