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IL FOGLIO

Redazione e Amministrazione: via Carroccio 12 20123 Milano. Tel 02/771295.1

ANNO XX NUMERO 257

quotidiano

Sped. in Abb. Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015 - 1,50

DIRETTORE CLAUDIO CERASA

I puristi della misericordia sono figli del patto tra chiesa e potere, e ora passano allepurazione dei nemici. Parla Rod Dreher
New York. Una premessa: ieri su queste colonne apparsa una
sintesi incauta a proposito della lettera firmata dal teologo Massimo Faggioli e da altri illustri suoi colleghi sulla qualit del lavoro di Ross Douthat, columnist cattolico del New York Times
DI

MATTIA FERRARESI

che spesso si occupa di religione. La lettera effettivamente non


formula una richiesta di sollevare Douthat dal suo ruolo di opinionista, come scritto, e Faggioli lo precisa in una replica molto cortese oggi a pagina quattro, ed stato solo per un abbaglio
che una missiva aperta, pubblica, corredata da una raccolta di
firme autorevoli, indirizzata non ai lettori ma al direttore del
New York Times, con accuse pesanti alle credenziali, alla visio-

Ignazio, Che

Il destino clinico e baro


di Marino tra dimissioni
ritirate e nuova fase daje
Lex sindaco torna sindaco per qualche
giorno e prepara la sfida kamikaze a un
Pd incapace di liberarsi dei suoi marziani

EXPO E TURISMO INSOSTENIBILE


Lutopia di chi sogna un turismo senza costi per limpatto ambientale.
Passeggiare al Padiglione Italia e capire tutto sulla grande contraddizione
del turismo italiano (e tutte le sue drammatiche distorsioni industriali)

iamo a Expo, Padiglione Italia, in tanti e


tutti inebetiti guardiamo le meravigliose bellezze italiane. In effetti la sala degli
specchi moltiplica le piazze, i castelli, le
DI

Verso le dimissioni dei consiglieri


Roma. Ci vediamo in Aula. S, labbiamo capito, ma prima bisogna passare dallo psicologo perch linterpretazione delle pulsioni, delle idee e dei sogni di Marino va oltre le capacit di analisi politica. Servirebbe uno strizzacervelli, perch non tornano pi lIo e lInconscio. Marino, dicevamo, resta. La storia arcinota, andiamo ai numeri: aveva dodici assessori, sette si sono dimessi. Il
suo partito (il Pd che ho
(s)fondato) non lo riconosce
pi. E ora? Calma e gesso, si
gioca a Risiko. Marino pu
chiedere un voto di fiducia
in Aula alla sua maggioranza
(che non c pi) e vedere
che succede; il Pd a sua volta pu mettere sul tavolo una
mozione di sfiducia dei suoi IGNAZIO MARINO
19 consiglieri comunali (ma
ne servono 25 per farlo cadere e dunque anche il voto delle opposizioni) e vedere il
buio di Marino in Aula; terza ipotesi, quella che evita il passaggio in Aula e sembra stia
maturando mentre stiamo scrivendo: dimissioni in massa di 25 consiglieri, alcun voto di fiducia (potrebbe gi avvenire oggi). Loperazione va in porto se c un accordo (sopra e sotto) con lopposizione. I 19 consiglieri dem sono tutti gi pronti a catapultarsi fuori dal Campidoglio, i due della lista Marchini sono pronti a farlo e siamo a ventuno. Ne mancano quattro e arriverebbero da gruppi minori pronti a
staccare la spina al Marino in piena fase robot con le pile Duracell. E se la manovra va a
carte quarantotto e Marino supera il percorso di guerra? Bocciatura del bilancio a fine anno e commissariamento del comune. In ogni
caso, la storia al the end con i lanci di pugnali. Lepilogo quello che si sospettava e tutto questo, fin dal principio, aveva un indizio
fisiognomico: la barba. Appariva e scompariva periodicamente. Un look volubile per un
sindaco (in)solubile. Oggi mi dimetto, domani
forse, dopodomani no. Una politica ciclotimica. Fu marziano, indubbiamente, ma da oggi
molto di pi, un kamikaze che gioca a (far)
perdere il Pd. E dunque ci vediamo in Aula.
Gli assessori si dimettono? Ignazio non fa un
pliss, ci vuole altro per piegarlo e soprattutto per spiegarlo ai lettori. E una questione da
luminari, forse da esperti del paranormale e
incastrare le tessere del mosaico solo con la
politica operazione di titanico ottimismo.
Siamo al Che Guevara in Campidoglio che
compila un cruciverba impazzito di dichiarazioni e piani del traffico. La storia di Marino,
inoltre, la fine rovinosa del mito della societ civile toccasana della politica, idea della sinistra di rito fallimentare. Basta, grazie.
Marino casca? Il prossimo candidato al capitombolo dal trono Rosario Crocetta, presidente della regione Sicilia alle prese con la
formazione del quarto governo in tre anni. Lui,
di assessori, ne ha bruciati 35, al confronto Marino un principiante. Sono personaggi che
non scriveranno la sceneggiatura dellra renziana? Vero, ma sono anche unombra sinistra
di malgoverno e il suo momento di sbandamento Renzi lha avuto non a caso quando ha
perso voti nelle regioni e nelle citt. Renzi deve darci un taglio, subito. Il nostro lavoro sta
cambiando la citt. E la voce di Ignazio Marino che esce dalla tv. Parla dalla ex caserma
Guido Reni, a Roma. Io resto. Sembra
Blob ma tutto vero. Ora non resta che chiamare la troika. (Mario Sechi)

ne politicista del cattolicesimo e alluso improprio, offensivo di


termini come eresia di uno dei suoi editorialisti sia stata scambiata per la richiesta di una sanzione. If it looks like a duck,
uno pensa, probabilmente sar unanatra, invece era una nota
per informare i lettori del New York Times che Douthat , teologicamente parlando, un lupo travestito da agnello.
Cosa centri in questa operazione di informazione dei lettori
il direttore del Times a questo punto sfugge, ma cortesemente
Faggioli fa sapere che nel parapiglia parateologico da periferie
dei social media, e che per riflette un importante scontro fra
visioni della chiesa in un momento di passaggio e trasformazione, c un elemento grave: Laccusa di eresia fa parte del modus operandi della cultura cattolica di cui Douthat espressio-

ANTONIO PASCALE

ville, le cattedrali. Ci guardiamo, annuiamo, ci emozioniamo e in coro pronunciamo


la seguente frase: certo che qui in Italia potremmo vivere solo di turismo! Lo dico anche io. Poi esco e sul decumano ci sono migliaia di persone e in un attimo il mio umore cambia. Ma da dove esce tutta questa
gente? Tutti accalcati, sudati e allora ho avuto un ritorno di pessimismo e incupito ho pensato:
s per, tutte le foto mostrate
nella sala degli specchi rappresentavano piazze, castelli,
e altro, ma i luoghi erano tutti
vuoti, non cerano persone. Posti incantevoli, perch sospesi
nel tempo, senza carne e
umori, senza di me, di voi,
di tutti. Sono crollato:
non che da una parte
desideriamo e proponiamo come soluzione
ai problemi economici
di vivere solo o in buona parte di turismo e
dallaltra non riusciamo nemmeno a immaginare come potrebbe davvero essere una piazza, un
castello, latrio di
una chiesa con dei turisti? Non che questa parola sta diventando unaltra di quelle parole amebe, generali e vaghe, e tanto suggestive che dicono tutto e niente? Male non fanno, non costano
fatica e in fin dei conti garantiscono a chi
le usa (politici, amministratori, frequentatori di talk televisivi) una buona rendita di
posizione? Non so, forse semplicemente
ero passato dallideale, la quintessenza
delle bellezze italiane, alla concretezza
dellaffollatissimo decumano, e insomma
avevo avuto il classico crollo. Per li ho
sentiti i politici dire: si potrebbe sviluppa-

re il turismo, o si potrebbe raddoppiare il


turismo, li ho sentiti e ho pure annuito. Ora
ero nel bel mezzo di una contraddizione:
guardate quanto sono belle le piazze italiane, ma senza gli italiani nella piazza. Se per
esempio a Roma i turisti raddoppiassero io
come farei a vivere? Gi adesso, in giornate normali, quando sto a piazza Venezia in
moto, devo fermarmi e cedere il passo a
lunghe file di giapponesi e solo perch sono un po vigliacco non vi rivelo i reconditi e per fortuna occasionali turpi pensieri
che mi salgono in mente come farei se il
turismo raddoppiasse? E visto
che per fortuna la popolazione
italiana e quella europea
vivono a lungo, se dopo la
pensione due anziani coniugi, che si avviano
verso gli ottanta e felicemente anche, vogliono godersi le bellezze italiane ma non
hanno modo di camminare slow, come alcuni
suggeriscono di fare e
quindi decidono di usare un pullman o di farsi
una crociera, ecco, in
questo caso, davvero io
riuscirei a tollerare il
raddoppio dei pullman
o le grandi navi piene
di turisti? Sono io
quello che un attimo prima immerso
davanti alle visioni italiane ho detto: certo che potremmo vivere solo di turismo. Non so, a volte
ci fissiamo su alcune parole e ne dimentichiamo altre. Per esempio, le industrie,
perch nessuno le cita pi? Linquinamento? La sicurezza? Ma ormai secondo i dati
Inail i posti pi sicuri per lavorare sono le
industrie chimiche, segno che nel tempo
abbiamo pensato a migliorare i costi (non
solo ambientali) di produzione. E poi sicuro che se diciamo industrie ci riferiamo solo alla grande industria con il camino e il
refolo di anidride carbonica? Sar unaltra
(segue a pagina quattro)
immagine ameba?

Questo numero stato chiuso in redazione alle 21

essendo cattolico. Un casuista normodotato potrebbe dedurne


che sta accusando Douthat di eresia.
E qui si conclude la premessa. Anche perch gi padre James
Martin S. I. sulla rivista America aveva criticato il comportamento non illecito ma sinful, peccaminoso, dellopinionista emerso dal mondo che stila vere e proprie liste di proscrizione, e quindi si rischia di ripetersi sulla malvagit interessata di Douthat,
concetto che a questo punto sar chiaro anche ai lettori del Foglio, oltre che a quelli del New York Times. Nella disputa son volati ceffoni teologici, dai conservatori di First Things ai gesuiti
di America, fino agli interventi di singoli firmatari della lettera.
Plotoni di teologi (e non) si sono mobilitati per combattere gli av(segue nellinserto IV)
versari in questo heresygate

Modello Conchita Wurst LA CARTA E VIVA


Cantone, Gratteri, Sabella. Lapsus
e ambiguit di tre mezzi magistrati
(mezzi politici) dellItalia renziana
Roma. Il guaio che non si capisce se sono magistrati o politici, e forse non lo sanno pi nemmeno loro, spaesati come il resto
degli italiani di fronte a uno di quei misteDI

Stavamo per buttare tutti i libri


nellinceneritore, invece hanno
vinto (per ora) contro il Kindle

stato un momento, qualche anno fa,


in cui farsi vedere con un libro in mano, o dentro la busta di carta della libreria,
equivaleva ad ammettere di essere antichi.

SALVATORE MERLO

DI

ANNALENA

La vittoria della polpetta globalizzata

ri linguistici che sempre, in questo paese,


occultano un pasticcio. Prendiamo per
esempio il dottor Nicola Gratteri, che procuratore aggiunto a Reggio Calabria, ma un
anno fa stato anche nominato da Renzi
che lo voleva addirittura ministro della Giustizia presidente della commissione per la
riforma Antimafia. Ebbene, dice il dottor
Gratteri: In Parlamento ci sono molte leggi, molta carne al fuoco. In
questo momento sembra
un lavandino otturato. E
insomma, mezzo politico e
mezzo magistrato, un po
tecnico e un po no, corteggiato come candidato sindaco di Roma (ma sono
pi utile da magistrato, almeno per come oggi la
politica) Gratteri, come R. CANTONE
Raffaele Cantone, che il
magistrato benemerito della lotta alla camorra nominato (da Renzi) commissario anti corruzione, e come Alfonso Sabella, che
invece il magistrato antimafia nominato
assessore alla Legalit del comune di Roma, svela uninedita antropologia nel paese che gi aveva affidato ai giudici la scienza, la storia e la politica: lantropologia di
quelli che rimangono a met strada, che
non scelgono, un po di qua e un po di l,
quelli che si travestono e ci confondono.
Mercoled scorso, Cantone si espresso
con sinuosit e spessore di politico: Milano
tornata a essere capitale morale. Roma deve costruirsi gli anticorpi. Ma ieri ci ha poi
ricordato dessere in effetti un magistrato:
Potrei lasciare lAnm. E non ho mai fatto
politica. E cera una volta il pm che prima
accusava e poi assimilava, che indossava la
toga e infine si appropriava del ruolo dellimputato, che lo sostituiva persino in Parlamento, cera insomma una volta Antonio Di
Pietro, mentre oggi ci sono Gratteri, Sabella
e Cantone, creature vaghe, enigmatiche, indefinibili come Conchita Wurst, lermafrodito che al tempo stesso ci incuriosisce e ci
(segue a pagina quattro a sinistra)
spaventa.

Meno Petrini, pi consumismo. LExpo spiegato con unimmagine

Jaccuse contro lAnm

Gli inglesi hanno imparato a


diventare datori di lavoro di loro
stessi, e non tornano pi indietro

Populismo penale, gravi silenzi


sulle intercettazioni, ipocrisie sulla
corruzione spiegati da un giudice

Milano. Ma chi che viene a Rho? Ditemi! Non c un cazzo, cosa guardo? Non
c niente! C un campo e quattro pezzi di
cemento. Prima di voltare pagina, in priDI

MARCO ALFIERI

mavera a Milano si vota e dalla settimana


prossima non si parler daltro, vale la pena raccontare perch Expo 2015 che chiude il sipario sabato stato un successo di
pubblico nonostante le profezie sballate di
un Beppe Grillo, perch i giornali al solito
non ci hanno azzeccato (salvo poi, eventualmente, unirsi ai cori trionfali di queste ultime settimane) e perch lEsposizione dopo un inizio in sordina stata un crescendo di visitatori, mese dopo mese, una specie di effetto palla di neve. Potrebbe persino suonare ingeneroso rivangare la fosca
previsione grillina, vomitata nel marzo dello scorso anno davanti ai cantieri Expo,
perch quella del comico genovese era ed
stata in fondo una posizione diffusa, reiterata, un rumore di fondo che ha accompagnato un po tutto lavvicinamento allEspo-

sizione universale. Basta sfogliare i media


di sei mesi fa per trovare le critiche catastrofiste (vedrete, sar un flop) e il ditino alzato a ogni arresto, avviso di garanzia,
appalto truccato fuori e dentro Expo. Tutto era marcio e tutto faceva schifo. Per
qualche anno abbiamo raccontato Expo come fosse la solita mangiatoia nazionale.
E stato anche quello, forse, ma non stato solo quello, dettaglio importante. Cos
quando la manifestazione ha cominciato a
carburare siamo rimasti tutti spiazzati dai
padiglioni colorati, la gente che sciamava
per il decumano e magari ci tornava, postava le foto su Facebook, tirava tardi per vedere lo spettacolo dellalbero della vita e
faceva il passaparola con gli amici. Non era
concepibile potesse andare bene una schifezza del genere! Evidentemente agli italiani ha dato di volta il cervello! Ricordo
giornali che a dieci giorni dallinaugurazione (sar stato il 22-23 marzo 2015) scrivevano ancora che era pronto appena il 17 per
cento del sito espositivo! Il diciassette per
(segue a pagina quattro)
cento, capite?

La modica quantit del falsario, Fazio e il povero Cav.


Si celebra, se non mi sbaglio,
Pier Paolo Pasolini. Quanto
tempo. Oggi i maschi vogliono
sposarsi tra loro. Le femmine
vogliono sposarsi tra loro. I
preti si aprono al matrimonio tra maschi.
Cio, non ancora ma quasi. E a quello tra
femmine. Il matrimonio era la camera a
gas. Trasgredire era bello. Era duro ma bello. Laltare diventato, oggi, il Palazzo dInverno dei trasgressori. Paolo Poli a parte,
che bamboccione mai fu. Non intendo con
questo dar giudizi. Non mi permetto. Registro il fatto: un ultimo pasoliniano rimasto. Finir male, credo. E il tipo l quel che
l. Comunque: vorrebbe sodomizzare Renzi per divorziare, Ignazio Marino.

ne. Il termine eresia non gli scappato per caso in un tweet,


non un accidente. E un fatto strutturale, parte del suo modus
operandi, la cultura in cui sguazza usa laccusa di eresia come
unarma tanto da stilare vere e proprie liste di proscrizione contro teologi cattolici americani (si spera, fra laltro, che il vere
e proprie sia uniperbole, oppure c davvero una ricompensa
pubblica per chi uccide un teologo cattolico americano?) che si
oppongono a una certa sensibilit che per comodit si pu definire conservatrice.
La verit, dice Faggioli, che sono sotto attacco cattolici che,
al contrario di Douthat, avevano speso la loro intera vita studiando e insegnando teologia, e soprattutto servendo la Chiesa, dicendo implicitamente che leditorialista non serve la chiesa, pur

a storia non proprio un inedito, ma di quelle che fa piacere raccontare, perch riconciliano
col mondo reale. A Pioltello, hin-

CONTRO MASTRO CILIEGIA - DI MAURIZIO CRIPPA

terland milanese sul lato non baciato dallExpo, un operaio sulla sessantina stampava euri falsi, in casa. Piccolo taglio, 20 o 50,
ottima fattura. Diciamo uso personale,
modica quantit (si potrebbe fare un referendum per legalizzare, no?). Poi li dava a
unamica, casalinga, che li spendeva nei negozi sotto casa. Sempre uso personale, modica quantit. Lui lhanno arrestato, lei denunciata. LIstat dice che lindice di fiducia
tornato ai livelli pre-crisi, il contante a
3.000 invoglia alla spesa. Ma evidentemente negli italiani la propensione alla microe-

conomia di sussistenza non mai venuta


meno. Ci sarebbe da imparare. Ad esempio,
se Fabio Fazio fosse un tantino pi smart e
ci avesse pensato, a Varoufakis avrebbe potuto rifilare dei bigliettoni fotocopiati: tanto, un greco. Un altro a cui loperaio di
Pioltello avrebbe potuto suggerire una soluzione il Cav. (nota per i pm: stiamo scherzando, non c nessun reato preventivo da
indagare). Ieri giunta la malinconica notizia, cos in controtendenza sullandazzo
generale, che Forza Italia chiude la sede di
San Lorenzo in Lucina per mancanza di
dane. Non ci sono soldi e io non posso pi
sostenere il partito, ha detto Berlusconi:
Bisogna cambiare la legge sul finanziamento, questo problema non riguarda solo
noi. Va cos: o cambiare la legge, o fare un
referendum sul modello Pioltello.

proposito del recente Congresso dellAnm, e non solo. Non temerario


pensare che sia stata unaltra occasione
persa tra i soliti slogan che da anni diletDI

PIERO TONY

tano i media, campo di Agramante o quasi.


S, vero, finalmente si convenuto sulle
difficolt della giurisdizione ordinaria a
dare risposte tempestive e quindi sulla necessit di ricorrere allaiuto esterno (Ufficio del Processo) e a un patteggiamento allargato e alla degiurisdizionalizzazione di
parte del carico civile (definizione delle liti con negoziazione assistita o mediazioneconciliazione o camere arbitrali). Ma per il
resto chiacchiere e slogan. Prescrizione:
dopo la legge ex Cirielli i termini vanno accorciati o allungati, molto o poco, timidamente o con risolutezza? Le intercettazioni devono essere allargate o ridotte, privacy o no privacy? Urgono riforme coraggiose per combattere mafia e corruzione,
doppio binario con operazioni sotto copertura e operazioni controllate un po dappertutto? La politica pu continuare a usare i magistrati in ruoli a loro estranei, vere e proprie foglie di fico per le parti pudende? Le sentenze di assoluzione possono
continuare a essere ribaltate in appello? E
il clima di delegittimazione e sfiducia nel
sistema giudiziario da cosa dipende e come
va normalizzato? Discussioni piuttosto sterili tra schieramenti che continuano ad apparire divisi da una buona dose di sfiducia
reciproca: lAnm si opporr a ogni tentativo di ridimensionamento del proprio ruolo istituzionale e di rappresentanza dellintera magistratura, tuona il suo presidente,
tutta lItalia riconosce il valore di chi serve il nostro paese con la toga indosso, sussurra rassicurante il ministro Boschi. E al(segue a pagina quattro a destra)
lora?

Superati, polverosi, resistenti alla modernit. Persone piene di fiducia nel futuro
hanno buttato, regalato o venduto alle bancarelle la maggior parte dei libri posseduti, per leuforia di fare spazio, di tenere tutto dentro un Kindle, di sentirsi liberi e nuovi, digitali e pronti per una vacanza in barca. In barca infatti bisogna sempre portare
il Kindle, perch la salsedine rovina la carta e perch si viaggia leggerissimi. Quindi,
se si sognava una vacanza in barca, la prima cosa da fare era comprare un Kindle urlando: il libro morto. Le librerie si sono
attrezzate con un angolo per gli ebook, e
nel 2011 in Gran Bretagna si raggiunto il
picco delle vendite, scrive il Times: due
ebook per ogni libro di carta. Le parole retroilluminate vincevano, anche in America,
sulle parole stampate, e a chi dice: ma io ho
bisogno di sottolineare, toccare, fare le
orecchie, lelegantissimo Kindle ha offerto
tutte le possibilit, compresa quella di farsi firmare lebook dallautore alle presentazioni. Limbarazzo di maneggiare un tablet al posto di un libro con le pagine stato superato velocemente dalleuforia per la
novit, la comodit, la bellezza di portarsi
nella borsa unintera biblioteca, oltre al
fantastico travestimento: sul Kindle possiamo leggere tutti i libri un po trash di cui
non oseremmo mai mostrare le copertine
in giro, il Kindle la difesa delle letture
proibite o rinnegate, il massimo della democrazia raggiungibile fra i lettori. Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, aveva dichiarato: Mai avrei pensato che sarebbe successo cos in fretta. Il futuro senza carta era
gi l. Invece, dopo meno di dieci anni dal
primo Kindle, stanno vincendo i libri-oggetto, i libri-sfogliami, i libri-mettimi-in-libreria, i libri-regalo-di-compleanno. Salgono le vendite dei libri di carta, scivolano
(segue a pagina due)
gi gli ebook.

Freelance country

uando scoppiata la crisi economica,


nel 2008, molti, soprattutto giovani, si
misero a lavorare in proprio. Non cera altro da fare: le aziende, quando potevano, liDI

PAOLA PEDUZZI

cenziavano o comunque tagliavano, non


rinnovavano i contratti, spegnevano le speranze di carriera o di assunzione a lungo
termine. Mentre le immagini dei giovani
della City e di Wall Street con le loro scatole di cartone da licenziati occupavano il
nostro immaginario, i pi intraprendenti si
inventavano un modo per rimanere impiegati, diventando datori di lavoro di loro
stessi. Si pensava fosse un blip, scrive
lEconomist, un contrattempo: con la fine
della crisi, i freelance improvvisati sarebbero tornati al lavoro dipendente. Nel Regno Unito, che da quello choc uscito con
slancio brillante, non andata cos: se si
guardano i dati, il numero di imprenditorifreelance pi alto di quello del 2008, ed
il pi alto di tutti gli altri paesi del G7 (lItalia ne ha meno del 2008 e meno della
Francia, ma pi della Germania, del Canada, degli Stati Uniti e del Giappone). Pur
scampati dalla recessione, gli inglesi hanno deciso di continuare a vivere nella condizione demergenza che si erano costruiti
in assenza di alternative. Perch?
Centra la gig economy centra un po
sempre. La possibilit di diventare un autista di Uber o di entrare nella comunit di
PeoplePerHour, il sito per freelance pi famoso del Regno in cui puoi mettere a disposizione i tuoi servizi senza passare da
un datore di lavoro che ti vede e ti vedr
per sempre soltanto come una voce di costo, ha contribuito a mantenere alto il coraggio di vivere una vita da freelance, senza garanzie, senza sicurezze, senza la busta
paga a fine mese. I ragazzi inglesi sono superdigitalizzati, c uno dei tassi pi alti di
dipendenza dallo smartphone del mondo
sviluppato, e quando leconomia ripartita si imposta una cultura delle start-up
(segue a pagina due)
unica in Europa.

Little Germany

Deutsche Bank rivede le


sue ambizioni globali e si
rifugia nel fortino tedesco
Lad Cryan conferma tagli al personale,
la ritirata da 10 paesi e sospende i
dividendi. LEuropa senza big bank?

Il fantasma di A. Herrhausen
Roma. Deutsche Bank, prima banca tedesca, ha confermato una drastica riorganizzazione del gruppo a livello globale centrata sul taglio dei costi, del personale, le
dismissioni (Postbank e la cinese Hua Xia
Bank), la riduzione del perimetro di attivit e per la prima volta in cinquantanni la sospensione dei dividendi agli azionisti, in maggioranza tedeschi, fino al 2017. La banca
ha registrato perdite nel
terzo trimestre per 6 miliardi di euro, un record
negativo, a causa di svalutazione di avviamenti e altre attivit immateriali. E
un bagno di realt per
Deutsche Bank che licenJOHN CRYAN zier 35.000 dipendenti
(9.000 a tempo pieno, 6.000
esterni, 20.000 posizioni in societ in via di
dismissione) e si ritirer da dieci paesi (Argentina, Cile, Messico, Per, Uruguay, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Malta e
Nuova Zelanda) entro il 2020. La banca ha
smentito le speculazioni giornalistiche
sul ridimensionamento delle attivit retail
in Italia, secondo mercato dopo quello tedesco con 300 filiali, in seguito alla rivelazione di alcune fonti interne allistituto
che descrivevano lItalia come non pi
strategica. Il ceo John Cryan, inglese e
membro del consiglio di sorveglianza di
Deutsche Bank dal 2013, stato chiamato
a guidare la riorganizzazione a giugno sostituendo gli ex co-ceo Anshu Jain e Jrgen Fitschen, travolti dallo scandalo della
manipolazione del Libor foriero di multe
miliardarie. Cryan il volto nuovo di
una ristrutturazione gi preventivata ma
complicata da un ambiente regolatorio
cangiante. Cryan riduce il perimetro della banca e mette al centro la Germania il
mercato pi importante, smentendo cos
chi gli aveva prematuramente affidato leredit del compianto Alfred Herrhausen,
ucciso nel 1989. (Brambilla segue a pagina quattro)

Il Milione di Merkel
Non solo deal miliardari per Airbus
e coccole a Vw. La cancelliera va a
Pechino e preme sullanglosfera
Roma. Michael Clauss, ambasciatore tedesco a Pechino, ha commentato entusiasta
la due giorni in Cina della cancelliera Angela Merkel che ieri ha incontrato il primo
ministro Li Keqiang: Tra i leader occidentali, quella che pi frequentemente visita il paese ha detto Clauss E quella che
lo conosce meglio. Chiss cosa avr pensato invece il collega americano John B.
Emerson, dal 2013 ambasciatore della Casa
Bianca a Berlino, che in alcune conversazioni private avrebbe sottolineato in passato la frequenza dei viaggi di Merkel in Cina. Daltronde nel 2014 il commercio bilaterale tra la locomotiva del Vecchio continente e la cosiddetta fabbrica del mondo
aveva raggiunto il valore record di 154 miliardi di euro, quanto la met di tutti gli
scambi tra Germania e Asia. Anche il 2015
promette bene, e infatti ieri Cina e Germania hanno firmato un accordo per lacquisto
da parte di Pechino di trenta Airbus A330 al
prezzo di 17 miliardi di euro. Nella delegazione di 20 imprenditori al seguito della
cancelliera, figurano Joe Kaeser (ceo di Siemens), Carsten Kengeter (Deutsche Brse) e
anche Matthias Mller, il nuovo ceo di Volkswagen dopo il caso della truffa sulle emissioni nocive, pronto a un nuovo debutto in
societ proprio sotto lala protettiva di
Merkel. La visita arriva pochi giorni dopo
il viaggio del presidente cinese, Xi Jinping,
nel Regno Unito, durante il quale sono stati firmati accordi di cooperazione tra Pechino e Londra per un valore complessivo di
circa 62 miliardi di dollari; ed esattamente
alla vigilia dellarrivo a Pechino del presidente francese, Franois Hollande. Il rallentamento della crescita del Dragone sar
pure uno dei principali fattori di rischio
esterno per le economie europee, ma nel
frattempo la concorrenza per accaparrarsi
quel mercato rimane spietata. (mvlp)

ANNO XX NUMERO 257 - PAG 2

Da qui a Nairobi
La storia di una scuola di teatro
in Africa, e la storia di Emanuele
Banterle, uomo di teatro a Milano
Questa una storia di teatro,
dunque vera. Una grande
piccola storia di uomini e
donne, dunque vale la pena
raccontarla. Kibera uno
slum di Nairobi, uno dei pi
RIPA DEL NAVIGLIO

grandi del mondo, 800 mila abitanti. Nel


cuore dello slum di Kibera c listituto
scolastico Little Prince, sostenuto dallong
Avsi; una scuola cristiana, l dove le
scuole cristiane, ultimamente, vengono
colpite con violenza. Alla Little Prince ci
vanno bambini orfani e bisognosi, sorta
nel 2000 come doposcuola. Nonostante
laiuto offerto, anche concreto, il gran
problema era la fidelizzazione dei
bambini: non venivano, sparivano. Porzia
Esposito, che l si occupava del
foundraising per la scuola, ha avuto lidea
di iniziare a utilizzare il teatro come
mezzo di coinvolgimento, educativo, di
crescita. Come una porta dingresso a tutto
il resto del fare scuola. Un successo, o
meglio successo. Ne nata
unesperienza unica. Per i bambini, la
scuola, lo slum. Ascoltare storie
meravigliose, che spesso narrano di mondi
dove domina la bellezza, la grazia, in un
luogo che non ne vede molta,
immedesimarsi in quelle storie con la
voce, il corpo, lanima. Recitando Il
Piccolo Principe o Il mago di Oz. Un
lavoro anche esteticamente pregevole.
Questanno il Pinocchio della Little
Prince di Kibera ha vinto il primo premio
per alunni tra i 6 e gli 11 anni riservato ai
paesi extraeuropei al concorso
Compleanno di Pinocchio promosso dalla
Fondazione Collodi.
A Milano vissuto Emanuele Banterle,
uomo di teatro. E stato regista, direttore e
consulente artistico di molte stagioni,
vicepresidente del Piccolo Teatro. Nel 1975
faceva luniversit, con altri amici incontr
Giovanni Testori. Un maestro. Con lui, nel
1979 fond la Compagnia degli
Incamminati, una piccola storia
importante del teatro italiano, con il suo
canovaccio: mettere a tema la passione
per la vita e la realt. Emanuele Banterle
morto nel 2011. Ha sempre fatto teatro
pensando questo: Se il teatro non parla
alluomo, non comunica, diventa assurdo o
inutile. Per comunicare deve mettersi in
sintonia con il cammino delluomo, deve
correre il rischio di affrontare luomo
concreto e di misurarsi con lui. Lha fatto
per una vita: Personalmente ci che mi
ha spinto verso il teatro stata la
necessit di esprimere il rapporto che
nasce tra la poesia e la voce delluomo,
quasi che la parola scritta chieda e
domandi di misurarsi con la voce, di
incarnarsi in un uomo. Per questo il
teatro fa bene alluomo.
Qualche tempo fa la Little Prince aveva
bisogno di sistemare il salone usato per
lattivit teatrale. Il palcoscenico non era
abbastanza ampio, il soffitto troppo basso,
lacustica non adatta, il tessuto del sipario
da sostituire. Hanno chiesto aiuto anche
agli Incamminati, ci si messa la famiglia
di Banterle. Franco Branciaroli, dopo ogni
suo spettacolo, se ne usciva sul proscenio
per chiedere agli spettatori di contribuire
a quella scuola di teatro per i bambini in
Africa. Inusuale per una stella del
palcoscenico, ma Branciaroli un
primattore inusuale. Su il sipario per i
bambini della Little Prince ha avuto un
buon esito, ha coinvolto molte persone
dentro e fuori lambiente, anche per
laffetto e la memoria per luomo di teatro
che Banterle stato.
Oggi la moglie di Emanuele, Adele, e il
suo grande amico Riccardo Bonacina sono a
Kibera, perch si inaugura la Scuola di
teatro Emanuele Banterle, che
permetter ai bambini di seguire corsi,
fare musica, leggere. E soprattutto scoprire
s stessi attraverso questa porta verso la
realt, le loro potenzialit. Una
costruzione che rende visibile quello che
si scoperto, con occhi diversi.
Poi questa storia di teatro torner a
Milano, al Piccolo Teatro Studio. Perch i
lavori a Kibera devono ancora finire, e il
Piccolo ha messo a disposizione
gratuitamente lo spazio per Un teatro
dellaltro mondo, un concerto con
raccolta di fondi. Il 16 di novembre. Si pu
prenotare anche a questo indirizzo:
concertokibera@vita.it
Maurizio Crippa

BORDIN LINE
di Massimo Bordin

Il caso Varoufakis appassiona i


parlamentari dellopposizione e
la stampa e ieri alcuni giornali proponevano la faccenda addirittura come titolo
principale della prima pagina. Qui invece, a proposito di cattiva gestione Rai,
per una volta si vuole dare ragione a un
parlamentare a cinque stelle. Ieri il presidente della Commissione parlamentare
di vigilanza Rai, Roberto Fico, ha fatto
notare come la Rai abbia tenuto nascosti
ai magistrati, che indagavano su ipotesi
di appalti truccati per alcuni servizi
esterni, i documenti interni dellazienda
relativi a controlli che erano stati fatti e
avevano riscontrato notevoli anomalie.
C voluta una perquisizione per farli venire alla luce e scoprire che qualcuno in
Rai si era accorto che cera qualcosa che
non andava. Senza conseguenze per e
senza che, una volta attivata una indagine giudiziaria, scattasse almeno la collaborazione con gli inquirenti. Siccome la
cifra in ballo parecchio superiore a
quella del pur generoso versamento in
euro allex ministro greco, cera da aspettarsi che qualche giornale ne parlasse.
Qua si provvede a colmare la lacuna.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

LA SERIE CITIZEN KHAN E I MUSULMANI IN TV

Quanto sarrabbiano gli islamici se condisci lislam con il sense of humour


Milano. Quando era piccolo, Adley Ray
stava per prendersi un mattone sulla testa:
cadeva dallalto, poteva essere fatale. Lo
schiv quasi per caso, istinto e fortuna, ma
i suoi genitori decisero che era arrivato il
momento di cambiare casa. Si trasferirono
in una strada pi carina di Birmingham,
Regno Unito: anni dopo avrebbero scoperto che nel quartiere cera stata una piccola rivolta quando si era sparsa la voce dellarrivo imminente di questa famiglia di
asiatici. Non li volevano come vicini, questi stranieri musulmani. Quando diciassette anni dopo Ray cambi di nuovo casa per
andare a vivere da solo e iniziare la sua
carriera di autore e di attore, chiamava i vicini zii e li consolava: piangevano per la
sua partenza. Fu un momento importante

quello ha raccontato Ray a India Sturgis


sul Telegraph Imparai che la gente non
necessariamente razzista.
Con questa consapevolezza Ray ha scritto e interpretato Citizen Khan, una serie
tv su Bbc One (oggi inizia la quarta stagione), che anche se ai critici non mai piaciuta granch ha avuto un buon successo di
pubblico ed stata esportata in altri paesi. Ray irriconoscibile nei panni del signor Khan, padre di famiglia e leader della comunit pachistana di Birmingham, un
signore molto irascibile (la moglie e le figlie lo fanno diventare matto) e che sputacchia parecchio. La prima puntata, nel 2012,
cre un caso: cera un gioco di parole irriverente che coinvolgeva il Corano e lhijab,
e la comunit islamica britannica se ne ri-

sent molto. Arrivarono centinaia di lettere alla Bbc, molti chiedevano di sospendere la trasmissione, che creava ulteriori pregiudizi e soprattutto era irrispettosa nei
confronti dellislam. Erano arrabbiati soprattutto con Ray, che si prestava al gioco
degli islamofobi. Ma lintento di Ray, allora e oggi, era proprio il contrario: combattere i pregiudizi con lumorismo. I musulmani si preoccupano per la loro reputazione dice Ray ma dovrebbero avere un po
pi di rispetto per gli inglesi. E chiaro che
si tratta di una serie tv in cui si ride e ci si
prende in giro, un comedy show, non una
riflessione su ogni famiglia musulmana e
pachistana del Regno. Quando gli dicono
che la trasmissione un disservizio per
gli islamici, Ray ribatte: Guardi il mondo

e tutto quel che accade e pensi che una sitcom di Bbc One sia il problema, al punto da
lamentartene?. Non sono gli altri ad avere
pregiudizi, sono i musulmani stessi, dice
Ray: Qui parliamo di una famiglia musulmana britannica che non terrorista, non
pedofila e non lavora per strada, che come invece viene spesso rappresentata la
classica famiglia pachistana. I Kahn sono
soltanto una famiglia che fa ridere. Sono
i musulmani che per lo pi non sanno ridere, non della loro religione almeno, e chiss che cosa accadr domani, dopo la prima
puntata della nuova stagione in cui la figlia
del signor Kahn, Alia, si presenta a casa
con un fidanzato che non n pachistano
n musulmano. Succede un pandemonio,
dice Ray, e lui gi ride.

DOCUMENTARIO INEDITO SU SKY AR TE HD A 130 ANNI DALLA NASCITA

La vita omerica di Ezra Pound, poeta, prigioniero e stella silenziosa


P

er togliersi la vita bisogna possederne una,


esistere, e cos non per tanta parte degli
umani. Ombre. Ezra Pound, lui s che avrebbe potuto: ne aveva diritto, ma prefer il silenzio dun canto interiore. Bello fin da giovane di
una bellezza tragica come certe lontananze al
crepuscolo, e ancora pi bello nella gabbia
del gorilla in quel campo di concentramento vicino Pisa, dove fu rinchiuso per tre settimane dagli americani alla fine della Seconda
guerra mondiale, prima dessere immerso per
dodici anni nel precipizio del manicomio criminale di St. Elizabeths (accusa: alto tradimento per via dei suoi 300 fascistissimi discorsi alla radio dellEiar). Venerando e biancheggiante di suprema, barbuta, ieratica bellezza,
infine, nellultimo miglio dellesistenza, quello del ritorno in Italia, liberato nel 1958, inquieto e muto fino alla morte del primo novembre 1972. Di Ezra Pound, poeta del Novecento, anzi poeta che il Novecento, sappiamo
tutto, o forse crediamo. Ma cos?
Ho appena finito di vedere il documentario
inedito che verr trasmesso stasera su Sky Ar-

te HD, alle 20.15, Ezra Pound - Poeta, in occasione dei 130 anni dalla sua nascita: dura 45
minuti ed sufficiente a capire, compatire e
onorare la memoria insopprimibile di un viadotto verso lonest, come lo definisce, arieggiando parole sue, la figlia Mary de Rachewiltz, intervistata assieme al nipote Sigfried, al filosofo Massimo Cacciari, allo scrittore Pietrangelo Buttafuoco e a pochi preziosi
altri, in una narrazione che culmina in un
frammento dintervista ottenuta da Pier Paolo Pasolini nel 1968, estremo e inattuale omaggio a una grandezza che sgomenta.
Ma ricominciamo daccapo. Il documentario
di cui scrivo andrebbe mostrato in ogni scuola italiana, con lobiettivo, s, di non dimenticare che Pound fu un vero americano (Sigfried), un vero mussoliniano senza benefici
(Cacciari), un vero poeta (chi negherebbe?).
Ma andrebbe diffuso sopra tutto per conoscere e condividere lunit di misura dellultimo
secolo che mir alla totalit, e fu perci totalitario. Discendente di giudici, ladri di cavalli e poeti, statunitense per natura e italiano

per essenza dantesca, confuciano per vocazione universale, perch la poesia fu in lui la
chiave per schiudere la porta doriente (Buttafuoco), ineluttabile ma non definitivo romitaggio dellanima, Pound crebbe come un diamante solitario e tale volle restare, anche
quando a circondarlo erano figure come Picasso, Tzara, Cocteau, Hemingway, la sua famiglia (la diafana Mary su tutti, ancora eterea
mentre apre alla tiv gli scrigni poundiani di
Brunnenburg), i suoi camerati di prigionia
(Raimondo Vianello, Enrico Maria Salerno,
Ugo Tognazzi, Walter Chiari). Dei suoi Cantos,
quarantennale poema epico-esoterico, appare
ormai ultronea ogni aggettivazione: Opera
epocale e teologia poetica, dice Cacciari orgoglioso del legame equoreo tra Pound e Venezia; manifesto programmatico di una integrazione totale tra mondo sociale e natura
fondata sullarmonia del suono cosmico, secondo il biografo David Moody; e cos via.
Di Pound resta vivo lesempio, giusto o no
che sia, sbagliato perch sconfitto o sconfitto
perch sbagliato, centrato comera nella teo-

machia tra lavoro e sfruttamento, tra umanesimo e usura (parola di confine che serba in s
i valori duso e di consumo), nella ricerca di
una terza via tra lateo materialismo comunista e il capitalismo usuraio (Cacciari). Durante i giorni della pena, della spropositata prigionia, Pound scrisse: Dopo un mese nelle
celle della morte un uomo / non ammetter
gabbie per le belve. Fu anche belva, come
noi oggi, Pound? E come fece, lui, poca favilla duna s alta fiamma, a non ammattire mentre lo sentenziavano pazzo? Una traccia esiste,
suggerisce il nipote Sigfried: lironia, larma
degli indifesi e dei sapienti. They dont get
irony, saettava il poeta contro i suoi persecutori, gli ammiratori feticisti, gli inquilini del
privilegio e dellignoranza. E intanto la sua
poesia stillava da un intimo ronzare dapi, cantilena soffusa, soliloquio fra gli astri. Il suo silenzio stato una grande voce, medita Vittorugo Contino, che lha immortalato accanto a un
timidissimo Pasolini. E quel silenzio la condanna di chi non sa ascoltarlo.
Alessandro Giuli

NON SOLO MAFIA-MANDOLINO-MESSA, SCRIVE IL WASHINGTON POST

C un rinascimento cattolico nellintrattenimento tv americano


Roma. Inizia a essere cospicuo il numero
di serie tv americane in cui la fede cattolica in un modo o nellaltro si conquista un
ruolo di primo piano. Le visioni divergenti
su vita di coppia e figli dei due protagonisti
di The Mindy Project, i conti in sospeso
con la Chiesa di Ray Donovan, le idee di
peccato e punizione del giustiziere Daredevil. Per non dire dei celebri conflitti interiori dellagente Scully di X-Files, che torner a gennaio su Fox. Per Alyssa Rosenberg, opinionista del Washington Post specializzata in cultura pop, non esagerato
parlare di unautentica Catholic resurgence in un settore mediatico che di sicuro
non si mai distinto per sensibilit religiosa. E laspetto qualificante di questo rina-

scimento cattolico, che secondo Rosenberg


riguarda pure Hollywood, soprattutto che
sembra essersi rotta la pigrizia intellettuale che tipicamente riduceva la devozione e
il rispetto della tonaca a comodi escamotage per dare un tocco di umanit al classico
personaggio del gangster italoamericano,
per lasciare finalmente spazio a modi nuovi di raccontare storie sulla fede e sulla cultura cattoliche, scrive la giornalista.
Quanto questo sia vero, si potr valutarlo
prossimamente, visto che alcune delle serie
citate da Rosenberg sono appena sbarcate
dalle nostre parti o devono ancora farlo. Di
certo per, se davvero tende a estinguersi la
macchietta dellitaliano mafia-spaghettimessa cantata, i titoli in questione non ri-

sparmiano altri ritornelli inflazionati. Vedi


il tema degli abusi dei preti insabbiati dal
Vaticano, che agita le vicende familiari di
Ray Donovan e che presto torner al cinema
anche qui con Spotlight. Mentre The
Mindy Project non ha mancato di suscitare reazioni offese con le sue gag maliziose
sulle turbe mentali e sessuali dei cattolici.
Resta la notizia che al Washington Post si
festeggia la riconquista di una tribuna pop
da parte di un pezzo di mondo rimasto spesso fuori dalle inquadrature o ridotto a macchietta. Centra la popolarit di papa Francesco con questa Catholic reurgence? Rosenberg scrive che troppo presto perch
la sua popolarit abbia potuto avere una
grande influenza sul ciclo produttivo di Hol-

lywood. E del resto la nuova tendenza incide pi al livello dello stile che non a quello della dottrina fondamentale. Tuttavia,
mentre osserva come nelle serie coinvolte la
fede cattolica dei personaggi serve a rendere pi drammatici i loro moti interiori, pi
combattute le loro posizioni e pi credibili
i loro sforzi per essere brave persone in circostanze difficili ( il caso della protagonista di Jane the Virgin, giovane donna bacchettona e illibata che si ritrova inseminata artificialmente per sbaglio e decide di tenersi il figlio eterologo), la giornalista
americana sembra affezionarsi allidea che
qualcosa leffetto Bergoglio centri almeno
un po.
Benedetto Moretti

E SE UNA DELLE SERIE TV PIU POP FOSSE UNA METAFORA?

Cos The walking dead spiega anche difficolt e tormenti dei cristiani
Roma. Una delle serie tv pi pop da qualche anno a questa parte senza ombra di dubbio The walking dead. Nessuna velleit culturale n tantomeno educativa, insomma, a vederla con occhi poco attenti. Eppure, gi capitato di notarlo per altre serie tv, spesso nellinsospettabile confezione pop che si nascondono messaggi inattesi. E in poche scene e con
un paio di dialoghi si spiegano con efficacia
problemi internazionali, crisi globali, difficili
contesti come nemmeno a leggersi un approfondimento del New York Times.
Prendete una puntata della sesta serie, appena andata in onda in Italia su Fox. Sembra
nulla, invece butta l unidea parecchio attuale sul ruolo della religione nella societ. Nella cittadina di Alexandria, appena liberata dagli zombie, lo spazio poco. Ma succede che
alcuni cittadini vorrebbero usare un edificio
per farci una chiesa. Non sarebbe meglio farci altro? Ecco centrato, senza parere, un tema

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Riassunto. Tutti hanno capito che il


conflitto fra Turchia e curdi ha implicazioni enormi. La Turchia di Erdogan ha scatenato una guerra fino allultimo uomo contro il Pkk curdo, e indirettamente contro lintera minoranza curda del paese, che comprende forse pi di 20 milioni di persone, e
ha da giugno la forte rappresentanza parlamentare del partito Hdp. Questo ritorno della guerra civile che insanguin la Turchia dal

di stretta attualit, in un mondo in cui tanta


gente le chiese preferisce abbatterle: c spazio per la fede? E solo per una? O per quante?
Ma andiamo con ordine. Ideata dal regista
Frank Darabont e prodotta dalla Amc, la serie
ha cambiato tre showrunner fino a oggi. La trama per sempre la stessa, basata sullomonima serie a fumetti di Robert Kirkman: la vita in uno scenario post apocalittico in cui i
morti mangiano i vivi. Ed perfino troppo facile scomodare Il signore delle mosche di
William Golding, perch a parte alcuni inciampi e cadute di stile dovuti alla lunghissima produzione, The walking dead investiga
con efficacia la trasformazione della struttura sociale umana, capace di regredire a forme
totalmente primitive in caso di necessit. Nel
corso delle stagioni, i protagonisti-sopravvissuti dimostrano spesso la loro volont di mantenere uno stato umanizzato, per esempio sep-

pellendo i morti-non-ancora-zombie. Un
aspetto pi spirituale, poi, giunge con lingresso nel gruppo di un altro sopravvissuto, un
prete in crisi con la fede per aver mandato al
macello i suoi fedeli, che poi per espia le sue
colpe e ritrova Dio. Ma nella seconda puntata
della sesta stagione gli sceneggiatori fanno un
passo in avanti. Alexandria la cittadina fortificata e libera dagli zombie dove vive la comunit di sopravvissuti. Il ritorno alla quotidianit, lontana dalla vita di pura sopravvivenza, fa scattare tra gli abitanti un istinto innato: ricreare le condizioni di socialit di prima della crisi. Il dialogo tra lo scienziato e una
ragazza del gruppo illuminante: Il mercato
immobiliare dentro la zona fortificata insufficiente, e la maggioranza delle persone vuole destinare ledificio pi grande che abbiamo
per farci una chiesa? Perch non utilizzarlo
per un laboratorio?. La ragazza sorride: Forse si potrebbe usare a turno, fare le cose in

1984 al 2013, quando finalmente intervenne


una tregua, tanto pi tragico perch avviene nel contesto di una guerra esterna, in cui
la Turchia ufficialmente impegnata con la
coalizione internazionale contro lIsis. Ma i
pi efficaci nemici dellIsis sul campo sono i
curdi siriani, che dei curdi turchi sono pi
che alleati, fratelli, mentre la Turchia di Erdogan, che ha mirato soprattutto alla caduta
di Bashar el Assad, sostenendo in vario modo i ribelli, Isis compreso, molto pi preoccupata dai successi dei curdi, che in Siria

hanno fondato tre cantoni nella zona da loro


liberata. Ancora, la Turchia il riparo principale dei profughi siriani (e in parte anche iracheni) che sempre pi numerosi cercano dalle sue sponde di raggiungere lEuropa. Gli
americani hanno nei curdi i decisivi boots
on the ground, e per non possono rompere
con i turchi, che sono il secondo esercito della Nato. La Germania della signora Merkel, la
pi risoluta avversaria dellentrata della Turchia nellUe, ha ora bisogno che riduca il passaggio dei profughi, e promette soldi e dutti-

Al Kindle va lonore delle armi


(segue dalla prima pagina)

Waterstones, catena inglese di librerie,


che nel 2012 ha collaborato con Amazon
per vendere i Kindle nei negozi, ha annunciato allinizio di ottobre che le vendite di
Kindle sono cos pietose che meglio
tornare a esporre libri. Lamministratore
delegato ha giustificato la decisione in
questo modo: E molto simile alla vita di
uno di quei bestseller inspiegabili: un
giorno pile e pile, vendute con furia; il
giorno dopo benedici e ringrazi per ogni
vendita perch ti porta pi vicino a liberarti di quella roba dagli scaffali, cos potrai far posto a qualcosa di nuovo. Anche
le vendite di Kobo, unico rivale di Kindle
(Sony ha interrotto la produzione di ereader lanno scorso), sono in calo, e chi possiede gi un Kindle spesso si dimentica di
averlo, continua a uscire dalle librerie con
titoli di carta, ad accarezzare copertine, a
prendere giorni di ferie per mettere a posto la libreria in casa, a litigare nei divor-

zi per la spartizione dei libri di carta (tutti gli Adelphi a me, tutte le ricette di cucina e i manuali di auto aiuto a te, tutti i russi a me, tutte le biografie di Lady D. a te).
Da Waterstones le vendite dei libri stampati sono in crescita del cinque per cento
rispetto allo scorso anno. La conquista del
mondo da parte degli ebook non ancora
avvenuta, i libri di carta non si sono ricoperti di ragnatele prima di finire nellinceneritore: ma per un lungo attimo sembrava che lunico destino possibile fosse questo, e che nessuno, nemmeno un bambino
piccolo, avrebbe mai pi tenuto in mano
un libro con le figure che si alzano e formano gli alberi e le casette. Mai pi polvere nelle case, mai pi dediche sui frontespizi. Ma non si pu litigare buttando per
terra un tablet, sbattendo sul tavolo un
Kindle, sarebbe troppo dispendioso. Cos
il libro di carta ha per ora vinto la sua battaglia, e vola dritto nel futuro.
Annalena Benini

giorni differenti, lasciando intendere che, comunque, se la maggioranza vuole la chiesa, la


chiesa si far. E indicativo che Scott M. Gimple, showrunner della serie tv, abbia scelto come luogo di culto una chiesa cristiana.
Del resto, non la prima volta che qualcuno coglie tra le righe divertenti della serie
The walking dead addirittura un riferimento (una metafora?) alla condizione dei cristiani variamente perseguitati. Da idee un po totalitarie o da zombie in carne e ossa. Christian
Today ha ripreso qualche giorno fa un articolo di Mikaela Kate, scrittrice e life-coach americana, pubblicato su Charisma news. Nel
commento, la Kate dice che il gruppo dei sopravvissuti deve scegliere ogni giorno se combattere luno contro laltro, o combattere insieme contro il nemico comune. Nel loro caso sono gli zombie, ma fuori dalla fiction, per la
chiesa, il nemico il demonio.
Giulia Pompili
lit sullammissione proprio nel momento in
cui il regime dellAkp si fa pi dispotico e
squadrista e per giunta alla immediata vigilia
di unelezione anticipata, al 1 novembre, voluta per prendersi la rivincita sulla sconfitta
di giugno e preparata attraverso una spregiudicata strategia della tensione. A questo quadro allucinante si aggiunta limpresa russa,
che ha messo in un fascio le forze sciite Iran,
Iraq di Baghdad, Hezbollah a difesa dellalavita Bashar, e ha messo nellangolo i sogni
di egemonia sunnita di Erdogan. Continua.

Lazzardo del freelance e i tre anni di vita


(segue dalla prima pagina)

Poi centrano le donne che, per risolvere il sempiterno problema dellequilibrio tra famiglia e lavoro, hanno spesso
preferito mettersi in proprio, organizzandosi le giornate, costruendo da sole quella flessibilit che il sistema non offriva,
come ha spiegato in un report la Banca
dInghilterra: quasi la met dei posti di
lavoro delle donne tra il 2008 e il 2015
da freelance.
Poi centrano le persone pi anziane,
perch la proporzione di over 65enni datori di lavoro di loro stessi in crescita.
Questo in realt non dovuto a uneffervescenza da freelance, come pu essere
invece per i giovani e per le donne, quanto piuttosto dal fatto che i rendimenti dei
fondi pensione non sono stati affatto soddisfacenti in questi anni. Secondo i dati
dellOecd, il Regno Unito tra i meno
convenienti tra le nazioni sviluppate per
i pensionati. Non quindi detto che la

freelance country sia felice per sempre.


Perch buona parte dei giovani che lavorano in proprio non mette via niente per
il futuro, non ha unalta produttivit e
guadagna poco. Lultima cosa di cui ha bisogno il governo di David Cameron alle
prese con una querelle fastidiosa sulleliminazione dei sollievi fiscali per le classi meno abbienti: molti paragonano la crisi a quella della poll tax che sanc il declino della Thatcher una generazione
di trentenni frustrati e impoveriti: il sogno britannico svanirebbe subito. Ma ci
sono anche elementi positivi: la soddisfazione, per esempio. Posso fare quello che
voglio, magari guadagno meno ma non ho
lesaurimento nervoso (uno studio segnalato ieri dal Financial Times dice che lo
stress da lavoro pu togliere fino a tre anni di vita!). Sembra poco, ma se lalternativa comunque la disoccupazione, allora quel sorriso vale tantissimo.
Paola Peduzzi

Sicilia allo Stretto


Messina senzacqua da giorni
solo lultimo capitolo della
tragedia di una regione senza
Palermo. Da sabato scorso Messina, la terza citt della Sicilia (la tredicesima in Italia),
senza acqua. Per giorni rimasta a secco
senza che nessuno se la filasse. Ieri ci hanno pensato Rosario Fiorello e Maria Grazia
Cucinotta ad attrarre un po dattenzione sulla citt dello Stretto, invocando aiuto per i
messinesi che da giorni fanno la fila alle autobotti per approvvigionarsi, con scuole e uffici chiusi. E lhashtag #Messinasenzacqua
ha primeggiato per tutta la giornata su Twitter. Per riparare del tutto il guasto, si appreso ieri, ci vorranno altri sei giorni. Nuovi smottamenti, infatti, hanno interessato la
condotta colpita, a Calatabiano. E nella Sicilia in cui tutto sembra venire gi, la storia di
Messina senza acqua solo lultimo capitolo della pi ampia tragedia di una regione
senza.
La Sicilia senza, infatti, offre in questi
giorni un desolante spettacolo di s che va
ben oltre i rubinetti chiusi sullo Stretto. E la
Sicilia senza collegamenti, quella che spaccata a met da aprile, quando cedettero i piloni del viadotto Himera sullautostrada Palermo-Catania. Da allora, per viaggiare tra le
due principali citt dellIsola, bisogna arrampicarsi su unimpervia strada di montagna e riscendere, 45 minuti aggiuntivi di percorrenza se va bene. Salvo che non si opti
per la trazzera rimessa in sesto dai 5 Stelle
con una sapiente operazione di marketing
politico, che fa risparmiare qualche brutto
tornante e una decina di minuti. A novembre
lAnas dovrebbe aprire una bretella per aggirare lintoppo. I siciliani la attendono scettici. Daltro canto, quando il pilone venne
gi, il festival delle promesse della politica
contempl persino un volo Palermo-Catania,
con tanto di comunicati del governatore Rosario Crocetta. Alla fine il meglio che si potuto rimediare un treno che impiega un po
meno dei tempi biblici pre-crollo. Salvo complicazioni, si intende. Come quella accaduta
un paio di settimane fa, quando per il maltempo un treno deragliato dalle parti di
Vallelunga bloccando la tratta Palermo-Catania, che dovrebbe tornare alla normalit,
ci si augura, il 2 novembre.
E la Sicilia senza collegamenti, quella dove ogni pioggia pu far smottare, franare,
crollare qualcosa. Come accaduto nelle scorse settimane sullautostrada Catania-Messina: frana e chiusura al traffico. Del treno meglio non parlarne. Chi volesse avventurarsi
a viaggiare su rotaie da una punta allaltra
della Sicilia, si prepari, tra coincidenze varie, alle sette-otto ore di percorrenza.
Ma il deficit infrastrutturale della Sicilia
senza non si esaurisce ai collegamenti. Nel
lungo elenco dei senza ci sono anche i depuratori e le reti fognarie. Nessuna regione
italiana cos indietro su questo fronte. Tanto che lo Stato tre anni fa aveva erogato una
somma monstre, pi di un miliardo, per mettere mano al sistema antidiluviano dellIsola
sul fronte dei sistemi fognari e del trattamento delle acque. Tre anni passati in buona parte invano (un centinaio i progetti previsti, solo 14 cantierabili al 2015), tanto che
il governo Renzi pochi mesi fa ha commissariato la Regione, per cercare di accelerare i
lavori fermi e scansare una maxi multa dellUnione europea.
Soprattutto senza soldi
Senza acqua, senza strade, senza fogne,
soprattutto la Sicilia senza soldi. I conti della Regione boccheggiano, il bilancio del
prossimo anno resta unincognita che dovr
passare da un accordo tutto da costruire col
governo centrale. Ma i nodi cominciano a venire al pettine gi in questi giorni, in cui
mancano i soldi per lesercito degli oltre ventimila forestali, il gigantesco ammortizzatore
sociale che negli anni ha raggiunto numeri
e costi fuori controllo. Gli operai assediano
da giorni il parlamento regionale che sta cercando di raschiare il fondo per assicurare loro le giornate lavorative previste. E la protesta selvaggia ha gi bloccato per unintera
mattinata la circonvallazione di Palermo e
per un pomeriggio la strada alternativa alla
Palermo-Catania chiusa. Mentre la protesta
infiammava, Crocetta partiva alla volta di
Tunisi per partecipare a unimperdibile fiera agricola. Non prima di avere azzerato la
giunta, in vista della formazione di una nuova giunta regionale, la quarta in tre anni. Anche senza governo, la Sicilia, come se gli altri senza non fossero abbastanza. E dire
che in mezzo a tanta desolazione, c chi (il
Nuovo centrodestra di Alfano, con qualche
sponda nel Pd siculo) tornato a sbandierare il vessillo del Ponte dello Stretto. Ad avercelo oggi, potrebbe servire al limite per portare qualche autobotte a Messina.
Salvo Toscano

PREGHIERA
di Camillo Langone

Il nostro mestiere fatica e caos, dice Toni (forse Antonio?) Servillo, attore che mi ha
allontanato dalle sale cinematografiche
perfino pi di Margherita Buy. Lo dice
durante un evento al Maxxi di Zaha Hadid, architetta che mi ha allontanato
dallarchitettura quasi quanto Santiago
Calatrava. Lo dice quindi a Roma, citt
il cui motto dovrebbe essere appunto
Fatica e Caos, a prescindere dal sindaco inetto e macchietta e senza entrare nel rinnovato alterco moralistico fra
capitali (non credo proprio che il motto
di Milano potrebbe essere Riposo e Ordine). Fatica e Caos oltre che di
Toni (forse Antonio?) Servillo e di Roma, potrebbe essere il motto dItalia, essendo il carattere nazionale una molto
sorrentiniana ammucchiata di grevit,
volgarit, compiacimento e inconcludenza. Fatica e Caos: Dante e Flaiano non sarebbero stati capaci di sintetizzare meglio. Dio ci conservi Toni (forse Antonio?) Servillo, memento dellItalia che siamo e non vogliamo.

ANNO XX NUMERO 257 - PAG 3

EDITORIALI
Perch lAnm ha paura di Raffaele Cantone
Le accuse del capo dellAnac mettono a nudo i limiti della Sabelli band

ellattesa di capire che animale politico diventer Raffaele Cantone c


un aspetto particolare del cantonismo
che merita di essere messo in rilievo, e
che costituisce una piccola medaglia al
valore per il presidente dellAutorit anti corruzione. Cantone ha molti difetti, fa
parte di quella folta schiera di magistrati convinta che il ruolo di un procuratore
della Repubblica debba andare al di l
della singola attivit legata ai processi e
anche due giorni fa ha dato prova di appassionarsi molto di pedagogia provando
a dare una sua valutazione politica e culturale sulle differenze che sussistono oggi tra Roma e Milano (tutti si sono concentrati sulla storia della capitale morale;
nessuno ha per notato lassurdit di un
paese in cui i magistrati si sentono in dovere di occuparsi di morale). Le cantonate di Cantone dunque non mancano ma
tra queste occorre isolare una serie di affermazioni importanti che il presidente
dellAnac ha maturato qualche mese fa

durante una conversazione con il direttore di questo giornale. Cantone ha detto


che le correnti della magistratura sono
un cancro, ha denunciato, parlando anche del rischio deriva di Magistratura democratica, i rischi legati allutilizzo della
lotta di classe, ha descritto il Csm come
un centro di potere vuoto e ha formulato
la stessa frase ripetuta ieri sullAssociazione nazionale magistrati della Sabelli
band: Da loro non mi sento rappresentato. Non si sa se le parole di Cantone
siano legate alla maturazione di un suo
nuovo profilo non lontano ormai da quello del politico. Si sa per che su questo
punto Cantone ha ragione da vendere. E
sorprende che, di fronte a un magistrato
rispettato che mette a nudo i limiti di una
corporazione, siano proprio quei magistrati che hanno trasformato lAnm in un
generatore automatico di fatwe alla politica ad indignarsi, a imbronciarsi e ad accusare Cantone di fare quello che loro
fanno da sempre: politica.

Ignazio, Corradino (e Beppe)


Il problemino di Renzi di guidare un partito aperto, senza deragliare

gnazio Marino non ha nulla n da chiedere n da negoziare, ma se tornasse in


Campidoglio, come ha fatto capire ieri, il
problema sarebbe tutto dei 19 consiglieri
dem: di sfiduciarlo. Il Pd contro il suo
sindaco. Ma poi, alle primarie, chi potrebbe impedirgli di ricandidarsi contro il
Pd, contando su una sua base che non
pi il Pd, ma pur sempre la constituency
cui guarda il Pd? Non facile. Altro caso.
Non per rendere lonore delle armi a Corradino Mineo, che ha lasciato i senatori
del Pd per il Gruppo misto, ma ieri, sul
Manifesto, ha scritto una sua versione non
priva di senso. Non tanto sul trattamento
da centralismo democratico subto dal
capogruppo Zanda. Quanto sullobiezione
che la narrazione del Pd renziano un
partito in franchising, detto con meno
astio sarebbe un partito aperto finisce,
per reggere, per dover essere una sola.
La macchina narrante fa s che i dissidenti si auto espellano. Si pu prender-

la per buona, la versione di Mineo, ma anche no. Anzi abbiamo sempre detto che le
riottose minoranze delle minoranze non
hanno il diritto (divino) di veto su quel che
la maggioranza di un partito ha scelto. Ma
Mineo pone un problema, che prima o poi
Matteo Renzi dovr affrontare, e di cui sta
gi pagando il conto. Se si scommesso su
un partito aperto, contendibile, che seleziona la sua leadership e fa le primarie,
poi difficile, molto difficile, guidarlo imponendo una linea e invitando chi dissente ad accomodarsi. Poco poco, il problema che rischia di porsi anche a Milano.
Dove Beppe Sala stato designato come
ottimo candidato in pectore dal Pd, e nel
partito sono daccordo circa tutti. Ma poi
tutti sanno che la base elettorale dentro e
fuori il Pd non cos convinta, e le primarie rischiano sempre di fare guai. Allora fa
capolino lidea di designare il candidato, e
basta. Ma poi c la forma-partito da rispettare. E non solo pro forma.

Sark le russe
Lex presidente a Mosca apre una nuova fase per i vecchi amricain

risi ucraina, sanzioni economiche, ma


soprattutto Siria, dove la Russia rimane un fedele alleato del siriano Bashar el
Assad nella lotta contro lo Stato islamico.
Sono questi i temi affrontati dallex presidente francese Nicolas Sarkozy con il
capo di stato russo Vladimir Putin, nel
quadro della visita strategica e di rupture rispetto alla posizione ufficiale della
Francia che il leader dei Rpublicains ha
organizzato alla vigilia della Conferenza
internazionale sulla crisi siriana di Vienna. Accompagnato da una delegazione di
parlamentari, il presidente della destra
neogollista si riscopre multipolarista e vola a Mosca per accreditarsi come principale interlocutore francese di Putin. La
mossa di contro-diplomazia sarkozysta
non affatto piaciuta allesecutivo socialista, la cui posizione diametralmente
opposta a quella dellinquilino del Cremlino (per lEliseo, la partenza di Assad la

conditio sine qua non per risolvere la crisi siriana), e nemmeno a una parte del suo
partito. Ad Alain Jupp anzitutto, ossia al
suo principale rivale per la leadership
della destra, che gi in aprile aveva messo in guardia dagli improvvisi attacchi di
russofilia acuta di certi dirigenti neogollisti. Il Sarkozy atlantista, liberale, pro Bush, con i Ray-Ban Aviator e le t-shirt Nypd,
che nel 2004 veniva accolto a Washington
da Colin Powell e Condoleezza Rice confessando di essere fiero di essere chiamato in patria Sark lamricain, un
ricordo sbiadito. Ora la statura internazionale va forgiata a Mosca, non a Washington. E poco importa se nel 2007 lo stesso
Sarkozy si vantava di non stringere la
mano di Putin, smarcandosi dal russofilo Chirac. Putin non pi un diavolo
e Sarko non vuole pi fare lamericano.
Segni dei tempi. Per Sarkozy, ma forse anche per lAmerica.

Un eurosussulto sugli Ogm


Toh, il Parlamento Ue blocca le scelte pilatesche della Commissione

utti presi a commentare lo strano


ma vero dellautorizzazione del Parlamento europeo ai nuovi alimenti tipo
insetti, nanomateriali, miceti e larve da
qui il profluvio di immagini di tartine alle cavallette i telegiornali hanno trascurato la vera notizia del voto di mercoled a Strasburgo. E cio la bocciatura
con 509 no, 106 s e 5 astensioni dei limiti e veti posti dalla Commissione di
Bruxelles e dai governi allimportazione,
coltivazione e utilizzo degli Ogm (Organismi geneticamente modificati). Il compromesso raggiunto nei mesi scorsi tra
lesecutivo comunitario e le capitali, a loro volta timorose delle lite politicamente e mediaticamente attrezzate del chilometro zero, prevedeva che ogni paese potesse vietare anche senza motivazione
scientifica gli organismi geneticamente
modificati: una scelta che avrebbe pena-

lizzato ulteriormente tanto lagricoltura


quanto la ricerca. Gi oggi lEuropa autorizza un solo Ogm autoctono, del mais,
coltivato in Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Romania e Slovacchia, mentre 58 possono essere importati prevalentemente da Stati Uniti, America latina,
Canada e Cina, e altrettanti sono in lista
dattesa. Si sarebbero bloccate sia le importazioni sia la produzione agricola, di
fatto paralizzandola, ha detto il presidente della Commissione Ambiente dellEuroparlamento, Giovanni La Via del
Ppe. Ora aspettiamoci le crociate di
Greenpeace, le inchieste sulle lobby, le
intemerate di Carlin Petrini e Vandana
Shiva. Vedremo se i governi sceglieranno
la libert di commercio e la scienza ovvero ci che ha quasi debellato la fame
nel mondo oppure si piegheranno di
nuovo al politicamente corretto.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

Le coppie potranno avere due figli. Si chiude lincubo degli aborti selettivi, ma non abbastanza per fermare linvecchiamento

La fine della politica del figlio unico in Cina arriva un po tardi


Roma. Lultimo caso di cronaca risale a settembre. Una
donna della provincia cinese dello Yunnan, incinta di otto
mesi del suo secondo figlio, ha detto che rischiava di doversi sottoporre a un aborto illegale perch, se avesse avuto il
bambino, il marito poliziotto sarebbe stato licenziato, e la famiglia non avrebbe avuto di che vivere. Ho paura, ha detto Chen, che si fatta identificare solo con il cognome. Se
mio marito decide che devo abortire, non c niente che possa fare. I funzionari per la pianificazione famigliare dello
Yunnan hanno detto ai media che Chen non sarebbe stata costretta ad abortire, ma che la famiglia era stata avvertita delle conseguenze di avere un secondo figlio: la legge dice che
in Cina spetta un solo figlio a ciascuna famiglia, non si transige. La passione dei media cinesi per le storie tragiche breve quanto quella dei media occidentali, e possiamo solo sperare che la signora Chen abbia tenuto il bambino, perch da
ieri la legge cambiata. Alla chiusura del Plenum del Comitato centrale del Partito comunista, evento a cadenza pi o
meno annuale che definisce le linee guida per le riforme nel
paese, lagenzia di stampa ufficiale Xinhua ha annunciato la
fine della politica del figlio unico. Le famiglie cinesi potranno avere due figli, e porre fine agli aborti selettivi che hanno trasformato la Cina nel paese con il pi grande divario al

mondo tra maschi e femmine, ai parti segreti, ai processi.


La politica del figlio unico, introdotta negli anni Settanta
per disinnescare la bomba demografica di una Cina povera
e troppo popolosa, ha creato negli anni un altro tipo di emergenza, quella di una Cina sempre pi ricca ma sempre pi
vecchia. Da anni gli esperti avvertono che la bilancia demografica cinese sempre pi fuori equilibrio, e la popolazione di adulti in et lavorativa ha iniziato a calare per la prima volta nel 2012. Questo significa che la fabbrica del mondo rischia di trovarsi senza operai, e la leadership cinese, con
la cautela che le tipica, dopo anni di appelli pubblici e di
studi demografici ha risposto prima con lalleggerimento della politica del figlio unico nel 2013, e poi con la sua eliminazione completa. Ma ormai, avvertono gli esperti, potrebbe essere troppo poco e troppo tardi.
La prima ragione che due figli a coppia non sono sufficienti per rimettere a posto la bilancia demografica cinese
(anche il divario tra maschi e femmine si colmer solo intorno al 2100), impoverita da quasi quattro decenni di politica
del figlio unico. Wang Feng, uno dei maggiori demografi cinesi, ha detto a Reuters che la fine della politica del figlio
unico non avr alcun impatto sul problema dellinvecchiamento della societ, che non pu essere fermato anche se

le coppie avessero due figli ciascuna. La seconda ragione di


preoccupazione che il regime cinese ha dato ai suoi cittadini una libert che in gran parte non desiderano pi. La crescente borghesia cinese, al pari di quella occidentale, sta subendo una gravissima crisi di natalit, e le coppie affrontano la gravidanza sempre pi raramente e sempre pi avanti
negli anni. Dallossessione per la sistemazione economica
della prole alla pressione inconcepibile che i genitori impongono ai figli affinch abbiano successo negli esami scolastici, inoltre, la societ cinese ormai sembra ruotare intorno a
nuclei famigliari in cui c posto per un unico figlio, e le difficolt economiche recenti, con la crescita che rallenta e il
new normal che fatica a imporsi (a questo proposito alcune riforme liberalizzatrici sono state varate dal Plenum del
Partito), spesso fa s che le coppie fatichino a crescere un figlio, figuriamoci due. E come se la politica del figlio unico
fosse entrata sottopelle nelle giovani coppie cinesi. Mei Fong,
autrice di un libro sul tema (One Child: the Past and Future of Chinas Most Radical Experiment), ha detto al Financial Times: Forse il pi grande danno fatto dalla politica del
figlio unico che ha costretto le persone a pensare razionalmente troppo razionalmente a diventare genitori.
Twitter @eugenio_cau

Un mese di intervento russo e per il New York Times il regime siriano ha perso territorio. Per il Pentagono in vantaggio

In Siria quagmire, tutti allImperial di Vienna a negoziare


Roma. Chiss se i capi del Jaysh al Fath, il
gruppo armato che include anche al Qaida,
immaginavano che avrebbero impresso unaccelerata cos vistosa alla diplomazia internaDI

DANIELE RAINERI

zionale, paralizzata da quattro anni sulla


guerra civile in Siria. In primavera il gruppo
che si dice abbia la sponsorizzazione non
provata di Qatar e Turchia ha conquistato
una parte del nord-ovest siriano e ha provocato lintervento militare urgente di Iran e Russia, che sono arrivati in soccorso del governo
del presidente Bashar el Assad. Oggi lintervento russo e iraniano compie un mese e ieri
la televisione americana Fox news ha lanciato uno scoop che sottolinea la collaborazione
nata allinterno del nuovo asse: da dieci giorni gli aerei russi che arrivano allaeroporto
militare di Latakia trasportano, con due voli
quotidiani, il materiale bellico iraniano che
sar utilizzato in Siria dai soldati di Teheran

che invece arrivano sempre a Latakia sui voli civili della linea Mahan Air.
Questa situazione ha portato ieri e oggi a
colloqui internazionali molto allargati c
anche lItalia allhotel Imperial di Vienna.
Lopportunit pi promettente di una soluzione politica della crisi, li ha definiti il segretario di stato americano, John Kerry, che
guider la maggior parte dei follow on, gli
incontri minori e pi succosi a margine del
meeting ufficiale. Tra gli interlocutori pi importanti, oltre a Russia e Stati Uniti, ci sono
anche la Turchia, lIran invitato per la prima
volta e lArabia Saudita. Lanalisi anticipata fatta da Reuters tinta di pessimismo:
Lincontro di Vienna sar un successo, modesto, se i partecipanti non si alzeranno dal tavolo a met della sessione.
Il Washington Post scrive che Russia e
America si sono accordati in via preventiva
per accantonare di lato la questione che di solito uccide ogni negoziato sulla Siria, quindi il

fato di Bashar el Assad. La rivista americana


Bloomberg Businessweek ha invece unanalisi differente: Gli americani lavorano fidandosi del fatto che i russi hanno gi scoperto
quello che il presidente Obama aveva predetto: che lo sforzo per puntellare il presidente
siriano Bashar el Assad stanno finendo in un
quagmire (in gergo militare, un pantano), e
questo apre le possibilit diplomatiche, perch la Russia ora ha a che fare con le conseguenze inattese che sono arrivate con laver
preso le parti di un regime debole.
Ieri il New York Times ha pubblicato una
ricca infografica su quanto territorio passato di mano in questo mese di bombardamenti russi (circa mille): lo Stato islamico ha guadagnato territorio, e i gruppi dellopposizione pi lo Stato islamico hanno guadagnato assieme pi territorio di quanto riuscito a fare lesercito siriano assieme ai consiglieri
militari mandati dallIran (iraniani e russi
assieme, dice il generale americano Joesph

Dunford, danno ad Assad un vantaggio). Lesito non quello immaginato un mese fa, forse anche perch la guerra di Putin allo Stato
islamico per ora immaginaria: secondo unanalisi di Reuters, circa il 90 per cento delle
missioni di combattimento russe colpisce fuori dal territorio dello Stato islamico. Forse c
anche un effetto interferenza che rallenta gli
air strike americani, perch da quando i piloti americani condividono lo stesso spazio
aereo i loro bombardamenti sono scesi circa
del trenta per cento, secondo i dati ufficiali
che il Pentagono pubblica ogni giorno.
Il Wall Street Journal ieri ha dedicato un
articolo intero alla partecipazione scettica
dei sauditi a Vienna. I sauditi stanno bilanciando lintervento russo con una loro controoperazione: da quando i russi sono in Siria,
luso di missili controcarro Tow da parte dei
gruppi ribelli aumentato dell850 per cento,
secondo i dati raccolti dal ricercatore Charles Lister.

Lesercito israeliano accusato dallorganizzazione non governativa di mettere i coltelli nelle mani dei terroristi

Amnesty, il Nobel per la Pace che trasforma Israele in aggressore


Roma. Durante la Seconda Intifada, Amnesty International accus Israele di crimini di guerra a Jenin (accusa poi
rivelatasi falsa). Nel 2006, durante la guerra di Libano in cui
lo stato ebraico si difese dallaggressione di Hezbollah, AmDI

GIULIO MEOTTI

nesty produsse pi documenti contro Israele che sul genocidio del Darfur allora in corso. Nei documenti di Amnesty, proteggere gli israeliani dai kamikaze con la barriera
difensiva diventato apartheid. E durante la guerra a Gaza contro Hamas, Amnesty arrivata a chiedere allAmministrazione Obama di sospendere immediatamente gli aiuti militari a Israele. Ma durante questa Terza Intifada dei
coltelli che il premio Nobel per la Pace, lammiraglia dellumanitarismo occidentale con due milioni di iscritti e settanta sedi in tutto il mondo, ha forse raggiunto la vetta dellassurdo. Amnesty ha condannato Israele per luccisione
dei terroristi palestinesi che hanno attentato alla vita dei
civili israeliani, definendole esecuzioni extragiudiziali.
Lo ha detto Philip Luther, direttore della sezione per il medio oriente della celebre ong. Luso letale della forza dovrebbe essere impiegato solo quando assolutamente necessario per proteggere la vita, recita il rapporto di Am-

nesty. Invece stiamo sempre pi assistendo alle forze


israeliane che hanno violato gli standard internazionali
sparando per uccidere in situazioni in cui del tutto ingiustificato. Le forze israeliane devono porre fine a questo modello di uccisioni illegali e trascinare tutti i responsabili
di fronte alla giustizia. Amnesty accusa Israele persino di
aver deliberatamente messo dei coltelli nelle mani degli attentatori palestinesi, citando anonimi testimoni. Il dipendente di Amnesty responsabile di questa ricerca Jacob
Burns, gi coinvolto nella Piattaforma per Gaza di Amnesty, che afferma che centinaia di terroristi uccisi a Gaza
erano civili innocenti. Come spiega lorganizzazione Ngo
Monitor, laltra ricercatrice di Amnesty coinvolta Deborah Hyams, il cui curriculum di attivista anti israeliana
ha previsto anche la sua trasformazione in scudo umano
a Beit Jala nel 2001. Laltra attivista, Saleh Hijazi, ha lavorato nellufficio relazioni pubbliche dellAutorit palestinese e nella ong Another Voice, il cui slogan stato Resistere! Boicottare! Siamo lIntifada. Ma non c soltanto Amnesty. E lintero apparato delle ong umanitarie ad aver trasformato Israele nellaggressore e i terroristi palestinesi
nelle sue vittime indifese. I dossier di queste ong sono sempre pi decisivi nei rapporti contro Israele alle Nazioni

Unite e le loro geremiadi portano spesso il timbro dellUnione europea. Profondo limpatto che hanno avuto poi
sulla campagna di disinformazione ai danni di Israele che
ha dilagato su tutta la stampa europea. Queste dichiarazioni sono fondamentali per la tattica delle ong politicizzate
che cercano di criminalizzare lauto difesa di Israele, ha
scritto il professor Gerald Steinberg, presidente di Ngo Monitor. Le campagne delle ong sono un altro esempio di false accuse che demonizzano Israele, nutrono il boicottaggio
e preparano il terreno per casi legali, la lawfare, ha aggiunto. Un gruppo di ong lautamente finanziate dai paesi
membri dellUnione europea, tra cui BTselem, Adalah,
Physicians for Human Rights e Yesh Din, ha appena denunciato luso delle armi da fuoco per uccidere i palestinesi.
Human Rights Watch, il cui pregiudizio anti israeliano
stato pi volte denunciato, sostiene di aver documentato
luso illegale della forza da parte delle forze di sicurezza
israeliane. Il suo direttore, Kenneth Roth, ha twittato:
Horrible deadly cycle: lone wolf Palestinian attacks, excessively lethal Israeli response. Non ci dovrebbe essere
bisogno di traduzione. Anche nel linguaggio perverso di un
Nobel per la Pace che ha trasformato gli ebrei in aggressori e i terroristi in astanti inconsapevoli.

Le ragioni di Netanyahu nellaccostare il leader nazista e quello islamico sulla soluzione finale. Lintuizione di Bernard Lewis

Cosa c dietro il dettaglismo snervante su Hitler e Gran Mufti


Al direttore - Perch le parole del premier israeliano Netanyahu hanno fatto tanto scandalo? Perch hanno toccato un nervo scoperto dei progressisti di tutto il
DI

ANTONIO DONNO

mondo impegnati a difendere il popolo


ebraico da se stesso. Quanta ipocrisia. Tutti sanno che lodio islamico verso gli ebrei
data fin dalle pagine del Corano e non ha
mai cessato di alimentare sentimenti di
ostilit, disprezzo, distruzione nei confronti del popolo ebraico. Eppure, si discetta se
il Gran Mufti sugger o meno a Hitler la soluzione finale e da questo si costruisce artificiosamente una critica feroce verso Netanyahu. La realt che Netanyahu ha ragione e il suo discorso ha messo a nudo la
falsit di coloro che continuano a ripetere
il solito, nauseante mantra che i palestinesi si battono per la loro terra, che il loro
movimento di tipo nazionale. Certo, si

brea di New York, Vanessa Wonderman unattrice divenuta famosa per


aver interpretato limperiosa protagonista della soap opera Il mondo di Blair.
Ora ha raggiunto i sessantatr anni,
unet che non ha pi neanche il coraggio
di confessare, e non solo per il rimpianto
dellavvenenza sfiorita. Gli anziani genitori sono infatti costretti a letto, in stato vegetativo. Con le due sorelle litiga per i turni delle cure e per la futura eredit. La
figlia ex tossicodipendente incinta, e
lei la accompagna alle periodiche visite
di controllo. Il marito Asher, di quindici
anni pi anziano, ha avuto a sua volta
gravi problemi di salute, e ormai non ce
la fa pi a soddisfare un desiderio che in
lei ancora potente. Sommersa dai guai
della famiglia e con un matrimonio che
sembra non poterla pi salvare, Vanessa
ha raggiunto un tale livello di follia da
pubblicare uninserzione su un sito internet per incontri sessuali. Donna felicemente sposata con surplus di energia erotica cerca uomo felicemente sposato con

battono per riprendere tutta la terra, buttando a mare gli ebrei dalla loro terra.
Si legge che gli intellettuali progressisti sono impegnati a denunciare il potere, loppressione e la violenza strutturale di
Israele. La violenza strutturale di Israele!
Dimenticano quante volte, dalla nascita di
Israele, gli arabi hanno tentato di distruggere lo stato ebraico, ricevendo dure lezioni dagli ebrei, figli di porci e scimmie. La
violenza strutturale contro Israele da parte del mondo islamico, niente di pi, niente di meno. Contestare la falsit, la malafede di quanti accusano Israele di ogni nefandezza unoperazione che snerva, perch lantisemitismo supera ogni ragionevole confronto. Sostiene lo storico Christiane
Ingrao, in una intervista al Monde ripresa
dal Foglio, che le truppe arabe che combatterono al fianco dei nazisti si aggiravano
al massimo attorno a qualche decina di
migliaia di persone. Ma come si fa ad af-

LIBRI
Erica Jong
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Bompiani, 276 pp., 18,50 euro
cui celebrare Eros un pomeriggio a settimana. Discrezione garantita da donna allegra, graziosa, fantasiosa e spiritosa.
Manda e-mail e foto recente. Zona di New
York. Peraltro, il sito si chiama
zipless.com, riferimento ai celebri e celebrati libri in cui la sua amica scrittrice
Isadora Wing lanciava lo scabroso slogan
della scopata senza cerniera. E proprio
da Isadora che la avvertir in modo accorato sui pericoli del sesso trovato online viene a sapere che la citazione non

fermare queste cose senza neppure avere


un po di vergogna? Pochi o molti che fossero gli arabi al servizio di Hitler, il fatto
che il mondo arabo concordava in pieno
con la politica della Germania nazista contro gli ebrei. In un discorso radiotrasmesso da Berlino diretto al mondo arabo, l11
novembre 1942, il Gran Mufti sostenne: Oggi il popolo arabo ha al suo fianco i potenti nemici del suo nemico. In questa guerra
gli arabi non sono neutrali. Che importanza ha discutere se nel suo incontro con Hitler, il 28 novembre 1941, il Gran Mufti abbia o meno suggerito a Hitler di dare inizio al sistematico annientamento del popolo ebraico? Il fatto che il Gran Mufti non
avrebbe minimamente esitato ad accogliere una soluzione di questo genere. Sempre
nello stesso discorso, larabo cos disse:
Ma se, al contrario, lInghilterra perdesse
e i suoi alleati fossero sconfitti, la questione ebraica, che per noi costituisce il mas stata autorizzata. Proprio lautrice di cui
si detto che ha insegnato alle donne a
parlare di sesso come gli uomini, le spiega che anche se in passato ha forse esagerato un po con lamore in compenso
ha imparato molte cose, e oggi non mi farei mai abbindolare da un sito come Zipless, per quanto abbia inventato il suo
nome. Secondo lei, la gran parte della
gente che bazzica col sesso su internet
confonde la fantasia con la realt. Credono di sapere quello che vogliono ma non
lo sanno. Ovviamente, Isadora Wing
proprio Erica Jong, che lo slogan del zipless fuck aveva lanciato nel suo primo
bestseller del 1973 Paura di volare. Molti tratti della sua biografia coincidono anche con quelli di Vanessa Wonderman. E
un artificio, quello di sdoppiare se stessa, che permette a unautrice gi scandalosa di sceneggiare un intenso dialogo
interiore sulle grandi domande dellumanit: Dio, il bene e il male, lamore, lamicizia, le radici, gli affetti famigliari, la
morte, il senso finale dellesistenza.

simo pericolo, avrebbe una soluzione finale


(). Il 21 settembre 1944, il Gran Mufti
scrive Bernard Lewis, il grande studioso
del medio oriente e dellislam parl di
undici milioni di ebrei nel mondo; ossessionato comera dal problema ebraico il
mufti doveva ben sapere che nel 1939 esistevano al mondo circa diciassette milioni
di ebrei: evidentemente tale differenza numerica nasconde una precisione che raggela il sangue.
Il problema, dopo il discorso di Netanyahu, appare oggi ancora pi drammatico. Le reazioni scomposte degli intellettuali progressisti occidentali sono la cartina di tornasole di quanto lantisemitismo degli intellettuali (la forma pi oscena di antisemitismo) abbia radici profonde.
Ha fatto bene Giulio Meotti a riportare il
giudizio di Elliot Abrams: Stanno cercando di distruggere Israele per salvarlo. Non
ce la faranno.

IL FOGLIO

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ANNO XX NUMERO 257 - PAG 4

Modello Wurst
Da Cantone a Sabella. Quella
nuova antropologia di pm che
fa politica ripudiando la politica
(segue dalla prima pagina)

E intorno a questa nuova e sfuggente antropologia, che dun tratto sublima le ambiguit
dei togati-candidati, cio dei vecchi Ingroia ed
Emiliano, dei Di Pietro e dei De Magistris, che
partirono per moralizzare e finirono moralizzati, adesso si mettono in moto tutte le possibili
letture e riletture, variazioni e contaminazioni
di quellantica e complessa vicenda che da Tangentopoli in poi stata battezzata cortocircuito politico-giudiziario, o meglio ancora imperialismo giudiziario, storia denergia popolare
e di strumentalizzazione. Io non ho mai fatto
politica nella mia vita, rivendico la mia indipendenza ogni giorno al pari di quando ero in
magistratura, ha detto Cantone. Ero, ha detto. Appunto. Un lapsus ma anche no, perch
magistrato lo ancora eppure in effetti non lo
pi. E davvero Cantone, come Gratteri e come
Sabella (televisivamente ubiquo: da Sky a Raiuno, da Vespa a Porro), riempie le sue giornate
dinnocue enormit mondane e di Palazzo, ha
insomma il piacere dessere molti, di vedere
tutti i se stesso, essere a discrezione politico e
togato, essere un altro, dunque dipotizzare labbandono dellAnm (da politico?) e di aiutare
(da magistrato?) la candidatura renziana di
Giuseppe Sala a sindaco di Milano: A Roma
purtroppo non ho un Giuseppe Sala con cui interloquire, e questo mi manca moltissimo. E
si crea cos un tale clima di discorsi, di convegni, di dichiarazioni pubbliche, dinterviste ai
quotidiani, di polemiche radiofoniche, di lesto
manovrar dapparizioni televisive, dincarichi
para amministrativi, di candidature a sindaco,
a ministro, a commissario speciale, a salvatore
supremo della patria o del comune disastrato,
per cui la natura di ciascuno di loro si cancella e si ricompone, si trasforma e si confonde. E
non si riesce pi a distinguere chi chi, n cosa fa. Anche lAnm rimasta spiazzata. E la politica evidentemente una malattia che li contagia, ma che non pu essere stata contratta durante gli studi universitari di Giurisprudenza
n durante la preparazione del concorso in magistratura. E il mondo politico ad averli voluti
cos come sono, mezzi politici e mezzi magistrati, sospesi nel mondo di mezzo ops! assessori alla Legalit, commissari alla corruzione, autorit antimafia capaci desprimersi su qualsiasi argomento e su qualsiasi canale, capaci di
coltivare allo stesso tempo una doppia ambizione (laica e togata), quello stesso mondo che
mentre critica il protagonismo dei magistrati e
sottilmente li accusa di far politica con la toga
indosso, intanto riempie di toghe la politica
(perch non ha una classe dirigente allaltezza).
Cos alla fine, loro, i mezzi e mezzi, fondatori di
un metaforico albo dei moralizzatori cui la politica pu attingere ad libitum, ovviamente dicono di non far politica, quando sarebbe pi
rassicurante, opportuno e in linea con il loro
impegno, che invece facessero una scelta, preventiva e liberatrice.
Salvatore Merlo

Little Germany
Ambizioni globali frustrate. La
regionalizzazione delle banche
europee e la supremazia Usa
(segue dalla prima pagina)

Alfred Herrhausen stato presidente di


Deutsche Bank fino alla fine della Guerra
fredda. Aveva lambizione di fare della banca tedesca un ponte tra loccidente e lest europeo, forte anche oltreoceano, prima di venire assassinato in un sofisticato attentato dinamitardo tre settimane dopo il crollo del Muro di Berlino. Lomicidio, avvenuto mentre
Wolfgang Schuble era ministro dellInterno,
stato inizialmente attribuito allorganizzazione di estrema sinistra Rote Armee Fraktion ma rimasto senza colpevoli assicurati
alla giustizia. La sfida di Herrhausen andare oltre il modello renano e sfondare nella finanza globale la stessa che il Financial Times, giornale dellestablishment british, aveva idealmente addossato a Cryan, inglese di
nascita, il giorno dopo la sua nomina a ceo.
Troppa fretta. Deutsche Bank non la sola
banca dinvestimento europea a dovere riconsiderare le sue ambizioni. Insieme alla svizzera Credit Suisse tra le dieci peggiori banche dinvestimento globali degli ultimi cinque
anni, secondo Bloomberg. E al pari delle inglesi Barclays e Standard Chartered e della
francese Bnp Paribas stanno restringendo le
operazioni. Gli istituti europei stanno riscontrando sostanziali difficolt ad adattarsi ai requisiti di capitale comandati dai regolatori
continentali in un contesto di tassi dinteresse ai minimi storici e scarse opportunit di
profitto vista la ripresa anemica. Un clima
che limiter anche la possibilit di aggregazioni tra grandi player del credito che unendosi dovrebbero soddisfare requisiti ben pi
stringenti degli attuali in termini, ad esempio,
di patrimonializzazione. Deutsche Bank invero stata trattata con i guanti bianchi dalla
Banca centrale europea durante gli stress test dellanno scorso: nel calcolo dei rischi non
si tenuto conto dellesposizione su titoli derivati di cui la banca ingolfata. Una fiducia
forse mal riposta viste le leggerezze del management, con risvolti a volte grotteschi: dallavere lasciato credere a degli investitori di essere la Bundesbank, cio la granitica Banca
centrale tedesca, allincauto trasferimento
miliardario da parte di un giovane trader a un
cliente oltreoceano. I regolatori americani e
inglesi invece non concedono deroghe alla
corretta gestione; lo testimoniano le multe e
le pendenze legali per il coinvolgimento nello scandalo Libor. Se le grandi banche europee, a sette anni dallinizio della crisi, sono
nel mezzo della tempesta, le concorrenti americane stanno prendendo vantaggio sotto molti punti di vista: si sono ristrutturate pi rapidamente, i guadagni sono ai livelli pre-crisi,
i bilanci sono solidi e leconomia sottostante
molto pi vivace. LAmerica avanza, dunque, con buona pace delle voglie di conquista europee.
Alberto Brambilla

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

Pasolini e Marino. La verit e lomofobia. Ci scrive Faggioli


Al direttore - Da incorniciare linchiesta di Salvatore Merlo su Roma. Un ritratto magistrale del
collasso economico-politico della Capitale, delle
sue radici, dei suoi protagonisti. La situazione
grave ma non seria, direbbe Ennio Flaiano. E
vero: sta cambiando la geografia del potere e (forse) ci sono meno soldi da distribuire a clientele e
corporazioni. Ma la citt, pur tra tumultuose trasformazioni, rimane sempre la stessa. Rimane cio
oggi come ieri senza grandi peccatori. Perch mancano, come scriveva lo stesso Flaiano nel
1960, i falsi messia, i poeti inediti (tutti stampano qualcosa), i cupi visionari, gli affaristi pazzi, i
pittori della domenica, i filosofi ambulanti: non
avrebbero un pubblico. Insieme al denaro, la sola grande attrazione egli aggiungeva resta il
sesso. Tuttavia, questa inclinazione del romano
verso la Donna non prende mai laspetto del rovinoso vizio e della passione. Il Sesso un conforto, anchesso vagamente parafamiliare. Lestate
scorsa venuta a Roma Lily Niagara a fare spettacoli di spogliarello. Dopo quattro giorni, nel locale dove lavorava, si entrava con la riduzione dellEnal (La solitudine del satiro, Adelphi, 2013).
In altre parole: il vizio a Roma sempre stato razionale e utilitario, un fatto esteriore, un costume,
una moda. Sta qui anche il carattere profondamente meschino della sua corruzione. Ci vuole solo limmaginazione di qualche pm o di qualche
infoiato giornalista per trovarlo ardito e violento
come quello delle multinazionali mafiose.
Michele Magno

pensiero unico qualcosa va di traverso, la tanto decantata tolleranza si tramuta nella pi feroce delle persecuzioni, come ha documentato ieri il Foglio
con dovizia di particolari a proposito della caccia
alla strega scatenata contro il giudice Deodato. Era
gi successo in occasione del Family Day del 20 giugno, quando evidentemente irritati per linatteso
successo della manifestazione, e cercando un pretesto per screditarla, lorsignori non seppero far di
meglio che mettere alla gogna uno dei relatori solo per aver detto una verit di sesquipedale evidenza (mai letto il Medea di Euripide?) sulle dinamiche esistenziali che possono condurre un uomo a
uccidere la moglie. Ora toccato al povero Deodato, e con lui a Giuseppe Romeo, presidente del collegio dei cinque giudici che hanno deliberato linfame sentenza, reo invece di appartenere allOpus
Dei (esemplare lintervista-interrogatorio su Repubblica di ieri, che in confronto Torquemada era una
mammoletta). Ma tant. Nulla di nuovo sotto il
sole: La tolleranza sappilo solo e sempre puramente nominale E questo perch una tolleranza reale sarebbe una contraddizione in termini. Il
fatto che si tolleri qualcuno lo stesso che lo si condanni. La tolleranza anzi una forma di condanna pi raffinata. Infatti al tollerato mettiamo al

Alta Societ
Visto per strada, a Georgetown, Washington D.C., Luca Cordero di
Montezemolo.

Al direttore - Arieccoli. Quando ai gendarmi del

negro si dice di fare quello che vuole che il


suo appartenere a una minoranza non significa affatto inferiorit Ma la sua diversit o meglio
la sua colpa di essere diverso resta identica sia
davanti a chi abbia deciso di tollerarla, sia davanti a chi abbia deciso di condannarla. Firmato: Pier
Paolo Pasolini. Deo (sia lo) dato.
Luca Del Pozzo
Lei parla di verit. Ma il problema
persino pi basilare. Non si tratta solo di
dire chi ha ragione. Si tratta di mettersi
daccordo su un punto chiaro: la polizia del
pensiero unico deve accettare che chi si discosta dal pensiero unico non un fondamentalista ma una persona che ragiona
con la sua testa. Un paese in cui difendere
la famiglia tradizionale significa finire nel
girone infernale degli omofobi un paese
in cui la dittatura della morale sta semplicemente vincendo. E non si pu accettarlo.
Al direttore - Il Foglio in Italia una delle poche
finestre aperte per il pubblico non specializzato sul
mondo religioso americano, e quindi i suoi lettori
meritano di sapere alcune cose in riferimento ai
due articoli pubblicati nei due giorni scorsi nei quali sono stato chiamato in causa.
1) La lettera che ho firmato e poi pubblicato via
social media il 26 ottobre frutto di un lavoro collettivo e quindi ha ovvie debolezze formali, ma in
nessun modo intende o esprime il desiderio di ridurre al silenzio una voce come quella di Ross
Douthat sul New York Times. La lettera piuttosto

intende informare i lettori del New York Times,


uno dei modelli di correttezza nel panorama dellinformazione mondiale, che un suo autorevole
commentatore che scrive da conservatore e da cattolico ha scarsissime conoscenze su cosa sia la tradizione cattolica che dice di difendere da cattolico
(conoscenze che non derivano necessariamente
dallessere accademico oppure no: vedi alla voce
elitismo dellanti elitismo). Lo si vede dalla disinvoltura con cui Douthat lancia accuse di eresia:
molto pi grave quando la formula contro il Papa che contro di me (ubi maior). Tuttavia, accusare di eresia un teologo cattolico laico in America
pi grave che farlo in Italia, viste le azioni di polizia dottrinale contro i teologi a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni (prima di Francesco)
qui in America.
2) Laccusa di eresia fa parte del modus operandi della cultura cattolica di cui Douthat espressione, non certo della mia. I paladini della libert
di espressione di Douthat sono gli stessi che da anni ormai stilano vere e proprie liste di proscrizione
contro teologi cattolici americani. Il tentativo di
spingere i vescovi a fare pressione sulle universit
cattoliche in modo da ottenere il licenziamento e
il silenzio di quei teologi (lo testimonia la piccola
caccia alle streghe in corso via internet contro alcuni dei firmatari della lettera). Questi paladini sono gli stessi che negli anni scorsi inneggiavano alle purghe di teologi cattolici che, al contrario di
Douthat, avevano speso la loro intera vita studiando e insegnando teologia, e soprattutto
servendo la Chiesa.
Massimo Faggioli

In che senso limmaginario produttivo italiano un ostacolo al turismo futuro


(segue dalla prima pagina)

Voglio dire, le cose stanno cambiando:


prendiamo le piastre per circuiti stampati.
Chi fa quei buchi? Non una domanda sofista. Pi buchi ci sono, pi piccoli sono,
pi fili ultrasottili passano, pi informazioni arrivano, pi valore aggiunto otteniamo.
Ecco, c una macchina che ci pensa: un
mandrino ad aria. Lasse che ruota e buca
la piastra non sostenuto da nessun elemento metallico, ma da molecole di gas,
meno attrito, pi velocit, meno costi, pi
innovazione. Tanto vero i fori hanno la dimensione di 40 micrometri, la met del diametro di un capello umano. Nel 2010 due
ditte, la Westwing e lAir Bearing si aggiudicavano l80 per cento del mercato (fonte
Peter Marsh, Fabbricare il futuro, Codice Edizioni). E chiaro che le suddette dit-

te devono costantemente investire in innovazione, nel futuro e non solo nel passato,
e si tratta di mettere insieme e far dialogare chimici, ingegneri, altrimenti il mandri-

IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
La foto di Matteo Renzi a Cuba. Quella in cui si fa vedere mentre fa la
sua corsetta. E unimmagine diffusa da
chi gli vuole male. Sar di certo sfuggita
al controllo della cerchia stretta perch
visto in quel modo con la sacca dadipe trattenuta, il fiato zoppo, lo sguardo
da ceffo a corto ormai di furbizie lo svela scarso, troppo scarso rispetto allo
storytelling dellhappy regime. Gli ve-

no non lo possono realizzare (e deve essere sostenibile, con bassa impronta ecologica). Si chiamano silver companies, ossia
imprese che a dispetto delle loro ridotte dinuto pure il doppio mento! Pare abbia
un avvolgibile sotto alla scucchia. Quando le corsette le faceva Silvio Berlusconi alle Bermuda, con Gianni Letta, Marcello DellUtri, Fedele Confalonieri e
Adriano Galliani in maglietta e pantaloncini bianchi erano corsette da cummenda, pronte per finire nella sequenza
di una commedia. La foto di Matteo Renzi a Cuba solo il prequel al video della senatrice Stefania Pezzopane con il
suo toy-boy, Simone Coccia.

mensioni riescono a ritagliarsi unampia


fetta di mercato. Per il momento le migliori sono tedesche, coreane, cinesi (in crescita), inglesi e americane. E le italiane? Potrebbero ritagliarsi spazi di mercato? Si
parla tanto di piccolo e bello, forse per non
essere astratti pensare solo al turismo come soluzione, necessario cambiare anche
limmaginario produttivo. Abbiamo il passato e va bene, ma troppo immobile, tra
laltro le stupende opere darte sono state
costruite dai ricchi per nobilitare il proprio casato, insomma allora cerano i ricchi
che escludevano i poveri, ora vogliamo costruire il futuro per includere i nostri nipoti? Se no questultimi senza soldi come
fanno a viaggiare, poi si devono accontentare di belle foto.
Antonio Pascale

LExpo con unimmagine: polpetta globalizzata vs santuario laico delle tipicit


(segue dalla prima pagina)

La settimana dopo quando la gente ha


cominciato a sbarcare a Rho ha potuto vedere che s, forse non tutto era completato,
figurarsi, siamo in Italia, ma il 17 per cento avrebbe voluto dire che non era pronto
quasi niente. Va bene la critica, la denuncia, lo scrivere che il sito completato solo al 60-70 per cento, ma il 17 per cento,
di, c una misura anche nel catastrofismo
se vuoi essere un minimo credibile. Poi, nel
corso dellestate, davanti alle code ai cancelli, la sindrome del flop e del deserto
espositivo si via via trasformata magicamente nel suo contrario: come sono lunghe
le file; e non si riesce a vedere niente; e
lorganizzazione latita; e il sito pieno perch si svendono i biglietti; e non ci sono abbastanza ricadute sulla citt; e poi chiss
cosa succeder dopo, con i terreni, quando
la procura riaprir i cassetti e allora vedremo chi aveva ragione
Benaltrismo fastidioso e un filo patetico.
Tutto per non ammettere una banalissima
verit, che nulla toglie al giudizio che ognuno pu avere sullesposizione (anche che
faccia schifo): il format Expo ha funzionato dal punto di vista dei numeri, a dispetto
di chi se lo immaginava un luogo esistenziale senza le multinazionali, dominato da
grandi dibattiti per puristi sul futuro dellumanit e la fame del mondo, perch
stato concepito da subito come un luna
park per turisti, famiglie, pensionati e professionisti dellhappy hour. Padiglioni colo-

rati e un filo kitsch, chioschetti e street


food dappertutto, le sedie rimbalzine griffate Coca-Cola, i percorsi da sussidiario
delle medie in formato multimediale, capaci di darti uninfarinatura divertente sulla
catena alimentare e le filiere del cibo. Insomma: meno Carlin Petrini, pi consumismo pop!
Pu non piacere, ci possono essere mille dubbi sul senso di eventi
del genere nellanno del
signore 2015, ma come dovrebbe
strutturarsi
unEsposizione che deve attirare milioni di
visitatori, se non da
Gardaland del cibo? C unimmagine che dice tutto e potrebbe essere (stata) anche
una scelta perfida degli organizzatori. I padiglioni di McDonalds
e Slow Food, il
diavolo e lacqua
santa del cibo, si
trovano vicini, in
fondo al decumano su cui affacciano i paesi partecipanti. Il primo sempre pieno come lo sono i chioschetti e i baretti del grande sito di Rho, il secondo fisiologicamente
molto meno, nonostante il concept elegan-

te, lo spazio dibattiti e i libri sulla cultura


del cibo. La predominanza del padiglione
della polpetta globalizzata rispetto al santuario laico delle tipicit a chilometro zero lesatta metafora di cos stata lEsposizione universale, perch stato un successo di pubblico, perch piaciuto molto
alla gente normale e un po meno alla gente che piace (e si crede migliore), perch
hanno funzionato moltissimo le patatine belghe e olandesi al
cartoccio (unto) e perch
una citt come Milano,
abituata per lungo
tempo a dividersi a tavola per censo, location e potere dacquisto, in Expo si incredibilmente contaminata. Forse questo il
vero successo della
manifestazione.
Il
professionista insieme al ragazzotto un
po hipster, le coppiette insieme allo studente universitario,
loperaio con le scolaresche, i Cral dei pensionati con le famigliole coi passeggini. Daltronde bastava girare in citt in questi mesi per osservare losmosi con quel che avviene a Expo e la sperimentazione culinaria che la sta investendo al pari di altre

grandi citt dEuropa. Locali multifunzionali aperti dallalba al tramonto (e anche


oltre) che offrono la brioche e il finger food,
lasagne al forno come le ostriche; street
food allitaliana che proprio a Milano sta
vivendo il suo boom; il bengodi di ristoranti vegetariani/vegani che si moltiplicano; le
hamburgherie per tutti i gusti; i mercati
metropolitani e la forte concorrenza tra ristoranti etnici. Locali che trovi dentro le
mura spagnole come a Lambrate, al Giambellino come in zona Padova, al Lorenteggio come sui Navigli in una citt che ha
sempre meno abitanti ma un numero enorme di pendolarismo metropolitano e un
flusso turistico in aumento. Locali dambiente, piccole catene cittadine, monoprodotto spinto perch oggi anche il cibo si disintermedia, prezzi tutto sommato contenuti, packaging allaltezza del tempo presente
e, soprattutto, come detto, contaminazione.
Fusione di alto e basso.
Persino le lunghe file sono state ordinate. Da agosto in poi, quando la fiumana si
decisamente ingrossata, la gente ha continuato a concepire Expo come fosse una
gita fuori porta, una giornata di evasione a
Gardaland dove metti in conto di dover
aspettare per una giostra. Abituati al traffico e agli insulti in tangenziale, gli italiani si sono messi in fila a Rho, dove non
c un cazzo, senza spazientirsi. Anche
questo, a suo modo, stato un mezzo miracolo.
Marco Alfieri

Un altro arrembaggio francese a Telecom Italia, dopo Bollor ecco Niel


COSA C DIETRO LINGRESSO IN TELECOM DELLENFANT PRODIGE DELLE TLC E PERCH LA POLITICA HA UN AVVERSARIO
Milano. Alleati o nemici? Pi facile la
seconda. Xavier Niel, 48 anni, lex enfant
prodige del capitalismo francese che assieme a Matthieu Pigasse controlla il Monde e possiede i diritti di My Way (s, la canzone simbolo di Frank Sinatra) ha annunciato ieri di possedere, tra opzioni (il 6 per
cento circa) e titoli acquistati a temine (poco pi del 5 per cento), l11,2 per cento del
capitale e dei diritti di voto di Telecom
Italia, grazie a un blitz sui mercati che risale al 21 ottobre; quasi in sintonia con gli
ultimi acquisti di Vincent Bollor che controlla ormai il 20,03 per cento dellex monopolista italiano. Esulta la Borsa: pi 8
per cento in mattinata, poco meno del 6
nel pomeriggio su prezzi che non si vedevano da un po. Un asse francese? In
realt, i due sembrano avere ben poche
cose in comune, sia nei metodi sia negli
obiettivi. La conferma arriva dallo stesso
ad di Telecom Italia Marco Patuano. Non
credo afferma che ci sia una liaison tra
i due. Cos diversi, anzi distanti: Bollor,
patron di Vivendi, vicepresidente di Mediobanca, ben inserito nelle stanze dei
bottoni dItalia, attento a non urtare, se
non ad assecondare, i piani italiani sulla
banda ultralarga che coinvolgono la societ italiana e Metroweb, nella convinzione che alla fine a vincere la partita sar
lui. Di tuttaltro tenore, a giudicare dal
passato, lapproccio di Niel, che ha saputo costruire dal nulla un impero che vale
8 miliardi di euro sovvertendo gli schemi
tradizionali fin da quando nel 1999 la
sua Free ha fatto irruzione sul mercato
francese offrendo un accesso modem gratuito. Oggi, al vertice di Iliad, sta lavoran-

do assieme al socio Pigasse a un fondo di


investimento nel settore media. E Telecom Italia, in cui Niel proprietario tra
laltro di Monaco Telecom ha investito
1,7 miliardi di euro, il suo biglietto da visita. Per la soddisfazione di Patuano, contento perch linvestimento di soci esperti del mondo delle telecomunicazioni significa che la nostra strategia crea valore.
Ovvero, a pensar male, lieto del fatto che
sia arrivato un socio forte in grado di compensare il primato di Bollor. Ma Niel, che
secondo molti sondaggi luomo daffari
pi popolare di Francia, non lunico ad
aver inquadrato nel mirino il vulnerabile
impero di Telecom. La brasiliana Oi, il
quarto gestore tlc carioca, ha deciso di accettare lofferta del magnate russo Mikhail
Fridman, pronto a investire 4 miliardi di
dollari a una sola condizione: la fusione
tra Oi e Tim Brasil, la partecipata di Telecom Italia che Bollor avrebbe voluto si-

stemare con Telefonica se non ci fossero


stati problemi insormontabili di Antitrust.
Insomma, in Europa come in sud America
ha ormai preso il via la stagione di caccia.
E Telecom Italia, priva di un punto di riferimento azionario italiano, sembra il primo tassello ideale per un consolidamento
delle posizioni in vista di unondata di fusioni/acquisizioni che non tarder. Non ci
si deve stupire: il primo socio italiano
Mediobanca, con il 2,6 per cento, che non
fa misteri di volere liquidare il pacchetto,
eredit dellavventura Telco. Per il resto,
oltre ai due gruppi francesi, lazionariato
prevede fondi sovrani di Norvegia e Cina,
colossi del risparmio come BlackRock, Fidelity e Vanguard. Tutti attenti a scrutare
le mosse di Niel, gi convocato in Consob,
che promette, visto il personaggio, sorprese ed emozioni. Niel, figlio di un avvocato
di provincia, fa il suo esordio nel business
a soli 19 anni nel 1986. E tra i primi, anzi

il primo, ad annusare le potenzialit di Minitel, lantenato transalpino di internet


frutto della grandeur tecnologica dellra
Mitterrand. Di qui lidea di dare vita a Minitel Rose, la prima chat-line erotica dellra del sesso virtuale. Un grande successo che provocher a Niel anche qualche
noia giudiziaria legata ai sexy shop ma che
comunque non frener il suo istinto di disruptor pronto a colpire nel business come
lelefante nella cristalleria. Nel 1999 crea
Free, il service provider che fornisce laccesso modem gratuito per poi lanciare, anno 2012, Free mobile che rivoluziona la telefonia mobile in Francia offrendo chiamate illimitate, dati e internet a met prezzo rispetto ai prezzi dei tre maggiori operatori francesi. Nel frattempo trova modo di
mettere le mani sul Monde, garanzia di potere che non guasta nel tout-Paris, e di qualificarsi, grazie alla creazione del fondo
Kyma, come uno dei business angel, ovvero dei moderni impresari della finanza,
pi attivi del pianeta. E sempre pronto a
dare una mano alle start-up pi talentuose: quasi 400 negli ultimi cinque anni, tra
cui 101 premiate con un assegno di 25 mila euro al termine di un test maratona condotto da lui in persona; ogni candidato ha
avuto a disposizione un minuto di tempo
per presentare la sua idea. Ecco, in sintesi, langelo degli affari che si affaccia alla
porta di Telecom, azienda penetrabile che
sembra condannata allinstabilit perpetua. E da ieri un po meno campione nazionale. O, comunque, pi distante dal pressing della politica. Il che in fondo non guasta affatto.
Ugo Bertone

Jaccuse contro lAnm


I giochini strani sulla privacy,
la superficialit sulla corruzione.
Le occasioni perse dai magistrati
(segue dalla prima pagina)

Terminato il Congresso sto risalendo lItalia per ritornare a casa, alla guida lamico Daniele, avvocato, un terronaccio di
quelli buoni che sono ottimi e per signorilit sensibilit e cultura non hanno eguali
neanche a Calalzo. Ma hai capito davvero
quali sono state le conclusioni congressuali?, mugugna dopo rapido sguardo. Bah,
difficile dire che. E difficile o impossibile?, mi interrompe. Non esagerare.
Ma va separata la carriera del pm che
chiede il carcere cautelare da quella del
gip che accoglie la richiesta con il copia/incolla?. Bah. Ma continuer a essere tollerato un procedimento penale eterno, ampolloso e prevalentemente cautelare che,
quando non viene fulminato dalla prescrizione, secondo la Cedu infligge pene disumane e degradanti?. Bah. E il mercimonio di notizie ancora segrete per il bign
del titolone del mattino?. Bah. E lobbligatoriet dellazione penale che da decenni solo alibi? I magistrati cooptati dalla politica soprattutto in relazione alla visibilit che sono riusciti a guadagnarsi sul
campo professionale. Basta, non distrarti quando guidi!, gli intimo quasi alzando la voce. Credo per che la nostra
classe politica dovrebbe una buona volta
prendere atto di quello che sotto gli occhi
di tutti e finalmente operare di conseguenza. Cio? Qualche cenno. Che inutile perdere tempo a discutere quanto a intercettazioni sul valore della privacy e sulla rideterminazione delle pene massime. A
prescindere dalla prassi dellimputazione
strumentale per poterle disporre, che ormai non scandalizza pi nessuno, a prescindere dallarticolo 266 cpp che consente di ancorarsi non alla misura della pena
ma al titolo del reato che appaia meritevole di codesti accertamenti tecnici. A prescindere da tutto ci, va aggiustato il tiro
perch, per ragioni di ordine e sicurezza, la
privacy notoriamente estinta da anni proprio come il povero Dodo, annientata da
una tecnologia a livello mondiale sempre
pi pervasiva oltre che, a dir il vero, irrinunciabile quantomeno per il senso comune. E allora nessuna titubanza nellintegrare codesto articolo 266 cpp, prima o poi
avremo intercettazioni pi o meno preventive per tutti i reati che non siano proprio
bagatellari, avremo videocamere informatizzate in ogni via e piazza, big data in evoluzione continua, il Grande Fratello insomma, perch questo il nostro futuro a prescindere da qualsiasi cosa tu possa pensare e desiderare. Ed questo che rende ineludibile, per una politica criminale che sia
avveduta e realistica, spostare preoccupazioni e interesse punitivo con sempre maggiore severit dalla violazione di una privacy-Dodo sostanzialmente non pi tutelabile a quello che sia un successivo impiego
criminale della notizia per uso proprio o di
categoria. Il che vuol dire attivare una sempre pi severa attenzione e criminalizzazione per qualsiasi accesso indebito finalizzato allutilizzazione impropria di notizie personali. Quanto alla corruzione che si cantilena essere oggi tanto diffusa, ricordo a me
stesso, come si suol dire in aula, che purtroppo sempre esistita ed stata sempre
e immancabilmente collegata da una parte
alla sua lucrativit per entrambe le parti interessate e alla macchinosit onnipresenza
e inefficienza dellamministrazione pubblica, dallaltra a una miserrima subcultura
profondamente radicata nellignoranza di
cosa sia bene comune, nellapprezzamento
per chi furbescamente si arrangia, insomma nella povert di spirito e di civismo. Lo
si pensa e dice da sempre ma per ora senza grandi risultati. Capitale corrotta nazione infetta, scriveva Cancogni 60 anni fa
nellinchiesta sulle centrali di potere capitolino, in linea con quanto era gi stato
scritto ab immemorabili sullo stesso tema.
Ecco perch parrebbe ragionevole tentare
di affrontare la piaga della corruzione non
con virtuali aumenti di pena bens con
esempi quotidiani di cultura civile (e chi si
prende la briga di incominciare?) e con una
riforma di semplificazione e riordino della
pubblica amministrazione che in tempi rapidissimi chiarisca diritti e tempi delle procedure e spazzi via qualsiasi possibilit
agevolatoria aumma aumma.
Quanto alla famigerata prescrizione possiamo dire che ogni reato prescritto una
sconfitta del sistema giustizia? Direi di s.
Ma che anche la conferma che nonostante tutti quegli anni laccusa non riuscita
a provare la responsabilit dellimputato,
pertanto rimasto per tutto quel tempo inutilmente alla berlina o almeno sotto una
pesante spada di Damocle? Che continuare
a richiedere un prolungamento dei termini senza prima risolvere la mortale inconcludenza equivale ad affrontare lepidemia
ampliando i cimiteri anzich gli ospedali?
Direi ancora di s.
Al mio paese hanno davvero tolto lospedale e triplicato il cimitero. Ma al Congresso non hanno mica parlato di questo!,
mi fa Daniele un po inviperito. Sta calmo,
forse si ripromettono di discuterne lanno
prossimo, tento di rassicurarlo con un sorriso forse un po tirato.
Piero Tony

INNAMORATO FISSO
di Maurizio Milani

Non per mancare di rispetto alla Ue, ma qui gi dieci anni


che mangiamo gli insetti (senza
permesso comunitario). Grilli,
grillo talpa, moscerini e lepidotteri sono ormai il 75 per cento della nostra dieta, anche perch il costo contenuto.
Rane e lumache le abbiamo abbandonate da tempo, da quando i miliardari di
sinistra le hanno scoperte i rivenditori
hanno aumentato i prezzi. A suo tempo
stato cos anche per la polenta.

ANNO XX NUMERO 257 - PAG I

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

THE RUBIO MOMENT


Gran successo di Rubio al debate dei repubblicani, soprattutto nella sfida con Jeb.
Ma non dite che lObama del Gop. Semmai pi un Bill Clinton di destra
are sondaggi elettorali per la Casa
Bianca negli anni dispari attivit rischiosa, anzi sicurissima per chi vuole
depistare o farsi depistare inseguendo la
fortuna di candidati passeggeri che scatenano gli animi e poi si sgonfiano. Un anno
prima delle elezioni del 1964 Nelson
Rockefeller era davanti in tutti i sondaggi,
e alla fine la nomination lha vinta Barry
Goldwater, che stava dalla parte opposta
dello spettro conservatore. A sentire i sondaggi, nel 1987 Gary Hart aveva la nomination democratica in tasca, e chi osava dire
che leroe dellestablishment Walter Mondale era il favorito era un sempliciotto che
non aveva colto il cambio di vento. Il quarto dora presidenziale di Joe Lieberman
durato diversi mesi, e c stato un momento, nellautunno del 2003, in cui perfino
Howard Dean stato un frontrunner. Le
percentuali bulgare con cui la coppia
Trump-Carson guida la folta battaglia repubblicana per la nomination sono un effetto ottico ricorrente, prodotto della lente distorcente di questa congiuntura autunnale che rende tutti pi frivoli, come
ha scritto con britannica freddezza
Edward Luce, editorialista del Financial
Times, notando che il populismo di marca
americana abbaia molto e morde poco.
Questo vale anche per Bernie Sanders, socialista con tifoseria giovane e rumorosa
che si faceva forte davanti alla campagna
claudicante di Hillary, ed bastato che lei
infilasse nella direzione giusta un dibattito, una maratona inquisitoria su Bengasi,
un Biden che abbandona lipotesi della
corsa e un paio di testimonial giusti per riportare Sanders nel suo mondo minorita-

cenna nemmeno una scusa blairiana quando si parla di guerra al terrore e regimi rovesciati in nome della libert, mentre Jeb
si contorce in modo innaturale per smarcarsi dallepopea del fratello maggiore
senza per risultare un traditore. Checch
ne pensino gli strateghi di Jeb, Rubio non
un Obama del Gop, non ha quelle carismatiche doti innate per rovesciare la partita in suo favore con il puro potere della
narrazione, per ha 44 anni, un eroe dei
due mondi, un figlio di emigranti con origini cubane, il padre che faceva il cameriere a Las Vegas per sbarcare il lunario. Si
ormai scrollato di dosso chi gli fa notare
che i suoi genitori sono arrivati negli Stati
Uniti prima della rivoluzione castrista. Ha
la faccia del bravo ragazzo affidabile con la
riga da una parte e una moglie latina e fotogenica che faceva la cheerleader dei
Miami Dolphins. Sa quel che dice e sa anche come dirlo, non a caso quando stato
eletto al Senato riuscito ad attrarre il popolo del Tea Party, che cercava pi la reazione che il ragionamento. Quando ha annunciato che non si candider per la rielezione, mostrando tutto il disprezzo per il
Congresso immobilizzato dalle logiche della vecchia politica, ha guadagnato punti,
mostrandosi pi attaccato al paese che alla poltrona. C chi gli chiede di dimettersi per rispetto di unistituzione che si trova a disertare, ma quando Bush ha provato a farlo sul palco di Boulder, nel terzo dibattito repubblicano, si scottato. Jeb la
rappresentazione di un mondo lontano e
fin troppo noto. Basta guardare la raccolta
fondi per capire: fin qui ha raccolto 128 milioni di dollari, contro i soli 32 di Rubio, ma
i finanziamenti elettorali non si contano
(soltanto), si pesano, e il 5 per cento dei soldi di Bush viene da piccoli finanziatori,

Qualcuno ti ha convinto che


attaccarmi ti aiuter la frase
pi tagliente che Rubio ha rivolto
a Jeb sul palco dellultimo dibattito

Rubio pu essere un frontrunner


per sottrazione, luomo che offre
unalternativa fra il populismo
urlato e i cognomi troppo visti

rio. Molte delle pulsioni che si concentrano nella prima parte della campagna sono
una specie di fuga damore caraibica con
la segretaria, unimmagine mentale che si
materializza spesso ma che altrettanto
spesso scompare una volta varcata la soglia di casa. Tutto (o quasi tutto) si ricompone nellalveo della media, che poi la
sede della virt: la classe media, un candidato ispirato, un programma che promette
moderazione pi che rivoluzione, un
change, non unapocalisse. Lintero sistema elettorale strutturato per incoraggiare la vittoria del ragionevole sul massimalista, del centro sullestremit, e il rapido
crollo del libertario Rand Paul fornisce un
indizio. Bench animati da caratteri, inclinazioni e formati di populismo differenti e
ben profilati sullelettore del momento,
Trump e Carson occupano lo spazio che
quattro anni era occupato da Michelle Bachmann e Herman Cain. Chi? Ecco, appunto. La differenza che hanno molti, molti
pi soldi dei loro improbabili predecessori, e questo concede loro un tempo di sopravvivenza pi lungo sul ring. Ma a ogni
buon conto lultimo presidente di marca
spiccatamente populista lAmerica lo ha
eletto suppergi un secolo e mezzo fa. Gli
elettori invertiranno una tradizione tanto
lunga per eleggere un uomo secondo cui le
donne islamiche indossano il burqa, anzi
quel coso l, perch cos possono evitare
di truccarsi?
Se dunque la corsa un affare che si gioca nel centro ideologico del partito, non
sulle sue ali pi estreme, il partito repubblicano nel fittissimo parterre ha vari can-

mentre il resto il prodotto delle connessioni miliardarie di famiglia. Rubio ha una


quota del 20 per cento di piccoli contributori, un rapporto gi pi equilibrato fra il
grassroots, la base, e lestablishment. La
storia elettorale, anche recente, piena di
candidati ultraricchi o incredibilmente
connessi con gli uomini pi danarosi dAmerica che sono svaniti poco dopo il voto
in Iowa, tanto che Rudy Giuliani credeva di
farsi largo verso la Casa Bianca strisciando
le carte di credito dei suoi sodali danarosi. Rubio pu essere un frontrunner per
sottrazione, luomo che offre unalternativa
fra il populismo urlato e i cognomi troppo
visti, il leader che forma la sua credibilit
passo dopo passo, senza un grandioso lancio di fuochi artificiali. Di certo ha bisogno
di ottenere pi endorsement da parte di
esponenti dellestablishment repubblicano, che garantiscono fundraising e diffusione capillare di una campagna che ha bisogno di estensione, non solo di profondit.
Jeb al momento ha 36 figurine nellalbum
degli alleati, Rubio soltanto 8. Hillary ne
ha 391. Che Jeb la settimana scorsa abbia
ordinato una brusca ristrutturazione dellorganigramma del suo team, con un severo taglio del monte stipendi e altri segnali
di nervosismo non pu che deporre a favore di Rubio, e lo stesso vale per il cambio
di strategia per opporsi frontalmente al
suo ex discepolo. Qualcuno ti ha convinto
che attaccarmi ti aiuter la frase pi tagliente che Rubio ha rivolto a Jeb sul palco dellultimo dibattito, ch implica non
soltanto che la tattica sia sbagliata, ma che
lex governatore sia manipolato da cattivi

Lidea dellObama repubblicano


stata applicata a qualunque
politico di destra vagamente giovane
e non perfettamente caucasico

La sua dottrina in politica estera


una decisa riproposizione delle
idee neocon, senza scuse blairiane
quando si parla di guerra al terrore

di Mattia Ferraresi

didati proponibili, ma per peso specifico,


capacit di galvanizzare la base, rapporti
con lestablishment, solidit economica ne
rimangono soltanto due: Jeb Bush e Marco
Rubio. E in questo momento bookmakers
dicono che il cavallo vincente Rubio.
Non che il mercato delle scommesse sia
particolarmente affidabile, ma di sicuro
tiene conto di pi elementi di quelli mostrati dai sondaggi, che a questo punto non
sono che termometri di emozioni volatili (e
comunque danno Rubio in testa dopo la
coppia al comando). Un altro indizio della
crescita di Rubio il deciso cambio di pas-

Molti pensano che sia Rubio, e non Jeb, linterprete di un conservatorismo presentabile, lontano dalle fanfaronate di Trump, ma anche dallintransigenza di Ted Cruz e dalle formule libertarie di Paul
so di Jeb degli ultimi giorni nei confronti
del senatore della Florida, che era stato un
suo protetto e ora il suo avversario pi
pericoloso, nonostante Trump abbia finora distratto molte energie. In unadunata
bushiana piena di finanziatori e supporter
a Houston, gli advisor di Jeb hanno esposto
la strategia per affondare il vero pericolo
in un power point che detta la linea strategica: Dobbiamo contrastare lattuale
presidente. Hillary punter su competenza
ed esperienza. Marco un Obama repubblicano. Lidea dellObama repubblicano
stata applicata a qualunque politico di
destra vagamente giovane, non affetto da
dislessia e non perfettamente caucasico,
anche Bobby Jindal, ma in questo caso gli
uomini di Jeb suggeriscono unanalogia
pi letterale: Rubio e il presidente Obama hanno profili simili: senatori al primo
mandato, avvocati e professori universitari, hanno servito in Congressi locali per otto anni, hanno poche conquiste legislative
da esibire, e non hanno mostrato molto interesse nel processo di avanzare leggi e ottenere risultati. Molto si potrebbe dire, e
in questi giorni stato detto, sulle possibilit di successo di una campagna elettorale che contiene frasi dalla logica scivolosa
come questa, e basta citare lintellettuale
neocon Bill Kristol un fan di Rubio per
sintetizzare: Un Obama del Gop sarebbe
perfetto: vincerebbe due volte e muoverebbe la politica interna ed estera nella dire-

zione che vuole. Ma il fatto rilevante qui


il timore che Rubio trasmette presso il
mondo dei Bush, tanto da meritarsi il pi
duro dei paragoni, quello con Obama, e
unimplicita accusa di alto tradimento del
suo mentore. Non si scomoda una virulenza del genere per un avversario che non ha
possibilit di vittoria. Ross Douthat, columnist conservatore del New York Times, ha
provato a spiegare la settimana scorsa perch Rubio il pi credibile nella schiera
dei candidati credibili, anche se si tratta di
un frontrunner inusuale: E vicino al
centro ideologico del partito, e i suoi indici di gradimento presso i repubblicani sono alti in maniera consistente. E un oratore capace con una fantastica storia personale e uno stile attraente, oltrech una variet di politiche pi interessante di molti
dei suoi rivali. Fa paura ai democratici
nelle elezioni generali, e sa sottolineare le
differenze con Colei Che Sempre Stata
Inevitabile. Il suo sostegno per una riforma
dellimmigrazione un grosso ostacolo, ma
Rubio ha mostrato molta pi finezza su
questo tema di quanto ne abbia mostrata
Jeb, e un punto a sfavore di solito non abbastanza per condannare un candidato che
altrimenti ha i tratti del vincente. Douthat
parla anche pro domo sua. Leditorialista
una voce allorigine dei reformocon,
conservatori di lega moderata, tendenzialmente giovani e con approccio da secchioni ai problemi politici, decisi a liberarsi in

parte della mobilia di Reagan per costruire un conservatorismo efficace, non residuale, capace di andare a pescare voti fuori da un bacino elettorale che in fase di
prosciugamento per varie ragioni demografiche. Molti, in questo giro che abbraccia think tank come lAmerican Enterprise Institute e giornali come National Affairs, pensano che sia Rubio, e non Jeb,
linterprete di un conservatorismo presentabile, lontano anni luce dalle fanfaronate
di Trump, ma anche dallintransigenza
apocalittica di Ted Cruz e dalle formule libertarie di Paul, senza compromessi sulle
questioni fiscali ma isolazionista in politica estera e anarchico se non lui molti dei
suoi sui temi etici. Il milieu riformista
non saccorda male, sulla carta, con le idee
di Jeb, per pragmatismo pi simile al padre che al fratello, ma pone lenorme problema del rinnovamento dellestablishment, della rivitalizzazione di un movimento che quattro anni fa non riuscito non si
dica a impensierire un presidente gi messo sotto dalla realt, ma nemmeno a esprimere un candidato in grado di arrecare
danni. Il candidato reformocon ideale
non fatto per scaldare i cuori. E un secchione che padroneggia fin nei dettagli politica economica ed estera, ha idee moderate sulle tasse, come Irving Kristol al capitalismo concede soltanto due urr, promuove politiche per rinsaldare e sostenere
le strutture sociali e culturali che vengono

dalla tradizione, non pensa che compromesso sia una parolaccia e considera Washington un luogo sordido perch dominato dalla partigianeria che blocca qualunque possibilit di riforma, ogni tentativo di
servire il bene comune, non per una guerra santa al centralismo. Rubio incarna per
molti versi questo ideale non cinematografico ma di sostanza, credibile. Il suo piano
fiscale, che pure prevede consistenti tagli
delle tasse, stato fatto a fette dalla pagina delle opinioni del Wall Street Journal,
diretta da Paul Gigot, che in materia di ortodossia conservatrice e reaganiana cassazione. Troppo alta laliquota massima al
35 per cento (ora al 39,6), lassegno famigliare portato a 2.500 dollari per figlio
uno strumento assistenziale, si occupa pi
del sostegno ai poveri che di dare una frustrata al business: Ha fatto una grande deviazione da una riforma orientata al sostegno della crescita, ha scritto il Wall Street
Journal, che invece s sdilinquito per la
proposta pi ortodossa di Bush. Rubio aggredisce alla giugulare il Common Core, il
programma scolastico standard che invece
piace a Jeb essenzialmente per ragioni di
stabilit sociale, e sullimmigrazione parla
un linguaggio che pu catturare consensi
alle elezioni generali, mentre va dosato
con cura e se possibile evitato in blocco
durante le primarie. La Dottrina Rubio
in politica estera una decisa riproposizione delle idee neocon, e il senatore non ac-

consiglieri. La strada delle primarie lunghissima e, come ha scritto Douthat, Rubio


troppo moderato per lelettorato dellIowa e troppo conservatore per quello del
New Hampshire i primi due stati a votare ma c un altro presidente nella storia
recente che ha vinto la nomination senza
aggiudicarsi i primi stati. Ha vinto con una
piattaforma moderata, tutta affidabilit e
ragionevolezza, senza invocare utopie kennedyane, con una campagna fatta al centro
dello spettro ideologico del suo partito,
senza rincorrere gli impresentabili che si
sono presi i primi stati contesi. Forse Rubio il Bill Clinton repubblicano.

ANNO XX NUMERO 257 - PAG II

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

ANNO XX NUMERO 257 - PAG III

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

IL JIHADISTA RILUTTANTE
Incontro con Mahmoud, ragazzo islamico in Brianza, che era pronto a partire
per combattere in Siria. Ma ha cambiato idea. Integralismo, reclutamento, famiglia
guardarlo cos, composto, educato
sebbene attento a sedersi a una distanza di qualche metro, islamicamente corretta, dalla giornalista di sesso femminile
Mahmoud Ben Ammar evoca limmagine
rovesciata del protagonista del romanzo di
Moshin Hamid Il fondamentalista riluttante. A differenza del giovane protagonista del romanzo dello scrittore pakistanoamericano, che fece un certo scalpore negli anni Zero del conflitto terrorista, il giovane che ho davanti non ha lasciato una vita di agi per diventare, quasi suo malgrado,
un islamista. Al contrario, dopo essersi avvicinato alla guerra santa, invece di vedere lhur, la ricompensa per i martiri in paradiso, ha capito che si trattava di un abisso. E si ritratto. Fino a ora, abbiamo raccontato storie di mujaheddin occidentali o

ha messo langoscia pure al padre, che lo


vedeva da solo, ogni tanto a piangere sulla
panchina, Mahmoud dice al Foglio che non
riesce a fare progetti, ma che gli piacerebbe viaggiare in Giappone, nella terra dei
manga, dove vivono i suoi guerrieri preferiti che oggi che hanno rimpiazzato, pare, i mujaheddin. Oppure in America dove
ci sono gli Amish, insomma non ha ancore
le idee chiare. Ora sul suo profilo Facebook posta immagini di cartoni animati, di
hipster, vignette. Niente religione, perch
sa che controllato. Nella sua stanza, che
condivide con il fratello minore, appassionato di calcio (io sono meglio di Maradona) non ci sono libri n quadri, ma solo il
Corano sul comodino e alle pareti qualche
sura. Perch la fede islamica ortodossa,
quella molto radicata nella famiglia Ben
Ammar e nel profondo del cuore di Mahmoud. Lui ricorda che a scuola, il giorno
dopo che lo avevano portato in questura, i

Poteva finire tra gli 88 italiani


islamici di seconda generazione,
stando alle stime del Viminale,
diventati foreign fighters

Quando si parla degli attentati


in Tunisia o della strage a Charlie
Hebdo assume una posizione di
difesa. Come molti musulmani

aspiranti tali. Che sarebbero 30 mila secondo la stima valutata dallintelligence americana, riportata recentemente dal New
York Times, partiti da 100 paesi dallinizio
del 2011 per la Siria e lIraq. Di questi, 4.000
sarebbero europei, fra cui 88 italiani appartenenti alle seconde generazioni di immigrati di fede musulmana e a una minoranza di convertiti, secondo le stime del Viminale. Anche se in Italia, dove si assiste
a un graduale ma costante processo di radicalizzazione, nelle chat riservate alle lezioni coraniche tenute da propagandisti
dellIs gli investigatori sono arrivati a contare 200 aspiranti. Almeno sulla carta.
Non ci era mai capitato, per, di imbatterci in una storia di un aspirante
mujaheddin mancato. E apparentemente
ravveduto. S perch, vista a ritroso, la storia di Mahmoud Ben Ammar, che nel 2014
aveva avvicinato sui social network un giovane albanese integralista onde partire
per la Siria, tutta piena di se, di ma e di
boh riportati nei dialoghi intercettati dagli
investigatori. Dialoghi nei quali i due fratelli musulmani parlavano della guerra in
Iraq, del jihad, della volont di Mahmoud
di partire per andare a combattere. Anche
se dalle prime frasi pronunciate nel febbraio del 2014, in cui diceva al coetaneo albanese sai fra, che se lhur tutto, insha
allah, dopo settembre, passano diversi
mesi in cui Mahmoud ci ripensa, fino alle
parole pronunciate pochi mesi dopo: Eh,
sai fratello, non saprei, boh, per adesso
non ancora il momento ora come ora,
non so.
Oggi, a causa di quella vicenda e delle
intercettazioni, lui diventato un sorvegliato speciale: non pu uscire dal paese
in cui vive, in Brianza, se non per andare
a scuola a Como e talvolta viene svegliato
nel cuore della notte dai poliziotti della
Digos che controllano ogni giorno che sia
in casa. Giura che se potesse tornare indietro non lo rifarebbe pi, perch il prezzo
che sta pagando secondo lui e la sua famiglia, convinta di essere precipitata in un
incubo troppo salato. Mahmoud Ben
Ammar un diciannovenne nato e cresciuto in Italia, a Cermenate, Como, ha sempre
seguito e continua a seguire rigorosamente i precetti della sua fede. Vive con la sua
famiglia, il padre Ali operaio artigiano, un
fratello e due sorelle minori di cui una,
adolescente, studia per diventare stilista
e la mamma Nadia, cresciuta in Francia.
Seduto nel salotto di casa sua, in un alloggio popolare arredato secondo il gusto arabo divani ricamati, tappeti e alle pareti
solo un quadro con limmagine della Mecca e versetti del Corano indossa una tshirt e i pantaloni di una tuta su cui c
scritto Italia. Gentile, riservato, prudente nelle parole, ma schietto, non si tira indietro quando deve spiegare cosa successo nel marzo scorso, quando alle sette di
mattina due poliziotti della Digos (gentilissimi, ammette) hanno aspettato due ore
fuori dallingresso di casa, non lo volevano tirare gi dal letto nel cuore della notte, per poi portarlo in questura e fargli delle domande su come fosse finito dentro
una rete di jihadisti: immigrati di seconda
generazione e aspiranti reclutatori di
mujaheddin da inviare in Siria. Speravano
di inviare anche lui nel Califfato, seppure
allepoca dei fatti, nellinverno del 2014,
fosse ancora minorenne. Mahmoud non
tradisce alcuna emozione davanti al padre, un uomo magro, che invece agitato,
alterato da questa storia che ha cambiato

suoi compagni ridevano e lo prendevano in


giro, gli dicevano sei un terrorista, ma
nessuno ci credeva.
Fa un effetto a un tempo di ovvio e di disturbante che Mahmoud, esattamente come
i suoi genitori, quando si parla degli attentati in Tunisia o della strage a Charlie Hebdo assuma una posizione di difesa. Come
fanno molti musulmani. Anzi tira fuori tesi complottiste bizzarre per negare che gli
attentati, come quello al museo del Bardo,
siano stati fatti nel nome della sua religione, ma semmai organizzate dai servizi segreti della Tunisia perch l c una dittatura. Addirittura Mahmoud si spinge a chiedere: Lei sicura che ci sono stati dei
morti a Charlie Hebdo?.
Mahmoud un cittadino italiano, ha ricevuto da poco la nazionalit del nostro
paese. E osserva: E normale. Sono nato
qua, non mi cambia nulla. In un momento di rabbia invece ha pensato di rinunciare a quella tunisina perch in Tunisia sa di
non poterci tornare, che l potrebbero fargli del male e non limitarsi, come accade in
Italia, a sorvegliarlo, a limitare i suoi spostamenti o a svegliarlo nel cuore della notte. E poi in Tunisia c anche una parte della famiglia che quando stato arrestato,
seppur solo per qualche ora non ha fatto
nemmeno una telefonata per chiedergli come stava. Questa cosa non lha presa bene.
Insomma a guardarlo, mentre si esprime
con poche parole, per indole riservata o
per prudenza, per timore di dire qualche
parola che possa essere interpretata male,
sembra riluttante a tutto. Lui spiega cos la
sua apparente calma: Mi faccio scivolare
la cose addosso. Il padre invece urla, e dice che condannarlo a cinque anni di solitudine, tutte le notti ad aspettare che arrivi la polizia, eccessivo, e afferma: Mio figlio cambiato, stato solo un attimo di
sbandamento. Non partito, ha collaborato con la giustizia, studia, riga dritto, cosa
deve fare ancora?. Mahmoud non dice nulla, rimane l, con unaria meditabonda, poi
conclude: Finch sono in questa situazione non posso fare progetti, devo solo aspettare che passi. Perch vero che non
mai partito, che ha solo sfiorato il fuoco del
circuito islamista e ha ritirato la mano prima di bruciarsi, ma sembra quasi, a vederlo impassibile, impenetrabile che non
sia neanche rimasto.
O come rimasto imprigionato in una
sorta di limbo. Cinque anni sono lunghi,
davvero non so cosa potr fare lanno prossimo, finite le scuole superiori. Vorrei viaggiare, lavorare, andare in Giappone, chi lo
sa. Prima di congedarsi ci tiene a mostrare la stanza verde, pitturata dal padre che
durante la sua prima estate di sorvegliato
speciale non lo ha voluto perdere di vista.
Una stanza coranica, se paragonata a quella della sorella, aspirante stilista, che sulle pareti colorate ha dipinto una frase in
inglese, mica una sura, che tradotta suona
cos: La vita troppo corta per indossare
vestiti noiosi. E troppo lunga, invece, per
chi entrato nelladolescenza dalla parte
sbagliata: come aspirante mujahed, poi
pentito. E alla domanda: ti senti in colpa
per tutto il disagio e la sofferenza creata ai
tuoi genitori?, ci pensa su e poi conclude:
No, non tanto. E davanti al loro rammaricato stupore aggiunge: Voglio dire, che
loro dovrebbero proseguire con la loro vita. E smetterla di preoccuparsi per me. Sono io che ho sbagliato, e sono solo io che devo pagare. E si chiude in se stesso, riluttante, senza altre spiegazioni.

di Cristina Giudici

I jihadisti di origine occidentale sarebbero 30 mila secondo lintelligence americana, partiti da 100 paesi dallinizio del 2011 per la Siria e lIraq. Di questi 4.000 europei, fra cui 88 italiani
la loro vita, perch Mahmoud sar sorvegliato speciale per cinque anni. E lui lo sa,
perch quando esce da scuola e va al lago
con i suoi compagni di classe vede sempre
qualche poliziotto che fa finta di fare
qualcosa, scherza. E cos mentre suo padre si lamenta della severit della legge
italiana seppure ammette, consapevole,
che se lo avessero mandato in Tunisia sarebbe stato peggio e si imbestialisce contro chi voleva reclutarlo, Mahmoud invece
ammette: Tutto cominciato con le telefo-

Tutto cominciato con le


telefonate di mio cugino Zied, via
Skype. Nel 2012 era scappato
dalla Tunisia per andare in Siria
nate di mio cugino Zied, via Skype. Nel
2012 era scappato dalla Tunisia per andare in un campo di addestramento in Siria.
Lui mi diceva che era un posto bellissimo,
dove si preparava per fare la guerra santa, che allora mi pareva una cosa giusta da
fare. E stato lui a indottrinarmi, e io ero
proprio convinto, allora. Suo padre Ali
Ben Ammar si agita, non riesce a stare a
sentire queste parole, sbotta, dice che non
vero, che stato ingannato; Mahmoud
per preferisce dire la sua verit: No
pap io volevo partire davvero per la Siria.
Sono stato io a cercare dei contatti in rete. E oggi, quando lo dice, scuote la testa,
perch allora aveva solo 17 anni e non sapevo ancora cosa sarebbe successo dopo,

in Siria. Insomma era tutto diverso, ma io


non lo sapevo. Ha giurato ai suoi genitori che, se potesse tornare indietro, non lo
rifarebbe pi. Cio non cercherebbe il
contatto con un albanese che sui social
network postava immagini e commenti per
glorificare il Califfato e i suoi tagliagole. E
ogni volta che lo dice, suo padre che lo ha
salvato da se stesso, va su tutte le furie e
grida: Non verseranno il nostro sangue
per fare una guerra sbagliata!. E per dimostrare la sua buona fede Ali Ben Ammar cita un hadith su Maometto, imparato
chiss dove, in cui il Profeta disse a un giovane che voleva unirsi al jihad di accudire la madre anziana e malata, se voleva fare del bene, invece di impugnare una spada. O qualcosa del genere, perch nella
rabbia che lo divora si esprime in modo assai confuso. Mahmoud invece se ne sta seduto sul divano e per calmare il padre continua a ripetere: Pap, ormai andata cos, ho sbagliato e ora pago un prezzo. Non
c nulla da fare. Bisogna accettarlo. Alla domanda obbligata, lo rifaresti?, scuote la testa. No, non lo rifarei. Oggi so che
la religione non centra nulla con il Califfato, so che ci sono interessi pi grandi in
gioco. E chi va a combattere una pedina.
Ho rischiato di esserlo anchio, ma per fortuna mi sono ritirato in tempo.
Lo dice dopo che ha passato unestate solitaria, fra la casa e il giardino, senza amici e senza possibilit di lavorare perch
nessuno offre un lavoro a un ragazzo che
sorvegliato speciale, e per di pi per fatti
legati al terrorismo. Ha passato il tempo a
litigare con i fratelli che lo accusavano di

avere rovinato lestate a tutti, perch non si


poteva andare in vacanza per colpa sua. E
neanche in moschea, a Saronno, una di
quelle moschee monitorate dalla Digos per
via degli imam yemeniti arrivati dal medioriente per fare la dawa, il proselitismo
islamico. Ora non ci vanno pi, in moschea,
perch la Digos ha sconsigliato a tutti di andarci. In teoria potrei, ma se poi passa di
l uno che indagato, io sono di nuovo nei
guai, spiega Mahmoud. Quindi prega in casa, cinque volte al giorno, e alla fine del nostro incontro far partire un sermone sullo smartphone, perch oggi, per accogliere
nella sua casa una giornalista, ne ha saltate parecchie, di preghiere.
In realt, quando stato prelevato dalla
Digos nel marzo scorso, aveva gi cambiato idea, ci dice. Perch nel frattempo suo
cugino Zied era morto in Siria, e lui era andato in Tunisia a trovare sua zia devastata
dal dolore e al ritorno non era pi tanto
convinto di voler partire. Poi si era confidato con i suoi genitori che, dopo tante discussioni e litigi, lo avevano convinto a desistere. Prima per, nel marzo del 2014, di nascosto da loro, Mahmoud era andato a Torino a conoscere quel ragazzo albanese, un
coetaneo, che si era esposto molto sui social network per fare apologia dellIs e fremeva per consegnare la nuova conquista
allo zio reclutatore. Per poi, quando ha
iniziato a capire che era il momento di scegliere, Mahmoud ha cominciato a esitare.
Ed diventando un fondamentalista riluttante, appunto. E vero, in chat con il suo
fratello di fede aveva pronunciato pi volte quelle parole: Se lhur tutto, allora in-

sha allah, dopo settembre. Parlando della


guerra in Iraq, nel 2014 in quellanno in
cui era diventato pi introverso del solito
e non studiava e si fatto bocciare a scuola secondo gli investigatori si era vantato
con il suo contatto albanese del cugino diventato martire in Siria. Ma qualche mese
pi tardi, quando ormai subiva la pressione per partire e diventare un mujahed,
prendeva tempo. Finch il suo fratello albanese gli ha detto: Vieni a Torino, che c
una sorpresa per te. Mahmoud allora ha

Pap, ormai andata cos,


ho sbagliato e pago un prezzo.
Alla domanda obbligata, lo
rifaresti?, scuote la testa
capito che la sorpresa lo avrebbe fatto finire dritto in carcere. Ha capito che nel secondo incontro con lalbanese ci sarebbe
stato anche lo zio, arrivato apposta dallAlbania per portarlo in Siria. E allora, pi riluttante che mai, ha fatto finta di perdere il
treno ed tornato a casa.
Oggi, mentre parla soppesando le parole,
spiega: Avevo capito che si trattava di un
gioco troppo grande, ma io volevo innanzitutto finire la scuola. E cos si salvato.
Anche perch suo padre lo aveva incalzato ogni giorno, per fargli capire che sarebbe finito male, come il cugino, che quella
era una guerra sbagliata, mentre sua madre gli diceva che era peccato uccidere altri fratelli arabi. E cosi dopo unestate che

ANNO XX NUMERO 257 - PAG IV

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 30 OTTOBRE 2015

Dreher: Certi teologi si sentono chiamati a guidare la chiesa, per questo odiano chi li contesta
(segue dalla prima pagina)

Qualcuno la butta sui limiti della libert despressione, altri sulla possibilit
per i soli teologi opportunamente addottorati di discettare in modo credibile della materia, altri ancora ne fanno una questione di professori permalosi che vogliono schiacciare i loro avversari per vendicare le azioni di polizia dottrinale
(copyright Faggioli) subite in et preFrancesco. Lallargamento, anche un po
confuso, mette in chiaro che la piccola polemica intorno a Douthat non che un casus belli, il segnacolo di una pi ampia disputa sulla direzione del cattolicesimo
sotto Francesco e sul rapporto fra la chiesa e il mondo in questo momento storico.
Fra i pi battaglieri in questo contesto
c Rod Dreher, intellettuale titolare dellOpzione Benedetto, un ortodosso che
per 13 anni stato cattolico e scrive su
The American Conservative, testata che
mette la sua posizione al di sopra di ogni
ambiguit. In questi giorni ha attaccato i
teologi permalosi e di professione che
si sono avventati su Douthat (anzi sulla

sua concezione: si tratta di depersonalizzare la polemica), citando fra le altre cose che vacillano nellargomento anche la
firmataria Katie Grimes, teologa della
Villanova University che scrive autorevoli paper sul fatto che il leggendario rapper Tupac Shakur costruisce unestetica
teologica della liberazione tesa a illuminare lingiustizia e le implicazioni cristologiche del ghetto ipersegregato, roba da
farci un Sinodo.
Dreher vede nellaggressione (legittima
difesa, direbbe qualcuno) a Douthat non
soltanto una questione teologica ma lesempio di una mentalit irrorata dal pensiero liberal secolarizzato, una ingerenza
ideologica del mondo nel perimetro della chiesa. Stringi stringi, una faccenda di
potere. Al Foglio spiega: La sinistra in
questo paese ha abitudini retoriche con
una forte tendenza passivo-aggresiva.
Amano parlare di dialogo, e usano un
linguaggio irenico, spesso terapeutico che
maschera la loro reale intenzione, che il
potere. In molti casi, penso che questi
progressisti nascondano anche a loro

stessi i propri scopi dietro un linguaggio


orwelliano. Non soltanto una questione
cattolica o teologica. La maggior parte
della gente in questo paese che ha lavorato per una grande azienda ha dovuto sopportare il cosiddetto diversity training,
che ti costringe ad ascoltare lezioni sulla
tolleranza nei confronti degli altri. E una
buona cosa tollerare le differenze, viviamo in un paese pluralistico. Ma se passi
un po di tempo in compagnia di questi
true believer della diversit, ti rendi
conto che la diversit non centra niente,
ma si tratta di stabilire una narrazione di
sinistra molto particolare, che dichiara
ogni forma di dissenso come razzista, sessista, omofoba e via dicendo. E un modo
per presentare il dissenso come immorale, perfino patologico.
Per Dreher nellalveo di questa cultura liberal, nella sua particolare forma
americana, che va rintracciato latteggiamento di chi vuole screditare Douthat e
altri intellettuali della stessa area: Per
me incredibile che un teologo, Massimo
Faggioli, e i suoi colleghi che hanno fir-

mato la lettera si siano spinti tanto lontano. Cosa avrebbero fatto al concilio di Nicea, dove san Nicola ha dato uno schiaffo
alleretico Ario? E questa gente oggi non
sopporta un tweet? Battute a parte, penso che llite dei cattolici liberal non sopporti che qualcuno critichi le sue idee, e
le critichi in modo efficace, specialmente uno come Douthat. Questa storia in fondo non ha nulla a che fare con la teologia
di Douthat: la verit che Douthat, scrivendo le cose che scrive sul New York Times, ai loro occhi un traditore della loro classe intellettuale. Questa gente pensa di essere chiamata a guidare la chiesa,
e non pu sopportare quando qualcuno di
intelligente e ortodosso li mette in discussione. Tutte le parole sulla misericordia,
la gentilezza e altre cose molto carine sono soltanto retorica ingannevole. Questa
gente dura. E sappiamo per esperienza
che quando la sinistra teologica parla della necessit del dialogo in realt intende: Continuiamo a parlare fino a che non
dici ci che vogliamo, poi ti eliminiamo.
William Buckley, che era conservatore

e anche cattolico del genere vere e proprie liste di proscrizione, lo diceva con
una battuta diventata famosa: I liberal
dicono di voler ascoltare anche altri punti di vista, ma poi sono scioccati e offesi
quando scoprono che esistono altri punti di vista. Dreher mette in chiaro che
Douthat un amico, quindi sento la questione anche per questo, ma molto pi
di una questione personale: E parte di
una tendenza, molto forte nelle universit americane, di depurare il discorso
pubblico da parte della sinistra, usando
il concetto di sicurezza. La sinistra mette a tacere i suoi oppositori dicendo che
le visioni dissenzienti su sesso, gender,
razza e omosessualit li fanno sentire insicuri. Vediamo sempre pi spesso nella
vita pubblica questa strategia usata nellaccademia, ed terrificante, dice
Dreher.
Ma cosa centra questo con la chiesa?
Centra eccome spiega Dreher perch
le comunit cristiane sono particolarmente vulnerabili a questa mentalit, perch
lidea della carit alla base del nostro

pensiero morale. Quando per qualcuno


manipola concetti come carit, giustizia,
gentilezza e via dicendo per perorare la
causa della falsit e, s, delleresia, oltraggioso. Parte del problema teologico
che sempre meno persone pensano che
esista leresia. Nel 2102 Douthat ha pubblicato un libro in cui sostiene che la
maggior parte degli americani oggi sono
eretici, in un modo o in un altro, perch
abbiamo perso il senso di una verit religiosa, cos come viene definita nella tradizione da istituzioni autorevoli. Anche se
non sono pi cattolico lo sono stato per
anni, e ho spesso discusso con persone
che ritenevano falsi alcuni insegnamenti
della chiesa, eppure si proclamavano lo
stesso cattolici. E una cosa comune. Cattolici come Douthat credono che quello
che la chiesa insegna sia vero, e che in
gioco c davvero la salvezza delle anime.
Quello che successo uno scandalo per
molti teologi cattolici di professione, che
considerano questioni che riguardano la
vita eterna come un gioco di potere.
Mattia Ferraresi

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