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a cura di

Filippo Montera

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Indice
INTRODUZIONE ....................................................... 5
1.

1.3.
1.4.
1.5.

LE CCIE COME LIBERE ASSOCIAZIONI


RAPPRESENTATIVE ........................................... 7
Presupposti per la costituzione............................ 7
La costituzione e linserimento nel sistema
camerale ...................................................... 9
Il riconoscimento da parte dello Stato italiano ........ 11
Lo statuto delle CCIE ....................................... 12
Il socio ........................................................ 15

2.
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
2.7.
2.8.

STRUTTURA ED ORGANI DELLA CAMERA ................. 17


Una breve premessa ........................................ 17
LAssemblea dei soci ....................................... 17
Il Consiglio ................................................... 18
Il Presidente ................................................. 20
Il Segretario Generale ..................................... 22
Il Collegio dei Revisori ..................................... 25
Il Tesoriere .................................................. 25
I Comitati (o Commissioni) ................................ 26

1.1.
1.2.

3.

PROFILO DI UNA CCIE: LA SEDE, LE RISORSE UMANE,


LE DOTAZIONI................................................ 27
3.1. La sede ....................................................... 27
3.2. Le risorse umane ............................................ 29
3.2.1. Il personale dirigente ...................................... 29
3.2.2. Il personale operativo ...................................... 30
3.3. Mezzi e dotazioni di ufficio ............................... 30

4.
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.

ATTIVIT E RELAZIONI DELLE CCIE ....................... 33


Considerazioni introduttive ............................... 33
Accoglienza e prima assistenza ........................ 34
Informazione e comunicazione ........................... 35
Lattivit di raccordo e sviluppo delle relazioni
istituzionali .................................................. 37
4.4.1. Le CCIE ed Unioncamere ................................... 38
4.4.2. Le CCIE e le istituzioni ..................................... 40
4.4.2.1. La CCIE e il MiSE ....................................... 42
3

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4.4.2.2.
4.4.2.3.
4.4.2.4.
4.4.2.5.

Le CCIE ed il Ministero degli Affari Esteri ......... 43


La CCIE e la Rappresentanza diplomatica .......... 44
La CCIE e lENIT ........................................ 46
La CCIE, gli Istituti di cultura e le altre
presenze italiane .................................... 46
4.4.3. Lo sviluppo delle relazioni di business .................. 47
4.5. Assistenza, introduzione e brokeraggio per le
imprese ....................................................... 49
4.6. Le attivit promozionali e di marketing delle CCIE ... 50
4.7. Le CCIE e i progetti di rete................................ 51
4.8. Le CCIE, Internet e le potenzialit della neteconomy ...................................................... 51
5.
5.1.
5.2.
5.3.
5.4.
5.5.
5.6.
5.7.
5.8.
5.9.
5.10.

RISORSE E MEZZI FINANZIARI .............................. 53


Le quote associative ........................................ 53
Il co-finanziamento governativo.......................... 54
I progetti finanziati da Unioncamere .................... 55
Il corrispettivo dei servizi diretti ..................... 55
I ricavi dai servizi indiretti (il brokeraggio) ........ 57
Gli accordi di rappresentanza ............................ 57
Le iniziative promozionali ................................. 58
I programmi degli organismi internazionali ............ 58
Eventuali altre entrate .................................... 58
Gestione camerale e amministrazione delle risorse .. 59

6.

ASSOCAMERESTERO, ASSOCIAZIONE DELLE CAMERE


DI COMMERCIO ITALIANE ALLESTERO ................... 61
Origini e finalit ............................................ 61
Assocamerestero nel ruolo di garante ................... 62
La duplice valenza del monitoraggio .................... 63
Le linee direttrici dellattivit ........................... 64
Ruolo e articolazione del Consiglio
dAmministrazione ......................................... 65
I principali servizi di Assocamerestero .................. 66
Le risorse finanziarie....................................... 70

6.1.
6.2.
6.3.
6.4.
6.5.
6.6.
6.7.

7.
LE CCIE COME NODI DI UNA RETE ......................... 71
7.1. Una nuova dimensione ..................................... 71
7.2. Complementariet e reciprocit di ruolo tra CCIE e
Assocamerestero ............................................ 71
7.3. I vantaggi delloperare in rete ........................... 73
7.4. Una conclusione ed una dedica ........................... 74
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Allegati

Legge n. 518 dell1.07.1970

Legge n. 56 del 31.03.2005

Statuto di Assocamerestero e Regolamento applicativo

Linee guida di indirizzo deontologico

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INTRODUZIONE
Quando, oltre 10 anni fa, venne redatta la prima edizione di
questo Manuale per le CCIE, il modo in cui se ne consigliava la
lettura lasciava trasparire nel sottotitolo: riflessioni su una
esperienza diretta il timore, se non addirittura una certa
reticenza, ad assumerne la paternit a pieno titolo.
Giunta adesso alla sua terza edizione, questa pubblicazione si
ormai guadagnata una stabile collocazione nel novero di quelle che il
sistema camerale italiano allestero colloca a disposizione di quanti
ne fanno parte, non solo come supporto di consultazione quanto
anche come specchio in cui il sistema riflette la sua crescita.
E non casuale che proprio nella prefazione a quella prima
uscita, lamico indimenticabile Danilo Longhi, nella sua doppia veste
di Presidente di Unioncamere e di Assocamerestero, scrivesse con
lintuizione che caratterizzava la forza tranquilla della sua
personalit che il Manuale andava inteso come uno strumento di
orientamento
inserito
nelle
direttrici
di
evoluzione
di
Assocamerestero, ossia di una struttura destinata ad essere integrata
con importanti arricchimenti, nellevolversi della qualit intrinseca
dei servizi.
Ed il Manuale andato allargando la sua area di interesse e di
utilit, come testimoniato da una dichiarazione ancora unaltra
del successore di Longhi alla presidenza di Unioncamere, Carlo
Sangalli, che a corredo della presentazione alla seconda edizione del
2006 scriveva: non si tratta solo di uno strumento di informazione e
di conoscenza, bens di uno schema di indicazioni che Unioncamere
ha seguito fin dallinizio con particolare attenzione.
La ristampa definitiva (e la diffusione anche allesterno) di
questa nuova versione deve, tuttavia, subire un momentaneo rinvio,
tenuto conto che dalla recente soppressione dellICE scaturito un
diverso assetto organizzativo sia allinterno del M.A.E. che del MiSE,
ed il relativo strumento legislativo di concerto tuttora in corso di
elaborazione (si stima prudenzialmente che la sua emanazione non
possa avvenire prima della fine dellanno, inizi del 2012).
Ne consegue che anche le modalit dei rapporti che il nostro
sistema intrattiene con questi interlocutori istituzionali subiranno
delle modifiche, delle quali dovremo dar conto, riscrivendo molti
aspetti attraverso cui queste relazioni si articolano (vedi soprattutto
cap.4). Ci nonostante, abbiamo deciso di non sospenderne la sua
diffusione, solo internamente, rendendola perci disponibile on
line sul sito di Assocamerestero.
(Filippo Montera)
Roma, ottobre 2011

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1. LE CCIE COME LIBERE ASSOCIAZIONI


RAPPRESENTATIVE
1.1. Presupposti per la costituzione
Prima di intrattenerci sulle motivazioni e sui presupposti
che portano, o hanno portato, alla costituzione di una Camera
di commercio fuori dallItalia, conviene premettere che si
tratta di iniziative che maturano quasi sempre "in loco" (e per
le pi antiche, questa stata la norma), per cui la loro genesi
riflette una variet di situazioni e di motivazioni non solo
diverse quanto mutevoli, sia con riferimento alla loro
localizzazione quanto al momento in cui queste iniziative si
manifestano (o si sono manifestate).
D'altronde, basta guardare alla loro data di nascita per
rendersi conto che le Camere all'estero che vantano la
maggiore anzianit quelle sorte nel periodo compreso tra gli
ultimi decenni dell'Ottocento ed i primi del Novecento - sono
concentrate prevalentemente nei paesi verso i quali si erano
diretti i flussi dell'emigrazione italiana: Montevideo (1883),
Buenos Aires (1884), New York (1887), San Paolo (1902),
Chicago (1907) o in quelli europei con i quali la prossimit
geografica favor l'instaurarsi di rapporti economici e
commerciali: Istanbul, la pi anziana (1885), Parigi e Londra
(1886), Marsiglia (1901), Zurigo (1909), Francoforte (1911).
Ricordiamo, per inciso, che nel momento in cui aggiorniamo
questo manuale 2011 le CCIE che vantano un secolo o pi
di esistenza o non sono distanti dal compierlo sono 16,
aggiungendosi alle 11 appena citate quelle di Barcellona e
Madrid (1914), Lisbona, Casablanca e Santiago del Cile (1916).
In effetti, per lungo tempo, le CCIE hanno rappresentato un
luogo dincontro per gli italiani della cosiddetta diaspora,
anzi, il luogo privilegiato dove riaffermare i sentimenti
ditalianit e tenere vivi i legami con la terra di origine. Queste
connotazioni - patrimonio di un consistente numero di CCIE sono andate stemperandosi nel tempo, permanendo, tuttavia,
come presupposti rilevanti per la nascita di una Camera.
In linea di massima, possiamo affermare che al giorno
doggi gli impulsi, gli stimoli per la costituzione di una Camera
di Commercio italo-locale risiedono, normalmente, nel mercato
e si collegano allesistenza di una comunit, pi o meno
numerosa e pi o meno articolata, legata allItalia sia da
vincoli affettivi, sia da relazioni e interessi di natura
economica.

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Vi sono, poi, dei casi che testimoniano, pi di ogni altro,


dei cambiamenti intervenuti in tutto questo tempo e sono
quelli, abbastanza recenti, di Camere sorte in paesi e regioni di
importanza strategica per gli interessi politico-economici
italiani (Pechino, Hong Kong, Tokyo, Tel Aviv, Mumbai,
Bangkok, Moldavia, per citare i principali), dove la mancanza di
una radicata presenza di comunit di origine italiana stata
compensata da iniziative di altra natura (come quelle delle
tecnology communities, rappresentanti di grandi gruppi,
ricercatori, ecc., oppure iniziative diplomatico-istituzionali).
A questo ultimo riguardo, va poi sottolineato che le nostre
Rappresentanze diplomatiche (Ambasciate e Consolati) al di
l delle situazioni di mercato appena riferite giocano spesso
un ruolo importante, e talvolta decisivo, nella creazione di una
nuova Camera. Ruolo che assume forme diverse, a seconda
delle specifiche situazioni: dando, ad esempio, il sostegno
istituzionale a progetti in embrione; assumendo liniziativa di
mettere insieme gruppi di operatori; fornendo indicazioni circa
i necessari collegamenti con referenti italiani (Assocamerestero
in primis); rendendo disponibili i locali della sede diplomatica
per le prime riunioni, e via di seguito.
Ma riprendendo il riferimento alla presenza di una business
community, non sempre si verifica che la presenza di italiani che siano quelli della "diaspora" o che si tratti di dirigenti e
rappresentanti di aziende "distaccati" all'estero o, ancora, di
operatori economici italiani o del paese di insediamento in
rapporti d'affari col nostro - si traduca automaticamente in una
comunit coesa, se esse si muovono senza un punto di
riferimento comune che funzioni da "catalizzatore".
Ecco, allora, che l'idea di una Camera di Commercio - frutto
dell'iniziativa di membri di queste comunit - pu essere il
"collante" che aggrega energie ed interessi per un progetto che,
oltre a gettare un ponte verso l'Italia, rende localmente pi
visibili e meglio rappresentati tutti i soggetti coinvolti e gli
interessi di cui essi sono portatori.
evidente, peraltro, che l'iniziativa non pu rimanere
circoscritta a poche persone, ma deve essere capace di
attrarre consensi, come condizione imprescindibile di
rappresentativit e di raccolta dei mezzi finanziari adeguati
agli impegni da affrontare (sede, personale, dotazioni d'ufficio,
ecc.).

Conviene, inoltre, tener presente che una Camera si


caratterizza, oggi, sempre pi per una triplice valenza:
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Natura, caratteristiche e funzioni

, difatti, un soggetto bi-nazionale di natura


associativa, unico nel suo genere, avente per finalit
quella di favorire iniziative di introduzione e di
radicamento di imprese ed istituzioni sul territorio in
cui opera;

altres un soggetto con competenze e


professionalit che lo rendono idoneo a organizzare
eventi di natura promozionale e a prestare servizi,
secondo una logica di mercato;

infine una istituzione, quando riconosciuta dalla


Stato italiano, perch il relativo decreto attribuisce
alla CCIE uno status peculiare di soggetto di rilevanza
pubblica.

La coesistenza di queste anime - quella associativa e quella


di servizio, a cui si aggiunge quella istituzionale - deve trovare,
nella pratica quotidiana, il suo attento bilanciamento, perch
proprio questa particolarit l'essenza, la peculiarit di una
Camera di commercio e ne costituisce il suo tratto distintivo
rispetto ad altre strutture ed organizzazioni (es. business
council, agenzie pubbliche di promozione, aziende pubbliche o
private di fornitura di servizi).
E per concludere, riprendendo il concetto di soggetto di
rilevanza pubblica aggiungiamo, a suo supporto, che la legge
di riforma delle CCIAA (art. 22 della legge n. 580/93) ha
previsto perfino una tutela giuridica della denominazione
Camera di Commercio, riservandone luso solo agli Enti
camerali provinciali, oggetto della riforma, nonch alle CCIE
gi riconosciute dallo Stato Italiano e alle Camere estere in
Italia con caratteristiche didoneit che ne consente
liscrizione allAlbo tenuto dallUnioncamere.
Questa lettura dellarticolo appena citato utile anche al
fine di raccomandare ai nuclei promotori di associazioni
imprenditoriali a base mista, che aspirano ad essere
riconosciute quali CCIE, di darsi denominazioni diverse da
quella protetta ed utilizzabile solo dai soggetti riconosciuti
dallo Stato italiano.

1.2. La costituzione e linserimento nel


sistema camerale
Le modalit di costituzione di una nuova Camera non
rispondono a schemi e procedure preordinate (il caso prima
citato dellintervento propulsivo della Rappresentanza
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Natura, caratteristiche e funzioni

diplomatica presente sul territorio una delle modalit),


anche se, nella pratica, si verifica con una certa frequenza che
lAssociazione delle CCIE venga contattata dai promotori
delliniziativa.
In questi casi, viene offerta una prima
assistenza, che si sostanzia in consigli e suggerimenti mirati ad
orientare la nuova organizzazione verso lassunzione, graduale,
di tutte quelle caratteristiche proprie del sistema delle CCIE.
Se ci avverr, la nuova Camera comincer ad operare gi
in sintonia col sistema e potr sviluppare pi facili occasioni di
contatto con le altre Camere e con l'Associazione delle Camere
di Commercio Italiane all'Estero (Assocamerestero). Inoltre,
potr integrarsi pi rapidamente nella rete delle CCIE e
avviare (con modalit che saranno descritte di seguito) il
meccanismo del "riconoscimento" governativo. Ladesione al
sistema, quindi, non un adempimento formale e burocratico,
bens la conseguenza di un rapporto di tipo funzionale che fa
diventare la nuova Camera uno dei nodi della rete.
Va poi ricordato che, in alcuni casi, in particolar modo nel
passato, una nuova Camera il risultato della graduale
evoluzione di una Delegazione che, da "presidio delegato" di
una CCIE in un'area territoriale che sta progressivamente
acquistando maggior rilevanza, diventa del tutto autonoma
(ricordiamo che, al di fuori di questi casi, tali "presidi"
rimangono sotto il controllo amministrativo della sede
principale, anche quando viene loro attribuito un budget
autonomo).
Questa situazione, ossia la pluralit di presenze camerali in
uno stesso paese tuttaltro che infrequente, come vedremo
pi avanti ha fatto emergere nel tempo lesigenza di
affermare un indirizzo rivolto ad assicurare ogni possibile
raccordo tra queste realt camerali, fino al punto da suggerire
momenti di convergenza di strutture e di servizi comuni.
Tra laltro, questo orientamento persegue una duplice
finalit: da un lato, realizzare utili sinergie, a vantaggio delle
singole Camere e del sistema ed idonee a neutralizzare ogni
possibile deriva di comportamenti improntati a dannose
competizioni. Dallaltro, orientare i nostri comportamenti nella
stessa direzione tracciata dagli organismi ministeriali, portatori
come essi sono dellesigenza di vedere utilizzate al meglio le
risorse pubbliche messe a disposizione delle CCIE.

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Natura, caratteristiche e funzioni

1.3. Il riconoscimento da parte dello


Stato italiano
Uno degli obiettivi di una CCIE , salvo eccezioni pur
esistenti, quello di ottenere il riconoscimento dello Stato
italiano, non solo per quel che ne consegue dal punto di vista
pratico ma, soprattutto, perch esso rappresenta una sorta di
investitura della Camera come membro di pieno diritto del
sistema
Italia
responsabile
della
promozione
dell'internazionalizzazione del suo apparato produttivo e quindi
per il pieno riconoscimento della sua idoneit ad assumere un
profilo istituzionale.
Il riconoscimento subordinato ad una serie di
adempimenti, che trovano la loro disciplina in dispositivi legali
che, nel tempo, sono stati oggetto - come era naturale - di
successive rielaborazioni e modifiche, lultima delle quali nel
1970 (legge n. 518 del 1 luglio 1970, sul Riordinamento delle
Camere di Commercio Italiane allEstero che, per comodit di
consultazione, alleghiamo al Manuale).
Una di queste condizioni pone, implicitamente, un periodo
di attivit di almeno due anni, dal momento che la legge
stabilisce che la domanda "... deve essere corredata da una
copia dellatto costitutivo e dello statuto, dallelenco dei soci
e delle cariche sociali, dai bilanci consuntivi degli ultimi due
anni... (omissis).
Il dispositivo legale, oltre alle modalit per il
riconoscimento e le condizioni e pre-requisiti a cui
subordinato, fissa anche gli adempimenti a cui la Camera
tenuta da quel momento in avanti, cosi come contempla
leventualit della revoca del riconoscimento ... per
inosservanza delle norme contenute nella presente legge o per
irregolare funzionamento...(omissis) .
A parte quanto esplicitato dal testo legislativo,
importante tener presente che il processo di riconoscimento da
parte del Ministero obbedisce a criteri di estremo rigore,
assicurati da una attenta, ponderata valutazione delle
circostanze e delle situazioni presentate dal richiedente. A
dimostrazione dell'attenzione con cui vengono valutate le
nuove realt in via di costituzione o appena costituite,
ricordiamo
di
seguito
alcuni
degli
indicatori
che
l'Amministrazione pubblica prende in considerazione:

la funzionalit, come idoneit alla promozione


dell'interscambio nonch a dare servizi alle imprese
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Natura, caratteristiche e funzioni

(in altre parole, l'efficacia, la continuit, l'intensit,


l'intersettorialit dellattivit promozionale della
Camera);

la capacit e modalit "relazionale", verso i soci


(numero degli associati, "peso" delle aziende leaders
italiane e locali sul totale); nei rapporti con altri
soggetti (Camere di Commercio Italiane ed altre
CCIE, associazioni, ecc.); nei rapporti con la Pubblica
Amministrazione
italiana
(informazione
e
documentazione, puntualit, continuit);

l'organizzazione, riferita alla sede, alle risorse


materiali e professionali, al patrimonio informativo,
ai mezzi finanziari.

Ulteriori considerazioni o commenti su questo importante


strumento legale appaiono superflui in questa sede (e si rinvia
naturalmente alla lettura del testo), mentre fondamentale
intrattenersi dettagliatamente, e separatamente, sullo Statuto
e sugli organi della Camera.

1.4. Lo statuto delle CCIE


Lo statuto, come insieme di norme che enunciano gli scopi
e regolano procedure e comportamenti, costituisce il quadro di
riferimento di ogni associazione. Lo statuto esprime gli
orientamenti e le scelte degli associati, in forma
completamente autonoma e nel rispetto delle leggi del paese
in cui la Camera opera (che obbligano evidentemente a fare
determinate cose o che ne proibiscono altre).
Di fatto, le differenze che si riscontrano tra gli statuti in
vigore presso le CCIE costituiscono la conferma di questa
autonomia e della peculiarit di ognuna.
A riprova di ci, possiamo citare alcune differenze: dalla
diversit di criteri e di modalit nellelezione degli organi
rappresentativi alle differenze nellattribuzione dei poteri ai
vari organi; dalla durata degli incarichi alla eleggibilit,
rieleggibilit e numero di mandati del Presidente;
dallammontare e periodicit delle quote associative al numero
di riunioni annuali del Consiglio, ecc.
Tutto ci premesso, vi invece alla base un certo numero
di norme che discendono dalla Legge n. 518, nel senso che il
riconoscimento
ministeriale
italiano

subordinato
all'inserimento nello Statuto di determinate clausole.
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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Ci non vuol dire, comunque, che ci troviamo in presenza di


una limitazione dellautonomia della Camera, quanto piuttosto
di una decisione - quella, appunto, di essere riconosciuti
dallo Stato Italiano da cui discendono obblighi liberamente
accettati.
La Legge n. 518, infatti, elenca le materie e gli ambiti che
lo statuto deve disciplinare, con lart. 3, la cui redazione, in
sintesi, la seguente:
........ Lo statuto deve, in ogni caso, determinare:
1)

le attivit che si intendono svolgere per


incrementare le relazioni economico-commerciali
con lItalia;

2)

le condizioni e modalit per lacquisto (e la


perdita) della qualit di socio;

3)

la composizione e modalit di costituzione degli


organi sociali;

4)

le condizioni e modalit per deliberare le modifiche


statutarie e lo scioglimento della Camera;

5)

le modalit di approvazione dei bilanci annuali.


..................

Se ai fini del riconoscimento ministeriale la legge fissa le


materie che lo Statuto deve disciplinare, altrettanto
importante, se non indispensabile, che esso - ai fini di una
corretta definizione degli ambiti entro i quali una Camera deve
operare - contempli e disciplini anche altre materie, riferite
all'attivit di indirizzo e di gestione della Camera, in quanto
facente parte di un sistema che ha in Assocamerestero la sua
rappresentanza:
in primo luogo, la costituzione del Consiglio direttivo,
fissandone compiti e funzionamento;
le modalit di elezione del Presidente e degli altri organi
sociali, la durata dei mandati, la loro rinnovabilit, la
gratuit;
condizioni e modalit di convocazione di una assemblea
straordinaria;
descrizione dei principali compiti, degli ambiti di
competenza e delle responsabilit spettanti al Segretario
generale.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Su ciascuno di questi punti torneremo pi avanti (quando


parleremo del Consiglio, del Presidente, dell'Assemblea, ecc.),
mentre in questa sede giudichiamo utile soffermarci a
menzionare sia alcuni principi ai quali lo Statuto deve ispirarsi
che talune esigenze che importante soddisfare:
a)

anzitutto, un orientamento ben definito nel senso di


porre le attivit camerali al servizio della totalit
degli operatori (l'unica distinzione a favore dei soci
pu essere quella di un "tariffario" differenziato per i
servizi resi);

b)

come corollario del punto precedente, l'articolazione


di una struttura camerale "aperta", che stimoli la pi
larga partecipazione alla vita associativa, senza
consentire l'instaurarsi di gruppi dominanti o
limitazioni di qualsiasi tipo al libero ed aperto
scambio di idee e di opinioni tra soci;

c)

il rispetto di criteri democratici nella elezione degli


organi sociali ed una chiara regolamentazione dei
poteri di delega;

d)

la
definizione
delle
responsabilit
collegiali
(Presidente, Consiglio, Segretario Generale) per tutto
quanto attiene alla gestione economico-finanziaria in
termini tali da
evitare l'insorgere di tendenze
accentratrici, sicuramente limitative del normale
funzionamento delle Camere.

Si tratta appunto, come detto pi sopra, di principi che,


in aggiunta a quelli pi volte riferiti in questo paragrafo,
vengono, di norma, esplicitati negli Statuti di cui ogni Camera
dotata. Conviene, piuttosto, ricordare che presso molte
Camere lo Statuto integrato da un Regolamento applicativo,
sulla falsa-riga di quello adottato da Assocamerestero in
occasione della pi recente revisione statutaria (e sul quale ci
soffermeremo pi avanti, nellambito di un discorso conclusivo,
di sistema).
Completiamo il discorso sullo Statuto con una
considerazione: come si visto, ferma restando la facolt di
ogni Camera di disciplinare in piena autonomia determinate
materie, ve ne sono altre che sono sottratte alla singola
discrezionalit, in quanto rappresentano altrettanti presupposti
sia per associarsi ad Assocamerestero che per abilitarsi al
riconoscimento governativo.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

1.5. Il socio
Prima di affrontare largomento della struttura
organizzativa delle CCIE che, in una sequenza logica, viene
dopo quello dello statuto, vale la pena spendere qualche parola
sulla figura del socio per porne in evidenza alcune peculiarit
cos come emergono dai cambiamenti che si sono succeduti
nelle Camere allestero.
Infatti, la figura del socio delle CCIE, di norma espressione
della business community, ha subito dei mutamenti nel tempo,
di pari passo con lo sviluppo e levoluzione delle Camere, nate
le pi anziane - come punto di incontro dove ritrovare i
segni dellitalianit e divenute oggi snodo di riferimento
per le attivit di business.
Si passati, in altre parole, dal concetto di appartenenza
(che presenta connotati propri della sfera emotiva) a quello di
convenienza (dove prevalgono criteri economicisti) e ci
vale soprattutto per le PMI, che costituiscono, in linea di
massima, la parte pi numerosa degli associati.
Sempre pi, quindi, la prospettiva di attrarre nuovi soci (e
di mantenere quelli attuali) si collega strettamente alla
capacit della Camera di rispondere alle esigenze degli
operatori, di soddisfarne le aspettative, tenendo presente che
nel mondo delle imprese va sempre pi affermandosi
l'orientamento ad acquistare servizi piuttosto che pagare
quote associative.
Da qui lopportunit, meglio, la necessit di arricchire la
gamma delle attivit e dei servizi da offrire agli operatori, e
non obbligatoriamente con le sole risorse camerali, ma anche
sotto forma di consulenza e di brokeraggio di servizi tra
fornitori qualificati e referenziati dalla stessa Camera.
E spingendo il discorso lungo questa direttrice, possiamo
aggiungere che proprio lefficienza e lampiezza dei servizi (sia
quelli erogati direttamente, che quelli intermediati), nonch lo
sviluppo di altre attivit in grado di fare della Camera un
punto di riferimento visibile e credibile nel contesto in cui
opera, pongono le premesse per laffermarsi di un nuovo
concetto di appartenenza: un concetto basato non pi sulle
motivazioni presenti inizialmente, bens sulla convenienza di
far parte di una business community italo-locale rispettata ed
influente, che si identifica e si riconosce nella Camera di
Commercio e nel ruolo politico di lobbying che essa riesce a
svolgere.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Possiamo quindi affermare che uno degli elementi


fondamentali della solidit di una Camera rappresentato sia
dal numero che dalla qualit della sua base associativa ed in
particolare di quella "locale"-estera.
Per largomento servizi, qui pi volte richiamato,
rimandiamo allo specifico capitolo, mentre prima di concludere
il discorso sulla membership vogliamo aggiungere alcune
riflessioni che scaturiscono da comportamenti avvenuti in un
passato non molto distante.
In altre parole, subordinare la prestazione di un servizio
alla qualit di socio non sembra essere (tranne casi particolari,
che dovrebbero perci rappresentare leccezione) la via
migliore, in una situazione come quella che abbiamo pi sopra
delineato. Sar il beneficiario del servizio a valutare la
convenienza di associarsi, sempre che l'essere socio comporti
benefici aggiuntivi, oltre quello di una tariffa preferenziale.
Assumere atteggiamenti di questo tipo pu tradursi, per la
CCIE, non solo nella perdita di opportunit quanto anche
dimmagine.
Allo stesso tempo, del pari evidente che la posizione di
socio non pu attribuirgli, per nessuna ragione, la facolt di
condizionare l'attivit di servizio della Camera, nel senso di
limitarne il campo d'azione, subordinandolo agli specifici
interessi economici di cui il singolo socio portatore.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

2. STRUTTURA
CAMERA

ED

ORGANI

DELLA

2.1. Una breve premessa


Si gi detto che gli Organi camerali indicati come
obbligatori dalla pi volte ricordata legge n. 518 (Assemblea,
Presidente, Segretario Generale, Collegio dei Revisori) hanno
rilievo ai fini del riconoscimento ma non esauriscono quelli
che lappartenenza al sistema camerale italiano allestero pone
come irrinunciabili o necessari, a cominciare dal Consiglio.
Esso, infatti, di importanza fondamentale ai fini del
corretto funzionamento degli altri, stante la duplicit della
posizione che occupa nella struttura organizzativa camerale:
essere, cio, da un lato elemento di congiunzione tra
lAssemblea dei soci ed il Presidente; e dallaltro supporto di
questultimo negli atti e nelle decisioni di maggior peso.
Presso molte Camere, inoltre, la struttura organizzativa si
avvale anche di gruppi di lavoro (comitati o commissioni), a
supporto di attivit ed iniziative che perseguono obiettivi di
medio-lungo periodo.

2.2. LAssemblea dei soci


Essendo rappresentativo di tutti i soci lorganismo con
poteri sovrani, nel senso che le sue decisioni obbligano ad
uniformarvisi tutti gli altri organi.
I suoi compiti sono, di norma, definiti dallo statuto e
riguardano gli ambiti e le materie pi importanti: lelezione del
Consiglio (e, ove non demandata a questultimo, anche quella
del Presidente); le modifiche statutarie; lesame e
lapprovazione del bilancio consuntivo e preventivo;
l'approvazione del programma di attivit; la nomina dei revisori
contabili;, ecc.. Pu accadere, peraltro, nella pratica che
alcuni di questi compiti vengano attribuiti al Consiglio.
Ci non toglie, evidentemente, che lAssemblea - riunita in
tal caso in sessione straordinaria - possa avocare a s
lesame e la decisione di qualunque materia riguardante
lattivit della Camera. Lo Statuto, come abbiamo avuto modo
di dire, deve disciplinare questa casistica e le modalit per la
convocazione di una eventuale Assemblea straordinaria.
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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Inoltre, sar sempre una norma statutaria a contemplare


listituzione della figura di Presidente dellAssemblea, qualora
non si voglia attribuire questincarico allo stesso Presidente
della Camera.
Vi sono, infine, altri due aspetti che vanno tenuti presenti
ed opportunamente regolamentati: il primo quello del "peso"
del voto di ciascun associato, nel senso che ad ogni socio deve
corrispondere un solo voto; l'altro quello dell'uso della
"delega", di cui opportuno fissare il numero massimo
consentito (la prassi corrente che le deleghe non siano
superiori a due).
L'Assemblea si riunisce almeno una volta allanno per
adempiere agli obblighi statutari.

2.3. Il Consiglio
Con denominazioni diverse da paese a paese (Consiglio
direttivo, Consiglio di amministrazione, Board o altre),
lorganismo eletto dallAssemblea che coadiuva il Presidente
negli atti statutariamente di competenza di questultimo, e
adempie a quelli che ad esso sono attribuiti espressamente (fra
cui quello, abbastanza frequente, dellelezione del
Presidente).
Normalmente, il Consiglio si riunisce - su convocazione del
Presidente - per lesame e lapprovazione dei bilanci da
sottoporre allAssemblea; per verificare lesecuzione delle
delibere dellAssemblea o di sue precedenti delibere; per
lammissione di nuovi soci; per lesame di specifici progetti;
per discutere le politiche della Camera; in altre parole, per
coadiuvare il Presidente nellespletamento del suo mandato.
Molti statuti prevedono un numero minimo di riunioni
annuali
di
questorgano.
Senza
volere
interferire
nellautonomia delle CCIE, si ritiene che una certa frequenza
indispensabile per mettere il Consiglio nella condizione di
svolgere in modo soddisfacente i compiti affidatigli (ottimale
sarebbe un intervallo, tra una riunione e laltra, non superiore
ai 3-4 mesi).
Il numero dei Consiglieri varia da Camera a Camera, sia in
relazione a fattori oggettivi (numero dei soci) che soggettivi
(criteri di conduzione). Quel che certo - soprattutto tenendo
presente che impossibile garantire la contemporanea
disponibilit di persone quotidianamente impegnate nelle loro
attivit professionali - che la sua composizione dovrebbe
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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

essere tale da poter contare, in ogni occasione, su un numero


di partecipanti non inferiore a 8-10, tenuto conto che al di
sotto di questa soglia vengono a mancare i presupposti
dialettici per una discussione proficua degli argomenti
allordine del giorno.
Aprire il discorso sulla sua composizione pu apparire
indebito, considerato che i Consiglieri sono eletti liberamente
dallAssemblea. E pur tenendo ferma questa premessa,
riteniamo che un accenno a questo delicato argomento vada
fatto: su un piano concettuale, per esprimere indicazioni che
converrebbe sempre valutare; in termini pi specifici, per i casi
in cui - e sono numerosi - latto elettorale avvenga sulla base di
candidature.
Va anzitutto chiarito, quando parliamo di composizione,
che ci riferiamo al profilo professionale dei consiglieri e non,
sicuramente, alla loro nazionalit: una discriminazione nei
confronti dei soci locali, laddove esistita, sar
probabilmente scaturita da situazioni e circostanze ambientali,
sulle quali sarebbe fuori luogo intrattenersi in questa sede. E',
invece, auspicabile che il Consiglio sia rappresentativo, nella
sua composizione, dei principali settori e attivit economiche:
piccole e medie imprese industriali ed agricole, importatori,
esportatori, credito, assicurazioni, servizi, trasporti, grandi
aziende; e tutti, in un modo o nellaltro, in rapporti o collegati
con lItalia.
La durata del mandato consiliare disciplinata dallo statuto
e coincide, di norma, con quella del Presidente.
Ancora due parole, prima di concludere, per toccare un
ultimo aspetto, quello della validit delle riunioni di Consiglio;
con una premessa, e cio che ci riferiamo alle riunioni
convocate per approvare delibere o decidere spese, per
esaminare budgets o approvare bilanci, ecc. (non sono infatti
infrequenti i casi di riunioni realizzate al di fuori degli
adempimenti legali e/o formali, per dibattere problematiche
varie, per programmare iniziative, per comunicazioni del
Presidente, per informazioni di carattere politico, economico,
ecc.).
La legislazione italiana stabilisce un "quorum" per la validit
delle riunioni (la met pi uno dei componenti) e non consente
il conferimento di deleghe, ma non sappiamo se e dove sia
possibile riscontrare, su questa materia, una "vacatio legis" che
consenta di fare riferimento alla normativa italiana. Ferma
restando, quindi, l'osservanza delle leggi locali, riteniamo
invece possibile riconoscere validit a "presenze" assicurate per
via audio o video-conferenza.
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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

2.4. Il Presidente
Ricordato che discende dallo Statuto camerale la
designazione dellorgano che lo elegge (lAssemblea dei soci o
il Consiglio), il Presidente figura centrale in una CCIE, e non
solo perch la rappresenta verso lesterno. Infatti, se questo
compito fa ricadere sul Presidente responsabilit che
coinvolgono la Camera nel suo insieme, non meno importante e
decisivo il compito che svolge allinterno, dal momento che
lo sviluppo di una CCIE, la crescita e larricchimento del suo
ruolo dipendono, in larga misura, dallimpegno del Presidente,
dalla sua capacit di iniziativa, dalla spinta e dalle motivazioni
che sar in grado di trasmettere, dalla sua disponibilit ad
accettare le sfide che provengono dal contesto in cui ogni
Camera si trova ad operare.

Anche i suoi poteri sono normalmente descritti dallo


Statuto camerale ed appare quindi superfluo farne qui una
puntuale elencazione.
Tra l'altro, una volta ribadita la centralit di questa figura
ne discende che - a mano a mano che procederemo nella
trattazione degli aspetti organizzativi nonch dei servizi e delle
attivit che una Camera deve porsi nella condizione di svolgere
- sar implicito il richiamo al suo ruolo, ai suoi compiti, alle sue
responsabilit.
Tali responsabilit, inoltre, non rimangono circoscritte
all'affermazione di una presenza visibile ed efficiente della
Camera sul suo mercato di riferimento, ma devono estendersi
sino a comprenderne l'inserimento all'interno del sistema delle
CCIE, sviluppandone lo spirito associativo, come avremo modo
di dire diffusamente pi avanti.
Per concludere adesso su questo punto, se il filo conduttore
del Manuale quello di tracciare un percorso di crescita, che ci
condurr fino alla rappresentazione del livello organizzativo ed
operativo pi avanzato di una Camera, possiamo affermare che
il raggiungimento di questo traguardo di eccellenza non pu
prescindere dall'impegno assiduo ed appassionato di chi
investito della massima responsabilit.
Ricordiamo che il Presidente deve attendere,da un lato, ad
un ruolo di rappresentanza e di relazione negli ambienti socioeconomici e politici del paese e, dall'altro, a compiti di
indirizzo della struttura camerale.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Su questo versante, in particolare, bene tenere presente


che l'impegno collaborativo che si richiede al Segretario
Generale, la sua adesione agli orientamenti e agli obiettivi
della Camera, dipendono in buona misura dalla fiducia,
dall'entusiasmo, dal senso di corresponsabilit (vorremmo dire
di coinvolgimento) che il Presidente sar riuscito a
trasmettergli.
Si tratta, indubbiamente, di una scelta delicata, dovendo
trovare riunite in una stessa persona molteplici qualit; e tutto
ci, senza considerare unulteriore difficolt, derivante da una
condizione essenziale: quella della disponibilit. Ci sembra,
infatti, ragionevole affermare che, se gli impegni professionali
del potenziale candidato sono tanto assorbenti da non
consentirgli di dedicare alla Camera nient'altro che rari e
saltuari ritagli del suo tempo, sar interesse della Camera
stessa dirigere altrove la sua attenzione.
Ci rendiamo conto che queste considerazioni possono
apparire teoriche, ma riteniamo tuttavia che, nella pratica,
situazioni di questo tipo possono esistere, e ad esse possibile
dare soluzioni abbastanza accettabili. Una di queste, ad
esempio, pu essere rappresentata da un Vice-Presidente,
tenuto conto che generalmente in ogni board camerale
prevista la figura di uno o pi Vice-Presidenti (dei quali non
vengono esplicitate specifiche funzioni, tenuto conto che, in
assenza del Presidente, ne fanno le veci).
Prima di concludere desideriamo toccare due aspetti
abbastanza importanti a proposito della figura del Presidente:
anzitutto, che si tratta di un incarico che non prevede alcuna
remunerazione (eventuali rimborsi di spese sostenute
rientrano in un ordine di ragioni di tuttaltra natura) e poi che
non devono esistere preclusioni di principio nei confronti di
soci di nazionalit diversa da quella italiana che, anzi, possono
in molti casi rappresentare un utile arricchimento della gi
ricordata valenza binazionale della Camera e della sua capacit
di "infiltrazione" nel tessuto locale.
La durata del mandato (del Presidente e dei Vice), la
rieleggibilit ed eventuali limiti sono, di norma, stabiliti
statutariamente. Anche in questo caso, pur nel rispetto
dellautonomia delle singole Camere, crediamo che valga la
pena dare alcuni suggerimenti ricavati dallesperienza, che
possono tornare utili non solo alle CCIE di nuova costituzione
ma a tutte indistintamente, tenuto conto che lo statuto non
ovviamente qualcosa di immutabile nel tempo, se vero che
esso fissa le regole all'interno delle quali deve operare un
soggetto inserito in una realt in continua evoluzione.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Sulla durata del mandato, la maggioranza delle CCIE


esprime nei propri statuti una tendenza per un arco temporale
non inferiore a 3 anni, mentre pur nel rispetto della pi volte
richiamata autonomia delle singole Camere riteniamo che un
mandato limitato ad un anno (e magari anche a due) comporti
come conseguenza negativa quella di non consentire una
pianificazione strategica di medio periodo delle attivit
camerali. Sulla rieleggibilit la situazione pi diversificata: vi
sono statuti che fissano un limite al numero dei mandati (2 o 3
al massimo) ed altri che omettono di disciplinare questo
importante aspetto del mandato.
Le situazioni sono diverse da paese a paese e da una
Camera allaltra, e i relativi statuti riflettono verosimilmente
queste diversit. In linea di massima, se si daccordo sul fatto
che ladozione del criterio di ricambio, di rotazione, in
linea sia con esigenze interne alla Camera (la valorizzazione
di pi esperienze personali), che esterne (dare unimmagine
di dinamismo), allora conviene fissare dei limiti alla
rieleggibilit e prevedere condizioni alle quali subordinare
eventuali deroghe, in modo da salvaguardare situazioni
circostanziali altrettanto importanti.
In altre parole, il criterio del ricambio, e le ricordate
motivazioni che lo sorreggono, non devono - in nome di
automatismi che possono avere esiti negativi - condurre alla
rinuncia, al sacrificio aprioristico di un patrimonio di
esperienze, di influenza e di prestigio accumulato nel corso
degli anni e che pu quindi consigliare - in determinate
circostanze di privilegiare la continuit, al di l di due o pi
mandati.

2.5. Il Segretario Generale


Figura centrale della Camera non solo per il fatto di essere
il responsabile del suo funzionamento e della gestione delle
risorse umane, quanto e soprattutto per essere il tramite
attraverso cui le linee di indirizzo, i programmi, i progetti ed
ogni altra decisione adottata dai vertici camerali (il Consiglio
ed il Presidente) trovano concreta attuazione.
Da ci discende l'esigenza di un raccordo permanente con
gli organi prima citati ed in primo luogo con il Presidente, per
far s che nei pur distinti e differenti ambiti di responsabilit i
ruoli di queste due figure-cardine trovino l'indispensabile
momento di sintesi.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Il ruolo del S.G. si connota - e si qualifica - come quello di


Direttore Generale della Camera, cui spetta un insieme di
compiti e di responsabilit, allinterno dei quali si evidenziano,
in particolare, i seguenti:
assicurare il perseguimento della mission camerale,
all'interno di un sistema che ingloba la rete delle Camere di
Commercio Italiane nel mondo;
garantire il governo complessivo della Camera ed
esercitare i poteri organizzativi e di gestione, in coerenza
con i principi, le direttive e gli obiettivi definiti dai diversi
livelli programmatici della Camera;
assumere la responsabilit dell' operativit camerale nei
confronti del Consiglio e del Presidente;
presiedere lo svolgimento di tutte le funzioni connesse
alla direzione, organizzazione ed esecuzione dei compiti
istituzionali, nel rispetto dei principi di trasparenza e
imparzialit nonch dei criteri di efficienza, efficacia ed
economicit gestionale.
A sottolineare l'importanza di questa figura va ricordato che
anche la legge istitutiva del riconoscimento accordato alle
Camere dal Governo italiano (la pi volte citata legge 518) lo
elenca tra gli organi di cui tassativamente richiesta
l'esistenza (artt. 4 e 5) e stabilisce espressamente che la
scelta del S.G. deve riportare il gradimento del Ministero del
Commercio con l'Estero (oggi Ministero dello Sviluppo
Economico), su conforme parere del Ministero degli Affari
Esteri. Tale gradimento legato alla verifica di 4 basilari
condizioni: moralit del candidato, conoscenza delle lingue di
lavoro (tra cui litaliano), istruzione di livello superiore,
esperienza curriculare di lavoro direttivo.
Il S.G. assume anche la figura del Direttore Amministrativo,
al quale affidata la direzione amministrativa della Camera;
egli partecipa a tutte le riunioni degli organi camerali, ad
eccezione del collegio dei revisori.
Come vertice della struttura operativa della Camera,
quindi, il Segretario Generale:
contribuisce alla direzione strategica della Camera
coadiuvando il Presidente ed il Consiglio nella definizione
delle linee strategiche e delle politiche finalizzate al
raggiungimento degli obiettivi;

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

assicura la legittimit degli atti e provvedimenti che, per


legge o per regolamentazione interna, siano riferibili o
comunque sottoposti al suo esame:
garantisce la definizione e la direzione del sistema di
governo economico-finanziario ed il corretto esercizio delle
funzioni di supporto tecnico, amministrativo e logistico;
garantisce altres il corretto utilizzo dei fondi erogati dal
Governo italiano e di ogni altra risorsa o provento.
Il Segretario Generale di una CCIE opera, di norma, in
regime di assunzione diretta, con regolare contratto,
inquadramento sindacale e rispettive coperture previdenziali e
assistenziali contemplate dalle legislazioni locali.
Dovr essere assunto a tempo pieno e, comunque, non
dovr svolgere altre attivit in conflitto d'interessi con quelle
espletate dalla Camera. Situazioni diverse da questa, sotto il
profilo contrattuale, dovranno essere considerate come
contingenti e transitorie.
Elenchiamo di seguito i principali adempimenti di sua
competenza, di cui responsabile nei confronti del Presidente
e del Consiglio:
lorganizzazione dufficio e il suo funzionamento;
lassunzione e la gestione del personale (o la proposta al
Consiglio);
la programmazione degli interventi
aggiornamento dello stesso personale;

formativi

di

i rapporti con prestatori di servizio part-time e/ o


consulenti;
la gestione amministrativa-contabile;
lelaborazione dei budgets ed il controllo gestionale;
lassistenza ai soci e agli operatori in genere;
limplementazione di azioni,
iniziative specifiche, ecc.

programmi,

progetti,

Queste indicazioni sulla figura del Segretario Generale sono


state approvate dal Consiglio Assocamerestero e sono state
sostanzialmente assunte come punto di riferimento anche dal
MiSE e dal MAE, che le hanno condivise nel corso di una
Conferenza dei Servizi tenutasi nel luglio del 2009.
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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

2.6. Il Collegio dei Revisori


Su questorgano non ci sono particolari considerazioni da
fare, tenuto conto che i suoi compiti sono contemplati dalla
legislazione locale in materia di adempimenti giuridicoamministrativi (bilanci e rendiconti) nonch dalla normativa
predisposta dal Ministero come condizione per poter ottenere il
riconoscimento e accedere al co-finanziamento pubblico.
Conviene, invece, ricordare che in questi ultimi anni si va
manifestando una tendenza a ricorrere all'utilizzo di "auditors"
esterni; ed il ricorso a questi professionisti specie nei casi in
cui vengano scelti attraverso appositi Albi professionali visto
con favore dal MiSE, tenuto conto che la loro affidabilit , in
linea di principio, indiscutibile.
Questa la strada indicata alle Camere da
Assocamerestero,
la
cui
Assemblea
ha
caldamente
raccomandato, alle Camere con fatturato superiore a 300 mila
di affidarsi a revisori esterni iscritti ad un Albo e, alle Camere
il cui fatturato superi il milione di Euro, di affidare il ruolo di
controllo a professionisti accreditati della Revisione contabile.
Con ci non si vuole sminuire la validit dei controlli interni
esercitati dal Collegio dei Revisori della Camera, naturalmente
a condizione che i suoi membri non siano soci del sodalizio.

2.7. Il Tesoriere
una figura non obbligatoria (infatti non presente in
tutte le CCIE) dal momento che le sue responsabilit (e i suoi
compiti, ossia la gestione delle risorse finanziarie, i rapporti
con le banche, i versamenti e i prelievi, i pagamenti dei
fornitori, ecc.) possono essere, con apposita norma statutaria,
concentrati nella figura del Segretario Generale.
evidente, peraltro, che tale soluzione non praticabile
laddove la presenza del Tesoriere rappresenti un adempimento
legale. Tra l'altro, anche nel caso in cui vi sia una unificazione
di compiti, sempre opportuno che alcune operazioni (i
prelievi soprattutto) siano vincolate alla firma congiunta del
Segretario Generale e del Presidente (o di un Vice munito di
delega). Ci senza mettere in conto che, in alcuni contesti, la
doppia firma un requisito sottratto alla discrezionalit della
Camera.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

2.8. I Comitati (o Commissioni)


Presso molte CCIE si ravvisa lopportunit di creare appositi
gruppi di lavoro con denominazioni diverse, come ad esempio
Comitati o Commissioni - formati abitualmente da membri dei
Boards (a volte col supporto di personale dirigente), sia a
carattere permanente che temporaneo, per corrispondere alle
pi diverse esigenze.
Tra queste, baster menzionarne alcune, a titolo di
esempio: pubblicazioni camerali tematiche, relazioni esterne
per determinati eventi, particolari iniziative di marketing,
esecuzione di progetti innovativi, manifestazioni di speciale
rilievo, alcune attivit attinenti a specifici settori
merceologici.
Tra laltro, per questa via si realizza una partecipazione pi
assidua dei membri del Consiglio alle attivit camerali, si
ottiene un diretto e concreto loro coinvolgimento nelle
responsabilit di indirizzo, ma soprattutto se ne utilizzano
meglio i contributi professionali di cui ognuno, nellambito
delle sue competenze professionali, portatore. Ed fuor di
dubbio che la fruizione di queste professionalit si traduce in
un arricchimento per un organismo associativo come il nostro.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

3. PROFILO DI UNA CCIE: LA SEDE, LE


RISORSE UMANE, LE DOTAZIONI
3.1. La sede
Il reperimento di una sede idonea rappresenta il primo,
impegnativo problema che una Camera appena costituita deve
affrontare. La principale difficolt rappresentata, in linea di
massima, dai costi degli affitti che, anche qualora non siano
oggettivamente elevati, potrebbero risultare difficilmente
sostenibili nella fase di avvio dellattivit.
Tenuto conto, comunque, che le situazioni differiscono da
caso a caso, sarebbe vano cercare di ricondurre questa
casistica a categorie di ordine generale ed a dare suggerimenti
astratti.
A questo riguardo cogliamo, anzi, l'occasione per estendere
questo concetto, a mo di premessa, a tutto ci che fa
riferimento a fattori o requisiti quantitativi o dimensionali (la
sede appunto, l'organico, le dotazioni, ecc.). Va infatti tenuto
presente che una delle caratteristiche salienti del nostro
sistema quella della coesistenza di realt profondamente
diverse tra di loro, qualunque sia il fattore di riferimento:
attivit e fatturato annuo, spazi disponibili, personale a tempo
pieno, mezzi di lavoro, strutture informatiche, numero di
associati e via dicendo.
In queste condizioni diventa arduo dare indicazioni, fornire
informazioni e dati che possano essere utili per tutte le CCIE.
Da questa impossibilit di un discorso generalizzato discende
inevitabilmente l'esigenza di "togliere" o di "aggiungere", di
allargare o di restringere.
Ci non vuol dire che, pur con questa avvertenza, non ci si
debba soffermare sui singoli aspetti, a cominciare dalla sede,
che riveste un ruolo tra i pi rilevanti nella definizione
dell'identit e dell'immagine stessa della Camera.
Una Camera si identifica, ovviamente, con la sua struttura
umana, con gli organismi attraverso i quali si articola, con le
attivit che svolge. La sede, per, insieme al sito web, il
primo segno distintivo verso lesterno, la modalit di
presentazione, lo strumento attraverso cui la Camera
trasmette la sua immagine.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Da ci consegue che, nella scelta della sede, importante


tenere presenti alcuni suggerimenti, che enunciamo di seguito:

localizzazione: va da s che la preferenza


compatibilmente con le circostanze di fatto
dovrebbe
andare
per
le
zone
destinate
prevalentemente al commercio e ai servizi. La sua
posizione rispetto al piano stradale irrilevante, non
solo perch il costo di quelli al piano terra pi
elevato, ma anche perch la Camera non deve
attrarre pubblico in generale, quanto ricevere i soci
e gli utilizzatori dei suoi servizi in modo decoroso e
funzionale;

locali dufficio: il loro numero e la superficie totale


sono subordinati al numero di persone ed alle
dotazioni di mezzi e strumenti ritenuti necessari; in
questo quadro, va tenuta presente lopportunit di
disporre di un apposito ufficio per il Presidente e per
il Segretario Generale;

accoglienza: del pari evidente l'importanza di


destinare un idoneo locale al ricevimento dei
visitatori;

spazi per gli incontri: come vedremo lungo tutta


questa Guida, la vita della Camera si sviluppa
attraverso riunioni, incontri e altre attivit, che
naturalmente richiedono locali adeguati ad
accogliere un numero di persone rapportato ai suoi
livelli di attivit.

Non da escludere anzi nel caso di una Camera appena


costituita pu succedere ( successo) che il nuovo sodalizio
non abbia altra scelta che quella di condividere con altri
soggetti gli stessi locali. Indipendentemente dalla durata di
detta coabitazione, ovvio che la Camera debba impegnarsi ad
assicurare la sua riconoscibilit sia in termini di visibilit
(insegne ed ogni altra idonea indicazione) che di presenza
fisica (apertura al pubblico durante l'orario lavorativo) ed
informatica (sito web). Lo stesso discorso vale, evidentemente,
per i "presidi" secondari, dove situazioni di questo tipo sono
comprensibilmente tutt'altro che infrequenti.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

3.2. Le risorse umane


3.2.1. Il personale dirigente
Questo argomento rimanda alle considerazioni fatte al
punto precedente, dal momento che non sempre lorganico di
una Camera ha dimensioni tali da contemplare - o da
permettere - la presenza di altro personale dirigente che non
sia, come ovvio, il Segretario Generale (o Direttore). In
questi casi, del tutto normale che tra il restante personale vi
sia chi accumuli funzioni e responsabilit intermedie
congiuntamente con mansioni esecutive.
Laddove, invece, esiste una struttura articolata per funzioni
si avranno pi responsabili di livello dirigenziale. Peraltro, la
ricordata differenziazione tra una Camera e laltra non
consente di ricondurre ad uno schema base, da presentare
come paradigma, le strutture attraverso cui esse operano (ci
vale soprattutto per le CCIE di maggiori dimensioni).
Pur con questa premessa, va tenuto presente che si va
rafforzando ogni giorno di pi l'esigenza di formare un
collaboratore diretto del Segretario Generale, di un numero
"due" che, operando in stretta collaborazione ed in permanente
collegamento con il primo, costituisca il supporto
indispensabile per garantire, in qualunque circostanza, la
continuit della gestione camerale.
Quest'ultimo aspetto assume una rilevanza ancora maggiore
se si considera che, all'interno di strutture aperte al mercato
come le nostre, i mutamenti sono sempre possibili ed il turnover del Segretario Generale un aspetto altrettanto
fisiologico, a fronte del quale la presenza di altro personale
con tale profilo costituisce un ulteriore elemento su cui poggia
la qualit e l'affidabilit complessiva dei servizi camerali.
Di livello dirigenziale , in molti casi, il responsabile al
quale sono affidate funzioni di coordinamento essenziali, come
quelle relative alle attivit promozionali; alla gestione delle
rappresentanze fieristiche; alle pubblicazioni camerali; alle
relazioni esterne, tanto per citare le pi frequenti.
Per quanto riguarda il livello qualitativo delle prestazioni,
conviene ricordare che esso in stretta correlazione con
interventi formativi che la Camera ha il dovere - e linteresse di rendere disponibili con carattere permanente, tenuto conto
che un contesto come quello in cui operiamo, in costante e
accelerata evoluzione, richiede un aggiornamento "in progress"
e con una impronta sempre pi specializzata.

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Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Tra laltro, questo compito, che investe la responsabilit


della Camera a tutti i livelli, oggi facilitato dal diffondersi
quasi ovunque di agenzie specializzate nella formazione. A ci
si aggiunga che, in molti casi, sono le strutture pubbliche o
quelle associative a rendere disponibili questi servizi, a
condizioni poco (o niente) onerose.

3.2.2. Il personale operativo


Le considerazioni fatte a proposito del personale dirigente,
riferite alle sue dimensioni, valgono, a maggior ragione, per
quello esecutivo; non solo perch - come abbiamo detto - in
molte CCIE funzioni e responsabilit settoriali sono
disimpegnate congiuntamente a mansioni esecutive, ma anche
perch la dimensione dellorganico strettamente correlata
alle risorse materiali di cui la CCIE dotata e di cui diremo nel
paragrafo che segue.
Anche per il personale che svolge compiti di gestione
ordinaria pu essere conveniente programmare interventi
formativi e di aggiornamento su nuove tecnologie, nuove
procedure, nuovi strumenti di lavoro.
Va, poi, tenuto presente che, almeno nelle Camere di
recente costituzione e/o di ridotte dimensioni, tali mansioni
vengono svolte dall'unica risorsa dedicata e stipendiata
esistente: spetter a questi impegnarsi ad attivare altre risorse
sia all'interno della struttura camerale (il Consiglio), che
ricorrendo all'outsourcing.

3.3. Mezzi e dotazioni di ufficio


Dando per scontate le dotazioni di base (mobili, telefono,
collegamenti internet, ecc.), ci limitiamo a sottolineare, per
quanto riguarda i collegamenti telefonici, la necessit di
disporre di pi linee (meglio se con derivazioni a ricerca
automatica), non solo per rendere pi facile laccesso, ma
anche perch le linee telefoniche sono oramai parte integrante
delle installazioni telematiche.
Linsieme di queste ultime (computer, server, modem,
scanner, printer, software applicativo, ecc.) costituisce oggi la
parte pi importante dei mezzi operativi di una Camera. Farne
unelencazione in questa sede, ha un valore puramente
indicativo, non solo perch il maggiore o minor grado di
informatizzazione delle dotazioni, dipende da una serie di
30

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

fattori e varia da Camera a Camera, ma soprattutto perch


stiamo parlando di un settore in rapidissima evoluzione che
denuncia un tasso accelerato di obsolescenza. C comunque
da considerare che i costi dellhardware e del software sono in
costante e rapida diminuzione. Da ci consegue che una
dotazione abbastanza soddisfacente dovrebbe oggi essere
accessibile a qualsiasi Camera.
Di seguito forniamo alcune indicazioni sulle dotazioni
considerate indispensabili per organizzare professionalmente il
lavoro dufficio e i suoi flussi interni, nonch le comunicazioni
con lesterno, tenendo anche conto della necessit
darmonizzare gli strumenti in uso presso il sistema delle CCIE
nel suo complesso:
a) un computer di base per le gestioni interne (scrittura,
archiviazione, foglio elettronico, presentazioni alla
platea) e per i collegamenti telematici esterni. Si
consiglia un PC con CPU 3 Ghz o pi veloce, memoria
RAM non inferiore a 2GB e, se si dispone di un unica
unit, conveniente che la stessa sia dotata di un harddisk con un minimo di 500 GB. Sistema operativo
Windows XP Professional o Windows 7;
b) con pi unit, conveniente un collegamento in rete
(con Windows XP o Windows 7) e lesistenza di un
server dedicato;
c) stampanti: si consiglia, anche nel caso di disporre di un
solo PC, di dotarsi di due stampanti: una veloce tipo
laser e una a colori tipo ink-jet;
d) linea telefonica Dsl (e relativi modem o adattatori) per il
collegamento a Internet a banda larga;
e) lettore DVD-ROM, per installare i programmi, sostituire
annuari e altri fonti di archivio e di consultazione e
permettere laccesso off-line a particolari servizi
informativi e directory;
f) software applicativo: Microsoft Office 2007. Browser per
Internet - Internet Explorer. Microsoft Outlook per la
gestione delle-mail. Eventuali altri software specialistici
e utilities quali Winzip (per comprimere i files da inviare
per e-mail) e Acrobat Reader (per leggere molti
documenti sul Web).
Resta da dire ora delle altre dotazioni, che possono
arricchire la gamma dei servizi camerali, e che menzioniamo
senza aver la pretesa di essere esaurienti: installazione per

31

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

video-conferenza,
masterizzatore,
fotocopiatrice
per
riproduzione, riduzione, ingrandimento di documenti, in bianco
e nero o a colori (questa ultima molto pi costosa); pressa per
rilegare e fascicolare; apparecchiatura per ripiegare, imbustare
e sigillare corrispondenza; obliteratrice postale elettrica o
manuale; macchina tagliatrice; proiettore di diapositive e
lucidi; video proiettore.
Riprendendo, per concludere, quanto detto al paragrafo
precedente, risulta evidente che un maggior numero di
dotazioni e apparecchiature, oltre ad aumentare il potenziale
di offerta di servizi, pu influire sul livello degli organici e non
sempre in direzione di una crescita, perch lespandersi
dellinformatizzazione pu portare a una riduzione di
personale.

32

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

4. ATTIVIT E RELAZIONI DELLE CCIE


4.1. Considerazioni introduttive
Prima di affrontare il discorso sulle attivit di una Camera,
si impone fare una premessa che sta alla base di quanto diremo
al riguardo, dal momento che attiene alla sua natura di ente
bi-nazionale, come si evince dalla sua stessa genesi e dai
connotati che venuta assumendo, attraverso un processo
evolutivo che ha accompagnato i profondi cambiamenti
intervenuti nelle relazioni economico-commerciali al di fuori
dei confini nazionali.
Ricordato, infatti, che la sua costituzione avviene in loco
(sottoposta, tra laltro, in quanto tale, ad adempimenti legali
del paese-sede) e che solo in un secondo momento riceve il
riconoscimento dello Stato italiano, ne discende che la sua
missione quella di favorire lo sviluppo delle relazioni
economico-commerciali tra lItalia ed il paese di insediamento
nelle forme di cui diremo pi avanti, in unottica di
reciprocit, ossia bi-direzionale.
In altre parole, ci vuol dire che superando la visione
originaria di ispirazione vagamente nazionalista, resa osboleta
dai profondi mutamenti intervenuti nei comportamenti dei vari
attori sui mercati mondiali il modello delle CCIE non si
connota pi, o non soltanto, come rappresentativo delle
comunit italiane allestero, quanto piuttosto delle business
communities miste.
Ma ancora pi importante il fatto che le accresciute
responsabilit che vengono loro riconosciute ai fini dello
sviluppo delle relazioni bilaterali, nei contesti politicoeconomici dei paesi in cui operano, hanno ormai condotto le
CCIE sulla strada della reciprocit, ed quindi del tutto
normale - e aderente a questa nuova realt - che esse diano
oggi assistenza anche a quanti, non essendo n italiani n
associati, vogliano esportare in Italia, o investire, o ricercare
partners.
Passando ora a parlare delle attivit che una Camera pu o,
meglio, deve gradualmente porsi in grado di svolgere, va
premesso che esse pongono in pratica quello che il suo ruolo,
i suoi compiti; per cui la loro enunciazione serve, allo stesso
tempo, a definirne i connotati come istituzione prestatrice di
servizi.

33

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

In altre parole, quali che siano le attivit che svolge - dalle


pi semplici alle pi articolate, dalle pi ripetitive alle meno
frequenti - la CCIE opera o come erogatrice diretta di servizi o
limitandosi ad intermediarli (attivit di brokeraggio). Ci
spiega anche una certa intercambiabilit dei termini, dal
momento che la descrizione delle attivit evocativa delle
funzioni e che le une e le altre confluiscono nel concetto di
servizio.
Guardando, poi, ai contenuti delle attivit delle CCIE, esse
possono essere raggruppate secondo tre diverse modalit, a cui
corrispondono altrettante capacit: a) la capacit di
risposta; b) la capacit di iniziativa; c) la capacit di
proposta.
La prima, evidentemente, speculare alla domanda di
servizi e si sostanzia nella capacit di corrispondere alle
aspettative di chi, spontaneamente, si rivolge alla Camera. La
seconda si riferisce alle iniziative che una Camera pu
assumere senza esservi sollecitata, creando cos i presupposti
da cui la domanda scaturisce (basti pensare, tra le tante,
alla diffusione delle opportunit commerciali) e la terza,
infine, sottintende la capacit di porsi come punto di
riferimento nei confronti della business community e delle
istanze pubbliche (lattivit di lobbying) nonch come centro
elaboratore e diffusore di analisi, di progetti, di proposte, in
grado di contribuire al dibattito permanente sui temi
delleconomia e degli scambi.

4.2. Accoglienza e prima assistenza


Sono le attivit pi ricorrenti (ed in un certo senso, anche
le pi tradizionali) che le CCIE svolgono, soprattutto a favore
delle PMI, e coincidono spesso con il momento in cui
loperatore stabilisce il suo primo contatto con il paese dove la
Camera opera; da ci consegue che le sue richieste si
riferiscono, in questa fase, ad una tipologia di servizi per i
quali la definizione di prima assistenza non deve indurre a
ritenere che si tratti sostanzialmente - o soltanto - di attivit
semplici o di poco valore.
Indubbiamente, tra di esse ve ne sono alcune per le quali
tale classificazione adeguata (linvio e/o ricezione di un
messaggio; la traduzione e la riproduzione di documenti; la
messa a disposizione di banche-dati; la messa a disposizione di
nominativi di aziende, ed altri similari), ma ve ne sono altre, e
non sono poche, che presuppongono una struttura ed una

34

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

organizzazione camerale ben articolata. Tra queste, citiamo le


pi frequenti:
domiciliazione provvisoria di una PMI allindirizzo della
CCIE,
lettere di accreditamento,
affitto di locali della Camera - o da questa messi a
disposizione - per incontri, meeting, ecc.
affidamento dellincarico di recupero dell IVA pagata
allestero,
informazioni su aziende (locali e italiane),
informazioni e/o consulenza su legislazione locale, su
procedure legali e pratiche fiscali, su regolamenti
amministrativi, su incentivi, ecc.,
recupero crediti, conciliazione e arbitrato.

4.3. Informazione e comunicazione


Linformazione di cui trattiamo in questo paragrafo di
tipo diverso da quella resa su richiesta, di cui abbiamo appena
detto. Ci riferiamo, in altre parole, allinformazione come
mezzo di comunicazione istituzionale che la Camera rivolge a
determinate utenze, a determinati settori, con scadenze e per
materie specifiche.
La CCIE, nel normale svolgimento della sua attivit, finisce
con lessere un punto di raccolta di dati, di informazioni, di
segnalazioni e di notizie, che possono avere una duplice utilit
e, per conseguenza, un trattamento differenziato: vi sono,
infatti, notizie la cui utilit si esaurisce allinterno della CCIE,
che le immagazzina o le elabora (o le consuma, se sono
deperibili), a seconda delle sue necessit, mentre ve ne sono
altre utili - e fruibili - non solo per la Camera ma anche per i
terzi (o addirittura utili alla Camera solo se, ed in quanto,
hanno una diffusione esterna).
Le attivit cos caratterizzate sono numerose, e senza
pretendere di farne unelencazione completa, ricordiamo le
principali:
a)

anzitutto, le opportunit di business, alimentate dalle


pi svariate fonti (domande o offerte indirizzate alle CCIE
direttamente da PMI o ricavate da segnalazioni e
35

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

pubblicazioni di associazioni di categoria, da inserzioni


sulla stampa o su Internet, da bandi di concorso, ecc.) e la
cui diffusione sarebbe consigliabile realizzare in forma
autonoma, senzaltro pi efficace di quella - adottata in
qualche caso - del loro inserimento in altri media
informativi.
b)

Le pubblicazioni periodiche (riviste, newsletters) sono lo


strumento di comunicazione pi diffuso tra la CCIE e i suoi
interlocutori abituali (soci, altre CCIE, CCIAA ed altri
soggetti camerali, associazioni, consorzi, enti pubblici,
ecc., sia locali che italiani).

La loro periodicit, i livelli di diffusione, la veste grafica


variano, ovviamente, in relazione a tutta una serie di fattori e
di situazioni, di cui superfluo fare menzione, per essere
intuibili. Tuttavia, pu essere utile raccomandare una
particolare attenzione su due aspetti:

il rispetto della periodicit prescelta (mensile,


bimestrale o altra);

unattenzione ai contenuti non inferiore a quella


dedicata alla veste grafica, nel presupposto che
laspettativa del lettore nei confronti di una
pubblicazione camerale si rivolga pi ai primi che
alla seconda.

c)

Nellera telematica divenuto quasi imprescindibile, se si


vuole informare e comunicare, e se si vuole oltre tutto
aumentare la propria visibilit, essere presenti sulle reti
informatiche. Circa le modalit (E-mail, i siti sul Web, gli
intranet, gli extranet), si rimanda al capitolo in cui si
parla delle dotazioni dufficio e degli strumenti
informativi, mentre in questa sede ci limitiamo a
sottolineare che in un gran numero di casi - che aumenta
di pari passo con laumento della sua diffusione linformazione-comunicazione telematica pi rapida, pi
economica e pu raggiungere un maggior numero di
destinatari.

d)

Unattivit informativa di crescente interesse quella


della diffusione di eventi di rilievo, riferiti al paese o alla
regione in cui la CCIE opera: nuove discipline legislative,
nuovi regolamenti, accordi societari rilevanti, ma anche
eventi politici, quando suscettibili di avere ripercussioni
sul mondo delleconomia. Soffermarsi a parlare dei
canali attraverso i quali diffondere questa informativa,
dopo quanto si detto nei paragrafi precedenti, riteniamo
che sia del tutto superfluo.
36

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

e)

Una menzione particolare merita linformazione che la


CCIE pu dare nella sua veste di Osservatorio
delleconomia locale e dellevoluzione degli interessi
italiani nel Paese. In altre parole, riprendendo quanto
detto allinizio di questo paragrafo su conoscenze, dati e
notizie che la Camera acquisisce nel suo operare
quotidiano, non c dubbio che essa finisce con lessere
una antenna, un osservatorio, idoneo a ritrasmettere i
dati ricevuti, riordinandoli per materia e dandogli forma
specifica e frequenze periodiche.

Linformazione che risponde a questi requisiti uno degli


aspetti pi qualificanti dellattivit di una CCIE. Lelenco che
segue ha il solo scopo di fornire alcuni esempi:

la raccolta di dati e informazioni su investimenti e


incentivi, riferiti sia allItalia che al mercato locale,
che molte CCIE elaborano e diffondono in forma
monografica a beneficio di potenziali investitori, sia
verso il nostro paese che verso quelli in cui operano;

la pubblicazione di studi di mercato riferiti a settori


sensibili o critici, sempre nellottica dello
sviluppo delle relazioni bilaterali;

i Rapporti sulla situazione economica del Paesesede sulle opportunit di business in generale, e sugli
scambi bilaterali con lItalia, che spesso introducono
la relazione sullattivit della Camera, da presentare
allAssemblea
dei
soci
al
momento
della
approvazione dei bilanci annuali.

4.4. Lattivit di raccordo e sviluppo


delle relazioni istituzionali
Se vero che le CCIE debbono svolgere una funzione di
cerniera tra lItalia ed il Paese in cui operano ossia, detto
con altre parole, rappresentare la pista di atterraggio e di
decollo sia per gli operatori italiani che per quelli locali che
vogliono porsi in contatto con lItalia, diventa allora essenziale
svolgere unattivit di raccordo e di sviluppo delle relazioni con
le istituzioni italiane e locali e con i soggetti privati che
partecipano ai processi economico-produttivi.
I soggetti di cui parleremo di seguito sono pertanto quelli
che, nellattuale scenario economico, rappresentano
sullideale scacchiere delle nostre relazioni altrettanti punti

37

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

di incrocio delloperare quotidiano di una Camera di


Commercio allestero.

4.4.1. Le CCIE ed Unioncamere


Ma prima di riferirne, dobbligo soffermarsi a considerare
i rapporti peculiari che intercorrono con un soggetto,
lUnioncamere (Unione delle Camere di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura italiane), a cui si gi pi volte fatto
riferimento non come soggetto terzo ma come parnter, se
non addirittura come interfaccia della nostra attivit.
Da qui lesigenza di approfondire la natura di questo
rapporto, ai fini della corretta collocazione delle CCIE e di
Assocamerestero, ovviamente nel contesto del sistema
economico-commerciale del nostro paese.
Va anzitutto ricordato che le CCIE come vedremo meglio
pi avanti crearono un primo embrione di sistema quando,
agli inizi degli anni 80, si costituirono in sezione, sebbene
facente parte di Unioncamere, mentre solo in un secondo
momento (verso la fine di quel decennio) si costituirono in
Associazione, rendendosi cos autonome rispetto ad
Unioncamere. In tal modo, tuttavia, esse non perseguivano lo
scopo di sancire una cesura, di uscire in altre parole dal mondo
camerale italiano, quanto piuttosto di affermare una loro
peculiarit, derivante dal fatto di presentare aspetti distintivi
che conferivano loro unidentit propria.
Sono aspetti distintivi inerenti una differente natura
giuridico-istituzionale:
Unioncamere,
infatti,
quando
rappresenta gli interessi delle imprese, persegue gli stessi
obiettivi dellAssociazione che ci rappresenta. Invece, nelle
vesti di affidataria per intermedio delle singole CCIAA
presenti in tutti i capoluoghi delle provincie italiane del
censimento delle imprese, per certificarne (attraverso un
apposito Registro ufficiale), la costituzione (o la cessazione)
per tutti gli effetti legali, svolge un compito istituzionale che
le conferisce personalit giuridica di soggetto pubblico.
Le CCIE, invece, oltre ad essere delle libere associazioni
che sorgono spontaneamente in paesi terzi, per iniziativa di
privati (imprenditori e professionisti italiani o locali, aventi
rapporti con lItalia) sono soggetti che hanno veste giuridica di
diritto locale.
Si tratta, come evidente, di connotazioni differenti, che
hanno tuttavia rilevanza sotto il profilo giuridico, mentre non
38

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

ne hanno alcuna sotto quello operativo, del posizionamento sui


mercati, delle finalit che perseguono a favore delle imprese,
degli strumenti del loro agire.
E levoluzione di questi anni pi recenti, sia sul terreno
economico-commerciale della crescente integrazione dei
mercati (la globalizzazione, entrata ormai nel nostro lessico
quotidiano) e sia su quello legislativo, volto a favorire
linternazionalizzazione dellimprenditoria italiana, hanno reso
sempre pi stretti i legami e le connessioni tra il sistema
camerale italiano e quello italiano allestero.
Possiamo affermare che esiste tra i due sistemi una
complementariet ormai consolidata: le CCIE necessitano delle
Camere italiane come loro interlocutori quando svolgono il
ruolo di promotori degli interessi dei loro soci esteri sul
mercato italiano; le italiane, a loro volta, hanno nella
Consorelle estere, nei paesi i cui esse sono presenti,
linterlocutore naturale, il supporto su cui poggiare per favorire
i processi di internazionalizzazione del mondo produttivo del
nostro paese.
E proprio in questa complementariet, in questo essere la
rete estera una sorta di braccio del sistema camerale
italiano nel suo insieme per lattuazione delle politiche di
internazionalizzazione delle imprese italiane, trova la sua
legittimazione limpegno finanziario che essa assolve a nostro
favore (ed a cui accenneremo nel capitolo riferito a mezzi e
risorse delle CCIE): non solo la partecipazione paritetica ai
budget annuali di Assocamerestero, ma progetti come il
ricordato Fondo intercamerale ed altri, che via via vengono
implementati per conseguire specifici obiettivi temporali o
settoriali.

Questa felice articolazione ha trovato il suo riconoscimento


formale, possiamo dire la sua consacrazione legale, nella
legislazione che ha aggiornato lordinamento giuridico delle
CCIAA: il D.L. n. 23 del 15.02.2010 nel modificare la legge n.
580 del 29.12.1993 dice infatti che le CCIAA svolgono
funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese ...
(omissis)... ed i loro organismi strumentali costituiscono il
sistema camerale italiano. Fanno parte altres del sistema
camerale italiano le camere di commercio italiane allestero ed
estere in Italia legalmente riconosciute dallo Stato italiano
(commi 1 e 2 dellart. 1).
Questa riforma della legge 580/93 sancisce, in definitiva,
che le CCIE sono parte integrante del sistema camerale
39

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

italiano, pur con le distinzioni e le peculiarit di cui abbiamo


detto e con una forte identit, una tradizione ed una storia
propria. Si tratta di un ulteriore importante riferimento della
natura istituzionale delle Camere italiane allestero, fermo
restando che lappartenenza ad un unico sistema assume rilievo
soprattutto dal punto di vista programmatico e politico, stanti
le fondamentali differenze (evidenziate in precedenza) sotto il
profilo giuridico-funzionale tra Camere di commercio italiane e
Camere italiane allestero.
Lultima, importante conclusione che da questo
riconoscimento legislativo possiamo trarre che le CCIE ed
Assocamerestero come enti di rappresentanza appartengono
di diritto al novero dei soggetti cui spetta istituzionalmente il
compito di promuovere i processi di internazionalizzazione
delle imprese italiane. Tra laltro, questo aspetto
formalizzato anche nella legislazione che riconosce ad
Assocamerestero la possibilit di realizzare accordi di
programma con il Ministero dello Sviluppo Economico.

4.4.2. Le CCIE e le istituzioni


Nel Paese-sede, questi rapporti vanno tenuti sia a livello di
Ministro competente (linvito a tenere una conferenza un
suggerimento addirittura ovvio), con riferimento ai Ministeri in
un modo o nellaltro collegati al mondo delle imprese estere
(Commercio, Industria, Esteri, Finanze, Opere Pubbliche,
Istruzione, Lavoro, Turismo), nonch dei funzionari pubblici di
rango elevato. Non meno importanti sono i rapporti con le altre
Istituzioni che si occupano di commercio estero, di turismo, di
impiego e formazione professionale e con quelle con
competenze territoriali (regioni, dipartimenti, municipi, ecc.).
Il raccordo con le Istituzioni italiane deve impegnare la
Camera a svolgere un ruolo non meno attivo di quello
realizzato nel Paese-sede. Infatti, interesse della Camera
promuovere tutti i possibili momenti di contatto e di lavoro con
quei soggetti centrali e periferici (Ministeri, Regioni, Comuni,
Fiere, Enti del turismo, ecc.) che, attraverso limpiego di
apposite risorse finanziarie, sono in grado di favorire e
orientare lo sviluppo delle attivit di business.
Vedremo meglio pi avanti come, a proposito di
questultimo punto, lattivit istituzionalmente svolta da
Assocamerestero pu essere di grande utilit per facilitare
questi contatti in Italia, sia fornendo i necessari supporti che
affiancandosi alla Camera, quando la natura o il rilievo
dellargomento sul tappeto lo rende opportuno.
40

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Prima di soffermarci a descrivere, in dettaglio, le relazioni


intercorrenti con le Istituzioni pubbliche che influenzano pi
direttamente lattivit del mondo camerale italiano allestero
(Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero degli Affari
Esteri e Rappresentanze diplomatico-consolari), riteniamo
opportuno riferire che, mentre era in corso il lavoro di
revisione di questo Manuale, intervenuta la decisione
governativa di sopprimere lICE (lIstituto nazionale per il
Commercio Estero), nellambito di un processo riorganizzativo
che sta disegnando un diverso inquadramento delle presenze
pubbliche responsabili di promuovere linternazionalizzazione
delle imprese.
LIstituto per il Commercio Estero, istituito nel 1926 come
agenzia dello Stato italiano, posto alle dipendenze del
Ministero dello Sviluppo Economico, con lo scopo di
sovrintendere e coordinare una rete di presidi operanti
allestero, copriva le principali aree economiche del mondo.
Con la sua soppressione, la normativa di attuazione (legge
111/2011) ha trasferito al MiSE le funzioni centralmente
attribuite al disciolto Istituto per il Commercio Estero ed alle
Rappresentanze diplomatiche e Consolari, il personale in
servizio nei soppressi uffici allestero (allinterno di Sezioni
per la promozione degli scambi appositamente istituite) e
riteniamo che siano soprattutto due gli aspetti organizzativi da
porre in evidenza nellottica del nostro operare sui mercati:

centralmente, la costituzione di una cabina di regia per


lesercizio dei poteri di indirizzo strategico e di vigilanza
in materia di promozione ed internazionalizzazione delle
imprese (nonch per lutilizzo delle relative risorse), copresieduta dai Ministri degli Affari Esteri e dello Sviluppo
Economico e composto, oltre che dal Ministro
dellEconomia e Finanza, da un rappresentante,
rispettivamente, di Unioncamere, Confindustria ed ABI
(Associazione Bancaria Italiana);

sui territori esteri, la parallela attivazione presso la rete


diplomatico-consolare delle Sezioni per la promozione
degli scambi, nelle quali confluito il personale dei
soppressi uffici ICE, collegati con la cabina di regia che
come abbiamo appena detto, esercita i poteri di indirizzo.

Il ruolo di queste Sezioni riveste quindi fondamentale


importanza ai fini della politica economica dellItalia in un
determinato paese, come veicolo di rappresentazione e di
tutela dellimmagine-paese.

41

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Alla luce di tutto ci, anche le relazioni intercorrenti con


queste istituzioni stanno acquisendo aspetti sui quali conviene
soffermarsi partitamente.

4.4.2.1.

La CCIE e il MiSE

Dal pi volte ricordato riconoscimento deriva per le


Camere, nei confronti di questo Ministero, un insieme di
collegamenti e di impegni che costituiscono la parte saliente
delle relazioni con questo interlocutore privilegiato, ed da
questi che conviene partire.
Anzitutto, il riconoscimento, per essere subordinato ad
una serie di vincoli e di condizioni - pur senza creare un
rapporto di tipo gerarchico, per le ragioni pi sopra ricordate influenza loperativit della Camera, la quale, ai sensi della
ricordata legge 1 luglio 1970, n. 518 (artt. 5-7) dovr:

richiedere il gradimento dello Stato italiano (al MiSE, su


parere del MAE) alla nomina di ogni nuovo Segretario
Generale;

inviare entro 30 giorni dalladozione copia delle


deliberazioni adottate, dei bilanci preventivo e
consuntivo, elenco dei soci e relazione sullattivit svolta
nellanno precedente e sui risultati conseguiti;

invitare in modo permanente alle riunioni dei suoi organi


collegiali il Capo della Rappresentanza Diplomatica ed il
titolare dellUfficio commerciale della Rappresentanza
stessa.

Anche la logica del cofinanziamento statale, che dal 1999


avviene su progetti riguardanti lattivit promozionale, collega
la Camera agli interessi italiani. A questo scopo, il MiSE emana
annualmente, in primo luogo, il documento delle Linee
Direttrici per lattivit promozionale, che indirizza a tutti i
soggetti della promotion istituzionale; in secondo luogo,
emette una circolare, anchessa annuale, ma rivolta solo alle
CCIE ed alle loro specifiche programmazioni.
Tramite questa circolare, lo Stato italiano determina gli
ambiti di attivit passibili di co-finanziamento e richiede
lespletamento di una serie di adempimenti necessari a
qualificare lattivit delle CCIE: informazioni sulle attivit e sui
contatti daffari referenziati inserite nella banca dati comune
delle CCIE, bilanci (preventivi e consuntivi) su formati
standard, progettualit esposta e realizzati secondo una ben
42

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

determinate metodologia legata ai risultati conseguiti ed agli


indicatori di successo fissati preventivamente.
Il MiSE, inoltre, pu richiedere alle CCIE - sempre in virt
del riconoscimento - determinate prestazioni e servizi; reports
sulleconomia del paese-sede, informazioni su specifici settori,
ecc.
Conviene, comunque, ricordare che si tratta di vincoli
liberamente accettati dalla CCIE al momento di chiedere il
riconoscimento e che
cesserebbero quindi o non si
creerebbero nel caso in cui ( una ipotesi che va pur sempre
contemplata) la Camera decidesse di prescindere dal cofinanziamento pubblico.
In conclusione, tutto ci implica la pi ampia disponibilit a
collaborare, collocando la propria progettualit co-finanziata
nel contesto delle linee strategiche promozionali individuate
dal MiSE. Si tratta di una specie di obbligo di "sistema" a
recepire eventuali suggerimenti e direttive in ordine alle
materie sulle quali il Ministero ha legittimit per intervenire
(rendiconti, bilanci di previsione, progetti), ma sempre nel
rispetto dellautonomia di gestione e di presenza sul territorio.

4.4.2.2.
Le
CCIE
ed
Ministero degli Affari Esteri

il

La presenza del MAE nella cabina di regia, unitamente al


Ministero dello Sviluppo Economico, fornisce una conferma
dellinfluenza che questo Dicastero esercita in materia di
promozione dellinternazionalizzazione del sistema-paese.

Nella pratica quotidiana lo sviluppo delle relazioni tra le


CCIE e il MAE avviene con lintermediazione delle
Rappresentanze Diplomatiche o Consolari presenti in loco,
mentre i casi in cui sia il Ministero ad entrare direttamente in
contatto con una Camera (o viceversa) sono da considerare alla
stregua di eventi non usuali.
Risulta, quindi, di tutta evidenza che i comportamenti, e
prima ancora lattitudine, che le CCIE devono osservare nei
confronti del MAE non differisce da quella che viene
raccomandata a proposito delle Rappresentanze diplomaticoconsolari, di cui diciamo di seguito.

43

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

4.4.2.3.
La
CCIE
e
Rappresentanza diplomatica

la

Il rapporto con lAmbasciata (o con il Consolato) un dato


di fatto consolidato dalla pratica quotidiana, almeno per le
Camere gi costituite, ma le finalit di questa pubblicazione
consigliano di esplicitare alcuni punti, riferiti allessenza del
rapporto ed ai comportamenti che ne discendono.
Va anzitutto ricordato che lAmbasciata entra in campo
fin dal momento in cui la CCIE, dopo la sua costituzione, chiede
di essere riconosciuta, considerato che la disciplina legislativa
(la Legge n. 518) subordina il decreto del MiSE al conforme
parere del Ministero degli Affari Esteri e stabilisce che la
domanda deve essere inoltrata tramite la Rappresentanza
diplomatica competente.
Il ruolo dellAmbasciata viene, del resto, riferito pi volte
dalla citata Legge sul riordino delle CCIE, sia laddove prescrive
che linvio al MiSE della documentazione di bilancio annuale
avvenga tramite la Rappresentanza diplomatica (chiamata oltre
tutto a dare un parere motivato) e sia quando richiede che alle
riunioni degli organi collegiali siano invitati il Capo della
Rappresentanza diplomatica e il titolare dellufficio
commerciale (tra laltro, gli statuti di molte CCIE
attribuiscono allAmbasciatore la qualifica di Presidente
Onorario).
Da tutto ci, risulta evidente l'importanza di stretti contatti
con il personale delle Rappresentanze diplomatiche ai vari
livelli, al fine di raccordare e armonizzare lattivit della
Camera agli indirizzi ed alle posizioni che esse assumono (sia
nei rapporti con gli interlocutori politici e economici locali che
su situazioni specifiche).
In altre parole, questo impegno a mantenersi in sintonia
con l'Ambasciata (o il Consolato), a realizzare, cio, un
costante coordinamento con gli indirizzi della Rappresentanza
diplomatica presente nel territorio, discende sostanzialmente
da due considerazioni: la prima, ovvia, collegata a quanto
appena detto in ordine alle circostanze in cui previsto che
l'Ambasciata fornisca un "parere motivato" sulla CCIE, mentre la
seconda discende dalle direttive del Governo italiano il quale,
all'interno del ruolo e dei compiti affidati agli Ambasciatori, ha
collocato ormai da tempo in posizione prioritaria, fino al punto
da privilegiarlo, l'impegno da dedicare all'area dei rapporti
economico-commerciali intercorrenti con il paese presso il
quale sono "accreditati".

44

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Nellambito di queste pi specifiche responsabilit rientra


anche laffidamento ai Rappresentanti diplomatici del compito
di coordinare lattivit dei soggetti che partecipano agli
sportelli unici allestero, cui abbiamo gi accennato e di cui
diremo pi diffusamente tra poco. Anche ci concorre, in
definitiva, a configurare, nella pratica quotidiana, una
situazione in cui loperare delle CCIE si richiama ad una logica
di costante collaborazione istituzionale.
Escluso, quindi, un rapporto gerarchico (improponibile alla
luce della natura giuridica delle Camere, soggetti privati di
diritto locale) del tutto evidente che latteggiamento di una
Camera deve ispirarsi ad una stretta e convinta collaborazione
operativa, in coerenza con la sua natura di soggetto di
promotion del "sistema Italia", ma senza che ci possa
implicare limitazioni allautonomia della CCIE.
Detta collaborazione istituzionale potr realizzarsi, in
particolare, con le costituende Sezioni per la promozione degli
scambi, frutto della recente legge 111/2011, di cui si
precedentemente riferito.
Da una franca e aperta cooperazione bilaterale potrebbero
certamente attendersi reciproci vantaggi, stante la possibilit
di realizzare proficue sinergie e stante, soprattutto, un quadro
legislativo che ha creato i presupposti per favorire queste
collaborazioni. Ci riferiamo, oltre che alla recente legge
111/2011, alla riformulazione delle politiche governative per
linternazionalizzazione delleconomia del nostro paese
(prevista nel 2005 dalla legge n. 56) con listituzione degli
sportelli unici allestero: larticolo 1. comma 1. del relativo
disposto legale recita, infatti, che ci risponde al fine di
rendere pi efficace e sinergica lazione svolta dai soggetti
operanti allestero per il sostegno allinternazionalizzazione del
sistema produttivo italiano....
E fuor di dubbio che dalla realizzazione di periodiche e
sistematiche riunioni istituzionalizzate; dallo scambio di
informazioni; dallesame congiunto sia delle opportunit che
delle problematiche comuni; dalla valutazione delle risorse e
delle modalit idonee a cogliere le prime e dare soluzione alle
seconde, da questinsieme di collaborazioni potranno derivare
benefici per tutte le istituzioni coinvolte in questo nuovo modo
di lavorare, a tutto vantaggio dellobiettivo comune di sostegno
del Sistema Paese.

45

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

4.4.2.4.

La CCIE e lENIT

LENIT, Ente Nazionale Italiano per il Turismo, stato


trasformato in Agenzia da una disposizione legislativa: l'art. 12
del Decreto Legge n. 35 del 14 marzo 2005, sotto il titolo
"Rafforzamento e rilancio del settore turistico", statuisce
infatti che l'ENIT " trasformato in Agenzia nazionale del
turismo" ed "sottoposta all'attivit di indirizzo e vigilanza del
Ministero delle Attivit Produttive" (questa era allepoca la
denominazione del MiSE).
Il campo di azione dell'ENIT tradizionalmente quello della
promozione dell'immagine del paese e del coordinamento
dell'offerta turistica, ivi compresa quella del turismo culturale,
e presuppone quindi specifiche professionalit e competenze.
Ci non toglie che possano verificarsi situazioni da cui
scaturiscono
momenti
di
interazione,
riferirti
pi
frequentemente ad eventi e circostanze specifiche e puntuali,
ma non di rado estesi a collaborazioni pi strette e dilatate nel
tempo. In particolare, ci si verifica quando le CCIE realizzano
iniziative su pi ampie filiere tematiche (come lagroalimentare), in cui spesso emergono anche delle ricadute sul
versante culturale e del turismo.
Comunque sia, i rapporti tra la Camera e l'ufficio ENIT
operante sul territorio devono essere improntati ai principi
ispiratori della legislazione sulla internazionalizzazione delle
imprese italiane, che postulano appunto che l'azione dei
soggetti operanti all'estero si svolga con modalit collaborative
e sinergiche. Tra laltro lo stesso ENIT ha sempre auspicato
segnatamente nei territori in cui non ha una presenza diretta di
propri uffici forme pi strette di collaborazione con le CCIE,
fino al punto da affidare ad alcune di esse, con apposite
Convenzioni
rinnovabili
annualmente,
lincarico
di
rappresentarlo con una struttura dedicata, nella veste di
Osservatorio (o Antenna come altrimenti viene denominato),
ma nella pratica con compiti che non si discostano da quelli
svolti dagli uffici gestiti direttamente.

4.4.2.5.
La CCIE, gli Istituti di
cultura e le altre presenze
italiane
Come noto, gli Istituti italiani di cultura, alle dirette
dipendenze del Ministero degli Affari Esteri, sono presenti in
molti paesi. Superfluo ricordare che anche con questa
istituzione i rapporti debbono svilupparsi all'insegna di una
46

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

intesa di grande apertura e di solidariet istituzionale, non solo


per le ragioni pi volte richiamate nei paragrafi precedenti,
ossia la constatazione che tutti facciamo parte di una rete a
sostegno del sistema Italia ma soprattutto dellimmagine del
nostro paese, ma anche perch sono abbastanza frequenti i
casi di iniziative ed attivit che presentano una duplice valenza
culturale ed economico-commerciale o, quanto meno, con
risvolti dell'una o dell'altra area, che postulano quindi una
buona intesa ed una collaborazione integrata.
Oltre a queste presenze, ve ne sono qua e l numerose
altre, di cui sarebbe laborioso fare un censimento completo (e
del quale, ai nostri fini, non avvertiamo l'esigenza). Sono
"presenze" enti, istituzioni, associazioni, filiazioni, ecc. di
diretta emanazione o altrimenti collegate ad organizzazioni ed
a case-madri operanti in Italia.
Le loro attivit abbracciano una gamma abbastanza ampia,
stante la diversit dei loro referenti: baster ricordare, a titolo
di esempio, le tante "famiglie" che specie nei paesi in cui
esistono comunit di origine italiana di un certo peso si
richiamano alle loro radici localistiche o le tante altre
collegate a settori produttivi e commerciali, le varie
"accademie" o altre simili che promuovono la cultura
alimentare cucina e vini italiana, ecc.
E' del tutto evidente che anche con questi soggetti possono
prospettarsi, una volta o l'altra, occasioni di collaborazione per
la realizzazione di iniziative congiunte, cos come pu
succedere di dare la nostra adesione ad un qualche evento,
anche al solo scopo di rafforzare l'immagine della Camera ed il
suo radicamento nel territorio.

4.4.3. Lo sviluppo delle relazioni di


business
Le attivit di raccordo con le realt economiche locali ed
italiane abbracciano uno spettro molto ampio, stante la
molteplicit dei soggetti che, a vario titolo, partecipano ai
processi di business. Questa pluralit si riscontra,
normalmente, sia se guardiamo allItalia che al mercato in cui
la Camera opera, per cui procedere ad una esposizione
separata per due realt che hanno caratteri comuni non
avrebbe alcuna giustificazione.
In altre parole, se - nel sottolineare limportanza di
stabilire relazioni non sporadiche o episodiche, ma se possibile
istituzionalizzate attraverso lettere o protocolli di intesa 47

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

citiamo le associazioni imprenditoriali italiane (quali le


Confederazioni dell'Industria, dell'Artigianato, del Commercio,
dell'Agricoltura, le associazioni territoriali e di categoria, i
Consorzi per lexport, ecc.); se citiamo gli enti fieristici, i
distretti industriali, ecc., evidente che gli stessi riferimenti,
magari con denominazioni diverse, sono validi a livello del
Paese-sede,
dove
oltretutto,
stabilire
e
sviluppare
proficuamente questi rapporti pu risultare anche pi agevole.
Una attenzione particolare - e di maggior rilievo - meritano,
naturalmente, le relazioni con le varie realt in cui si articola il
mondo camerale italiano: le CCIAA, le Aziende Speciali attive
sui temi dell'internazionalizzazione, i Centri Esteri regionali, le
Unioni regionali, Mondimpresa.
Sul piano locale, uno speciale impegno deve essere posto
nello sviluppo dei rapporti con le business communities locali
(sia quelle nazionali che le altre estere) e il tramite pi
semplice e pi immediato sono le Camere di Commercio, anche
se in certi contesti tuttaltro che infrequente la presenza di
altre aggregazioni di queste comunit, che non vanno
evidentemente trascurate.
Tra laltro, se da parte di alcuni di questi interlocutori
esiste una predisposizione in tal senso, senzaltro
consigliabile stabilire accordi formali di collaborazione, la cui
utilit non si restringe pi al mercato di ogni singolo paese,
stante il rilievo che queste collaborazioni hanno assunto
nellottica del multilateralismo.
vero, infatti, che il fenomeno delle aggregazioni
economiche per grandi aree geo-economiche, che si esteso
ormai a quasi tutti i paesi del mondo (e di cui lUE ha
rappresentato, senza dubbio, uno dei primi esempi), ha
prodotto - allinterno delle singole aree, ma non solo (basti
pensare ai progetti dellUE per la cooperazione con lAfrica e
con i paesi della costa sud del Mediterraneo) - meccanismi di
sostegno allo sviluppo di rapporti di cooperazione (industriale,
commerciale e di servizi).
In contesti di questo tipo le Camere di Commercio estere
quelle italiane o di qualunque altro paese possono recitare, in
collaborazione con altri soggetti interessati a questi
programmi, un ruolo da protagonisti, per il quale conviene
attrezzarsi, anche perch si tratta di progetti che possono
rappresentare una delle voci di entrata pi cospicue.

48

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

4.5. Assistenza,
introduzione
brokeraggio per le imprese

Ribadito il concetto esposto allinizio di questo capitolo


circa la natura bilaterale della Camera, conviene aggiungere
come premessa allelencazione dei servizi di assistenza alle
imprese che la globalizzazione dei mercati ha di fatto
superato anche questo concetto, sostituendolo con quello di
multilateralismo, che di fatto allarga i confini entro cui pu
svolgersi lattivit di una Camera, in costante collaborazione
con le entit del sistema camerale accreditate nel Mondo.
Passando ora ad esaminare i servizi di assistenza in
aggiunta a quelli di accoglienza e di prima assistenza, trattati
al paragrafo 4.2 conviene tener presente che essi possono
richiedere, in tutto o in parte, il ricorso a prestazioni esterne
di intermediazione. Senza perdere di vista le differenze
esistenti tra una Camera e laltra in termini di struttura
organizzativa, spetter quindi ad ogni singola CCIE valutare
quali di questi servizi essa in grado di prestare da sola e per
quali invece dovr ricorrere a risorse esterne, limitandosi a
svolgere una funzione di broker.
Di seguito elenchiamo quelli pi ricorrenti:

ricerca e selezione di aziende per partnerships


industriali o commerciali;

studi di mercato per la localizzazione di investimenti


industriali e ricerca di partners per joint-ventures;

assistenza e consulenza per la costituzione di reti di


distribuzione;

assistenza per lo sviluppo dell'interscambio in settori


merceologici specifici o tra aree e distretti
industriali;

organizzazione e/o collaborazione nella realizzazione


di missioni economico-commerciali;

assistenza e/o rappresentanza nella partecipazione a


gare di appalti pubblici;

assistenza/brokeraggio per leffettuazione di perizie


e per arbitrati;

attivit di mailing ed altre iniziative promozionali;

49

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

organizzazione/collaborazione per leffettuazione di


meetings, conferenze, manifestazioni espositive e
per la partecipazione a fiere.

Va, infine, tenuto presente che alcune di queste attivit (si


pensi, ad esempio, allorganizzazione di missioni o di
manifestazioni espositive) diventano talvolta pi fattibili (o lo
sono in modo pi conveniente) attraverso collaborazioni
congiunte con altre CCIE, collaborazioni che vanno quindi
ricercate quando se ne presenta lopportunit, in una visione di
rete, che senz'altro la pi idonea a prospettare un futuro
promettente per le nostre CCIE.

4.6. Le attivit promozionali


marketing delle CCIE

di

Si raggruppano sotto questa denominazione quelle iniziative


che si collegano concettualmente alla citata capacit
propositiva" (paragr. 4.1) e che non si rivolgono a destinatari
singoli e predeterminati (anche se possono rappresentare delle
interessanti fonti di entrate). La loro caratteristica principale
quella di essere attivit attraverso cui la CCIE promuove la
sua immagine, ampliando la sua sfera di intervento e
accrescendo il suo peso di interlocutore nel contesto in cui
opera, tanto nei confronti del pubblico che del privato,
soprattutto ai fini dellaffermazione di un ruolo, quello di
lobbying, che diventa sempre pi centrale per rimanere sul
mercato.
Rientrano in questa categoria, ma certamente non la
esauriscono, queste attivit:

corsi di lingua italiana e di italiano commerciale;

corsi di formazione professionale;

lorganizzazione o partecipazione a conferenze,


seminari e dibattiti;

la diffusione negli ambienti economici locali, via


mailing o a mezzo stampa, di studi ed analisi di
mercato che siano di particolare rilievo;

la pubblicazione di interviste o di articoli redazionali


sugli organi di informazione economica;

le inserzioni a mezzo stampa, in occasione di eventi


speciali.
50

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

4.7. Le CCIE e i progetti di rete


Assumono grande rilevanza, in un quadro economico dove
gli scambi internazionali tendono a coinvolgere pi partners di
diversi paesi, quei progetti che prevedono la collaborazione fra
pi Camere, anche in aree geo-economiche distinte, e la
valorizzazione della conoscenza maturata localmente.
Tale rilevanza, peraltro, consiglia una collocazione di
questo argomento all'interno di uno specifico capitolo nel
quale, in forma organica e dettagliata, vengono prese in
considerazione tutte quelle attivit che connotano le CCIE
come soggetti di "rete". (vedi infra cap. 7)

4.8. Le CCIE, Internet e le potenzialit


della net-economy
Laccelerazione impressa da Internet ai processi di
globalizzazione e la conseguente rincorsa delle imprese a
riorganizzarsi e collaborare attorno al Web sollecita le CCIE
verso linnovazione continua, sia nelle modalit di fornitura dei
servizi, che nei modi di proporsi a un mercato che va
cambiando e pone nuove opportunit.
Tanto per fare un esempio, quello che attualmente uno
degli asset principali delle CCIE, il presidio del territorio e la
sua conoscenza della business community locale con tutto
quello che ne consegue in termini di servizi -, dovr essere
interpretato alla luce di una situazione nuova che
deterritorializza la prestazione dei servizi stessi. In altre
parole, il Web rende possibile la ricerca delle informazione da
varie fonti e la loro ricomposizione in un prodotto finito e
personalizzato: di conseguenza incontreremo, sempre di pi,
nuove forme di brokeraggio e nuovi intermediari, pi virtuali
che fisici, i cui sportelli non avranno pi bisogno di una
specifica localizzazione fisica e geografica ma saranno, grazie
al Web, tanti quanti saranno i possibili clienti da servire.
Le Camere si confrontano, quindi, con un quadro di
riferimento che esige nuove modalit di lavoro in linea con
questi mutamenti:

ricercare collaborazioni attraverso la condivisione


dei propri contenuti informativi;

riorganizzazione i processi operativi, in modo tale da


rendere immediatamente segmentabili e fruibili i

51

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

servizi camerali, ma anche di crearne di nuovi


incrociando quelli disponibili;

rinnovare (lo stanno facendo un po tutte le imprese)


le proprie vocazioni per avvantaggiarsi di spazi di
competivit
in
un
mercato
allargato
con
sovrabbondante disponibilit di informazioni e con
capacit autonoma di networking.

Ci potr essere tanto pi realizzabile quanto pi le CCIE


sapranno approfondire i rispettivi patrimoni informativi,
utilizzando strumenti comuni di software per la condivisione
della conoscenza prodotta, per il suo trattamento, per
limmissione
sul
Web
e
la
successiva
diffusionecommercializzazione.

52

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

5. RISORSE E MEZZI FINANZIARI


5.1. Le quote associative
Sono, per definizione, quelle versate dai soci, sia al
momento dellammissione che per il rinnovo annuale (in molti
casi la quota di ingresso superiore a quelle successive,
quando non distinta da queste ultime).
La determinazione del loro ammontare dipende da
valutazioni che solo localmente possono essere effettuate ed
quindi normale che si riscontrino differenze anche sensibili tra
una Camera e l'altra. Discorso analogo vale per i casi in cui
esistono quote differenziate: in rapporto alla personalit
giuridica del socio; al fatturato aziendale; al numero dei
dipendenti o altri criteri.
Proprio per rispettare lautonomia di ogni singola Camera
non ci addentriamo in un giudizio sulle diverse situazioni,
mentre pu essere utile ricordare alcune circostanze in grado
di influire sulladozione di un criterio piuttosto che di un altro:
la realt socio-economica del paese (o della regione) in
cui la Camera opera;
il livello degli scambi e della cooperazione economica in
atto con lItalia, come fattore che pu favorire (o, al
contrario, pregiudicare) adesioni spontanee;
il numero e soprattutto i contenuti dei servizi gratuiti o a
tariffa ridotta che la Camera in grado di offrire ai soci;
leffetto promozionale sulle PMI (ossia su quei soci
potenziali che pi ricorrono ai servizi camerali) derivante
dalla correlazione del tipo ridotto ammontare della
quota-elevato utilizzo dei servizi.
E prima di concludere, unultima considerazione: una
gestione impegnata a sviluppare il potenziale rappresentato dai
servizi e da ogni attivit promozionale, fa spostare verso
queste voci la parte preponderante delle entrate camerali,
al punto che le quote associative finiscono col ridurre la loro
incidenza sul totale delle entrate, anche nel caso in cui il loro
valore assoluto aumenti.

53

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

5.2. Il co-finanziamento governativo


Questa erogazione da parte del Ministero dello Sviluppo
Economico il riconoscimento implicito che il ruolo e le
funzioni svolte dalle CCIE - libere associazioni private, come
stato pi volte sottolineato - hanno anche una valenza, una
rilevanza pubblica.
In altre parole, fuori discussione che il Governo
(qualunque governo di qualunque paese) sia interessato alla
internazionalizzazione della struttura produttiva del proprio
paese, per ragioni ovvie, non solo per il peso che la
componente esportativa della bilancia commerciale ha sulle
dinamiche di crescita del PIL e sui conti pubblici, ma anche per
lutilit che deriva dalla crescente penetrazione sui mercati. Su
questo terreno il ruolo di supporto che le CCIE possono svolgere
non solo importante quanto - se svolto al meglio fondamentale in molte circostanze.
Attualmente il MiSE
vincola il co-finanziamento alla
esecuzione di progetti promozionali e di specifiche attivit di
servizio, dando priorit come logico che sia ad aree di
attivit di prevalente interesse pubblico.
In armonia con lesigenza di focalizzare il contenuto delle
azioni promozionali sulle linee che meglio rispondono alle
esigenze delle imprese nazionali e che forniscono un pi alto
valore aggiunto, il MiSE invita a concentrare la larga prevalenza
delle risorse per il programma promozionale sulle attivit di
assistenza allimpresa e per moltiplicare le occasioni di
contatti per la conclusione di affari. In particolare si evidenzia
lobiettivo di far crescere le azioni di incoming, gli incontri
B2B, i workshop settoriali, linserimento dei prodotti italiani
nella G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata), azioni volte
ad attrarre investimenti esteri diretti verso lItalia.
Il MiSE incoraggia una sempre maggiore collaborazione, ove
possibile supportata da un protocollo dintesa, tra le Camere
che operano su uno stesso territorio nazionale, al fine di
realizzare un migliore coordinamento delle iniziative, per
evitare sovrapposizioni promozionali e rendere esplicita una
logica di promozione-paese.
E anche suggerito dal Ministero che le Camere offrano la
loro disponibilit per una pi sinergica collaborazione con gli
altri soggetti istituzionali che operano per la promozione del
Made in Italy, al fine di non disperdere le energie presenti sul
territorio e dare un immagine pi coordinata del Sistema
Paese.

54

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Il co-finanziamento deve servire per creare le condizioni pi


favorevoli al miglioramento delle prestazioni camerali, lungo
una linea di sviluppo che faccia aumentare, di anno in anno, il
grado di auto-finanziamento, riducendo nel contempo il peso
percentuale di questo asset sul totale delle entrate.

5.3. I
progetti
Unioncamere

finanziati

da

LUnioncamere, Unione Italiana delle Camere di


Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (che partecipa
ad Assocamerestero con rappresentanza paritetica rispetto al
totale delle CCIE: cfr. articolo 2 dello Statuto dellAssociazione
allegato) stanzia annualmente attraverso un apposito
Fondo- delle somme da erogare a favore di quelle CCIE che,
nellambito e secondo priorit e criteri previamente stabiliti,
presentino progetti finalizzati alla crescita a rete del sistema
camerale italiano allestero.
I contributi del Fondo sono volti a favorire la promozione
sui mercati esteri attraverso linee di lavoro congiunte di tutta
la rete camerale, con una particolare attenzione ai risvolti di
crescita organizzativa e di miglioramento dellefficacia e
dellefficienza dellazione di sistema.
Tali contributi finanziano in particolare progetti e iniziative
delle CCIE raccordati con le strutture camerali italiane
finalizzati allo sviluppo delle imprese nazionali sui mercati
esteri o al conseguimento di obiettivi coerenti con le linee
strategiche del sistema camerale italiano.
La richiesta di contributi obbedisce a precise procedure e
tempistiche, che Unioncamere fissa di anno in anno (una delle
condizioni, ad esempio, che la CCIE richiedente sia in regola
col pagamento della quota associativa, dellanno di
riferimento, ad Assocamerestero). La misura del contributo si
colloca, di norma, sul 50% della spesa totale preventivata
ammessa al contributo.

5.4. Il corrispettivo dei servizi diretti


Possiamo classificare come diretti quei servizi che la
Camera in grado di prestare utilizzando le strutture e le
risorse interne, distinguendoli quindi da quelli in cui la sua
funzione quella di broker, ma tenendo presente che esiste
una gamma di attivit e di servizi che possiamo chiamare
55

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

integrati in cui - come vedremo pi avanti - la Camera eroga


direttamente parte degli stessi e ne commette allesterno altri.
Se la distinzione tra servizi diretti e indiretti, visti
come fonti di finanziamento, rispecchia le due funzioni
classiche di una CCIE erogatrice o broker di servizi - dal
punto di vista della tipologia, si deve distinguere tra servizi
personalizzati
ed
indistinti"
(o
collettivi):
sono
personalizzati quelli a favore di determinati soggetti (o gruppi)
previamente individuati (e quindi direttamente fatturabili);
sono indistinti - indifferenziati - quelli che, non avendo un
destinatario determinato possono essere fruiti da chiunque
(erga omnes): in questo senso, anche la sede un servizio, e
poi laccoglienza, linformazione, le pubblicazioni, le
conferenze, ecc.. Tra laltro, questi servizi costituiscono una
delle attivit camerali che legittimano lesazione di un fee
annuale.
Tornando ai servizi come risorsa finanziaria, ricordiamo che
- a parte un certo tipo di prestazioni, come lettere di
accreditamento, segnalazioni sulle opportunit di business,
pubblicazioni su fiere e altre minori, che possono essere
considerate coperte dalla quota associativa e forniti quindi
gratuitamente, almeno ai soci la riscossione di una tariffa
leggermente maggiorata rispetto ai costi direttamente
imputabili al servizio reso, trova la sua giustificazione nei costi
di struttura della CCIE.
Il discorso vale soprattutto per quelli che abbiamo definito
diretti, per ragioni abbastanza ovvie, e per questi
consideriamo giustificata una maggiorazione variabile in base ai
suoi contenuti qualitativi e che dovrebbe oscillare tra un
minimo del 5% e un massimo del 20%, calcolato sul costo
effettivo del servizio.
Non da escludere, poi, che la normativa fiscale di molti
paesi assoggetta lerogazione di servizi a pagamento
allassolvimento di unimposta (sul valore aggiunto, sui ricavi o
altra similare), per cui in tal caso - tenuto conto che le CCIE
sono associazioni senza fini di lucro - si pu rendere necessario
costituire una societ (secondo uno schema adottato da alcune
Camere), con capitale posseduto interamente dalla Camera,
ove la legislazione lo permetta, e quasi interamente negli altri
casi, che fattura i servizi ed assolve ai connessi obblighi fiscali.
Va infine considerato che i servizi, e le rispettive tariffe,
obbediscono sempre pi alle leggi del libero mercato, e questa
concorrenzialit particolarmente sentita nei casi in cui la
Camera deve, essa stessa, acquistare servizi. In un contesto
siffatto, evidente che la competitivit si sposta dai livelli
56

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

tariffari sul terreno della qualit; ed su questo terreno che la


Camera misurer la sua capacit di offrire servizi che non
escano penalizzati nel raffronto prezzo/qualit.

5.5. I ricavi dai servizi indiretti (il


brokeraggio)
Si gi accennato alle attivit che la Camera non in
grado (o non ritiene) di fornire direttamente, in tutto (basti
pensare alla selezione di personale o allallestimento di
manifestazioni espositive) o in parte (joint-ventures ed accordi
di cooperazione economica in genere) e per i quali deve
richiedere lintervento di agenzie specializzate, di fornitori, di
professionisti, di consulenti.
Sono i casi, sempre pi frequenti, in cui la CCIE svolge il
compito di broker, svolge un ruolo fondamentale di selezione
dei pi validi consulenti accessibili, negozia condizioni di
favore per laccesso ai servizi specializzati e trattiene per s
solo lequivalente corrispondente al valore dellinstradamento
sul servizio affidato a terzi (mentre, come ovvio, riscuoter
limporto relativo a quelle componenti del servizio prestate
direttamente).

5.6. Gli accordi di rappresentanza


Gli incarichi di rappresentanza che, con sempre maggior
frequenza, soggetti vari, pubblici o privati ( Enti pubblici
territoriali, universit, consorzi, Enti fieristici, ENIT,
Associazioni imprenditoriali, RAI International, ecc.) affidano
alle CCIE potrebbero rientrare, a stretto rigore, nella tipologia
dei servizi, tenuto conto che le entrate che ne derivano sono il
corrispettivo di attivit svolte.
Se ne facciamo oggetto di trattazione separata perch
queste "rappresentanze" presentano due aspetti che li
differenziano dai servizi genericamente intesi: in primo luogo,
le entrate conseguenti questi servizi sono regolamentate da
"protocolli" che impegnano le CCIE al rispetto di alcune
condizioni e/o all'assolvimento di determinate obbligazioni e di
specifici programmi di attivit; e poi perch, in molti casi,
oltre al corrispettivo dei servizi viene pattuito un fee annuale.

57

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

5.7. Le iniziative promozionali


Sono tutte le iniziative, di cui abbiamo gi detto in
precedenza, che ogni Camera deve porsi nella condizione di
poter realizzare per gli operatori e le istituzioni italiane e
straniere, da sola o in collaborazione con Camere italiane,
altre CCIE, Camere estero-locali, associazioni, ecc. Queste
iniziative - dicevamo - oltre ad essere le pi qualificanti tra
tutte le attivit camerali, perch ne testimoniano il livello di
efficienza e di maturit e ne accrescono credibilit e
prestigio (oltre a rappresentare spesso fonti di entrata di entit
tra le pi rilevanti nella gestione finanziaria di una CCIE).

5.8. I
programmi
internazionali

degli

organismi

I programmi mirati alla internazionalizzazione ed alla


cooperazione tra imprese di paesi diversi (anche di questi
diremo in seguito), finanziati dagli organismi che sovrintendono
alle politiche socio-economiche delle Aree geografiche che si
sono venute formando quasi ovunque nel mondo (UE, NAFTA,
Mercosur, ASEAN, APEC, ecc.), possono rappresentare ulteriori
fonti di finanziamento, almeno nei casi in cui la esecuzione di
questi programmi contempla la partecipazione di enti privati
specializzati e sempre che alle CCIE venga riconosciuta la
qualifica di azienda di servizi.
Conviene, altres, tener presente che il pi delle volte
queste partecipazioni devono concretizzarsi nellambito di
reti di collaborazioni, che vanno quindi costituite
congiuntamente con altri enti ed istituzioni del paese-sede o di
paesi-terzi.

5.9. Eventuali altre entrate


Sono senzaltro ipotizzabili, anche se una loro elencazione
rischia di essere una esercitazione teorica (e incompleta).
Baster dire o, forse, addirittura superfluo, che rientrano in
questa categoria tutte le entrate diverse da quelle elencate
finora (esempio: offerte, donazioni, contributi extra e simili).

58

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

5.10. Gestione
camerale
amministrazione delle risorse

Parte dei concetti che rientrano in questo paragrafo sono


stati anticipati o sottintesi a mano a mano che la nostra
esposizione andava avanti, a cominciare dal punto in cui
abbiamo enunciato i compiti del Segretario Generale, al quale
spetta la responsabilit della gestione quotidiana della Camera.
Ci siamo parimenti soffermati a sottolineare che il
Segretario Generale responsabile dei suoi atti verso il
Presidente, il che implica evidentemente che questi non possa
esimersi dal fargli sentire la sua presenza e dargli il suo
sostegno, tenuto conto che sotto il profilo legale la
responsabilit di ogni atto e dei comportamenti della Camera
rilevanti verso l'esterno si riconducono alla sua persona. Ci
vuol dire, in altre parole, che il ruolo del Presidente
fondamentale non solo ai fini della politica camerale e di
indirizzo, ma anche sul versante gestionale.
Premessa perfino ovvia della pi volte richiamata gestione
delle risorse lequilibrio finanziario, da perseguire attraverso
l'uso di uno strumento di pianificazione (cash flow) e l'equilibrio
economico, frutto dellattento, assiduo controllo dei costi e dei
ricavi. Ci comporta, evidentemente, la tenuta di una
contabilit sempre aggiornata in forma elettronica e, ove
possibile, orientata all'analisi dei centri di costo e di ricavo
(contabilit analitica) per poter intervenire, senza dannosi
ritardi, nel caso di scostamenti negativi sulle previsioni (sia
sulluno che sullaltro versante). Anche le indicazioni del
Ministero dello Sviluppo Economico suggeriscono (e rendono
conveniente per le Camere) ladozione di software per la
contabilit analitica, quale stimolo ad un pi attento controllo
di gestione interno, che permette, contestualmente, una
maggiore qualit della rendicontazione amministrativa.
Quanto appena detto richiama una considerazione che
condiziona ogni discorso: quello di un budget redatto in modo
da rappresentare una sorta di binario, lungo il quale lattivit
della Camera possa avanzare senza troppi rischi, a parte quelli
insiti in ogni attivit di previsione. Quello che si vuole
raccomandare che si evitino previsioni eccessivamente
espansive nelle entrate e restrittive nelle uscite e, soprattutto,
che esse siano insomma improntate ad una saggia prudenza e
suffragate da piani di attivit e da specifici progetti, ai quali
collegare aspettative concrete.
Comunque, quando nel corso dellanno si verificano
scostamenti significativi buona norma redigere un nuovo
59

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

budget rettificato e sottoporlo allesame e allapprovazione del


Consiglio di Amministrazione.
Superfluo ricordare, per concludere il discorso sulla
gestione economico-finanziaria, che i bilanci consuntivi devono
essere certificati dai Revisori dei conti, che - come abbiamo gi
visto - sono uno degli organi di cui il disposto ministeriale
richiede espressamente lesistenza.
Per quanto riguarda lamministrazione delle risorse,
evidente che il discorso si concentra sullorganizzazione interna
e sui metodi di lavoro, entrambi di importanza decisiva per il
buon funzionamento della Camera. Peraltro, la variet e la
disparit di situazioni e dimensioni esistenti allinterno del
sistema delle CCIE non consente lelaborazione di uno schema
organizzativo valido per tutti. Ci nondimeno, vale la pena
richiamare alcuni principi generali ai quali improntare
lorganizzazione e i metodi di lavoro. In particolare:

la distribuzione attenta ed equilibrata dei carichi di


lavoro;

lutilizzo del personale secondo


professionale e le attitudini dei singoli;

la motivazione e la valorizzazione delle risorse


umane.

il

profilo

E concludiamo ricordando che linformatizzazione ci d,


una volta di pi, un supporto fondamentale per migliorare
lorganizzazione e la qualit del lavoro, semprech se ne
sfruttino appieno le virtualit, come ad esempio la creazione di
una rete interna che colleghi i vari PC e permetta a tutto il
personale lutilizzo di software evoluto, di banche dati, di
accessi a Internet.

60

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

6. ASSOCAMERESTERO, ASSOCIAZIONE
DELLE CAMERE DI COMMERCIO
ITALIANE ALLESTERO
6.1. Origini e finalit
Fino agli anni 70 del secolo scorso le Camere italiane nel
mondo si presentavano come una specie di costellazione,
nella quale ognuna si muoveva in totale autonomia, poco o
punto sensibilizzata ad individuare segni o caratteri di una
identit comune anche ad altre Camere, prive come erano di
collegamenti e di punti di riferimento allinfuori di quelli della
nostra rappresentanza diplomatica in loco, e dellallora
Ministero del Commercio Estero, in Italia.
Lopportunit di sviluppare in modo organico un sistema di
collegamenti tra Camere sparse nel mondo cominci a farsi
sentire quando esse abbandonando a poco a poco i connotati
primitivi, per aderire ad una realt economico-commerciale
che evolveva verso gli attuali modelli cominciarono ad
assumere il profilo che oggi le contraddistingue e diedero cos
vita ad un organismo che dapprima sotto forma di Sezione
istituita in seno allUnione delle Camere di Commercio italiane
e dalla fine degli anni 80, come vera e propria Associazione
fosse rappresentativo degli interessi comuni a tutte le CCIE.
LAssociazione delle Camere di Commercio Italiane
allEstero (Assocamerestero) rappresenta quindi il soggetto di
sintesi della rete delle Camere di commercio italiane
allestero, il punto di collegamento istituzionale con il sistema
camerale italiano (che, ricordiamo ancora, attraverso
Unioncamere partecipa al 50% ad Assocamerestero), per
valorizzare e sviluppare lattivit delle CCIE. Ma soprattutto
Assocamerestero il garante dellaffidabilit complessiva del
sistema delle CCIE, ossia della capacit di fornire servizi, in
grado di rispondere a standards definiti, in una logica
istituzionale nei confronti del Sistema Italia. Assocamerestero
quindi lorganizzazione che rende operativa la logica e lazione
di rete delle Camere di commercio italiane allestero.

61

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

6.2. Assocamerestero
garante

nel

ruolo

di

Questo ruolo di garante dellaffidabilit del sistema assume


particolare rilevanza nei rapporti che intercorrono tra il
Ministero dello Sviluppo Economico e le singole Camere in tema
di progettazione (per laccesso al co-finanziamento) ed
quindi opportuno farne oggetto di trattazione, prima di
elencare le varie tipologie di compiti di sua competenza.
Nella appena ricordata fase in cui le CCIE diedero vita al
primitivo nucleo organizzativo, allinsegna della menzionata
sezione di Unioncamere, i rapporti istituzionali con il
Ministero di riferimento importanti ai fini di poter accedere
ai finanziamenti annualmente erogati continuavano ad essere
gestiti, salvo qualche eccezione, direttamente dalle singole
Camere, con tutte le difficolt, maggiori o minori, che
inevitabilmente ne conseguivano. E ci, pur tenendo conto che
per la concessione di questo contributo (come allora veniva
denominato) linterlocutore pubblico esigeva adempimenti
abbastanza semplici e, comunque, non comparabili con quelli
richiesti oggi, a seguito della radicale trasformazione dello
spirito e dei criteri con cui il finanziamento viene concesso.
E del tutto evidente che laver subordinato a partire dal
1999 questo co-finanziamento a criteri di progettazione
giustamente esigenti, ha rafforzato il ruolo, la centralit di
Assocamerestero nelle relazioni con le Camere, ove si consideri
che esse, nella quasi totalit, soprattutto nella fase di avvio,
devono far ricorso, chi pi chi meno, allassistenza, ai supporti
(quando non addirittura ad interventi surrogatori) degli uffici
centrali dellAssociazione.
Quando, poi, con la graduale assimilazione da parte di tutto
il sistema delle procedure connesse allattivit progettuale, il
Ministero di tutela ha conferito ad Assocamerestero compito e
responsabilit dellesame e della pre-istruttoria degli elaborati
delle singole CCIE, a quel punto si ulteriormente, ed
inevitabilmente, rafforzato questo ruolo di garanzia che la
struttura centrale ha preso sotto di s, nellinteresse della rete
camerale.
Abbiamo gi detto che questo ruolo di garante
dellaffidabilit del sistema, proprio di Assocamerestero, non si
circoscrive ai rapporti che intercorrono con il MiSE ma si
estende a tutti i possibili interlocutori (istituzioni, mondo
associativo, entit varie, singoli operatori). Tra laltro, alla sua
struttura operativa il Consiglio (di cui parleremo pi avanti) ha

62

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

delegato compiti di grande rilevanza verso lesterno, tra i quali


meritano una citazione quelli di seguito enunciati:
il monitoraggio delle performances camerali, al fine di
individuare eventuali punti deboli e situazioni di criticit,
cos da poter fornire i supporti necessari al loro
superamento (superfluo sottolineare limportanza di
questa linea di attivit, se consideriamo che
laffidabilit, la credibilit di un sistema si misura sui
livelli inferiori);
il coordinamento dei rapporti tra CCIE operanti nello
stesso paese, al fine di rendere sempre pi integrata la
programmazione delle loro attivit e delle specifiche
iniziative;
la sorveglianza sullobbligo di trasparenza nei rapporti
verso lesterno, a cui tutte le CCIE devono attenersi.

6.3. La
duplice
monitoraggio

valenza

del

A proposito del ruolo che compete ad Assocamerestero di


garante dellaffidabilit del sistema, si appena accennato
allattivit di monitoraggio, intesa a rilevare come lo stesso
termine indica la situazione esistente presso ogni singola
Camera sia sotto il profilo della rappresentazione
amministrativo-contabile che sotto quello gestionale e dei
servizi.
Fatta sintetica menzione al criterio adottato per la sua
implementazione: ossia verificare il grado di corrispondenza ad
un insieme di parametri e di indicatori pre-definiti delle
specifiche situazioni esistenti presso una CCIE; resta da dire
che alla finalit prima menzionata, ossia quella di garantire
laffidabilit del sistema verso lesterno (istituzioni, enti,
operatori, ecc.) se ne affianca unaltra, rivolta allinterno.
Tutelare il sistema, infatti, vuol dire anche rendersi garante
della sua credibilit nei confronti di ogni socio, di ogni singola
Camera, come contro-partita degli impegni e delle obbligazioni
che essa assume nel momento della sua adesione ad
Assocamerestero. Se vero, in altre parole, che laffidabilit
di un sistema si misura sui livelli medi, altrettanto indubbio
che lAssociazione deve dare ad ogni Camera la garanzia circa
lassolvimento della sua missione rivolta, con instancabile
impegno, allinnalzamento di questi livelli.

63

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Non riteniamo sia questa la sede dove possano trovare


collocazione la descrizione delle azioni e delle procedure che,
partendo dal monitoraggio, Assocamerestero dispiega,
intervenendo laddove si riscontrano criticit o emergono punti
deboli. Resta invece da dire, per non lasciare monco tutto il
discorso, delle possibili conseguenze che discendono dal
mancato esito degli interventi di sostegno promossi (o tentati)
da Assocamerestero.
E qui entriamo nel campo delle inadempienze, in quel
terreno in cui la stessa Camera a porsi fuori dalle regole e
dagli impegni liberamente assunti. E qui, gioco-forza
richiamarsi allo Statuto di Assocamerestero, il quale oltre a
disciplinare le modalit di ammissione disciplina la casistica
di tali inadempienze e prevede le conseguenti sanzioni, fino a
quella della cessazione, ossia della perdita della qualit di
socio (art. 3 dello Statuto, al quale, quindi, facciamo rinvio).

6.4. Le linee direttrici dellattivit


Dopo quanto detto, passiamo ad elencare quelle che sono,
in sintesi, le linee direttrici dellattivit che svolge
Assocamerestero:
indirizzo strategico per le attivit delle CCIE riferite agli
orientamenti del sistema italiano di promozione per
linternazionalizzazione, nonch alle tendenze di sviluppo
dei percorsi di globalizzazione;
stimolo ed orientamento per linnovazione progettuale (in
coerenza con gli indirizzi di cui sopra), anche rendendo
disponibili le principali esperienze innovative condotte da
singole Camere;
rappresentazione e comunicazione delle potenzialit,
capacit ed esigenze del sistema delle CCIE nei confronti
dei vari soggetti del Sistema Italia (Ministeri, Camere di
commercio italiane, Associazioni imprenditoriali, Regioni,
enti locali, ecc.).
Lungo queste guide lines si concretizza la complessiva
funzione di garanzia verso operatori istituzionali ed
imprenditoriali, che spiega anche perch laffiliazione al
network da parte di una nuova Camera venga valutata in modo
rigoroso (prima ancora del riconoscimento dal parte del
Ministero), tenendo presente le potenzialit di sviluppo della
nuova realt e lesigenza di rafforzare la rete, sia nellottica

64

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

della copertura geografica che della qualit dei servizi


offerti.

6.5. Ruolo e articolazione del Consiglio


dAmministrazione
Linsieme delle responsabilit che gravano sul sistema delle
CCIE nel mondo e la necessit di assicurare la loro pi ampia
partecipazione ai momenti decisionali dellAssociazione, si
ritrova
nella
peculiare
struttura
del
Consiglio
di
Amministrazione di Assocamerestero.
In questo ambito, assume particolare rilievo il ruolo
attribuito ai rappresentanti delle Aree in cui sono ripartite le
zone geo-politiche di presenza delle Camere (ved. Statuto
allegato), in quanto entrano a far parte del Consiglio come
membri di diritto e svolgono limportante funzione di veicolare
le sollecitazioni emergenti dai contesti locali, le proposte che
si consolidano nel corso delle riunioni di Area, i suggerimenti in
merito alla politica dellAssociazione, con particolare
attenzione per le politiche di servizio.
Da ci il rilievo di queste periodiche riunioni, che sono
importanti occasioni di discussione sulle modalit organizzative
e sui problemi dei singoli contesti, rilevanti per orientare e
sviluppare lattivit di supporto dellAssociazione.
La rappresentanza delle istanze delle Camere di Commercio
italiane in Italia assicurata dalla presenza del Presidente
dellUnione Italiana delle Camere di Commercio (o di un suo
delegato permanente) e da un numero paritetico di
rappresentanti di CCIAA.
Di conseguenza, il Presidente di Assocamerestero, eletto
dal Consiglio, rappresenta la sintesi pi piena sia delle istanze
che provengono dalle diverse aree territoriali nel mondo che di
quelle del sistema camerale italiano, ponendosi anche come
garante politico dello stretto collegamento tra i due sistemi.
Inoltre, anche il collegamento con il mondo istituzionale
italiano, di prioritaria importanza per le Camere allestero, si
realizza attraverso la presenza nel Consiglio di un
rappresentante designato dalla Conferenza dei Presidenti delle
Regioni, del Direttore Generale degli Affari Economici del
Ministero degli Affari Esteri, del Direttore Generale per la
Promozione degli Scambi e lInternazionalizzazione delle
Imprese del Ministero dello Sviluppo Economico. Infine,
lesigenza di valorizzare le indicazioni cha scaturiscono dalle
65

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

attivit delle CCIE assicurata da un rappresentante dei


Segretari Generali.
Il riferimento fatto pi sopra allo Statuto di
Assocamerestero, quando si parlato delle Aree geo-politiche
in cui le Camere vengono ripartite, offre adesso lo spunto per
tornare su un argomento accennato nel primo capitolo, laddove
si parlato dei requisiti che questa Carta costitutiva delle CCIE
deve contenere. Ed evidentemente, non per ripetere cose gi
dette quanto per enunciare le finalit che hanno motivato, in
occasione della pi volte riferita revisione statutaria, la
decisione di corredarlo di due appendici: il Regolamento
applicativo e le linee-guida di indirizzo deontologico (ved.
allegati).
Il primo, come suggerisce la stessa denominazione,
rappresenta un corredo, una guida per tradurre in pratica ove
e quando necessario il dettato statutario o disciplinarne le
modalit di attuazione (che diventano cogenti, dal momento
che il Regolamento parte integrante dello Statuto). Il
secondo fissa un minimo di regole a cui Assocamerestero
impegnata ad improntare i suoi comportamenti nello
svolgimento della normale attivit.
A proposito del primo, si gi detto che molte Camere ne
sono dotate, ma per entrambi vale lesortazione a deciderne la
sua adozione (con eventuali adattamenti), in una logica di
sistema che presuppone la riconoscibilit di tutti i punti della
rete in quelli che sono che dovrebbero essere i suoi principi
ispiratori e comportamentali.

6.6. I
principali
Assocamerestero

servizi

di

Naturale premessa di questo argomento un riferimento


alla funzione di rappresentanza e di lobbying istituzionale che
Assocamerestero svolge sistematicamente. In primo luogo,
verso il Ministero dello Sviluppo Economico, e dopo i ripetuti
riferimenti fatti durante tutta questa esposizione, crediamo
non necessarie ulteriori integrazioni se non quella di
sottolineare la quotidianit di questi rapporti.
Frequenti sono anche quelli intrattenuti con gli Organi
Parlamentari, gli altri Ministeri (Affari Esteri, in particolare),
con le Regioni, con le Autonomie locali e le Associazioni
rappresentative, per un insieme di attivit di servizio che
traducono nella pratica le finalit ed i compiti di cui abbiamo

66

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

parlato pi sopra (e che non di rado vengono svolti avvalendosi


del supporto delle Camere).
Lelencazione che segue riprende, qua e l, concetti che
siamo andati illustrando, in tutto o in parte, a mano a mano
che la nostra esposizione procedeva verso la conclusione,
includendo tutto ci che si riteneva utile inserire in questo
manuale. Ci nonostante, riteniamo opportuno farne un
riepilogo in forma organica, in grado di dare una visione
completa della centralit del ruolo che Assocamerestero svolge
per garantire alle Camere italiane allestero il mantenimento di
un sistema a rete dotato di una identit che lo rende
peculiare.
Tre sono le direttrici di azione attraverso cui lattivit di
Assocamerestero si sviluppa: a) attivit di servizio diretto agli
associati; b) attivit di promozione, comunicazione ed
informazione; c) attivit di sviluppo progettuale.

a)

Attivit di servizio diretto agli associati

In questo ambito rientra il complesso di funzioni che si


traducono in azioni di assistenza diretta alla rete delle CCIE e
alle singole Camere, nonch nel supporto e orientamento alle
iniziative per la costituzione di nuove Camere. Centrale in
questo ambito lattenzione rivolta allo sviluppo organizzativo
del sistema, che negli anni pi recenti ha ricevuto una
particolare enfasi con lorganizzazione delle azioni formative
rivolte ai Segretari Generali gi in servizio, ai Segretari
Generali di nuova nomina e quindi ai diretti collaboratori. Pi
nello specifico in tale campo rientrano:

prima assistenza ai gruppi costituenti una nuova iniziativa


camerale: verifica dello statuto, indicazioni su attivit
prioritarie, esplicitazione degli standard richiesti per
lassociazione ad Assocamerestero e per il riconoscimento
da parte del Ministero competente;
assistenza allattivit di pre-istruttoria dei programmi e dei
consuntivi di attivit realizzati dale CCIE e presentati per il
cofinanziamento al MiSE;
attivit di sviluppo qualitativo dei servizi delle CCIE,
attraverso la gestione di specifiche iniziative, e di
strumenti, rivolti sia alla valorizzazione delle eccellenze
camerali (allinterno del sistema e verso lesterno) che a
supportare le Camere che denunciano carenze o
67

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

inadempienze, per condurle verso quei livelli considerati


indispensabili per poter garantire laffidabilit di tutto il
sistema;
azioni di supporto nei contatti con enti ed istituzioni per
facilitare rapporti e relazioni con le CCIE, nonch con
strutture di servizio (agenzie specializzate, fiere, aziende
speciali per linternazionalizzazione, centri regionali di
commercio estero, ecc.);
iniziative istituzionali di formazione e di aggiornamento
professionale per i dirigenti e funzionari camerali (Meeting
annuale dei Segretari Generali, percorso formativo per
Segretari Generali di nuova nomina, iniziative analoghe per
i diretti collaboratori dei Segretari Generali, ecc.);
affiancamento per la progettazione e la realizzazione delle
periodiche riunioni di area delle Camere;
realizzazione di accordi-quadro con soggetti istituzionali e
di servizi del sistema italia, allo scopo di favorire la
conoscenza e lazione delle potenzialit della rete
camerale;
servizi di supporto allattivit di rafforzamento della base
associativa di ogni Camera, quali la membership card, che
evidenzia lappartenza complessiva al sistema;
laffiancamento progettuale in azioni di sistema come, ad
esempio,
la
progettualit
sostenuta
dal
Fondo
Intercamerale dIntervento di Unioncamere;
azioni di accoglienza e di servizio ai propri associati, nel
corso delle loro presenze in Italia (in particolare a Roma)
offrendo supporti per la realizzazione di riunioni, incontri,
meeting, ecc.;

b)

Attivit di promozione, informazione e comunicazione

Si tratta di azioni che, attraverso lutilizzo di diversi


strumenti (rete internet, comunicazione sui diversi media,
ecc.) tendono ad accrescere la visibilit e la conoscenza delle
CCIE in Italia, cos da favorirne ulteriormente loperativit. In
questo ambito rientra:
in primo luogo, il complesso di azioni volte a diffondere e
valorizzare il sistema informativo PLA.Net, ufficialmente
riconosciuto dal Governo italiano come uno dei principali
sistemi informativi sullinternazionalizzazione e che
68

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

rappresenta, al contempo, la rete di comunicazione delle


CCIE e la modalit diretta di raccordo con il sistema
camerale italiano;
la linea di sviluppo delle pubblicazioni di sistema, che
includono il Business atlas (la guida ai paesi di presenza
italiana, che viene realizzata ogni anno e diffusa in oltre
60.000 copie, oltre che consultabile su PLA.Net); il
rapporto sulle opportunit di affari (la periodica analisi su
settori e modalit di business nei paesi dove siamo
presenti); il Whos Who delle CCIE (la pubblicazione
annuale che descrive in sintesi attivit, struttura e
potenzialit delle singole Camere e ne presenta i servizi
ed il complesso di pubblicazioni specialistiche, che
vengono realizzate per diffondere limmagine del sistema
delle CCIE);
azioni di presenza sui media e di collaborazione con i
diversi organi di comunicazione (Rai international, Il Sole
24 Ore,.....) e di affiancamento alle CCIE nella messa a
punto dei propri servizi di immagine e di comunicazione;
organizzazione della Convention mondiale delle CCIE,
sicuramente il pi importante evento di comunicazione
nei confronti dei soggetti istituzionali e del mondo della
promozione italiano;
c)

Azioni di sviluppo della progettualit di rete

Questa linea di azione tende a fornire alle Camere i


supporti per presentarsi sempre pi come soggetti in grado di
svolgere un ruolo propulsivo e di indicazione progettuale nel
campo
dei
servizi
per
linternazionalizzazione.
Esemplificativamente, rientrano in questa linea di azione:
la gestione del complesso di accordi quadro (divenuti
sempre pi numerosi negli anni), intese e collaborazioni
con soggetti istituzionali e non (Ministero dello Sviluppo
Economico, Ministero degli Affari esteri, Regioni, Comuni
ed altri enti locali, Universit, enti di promozione, ecc.)
per sviluppare iniziative mirate di promozione;
la gestione di sistemi informativi dedicati, come quello
Extender (realizzato in collaborazione con il Ministero per
gli Affari Esteri);
azione di supporto e di affiancamento per lo sviluppo di
una progettualit innovativa di rete, che convolge azioni
di pi Camere di Commercio e si presenta con una decisa
valenza di crescita organizzativa del Sistema.

69

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

6.7. Le risorse finanziarie


In considerazione del suo ruolo di cerniera tra sistema
camerale nel mondo e in Italia, la modalit istituzionale di
finanziamento dellassociazione si concretizza con la
corresponsione delle quote associative da parte delle Camere
Italiane allEstero e da un contributo dellUnione Italiana delle
Camere di Commercio. La misura delle due quote fissata in
maniera paritetica.
Assocamerestero,
inoltre,
attiva
altri
canali
di
finanziamento attraverso la realizzazione di progetti e la
prestazione di servizi, nonch mediante altri proventi ed
entrate.

70

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

7. LE CCIE COME NODI DI UNA RETE


7.1. Una nuova dimensione
Far parte di una rete conferisce ad ogni singola Camera
una differente connotazione, un differente statuto e tutta una
serie di vantaggi e di opportunit non conseguibili altrimenti. A
tutto ci corrispondono, come ovvio, responsabilit
aggiuntive.
Soffermandoci in rapida successione su ciascuna di queste
enunciazioni, diciamo anzitutto che per rendersi conto di come
lappartenenza ad una associazione che crea sistema
conferisca alla singola Camera una differente connotazione
sufficiente dare uno sguardo al passato e confrontare la
percezione che, dallesterno, si aveva di questa realt con
quella che si coglie oggi.
Abbiamo pi volte ricordato che fino a qualche tempo fa
(diciamo fino agli inizi degli anni 80 del secolo scorso) le varie
Camere operavano quasi sempre ciascuna per proprio conto,
con scarsi o nessun collegamento sia tra di loro che verso le
istituzioni italiane e senza avvertire lutilit di ricercare una
identit comune. Oggi invece le Camere sono percepite, sia
dalle Istituzioni che dagli Enti e dagli operatori (non solo in
Italia ma un po ovunque, laddove ci sono delle presenze
italiane), come parti di un sistema che si riconosce in una
struttura organizzata, appunto Assocamerestero, che ne
costituisce il punto di riferimento e nel pi ampio sistema
camerale italiano, cui appartiene sia per forza di legge che per
condivisione di azione.

7.2. Complementariet e reciprocit di


ruolo tra CCIE e Assocamerestero
E quando si dice che questa appartenenza d anche uno
statuto differente ci si riferisce al rilievo che ogni CCIE
acquisisce, specie al di fuori del suo mercato di riferimento,
anche come riflesso dello status acquisito da Assocamerestero.
Si tratta peraltro di un rapporto in cui le due componenti,
Associazione da un lato e Camere dallaltro, svolgono un ruolo
complementare e reciproco, nel senso che se queste ultime
traggono vantaggio dal prestigio della prima, altrettanto vero
che la posizione che Assocamerestero riuscita ad occupare
71

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

nel contesto della realt economica italiana, i riconoscimenti


ricevuti sono stati possibili in quanto essa rappresenta le CCIE.
In altre parole, indubbio che le potenzialit offerte
dallinsieme delle Camere rappresentano limportante dote
che lAssociazione propone di volta in volta ai suoi
interlocutori. Daltronde, se ipotizzassimo, in astratto, una
Associazione priva del suo ruolo istituzionale di rappresentante
delle CCIE, ci troveremmo di fronte ad una entit priva di
contenuti, una sorta di scatola vuota; ma le CCIE, da parte
loro, perderebbero il loro ancoraggio e con esso il segno
distintivo della loro appartenenza ad un sistema che occupa
uno spazio chiaramente definito e riconosciuto in quello pi
ampio denominato sistema Italia e che trova proprio in
Assocamerestero il suo momento di sintesi.
Ci vale sia che si faccia riferimento al delicato compito
che la parte pubblica ha delegato ad Assocamerestero
nellesame dei progetti camerali eleggibili al finanziamento
ministeriale e, pi in generale, al ruolo di garanzia verso
interlocutori pubblici e privati, o che ci si riferisca ai protocolli
ed agli accordi stipulati con vari Ministeri (MiSE e M.A.E. in
prima fila) o, ancora, ad altre collaborazioni non meno
significative, che compongono ormai un lungo elenco (Regioni
ed altri enti territoriali, enti universitari, fieristici, turistici,
ecc.).
Ed avendo queste citazioni un valore dimostrativo o,
meglio, confermativo della complementariet delle singole
CCIE e dellAssociazione in questa crescita di status, non si
pu non menzionare la messa in opera di banche-dati e di siti
informatici in partnership con le pubbliche amministrazioni.
del tutto evidente che si tratta di realizzazioni di grande
significato, per cui non ci pare azzardato dire che esse sono la
testimonianza emblematica della posizione di rilievo, di
credibilit e di prestigio che gli interlocutori sia pubblici che
privati riconoscono oggi al nostro sistema.
Si detto, allinizio di questo capitolo, che lessere parte
di un sistema comporta anche responsabilit aggiuntive;
tuttavia, appare quasi superfluo, dopo quanto esposto finora,
soffermarci in enunciazioni di dettaglio. Ci limitiamo, perci, a
fare una semplice, ovvia constatazione: la debolezza di un
punto qualsiasi della rete indebolisce tutta la rete, una
risposta mancata o insufficiente pu minare le credibilit di
tutto il sistema.
Ed proprio partendo da questa motivazione che
recentemente il Consiglio di Assocamerestero ha assunto la
deliberazione di effettuare una pi assidua azione di
monitoraggio sulle CCIE, allo scopo di informare lo stesso
72

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Consiglio di eventuali comportamenti che possano implicare


lassunzione delle decisioni e dei provvedimenti pi opportuni.

7.3. I vantaggi delloperare in rete


Il riferimento alle opportunit derivanti dallappartenenza
ad un sistema stato una costante in tutto ci che siamo
andati dicendo. Nondimeno, non sembra superfluo citare in
dettaglio alcuni di quelli che si presentano come i vantaggi di
maggior peso, nellottica del quotidiano operare di una
Camera:
- il rafforzamento delle prospettive di sviluppo attraverso
lutilizzo di strutture di supporto che il sistema rende
disponibili;
- i riflessi positivi, in termini sia di immagine che di
affidabilit, derivanti dal guadagno di efficienza di ogni
singolo punto del network;
- laccesso al co-finanziamento pubblico mediante una
metodologia di sistema che pone Assocamerestero al
centro del processo valutativo;
- di nuovo, una metodologia di sistema per accedere al
finanziamento di progetti che Unioncamere concede;
- ancora e vorremmo dire soprattutto la possibilit di
realizzare progetti di rete.
Su questi ultimi, in particolare, ci soffermiamo per
completare un discorso che avevamo appena enunciato in altra
sede (ved. ante cap. 4.7.) riservandoci di riprenderlo pi
avanti.
Questi progetti possono coinvolgere una pluralit di
soggetti: due o pi CCIE, entit camerali operanti in Italia (sia
le CCIAA che quelle estere in Italia), entit associative locali,
italiane o di altri paesi, in una serie di combinazioni
praticamente illimitata. Al di l dellinteresse collegato agli
obiettivi del singolo progetto di rete, essi assolvono a diverse
finalit di primaria importanza nellottica di sviluppo del nostro
sistema:
- in primo luogo, accrescere la motivazione e stimolare il
massimo impegno, stante la responsabilit di perseguire
obiettivi condivisi con altri soggetti;
- entrare in contatto con altre realt (ma sarebbe forse pi
appropriato dire addentrarsi in altre realt) e
condividere le informazioni prodotte dai singoli nodi del
73

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

sistema e dagli eventuali


partecipanti al progetto;

altri

soggetti

esterni

- confrontarsi con queste altre realt con finalit di bench


marking e di diffusione delle best practices;
- acquisire labitudine ad operare sul multimediale e con
pi soggetti contemporaneamente, allargando il campo di
azione;
- introdurre e diffondere metodologie operative comuni;
- affermare il concetto del single point of entry, non
importa dove, ai servizi della Camera.
Questa elencazione non ha la pretesa di esaurire ma
soltanto di porre in evidenza quelli che consideriamo gli
aspetti, i fattori che, anche per questa via, possono contribuire
ad accrescere le nostre esperienze. Fare, invece, una citazione
di ogni tipologia di progetti diventa pressoch impossibile,
considerato il costante aumento di questa attivit registratosi
in questi ultimi anni.

7.4. Una conclusione ed una dedica


Il discorso sulla rete, sull'importanza ed i vantaggi del "fare
sistema", conclude un percorso ideale che partendo dalle
origini, da come nasce una Camera ci ha condotto fino allo
stadio pi evoluto del suo operare. Si conclude, a questo
punto, anche il compito che ci eravamo prefissi, e non ci resta
da dire altro se non spiegare il perch di una "dedica" e chi ne
sono i destinatari.
Essendo il frutto di esperienze lungamente maturate,
riteniamo che questo Manuale possa essere di qualche utilit
anche a quanti Presidenti, Segretari Generali o membri del
board vantano gi una maggiore o minore anzianit camerale.
In fondo, anche essi possano approfittare di questa lettura,
magari per trovare delle conferme o chiarire dei dubbi, per
stabilire delle correlazioni o compiere raffronti e verifiche. Ma
in buona sostanza, l'esperienza qui riflessa vuole porsi al
servizio di quanti sono appena entrati nel nostro sistema, ai
Presidenti da poco eletti, ai Segretari Generali appena investiti
di questa responsabilit ed a quanti, a vario titolo, solo da
poco hanno smesso di guardare alla Camera dal di fuori, come
estranei.

74

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Ed del tutto plausibile che Presidenti appena eletti


perch a loro soprattutto che queste considerazioni si
rivolgono (tenuto conto che un Segretario Generale far presto
a rendersi conto, sia nel day to day che con la frequenza del
menzionato corso di formazione, di essere inserito in un
sistema a "rete") del tutto plausibile, dicevamo, che un
nuovo Presidente possa essere indotto, vuoi per una
conoscenza ancora parziale del mondo camerale, vuoi per le
limitazioni temporali imposte dai suoi impegni professionali, a
cogliere della Camera soprattutto la sua valenza interna, il suo
ruolo sul territorio in cui opera, al di fuori dei collegamenti con
le altre CCIE, ed a considerare quindi l'appartenenza ad
Assocamerestero come un fatto formale, di puro
inquadramento organizzativo.
Tra l'altro, tale conoscenza non ancora approfondita pu
indurre a ritenere che il profilo della propria Camera, per
essere il prodotto del contesto socio-economico in cui si
muove, presenti delle specificit che difficilmente possono
avere punti di contatto con altre realt camerali.
Ma proprio le cose dette nel corso di questa esposizione
portano invece a concludere che, a parte le specificit di ogni
Camera, gli aspetti e le problematiche comuni sono prevalenti
rispetto alle differenziazioni e sono proprio queste affinit,
queste somiglianze che hanno reso possibile l'instaurarsi e la
crescita di un sistema organizzato ed articolato e l'affermarsi di
uno spirito associativo.
E se far parte di un sistema e di una associazione comporta,
per ogni singola CCIE, vantaggi ed opportunit addizionali, pare
evidente che da ci debba derivarne, come implicita
conseguenza, l'assunzione di una consapevolezza nuova, il
"dovere" cio di collaborare con le altre componenti del
sistema.
L'associativismo, in altre parole, deve caratterizzare i
comportamenti di ogni Camera, deve rappresentare una
modalit operativa che ne allarga i confini al di l del proprio
mercato, in modo tale per cui il "dare" e l'"avere" si intreccino a
tal punto che, a mano a mano che la progettazione comune
entra a far parte della realt quotidiana di una Camera,
diminuisca la concreta possibilit di distinguere, di separare
quello che si dato da quello che si ricevuto.
Condurre la Camera su questa "frontiera", assumere cio
non solo la collaborazione quanto la stessa convivenza con gli
altri soggetti camerali come un passaggio indispensabile per
dare alla Camera uno status di eccellenza , senza dubbio, una

75

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

delle sfide pi impegnative, ma sicuramente tra le pi


stimolanti per ogni Presidente di CCIE.

76

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Allegati

Legge n. 518 dell1.07.1970

Riordinamento delle camere di commercio italiane all'estero.


Art.1. Le associazioni di operatori economici, libere, elettive, costituite
all'estero al fine di contribuire allo sviluppo delle relazioni commerciali con
l'Italia, possono essere riconosciute come camere di commercio italiane
all'estero.
Art. 2. Per essere riconosciute come camere di commercio italiane
all'estero, le associazioni di operatori economici di cui all'articolo 1 debbono
dimostrare di avere svolto attivit in favore degli scambi commerciali con
l'Italia e di assistenza agli operatori economici per almeno due anni. Il
riconoscimento viene concesso con decreto del Ministro per il commercio
con l'estero, su conforme parere del Ministero degli affari esteri, quando
l'attivit della Camera risponda ad un reale interesse degli scambi
commerciali con l'Italia. La domanda diretta ad ottenere il riconoscimento
deve essere inoltrata tramite la rappresentanza diplomatica italiana
competente e deve essere corredata da una copia dell'atto costitutivo e
dello statuto, dall'elenco dei soci e delle cariche sociali, dai bilanci
consuntivi degli ultimi due anni e da una relazione dimostrativa dell'attivit
svolta.
Art. 3. Lo statuto delle camere di commercio italiane all'estero deve, in ogni
caso, determinare:
1) le attivit che l'associazione intende svolgere per incrementare gli scambi
commerciali con l'Italia;
2) le condizioni e le modalit per l'acquisto e la perdita della qualit di
socio;
3) la composizione e le modalit di costituzione degli organi
dell'associazione;
4) le condizioni e le modalit con le quali possono essere deliberate le
modificazioni dello statuto e lo scioglimento dell'associazione;
5) le modalit di approvazione dei bilanci annuali.
Art. 4. Sono organi delle camere di commercio italiane all'estero:
1) l'assemblea dei soci;
2) il presidente;
3) il segretario generale;
4) il collegio dei revisori.
Le norme statutarie possono prevedere la costituzione di altri organi.
Art. 5. La scelta del segretario generale deve riportare il gradimento del
Ministero del commercio con l'estero su conforme parere del Ministero degli
affari esteri. Al segretario generale affidata la direzione amministrativa
della Camera; egli partecipa a tutte le riunioni degli organi camerali, ad
eccezione del collegio dei revisori.
Art. 6. Ogni Camera deve inviare entro 30 giorni dall'adozione, al Ministero
del commercio con l'estero, tramite la rapprepentanza diplomatica italiana
competente:
a) una copia delle deliberazioni adottate dagli organi camerali;
b) una copia dei bilanci preventivo e consuntivo, corredati di una relazione
del collegio dei revisori dei conti;
c) un elenco dei soci, con le variazioni rispetto all'anno precedente;

77

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
d) una relazione sull'attivit svolta nell'anno precedente e sui risultati
conseguiti.
Art. 7. Alle riunioni degli organi collegiali delle camere di commercio
italiane all'estero debbono essere invitati il capo della rappresentanza
diplomatica competente e il titolare dell'ufficio commerciale della
rappresentanza stessa. Le camere di commercio italiane all'estero possono
altres invitare alle riunioni dei propri organi collegiali il capo dell'ufficio
consolare ed il titolare del locale ufficio dell'Istituto nazionale per il
commercio estero.
Art. 8. La revoca del riconoscimento per inosservanza delle norme
contenute nella presente legge o per irregolare funzionamento viene
disposta con decreto del Ministro per il commercio con l'estero, trascorso
inutilmente il termine eventualmente assegnato per consentire
all'associazione di uniformarsi alle disposizioni della presente legge.
Eventuali deroghe possono essere autorizzate, quando la situazione locale lo
renda necessario, previo parere della rappresentanza diplomatica
competente, con decreto del Ministro per il commercio con l'estero di
concerto con il Ministro per gli affari esteri.
Art. 9. Il Ministro per il commercio con l'estero pu concedere alle
associazioni riconosciute ai sensi della presente legge contributi alle spese
di funzionamento. Le richieste di contributo devono essere inoltrate al
Ministero del commercio con l'estero per il tramite della rappresentanza
diplomatica italiana competente, che esprimer il proprio motivato parere.
Nel determinare la misura dei contributi da erogare nei limiti delle
disponibilit annuali dell'apposito capitolo del proprio stato di previsione
della spesa, il Ministero del commercio con l'estero valuta, in particolare,
l'opera svolta e da svolgere in favore dello sviluppo delle relazioni
commerciali con l'Italia e l'interesse che al riguardo presenta il mercato
locale.
Art. 10. Nei confronti delle camere di commercio riconosciute ai sensi dei
decreti luogotenenziali 13 ottobre 1918, n. 1573, e 20 febbraio 1919,
numero 273, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui ai citati decreti
luogotenenziali, fino a quando non sar stato confermato il riconoscimento
delle stesse, secondo le nuove disposizioni; per ottenere tale conferma le
Camere dovranno farne richiesta entro due anni dall'entrata in vigore della
presente legge, dimostrando di essersi uniformate alle disposizioni di cui ai
precedenti articoli. Il decreto di conferma emanato con le stesse modalit
di quello di riconoscimento.

Legge n. 56 del 31.03.2005

LEGGE 31 marzo 2005, n. 56 (in G.U. n. 91 del 20 aprile 2005 - Suppl.


Ordinario n. 69) Misure per l'internazionalizzazione delle imprese,
nonch delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel
medesimo settore.
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge:
Art. 1.
Costituzione degli sportelli unici all'estero:
1. Al fine di rendere pi efficace e sinergica l'azione svolta dai soggetti
operanti all'estero per il sostegno all'internazionalizzazione del sistema

78

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
produttivo italiano, per la tutela del made in Italy e per la promozione degli
interessi italiani all'estero, avuto riguardo anche alle iniziative in ambito
culturale, turistico e di valorizzazione delle comunit di affari di origine
italiana, il Ministro delle attivit produttive e il Ministro degli affari esteri
promuovono, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con
il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, investimenti per la costituzione
di sportelli unici all'estero, le cui sedi sono notificate alle autorit locali ai
fini formali esterni conformemente alle convenzioni internazionali in vigore
per l'Italia. La costituzione degli sportelli unici realizzata individuando
prioritariamente i Paesi di maggiore interesse economico, commerciale e
imprenditoriale per l'Italia, anche al fine di razionalizzare gli strumenti gi
esistenti, e quelli dove non esistono strutture pubbliche adeguate capaci di
assicurare le attivit di promozione commerciale e di sostegno alle imprese
italiane. Ai fini della costituzione degli sportelli va altres tenuto conto, in
via prioritaria, delle aree di libero scambio e di integrazione economica,
nonch delle macroaree di interesse economico-commerciale.
2. In coerenza con le linee di indirizzo dell'attivit promozionale definite dal
Ministro delle attivit produttive e sulla base delle indicazioni formulate di
intesa con il Ministro degli affari esteri, gli sportelli di cui al comma 1
esercitano funzioni di orientamento, assistenza e consulenza ad imprese ed
operatori, italiani ed esteri, in riferimento anche all'attivit di attrazione
degli investimenti esteri in Italia, nonch di coordinamento di attivit
promozionali realizzate in loco da enti pubblici e privati. Per le specifiche
finalit di assistenza e di consulenza per le imprese multinazionali, nonch
per la creazione di reti transnazionali nel campo della piccola e media
impresa per la promozione dell'offerta delle aziende contoterziste, gli
sportelli unici all'estero cooperano con il Punto di contatto nazionale OCSE,
di cui all'articolo 39 della legge 12 dicembre 2002, n. 273, secondo le
modalit previste dall'articolo 8, comma 3, del regolamento di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 2001, n. 175. Gli sportelli
svolgono altres funzioni di assistenza legale alle imprese e di tutela dei
diritti di propriet industriale e intellettuale nonch di lotta alla
contraffazione, in stretto collegamento con le strutture del Ministero delle
attivit produttive ad hoc preposte, ai sensi dell'articolo 4, commi 72 e 74,
della legge 24 dicembre 2003, n. 350.
3. All'attivit degli sportelli di cui al presente articolo, svolta in raccordo
funzionale e operativo con le rappresentanze diplomatiche e gli uffici
consolari e in coordinamento con la rete degli sportelli unici regionali per
l'internazionalizzazione in Italia e le sedi regionali dell'Istituto nazionale per
il commercio estero (ICE), partecipano gli uffici dell'ICE, dell'Ente nazionale
italiano per il turismo (ENIT), delle camere di commercio italiane all'estero
con sede nelle localit dello sportello, di Sviluppo Italia Spa, quale societ
per l'attrazione degli investimenti e per lo sviluppo di impresa, e di enti e
istituzioni nazionali; possono altres aderirvi altri soggetti che operano nel
campo dell'internazionalizzazione ed enti nazionali e regionali, ivi compresi
gli istituti di credito, i consorzi di garanzia fidi e le rappresentanze dei
sistemi fieristici operanti in loco, al fine di raccordare tutte le componenti
del sistema Italia all'estero.
4. I soggetti di cui al comma 3 possono essere individuati quali attuatori o
fornitori di servizi degli sportelli, secondo criteri e modalit da stabilire con
il regolamento di cui al comma 5.
5. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro delle attivit produttive e dal
Ministro degli affari esteri, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle
finanze e con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti i soggetti

79

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
partecipanti e le associazioni di categoria, sono definite le modalit
operative di costituzione e organizzazione, alla luce della composizione
delle strutture statali e regionali gi presenti all'estero, anche mediante
l'impiego di nuove tecnologie, d'intesa con il Ministro per l'innovazione e le
tecnologie, degli sportelli unici di cui al presente articolo.
6. I responsabili degli sportelli unici all'estero, di comprovata
professionalit, sono inseriti nell'organico della rappresentanza diplomatica
o dell'ufficio consolare in qualit di esperti ai sensi dell'articolo 168 del
decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive
modificazioni. Essi vengono individuati, anche sulla base delle proposte
provenienti dai soggetti partecipanti allo sportello, dal Ministro delle
attivit produttive tra i funzionari pubblici con specifica professionalit in
campo economico-commerciale ed esperti esterni alla pubblica
amministrazione con professionalit equivalente. Qualora i responsabili
degli sportelli unici appartengano ai ruoli del Ministero degli affari esteri, si
applicano le disposizioni di cui all'articolo 34, terzo comma, del decreto del
Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18.
7. Allo scopo di agevolare il raccordo funzionale ed organizzativo tra le
strutture gi esistenti, attuare una corretta economia di gestione e
valorizzare le professionalit pubbliche del Ministero delle attivit
produttive, del Ministero degli affari esteri e dell'ICE, tali professionalit
saranno prioritariamente valutate per la direzione dello sportello.
8. Per realizzare gli obiettivi di cui ai commi 1, 3 e 6, nonch per favorire
all'interno degli sportelli unici la compresenza di professionalit
diversificate, anche attraverso significativi apporti di comprovate
competenze provenienti dal settore privato e dai ruoli dirigenziali delle
amministrazioni pubbliche, enti o istituzioni, sono apportate le seguenti
modificazioni all'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5
gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni:
a) al secondo comma, recante la determinazione della quota di personale
proveniente dal settore privato, la parola: dieci sostituita dalla
seguente: trenta;
b) l'ottavo comma, recante la determinazione della quota globale di
personale estraneo all'Amministrazione degli affari esteri, sostituito dal
seguente: Gli esperti che l'Amministrazione degli affari esteri pu utilizzare
a norma del presente articolo non possono complessivamente superare il
numero di centosessantacinque, di cui cinque da destinare a posti di
addetto agricolo, con l'esclusione delle unit riservate da speciali
disposizioni di legge all'espletamento di particolari compiti relativi alla
tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale nonch al contrasto
della criminalit organizzata e delle violazioni in materia economica e
finanziaria a tutela del bilancio dello Stato e dell'Unione europea, di cui
all'articolo 4 del decreto legislativo 19 marzo 2001, n. 68.
9. Almeno quarantacinque esperti del contingente di cui all'ottavo comma
dell'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967,
n. 18, come sostituito dal comma 8, lettera b), del presente articolo,
vengono individuati secondo le procedure di cui al comma 6.
10. Per l'attuazione dei commi 1, 3 e 5 del presente articolo autorizzata la
spesa di euro 6.000.000 per ciascuno degli anni 2004 e 2005.
11. Per l'attuazione dei commi 6, 8 e 9 del presente articolo autorizzata la
spesa di euro 13.794.061 annui a decorrere dall'anno 2005.
Art. 2.
Disposizioni organizzative a supporto dell'attivit degli sportelli unici
all'estero

80

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
1. Al fine di supportare adeguatamente le funzioni attribuite agli sportelli
unici all'estero, il Ministero delle attivit produttive autorizzato ad
effettuare, mediante le normali procedure di concorso, nuove assunzioni di
personale a tempo determinato, entro il limite di spesa di euro 2.000.000
annui per ciascuno degli anni 2005 e 2006. Il Ministero delle attivit
produttive altres autorizzato, nel rispetto del suddetto limite di spesa, ad
avvalersi di personale di comprovata professionalit nel campo economicocommerciale, in posizione di comando, proveniente dal comparto pubblico
ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.
165, e successive modificazioni. Per le finalit di cui al presente comma, nel
rispetto del suddetto limite di spesa, il Ministero delle attivit produttive
pu, inoltre, utilizzare il procedimento previsto dall'articolo 39, comma 2,
della legge 12 dicembre 2002, n. 273, nonch le procedure di cui all'articolo
23-bis del citato decreto legislativo n. 165 del 2001. All'onere derivante
dall'attuazione del presente comma, pari a euro 2.000.000 annui per
ciascuno degli anni 2005 e 2006, si provvede mediante corrispondente
riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 8, comma 1, lettera
b), della legge 25 marzo 1997, n. 68.
2. Nelle more dell'attuazione della delega di cui all'articolo 6 per il riordino
degli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese ed
in fase di prima applicazione, al fine di agevolare la costituzione e il
funzionamento degli sportelli unici all'estero, istituito, presso il Ministero
degli affari esteri, un fondo mirante a sostenere le iniziative condotte a tale
scopo. Per le predette finalit autorizzata la spesa di euro 1.300.000 per
l'anno 2005 e di euro 1.600.000 a decorrere dall'anno 2006. A tale onere si
provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unit previsionale di
base di parte corrente Fondo speciale dello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo
parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari
esteri.
3. Ai fini della completa attuazione del nuovo sistema degli sportelli unici
all'estero, alla copertura degli oneri derivanti dall'istituzione e dal
funzionamento dei medesimi sportelli si provvede a regime anche mediante
le risorse individuate dall'articolo 9, comma 1-ter, lettera c), della legge 29
luglio 2003, n. 229, come modificato dall'articolo 7 della presente legge,
derivanti dai decreti legislativi di riordino e razionalizzazione degli enti
operanti nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese, di cui al
citato articolo 9 della legge n. 229 del 2003.
Art. 3.
Strutture per la formazione del personale operante nel settore
dell'internazionalizzazione delle imprese 1. Sono autorizzati, nell'ambito di
accordi di programma con le regioni conclusi dal Ministero delle attivit
produttive, specifici investimenti, anche a carattere pluriennale, per la
creazione di strutture statali o regionali, anche avvalendosi dell'ICE e di
Sviluppo Italia Spa, relativamente all'attivit di formazione per l'attrazione
degli investimenti, da destinare alla formazione di personale per gli sportelli
unici all'estero di cui all'articolo 1 della presente legge, per gli sportelli
unici regionali previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 9 febbraio 2001, n. 161, e per altri enti e istituzioni operanti nel
settore dell'internazionalizzazione delle imprese. Tali iniziative sono
definite sentiti il Ministro per la funzione pubblica e il Ministro degli affari
esteri, che possono contribuirvi per i responsabili degli sportelli unici per il
tramite dell'ICE, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, lettera d), della legge 25
marzo 1997, n. 68, e dell'Istituto diplomatico, previsto dall'articolo 8 del
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 maggio
1999, n. 267.

81

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
2. Ai fini di promuovere e dare piena attuazione a strutture con la funzione
di sportelli unici regionali per l'internazionalizzazione di cui al comma 1,
anche utilizzando a livello locale enti camerali e organismi associativi
pubblici e privati, e anche al fine di assicurarne il necessario collegamento
con gli sportelli unici all'estero di cui all'articolo 1, con successivi
provvedimenti sono stabiliti le modalit e i criteri per il trasferimento delle
relative risorse alle regioni.
3. L'ICE contribuisce alle attivit di formazione connesse alle finalit della
presente legge.
4. Per gli interventi di cui al presente articolo autorizzata la spesa di euro
3.300.000 per ciascuno degli anni 2004 e 2005.
Art. 4.
Applicazione dell'accordo-quadro
internazionalizzazione

con

le

universit

in

tema

di

1. Il Ministero delle attivit produttive, nell'ambito dell'accordo-quadro


sottoscritto tra il Ministero del commercio con l'estero, l'ICE e la Conferenza
dei rettori delle universit italiane e tenendo conto degli accordi di
programma sottoscritti con le regioni e con tutti i soggetti operanti nel
settore dell'internazionalizzazione, nonch degli accordi di settore stipulati
con le associazioni di categoria e degli altri accordi-quadro in essere
coordina, di concerto con il Ministero degli affari esteri e con il Ministero
dell'istruzione, dell'universit e della ricerca:
a) l'utilizzazione delle reti informative e telematiche pubbliche attualmente
esistenti per la diffusione di informazioni all'estero sulle attivit formative
delle universit italiane in materia di internazionalizzazione, tramite le
rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari, gli istituti italiani di
cultura all'estero e gli uffici dell'ICE, ivi incluse le informazioni relative alla
opportunit per stranieri di frequentare corsi organizzati in universit
italiane per ottenere borse di studio;
b) la collaborazione, anche attraverso gli accordi di programma e gli accordi
di settore stipulati rispettivamente con le regioni e con le associazioni di
categoria, tra le universit, l'ICE e tutti i soggetti che operano nel campo
della elaborazione dei progetti e della ricerca applicata per lo sviluppo
dell'internazionalizzazione, al fine di sostenere investimenti volti a favorire i
processi di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, l'adozione
di strategie innovative per l'internazionalizzazione delle imprese, nonch
l'interazione tra universit e imprese nella realizzazione di progetti per
l'internazionalizzazione e nella identificazione di potenziali partner stranieri
per lo svolgimento di attivit di ricerca.
2. Con decreto del Ministro delle attivit produttive, da emanare entro
centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di
concerto con il Ministro degli affari esteri e con il Ministro dell'istruzione,
dell'universit e della ricerca, sentite la Conferenza dei rettori delle
universit italiane e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati
priorit e settori di intervento per l'effettuazione degli investimenti di cui al
comma 1 e le relative modalit di finanziamento.
3. Per gli interventi di cui al presente articolo autorizzata la spesa di euro
1.300.000 per ciascuno degli anni 2004 e 2005.
Art. 5.
Accordi di settore in tema di internazionalizzazione
1. Il Ministero delle attivit produttive promuove, anche attraverso l'ICE,
favorisce e incentiva, tramite accordi con le associazioni di categoria o

82

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
accordi - quadro con le confederazioni, d'intesa con le regioni interessate e
tenuto conto delle strategie definite in seno ai tavoli di settore, il
coordinamento delle attivit promozionali e la realizzazione di progetti di
investimenti di carattere pluriennale di internazionalizzazione di settore o
di filiera.
2. Il Ministro delle attivit produttive, d'intesa con il Ministro degli affari
esteri, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, promuove, anche
attraverso l'ICE, opportune forme di raccordo con il sistema associativo,
rappresentativo degli interessi delle imprese, e coordina, sulla base di
accordi di programma con le regioni, sentite le associazioni di categoria,
interventi a carattere di investimento, anche su base pluriennale, al fine di
accrescere la competitivit del sistema economico nazionale, nell'ambito
degli accordi di settore con le categorie economiche interessate.
3. Il Ministro delle attivit produttive e il Ministro degli affari esteri, di
concerto con il Ministro per gli italiani nel Mondo, d'intesa con il Ministro
delle politiche agricole e forestali e con il Ministro per gli affari regionali,
promuovono, anche attraverso l'ICE, opportune forme di raccordo con le
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e le camere di
commercio italiane all'estero, con il sistema associativo rappresentativo
degli interessi delle imprese, con le comunit, le comunit d'affari italiane
all'estero e con i loro organismi rappresentativi al fine di facilitare le
sinergie nelle iniziative, di settore o di filiera, con le modalit previste negli
accordi di programma e di settore sottoscritti dagli stessi Ministeri, anche
disgiuntamente, con l'Unioncamere, con l'Associazione delle camere di
commercio italiane all'estero, con le regioni, gli enti pubblici e gli organismi
di rappresentanza delle imprese.
4. Per la realizzazione delle attivit previste dagli accordi di cui ai commi 1,
2 e 3, i sottoscrittori possono coordinarsi con i soggetti che svolgono attivit
promozionali operanti all'estero e riconosciuti dal Governo italiano.
5. Per gli interventi di cui al presente articolo autorizzata la spesa di euro
4.900.000 per ciascuno degli anni 2004 e 2005.
Art. 6.
Delega al Governo per il riordino degli enti operanti nel settore
dell'internazionalizzazione delle imprese
1. All'articolo 9 della legge 29 luglio 2003, n. 229, sono aggiunti, in fine, i
seguenti commi: 1-bis. Il Governo altres delegato ad adottare, entro
trenta mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o pi
decreti legislativi ai fini della ridefinizione, del riordino e della
razionalizzazione degli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione
delle imprese.
1-ter. I decreti legislativi di cui al comma 1-bis, nel rispetto e in coerenza
con la legislazione comunitaria, realizzano il necessario coordinamento con
le altre disposizioni vigenti in materia di promozione e di finanziamento
dell'internazionalizzazione delle imprese secondo i seguenti
principi e criteri direttivi:
a) rispetto dei compiti attribuiti al Ministero delle attivit produttive, al
Ministero degli affari esteri e al Ministero dell'economia e delle finanze dal
decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e dal decreto legislativo 31 marzo
1998, n. 143, e adeguamento delle disposizioni legislative che regolano i
singoli enti al quadro delle competenze delineato dal medesimo decreto
legislativo n. 143 del 1998, nonch all'assetto costituzionale derivante dalla
legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;

83

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
b)
riassetto
organizzativo
degli
enti
operanti
nel
settore
dell'internazionalizzazione delle imprese, secondo principi ispirati alla
maggiore funzionalit dei medesimi in relazione alle rinnovate esigenze
imposte dall'attuale quadro economico-finanziario, nonch ad obiettivi di
coerenza della politica economica e commerciale estera e della promozione
del sistema economico italiano in ambito internazionale con le funzioni
svolte dall'Amministrazione centrale degli affari esteri, dalle rappresentanze
diplomatiche e dagli uffici consolari in materia di rappresentanza, di
coordinamento e di tutela degli interessi italiani in sede internazionale;
c) razionalizzazione delle relative norme di natura finanziaria ed
economica, anche al fine di realizzare risparmi di spesa idonei a reperire le
risorse necessarie per la copertura degli oneri derivanti dall'istituzione e dal
funzionamento degli sportelli unici all'estero, in particolare ai fini della
promozione del made in Italy e della lotta alle contraffazioni;
d) possibilit di attivazione di strumenti di finanziamento di investimenti
all'estero anche tramite societ prevedendo, tra l'altro, che il fondo di cui
all'articolo 5, comma 2, lettera c), della legge 21 marzo 2001, n. 84, e tutti
i fondi rotativi gestiti dalla SIMEST Spa, destinati ad operazioni di venture
capital in Paesi non aderenti all'Unione europea, siano unificati in un unico
fondo e disciplinati in analogia ai fondi mobiliari chiusi;
e) compatibilit con gli obiettivi di riassetto della normativa in materia di
internazionalizzazione di cui al comma 1.
1-quater. Ciascuno degli schemi di decreti legislativi di cui al comma 1-bis
deve essere corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle
disposizioni in esso contenute, ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 2, della
legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, la quale deve altres
precisare gli effetti finanziari della razionalizzazione di cui al comma 1-ter,
lettera c), del presente articolo individuando le risorse derivanti dai
correlati risparmi e finalizzate all'istituzione e al funzionamento degli
sportelli unici all'estero, in particolare ai fini della promozione del made in
Italy e della lotta alle contraffazioni. I suddetti schemi di decreti legislativi
sono adottati, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta
del Ministro delle attivit produttive, di concerto con i Ministri degli affari
esteri, dell'economia e delle finanze, per la funzione pubblica, per le
politiche comunitarie e per gli italiani nel Mondo, e sono trasmessi al
Parlamento, ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni
parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere
finanziario entro il termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione;
decorso inutilmente tale termine, i decreti possono comunque essere
emanati. Qualora detto termine venga a scadere nei trenta giorni
antecedenti alla scadenza del termine previsto dal comma 1-bis o
successivamente, la scadenza di quest'ultimo prorogata di novanta giorni.
1-quinquies. Entro un anno dalla data di entrata in vigore dei decreti
legislativi di cui al comma 1- bis, il Governo pu emanare disposizioni
correttive e integrative, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al
comma 1-ter e con la procedura di cui al comma 1-quater.
2. Al comma 1 dell'articolo 9 della legge 29 luglio 2003, n. 229, le parole:
sei mesi sono sostituite dalle seguenti: trenta mesi.
Art. 7.
Modifiche alla legge 24 aprile 1990, n. 100, e al decreto-legge 28 maggio
1981, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n.
394.
1. La lettera h-bis) del comma 2 dell'articolo 1 della legge 24 aprile 1990, n.
100, sostituita dalla seguente: h-bis) a concedere finanziamenti, di

84

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
durata non superiore a otto anni, alle imprese o societ estere di cui alla
lettera b), in misura non eccedente il 25 per cento dell'impegno finanziario
previsto dal programma economico dell'impresa o societ estera; tale limite
aumentato al 50 per cento per le piccole e medie imprese, come definite
ai sensi della raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6
maggio 2003. I limiti riferiti alla durata del finanziamento, al destinatario
dello stesso, nonch all'impegno previsto dal programma economico
dell'impresa o societ estera, non si applicano alle operazioni effettuate su
provvista fornita dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo
(BERS), dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), dalla International
Financial Corporation (IFC) o da altre organizzazioni finanziarie
internazionali di cui lo Stato italiano membro.
2. Dopo la lettera h-ter) del comma 2 dell'articolo 1 della legge 24 aprile
1990, n. 100, sono aggiunte le seguenti: h-quater) a costituire uno o pi
patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno specifico
affare;
h-quinquies) in base ad apposite convenzioni con il Ministero delle attivit
produttive, a gestire i fondi di cui al comma 1 dell'articolo 25 del decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 143, nonch i fondi rotativi di cui all'articolo 5,
comma 2, lettera c), della legge 21 marzo 2001, n. 84, e quelli istituiti ai
sensi dell'articolo 46 della legge 12 dicembre 2002, n. 273.
3. All'articolo 2 della legge 24 aprile 1990, n. 100, sono apportate le
seguenti modificazioni:
a) l'ultimo periodo del comma 1 sostituito dal seguente: In ogni caso gli
interventi della societ devono essere basati su rigorosi criteri di validit
economica delle iniziative partecipate;
b) il comma 2 sostituito dal seguente: 2. Con deliberazione del Comitato
interministeriale per la programmazione economica potranno essere
individuati Paesi o aree geografiche di interesse prioritario ai fini degli
interventi della SIMEST Spa.
4. Dopo il comma 1 dell'articolo 3 della legge 24 aprile 1990, n. 100, e
successive modificazioni, inserito il seguente: 1-bis. La quota del 25 per
cento di cui al comma 1 pu essere incrementata fino al 49 per cento
qualora oggetto della partecipazione sia la costituzione di parchi industriali,
destinati a promuovere e accogliere in forma organizzata gli investimenti
all'estero delle imprese italiane.
5. Il primo periodo del comma 1 dell'articolo 4 della legge 24 aprile 1990, n.
100, sostituito dal seguente: Il soggetto gestore del fondo di cui
all'articolo 3 della legge 28 maggio 1973, n. 295, corrisponde contributi agli
interessi agli operatori italiani a fronte di operazioni di finanziamento della
loro quota, o di parte di essa, di capitale di rischio nelle societ o imprese
all'estero partecipate dalla SIMEST Spa e aventi sede in Paesi non facenti
parte dell'Unione europea, con le modalit, le condizioni e l'importo
massimo stabiliti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro delle attivit produttive.
6. All'articolo 2, terzo comma, del decreto-legge 28 maggio 1981, n. 251,
convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n. 394, dopo il
primo periodo inserito il seguente: Le tipologie e le modalit delle
garanzie a copertura dei rimborsi del capitale, dei relativi interessi e di altri
oneri accessori relativi ai finanziamenti sono determinate dal comitato di
cui alla convenzione del 16 ottobre 1998 tra il Ministero del commercio con
l'estero e la SIMEST Spa, stipulata ai sensi dell'articolo 25 del decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 143.
7. Per le partecipazioni ed i finanziamenti di Finest Spa, istituita ai sensi
dell'articolo 2 della legge 9 gennaio 1991, n. 19, e successive modificazioni,

85

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 2, lettera h-bis),
della legge 24 aprile 1990, n. 100, come modificato dal presente articolo,
nonch all'articolo 3, comma 1, della medesima legge n. 100, del 1990.
Art. 8.
Copertura finanziaria
1. All'onere derivante dall'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1,
commi 1, 3 e 5, e agli articoli 3, 4 e 5, pari ad euro 15.500.000 per ciascuno
degli anni 2004 e 2005, si provvede, per l'anno 2004, mediante
corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unit previsionale di base di conto
capitale Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente
utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle attivit produttive
e, per l'anno 2005, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento
iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unit
previsionale di base di conto capitale Fondo speciale dello stato di
previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo
scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle
attivit produttive.
2. All'onere derivante dall'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1,
commi 6, 8 e 9, pari ad euro 13.794.061 annui a decorrere dall'anno 2005, si
provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 2005-2007, nell'ambito dell'unit previsionale di
base di parte corrente Fondo speciale dello stato di previsione del
Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2005, allo scopo
parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari
esteri.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze autorizzato ad apportare, con
propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. La presente legge,
munita del sigillo dello Stato, sar inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di
osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, add 31 marzo 2005.

86

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Statuto di Assocamerestero e Regolamento applicativo

STATUTO
Art. 1 (NATURA E FINI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 1 (NATURA E FINI)

1. LAssociazione delle Camere di Commercio


Italiane allEstero Assocamerestero
associazione senza scopo di lucro,
costituita a norma degli articoli 36 e
seguenti del codice civile, al fine di
rappresentare e valorizzare le Camere di
Commercio Italiane allEstero in raccordo
con il sistema camerale italiano, nelle sue
connessioni a livello internazionale e le
sue articolazioni a livello territoriale, con
le amministrazioni pubbliche e con gli
operatori economici.

Questa formulazione sottolinea che le CCIE


trovano in Assocamerestero il loro momento di
sintesi e di rappresentanza, dando vita ad un
sistema a rete.

STATUTO
Art. 2 (SOCI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 2 (SOCI)

1. Sono soci:
a) le Camere di Commercio Italiane
allEstero (CCIE), riconosciute dal
Governo italiano ai sensi della Legge
1 luglio 1970, n. 518;
b) lUnione Italiana delle Camere di
Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura (Unioncamere), con una
rappresentanza paritetica rispetto al
numero di soci di cui alla lett. a)
precedente.
c) Pu associarsi, previa delibera e
secondo le modalit definite dal
Consiglio, ogni altro soggetto pubblico o
privato i cui fini o attivit siano volti a
favorire linternazionalizzazione delle
imprese e delle comunit degli affari.

Esiste, in altre parole, un rapporto di reciprocit


in virt del quale Assocamerestero deve la sua
legittimazione alle CCIE aderenti e queste, a loro
volta, si integrano nel sistema al momento della
loro adesione ad Assocamerestero.
La rappresentanza che Assocamerestero esercita
per la valorizzazione delle CCIE si estende a tutti
i livelli, come specificato nella seconda parte
dellarticolo.

Il disposto statutario opera una distinzione tra


Camere riconosciute dal Governo italiano e
Camere prive di questo riconoscimento (comprese,
invece, sotto la dizione del comma 2: ogni
altro soggetto pubblico o privato ). La ragione
di ci si collega al fatto che la parte pubblica il
cui riconoscimento, costituisce una sorta di
credenziale che accresce laffidabilit della
nostra presenza sul territorio, oltre a consentire
laccesso al co-finanziamento ministeriale ritiene
che la denominazione di CCIE debba collegarsi
allesistenza dei requisiti richiesti dal citato
disposto legislativo, verificata per almeno due
anni e sancita dal riconoscimento.
Ne consegue, quindi, che le Camere costituite in
conformit agli indirizzi forniti da Assocamerestero
sotto i nostri auspici (e quasi sempre con i nostri
supporti), sono soci alla stessa stregua delle
prime, anche se lo Statuto le cita separatamente.
Per quanto riguarda Unioncamere (lett. b del
comma 1), la sua pariteticit si concretizza
attribuendole, in sede assembleare, un numero di
voti pari a quello delle CCIE esistenti in quel dato
momento.

87

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

STATUTO
Art. 3 (AMMISSIONE E CESSAZIONE DEGLI
ASSOCIATI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 3 (AMMISSIONE E CESSAZIONE DEGLI ASSOCIATI)

1. Il Consiglio decide lammissione


dei nuovi soci di cui al comma 2
dellart. 2

I requisiti elencati dal gi citato disposto legislativo


possono essere assunti anche per la valutazione che deve
compiere Assocamerestero, dal momento che i requisiti che
si chiedono ad una Camera per associarsi sono una carta
costitutiva, una sede, organi direttivi, una struttura
operativa, una capacit relazionale e promozionale, ecc.
Ci che Assocamerestero richiede in pi, e considera anzi
imprescindibile, lesistenza tra gli organi del Consiglio,
che il legislatore invece non elenca (in quanto ritenuto
ininfluente ai fini del riconoscimento).

2. La qualit di socio cessa:


a) per
lo
scioglimento
dellorganismo associato;
b) per recesso, che deve essere
comunicato almeno quattro
mesi
prima
della
fine
dellesercizio
sociale
e
produce
effetto
per
lesercizio successivo;
c) per decadenza nel caso
previsto
dal
comma
2
dellart. 13.
3. La qualit di socio pu essere
temporaneamente
sospesa
o
cessa:
a) per morosit nei pagamenti
delle quote associative. Nel
caso di morosit continuativa
per 2 anni, il socio sospeso
e perdurando la morosit fino
al terzo anno, il socio
escluso;
b) per
inottemperanza
alle
decisioni
sugli
standard
organizzativi (Art. 7, comma
5, lettera h).

Se questi sono gli elementi attraverso cui si realizza


formalmente il procedimento di ammissione, nella pratica
la costituzione, e quindi linserimento nel sistema, di
una nuova Camera vede quasi sempre Assocamerestero
chiamata in causa dagli stessi promotori, che necessitano
della sua assistenza, per dotarsi dei requisiti indispensabili
per configurarsi come una CCIE.
I casi in cui il processo costitutivo non segue questa falsariga sono uneccezione, e solo per questi si prevede una
richiesta formale, si pu quindi parlare di adesione,
anche
se
formalmente
spetta
al
Consiglio
di
Assocamerestero decretarne lammissione (ved. appunto il
comma 1. di questo articolo).
Per quanto riguarda, poi, la cessazione, i casi sub a) e b)
del comma 2., come pure quello disciplinato dalla lett. a)
del successivo comma 3., sono auto-esplicativi e
dispensano quindi da commenti o integrazioni.
Rimangono i casi contemplati dalla lett. c) del comma 2. e
quelli della lett. b) del comma 3., che richiedono invece
integrazioni applicative. Entrambi fanno riferimento ad
altri articoli, che disciplinano rispettivamente la decadenza
per comportamenti incompatibili con le nostre finalit e la
difformit rispetto agli standards organizzativi.
Peraltro, la casistica del primo tipo trova completo ed
esauriente inquadramento nello stesso art. 13, per cui
rinviamo a quel momento ogni commento, mentre per
quella del secondo tipo questa la sede in cui formulare le
necessarie integrazioni, tenuto conto che lart. 7 stabilisce
solo alcune competenze e non entra nel merito della
perdita della qualit di socio.
Pertanto, spetta al Consiglio pronunciarsi sulla sussistenza
di situazioni in cui si configura la inottemperanza alle
decisioni sugli standards organizzativi ed adottare le
misure pi rispondenti (ossia la sospensione e/o la
cessazione che, stando al dettato statutario, pu essere
comminata senza passare necessariamente per la sanzione
pi lieve).

88

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
Comunque, il disposto che parla di inottemperanza alle
decisioni sugli standards organizzativi va contestualizzato
a situazioni e circostanze di natura variabile e tali quindi
da non consentire la redazione di una casistica che abbia
validit permanente ed universale.
In altre parole, gli standards organizzativi sono devono
essere la risposta a contesti di mercato ed a realt
camerali tuttaltro che uniformi, oltre che suscettibili, di
modificarsi nel tempo: da ci limpossibilit di definire ed
elencare categorie valide oggettivamente.
Detti standards vengono adottati e resi noti attraverso i
quotidiani canali di comunicazione esistenti tra il centro e
la periferia (comunicazioni presidenziali; newsletter; siti
web e collegamenti informatici; rilevamenti statistici ed
indagini periodiche; attivit progettuale; momenti
assembleari, ecc.).
Conviene aggiungere che quando si parla di standards ci si
riferisce, di norma, a:
. le risorse materiali (sede, attrezzature e dotazioni
informatiche);
. le risorse umane (il Segretario Generale ed un organico
rapportato a determinati parametri);
. i livelli di attivit (attivit promozionale, capacit
progettuale, criteri di funzionamento, modalit di
comunicazione, ecc.),
. la capacit relazionale (in tutte le direzioni: soci, altre
CCIE, istituzioni locali ed italiane, pubbliche e private,
associazioni,
operatori
economici,
organi
di
informazione).

STATUTO
Art. 4 (SCOPI SOCIALI)
1. LAssociazione delle Camere di Commercio Italiane allEstero:
rappresenta, nella loro globalit, le CCIE presso le istituzioni
italiane, estere e multinazionali, altri organismi, le
amministrazioni pubbliche, le organizzazioni imprenditoriali
nazionali ed estere, le comunit degli affari;

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 4 (SCOPI SOCIALI)
Per essere auto-esplicativo,
questo articolo non richiede
commenti.

tutela e diffonde limmagine delle CCIE in Italia e nel mondo;


cura il raccordo e la collaborazione tra le CCIE ed il sistema
camerale italiano.
2. Per lassolvimento di queste finalit, Assocamerestero:
favorisce lo sviluppo dellattivit delle CCIE, elaborando linee
e proposte comuni e fornendo i servizi necessari di supporto
e assistenza, nonch operando per lo sviluppo della rete delle
Camere italiane nel mondo;
promuove linstaurarsi di modalit di collegamento tra le
CCIE, sviluppando il potenziale di aggregazione per aree geo-

89

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
economiche;
promuove rapporti e collaborazioni tra le CCIE, tra queste ed
il sistema camerale italiano, con le strutture ed i sistemi di
servizi, in particolare fiere, mostre, saloni, con le aziende
commerciali, con le agenzie di informazioni, ecc.;
assiste le CCIE nei rapporti con entit ed istituzioni pubbliche
e private, italiane ed estere, con le organizzazioni
imprenditoriali, con gli agenti economici;
promuove la diffusione e lo scambio delle informazioni da e
per le CCIE e/o delle loro aggregazioni, sulle opportunit di
affari e di cooperazione;
realizza studi, indagini e ricerche, su richiesta delle CCIE o
comunque a loro utili, nonch programmi di formazione e
partecipa a progetti e programmi finanziati da organismi
nazionali ed internazionali;
pone in essere ogni altra iniziativa idonea al raggiungimento
dei suddetti scopi.
3. Nellambito dei propri scopi Assocamerestero pu, tra laltro,
partecipare ad altri soggetti pubblici o privati, anche privi di
personalit giuridica, che svolgano attivit di interesse per il
sistema delle CCIE.
STATUTO
Art. 5 (SEDE)
1. Assocamerestero ha sede legale in
Roma, Piazza Sallustio n. 21. Il Consiglio
ne fissa la sede operativa.
STATUTO
Art. 6 (ORGANI)
1. Gli organi sono:
a) lAssemblea;
b) il Consiglio;
c) il Presidente;
d) il Collegio dei Sindaci;
e) il Collegio dei Probiviri.
2. Il Presidente e i Consiglieri con diritto di
voto durano in carica 3 anni e possono
essere confermati solo per un secondo
consecutivo mandato. Se durante il
periodo di carica viene meno la
qualifica che costituisce titolo per la
partecipazione
allorgano,
detti
componenti decadono, con la sola
eccezione del Presidente che rimane in
carica fino alla fine del mandato. Essi
restano, comunque, in carica sino alla
nomina dei successori.

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 5 (SEDE)
Non sono richieste integrazioni.

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 6 (ORGANI)
Relativamente al comma 1, tenuto conto che lo
Statuto si sofferma (a cominciare dallarticolo che
segue) specificamente su tutti questi Organi, ne
consegue che le dovute integrazioni troveranno la
loro logica collocazione in ciascuno di essi.
Per quanto riguarda il comma 2, va detto che
qualora si verifichi la fattispecie che d luogo alla
decadenza, conviene prevedere una tempistica
entro la quale provvedere alla nomina del
subentrante, cos da evitare il protrarsi di presenze
ormai prive della titolarit della rappresentanza.
La disciplina di questa tempistica non pu, tuttavia,
essere uniforme, dal momento che sia il Presidente
che i Consiglieri hanno provenienze diverse: a)
Rappresentanti di Area, b) Presidenti di CCIE non
Rappresentanti di Area, c) Rappresentante dei
Segretari generali di CCIE, d) Rappresentanti di
CCIAA. Ne consegue che, analogamente a quanto
deciso per il comma 1, si rinvia la regolamentazione
della decadenza al punto in cui lo Statuto enuncia la

90

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
costituzione del Consiglio (art. 8).
Ed ancora a proposito del comma 2, si ribadisce che
laddove si parla di secondo consecutivo mandato,
si deve intendere (e la parola consecutivo ha lo
scopo di evitare eventuali interpretazioni difformi)
che configurabile il caso di una rielezione, una
volta che sia trascorso lintervallo di almeno un
mandato senza aver ricoperto cariche sociali.

STATUTO
Art. 7 (ASSEMBLEA DEGLI ASSOCIATI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 7 (ASSEMBLEA DEGLI ASSOCIATI)

1. LAssemblea costituita con


rappresentanza
paritetica
tra le CCIE ed Unioncamere.

Con riferimento allenunciato del comma 1, si gi avuta


occasione di specificare (art. 2. I Soci) che la riferita
rappresentanza paritetica con Unioncamere si concretizza
attribuendole un numero di voti uguale al totale di CCIE esistenti
al momento della celebrazione dellAssemblea.

2. LAssemblea ordinaria si
riunisce una volta allanno
ed convocata mediante
avviso scritto, diffuso anche
per via telematica e/o fax,
recante la data, il luogo e
lora della riunione, nonch
gli argomenti allordine del
giorno. Tale avviso dovr
essere
spedito
almeno
trenta giorni prima di quello
fissato per la riunione.
3. La
convocazione
di
Assemblee straordinarie
ammessa su richiesta di
almeno due terzi degli
associati.
4. Le decisioni sono assunte
con la maggioranza dei due
terzi del numero totale dei
voti
esprimibili.
In
Assemblea ogni CCIE
rappresentata
dal
suo
Presidente oppure, su sua
delega, da altro membro del
Consiglio della stessa.
5. LAssemblea:
a) definisce gli indirizzi
generali dellattivit;
b) fissa lammontare delle
quote dei soci;
c) approva
il
conto
consuntivo e delibera il
bilancio di previsione;
d) nomina,

tra

soggetti

Larticolo elenca prerogative, compiti e poteri dellAssemblea,


mentre sottinteso che in presenza di situazioni non
espressamente disciplinate, surrogherebbe la legge ordinaria
sulle associazioni senza fini di lucro. Peraltro, per evitare
eventuali
dubbi
interpretativi,
si
aggiungono
alcune
specificazioni:
. al comma 3, sottinteso che la convocazione di Assemblee
straordinarie, ammessa su richiesta di almeno due terzi degli
associati deve essere rivolta al Presidente (o a chi ne fa le
veci), rispettando le stesse procedure enunciate a proposito di
quella ordinaria (comma 2);
. il riferimento alle decisioni assembleari (comma 4) va
integrato con la definizione delle modalit, in aggiunta a
quella riguardante il tipo di maggioranza (i due terzi).
Anzitutto, questa omissione implica che spetta al Presidente
proporre dette modalit (per alzata di mano o altra forma di
voto palese). Si procede invece a votazione segreta se la
richiesta viene sottoscritta da un numero di soci
rappresentativo di almeno il 20% dei voti esprimibili, oltre
quello di Unioncamere. A proposito della delega che il
Presidente camerale pu rilasciare a favore di altro membro
del Consiglio, si stabilisce che Assocamerestero faccia invio
del fac-simile della stessa unitamente alla comunicazione con
cui viene convocata lAssemblea.
. alla lett. b) del comma 5: (lAssemblea) fissa lammontare
delle quote dei soci, non viene specificato lorgano
proponente. Per prassi consolidata, spetta al Presidente
formulare la relativa proposta;
. per tutte le altre materie di competenza dellAssemblea, al di
fuori di quelle in cui si menziona espressamente che la
decisione assunta su proposta del Consiglio, si sottintende
che lorgano proponente il Presidente (lettere a, c, d, e, j
del comma 5).
necessario infine definire le modalit per lelezione dei 2
Consiglieri con diritto di voto, che lo Statuto demanda

91

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
residenti in Italia, i
componenti del Collegio
dei
Sindaci
determinandone
il
compenso;
e) nomina il Collegio dei
Probiviri;
f) delibera
le
modifiche
statutarie proposte dal
Consiglio o da un terzo
degli associati;
g) su
proposta
del
Consiglio, definisce la
composizione
delle
Aree, aggregazioni geoeconomiche nellambito
delle quali le CCIE si
articolano;
h) su
proposta
del
Consiglio, approva gli
standard organizzativi e
la tipologia di servizi cui
le
CCIE
associate
debbono
fare
riferimento;
i) sempre su proposta del
Consiglio, approva il
Regolamento
dellAssociazione;
j) delibera lo scioglimento
dellAssociazione.

allAssemblea (art. 8 Il Consiglio. lett. b. del comma 1; (


composto da) due Presidenti di CCIE eletti dalla componente
estera dellAssemblea, con diritto di voto). Non, quindi
lAssemblea di tutti gli associati, comprensiva cio del socio
Unioncamere, ma solo la componente costituita dalle Camere
Italiane allEstero.
Dette modalit variano a seconda dellesistenza, o meno, di
candidature. Risulta, infatti, evidente che ogni Presidente di
CCIE pu presentare la sua candidatura, la cui formalizzazione
deve avvenire per iscritto, con lettera (ma anche per fax e/o via
telematica) indirizzata al Presidente, almeno 20 giorni prima
della data fissata per la celebrazione dellAssemblea ordinaria
(che sar preceduta da questatto elettorale limitato alle CCIE).
Lelezione avverr con votazione segreta e lo scrutinio sar
effettuato da tre scrutatori individuati dal Presidente.
Risulteranno eletti i 2 Presidenti maggiormente votati, a condizione
che abbiano superato il quorum necessario, ossia la met pi uno
dei votanti.
Se uno o entrambi i candidati non raggiungono il quorum
necessario:
a. si procede a una nuova votazione limitata ai primi
due o ai primi quattro a seconda che si debba
procedere rispettivamente allelezione del secondo
o di entrambi i Consiglieri;
b. se anche nella seconda votazione nessuno dei
candidati raggiunge la maggioranza dei votanti
spetter al Presidente, sentiti anche i Consiglieri
eletti in rappresentanza delle Aree, il compito di
sottoporre allAssemblea un numero di nominativi
di cui al punto precedente per lelezione.
In assenza di candidature formalizzate, sar compito del
Presidente sentiti anche i consiglieri eletti in rappresentanza
delle Aree sottoporre allAssemblea i nominativi di quattro
Presidenti di CCIE (scelti preferibilmente tra quelli in possesso di
una esperienza maturata attraverso una anzianit di carica, non
inferiore a 4 anni). Saranno eletti i due candidati che
raggiungono almeno la met pi uno dei votanti.
In caso contrario il Presidente proceder analogamente con
quanto indicato ai precedenti punti a) e b).

92

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

STATUTO
Art. 8 (CONSIGLIO)
1. Il Consiglio composto da:
a) i Presidenti di CCIE
eletti
come
Rappresentanti
delle
Aree geo-economiche
nellambito delle quali
esse si aggregano;
b) due Presidenti di CCIE
eletti
dalla
componente estera
dellAssemblea,
con
diritto di voto;
c) un
rappresentante
designato dai Segretari
Generali delle CCIE,
con diritto di voto;
d) il
Presidente
di
Unioncamere o un
suo
delegato
permanente e, su
indicazione
dellUnioncamere, un
numero
di
rappresentanti
di
CCIAA
tale
da
assicurare insieme al
Presidente o delegato
di
Unioncamere
la
parit con quelli di cui
alle lettere precedenti.
2. Partecipano al Consiglio,
senza diritto di voto:
a) un
rappresentante
designato dal Ministro
dello
Sviluppo
Economico;
b) il Direttore Generale
della
Cooperazione
Economica
e
Finanziaria
Multilaterale
del
Ministero degli Affari

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 8 (CONSIGLIO)
Prendere in considerazione questorgano senza fare riferimento
anche al Presidente pressoch impossibile, stante la
complementariet dei ruoli e dei compiti rispettivamente
esercitati (e, conseguentemente, dei continui, reciproci rinvii).
Daltronde, la modalit di collocare lintegrazione regolamentare
subito dopo lenunciazione di ciascun articolo stata suggerita da
unesigenza di ordine espositivo, per cui per soddisfare la stessa
esigenza viene seguito, in questo caso, un criterio differente.
E cominciamo proprio dal Presidente, al quale lo Statuto fa
ripetutamente riferimento, per essere la figura centrale nella
struttura organizzativa dellAssociazione, lorgano che la
rappresenta, sia allinterno che allesterno. Le citazioni pertanto
ricorrono non solo nellarticolo a lui dedicato (il n. 11.) ma anche
in quelli che disciplinano lAssemblea (e si gi visto) ed il
Consiglio o quelli che statuiscono altri aspetti rilevanti.
Peraltro, avendone lo Statuto definito esaurientemente poteri ed
obblighi, le integrazioni che seguono si limitano a precisare
aspetti complementari.
A cominciare dal precedente articolo 7 (Assemblea degli Associati)
laddove cita, tra i poteri dellAssemblea, quelli che traggono
origine da iniziative del Consiglio (le lettere g, h , i del comma 5):
evidente che spetta al Presidente formulare le proposte in nome
e per conto di questorgano.
Ancora a proposito del Consiglio, del pari riferito che la sua
convocazione uno dei poteri spettante al Presidente (ved. art.
11. Il Presidente. comma 1), con lunica eccezione rappresentata
dal caso contemplato dal comma 2 dellart. 9. seguente
(Convocazioni e deliberazioni): Il Consiglio convocato anche su
richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti, aventi diritto di
voto. In tal caso, infatti, il Presidente dovr effettuare la
convocazione entro una scadenza vincolante. Peraltro, essendo lo
Statuto omesso, ne consegue che detta convocazione debba
uniformarsi al criterio fissato per le riunioni ordinarie, ossia 20
giorni prima, a contare da quello in cui la richiesta pervenuta.
Si detto (commento allart. 6) che la fattispecie che determina
la decadenza dei Consiglieri deve essere regolamentata anche per
quanto riguarda i tempi entro cui detta sostituzione deve
avvenire. Peraltro, la loro appartenenza a categorie differenti
richiede una trattazione separata, a cominciare dai
Rappresentanti di Area.

93

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
Esteri
o
delegato;

un

suo

c) il Direttore Generale
per
la
Promozione
degli
Scambi
del
Ministero
del
Commercio
Internazionale o un suo
delegato;
d) un
rappresentante
designato
dalla
Conferenza
dei
Presidenti
delle
Regioni;
e) un
rappresentante
designato dallICE.
3. Il Consiglio, composto dai
membri
con
voto
deliberativo:
a) elegge fra i propri
membri il Presidente
e,
con
votazione
separata,
il
Vicepresidente.
Nel
caso
in
cui
il
Presidente
sia
espressione del mondo
camerale estero, il
Vicepresidente dovr
essere espressione del
mondo
camerale
domestico e viceversa.
b) delibera il programma
annuale di attivit;
c) delibera
eventuali
variazioni al bilancio di
previsione;
d) assume le decisioni
relative
alla
costituzione
e
cessazione
del
rapporto di lavoro del
personale dipendente;
e) nomina il
Generale;

Considerato che la scelta del Rappresentante riferita alla


persona e non alla Camera al cui interno si verificata la
cessazione delle sue funzioni, resta esclusa lipotesi che il
Presidente
che
gli
subentra
nella
Camera
assuma
automaticamente la rappresentanza dellArea (a meno che non sia
la maggioranza delle CCIE ad esprimersi in tal senso). Lelezione
di un nuovo R. di A. deve avvenire quindi in occasione della prima
riunione successiva, convocata dal Presidente cessante ovvero dal
Presidente di Camera pi anziano nella carica o, a parit,
anagraficamente.
Qualora detta riunione non sia prevista entro i 90 giorni successivi
e per esigenze associative dovesse rendersi necessario il reintegro
del seggio rimasto vacante in Consiglio, sar compito del
Presidente di Assocamerestero provvedere a tanto, avvalendosi
della collaborazione del Presidente di CCIE dellArea con la
maggiore anzianit di carica o, a parit, anagrafica.
Diverso il caso di un Presidente di CCIE eletto in Assemblea
(dalla componente estera). Esclusa lipotesi della convocazione di
una Assise straordinaria (ristretta) al solo scopo di eleggere un
sostituto, si ammette la sua permanenza in carica fino alla
celebrazione dellAssemblea ordinaria, a meno che le ragioni della
cessazione non siano tali da motivare liniziativa del Presidente di
Assocamerestero di cooptare un suo sostituto, chiedendone
ratifica al Consiglio in occasione della prima riunione successiva.
La sostituzione del Rappresentante dei Segretari Generali
prospetta una situazione analoga a quella dei R. di A., e ad essa
quindi si dar soluzione facendo subentrare il S.G. che ha ricevuto
il maggior numero di voti dopo quello eletto e decaduto fino
alla successiva riunione.
Infine, per i Consiglieri in quota Unioncamere, tenuto conto che
lindicazione riferita alla persona, la comunicazione del
subentrante resta dipendente dallintervallo di tempo
intercorrente tra il momento della decadenza e quello della
riunione dellorgano preposto statutariamente a questo compito.
Il comma 2, nellelencare i Consiglieri senza diritto di voto,
utilizza per alcuni lespressione un rappresentante designato ,
mentre in altri casi aggiunge nel definire la figura e la funzione
un suo delegato. Pertanto, allo scopo di una uniformit di
attuazione resta inteso che tanto il titolare dellorganismo (o, in
sua vece, la persona delegata a rappresentarlo stabilmente)
quanto il rappresentante designato possono essere sostituiti,
previa comunicazione al Presidente di Assocamerestero, solo in
casi di impedimento esplicitato nella delega.

Segretario

f) decide le spese;
g) pu
costituire
presidenze donore e
un numero limitato di
Comitati
per
il
conseguimento
degli
scopi
sociali.
I
rispettivi
Presidenti

Per ci che riguarda i poteri demandati al Consiglio si evidenziano


sia quelli richiamati allart. 7 (Assemblea degli associati): su
proposta del Consiglio, lAssemblea: a) definisce la composizione
delle Aree; b) approva gli standards organizzativi; c) approva il
Regolamento dellAssociazione; che quelli elencati nel presente
articolo che, al comma 3, li esplicita in una forma che non
richiede integrazioni aggiuntive.
Fa eccezione quello della lettera g) il quale si riferisce al potere
di costituzione di Comitati consiliari in termini generici: Pu

94

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
partecipano
al
Consiglio senza diritto
di voto;
h) assume
ogni
decisione
attribuita
ad
organi.

altra
non
altri

costituire (omissis) un numero limitato di Comitati e


necessita quindi di essere integrata. Si rileva anzitutto che una
pur implicita limitazione viene fatta, dal momento che si specifica
per il conseguimento degli scopi sociali (che sono quelli elencati
allart. 4).
Sono pertanto escluse tutte le fattispecie in cui lobiettivo si
esaurisca in tempi brevi oppure abbia una durata prefissata (e non
sia, comunque, direttamente collegato agli scopi sociali). La
casistica di siffatti organismi ampia: effettuare uno studio o
unindagine di mercato; predisporre un documento che richieda
competenze diversificate; organizzare un evento di una certa
complessit; partecipare a tavoli di lavoro con altri soggetti,
ecc.; e possono assumere denominazioni differenti (commissione,
gruppo di lavoro, gruppo di studio, task-force, ecc.).
Ci chiarito, i Comitati sono soltanto quelli chiamati a svolgere
compiti che hanno carattere permanente, in quanto forniscono un
supporto costante e concorrono, con gli altri organi sociali, a
ridefinire gli obiettivi imposti dai mutamenti dei mercati e della
domanda di servizi. Se ne conclude che il loro numero,
nellattuale situazione, difficilmente potr essere superiore a 2 o
3.
La diversit di contenuti e di finalit tra questi e quelli
temporanei trova conferma nel fatto che lo Statuto menziona
solo la facolt di costituire Comitati e non anche le altre
fattispecie sopra citate, la cui creazione sottinteso essere
inerente ai poteri che il Presidente esercita attraverso semplici
Comunicazioni o Determinazioni.
In fase di rendiconto, invece, nellun caso e nellaltro, i rispettivi
responsabili sono tenuti a sottoporre al Consiglio una relazione
annuale sullattivit svolta, sui risultati conseguiti (anche se
lorganismo ha esaurito il suo compito), sui programmi e sugli
obiettivi a breve e/o medio termine.
Si ricorda, prima di concludere, per ci che riguarda il VicePresidente, che egli al di l delle citazioni esplicite che
ricorrono nello Statuto in assenza del Presidente, assume tutti i
poteri attribuiti al primo.

STATUTO
Art. 9 (CONVOCAZIONI E DELIBERAZIONI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 9 (CONVOCAZIONI E
DELIBERAZIONI)

1. Le convocazioni del Consiglio avvengono mediante avviso scritto,


diffuso anche per via telematica e/o fax, recante la data, il luogo
e lora della riunione, nonch gli argomenti allordine del giorno.
Tale avviso deve essere spedito almeno venti giorni prima delle
riunioni.

Lunico
punto
che
necessita di integrazioni
quello enunciato dal
comma 2 (Il Consiglio
convocato
anche
su
richiesta di almeno un
terzo
dei
suoi
componenti,
aventi
diritto di voto) che, per
le citate ragioni di logica
espositiva, stato gi
oggetto di trattazione nel
precedente articolo 8.

2. Il Consiglio convocato anche su richiesta di almeno un terzo dei


suoi componenti, aventi diritto di voto.
3. Le sedute del Consiglio sono valide con la partecipazione di
almeno la met pi uno dei componenti.
4. Le decisioni sono adottate dal Consiglio a maggioranza assoluta

95

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
dei presenti. In caso di parit prevale il voto del Presidente.
5. Il Presidente, anche su proposta del Vice Presidente, pu invitare
alle riunioni del Consiglio, senza diritto di voto, personalit ed
esperti.
6. Le sedute del Consiglio possono essere tenute in tele-conferenza
o, ove opportuno e necessario, in video-conferenza, o con altre
innovazioni tecnologiche, spettando al Presidente il compito di
definirne modalit e siti.
STATUTO
Art. 10 (LE AREE)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 10 (LE AREE)

1. Le Aree definiscono,
nelle loro riunioni,
sia gli obiettivi e le
modalit della loro
organizzazione, in
armonia
con
la
disciplina statutaria
dellAssociazione,
sia il ruolo del loro
Rappresentante
allinterno dellarea,
nellambito
di
quanto indicato dal
Consiglio.

Lorganizzazione territoriale per Aree un argomento che richiede una


trattazione articolata e per chiarezza espositiva viene suddivisa in tre
capitoli: 1) Le Aree; 2) Il Rappresentante di Area; 3) Le riunioni di Area.

2. Le
Aree
individueranno,
inoltre, le risorse
idonee
al
raggiungimento degli
obiettivi dati.
3. Il
Consiglio,
su
indicazione
delle
CCIE
interessate,
propone
allAssemblea
eventuali modifiche
ai
livelli
di
aggregazione
che
delimitano le Aree.
4. Il Consiglio definisce
i compiti associativi
del Rappresentante
di Area e le modalit
operative
della
stesse, sulla base
del Regolamento di
cui alla lett. i) del
comma 5 dellart. 7
(Assemblea
degli
associati).

1) Le Aree. Con criteri di funzionalit, nonch per agevolare la


comunicazione e le collaborazioni intercamerali, le CCIE si
raggruppano per aggregazioni geo-economiche, allinterno delle
quali la contiguit geografica e la condivisione delle problematiche
sociali, politiche ed economiche consente di perseguire in modo pi
agevole e razionale le finalit di sistema di Assocamerestero.
Dette aggregazioni possono nel tempo subire delle modifiche,
sempre per corrispondere alle menzionate esigenze di
collaborazione e di progettualit comune. Esse possono riguardare:
a) la ridefinizione dei confini geografici, per lingresso di nuove
Camere su territori anteriormente privi di nostre presenze; b) la
costituzione di nuove Aree, risultanti dallo scorporo di una o pi di
quelle esistenti; c) la modifica delle stesse, per il trasferimento di
una o pi Camere da unArea ad altra.
La casistica del primo tipo (allargamento di unArea) rappresenta
una crescita naturale e non necessita quindi di essere disciplinata,
mentre gli altri casi rientrano nellambito di quanto statuiscono
lart. 7. (LAssemblea degli associati) in combinazione con quello
che qui si sta regolamentando: il primo per indicare lorgano
competente a definirne composizione e modifiche ed il presente per
indicarne le modalit operative e, conseguentemente, i compiti del
Rappresentante di Area.
Lattribuzione avviene quindi sulla scorta delle aggregazioni socioeconomiche esistenti in un dato momento, per cui eventuali
modifiche comportano la ridistribuzione delle Camere dei territori
interessati, fatti salvi i casi in cui lattribuzione ad unArea
piuttosto che ad unaltra non dia adito a situazioni dubbie. Spetter
al Consiglio esaminare dette situazioni e proporre la soluzione pi
idonea allAssemblea, cui compete formalizzare la decisione.
LArea costituisce una modalit per sintetizzare esigenze specifiche
e rappresentarle collettivamente, per tutta una serie di tematiche
di cui si parler pi avanti. Lorganizzazione per Aree non determina
alcuna gerarchizzazione di rapporti, sia allinterno che nei confronti
dellAssociazione.
Le CCIE di nuova costituzione entrano a far parte dellArea senza
alcuna formalit. Spetter al Rappresentante stabilire un primo

96

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
contatto (sempre che, come assai frequente, questo non sia gi
avvenuto), nonch illustrare ragioni e funzionamento dellArea.
Le Aree, in quanto aggregazioni costituite per fini operativi, di
funzionalit, godono di larga autonomia nel definire le modalit del
loro operare: darsi, se lo ritengono, un Regolamento per la parte
riguardante convocazioni, numero e modalit delle riunioni,
candidature, comunicazioni, informazioni, ecc.; creare un fondo di
dotazione per eventuali interventi di supporto alle CCIE; affidare al
Responsabile di Area compiti aggiuntivi a quelli che discendono dallo
Statuto (ved. infra).
Il tutto, comunque, nel rispetto di alcuni presupposti statutari,
quali:
. modalit organizzative e norme che non vengano a trovarsi in
contrasto con quanto stabiliscono le linee-guida dello Statuto (e
del Regolamento che ne costituisce parte integrante): Le Aree
definiscono (omissis) le modalit della loro organizzazione, in
armonia con la disciplina statutaria dellAssociazione (comma
1);
. modalit di funzionamento (elezione del Rappresentante di
Area, durata del mandato e rieleggibilit, deleghe per le
riunioni di Area) che rispecchino la normativa generale.
2) Il Rappresentante di Area. Questa figura quella di un primus
inter pares, stante anche la temporaneit del suo incarico, per cui
la sua designazione, pur attraverso un atto elettivo o una scelta,
non d luogo a rapporti gerarchici. Egli tuttavia investito di poteri
di iniziativa e di indirizzo per tutto quanto attiene il funzionamento
dellArea.
Sulle modalit di elezione vale quanto detto sopra: ogni Area ha
piena autonomia nel definirne le regole, gli adempimenti, le
formalit.
Anche ai Rappresentanti di Area si applica il principio (art. 6 dello
Statuto) in virt del quale se durante il periodo di carica viene
meno la qualifica che costituisce titolo per la partecipazione
allorgano (in questo caso la Presidenza di CCIE) essi decadono, ma
rimangono in carica fino alla nomina dei successori.
Circa i tempi per procedere alla loro sostituzione, si rinvia a quanto
detto nel regolamentare gli aspetti connessi al funzionamento del
Consiglio (art. 8).
Il R. di A. attende ad una duplicit di compiti, per essere il punto di
riferimento sia nei confronti delle Camere dellArea che verso il
Consiglio, nella veste di membro di questorgano (che assume
automaticamente in conseguenza dellelezione a Rappresentante di
Area, comma 1 dellart. 8. Il Consiglio).
Quelli che deve assolvere sul versante interno sono, in linea di
massima, i seguenti:
. stimolare la partecipazione delle CCIE ad una sorta di dibattito
permanente, anche attraverso la proposizione di specifiche
tematiche;
. curare la diffusione di informazioni, notizie e di ogni altra

97

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
documentazione finalizzata al raggiungimento dellobiettivo
indicato al punto precedente;
. favorire la partecipazione delle CCIE a progetti di rete, sia
allinterno che al di fuori della propria Area;
. favorire linserimento nellArea delle new entry, ponendo a
loro disposizione se del caso supporti e strumenti di
formazione/informazione, sia direttamente che utilizzando la
eventuale disponibilit di altra Consorella;
. convocare ed organizzare le periodiche riunioni, stimolando la
pi ampia partecipazione alla proposizione degli argomenti da
trattare (ved. infra: Le riunioni di Area);
. fornire consulenza ed orientamenti alle Camere che denunciano
criticit, sia sostenendole in iniziative di recupero definite
congiuntamente (se la struttura della propria Camera lo
consente) che partecipando ad interventi di supporto pianificati,
promossi da Assocamerestero.
Tra gli adempimenti che gli sono delegati nella veste di referente
associativo allinterno del sistema si evidenziano i seguenti:
. il coordinamento dellArea, attraverso il dibattito,
mediazione e la sintesi della normale dialettica interna;

la

. la rappresentazione in seno ad Assocamerestero di istanze, di


problematiche specifiche dellArea o di una o pi CCIE della
stessa;
. il collegamento con gli altri Rappresentanti di Area, nellottica
di alimentare i processi di crescita del sistema;
. lassolvimento di incarichi di interesse dellArea decisi dal
Consiglio (di cui parte) o dal Presidente dellAssociazione.
3) Le riunioni di Area. Costituiscono il momento aggregante, in cui
confluiscono le identit e le istanze delle singole Camere ed in cui si
rinnova lo spirito di appartenenza e di solidariet, al di l delle
specificit e delle problematiche di cui ciascuna portatrice.
La frequenza di queste riunioni lasciata al criterio di ciascun
raggruppamento: (sia che venga stabilita di volta in volta o che sia
contemplata nel gi citato Regolamento di Area). Comunque, in
considerazione di tutto quanto detto sullimportanza di sviluppare lo
spirito di gruppo e le collaborazioni, si valuta conveniente realizzare
non meno di due riunioni annuali.
Conviene, poi, per i casi in cui nelle riunioni si debbano prendere
delle decisioni, definirne le modalit. Ribadito che le Aree non sono
organi statutari ma aggregazioni operative, ne consegue che le
riunioni, piuttosto che luogo di decisioni (e di votazioni) sono luogo
di dialogo, dove si affrontano tematiche legate al funzionamento
delle Camere ed alle problematiche di mercato; sono occasioni
irripetibili per fruttuosi scambi di esperienze (il benchmarking),
per progettare collaborazioni congiunte, per aprirsi al dialogo con le
altre realt del mondo economico e del territorio.
Ci detto, conviene comunque stabilire i requisiti per la validit
delle votazioni, quando ricorrono specifiche esigenze, quali ad
esempio lelezione del suo Rappresentante (o la sua revoca, se
richiesta dai 2/3 delle CCIE dellArea) o lapprovazione

98

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
delleventuale Regolamento, al quale si gi fatto riferimento.
In questi casi la votazione presuppone lesistenza del numero legale
e coerentemente con quanto pi volte ribadito circa la natura delle
Aree si rimette alla loro discrezionalit il compito di stabilire sia le
modalit di voto (palese o segreto) che il tipo di maggioranza
(semplice o qualificata).
Al di fuori di queste fattispecie, in caso di ricorso al voto, sar
sufficiente la maggioranza semplice dei presenti e non quella degli
aventi diritto, salvo diverso avviso delluna o dellaltra Area.
La presenza delle CCIE a queste riunioni a somiglianza di quanto
postula il dettato statutario in materia di deleghe assembleari
avviene attraverso il suo Presidente o, su sua delega, attraverso il
Vice-Presidente o altro membro del Consiglio o, ancora, il Segretario
Generale della stessa
Tra gli adempimenti a carico del Rappresentante di Area per la
preparazione di queste riunioni si menzionano i principali:
. indire le riunioni, fissandone data e localit (la consultazione
previa delle CCIE opportuna);
. definire gli argomenti allordine del giorno, dopo aver raccolto
anche le proposte ed i suggerimenti dei colleghi delle altre
CCIE;
. coordinare con Assocamerestero la partecipazione di
rappresentanti di enti territoriali, di associazioni di categoria, di
aziende, per utilizzare queste occasioni per aprirsi al dialogo ed
alla ricerca di utili collaborazioni esterne al nostro sistema;
. definire, se la riunione non ha luogo nella sede di una Camera,
gli accordi logistici con lente ospitante.
Tutto ci tenendo presente che la messa a punto di questi incontri
deve avvenire in stretto collegamento con lo staff di
Assocamerestero, allo scopo di inserire le tematiche scelte
allinterno di un discorso comune, nellottica di fare sistema.

99

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

STATUTO
Art. 11 (IL PRESIDENTE)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 11 (IL PRESIDENTE)

1. Il Presidente ha la rappresentanza legale di


Assocamerestero. Convoca e presiede
lAssemblea ed il Consiglio. Assicura il
perseguimento degli obiettivi e degli
indirizzi definiti dallAssemblea e dal
Consiglio.

Come unica integrazione a quanto diffusamente


trattato a commento dellarticolo 8 al quale si
fa rinvio rimane da precisare la dizione
Consigliere pi anziano, contenuta nel comma
4: in prima istanza, lanzianit quella riferita
alla carica di Consigliere ed in caso di parit al
Consigliere anagraficamente pi anziano.

2. Il Presidente, in caso di urgenza, pu


assumere gli atti di competenza del
Consiglio, salvo ratifica da parte di questo
nella prima riunione successiva. Su delega
del Consiglio pu, inoltre, assumere le
decisioni di cui alla lettere d), e) ed f) del
comma 3 dellarticolo 8.
3. Il Presidente pu affidare la trattazione di
questioni
prioritariamente
al
Vicepresidente e, in presenza di motivate
esigenze, ad uno o a pi membri del
Consiglio.
4. In caso di assenza o impedimento, il
Presidente sostituito dal Vice Presidente
ed in caso di impedimento di entrambi dal
Consigliere pi anziano.
STATUTO
Art. 12 (COLLEGIO DEI SINDACI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 12 (COLLEGIO DEI SINDACI)

1. Il Collegio dei Sindaci composto da un


Presidente, due membri effettivi e due
supplenti; svolge i compiti demandati dal
Codice Civile; ad esso attribuito il
controllo contabile e partecipa alle sedute
dellAssemblea e del Consiglio.

Organo di controllo e di certificazione


dellattivit dellAssociazione, il Collegio dei
Sindaci non richiede in sede di Regolamento
specificazioni integrative di quelle chiaramente
espresse nel disposto statutario, considerato
anche che i suoi compiti sono disciplinati dalla
legge, alla quale infatti larticolo fa esplicito
riferimento: svolge i compiti demandati dal
Codice Civile.

2. Il
Collegio
dei
dallAssemblea.

Sindaci

eletto

STATUTO
Art. 13 (COLLEGIO DEI
PROBIVIRI)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 13 (COLLEGIO DEI PROBIVIRI)

1. Eventuali
controversie
tra
Assocamerestero e i
suoi soci ovvero tra i
soci
stessi
in
relazione
ad
Assocamerestero sono
risolte secondo equit
da un collegio di tre
probiviri
nominati

Lo Statuto affida a questo organo una duplicit di compiti,


aggiungendosi a quello di porsi come custode dei principi e dei valori
insiti nelle regole che ogni associazione si attribuisce, anche uno
operativo (gi menzionato a proposito della normativa su Ammissione
e cessazione degli associati, art. 3).
La relativa casistica riassunta sotto due fattispecie: la prima quella
dellinottemperanza agli standards organizzativi, disciplinata dallart. 3
in combinazione con lart. 7 la seconda enunciata nel presente, sotto
la dicitura del comma 2: comportamenti in evidente contrasto con

100

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
dallAssemblea.
2. Il
Collegio
dei
Probiviri,
previa
comunicazione
alle
parti
interessate
almeno trenta giorni
prima, propone al
Consiglio
la
decadenza da socio,
qualora
i
comportamenti tenuti
dai
suoi
rappresentanti siano
in evidente contrasto
con le finalit di
Assocamerestero.

le finalit di Assocamerestero.
Pertanto, mentre nel primo caso sar il Consiglio, come si gi visto,
ad adottare le conseguenti decisioni, nei casi di comportamenti
contrastanti con le finalit dellAssociazione spetta al Collegio dei
Probiviri proporre al Consiglio la decadenza da socio (secondo le
modalit sopra citate: comma 2).
Per ci che riguarda i comportamenti che possono rientrare sotto
questa fattispecie (il dettato statutario parla di evidente contrasto),
siamo ancora una volta di fronte alla difficolt di stilare una casistica: il
riferimento alle finalit di Assocamerestero non pone dubbi
interpretativi (ved. art. 4. Scopi sociali), mentre i comportamenti che
confliggono non sempre sono prevedibili e c sempre il rischio di
incorrere in una elencazione incompleta per cui occorre valutare le
fattispecie concrete.

Ribadito che compito precipuo dei probiviri quello di dirimere


eventuali controversie; fornire chiarimenti su circostanze dubbie; dare,
quando richiesto, pareri atti a supportare le decisioni degli organi
direttivi, si evidenzia che per questo Collegio organo di vigilanza e di
garanzia lo statuto, a differenza degli altri, non prevede un limite al
numero di mandati, e le ragioni sono evidenti: baster ricordare che
lautorit, il prestigio e lestraneit ai fatti quotidiani dellassociazione
li pongono in una posizione sottratta ad ogni possibile logoramento dei
rapporti.
Sar, quindi, compito del Presidente e del Consiglio valutare se e
quando consigliabile procedere ad un suo rinnovo.
E sottinteso che i suoi membri non debbano ricoprire altri incarichi in
seno ad Assocamerestero, fermo restando che laver svolto precedenti,
importanti esperienze nel mondo camerale pu costituire titolo
preferenziale.

STATUTO
Art. 14 (IL Segretario Generale)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 14 (IL Segretario Generale)

1. Al
Segretario
Generale
competono le funzioni di
vertice dellamministrazione
di
Assocamerestero.
Il
Segretario Generale attua le
decisioni degli organi, svolge i
compiti a lui delegati dal
Consiglio, d corso agli
adempimenti amministrativi,
ha la responsabilit della
gestione del personale e
dellandamento dei servizi.

Il compito del Segretario Generale essenzialmente quello di


porre la struttura operativa, di cui responsabile, nella
condizione di agire per il perseguimento degli obiettivi
dellAssociazione. A ci si aggiunga la centralit ed il peso del
suo ruolo quando chiamato a fornire al Presidente ed al
Consiglio quei supporti indispensabili allespletamento delle
loro funzioni, su temi che abbracciano un arco molto ampio.

2. Il
Segretario
Generale
presenta semestralmente al
Consiglio
una
relazione
sullandamento della gestione
e sui risultati conseguiti.
Partecipa, senza diritto di

Il Segretario Generale risponde al Consiglio (che lo ha


nominato: art. 8, lett. e. del comma 3) ed al Presidente e lo
Statuto prevede che presenti una relazione sui risultati e
sullandamento della gestione, con cadenza semestrale. Il
dettato statutario si limita a parlare di una relazione, senza
definirne la modalit, ma trattandosi di un compito che il
Segretario Generale deve assolvere nei confronti di un organo
composto da pi membri, se ne deve concludere che debba
trattarsi di un documento scritto.
Egli, infine, linterfaccia tra gli organi sociali e la struttura

101

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
voto,
alle
riunioni
del
Consiglio e dellAssemblea ed
assume
le
funzioni
di
segretario di dette riunioni.

operativa di Assocamerestero nonch interlocutore unico nei


rapporti con lesterno (istituzioni, enti, associazioni, fornitori
ed ogni altro interlocutore).

STATUTO
Art. 15 (FINANZIAMENTO)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 15 (FINANZIAMENTO)

1. Il finanziamento assicurato:
a) in misura paritetica dalle quote associative delle CCIE
deliberate
dallAssemblea
e
dalla
quota
dellUnioncamere;

Non sono richiesti commenti e


integrazioni.

b) dalle quote di eventuali altri soci (art. 2 comma 2);


c) dalle entrate per le attivit svolte e i servizi resi e dai
proventi per progetti e iniziative;
d) da ogni altro provento o entrata.

STATUTO
Art. 16 (ESERCIZIO E GESTIONE)
1. Lesercizio finanziario coincide con lanno
solare. Il bilancio di previsione e il conto
consuntivo vengono approvati in sede di
Assemblea ordinaria.

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 16 (ESERCIZIO E GESTIONE)
Non sono richieste integrazioni.

STATUTO
Art. 17 (SCIOGLIMENTO)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 17 (SCIOGLIMENTO)

1. Lo scioglimento deciso dallAssemblea


che provvede alla nomina di un Collegio di
Liquidatori fissandone i poteri e il
compenso, e decide in ordine alla
devoluzione del patrimonio residuo.

Trattasi di un caso estremo, di cui difficile


prevedere in quali termini possa configurarsi. Da
ci consegue che la fissazione di modalit
astratte circa la nomina, la composizione, i
poteri ed il compenso di questo organismo pu
risultare decontestualizzata, per cui si valuta
opportuno soprassedere.

STATUTO
Art. 18 (NORMA TRANSITORIA)

REGOLAMENTO APPLICATIVO
Art. 18 (NORMA TRANSITORIA)

1. Il nuovo statuto entra in vigore dopo


lapprovazione del relativo Regolamento.

Non sono richieste integrazioni.

2. Gli organi in funzione al momento


dellentrata in vigore dello statuto, restano
in carica fino alla loro naturale scadenza.

102

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni

Linee guida di indirizzo deontologico

PREMESSA - LAssociazione delle Camere di Commercio Italiane allEstero


(da ora Assocamerestero) ha come fine di rappresentare e valorizzare le
Camere Italiane allEstero in raccordo con il sistema camerale italiano cos
come specificato e definito pi nel dettaglio dagli articoli 1 e 4 del suo
Statuto.
Nello svolgimento dellattivit rivolta al perseguimento degli scopi sociali gli
organi rappresentativi e direttivi di Assocamerestero realizzano
comportamenti improntati a principi di responsabilit etica, sociale, di
correttezza, sia allinterno che verso i terzi.
LAssociazione tenuta a vigilare che ogni CCIE nella sua qualit di socio,
rispetti le regole sulle quali si regge Assocamerestero.
1) NORME DI CONDOTTA
LAssociazione, attraverso i suoi rappresentanti, si impegna a:
assumere comportamenti corretti e rispettare gli standards di integrit,
onest e trasparenza sia allinterno che allesterno dellAssociazione;
trattare i dati personali e le informazioni riservate in ottemperanza alla
legislazione italiana sulla privacy;
rispettare i principi generali in tema di conflitto di interessi;
non svolgere attivit che possa configurarsi come illecito amministrativo o
penale.

2) RAPPORTI INTERNI
Gli organi rappresentativi, gli organi dirigenti e il personale dei diversi livelli
si impegnano a:
mantenere un ambiente di lavoro decoroso nel rispetto della dignit della
persona e nellosservanza delle leggi
utilizzare i beni dellAssociazione in modo scrupoloso e tale da
proteggerne il valore;
offrire opportunit di avanzamento professionale a tutti i dipendenti (pari
opportunit);
considerare inaccettabile qualsiasi tipo di molestia o comportamento
indesiderato, come quelli connessi a religione, razza, sesso ed altre
caratteristiche personali e fisiche che violino la dignit della persona;
assolvere i compiti connessi alla designazione/elezione a cariche direttive
e/o rappresentative in regime di esclusivit, ci che comporta
lincompatibilit con eventuali altre attivit professionali che possano
entrare in conflitto;
gli organi che hanno la rappresentanza e la direzione dellAssociazione si
impegnano a non ricoprire doppi incarichi in pi di una Camera di
Commercio Italiana, oppure

103

Le Camere di Commercio Italiane allEstero


Natura, caratteristiche e funzioni
in pi di una Camera di Commercio Italiana allEstero, se non per
circostanze eccezionali, e comunque per un periodo temporaneo e
transitorio.
3) RAPPORTI CON LESTERNO
Gli organi rappresentativi, direttivi e il personale dellAssociazione sono
tenuti ad agire, nei rapporti di lavoro con i soggetti terzi, secondo principi
di buona fede, lealt, correttezza, responsabilit e trasparenza. In
particolare, si impegnano a:
comportamenti coerenti con gli obiettivi e le finalit dellAssociazione;
svolgere attivit di lobbying con le istituzioni pubbliche, attraverso gli
organi statutariamente responsabili a svolgere queste mansioni (Presidente
e/o Segretario Generale, e/o altri Amministratori ove esplicitamente
delegati) nel rispetto delle leggi vigenti;
non consentire lo svolgimento, allinterno della sede dellAssociazione, di
qualsiasi attivit che possa collegarsi, direttamente o indirettamente, a
scopi politici e/o di tipo partitico;
selezionare i fornitori di servizi in base alla loro capacit di offerta in
termini di qualit, innovazione, costi e servizi;
mantenere rapporti con i media di regola solo attraverso il Presidente e
il Segretario Generale, o persone da loro delegate;
farsi promotori del principio di solidariet e collaborazione sia tra le
Camere di Commercio Italiane allEstero che tra le Camere di Commercio
Italiane, nellambito del complessivo network camerale.

Il Collegio dei Probiviri di cui allart. 13 dello Statuto di Assocamerestero


competente a esprimere un parere sulle eventuali infrazioni alle presenti
regole di comportamento.

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