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A.

Grassi - Modularit nellEDA

MODELLI di MODULARITA DIDATTICA nell EDA


LAccordo Stato Regioni Autonomie locali del marzo 2000 chiede un profondo rinnovamento
della didattica , passando da una programmazione delle attivit formative centrata sui curricoli e
corsi lunghi, a una programmazione centrata su competenze e percorsi modulari; cio su segmenti
brevi e non necessariamente sequenziali, costruiti in modo che ogni singola unit costituisca un
tutto e possa essere autonomamente certificata, rappresentando cos, un credito formativo.
Il modello formativo si caratterizza per lofferta di una molteplicit di percorsi aperti e
flessibili e di specifiche opportunit, al fine di essere centrato sulle condizioni di partecipazione
degli iscritti e favorire lingresso in formazione di soggetti adulti di ogni et. Esso si caratterizza
per la modularit dei percorsi e per la flessibilit dei moduli che lo compongono, ognuno finito in
s e riconosciuto, eventualmente, anche quale credito formativo dai soggetti coinvolti sia per la
prosecuzioni degli studisia per una professionalizzazione dellindividuo..[] si potr prevedere
il riconoscimento di crediti ai fini della riduzione del percorso scolastico
La diversit della domanda sociale di formazione nellEDA , implica la messa a punto di modelli
di progettazione didattica funzionali alla realizzazione di unofferta formativa flessibile.
Flessibile in rapporto alla:
Creazione di percorsi formativi brevi, facilmente modificabili e raccordabili fra loro
Realizzazione di unofferta fortemente personalizzata e centrata sulla problematicit delle
situazioni reali.
Praticabilit di rientri e passaggi fra i vari segmenti del sistema EDA.(Sistema formativi
integrato)
Certificazione anche di segmenti formativi modulari ( accreditamento di risultati anche parziali)
Capacit di sviluppare un sistema omogeneo di certificazione dei crediti formativi ( Standard
formativi )spendibili, in qualsiasi momento della vita, nei diversi contesti del sistema
dellistruzione e della formazione.
In questo contesto educativo, tendenzialmente destrutturato, lattenzione didattica deve essere
focalizzata anche sulla dimensione progettuale dei percorsi formativi.
Cosa debba essere fatto per educare e come lo si debba fare.
ALCUNI MODELLI DI RIFERIMENTO
La nostra esperienza ci indica che non esiste un modello valido per tutte le stagioni , ma
esistono modelli sperimentati che possono essere analizzati come strutture di confronto, di dialogo
per essere rielaborati in situazioni diverse.
La ricerca sviluppata ha fermato lattenzione, principalmente, su quattro approcci che sembrano
costituire un riferimento di fatto possibile:
1. UFC ( Unit Formative Capitalizzabili ) Isfol ( Istituto per lo sviluppo della formazione
professionale dei lavoratori )
2. UFM ( Unit Formative Modulari)
3. UdA ( Unit di Apprendimento )

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UFC Isfol ( Un modello col quale confrontarsi)


La definizione: unit formativa capitalizzabile come unit tipo di riferimento e/o standard minimo
di riferimento per la formazione, avente come scopo il raggiungimento di precise competenze.
Quindi lUFC rappresenta la struttura di base di un segmento formativo ( pertanto di pertinenza
degli attori cui compete pianificare la formazione); il modulo limplementazione della UFC, in
esso vengono definite in dettaglio la tempistica, le risorse, e le modalit del loro utilizzo ( queste
operazioni pongono attenzione, tecnicamente, al processo di apprendimento).
LUFC , quindi, lipotesi metodologica per un sistema formativo fortemente integrato. Sistema
che vede la formazione professionale e il mondo del lavoro collaborare insieme per raggiungere un
obiettivo unico: la formazione lungo tutto larco della vita.
E un modello marcatamente centrato sullo sviluppo delle competenze, del saper fare, ed assume
come termine di riferimento principale i processi organizzativi. Anche le UFC che devono
sviluppare le competenze di base e trasversali , nascono da unanalisi del comportamento lavorativo
del soggetto. Quindi, il processo formativo, deve sviluppare, principalmente, quelle capacit
operative che il soggetto abile ed esperto compie di fronte ad un compito lavorativo.
Ad esempio nelle mappe delle competenze trasversali: diagnosticare la situazione, il compito, il
problema, se stesso, relazionarsi a persona o a cose, affrontare la situazione o prendere la decisioni
di agire.
LUFC nasce, quindi, dopo unattenta analisi del lavoro che il soggetto deve svolgere. Quindi si
passa a individuare, descrivere, denominare delle aree di attivit (AdA) e solamente in questo
momento si collegano ad esse il risultato atteso e le competenze che concorrono alla sua
realizzazione.
E sulle competenze, intese come standard formativo minimo, che gli operatori educativi sono
chiamati a delineare un percorso di esperienze di apprendimento idonee a conseguire il risultato
atteso.
Considerazione
Siamo in piena logica di predeterminazione, con il rischio che il processo educativo in
particolare, e in generale i processi di apprendimento, siano messi in secondo piano rispetto
allattenzione riposta verso la costruzione del percorso formativo cio verso le condizioni esterne.
Viene di fatto sottovalutato tutto ci che avviene durante la pratica educativa, presupponendo che i
partecipanti non possono prendere, da parte loro, alcuna decisione sullandamento delle cose
Inoltre lUFC ha nel risultato atteso uno dei suoi costrutti fondamentali: tutta la pratica educativa
ruota intorno al risultato atteso. Unimpostazione del genere pu funzionare solo con soggetti molto
motivati come coloro che sono orientamento o in riorientamento lavorativo.
Analisi del processo ( Tecnico del sistema post-vendita IAL Piacenza)
1. Individuazione dei fabbisogni formativi (Osservatorio Provinciale del Lavoro)
2. Definizione di un profilo professionale coerente con quelli presentati dalla Regione
3. Descrizione e definizione delle aree di attivit ( specificano ulteriormente il profilo
delloperatore )
4. Definizione delle competenze che il profilo professionale deve possedere per esercitare quelle
attivit
5. Definizione dei contenuti e quindi del percorso di apprendimento idoneo, in un certo tempo e
attraverso lutilizzo di determinate metodologie, a conseguire il risultato atteso.
Metodologicamente le tre macro fasi che vengono considerate nella costruzione delle UFC sono:
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analisi dei requisiti di base per loccupabilit ( UFC di base)


analisi dei processi di comparto ( UFC tecnico-professionali )
analisi del comportamento in ambito lavorativo ( UFC trasversali )

Struttura dellUFC
Descrittori riconosciuti dallISFOL come essenziali affinch lUFC corrisponda a criteri di
standardizzazione e a modello di riferimento formativo confrontabile, spendibile e applicabile in
diversi contesti.
Titolo

Denominazione dellunit formativa sotto forma di competenza.


Ad esempio: Operare su siti Internet/Gestione ricambi/La ricerca della
documentazione tecnica..

Risultato atteso

E in forma sintetica lobiettivo a cui tende lunit

Attivit

Insieme di attivit necessarie che il soggetto deve fare per raggiungere il


risultato atteso.
Esprime un insieme di azioni attraverso luso di forme verbali allinfinito.

Competenze

Le competenze esprimono che cosa il soggetto devessere in grado di fare


per presidiare efficacemente le attivit sopra descritte e sono lobiettivo
particolare della UFC.

Prerequisiti

Sono le conoscenze e le competenze che il soggetto deve possedere, come


precedente risorsa, per poter accedere al percorso

Contenuti

Sono gli ambiti del sapere sui quali si fondono le competenze dellUFC

Durata

Esprime in termini quantitativi il tempo necessario per lacquisizione


dellintera UFC

Modalit formative

Si classificano i contesti formativi pi idonei per


lapprendimento/sviluppo delle competenze: lezione frontale, analisi di
casi, esercitazioni di laboratorio, stage, tirocini formativi.
Sono le tipologie di verifica delle competenze previste: prove pratiche,
soluzioni di caso, performance di simulazione.

Modalit di
valutazione

Questo modello stato sperimentato principalmente nella formazione professionale in quanto,


evidentemente ponderato sulle certificazione delle competenze, sul saper fare, pi orientato
allarticolazione con il mondo del lavoro che all'integrazione con il sistema dellistruzione .Infatti,
da esso, si ricava unidea di flessibilit di natura tecnica ma non legata allandamento reale di un
processo di apprendimento.

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UFM ( Unit Formative Modulari ) - Un modello didattico per lEDA (Progetto POLIS - CTP Casale Monferrato Piemonte)

Lo schema modulare utilizzato nel progetto Polis, rimanda allidea della modularit vista come
una segmentazione di un percorso pi ampio in unit minime per realizzare una certa flessibilit nei
percorsi (personalizzazione) e nelle strategie formative ( certificazione dei crediti e percorsi
integrativi).
Il rischio di sbilanciare troppo lattenzione degli insegnanti verso la costruzione, larchitettura , a
scapito delle condizioni interne allapprendimento, vengono superate nel momento in cui si
inseriscono, nel processo di elaborazione del modello, i bisogni delladulto in rientro scolastico e
lopportunit di unazione formativa che deve mirare a coinvolgere i soggetti valorizzando gli
schemi interpretativi gi presenti nelladulto.
Quindi la modularit del percorso, pur rimanendo un elemento cardine per lo sviluppo delle
competenze, luso finalizzato delle conoscenze, la certificazione dei crediti (proposte non diverse
dallo schema Isfol) vissuta anche come elemento necessario per dare avvio ad un percorso di
apprendimento ( logica del sistema aperto non predefinito: azione formativa come qualcosa che pu
modificarsi ed arricchirsi strada facendo).
In questo caso, lesperienza dei docenti EDA del Piemonte, ha posto lattenzione su due
questioni fondamentali:
- il modello didattico deve porre il soggetto in rientro formativo al centro dellazione educativa
( curricolo costruito intorno ai bisogni e agli interessi delladulto )
- i moduli non devono essere pensati come elementi rigidi e predefiniti di un percorso pi
complessivo che pu essere invece flessibile, variamente articolato perch pensato e costruito
sulla base di un catalogo ampio di unit modulari.

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La struttura dellUFM

Titolo dellUFM:
la denominazione che viene data alla
UFM, che sintetizzi/richiami un tema,
un problema o un compito emerso
come rilevante.

Prerequisiti:
le competenze/conoscenze indispensabili che bisogna gi
possedere

Obiettivi di Apprendimento:
Durata:
Corrisponde ad una delle macro
il numero di ore ragionevolmente previsto per lo
competenze individuate nellanalisi dei svolgimento dellaUFM
bisogni
Articolazione dellobiettivo generale Contenuti
in un modello di competenze
descrivibili:

Modalit
formative

Modalit di
valutazione

in termini di
attivit

Risorse ( materiali
e umane ) e
strategie
( tecniche e
strumenti ) per
lapprendimento
che si prevede di
utilizzare.

Metodi e
strumenti di
valutazione.

in termini di
capacit

Saperi,
conoscenze e
concetti,
ovvero: azioni,
ovvero: le capacit
attraverso i quali
compiti,
che si ritiene siano
verranno
individuati come implicate
sviluppate le
inerenti lobiettivo dallobiettivo
competenze
generale.
generale e che si
intende
sviluppare( perch
La descrizione
emerse come
avviene mediante bisogni formativi).
forme verbali
allinfinito.
La descrizione
avviene mediante
forme verbali
allinfinito

Ovvero: il
modello
di esperienze di
apprendimento
progettato

Criteri generali: la
valutazione fa
parte integrante
del processo di
formazione.

La descrizione deve coinvolgere i


soggetti in apprendimento ( anche
attraverso una attivit di riflessione su
modelli preesistenti )

La differenza tra questo schema e il modello dellIsfol risulta ora sostanziale: mentre nellUFC si
evince che la preoccupazione principale di tipo organizzativo ( progettare percorsi standard e
definiti allinterno di un sistema di competenze predeterminate), nellUFM la preoccupazione
principale di tipo pedagogico ( definire le condizioni interne ottimali per dare inizio ad un
percorso di apprendimento articolato sui bisogni dei soggetti in rientro formativo) .

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Esempio di Unit Formativa Modulare ( da: Percorsi didattici per lEDA- MIUR - Capp/Calaminici )
Titolo dellUFM:
In poche parole ( meccanismi del
linguaggio per sintetizzare)

Prerequisiti:
Capacit di estrarre le informazioni contenute in un
semplice testo descrittivo riferendole agli argomenti cui
effettivamente si riferiscono
Durata:
40 ore

Obiettivi di Apprendimento:
Possedere strumenti e criteri per
realizzare sintesi, per riassumere testi
di tipo descrittivo.
Articolazione dellobiettivo generale Contenuti
in un modello di competenze
descrivibili:
in termini di
attivit

in termini di
capacit

Meccanismi del
linguaggio
verbale:
produrre:
- Parafrasare
meccanismi di
- Un testo pi
- Applicare
sintesi lessicale
breve del testo
meccanismi di
( sinonimi,
di partenza che
sintesi
pronomi e
ne conserva
lessicale
anafore,
tutte le
- Applicare
nominalizzazioni,
informazioni
criteri di
metafore ); il
- Un testo che
selezione
meccanismo delle
conserva solo
dellinformazi
presupposizioni;
parte
one:
inferenze e
dellinformazi valenza
integrazione delle
one.
esplicativa delle
conoscenze;
- Un testo pi
informazioni,
legami esplicativi
breve nella
scopi dellautore
tra le conoscenze
forma e nel
del brano di
e selezione delle
contenuto
partenza,
conoscenze;
- Un testo pi
scopi che si
legami scopistici e
breve che
vogliono
selezione delle
modifica
raggiungere
informazioni.
forma e
applicando la
contenuto
sintesi.

Modalit
formative

Modalit di
valutazione

Per lo sviluppo
delle competenze
verranno
privilegiate
metodologie di
apprendistato
cognitivo in
piccoli gruppi.

Esecuzioni di
prove consistenti
in applicazioni di
procedure di
autocontrollo o di
meccanismi
linguistici presi in
considerazione.

La riflessione sui
meccanismi del
linguaggio sar
sviluppata
utilizzando la
metodologia
dellapprendiment
o per scoperta.

Utenza di riferimento:
Adulti italiani, stranieri con
conoscenze di base dellitaliano
Ambiti di utilizzo:
percorso per licenza media o rientro
formativo nella secondaria superiore
La UFM progettata pu essere eventualmente suddivisa in sottomoduli e unit didattiche che
comunque mantengono la stessa struttura formale ( durata, obiettivo, attivit, capacit,
contenuti, modalit formative, modalit valutative).
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UdA ( Unit di Apprendimento)


da Percorsi didattici per lEDA MIUR M. Levratti / S.Marchioro

Risultato atteso e competenze sono elementi percepiti nellUda ma con unattenzione diversa
rispetto allUFC.
LIsfol concepisce la competenza come linterfaccia fra lanalisi del lavoro e la proposta
formativa, come il punto di arrivo dei processi di analisi del lavoro e il punto di partenza per
stabilire i risultati attesi dellazione formativa. Il termini di riferimento sono quindi le attivit
organizzative del lavoro.
NellUda risultato atteso e competenze consistono nella prefigurazione di un essere in grado
di corrispondente a bisogni ed esigenze che si ritiene un adulto possa esprimere in rapporto a
determinate situazioni problematiche di vita e lavorative .
Mentre lUFC ha un carattere lineare e relativamente stabile:

Analisi del lavoro


(processi organizzativi)

Competenze

Azione formativa

LUda ha invece una configurazione circolare, prevede la possibilit di una interazione fra
struttura, che prefigura un determinato risultato e processo che pu produrre esiti conformi, parziali,
o non corrispondenti rispetto a quelli prefigurati.
Bisogni
delladulto

Azione
educativa

Competenze/
conoscenze

Il tipo di competenze che lUDA pu concorrere a sviluppare non legato n allanalisi delle
attivit lavorative, n allanalisi disciplinare (programmi).Bens alla problematicit delle situazioni
reali, lavorative e di vita, e allesercizio dei diritti di cittadinanza attiva. Questo significa
individuare le competenze che stanno allincrocio fra le discipline e i diritti di cittadinanza e l
praticare lazione di sostegno educativo.

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Lelaborazione della matrice UdA

Processo :
6. Scheda didattica
Condizioni di
ingresso
Metodologie
Risorse / strumenti
Verifica e
valutazione

Struttura:
1. Denominazione
Uda
2. Risultato atteso
3. Competenze
4. Conoscenze
5. Durata

Documentazione
Certificazione
Dichiarazione
Attestato di frequenza

Elementi costitutivi la matrice


La matrice si articola in tre parti:
1. La struttura:
Rappresenta la componente dichiarativa, che esplicita la duplice connessione fra:
Competenza e area disciplinare (le competenze che percorsi formativi in aree disciplinari
possono sviluppare)
Competenza e soggetto ( valore che il soggetto pu attribuire allacquisizione di quella
competenza).
2. Il processo:
Rappresenta la componente descrittiva dellazione didattica. In quanto legata alla storia personale
delladulto, introduce lelemento di flessibilit necessario a sviluppare percorsi
personalizzati, modificabili e condivisi dallutente. I campi di cui si compone sono i
seguenti:
Condizioni di ingresso
Contenuti
Metodologie
Strumenti
Verifiche e valutazione
3. La documentazione
Certificazione
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Attestati
Dichiarazioni

Schema tipo dellUdA

La Struttura

Titolo dellUdA:
Indica il nome sintetico dellunit. Evidenzia la competenza raggiungibile.
Deve indicare:
- lintenzionalit didattica pedagogica
- il significato della proposta per lutente.
Es. Capire/parlare con i numeri
Area di processo :
ogni UdA caratterizzata da azioni riconducibili ad unarea composita di processi: si tratta di
evidenziare operatori concettuali, modalit operative e/o conoscitive che caratterizzano lo
svolgimento dellUdA. ( es. tematizzare, sviluppare processi analogici, descrivere processi
operativi, ecc. ).
Risultato atteso:
Risulta associato alla macrocompetenza dellunit . Esprime la prefigurazione degli esiti
certificabili dellUdA.
Es. Saper far di conto
Competenze:
rappresentano larticolazione del risultato atteso, sono quelle che si intende sviluppare attraverso il
processo formativo. Vengono precedute dallespressione essere in grado di .
Es. Essere in grado di effettuare moltiplicazioni con numeri naturali
Conoscenze:
sono le condizioni attraverso cui si sviluppano le competenze.
Durata:
Espressa in ore definisce, allinterno di un range di tempo, la durata dellintervento formativo.

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Il Processo

Competenze
dingresso

Contenuti

Metodologie

Risorse /
strumenti

Verifica e
valutazione

Sono le condizioni
di partenza
rilevate in fase di
accoglienza che
consentono di
stipulare il patto
formativo,
prefigurando un
percorso didattico
possibile. Oltre
alle competenze
opportuno
rilevare:
conoscenze,
abilit,
motivazioni.

Sono gli ambiti


del sapere
attraverso cui si
sviluppano le
competenze.

Comprendono i
modi e le strategie
didattiche, scelte
in rapporto
allutenza e alla
situazione.

Indicano oltre alle Intesa nella doppia


attrezzature
accezione:
materiali, le
- Della qualit
risorse umane e
dellazione
professionali
formativa in
necessarie a
rapporto al
rendere efficace
soggetto in
lattivit.
formazione
- Degli
apprendimenti
in relazione
allo sviluppo
di competenze
da certificare.

La documentazione

Documentazione:
-

Certificazione dellUdA ( quando il percorso stato completato ) .


Dichiarazione ( quando il percorso stato in parte compiuto e le competenze solo parzialmente
sviluppate ).
Attestato di frequenza ( non sono state acquisite competenze e pu essere documentata solo la
frequenza in termini di ore ).

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Il progetto FORMARE
(Lesperienza della Rete dei CTP Scuole Serali Superiori di Parma )

Il progetto, finanziato con fondi della Regione Emilia Romagna, nasce dal gruppo di
progettazione del CTP delle Scuole Serali Superiori di Parma.
Il CTP costituito da una rete di scuole superiori.
Quattro di queste scuole hanno partecipato alla presentazione del progetto: lIstituto Tecnico per
Geometri C. Rondani , lIstituto Tecnico Statale L. da Vinci , lIstituto Tecnico Commerciale
Bodoni e lIstituto Professionale Statale P.Giordani .
Lidea del progetto
Lobiettivo prioritario del progetto FORMARE quello di migliorare ed ampliare lofferta
formativa che le istituzioni scolastiche possono offrire, anche nellottica di una integrazione con la
formazione professionale.
Punto di partenza stato il progetto SIRIO e il modello proposto dal Ministero per gli Istituti
Professionali con la C.M. n. 305 del 20/05/1997, attualmente in vigore negli Istituti che si
occupano di EdA.
I punti di forza previsti da questi progetti ministeriali (riconoscimento di crediti formativi,
tutoring, metodologie didattiche tendenti a valorizzare esperienze culturali e professionali
dellutenza) devono diventare effettivamente operativi ed interpretati in modo da favorire il pi
possibile coloro che decidono di rientrare in formazione.
Quindi occorre che diventino operanti:
- percorsi flessibili che valorizzino lesperienza di cui sono portatori gli studenti;
- introduzione di nuove tecnologie di supporto alla didattica;
- riorganizzazione della struttura e degli orari dei corsi, introducendo la modalit della classe
aperta ;
- integrazione tra i sistemi della formazione e dellistruzione in termini di reciproco
riconoscimento dei crediti formativi.
Lintegrazione fra listruzione e la formazione professionale si deve concretizzare attraverso
progetti integrati che prevedano un 15% del monte ore curricolare ad appannaggio della formazione
professionale, che deve essere presente sia nel Comitato Tecnico che nel Consiglio di Corso, con la
quale si concorder la programmazione annuale dei corsi. Sar inoltre possibile prevedere
nellambito dei percorsi curricolari, mirati al conseguimento del diploma, dei percorsi alternativi
che siano riconosciuti e integrati con la formazione professionale.
Punto centrale, quindi, diventa la modularizzazione delle discipline degli Istituti facenti parte del
C.T.P., che deve avere come conseguenza il riconoscimento delle competenze, che ciascun modulo
prevede, da parte delle diverse istituzioni scolastiche interessate al progetto e da parte della
formazione professionale.
In questo modo alla fine del percorso lo studente avr la possibilit di :
1. sostenere lesame di stato

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2. cambiare lindirizzo di studi ed ottenere il riconoscimento formale dei crediti acquisiti


(sistematicit interna alla rete del CTP ).
3. articolare percorsi formativi diversi fra il sistema dellistruzione e quello della formazione,
avendo la possibilit di un riconoscimento reciproco dei crediti maturati (sistematicit esterna
con gli altri subsistemi dellEDA).

La modularizzazione ha anche come obiettivo quello di costituire, allinterno delle singole


scuole, un catalogo omogeneo dellofferta formativa, centrato su un ampio numero di moduli
didattici che potranno permettere alle scuole ed agli allievi, di costruire dei percorsi integrati,
appositamente progettati, in base alle esigenze delladulto in rientro formativo e alle richieste
dellofferta occupazionale del territorio. Questo ci permetter di moltiplicare le offerte formative e
di realizzare forme comuni di ricerca e di elaborazione progettuale.
Il progetto infatti prevede:
a) Il totale superamento del concetto di classe intesa come sistema chiuso
b) Unofferta formativa caratterizzata da una pluralit di percorsi aperti e flessibili
c) Il carattere modulare, breve , e non sequenziale delle attivit formative
d) Lintegrazione tra i sistemi dellistruzione e il sistema della formazione
e) Il riconoscimento dei crediti e quindi la possibilit di capitalizzare le competenze/conoscenze.
La struttura del modulo
La rielaborazione dei curricoli disciplinari dellIstruzione finalizzata alla creazione di nuovi
percorsi formativi flessibili, personalizzabili secondo la necessit dellutenza e, secondo la logica
della rete, spendibili nei diversi ambiti del sistema delleducazione degli adulti.
I contenuti formativi dei moduli, definiti in termini di competenze (abilit e conoscenze), si
possono raggiungere attraverso un percorso in unit didattiche, che vengono esplicitate ma non sono
prescrittive, in quanto modificabili rispetto a materiali didattici, nuclei tematici, modalit e
strumentazione didattica. Pu essere, infatti, che il percorso educativo debba essere modificato
in itinere, come contenuti delle unit didattiche, pur mantenendo inalterato il risultato atteso del
modulo.
La centralit del modulo rimane la competenza: intesa come risorsa spendibile sia nel contesto
lavorativo che in quello dellistruzione.
Lo strumento operativo che render possibile larticolazione e la trasparenza dei nuovi percorsi
formativi il libretto dello studente che riporter la certificazione del raggiungimento degli
obiettivi dei singoli moduli. Il progetto prevede un libretto informatizzato che progressivamente
sostituir la pagella scolastica, strumento non pi adeguato alle esigenze dellEDA.
Il percorso formativo annuale composto da circa 4 moduli.
Ai docenti stata fornita un Matrice Progettuale utile allelaborazione del Modulo (MD), che dovr
contenere circa 3/5 unit didattiche (UD).
Ogni modulo deve contenere indicazioni per la valutazione delle competenze acquisite, e
informazioni di riferimento al sistema degli Standard Regionali e Nazionali.
Lattivit di predisposizione dei Moduli stata svolta per gruppi di lavoro, che hanno sviluppato
percorsi verticali annuali :
- uno ( per il biennio)
- tre (per il triennio).
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Per larea comune, il gruppo era composto dai docenti dei vari Istituti, per le aree di indirizzo anche
da un solo docente della specializzazione.

Il modulo del progetto FORMARE

PROGETTO FORMARE

PRODUZIONE MODULI

ISTITUTO ___________________ CORSO ___________________________ CLASSE ________


PIANO DI LAVORO ANNUALE DI ______________________________ A.S. ______________

MODULO N.

Standard di
Riferimento

(TITOLO)
Dal titolo devono emergere lunicit del modulo e le competenze fondamentali formate
attraverso il percorso.
Standard Nazionali EDA
Standard Regionali EDA
Documento Tecnico
Standard Minimi di Comp.

Risultato Atteso
(al termine del
modulo)
Attivit

(usare i verbi
allinfinito)

Competenze

(usare i verbi
allinfinito)

Dichiara in forma sintetica ma precisa lobiettivo osservabile che consente lattivazione e la


manifestazione delle competenze fondamentali dichiarate nel modulo

Non sono quelle che compie il docente per insegnare, ma sono linsieme delle attivit che il
soggetto, in possesso delle competenze specifiche, svolge per raggiungere il risultato atteso.

Le competenze esprimono che cosa il soggetto devessere in grado di fare per presidiare
efficacemente le attivit descritte sopra .

Durata

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PERCORSO DI APPRENDIMENTO
Prerequisiti
Sono i nuclei concettuali e le abilit indispensabili per affrontare il percorso formativo del modulo.

Fasi e Contenuti
Fase 1: Start

Descrivi
lattivit iniziale
usata come
innesco del
modulo
(Durata: ore

)
U.D.1

U.D.2

Fase 2:
Realizzazione
Indica il titolo e i
contenuti di massima
svolti nelle diverse
Unit didattiche
(Durata: ore )

U.D.3

U.D.4

A. Oggetto di osservazione:

Fase 3: Verifica

B. Indicatori:
Le verifiche del modulo
hanno come oggetto il
risultato atteso e le
competenze implicate
(Durata: ore

C. Modalit di verifica:
U.D. di Recupero (indica quali contenuti essenziali in termini di CN e CP si intende recuperare):

(Fase 4):
Diversificazione
Possibile articolazione
in gruppi di lavoro
(Durata: ore

U.D. di Approfondimento (indica tematiche si intende approfondire):

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A.Grassi - Modularit nellEDA


Modalit di verifica:

(Fase 5): Verifica

d
e
l
l

a
p
p
r
e
n
d
i
m
e
n
t
o
d
e
l
l
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f
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s
e
p
r
e
c
e
d
e
n
t
e
(Durata: ore

Materiali / Testi / Strumenti:

GLI ERRORI DA EVITARE ( da P.Baroni )


PARTE PRIMA
1.

ATTENZIONE ALLA SCELTA E ALLA TEMATIZZAZIONE DEI MODULI

NON POSSONO ESSERCI MODULI DI RECUPERO DEL PROGRAMMA PRECEDENTE. E UNA


ESIGENZA DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA, NON DELLA PROGETTAZIONE MODULARE
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A.Grassi - Modularit nellEDA

I saperi e le abilit richieste per seguire il percorso formativo vengono dichiarate nella seconda parte del
Modulo e non fanno parte del corpo del modulo in progettazione
VANNO COPERTE TUTTE LE DIMENSIONI DISCIPLINARI PREVISTE DAI PROFILI, DAI
PROGRAMMI E DAGLI ESAMI DI STATO, CON UNA PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE
COMPETENZE SPENDIBILI ANCHE ALLESTERNO DEL SISTEMA DELLISTRUZIONE
Per quanto riguarda lArea Linguistico-Comunicativa, importante per la spendibilit esterna dei moduli
distinguere tra moduli finalizzati a competenze linguistico comunicative, prioritarie per lEDA, e moduli
finalizzati alla educazione letteraria o culturale.

2. ATTENZIONE ALLE COMPETENZE ANCHE PER QUANTO RIGUARDA LE DISCIPLINE DI


ORIENTAMENTO STORICO CULTURALE
Per le materie di orientamento specificamente storico e/o culturale, pu essere difficile individuare e graduare le
competenze operative, cio il sapere trasferibile. Cos nei moduli di STORIA, vanno esplicitate e poi perseguite
gradualmente nelle UUDD del percorso formativo (oltre ai nuclei tematici essenziali) le competenze che hanno una
maggior permanenza e trasferibilit rispetto ai particolari contenuti a cui nel presente modulo vengono applicate. Ad
es. : il saper tematizzare un evento o un processo, saper distinguere tra permanenze e mutamenti, saper costruire un
quadro cronologico, saper periodizzare, saper inquadrare eventi e processi secondo assi spazio temporali, saper ricavare
informazioni da carte tematiche e saper localizzare producendo carte tematiche, saper problematizzare, )
3.

ATTENZIONE AL TITOLO

NON DEVONO ESSERCI TITOLI TROPPO GENERICI O AD EFFETTO.


DAL TITOLO DOVREBBE EMERGERE LUNICITA DEL MODULO E LE COMPETENZE FONDAMENTALI
FORMATE ATTRAVERSO IL PERCORSO.
Ad esempio, un modulo di Italiano con il titolo Giacomo Leopardi non d conto delle competenze che si intendono
formare, mentre il titolo Ritratto dautore: G. Leopardi implica che la competenza fondamentale che si intende
formare nel modulo non tanto analizzare un testo poetico, n la costruzione di una biografia, quanto il saper
integrare conoscenze e competenze appartenenti ad ambiti diversi (descrizione del contesto storico-culturale, lettura di
testi saggistici, diari e memorie, e di documenti storici - anche iconici, analisi di testi poetici o narrativi, e di pagine di
interpretazione critica, ecc.) al fine di costruire un profilo sintetico organico e coerente di un autore significativo della
letteratura italiana)
4.

ATTENZIONE ALLA DESCRIZIONE DEL RISULTATO ATTESO

E AL SINGOLARE: NON VA FRAMMENTATA IN OPERAZIONI DIVERSE (ATTRAVERSO


PUNTI ELENCO, AD ESEMPIO). NON UNA OPERAZIONE PURAMENTE DICHIARATIVA: LE
CONOSCENZE MEMORIZZATE NON DIMOSTRANO ALCUNA COMPETENZA (SE NON LA
CAPACIT DI MEMORIZZAZIONE)
E unoperazione cognitiva complessa, contestualizzata, delimitata e osservabile, che consente lattivazione e la
manifestazione delle competenze fondamentali dichiarate nel modulo. ESPRESSIONI COME (CONOSCE, E
CONSAPEVOLE , SI ORIENTA ) NON SONO APPROPRIATE
5.

ATTENZIONE ALLE ATTIVITA

NON SONO QUELLE CHE COMPIE IL DOCENTE PER INSEGNARE, MA QUELLE CHE
SVOLGONO COLORO CHE SONO IN POSSESSO DELLE COMPETENZE PER REALIZZARE IL
RISULTATO ATTESO DICHIARATO. SI RIFERISCONO QUINDI ALLA SCOMPOSIZIONE DEL
PROCESSO DI LAVORO.

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A.Grassi - Modularit nellEDA

PARTE SECONDA

6.

ATTENZIONE AI PREREQUISITI

VANNO ESPLICITATI (IN TERMINI DI NUCLEI CONCETTUALI E ABILITA) SOLO QUELLI


INDISPENSABILI PER AFFRONTARE IL PERCORSO FORMATIVO DI QUEL MODULO
7.

ATTENZIONE ALLE UNITA DIDATTICHE

DEVONO AVERE UN TITOLO CHE ESPLICITI CON CHIAREZZA IL SEGMENTO DI PERCORSO CHE VIENE
AFFRONTATO.
QUANTO PIU LU.D. HA UNA TEMATIZZAZIONE CHIARA, AUTONOMA E CONCLUSA, TANTO PIU SARA
POSSIBILE UTILIZZARE IN FUTURO LE UUDD PER COMPORRE NUOVI PERCORSI FORMATIVI (AD
ESEMPIO, IN FAD)
8.

ATTENZIONE A MATERIALI, TESTI E STRUMENTI

PIUTTOSTO CHE LE SOLITE E GENERICHE DICHIARAZIONI (lezioni, esercitazioni, ecc.)


SAREBBE OPPORTUNO INDICARE I MATERIALI, LE ESERCITAZIONI E GLI STRUMENTI UTILIZZATI PER
LE LEZIONI (TESTI O SITI WEB), NONCH I CAPITOLI FONDAMENTALI DI TESTI DI RIFERIMENTO (CON
INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA)

LE FASI DELLA PROGETTAZIONE

17

A.Grassi - Modularit nellEDA

I FASE
1.

Si determina in via preliminare, per una data disciplina o per discipline affini, l'estensione
del curricolo sull'intero corso di studio (Programmazione disciplinare pluriennale) (vedi
scheda). Estremi di riferimento sono i saperi (mappe generali di conoscenze e abilit) previsti in
entrata e gli obiettivi generali finali, da conseguire in uscita (il profilo dei saperi essenziali,
irrinunciabili, in uscita).

2.

Si suddivide empiricamente il curricolo in tanti segmenti quanti sono gli anni di studio del
corso

3.

Si identificano i saperi essenziali attesi alla fine di ogni anno, adottando i seguenti criteri:
- gradualit
- tempo a disposizione
- livelli medi di ingresso
- livelli programmati in uscita (standard minimi)

II FASE
4.

Si individuano i moduli (anche pluridisciplinari) Piano annuale Modulare (vedi scheda)

5.

Si progettano i moduli/ufc secondo la matrice adottata

6.

Si strutturano i percorsi formativi individuando:


- prerequisiti,
- contenuti articolati in Unit didattiche
- materiali strumenti e modalit didattiche
- modalit di verifica funzionale al riconoscimento del credito
- durata (range min-max)

PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE PLURIENNALE (P.Baroni)


MATERIA O AREA DISCIPLINARE:__________________________________________
LE COMPETENZE

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A.Grassi - Modularit nellEDA


anno di
corso

LE ABILITA IN CONTESTO
Il "saper fare"

LE CONOSCENZE
I nuclei essenziali, irrinunciabili,
della disciplina

1-2

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A.Grassi - Modularit nellEDA

PIANO ANNUALE MODULARE (Foglio di lavoro) (P.Baroni)


MATERIA :____________________________________CLASSE ______INDIRIZZO____________________________
TITOLO MODULO

RISULTATO ATTESO

ATTIVITA'
(per ottenere il R.A.)

COMPETENZE
(conoscenze e abilit)

DURATA
in ore
(min-max)

1.

2.

3.

4.

20

Dallanalisi dei modelli


Prendendo in considerazione lanalisi comparata dei modelli, in Percorsi didattici nellEDA -MIURfatta da A.Zuccaro e U.Virdia, possiamo dire che nel modello FORMARE, emergono le seguenti
caratteristiche.

Analisi dei fabbisogni formativi

Il modello Formare parte tenendo presente lesperienza Sirio . Quindi la rivisitazione dei programmi
ministeriali fatta alla luce delle aspettative formative degli adulti in rientro e alle necessit di un percorso
comunque ancora legato allesame di stato. Il gruppo di progetto ha dovuto conciliare le esigenze di
percorsi formativi finalizzati a favorire i temi delloccupabilit, della cittadinanza attiva con quelli dei
programmi ministeriali per accedere al diploma di stato.

Modulo
Il modello cerca di rispondere alle esigenze emerse in questi ultimi anni nel sistema EDA: modularit
dei percorsi, flessibilit dei moduli che li compongono, riconoscimento reciproco dei crediti,
personalizzazione dei percorsi formativi.
Coniugando queste indicazioni il modello FORMARE esclude che i moduli possano essere visti come
elementi rigidi di un percorso che vuole essere flessibile.
Ogni modulo costituisce, una unit in s definita, conclusa e trasferibile in un percorso pi ampio.
La definizione del modulo contenuta nel risultato atteso / competenza che si vuole formare, la sua
flessibilit ed adattabilit al percorso inclusa nel contenuto delle unit didattiche che pu
differenziarsi pur mantenendo inalterati gli obiettivi del modulo.
Il modulo del progetto FORMARE visto come strumento che mira a sviluppare conoscenze
rispetto a delle attivit presidiate da un insieme di competenze. Le fasi del percorso di apprendimento,
definite dalle Unit didattiche, vengono assunte come parte del processo educativo che il modulo
intende avviare. In pratica i contenuti devono sviluppare i saperi sui quali si possono sviluppare e
manifestare le competenze.

Competenze
La competenza diventa la dimensione operativa del sapere. Sono quella serie di azioni concettuali
e pratiche che siamo in grado di fare in quanto supportate da conoscenze/saperi. Azioni che poi
presiedono alle attivit del modulo.
Esempio:
Risultato atteso : Sa organizzare file di tipo diverso in cartelle gerarchicamente strutturate
Contenuto
Cartelle e file
Tipi di file
Le directory.

Competenza
Leggere una struttura
ad albero di cartelle.

Attivit
Spostarsi nella
struttura ad albero per
copiare, spostare e
reperire informazioni.

Se il risultato atteso esprime lobiettivo/competenza generale verso cui tende il modulo, lattivit a volte
non appare significativa e discriminante in quanto spesso rischia di coincidere con le competenze.

A.Grassi - Modularit nellEDA

Certificazione
Il modello FORMARE, non diversamente da altri modelli, centrato sullacquisizione di
competenze e dichiaratamente orientato allutilizzo di modalit di certificazione .Inoltre la valutazione
e le verifiche fanno parte integrate del processo formativo in quanto strumenti di indagine
sullandamento del percorso educativo.
Il modello, allinterno del progetto Sirio, consente di attribuire allalunno, crediti sia di tipo formale,
sia di tipo non formale. Lalunno pu far valere le valutazioni positive conseguite nelle materie di altri
corsi e in caso di non superamento dellanno lalunno pu essere esonerato dalla frequenza di quei
moduli e /o discipline per le quali c una dichiarazione di competenze acquisite.
Limpianto, facendo riferimento alla modularit, ci pu permettere, anche in itinere, la certificazione
dei crediti che ladulto pu spendere anche se dovesse interrompere il percorso di studio.

Standards
Nel nostro modello gli standards di contenuto, definiti a livello nazionale e/o regionale, sono stati
utilizzati come orientatori di riferimento per le pratiche educative.

Discipline
Nel modello, lattenzione ai processi di apprendimento fortemente marcata, cio lattivit didattica
volta a favorire una evoluzione delle strategie mentali che portano ad un determinato
risultato. Questo aspetto, rispetto allambito Sirio legato ancora alla dinamica
discipline/risultati da trasmettere, molto innovativo. Lavorare per competenze, significa
innanzitutto dare priorit ai processi rispetto ai contenuti, cio far entrare nello spazio della
formazione, lattenzione ai processi di apprendimento.

Alcune considerazioni finali


I protagonisti di questa esperienza siamo noi docenti, (tutti colleghi da anni impegnati nelleducazione
degli adulti per vocazione e non per obbligo ) che hanno sentito il bisogno di consolidare le proposte
emerse dalla pratica delleducare in un modello formativo comune.
Perch? Perch ladulto in rientro ha bisogno di certezze: di sapere quale percorso avr davanti a s ,di
sapere ci che vogliamo realizzare insieme a lui e che fra tanti percorsi possibili sappiamo operare delle
scelte adatte alla sua situazione.
Dice, a proposito, M.Lichtner : Bisogna arginare la pressione del mondo esterno; ..Ci vuole continuit col
mondo esterno, ma anche separazionePerci bisogna tracciare un confine tra ci che entra a far parte
dellesperienza formativa e ci che deve star fuori
La presentazione e la condivisione dei modelli di apprendimento hanno un forte potere rassicurante.
In questi termini la costruzione di un modello un lavoro importante e complesso e naturalmente non
escluso che in questo lavoro si possa fare riferimento a modelli preesistenti, magari sperimentati in altre
situazioni ma per ridefinirli, contestualizzarli.
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A.Grassi - Modularit nellEDA

Con lO.M n455 si aperta una nuova fase nelleducazione degli adulti ; non solo nelleducazione di
base .Listituzione dei CTP anche nelle scuole superiori pone allattenzione degli educatori le
problematiche sullintegrazione dei diversi segmenti del sistema EDA e del rientro in formazione lungo
tutto larco della vita .
Levidente bisogno di rendere praticabili percorsi formativi circolari secondo esigenze, tempi e modalit
differenti, implica, necessariamente la messa a punto di un modello di progettazione didattica funzionale
alla realizzazione di unofferta formativa integrata.
La presenza su un territorio di ambienti EDA fortemente raccordati, assicurano, nellambito educativo,
un servizio e una copertura sociale in grado di prevenire e curare elementi di disagio ed emarginazione.
Modelli formativi condivisi rappresentano le linee di comunicazione e dialogo naturali dei sistemi
educativi e il forte collante strumentale per realizzare una vera integrazione fra questi sistemi .
Individuando nella competenza lentit di riferimento comune, inseriamo nel sistema un elemento di
forte stabilit pedagogica che ci permette di ridefinire i parametri della modularit, considerando i moduli
non pi come elementi rigidi, predefiniti, di un percorso che diventa invece flessibile e aperto, perch
costruito sulla base di un catalogo/repertorio ampio di unit modulari.

Documentazione di riferimento:

Percorsi didattici per lEDA MIUR Autori vari


I modelli didattici di PaoloBaroni
Il progetto FORMARE Rete CTP Scuole Serali Superiori di Parma.
La didattica nellEDA di Mauro Levratti
Le ragioni dellUnit di Apprendimento di Silvana Marchioro
La didattica modulare nellEDA di Pasquale Calaminici
Analisi Comparata dei modelli di Antonella Zuccaro e Ugo Virdia
La qualit delle azioni formative di M.Lichtner
Progetto POLIS del CTP di Casale Monferrato
Accordo Stato Regioni Autonomie locali2 del 2.3.2000
Progetto F.A.Re
Isfol, Area progetto Metodologie per la formazione. Roma 2002
La testa ben fattadi Edgard Morin

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