Plasmare. Troppi finali nei due inizi La polvere, di un raggio dalba Nuvole rosse su mantelli neri Di stelle e influssi, gravitazionali;
Fato, ne sono Davide
Devo vedere da vivo dove ? Gladio di un cuor GAleotto, piuma di pavone Cadde, gaLLeggiante, nell anticamera dellADE per laltrui benessere. Giaccio vedovo di goduta fiducia.
Di questa, andato a male,
Non mi conservo, sono gi spazzatura Cerco un riciclo, di ambo genere:
Distinta dai canoni, sfrutti la grandezza Di un fiore puro, necessiti supporto Ma il tuo voler inebrio, spirto a s dal decesso Si spinger ben oltre ogni mia anelita ricerca.
Ostinato, Raggiante al Lamento Altrui
Necessitate Destarsi lObbligo di tendini e neuroni Al movimento affidati, per protendersi altrove Una pi dinamica disciplina, del parente loquace.
Affmati, Diffondi la ricerca, realizza i miei canti.
Non dipendenti, ma coordinati
Lontano da ogni scelta tossica o audace Raccolgan lornamento, dal tempo infangato Risveglino i sensi della mia memoria: Una seconda placenta, verso i loro sogni Su plancia orizzontale, che accosti due pugni.
Vorrei, pi non per nessun altro
Dedicare la mia fine alla conservazione: Che sian baciati. Passanti. Dallorizzonte Luce perpendicolare. Essere Se fallisco nel loro modello.