LADINE LOQUI
IV COLLOQUIUM RETOROMANISTICH
San Denkl ai 26 e 27 di Avost dal 2005
diretta da
P-
Federico Vicario
RELAZIONS l RELAZIONI l BEITRGE
ISBN 978-88-7636-080-0
255
261
271
279
289
295
Franco Finco
Nella compilazione del questionario si sono seguite in particolare le indicazioni di Ladefoged (2003: 1-12).
121
&o,
Sul criterio di Chauvenet e la sua applicazione si veda la pagina Web ISHTAR dell'universit di Bologna <http://ishtar.df.unibo.it/stat/base/misure/criteri/chauvenet.html>.
1. Timbro
Per quanto riguarda la variabile del timbro (qualitvocalica), essa legata alla specifica configurazione assunta dal tratto vocale supraglottidale e ai
relativi movimenti articolatori. A tal riguardo i dati tratti dalle misurazioni
effettuate sui diversi fonemi vocalici friulani si accordano con il fenomeno
della 'durata intrinseca delle vocali', in base al quale - a parit di altri fattori - il grado di chiusura delle vocali inversamente proporzionale alla loro
durata (Lehiste 1970: 18-19; Maddieson 1997: 623-624)3.
A conferma di tale generalizzazione si confrontino anche i dati presentati da Marco Baroni e Laura Vanelli relativi a tutti i fonemi vocalici, ma limitati alla sequenza vocale
tonica + occlusiva dentale (BaroniIVanelli 1999: 307-308), e i dati presentati da Renzo Miotti, limitati alle vocali fonologicarnente lunghe (Miotti 2002: 69), dove per la
durata di /u:/ risulta leggermente maggiore di quella di /o:/. Nei dati raccolti ad Artegna (Trumper/Romito/Maddalon 1991: 345) tale generalizzazione generalmente valida, eccetto che per l'anteriore chiusa /i(:)/ (breve e lunga), che presenta in tutti i casi
una durata relativa molto alta.
123
2. Sintassi
3. Allungamento pragmatico
A livello semantico-pragmatico un fenomeno quale l'enfasi pu determinare allungamenti, spesso notevoli, nella durata segmentale dell'elemento in risalto (cfr. Magno CaldognettoIFava 1974). Poich i dati friulani sono stati ricavati solo in minor parte da registrazioni di parlato spontaneo, le
vocali interessate da allungamento pragmatico sono risultate pochissime (18
in tutto) e dunque non si prestano ad analisi dettagliate. Si pu per dire
in generale che esse presentano una durata fino a 4 volte superiore a quella
125
segmenti atoni, ma distribuito in modo proporzionale. Tale caratteristica si accompagna, nelle variet indagate, alla conservazione della distintivita del timbro vocalico in posizione atona (cio la mancata riduzione delle vocali atone a schiva o la loro caduta); queste due caratteristiche vengono solitamente indicate come propriet fondamentali delle cosiddette 'lingue a isocronia sillabica' (Bertinetto 1981: 170-171).
4. Velocit d'elocuzione
5. Accento lessicale
La velocit d'elocuzione, ovvero il numero di sillabe o segmenti prodotti
per unit di tempo, dipende sia dalle caratteristiche individuali che da fattori
d'ordine pragrnatico. Essa condiziona fortemente la struttura prosodica dell'enunciato, pertanto una variabile di cui tener seriamente conto negli studi sulla durata segmentale. A velocit sostenuta aumentano i fenomeni di riduzione sia timbrica che temporale e alcuni accenti lessicali perdono parzialmente o totalmente la loro prominenza. Inoltre si notato che una maggiore
velocit d'elocuzione influenza i costituenti fonologici in modo interlinguisticamente differente: in alcune lingue essa si ripercuote soprattutto nella riduzione delle sillabe atone, mentre in altre l'abbreviamento colpisce proporzionalmente tutte le sillabe dell'enunciato (Bertinetto l98 1: 139, 171). Per
quanto riguarda i dati friulani raccolti, il tempo elocutivo medio di ciascun
intervistato (~e~rnentilsecondo,
con arrotondamento al primo decimale) il
seguente: Pradumbli 9,l; Preone 8,3 e 8,9 (due informanti); San Daniele 8,7;
Tarcento 9,4; la media complessiva 8,9 segmentilsec (o 0,5).
Per verificare in che modo una velocit d'elocuzione elevata incidesse sulla durata segmentale, stato fatto leggere agli intervistati lo stesso identico
testo (composto di 24 frasi e 123 parole) dapprima con un tempo elocutivo lento, poi nuovamente a velocit sostenuta. A parte gli altri fenomeni
di riduzione (assimilazioni, lenizioni, centralizzazioni, ecc.), per quanto riguarda la durata vocalica si constatato - in tutte e quattro le variet - un
abbreviamento distribuito in modo sostanzialmente proporzionato sulle sillabe toniche e atone. Ad es. a Pradumbli, tra la lettura lenta (7,8 segmentilsec) e la lettura a velocit elevata (12,5 segmentilsec) si registrata una
riduzione media di durata del 45% per le vocali toniche fonologicamente
lunghe, del 39% per le toniche fonologicamente brevi, del 35% per le pretoniche, del 34% per le postoniche e del 41% per le atone finali. Come si
pu notare in friulano l'abbreviamento non va a incidere maggiormente sui
sillaba tonica la durata media di /a/ seguita da nasale tautosillabica (ad es.
san "sano", snte "santa", sntule "madrina") 170 ms (o 31) negli ossitoni,
184 ms (o 36) nei parossitoni e 125 ms (o 34) nei proparossitoni. Su tale
argomento si veda anche la variabile "lunghezza di parola" (vd. infra).
6. Struttura sillabica
Per quanto riguarda la variabile relativa alla struttura sillabica, i dati raccolti sembrano dividere le variet centrali da quelle carniche. Come si pu
vedere nella tabella sottostante (dati espressi in ms), nelle due variet centrali (San Daniele e Tarcento) le vocali toniche (fonologicamente brevi) in
sillaba aperta presentano generalmente una durata maggiore rispetto a quelle in sillaba chiusa (ad eccezione delle vocali seguite da r ~ t i c a )Viceversa
~.
nelle due variet carniche (Preone e Pradumbli) risultano generalmente pi
lunghe le toniche in sillaba chiusa (ad eccezione delle vocali seguite da consonante nasale). Tale dato sembrerebbe indicare che nelle variet carniche
la durata della vocale tonica non sia legata alla struttura sillabica.
127
ralmente i lessemi ad alta frequenza d'uso vengono riconosciuti pi facilmente rispetto alle parole con minor numero di occorrenze, la loro 'soglia di riconoscimento' (recognition tbresbokt) dunque pi bassa e perci possono essere pronunciati in modo meno accurato (van Bergem 1993: 4; ivi i riferimenti bibliografici). La frequenza d'uso quindi una variabile significativa nelle
regole che determinano il timing segmentale, pertanto - in fase di compilazione del questionario - se ne tenuto conto il pi possibile nella scelta degli
items da elicitare. Purtroppo il friulano non dispone di lessici di frequenza e
di studi sulla dispersione lessicale6,sicch nella presente ricerca non si potuto valutare tale variabile se non a grosse linee e su base empirica. Ad ogni modo, applicando il criterio di Chauvenet, si sono notati alcuni casi caratterizzati da un sensibile scarto dalla media, la cui durata segmentale mostrava valori significativamente pi alti: molti di questi casi sono costituiti da nomi propri (antroponimi e toponimi) e lessemi verso i quali gli intervistati manifestavano minore familiarit.
In diverse ricerche si notato anche che le parole appartenenti a una delle cosiddette categorie maggiori (nomi, aggettivi, verbi) presentano generalmente durate segmentali superiori a quelle di parole appartenenti alle categorie minori (preposizioni, congiunzioni, ecc.) (Cooper/Paccia Cooper 1980:
53). Quindi un'altra variabile presa in considerazione nella compilazione del
questionario riguarda la differenza di durata tra vocali atone di parole piene e
vocali di parole funzionali (o vuote), considerate lessicalmente atone. Queste
ultime hanno una funzione prevalentemente o esclusivamente sintattica (articoli, congiunzioni, preposizioni, pronomi clitici, ecc.), pertanto presentano
solitamente un'alta frequenza di occorrenze. La soglia di riconoscimento delle
parole funzionali dunque pi bassa e perci queste possono essere pronunciate in modo meno accurato rispetto alle parole piene. In effetti alcuni studi
hanno dimostrato che le vocali dei monosillabi funzionali possiedono caratteristiche timbriche e temporali analoghe alle vocali lessicalrnente atone del-
L'unico lavoro sulla frequenza lessicale del fiiulano costituito da BurelliIMiculan (2002),
che per risulta poco utilizzabile ai nostri fini poich non distingue le parole omografe,
non lemmatizza le forme flesse ed basato su un corpus poco bilanciato di testi spogliati, dove ai primi posti per numero di occorrenze troviamo parole caratterizzate da dispersione minima: infatti nelle prime 450 posizioni compaiono parole come aleluia, apuestd
"apostolo", dissepul "discepolo", profete "profeta", responsorikl "responsoriale", salm "salmo", vanzeli "vangelo" e nomi propri come Abram, Israel, Gjerusalem, Gjesz, Mos.
le parole piene (van Bergem 1993: 22; Dell'Aglio 2003: 287-288, ivi i riferimenti bibliografci). Anche i dati friulani raccolti nelle quattro localit risultano conformi a questa tendenza generale. Ad esempio la durata media di /a/
nei monosillabi funzionali proclitici 68 ms (o 12) a Pradumbli e 77 ms (o
18) a Tarcento, mentre nelle parole piene la durata media di /a/ pretonica rispettivamente 74 ms (o 17) a Pradumbli e 82 ms (o 22) a Tarcento.
In questa ricerca non sono state indagate le parole funzionali polisillabiche
(es. le preposizioni improprie) o i sintagrni fonologici caratterizzati da stress hpse, dove l'effettivo grado di prominenza risulta condizionato dal contorno ritmico (distanza interaccentuale). Tale h b i t o di indagine dovr essere sviluppato congiuntamente alle ricerche sui correlati acustici dell'accento e sulla fonologia ritmica del friulano.
129
le sillabe atone sono solidali pi con la sillaba tonica precedente che con quella seguente (cfr. Marotta 1985: 23). Dunque in friulano la lunghezza della parola, ovvero il numero di sillabe che la compongono, un fattore subordinato alla posizione della sillaba tonica nel condizionare la durata della vocale accentata: infatti ha pertinenza solo il numero delle sillabe postoniche7.
Anche la lunghezza di frase pu interagire con la durata segmentale (cfr.
Marotta 1985: 93). Per ridurre l'incidenza di tale variabile il questionario utilizzato costituito da frasi con un numero simile di sillabe (mediamente 1314 sillabe per frase).
1 Pradumbli 1
< 286 (o 16) 232 (o 22) 165 (o 13) < 183 (0 33)
231 ( O 26) < 304 ( O 16) 268 ( O 28) 151 ( O 12) < 164 ( O 18)
351 (o 16) > 312 ( O 42) 294 (O 35) 262 (o 28) > 187 (O 30)
278 (a 28) > 251 (o 48) 264 (o 32) 205 (o 23) > l69 (o 16)
Nella presente ricerca non sono state indagate le rare forme bisdrucciole, costituite solitamente da gruppi clitici: es. cjtinusal "trovacelo".
131
durata consonantica ed ragionevole pensare che questa abbia un fondamento aerodinamico. Se vi una forte resistenza al flusso d'aria nel tratto supraglottidale, come nella fase di tenuta di un'occlusiva, la vibrazione
delle corde vocali viene impedita. Ma una serie di manovre per espandere la cavit orale, come l'abbassamento della laringe, pu ridurre tale resistenza. Similmente, un'occlusione pi breve e un'area di contatto meno
estesa aumentano la probabilit che le corde vocali possano continuare a
vibrare durante la fase di tenuta fino al momento del rilascio.
La durata pi breve della fase occlusiva limita il tempo necessario a mantenere la sonorit, mentre un'area di contatto meno estesa lascia pi superficie per assorbire la crescente pressione endo-orale (Maddieson 1997:
625-627).
I dati friulani raccolti si dimostrano coerenti con la tendenza generale,
poich la durata media di /a/ (in sillaba tonica aperta) seguita da occlusivalaffricata sorda 176 ms (o 29), da sonora 202 ms (o 28); seguita da
fricativa sorda 217 ms (o 25), da sonora 233 ms (o 36). La durata media di /a/ pretonica davanti a consonante sonora 88 ms (o 15) (precisamente 93 ms (o 15) in sillaba aperta e 83 ms (o 21) in sillaba chiusa), davanti consonante sorda 74 ms (o 8) (precisamente 65 ms (o 8) in sillaba
aperta e 83 ms (o 21) in sillaba chiusa). Vi conformit dei dati friulani
anche per quanto riguarda la relazione tra durata e sonorit consonantica: in posizione intervocalica postonica la durata media della fase occlusiva di /t/ 118 ms (o 16), mentre quella di /d/ 70 ms (o 11). La durata
media della fase occlusiva di [t] finale postonica 197 ms (o 19) dopo vocale fonologicamente breve, ma scende a 99 ms (o 16) dopo vocale fonologicamente lunga (in questo caso [t] il prodotto della desonorizzazione
di ld/ in fine di parola)lO.Tali proporzioni si accordano con i dati presentati da Baroni e Vanelli, dove si mette in rilievo che la durata dell'occlusiva sonora interna simile alla durata della corrispondente occlusiva finale
desonorizzata, che dunque si conforma solo in qualit, ma non in quantit, all'omologo segmento sordo (BaroniIVanelli 1999: 305,3 14).
Un'altra variabile contestuale rappresentata dal modo d'articolazione della consonante post-vocalica: secondo la generalizzazione di Delat'O
Tali dati si riferiscono alle parole interne, mentre prima di pausa (a fine frase) i valori
della durata media salgono rispettivamente a 232 ms (O 21) e 140 ms (O 20) dopo vocale fonologicamente lunga.
tre, sopra menzionata, le vocali hanno solitamente una durata maggiore se seguite da consonanti fricative, piuttosto che da occlusive (Delattre
1965: 64). I dati friulani si accordano abbastanza bene con tale generalizzazione: ad esempio, in sillaba chiusa finale la durata media di /a/ tonica
seguita da fricativa 192 ms (o 2 l ) , seguita da occlusiva invece 159 ms
(o 28); in penultima sillaba aperta la durata media di /a/ tonica seguita
da fricativa sorda 217 ms (o 25), seguita da occlusiva sorda invece 176
ms (o 29), seguita da fricativa sonora 233 ms (o 36), seguita da occlusiva sonora invece 202 ms (o 28). Tale tendenza generale si riscontra anche nella vocale fonologicamente lunga in sillaba chiusa finale, ma solo
nelle due variet centrali, dove la durata media di /a:/ seguita da fricativa
307 ms (o 18) a San Daniele e 324 ms (o 14) a Tarcento, seguita da occlusiva 286 ms (o 16) a San Daniele e 304 ms (o 16) a Tarcento. Nelle
due variet carniche troviamo invece la situazione opposta, poich la durata media di /a:/ seguita da fricativa 239 ms (o 38) a Pradumbli e 282
ms (o 23) a Preone, ma seguita da occlusiva 251 ms (o 45) a Pradumbli
e 3 12 ms (o 42) a Preone.
Per quanto riguarda la generalizzazione secondo la quale solitamente le
vocali sono realizzate pi lunghe se seguite da consonanti nasali, piuttosto
che da consonanti orali (Delattre 1965: 64), essa trova riscontro limitato
nei dati friulani". Come si pu notare dalla tabella sottostante, in penultima sillaba aperta la durata di /ai tonica seguita da nasale di pochissimo
superiore alla /a/ seguita da occlusiva sonora, ma notevolmente pi breve rispetto ad /a/ seguita da fricativa sonora (valori espressi in ms).
l'
133
Dunque la nasalit della consonante un fattore di allungamento della vocale precedente che si scorge solamente nel confronto tra occlusive
nasali e occlusive orali, ma anche qui con incidenza minima.
Per quanto riguarda la durata delle vocali seguite da liquida va segnalato l'effetto allungante del fonema rotico /r/ (realizzato solitamente come tap [r]) sulla vocale precedente. Ci non tanto evidente nelle vocali
fonologicamente lunghe, quanto in quelle fonologicamente brevi: in ultima sillaba tonica la durata media di /a/ seguita da /t/ finale 274 ms (o
36), seguita da /l/ finale 172 ms (o 27), seguita da nasale finale 170
ms (o 3 1). Va notato che nelle due variet centrali, in ultima sillaba tonica chiusa da 11-1finale, i valori della durata media dei fonemi /a/ breve e
/a:/ lungo sono sostanzialmente coincidenti: a San Daniele /a:/ 284 ms
(o 48) e /a/ 282 ms (o 35), aTarcento /a:/ 317 ms (o 25) e /a/ 314 ms (o
27). L'allungamento si verifica anche in sillaba atona, ad es. a Pradumbli
la durata media di /a/ postonica in sillaba aperta seguita da ostruente sonora 71 ms (o 24), seguita da /r/ 92 ms (o 16); la durata media di /a/
pretonica in sillaba aperta seguita da ostruente sonora 96 ms (o 15), seguita da /t/ 105 ms (o 21).
Secondo Ilse Lehiste la sonante /r/ conserverebbe tuttora in molte
lingue un certo grado di sillabicit, pur avendo perduto il pi delle volte la facolt di costituire un nucleo sillabico indipendente (come aweniva in indeuropeo). A riprova di ci la studiosa mostra che l'intero nesso
V+sonante, in inglese, subisce l'influsso accorciante o allungante dell'occlusiva seguente, a seconda che sia sorda o sonora (secondo le tendenze
tipiche di quella lingua), proprio come se si trattasse di una singola vocale (Lehiste 1974: 924-934). Ci permetterebbe di spiegare agevolmente la diffusa metatesi delle sonanti del tipo TERT 8 TRET,ben nota anche
al friulano: es. fersrie efressrie "padella". In accordo con la spiegazione
della Lehiste, si pu concludere che in friulano il fonema rotico /r/ abbia
conservato un certo grado di sillabicit, provocando l'allungamento della vocale precedente.
Riguardo la durata delle vocali davanti a nesso consonantico costituito da liquida+ostruente, va notato il diverso comportamento tra le due
variet centrali e le due variet carniche: nelle prime la durata vocalica in
sillaba tonica finale maggiore davanti al nesso rotica+ostruente, mentre
nelle seconde maggiore davanti al nesso laterale+ostruente (vedi la tabella seguente dove i valori sono espressi in ms).
/alci#
181 (o 10)
165 (O 25)
245 (o 22)
330 (O 31)
/arC/#
207 (o 13)
204 (o 38)
205 (o 20)
215 (o 15)
135
PAROSSITONI
SILLABA CHIUSA
In conclusione, l'obiettivo di questa ricerca era quello di fornire una prima panoramica sufficientemente ampia del comportamento durazionale dei
fonemi vocalici friulani. I dati qui presentati non pretendono certo di essere
conclusivi: da essi si possono ricavare indizi, piuttosto che trarre conclusioni. Saranno dunque necessari approfondimenti e ulteriori indagini per fare
maggior luce su tale importante aspetto della prosodia friulana.
/a/ + sibilante
la/ + laterale
172 (o 20) 184 (o 17) 170 (o 28) 218 (o 32) 186 (o 22)
/a/ + rotica
251 (o 26) 259 (O25) 195 (O21) 201 (O18) 226 (0 33)
/a/ + nasale
SILLABA APERTA
183 (o 33) 164 (o 18) 187 (o 30) 169 (o 16) 176 (o 29)
+ fricativasorda
214 (o 22) 232 (o 18) 217 (o 25) 205 (o 19) 217 (o 25)
/a/
OSSITONI
la:/#
163 (o 18) 231 (o 26) 351 (o 16) 278 (o 28) 256 (o 63)
229 (o 20) 231 (o 17) 173 (o 24) 174 (o 25) 202 (o 28)
286 (o 16) 304 (o 16) 312 (o 42) 251 (o 45) 289 (o 52)
233 (o 21) 254 (o 19) 226 (o 22) 220 (o 21) 233 (o 36)
/a;/+ fricativasorda
307 (o 18) 324 (o 14) 282 (o 23) 239 (o 38) 288 (o 38)
la/ + laterale
215 (o 24) 227 (o 20) 203 (o 25) 223 (o 29) 217 (o 24)
209 (o 16) 281 (o 24) 298 (o 38) 299 (o 23) 272 (O46)
/a/ + rotica
284 (o 48) 317 (o 25) 310 (o 44) 267 (o 43) 294 (O32)
la/ + nasale
/a:/
+ laterale
lali + rotica
PROPAROSSITONI
/a/#
165 (o 13) 151 (o 12) 262 (o 28) 205 (o 23) 196 (o 37)
SILLABA APERTA
Ia/+occlusivasorda
/a/+fricativasorda
la/ + consonante sonora l87 (o 24) l96 (o 25) 229 (o 20) 231 (o 22) 2 11 (o 22)
la/ + laterale
SILLABA CHIUSA
la/ + rotica
282 (o 35) 314 (o 27) 247 (O25) 254 (O23) 274 (0 36)
la/ + nasale
la/ + sibilante + ostruente 193 (o 31) 182 (o 52) 195 (o 28) 190 (o 23) 190 (o 45)
la/ + laterale + ostruente 181 (o 10) 165 (o 25) 245 (o 22) 330 (o 31) 230 (o 38)
/a/ + rotica + ostruente
207 (o 13) 204 (o 38) 205 (o 20) 215 (o 15) 208 (o 18)
186 (o 18) 180 (o 21) 218 (o 22) 226 (o 24) 202 (o 23)
132 (O 19) 135 (o 21) 152 (o 23) 161 (o 21) 145 (o 33)
110(o 18) 118(o 15) 132(o 17) 139(o 18) 125 (034)
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ca.
circa
cfr.
confronta
es.
esempio
p., pp. pagina, pagine
sgg.
seguenti
volume
vol.
C
fa
O
consonante
frequenza fondamentale
deviazione standard
vocale