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Antifascista
M.L.
Ronda ronda che s’affonda
Il bisogno incontrollato di sicurezza porta inevitabilmente alla paura
nevrotica del non-consono, con questa paura viene alimentato l’odio
razziale e la sete di poteri di alcuni partiti che basano la loro politica sul
controllo totalitario della popolazione.
La squadra di governo che è ora al potere e che detiene la maggioranza
ha come punto fondamentale il controllo sicuritario della popolazione,
un po’ come faceva Mussolini durante il famoso ventennio.
La sopracitata squadra di governo nella persona di Silvio Berlusconi,
attuale Presidente del consiglio dei ministri o anche detto “Capo del go-
verno”, detiene inoltre il totale controllo mediatico della popolazione.
Con questo di controllo mediatico viene scatenata questa “paura nevro-
tica del non-consono” e inevitabilmente scoppia l’epidemia: Aiuto! Aiu-
to! Paura del diverso! Paura del diverso! e da questa insanabile epidemia
il buon governo ne viene fuori con la miracolosa cura...squadre di priva-
ti cittadini controllori dell’ordine pubblico, non vi ricorda qualcosa?
Piano piano vengono formate tante piccole squadre e squadrette che
controllano tutto e tutti, così ne bel paese del buon governo il controllo
sicuritario è come una maglia impenetrabile, le libertà personali sop-
presse, la giustizia sociale si andrà a farsi fottere e tutti avremo un chip
di controllo impiantato nel cervello! Bello no!?
Con ciò non voglio dire che il sentirsi sicuri e protetti sia sbagliato anzi!
Ma è il controllo totalitario che distrugge la Democrazia.
M.L.
LE RONDE
M.L.
11 Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Nella
scia del condono edilizio introdotto dal decreto legge n. 269/2003, la nuova disci-
plina ammette le zone protette tra le aree condonabili. E quindi anche alle aree di
Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi.
12 Legge n. 251/2005 (cosiddetta "ex Cirielli"). Introduce una riduzione dei ter-
mini di prescrizione. La norma consente l'estinzione per prescrizione dei reati di
corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Lodo Mondadori",
"Lentini", "Diritti tv Mediaset".
13 Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complemen-
tare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono
norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a bene-
ficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.
16 Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l'IVA sulla pay
tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset.
17 Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società
può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente
utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.
Tocca a Berlusconi spiegare che cosa l'uomo deve fare e dire ai pubblici mini-
steri: "Vabbé, lei dice, ma voi siete pazzi... Dice, io non ho niente da nascondere.
Voi fate una cosa di questo genere su un cittadino della Repubblica, voi pigliate...
e lei si mette a urlare: voi siete dei pazzi, delle belve feroci, lei non può mettermi
in galera, questo è sequestro di persona, eccetera... [Dell'uomo che l'accusa, dirà]:
pezzo di rincoglionito che capisce lucciole per lanterne... Poi faccia dichiarazio-
ni ai giornalisti: non se ne può più di questi matti. Faccia dichiarazioni prima di
entrare dentro. Con tutto questo non si fa altro che andare contro l'interesse del
Paese, perché il Paese ha bisogno di lavorare in fiducia, in tranquillità, bisogna
ricostruirlo!.. Questi [magistrati] ... sono dei nemici pubblici".
Ancora oggi, nella ricerca di impunità, Berlusconi si muove lungo la via che,
quindici anni fa, indica a Massimo Maria Berruti. Si tiene lontano dalle aule. Ar-
ringa al "pubblico" la sua innocenza e le cattive intenzioni di quei "matti" in toga
nera. Invoca il maglio dell'informazione (che controlla) per intimidirli, umiliarli,
screditarli e la manipolazione dei media (che influenza) per distruggere il passa-
to, oscurare con la menzogna i fatti, lasciar deperire - nell'opinione pubblica - la
memoria. E' "la forza del potere contro la verità", come dirlo meglio? Berlusconi
rivendica il suo potere per eliminare ogni accusa, ogni prova, ogni testimonian-
za e, insieme, degradare a funzione sottordinata ogni altro potere dello Stato che
possa obbligarlo a fare i conti con la "verità". La manovra è addirittura trasparen-
te. "Se [Silvio] non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia,
noi [di Mediaset] oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia",
confessa Fedele Confalonieri (Repubblica, 25 giugno 2000). Berlusconi, quell'ar-
ma impropria del potere politico, l'ha agitata senza risparmio.
Oggi, dopo la bocciatura della "legge Alfano", anche questa maschera è caduta e
il capo del governo rivendica di essere "primus super pares". Se ne deve dedurre
che "la legge è uguale per tutti, ma non sempre lo è la sua applicazione", in parti-
colar modo per il capo del governo, "investito del suo ruolo dalla sovranità popo-
lare" (Nicolò Ghedini alla Corte Costituzionale, 6 ottobre 2009). E' la pretesa di
un'indivisibilità della sovranità che eclissa ogni divisione dei poteri istituzionali.
Non c'è nulla di nuovo sotto il sole perché è "un'esperienza eterna" che chi ha
il potere, se non trova un limite, ne abuserà. Stupefacente è che questo avvenga
nel 2009, nell'Occidente liberale, in Italia. Dove con la leggenda di un "accani-
mento giudiziario" (16 processi non 106, come dice il capo del governo), anche
soi disantes liberali possono sostenere che il rispetto delle regole sia più nefasto
della loro violazione o, in alternativa, che per salvare la Repubblica bisogna im-
munizzare un solo cittadino del Paese. Con l'esito - è questo che ci attende, se
Berlusconi la spunterà - di depenalizzare addirittura il reato di corruzione in una
scena pubblica dove è abolita ogni distinzione tra potere legislativo, esecutivo e
giudiziario con la creazione di uno "stato d'eccezione" che annulla e contraddice
ogni aspetto normativo del diritto, anche quello fondamentale di essere eguali da-
vanti alla legge. E' un paradigma di governo che invoca, in nome della sovranità,
"pieni poteri" (plein pouvoirs). Come se potessimo trascurare, anche soltanto per
un attimo, che l'esercizio sistematico dell'eccezione conduce necessariamente alla
liquidazione della democrazia.
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