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Diritto processuale penale

di Stefano Civitelli
Questi appunti riassumono il "Manuale di procedura penale" di Tonini e
affrontano i principali temi inerenti al diritto processuale.<br />
Dopo una carrellata storica sul processo penale dal diritto romano allo Stato
Assoluto francese e alla situazione dell'Inghilterra, vengono infatti toccati
argomenti quali: la definizione di processo penale, la giurisdizione e le
competenze territoriali; le funzioni del Pubblico Ministero e i rapporti con gli altri
Uffici preposti, il ruolo del giudice e l'elaborazione della sentenza; la difesa
dell'imputato, la costituzione in parte civile e il valore degli atti documentali.
Infine ci si sofferma sul valore delle prove e degli indizi raccolti e sulla
testimonianza: il suo valore penale, il segreto d'ufficio e l'influenza psichica sul
testimone.

Universit: Universit degli Studi di Firenze


Facolt: Giurisprudenza
Esame: Diritto processuale penale - modulo I, a.a.
2007/2008
Titolo del libro: Manuale di procedura penale
Autore del libro: Paolo Tonini

Stefano Civitelli

Sezione Appunti

1. Definizione di diritto processuale penale


Il diritto processuale penale il complesso delle norme di legge che disciplinano le attivit dirette
allattuazione del diritto penale nel caso concreto: ha una funzione strumentale rispetto al diritto penale
sostanziale.
Senza un processo regolato dalla legge e rispettoso dei diritti delle parti, lapplicazione della norma penale si
trasformerebbe in un diritto di polizia, non essendoci un corretto accertamento dei fatti.
La legge penale sostanziale ha la finalit di regolare le azioni delle persone e non di accertarle;
laccertamento dei fatti spetta al processo.
La legge processuale penale ha una duplice finalit: da un lato regola lattivit del giudice e delle parti,
dallaltro predispone gli strumenti logici mediante i quali il giudice, con il contributo dialettico delle parti,
accerta i fatti di reato e la personalit di coloro che li hanno commessi.

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2. La protezione della societ e la difesa dellimputato


Il processo penale, nellapplicare la legge sostanziale, deve perseguire contemporaneamente la funzione di
tutelare la societ contro la delinquenza e di difendere laccusato dal pericolo di una condanna ingiusta.
Le norme processuali devono assicurare insieme la protezione della societ e la difesa dellimputato, che
sono considerabili entrambi interessi pubblici.
La protezione della societ realizzata con mezzi che impediscono o ostacolano la difesa dellimputato, si
riduce il pericolo di assolvere il colpevole ma si aumenta il rischio di condannare linnocente o di irrogare
pene sproporzionate.
Viceversa, lampliamento dei diritti di difesa aggrava il pericolo che siano assolti i colpevoli.
Il legislatore si trova costretto a inventare soluzioni che, nella ricerca di un coordinamento difficile,
inevitabilmente possono sacrificare o la difesa della societ o la difesa dellimputato.
In definitiva si tratta riscegliere se pi accettabile condannare un innocente o assolvere un colpevole.
Ad un regime totalitario corrisponde un processo penale nel quale la difesa della societ prevale su quella
dellimputato; viceversa ad un regime garantista corrisponde un sistema processuale che d allimputato una
tutela prevalente rispetto alla difesa della societ.

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3. Sistema inquisitorio e sistema accusatorio nel diritto penale


Gi nel periodo medievale era denominato inquisitorio quel sistema processuale che attribuiva al giudice il
potere di attivarsi dufficio per ricercare i reati e acquisirne le prove.
Lorgano detentore delliniziativa processuale era il c.d. giudice inquisitore.
Sempre nello stesso periodo era denominato accusatorio quel tipo di processo nel quale il giudice non
esercitava alcun potere dufficio, poich erano le parti ad avere liniziativa.
Lavvio del processo, il suo svolgimento e la ricerca delle prove erano lasciati ad una parte: il c.d.
accusatore.
Al giudice era attribuito solo il potere di prendere decisioni di richiesta di parte.
In linea generale si dice che il sistema inquisitorio si basa sul segreto e sulla scrittura, mentre il sistema
accusatorio si fonda sul contraddittorio e sulloralit.
Tali tipi ideali di processo si sono combinati in concreto secondo modalit differenti nelle varie epoche.
La maggior parte degli ordinamenti sono di tipo misto.
Gli studiosi tendono a rimarcare la contrapposizione tra i due sistemi nella differenza tra oralit e scrittura:
in base a ci sarebbe prevalentemente inquisitorio quel processo che permette al giudice di decidere su
prove scritte, e cio limitandosi a leggere i verbali di atti compiuti in un momento anteriore da parte di altri
soggetti; viceversa, sarebbe prevalentemente accusatorio qual processo che impone al giudice di decidere
soltanto in base a prove che siano assunte oralmente davanti a lui, le prove assunte in precedenza non
possono essere utilizzate dal giudice per accertare la reit dellimputato.
Purtroppo lesperienza storica, anche recente, dimostra che non sufficiente attuare loralit se si vuole
predisporre un processo accusatorio, in quanto pericoloso disinteressarsi di tutta quella fase che precede il
giudizio ma occorre preoccuparsi che anche in essa siano presenti garanzie.

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4. Sistema inquisitorio e principio di autorit


Il sistema inquisitorio si basa sul principio di autorit secondo il quale la verit tanto meglio accertata
quanto pi potere dato al soggetto inquirente.
In lui si cumulano tutte le funzioni processuali: egli opera al tempo stesso come giudice, come accusatore e
come difensore dellimputato.
Si pensa che se lautorit facilit laccertamento del vero e del giusto, tanto maggiore sar quella, tanto
migliore sar questo.
In definitiva, si crede ne cumulo delle funzioni processuali in un unico organo.
Correlativamente si tende a non riconoscere alcun potere alle parti: loffeso e limputato sono meri oggetti
del giudizio, poich tutti i poteri risiedono nel giudice.
In questo sistema non occorre che il giudice sia indipendente, al contrario, si ritiene che quanto pi stretto
il suo legame col potere politico tanto meglio egli potr svolgere la sua opera e tanto pi aderente al vero
sar la sua decisione.

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5. Caratteristiche principali del sistema inquisitorio


Le caratteristiche principali del sistema inquisitorio, derivanti dal principio del cumulo delle funzioni
processuali, sono:
- Iniziativa dufficio, liniziativa deve spettare al giudice e, poich egli depositario del vero e del giusto,
non pu essere ostacolato dallinattivit delle parti.
E sufficiente una denuncia anonima a mettere in funzione il giudice inquisitore.
Non serve un organo pubblico o privato di accusa, n di polizia.
- Iniziativa probatoria dufficio, la ricerca delle prove non deve spettare alle parti, bens al giudice stesso,
perch egli ha pi poteri e, quindi, meglio pu conoscere il vero e il giusto.
Il giudice in grado di ricercare le prove con pieni poteri coercitivi.
- Segreto, linquisitore una persona che ricerca la verit senza utilizzare la contrapposizione dialettica tra le
parti.
Assume le deposizioni in segreto e non ha la necessit di confrontare la sua ricostruzione della verit con le
posizioni dellaccusa e della difesa.
- Scrittura, delle deposizioni raccolte dallinquisitore redatto un verbale.
Si ritiene accettabile che non vengano riportate le parole effettive, bens la versione data dallinquirente
perch soltanto lui in grado di comprenderne il vero significato.
La verit contenuta nelle carte del fascicolo predisposto dallinquisitore.
- Nessun limite allammissibilit delle prove, quello che conta il risultato da raggiungere, e cio la verit, e
non il metodo con cui la si persegue.
Pertanto ogni modalit da ricerca ammessa: anche la tortura dellimputato.
- La presunzione di reit, sufficiente aver raccolto alcuni indizi contro un imputato, o anche soltanto una
denuncia anonima, perch questi sia chiamato a discolparsi.
In questo sistema deve essere limputato a dimostrare la sua innocenza mediante prove: se fallisce il tale
compito deve essere condannato.
- Carcerazione preventiva, poich limputato presunto colpevole, in mancanza di prove dinnocenza pu
essere sottoposto a custodia preventiva in carcere.
- Molteplicit delle impugnazioni, una volta che stata pronunciata la sentenza il sistema si ricorda che
anche il giudice un uomo e pu sbagliare.
Ed allora il regime permette che le parti possano presentare impugnazione, sulla quale deve decidere un
giudice superiore che dotato dei medesimi poteri inquisitori del primo.
In ultima istanza si ritiene che il re, o lorgano analogo, possa concedere la grazia poich in lui si cumulano
tutti i poteri.
In definitiva, il processo inquisitorio permette di accertare quella che pu essere definita la verit di Stato.

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6. Definizione di sistema accusatorio


Il sistema accusatorio si basa su un principio opposto a quello di autorit, e cio il principio dialettico.
Si ritiene che nessuna persona sia depositaria del vero e del giusto, la verit si pu accertare tanto meglio
quanto pi le funzioni processuali sono ripartite tra soggetti che hanno interessi antagonisti.
Al giudice, che deve essere indipendente e imparziale, spetta di decidere sulla base di prove ricercate
dallaccusa e dalla difesa.
Il sistema delineato, che pu essere definito separazione delle funzioni processuali, adempie alla
medesima finalit che svolta dal principio della separazione dei poteri dello Stato: si tende ad evitare che
luso di un potere degeneri in abuso.

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7. Le caratteristiche principali del sistema accusatorio


- Iniziativa di parte, in origine il potere di azione spettava ad un accusatore privato, cio alla persona offesa,
successivamente tale potere stato assegnato ad un organo pubblico.
- Iniziativa probatoria di parte, i poteri di ricerca, ammissione e valutazione della prova devono essere divisi
e ripartiti tra giudice, accusa e difesa.
Colui che accusa ha lonere di ricercare le prove e di convincere il giudice della reit dellimputato.
La difesa deve avere il potere di ricercare le prove in base alle quali possa convincere il giudice che
limputato non colpevole o che le modalit di svolgimento del fatto addebitato devono essere ricostruite in
modo diverso da quello fatto dallaccusa.
Il giudice deve soltanto decidere se ammettere, o meno, il mezzo di prova che viene richiesto.
- Contraddittorio, assicura che, prima della decisione, il giudice permetta alla parte interessata di sostenere le
proprie ragioni.
Il contraddittorio adempie a due funzioni essenziali: tutela i diritti di ciascuna parte e costituisce una tecnica
di accertamento dei fatti.
Ad ogni parte deve essere data la possibilit di mettere in dubbio lesistenza del fatto che affermato dalla
controparte.
- Oralit, permette di valutare in modo pieno la credibilit e lattendibilit di un testimone o altro
dichiarante.
Da ci deriva la regola secondo cui, in linea di principio, non sono utilizzabili dichiarazioni scritte ai fini
della decisione.
- Limiti di ammissibilit delle prove, molto importante il metodo col quale si giunge a formare la prova.
Si ritiene che una prova non sia attendibile se raccolta con tecniche che influiscono sulla libert morale di
una persona.
Spetta al giudice il controllo sulla ammissibilit dei mezzi di prova richiesti dalle parti.
Presunzione dinnocenza, il giudice pu condannare limputato solo quando laccusa ha provato la reit al
di fuori di ogni ragionevole dubbio; mentre se laccusa non riesce a eliminare il dubbio, limputato deve
essere dichiarato non colpevole.
Non occorre che sia assolto, poich egli presunto innocente fin dallinizio del processo.
Limiti alla custodia cautelare, se limputato presunto innocente fino alla condanna definitiva, non pu
essere trattato come un colpevole.
Pertanto quella che pu essere applicata soltanto una misura cautelare se ed in quanto vi siano prove che
dimostrino che in concreto esistano esigenze cautelari.
Laccusa deve, cio, dimostrare che vi il pericolo che limputato inquini le prove, fugga o commetta gravi
reati; ma soprattutto deve convincere il giudice, sia pure allo stato degli atti e cio sulla base di indagini
non complete, che vi sono prove o gravi indizi che dimostrano la reit dellimputato.
Nel sistema accusatorio la misura cautelare configurata come la extrema ratio, ossia deve essere utilizzata
quando tutte le altre misure ipotizzabili non siano in grado di scongiurare il pericolo di inquinamento delle
prove, di fuga o di commissione di gravi reati.
- Limiti alle impugnazioni, gli esami incrociati con cui si formano le prove sono scarsamente utili se ripetuti
una seconda volta sulle stesse domande.
Le impugnazioni, quindi, hanno soprattutto lo scopo di controllare se in primo grado il giudice ha osservato i
diritti delle parti.

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Il giudice che decide sullimpugnazione deve essere indipendente ed imparziale alla pari del giudice di
primo grado.

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8. Rapporto tra sistema processuale e regime politico: processo


penale o di tipo accusatorio
Il regime politico totalitario trova nel sistema processuale inquisitorio lo strumento di potere pi efficace.
Attraverso giudici parziali il potere politico pu far iniziare, o anche fermare, il processo penale, pu far
assumere o meno le prove, pu favorire o meno gli appartenenti alla propria fazione.
Il processo penale usato come strumento di lotta politica.
Viceversa, il processo di tipo accusatorio connaturale ad un regime politico garantista.
Se il giudice si dimostra parziale, le parti devono avere il potere di ricusarlo; anzi, deve essere consentito di
dimostrare che il singolo magistrato o giudice popolare non in condizioni tali da apparire imparziale.
Gli strumenti che tendono a ridurre gli arbitrii sono la separazione delle funzioni processuali di accusa,
difesa e giudizio, la distinzione tra il potere di direzione del dibattimento e il potere di decidere sullaccusa,
la parit tra i poteri delle parti in tema di prova.
Quello che conta accertare se laccusa fondata, non quali conseguenze politiche possano derivare da una
condanna o da unassoluzione.
Riteniamo che il criterio di scelta tra processo penale o processo di tipo accusatorio vada ricercato nella
maggiore idoneit a tutelare la libert politica e i diritti della persona umana.
Sotto questo profilo il sistema accusatorio pi rispettoso dei diritti fondamentali, ma soprattutto rende pi
difficile al potere politico manipolare i fatti e costruire verit di Stato.
Occorre comunque avere presenti anche gli svantaggi che possono derivare dal sistema accusatorio.
Ad esempio le regole che escludono le prove raccolte fuori dal dibattimento tutelano i diritti di libert del
cittadino, ma tendono ad ostacolare laccertamento del fatto di reato.
Si capisce come sia necessario porre temperamenti rispetto ad un modello accusatorio di tipo puro.

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9. Cenni sulla nascita del diritto romano


Il re disponeva, in materia di repressione criminale, di un incondizionato potere di coercizione e di
giurisdizione per la repressione dei reati pi gravi che mettevano in pericolo la vita della civitas e
dellistituto monarchico.
Trasformatori il regime da monarchico a repubblicano, la repressione dei reati era affidata al popolo riunito
nelle assemblee comiziali.
Il processo popolare venne progressivamente cedendo il posto a tribunali stabili: le quaestiones perpetuae.
Il processo davanti a tali tribunali era tipicamente accusatorio.
Lorganizzazione delle giurie esigeva la partecipazione diretta dei cittadini migliori e quindi finch la
tensione morale fu alta, il sistema pot funzionare, mentre quando prevalse il disinteresse, la giuria sub un
declino.
Il sistema delle quaestiones perpetuae fin dai primi anni del principato inizi a subire la concorrenza di un
nuovo tipo di processo pi coerente con il nuovo assetto costituzionale dello Stato.
La questione era affidata a un delegato dellimperatore che cumulava il potere di accusare, di raccogliere le
prove e di giudicare.
Tale procedimento, denominato cognitio extra ordinem, venne poi a sostituirsi alle quaestiones perpetuae.

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10. Cenni sul diritto nel periodo medioevale


Nei primitivi regimi barbarici il processo penale era considerato un fenomeno irrazionale, nel quale si
manifestavano credenze magiche.
Il giudizio era basato sullordala, che era una prova fisica subita dallaccusato, dal cui risultato si
pretendeva di ricavare la prova dellinnocenza perch la divinit sarebbe dovuta intervenire.
Ci comportava una sorta di onere della prova a carico dellimputato.
Con il ritorno della civilt lordinamento barbarico recep gli insegnamenti del diritto romano.
Venne ripristinato il procedimento cognitio extra ordinem che, da quel periodo, venne denominato
inquisizione.
Il sistema inquisitorio fu accolto anche dai Comuni trasformatisi in Principati e dai vari Stati assoluti che si
vennero formando nellEuropa continentale.

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11. Il processo penale nello Stato Assoluto


La Ordonnance criminelle del 1670, promulgata in Francia nel periodo di maggiore potenza dello Stato
assoluto, costituisce uno snodo fondamentale della storia del processo penale.
Fino ad allora agli organi giudicanti era riconosciuto il potere di determinare le regole del proprio operare.
La normativa processuale si era venuta completando nel tempo sulla base della prassi creata dai giudici e
dagli avvocati, con laiuto della dottrina.
Il re Luigi XIV volle innovare anche in questo campo e, mentre affermava di voler soltanto razionalizzare la
procedura penale allora vigente, in realt si impossessava del potere di legiferare in via esclusiva in materia
processuale.
Leffetto fu quello di rafforzare i tratti del sistema inquisitorio.
Netto era il giudizio negativo dato dai filosofi illuministi su questa procedura.
Larbitrio del giudice era illimitato, limputato era lasciato a se stesso, era martoriato ancora prima che
potesse difendersi, era posto davanti allalternativa tra confessare (e allora la condanna era sicura) o negare
la reit (e, di conseguenza, i tormenti si allungavano).
La denuncia di clamorosi errori giudiziari port lEuropa a interrogarsi sullefficacia di tale sistema
processuale.

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12. Il processo penale in Inghilterra


In Inghilterra il potere del re non fu mai assoluto, dapprima fu controllato dai baroni, che nel 1215 ottennero
la Magna Charta libertatum, poi dallo stesso Parlamento.
In base alla Magna Charta "nessun uomo libero pu essere arrestato o messo in prigione se non a seguito di
un giudizio dei suoi pari, reso nella forma legale secondo il diritto del paese".
Il processo penale inglese era basato su due istituti di importanza fondamentale: la giuria e i testimoni.
Esso seguiva le cadenze del processo romano del periodo della repubblica (processo popolare).
Una prima giuria, il Grand jury, decideva se limputato doveva essere rinviato a giudizio; una seconda giuria
assisteva al pubblico dibattimento e decideva, con un verdetto non motivato, se limputato era colpevole.
Nel caso in cui fosse accertata la reit dellimputato, il giudice togato stabiliva la pena.
Nel 1679 fu approvato dal Parlamento lHabeas Corpus Act, che dava al giudice il potere di valutare la
legittimit dello stato di detenzione di qualsiasi persona.
Nel 1689 fu approvato il Bill of Right, che contiene lelenco dei diritti fondamentali, come quello spettante
allimputato di essere lasciato libero dietro pagamento di una cauzione.

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13. La rivoluzione francese e levoluzione del processo penale


A seguito della rivoluzione, in Francia stato accolto un ordinamento che ricalca alla lettera il processo
penale inglese allora vigente.
Il decreto dellAssemblea nazionale del settembre 1791 ha introdotto un sistema prevalentemente
accusatorio.
Il processo penale risultava diviso in tre fasi: uninformazione segreta condotta dal giudice di pace,
unudienza segreta davanti al jury daccusa, unudienza pubblica davanti al jury del giudizio.
Il sistema nel suo insieme era sufficientemente garantista: ad una istruzione segreta seguiva un dibattimento
in contraddittorio.
Il principale difetto di quel meccanismo processuale stava nellordinamento del PM: mancava un organo
centralizzato che assumesse le iniziative di accusa e ne sostenesse la responsabilit in dibattimento.
Con il passaggio dal Direttorio al Consolato (1799) laccusatore pubblico elettivo venne eliminato e fu
sostituito da un rappresentante del potere esecutivo presso il potere giudiziario.

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14. Il sistema misto nel Code dinstruction criminelle


Nel Code dinstruction criminelle, promulgato nel 1808 ma entrato in vigore nel 1811, il sistema misto era
cos congegnato: la fase anteriore al dibattimento, denominata istruzione, era prevalentemente inquisitoria,
ma era temperata in aspetti fondamentali da istituti del sistema accusatorio; la fase del dibattimento era
prevalentemente accusatoria, salvo alcuni temperamenti in senso inquisitorio.
Il sistema misto era caratterizzato da una netta separazione delle funzioni tra accusa e giudizio.
Listruzione era segreta e veniva svolta dal giudice istruttore, ma non era puramente inquisitoria in quanto:
iniziava solo dopo che il Pubblico Ministero aveva fatto formale richiesta al giudice istruttore;
terminava solo dopo che il Pubblico Ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio o il proscioglimento;
il giudice non poteva rifiutarsi di compierla;
era garantito allimputato il controllo giurisdizionale sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Nella fase istruttoria lassunzione delle prove era affidata al giudice, e cio ad un organo comunque separato
dal potere esecutivo e soggetto al controllo della Corte dAppello.
La fase del dibattimento era accusatoria ma temperata dai seguenti principi tipicamente inquisitori:
le domande ai testimoni erano rivolte dal presidente dellorgano giudicante;
gli atti compiuti prima del dibattimento potevano essere letti e su di essi il giudice poteva fondare la sua
decisione.
Listruzione era una assunzione della prova, mentre il dibattimento costituiva una critica ed un
controllo sulla medesima.
Il sistema misto stato criticato in quanto le prove sono raccolte in segreto senza che la difesa possa
svolgere un controllo: soltanto in dibattimento limputato autorizzato a demolire le prove, gi assunte.
In definitiva il difetto del sistema misto napoleonico sta nel non aver assicurato il principio di separazione
delle fasi.
Dopo il 1815 negli Stati europei tornarono al potere i sovrani assoluti, i quali immediatamente ripristinarono
il processo inquisitorio.

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15. I codici italiani di procedura penale


Il 1 maggio 1848, nello Stato del Piemonte, entr in vigore il codice di procedura penale, che accoglieva il
modello napoleonico.
Nel 1859 venne promulgato un nuovo codice basato sempre sul sistema misto, codice che venne esteso, con
alcune modifiche, nel 1865 al Regno dItalia.
Il primo codice di procedura penale italiano datato 1913, il quale, pur conservando il sistema misto,
innovava rispetto al modello napoleonico, in quanto riconosceva ampi diritti allaccusato gi nel corso della
fase istruttoria: il difensore dellimputato aveva il diritto ad assistere a larga parte degli atti e di prendere
visione dei verbali.
In definitiva, durante listruttoria restavano segrete soltanto le testimonianze.
Nel dibattimento fu introdotta la giuria popolare che giudicava sul fatto, mentre i giudici togati
determinavano la quantit della pena.
Al termine della prima guerra mondiale, Mussolini cancell la separazione dei poteri e provvide a riformare
i codici.
Quello di procedura penale fu promulgato nel 1930 insieme al codice penale, entrarono in vigore nel 1931.
Il diritto di difesa fu eliminato nella fase istruttoria, che torn ad essere totalmente segreta; e il PM,
dipendente dellesecutivo, ottenne gli stessi poteri coercitivi del giudice istruttore.
Infatti il Pubblico Ministero conduceva una sua istruzione, detta sommaria; mentre il giudice istruttore nella
c.d. istruzione formale, procedeva dufficio alla ricerca delle prove, che assumeva in segreto, e decideva se
rinviare limputato a giudizio.
Infine il giudice del dibattimento nella decisione poteva utilizzare tutti i verbali degli atti raccolti nelle fasi
anteriori.
Le conseguenze sistematiche furono disastrose: si abbandonava per la prima volta il principio della
separazione delle funzioni processuali, grande conquista dellepoca napoleonica, per tornare sostanzialmente
ad un sistema prevalentemente inquisitorio.
Tra le altre modifiche ricordiamo la facolt del Pubblico Ministero di archiviare direttamente le denunce
senza chiedere lautorizzazione al giudice, con la quale il potere esecutivo poteva bloccare fin dallinizio i
processi penali nei confronti degli amici del partito al potere.
Fu abolita la giuria popolare e al suo posto fu introdotta la Corte dAssise, composta da 2 giudici togati e 5
cittadini, che deliberava sia sul fatto, sia sulle questioni giuridiche.

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16. I principi del processo penale nella costituzione del 1948


Dopo la liberazione il Governo Badoglio, nel 1944, limit i poteri della polizia in tema di fermo e sottrasse
al Pubblico Ministero il potere di archiviare le denuncie in modo insindacabile.
Il r.d.l. 511/46 sulle guarentigie della magistratura restitu linamovibilit ai giudici e riconobbe alla
magistratura nel suo complesso quella indipendenza dal governo alla quale era pervenuta faticosamente al
termine del periodo liberale: tutti i membri del CSM erano eletti dagli stessi magistrati.
Per quel che riguarda la Costituzione, lassemblea costituente ha posto soltanto le garanzie fondamentali che
riguardavano i punti nevralgici del processo penale.
orientamento liberale, separazione dei poteri dello Stato e separazione delle funzioni processuali: diritto di
difesa, azione penale spettante al PM, principio del giudice naturale e, infine, presunzione dinnocenza;
orientamento personalistico, diritti inviolabili della persona umana: riserve di legge e giurisdizione a tutela
di questi;
orientamento solidaristico, norme che tendono a rimuovere gli ostacoli di carattere economico che
impediscono leguaglianza sostanziale.
Anche se la Costituzione non fa una esplicita scelta tra sistema accusatorio e inquisitorio, una sua
interpretazione generale denota chiaramente il rilievo dato a principi tipici del sistema accusatorio, e da
quando la Corte Costituzionale ha iniziato ad esaminare il codice del 1930 ha fondato su tali principi
costituzionali pi di una dichiarazione di illegittimit di norme riconducibili al sistema inquisitorio.

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17. Le riforme parziali al codice penale del 1930


Negli anni successivi allentrata in funzione della Costituzione hanno preso corpo due iniziative differenti.
Da un lato si sono effettuate modifiche parziali al codice del 1930, che era orientato prevalentemente in
senso inquisitorio, da un altro lato si pensato ad un nuovo processo penale.
Il primo orientamento prevalso almeno fino al 1968.
La l. 517/55 ha modificato oltre 130 articoli del codice del 1930 seguendo una precisa strategia: poich non
vi era il tempo per discutere nuovi istituti si pensato di reintrodurre le garanzie gi sperimentate nel codice
liberale del 1913.
Le innovazioni pi incisive, per, sono derivate dalle sentenze della Corte Costituzionale che hanno
dichiarato lillegittimit delle norme poste da codice del 1930.
Leffetto complessivo stato quello di pervenire ad un sistema misto di tipo prevalentemente accusatorio: la
difesa partecipava a quasi tutti gli atti precedenti al dibattimento.
Lunico aspetto che non fu toccato stata la stessa struttura mista del processo e, di conseguenza, il
principio del cumulo delle funzioni processuali: da un lato il giudice istruttore procedeva dufficio alla
ricerca delle prove, dallaltro lato il Pubblico Ministero poteva condurre una sua istruzione sommaria, infine
il giudice del dibattimento nella decisione definitiva poteva utilizzare tutti i verbali raccolti nelle fasi
anteriori.

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18. I lavori preparatori del nuovo codice di procedura penale in


Italia
Il secondo orientamento cominci a manifestarsi dal 1962.
Carnelutti nel 1963 present a titolo personale una Bozza di uno schema del codice di procedura penale: si
trattava di una riforma radicale, che delineava un sistema di tipo accusatorio puro, e che, per tanto, incontr
forti opposizioni.
Nel 1963 il governo Leone, ritenuto impossibile affidare al Parlamento lelaborazione di una legge
complessa quale era un codice, formul un disegno di legge delega.
Tale disegno fu presentato in Parlamento ma mai posto in discussione.
Nel 1966 la Commissione Giustizia della Camera dei deputati inizi a esaminare un disegno di legge delega
proposto dal ministro Reale.
Nella quinta legislatura fu presentato un nuovo disegno di legge delega che fu ampiamente discusso, nella
sesta legislatura il Parlamento approv in via definitiva un altro disegno di legge delega.
Tale legge fu promulgata nel 1974.
Una Commissione istituita dal Ministro della Giustizia e presieduta dal prof. Pisapia, inizi i suoi lavori nel
1974 e presento il Progetto preliminare nel 1978.
La legge delega, per, imponeva che il giudice cumulasse in s i poteri dellaccusa nel ricercare le prove.
Un altro difetto della delega consisteva nellaccoglimento del principio di centralit del dibattimento: tutti i
processi sarebbero dovuti approdare alla fase dibattimentale anche nelle ipotesi nelle quali un rito pi
semplificato, con epilogo anteriore al dibattimento, sarebbe apparso ugualmente adeguato.
Pochi giorni dopo la presentazione del Progetto preliminare avvenne il rapimento di Aldo Moro.
Era in atto la fase pi acuta della lotta armata contro lo Stato e, in una situazione del genere, lintroduzione
di un processo pi garantista non apparve ragionevole.
Nel 1980 il Ministro della Giustizia present alla Commissione Giustizia della Camera dei deputati un
complesso di quaranta emendamenti, che di fatto venivano a configurarsi come una nuova legge delega.
Fu cos nominato un comitato parlamentare ristretto che configur una nuova struttura processuale: la prova
si sarebbe dovuta formare soltanto in dibattimento nel contraddittorio; prima di tale momento non si sarebbe
dovuta svolgere unistruzione bens una fase di indagini preliminari, eliminando cos la figura del giudice
istruttore; e inoltre erano predisposti riti alternativi a quello ordinario che evitavano la complessit del
dibattimento.
Su queste basi riprendeva presso il Parlamento un dibattito che doveva poi concludersi con lapprovazione
della seconda, e definitiva, legge delega del 1987.
Una Commissione, nominata dal Ministro della Giustizia Vassalli e presieduta dal prof. Pisapia, ha redatto il
progetto preliminare.
Tale testo stato approvato dal Governo nel 1988 ed entrato in vigore nel 1989.

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19. Le linee generali del nuovo processo penale


La separazione delle funzioni e delle fasi del procedimento
Il nuovo processo penale fondato su tre principi fondamentali: il principio di separazione delle funzioni
processuali, svolge un ruolo di garanzia simile a quello svolto dalla separazione dei poteri dello Stato.
Esso impone che il giudice abbia soltanto il compito di dirigere lassunzione delle prove e di decidere senza
cumulare in s lulteriore potere di svolgere indagini.
Stabilisce inoltre che il Pubblico Ministero si limiti a ricercare le prove e non cumuli in s il potere di
assumerle.
Cos viene assicurata una maggiore dialettica tra accusa e difesa, che espongono le proprie ragioni in una
situazione di tendenziale equilibrio sotto il controllo del giudice.
Questi in una posizione di imparzialit, perch il suo compito non quello di indagare, bens di decidere
sulla base delle richieste formulate dalle parti;
il principio di netta ripartizione delle fasi processuali, il procedimento vede susseguirsi le indagini
preliminari svolte dal PM, ludienza preliminare e il dibattimento.
Si vuole che la prova utilizzabile nella decisione in dibattimento sia quella che viene assunta nel pieno
contraddittorio delle parti, e cio davanti al giudice e alla presenza del Pubblico Ministero e del difensore
dellimputato.
La prova assunta prima del dibattimento inutilizzabile.
Inoltre, si vuole tutelare il diritto dellimputato a che un giudice controlli la necessit del rinvio a giudizio e,
quindi, la fondatezza dellaccusa formulata dal PM.
Il rinvio a giudizio costituisce una sofferenza per limputato innocente ed per lui fonte di spese
processuali, cio costituisce un danno da evitare.
A tal fine predisposta una udienza preliminare, nella quale il giudice esamina gli atti raccolti dal Pubblico
Ministero e decide se rinviare a dibattimento limputato o pronunciare una sentenza di non luogo a
procedere;il principio di semplificazione del procedimento.

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20. Le indagini preliminari nel processo penale


Il Pubblico Ministero svolge funzioni investigative: pu disporre perquisizioni, sequestri e accertamenti
tecnici, e ha il potere di ordinare il fermo di un soggetto gravemente indiziato quando vi pericolo di fuga.
Tutte le altre misure coercitive nei confronti dellimputato possono essere disposte soltanto dal giudice su
richiesta del PM.
Le funzioni di garanzia sono svolte da un nuovo organo, denominato giudice per le indagini preliminari,
che differisce dal giudice istruttore del codice del 1930 in quanto non ha poteri di iniziativa probatoria, e
cio non ha il compito di investigare, bens soltanto di decidere sulle richieste delle parti.
Nella fase delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero non ha, di regola, il potere di assumere prove
direttamente utilizzabili per la decisione finale.
Se occorre assumere subito prove non rinviabili al dibattimento, il Pubblico Ministero o lindagato possono
farne domanda.
Il giudice, se accoglie listanza, dispone che le prove siano assunte dinanzi a lui in una udienza denominata
incidente probatorio e possono essere successivamente utilizzate ai fini della decisione finale.
Terminate le indagini preliminari, il Pubblico Ministero formula le sue richieste al giudice entro termini
massimi prefissati dalla legge.
Egli chiede larchiviazione se la notizia di reato infondata, se lazione penale improcedibile, se il reato
estinto o se il fatto non previsto dalla legge come reato.
Viceversa, se vi sono elementi idonei a sostenere laccusa in dibattimento, il Pubblico Ministero chiede il
rinvio a giudizio formulando limputazione.
Se il Pubblico Ministero chiede larchiviazione, il giudice pu negarla e imporre una imputazione coatta e
fissa ludienza preliminare, ci per evitare larbitrio del Pubblico Ministero sulle archiviazioni.
Ludienza preliminare si svolge alla presenza delle parti.
Al giudice spetta di verificare la fondatezza, o meno, dellimputazione: nel primo caso emana il decreto che
dispone il giudizio, nel secondo caso pronuncia sentenza di non luogo a procedere.

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21. Il dibattimento nel processo penale


Nel dibattimento il principio del contraddittorio attuato attraverso quellistituto di origine anglosassone che
lesame incrociato.
Le domande sono poste direttamente dal Pubblico Ministero e dai difensori, mentre il presidente del collegio
giudicante ha il potere di ammetterle o meno: egli pu intervenire per assicurare la lealt dellesame e la
correttezza delle contestazioni, pu rivolgere direttamente domande e perfino indicare temi di prova nuovi o
pi ampi che siano utili alla completezza dellesame.
In questa fase si segue la regola cui lorgano giudicante deve decidere soltanto sulla base delle prove assunte
nel contraddittorio tra le parti.
Per rendere effettivo tale principio si prevista la formazione di due distinti fascicoli:
fascicolo per il dibattimento, contenente i verbali degli atti assunti in contraddittorio e degli atti non ripetibili
assunti dal Pubblico Ministero e dalla polizia giudiziaria.
Il contenuto di tale fascicolo pu essere letto in dibattimento e utilizzato ai fini delle decisione;
fascicolo del pubblico ministero, contenente i verbali dagli altri atti assunti da questultimo, dalla polizia
giudiziaria e dal difensore.
Le dichiarazioni possono essere contestate alle parti e ai testimoni che vengono esaminati nel corso del
dibattimento: il verbale serve, di regola, soltanto a provare la credibilit del soggetto interrogato.

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22. I procedimenti semplificati nel processo penale


Gli ordinamenti che adottano un sistema processuale accusatorio, prevedono altres meccanismi di
semplificazione che riservano la procedura pi garantita soltanto ai casi veramente controversi o ai reati
gravi.
Il nuovo codice ha previsto sei riti semplificati:
Patteggiamento, limputato si pu accordare con il Pubblico Ministero sulla specie e sulla misura di pena da
applicare.
Il massimo di sanzione, che poteva essere patteggiata, stato portato a 5 anni.
Il giudice ha il potere di controllare la correttezza della qualificazione giuridica del fatto e la congruit della
pena.
Giudizio abbreviato, limputato pu chiedere che il processo sia definito nelludienza preliminare sulla base
degli atti raccolti nel fascicolo del PM.
Nelludienza preliminare il giudice pu pronunciare una sentenza di proscioglimento o di condanna, ma in
questultimo caso sussiste un incentivo per limputato: la pena ridotta di .
Giudizio immediato su richiesta del PM, se la prova evidente e limputato stato invitato a rendere
interrogatorio, il Pubblico Ministero pu chiedere al GIP il rinvio a giudizio senza udienza preliminare.
Se la richiesta accolta dal giudice, questi ordina il rinvio a giudizio.
Entro 15 giorni dalla notificazione della citazione, limputato pu chiedere il giudizio abbreviato o il
patteggiamento, altrimenti ha luogo il dibattimento.
Giudizio immediato su richiesta dellimputato, dopo che il Pubblico Ministero ha chiesto il rinvio a giudizio,
limputato pu chiedere al giudice di essere rinviato a dibattimento senza udienza preliminare.
In tal caso il giudice obbligato a pronunciare il decreto che dispone il giudizio.
Giudizio direttissimo, quando una persona arrestata il flagranza o quando lindagato ha confessato nel
corso dellinterrogatorio, il Pubblico Ministero pu condurlo direttamente davanti al giudice in dibattimento.
Procedimento per decreto, per i reati meno gravi il Pubblico Ministero pu presentare al GIP richiesta
motivata di emissione di un decreto penale di condanna ad una pena pecuniaria.
La pena richiesta pu essere diminuita fino alla met del minimo edittale previsto dalla norma
incriminatrice, comunque il giudice si riserva la facolt di accoglierla o respingerla.

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23. Dopo il 1989: dal mito delloralit al recupero del diritto alla
prova nel processo penale
Col nuovo codice il legislatore ha creduto che le garanzie processuali potessero essere assicurate limitandosi
ad affermare il principio di oralit-immediatezza, cio rendendo in buona parte non utilizzabili le
dichiarazioni rese prima del dibattimento.
La fase delle indagini preliminari, pertanto, stata sguarnita della garanzia del contraddittorio e, soprattutto,
in essa si impedito lesercizio del diritto alla prova sul presupposto che i risultati, raccolti in tale fase, non
sarebbero stati utilizzabili per la decisione finale.
Anche dal punto di vista psicologico si sono manifestati problemi di adattamento degli operatori ad una
logica processuale completamente diversa da quella accolta dal precedente codice.
Occorre precisare che la legge delega del 1987 prevedeva che il Governo provvedesse ad emanare, entro 3
anni dallentrata in vigore del codice, disposizioni integrative e correttive nel rispetto dei criteri direttivi
fissati.
Il Governo ha utilizzato tale strumento in modo eccessivamente cauto e la sua carenza di iniziativa insieme
allinerzia del Parlamento sono state superate solo dalla Corte Costituzionale, che ha iniziato a dichiarare
illegittime, perch contrarie al principio di ragionevolezza, alcune disposizioni del codice e i relativi criteri
direttivi contenuti nella legge delega.
Le declaratorie di incostituzionalit, insieme alla situazione di emergenza provocata dagli omicidi dei
magistrati Falcone e Borsellino nel 1991, hanno indotto il Governo a modificare alcuni punti fondamentali
della disciplina del processo penale con un decreto legge del 1992.
Il testo originario del codice limitava in modo eccessivo la possibilit di utilizzare, ai fini della decisione, i
verbali delle dichiarazioni rese in segreto prima del dibattimento.
Il legislatore, con la legge di conversione del d.l. del 1992 ha ecceduto nel senso opposto, estendendone
soverchiante lutilizzabilit e ledendo il principio del contraddittorio.
Un parziale ritorno alla tutela del contraddittorio si avuto, per la fase anteriore al dibattimento con una
legge del 1995, e per la fase dibattimentale con una legge del 1997.
La legge del 1995 ha teso a ripristinare alcuni aspetti della separazione delle funzioni prima del
dibattimento: si tratta di uno dei settori in cui il codice del 1988 si dimostrato pi gravemente carente.
La legge, da un lato ha aumentato i poteri di controllo spettanti al GIP sugli atti che devono essere valutati al
fine di applicare le pi gravi misure cautelari, dallaltro lato ha riconosciuto espressamente la legittimit
delle indagini svolte dal difensore e ha sancito che la relativa documentazione pu essere presentata al GIP.
La legge del 1997 ha regolato il caso delicato in cui un imputato renda dichiarazioni contro un altro
imputato durante le indagini: tali dichiarazioni sono utilizzabili in dibattimento solo se rese nel rispetto del
contraddittorio, ossia in sede di incidente probatorio, oppure se laccusatore si presentava in giudizio per
farsi controesaminare, oppure infine se diventavano non ripetibili.

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24. La costituzionalizzazione dei principi del giusto processo


Il Parlamento ha preso nuovamente in esame quella parte del progetto della Commissione bicamerale che
aveva cercato di rendere effettive le norme della Convenzione europea dei diritti delluomo, e cio i principi
del giusto processo.
Si voleva affermare in Costituzione una concezione forte del contraddittorio, da attuarsi nella formazione
della prova.
La legge di revisione costituzionale stata approvata nel 1999 con maggioranza superiore ai , e riforma lart.
111 cost.
Il nuovo testo di suddetto articolo mostra la sua natura di interpretazione autentica della Carta costituzionale
rendendo espliciti quei principi che, a giudizio di molti studiosi, gi erano ricavabili dalla Costituzione.

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Sezione Appunti

25. I principi attinenti ad ogni processo


Il Parlamento ha introdotto nellart. 111 cost. cinque nuovi commi che consacrano i principi cardine ai quali
deve informarsi ogni processo.
In sintesi tali principi consistono nella riserva di legge in materia processuale, nella imparzialit del giudice,
nella parit delle parti e nella ragionevole durata del processo:
art. 1111 cost. "la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge", ci comporta la
riserva di legge e il principio di legalit processuale omologhi a quelli previsti nel diritto penale sostanziale.
Inoltre lespressione giusto processo si riferisce ad un concetto ideale di Giustizia, che preesiste rispetto
alla legge e che direttamente collegato a quei diritti inviolabili di tutte le persone che lo Stato, in base
allart. 2 cost., si impegna e riconoscere.
art. 1112 cost., enuncia alcuni principi non relativamente al solo processo penale ma ad "ogni processo"
quindi anche civile ed amministrativo:
- principio del contraddittorio;
- principio di parit tra le parti, parit non eguaglianza bens equilibrio di poteri;
- principio del giudice terzo e imparziale;
- principio di ragionevole durata del processo, che un recepimento di un precetto della Convenzione
europea dei diritti delluomo.
Va peraltro ribadito che quello dellefficienza processuale un valore, che non pu in alcun modo
compromettere le garanzie dellimputato e la qualit dellaccertamento processuale.
Del resto, il bilanciamento tra le due opposte istanze gi implicito nel termine ragionevole che si
riferisce alla durata del processo.
La Costituzione pone un vincolo alla legge ordinaria, infatti la Corte Costituzionale non pu sindacare la
durata del singolo processo, ma ha il potere di dichiarare lincostituzionalit delle disposizioni che
prevedono tempi lunghi, inutili passaggi di atti tra organi, formalit superflue, non giustificate n da
esigenze repressive n da garanzie difensive.

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Sezione Appunti

26. I principi inerenti al processo penale


Art. 1113 cost. enuncia il catalogo dei diritti spettanti nel processo penale alla persona accusata di un
reato, dove laccusato pu essere sia limputato che lindagato:
- la persona sottoposta alle indagini deve essere "informata riservatamente della natura e dei motivi
dellaccusa nel pi breve tempo possibile". Da una parte vi lindagato che ha interesse a conoscere quanto
prima lesistenza di procedimenti nei suoi confronti per poter raccogliere elementi a discarico, dallaltra
parte vi il pubblico ministero che per svolgere indagini efficaci deve poter compiere atti a sorpresa.
Il bilanciamento tra le due esigenze opposte attuato nel termine nel pi breve tempo possibile:
ci non significa immediatamente bens non appena lavviso allindagato compatibile con lesigenza di
genuinit e di efficacia delle indagini;
- laccusato ha il diritto di disporre "del tempo e delle condizioni necessarie per preparare la sua difesa".

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27. Definizione di processo penale


Il processo penale sul fatto, sullautore e sulle conseguenze
Il processo penale lo strumento con cui si applica il diritto sostanziale, esso assolve tre scopi:
accerta se una determinata persona ha commesso il reato, per sapere se e quale sanzione irrogare;
accerta quale la personalit del reo, dato lo stretto collegamento che lega la sanzione penale con la
personalit del reo;
accerta quali sono le sanzioni da applicargli, tenendo conto soprattutto dellesigenza rieducativa e valutando
la possibilit di applicare sanzioni sostitutive o misure alternative.

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28. Lazione penale


Procedimento penale, serie cronologicamente ordinata di atti diretti alla pronuncia di una decisione penale,
ciascuno dei quali, in quanto validamente compiuto, fa sorgere il dovere di porre in essere il successivo ed ,
al contempo, esso stesso realizzato in adempimento di un dovere posto dal suo antecedente.
Si conclude con la sentenza irrevocabile.
Comprende indagini preliminari, udienza preliminare e giudizio nei vari gradi.
Processo penale, parte del procedimento penale che inizia con lesercizio dellazione penale e termina con la
sentenza.
Comprende udienza preliminare, salvo i procedimenti speciali che sono privi di tale fase, e giudizio nei vari
gradi.
Azione penale, richiesta, diretta al giudice, di decidere sullimputazione.
Nei procedimenti ordinari la richiesta di rinvio a giudizio fatta dal PM, in quelli speciali latto con cui si
instaura il giudizio.
Imputazione, addebito di un fatto di reato ad un soggetto determinato.
Deve contenere:
- fatto storico di reato;
- norme giuridiche violate;
- generalit imputato.
Comporta lobbligo per il giudice di decidere e fissa in modo immutabile loggetto del processo.

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29. I soggetti e le parti del procedimento penale


I soggetti del procedimento penale sono coloro che hanno poteri di iniziativa nel procedimento stesso, le
parti sono il soggetto attivo e passivo dellazione penale, cio Pubblico Ministero e imputato, ed
eventualmente dellazione civile, cio parte civile, imputato e responsabile civile.

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30. Giudici ordinari e speciali nel processo penale


Il termine giurisdizione pu avere un duplice significato:
come funzione dello Stato, che consiste nellapplicare la legge al caso concreto con forza cogente da parte di
un giudice terzo;
come organo, che consiste in quegli apparati indipendenti e imparziali che impersonano il potere dello Stato.
Il potere giurisdizionale in Italia diffuso, cio frazionato in pi organi ciascuno dei quali ha competenza
limitata.
La competenza quella parte della funzione giurisdizionale che svolta dal singolo organo.
Essa individuata per approssimazioni successive che tengono conto della materia, del territorio, della
funzione che deve essere svolta in una determinata fase o grado del procedimento e della eventuale
connessione con altri procedimenti.
Sono organi giudiziari ordinari quelli che hanno una competenza generale a giudicare tutte le persone e che
sono composti da magistrati ordinari.
Sono per il primo grado il Tribunale dei minorenni, la Corte dAssise, il Tribunale (sia nella forma
monocratica che collegiale), il Giudice di Pace; e per il secondo la Corte dappello sezione minorenni, la
Corte dAssise dappello, la Corte dappello e il Tribunale monocratico (che funge da giudice dappello per
le sentenze del Giudice di Pace); infine c la possibilit di un ricorso in Cassazione per motivi di legittimit.
Sono organi giudiziari speciali quelli che sono competenti a giudicare soltanto alcune persone e che inoltre
sono composti da magistrati speciali.
Sono i Tribunali militari e, dal 1989, la Corte Costituzionale per i reati di alto tradimento e attentato alla
Costituzione compiuti dal Presidente della Repubblica.
Il termine giurisdizione pu essere utilizzato anche con un ulteriore significato.
Esso indica le regole che permettono di distinguere i procedimenti di competenza della magistratura
ordinaria dai procedimenti di competenza della magistratura speciale.

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31. Giurisdizione e giusto processo nel processo penale


Lindipendenza del giudice garantita dalla Costituzione attraverso un apposito organo, e cio il Consiglio
Superiore della Magistratura.
Limparzialit del giudice stabilit dal nuovo comma 2 dellart. 111 cost. in base al quale "ogni processo si
svolge davanti a un giudice terzo e imparziale".
In determinate situazioni nelle quali il giudice , o appare, parziale, egli ha il dovere di astenersi e se non lo
fa le parti possono ricusarlo.
Non esistono controlli esterni al potere giurisdizionale per lovvio motivo che, altrimenti, questo non
sarebbe pi indipendente.
I controlli sono previsti allinterno dello stesso potere giurisdizionale: vi sono giudici che esaminano il
processo in primo grado, in secondo grado e, infine, vi un organo unico, la Corte di Cassazione, che svolge
un controllo di legittimit.
Tutto ci realizza il c.d. giusto processo, senza il quale non vi pu giurisdizione cos come la intende la
Costituzione.

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32. La competenza per territorio nel processo penale


Tale competenza determinata dal luogo in cui il reato stato consumato, la ratio che in tale luogo le
prove sono raccolte con maggiore facilit e rapidit.
Una importante deroga alle ordinarie norme sulla competenza territoriale prevista nei procedimenti in cui
un magistrato assume la qualit di imputato, indagato, persona offesa o danneggiata dal reato, quando in
base alle regole ordinarie tali procedimenti sarebbero attribuiti alla competenza di un ufficio giudiziario
compreso nel distretto di corte dappello nel quale il magistrato esercita le sue funzioni.
In tali casi la competenza attribuita al giudice competente per materia che ha sede nel capoluogo del
distretto di corte dappello individuato dalla tabella A annessa alla legge 420/98.
Tale deroga ha levidente scopo di garantire limparzialit dellorgano giudicante.

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33. La competenza per connessione: riunione dei procedimenti


Vi connessione di procedimenti, ex art. 12 c.p.p., quando:
- il reato per cui si procede commesso da pi persone in concorso o cooperazione fra loro, o se pi persone
con condotte indipendenti hanno determinato levento;
una persona imputata di pi reati commessi con una sola azione od omissione (concorso formale), oppure
con pi azioni od omissi9oni esecutive dello stesso disegno criminoso (reato continuato);
- i reati per cui si procede sono stati commessi gli uni per eseguire od occultare gli altri.
Quando vi connessione un unico giudice competente a giudicare tutti i reati connessi, e cio quello
competente per il reato pi grave.
Una deroga si ha nei casi riguardanti minorenni allepoca dei fatti, in tali situazioni la competenza
esclusiva del Tribunale dei minorenni per il giudizio sul minore anche il presenza di una delle fattispecie di
connessione.
Sul procedimento del minorenne non applicabile la connessione.
Quando i procedimenti sono connessi, essi possono essere riuniti o separati.
E evidente che la finalit naturale quella di permettere la riunione di pi procedimenti in uno unico: ci
consente di economizzare gli atti processuali, di consentire ai testimoni di deporre una sola volta per tutti gli
imputati e soprattutto di ricostruire in maniera pi chiara e completa il quadro probatorio.
La riunione consentita soltanto per procedimenti pendenti nella medesima fase e grado del procedimento e,
in ogni caso, non utile riunire procedimenti qualora ci determini in concreto un ritardo nella definizione
degli stessi.

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34. La competenza per connessione: separazione dei procedimenti


La separazione unesigenza ricollegabile al sistema accusatorio che tende ad assicurare un solo imputato in
un singolo procedimento: si ritiene che in tal modo sia possibile garantire la migliore difesa per limputato.
Il giudice deve riunire i procedimenti soltanto qualora la riunione sia assolutamente necessaria per giungere
allaccertamento dei fatti di reato.
Il codice di procedura penale pone un dovere di separazione in presenza di determinate ipotesi:
- quando stiano per scadere i termini di custodia cautelare;
- quando, in udienza preliminare, sia possibile decidere subito sulla posizione dellimputato tramite giudizio
abbreviato o patteggiamento;
quando per un imputato si debba sospendere il procedimento;
quando un imputato non comparso in dibattimento e occorra rinnovare la citazione nei suoi confronti;
quando uno o pi difensori di imputati non si siano presentati in dibattimento per motivi legittimi;
quando per un imputato la fase dibattimentale si gi conclusa, mentre per gli altri richiede tempi pi
lunghi.
In conclusione si pu dire che la tendenza del legislatore quella di assicurare la trattazione
unitaria dei procedimenti connessi durante la fase delle indagini, mentre dopo lesercizio dellazione penale
il codice oscilla tra lesigenza garantista e quella efficientistica.
Ma quando la separazione tutela anche lesigenza efficientistica allora il giudice tenuto a separare i
procedimenti, salvo che ci pregiudichi laccertamento dei fatti.

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35. Il principio del giudice naturale


Le norme sulla competenza viste finora attuano il principio del c.d. giudice naturale.
In base allart. 251 cost. "nessuno pu essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge".
Dalla norma si ricava:
- riserva assoluta di legge in materia di competenza;
- determinatezza delle norme sulla competenza che non devono conferire un potere discrezionale;
- irretroattivit delle norme sulla competenza in virt della necessaria precostituzione.
Col principio del giudice naturale risulta ulteriormente tutelata la garanzia di indipendenza dellorgano
giudicante.

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36. I conflitti di giurisdizione e di competenza


I conflitti di giurisdizione intervengono tra un giudice ordinario e uno speciale, i conflitti di competenza
avvengono tra giudici ordinari.
Il conflitto pu essere:
- positivo, quando due o pi giudici contemporaneamente prendono cognizione del medesimo fatto;
- negativo, quando due o pi giudici contemporaneamente rifiutano di prendere cognizione del medesimo
fatto.
Il conflitto pu essere denunciato dal pubblico ministero o dalle parti private presso uno dei giudici in
conflitto, ma pu anche essere rilevato dufficio da uno dei giudici.
Lordinanza che rileva lesistenza del conflitto trasmessa alla Corte di Cassazione con la copia degli atti
necessari alla decisione.
N la denuncia, n lordinanza hanno efficacia sospensiva dei procedimenti in corso.

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37. Le sezioni distaccate del tribunale


Sono uffici collocati allinterno del circondario del Tribunale per rendere pi agevole ai cittadini laccesso
agli organi che amministrano la giustizia.
Le singole sezioni possono trattare quegli affari penali sui quali il Tribunale giudica in composizione
monocratica.
Nella sede principale del Tribunale sono svolte, in via esclusiva, le funzioni di giudice per le indagini
preliminari e delludienza preliminare.
Linosservanza delle regole che presiedono al riparto degli affari tra la sede principale del Tribunale e la
sezione distaccata rilevata dal giudice monocratico se ritiene la questione non manifestamente infondata e,
in tal caso, trasmette gli atti al presidente del Tribunale il quale decide con decreto non impugnabile.

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38. La capacit del giudice nel processo penale


Le condizioni di capacit del giudice sono stabilite dalle leggi di ordinamento giudiziario.
La capacit di acquisto della funzione giurisdizionale consiste nei requisiti necessari allassunzione della
qualit di giudice, mentre la capacit di esercizio della funzione giurisdizionale riguarda lesistenza delle
condizioni richieste per il valido esercizio del potere giurisdizionale, ossia la nomina al ruolo di uditore
giudiziario.
La capacit generica quella che si ottiene con la nomina e lammissione al ruolo ed richiesta a pena di
nullit, mentre la capacit specifica non causa nullit e attiene alla regolare costituzione di un giudice
nellambito di un determinato processo.
La violazione delle norme sul riparto della cognizione tra le due articolazioni del Tribunale e linosservanza
delle disposizioni ordinamentali concernenti lassegnazione dei magistrati a sezioni o collegi non danno
luogo a nullit processuali.

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39. Definizione di imparzialit del giudice


Limparzialit, perch sia effettiva, deve essere fondata sui seguenti principi:
- la soggezione del giudice alla legge, che sia precisa e certa in modo da non lasciare al giudice quelle scelte
discrezionali che devono essere compiute dal potere legislativo;
- la separazione delle funzioni processuali, in quanto se in giudice cumulasse i poteri di una parte, ad
esempio dellaccusa, si rischierebbe che la sua funzione giudicante sia sviata, anche inconsciamente, dagli
ulteriori poteri che chiamato a esercitare;
- la presenza di garanzie procedimentali che consentano di estromettere il giudice che sia o appaia parziale.
Affinch il giudice sia imparziale devono sussistere i requisiti di:
- Terziet, sussiste quando assente qualsiasi legame con una delle parti o con loggetto della decisione.
- Impregiudicatezza, la situazione psichica che si ha quando una persona non ha gi espresso in precedenza
un giudizio sulla responsabilit dellimputato.
Ci in quanto esiste la naturale tendenza di ogni persona a mantenere fermo un giudizio gi espresso,
specialmente se avviene a persone con un potere elevato: si ritiene che queste difficilmente possano
ammettere di aver sbagliato.

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40. Limparzialit del giudice: incompatibilit


Lincompatibilit lincapacit a svolgere una determinata funzione in relazione a un determinato
procedimento.
Si ha quando:
- un magistrato abbia svolto, nel medesimo procedimento, una qualche funzione che deve restare distinta da
quella di giudice: PM, polizia giudiziaria, difensore, testimone, ecc: si riprende il principio di separazione
delle funzioni processuali;
- un parente o un affine del magistrato abbia gi esercitato nel medesimo procedimento sia la funzione di
giudice, sia altre funzione separate o diverse;
- un magistrato abbia gi svolto la funzione di giudice nel medesimo procedimento penale.
Si ritiene che il giudice non sia pi impregiudicato, e quindi incompatibile per pre-giudizio, quando:
- ha pronunciato la sentenza di un precedente grado del procedimento;
- ha emesso il provvedimento conclusivo delludienza preliminare;
- ha emesso il decreto penale di condanna;
- ha disposto il giudizio immediato;
- ha deciso sullimpugnazione avverso la sentenza di non luogo a procedere;
- ha esercitato le funzioni di giudice per le indagini preliminari.
Il gip resta compatibile quando non ha emanato provvedimenti che comportano un pre-giudizio.
Lesigenza di garantire imparzialit del giudice imponeva di assicurare che limpregiudicatezza non soltanto
fosse esistente, ma anche apparisse tale allopinione pubblica.

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41. Limparzialit del giudice: astensione e ricusazione


Motivi comuni allastensione e alla ricusazione sono:
- il giudice deve astenersi e pu essere ricusato se si trova in taluna delle situazioni di incompatibilit:
manca di impregiudicatezza;
- il giudice deve astenersi e pu essere ricusato in tutte quelle situazioni nelle quali abbia legami con le parti
o con loggetto del procedimento: manca di terziet.
Tali situazioni si realizzano quando il giudice:
- ha interesse nel procedimento o qualche parte privata o un difensore debitore o creditore di lui, del
coniuge o dei figli, o comunque in tutti quei casi in cui lesito del procedimento possa procurargli un
vantaggio economico o morale;
- tutore, procuratore o datore di lavoro di una delle parti private in causa o se il difensore, curatore o
procuratore di una di dette parti prossimo congiunto di lui o del coniuge;
- ha dato consigli o ha manifestato il proprio parere sulloggetto del procedimento fuori dellesercizio delle
sue funzioni giudiziarie;
- vi inimicizia grave fra lui o un suo prossimo congiunto e una delle parti private;
- qualcuno dei prossimi congiunti di lui o del coniuge offeso o danneggiato dal reato;
- un prossimo congiunto di lui o del coniuge svolge o ha svolto funzioni di Pubblico Ministero nel caso.
La dichiarazione di astensione valutata dal presidente dellorgano giudicante al quale appartiene il
magistrato.
La dichiarazione accolta se si accerta che in concreto esistono le situazioni che mettono in pericolo
limparzialit.
Il codice fa un elenco minuzioso dei motivi in cui il giudice ha lobbligo di astenersi, dopodich allarga
questo obbligo ad una clausola aperta: quando vi siano "gravi ragioni di convenienza", dove per grave si
intende che possa incidere sulla libert di determinazione del giudice.
Con la ricusazione le parti possono rigettare il giudice in base ai medesimi motivi previsti per lastensione,
con due precisazioni:
non possibile ricusare per "gravi ragioni di convenienza";
possibile ricusare il giudice che abbia "manifestato indebitamente il proprio convincimento sui fatti
oggetto dellimputazione".
Ci denota che le parti possono ricusare il giudice soltanto in casi tassativamente previsti dalla legge in
quanto non si fa rinvio alla clausola aperta.
Sulle richieste di ricusazione di giudici del Tribunale, della Corte dAssise e della Corte dAssise dappello
decide la Corte dAppello; sulle richieste di ricusazione di giudici della Corte dAppello decide una diversa
sezione sempre della Corte dAppello; sulle richieste di ricusazione di giudici della Corte di Cassazione
decide una diversa sezione della Corte di Cassazione stessa.
A seguito dellaccoglimento della domanda di ricusazione viene designato un altro magistrato e nel
frattempo il magistrato ricusato non deve sospendere la sua attivit, ma non pu pronunciare una sentenza.

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42. La rimessione del processo penale


Riguarda casi in cui pregiudicata limparzialit dellintero ufficio giudicante territorialmente competente a
prescindere dalle situazioni che riguardino il singolo magistrato che lo compone.
In questi casi il codice prevede lo spostamento della competenza per territorio ad un organo giurisdizionale,
con la medesima competenza per materia, situato nel capoluogo del distretto di Corte dAppello individuato
in base alla tabella A annessa alla legge 420/98.
Lo spostamento deciso dalla Corte di Cassazione se e in quanto tale organo accerti lesistenza di almeno
uno dei requisiti della rimessione.
La richiesta motivata di rimessione pu essere presentata soltanto dallimputato, dal pubblico ministero e dal
procuratore generale presso la Corte dAppello.
I casi di rimessione sono tre e devono derivare tutti e tre da "gravi situazioni locali, tali da turbare lo
svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili": la situazione deve essere grave, cio lasci presagire
un esito non imparziale; locale, cio non diffusa sullintero territorio nazionale; e non altrimenti eliminabile,
cio facendo ricorso agli strumenti a disposizione del potere esecutivo.
Quindi i tre casi sono:
quando sono pregiudicate la sicurezza e lincolumit pubblica, cio ipotesi di guerriglia urbana;
quando pregiudicata la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, cio ipotesi in cui
i giudici popolari o i testimoni sono intimiditi da associazioni mafiose;
quando gravi situazioni locali determinano motivi di legittimo sospetto, cio casi in cui la pressione
dellambiente sui giudici appare, ad un osservatore esterno, idonea a compromettere la serenit della
decisione.
La decisione sulla richiesta viene presa dalla Corte di Cassazione con ordinanza che, qualora la accolga,
viene comunicata senza ritardo al giudice che procede e a quello designato.
Il giudice designato provvede alla rinnovazione degli atti compiuti anteriormente alla rimessione quando ne
richiesto da una delle parti e non si tratta di atti di cui divenuta impossibile la ripetizione.
La normativa cerca di assicurare un bilanciamento tra il principio di imparzialit del giudice e il principio
del giudice naturale.
Tra tali principi prevale quello di imparzialit, anche se il principio del giudice naturale impone la
tassativit-determinatezza delle ipotesi di rimessione.

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43. Le funzioni del Pubblico Ministero


Il pubblico ministero quel complesso di uffici pubblici che rappresentano nel procedimento penale
linteresse generale dello Stato alla repressione dei reati.
Tale organo frazionato in tanti uffici ciascuno dei quali svolge le sue funzioni, di regola, soltanto davanti
allorgano giudiziario presso cui costituito.
Le funzioni del Pubblico Ministero sono:
vegliare alla osservanza delle leggi, alla pronta e regolare amministrazione della giustizia, alla tutela dei
diritti dello Stato, delle persone giuridiche e degli incapaci;
promuovere la repressione dei reati, ossia svolgere le indagini necessarie per valutare se deve chiedere il
rinvio a giudizio o larchiviazione;
esercitare lazione penale, quando dalle indagini sono emersi elementi idonei a sostenere laccusa in
giudizio;
far eseguire i giudicati e ogni altro provvedimento del giudice, nei casi stabiliti dalla legge.
Il Pubblico Ministero rappresenta linteresse generale dello Stato-comunit, mentre ben distinta la
posizione dello Stato-persona, la quale rappresentata dallavvocatura di Stato.
Il magistrato che fa parte dellufficio del pubblico ministero ha una piena indipendenza di status.
La principale differenza rispetto alla posizione del giudice sta nel fatto che lufficio del pubblico ministero
ha alcune caratteristiche dellorganizzazione gerarchica, assenti allinterno degli uffici del giudice.

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44. I rapporti del Pubblico Ministero con il potere politico


I sistemi totalitari non accettano la separazione dei poteri dello Stato se non a fini meramente burocratici.
In essi il pubblico ministero diretta espressione del potere politico.
I sistemi garantisti si basano sulla separazione dei poteri dello Stato, il pubblico ministero pu essere
configurato in tre distinti modi:
come rappresentante della societ, deriva dal periodo iniziale della Rivoluzione francese: il Pubblico
Ministero un accusatore pubblico elettivo, cio eletto con modalit simili a quelle dei membri del
Parlamento;
come rappresentante del potere esecutivo, soluzione accolta in Francia ai tempi del Consolato e dellImpero
e il Italia ai tempi dello Stato liberale e del regime fascista: il Pubblico Ministero rischia per cos di
divenire un funzionario pubblico la cui carriera dipende pi o meno direttamente dal potere esecutivo;
come rappresentante della legge, soluzione presente il Italia dal secondo dopoguerra, il Brasile e in
Portogallo, tende a tenere il Pubblico Ministero fuori dalla dipendenza politica, cio a svincolarlo dai
controlli operati da potere esecutivo e legislativo: il Pubblico Ministero vincolato solo dalla legge.
In Italia il pubblico ministero stato configurato fin dallAssemblea costituente come un magistrato con
garanzie di indipendenza simili a quelle dei giudici.

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45. I rapporti allinterno dellufficio dell'ufficio del Pubblico


Ministero
I rapporti di dipendenza gerarchica allinterno dellufficio del Pubblico Ministero devono contemperare
esigenze contrapposte:
- la prima quella di garantire la posizione di indipendenza del singolo magistrato del PM;
- la seconda quella di assicurare la buona organizzazione dellufficio della pubblica accusa.
Levoluzione legislativa denota come si passati da un sistema classificabile come personalizzazione delle
funzioni ad un altro definibile gerarchia attenuata:
Personalizzazione delle funzioni, il titolare dellufficio designava il magistrato in modo automatico in base
al sistema tabellare che vige per i giudici e che il CSM aveva esteso agli uffici del PM.
Esisteva un rapporto di sovraordinazione, ma il magistrato designato conservava una vera e propria
autonomia operativa.
Il titolare poteva dare soltanto direttive di carattere generale, e la revoca della designazione era consentita
soltanto in casi tassativi e cio quando il magistrato intendeva formulare richieste in contrasto con le
direttive di carattere generale.
Gerarchia attenuata, i criteri automatici non costituiscono pi lunica modalit di attribuzione di un caso,
bens lassegnazione da parte del Procuratore della Repubblica pu essere nominativa.
Il Procuratore della Repubblica esercita lazione penale "personalmente o mediante assegnazione a uno o pi
magistrati addetti allufficio", non si tratta pi di quella designazione del codice del 1988 o della
delegazione della prima riforma del 2006.
La l. 269/2006 ha introdotto il nuovo istituto della assegnazione, la cui natura giuridica consiste nel
conferire poteri operativi con limitata autonomia funzionale.
Con latto di assegnazione il Procuratore della Repubblica pu stabilire i criteri, sia generali che particolari,
ai quali il singolo magistrato deve attenersi nellesercizio della relativa attivit e quando tali criteri risultano
essere stati violati il Procuratore pu revocare lassegnazione con provvedimento motivato.
Il potere direttivo del titolare si attenua quando il magistrato si trova in udienza.
In tal caso, il magistrato del Pubblico Ministero esercita le sue funzioni con piena autonomia.
Il magistrato del PM, quando intendere chiedere al giudice una misura cautelare personale o reale, deve
ottenere lassenso scritto del Procuratore della Repubblica.
Analogo assenso necessario per disporre il fermo.
Il Procuratore della Repubblica mantiene personalmente i rapporti con gli organi dinformazione.
Ogni informazione inerente alle attivit della Procura deve essere fornita attribuendola in modo impersonale
allufficio ed escludendo ogni riferimento ai magistrati assegnatari del procedimento, per questi motivi che
vietato ai singoli magistrati del Pubblico Ministero di rilasciare dichiarazioni agli organi dinformazione.

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46. I rapporti tra il Pubblico Ministero e gli altri uffici


Il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione svolge una funzione di sorveglianza, nel senso che ha
il potere di iniziare lazione disciplinare contro un qualsiasi magistrato requirente o giudicante, la decisione
spetter poi al CSM.
Lo stesso procuratore generale pu essere chiamato a risolvere un contrasto negativo o positivo tra uffici del
pubblico ministero appartenenti a diversi distretti di Corte dAppello.
Il Procuratore generale presso la Corte dAppello sorveglia tutti i magistrati requirenti del distretto.
Inoltre pu, in ipotesi tassativamente determinate, avocare le indagini condotte da uno degli uffici inferiori.
Oltre a ci invia annualmente una relazione al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione e infine ha
il potere di risolvere i contrasti positivi o negativi tra gli uffici del Pubblico Ministero appartenenti al proprio
distretto.

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47. Lastensione del giudice nel processo penale


Il giudice ha lobbligo di astenersi ove sia presente una situazione che lo faccia apparire parziale, per gli
stessi motivi il giudice pu essere ricusato.
Viceversa, il magistrato del pubblico ministero non pu essere ricusato in quanto parte.
Tuttavia la funzione svolta dal Pubblico Ministero quella di una parte pubblica e per tanto ha, dal punto di
vista disciplinare, lobbligo di astenersi quando ha interessi privati nel procedimento.
Quindi il codice prevede la facolt di astenersi per il Pubblico Ministero qualora sussistano gravi ragioni di
convenienza.
Se non si astiene tale comportamento pu essere sanzionato dal CSM come illecito disciplinare.
Inoltre il codice pone al capo dellufficio lobbligo di sostituzione del magistrato del pubblico ministero che
abbia un interesse privato nel procedimento, cio:
- se il magistrato ha interesse nel procedimento come parte anche soltanto potenziale oppure se debitore o
creditore di una delle parti private;
- se il magistrato tutore, curatore, procuratore o datore di lavoro di una delle parti private oppure se uno di
costoro prossimo congiunto di lui o del coniuge;
- se vi era in precedenza una inimicizia grave tra il magistrato e una delle parti private;
- se un prossimo congiunto del magistrato offeso, danneggiato o parte privata.
Il ruolo di parte pubblica impone al Pubblico Ministero lobbligo di lealt processuale.
La parte privata ricerca soltanto le prove a s favorevoli e non ha lobbligo di far conoscere alle altre parti le
prove che giovano e queste ultime.
Diversa la situazione del PM: egli non deve limitarsi a ricercare le prove favorevoli allaccusa, ma deve
svolgere anche accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.
E questo aspetto che connota la funzione di parte pubblica svolta dal PM.

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48. Procure distrettuali e la procura nazionale antimafia


Il codice detta i casi in cui le indagini si considerano collegate:
- reati per cui prevista la connessione dei procedimenti ex art. 12 c.p.p.
- reati commessi in occasione di altri;
- reati le cui prove derivano, anche in parte, dalla stessa fonte.
In presenza di tali situazioni il codice impone ai vari uffici del pubblico ministero lobbligo di coordinarsi,
ossia gli uffici devono scambiarsi gli atti e le informazioni.
Il legislatore ha sanzionato la violazione dellobbligo di coordinamento mediante listituto dellavocazione.
La procura distrettuale antimafia lufficio della procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo
del distretto di Corte dAppello nel cui ambito ha sede il giudice competente.
A tale ufficio sono attribuite le funzioni di Pubblico Ministero in primo grado in relazione ai delitti di
criminalit organizzata mafiosa e assimilati.
Allinterno della procura nazionale antimafia costituita una direzione distrettuale antimafia D.D.A. che
non altro se non il gruppo, o pool, di magistrati che hanno chiesto di dedicarsi esclusivamente ai
procedimenti attinenti alla criminalit organizzata mafiosa.
Questa organizzazione fa si che le indagini sulla criminalit mafiosa siano attribuite alle ventisei procure
distrettuali e non alle oltre centosessanta procure della Repubblica presso i tribunali.
Il numero ridotto di uffici competenti ad indagare permette che vi sia un coordinamento tra gli stessi.
La procura nazionale antimafia un solo ufficio, con sede a Roma, composto da venti magistrati del
pubblico ministero nominati dal CSM sentito il procuratore nazionale.
Il procuratore nazionale nominato dal CSM in seguito ad un accordo col ministro della Giustizia.
Il procuratore nazionale antimafia ha compiti di controllo che gli permettono di verificare se sia effettivo il
coordinamento tra i singoli uffici del PM.
Inoltre ha poteri sia di impulso nei confronti dei procuratori distrettuali, sia di controllo sullattivit degli
organi centralizzati di polizia giudiziaria.
Della sua attivit non risponde a organi del potere politico, egli sotto la mera sorveglianza del procuratore
generale presso la Corte di Cassazione e, ovviamente, del CSM.
Non pu compiere direttamente indagini ed escluso che il procuratore nazionale antimafia abbia un potere
gerarchico sui ventisei procuratori distrettuali, ma pu esercitare un controllo penetrante che pu giungere
sino allavocazione delle indagini nei confronti di quella procura distrettuale che abbia violato il dovere di
coordinamento.

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49. Polizia giudiziaria e di sicurezza


Lo Stato tutela lordine e la legalit servendosi delle forze di polizia.
La polizia amministrativa si occupa dellosservanza della legge e dei regolamenti amministrativi, in
esecuzione delle funzioni proprie del potere esecutivo.
Essa comprende la polizia tributaria, la polizia sanitaria, la polizia stradale e,importantissima, la polizia di
sicurezza.
La polizia di sicurezza ha come compito la tutela di una societ civile quali sono lordine pubblico e la
sicurezza delle persone: tende a prevenire il compimento dei reati.
La polizia giudiziaria, invece, ha come compiti quelli di prendere notizia dei reati, impedire che vengano
portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di
prova e raccogliere quantaltro possa servire per lapplicazione della legge penale: tende alla repressione dei
reati.
Quando svolge le funzioni di polizia amministrativa o di sicurezza, la polizia di regola non gode di poteri
coercitivi.
Viceversa, non appena giunge la notizia che stato commesso un reato, viene esercitata la funzione di
polizia giudiziaria con luso di poteri coercitivi.
In situazioni di necessit o urgenza la polizia giudiziaria procede allarresto in flagranza o al fermo di una
persona gravemente indiziata e inoltre, in caso di flagranza di reato, pu perquisire persone o luoghi.
La funzione di polizia di sicurezza diretta da un organo unitario: il ministro dellInterno; e in sede locale la
direzione spetta al prefetto o al questore.
La funzione di polizia giudiziaria svolta sotto la direzione del pubblico ministero e sotto la sorveglianza
del procuratore generale presso la Corte dAppello.
Per quanto riguarda la lotta alla criminalit organizzata, la funzione di polizia giudiziaria svolta da un
organo centrale chiamato direzione investigativa antimafia D.I.A. che posto sotto la direzione e la
sorveglianza del procuratore nazionale antimafia.
In ogni caso le promozioni e le carriere dei singoli ufficiali dipendono dal corpo di appartenenza e cio dal
ministro presso cui il corpo stesso incardinato.
In definitiva la polizia giudiziaria dipende funzionalmente dal pubblico ministero e organicamente dal potere
esecutivo.

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50. La dipendenza dallautorit giudiziaria


Sono previsti vari strumenti che rafforzano la direzione funzionale spettante allautorit giudiziaria.
La finalit quella di attuare il principio costituzionale secondo cui "lautorit giudiziaria dispone
direttamente della polizia giudiziaria" evitando cos il prodursi di conflitti col potere esecutivo.
Il codice distingue tre strutture che svolgono funzioni di polizia giudiziaria, pur restando i singoli ufficiali e
agenti sotto la dipendenza organica del corpo di appartenenza:
Sezioni di polizia giudiziaria, hanno il maggior grado di dipendenza, sono costituiti presso gli uffici del
Pubblico Ministero di primo grado e sono composti, di regola, da ufficiali e agenti della polizia di Stato, dei
Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Svolgono esclusivamente funzioni di polizia giudiziaria e il singolo magistrato del Pubblico Ministero
dispone direttamente del personale della sezione incaricando nominativamente gli incarichi.
Servizi di polizia giudiziaria, minor grado di dipendenza funzionale, sono costituiti presso i corpi di
appartenenza.
Si considerano servizi di polizia tutti gli uffici e le unit ai quali affidato il compito di svolgere in via
prioritaria e continuativa le funzioni di polizia giudiziaria.
Il magistrato del Pubblico Ministero d un incarico non personalmente ad un ufficiale di polizia giudiziaria,
bens impersonalmente allufficio.
Altri uffici di polizia giudiziaria, sono, residualmente, tutti gli uffici di polizia non ricompresi nelle sezioni o
nei servizi che restano, comunque, sotto la dipendenza della magistratura.
Ci in base al principio generale secondo cui gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria sono tenuti a
eseguire i compiti a essi affidati dallautorit giudiziaria.
Il potere disciplinare spettante alla magistratura azionabile dal procuratore generale presso la Corte
dAppello.
La decisione spetta ad un organo composto da due giudici e da un ufficiale di polizia giudiziaria.
Soggetta alla giurisdizione disciplinare , oltre al personale delle sezioni e dei servizi, qualsiasi altra persona
che abbia la qualifica di ufficiale o agente di polizia giudiziaria.
Oggetto del potere disciplinare sono gli illeciti che riguardano lespletamento dei compiti di polizia
giudiziaria.

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51. Ufficiali e agenti di polizia giudiziaria


Tali soggetti possono avere una competenza generale per tutti i reati o una competenza limitata
allaccertamento di determinati reati.
Hanno competenza generale gli ufficiali ed i sottoufficiali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del
corpo di Polizia Penitenziaria, del corpo Forestale e, in via residuale, il Sindaco.
Hanno competenza limitata tutte le persone che sono investite della funzione di polizia giudiziaria da una
legge o un regolamento, nei limiti del servizio cui tali persone sono destinate e secondo le rispettive
attribuzioni.

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52. La distinzione tra imputato e indagato


La polizia giudiziaria trasmette la denuncia al Pubblico Ministero e questi ordina alla segreteria di iscriverla
nel registro delle notizie di reato.
Accanto alla notizia di reato viene iscritto il nome del soggetto al quale il reato attribuito.
Costui la persona sottoposta alle indagini preliminari e che la prassi con un sostantivo poco elegante
chiama indagato.
Limputato la persona alla quale attribuito il reato nellimputazione formulata con la richiesta di rinvio a
giudizio o con latto omologo nellambito del singolo procedimento penale.
Nel procedimento ordinario lassunzione della qualit di imputato avviene con la richiesta di rinvio a
giudizio.
Nei procedimenti speciali tale qualifica si acquista nel momento in cui si instaura il singolo rito.
La qualit di imputato si conserva in ogni stato e grado del processo sino a che non sia pi soggetta ad
impugnazione la sentenza di non luogo a procedere, sia divenuta irrevocabile la sentenza di proscioglimento
o di condanna, o sia divenuto esecutivo il decreto penale di condanna.
La qualit di imputato si riassume in caso di revoca della sentenza di non luogo a procedere o qualora la
Corte dAppello disponga la revisione del processo.
I motivi per cui il codice distingue tra imputato e indagato sono:
il Pubblico Ministero deve prendere una posizione definitiva sulladdebito soltanto quando, terminate le
indagini preliminari, chiede il rinvio a giudizio: limputazione deve essere sorretta da una consistente base
probatoria;
prima dellimputazione si tende ad usare un termine il pi possibile neutro e non pregiudizievole;
In conclusione la distinzione si giustifica prevalentemente per motivi garantistici.
Importante che i diritti e le garanzie dellimputato si estendono alla persona sottoposta alle indagini
preliminari.
Occorre segnalare che lequiparazione opera anche negli aspetti pregiudizievoli, salvo che sia diversamente
previsto.
Pertanto le misure cautelari, previste per limputato, possono essere applicate allindagato purch
naturalmente siano presenti i requisiti necessari per emanare il relativo provvedimento.

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53. Linterrogatorio nel processo penale


Il codice prevede che linterrogatorio possa essere svolto da vari soggetti, come ad esempio dal Pubblico
Ministero durante le indagini preliminari.
Dallinterrogatorio si potranno ottenere dichiarazioni soltanto se e nei limiti in cui lindagato decida
liberamente di renderle.
Inoltre fatto divieto di utilizzare, anche se vi fosse il consenso dellindagato, metodi o tecniche idonei a
influire sulla libert di autodeterminazione o ad alterare la capacit di ricordare e valutare i fatti.
Lindagato riceve una serie di avvisi prima che abbia inizio linterrogatorio:
E avvertito che le sue dichiarazioni potranno sempre essere utilizzate nei suoi confronti sia contro che a
favore.
Lindagato deve essere avvertito che ha la facolt di non rispondere ad alcuna domanda, mentre ha lobbligo
di rispondere secondo verit circa lidentit personale.
Lindagato altres avvertito che, anche se non risponde, comunque il procedimento seguir il suo corso.
Anche in questo caso lomissione dellavviso sanzionata con linutilizzabilit dei risultati
dellinterrogatorio.
Lindagato avvertito che se render dichiarazioni su fatti che concernono la responsabilit di altri,
assumer, in ordine a tali fatti, lufficio di testimone.
Il legislatore per un dovere di lealt vuole che lindagato sia informato che prima o poi diventer
testimone se coinvolge la responsabilit di unaltra persona.
Lomissione di tale avviso causa da un lato linutilizzabilit delle dichiarazioni nei confronti dei terzi cui si
fa riferimento, in secondo luogo lindagato non potr assumere la qualit di testimone nei procedimenti
contro tali persone.
Il Pubblico Ministero prima di rivolgere domande allindagato, deve rendergli noto in forma chiara e precisa
il fatto che gli attribuito, quindi deve indicargli gli elementi di prova esistenti contro di lui, infine deve
comunicargli le fonti di prova salvo che ci pregiudichi lesito delle indagini.
Soltanto a questo punto il Pubblico Ministero invita lindagato a rispondere alle domande.
Tre sono le possibilit che si profilano per lindagato:
pu rifiutarsi di rispondere, in tal caso sar riportato nel verbale;
pu rispondere dicendo il vero, e nel caso ammetta fatti a lui sfavorevoli si ha confessione;
pu rispondere dicendo il falso, in quanto non ha lobbligo penalmente sanzionato di dire il vero.
In tale caso lindagato non commette n il reato di falsa testimonianza n di false informazioni al Pubblico
Ministero giacch non ascoltato come testimone.
Tale causa di giustificazione prevista allart. 384 c.p. che afferma come non siano perseguibili i reati
contro lamministrazione della Giustizia qualora siano commessi per salvare se stesso da un grave e
inevitabile pregiudizio nella libert e nellonore.
Limiti alla possibilit di mentire penalmente sanzionati si hanno:
quando lindagato compie simulazione di reato, cio afferma che avvenuto un reato che nessuno ha
commesso;
quando lindagato calunnia altra persona;
Limputato, in sostanza, per difendersi pu dire il falso ma non pu sviare la Giustizia penale.

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54. La distinzione tra lindagato e la persona informata (possibile


testimone)
Il testimone si trova in una situazione diversa rispetto allimputato e allindagato.
Infatti, mentre questi ultimi hanno il diritto al silenzio e non sono puniti se mentono, il testimone ha
lobbligo di dire la verit.
Ma occorre introdurre una ulteriore distinzione: quella tra testimone e persona informata.
La persona che ha conoscenza di fatti, che devono essere accertati nel procedimento penale, qualificata
come testimone quando depone davanti al giudice; mentre quando esaminata dal Pubblico Ministero o
dalla polizia giudiziaria denominata dalla prassi come persona informata, e viene ammonita dallinquirente
circa lobbligo di rispondere secondo verit alle domande che gli sono rivolte.
Se il testimone di fronte al giudice dice il falso o tace ci che sa, commette falsa testimonianza; se la persona
informata di fronte al Pubblico Ministero tiene la medesima condotta, commette il delitto di false
informazioni.
Pu accadere che nel corso della deposizione il testimone renda, pi o meno consapevolmente,
dichiarazioni autoindizianti, cio dalle quali emergono indizi di reit a suo carico.
A seguito lautorit procedente deve:
interrompere lesame;
avvertire la persona che a seguito delle dichiarazioni potranno essere svolte indagini nei suoi confronti;
invitarla a nominare un difensore.
Le dichiarazioni rilasciate fino a quel momento non possono essere utilizzate contro la persona che le ha
rese.
Tutto ci mira ad impedire che il testimone continui a parlare peggiorando la situazione e impone
allautorit procedente di bloccare la deposizione attivando le garanzie difensive.
Il codice si preoccupa che le norme garantiste sullinterrogatorio possano essere eluse da un inquirente (PM
o polizia giudiziaria) che interroghi un indagato senza riconoscergli tale qualit e, quindi, senza rispettare il
suo diritto di non rispondere: c.d. elusione della qualit di indagato.
Ai sensi dellart. 632 c.p.p. se una persona ascoltata come testimone o persona informata (possibile
testimone) doveva essere sentita fin dallinizio in qualit di imputato o di persona sottoposta alle indagini, le
sue dichiarazioni non possono essere utilizzate per evitare abusi da parte dellautorit inquirente.

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55. La verifica della identit fisica e anagrafica dellimputato


Accertamento della identit fisica dellimputato, si tratta di stabilire se la persona, che di fatto si trova di
fronte agli inquirenti, coincide con quella contro la quale si sta procedendo.
A tale accertamento si pu pervenire se si prova che le impronte digitali o il DNA sono identici o se la
persona offesa o un testimone oculare riconosce limputato.
Egli pu scegliere di non collaborare con linquirente nella raccolta delle prove che comportano la propria
identificazione fisica, ma deve sopportare il compimento di accertamenti quali ad esempio il prelievo del
materiale biologico.
Una volta operato laccertamento dellidentit fisica dellimputato, il processo nei suoi confronti pu
svolgersi anche se resta incerta la sua identit anagrafica.
Accertamento della identit anagrafica dellimputato, si tratta di attribuire un nome a un volto.
Il principale strumento per accertare lidentit anagrafica dellimputato (o indagato) linterrogatorio ove
egli deve rispondere secondo verit alle domande sullidentit personale.
E sanzionato personalmente il rifiuto di dare indicazioni sulla propria identit personale e il dichiarare una
falsa identit.

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56. La sospensione del procedimento per incapacit processuale


dellimputato
Il giudice deve valutare se limputato (o lindagato) in grado di partecipare coscientemente al
procedimento penale e cio se capace di esercitare consapevolmente quel diritto di autodifesa che spetta a
lui personalmente e che non pu essere svolto da altre persone al suo posto.
Presupposti dellaccertamento dellincapacit processuale dellimputato sono situazioni in cui il giudice non
pu pronunciare una sentenza di proscioglimento (in giudizio) o di non luogo a procedere (in udienza
preliminare).
Quando il giudice deve prosciogliere limputato non deve sospendere il procedimento penale: la sentenza
deve essere pronunciata anche se limputato incapace processualmente in quel momento.
Diverso il caso in cui, in base allo stato degli atti, il giudice si trovi nella condizione di dover accertare la
responsabilit penale e, di conseguenza, probabile una condanna.
In questi casi ove sia accertata lincapacit il giudice deve sospendere il procedimento penale.
La decisione sulla sospensione del procedimento presa dal giudice con ordinanza ricorribile per
Cassazione.
Ogni sei mesi, il giudice, dispone perizia per accertare lo stato psichico dellimputato.
Lordinanza di sospensione revocata qualora limputato risulti in grado di partecipare coscientemente al
procedimento penale oppure se, durante la sospensione, sono assunte prove che legittimano una sentenza di
proscioglimento o di non luogo a procedere.
Lordinanza di sospensione consente comunque il compimento degli atti tassativamente previsti dalla legge.

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57. La rappresentanza tecnica del difensore nel processo penale


La difesa diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento , si pu definire difesa la tutela
contro un attacco che venga mosso ai diritti di un soggetto con qualsiasi procedura giudiziaria.
La difesa un diritto, e cio consiste nel potere di esigere da altri soggetti un comportamento conforme alla
legge.
Tale diritto pu essere esercitato sia personalmente (autodifesa) sia per mezzo del difensore (difesa tecnica).
Esempio di autodifesa il diritto spettante sia allindagato, sia alla persona offesa, di ricevere personalmente
notizia del procedimento penale in corso attraverso linformazione di garanzia.
Esempio di difesa tecnica il potere del difensore di condurre lesame incrociato.
Il difensore una persona che ha particolare competenza tecnico-giuridica e che ha determinate qualifiche di
tipo:
- penalistico, esercente un servizio di pubblica necessit;
- privatistico, legato al cliente da un rapporto di prestazione di opera intellettuale;
- processuale, rappresentante tecnico della parte.
La rappresentanza tecnica il potere, conferito al difensore, di compiere atti processuali per conto, cio
nellinteresse, del cliente a condizione che i medesimi non siano atti personali.
La rappresentanza tecnica conferita dal cliente al difensore mediante una procura ad litem.
La dichiarazione di nomina pu essere resa oralmente davanti allautorit procedente, che ne redige il
verbale, o pu essere effettuata per atto scritto che deve essere consegnato allautorit procedente.
Per il compimento in rappresentanza di determinati atti personali ai quali la parte assistita non pu
partecipare, non sufficiente la rappresentanza tecnica ma occorre che la parte conferisca una
rappresentanza volontaria al difensore o ad altra persona di fiducia, che pu fare soltanto con la procura
speciale a compiere un determinato atto.
La rappresentanza volontaria permette di compiere un atto processuale in nome e per conto della parte.
La procura speciale deve, a pena di inammissibilit, essere rilasciata per atto pubblico o scrittura privata
autenticata.
Ci sono atti personalissimi per i quali, ovviamente, non vi pu essere rappresentanza volontaria, come ad
esempio rendere linterrogatorio o lesame incrociato.

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Stefano Civitelli

Sezione Appunti

58. Rapporti tra difensore e imputato e tra difensore e cliente


Per quel che riguarda i rapporti tra difensore e imputato occorre chiarire che limputato pu sempre
compiere personalmente gli atti che non siano per legge riservati al difensore.
La difesa tecnica non pu escludere quel tipo di autodifesa che spetta allimputato: questi pu compiere un
atto processuale anche senza dover necessariamente essere rappresentato dal difensore.
Assistenza pu essere definita quella particolare forma di rappresentanza tecnica che non esclude
lautodifesa del soggetto assistito.
Il diritto di autodifesa dellimputato prevale sul diritto alla difesa tecnica: limputato pu togliere effetto,
con espressa dichiarazione contraria, allatto compiuto dal difensore prima che, in relazione allatto stesso,
sia intervenuto un provvedimento del giudice.
Al difensore competono le facolt e i diritti che la legge riconosce allimputato a meno che essi siano
riservati personalmente a questultimo.
Il rapporto tra cliente e difensore ha natura fiduciaria.
Prima dellaccettazione del mandato il difensore pu rifiutare la nomina comunicando immediatamente tale
volont a colui che lha effettuata e allautorit procedente.
Dopo che ha accettato il mandato, il difensore pu rinunciare allo stesso comunicando la decisione a colui
che ha effettuato la nomina e allautorit procedente ma no ha effetto fino a che la parte non risulti assistita
da un nuovo difensore.
Lo stesso avviene quando il cliente a revocare il mandato al proprio difensore.
Il difensore, in un sistema di separazione delle funzioni, non il giudice del proprio cliente: egli ha un
dovere di correttezza, ma non ha lobbligo di ricercare e introdurre nel processo gli elementi sfavorevoli alla
parte che assiste.
Ci distingue il difensore dal PM: il difensore non ha lobbligo di ricercare la verit contro il proprio cliente
in quanto egli persegue uno scopo privato e non pubblico.
In base al codice deontologico degli avvocati il difensore non deve introdurre nel procedimento penale prove
che egli sa essere false.

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Stefano Civitelli

Sezione Appunti

59. Difensore di fiducia e difensore dufficio


Limputato ha il diritto di farsi assistere da non pi di due difensori di sua scelta, detti difensori di fiducia.
La nomina un atto a forma libera e pu essere effettuata in tre modi:
- dichiarazione scritta o orale resa dallindagato allautorit procedente;
- dichiarazione scritta consegnata allautorit procedente dal difensore;
- dichiarazione scritta trasmessa allautorit procedente tramite raccomandata;
Non occorre autenticazione della firma dellimputato.
Quando lindagato non abbia nominato un difensore di fiducia, o ne sia rimasto privo, il codice prevede,
solo per lindagato/imputato, listituto della difesa dufficio: il legislatore vuole che comunque sia presente
nel procedimento un soggetto tecnicamente idoneo a difendere limputato e non coinvolto emotivamente.
La designazione del difensore dufficio spetta al consiglio dellordine degli avvocati di ciascun distretto di
Corte dAppello, che predispone gli elenchi dei difensori idonei sulla base di turni di reperibilit.
E istituito un sistema informatizzato che fornisce telefonicamente i nominativi dei difensori dufficio a
richiesta dellautorit giudiziaria o della polizia giudiziaria.
Il magistrato o lufficiale di polizia danno avviso al difensore cos individuato.
Il presidente del consiglio dellordine degli avvocati, o un componente da lui delegato, vigila sul rispetto dei
criteri per lindividuazione e la designazione dei difensori dufficio.
La funzione della difesa dufficio quella di tutelare il postulato secondo cui il metodo migliore per
accertare il fatto storico sia il contraddittorio, e per permettere che ci sia possibile limputato non pu
rinunciare alle sue armi dialettiche.
Tanto equivarrebbe a disporre della propria libert personale, riconosciuta invece come diritto indisponibile
dalla Costituzione.
Limputato assistito dal difensore dufficio pu togliere effetto a un atto compiuto dal difensore stesso e pu
altres nominarne uno di fiducia revocando automaticamente il mandato al difensore dufficio.
Il difensore ha, in ogni caso e per qualsiasi motivo, il diritto di nominare un sostituto.

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Sezione Appunti

60. Difensore della persona offesa


Loffeso pu nominare il difensore nelle medesime forme semplificate che sono previste per il difensore
dellimputato.
Il difensore della persona offesa svolge unattivit che si pu inquadrare nella rappresentanza ma che ha
anche alcune caratteristiche della assistenza.
Egli pu presentare memorie e indicare elementi di prova, ma in ogni caso tali attivit possono essere svolte
anche direttamente dalla persona offesa che non ha lobbligo di agire col ministero di un difensore.
Per la persona offesa non pu, a differenza dellimputato, togliere effetto ad un atto del proprio difensore:
lunico metodo che ha per evitare una difesa tecnica non gradita quello di revocare il mandato al difensore
e nominarne uno nuovo.

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Sezione Appunti

61. Il difensore delle parti private diverse dallimputato


La parte civile, il responsabile civile e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria stanno in
giudizio col ministero di un difensore.
In questi casi si ha una rappresentanza tecnica in senso stretto, nel senso che tali soggetti non possono stare
personalmente in giudizio.
Le parti private nominano il difensore con una procura speciale conferita con atto pubblico o scrittura
privata autenticata.
In forza di tale rappresentanza volontaria il difensore pu compiere atti che incidono sulla situazione
giuridica sostanziale della parte rappresentata in nome e per conto della stessa.

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Sezione Appunti

62. Il patrocinio per i non abbienti


La l. 217/90 ha istituito il patrocinio a spese dello Stato in favore delle persone che hanno un reddito annuo
non superiore a 9296,22 .
Il patrocinio concesso su istanza ai soggetti che sono, o possono diventare, parti private in un
procedimento, cio indagato, imputato, condannato, offeso, danneggiato che intenda costituirsi parte civile,
responsabile civile e civilmente obbligato per la pena pecuniaria.
Listanza di ammissione al patrocinio sottoscritta dal non abbiente, il giudice pu trasmetterla alla Guardia
di Finanza qualora vi siano motivi per ritenere che linteressato non rientri nei requisiti per lammissione al
patrocinio.
Lammissione deliberata dal magistrato davanti al quale pende il processo.
Gli effetti dellammissione sono il rilascio gratuito delle copie necessarie degli atti del procedimento,
lanticipo delle spese da parte dello Stato per laudizione di testimoni, per gli onorari del difensore, per gli
eventuali consulenti tecnici di parte, per il sostituto del difensore e per linvestigatore privato.

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Sezione Appunti

63. Lincompatibilit del difensore


E prevista la possibilit che un unico difensore assuma la difesa di pi imputati, ma ci possibile salvo
che le diverse posizioni siano tra loro incompatibili.
Si ha incompatibilit quando sussiste un nesso di interdipendenza in base al quale un imputato abbia
effettivamente interesse a sostenere una tesi difensiva sfavorevole a un altro imputato.
Ci rende, ovviamente, impossibile una difesa comune, in caso contrario uno dei due imputati sarebbe
penalizzato.
Lautorit giudiziaria rileva la sussistenza di una situazione di incompatibilit e fissa un termine per
rimuoverla.
Tale rimozione pu avvenire in due modi:
- con la rinuncia del difensore a sostenere una o pi difese;
- con la revoca della nomina da parte dellimputato.
Nel caso in cui lincompatibilit non venga rimossa entro i termini fissati il giudice la dichiara e provvede a
sostituire il difensore incompatibile con un difensore dufficio.

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Sezione Appunti

64. Labbandono e il rifiuto della difesa


Spetta al consiglio dellordine forense la competenza esclusiva per le sanzioni disciplinari relative ai casi di
abbandono della difesa o di rifiuto della difesa dufficio.
A tal fine, lautorit giudiziaria riferisce al consiglio dellordine i casi di abbandono o rifiuto della difesa e i
casi nei quali il difensore abbia violato i doveri di lealt e probit, infine riferisce se il difensore ha assunto
la difesa di pi imputati in situazione di incompatibilit.
Ovviamente per far scattare la sanzione disciplinare si deve trattare di un comportamenti intenzionale del
difensore, cio con la consapevolezza di arrecare un danno alla parte.

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65. Le garanzie per il libero esercizio dellattivit difensiva


Il legislatore ha assicurato al difensore la possibilit di svolgere la propria attivit di patrocinio e consulenza
i favore del cliente senza subire alcun condizionamento.
Le principali garanzie sono:
- forte tutela del segreto professionale;
- tutela dellufficio e dei colloqui con i clienti, per garantire la libert di predisposizione delle strategie
difensive;
In particolare nellufficio del difensore sono vietate le ispezioni, le perquisizioni e i sequestri salvo espressa
previsione di legge.
Inoltre tali attivit devono essere effettuate con modalit particolari da osservarsi a pena di inutilizzabilit.
I casi in cui tali attivit sono consentite sono:
quando i difensori risultano essere imputati, tali atti devono essere disposti limitatamente ai fini
dellaccertamento del reato loro attribuito;
per rilevare le tracce o altri effetti materiali del reato, con quali modalit stato commesso: ad esempio la
rapina in uno studio legale;
per ricercare cose o persone specificamente predeterminate, che siano nascoste in uno studio legale;
il sequestro di carte o documenti relativi alloggetto della difesa vietato, salvo in relazione ad oggetti che
costituiscano corpo del reato.
Gli atti sopra menzionati devono essere compiuti soltanto da un magistrato e con losservanza di modalit
che sottopongono liniziativa del magistrato al controllo del presidente del consiglio dellordine degli
avvocati a pena di nullit.
Sui colloqui per esigenze difensive fatto divieto di intercettazioni, inoltre previsto il divieto di sequestro
sulla corrispondenza tra imputato e il proprio difensore a pena di inutilizzabilit.
La possibilit di conferire con il difensore viene garantita anche in favore dellimputato che sia sottoposto
allarresto, al fermo o alla custodia cautelare e deve potersi esercitare fin dallinizio dellesecuzione della
misura.
Il difensore di fiducia o quello dufficio devono essere immediatamente informati dellavvenuta esecuzione
della misura, ed egli ha diritto ad accedere al luogo di custodia senza alcuna autorizzazione.
Nel corso delle indagini preliminari il diritto a conferire con il difensore pu essere dilazionato per un tempo
non superiore di 5 giorni, con un decreto motivato emanato dal giudice su richiesta del Pubblico Ministero
per specifiche ed eccezionali ragioni di cautela, cio nel pericolo che le indagini siano pregiudicate dal
colloquio tra larrestato e il difensore.

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Stefano Civitelli

Sezione Appunti

66. La persona offesa dal reato


La persona offesa dal reato il titolare dellinteresse giuridico protetto, anche in modo non prevalente, da
quella norma incriminatrice che si assume sia stata violata dal reato.
Il codice attribuisce alla persona offesa la qualifica di soggetto del procedimento, mentre la qualifica di
parte viene riconosciuta soltanto se, nella veste di danneggiato dal reato, la persona offesa abbia esercitato
lazione risarcitoria costituendosi parte civile.
Il codice di procedura penale prevede almeno un caso di persona offesa di creazione legislativa: qualora
una persona sia deceduta in conseguenza di un reato, le facolt e i diritti previsti dalla legge in favore della
persona offesa sono esercitati dai prossimi congiunti, e cio parenti e affini fino al terzo grado.
La persona offesa dal reato, nella sua qualit di soggetto del procedimento, pu esercitare i diritti e le facolt
ad essa espressamente riconosciuti dalla legge, consistenti in alcuni poteri sollecitatori dellattivit
dellautorit inquirente.
Tali poteri concernono la facolt di presentare memorie o indicare elementi di prova nel corso del
procedimento.
Loffeso gode anche di alcuni diritti di informativa:
- riceve linformazione di garanzia contenente lavviso della facolt di nominare un difensore;
- ha, al pari dellindagato, un potere di accesso al registro delle notizie di reato;
- riceve avviso qualora il Pubblico Ministero intenda procedere al compimento di un accertamento tecnico
non ripetibile;
- deve essere avvisata della data e del luogo nel quale si svolger ludienza preliminare;
- deve esserle notificato il decreto che dispone il giudizio;
Tutti questi avvisi hanno lo scopo di mettere loffeso in grado di valutare se gli convenga costituirsi parte
civile.

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Sezione Appunti

67. I poteri di partecipazione al procedimento della persona offesa


I poteri di partecipazione al procedimento della persona offesa assistita da un difensore possono consistere:
- nella mera partecipazione ai pochi atti di indagine per i quali ammessa la sua presenza oppure;
- possono essere comportamenti attivi consistenti nellespletamento di indagini difensive.
Tali indagini sono compiute dal difensore personalmente o per mezzo di un sostituto, di un consulente
tecnico di parte o di un investigatore privato.
Scopo di tali investigazioni quello di permettere al difensore di ricercare e individuare elementi di prova
che poi possono essere presentati al Pubblico Ministero o anche direttamente al giudice;
altro potere partecipativo consiste nella possibilit che la persona offesa ha di chiedere per scritto al
Pubblico Ministero di promuovere un incidente probatorio.
Qualora la richiesta sia accolta il difensore della persona offesa sar preavvisato, potr parteciparvi e
chiedere al giudice di rivolgere domande alle persone sottoposte allesame.
Infine la persona offesa ha dei poteri di controllo sulla eventuale inattivit del PM, consistono in poteri di
tipo prettamente penalistico, che cio tendono a tutelare il suo interesse ad ottenere il rinvio a giudizio
dellimputato.
Essi consentono alloffeso di mettersi in contatto col giudice per le indagini preliminari e presentargli le
proprie conclusioni in due delicate ipotesi, e cio quando il Pubblico Ministero abbia chiesto al giudice la
proroga delle indagini o larchiviazione.
La persona offesa di regola non ha poteri di azione penale, bens soltanto il potere di attivare il controllo del
giudice in due casi, nei quali si palesa linerzia del PM.

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Sezione Appunti

68. La parte civile nel processo penale


Il reato oltre a costituire unoffesa ad un bene giuridico, pu aver provocato in concreto un danno.
In tal caso colui che ha commesso il reato obbligato a risarcire il danno.
Lillecito penale e lillecito civile derivano dal medesimo titolo, e cio dal fatto di reato.
Il danno risarcibile pu manifestarsi nelle forme del danno patrimoniale e del danno non patrimoniale che si
articola nelle sottocategorie del danno morale soggettivo, del danno biologico e del danno esistenziale:
- Danno patrimoniale, privazione o diminuzione del patrimonio nelle forme del danno emergente e del lucro
cessante.
Viene quantificato per equivalente pecuniario, nel senso che si deve ripristinare quella situazione economica
che sarebbe esistita se non fosse stato commesso il reato.
- Danno morale soggettivo, consiste nelle sofferenze fisiche e psichiche patite e nel pregiudizio sociale
subito a causa delloffesa.
Viene calcolato con modalit di tipo satisfattivo: il giudice in via equitativa individua il prezzo della
sofferenza determinando una cifra di denaro che possa dare una soddisfazione tale da compensare, se cos
si pu dire, le sofferenze subite.
- Danno biologico, peggioramento della integrit fisico-psichica del soggetto.
E valutato in proporzione allinvalidit provocata in base a tabelle che tengono conto sia del tipo di
invalidit che dellet della persona lesa.
- Danno esistenziale, consiste nel peggioramento non temporaneo della qualit di vita del danneggiato con
un conseguente mutamento radicale delle sue abitudini, dei suoi rapporti familiari e personali.
Viene valutato in via equitativa dal giudice.
La persona danneggiata dal reato il soggetto che ha subito uno dei tipi di danno sopra precisati in
conseguenza del reato.
Egli ha diritto ad ottenere che il responsabile del reato sia condannato a risarcire il danno.
Lazione pu essere esercitata, in alternativa, davanti al giudice civile in un autonomo procedimento, oppure
davanti al giudice penale ma soltanto dopo che il Pubblico Ministero ha esercitato lazione penale.
In questultimo caso, il danneggiato esercita lazione civile costituendosi parte civile nel processo penale.

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69. Lesercizio dellazione civile nel processo penale


Lesercizio dellazione civile nel processo penale deve rispettare due regole non espresse:
- lazione civile resta ospite nel processo penale, ossia lazione resta facoltativa e disponibile, nel senso che
il danneggiato in ogni momento del processo penale pu revocare la costituzione di parte civile: ci avviene,
ad esempio, quando la parte civile stipula con limputato una transazione sul risarcimento dovuto.
In ogni caso il giudice penale, nellaccertare i danni e nel condannarne al risarcimento limputato colpevole,
non pu andare oltre i limiti della domanda;
- lazione civile subisce la regolamentazione del processo penale, al di fuori di quanto attiene alla natura
civilistica dellazione, i poteri e il comportamento processuale della parte civile sono disciplinati dal codice
di procedura penale.
Pertanto subisce alcune deroghe rispetto alla disciplina del processo civile: ad esempio le prove sono
ricercate dal PM, mentre la parte civile, pur conservando un autonomo potere di ricerca e ammissione di
prove, pu affidarsi alliniziativa del Pubblico Ministero avendo cos minori oneri.
Un altro esempio dato dal dovere della parte civile di rispondere secondo verit qualora sia citata come
testimone, mentre nel processo civile le parti non possono essere chiamate a deporre come testimoni con
lobbligo di verit.
Un aspetto simile alla procedura civile, invece, si denota nella possibilit che ha la parte civile di farsi
pagare una provvisionale entro i limiti in cui sia gi stata acquisita prova del danno, e tale condanna
immediatamente esecutiva in primo grado.
In definitiva il danneggiato che eserciti lazione civile nel processo penale incontra, in prevalenza, vantaggi:
non anticipa le spese del procedimento e non deve affannarsi a ricercare le prove, ed inoltre gode dei tempi
pi ristretti della Giustizia penale rispetto a quella civile.
Di contro si trova in un procedimento nel quale liniziativa e le scelte fondamentali spettano al PM.
La dichiarazione di costituzione di parte civile deve essere fatta mediante una apposita dichiarazione resa
per iscritto e sottoscritta dal difensore della parte civile.
Deve contenere a pena di inammissibilit:
- le generalit della persona fisica che intende costituirsi parte civile;
- le generalit dellimputato nei cui confronti viene esercitata lazione civile;
- il nome e il cognome del difensore e lindicazione della procura a questi rilasciata;
- lesposizione delle ragioni che giustificano la domanda, ci consente al giudice di valutare la sussistenza
del titolo per costituirsi parte civile;
- la sottoscrizione del difensore.
Vi sono due termini per la costituzione di parte civile:
- il termine iniziale scatta allinizio delludienza preliminare;
- il termine finale il momento in cui il giudice accerta la regolare costituzione delle parti prima del
dibattimento;
Tali termini sono previsti a pena di decadenza.
Occorre sottolineare che la costituzione di parte civile produce i suoi effetti in ogni stato e grado del
procedimento.

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70. Esclusione e revoca della parte civile nel processo penale


Se non sussistono i presupposti sostanziali o i requisiti formali per la costituzione di parte civile, il giudice,
con ordinanza dispone lesclusione della parte civile su richiesta motivata del Pubblico Ministero,
dellimputato o del responsabile civile, oppure anche dufficio.
Lordinanza di esclusione non impugnabile.
La presenza della parte civile viene meno in caso di revoca della parte civile.
Tale atto pu essere espresso quando effettuato con dichiarazione resa in udienza dalla parte civile
personalmente o da un suo procuratore speciale o ancora con atto scritto depositato in cancelleria e
notificato alle parti.
La revoca pu, per, essere anche tacita quando la parte civile presenti le proprie conclusioni scritte in
dibattimento al momento della discussione finale oppure quando essa promuova lazione civile davanti al
giudice civile.
Il codice di procedura penale prevede che il danneggiato dal reato possa compiere altre due scelte in
alternativa a quella di costituirsi parte civile:
pu restare inerte non esercitando alcuna azione n in sede penale n in sede civile, in questo caso il
danneggiato rischia che il giudice penale assolva limputato con una formula ampia, che acquista la forza di
giudicato;
pu esercitare lazione di danno davanti al giudice civile in modo tempestivo, cio prima che il giudice
penale abbia pronunciato sentenza di primo grado, nel qual caso lazione civile pu svilupparsi senza subire
sospensioni, parallelamente al processo penale.
In questo caso una eventuale assoluzione dellimputato nel processo penale non ha la forza del giudicato e
cio non vincola il giudice civile n gli impedisce, eventualmente, di condannare limputato-convenuto al
risarcimento del danno.

Diritto processuale penale

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71. Gli atti del procedimento penale


Viene tradizionalmente definito atto del procedimento penale quellatto che compiuto da uno dei
soggetti e che finalizzato alla pronuncia di un provvedimento penale.
Rientrano nellinsieme di atti del procedimento sia quelli delle indagini preliminari, sia quelli delludienza
preliminare e del giudizio.
Sono atti a forma vincolata gli atti pi importanti del procedimento penale.
Il codice prevede i modelli legali che sono prefissati in via generale per gli atti del procedimento, mentre
modelli speciali sono previsti per singoli tipi di atti.
Tali modelli sono garanzie poste a tutela dei soggetti che sono implicati nel procedimento penale.
Sono atti a forma libera quelli per i quali il codice non impone una forma vincolata.
Per quel che riguarda la lingua degli atti essa , di regola, quella italiana.
Particolari disposizioni valgono per il cittadino italiano che appartiene ad una minoranza linguistica
riconosciuta e che si trovi davanti a una autorit giudiziaria di primo o di secondo grado avente giurisdizione
sul territorio ove la predetta minoranza insediata.
Tale cittadino , a sua richiesta, interrogato o esaminato nella madre-lingua e il relativo verbale redatto
anche in tale lingua.
Gli atti devono obbligatoriamente essere sottoscritti a pena di invalidit.
Il codice prescrive che la sottoscrizione avvenga di propria mano in fine dellatto, non valida la
sottoscrizione apposta con mezza meccanici o con segni diversi dalla scrittura.
La legge pu richiedere la data e il luogo di formazione degli atti, in tal caso deve essere apposto il giorno, il
mese, lanno e il luogo in cui latto compiuto.
Lomissione di ci causa nullit, ma soltanto nel caso in cui la data non possa stabilirsi con certezza in base
a elementi contenuti nellatto medesimo o in atti a questo connessi.
Inoltre fatto divieto di pubblicazione degli atti del procedimento.
Durante il procedimento e dopo la sua definizione chiunque vi abbia interesse pu ottenere il rilascio, a
proprie spese, di copie, estratti o certificati di singoli atti.
Il rilascio avviene su autorizzazione, salvo che la legge riconosca espressamente al richiedente il diritto al
rilascio.
I casi nei quali linteressato non pu ottenere il rilascio riguardano gli atti coperti dal segreto investigativo.
Il rilascio non fa venire meno il divieto di pubblicazione.
Quando il difensore presenta allautorit giudiziaria atti o documenti, ha diritto al rilascio di attestazione
dellavvenuto deposito anche in calce a una copia.

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72. Richiesta di copie di atti relativi a procedimenti penali


Il Pubblico Ministero titolare di un procedimento pu chiedere personalmente, non mediante delega,
allautorit giudiziaria competente copie di atti relative ad altri procedimenti penali e informazioni scritte sul
loro contenuto.
Il potere funzionale alla necessit di svolgere indagini ed opera nelle situazioni nelle quali non scatta quel
pi forte regime di coordinamento tra gli uffici del Pubblico Ministero che previsto in caso di indagini
collegate.
Lautorit giudiziaria, se rigetta la domanda, deve farlo con decreto motivato.
Se gli atti sono relativi a una indagine preliminare, la trasmissione degli stessi ammessa anche in deroga al
segreto investigativo.
La richiesta di copie di atti da parte del ministro dellInterno pu avvenire sia direttamente, sia a mezzo di
un ufficiale di polizia giudiziaria o del personale della direzione investigativa antimafia.
Il ministro opera in qualit di responsabile dellordine pubblico e della pubblica sicurezza, quindi il potere
concesso al fine di prevenire i delitti per i quali obbligatorio larresto in flagranza.
Lautorit giudiziaria, se rigetta la domanda, deve farlo con decreto motivato.
La trasmissione avviene in deroga al segreto investigativo se attinenti a indagini preliminari.
Gli atti sono coperti da segreto dufficio.
Il codice prevede che determinate persone possano assistere ad atti del procedimento penale.
Questi testimoni ad atti del procedimento intervengono non in quanto sono a conoscenza di fatti oggetto di
prova, bens perch sono persone di fiducia di una dei soggetti interessati allo svolgimento del relativo atto,
de quale garantiscono la regolarit e sul quale possono essere chiamate a testimoniare.
Le cause di incapacit a divenire testimoni ad atti sono:
- persone minori di anni 14 o infermi di mente o in stato di manifesta ubriachezza o di intossicazione da
sostanze stupefacenti;
- persone sottoposte a misure di sicurezza detentive;
Lobbligo di osservanza delle norme processuali sancito dallart. 124 c.p.p. a chiusura del sistema.
Tale articolo impone di osservare le norme del codice anche quando linosservanza non comporta nullit o
altra sanzione processuale.
Lobbligo diretto ai magistrati, ai cancellieri, agli altri ausiliari del giudice, agli ufficiali giudiziari e agli
agenti di polizia giudiziaria.
Si tratta di un obbligo deontologico assistito da sanzioni disciplinari, su cui vigilano i dirigenti degli uffici.

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73. Gli atti del giudice


Gli atti del giudice sono:
- Sentenza, latto con cui il giudice adempie al dovere di decidere che gli posto a seguito dellesercizio
dellazione penale.
La sentenza esaurisce una fase o un grado del processo; con essa il giudice si spoglia del caso.
Deve essere sempre motivata, e cio deve dare conto del percorso logico seguito dal giudice per giungere
alla decisione, a pena di nullit relativa.
- Ordinanza, il provvedimento con cui il giudice risolve singole questioni senza definire il procedimento.
Ad esempio lammissione di un mezzo di prova.
Lordinanza deve sempre essere motivata a pena di nullit e, di regola, revocabile dal giudice.
- Decreto, un ordine dato dal giudice che deve essere motivato soltanto se la legge lo precisa
espressamente.
Anche il decreto, come lordinanza, risolve singole questioni senza definire il procedimento.
Ad esempio il decreto che dispone il giudizio.
Un decreto pu essere emesso anche dal Pubblico Ministero nei casi previsti dal codice.
Ad esempio il decreto di sequestro del corpo del reato.
Limmediata declaratoria di determinate cause di non punibilit quellobbligo che posto al giudice di
dichiarare immediatamente dufficio le cause di non punibilit che concernono:
- lassenza di responsabilit dellimputato, il fatto non sussiste;
- lestinzione del reato, il fatto non costituisce reato;
- la mancanza di una condizione di procedibilit, il fatto non previsto dalla legge come reato.
La declaratoria richiesta immediatamente in ogni stato e grado del procedimento, ma immediata in senso
relativo, cio rispettando prima le esigenze probatorie che la declaratoria impone o le fasi del procedimento,
ossia dopo lesercizio dellazione penale.

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74. Gerarchia tra le formule di proscioglimento


Il codice impone una gerarchia tra le formule di proscioglimento, ossia il giudice deve preferire la sentenza
di piena assoluzione rispetto ad una come il fatto non costituisce reato o il fatto non previsto dalla legge
come reato qualora sussistano i presupposti per cui il fatto non sia addebitabile allimputato, oppure la
sentenza di non luogo a procedere se ci troviamo ancora in udienza preliminare.
Il codice prevede una procedura di correzione degli errori materiali, ma soltanto laddove sussistano quattro
requisiti:
- oggetto, soltanto atti del giudice riconducibili a sentenze, ordinanza e decreti;
- lerrore non deve essere causa di nullit dellatto;
- lerrore deve essere materiale, cio consistere in una difformit tra il pensiero del giudice e la formulazione
esteriore di tale pensiero;
- leliminazione dellerrore non deve comportare una modifica essenziale dellatto, pertanto si devono
escludere quelle correzioni che incidono sul dispositivo.
Il procedimento di correzione degli errori si svolge in camera di consiglio; la competenza spetta al giudice
autore dellatto.
Liniziativa spetta al giudice, su richiesta del Pubblico Ministero o della parte interessata.
Lordinanza recante la correzione deve essere annotata sulloriginale dellatto corretto.

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75. I poteri coercitivi del giudice


I poteri coercitivi del giudice sono concessi per lesercizio delle sue funzioni, cio al fine del sicuro e
ordinato compimento degli atti ai quali procede.
Si tratta di poteri di polizia processuale per lesercizio dei quali la legge non impone losservanza di
particolari formalit: lordine pu essere anche soltanto orale ed riprodotto nel verbale di udienza.
Tra i poteri coercitivi del giudice spicca laccompagnamento coattivo dellimputato e di altre persone.
Tale potere consiste in una restrizione della libert personale poich laccompagnamento pu essere eseguito
con la forza.
Ha una finalit limitata che quella di condurre una persona davanti al giudice per rendere possibile
lacquisizione di un contributo probatorio nei casi previsti dalla legge.
I destinatari dellaccompagnamento sono sia limputato (o indagato), sia le altre persone, cio il testimone,
il perito, il consulente tecnico, linterprete e il custode di cose sequestrate.
Visti i limiti funzionali sopra menzionati, laccompagnamento non deve diventare una misura cautelare
camuffata, e a tal fine la persona sottoposta ad accompagnamento coattivo non pu essere tenuta a
disposizione oltre il compimento dellatto previsto e quello consequenziali per i quali perduri la necessit
della sua presenza e in ogni caso non pi di 24 ore.
Per quanto riguarda limputato e lindagato, laccompagnamento di regola deve essere preceduto da un
invito a presentarsi o da una citazione rimaste senza effetto.
Per le persone diverse dallimputato che, regolarmente citate, omettono di comparire senza addurre un
legittimo impedimento, il giudice oltre a disporre laccompagnamento, pu condannarle al pagamento di una
somma di denaro e alle spese processuali alle quali la mancata comparizione ha dato causa.

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76. Gli atti delle parti: richiesta e memoria


Gli atti delle parti sono molti in quanto sono riconducibili a tale insieme le conclusioni, i consensi, le
accettazioni e perfino le impugnazioni, ma il codice delinea due soli modelli generali di atti delle parti:
- Richiesta, ogni tipo di domanda che le parti, sia quella pubblica che quelle private, rivolgono al giudice al
fine di ottenere una decisione.
Ad esempio la richiesta di procedere ad incidente probatorio.
Sulle richieste il giudice deve provvedere senza ritardo e comunque entro 15 giorni.
Se non adempie a tale obbligo, la parte pu presentargli formale istanza sulla responsabilit dei magistrati.
A questo punto il giudice deve decidere entro 30 giorni, e qualora non lo faccia vi possono essere gli estremi
del diniego di giustizia che fonte di responsabilit civile.
- Memoria, con contenuto meramente argomentativo teso ad illustrare questioni in fatto o in diritto.

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77. Procedimento in camera di consiglio


Lespressione camera di consiglio pu indicare il luogo in cui il giudice si ritira per formare il proprio
convincimento sulla singola questione da decidere, oppure la modalit di svolgimento di unattivit
giurisdizionale, alla quale le parti e le altre persone interessate hanno il diritto di partecipare.
Il procedimento in camera di consiglio presenta due caratteristiche:
- lassenza del pubblico;
- la non necessaria partecipazione delle parti, delle persone interessate e dei loro difensori.
Si tratta di una procedura semplificata che il codice impone tutte le volte in cui occorre adottare una
decisione in tempi rapidi e vi la necessit di attivare un contraddittorio facoltativo.
Il modello ordinario di procedimento in camera di consiglio ha come atto iniziale un decreto di fissazione
delludienza.
Alle parti e agli altri interessati e ai loro difensori dato avviso della data fissata almeno 10 giorni prima a
pena di nullit.
Il contraddittorio soltanto eventuale, o facoltativo, ma il giudice ha comunque lobbligo di ascoltare, a
pena di nullit, tutti coloro che intervengono alludienza.
Il provvedimento conclusivo della procedura camerale assume, di regola, la forma dellordinanza, che
impugnabile mediante ricorso per Cassazione.
Alle forme del procedimento in camera di consiglio fanno rinvio numerose disposizioni del codice.
A volte si tratta di un rinvio integrale, altre volte si rinvia al modello generale apportandovi tuttavia dei
correttivi che tendono a rafforzare il contraddittorio.

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78. La documentazione degli atti del procedimento penale


Gli atti del procedimento penale devono essere documentati perch se ne possa conservare traccia.
Il codice prevede che a tale documentazione si provveda mediante verbale, che viene redatto dallausiliario
che assiste il giudice o il Pubblico Ministero.
Mediante il verbale lausiliario si limita ad attestare quello che avvenuto in sua presenza e le dichiarazioni
ricevute; spetter poi al giudice apprezzare il significato probatorio del contenuto del verbale, e cio valutare
se le dichiarazioni rese sono vere o false.
Il valore probatorio del verbale stato profondamente modificato dal nuovo codice di procedura penale del
1988.
Nel codice previgente il verbale di un atto del procedimento penale era fidefacente e cio faceva fede fino
ad impugnazione di falso.
Il codice 1988 ha eliminato il valore fidefacente del verbale, in quanto esso pu essere sottoposto a una
verifica da parte del giudice quanto alla correttezza e veridicit della descrizione di ci che il pubblico
ufficiale attesta essere avvenuto in sua presenza.
La documentazione pu essere effettuata con almeno tre modalit differenti:
- Verbale in forma integrale, in dibattimento, di regola, con la stenotipia o altro strumento meccanico
oppure, in caso di impossibilit di ricorso a tali mezzi, con la scrittura manuale.
- Verbale in forma riassuntiva con riproduzione fonografica, spetta al giudice vigilare che sia riprodotta
nelloriginaria e genuina espressione la parte essenziale delle dichiarazioni.
La forma riassuntiva significa sommaria esposizione degli elementi extra-dichiarativi non di quelli
dichiarativi.
Quando il verbale redatto in forma riassuntiva, deve essere effettuata anche la riproduzione fonografica.
Verbale in forma riassuntiva senza riproduzione fonografica, si effettua quando vi sia una contingente
indisponibilit di strumenti di riproduzione o di ausiliari tecnici o anche quando gli atti da verbalizzare
hanno contenuto semplice o limitata rilevanza.

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79. La notificazione nel processo penale


Tale istituto soddisfa lesigenza di fornire conoscenza di atti o di attivit a determinate persone, perch
queste possano esercitare i propri diritti o adempiere ai propri doveri.
La notificazione lo strumento previsto dalla legge per rendere noto al destinatario un atto o una attivit del
procedimento.
Di regola viene eseguita mediante consegna, al destinatario, della copia dellatto stesso.
Lorgano che esegue la notificazione , di regola, lufficiale giudiziario, ossia un ausiliario del giudice.
Il codice ha voluto contemperare due esigenze contrapposte: quella di portare alla conoscenza effettiva del
destinatario latto da notificare, e quella di assicurare la celerit degli adempimenti formali, in modo da non
ritardare il corso del procedimento penale.
Le formalit prescritte dalla legge sono finalizzate ad assicurare leffettiva conoscibilit dellatto da parte
dellinteressato, e una volta che esse sono state adempiute scatta la presunzione legale di avvenuta
conoscenza.
Della consegna dellatto redatto verbale, che viene chiamato relazione di notificazione, attinente ad una
attivit compiuta.
La notificazione produce effetto per ciascun destinatario dal giorno della sua esecuzione: da tale momento
latto si presume conosciuto dal destinatario.

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80. Notificazioni: soggetti legittimati a disporre e soggetti


destinatari
Soggetti legittimati a disporre
Vediamo ora i soggetti legittimati a disporre le notificazioni:
- Giudice, latto viene notificato per intero mediante consegna al destinatario da parte dellufficiale
giudiziario.
Esistono forme equivalenti alla notifica del giudice quali la consegna di copia dellatto allinteressato da
parte della cancelleria, la lettera dei provvedimenti e gli avvisi dati verbalmente dal giudice agli interessati
che siano presenti.
- Pubblico Ministero, disposte durante le indagini preliminari ed eseguite dallufficiale giudiziario oppure
dalla polizia giudiziaria nei soli casi di atti di indagine o provvedimenti che la stessa delegata a compiere.
Esistono due forme equivalenti alla notifica ordinaria del Pubblico Ministero: la consegna di copia da parte
della segreteria e la lettura di provvedimenti e avvisi in presenza degli interessati.
- Parti private, possono seguire le regole ordinarie, ossia la richiesta allufficiale giudiziario, oppure valersi
di una modalit semplificata che consiste nellinvio di copia dellatto da parte del difensore mediante lettera
raccomandata con avviso di ricevimento.

Soggetti destinatari
Mentre i soggetti destinatari delle notificazioni possono essere:
- Pubblico Ministero, eseguite in modo ordinario o anche direttamente dalle parti mediante consegna di
copia dellatto alla segreteria.
- Difensore, possono essere eseguite in modo ordinario oppure in una forma semplificata che possono
utilizzare solo Pubblico Ministero e giudice e che consiste nella notificazione tramite mezzi tecnici idonei.
- Imputato detenuto, eseguite nel luogo di detenzione mediante consegna di copia alla persona.

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81. La notificazione all'imputato non detenuto


Imputato non detenuto, allo scopo di rendere pi agevole e celere lattivit di notificazione allindagato e
allimputato non detenuto il codice prevede due istituti:
- dichiarazione di domicilio, lautorit procedente invita lindagato a dichiarare il proprio domicilio nel
quale gli atti saranno consegnati;
- elezione di domicilio, lautorit procedente invita lindagato ad eleggere, cio scegliere, un domicilio al
fine di effettuare le notificazioni.
Lelezione richiede anche lindicazione di una persona, diversa dal destinatario, che viene scelta per ricevere
copia dellatto da notificare: una volta che latto viene consegnata a questultima, latto si considera
conosciuto dal destinatario.
La prima notificazione allimputato non detenuto eseguita mediante consegna di copia alla persona, a
mani proprie, sia nel domicilio dichiarato o eletto, sia altrove.
Se non possibile la consegna a mani proprie, la notificazione avviene nel luogo in cui limputato
reperibile mediante consegna di copia dellatto ad una persona che conviva anche temporaneamente con
limputato o al portiere o, in mancanza, a chi ne fa le veci.
Se non possibile consegnare la copia alle predette persone la notificazione effettuata mediante deposito
dellatto nella casa comunale di abituale residenza o lavoro, con affissione dellavviso di deposito alla porta
della casa di abitazione o di luogo di lavoro.
Tale avviso anche comunicato allimputato mediante raccomandata con avviso di ricevimento.
Qualora le ricerche diano esito negativo e non sia possibile effettuare la notificazione allimputato, il giudice
o il Pubblico Ministero emettono un decreto di irreperibilit.
Con tale provvedimento viene designato un difensore allimputato che ne sia privo e viene ordinato che le
notificazioni siano eseguite mediante consegna di copia al difensore che rappresenta lirreperibile.
Il decreto di irreperibilit cessa di avere effetto alla fine di ogni fase o grado di merito e ogni volta che perde
efficacia debbono essere disposte nuove ricerche dopo le quali, in caso di nuovo esito negativo, lautorit
giudiziaria emette un nuovo decreto di irreperibilit.
Le successive notificazioni allimputato non detenuto sono eseguite in relazione allesito della prima
notificazione.
La l. 60/2005 ha introdotto una nuova modalit di notificazione: quando limputato ha nominato un
difensore di fiducia, le notificazioni successive devono essere eseguite tramite consegna ai difensori, oppure
mediante mezzi tecnici idonei.
In questi casi il difensore pu dichiarare immediatamente di non accettare la notificazione cos effettuata,
quindi questa sar effettuata secondo le modalit ordinarie.
Imputato allestero, se nota la dimora estera il giudice o il Pubblico Ministero inviano una raccomandata
con cui indicano lautorit procedente e invitano il soggetto a dichiarare o eleggere domicilio entro 30
giorni.
In mancanza di elezione di domicilio, le successive notificazioni devono essere effettuate mediante
consegna al difensore.
Quando, invece, non nota la dimora estera allora si deve procedere alle ricerche nel rispetto delle

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convenzioni internazionali e, in caso di esito negativo, emettere decreto di irreperibilit.


Persona offesa, parte civile, responsabile civile, civilmente obbligato ala pena pecuniaria ed altri soggetti, si
segue la disciplina prevista per la prima notificazione allimputato non detenuto.
In caso di pluralit di persone offese, se per il numero dei destinatari o per limpossibilit di identificarne
alcuni la notificazione nelle forme ordinarie risulta difficile, il Pubblico Ministero o il giudice possono
disporre con decreto che la notificazione sia eseguita mediante pubblici annunzi.
Le notificazioni alla parte civile, al responsabile civile e al civilmente obbligato alla pena pecuniaria, gi
costituiti in giudizio, sono eseguite presso i loro difensori.
Il codice prevede una serie di nullit speciali delle notificazioni.
Si tratta di ipotesi nelle quali non sono state osservate determinate formalit prescritte dalla legge.
Tale minuziosit del legislatore tende a ridurre il pi possibile lo scarto tra conoscenza effettiva (reale) e
presunta (legale).

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82. La traduzione degli atti del procedimento penale: linterprete


La traduzione degli atti orali e scritti effettuata in determinate ipotesi previste espressamente.
E operata dallinterprete, cio una persona che conosce la lingua diversa da quella italiana necessaria nel
singolo caso.
Non pu svolgere il ruolo di interprete chi incompatibile con listituto di testimone.
La legge vuole evitare che si cumulino in capo allinterprete distinte funzioni processuali quali quella di
imputato, di giudice, di Pubblico Ministero, di ausiliario del giudice o del Pubblico Ministero, di difensore,
di testimone o di perito.
Lordinamento impone allinterprete lobbligo di verit, infatti se compie interpretazioni mendaci o afferma
fatti non conformi al vero commette falsa testimonianza.
Le situazioni di incompatibilit con lufficio di interprete, che giustificano la sua ricusazione e che portano
alla nullit degli atti da questo compiuti, sono:
- minore et, interdizione, inabilitazione e infermit di mente;
- interdizione dai pubblici uffici o sospensione dallesercizio della professione;
- sottoposizione a misure di sicurezza personali.
La necessit dellinterprete si ha in casi previsti dalla legge:
- quando limputato o indagato non conosce la lingua italiana;
- in situazioni in cui si abbia a che fare con persona sorda, muta o sordomuta che non sappia leggere o
scrivere, in queste ipotesi, eccezionalmente, la qualit di interprete pu essere assunta da un prossimo
congiunto della persona interessata;
- quando occorra tradurre uno scritto in lingua straniera o in un dialetto non facilmente intelligibile;
- quando una persona, che voglia o debba fare una dichiarazione, non conosce la lingua italiana.
In questi casi la nomina dellinterprete si impone come obbligatoria anche quando il giudice, il Pubblico
Ministero o la polizia giudiziaria ha personale conoscenza della lingua o del dialetto da interpretare.
Il conferimento dellincarico impone allinterprete lobbligo di conservare il segreto su tutti gli atti che si
compiano per suo mezzo o in sua presenza.

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83. Le cause di invalidit degli atti del procedimento penale


Il codice prevede dettagliatamente i requisiti formali che devono avere i singoli atti del procedimento
penale.
Tali requisiti danno luogo al modello legale del singolo atto.
Latto perfetto quello che conforme al modello descritto dalla norma processuale, esso valido e
produce gli effetti giuridici previsti dalla legge.
Latto che non conforme al modello legale pu essere invalido o meramente irregolare.
E atto invalido quando la singola difformit rientra in uno dei quattro casi di invalidit previsti dal codice:
decadenza, inammissibilit, nullit o inutilizzabilit.
E atto irregolare se la difformit rispetto al modello legale non rientra in una delle cause di invalidit
previste dalla legge, linosservanza della disposizione nel compiere latto processuale potr essere valutata
dal punto di vista disciplinare.

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84. Principio di tassativit nel processo penale


Nella materia in esame vige uno stretto principio di tassativit, ci significa che linosservanza della legge
processuale causa di invalidit soltanto quando una norma espressamente vi ricollega una delle invalidit
sopra citate.
Viceversa, se linosservanza non rientra in una previsione generica o specifica di invalidit: latto
semplicemente irregolare.
Questo principio soddisfa lesigenza di sapere con sicurezza se un atto valido o meno.

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85. Linammissibilit nel processo penale


Impedisce al giudice di esaminare nel merito una richiesta presentata da una parte, effettiva o potenziale,
quando la richiesta stessa non ha i requisiti previsti dalla legge a pena di inammissibilit.
Il requisito pu riguardare il tempo entro il quale deve essere compiuto latto oppure pu concernere il
contenuto dellatto, oppure ancora pu toccare un aspetto formale o pu riguardare la legittimazione di un
soggetto al compimento dellatto.
Per quel che riguarda il regime giuridico, linammissibilit rilevata dal giudice su eccezione di parte o
anche dufficio; quando la rileva, il giudice dichiara linammissibilit della domanda, con ordinanza o
sentenza, e non decide sul merito della stessa.
Il codice non fissa un termine entro il quale una domanda deve essere dichiarata, se del caso, inammissibile.

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Sezione Appunti

86. La decadenza nel processo penale


Denota la perdita del potere di porre in essere un atto a causa del mancato compimento dello stesso entro un
termine perentorio, rendendo latto eventualmente compiuto oltre tale termine invalido.
Lo svolgersi del procedimento penale comporta una successione di atti e tale successione deve avvenire in
un ordine prestabilito.
Gli strumenti che impongono una determinata cadenza al procedimento sono denominati termini, essi
indicano il momento in cui un atto pu o deve essere compiuto.
Sono termini perentori quelli che prescrivono il compimento di un atto entro e non oltre un determinato
periodo di tempo; se tale periodo superato, il soggetto decade dal potere di compierlo validamente.
I termini sono previsti a pena d decadenza soltanto nei casi espressamente determinati dalla legge.
Sono termini ordinatori quelli che definiscono i limiti temporali entro cui un atto deve essere compiuto, ma
dal superamento della loro scadenza non deriva alcuna conseguenza di tipo processuale: latto validamente
compiuto anche se realizzato dopo il decorso del termine.
Semmai il soggetto, che ha compiuto latto oltre il termine ordinatorio, pu subire conseguenze di tipo
disciplinare ove il superamento della scadenza non abbia una valida giustificazione.
Sono termini dilatori quelli con i quali si prescrive che un atto non pu essere compiuto prima del loro
decorso.
Attraverso questo tipo di termini lordinamento d alle parti la garanzia di disporre del tempo necessario per
organizzare la propria difesa.
Il regime giuridico fa conseguire agli atti che non rispettano i termini perentori linammissibilit.
Da ci si desume che al decorso di un termine perentorio sono ricollegate due sanzioni processuali:
- dal punto di vista soggettivo, relativo allestinzione del potere di compiere latto, si fa riferimento al
concetto di decadenza;
- dal punto di vista oggettivo, relativo al regime dellatto compiuto oltre il termine, il codice prevede la
sanzione dellinammissibilit.
Ove la legge non preveda la decadenza, n linammissibilit, latto compiuto oltre il termine valido.
Il termine stesso, in tal caso, deve ritenersi di tipo ordinatorio.

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87. Definizione di restituzione nel termine nel processo penale


Rimedio eccezionale destinato a riassegnare alle parti la possibilit di esercitare un potere che si era estinto
per linutile decorso di un termine processuale perentorio previsto a pena di decadenza.
Lesigenza di equit prevale su quella di certezza a determinate condizioni e in presenza di certi requisiti.
La decisione, di regola, presa dal giudice che procede al tempo della presentazione della richiesta di
restituzione nel termine, salvo che ci avvenga prima dellesercizio dellazione penale, e in questo caso
decide il GIP, e dopo la pronuncia della sentenza o decreto di condanna, e in questo caso decide il giudice
competente sulla impugnazione.
Il codice prevede tre differenti situazioni, una di carattere generico e due di carattere specifico.

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Sezione Appunti

88. Restituzione nel termine nel processo penale: rimedio generico


E' genericamente consentita la restituzione in un termine quando la parte prova di non averlo potuto
osservare per caso fortuito o forza maggiore.
Lonere della prova incombe, pertanto, su colui che chiede il beneficio.
Sono legittimati a chiedere la restituzione in termini il PM, le parti private e i difensori.
La richiesta deve essere presentata entro 10 giorni da quello nel quale cessato il fatto costituente caso
fortuito o forza maggiore a pena di decadenza.

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89. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti della
sentenza contumaciale
E' consentita la restituzione nel termine specificatamente nei confronti della sentenza contumaciale.
Il giudice dichiara la contumacia quando limputato non compare alludienza preliminare o dibattimentale e
la sua assenza non risulta ad assoluta impossibilit di comparire n a legittimo impedimento.
I requisiti per la legittima richiesta di restituzione nel termine sono:
- oggettivamente la sentenza deve ssere irrevocabile e valida;
- soggettivamente soltanto limputato pu presentare listanza.
La richiesta deve essere presentata al giudice competente entro 30 giorni da quello in cui limputato ha avuto
conoscenza effettiva del procedimento, a pena di decadenza.
La particolarit della restituzione nel termine per la sentenza contumaciale sta nellinversione dellonere
della prova in quanto, una volta che limputato ha proposto istanza, questa deve essere accettata salvo che
sia accertata una delle seguenti situazioni:
- che limputato abbia avuto conoscenza effettiva del procedimento e, al contempo, abbia rinunciato a
comparire;
- che limputato abbia avuto conoscenza effettiva del procedimento e, al tempo stesso, abbia rinunciato
volontariamente a proporre impugnazione;
Se sussiste una di queste due situazioni il giudice respinge la richiesta.
Ci che limputato ottiene con la restituzione nel termine di sentenza contumaciale la possibilit di
presentare una impugnazione contro tale sentenza, pertanto egli ha lonere di proporre appello e, in tale sede,
di esercitare i propri diritti.

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90. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti del
decreto penale di condanna
E' consentita la restituzione nel termine specificatamente nei confronti del decreto penale di condanna.
Identici sono i termini per presentare la richiesta, ossia 30 giorni, e linversione dellonere della prova in
favore dellimputato.
La competenza del GIP in quanto a lui spetta la competenza sulla ammissibilit o meno dellopposizione.
La restituzione nei termini per la sentenza contumaciale e per il decreto penale di condanna giustificata dal
presupposto che limputato pu aver avuto conoscenza soltanto presunta, e non effettiva, dellatto.
Lordinanza che concede la restituzione nel termine deve essere motivata e non pu essere impugnata
autonomamente, ma soltanto con la sentenza che decide sullimpugnazione o sulla opposizione.
Nellordinanza il giudice adotta tutti i provvedimenti necessari per far cessare gli effetti determinati dalla
scadenza del termine.
Lordinanza che respinge la richiesta di restituzione nel termine , invece, autonomamente impugnabile
tramite ricorso per Cassazione.

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91. La nullit nel processo penale


E un vizio che colpisce latto del procedimento che sia stato compiuto senza losservanza di determinate
disposizioni stabilite espressamente dalla legge a pena, appunto, di nullit.
Si nota come sia, anche per le nullit, vigente il principio di tassativit, inoltre:
- non possibile applicare le nullit per analogia;
- una volta accertata una nullit, non possibile valutare se vi sia stato un pregiudizio concreto per
linteresse protetto o se comunque latto nullo abbia raggiunto leffetto: questa scelta formalistica si pone in
conflitto con la ragionevole durata del processo penale.
Non danno luogo a nullit gli errores in iudicando, che trovano il loro rimedio nelle impugnazioni.
In base alle modalit di previsione le nullit si distinguono in:
- nullit speciali, previste per una determinata inosservanza precisata nella norma di species;
- nullit generali, previste per ampie categorie di inosservanze indicate allart. 178 c.p.p.

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92. Nullit assolute nel processo penale


Nullit assolute, le inosservanze pi gravi, elencate allart. 179 c.p.p. come cernita tra quelle generali
previste allart. 178 c.p.p., che riguardano i soggetti necessari del procedimento penale.
Queste nullit sono rilevabili anche dufficio in ogni stato e grado del procedimento e sono insanabili, se
non con lirrevocabilit della sentenza.
Rientrano in questa tipologia:
- le violazioni delle disposizioni concernenti le condizioni di capacit del giudice, intesa come capacit
generica allesercizio della funzione giurisdizionale;
- le violazioni delle disposizioni concernenti il numero dei giudici necessario per costituire i collegi;
- le violazioni delle disposizioni concernenti liniziativa del Pubblico Ministero nellesercizio dellazione
penale;
- le violazioni derivanti dallomessa citazione dellimputato (decreto di citazione a giudizio e sua
notificazione) o dellassenza del suo difensore nei casi in cui ne obbligatoria la presenza;
Oltre a queste nullit assolute generali possibile che specifiche norme richiamino, a conseguenza della loro
violazione, il regime della nullit assoluta: in questi casi si hanno nullit speciali assolute come, ad esempio
la violazione della regola secondo cui alla deliberazione della sentenza devono concorrere gli stessi giudici
che hanno preso parte al dibattimento.

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93. Nullit intermedie nel processo penale


Nullit intermedie, le inosservanze di media gravit, sancite dallart. 180 c.p.p. come quelle residuali del 178
c.p.p. che non rientrano tra le nullit assolute ex art. 179 c.p.p., che riguardano una sera pi ampia di
soggetti.
Queste nullit sono rilevabili anche dufficio, ma entro certi termini, e inoltre sono sanabili.
Se si verificano prima del giudizio sono deducibili dalle parti o dal giudice prima del dibattimento, e sono
rilevabili dal giudice al momento della deliberazione della sentenza di primo grado.
Se si verificano in giudizio non possono essere dedotte n rilevate se non le successivo grado di giudizio.
Rientrano in questa tipologia:
- le inosservanze delle disposizioni attinenti alla partecipazione del Pubblico Ministero al procedimento;
- le inosservanze concernenti lintervento, lassistenza e la rappresentanza dellimputato e delle altre parti
private nonch la citazione in giudizio della persona offesa dal reato e del querelante (se dellimputato si ha
nullit assoluta).

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94. Nullit relative nel processo penale


Nullit relative, sono tutte le nullit speciali che non rientrano nelle ipotesi di nullit assoluta o intermedia,
sono residuali agli artt. 179 e 180 c.p.p.
Queste nullit sono dichiarate su eccezione di parte ed entro brevi limiti di tempo, e inoltre sono sanabili.
Queste nullit sono dichiarabili dal giudice su eccezione di parte e, pi precisamente, della parte interessata.
Al giudice precluso, di regola, il potere di rilevare tali nullit dufficio, salvo che tale facolt sia lui
espressamente concessa dalla norma che prevede la nullit relativa come pena per la sua violazione.
I termini per eccepirle sono pi brevi di quelli previsti per le nullit intermedie.
Ove, per qualunque motivo, il giudice non vi provveda prima del giudizio, le parti devono riproporre
leccezione tra le questioni preliminari del giudizio stesso.
Se non sono dichiarate neanche dal giudice del giudizio devono essere eccepite con limpugnazione della
sentenza.
Rientrano in questa tipologia tutte le nullit speciali, e cio richiamate da singole norme, che non sono
riconducibili ai regimi di nullit assoluta o intermedia: si ragiona per esclusione.

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95. Distinzioni tra nullit intermedie e nullit relative nel processo


penale
Il codice pone una distinzione tra due istituti che hanno il medesimo ambito di applicabilit, e cio le nullit
intermedie e relative:
Limiti di deducibilit, danno luogo a un difetto di legittimazione della parte, di modo che essa trova un
ostacolo a eccepire la nullit (intermedia o relativa).
Tali nullit, in particolare, non possono essere eccepite da colui che vi ha dato o ha concorso a darvi causa,
n possono essere eccepite da colui che non ha interesse allosservanza della disposizione violata.
Inoltre, quando la parte legittimata assiste al compimento dellatto viziato, deve eccepire la nullit prima del
suo compimento o, se ci non possibile, immediatamente dopo.
Se la parte legittimata ad eccepire la nullit non assiste al compimento dellatto viziato valgono gli ordinari
termini previsti a pena di decadenza.
Sanatorie, sono quei fatti giuridici ulteriori e successivi rispetto agli atti viziati che, affiancati a questi ultimi,
li rendono equivalenti agli atti validi.
La sanatoria, se si verifica, impedisce a qualsiasi parte di eccepire, e al giudice di rilevare, la nullit
dellatto.
Questo istituto ispirato al principio di conservazione degli atti.
Il codice distingue due tipi di sanatorie:
1. generali, si applicano alle nullit di tipo intermedio o relativo non generali.
La nullit sanata se la parte interessata:
- ha rinunciato espressamente ad eccepirla oppure ha accettato gli effetti dellatto viziato anche tacitamente;
- si avvalsa della facolt al cui esercizio latto nullo preordinato.
Non si da rilievo allipotesi in cui latto nullo abbia comunque raggiunto lo scopo per cui preordinato,
richiedendo comportamento esclusivamente formali per sanare tale atto.
Ci si pone in contrasto col principio di ragionevole durata del processo penale;
2. speciali, la nullit di una citazione o di un avviso oppure delle relative notificazioni sanata se la parte
interessata comparsa o ha rinunciato a comparire.
Sono ispirate a conservare gli atti che, nonostante il vizio, abbiano comunque raggiunto lo scopo per cui
erano preordinati, garantendo cos la celerit delle operazioni.
Purtroppo per tale possibilit prevista solo per alcuni atti che la richiamano espressamente.

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96. Dichiarazione ed estensione della nullit nel processo penale


La dichiarazione di nullit di un atto fatta dal giudice quando, nel caso concreto, non vi sono limiti di
deducibilit n si sono verificate sanatorie applicabili a quel tipo di nullit.
Lestensione della nullit una caratteristica che riguarda leffetto invalidante che una nullit produce sugli
atti consecutivi che dipendono da quello dichiarato nullo, i quali sono a loro volta resi invalidi.
Lestensione della nullit tocca soltanto gli atti che, oltre ad essere successivi siano anche dipendenti in
senso logico o giuridico dallatto viziato.
Lestensione della nullit produce effetti gravi allorch il vizio colpisca un atto propulsivo del procedimento,
come il decreto che dispone il giudizio, in quanto il tal caso vengono travolti dalla nullit tutti gli atti
successivi.
Il giudice che dichiara la nullit di un atto, ne dispone la rinnovazione qualora sia necessaria e possibile,
ponendo le spese a carico di chi ha dato causa alla nullit per dolo o colpa grave.
Se dichiarato nullo un atto di prova provvede alla sua rinnovazione il giudice del grado di giudizio in cui la
nullit stata dichiarata, indipendentemente dal grado in cui tale vizio si era prodotto.
Se nullo un atto propulsivo allora la dichiarazione di nullit comporta la regressione del procedimento al
grado di giudizio in cui avvenuto il vizio in questione e la relativa rinnovazione sar di competenza della
giurisdizione di tale grado.

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97. Linutilizzabilit nel processo penale


E una invalidit che colpisce direttamente il contenuto probatorio di un atto: il giudice non pu basarsi su di
esso per prendere una decisione.
Il termine inutilizzabilit pu riferirsi sia al vizio da cui pu essere affetto un atto, sia al regime giuridico
al quale latto viene sottoposto.
Latto inutilizzabile, pur valido dal punto di vista formale, colpito nel suo aspetto sostanziale poich
linutilizzabilit impedisce ad esso di produrre il suo effetto principale, che quello di essere posto alla base
della decisione del giudice.
Linutilizzabilit pu essere di due tipi:
- assoluta, quando il giudice non pu basarsi sullatto inutilizzabile per emettere un qualsiasi provvedimento;
- relativa, quando la legge indica espressamente le persone nei cui confronti non pu essere utilizzato un
determinato atto o la categoria di provvedimenti che non possono basarsi su di esso.
Occorre preliminarmente tracciare una fondamentale distinzione tra due forme di inutilizzabilit, che
differiscono tra loro nel fondamento normativo e nella regolamentazione.

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98. Inutilizzabilit patologica nel processo penale


Inutilizzabilit patologica, consegue ai vizi pi gravi del procedimento probatorio (ammissione, assunzione
e valutazione della prova).
E speciale quando una norma del codice la commina espressamente per il mancato rispetto delle condizioni
previste per lacquisizione di una determinata prova.
Linutilizzabilit generale sancita allart. 191 c.p.p. che individua in modo unitario quali vizi della prova
danno luogo alla inutilizzabilit: le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge,
linutilizzabilit rilevabile anche dufficio in ogni stato e grado del procedimento.
Il divieto idoneo a provocare linutilizzabilit soltanto quello che previsto da una norma processuale:
richiesta una violazione di un divieto probatorio.
Tale divieto probatorio consiste nel fatto che il giudice ha esercitato, nellacquisizione di una prova, un
potere che la legge processuale vietava.
Quando stata violata una semplice modalit di assunzione di una prova, questa di regola utilizzabile;
diviene inutilizzabile soltanto quando tale sanzione prevista espressamente dalla legge come conseguenza
della violazione di quella modalit di assunzione.
Viceversa, le modalit di assunzione non espressamente poste a pena di inutilizzabilit non sono idonee a far
scattare tale sanzione processuale, ove siano violate.
Secondo il suo regime giuridico, linutilizzabilit dichiarata dal giudice, dufficio o su richiesta di parte.
Linutilizzabilit non pu essere sanata perch latto stato compiuto esercitando un potere vietato dalla
legge processuale.
Inoltre, per la stessa struttura logica del vizio, non possibile procedere alla rinnovazione dellatto: di regola
il divieto probatorio impedisce che una determinata prova entri nel processo.
Linutilizzabilit un tipo di invalidit che si traduce direttamente in un limite al libero convincimento del
giudice.
Per quel che riguarda le fonti legittimate a definire i divieti probatori occorre notare come lart 191 c.p.p.
sembra aprire al giudice la possibilit di rifarsi a fonti extra-processuali.
La dottrina e la giurisprudenza hanno sancito pi volte che tali divieti devono essere riconducibili a veri e
propri divieti probatori, riaffermando cos la tassativit infra-processuale delle norme idonee a definire i
divieti probatori a pena di inutilizzabilit.
Ma in alcuni casi, la rigida applicazione del principio di tassativit nellindividuazione dei divieti probatori
potrebbe creare pericolosi vuoti di tutela.
In tali casi si ricorre ai c.d. divieti probatori impliciti che assicurano tutela a beni giuridici fondamentali.
Una parte della dottrina ritiene che le prove incostituzionali, cio assunte in violazione dei diritti
fondamentali, seppur non espressamente vietate dalle norme processuali, siano inutilizzabili in quanto la
Costituzione rientra nel concetto di legge espresso allart. 191 c.p.p.
Altri studiosi interpretano, invece, restrittivamente lart. 191 c.p.p. concludendo che linutilizzabilit
consegua soltanto alla violazione di divieti probatori espressamente stabiliti da norme processuali,
respingendo la categoria dei divieti impliciti e delle prove incostituzionali.
Neanche la Corte Costituzionale ha affermato un orientamento definito, variando le soluzioni di caso in
caso.
Ci si chiede se sia configurabile la c.d. inutilizzabilit derivata e cio se lillegittimit di una prova si estenda

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ad unaltra prova il cui reperimento sia stato determinato dalla prima, si pensi alle intercettazioni o alle
perquisizioni illegittime dalle quali emergano fatti rilevanti ai fini penali.
Secondo un primo orientamento linutilizzabilit derivata non esiste, perch in materia di inutilizzabilit non
vi una norma espressa che la commina, come avviene con lestensione della nullit in ambito di nullit.
In base a un differente indirizzo, il nesso funzionale di dipendenza comporta lestensione dellinutilizzabilit
alla prova successivamente reperita: la c.d. teoria dei frutti dellalbero avvelenato.

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99. Inutilizzabilit fisiologica nel processo penale


Inutilizzabilit fisiologica, conseguenza diretta del principio di separazione delle fasi del procedimento.
Alcuni atti sono inutilizzabili fisiologicamente non perch compiuti in violazione di un divieto probatorio,
ma soltanto perch acquisiti prima del dibattimento.
Infatti il codice pone la regola, salvo eccezioni, in base alla quale il giudice pu utilizzare ai fini della
deliberazione soltanto le prove legittimamente acquisite nel dibattimento.
Con linutilizzabilit fisiologica si munisce di una sanzione processuale il principio del contraddittorio: le
prove raccolte durante le indagini preliminari non sono utilizzabili nella decisione poich non hanno subito
il vaglio del contraddittorio.

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100. Latto inesistente e latto abnorme nel processo penale


Latto inesistente
Latto inesistente una causa di invalidit che stata elaborata dalla dottrina e dalla giurisprudenza.
Fra i casi di inesistenza comunemente riconosciuti, si ricorda:
carenza di potere giurisdizionale del giudice, nelle ipotesi che una sentenza penale sia emessa da un organo
della pubblica amministrazione;
sentenza pronunciata contro un imputato totalmente incapace perch coperto da immunit.
In effetti sarebbe profondamente ingiusto non accertare quelle clamorose violazioni della legge processuale
che non sono state espressamente previste dal legislatore proprio a causa della loro eccezionalit.
Linesistenza di una sentenza impedisce che si formi il giudicato, e ci permette che tale invalidit pu
essere rilevata dal giudice anche dopo che la sentenza stessa sia diventata irrevocabile e cio non pi
impugnabile.
In definitiva linesistenza una deroga al principio di tassativit delle invalidit.

Latto abnorme
Latto abnorme, sempre creato in via giurisprudenziale, causa linvalidit di quei provvedimenti affetti da
anomalie cos gravi da renderli del tutto eccentrici rispetto al sistema del codice.
Questo vizio atipico giustifica limmediato ricorso per Cassazione.
Comprende i casi di provvedimenti che:
per la singolarit e la stranezza del contenuto risulta estraneo allintero ordinamento processuale;
si esplichi al di fuori dei casi consentiti e delle ipotesi previste al di l di ogni ragionevole limite.
Limpugnabilit dellatto abnorme in sede di Cassazione dipende non dalla sua conoscenza legale ma dalla
sua conoscenza concreta.

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101. Sistema processuale e norme sulla prova


Nel sistema inquisitorio la materia della prova scarsamente regolamentata; viceversa nel sistema
accusatorio la prova oggetto di unattenta e penetrante regolamentazione.
Nel sistema inquisitorio, poich nel giudice si cumulano tutte le funzioni attinenti al processo, ne deriva che
non si avverte la necessit di regolamentare la materia della prova.
Anzi, uneventuale regolamentazione si tradurrebbe immediatamente in un limite allaccertamento della
verit.
In base a questa filosofia, qualsiasi prova ammissibile allo scopo di permettere allinquisitore di accertare
la verit.
Nel sistema accusatorio i poteri di ricerca, ammissione, assunzione e valutazione della prova non possono
essere attribuiti ad un unico soggetto, bens devono essere ripartiti tra il giudice, laccusa e la difesa in modo
che nessuno di essi possa abusarne.
In questo sistema risulta indispensabile regolamentare la materia della prova.
Al giudice riservato il potere di decidere; alle parti attribuito il potere di ricercare le prove, di chiederne
lammissione e di contribuire alla formazione delle stesse.

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102. Il sillogismo giudiziario: la sentenza


La finalit alla quale le prove sono destinate quella di rendere possibile la decisione sulla reit
dellimputato.
Occorre quindi premettere alla trattazione della prova, alcuni accenni ai principi logici che il giudice segue
nel pronunciare la sentenza.
La sentenza composta da:
1. motivazione,
- motivi in fatto, il giudice in base alle prove che sono state acquisite nel corso del processo, ricostruisce il
fatto storico commesso dallimputato;
- motivi in diritto, il giudice interpreta la legge e precisa il fatto tipico previsto dalla norma penale
incriminatrice;
- giudizio di conformit, il giudice valuta se il fatto storico rientra nel fatto tipico;
2. dispositivo, il giudice trae le conseguenze dal giudizio di conformit: se il fatto storico commesso
dallimputato conforme al fatto tipico previsto dalla norma incriminatrice, il giudice condanna; se il fatto
storico non conforme al fatto tipico, il giudice assolve limputato con una delle formule previste dal
codice.
Per giungere alla sentenza il giudice accerta, in primo luogo, se avvenuto il fatto storico che stato
addebitato allimputato e se questi ne responsabile; in secondo luogo interpreta la norma incriminatrice al
fine di ricavarne quale il fatto tipico punibile; infine valuta se il fatto storico, che ha accertato, conforme
al fatto tipico previsto dalla legge.
Il pregio di questa impostazione teorica quello di imporre un ordine logico alla discussione delle singole
questioni: prima di tutto sono trattate le questioni che attengono alla ricostruzione del fatto storico,
dopodich si pongono le questioni che attengono allinterpretazione della legge.
Al giudice si pone lobbligo di usare soltanto criteri razionali, dei quali tenuto a dar conto nella
motivazione.

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103. Il contenuto logico dei tre momenti fondamentali della


decisione del giudice
Precisiamo nei dettagli il contenuto logico dei tre momenti fondamentali della decisione del giudice:
1. Accertamento del fatto storico, allinizio del processo il fatto storico commesso dallimputato non certo:
laccusa ne afferma lesistenza, la difesa, in tutto o in parte, la nega.
Il conflitto tra accusa e difesa non pu essere risolto in base a un atto di fede, bens deve essere verificato
mediante un accertamento basato su principi razionali.
Ad esempio, il giudice non pu limitarsi ad affermare che un testimone attendibile soltanto perch gli
crede, al contrario deve spiegare i motivi sui quali fonda la sua convinzione.
Perch laccertamento sia razionale deve avere le seguenti caratteristiche:
- deve essere basato su prove, dove provare vuol dire indurre nel giudice il convincimento che il fato
storico sia avvenuto in un determinato modo.
La prova , appunto, quel procedimento logico in base al quale da un fatto noto si deducono lesistenza del
fatto storico da provare e le modalit con le quali si verificato;
- deve essere oggettivo, cio non deve fondarsi sulla conoscenza privata del giudice, bens su elementi
esterni, e cio su prove.
Il massimo grado di oggettivit lo si ottiene quando il giudice si trova il una posizione di piena terziet;
- deve essere basato su principi della logica, cio basato sui principi razionali che regolano la conoscenza.
Lassunzione delle prove deve permettere al giudice di valutare la credibilit e lattendibilit di colui che
rende dichiarazioni.
Inoltre il risultato di una prova deve essere messo a confronto con i risultati di altre prove: se vi una
contraddizione questa deve essere risolta.
2. Individuazione della norma penale incriminatrice, accertamento di tipo giuridico, e non fattuale, in quanto
ha per oggetto disposizioni di legge e perch utilizza il metodo dellinterpretazione.
Il giudice esamina la legge penale e ricava da essa il fatto tipico previsto dalla norma incriminatrice.
3. Giudizio di conformit, se il fatto storico non rientra nel fatto tipico, il giudice proscioglie limputato; se
conforme al fatto tipico, lo condanna.

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104. Ragionamento inferenziale: prova e indizio nel processo penale


Fonte di prova, tutto ci che idoneo a fornire risultati apprezzabili per la decisione del giudice: una persona
o una cosa.
Mezzo di prova, lo strumento col quale si acquisisce al processo un elemento che serve per la decisione: la
testimonianza.
Elemento di prova, linformazione, intesa come dato grezzo, che si ricava dalla fonte di prova, quando
ancora non stata valutata dal giudice.
Il giudice valuta la credibilit della fonte e lattendibilit dellelemento di prova ottenuto, ricavandone un
risultato probatorio.
Risultato probatorio, lelemento di prova valutato in base ai criteri della credibilit e della attendibilit.
Oggetto di prova, il fatto da provare: tutti i fatti che si riferiscono allimputazione, alla punibilit e alla
determinazione della pena.
In caso di costituzione di parte civile sono inoltre oggetto di prova i fatti inerenti alla responsabilit civile
derivante dal reato.

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105. La prova rappresentativa e la prova critica nel processo penale


La prova rappresentativa quel procedimento logico che dal fatto noto ricava, per rappresentazione,
lesistenza del fatto da provare.
Consiste in una valutazione di credibilit, operata di regola con lo strumento dellesame incrociato
(domande, risposte, contestazioni).
Si tratta di:
giudicare laffidabilit della fonte: valutare quanto il dichiarante sincero, quanto stato attento allo
svolgimento del fatto, quanto in grado di comprendere il significato degli elementi fattuali, se ha
precedenti penali;
giudicare lattendibilit della rappresentazione: valutare quanto la rappresentazione resa dalla fonte idonea
a descrivere il fatto avvenuto.
Il dichiarante aveva gli occhiali? Era in grado di vedere certi dettagli?
Frutto di queste due operazioni il risultato probatorio: il giudice valuta quanto della rappresentazione
fornita accettabile razionalmente.
La prova critica, o indizio, quel procedimento mediante il quale, partendo da un fatto provato, c.d.
circostanza indiziante, si ricava, attraverso massime di esperienza o leggi scientifiche, lesistenza di un fatto
da provare.
Le circostanze indizianti devono essere tali da permettere, collegandosi tra di loro, di ridurre la rosa degli
indiziati a una sola persona.

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106. La massima di esperienza nel processo penale


La massima di esperienza una regola di comportamento che esprime quello che avviene nella maggior
parte dei casi, essa ricavabile da casi simili al fatto noto, cio la circostanza indiziante.
Essa pu permettere di formulare un giudizio di relazione tra fatti.
Si ragiona in base al principio: in casi simili, vi un identico comportamento, non con certezza ma con
una probabilit pi o meno ampia.
Il giudice deve formulare le regola in base alla migliore esperienza e non in base a scelte personali arbitrarie;
come pure deve scegliere in modo corretto quale, fra pi massime di esperienza, applicabile al caso
concreto, tenuto conto delle particolarit di questultimo.
La prova rappresentativa e lindizio differiscono non per loggetto da provare, bens per la struttura del
procedimento logico.
Loggetto da provare pu essere sia il fatto da principale (fatto di reato), sia il fatto secondario (circostanza
indiziante).
In materie che richiedono specifiche competenze tecniche, scientifiche o artistiche, il giudice deve affidarsi
a persone che hanno conoscenze specialistiche in quella determinata disciplina.
Costoro potranno valutare quale legge scientifica, o della natura, applicabile ad un determinato fatto, al
fine di individuarne le cause.
La legge scientifica d maggiore sicurezza, ma restano comunque margini di opinabilit, poich si tratta di:
- scegliere la legge scientifica che deve essere applicata al caso di specie;
- valutare in quale modo deve essere applicata;
- individuare i fatti ai quali applicarla.
Le leggi scientifiche hanno le caratteristiche della generalit, della sperimentabilit e della controllabilit.
Sono sperimentabili in quanto ripetibili e controllabili dagli scienziati mediante procedure che verificano la
misura dei fenomeni e la validit della legge.
Sono generali in quanto non ammettono eccezioni o, comunque, il margine di errore esattamente
conosciuto.
Le regole di comune esperienza sembrano essere carenti dei predetti caratteri.
Non sono sperimentabili in quanto il reato un fatto umano che per sua natura non ripetibile; e non sono
generali perch le regole del comportamento umano ammettono eccezioni; n sono autonome dai casi dai
quali sono tratte perch da questi sono ricavate.
Per questi motivi sia nella formulazione di una regola di esperienza, sia nella sua applicazione, il giudice
deve essere estremamente cauto.

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107. Le regole di valutazione degli indizi nel processo penale


Le regole di valutazione degli indizi portano a desumere che lindizio non una prova minore, bens una
prova che deve essere verificata.
Esso idoneo ad accertare lesistenza di un fatto storico di reato soltanto quando sono presenti altre prove
che escludono una diversa ricostruzione dellaccaduto.
Lesistenza di un fatto non pu essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti:
pluralit, un solo indizio non mai sufficiente;
gravit, attiene al grado di convincimento: grave lindizio che resistente alle obiezioni e quindi ha
unelevata persuasivit e cio un ampio grado di probabilit;
precisione, non devono essere suscettibili di altre diverse interpretazioni;
concordanza, devono convertire tutti verso la medesima conclusioni, non debbono esservi elementi
contrastanti.
E necessario un ulteriore approfondimento: gli indizi devono essere, a pena di inutilizzabilit, gravi, precisi
e concordanti, soltanto quando tendono a dimostrare lesistenza di un fatto.
Se loggetto della prova un fatto incompatibile con la ricostruzione del fatto storico, allora sufficiente
anche un solo indizio.
Esempio tipico lalibi, cio la prova logica che dimostra che limputato non poteva essere a quellora sul
luogo del delitto perch nel medesimo momento era in altro luogo ben distante.
Un solo indizio idoneo a dimostrare con certezza che il fatto non si verificato cos come lo ha ricostruito
laccusa.
Nei casi in cui specialisti applicano leggi scientifiche probabilistiche non possono dire al giudice quale il
livello sufficiente di probabilit che serve per risolvere un caso concreto.
La verosimiglianza della ricostruzione scientifica al fatto storico apprezzata dal giudice sulla base degli
elementi di prova raccolti in un determinato processo.
Comunque laccusa deve eliminare ogni ragionevole dubbio.

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108. Il procedimento logico seguito dal giudice


Vediamo il procedimento logico seguito dal giudice.
- Egli ricerca la regola esaminando casi simili al fatto noto in esame.
Il procedimento di tipo induttivo: dalla ripetuta osservazione di fenomeni o casi si ricava per astrazione
una regola generale.
Se sono ricavate non una, bens due regole aventi differenti probabilit di validit, il giudice deve scegliere
quella che si adatta meglio al caso concreto, viste le particolarit di questultimo ricavate anche da altri
elementi raccolti.
- Una volta individuata la regola di esperienza, o la legge scientifica, il giudice la applica al fatto noto.
Il procedimento di tipo deduttivo: si applica la regola al fine di trarne come conseguenza lesistenza del
fatto da provare.
Le parti devono poter prospettare le loro ricostruzioni in merito.
A tal fine hanno il diritto di ricercare e introdurre nel processo quelle prove che sono volte a dimostrare una
diversa ipotesi ricostruttiva.
Tali diritti vengono esercitati personalmente o con lausilio di esperti, come i consulenti tecnici.
Ove la controparte riesca a dimostrare linfondatezza della ricostruzione avversaria, la validit in concreto
della regola utilizzata viene meno: lesistenza del fatto non pi probabile.

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109. Procedimento probatorio: ricerca, ammissione, assunzione,


valutazione
Ricerca
Spetta alle parti ricercare le fonti di prova: in primo luogo al PM, sul quale incombe lonere della prova,
successivamente allimputato, al fine di confutare le tesi dellaccusa.

Ammissione
La richiesta di ammissione di un singolo mezzo di prova effettuata, di regole, dalle parti al giudice: le parti
hanno lonere di introdurre il mezzo di prova (c.d. onere formale della prova).
Il giudice ammette la prova in base quattro criteri:
- la prova deve essere pertinente, cio deve tendere a dimostrare lesistenza del fatto storico;
- la prova non deve essere vietata dalla legge;
- la prova non deve essere superflua, cio sovrabbondante;
- la prova deve essere rilevante, il suo probabile risultato deve essere idoneo a dimostrare lesistenza del
fatto da provare.
Non occorre che la rilevanza o la non-superfluit siano certe, sufficiente il dubbio, e cio la non
manifesta irrilevanza o superfluit.
Il giudice decide sulla richiesta di ammissione con una ordinanza motivata.

Assunzione
Se si tratta di prove dichiarative, queste vengono assunte in dibattimento col metodo dellesame incrociato.
Spetta alle parti il compito di rivolgere le domande al dichiarante, mentre spetta al giudice sovrintendere allo
svolgimento dellesame al fine di assicurare la lealt dello stesso, la pertinenza delle domande, la correttezza
delle contestazioni e la genuinit delle risposte.
Se si tratta di documenti o documentazioni, il codice utilizza il termine acquisizione: il senso stretto indica
lassunzione della prova precostituita e cio formata prima o fuori del dibattimento.

Valutazione
Valutazione, spetta al giudice la valutazione dellelemento di prova raccolto.
Il giudice pu ritenere non credibile il dichiarante o non attendibile la sua narrazione del fatto.
Il principio del libero convincimento non esime il giudice dal motivare la sua valutazione, egli deve dare
conto dei risultati acquisiti e dei criteri adottati nel valutare la credibilit e lattendibilit delle prove.
Lelemento di prova, valutato dal giudice, d luogo al risultato probatorio.
Accade comunemente che non vi soltanto una prova, bens ve ne sono pi di una, e i relativi risultati
probatori devono essere valutati dal giudice al fine di ricostruire il fatto da provare.
La ricostruzione del fatto storico, e la relativa motivazione, una delle tre parti fondamentali di cui si
compone una sentenza.
Il giudice deve indicare le prove poste a base della decisione ed i motivi per i quali ritiene non attendibili le
prove contrarie.
Le parti possono sottoporre a controllo la motivazione impugnando la sentenza.
Il giudice dappello accerta se lorgano giudicante di primo grado ha fatto malgoverno delle risultanze

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probatorie, cio accerta se ha sbagliato sia a valutare la credibilit della fonte o lattendibilit
dellelemento di prova, sia ad interpretare i vari risultati probatori.
La Corte di Cassazione deve vagliare la correttezza del ragionamento per accertare se vi sia mancanza o
manifesta illogicit della motivazione.

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110. Lonere della prova nel processo penale


La presunzione di innocenza un principio che comporta una duplice conseguenza:
- regola di trattamento, vuole che limputato non sia assimilato al colpevole fino al momento della condanna
definitiva, e cio impone il divieto di anticipare la pena, mentre consente lapplicazione di misure cautelari;
- regola di giudizio, vuole che limputato sia presunto innocente, e cio vuole ottenere leffetto dellart. 2728
c.c. secondo cui le presunzioni legali dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali esse sono
stabilite : pertanto lonore della prova ricade sulla parte che sostiene la reit dellimputato.
Chi vuol far valere un diritto in giudizio, deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento.
Ci costituisce un onere probatorio in senso sostanziale per la parte, perch linosservanza dello stesso
comporta la situazione svantaggiosa del rigetto della domanda da parte del giudice.
Laver soddisfatto lonere comporta laccoglimento della domanda.
Lonere della prova individua la parte sulla quale ricadono le conseguenze del non aver convinto il giudice
dellesistenza del fatto affermato.
Se colui che accusa ha provato la reit dellimputato, lonere della prova pu considerarsi soddisfatto; a
questo punto incombe sullimputato lonere della prova contraria.
Alla difesa spetta di provare la mancanza di credibilit delle fonti o linattendibilit delle prove daccusa,
oppure spetta di dare la prova dellesistenza di fatti favorevoli alla difesa.
Limputato pu anche voler provare direttamente che egli non ha tenuto la condotta asserita dallaccusa, o
che un evento non avvenuto: si tratta della c.d. prova negativa.
Questa la pi difficile da fornire: pi semplice dimostrare lesistenza di un fatto, che avvenuto, che non
linesistenza di un fatto.
Lunica soluzione che la parte riesca ad acquisire la prova dellesistenza di un fatto diverso, logicamente
incompatibile con lesistenza di quello affermato dalla controparte: ad esempio lalibi.
Lonere di introdurre la prova consiste nellonere che hanno le parti di ricercare le fonti e di introdurre nel
processo i mezzi di prova: si tratta di un onere c.d. formale:
- ricercare fonti;
- scegliere il mezzo di prova;
- chiederne lammissione.
Una parte soddisfa lonere sostanziale della prova soltanto dopo che ha convinto il giudice dellesistenza del
fatto storico da essa affermato: lonere di provare i fatti al di l di ogni ragionevole dubbio.
Un fatto non provato equivale giuridicamente ad un fatto inesistente.
I poteri esercitabili dal giudice dufficio costituiscono una eccezione al potere dispositivo delle parti sulla
prova, in altri termini toccano lonere della prova in senso formale, inteso come onere di introdurre il mezzo
di prova nel processo, mentre non incidono sullonere sostanziale.

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111. Il quantum della prova (c.d. standard probatorio) nel processo


penale
E la quantit di prova necessaria a convincere il giudice.
Nel processo civile lo standard probatorio viene indicato con la regola del pi probabile che no.
Lattore deve provare i fatti costitutivi del diritto in modo tale da convincere il giudice che la propria
ricostruzione appare pi probabile di ogni ipotesi contraria.
Se la prova da lui fornita appare insufficiente o contraddittoria il giudice rigetta la domanda.
In capo al convenuto, poi, esiste il medesimo standard probatorio previsto per lattore.
Questo sistema trova giustificazione nella sostanziale equivalenza dei diritti sui quali si controverte nel
processo civile.
Nel processo penale, viceversa, colui che accusa ha lonere di provare la reit dellimputato in modo da
eliminare ogni ragionevole dubbio.
La prova daccusa che lascia residuare un ragionevole dubbio equiparata alla mancata prova.
A nostro avviso laggettivo ragionevole significa comprensibile da una persona razionale e dunque
oggettivabile attraverso argomentazioni logiche.
Non potr trattarsi, pertanto, di un dubbio meramente psicologico, possibile o congetturale, percepito
soggettivamente dal giudice.
La regola del ragionevole dubbio nel processo penale costituisce una regola probatoria, in quanto definisce il
quantum dellonere della prova in capo al PM, e una regola di giudizio, in quanto prescrive la regola che il
giudice deve applicare in caso di dubbio.
La particolarit del processo penale che il dubbio va a favore dellimputato anche quando questi ha lonere
della prova, e cio quando egli deve convincere il giudice dellesistenza di un fatto favorevole.
Se vi la prova che il fatto stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di una causa
personale di non punibilit oppure vi dubbio sullesistenza delle stesse, il giudice pronuncia sentenza di
assoluzione.
Pertanto limputato avr soddisfatto lonere della prova delle scriminanti se avr fatto sorgere nel giudice un
dubbio ragionevole sulla propria reit.
Ci giustificabile perch nel processo penale non vi una sostanziale equivalenza tra le posizioni
soggettive contrapposte: soltanto limputato che pu ricevere dalla decisione un pregiudizio nel suo diritto
pi importante, quello della libert personale.
Inoltre limputato, se pure ha lonere di provare i fatti a s favorevoli, tuttavia non ha quei poteri coercitivi
di ricerca delle fonti di prova che nel nostro sistema spettano soltanto al Pubblico Ministero e alla polizia
giudiziaria.
Limputato ha lonere di indicare con sufficiente precisione i fatti e di introdurre almeno un principio di
prova.
Se, invece, si limita a indicare in modo impreciso fatti che soltanto lui poteva conoscere, impedendo
allaccusa di condurre le indagini per accertarli, allora non adempie al suo onere della prova, seppur minimo,
perch non fa sorgere un dubbio ragionevole.

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112. Il diritto alla prova nel processo penale


E unespressione di sintesi che comprende il diritto di tutte le parti di ricercare le fonti di prova, di chiedere
lammissione del relativo mezzo, di partecipare alla sua assunzione e di presentare una valutazione al
momento delle conclusioni.
Quindi il diritto alla prova implica:
Il diritto delle parti di ricercare le prove, per esigenze dovute al funzionamento del sistema accusatorio.
Il diritto di indagare concesso alle parti in tutto il corso del procedimento.
Il diritto ad ottenere lammissione dei mezzi di prova richiesti nei limiti previsti dallart. 190 c.p.p.
Alle parti sufficiente dimostrare la probabile rilevanza; nel dubbio la richiesta deve essere accolta.
Ci significa che il quantum di prova imposto alla parte richiedente particolarmente basso.
Il giudice vincolato anche a provvedere senza ritardo con ordinanza.
Le parti hanno il diritto di affrontare listruzione dibattimentale avendo ben chiaro il quadro probatorio di
cui possono disporre.
Il codice prevede espressamente il diritto alla prova contraria: ove siano stati ammessi i mezzi di prova
richiesti dallaccusa, limputato ha diritto allammissione delle prove indicate a discarico sui fatti costituenti
oggetto delle prove a discarico.
Il codice prevede che la prova contraria sia sempre pertinente, fermo restando, ovviamente, il vaglio sulla
rilevanza da parte del giudice.
Il diritto ad ottenere lammissione della prova incontra limitazioni in casi come i delitti di associazione
mafiosa, violenza sessuale e pedofilia.
In queste situazioni se la persona, che una parte vuole sentire in dibattimento, ha gi reso dichiarazioni in
sede di incidente probatorio, lesame ammesso solo in due casi: se riguarda fatti o circostanze diverse o se
il giudice o una delle parti lo ritengono necessario.
Il diritto a partecipare allassunzione dei mezzi di prova, infatti nellesame incrociato sono le parti che
pongono direttamente le domande; il codice prevede quali tra esse sono inammissibili, quindi spetta al
giudice il potere di vietarle.
Il diritto delle parti di offrire al giudice una valutazione degli elementi di prova, si tratta del potere di
argomentare sulla base dei risultati acquisiti.
Ci avviene in dibattimento al momento della discussione finale, prima il Pubblico Ministero poi la difesa.
Il presidente dellorgano collegiale dirige la discussione ed impedisce ogni divagazione, ripetizione o
interruzione.
A tale diritto delle parti corrisponde il dovere del giudice di dare una valutazione logica degli elementi di
prova: nella sentenza il giudice deve indicare le prove poste alla base della sua decisione e le ragioni per le
quali ritiene non attendibili le prove contrarie.
Per quel che riguarda lambito di applicabilit delle norme sulle prove, occorre dire che queste sono
contenute nel libro III che collocato nella prima parte del codice che definita statica perch vi sono
disciplinati gli aspetti comuni allintero procedimento penale.
Pertanto le norme sulle prove appaiono applicabili in tutto il procedimento penale a meno che incompatibili
con la regolamentazione del singolo atto da compiere in una determinata fase.

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113. Oralit, immediatezza e contraddittorio nel processo penale


Il principio di oralit impone che il dibattimento sia svolto con la comunicazione del pensiero mediante la
pronuncia di parole destinate ad essere udite.
Si ha oralit in senso pieno, per, soltanto quando coloro che ascoltano possono porre domande ed ottenere
risposte a viva voce dal dichiarante.
Il principio di immediatezza attuato quando vi un rapporto privo di intermediazioni tra lassunzione della
prova e la decisione finale sullimputazione.
Si vuole che il giudice prenda diretto contatto con la fonte di prova e si vuole assicurare che vi sia identit
fisica tra il giudice che assiste allassunzione della prova e colui che prende la decisione finale.
Il principio del contraddittorio esige la partecipazione delle parti alla formazione della prova.
Il giudice in grado cos di valutare la credibilit del dichiarante e lattendibilit del suo racconto.
Loralit funzionale al contraddittorio in quanto permette il massimo della dialettica processuale.
I principi di oralit, immediatezza e contraddittorio servono ad accertare la verit nel modo migliore, quindi
hanno un valore strumentale in quanto assicurano la correttezza del risultato: che laccertamento avvenga in
base a prove e nel rispetto delle garanzie fondamentali.
Tuttavia non sempre, nella realt, possibile attuare in modo assoluto i principi menzionati.
Si pone cos il problema di stabilire quando ragionevole prevedere alcune eccezioni al contraddittorio, cio
quando permettano di avvicinarsi il pi possibile ad una ricostruzione corretta dei fatti.
Un esempio di eccezione al contraddittorio si ha nei casi in cui possibile utilizzare in dibattimento le
dichiarazioni raccolte durante le fasi precedenti.

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114. Il giudice, lo storico e lo scienziato


Quello dello storico e quello dello scienziato sono due metodi di accertamento, entrambi posti a disposizione
del giudice.
Il compito svolto dallo storico quello di ricostruire come si svolto un fatto non ripetibile che avvenuto
nel passato e che ha cessato di esistere.
Tale fatto irripetibile e pu essere conosciuto soltanto attraverso le tracce che ha lasciato nel mondo reale o
nella memoria degli uomini.
Ad un fatto provato linquirente applica una regola di esperienza che gli permette di accertare ci che
probabile sia avvenuto in passato.
Il compito dello scienziato quello di esaminare un fatto ripetibile nel senso che riproducibile o,
comunque, si riprodotto in modo da poter essere osservato.
La finalit quella di ricavare le leggi della natura che ne regolano lo svolgimento.
La legge scientifica esprime una relazione statisticamente significativa tra fatti della natura.
La sostanziale differenza tra giudice e storico sta nel fatto che mentre lattivit di questultimo libera, il
giudice vincolato alle regole legali.
Inoltre lo storico accerta quei fatti che a lui sembrano utili per ricostruire un macroevento, studiando gli
eventi secondo i criteri pi vari: rilevanza culturale, sociale, economica, religiosa, politica, ecc; viceversa
il giudice accerta un fatto singolo al fine di valutare la responsabilit penale di una persona in relazione ad
una imputazione: per il giudice lunico criterio di valutazione quello previsto dalla legge e lunica
responsabilit quella individuale.
Per lo storico il metodo di ricerca delle prove libero: pu utilizzare anche documenti rubati o ottenuti con
mezzi illeciti; per il giudice i metodi di ricerca, ammissione, assunzione e valutazione delle prove sono
fissati dalla legge.
Lo storico non ha limiti di tempo mentre il giudice deve garantire la ragionevole durata del processo penale.
Tra giudice e scienziato differente, gi in partenza, loggetto della conoscenza: lo scienziato esamina un
fatto della natura ripetibile, il giudice esamina un fatto umano passato e non ripetibile.
Inoltre i fenomeni fisici o chimici obbediscono a leggi della natura che sono uniformi, mentre il singolo
comportamento umano libero e non determinato da leggi.
Infine mentre lo scienziato pu dichiarare che un problema al momento non risolvibile con dati
controllabili e misurabili, il giudice non pu non decidere al termine di un processo.
Si hanno rapporti tra metodo storico e scientifico quando lo scienziato deve esaminare un fenomeno della
natura avvenuto nel passato.
In questi casi si formula unipotesi che poi viene applicata a fatti avvenuti in passato ricercando conferme o
smentite.
Il giudice utilizza entrambi questi metodi ma entro i limiti che la legge lo consente.

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115. La scienza e il diritto penale


La scienza e il diritto penale si dividono due mondi diversi ma coesistenti: quello dellessere, regolato dalle
leggi scientifiche, e quello del dover essere, composto dai doveri legali e cio le leggi penali.
Le leggi scientifiche sono regole che si ricavano dallaccadere dei fatti, lo scienziato si limita a conoscerle
come esistenti in natura.
Le leggi penali sono regole di produzione dei fatti perch tendono a imprimere agli accadimenti una
direzione che essi da soli non prenderebbero senza che fosse imposta una sanzione giuridica.
Il fondamento delle leggi scientifiche una relazione tra fatti della natura, sono vere o false.
Il fondamento delle leggi penali sta nei valori sui quali si basa la societ civile, i comportamenti che esse
distinguono sono leciti o illeciti.
Non sufficiente provare la causalit generale, o statistica, ma occorre anche provare la causalit
individuale.
In definitiva il giudice non pu delegare allo scienziato il tema dellaccertamento del fatto e della
responsabilit penale, ma al tempo stesso deve esporre in motivazione perch ritiene attendibile la prova
sulla quale fonda la sua decisione e non attendibili le prove contrarie: per far questo egli deve utilizzare le
leggi scientifiche e le regole della logica e dellesperienza comune.

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116. Mezzi di prova tipici e atipici nel processo penale


Con lespressione mezzo di prova si vuole indicare quello strumento processuale che permette di acquisire
un elemento di prova, il codice prevede sette mezzi di prova tipici, e cio regolamentati dalla legge nelle
loro modalit di assunzione.
Essi sono: la testimonianza, lesame delle parti, i confronti, le ricognizioni, gli esperimenti giudiziali, la
perizia e i documenti.
Le modalit di assunzione sono predisposte in maniera tale da permettere al giudice e alle parti di valutare
nel modo migliore la credibilit della fonte e lattendibilit dellelemento di prova che si ricava.
Il codice non impone la tassativit dei mezzi di prova, consentendo lassunzione di prove atipiche.
Tuttavia possibile ammettere una prova atipica soltanto se questa idonea ad assicurare laccertamento dei
fatti e non pregiudica la libert morale della persona.
Occorre che il giudice senta le parti sulle modalit di assunzione della prova prima di decidere.
La prova atipica pu essere ammessa se presenta due requisiti:
deve essere idonea ad assicurare laccertamento dei fatti, capace di fornire elementi attendibili e di
permettere una valutazione sulla credibilit della fonte di prova;
deve assicurare la libert morale della persona-fonte e cio deve lasciare integra la sua facolt di
autodeterminarsi.
Le modalit di assunzione sono prescritte dal giudice dopo aver ascoltato le parti.

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117. La testimonianza nel processo penale


Il codice distingue in modo netto tra due mezzi di prova: la testimonianza e lesame delle parti.
Mentre il testimone ha lobbligo penalmente sanzionato di presentarsi al giudice e di dire la verit,
limputato, quando si offre allesame incrociato, non ha lobbligo di presentarsi n lobbligo di rispondere
alle domande, n lobbligo di rispondere secondo verit.
Una posizione singolare assume la parte civile, che pu essere sentita come testimone con gli obblighi penali
conseguenti.
Le altri parti private (responsabile civile e civilmente obbligato per la pena pecuniaria) non possono essere
chiamate a deporre come teste n possono spontaneamente offrirsi in tale ruolo.
Essi sono esaminati sui fatti che costituiscono oggetto di prova e la loro deposizione avviene nella forma
dellesame incrociato.
La qualit di testimone pu essere assunta dalla persona che ha conoscenza dei fatti oggetto di prova ma che,
al tempo stesso, non riveste una delle qualifiche alle quali il giudice riconduce lincompatibilit a
testimoniare.
La persona cos delineata diventa testimone soltanto se e quando, su richiesta di parte, chiamata a deporre
davanti a un giudice nel procedimento penale.
Gli obblighi del testimone sono:
- obbligo di presentarsi davanti al giudice, se non adempie il giudice pu ordinare il suo accompagnamento
coattivo a mezzo della polizia giudiziaria;
- obbligo di attenersi alle prescrizioni date dal giudice per esigenze processuali;
- obbligo di rispondere secondo verit alle domande che gli sono rivolte, se tace ci che sa, afferma il falso o
nega il vero commette il delitto di falsa testimonianza.

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118. La deposizione nel processo penale: oggetto e forma


La deposizione resa in dibattimento con le forme dellesame incrociato.
Il teste esaminato sui fatti che costituiscono oggetto di prova.
Le domande devono essere pertinenti, devono riguardare sia i fatti che riferiscono allimputazione, sia i fatti
dai quali dipende lapplicazione di norme processuali come laccertamento dellattendibilit di una
dichiarazione.
Le domande devono avere ad oggetto fatti determinati, di conseguenza il testimone, di regola, non pu
esprimere valutazioni n apprezzamenti personali.
Infine non pu deporre su voci correnti nel pubblico.
Le deposizioni riguardanti limputato e la persona offesa incontrano ulteriori limitazioni:
- le deposizioni sulla moralit dellimputato sono ammesse ai soli fini di qualificare la personalit dello
stesso in relazione al reato e alla pericolosit;
- le domande che riguardano la persona offesa dal reato incontrano due limiti, che devono compensare
esigenze opposte: da un lato tutelare la dignit delloffeso e dallaltro consentire lesercizio del diritto alla
prova spettante alle parti:
- la deposizione sui fatti che servono a definire la personalit della persona offesa ammessa soltanto
quando il fatto dellimputato deve essere valutato in relazione al comportamento di quella persona;
- le domande aventi ad oggetto la vita privata o la sessualit della persona offesa dal reato sono di regola
vietate; sono consentite se sono necessarie alla ricostruzione del fatto.

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119. Testimonianza indiretta nel processo penale


Dei fatti da provare il testimone pu avere una conoscenza diretta o indiretta.
Ha conoscenza diretta quando ha percepito personalmente il fatto da provare con uno dei cinque sensi; ha
una conoscenza indiretta quando ha appreso il fatto da una rappresentazione che altri ha riferito a voce, per
scritto o con altro mezzo.
Pertanto si ha testimonianza indiretta quando il fatto da provare non stato percepito personalmente dal
soggetto che lo sta narrando: il teste si riferisce, per la conoscenza dei fatti, ad altre persone.
Il c.d. teste di riferimento a persona da cui si sentito dire, ed esso pu aver percepito personalmente il
fatto, ed allora detto teste diretto, oppure pu a sua volta averlo sentito dire, ed allora anchegli un teste
indiretto.
Ovviamente sar ancora pi difficile trarre un sicuro valore probatorio da un sentito dire di seconda mano.
Quando il fatto conosciuto dal testimone per sentito dire occorre che sia possibile accertare
lattendibilit sia del testimone indiretto, sia del testimone diretto.
Devono sussistere due condizioni affinch sia utilizzabile la testimonianza indiretta:
- il testimone deve indicare la persona o la fonte da cui ha appreso la notizia dei fatti oggetto dellesame, a
pena di inutilizzabilit;
- quando una delle parti chiede che venga sentita nel processo la persona che ha avuto conoscenza diretta del
fatto, il giudice obbligato a disporne la citazione, a pena di inutilizzabilit della testimonianza indiretta.
In via eccezionale la testimonianza indiretta utilizzabile quando lesame del testimone diretto risulti
impossibile per morte, infermit o irreperibilit.
In questi casi la testimonianza indiretta utilizzabile ma sar valutata con particolare cura dal giudice,
magari ricercando eventuali riscontri con altri elementi di prova.
Infatti, la mancata deposizione di colui che aveva conoscenza diretta del fatto, rende pi difficile il controllo
sulla attendibilit di quanto si appreso per sentito dire.
Inoltre il codice permette al giudice di disporre la citazione dufficio del testimone diretto se essa non stata
richiesta da alcuna parte.

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120. Divieto di testimonianza indiretta nel processo penale


Il codice pone il divieto di testimonianza indiretta sulle dichiarazioni dellimputato o dellindagato rese in un
atto del procedimento.
La finalit del divieto la seguente: la prova delle dichiarazioni rese dallimputato e dallindagato deve
ricavarsi unicamente dal verbale che deve essere redatto e utilizzato con le forme ed entro i limiti previsti
per le varie fasi del procedimento.
Si vuole evitare che il diritto a silenzio venga aggirato mediante il ricorso ad una testimonianza indiretta.
Limputato deve poter essere libero di scegliere se e quando rendere dichiarazioni, le quali assumono rilievo
soltanto mediante regolare verbale.
Lambito del divieto definito allart. 62 c.p.p.
- il divieto ha natura oggettiva, e si riferisce a chiunque riceva dichiarazioni dallimputato, sia esso un
testimone qualsiasi o un appartenente alla polizia giudiziaria;
- il divieto ha per oggetto dichiarazioni in senso stretto, cio espressioni di contenuto narrativo;
- le dichiarazioni, nei cui confronti opera il divieto, sono quelle rese nel corso del procedimento,
pertanto un testimone che ha assistito a un colloquio tra lindagato e unaltra persona o che ha ricevuto una
dichiarazione fuori di un atto tipico del procedimento, pu legittimamente riferire quanto ha sentito dire;
- il divieto riguarda le dichiarazioni dellimputato che abbiano una valenza di prove, e non quelle che siano
rilevanti come fatti storici di reato.
Inoltre il codice impone il divieto di testimonianza indiretta della polizia giudiziaria sia sulle sommarie
informazioni assunte da testimoni o imputato connessi, sia sulle denuncie, querele o istanze, sia ancora sulle
dichiarazioni spontanee rese dallindagato.
La ratio consiste nella volont di evitare aggiramenti della regola in base alla quale in dibattimento le
precedenti deposizioni sono utilizzabili soltanto ai fini delle contestazioni per stabilire la credibilit del
dichiarante.
La testimonianza indiretta della polizia giudiziaria, invece, avrebbe potuto veicolare in dibattimento e
rendere cos utilizzabile una deposizione resa fuori del contraddittorio.
Fuori dalle ipotesi espressamente previste la testimonianza indiretta della polizia giudiziaria ammessa, cio
quando la polizia giudiziaria chiamata a riferire su dichiarazioni percepite nel corso di attivit tipiche come
identificazioni, ricognizioni formali, sequestri, o nel corso di attivit atipiche come appostamenti o
pedinamenti.
Ovviamente il divieto non opera quando oggetto della testimonianza indiretta della polizia giudiziaria non
siano dichiarazioni ma veri e propri fatti.
Poich il divieto tutela determinate modalit di assunzione, ossia il verbale, ci si chiesti se sia consentita la
deposizione indiretta sulle informazioni per qualunque motivo non verbalizzate.
Sul punto si formato un indirizzo permissivo anche se si pongono, cos, dei rischi in quanto, omettendo
dolosamente la verbalizzazione, la polizia creerebbe le premesse per poter successivamente deporre in
dibattimento.

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121. Definizione di incompatibilit a testimoniare


La regola, per il codice, che ogni persona ha la capacit di testimoniare, ma poi sono previste varie
eccezioni che consistono in situazioni di incompatibilit relative ad un determinato procedimento.
La regola, che riconosce a qualsiasi persona la capacit di testimoniare, permette che si assumano come
testimoni sia linfermo di mente, sia il minorenne.
In questi casi il giudice dovr valutare con particolare attenzione la credibilit del dichiarante e
lattendibilit della dichiarazione; egli pu verificare lidoneit fisica o mentale del soggetto chiamato a
deporre ordinando gli accertamenti opportuni con i mezzi consentiti dalla legge, come una perizia o un
esperimento giudiziale.

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122. Ragioni di incompatibilit a testimoniare


Le situazioni di incompatibilit sono ricollegabili a due distinti ordini di ragioni:
1. escludere la possibilit che alcune persone abbiano un obbligo, penalmente sanzionato, di dire il vero: tali
parti possono essere ascoltate tramite il mezzo dellesame delle parti senza avere lobbligo di verit.
Le situazioni di incapacit a testimoniare riconducibili a questa ratio sono:
a. art. 197 lett. a c.p.p.: non possono essere assunti come testimoni gli imputati concorrenti nel medesimo
reato.
Tale incompatibilit opera a prescindere dalla riunione o separazione dei procedimenti e cessa per il singolo
imputato con lirrevocabilit della sentenza che lo riguarda.
In questa ipotesi il legislatore reputa che limputato non corra rischi, perch non pu essere processato una
seconda volta per il medesimo fatto storico di reato;
b. art. 197 lett. b c.p.p.: non possono essere assunti come testimoni:
- gli imputati in procedimenti legati da una connessione debole, quando i reati per cui si procede sono stati
commessi per eseguire o per occultare gli altri;
- gli imputati in procedimenti probatoriamente collegati;
A tale incompatibilit so pongono due eccezioni:
- i soggetti menzionati sono compatibili qualora sia intervenuta nei loro confronti una sentenza irrevocabile;
- gli imputati menzionati divengono compatibili se, nel corso dellinterrogatorio hanno reso dichiarazioni su
fatti altrui, e cio concernenti la responsabilit di altri imputati collegati o connessi teleologicamente, cio
con connessione debole: che hanno connesso reati per eseguire o occultarne altri.
In questo caso la compatibilit parziale, perch limitata ai fatti altrui oggetto delle precedenti
dichiarazioni.
Di questa particolare possibilit gli imputati devono essere avvertiti dagli inquirenti al momento
dellinterrogatorio e in ogni caso la loro testimonianza sar particolare perch circondata da garanzie, prima
tra tutte lassistenza difensiva;
c. art. 197 lett. c c.p.p.: non possono essere assunte come testimoni le persone che, nel medesimo processo,
sono presenti nella veste di responsabile civile e di civilmente obbligato per la pena pecuniaria.
Esse possono rendere dichiarazioni, su consenso o richiesta, in qualit di parti e, quindi, senza lobbligo
penalmente sanzionati di dire il vero.
2. escludere che possano comunque deporre quei soggetti che hanno svolto nel medesimo procedimento le
funzioni di giudice, Pubblico Ministero o altre figure ritenute incompatibili.
art. 197 lett. d c.p.p. non possono essere assunti come testimoni coloro che, nel medesimo procedimento,
svolgono o hanno svolto la funzione di giudice, PM, o loro ausiliario.
Lincompatibilit in esame si fonda sul rilievo che le predette persone non sono psichicamente terze.
Restano esclusi dalla incompatibilit a testimoniare i fatti appresi in momenti diversi rispetto a quello nel
quale svolgono le loro funzioni.
Sono altres incompatibili il difensore che abbia svolto attivit di investigazione difensiva e coloro che
hanno formato la documentazione dellintervista.

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123. Il privilegio contro lautoincriminazione


Secondo la regola generale il testimone ha lobbligo di rispondere secondo verit alle domande nel corso
dellesame.
Tuttavia pu accadere che le parti, durante lesame incrociato, formulino domande che potrebbero indurre il
testimone ad autoincolparsi di qualche reato.
In tali casi se il testimone fosse obbligato a rispondere secondo verit si troverebbe in una penosa
alternativa: rispondere incriminando se stesso oppure dire il falso e commettere falsa testimonianza.
Il codice, quindi, tutela il testimone che si trova in questa situazione, stabilendo che egli non pu essere
obbligato a deporre su fatti dai quali potrebbe emergere una sua responsabilit penale.
Il privilegio comporta lesenzione dal regime ordinario, che appunto lobbligo di deporre.
Il teste ha diritto di non rispondere a tutte le domande che concernono quei fatti, il presupposto la semplice
probabilit che dalla risposta su di un determinato fatto possa derivare la responsabilit penale del
dichiarante, ma non la semplice responsabilit civile o amministrativa che non comportano il privilegio.
Alla posizione soggettiva del teste non corrisponde, a carico di chi lo interroga, lobbligo di informarlo che
pu non rispondere, n vietato alle parti fare domande autoincriminanti al testimone: non sempre esse
sanno che la risposta porterebbe a incriminarlo.
In ogni caso, il testimone libero, se crede, di rispondere.
Il divieto probatorio contro lautoincriminazione ha come destinatario il giudice in quanto gli vieta di
obbligare il teste a parlare, a pena di inutilizzabilit.
Quando il testimone rifiuta di rispondere ed oppone il privilegio, deve dare una giustificazione allo stesso,
con lovvio limite che non pu essere obbligato a precisare troppi dettagli.
Il giudice valuta le giustificazioni adottate e, se le ritiene infondate, pu rinnovare al testimone
lavvertimento che ha lobbligo di dire la verit.
A questo punto il testimone pu persistere nel rifiuto rischiando che gli sia contestato il delitto di falsa
testimonianza per reticenza.
Tuttavia, se nel procedimento per falsa testimonianza si accerta che tale soggetto effettivamente aveva il
privilegio contro lautoincriminazione, deve essere assolto.
Se il testimone d risposte autoincriminanti, cio rende dichiarazioni dalle quali emergono indizi di reit a
suo carico, lautorit procedente, e cio in questo caso il giudice, deve per prima cosa interrompere lesame;
in secondo luogo deve avvertire il soggetto che, a seguito di tali dichiarazioni, potranno essere svolte
indagini nei loro confronti; infine deve invitarlo a nominare un difensore.
Quanto al valore probatorio delle precedenti dichiarazioni, il codice prevede una inutilizzabilit
soggettivamente relativa: cio possono essere usate nel procedimento in cui sono rese ma non in quello che
si aprir nei confronti del dichiarante.
La ratio quella di tutelare il privilegio contro lautoincriminazione.

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124. Il testimone prossimo congiunto dellimputato


I prossimi congiunti dellimputato non possono essere obbligati a deporre come testimoni: il codice
antepone il rispetto dei sentimenti familiari allinteresse della giustizia.
Sono prossimi congiunti gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso
grado, gli zii e i nipoti.
Gli affini non si considerano qualora il coniuge sia morto e non ci sia prole.
Il codice impone che il testimone prossimo congiunto dellimputato sia avvisato dal giudice della facolt di
astenersi dal rendere la deposizione.
Se lavviso omesso, la dichiarazione resa affetta da nullit relativa.
Nel caso in cui il prossimo congiunto decida di non astenersi e, quindi, deponga come testimone, egli va
incontro allobbligo di verit e non pu pi rifiutarsi di rispondere alle singole domande.
Sono persone assimilate ai prossimi congiunti, e quindi hanno la facolt di astensione:
- colui che legato allimputato da vincolo di adozione, la facolt di astensione opera senza limiti;
- chi, pur non essendo coniuge dellimputato, come tale conviva o abbia convissuto con esso;
- il coniuge separato dellimputato;
- la persona nei cui confronti sia intervenuta sentenza di annullamento, scioglimento o cessazione degli
effetti civili del matrimonio con limputato.
In questi ultimi tre casi la facolt di astensione limitata ai fatti verificatisi o appresi dallimputato durante
la convivenza coniugale o di fatto.
I prossimi congiunti, e i loro equiparati, non possono astenersi e, quindi, sono obbligati a deporre quando
hanno presentato denuncia, querela o istanza oppure essi o un loro prossimo congiunto siano offesi dal reato.

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125. La violazione degli obblighi del testimone


Il giudice avverte il testimone dellobbligo di dire la verit e lo informa della conseguente responsabilit
penale.
Il testimone legge la formula con la quale si impegna a dire tutta la verit e a non nascondere nulla di
quanto a sua conoscenza; dopodich invitato a fornire le sue generalit.
Ha quindi inizio lesame incrociato.
Quando appare che il testimone violi lobbligo di rispondere secondo verit soltanto il giudice pu
rivolgergli lammonimento; le parti non possono ammonire il testimone, mentre possono sollecitare il
giudice ad esercitare tale potere.
Il testimone pu violare i suoi obblighi in due modi:
rifiutando di rispondere, in tal caso il giudice provvede ad avvertirlo sullobbligo di deporre secondo verit;
e se il testimone persiste nel rifiuto, il giudice dispone limmediata trasmissione degli atti al Pubblico
Ministero perch proceda a norma di legge;
rendendo dichiarazioni contraddittorie, incomplete o contrastanti con le prova gi acquisite, in tal caso il
giudice gli rinnova lavvertimento dellobbligo di dire il vero; poi con la decisione che definisce la fase
processuale in cui il testimone ha prestato il suo ufficio, il giudice, se ravvisa indizi del reato di falsa
testimonianza, ne informa il Pubblico Ministero trasmettendogli i relativi atti.
In ogni caso fatto divieto di arrestare in udienza il testimone per reati concernenti il contenuto della
deposizione, cio per falsa testimonianza.

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126. Il segreto professionale nel processo penale


Alcuni testimoni con determinate qualifiche di tipo privatistico hanno la facolt di non rispondere a
determinate domande quando la risposta comporti la violazione dellobbligo del segreto professionale.
Tale facolt spetta soltanto ai professionisti indicati espressamente allart. 200 c.p.p. :
- Il professionista comune, non previsto allart. 200 c.p.p., ha lobbligo di deporre nel processo penale anche
se, al di fuori di questo, tenuto al segreto professionale.
Egli penalmente tenuto a non rivelare senza giusta causa i segreti dei quali venuto a conoscenza per
ragione della propria professione, arte, stato o ufficio quando ci possa nuocere al cliente.
Tuttavia, poich nel processo penale egli considerato alla stregua degli altri testi, deve rispondere secondo
verit in quanto il processo costituisce giusta causa.
- I professionisti qualificati, indicati allart. 200 c.p.p., possono rifiutarsi di rispondere alla singola domanda
che li induca a narrare un fatto segreto appreso nellesercizio della loro professione.
Il legislatore ritiene, in questi casi, che il segreto professionale debba prevalere sullinteresse della giustizia:
il segreto di tali professionisti detto qualificato.
Di regola si tratta di situazioni che coinvolgono interessi di rilievo costituzionale.
Occorre, naturalmente, che quel determinato fatto sia stato appreso dai professionisti qualificati in ragione
del proprio ministero, ufficio o professione.
E necessario, inoltre, che quel determinato professionista, pur indicato allart. 200 c.p.p., non abbia
comunque un obbligo giuridico di riferire quel fatto allautorit giudiziaria (vedi i medici che lavorano negli
ospedali pubblici, che hanno lobbligo di denuncia in virt della funzione pubblica che svolgono).
Quando il teste eccepisce il segreto, il giudice pu provvedere agli accertamenti necessari e se ritiene
infondata leccezione ordina al testimone di deporre.

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127. Il segreto professionale: le categorie di professionisti qualificati


Le categorie di professionisti qualificati indicati allart. 200 c.p.p. sono:
i ministri di confessioni religiose, il segreto imposto al sacerdote dal sacramento della confessione anche
quando non sia stata stipulata alcuna intesa tra lo Stato e la singola confessione religiosa;
gli avvocati, gli investigatori privati autorizzati, i consulenti tecnici e i notai;
i medici, i chirurghi, i farmacisti, le ostetriche e ogni altro esercente una professione sanitaria;
gli esercenti altri uffici o professioni ai quali la legge riconosce la facolt di astenersi dal deporre
determinata dal segreto professionale.
Lart. 200 c.p.p. non tassativo, ma soltanto la legge pu estendere il segreto professionale, e ci avvenuto
in relazione ai consulenti del lavoro, ai commercialisti, ai ragionieri e agli assistenti sociali.

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128. Il segreto professionale dei giornalisti


Il segreto professionale dei giornalisti stato concesso, seppur con certi limiti:
pu essere mantenuto solo relativamente ai nomi delle persone dalle quali stata appresa una notizia di
carattere fiduciario;
pu essere opposto soltanto dai giornalisti professionisti iscritti nellalbo professionale;
il giornalista comunque obbligato a indicare al giudice la fonte delle sue informazioni quando le notizie
sono indispensabili ai fini della prova del reato per cui si procede, e la loro veridicit pu essere accertata
soltanto attraverso lidentificazione della fonte di notizia.
Nei casi nei quali il giornalista pu conservare il segreto sulla fonte, perch la notizia non riguarda
lesistenza di un reato ma di una sua circostanza, la notizia stessa non utilizzabile nel processo a causa del
divieto che riguarda la testimonianza indiretta.

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129. Il segreto dufficio e di Stato e gli informatori di polizia


Il segreto dufficio posto per garantire il buon funzionamento della pubblica amministrazione.
Esso vincola il pubblico ufficiale e lincaricato di un pubblico servizio.
Il segreto viene meno nei casi nei quali vi un obbligo giuridico di riferire la notizia allautorit giudiziaria,
cio quando i pubblici ufficiali hanno un obbligo di denuncia.
Una particolare specie di segreto dufficio il segreto di Stato, che copre ogni notizia la cui diffusione sia
idonea a recare danno alla integrit dello Stato democratico, alla difesa delle istituzioni poste dalla
Costituzione a suo fondamento, al libero esercizio delle funzioni degli organi costituzionali e alla difesa
militare dello Stato.
Quando il pubblico ufficiale o lincaricato di pubblico servizio oppone il segreto di Stato, la valutazione
sulla fondatezza delleccezione sottratta al giudice ed attribuita al Presidente del consiglio dei Ministri.
Se questultimo non conferma il segreto entro sessanta giorni il giudice ordina al testimone di deporre,
viceversa se il Presidente conferma il segreto al giudice sottratto definitivamente il potere di valutare la
fondatezza delleccezione e, se la prova essenziale per la definizione del processo, egli deve dichiarare di
non doversi procedere per lesistenza del segreto di Stato.
Unaltra specie di segreto quella che consente di non rivelare i nomi degli informatori della polizia
giudiziaria e dei servizi di sicurezza.
Legittimati ad opporre tale segreto sono sia gli ufficiali che gli agenti di polizia giudiziaria, sia dellesercito.
Costoro possono mantenere segreti i nomi degli informatori, ma tutto quello che affermano di aver sentito
dire da loro non pu essere acquisito n utilizzato, se non quando linformatore sia stato esaminato.
I segreti dufficio, di Stato e di polizia non possono essere opposti per fatti concernenti reati diretti
alleversione dellordinamento costituzionale.

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130. Lesame delle parti nel processo penale


Mezzo di prova mediante il quale le parti private possono contribuire allaccertamento dei fatti nel processo
penale.
Le regole generali sono:
- il dichiarante non ha lobbligo di rispondere secondo verit ed ha la facolt di non rispondere;
- le dichiarazioni sono rese secondo le norme sullesame incrociato;
- le domande devono riguardare i fatti oggetto di prova.
Lesame delle parti sottoposto a regimi giuridici diversi in ragione della persona che rilascia la
dichiarazione:

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131. Lesame dellimputato nel processo penale


Lesame ha luogo soltanto su richiesta o consenso dellinteressato.
Il mancato consenso non pu essere valutato dal giudice in senso negativo, perch una scelta che attiene
strettamente alla strategia difensiva.
Limputato, che ha chiesto o acconsentito allesame, non vincolato allobbligo di rispondere secondo
verit, infatti egli non testimone.
Non imputabile del delitto di falsa testimonianza, in quanto vige la causa di giustificazione ex art. 384 c.p.,
ma punibile se incolpa di un reato unaltra persona sapendola innocente (calunnia) o se afferma falsamente
essere avvenuto un reato che nessuno ha commesso (simulazione di reato).
Laver detto il falso pu, per, comportare conseguenze dal punto di vista processuale.
Infatti, se durante lesame incrociato o successivamente, risulta che limputato ha mentito da quel momento
egli pu essere ritenuto non credibile e le sue affermazioni difficilmente convinceranno il giudice.
Per questo generalmente i difensori consigliano il silenzio piuttosto di mentire.
Nel corso dellesame limputato pu avvalersi del diritto al silenzio, rifiutandosi di rispondere ad una
qualsiasi domanda.
Del suo silenzio deve essere fatta menzione nel verbale e pu essere valutato come argomento di prova dal
giudice, ci significa che limputato pu essere ritenuto non credibile: egli vuol nascondere qualcosa.
Infine limputato ha il privilegio di poter affermare di aver sentito dire qualcosa senza essere vincolato
alle condizioni di utilizzabilit della testimonianza indiretta, egli, infatti, pu non indicare la fonte da cui ha
appreso lesistenza del fatto.
Ovviamente non detto che la dichiarazione sia ritenuta attendibile.

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132. Lesame delle parti private diverse dallimputato


Lesame del responsabile civile, del civilmente obbligato per la pena pecuniaria e della parte civile si svolge
con le medesime regole dellesame dellimputato, salvo un particolare: questi soggetti non hanno il
privilegio sul sentito dire, valendo le regole ordinarie.
Anche tali soggetti devono chiedere o comunque acconsentire allesame, e non hanno lobbligo penalmente
sanzionato di dire la verit.
Tutto ci vale salvo che le parti private diverse dallimputato siano chiamate a deporre in qualit di
testimoni.

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133. Lesame di persone imputate in procedimenti connessi


Il testo originario del codice 1988 non consentiva, in maniera assoluta, allimputato di assumere la qualit di
testimone, neutralizzando cos il diritto a confrontarsi con laccusatore nei casi in cui un imputato ne
accusasse un altro.
Riforme successive hanno attenuato il regime garantista dell88 proprio per garantire la tutela del diritto al
confronto con laccusatore, introducendo la possibilit che limputato possa deporre come testimone seppur
solamente al caso in cui egli renda dichiarazioni su fatti che concernono la responsabilit altrui e
limitatamente a tali dichiarazioni.
Si pu definire imputato connesso o collegato limputato di quel procedimento che ha, rispetto al
procedimento principale, un rapporto di connessione ex art. 12 c.p.p. o di collegamento probatorio a
prescindere che i rispettivi procedimenti siano riuniti o separati.
Gli imputati concorrenti nel medesimo reato sono connessi al procedimento principale ex art. 12 lett. a c.p.p.
e risultano incompatibili con la qualifica di testimone, fino a che nei loro confronti non sia stata pronunciata
una sentenza irrevocabile.
Il linea generale limputato concorrente gode delle stesse garanzie che sono riconosciute allimputato
principale, tuttavia si tenuto conto che egli chiamato a rendere dichiarazioni su fatti concernenti la
responsabilit altrui e per questo motivo limputato concorrente ha lobbligo di presentarsi anche senza il
suo consenso allesame, come prevede il regime del testimone derogando, quindi, a quello dellimputato.
Per tutto il resto, per, egli assimilato alla figura base dellimputato: ha la facolt di non rispondere e pu
mentire impunemente, salvo le ipotesi di calunnia e simulazione di reato.
La facolt di non rispondere riguarda sia le domande sul fatto di reato addebitato allimputato concorrente
(s stesso), sia le domande su fatti commessi dallimputato del procedimento principale in cui esaminato.
Gli imputati connessi teleologicamente sono collegati ex art. 12 lett. c c.p.p. al procedimento principale.
Anchessi sono assimilati al regime di imputato: hanno il diritto al silenzio e non hanno lobbligo di
rispondere secondo verit, ma divengono compatibili con la qualifica di testimone qualora rendano
dichiarazioni concernenti la responsabilit altrui, seppur limitatamente a tali dichiarazioni.
Il regime giuridico dellesame sui fatti diversi da quelli riguardanti le eventuali precedenti dichiarazioni
concernenti responsabilit altrui rese dallimputato connesso teleologicamente, per le quali chiamato a
deporre come testimone, comporta che egli mantenga il suo status originario che consiste nella facolt di
tacere e di mentire impunemente.
Tali fatti diversi sono quelli propri, neutri, o quelli sui quali limputato collegato non abbia ancora
reso dichiarazioni.
Tuttavia, se nel prosieguo dellesame la predetta persona rende dichiarazioni che concernono fatti altrui,
assumer la qualifica di teste in relazione a tali fatti: ogni domanda su nuovi temi di prova concernenti la
responsabilit altrui pone limputato connesso teleologicamente nellalternativa tra tacere o rispondere, ma
una volta che ha risposto rendendo dichiarazioni su fatti altrui, egli idoneo ad assumere la qualifica di
testimone assistito.
La linea di discrimine tra larea degli obblighi testimoniali e quella coperta dai privilegi non rigida, stante
la vaghezza del concetto di fatti concernenti la responsabilit altrui, e deve essere individuata di volta in
volta dal giudice.

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134. La testimonianza assistita dellimputato giudicato


Limputato collegato sentito con lassistenza obbligatoria del proprio difensore di fiducia o dufficio, in
ragione del collegamento tra il reato, che gli addebitato, e quello che oggetto del procedimento nel quale
chiamato a deporre.
Il legislatore ha previsto due forme di testimonianza assistita:
Testimonianza assistita dellimputato giudicato, scatta dopo che concluso, con sentenza irrevocabile, il
procedimento a carico dellimputato collegato teleologicamente o concorrente.
Limputato giudicato pu essere sempre chiamato come testimone assistito in un procedimento collegato o
connesso, anche se non ha mai rilasciato dichiarazioni concernenti la responsabilit altrui.
Infatti ha lobbligo di rispondere secondo verit a tutte le domande che gli vengono poste, sia riguardanti
fatti altrui che fatti propri, fermo restando il privilegio contro lautoincriminazione per ulteriori reati che egli
abbia commesso.
Viceversa il testimone assistito giudicato non gode del privilegio contro lautoincriminazione sul fatto
proprio coperto da sentenza irrevocabile, in quanto in ogni caso non potr nuovamente essere giudicato su
quel fatto, salvo che nel processo concluso a suo svantaggio egli si fosse proclamato innocente: in tal caso la
tutela dellonore fa si che il privilegio contro lautoincriminazione permanga.

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135. La testimonianza assistita dellimputato prima della sentenza


irrevocabile
Testimonianza assistita dellimputato prima della sentenza irrevocabile, opera quando non ancora concluso
con sentenza irrevocabile il procedimento a carico dellimputato collegato teleologicamente che abbia
rilasciato dichiarazioni su fatti concernenti la responsabilit altrui.
Tali soggetti hanno una qualifica di teste parziale, in quanto relativa ai soli fatti della dichiarazione, e
condizionata, ad una precedente dichiarazione concernente responsabilit altrui.
Perch scatti lobbligo di deporre come testimone assistito necessario che:
- limputato sia stato ritualmente avvisato che se render dichiarazioni su fatti che concernono la
responsabilit di altri, assumer lufficio di testimone;
- limputato abbia reso una dichiarazione su di un fatto che concerne la responsabilit di altri per un reato
connesso teleologicamente, senza che sia necessario che limputato abbia la consapevolezza delle
conseguenze accusatorie derivanti dalla propria dichiarazione.
Limputato connesso teleologicamente deve deporre secondo verit, sia pure limitatamente al fatto altrui gi
dichiarato.
Limputato deve essere assistito obbligatoriamente dal difensore di fiducia o dufficio, in ragione del
collegamento tra il reato che gli addebitato e quello che oggetto del procedimento nel quale chiamato a
deporre.
Al testimone assistito concesso un particolare privilegio: egli pu non rispondere sui fatti che concernono
la propria responsabilit in relazione al reato per cui si procede o si preceduto.
Poich lobbligo testimoniale limitato ai fatti altrui gi dichiarati, lunico caso il cui lescussione del teste
assistito potrebbe inerire alla propria responsabilit lipotesi nella quale le precedenti dichiarazioni vertano
su fatti inscindibili.
E proprio in relazione a tale ipotesi peculiare che il legislatore ha riconosciuto al teste assistito la facolt di
non rispondere sul fatto proprio.
Occorre concludere, allora, che quando i fatti sono inscindibili, la facolt di non rispondere si estende
inevitabilmente anche al fatto altrui.
Tuttavia, se il teste assistito decide di rispondere, egli ha un obbligo di verit penalmente sanzionato: in
sostanza, rispondendo, perde la facolt di mentire.
Lobbligo di verit imposto allimputato testimone assistito con procedimento pendente, riguarda soltanto
il fatto altrui gi dichiarato in precedenza.
Su tutto il resto, e cio su fatti differenti da quelli altrui gi dichiarati, il testimone con procedimento
pendente incompatibile fino a sentenza irrevocabile.
Per quel che riguarda il diritto a confrontarsi con laccusatore, la nuova normativa appare deludente.
In primo luogo, lattuazione di tale diritto subordinata allampiezza con la quale viene riconosciuto al teste
il diritto al silenzio sul fatto proprio: pi sar larea coperta dal diritto al silenzio, pi limitato sar il diritto
al confronto in quanto la difesa non potr dimostrare la non attendibilit delle dichiarazioni.
In secondo luogo comunque inaccettabile che laccusatore possa continuare, anche di fronte al giudice, a
rendere dichiarazioni contro altri e a tacere sul fatto proprio, in quanto ci impedisce il corretto
accertamento dei fatti.

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136. Il riscontro nel processo penale


Il legislatore impone che sia fatto un riscontro particolarmente accurato delle dichiarazioni rese dal
coimputato, dallimputato connesso e dal testimone assistito.
Per riscontro si intende comunemente il controllo di attendibilit di una dichiarazione.
Si tratta di vedere se i fatti che sono stati affermati dal dichiarante trovino conferma negli altri elementi
raccolti, ci fa parte del pi generale obbligo di motivazione imposto al giudice.
Le dichiarazioni degli imputati connessi o collegati possono essere valutate come prova soltanto se vi sono
riscontri.
La ratio sta nel fatto che limputato la persona che ha, di regola, linteresse pi forte allesito del
procedimento penale.
Pertanto egli ha un forte interesse a dire il falso per ottenere un qualche vantaggio, oppure pu avere motivi
per vendicarsi di un complice per un comportamento da questi tenuto.
Il riscontro, tuttavia, non elimina il libero convincimento del giudice: una volta che il riscontro abbia avuto
un esito positivo, il giudice dovr verificare se la dichiarazione pu essere utile a ricostruire il fatto storico in
un determinato modo.
Il codice impone di effettuare il riscontro valutando se i fatti che sono stati affermati dal dichiarante trovino
conferma negli altri elementi di prova, i quali non occorre siano tali da permettere di provare da soli il fatto
affermato, ma sufficiente che siano tali da permettere semplicemente di affermare lattendibilit del
dichiarante su quel determinato punto.
Inoltre il codice parla di altri elementi di prova: se ne ricava che gli elementi di comparazione devono
essere esterni rispetto alla dichiarazione stessa, dando luogo al termine riscontro estrinseco.
La giurisprudenza ha, per, dedotto unaltra cosa: se si imposto il pi, cio il riscontro estrinseco, si dato
per scontato che debba essere fatto il meno, cio il riscontro interno alla dichiarazione stessa.
Quindi la giurisprudenza ha affermato che la dichiarazione deve essere valutata anche al suo interno, c.d.
riscontro intrinseco, al fine di controllare se essa precisa, coerente in se stessa, costante e spontanea.
Il riscontro estrinseco, invece, deve basarsi su concrete circostanze fattuali: pu basarsi anche su
dichiarazioni di altre persone, e cio di testimoni o coimputati.
Infine il riscontro deve essere individualizzante, cio si deve trovare una conferma di attendibilit per ogni
singola dichiarazione accusatoria del dichiarante e per ciascuno degli accusati.

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137. Il confronto nel processo penale


Consiste nellesame congiunto di due persone (testimoni o parti), ammesso esclusivamente fra persone gi
esaminate o interrogate quando vi disaccordo tra di esse su fatti e circostanze importanti.
Il giudice richiama ai soggetti le precedenti dichiarazioni, chiede se le confermano e li invita a contestare
reciprocamente le dichiarazioni contrastanti.
Se esaminato limputato con lo strumento del confronto, questo pu avvalersi del diritto al silenzio.

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138. La ricognizione nel processo penale


Mezzo di prova mediante il quale ad una persona che abbia percepito con i propri sensi una persona o una
cosa, si chiede di riconoscerla individuandola tra altre simili.
La ricognizione disposta quando occorre procedere al riconoscimento di persone o cose.
Lo svolgimento disciplinato dal codice minuziosamente, in quanto una modalit irregolare pu invalidare
lattendibilit dellelemento di prova.
Latto pu essere compiuto nel corso del dibattimento o nellincidente probatorio e si svolge nel rispetto del
contraddittorio tra le parti.
Le fasi della ricognizione sono:
1. Intervista al ricognitore, il giudice invita colui che deve eseguire la ricognizione (c.d. ricognitore), a
descrivere la persona (che ha visto) indicando tutti i particolari che ricorda.
Gli chiede poi:
- se sia stato in precedenza chiamato a eseguire il riconoscimento;
- se, prima e dopo il fatto per cui si procede, abbia visto, anche se riprodotta in fotografia o altrimenti, la
persona da riconoscere;
- se la stessa vi sia stata indicata o descritta o se vi siano altre circostanza che possano influire
sullattendibilit del riconoscimento.
Il tutto a pena di nullit della ricognizione.
2. Predisposizione della scena, in assenza del ricognitore, il giudice dispone che siano presenti almeno due
persone (i c.d. distrattori) il pi possibile somiglianti, anche nellabbigliamento, a quella sottoposta a
ricognizione.
Invita quindi questultima a scegliere il suo posto rispetto alle altre persone.
3. Ricognizione, introdotto il ricognitore, il giudice gli chiede se riconosce taluno dei presenti.
In caso affermativo, lo invita a indicare chi abbia riconosciuto e a precisare se ne sia certo.
Se vi fondata ragione di ritenere che il ricognitore possa subire intimidazione dalla presenza della persona
sottoposta a ricognizione, il giudice dispone che latto sia compiuto senza che questultima possa vedere il
primo.
Oltre al testimone, anche limputato pu essere chiamato ad operare una ricognizione, in tale sede pu
esercitare il suo diritto al silenzio.

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139. Lesperimento giudiziale nel processo penale


E ammesso quando occorre accertare se un fatto sia o possa essere avvenuto in un determinato modo.
Consiste nella riproduzione, per quanto possibile, della situazione in cui il fatto si afferma o si ritiene essere
avvenuto e nella ripetizione delle modalit di svolgimento del fatto stesso.
Il mezzo di prova si basa sulle metodologie proprie delle sperimentazioni scientifiche.
Il giudice dirige lo svolgimento delle operazioni; pu anche dufficio designare un esperto per lesecuzione
di quelle tra esse che richiedono specifiche conoscenze.

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140. Prova scientifica e contraddittorio nel processo penale


Se la scienza illimitata, completa e infallibile sufficiente che il giudice nomini un perito e gli imponga
lobbligo di operare secondo verit.
Nel sistema misto prevalentemente inquisitorio era insito un pericolo: allo scienziato si consentiva di
fondare una asserzione senza giustificarne n le premesse, n il metodo utilizzato, per il solo fatto che si
trattava di scienza; a tale soggetto era consentito di provare senza spiegare il perch della sua attivit.
Il post-positivismo ci insegna che la scienza limitata, incompleta e fallibile, ci comporta che:
ciascuna delle parti deve poter dimostrare se per caso non sono applicabili al fatto storico differenti regole
che diano una spiegazione alternativa dellaccadimento;
occorre poter applicare il metodo falsificazionista: se veramente la causa era quella identificata, essa, in base
a regole note, avrebbe dovuto provocare determinate conseguenze, e allora occorre poter indagare se tutte
queste conseguenze si sono verificate.
Se si accerta che anche una sola delle conseguenze non si verificata, si mette in dubbio la validit della
legge scientifica in quel caso concreto.

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141. Il diritto alla prova scientifica nel processo penale


Il diritto alla prova scientifica comporta il potere di compiere indagini sui predetti fatti falsificativi.
Il diritto di difendersi si deve estendere a quel particolare tipo di prova che la prova scientifica: le parti
devono potersi avvalere di esperti che si trovino in condizioni di parit con il perito.
Nel sistema accusatorio puro non esiste una prova del giudice, ma tutte le prove sono delle parti.
Questo sistema ha il vantaggio del contraddittorio nella formazione della prova, ma ha anche lo svantaggio
che il giudice ha un ruolo passivo ed sottoposto alliniziativa esclusiva delle parti.
Egli ancor pi vincolato alla parola dellesperto, con lulteriore svantaggio che si tratta di un parere di
parte.
Il codice italiano dell88 non ha accolto il principio dispositivo forte, secondo cui sono ammessi solo i
mezzi di prova richiesti dalle parti, ma il giudice ha mantenuto il potere di nominare un perito: c.d. principio
dispositivo attenuato.
Tuttavia tale potere pu essere esercitato dufficio soltanto nel dibattimento, mentre nel corso delle indagini
preliminari il giudice pu procedere alla nomina del perito soltanto su richiesta di parte.
A loro volta le parti hanno uno strumento pi agile e duttile della richiesta di nomina di un perito: fin dalla
fase delle indagini preliminari possono direttamente nominare un consulente tecnico di parte anche se non
stata disposta perizia.
Tale consulente sar poi sentito in dibattimento con lo strumento dellesame incrociato.

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142. L'ammissione della prova scientifica nel processo penale


Per quel che riguarda lammissione della prova scientifica, il legislatore non fornisce al giudice un criterio
espresso.
I riferimenti che troviamo nel codice sono quelli comuni a tutti i mezzi di prova nel momento in cui le parti
ne chiedono lammissione: pertinenza, rilevanza, non sovrabbondanza e legalit.
Inoltre, in quanto il giudice deve servirsi di un perito quando occorre svolgere indagini o acquisire
valutazioni che richiedono specifiche competenze , si aggiungono i requisiti di specifiche competenze e
di occorrenza, ossia che nel processo fino a quel momento nessun esperto ha fornito al giudice le
conoscenze specialistiche che sono necessarie per decidere.
Il codice non indica al giudice il criterio per valutare in positivo o in negativo la scientificit di un metodo
proposto da un tecnico nominato dal giudice stesso o da una parte.
Vi un vuoto normativo che stato colmato con il criterio del consenso della comunit scientifica.
Il problema permane, anche con questo criterio, nei casi in cui si chieda al giudice di ammettere un metodo
nuovo sul quale non se ancora formata una generale accettazione da parte della comunit scientifica.
In questi casi il giudice dovrebbe respingere la richiesta di ammissione, divenendo, in sostanza, ostaggio
degli scienziati tradizionalisti.
La giurisprudenza americana ha superato il criterio del consenso della comunit scientifica nel 1993 con la
famosa sentenza Daubert.
In questa pronuncia giudiziale sono stati elaborati i criteri sulla base dei quali il giudice deve valutare
quando un determinato metodo costituisce o meno conoscenza scientifica:
- verificabilit del metodo, scientifico il metodo controllabile tramite esperimenti;
- falsificabilit, se il metodo deve essere sottoposto a tentativi di falsificazione i quali, se hanno esito
negativo, lo confermano nella sua credibilit;
- sottoposizione al controllo della comunit scientifica, il metodo deve essere reso noto in riviste
specializzate in modo da essere controllato dalla comunit scientifica;
- conoscenza del tasso di errore, al giudice deve essere resa nota la percentuale di errore accertato o
potenziale che il metodo comporta;
- generale accettazione, criterio ausiliario ma non indispensabile, il metodo proposto deve godere di una
generale accettazione nella comunit degli esperti.
I criteri elaborati dalla sentenza Daubert hanno cominciato ad influenzare il giudizio sulla ammissibilit
della scienza nel processo in Italia.
Si notata la somiglianza tra detti criteri e quelli previsti nel nostro codice per la prova atipica e si attuata
una integrazione analogica: vi sarebbe una identit di ratio tra il mezzo di prova atipico o il nuovo metodo
scientifico del quale si chieda lammissione nel processo penale.
Di conseguenza, i nuovi metodi scientifici, devono essere ammessi dal giudice sulla base dei criteri che sono
posti dallart. 189 c.p.p.:
- idoneit del metodo ad assicurare laccertamento del fatto;
- assenza di pregiudizio per la libert morale della persona interessata;
- preventiva indicazione delle modalit di assunzione della prova, sulla quale il giudice deve sentire il parere

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delle parti.
Il requisito della idoneit ad assicurare laccertamento dei fatti cosi generale che pu essere integrato dai
criteri elaborati dalla sentenza Daubert.

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143. La perizia nel processo penale


Mezzo di prova finalizzato a integrare le conoscenza del giudice con quelle di un esperto.
Deve essere disposta dal giudice quando occorre compiere una valutazione per la quale sono necessarie
specifiche competenze.
Tra i compiti del perito vi pu essere quello di percepire quei dettagli del fatto noto, che soltanto un tecnico
pu identificare, o quello di applicare ad un fatto noto una legge scientifica, in modo da fornire una
valutazione al giudice.
Il testimone espone un fatto, mentre il perito d una valutazione su di un fatto.
Oltre alla perizia esiste la consulenza tecnica di parte entro e fuori dei casi di perizia.
Sia il Pubblico Ministero che le parti private possono avvalersi dellopera di esperti fin dalla fase delle
indagini preliminari, al fine di raccogliere elementi di prova.
I consulenti tecnici di parte possono essere sottoposti ad esame in dibattimento o essere sentiti dal giudice
nelludienza preliminare.
La perizia si caratteristica per essere un mezzo di prova con particolari garanzie.
Sin dalla fase del conferimento dellincarico si instaura un contraddittorio tra il perito e i consulenti delle
parti, i quali possono assistere alle operazioni e avanzare osservazioni e richieste.
Tuttavia ogni potere decisionale e valutativo compete unicamente al perito, perci le parti, tramite i loro
consulenti tecnici, potranno soltanto cercare di dimostrare al giudice lerroneit o lacunosit della perizia.
Lesecuzione di una perizia presenta vari vantaggi: riduce il rischio di errori favorendo il confronto tra
esperti, economizza tempo e risorse, assicura che lesperto nominato dal giudice non persegua gli interessi di
alcuna parte.
Lammissione della perizia disposta su richiesta di parte e solo eccezionalmente pu essere disposta
dufficio nel dibattimento.

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144. La scelta del perito e la relazione peritale nel processo penale


La scelta del perito viene effettuata dal giudice in base a precisi vincoli:
- la persona deve essere iscritta in appositi albi e solo eccezionalmente pu essere scelta una persona esterna,
purch abbia una particolare competenza tecnica;
- la persona sia in una situazione di terziet e impregiudicatezza;
Il perito ha lobbligo di prestare il suo ufficio, salvo che sussista uno dei motivi di astensione, come ad
esempio se incompatibile per non impregiudicatezza in quanto gi stato sentito nello stesso procedimento
come testimone.
Inoltre ha lobbligo di presentarsi in udienza e di adempiere al proprio ufficio secondo verit.
La formulazione dei quesiti, da sottoporre al perito, spetta al giudice con la pi ampia garanzia del
contraddittorio: sono sentiti il perito, le parti e i loro consulenti tecnici.
Per espletare la sua attivit il perito pu prendere visione del materiale probatorio, col limite che pu
conoscere soltanto gli atti acquisibili al fascicolo del dibattimento, viceversa il consulente tecnico pu
leggere anche gli atti del fascicolo del PM.
Il giudice pu autorizzare il perito ad assistere allesame delle parti o allassunzione delle prove.
Il perito pu chiedere notizie allimputato, alloffeso e ad altre persone informate, con il limite che gli
elementi acquisiti possono essere utilizzati soltanto ai fini dellaccertamento peritale.
La relazione peritale il prodotto finale di questo particolare mezzo di prova.
Il perito la svolge, di regola, oralmente ed eccezionalmente la formula anche per iscritto.
Dopo aver presentato la relazione peritale il perito sottoposto allesame incrociato su richiesta di parte.
Al pari degli altri mezzi di prova, il giudice non vincolato ai risultati della perizia perch pu disattendere
le conclusioni dandone adeguata motivazione.

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145. Divieti di perizia nel processo penale


E fatto divieto di perizia criminologia sullimputato, cio perizia rivolta ad accertare la sua personalit o la
sua capacit a delinquere: sono ammesse soltanto quelle perizie che tendono ad accertare una malattia
mentale.
La ratio sta nellesigenza di tutelare la presunzione di innocenza dellimputato, e infatti la perizia
criminologia darebbe per scontata la reit dellimputato.
Il nostro ordinamento fa divieto di accertamento corporale coattivo, ma la Corte Costituzionale ha affermato
con chiarezza che lesigenza di acquisire la prova di un reato costituisce un valore primario sul quale si
fonda ogni ordinamento ispirato al principio di legalit, e perci ha consentito laccertamento corporale
coattivo in presenza di determinati requisiti:
a. formali,
- la legge deve indicare i casi e i modi di accertamento, quindi riserva di legge rinforzata;
- il giudice deve autorizzare laccertamento, quindi riserva di giurisdizione in quanto laccertamento coattivo
comporta una limitazione della libert personale;
b. sostanziali,
- laccertamento non deve violare la dignit della persona umana, n porre in pericolo la vita, lintegrit
fisica o la salute dellinteressato.
Finch il legislatore non interverr in materia gli accertamenti corporali non potranno essere imposti
coattivamente, ma necessiteranno del consenso dellinteressato.
Lintervento legislativo si limitato al tema del prelievo di materiale biologico, cio ha consentito il
prelievo coattivo di capelli e di saliva effettuabile ai fini dellidentificazione personale nei confronti
dellindagato, o anche di una persona non indagata, ma soltanto nellambito dei rilievi urgenti compiuti dalla
polizia giudiziaria.
Ove il consenso non sia prestato, necessaria una previa autorizzazione concessa dal PM.
Un altro esempio di accertamenti coattivi legittimi quello in materia di violenza sessuale e pedofilia,
imposto agli imputati per individuare patologie sessualmente trasmissibili.
Tale accertamento coattivo si svolge nel solo interesse della salute della persona offesa e non nellinteresse
pubblico allaccertamento dei fatti nel processo penale.

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146. Il consulente tecnico di parte nel processo penale


Le parti possono nominare un consulente tecnico di parte in tre situazioni: in relazione ad una perizia gi
disposta, al di fuori della perizia e per contrastare il risultato di una perizia gi svolta.
Ogni parte pu nominare un consulente tecnico fuori perizia, anche lindagato e la persona offesa durante le
indagini preliminari (quando sono parti solo potenziali).
soggetti possono nominare consulenti tecnici in numero non superiore a due.
Loggetto della consulenza tecnica di parte identico a quello della perizia: cio deve essere disposta dal
giudice quando occorre compiere una valutazione per la quale sono necessarie specifiche competenze.
Il perito svolge le indagini ed acquisisce risultati probatori per conto del giudice e gli esiti sono destinati a
confluire direttamente nel fascicolo del dibattimento e sono utilizzabili nella decisione finale.
Il consulente di parte propone valutazioni tecniche, che si traducono in pareri espressi oralmente o in
memorie scritte.
Identico lo strumento con il quale perito e consulente tecnico sono sentiti in dibattimento: lesame
incrociato.
A differenza del perito, che assume lobbligo penalmente sanzionato di far conoscere la verit, nessun
obbligo del genere previsto dal codice per il consulente di parte.
La possibilit di consulenza tecnica fuori dei casi di perizia comporta che i consulenti delle parti possono
svolgere le proprie attivit anche quando il giudice non ha disposto la perizia.
Il consulente nominato da una parte privata pu svolgere investigazioni difensive per ricercare ed
individuare elementi di prova.
Di regola gli elementi di prova cos raccolti possono essere presentati, o meno, dalla parte privata in
dibattimento.
Occorre chiedersi cosa accada quando il giudice si trovi a dover risolvere un contrasto tra pareri di esperti,
cio quando gli si richieda una valutazione della prova che comporta conoscenze specialistiche.
Nel casi in cui i pareri contrastanti appartengano a consulenti di parte, il giudice pu ritenere utile disporre
una perizia, ma ci non sufficiente, giacch poi su di lui grava il compito di motivare il proprio
convincimento.
Ovviamente non si pu imporre al giudice di adottare una motivazione tecnica, in quanto ci eliminerebbe il
vantaggio dellistituto della perizia.
Si ritiene dunque sufficiente che il giudice dimostri di aver preso in considerazione le diverse ricostruzioni
tecniche e di averle, poi, scartate sulla base di motivi oggettivi.
In tale ottica emerge lassoluta centralit dellesame incrociato degli esperti, poich grazie a tale strumento
che le parti riescono a convincere il giudice.
Qualora pi teorie contrapposte appaiano ugualmente probanti, egli dovr applicare la regole del
ragionevole dubbio.

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Sezione Appunti

147. Il consulente tecnico del pubblico ministero


Nelle fasi delludienza preliminare e del giudizio il Pubblico Ministero pu nominare consulenti tecnici al
fine di acquisire pareri e valutazioni.
Il Pubblico Ministero sceglie il consulente tra le persone iscritte agli albi dei periti.
Egli agisce come parte ed libero di chiedere o meno lesame del consulente in dibattimento.
La differenza con il consulente tecnico di parte privata sta nellinteresse pubblico che muove lattivit del
Pubblico Ministero e in particolare nellobbligo spettante a questultimo di svolgere altres accertamenti su
fatti e circostanze a favore dellindagato, che deve intendersi riferito anche al consulente tecnico del
Pubblico Ministero.

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Sezione Appunti

148. Documento e documentazione nel processo penale


Il documento definito dal codice con un requisito positivo ed un requisito negativo:
positivamente perch si abbia documento sufficiente che si tratti di uno scritto o di un oggetto comunque
idoneo a rappresentare un fatto, una persona o una cosa;
negativamente loggetto rappresentato deve essere un atto compiuto fuori dal procedimento nel quale si
chiede o si dispone che il documento faccia ingresso.
Viceversa, se loggetto rappresentato un atto del medesimo procedimento, il codice non utilizza il termine
documento, bens il termine documentazione.
Un esempio classico il verbale.
Per atto del procedimento si intende comunemente quellatto che persegue le finalit del procedimento e che
compiuto da uno dei soggetti legittimati.
Il documento rappresenta atti o fatti diversi da quelli compiuti nel procedimento nel quale il documento
prodotto; viceversa la documentazione rappresenta atti compiuti da soggetti legittimati nel medesimo
procedimento in cui la documentazione prodotta.

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Sezione Appunti

149. La definizione di documento nel processo penale


Se si considera il contenuto probatorio, si pu definire documento la rappresentazione di un fatto
incorporata in una base materiale.
Viceversa, se si considera loggetto in s, si pu definire documento la base materiale che incorpora la
rappresentazione di un fatto.
Il concetto di documento comprende quattro elementi:
- Fatto rappresentato, che comprende sia i fatti, persone o cose, sia i contenuti di pensiero che sono espressi
negli scritti.
In sintesi il fatto rappresentato tutto ci che pu essere oggetto di prova.
- Rappresentazione, ossia la ricostruzione di un fatto equivalente a quello rappresentato, in modo da renderlo
conoscibile quando non sia pi presente.
Esempi di rappresentazione sono le immagini, le parole, i suoni o i gesti.
- Incorporamento, operazione mediante la quale la rappresentazione fissata su di una base materiale.
La forma di incorporamento pi usata la scrittura, ma il codice ammette che ci possa avvenire con
qualsiasi altro mezzo idoneo.
- Base materiale, sulla quale incorporata la rappresentazione.
Pu essere la pi varia, in quanto sufficiente la idoneit a conservare la rappresentazione oppure a
riprodurla quando occorra.
Non richiesto che la base materiale sia particolarmente durevole, anche se ci auspicabile.
Se si tratta di un atto scritto, la base materiale pu essere la tradizionale carta o il pi moderno supporto
informatico.

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Sezione Appunti

150. Il valore probatorio del documento contenente dichiarazioni


Nel 1988 la dottrina ha ritenuto non utilizzabile, come prova del fatto storico rappresentato, il documento
contenente una narrazione del medesimo.
La Corte Costituzionale, con una pronuncia del 1992, ha precisato che lart. 234 c.p.p. non distingue tra
rappresentazione di fatti e rappresentazione di dichiarazioni, pertanto il documento pu costituire prova del
fatto rappresentato nella dichiarazione e pu essere ammesso.

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Sezione Appunti

151. Il documento anonimo nel processo penale


La prova documentale pu essere valutata dal giudice nella sua attendibilit quando noto lautore del
documento.
Infatti allautore, chiamato a deporre, possono essere rivolte le domande che servono a valutarne la
credibilit.
Una verifica del genere non pu avvenire quando ignoto lautore del documento.
Risulta ovviamente impossibile ricercare gli elementi di prova che servono a valutare la credibilit
dellautore ignoto.
Nel solo caso in cui si sia in presenza di un documento contenente una dichiarazione anonima, il codice
prevede la sanzione dellinutilizzabilit, mentre resta perfettamente valido il documento anonimo non
contenente una dichiarazione ma una rappresentazione diversa (una foto).
Sul documento anonimo che contenga una rappresentazione diversa dalla dichiarazione posto, di regola, il
libero convincimento del giudice.
Ovviamente sar pi difficile, ma non impossibile, valutare lattendibilit della rappresentazione incorporata
in un documento anonimo non dichiarativo.
Il codice prevede che il documento possa essere sottoposto alle parti provate o ai testimoni per la verifica
della provenienza.
Il documento cessa di essere anonimo quando il suo autore ne riconosce la paternit.
Lassenza della sottoscrizione o la sottoscrizione illeggibile, o di fantasia, danno luogo al documento
formalmente anonimo.
Infatti se vi riconoscimento, il documento non pi sostanzialmente anonimo.
Inoltre lautore della rappresentazione pu essere identificato attraverso un mezzo di prova come, ad
esempio, una perizia.

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Sezione Appunti

152. Il valore probatorio dellatto formalmente anonimo


Il valore probatorio dellatto formalmente anonimo, per mancata sottoscrizione, ma riconosciuto
problematico.
Infatti la mancata sottoscrizione col proprio nome dimostra che lautore non ha voluto impegnare la propria
responsabilit nel fare una determinata dichiarazione.
Pertanto non si pone un problema di utilizzabilit, il riconoscimento rende utilizzabile il documento
formalmente anonimo, ma si pone un problema di credibilit della fonte e di attendibilit della
rappresentazione.
Infatti ci si pu chiedere: cosa aveva da nascondere lautore della dichiarazione, se non ha voluto
sottoscriverla, evitando cos di impegnare la propria parola?
Al generale divieto di utilizzazione delle dichiarazioni anonime, il codice prevede deroghe consentendo in
due casi lutilizzabilit dei documenti contenenti dichiarazioni anonime:
quando la dichiarazione anonima costituisce corpo del reato, cio quando mediante la stessa o sulla stessa
stato commesso il reato, in quanto il codice impone che il corpo del reato sia sempre acquisito al
procedimento;
quando la dichiarazione provenga comunque dallimputato, non bisogna intendere il termine provenire
come essere lautore, altrimenti non si avrebbe un documento anonimo e non ci sarebbe bisogno di una
norma espressa per garantirne lutilizzabilit.
Quindi bisogna intendere il termine provenire come essere presentate dallimputato, cio sono
utilizzabili le dichiarazioni anonime che limputato, e soltanto lui tra le parti, ha presentato e delle quali sia
venuto comunque in possesso.
Ovviamente il valore probatorio sar molto limitato poich sar difficile dimostrare lattendibilit della
dichiarazione medesime, tuttavia resta utilizzabile.

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Sezione Appunti

153. I mezzi di ricerca della prova nel processo penale


Il codice denomina mezzi di ricerca della prova le ispezioni, le perquisizioni, i sequestri e le
intercettazioni di comunicazioni.
Tali atti si distinguono dai mezzi di prova sotto numerosi profili:
- lelemento probatorio si forma in seguito allesperimento del mezzo di prova, viceversa attraverso il mezzo
di ricerca della prova entra nel procedimento un elemento probatorio che preesiste allo svolgersi del mezzo
stesso;
- i mezzi di prova possono essere assunti soltanto davanti al giudice, mentre i mezzi di ricerca della prova
possono essere disposti dal giudice, dal Pubblico Ministero e, in alcune ipotesi, possono essere compiuti
dalla polizia giudiziaria durante le indagini preliminari;
- i mezzi di ricerca della prova si basano, di regola, sul fattore sorpresa e, perci, non consentono il
preventivo avviso al difensore dellindagato quando sono compiuti durante le indagini preliminari, viceversa
i mezzi di prova possono essere assunti, in via eccezionale, durante le indagini preliminari soltanto con la
piena garanzia del contraddittorio mediante listituto dellincidente probatorio.

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Sezione Appunti

154. Le ispezioni nell'ambito del processo penale


Consistono nellosservare e descrivere persone, luoghi e cose allo scopo di accertare le tracce e gli altri
effetti materiali del reato.
Hanno prevalentemente una finalit descrittiva.
Sono disposte, di regola, dallautorit giudiziaria con decreto motivato, quando occorre accertare le tracce e
gli altri effetti materiali del reato.
Se necessario lispezione si svolge con limpiego di poteri coercitivi: sia il giudice che il Pubblico Ministero
possono chiedere lintervento della polizia giudiziaria.
Lispezione personale ha una normativa particolare, innanzi tutto linteressato avvertito della facolt di
farsi assistere da persona di fiducia.
Lispezione personale deve essere eseguita nel rispetto del pudore e della dignit della persona umana, e in
alcuni casi pu essere compiuta anche per mezzo di un medico.
Lispezione di luoghi o cose hanno diversa disciplina.
La persona che ha la disponibilit del luogo in cui eseguita lispezione, ed anche limputato, hanno diritto,
se presenti, ad avere copia del decreto che autorizza lispezione.
Lautorit giudiziaria ha il potere di ottenere che taluno non si allontani prima che le operazioni siano
concluse.
Nel corso delludienza preliminare o dibattimentale lispezione di persone, luoghi o cose disposta dal
giudice.
Nel corso delle indagini preliminari lispezione disposta, di regola, dal Pubblico Ministero che pu
delegare la polizia giudiziaria.
Lispezione compiuta dalla polizia di propria iniziativa solo in situazioni di urgenza sotto la forma di
accertamenti e rilievi, che possono riguardare solo le persone e in ogni caso si tratta di un istituto diverso
da quelle dellispezione personale.
Quando il Pubblico Ministero procede allispezione personale, il difensore dellindagato deve essere
preavvisato almeno 24 ore prima.
Nei casi di assoluta urgenza, il Pubblico Ministero pu procedere anche prima del termine fissato, dandone
avviso al difensore senza ritardo, o anche senza darne avviso se vi fondato motivo di ritenere che le tracce
possano essere alterate.

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155. Le perquisizioni nell'ambito del processo penale


Consistono nel ricercare una cosa da assicurare al procedimento o una persona da arrestare.
La perquisizione personale disposta quando vi fondato motivo di ritenere che taluno occulti sulla persona
il corpo del reato o le cose pertinenti al reato.
La perquisizione locale disposta quando vi fondato motivo di ritenere che tali cose si trovino in un
determinato luogo, oppure che in esso possa eseguirsi larresto dellimputato o dellevaso.
La perquisizione disposta dallautorit giudiziaria con decreto motivato; la motivazione dovr attestare la
presenza di sufficienti indizi.
Lautorit giudiziaria pu procedere direttamente o pu delegarne lesecuzione ad un ufficiale di polizia
giudiziaria.
La ricerca di cosa determinata una modalit meno invasiva della perquisizione, quando si ricerca una cosa.
Lautorit giudiziaria pu limitarsi a invitare taluno a consegnare la cosa; se linvito accolto e la cosa
presentata non si fa luogo a perquisizione.
Se deve essere eseguita la perquisizione di una persona, occorre consegnare a questa una copia del decreto
con lavviso della facolt di farsi assistere da persona di fiducia.
Se deve essere eseguita la perquisizione di un luogo, va consegnata copia del decreto allinteressato e a colui
che abbia la disponibilit del luogo, se costoro sono presenti.
Ad essi deve essere dato avviso della facolt di farsi assistere o rappresentare da una persona di fiducia.
Le cose rinvenute nel corso della perquisizione, se costituiscono corpo del reato o sono pertinenti ad esso,
sono sottoposte a sequestro.
Se si trova la persona ricercata, si da esecuzione allordinanza di custodia cautelare o ai provvedimenti di
arresto o di fermo.
Nel corso delle indagini preliminari la perquisizione ordinata dal PM.
La perquisizione su iniziativa della polizia giudiziaria pu avvenire sempre nel corso delle indagini
preliminari, ma soltanto il flagranza di reato o nel caso di evasione.
La polizia giudiziaria deve trasmettere il verbale delle operazioni senza ritardo al PM.
La pubblica accusa convalida la perquisizione nelle 48 ore successive, se ne ricorrono i presupposti.

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Sezione Appunti

156. Il sequestro probatorio nell'ambito del processo penale


Il codice prevede tre distinti tipi di sequestro: il sequestro probatorio, il sequestro preventivo e il sequestro
conservativo.
Il primo collocato tra i mezzi di ricerca della prova, gli altri due tra le misure cautelari.
Comune ai tre tipi di sequestro la caratteristica di creare un vincolo di indisponibilit di una cosa mobile o
immobile, attraverso uno spossessamento coattivo; ma differenti sono le finalit.
Il sequestro probatorio consiste nellassicurare una cosa mobile o immobile al procedimento per finalit
probatorie, mediante lo spossessamento coattivo della cosa e la creazione di un vincolo di indisponibilit
sulla medesima.
Tale vincolo di indisponibilit serve per conservare immutate le caratteristiche della cosa, al fine
dellaccertamento dei fatti.
E necessario un requisito naturalistico: deve esserci un bene materiale; e un requisito giuridico: deve
trattarsi del corpo del reato o di una cosa pertinente al reato e, soprattutto, che la cosa sia necessaria per
laccertamento dei fatti.
Il sequestro mantenuto fino a quando sussistono le esigenze probatorie, ma il limite massimo la sentenza
irrevocabile.
Nel corso delludienza preliminare o dibattimentale il sequestro probatorio disposto con decreto dal
giudice.
Nel corso delle indagini preliminari il decreto di sequestro emanato, di regola, dal PM.
Contro il decreto si pu proporre richiesta di riesame, sulla quale decide in composizione collegiale il
Tribunale del capoluogo della provincia nella quale ha sede lufficio che ha emesso il provvedimento.
Il sequestro probatorio disposto dalla polizia giudiziaria pu avvenire sempre durante le indagini
preliminari, ma soltanto in situazioni di urgenza.
Il verbale deve essere trasmesso entro 48 ore al Pubblico Ministero che nelle 48 ore successive pu
convalidare il sequestro con decreto motivato, se ne ricorrono i presupposti.
La questione della necessit di mantenere il sequestro si pone quando non chiaro se persiste la sua utilit ai
fini probatori.
Nel corso delle indagini preliminari previsto un ulteriore procedimento incidentale: la persona interessata
pu presentare al Pubblico Ministero richiesta motivata di restituzione della cosa sequestrata.
Questi decide con decreto motivato:
se valuta che non sussistano pi esigenze probatorio, dispone la restituzione allavente diritto;
se ritiene che le esigenze probatorie siano ancora presenti, respinge la richiesta di restituzione.
Contro il decreto del PM, che accoglie o respinge la richiesta di restituzione, linteressato pu presentare
opposizione al GIP, che provvede in camera di consiglio; egli pu disporre la restituzione, mantenere il
sequestro o anche, quando vi contestazione sullappartenenza della cosa sequestrata, rimettere la questione
al giudice civile competente.
E possibile impugnare il provvedimento del GIP con ricorso per Cassazione.

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157. La nozione di intercettazione nell'ambito del processo penale


Per intercettazione si intende quella attivit che si effettua mediante strumenti tecnici di percezione e che
tende a captare il contenuto di una conversazione o di una comunicazione segreta in corso tra due o persone,
quando lapprensione medesima operata da parte di un soggetto che nasconde la sua presenza.
I requisiti sono:
Segretezza, i soggetti devono comunicare tra loro col preciso intento di escludere estranei dal contenuto
della comunicazione.
Strumenti di percezione, il soggetto che capta deve usare strumenti tecnici di percezione particolarmente
invasivi e insidiosi, idonei a superare le cautele elementari, che dovrebbero garantire la libert e segretezza
del colloquio, e a captarne i contenuti.
Clandestinit, il soggetto captante deve essere assolutamente estraneo al colloquio e deve operare in modo
clandestino.
Lintercettazione cos definita, unattivit che pu essere compiuta soltanto per iniziativa del Pubblico
Ministero e su autorizzazione del GIP nei casi e modi previsti dalla legge.
Lintercettazione di comunicazioni tra presenti ammessa, di regola, fuori dal domicilio privato.
In via eccezionale lintercettazione di comunicazioni tra presenti consentita anche nel domicilio privato se
vi fondato motivo di ritenere che ivi si stia svolgendo lattivit criminosa.
Differente dalla intercettazione, perch non ha per oggetto una comunicazione, il pedinamento mediante
apparecchiatura satellitare GPS.
Parimenti estranea allintercettazione la acquisizione dei tabulati del traffico telefonico.
Rientra tra le intercettazioni ambientali, la ripresa audiovisiva di comportamenti comunicativi che si
svolgono in luoghi di privata dimora.

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158. Requisiti per disporre le intercettazioni nell'ambito del


processo penale
Le intercettazioni di comunicazioni e conversazioni sono ammesse con molti limiti imposti dalla necessit di
rispettare la garanzia prevista dallart. 15 cost.
La compressione della libert individuale ammessa soltanto per atto motivato dellautorit giudiziaria e
con le garanzie stabilite dalla legge: vige anche in questa materia la duplice riserva di legge e giurisdizione.
Tali requisiti sono:
- possono essere disposte relativamente ai soli reati previsti dallart. 266 c.p.p.
- delitti non colposi con pena da 5 anni a ergastolo;
- delitti contro pubblica amministrazione con pena superiore a 5 anni;
- delitti concernenti sostanze stupefacenti;
- delitti concernenti armi;
- delitti di contrabbando;
- reati di ingiuria, usura o molestia.
- devono essere autorizzate dal giudice su richiesta del PM;
- possono essere ammesse soltanto quando vi sono gravi indizi di reato e lintercettazione assolutamente
indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini.
Infine sono previsti divieti di utilizzazione e garanzie in favore di difensori, consulenti tecnici e loro
ausiliari.
Le intercettazioni per gravi delitti, quali criminalit organizzata, minaccia per mezzo del telefono o contro la
personalit individuale, i requisiti sono attenuati: basta la sussistenza di sufficienti indizi; lintercettazione
delle comunicazioni tra presenti ammessa anche se non vi motivo di ritenere che nei luoghi di privata
dimora si stia svolgendo lattivit criminosa.
Le intercettazioni preventive sono quelle intercettazioni telefoniche effettuate allo scopo di prevenire il
compimento di determinati delitti particolarmente gravi in tema di criminalit mafiosa o terroristica.
Queste intercettazioni sono disposte dal Pubblico Ministero con decreto motivato quando vi siano elementi
investigativi che giustifichino lattivit di prevenzione.

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159. Il procedimento nell'ambito del processo penale


Il Pubblico Ministero chiede al GIP lautorizzazione a disporre le intercettazioni; lautorizzazione data dal
giudice con decreto motivato.
Una volta ottenuto il provvedimento, il Pubblico Ministero emana un decreto con cui regola le modalit e la
durata delle operazioni.
Nei casi di urgenza lintercettazione disposta dal PM, che deve comunicare il relativo decreto motivato al
giudice non oltre 24 ore decorrenti dal proprio provvedimento.
Il giudice entro le 48 ore successive decide sulla convalida con decreto motivato.
In caso di mancata convalida, lintercettazione non pu essere proseguita e i risultati non possono essere
utilizzati.
Le utenze intercettabili sono sia le utenze riferibili agli indagati , sia quelle riferibili ai testimoni, sia, infine,
le utenze riferibili a persone estranee ai fatti, quando queste ultime possono essere destinatarie di
comunicazioni provenienti da indagato o da testimoni.
Le comunicazioni intercettate sono registrate; delle operazioni redatto verbale.
La polizia giudiziaria provvede a trascrivere il contenuto delle registrazioni, anche sommariamente: c.d.
brogliacci dascolto, utilizzabili gi durante le indagini preliminari.
La registrazione delle intercettazioni ed i verbali sono trasmessi immediatamente al Pubblico Ministero e
devono essere depositati in segreteria.
Una volta effettuato il deposito, deve essere dato avviso ai difensori che possono ascoltare le registrazione
ed esaminare gli atti.
Il giudice ha un limitato potere di filtro: deve stralciare le registrazioni di cui vietata lutilizzazione e deve
disporre lacquisizione delle registrazioni che non appaiano manifestamente irrilevanti.
Lo stralcio pu essere richiesto dalle parti o operato dufficio dal giudice.
Successivamente il giudice dispone la trascrizione delle registrazioni.
Soltanto a questo punto la persona interessata pu chiedere al giudice, a tutela della propria riservatezza, la
distruzione della registrazione che la riguarda; il giudice accoglie la richiesta se la documentazione non
necessaria per il procedimento.
Si hanno divieti di utilizzazione per le intercettazioni eseguite fuori dei casi consentiti o con modalit
diverse da quelle previste dalla legge.
Le registrazioni di cui vietata lutilizzazione sono distrutte su ordine del giudice, salvo che costituiscano
corpo del reato.
Di regola i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei
quali sono stati disposti.
Restano comunque utilizzabili come notizia di reato per altri procedimenti.

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160. Disposizioni generali sulle indagini preliminari


Le indagini preliminari costituiscono la prima fase del procedimento penale, la quale inizia nel momento in
cui una notizia di reato perviene alla polizia giudiziaria o al Pubblico Ministero e termina quando
questultimo esercita lazione penale o ottiene dal giudice larchiviazione richiesta.
Esse consistono in investigazioni svolte dal Pubblico Ministero e dalla polizia giudiziaria, ma la direzione
spetta unicamente al PM.
Tra gli atti delle indagini preliminari occorre fare una distinzione: vi sono atti compiuti ad iniziativa della
polizia giudiziaria e atti che sono compiuti ad iniziativa del PM.
Tale distinzione comporta una regolamentazione parzialmente diversa anche sotto il profilo
dellutilizzabilit degli atti in dibattimento, ma soprattutto implica una differente ampiezza di poteri
coercitivi.

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161. Le finalit delle indagini preliminari


Il Pubblico Ministero e la polizia giudiziaria svolgono, nellambito delle rispettive attribuzioni, le indagini
necessarie per le determinazioni inerenti allesercizio dellazione penale.
Gli elementi acquisiti servono al Pubblico Ministero per ottenere dal GIP i vari provvedimenti che soltanto
questultimo pu disporre: misure cautelari, autorizzazione alle intercettazioni, ecc
Pertanto i risultati delle indagini possono essere utilizzati tanto dal parte del PM, quanto da parte del giudice
per emettere i provvedimenti che limitano in vario modo le libert garantite dalla Costituzione.
Gli elementi acquisiti nelle indagini sono utilizzati nelle prime due fasi procedimento (indagini preliminari e
udienza preliminare).
La formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dellimputato o per non ripetibilit
oggettiva o per effetto di condotta illecita sul dichiarante, e in tali casi il giudice pu utilizzare in
dibattimento gli elementi raccolti durante le indagini preliminari.
In conclusione, gli elementi di prova acquisiti sono valutati, in primo luogo, dal Pubblico Ministero per
decidere se esercitare lazione penale; in secondo luogo sono utilizzati come prove dal GIP nel momento in
cui questo pronuncia i provvedimenti di sua competenza; infine sono utilizzati, sia pure in via eccezionale e
con determinate cautele, dal giudice del dibattimento per emettere la decisione finale.
E a causa, appunto, di questo allargamento delle finalit delle indagini preliminari che oggi si ritiene di
dover tutelare anche in questa fase, il diritto alla difesa e il diritto alla prova.

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162. Il giudice per le indagini preliminari


Egli svolge una funzione di controllo imparziale sui provvedimenti pi importanti, senza esercitare poteri
diniziativa.
Si dice che il GIP ha una giurisdizione semipiena perch incontra due limiti fondamentali: la sua funzione
esercitata solo nei casi previsti dalla legge e solo sui iniziativa di parte.
Si dice giudice per, e non delle, indagini preliminari per sottolineare come il soggetto che ha liniziativa
in tale fase non il giudice ma il PM.
Il GIP deroga al principio secondo cui non ci deve essere giurisdizione prima dellesercizio dellazione
penale, la ragione della deroga sta nellesigenza di assicurare un organo imparziale in una fase in cui
possono essere, di fatto, toccati diritti costituzionali dellindagato e di altre persone.

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163. La notizia di reato nell'ambito del processo penale


La notizia di reato uninformazione che permette alla polizia giudiziaria e al Pubblico Ministero di venire a
conoscenza di un illecito penale.
Essa produce tre effetti:
- segna il passaggio dalla funzione di polizia di sicurezza alla funzione di polizia giudiziaria;
- impone alla polizia giudiziaria, che abbia appreso la notizia di un reato, lobbligo di informarne il Pubblico
Ministero;
- impone al Pubblico Ministero lobbligo di provvedere alla immediata iscrizione della notizia nel registro
delle notizie di reato.
Il codice regola espressamente due notizie di reato: la denuncia e il referto.
Inoltre prevede le condizioni di procedibilit per alcuni tipi di reato: la querela, listanza, la richiesta di
procedimento e lautorizzazione a procedere; questi atti contengono sia linformativa su di un illecito penale,
sia la manifestazione della volont che si proceda contro il responsabile dello stesso, e la loro mancanza
impedisce al Pubblico Ministero di esercitare lazione penale.

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164. La denuncia nel processo penale


Pu essere presentata da qualunque persona che abbia avuto notizia di un reato.
Pu essere scritta o orale e pu essere presentata sia a un ufficiale di polizia giudiziaria, sia direttamente al
PM.
La denuncia contiene lesposizione degli elementi essenziali del fatto, indica il giorno dellacquisizione
della notizia di reato e le fonti di prova gi note.
Inoltre, quando possibile, contiene le generalit della persona alla quale il fatto attribuito dalla persona
offesa, e di coloro che sono in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione del fatto.
Di regola la denuncia facoltativa: rimessa al senso civico della singola persona.
Enunciata la regola, vediamo le eccezioni:
1. privati, hanno lobbligo di denuncia:
- quando abbia avuto notizia di un delitto contro la personalit dello Stato per il quale la legge stabilisce
lergastolo e il privato sia cittadino italiano;
- quando abbia ricevuto cose provenienti da delitto;
- quando abbia notizia di materie esplodenti situate nel luogo da lui abitato;
- quando abbia subito un furto di armi o esplosivi;
- quando abbia avuto conoscenza di un delitto di sequestro di persona a fini di estorsione.
2. pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio, hanno lobbligo di presentare denuncia quando vi
una determinata relazione tra la funzione o il servizio da loro svolto e la conoscenza del reato, sia
nellesercizio delle funzioni sia a causa delle funzioni.
Tale obbligo scatta quando la notizia riguarda un reato procedibile non a querela.
La funzione e il servizio devono essere pubblici in entrambe le figure, cio devono essere disciplinati da
norme di diritto pubblico e da atti autoritativi: ci consente di distinguere queste due categorie di soggetti
dai soggetti privati.
Occorre che un soggetto eserciti in concreto una funzione o un servizio pubblico, anche in assenza di un
rapporto di pubblico impiego.
Vediamo, ora, la distinzione interna tra le due categorie:
a. Pubblico ufficiale, integrano questa qualifica coloro che svolgono le funzioni pubbliche legislative,
giudiziarie e amministrative.
Con particolare riferimento alla funzione amministrativa, questa deve consistere nella formazione o
manifestazione della volont della pubblica amministrazione o deve svolgersi per mezzo di poteri
autoritativi o certificativi.
b. Incaricato di pubblico servizio, devono sussistere tre requisiti, uno positivo e due negativi:
- il servizio deve essere disciplinato, come la funzione pubblica, da norme di diritto pubblico e da atti
autoritativi;
- devono mancare le caratteristiche proprie della funzione pubblica, cio lo svolgimento di poteri
certificativi o autoritativi o la manifestazione della volont della pubblica amministrazione;
- il servizio non deve comportare lesercizio di semplici mansioni dordine (dattilografo) n la prestazione di
un opera meramente materiale (manovale).

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3. ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, data la particolare qualifica sono tenuti ad informare il Pubblico
Ministero di tutti i reati procedibili dufficio dei quali sono venuti comunque a conoscenza, quindi anche al
di fuori del servizio svolto.
Inoltre hanno una esenzione dallobbligo di denuncia il difensore e i suoi ausiliari, in relazione ai reati dei
quali abbiano avuto notizia nel corso delle attivit investigative da essi svolte.
In pratica tali soggetti sono trattati da privati anche quando svolgono investigazioni difensive.

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165. Il referto nel processo penale


Particolare forma di denuncia alla quale tenuto colui che, nellesercizio di una professione sanitaria, ha
prestato la propria assistenza o opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto procedibile
dufficio.
Il soggetto obbligato deve far pervenire il referto entro 48 ore al Pubblico Ministero o alla polizia
giudiziaria.
Lobbligo viene meno quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale.
Occorre mettere in evidenza che se il medico dipendente pubblico, in tal caso egli ha sempre lobbligo di
denuncia-referto in quanto incaricato di pubblico servizio.
Lobbligo di informare il pubblico ministero
Una volta che la polizia giudiziaria abbia ricevuto la notizia di reato, scatta lobbligo per la polizia stessa di
informare il PM.
Linformativa deve precisare gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi di prova e le attivit
compiute.
Per quel che riguarda i termini per la trasmissione dellinformativa, come regola il codice pone lobbligo di
riferire la notizia di reato senza ritardo e per iscritto al PM.
Sono tuttavia previste delle eccezioni:
linformativa deve essere data immediatamente anche in forma orale quando sussistono ragioni di
urgenza o quando si tratta di determinati delitti gravi o di criminalit organizzata;
linformativa deve essere trasmessa entro 48 ore nel caso in cui la polizia giudiziaria abbia compiuto atti per
i quali prevista lassistenza del difensore dellindagato.
La differenza tra la notizia di reato e linformativa della polizia sta nellimpersonalit di questultima.
Infatti, mentre le notizie di reato obbligatorie sono il frutto di obblighi imposti ad una specifica persona,
lobbligo di informativa investe lorgano di polizia giudiziaria inteso come unit operativa.

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166. La nozione di azione penale


E la richiesta diretta al giudice di decidere sullimputazione.
Il codice precisa quali sono gli atti con i quali esercitata lazione penale: il Pubblico Ministero la esercita
formulando limputazione che nel procedimento ordinario ricompresa nella richiesta di rinvio a giudizio,
mentre nei riti speciali ricompresa nellatto che instaura il singolo procedimento.
Limputazione consiste nelladdebitare ad una determinata persona un fatto di reato.
Gli elementi sono:
- lenunciazione del fatto storico in forma chiara e precisa;
- lindicazione degli articoli di legge violati, c.d. titolo del reato;
- le generalit della persona alla quale il reato addebitato.
Gli effetti che produce lesercizio dellazione penale sono:
pone al giudice lobbligo di decidere su di un determinato fatto storico;
fissa in modo tendenzialmente immutabile loggetto del processo, e cio impone al giudice il divieto di
decidere su di un fatto storico differente da quello precisato nellimputazione.
Il codice non indica espressamente quale la misura degli elementi probatori che sono necessari per
formulare limputazione.
Tuttavia, tale criterio pu essere ricavato a contrario dallespressa indicazione del requisito che deve essere
presente nellopposta ipotesi: la richiesta di archiviazione.
Il Pubblico Ministero presenta richiesta di archiviazione allorch gli elementi acquisiti nelle indagini
preliminari non sono idonei a sostenere laccusa in giudizio .
Da ci si ricava che limputazione formulata quando il Pubblico Ministero ha raccolto elementi idonei a
sostenere laccusa in giudizio, cio quando i risultati delle indagini sono in grado di permettere al Pubblico
Ministero di dimostrare la fondatezza dellaccusa, ossia devono rendere altamente probabile una sentenza di
condanna.
Non sufficiente che il Pubblico Ministero ritenga possibile la reit di una persona, occorre che egli
ritenga probabile ottenere in giudizio una sentenza di condanna.
Poich a lui spetta di sostenere laccusa in giudizio, su di lui ricade per intero la responsabilit nellaver
formulato limputazione in caso di insuccesso.

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167. Lobbligatoriet dellazione penale


Il principio dellobbligatoriet impone che il Pubblico Ministero valuti la fondatezza di ciascuna notizia di
reato e che compia le indagini necessarie per decidere se occorre formulare limputazione o chiedere
larchiviazione.
Tale principio non impone assolutamente che il Pubblico Ministero debba necessariamente accusare, il
suo obbligo istituzionale quello di controllare che la legge sia rispettata.
Pertanto il Pubblico Ministero chiede larchiviazione se gli elementi raccolti non sono idonei a sostenere
laccusa in giudizio, ma se successivamente ritiene che possano essere svolte nuove investigazioni, chieder
al giudice la riapertura delle indagini.
Parimenti, nel corso del dibattimento il Pubblico Ministero pu chiedere il proscioglimento se tale la
conclusione da trarre dagli elementi di prova acquisiti.
Lobbligatoriet dellazione penale deve assicurare due principi fondamentali:
principio di eguaglianza, se la persona offesa non ha possibilit economiche, ci non deve impedire che il
reato venga comunque perseguito;
principio di legalit, pu essere soltanto la legge a determinare chi debba essere punito e chi debba andare
esente da pena, non deve dipendere da una scelta di opportunit politica.
Se lazione penale obbligatoria, necessario che sia previsto uno strumento tecnico che renda effettivo
ladempimento di tale dovere: il controllo sul mancato esercizio dellazione penale effettuato dal giudice.
La richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero sottoposta al controllo del GIP.
Si tratta di un controllo molto penetrante, in quanto il giudice pu indicare al Pubblico Ministero le indagini
che egli reputi necessarie, pu altres ordinargli di formulare limputazione, ma non pu, tuttavia, sostituirsi
al Pubblico Ministero nel precisarne il contenuto perch lo vieta il principio di separazione tra le funzioni
processuali.

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168. Il monopolio dellazione penale


Il monopolio dellazione penale in capo al Pubblico Ministero non imposto dalla Costituzione, in quanto
durante i lavori della costituente stato respinto un emendamento che tendeva a qualificare come pubblica
lazione penale.
La Corte Costituzionale ha affermato che la titolarit dellazione penale pu essere conferita anche a
soggetti diversi dal PM, sufficiente che ci non vanifichi il dovere di questultimo di esercitarla.
Il codice di procedura penale ha attribuito unicamente al Pubblico Ministero il potere di esercitare lazione
penale, si tratta quindi di una scelta compiuta dal legislatore ordinario.
Si ha una deroga al monopolio grazie ad una riforma del 1999 che ha attribuito competenze penali alla
giurisdizione del giudice di pace e ha concesso alla persona offesa la facolt di chiedere con ricorso diretto
al giudice di pace la citazione a giudizio del responsabile del reato.

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169. La nozione di procedibilit dufficio


Quando non necessaria la querela, la richiesta, listanza o lautorizzazione a procedere, lazione penale
esercitata dufficio.
Da ci si ricava che di regola il Pubblico Ministero non vincolato, nella sua azione, alliniziativa di altri
soggetti; sufficiente che egli rilevi lesistenza di un fatto storico che previsto dalla legge come reato.
Non occorre neanche che gli pervenga una denuncia: il Pubblico Ministero pu direttamente prendere
notizia dei reati di propria iniziativa.
A questa regola si pongono alcune eccezioni: si tratta delle ipotesi nelle quali necessario che sia presente
una condizione di procedibilit, e cio la querela, listanza, la richiesta o, infine, lautorizzazione a
procedere.
Poich si tratta di eccezioni, necessario che vi sia una norma di legge che, in relazione ad un determinato
reato, preveda la singola condizione di procedibilit.

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170. Lirretrattabilit dellazione penale


Lesercizio dellazione penale pu essere sospeso o interrotto soltanto nei casi espressamente previsti dalla
legge.
A seguito delliniziale esercizio dellazione penale, nessuno pu, di regola, interrompere il processo.
Il codice pone alla regola una eccezione: se risulta che lo stato mentale dellimputato tale da impedirne la
cosciente partecipazione al procedimento, il giudice dispone, con ordinanza, che questo sia sospeso: c.d.
incapacit dellimputato ad affrontare il processo.

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171. Le scuole penalistiche e le teorie sulla testimonianza


Due opposte concezioni sulla testimonianza si sono scontrate durante i lavori del codice di procedura penale,
il quale risente dei risultati di tale scontro:
Scuola Classica, ha ricostruito la teoria della testimonianza sulla base di tre postulati:
- la completezza della testimonianza;
- la volontariet della narrazione del vero;
- la neutralit psichica del testimone.
Si deduce che il testimone vede e percepisce tutto quello che gli sta davanti e se egli vuole essere sincero
in grado di riferire tutto quello che avvenuto in sua presenza.
Ne consegue che il testimone dice il falso soltanto quando vi ha interesse, viceversa se non ha interesse a
mentire allora dir il vero.
E, quindi, soltanto necessario che il magistrato indaghi sugli eventuali legami di interesse che il testimone
ha con le parti del processo: ove non vi siano legami dinteresse il testimone deve presumersi veritiero.
Scuola Positiva, ha applicato agli studi sulluomo il metodo scientifico.
Cos facendo si potuto dimostrare che non vero che il testimone vede tutto quello che ha di fronte, perch
le sue capacit di percezione sono limitate.
Successivamente si accertato che la deposizione non un atto completamente volontario, poich
influenzabile dallinconscio.
Per tali motivi gli studiosi sono arrivati alla conclusione che il testimone pu dire il falso per motivi
completamente diversi dal suo interesse nel processo.

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172. La sensazione e la percezione durante la testimonianza nel


processo penale
Sensazione
E la risposta dei recettori sensoriali situati nei nostri organi di senso agli stimoli ambientali.
Affinch lo stimolo sia percepibile deve avere una sufficiente durata e intensit e inoltre la persona che lo
riceve deve essere fisiologicamente in grado di avere sensazioni.

Percezione
E un processo che implica il riconoscimento e linterpretazione degli stimoli che colpiscono i nostri sensi.
Pu essere definita come lelaborazione cosciente dellinformazione sensoriale che perviene al cervello.
A questo livello della testimonianza possiamo gi incontrare i primi difetti della conoscenza, derivanti dalla
limitatezza delle capacit umane:
ciascuno di noi pu raccogliere dallambiente esterno solo un numero determinato di stimoli
contemporaneamente;
abbiamo una percezione dinsieme e non di singoli particolari;
abbiamo emozioni, pregiudizi o aspettative che derivano da precedenti esperienze e che influiscono sulla
nostra conoscenza.
Quando giungono sensazioni incomplete, il cervello tende a colmare le lacune; oppure, quando arrivano una
pluralit di sensazioni in contrasto tra loro, il cervello tende prevalentemente ad escludere quella che in
modo soggettivo ritiene contraddittoria.
Tutto ci d luogo ai c.d. fenomeni di illusione.
Il momento della percezione interno alla psiche delluomo, perci non controllabile dal sistema
giudiziario.
Il perito pu fare soltanto una diagnosi sulle circostanze ambientali e le disposizioni psicologiche in cui si
trovava il testimone.
Queste due fasi formano la c.d. fase precettiva.

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173. La rielaborazione durante la testimonianza nel processo penale


Avviene tra il momento in cui immagazziniamo in memoria delle informazioni ed il momento in cui le
richiamiamo alla nostra consapevolezza.
I ricordi vengono conservati in memoria non come un peso morto, bens vengono rielaborati a livello
inconscio.
In questa fase possiamo avere due meccanismi capaci di introdurre difetti e inquinare le originarie
rappresentazioni:
processo di rimozione, si tendono a scordare i momenti dolorosi per un meccanismo automatico di difesa
della salute psichica che pu dar luogo alle amnesie.
processo di integrazione, limmagine non completa crea una situazione di conflittualit interna che il
cervello tende ad eliminare colmando poi la lacuna formatasi.

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174. Il ruolo della memoria durante la testimonianza nel processo


penale
E la facolt delluomo di conservare e riprodurre contenuti di coscienza provati in passato.
I difetti principali riguardanti la memoria sono legati non solo a traumi e malattie, ma anche al passaggio del
tempo.
In sede sperimentale stato dimostrato che si ricorda pi a lungo una lista di vocaboli a cui possiamo dare
un significato unitario che non una lista di vocaboli difficilmente associabili fra loro.
Resta comunque valido il principio generale che il tempo erode inevitabilmente il ricordo degli eventi.
Se consideriamo che il dibattimento si svolge molto tempo dopo il fatto, comprendiamo limportanza e la
complessit del problema.
Esistono due tipi di memoria:
- episodica, fa riferimento ad informazioni relative a fatti specifici collocabili in un preciso contesto spaziotemporale;
- semantica, consente di interpretare un episodio alla luce di uno schema generale di comprensione,
conservando solo il significato delle informazioni e delle conoscenze perdendo completamente il riferimento
alle coordinare spaziali e temporali.

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175. La rievocazione durante la testimonianza nel processo penale


Consiste nellattivit di richiamo consapevole del materiale immagazzinato in memoria.
In tale momento possono presentarsi vari fattori che influenzano il contenuto della futura deposizione.
Un importante ruolo, in questa fase, giocato dagli stessi meccanismi inconsci che interferiscono nella
conservazione, come ad esempio il processo di integrazione.
Altra variabile che pu contaminare il ricordo leventuale interrogatorio a cui pu essere sottoposto il teste
prima del dibattimento.
Infestanti sono, inoltre, le domande implicative per presupposizione con le quali, inserendo nella domanda
alcuni dettagli, si contamina il ricordo del teste che tende a considerare questi ultimi come pacifici: ha visto
la valigia sul portapacchi?.
Nelle domande disgiuntive parziali si condiziona il teste a scegliere la risposta che pi si avvicina al proprio
ricordo: luomo che ha visto era vestito di bianco o di nero?(quando era vestito di grigio).
Anche luso di determinati termini pu influenzare la testimonianza: a che velocit viaggiavano le auto
quando si sono urtate/schiantate?.
Unaltra categoria di domande dotate di notevole forza suggestiva quella delle domande condizionali, che
possono essere positive: non era forse bianca lauto che ha visto?; o negative: era forse bianca lauto che
ha visto?.
Da come sono formulate le domande il teste avverte implicitamente che nel primo caso ci si attende una
risposta positiva e nel secondo caso una risposta negativa.
Nelle domande indirette di tipo dubitativo il suggerimento mascherato dalla forma indiretta e condizionale:
mi domando se lei ricorda se lauto posseduta dallimputato fosse una Fiat o unAlfa Romeo..
Tali domande danno solo la sensazione di trovarsi in uno stato di libert di scelta nel rispondere, che invece
illusorio.
Condizionano la testimonianza anche le affermazioni di dubbio spesso utilizzate per esercitare pressioni sul
teste: non si sta sbagliando?.
Tali affermazioni richiamano lo spauracchio della falsa testimonianza.

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176. Lespressione durante la testimonianza nel processo penale


E il racconto orale in dibattimento.
Le difficolt in tale fase stanno nel fatto che non tutte le persone sanno tradurre correttamente in linguaggio
ci che ricordano.
Nel passaggio allesposizione orale il linguaggio comporta una inevitabile semplificazione e
generalizzazione.
La narrazione libera a seguito di domanda aperta, pi accurata ma anche meno completa.
La narrazione guidata a seguito di domande puntuali, pi completa ma contiene pi errori.
Altro tema importante quello delle domande suggerimento, vietate durante lesame principale in quanto la
parte che cita un testimone deve dimostrare che questi attendibile, viceversa consentite in sede di
controesame perch servono a valutare la credibilit del dichiarante.
In sede di controesame si rivelano particolarmente efficaci le c.d. leading questions, ossia le domande
guidanti.
Queste sono formulate in modo da indurre il teste a rispondere s o no, a differenza delle domande
suggestive (traduzione letterale di leading questions) che incidono ugualmente sul contenuto della risposta
ma non chiudono il teste nella sola alternativa tra s e no.
Per esempio la domanda: pu riferire che manovra stava facendo con la sua vettura quando ha sentito gli
spari? suggestiva, infatti implica che il soggetto fosse allinterno della vettura al momento degli spari;
mentre la domanda: al momento degli spari lei era in macchina? una domanda guidante, in quanto
induce il teste a limitarsi a un s o un no.

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177. La testimonianza dei minorenni nel processo penale


Alcuni studiosi sono scettici riguardo alla capacit dei minori di testimoniare a causa dei seguenti fattori:
Maggiore suggestionabilit rispetto agli adulti.
Sicuramente incide pesantemente sulla testimonianza dei bambini, soprattutto in situazioni particolari in cui
si trovano in tribunale.
E comprensibile che in questi casi il minore non collabori o, viceversa, tenda a deformare la realt per
renderla meno dolorosa.
Inoltre si notato che davanti a domande che prevedono una risposta chiusa s/no, il minore manifesta la
tendenza a rispondere s anche quando avrebbe dovuto rispondere no.
Infine la spiccata tendenza dei bambini a venire incontro alle aspettative degli altri li porta rispondere con
pi facilit anche quando non sono sicuri, aumentando cos il rischio di falsi riconoscimenti.
Maturit insufficiente per compiere operazioni cognitive complesse.
Le competenze cognitive dei minori non sono considerabili n superiori n inferiori a quelle degli adulti:
esse sono qualitativamente diverse.
Infatti molti ricercatori hanno affermato che anche il bambino pu avere un ricordo accurato, al pari di un
adulto.
Il problema attiene, casomai, alla difficolt che i bambini hanno a ricordare dettagli non salienti.
Tutto ci appena detto vale solo nel caso che il bambino non abbia subito una precedente intervista, in
quanto il resoconto successivo risentir sicuramente dei colloqui precedentemente fatti.
Tendenza a completare ricordi lacunosi con elementi fantastici.
Questa eventualit stata pi volte smentita, in quanto gli eventuali elementi in pi presenti nel racconto del
minore sono dovuti pi allo stress e a condizioni emotive che alla fantasia.
Il fenomeno suddetto si verifica soltanto quando il minore vive lesperienza di reato come se si trattasse di
un gioco.
La conoscenza di questi elementi pu sicuramente condurci ad una migliore valutazione del ricordo fornito
dal bambino, in quanto permette una pi precisa ricerca della verit nella testimonianza da lui prodotta.
Inoltre nel bambino si ritrovano delle altre potenzialit che pi raramente si trovano negli adulti, ad esempio
la scarsa propensione a lasciarsi influenzare dai pregiudizi.
In sintesi possiamo affermare che laspetto pi problematico della deposizione del minore sembra essere non
tanto una questione cognitiva, quanto una questione emotiva.
Il codice di procedura penale prevede misure tendenti ad evitare che si determinino situazioni ulteriormente
traumatiche ai danni del minore: pu essere vitato lesame incrociato, se il giudice lo ritiene opportuno pu
essere presente uno psicologo in aula e leventuale incidente probatorio pu avvenire in una stanza separata
da uno specchio unidirezionale in modo che il minore si senta sicuro e possa parlare liberamente.

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Indice
1. Definizione di diritto processuale penale

2. La protezione della societ e la difesa dellimputato

3. Sistema inquisitorio e sistema accusatorio nel diritto penale

4. Sistema inquisitorio e principio di autorit

5. Caratteristiche principali del sistema inquisitorio

6. Definizione di sistema accusatorio

7. Le caratteristiche principali del sistema accusatorio

8. Rapporto tra sistema processuale e regime politico: processo penale o di tipo

9. Cenni sulla nascita del diritto romano

10

10. Cenni sul diritto nel periodo medioevale

11

11. Il processo penale nello Stato Assoluto

12

12. Il processo penale in Inghilterra

13

13. La rivoluzione francese e levoluzione del processo penale

14

14. Il sistema misto nel Code dinstruction criminelle

15

15. I codici italiani di procedura penale

16

16. I principi del processo penale nella costituzione del 1948

17

17. Le riforme parziali al codice penale del 1930

18

18. I lavori preparatori del nuovo codice di procedura penale in Italia

19

19. Le linee generali del nuovo processo penale

20

20. Le indagini preliminari nel processo penale

21

21. Il dibattimento nel processo penale

22

22. I procedimenti semplificati nel processo penale

23

23. Dopo il 1989: dal mito delloralit al recupero del diritto alla prova nel processo

24

24. La costituzionalizzazione dei principi del giusto processo

25

25. I principi attinenti ad ogni processo

26

26. I principi inerenti al processo penale

27

27. Definizione di processo penale

28

28. Lazione penale

29

29. I soggetti e le parti del procedimento penale

30

30. Giudici ordinari e speciali nel processo penale

31

31. Giurisdizione e giusto processo nel processo penale

32

32. La competenza per territorio nel processo penale

33

33. La competenza per connessione: riunione dei procedimenti

34

34. La competenza per connessione: separazione dei procedimenti

35

35. Il principio del giudice naturale

36

36. I conflitti di giurisdizione e di competenza

37

37. Le sezioni distaccate del tribunale

38

38. La capacit del giudice nel processo penale

39

39. Definizione di imparzialit del giudice

40

40. Limparzialit del giudice: incompatibilit

41

41. Limparzialit del giudice: astensione e ricusazione

42

42. La rimessione del processo penale

43

43. Le funzioni del Pubblico Ministero

44

44. I rapporti del Pubblico Ministero con il potere politico

45

45. I rapporti allinterno dellufficio dell'ufficio del Pubblico Ministero

46

46. I rapporti tra il Pubblico Ministero e gli altri uffici

47

47. Lastensione del giudice nel processo penale

48

48. Procure distrettuali e la procura nazionale antimafia

49

49. Polizia giudiziaria e di sicurezza

50

50. La dipendenza dallautorit giudiziaria

51

51. Ufficiali e agenti di polizia giudiziaria

52

52. La distinzione tra imputato e indagato

53

53. Linterrogatorio nel processo penale

54

54. La distinzione tra lindagato e la persona informata (possibile testimone)

55

55. La verifica della identit fisica e anagrafica dellimputato

56

56. La sospensione del procedimento per incapacit processuale dellimputato

57

57. La rappresentanza tecnica del difensore nel processo penale

58

58. Rapporti tra difensore e imputato e tra difensore e cliente

59

59. Difensore di fiducia e difensore dufficio

60

60. Difensore della persona offesa

61

61. Il difensore delle parti private diverse dallimputato

62

62. Il patrocinio per i non abbienti

63

63. Lincompatibilit del difensore

64

64. Labbandono e il rifiuto della difesa

65

65. Le garanzie per il libero esercizio dellattivit difensiva

66

66. La persona offesa dal reato

67

67. I poteri di partecipazione al procedimento della persona offesa

68

68. La parte civile nel processo penale

69

69. Lesercizio dellazione civile nel processo penale

70

70. Esclusione e revoca della parte civile nel processo penale

71

71. Gli atti del procedimento penale

72

72. Richiesta di copie di atti relativi a procedimenti penali

73

73. Gli atti del giudice

74

74. Gerarchia tra le formule di proscioglimento

75

75. I poteri coercitivi del giudice

76

76. Gli atti delle parti: richiesta e memoria

77

77. Procedimento in camera di consiglio

78

78. La documentazione degli atti del procedimento penale

79

79. La notificazione nel processo penale

80

80. Notificazioni: soggetti legittimati a disporre e soggetti destinatari

81

81. La notificazione all'imputato non detenuto

82

82. La traduzione degli atti del procedimento penale: linterprete

84

83. Le cause di invalidit degli atti del procedimento penale

85

84. Principio di tassativit nel processo penale

86

85. Linammissibilit nel processo penale

87

86. La decadenza nel processo penale

88

87. Definizione di restituzione nel termine nel processo penale

89

88. Restituzione nel termine nel processo penale: rimedio generico

90

89. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti della sentenza

91

90. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti del decreto penale di

92

91. La nullit nel processo penale

93

92. Nullit assolute nel processo penale

94

93. Nullit intermedie nel processo penale

95

94. Nullit relative nel processo penale

96

95. Distinzioni tra nullit intermedie e nullit relative nel processo penale

97

96. Dichiarazione ed estensione della nullit nel processo penale

98

97. Linutilizzabilit nel processo penale

99

98. Inutilizzabilit patologica nel processo penale

100

99. Inutilizzabilit fisiologica nel processo penale

102

100. Latto inesistente e latto abnorme nel processo penale

103

101. Sistema processuale e norme sulla prova

104

102. Il sillogismo giudiziario: la sentenza

105

103. Il contenuto logico dei tre momenti fondamentali della decisione del giudice

106

104. Ragionamento inferenziale: prova e indizio nel processo penale

107

105. La prova rappresentativa e la prova critica nel processo penale

108

106. La massima di esperienza nel processo penale

109

107. Le regole di valutazione degli indizi nel processo penale

110

108. Il procedimento logico seguito dal giudice

111

109. Procedimento probatorio: ricerca, ammissione, assunzione, valutazione

112

110. Lonere della prova nel processo penale

114

111. Il quantum della prova (c.d. standard probatorio) nel processo penale

115

112. Il diritto alla prova nel processo penale

116

113. Oralit, immediatezza e contraddittorio nel processo penale

117

114. Il giudice, lo storico e lo scienziato

118

115. La scienza e il diritto penale

119

116. Mezzi di prova tipici e atipici nel processo penale

120

117. La testimonianza nel processo penale

121

118. La deposizione nel processo penale: oggetto e forma

122

119. Testimonianza indiretta nel processo penale

123

120. Divieto di testimonianza indiretta nel processo penale

124

121. Definizione di incompatibilit a testimoniare

125

122. Ragioni di incompatibilit a testimoniare

126

123. Il privilegio contro lautoincriminazione

127

124. Il testimone prossimo congiunto dellimputato

128

125. La violazione degli obblighi del testimone

129

126. Il segreto professionale nel processo penale

130

127. Il segreto professionale: le categorie di professionisti qualificati

131

128. Il segreto professionale dei giornalisti

132

129. Il segreto dufficio e di Stato e gli informatori di polizia

133

130. Lesame delle parti nel processo penale

134

131. Lesame dellimputato nel processo penale

135

132. Lesame delle parti private diverse dallimputato

136

133. Lesame di persone imputate in procedimenti connessi

137

134. La testimonianza assistita dellimputato giudicato

138

135. La testimonianza assistita dellimputato prima della sentenza irrevocabile

139

136. Il riscontro nel processo penale

140

137. Il confronto nel processo penale

141

138. La ricognizione nel processo penale

142

139. Lesperimento giudiziale nel processo penale

143

140. Prova scientifica e contraddittorio nel processo penale

144

141. Il diritto alla prova scientifica nel processo penale

145

142. L'ammissione della prova scientifica nel processo penale

146

143. La perizia nel processo penale

148

144. La scelta del perito e la relazione peritale nel processo penale

149

145. Divieti di perizia nel processo penale

150

146. Il consulente tecnico di parte nel processo penale

151

147. Il consulente tecnico del pubblico ministero

152

148. Documento e documentazione nel processo penale

153

149. La definizione di documento nel processo penale

154

150. Il valore probatorio del documento contenente dichiarazioni

155

151. Il documento anonimo nel processo penale

156

152. Il valore probatorio dellatto formalmente anonimo

157

153. I mezzi di ricerca della prova nel processo penale

158

154. Le ispezioni nell'ambito del processo penale

159

155. Le perquisizioni nell'ambito del processo penale

160

156. Il sequestro probatorio nell'ambito del processo penale

161

157. La nozione di intercettazione nell'ambito del processo penale

162

158. Requisiti per disporre le intercettazioni nell'ambito del processo penale

163

159. Il procedimento nell'ambito del processo penale

164

160. Disposizioni generali sulle indagini preliminari

165

161. Le finalit delle indagini preliminari

166

162. Il giudice per le indagini preliminari

167

163. La notizia di reato nell'ambito del processo penale

168

164. La denuncia nel processo penale

169

165. Il referto nel processo penale

171

166. La nozione di azione penale

172

167. Lobbligatoriet dellazione penale

173

168. Il monopolio dellazione penale

174

169. La nozione di procedibilit dufficio

175

170. Lirretrattabilit dellazione penale

176

171. Le scuole penalistiche e le teorie sulla testimonianza

177

172. La sensazione e la percezione durante la testimonianza nel processo penale

178

173. La rielaborazione durante la testimonianza nel processo penale

179

174. Il ruolo della memoria durante la testimonianza nel processo penale

180

175. La rievocazione durante la testimonianza nel processo penale

181

176. Lespressione durante la testimonianza nel processo penale

182

177. La testimonianza dei minorenni nel processo penale

183

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