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Capitolo 12 - La conduzione
Parete piana
Il caso pi semplice di flusso termico monodimensionale quello gi trattato di conduzione del
calore attraverso una parete piana:
T CALDO
T(x)
T FREDDO
L
x
Figura 1 - Andamento della temperatura nella conduzione, a regime stazionario, attraverso una
parete piana. Lasse delle x presenta lorigine in corrispondenza del bordo sinistro della parete
dT
dx
TFREDDO
TCALDO
q k dx = kAdT
q k dx =
integrando tra i due bordi della parete
TCALDO
A
A
( TFREDDO TCALDO ) = k ( TCALDO TFREDDO )
L
L
TFREDDO
kAdT q dx = kA dT
I limiti di integrazione impiegati sono sulla faccia sinistra (x=0 e T=TCALDO) e sulla quella destra
(x=L e T=TFREDDO) della parete. Lintegrazione stata inoltre compiuta ritenendo k indipendente dalla
temperatura: questa una approssimazione della realt, che per non comporta quasi mai errori
rilevanti.
Esempio numerico
Le superfici interne delle pareti di un grande edificio devono essere mantenute a 22C mentre la
superficie esterna a -23C. Le pareti hanno uno spessore di 25cm e sono costruite con mattoni aventi
una conducibilit termica di 0.5kcal/hmC. Vogliamo calcolare il calore disperso, per unit di area e
di tempo, attraverso le pareti.
Se trascuriamo leffetto degli angoli in cui le pareti si incontrano nonch leffetto delle giunzioni tra i
mattoni, vale lequazione
qk
1
= k ( TCALDO TFREDDO )
A
L
Dobbiamo semplicemente sostituire le varie grandezze coinvolte, non prima di averle convertite nelle
opportune unit di misura:
qk
1
kcal
= 0.5
( 22 (23)) = 90 2
0.5
A
hm
Abbiamo dunque trovato che 90kcal saranno disperse dalledificio ogni ora e attraverso ogni metro
quadro di area delle pareti.
Cilindri cavi
Consideriamo adesso un cilindro circolare cavo e la trasmissione di potenza termica, in direzione
radiale, allinterno di esso: si tratta di un altro tipico problema di conduzione monodimensionale
notevolmente importante nella pratica. Esempi classici sono la conduzione attraverso i tubi ed i
rivestimenti di questi.
Facciamo dunque riferimento ad uno schema del tipo seguente:
Facciamo lipotesi che il cilindro sia omogeneo (cio a conducibilit termica k costante) e sia anche
abbastanza lungo da poter trascurare gli effetti delle estremit. Indichiamo inoltre con Ti la
temperatura (supposta uniforme) della superficie interna e con Te la temperatura (supposta anchessa
uniforme) della superficie esterna. Sotto queste ipotesi, lequazione da applicare sempre quella
indicata dal postulato di Fourier:
dT
q k = kA
dr
dT
rappresenta questa volta la variazione di temperatura in direzione radiale.
dr
Per il cilindro cavo della figura, larea funzione del raggio in quanto vale A=2rl, dove r la
distanza (variabile) dallasse del cilindro ed l la lunghezza del cilindro stesso. La formula di prima
diventa allora
dT
q k = k 2rl
dr
dove il termine
In questa equazione possiamo ancora una volta separare la variabili, che sono T ed r:
qk 1
dr = dT
2 kl r
Possiamo adesso integrare ambo i membri, scegliendo opportunamente gli estremi di integrazione:
r
i
qk i 1
q
r
dr = dT
k ln i = Te Ti
2 kl r r
2 kl re
T
qk =
2kl
(T Te )
re i
ln
ri
Questa relazione consente dunque il calcolo della potenza termica trasmessa per conduzione
attraverso un cilindro circolare cavo come pu essere considerato un tubo.
La relazione mostra che la potenza termica trasmessa direttamente
proporzionale alla lunghezza del cilindro, alla conducibilit
termica ed alla differenza di temperatura tra superficie interna ed
esterna; invece inversamente proporzionale al logaritmo naturale
del rapporto re/ri.
E facile accorgersi che, cos come abbiamo fatto anche per la parete piana, possiamo definire una
resistenza termica conduttiva anche per il cilindro cavo: ricordando che tale resistenza deve
essere tale che qk =T/ Rk , deduciamo che risulta
re
ri
Rk =
2kl
ln
Per ultimo, possiamo determinare come varia la temperatura allinterno della parete passando da Ti
a Te: riprendendo infatti lequazione
qk 1
dr = dT
2 kl r
possiamo nuovamente integrarla, scegliendo per degli estremi di integrazione diversi rispetto a
prima: in particolare, possiamo fissare uno dei due estremi, ad esempio la parete interna, e
considerare laltro generico, in modo da ottenere
T( r )
qk r 1
q
r
dr = dT
k ln = Ti T( r )
2 kl r r
2 kl ri
T
i
Esplicitando la temperatura T(r) a distanza r generica dallasse del cilindro, possiamo dunque
concludere che essa vale
T( r ) = Ti
qk
r
ln
2 kl ri
q=
2kl
T
re
ln
ri
In entrambi i casi, si osserva che q pari al prodotto di un coefficiente (la conduttanza), che
tiene conto della geometria del sistema e delle propriet del materiale, per la differenza di temperatura
T che genera il flusso termico. In alcune applicazioni risulta utile disporre dellequazione per la
Ak
conducibilit in una parete curva nella forma
T ricavata per la parete piana. Per ottenere
L
questa equazione, basta eguagliare le due precedenti espressioni di q, a patto per di sostituire lo
spessore L della parete con la quantit (re ri ) e larea A della parete stessa con un parametro A per
ora generico: ci che si ottiene quindi che
2kl
Ak
T =
T
re
r
r
e
i
ln
ri
Da questa uguaglianza si ricava evidentemente che
A=
2l
(r r )
re e i
ln
ri
Larea A , definita da questa espressione, prende il nome di area media logaritmica: essa
consente evidentemente di scrivere che la potenza termica trasmessa per conduzione attraverso un
cilindro circolare cavo vale
q=
k
A T
re ri
Tornando adesso allespressione di A , osserviamo che la possiamo anche porre nella forma
A=
dove, evidentemente, Ae larea della superficie esterna del cilindro, mentre Ai quella della superficie
interna.
E possibile anche approssimare A con la media aritmetica di Ae ed Ai:
Ae + Ai
2
Questa approssimazione accettabile quando Ae/Ai<2, ossia per re/ri<2. Per pareti pi spesse,
invece, lapprossimazione non generalmente accettabile.
Esempio numerico
Calcolare il calore dissipato da un tubo, lungo 300 cm e di diametro esterno 89 mm,
rivestito di uno spessore di 38 mm di isolante (la cui conducibilit di 0.06 kcal/h
mC), nellipotesi che le temperature delle superfici interna ed esterna siano
rispettivamente di 200C e di 26C
Dobbiamo semplicemente applicare la relazione
q=
k
A T
re ri
Ae + Ai
2 l (re + ri )
=
= l (re + ri ) = 3 (0 .165 + + 0 .089 ) = 2 . 4 m 2
2
2
q=
k
0.06
kcal
A T =
2.4 (200 26) = 329.7
re ri
0.165 0.089
h
dT
dx
dT
dx
FREDDO
FREDDO
FREDDO
qk
qk L
dx
=
k
(
1
+
T
)
dT
dx
=
k
dT
TdT
0
0
0
0 A
A
TCALDO
0
TCALDO
TCALDO
2
2
(TCALDO TFREDDO ) + TCALDO
TFREDDO
L
2
T
+ TFREDDO
A
k 0 1 + CALDO
2
L
(TCALDO TFREDDO )
Si soliti allora considerare un valore medio della conducibilit termica, in modo da scrivere
quanto segue:
+ TFREDDO
T
A
q k = k m (TCALDO TFREDDO )
k m = k 0 1 + CALDO
L
2
Ak
T , dove la conducibilit
L
In un caso come questo, si pu considerare una variazione lineare di k con T, ossia un andamento
descritto dallequazione k (T) = k 0 (1 + T) , per cui tutto sta a calcolare k0 e . Si pu allora procedere
approssimando landamento reale, riportato sul diagramma, mediante una retta, ad esempio quella che
congiunge i punti del diagramma corrispondenti alle due temperature di interesse. Una volta ottenuta
questa retta, k0 ne lintercetta con lasse delle ordinate, mentre k0 ne il coefficiente angolare.
STRUTTURE COMPOSTE
Il metodo generale di studio dei problemi riguardanti il flusso di calore a regime stazionario
attraverso strutture composte stato gi presentato in precedenza. Adesso saranno considerati 2
casi di strutture composte in cui il flusso termico pu essere ritenuto monodimensionale.
In entrambi i casi supporremo il sistema a contatto da un lato con un mezzo ad alta temperatura e
dallaltro lato con un mezzo a bassa temperatura; i due mezzi sono a temperatura costante nonostante
lo scambio termico con il sistema in esame: sono cio due sorgenti, usando una terminologia tipica
della termodinamica1.
Ricordiamo infatti che una sorgente di calore, in termodinamica, stata definita come un sistema chiuso (che cio non scambia
materia ma solo energia) che in grado di scambiare una qualsiasi quantit di calore senza che vari la propria temperatura.
Tipica approssimazione di una sorgente lacqua del mare.
Figura 4 - Andamento della temperatura e circuito termico per la trasmissione del calore attraverso
una parete piana composta con elementi in serie
10
Tutte e 5 le potenze termiche appena valutate sono state indicate allo stesso modo (q) in quanto,
come detto, sono tutte uguali:
q = h i A(Ti T1 ) =
k 1A
(T1 T2 ) = k 2 A (T2 T3 ) = k 3 A (T3 T4 ) = h e A(T4 Te )
L1
L2
L3
Il problema, a questo punto, che non sono note le temperature intermedie T1,T2 e T3. Allora, per
determinare la potenza termica scambiata, possiamo procedere nel modo seguente: in primo luogo,
possiamo esprimerci in termini di resistenze termiche, il che significa che
T T1
1
= hiA
q = i
Ri
Ri
kA
T T2
1
= 1
q = 1
resistenza conduttiva del primo strato della parete
R1
L1
R1
T T3
k A
1
resistenza conduttiva del secondo strato della parete
= 2
q = 2
R2
L2
R2
k A
T T4
1
resistenza conduttiva del terzo strato della parete
= 3
q = 3
R3
L3
R3
T Te
1
resistenza convettiva sulla faccia esterna della parete
= heA
q = 4
Re
Re
resistenza convettiva sulla faccia interna della parete
11
Figura 5 - circuito termico per una parete composta con elementi in serie ed in parallelo
Per esaminare una situazione di questo tipo, si pu fare lapprossimazione di flusso termico
monodimensionale: con questa ipotesi, si tratta di dividere la parete in 3 elementi (di conducibilit k1 ,
k2 e k3 rispettivamente) e di calcolare la resistenza termica di ciascuno di essi.
Cilindri coassiali
Spesso si incontra flusso termico radiale attraverso cilindri coassiali di diversa conducibilit
termica. Un tipico problema di questo tipo quello di un tubo isolato, in cui scorre un fluido,
immerso in un mezzo pi freddo, come schematizzato nella figura seguente:
12
Cos come abbiamo fatto nel caso della parete piana composta, ci conviene esprimere tutto in
funzione delle resistenze termiche, in modo da poter calcolare q senza dover conoscere la temperature
intermedie:
Ti T1 Tcaldo T1
=
Ri
Ri
T T2
per la conduzione nel cilindro interno q = 1
R1
T T3
per la conduzione nel cilindro esterno q = 2
R2
T3 Te T3 Tfreddo
=
Re
Re
Sempre in analogia a quanto fatto prima, possiamo adesso esplicitare le 4 differenze di temperatura
e sommare membro a membro: il risultato che si ottiene identico a prima, ossia
q=
Tcaldo Tfreddo
N
R
i =1
Tcaldo Tfreddo
r
r
ln 2
ln 3
r1
r2
1
1
+
+
+
2r1lh i 2k 1 l 2k 2 l 2r3 lh e
Possiamo anche esprimere il tutto in funzione del coefficiente globale di scambio termico
U: a questo proposito, dobbiamo ricordarci che U pu essere riferito a qualsiasi area, per cui
conviene scegliere quella pi facile da determinare. Sicuramente, possiamo scegliere larea esterna, in
2
Lanalisi matematica della conduzione attraverso cilindri coassiali stata svolta gi in precedenza
13
quanto il diametro esterno, ove non fosse noto, comunque il pi facile da misurare: ponendo dunque
A e = 2r3l , possiamo scrivere che
q = U A e (Tcaldo Tfreddo )
Confrontando le ultime due espressioni, deduciamo evidentemente che
UA e =
1
r
r2
ln 3
r1
r2
1
1
+
+
+
2r1lh i 2k 1 l 2k 2 l 2r3 lh e
ln
1
2r3 l
1
r
r2
ln 3
r1
r2
1
1
+
+
+
2r1lh i 2k 1l 2k 2 l 2r3 lh e
ln
=
r3
+
r1 h i
r3 ln
k1
r2
r1
r3 ln
+
k2
r3
r2
1
he
Questa espressione, una volta sostituiti i valori numerici, serve, tra le altre cose, a valutare
limportanza relativa, sul valore di U, dei vari meccanismi di scambio termico.
1
2r3 l
1
1
=
r2
r3
r2
r
ln
ln
r3 ln
r3 ln 3
r3
r1
r2
r1
r2
1
1
1
+
+
+
+
+
+
k1
k2
he
2r1lh i 2k 1 l 2k 2 l 2r3 lh e r1 h i
Questa espressione, del tutto generica, valida anche nel caso di un tubo rivestito da un isolante:
in questo caso, il tubo ha raggio interno r1 e conducibilit termica k1, mentre lisolante ha
conducibilit k2 ed uno spessore d tale che il raggio esterno sia r3 = r1 + s + d , dove s lo spessore del
tubo.
Nella maggior parte dei casi pratici di tubi rivestiti da isolanti, la scelta dei materiali tale che la
resistenza termica sia concentrata sullisolante, il che significa che possiamo approssimare
U
1
r3
r3 ln
r2
1
+
k2
he
14
2l
1
2r3 l (Tint erna Testerna ) =
(Tint erna Testerna )
r3
r3
ln
r3 ln
r2
r2
1
1
+
+
k2
k2
h e r3
he
ln
1 r2
1
1
2l
+
=
R TOT =
r3
R TOT
2l k 2
h e r3
ln
r2
1
+
k2
h e r3
Questa espressione di RTOT molto significativa, in quanto mostra due cose:
in primo luogo, dato che la resistenza conduttiva dellisolante direttamente proporzionale
al logaritmo del raggio esterno r3 , il flusso termico attraverso lisolante
inversamente proporzionale allo stesso logaritmo;
in secondo luogo, dato che la resistenza convettiva dellisolante inversamente
proporzionale ad r3 , la potenza termica dissipata per convezione sulla
superficie esterna dellisolante direttamente proporzionale ad
r3 .
Dato che la resistenza complessiva RTOT la somma delle due resistenze, il suo andamento con r3
complesso; di conseguenza, non detto, come ci si aspetterebbe, che la
potenza termica trasmessa diminuisca quando un tubo nudo o un filo
viene rivestito con dellisolante; tutto dipende dallo spessore dellisolante stesso:
possibile che, per piccoli spessori dellisolante, la dissipazione di potenza venga aumentata; se invece
lo spessore dellisolante viene ulteriormente aumentato, allora effettivamente la dissipazione di calore
scende gradualmente a valori inferiori a quello relativo alla superficie nuda.
Vediamo allora di studiare analiticamente la questione. Ci basta calcolare per quale valore di r3 la
potenza trasmessa risulta massima: dobbiamo perci derivare q rispetto ad r3 ed uguagliare a 0 la
derivata. Facendo questo conto, si trova che il valore del raggio esterno per il quale la trasmissione di
calore massima
k
rcritico = 2
he
Quindi, come detto prima, la dissipazione del calore, in presenza di un isolante che riveste il tubo o
il filo, aumenta, allaumentare dello spessore dellisolante, fino ad un valore massimo che si ha
quando il raggio esterno assume il valore critico. Aumentando ulteriormente lo spessore dellisolante,
invece, la dissipazione va via via diminuendo, scendendo anche al di sotto del valore che aveva in
assenza dellisolante stesso.
Nella pratica, la scelta dello spessore di isolante dipende anche da altri parametri, come il costo ed
il deterioramento dellisolante stesso.
15
2l
r
ln est
rint
1
+
k
h e rest
Osserviamo che in questa formula abbiamo sostituito r2 con rint in quanto non si tratta pi di un
tubo percorso al suo interno da un fluido, ma di un conduttore cilindrico.
Dato che non conosciamo la lunghezza del cavo, possiamo riferirci alla potenza trasmessa per unit
di lunghezza:
2
q
2
=
(Tint erna Testerna ) =
(66 21)
rest
rest
l
ln
ln
6 + 1
rint
1
+
0.18 10 rest
k
h er
est
Sostituendo i valori numerici, la quantit q / l viene dunque a dipendere solo da rest (espresso in
questo caso in mm). Il primo termine a denominatore proporzionale al logaritmo della resistenza
termica dellisolante, mentre laltro alla resistenza sulla superficie dello stesso. Con lo stesso
procedimento analitico seguito prima si trova che il massimo valore di q / l si ottiene per rest=18 mm,
che quindi il raggio critico: in corrispondenza di questo valore, la potenza termica, per unit di
lunghezza, vale 24 kcal/hm ed appunto il massimo valore.
Se lisolante non ci fosse, dovremmo semplicemente calcolare la potenza termica dissipata per
convezione sulla superficie del cavo: si otterrebbe in questo caso il valore di 17 kcal/hm, ossia una
diminuzione del 41% rispetto al valore 24 kcal/hm.
16
Figura 7 - Schema della nomenclatura in una parete piana con generazione interna di calore
Il bilancio di potenza quello classico di un sistema con generazione interna di energia: la potenza
termica che esce, per conduzione, dallelemento considerato attraverso la faccia destra (ascissa x+dx)
pari alla somma di due termini: uno la potenza termica che entra, sempre per conduzione,
nellelemento considerato attraverso la faccia sinistra (ascissa x); laltro invece la potenza termica
generata nellelemento considerato (quindi in uno spessore dx).
Analiticamente, questo bilancio si scrive nel modo seguente:
kA
dT
dx
= kA
x + dx
dT
+ q& Adx
dx x
dove abbiamo semplicemente applicato il postulato di Fourier per la conduzione ed abbiamo indicato
con q& la quantit di calore generata per unit di volume e unit di tempo (cio la potenza per unit di
volume).
17
Autore: Sandro Petrizzelli
dT
dx
=
x + dx
dT
d dT
+
dx x dx dx
dT
dx
dx
x
dT
dx = kA
+ q& Adx
dx x
x
Eliminando i termini comuni ai due membri dellequazione e riarrangiando, otteniamo dunque che
q& = k
d dT
dx dx
d 2T
= k 2
dx
x
d 2T
dx 2
Questa equazione, nella quale il termine di generazione q& si ritiene chiaramente noto, pu essere
risolta mediante due successive integrazioni, in modo da ricavare il profilo di temperatura:
dalla prima integrazione ricaviamo il gradiente di temperatura:
dT
q&
= x + C1
dx
k
dalla seconda integrazione otteniamo il profilo di temperatura:
T( x ) =
q& 2
x + C1 x + C 2
2k
Adesso bisogna calcolare le due costanti di integrazione per rendere univoco il profilo ottenuto:
possiamo per esempio supporre che entrambe le facce della piastra siano alla temperature Te
(uniforme), il che significa imporre che
T( x = 0) = Te
T( x = 2L) = Te
dove evidentemente 2L lo spessore della piastra.
3
E bene osservare che, nella maggior parte dei sistemi reali, la conducibilit termica dipende dalla temperatura, la generazione
di calore dipende dalle coordinate e le condizioni al contorno sono complicate. Di conseguenza, sono davvero pochi i problemi
reali la cui soluzione sia ricavabile da equazioni differenziali semplici.
18
q& 2 q& L
x + Te
x +
2k
k
Osserviamo dunque che la distribuzione di temperatura allinterno della piastra una parabola: ai
bordi la temperatura Te, mentre al centro (x=L), dove si trova il vertice della parabola, la
temperatura
q&
Tmax = T( x = L) = + L2 + Te
2k
q& 2
L .
2k
Adesso perfezioniamo ulteriormente il problema, supponendo che la piastra appena esaminata sia
immersa in un fluido alla temperatura T. Supponiamo inoltre che la conduttanza superficiale sulle
due facce sia h e .
Applicando nuovamente il bilancio energetico, nellipotesi di regime permanente, possiamo
affermare quanto segue: il flusso termico generato allinterno della piastra deve eguagliare il flusso
termico trasmesso per conduzione sulla superficie e questo deve a sua volta uguagliare il flusso
termico trasmesso per convezione ed irraggiamento dalla superficie al mezzo circostante.
Esprimendo analiticamente questo bilancio, con riferimento allunit di area, abbiamo quanto
segue:
dT
q& L = k
= h e (T e T )
dx x =0
C dunque un incremento di temperatura, tra il centro ed i bordi, pari a
q& L
he
Esempio numerico
Consideriamo un fluido (alla temperatura T=70C), dalla bassa conducibilit elettrica, che viene
riscaldato da una lunga piastra di ferro (avente conducibilit k=37 kcal/hmC), spessa 13 mm e larga 76
cm. Nella piastra si ha una generazione uniforme di calore (caratterizzata da q& = 8.9 10 5 kcal/hm 3 ) dovuta
al passaggio di corrente elettrica. Vogliamo determinare la conduttanza per unit di superficie h e
necessaria a mantenere la temperatura della piastra inferiore a 150C.
Il problema soddisfa le ipotesi utilizzate prima, per cui valgono gli stessi discorsi e le stesse formule. Dai
dati forniti possiamo calcolare la differenza di temperatura tra il piano mediano della piastra (dove si ha la
massima temperatura) e la superficie della piastra stessa: ricordando infatti che tale differenza vale
q& 2
L ,
2k
abbiamo che
Tmax
q& 2 8.9 10 5
Te =
L =
2k
2 37
13 10 3
= 0.5C
2
19
Abbiamo ottenuto un valore molto piccolo della differenza di temperatura, per il semplice fatto che il ferro
ha una elevata conducibilit termica. A rigore, dato che vogliamo Tmax=150C, dovrebbe essere
T e,max=145.5C, ma possiamo sicuramente prendere Te,max=150C anchessa.
A questo punto, ricordando che T e T =
q& L
, possiamo calcolare il valore richiesto per h e :
he
(8.9 10 ) 13 10
2
5
h e,min =
q& L
=
T e,max T
150 70
= 72 kcal
2
hm C
Abbiamo dunque concluso che la minima conduttanza per unit di superficie che mantiene la temperatura
kcal
.
2
hm C
Figura 8 - Schema della nomenclatura per la conduzione in un cilindro circolare lungo con
generazione interna di calore
Per condurre le nostre analisi matematiche, dobbiamo supporre che il cilindro sia lungo, per
trascurare gli effetti di bordo, e che la generazione di calore sia uniforme.
Sotto queste ipotesi, cos come abbiamo fatto nel caso della piastra piana possiamo fare un bilancio
energetico, riferendoci in questo caso ad un elemento anulare (evidenziato in figura in neretto)
individuato da un cilindro interno di raggio r e da un cilindro esterno di raggio r+dr: eguagliando la
potenza che esce (per conduzione) dal cilindro di raggio r+dr alla somma della potenza che entra (per
conduzione) nel cilindro di raggio r e della potenza internamente generata dallelemento di spessore
dr, otteniamo
20
kA r + dr
dT
dr
= kA r
r + dr
dT
+ q& l 2rdr
dr r
dT
dT
= kr
+ q& rdr
dr r
dr r + dr
dT
dT
al termine
e facendo qualche semplificazione, si
dr r +dr
dr r
riesce a porre quellequazione in questaltra forma:
A questo punto, correlando il termine
dT
d 2T
+ r 2
q& r = k
dr
dr
Dobbiamo integrare questa relazione: lo si pu fare tenendo conto che
d dT dT
d 2T
+r 2
r
=
dr dr dr
dr
In base a questultima relazione, lequazione differenziale pu essere evidentemente posta nella
forma
d dT
q& r = k r
dr dr
Nellipotesi che k sia costante, possiamo integrare una prima volta per ottenere dT/dr:
q& r 2
dT
dT
q&
1
dT
q& rdr = kd r
= kr
+ C1
= r + C1
2
dr
dr
2k
kr
dr
Possiamo subito determinare il valore di C1, imponendo lopportuna condizione al contorno:
possiamo infatti imporre che il gradiente di temperatura, calcolato in r=0 (cio al centro del cilindro)
sia nullo. Lunica possibilit che questo accada che C1=0, per cui possiamo scrivere che
dT
q&
= r
dr
2k
A questo punto possiamo integrare nuovamente per risalire al profilo di temperatura: otteniamo
facilmente che
dT
q&
q&
q&
= r
dT = rdr
T(r ) = r 2 + C 2
dr
2k
2k
4k
La seconda costante di integrazione si ricava, per esempio, imponendo il valore della temperatura
sulla superficie esterna:
21
T(re ) = Te
Te =
q& 2
q& 2
re + C 2
C 2 = Te +
re
4k
4k
q& 2 2
re r + Te
4k
Ancora una volta, osserviamo che la massima temperatura si ottiene lungo lasse del cilindro, dove
q& 2
essa vale T(r = 0) =
re + Te .
4k
METODI DI ANALISI
Nei paragrafi precedenti ci siamo interessati a problemi nei quali sia la temperatura sia la potenza
termica possono essere trattate come funzioni di una sola variabile e, in effetti, molti problemi pratici
rientrano in questa categoria. Tuttavia, quando il sistema non regolare o quando
la temperatura lungo il contorno non uniforme, la trattazione
unidimensionale non pi sufficiente, in quanto la temperatura
diventa funzione di 2 o 3 coordinate. Esempi tipici di questi problemi sono il flusso
termico in prossimit di uno spigolo o di un vortice, la conduzione del calore attraverso le pareti di un
cilindro cavo corto o la dispersione di calore da una tubazione interrata.
Vogliamo allora capire come si analizza la conduzione nei sistemi bi-dimensionali e tridimensionali, con particolare attenzione ai primi.
22
Vogliamo ottenere una equazione per la distribuzione di temperatura. Per fare questo, dobbiamo
intanto scrivere il bilancio di energia per lelemento considerato: in generale, sappiamo che tale
bilancio dato da
potenza potenza termica potenza
variazione
termica + generata da = termica + dell'energia interna
entrante sorgenti interne uscente
nell'unit di tempo
Con riferimento allora alla figura precedente, questo bilancio pu essere posto nella seguente
forma simbolica:
dove c il calore specifico e la densit e dove la potenza termica generata per unit di volume
q& e la temperatura T sono, in generale, funzione delle tre coordinate x,y,z e del tempo.
Adesso, la potenza termica qX che, nellunit di tempo, entra per conduzione nellelemento
considerato, lungo la direzione x e attraverso la faccia di sinistra, valutabile tramite la gi incontrata
relazione
T
q X = k dydz
x
(dove la derivata di T parziale in quanto abbiamo detto che T funzione, in generale, sia di x sia di
y sia di z). In modo del tutto analogo, la potenza termica qX+dX che, nellunit di tempo, esce, sempre
per conduzione, dallelemento considerato, lungo la direzione x e attraverso la faccia di destra, sar
T T
q X + dX = k + k dx dydz
x x
x
23
Facendo allora un bilancio tra lenergia entrante e quella uscente, nella direzione x, otteniamo
T
T T
T
q X q X + dX = k dydz k + k dx dydz =
k dxdydz
x
x x
x
x x
T
k dxdydz
y y
q Z q Z + dZ =
T
k dxdydz
z z
T T T
T
k + k + k dxdydz + q& (dxdydz) = c(dxdydz)
y y z
z
x x
e quindi, semplificando dxdydz, otteniamo
T T T
T
k + k + k + q& = c
x x y y z z
Se adesso supponiamo che anche k, oltre c e , sia indipendente dalle 3 coordinate spaziali, questa
equazione diventa
2 T 2 T 2 T q& c T
+
+
+ =
x 2 y 2 z 2 k
k
La costante k/c prende il nome di diffusivit termica (misurata in m2/h) e si indica
generalmente con a, per cui la forma conclusiva di quella equazione diventa
2 T 2 T 2 T q& 1 T
+
+
+ =
x 2 y 2 z 2 k a
Questa l equazione generale della conduzione del calore: essa governa la
distribuzione di temperatura ed il flusso termico per conduzione in
un solido con propriet fisiche uniformi.
Ci sono poi alcuni casi in cui quella equazione si semplifica:
il primo caso quello in cui nel sistema non ci sono sorgenti di calore: ci significa che nulla
la potenza termica q& generata allinterno del sistema, per cui lequazione si riduce a
24
2 T 2 T 2 T 1 T
+
+
=
x 2 y 2 z 2 a
Questa la cosiddetta equazione di Fourier;
il secondo caso quello in cui il sistema a regime permanente, ma non vi sono sorgenti di
calore allesterno: parlare di regime permanente significa parlare di temperatura costante nel
tempo, per cui T / = 0 e quindi lequazione si riduce a
2 T 2 T 2 T q&
+
+
+ =0
x 2 y 2 z 2 k
Questa la cosiddetta equazione di Poisson;
il terzo caso la combinazione dei primi due: quando il sistema non presenta sorgenti n al suo
interno n al suo esterno e si trova in regime permanente, lequazione diventa
2T 2T 2T
+
+
=0
x 2 y 2 z 2
Questa la cosiddetta equazione di Laplace.
Ovviamente, se il problema in esame pu essere analizzato in modo unidimensionale, allora le 4
equazioni precedenti risultano identiche, salvo a considerare la derivata seconda di T rispetto ad una
sola delle tre coordinate spaziali: per esempio, nel caso di conduzione mono-dimensionale lungo la
coordinata x, in regime permanente e in assenza di sorgenti interne al sistema, lequazione di Laplace
2T
T
= 0 ; questa equazione, una volta integrata, fornisce evidentemente
= cos t e
si riduce a
2
x
x
questo proprio il risultato ottenuto, nel capitolo precedente, per la conduzione monodimensionale
(in regime permanente).
Unaltra osservazione importante che ci sono molti problemi di conduzione che possono essere
trattati, in modo pi conveniente, con un sistema di coordinate sferiche o cilindriche. In queste
coordinate, lequazione generale della conduzione assume le forme seguenti:
coordinate cilindriche
coordinate sferiche
2 T 1 T 1 2 T 2 T q& 1 T
+
+
+
+ =
r 2 r r r 2 2 z 2 k a
1 2 T
1
T
1 2 T q& 1 T
r
+
sin
+
+ =
r 2 sin2 2 k a
r 2 r r r 2 sin
Soluzione analitica
Lo scopo di ogni studio di trasmissione del calore la
determinazione o del flusso termico o della distribuzione di
temperatura. Se consideriamo un sistema bi-dimensionale senza generazione di calore,
25
Esempio
Vogliamo adesso illustrare come si risolve lequazione generale della conduzione in un caso
abbastanza semplice.
Consideriamo perci una piastra rettangolare sottile, senza sorgenti di calore allinterno, con le
superfici inferiore e superiore isolate:
26
Facendo lipotesi che sia trascurabile la variazione della temperatura con la coordinata z
ortogonale al piano del disegno, la temperatura risulta funzione soltanto di x ed y: siamo dunque in un
caso bi-dimensionale.
Nellipotesi che la conducibilit termica sia uniforme, la distribuzione di temperatura T(x,y) dovr
dunque soddisfare lequazione di Laplace in due coordinate:
2T 2T
+
=0
x 2 y 2
Questa una equazione differenziale del 2 ordine, lineare, omogenea, a derivate parziali:
possibile risolverla ipotizzando che la soluzione sia del tipo T(x , y ) = X( x ) Y( y ) , dove X(x) una
funzione solo della coordinata x e Y(y) funzione solo di y.
Andando dunque a sostituire, otteniamo
1 2 X 1 2Y
1 2 X 1 2Y
2X
2Y
+
=0
=
Y 2 +X 2 =0
X x 2 Y y 2
X x 2 Y y 2
x
y
Abbiamo in questo modo ottenuto la separazione delle variabili: dato che
1 2X
non pu variare
X x 2
1 2Y
rispetto ad y e
non pu variare rispetto ad x, ambedue queste quantit devono avere
Y y 2
necessariamente un valore costante: indicato allora con 2 questo valore, abbiamo cio che
2 X
2
2 + X = 0
2
1 2X
1
Y
= 2 =
2
2
2
X x
Y y
Y 2 Y = 0
y 2
Queste sono dunque due equazioni differenziali a derivate totali, le cui rispettive soluzioni sono
X( x) = A cos( x) + Bsin( x)
Y( y) = Ce y + De y
dove A,B,C e D sono delle costanti da determinare imponendo le opportune condizioni al contorno,
che sono quelle indicate nella figura precedente, ossia
27
T( y = 0) = 0
T( x = 0) = 0
T( x = L) = 0
T( y = b) = Tm sin
x
L
Per imporre queste condizioni al contorno, dobbiamo prima determinare landamento del campo di
temperatura: ricordando allora che T( x, y) = X( x )Y ( y) , possiamo scrivere che tale campo
][
T( x, y) = A cos(x) + Bsin( x) Ce y + De y
T( y = 0) = 0
T( y = 0) = A cos( x) + Bsin( x) [C + D] = 0
T( x = 0) = 0
T( x = 0) = [A ] Ce
+ De
]= 0
][
T( x = L) = 0
T( x = L) = A cos( L) + Bsin(L) Ce y + De y = 0
T( y = b) = Tm sin
x
x
][
La prima condizione pu essere soddisfatta solo se C=-D, mentre la seconda solo se A=0:
lespressione del campo di temperatura dunque
T( x = L) = 2 BCsin( L)sinh( y) = 0
T( y = b) = BC 2 BCsin( x)sinh( b) = Tmsin
x
L
n
con n=1,2,3,....: ci
L
significa che esiste una soluzione differente, di questa equazione, per ogni n intero e, ovviamente,
ogni soluzione ha una diversa costante di integrazione Cn: sommando allora tutte le infinite soluzioni
al variare di n, possiamo scrivere il campo di temperatura nella forma
La prima equazione verificata quando sin(L)=0, ossia quando =
T( x, y) = C n sin
n =1
ny
nx
sinh
L
L
T( x, b) = C n sin
n =1
nx
nb
x
sinh
= Tm sin
L
L
L
28
x
:
L
Da qui si osserva che, di tutti gli infiniti termini della serie, sufficiente il primo (per n=1) e quindi
si ha che
Tm
x
b
x
C 1 sin
sinh
= Tm sin
C 1 =
b
L
L
L
sinh
L
Possiamo dunque concludere che il campo di temperatura ha la seguente espressione analitica:
T( x, y) =
Tm
ny
nx
sin
sinh
b
L
L
sinh
L
La figura seguente mostra landamento di questo campo (le linee continue sono le isoterme, mentre
quelle tratteggiate sono le linee di flusso termico, ortogonali alle isoterme):
Ovviamente, se le condizioni al contorno del problema in esame non dovessero essere cos semplici
come quelle proposte in questo esempio, ci sarebbe una maggiore complessit dei calcoli.
29