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#vieniviaconme, gli italiani e la mobilit condivisa.

Indagine Fleed Digital Consulting e Digiconsum


Gli italiani amano la mobilit condivisa: "Servizi anche al Sud e regole subito". Il successo di car
sharing e car pooling destinato a durare. Lo dice l'indagine realizzata da Fleed Digital Consulting
e Digiconsum.

#vieniviaconme, gli italiani e la mobilit condivisa


Gli italiani amano la mobilit condivisa e sempre pi spesso lasciano l'auto a casa e scelgono di
muoversi grazie ai servizi di car sharing e car pooling. I vantaggi infatti sono tantissimi: condividere
l'auto significa razionalizzare i costi di carburante e di manutenzione, significare avere meno
traffico in strada e quindi abbattere le emissioni inquinanti e migliorare la qualit della vita. Questo
quanto emerso dalla ricerca #vieniviaconme, realizzata da Fleed Digital Consulting, azienda
specializzata nella comunicazione web e nel monitoraggio della rete.
Ma non finisce qui. Dallo studio si denota che gli utenti sono informati e in grado di comparare i
diversi servizi. Non mostrano una marcata fidelizzazione ad un brand rispetto ad un altro ma, al
contrario, tendono a utilizzare il servizio pi conveniente a seconda delle specifiche necessit.

C' poi una richiesta che arriva dai consumatori: estendere i servizi nelle aree geografiche dove
non sono presenti. Al Sud ci si domanda se questa tipologia di servizi partir mai. Qualcosa si
comincia a muovere anche l. Solo pochi giorni fa, a Palermo stato lanciato il car sharing elettrico
pi grande d'Italia. Il Comune e l'azienda dei trasporti locali Amat, in collaborazione con Renault
Italia ed Enel hanno presentato 24 Renault ZOE 100% elettriche che assicureranno ogni giorno il
servizio e sosteranno in 5 parcheggi dislocati in citt. Sedici invece le stazioni dove sar possibile
ricaricare le vetture.
E' proprio su queste collaborazioni tra servizio pubblico e privato che i consumatori consigliano di
puntare di pi: sono tutti d'accordo sulle agevolazioni che alcuni Comuni hanno deciso di dare a
questi servizi. In cambio per, i cittadini-utenti vorrebbero che le aziende di settore si
comportassero un po' come se fossero realt pubbliche introducendo delle agevolazioni per i
soggetti deboli.
Negativo per nel suo complesso il quadro che emerge sulle istituzioni: la legislazione non al
passo con i tempi quindi la politica dovrebbe spingere per introdurre una normativa di settore
chiara. Si chiede anche di evitare che le legislazione evolva per sentenze creando cos un quadro
di incertezza e di dare maggiore sicurezza al cittadino in ordine ai propri diritti e doveri.

Commenta Paolo Cardini, presidente di Digiconsum, associazione di promozione sociale che per
obiettivo la tutela dei consumatori digitali: "L'utente entusiasta di questi servizi e chiede alla
politica di dare delle risposte rapide. Risposte che tardano ad arrivare. I giovani sono sempre
meno attaccati al concetto di propriet. Si tratta di un cambio di mentalit che la politica ancora
non ha colto". La politica dovrebbe invece cogliere il cambiamento e intervenire prima che
i 'problemi' si presentino per regolamentare.
Cosa chiedono le aziende del settore alla politica. L'azienda del cane a sei zampe ribadisce di
voler discutere con le amministrazioni e di voler contribuire a colmare le lacune del
trasporto pubblico locale italiano. "Ad oggi per lanciare il servizio di car sharing necessario
aspettare i bandi dei Comuni e partecipare. I bandi sono diversi da citt a citt e ci sono citt dove

non vengono fatti. E' questo il motivo per cui il car sharing non presente a Bologna",
spiega Giuseppe Macchia, di Eni Enjoy, durante il convegno. Per aiutare lo sviluppo della mobilit
condivisa si potrebbe quindi partire da qui.
La risposta della politica. All'incontro ha partecipato Sergio Boccadutri, parlamentare del Pd,
secondo il quale ci sono tre problemi da risolvere: il tema fiscale, chi produce reddito deve pagare
le tasse (va chiarito come ma facilmente risolvibile); il tema della responsabilit e la terza
questione, la pi delicata, relativa alla natura contrattuale tra l'azienda, che offre il servizio e chi lo
utilizza, il consumatore. "Costruire una norma quadro che nella policy delle singole app si va a
delineare nel dettaglio e far intervenire l'autorit Antitrust in caso di problemi", la proposta
dell'onorevole. "I diritti dei cittadini (quello di muoversi) in questo caso si mescolano con quelli dei
consumatori quindi le norme devono considerare anche questo aspetto", conclude Boccadutri.
Per Franco Bordo, deputato di Sinistra ecologia e libert, il settore dovrebbe essere
regolamentato da un Piano della mobilit che definisce "una necessit" anche se ammette "non
riusciamo a produrlo". "Abbiamo depositato una proposta di legge per rifinanziare il fondo per
la mobilit sostenibile finanziato nel 2006 e poi rimasto al palo". "Questo vorrebbe dire anche dare
un sostegno alle imprese, che danno un supporto al trasporto pubblico che non sufficientemente
garantito in molte citt d'Italia", continua. "Sulla fiscalit - aggiunge Bordo - bisogna prendere un
impegno per ridurre gli oneri di chi paga se si abbona anche ai privati. Car pooling e car sharing
non possono essere sostitutive ma possono essere finanziate perch integrano e aiutano
a garantire un diritto".
La ricerca. Oltre 100 mila le fonti web italiane analizzate per otto mesi da Fleed Digital Consulting.
Le keywords ricercate sono stati i brand che operano nel settore (8 le aziende monitorate: Uber,
Car2go, Letzgo, Twist, Blablacar, Enjoy, MyTaxi e Share'Ngo) pi le espressioni car pooling, car
sharing e ride sharing. Dall'analisi emerso che Uber il brand pi dibattuto con oltre 80 mila
citazioni. La causa della notoriet legata principalmente alla polemica con i tassisti, che ha visto
protagonista questa realt imprenditoriale, e alla sentenza del tribunale di Milano, che lo
scorso mese di giugno ha sancito il blocco in tutta Italia del servizio di Uber Pop, che si differenzia
dal servizio Uber, perch in quest'ultimo caso gli autisti hanno una regolare licenza mentre nel
caso del servizio oggetto della sentenza del tribunale qualunque privato pu diventare un autista.
Carlo Tursi, general manager Uber Italia, spiega cos il successo: "Uber fa una cosa molto
semplice: consente alla gente di spostarsi in citt usufruendo di autisti per professione oppure nel
caso di Uber Pop, grazie ad un modello di condivisione tra privati". Servizio quest'ultimo che
stato sospeso a giugno, dopo la sentenza del tribunale di Milano. "La risposta dei consumatori al
servizio stata fantastica e il motivo semplice: si tratta di servizi che migliorano la vita dei
cittadini che non si devono preoccupare di multe, parcheggi e che permette loro anche di
risparmiare", continua. "Le piattaforme di sharing economy, oltre a migliorare la vita dei cittadini,
possono dare una spinta all'economia del Paese. Per questo necessitano di nuove regole che
garantiscano la sicurezza e i diritti dei consumatori".

Al secondo posto della classifica dei brand pi social troviamo Blablacar, apprezzato dagli utenti
soprattutto per l'esperienza sociale che permette di fare: vivere un viaggio in compagnia di gente
sconosciuta e contribuire alla nascita di nuove amicizie.
Andrea Saviani, country manager di Blablacar: "Siamo una piattaforma di condivisione di passaggi
in auto sulle lunghe distanze. Il viaggio medio di 350 chilometri. Per risparmiare sui costi, per fare

un esempio, il proprietario di un auto che deve andare da Roma a Milano ed ha 3 posti auto liberi li
mette in condivisione. Si tratta di una community non professionale dove l'obiettivo non
guadagnare ma tagliare i costi". Blablacar oggi presente in 19 Paesi. "Il sistema di sicurezza ha
permesso questo successo", afferma Saviani. "Si viaggia sicuri con uno sconosciuto. Come? La
community parte attiva con il rating. A questo abbiamo aggiunto un team di 100 persone che
analizza i commenti degli utenti al fine di estromettere chi non rispetta le regole. Il tasso di
soddisfazione degli utenti del 98 per cento".
A seguire troviamo Car2go, Enjoy, Mytaxi, Twist, Letzgo e Sharen'n go. Twitter il social media pi
utilizzato per discutere di mobilit sostenibile. Sul web anche i media trattano l'argomento che per
sottovalutato poich ci si limita a raccontare la cronaca. Milano la citt laboratorio dove si testano
i servizi.

FONTE: Today.it

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