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Transculturazione e Migrazione
I demografi contemporanei hanno elaborato statistiche che annunciano per
la fine del XXI secolo la maggioranza di meticci rispetto agli autoctoni
nelle popolazioni delle nazioni della UE. Allo stesso tempo, gli intellettuali
italiani manifestano lo smarrimento che ci ha colti, noi europei, di fronte
a quei mutamenti di scena che hanno trasformato molti aspetti della nostra
vita quotidiana in problemi di elevata e plurale complessit: lumanit
intorno a noi cambia colore, ci mescola a nuovi arrivati che hanno aspetto,
abitudini, cibi e lingue diversi.1 Questo lo stato odierno dellUnione
Europea e del nostro spirito. Cosa facciamo affinch questo secolo in cui
tutti noi viviamo possa diventare veramente il tempo della mutazione
gentile nella concordia dellumano? Nel maggio del 2014, rispondo:
niente. Eppure questa la sfida dellumanit del nostro tempo e noi che ci
preoccupiamo del presente-futuro dobbiamo pronunciare questa
condizione trasformatrice e animarla con una cosmovisione eutopica: la
Via della Transculturazione e della Gentilezza. Eutopico per noi vuol
dire un progetto di cambiamento mediante il desiderio di un luogo
migliore dove vivere tutti insieme, un luogo reale e immaginario al tempo
stesso, e non solo immaginario e in cielo, come nei libri utopici europei.
Questi luoghi dove portare il desiderio e il progetto di convivenza di
milioni di esseri umani in migrazione da tutte le civilt, oggi lEuropa
centro-occidentale, oltre gli USA e il Canada. Il Nord-ovest della Terra.
Ecco perch lintegrazione che noi offriamo ai migranti inadeguata e
scadente, mentre dovrebbe essere giustamente relazionale e reciproca: non
solo programmando la loro integrazione alla nostra civilt, ma anche la
nostra integrazione al loro progetto di speranza per costruire insieme un
luogo e un modo di vivere migliore per tutti: la vera salute. La possibilit
di instaurare un progetto reciproco, per, naufraga sulle scogliere del
1
[tr. it. di Pedro Francisco Miguel]. Il titolo del breve poema di Neto,
Civilt occidentale.
LEuropa colonialista ha mondializzato il mondo con la sua volont di
potenza che ha assunto la forma di guerra mondiale verso tutte le altre
civilt e di mercato mondiale, come affermato gi nel 1848, nel famoso
Manifesto del Partito Comunista, firmato da Marx con Engels.
Laccumulazione originaria, sia quella coloniale che quella di rapina
intraeuropea, la fonte sorgiva e palese della volont di potenza che crea
lalienazione disumana, gloria e oggi paradiso del capitalismo sfrenato e
propriamente universale con un solo verso, quello del capitale della
globalizzazione: pensate allassassinio di decine di minatori due anni fa
nella miniera di platino di Marikana, in Sudafrica.
LEuropa nasce dalla catastrofe della struttura dellimpero romano,
quando i latini crearono una nuova civilt meticcia e creola con gli
invasori germanici e goti, ma anche berberi, arabi, turchi e asiatici come i
magiari ecc. La nuova civilt nacque dalle guerre devastanti che diedero
forma ai regni romano barbarici (come in Portogallo, in Spagna, in
Francia, in Inghilterra). Alla Germania tocc, con alterne vicende fino agli
Asburgo con la Prima Guerra Mondiale, il titolo imperiale sacro romano e
allItalia tocc il suo smembramento di colonia del Papa e delle altre
nazioni europee. LItalia fu ed colonia, dai romani, che non erano
italiani, fino a noi oggi.
Machiavelli, nel libro I, dal XI in poi, dei Discorsi sopra la prima
deca di Tito Livio, mostr questa mostruosit attribuendo la sventura
dellItalia al Papato romano che non permise mai, a partire dal tentativo
abortito dei Longobardi, che ci fosse in Italia un regno romano-barbarico,
che avrebbe accerchiato e strozzato lo Stato della Chiesa.
Torniamo al colonialismo. I regni romano-barbarici formarono la
civilt nuova dellEuropa e nel 1492 scoprirono e invasero il Mundus
Novus (Amerigo Vespucci). Abbiamo detto che questa apertura della
modernit ci ha portati con Nietzsche a riconoscerci alla fine del secolo
XIX come portatori della volont di potenza, suprema e universale, in
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