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di Rinaldo Diprose1
1 Questo scritto riprende materiale pubblicato come parte della dispensa di Panorama di
Nuovo Testamento 1, 1 Quattro Vangeli, di Rinaldo Diprose, ultima edizione 2008 (Istituto
Biblico Evangelico Italiano, Roma).
presenza di alcuni di loro sul monte della trasfigurazione (vv. 17-18; cfr.
Mt 17:1-13)
Secondo gli apostoli Dio e il soprannaturale avevano sostituito la
normalit delle cose sul piano storico per produrre eventi
oggettivamente veri e assolutamente necessari per la salvezza
dellumanit (si veda 1 Gv 4:10. A questo proposito ci si pu chiedere:
Quanto valore avrebbe un ponte mitologico per chi volesse passare da
un lato all'altro di un profondo burrone? Similmente non avrebbe alcun
valore un vangelo che promettesse la riconciliazione dei peccatori con
Dio se i presunti fatti su cui si basa non fossero oggettivamente veri. Ma
non siamo in presenza di miti, nonostante leccezionalit degli eventi
descritti. Piuttosto i fatti ci portano a dire con Paolo:
Senza dubbio, grande il mistero della piet:
Colui che stato manifestato in carne,
stato giustificato nello Spirito,
apparso agli angeli,
stato predicato fra le nazioni,
stato creduto nel mondo,
stato elevato in gloria (1 Ti 3:16).
1992, 491. Tale dottrina si ispira al racconto del libro (apocrifo) attribuito a
Giacomo, fratello del Signore (4:1-3) e il cosiddetto Vangelo sulla Nascita di Maria
secondo cui come essa nascer miracolosamente da una sterile, cos, in una
maniera incomparabile, restando vergine generer il figlio dell'Altissimo, che sar
chiamato Ges e, secondo l'etimologia del nome, sar il salvatore di tutte le genti
(Apocrifi del Nuovo Testamento, a cura di Luigi Moraldi, Classici delle regioni,
sezione quinta, Torino, U.T.E.T.1971; Ristampa 1986, pp. 92 e 101). Viene
ipotizzato uno stato di assoluta purezza nei genitori di Maria, al momento del suo
concepimento (ibid. pp. 100-101).
4
10:18). Quando queste Scritture vengono lette alla luce di tutto il canone
biblico, senza lasciarsi influenzare dalla tradizione ecclesiale, appare
chiaro che il miracolo dell'incarnazione e il carattere immacolato di Ges
trovano la loro unica spiegazione nell'opera sovrana dello Spirito Santo.
Dietro le quinte
Nel Vangelo di Matteo Ges figura non solo come lEmmanuele ma
anche come il figlio adottivo di Giuseppe (1:20-21; 2:14; cfr. Lu 2:48-49).
Un attento esame di 2 Samuele 7:12-16 dimostra che, per poter occupare
il trono di Davide, Ges doveva essere un discendente legale di Davide
per via di Salomone. La genealogia riportata in Matteo 1:1-17 mette
Ges in questo rapporto con re Davide. Allo stesso tempo Ges non
poteva discendere fisicamente da Salomone, in quanto tale linea fu
squalificata al tempo del re Joiachin (Gr 22:24-30; 2 R 24:8-12; 1 Cr 14:4).
Infatti la discendenza fisica di Ges tracciata in Luca 3:23-38 passa per
un altro figlio di Davide di nome Natan. L'uso che Matteo e Luca fanno
del titolo figlio di Davide per indicare Ges implica pure che il suo
operato sarebbe dovuto corrispondere a quanto l'Antico Testamento
afferma relativamente alle mansioni del Messia che sarebbe discese da
lui.
La seconda designazione, figlio di Abraamo (Mt 1:1), oltre a
indicare in Ges la progenie promessa al patriarca, pu essere messa
anche in relazione con il fatto che lopera di Ges avrebbe determinato
ladempimento della promessa di Dio di una benedizione estesa a tutte
le famiglie della terra (Ge 12:1-3; cfr. Is 49:5-6). A proposito di questa
dimensione universale istruttivo larrivo dei magi dOriente in
occasione della nascita di Ges. A portarli prima a Gerusalemme e poi
alla vicina Betlemme fu un fenomeno cosmico: una stella preparata da
Dio, un altro elemento sovrannaturale del racconto che illustra bene la
portata dellevento (Mt 2:1-2).
I riferimenti a Davide e Abraamo e le relative anticipazioni profetiche
negli Scritti sacri dIsraele, appartengono allopera provvidenziale di Dio
nella storia. Pi in generale le dimensioni umana e divina dellavvento e
come queste dimensioni si sovrapponevano, sono presenti in ogni parte
dei racconti riguardanti il concepimento e della nascita di Ges, a partire
dalla reazione di Giuseppe alla notizia che la sua promessa sposa era
incinta fino a, successivamente, la sua ubbidienza alle istruzioni ricevute
dallangelo del Signore (Mt 1:18-25).
Oltre ai preparativi immediati alla nascita di Ges, il Nuovo
Testamento sottolinea la sua preesistenza in quanto Figlio di Dio. Mentre
era in qualit di uomo perfetto che Ges sarebbe diventato il sostituto
5
dei peccatori sulla croce (Eb 5:7-9), era a motivo del suo essere Dio
Figlio che il suo sacrificio propiziatorio avrebbe avuto una valenza
infinita (1 Gv 2:1-2). Ges stesso avrebbe testimoniato la propria
preesistenza nella sua preghiera sacerdotale (Gv 17:5). Anche l'apostolo
Paolo, in Galati 4:4-5 e 2 Corinzi 5:19, fa dipendere il valore dellopera
redentrice di Cristo dalla sua preesistenza e divinit.
La verit della preesistenza di Cristo delimita il ruolo di Maria
nell'evento dell'incarnazione a ci che concerne il corpo e la natura
umana di Ges. A questo proposito il noto titolo di Madre di Dio,
coniato al Concilio di Efeso nel 431 d.C. per proteggere la verit della
Deit di Cristo, appare inopportuno, in quanto implica un ruolo materno
di Maria in relazione con la vita divina del Figlio di Dio prima che lo
Spirito Santo generasse nella vergine la natura umana e il corpo di Ges.
La storia successiva e la relativa elevazione di Maria confermano quanto
sia stato infelice luso del titolo Madre di Dio per definire il ruolo di
Maria. Per il resto, tanto Maria quanto Giuseppe meritano tutto il nostro
rispetto per la loro sottomissione e ubbidienza a Dio.
Infine, a conferma di come Dio realizz lincarnazione in conformit
con un progetto preordinato, abbiamo la testimonianza della parola
profetica pi salda (2 P 1:19). Ad esempio Michea profetizz, a
proposito della nascita del Messia: Ma da te, o Betlemme, Efrata,
piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscir colui che sar
dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni
eterni (Mi 5:1). Qui Michea testimonia la preesistenza di colui che
sarebbe nato a Betlemme. A proposito di questa circostanza, sia Matteo
che Luca fanno sapere che Ges nacque a Betlemme ma fanno sapere
pure che questa circostanza non era per niente scontata (Mt 2:1-6; Lu
2:1-10). Infatti, se non fosse stato per il censimento ordinato
dallimperatore Augusto e le relative regole (2:1-6), Maria si sarebbe
trovata a Nazaret nel nord dIsraele al momento della nascita di Ges e
non a Betlemme in Giudea! Si vede cos che la profezia di Michea si
avver grazie alla divina provvidenza.
Ci sono anche alcune profezie in Isaia riguardanti la nascita del
Messia che ne sottolineano la duplice dimensione divina/umana. Al
tempo del re Acaz, allincirca sette secoli a.C., Dio diede questo segno a
questo re poco incline a prestare attenzione alla parola di Dio: Perci il
Signore stesso vi dar un segno: Ecco la giovane concepir, partorir un
figlio, e lo chiamer Emmanuele (Is 7:14). Qui la parola giovane
traduce lebraico almah, che gli ebrei stessi tradussero parthenos,
ovvero vergine, nella traduzione greca dellAntico Testamento, ossia la
Septuaginta, come pure nella citazione del brano in Matteo 1:23. Matteo
Dopo la nascita
La circoncisione di Ges e la sua presentazione nel tempio quando
furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di
Mos (Lu 2:21-38), illustrano quanto affermato da Paolo, che Ges
nato sotto la legge le cui esigenze egli avrebbe soddisfatto
perfettamente (Ga 4:4; Ro 8:3). Inoltre, proprio in occasione della sua
presentazione nel tempio lo Spirito Santo spinse Simeone a prenderlo in
braccia e dire, fra le altre cose: Ora, o mio Signore, tu lasci andare in
pace il tuo servo, secondo la tua parola; perch i miei occhi hanno visto
la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli, luce per
illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele (Lu 2:29-32).
Dopo la visita dei magi e unulteriore rivelazione trasmessa a
Giuseppe dallangelo del Signore, ci fu la fuga in Egitto (Mt 2). A
determinare questa fuga fu lagire di Erode, unagire che dipendeva in
parte dalla natura illegittima del suo ruolo come re della Giudea,
essendo lui un Idumeo e non della casa di Davide. Questa circostanza ci
ricorda che al tempo di Ges la Terra Promessa era sotto il dominio dei
Romani a cui Erode doveva la sua nomina come re. Ma vista nel contesto
della storia della salvezza, la fuga in Egitto significativa in quanto port
Ges a ripercorrere la storia del proprio popolo (v. 15) e in questo modo
appariva gi come l'Israelita per eccellenza (Mt 1:21; Ga 3:16).
Per la riflessione personale o lo studio di gruppo
1. Descrivi i ruoli di Giuseppe e Maria secondo Matteo capitoli 1-2 e
Luca 1:262:24.
Introduzione
durante lintero periodo descritto nei Vangeli e nel libro degli Atti.
Nellanno 48 a.C. Giulio Cesare si trov assediato ad Alessandria, in
Egitto. L'Idumeo Antipatro, padre di Erode detto il Grande, procur a
Cesare una contingente di 3.000 Giudei e questaiuto si rivel
determinante per la sua liberazione. Per riconoscenza Cesare si fece
garante dei diritti dei Giudei sia in Giudea sia altrove nellimpero
romano. In particolare la religione dei Giudei fu riconosciuta lecita,
facendo s che i Giudei erano esonerati dall'obbligo di partecipare al
culto imperiale. Inoltre, i giovani Giudei non erano tenuti a fare il
servizio militare. Questa linea politica fu mantenuta anche dopo
lassassinio di Giulio Cesare quattro anni pi tardi.
Ci interessa anche il modo in cui Cesare ricompens Antipatro per
liniziativa da lui presa. Oltre a concedergli la cittadinanza romana,
Cesare lo insedi al vertice del potere politico e permise a suo figlio
Erode di studiare a Roma. In seguito questo Erode sarebbe stato
nominato il re della Giudea e, alcuni decenni pi tardi il figlio di
questultimo il tetrarca della Galilea (Lu 3:1). Chi legge i Vangeli sa
quanto abbia inciso sulla vita dei Giudei, il potere degli Erodi, discesi da
Antipatro (Mt 14:1-12; Mr 3:1-6; Lu 8:1-3; 23:6-12).
Nonostante i privilegi conferiti ai Giudei da Giulio Cesare e i benefici
che il successivo regno di Augusto apport a tutta larea mediterranea, i
Giudei continuavano a sentirsi oppressi. Il dominio romano stava loro
stretto soprattutto a motivo delle promesse divine fatte ai loro padri.
Infatti l'occupazione straniera della Terra Promessa ostacolava la
realizzazione del regno messianico predetto dai profeti (cfr. Lu 24:21). Il
Vangelo di Luca fornisce un quadro degli incarichi amministrativi
assegnati da Roma, al tempo in cui ebbe inizio il ministero pubblico di
Giovanni il battista, presto seguito da quello di Ges: Nellanno
quindicesimo dellimpero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era
governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo
fratello, tetrarca dellIturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca
dellAbilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu
diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto (Lu 3:1-2).
Inoltre Roma, sebbene affidasse gran parte della gestione della
giustizia ai Giudei stessi (in particolare al Sinedrio di Gerusalemme, ma
anche in qualche misura ai consigli di anziani dei singoli villaggi), era
presente con suo esercito, ad esempio nella Fortezza Antonia che
sorgeva presso il lato settentrionale del Tempio di Gerusalemme, oltre
ad arrogarsi il diritto di nominare il sommo sacerdote. Questa politica da
una parte fece crescere il potere politico dei capi dei sacerdoti (Mt
16:21; 26:14), dallaltra favor il fenomeno di gruppi come quello degli
Esseni che trovavano insopportabile quest'ingerenza nella vita religiosa
del popolo.
Lamministrazione romana produsse anche altri effetti pesanti. Ad
esempio, per buona parte del tempo in cui ricopriva lincarico di
procuratore della Giudea, Ponzio Pilato (26-36 d.C.), particolarmente fino
alla morte di Seiano il 18 ottobre, 31 d.C., se ne infischiava altamente
della sensibilit religiosa dei Giudei. Lo si vede nellepisodio portato alla
conoscenza di Ges di cui Luca ci d notizia: In quello stesso tempo
vennero alcuni a riferirgli il fatto dei Galilei il cui sangue Pilato aveva
10
La situazione religiosa
Mentre la vita religiosa dei Giudei ruotava principalmente intorno
alla sinagoga e al tempio, la produzione letteraria era dominata da scritti
pseudonimi, come il libro di Enoc, i cui autori cercavano di prevedere lo
svolgersi degli eventi che avrebbero condotto ai tempi della fine.
a.La sinagoga era il luogo dove la legge e la tradizione orale degli
antichi venivano insegnate al popolo. Nata come luogo di istruzione
della Tor durante l'esilio babilonese, la sinagoga assolveva a due
funzioni principali: quella di provvedere un'istruzione (oltre a quella
prevista all'interno della famiglia) per i figli maschi, e quella di essere il
luogo di incontro cultuale della comunit nel giorno di sabato. L'ordine di
servizio nel giorno di sabato era il seguente: la lettura della Shem
Ascolta o Israele... (De 6:4-9), la ripetizione di alcune preghiere, la
lettura di alcuni brani della Legge e dei profeti, un commento esortativo
da parte di chi ne era capace e, infine, la benedizione. Apprendiamo dai
Vangeli che Ges non solo era stato un frequentatore assiduo della
sinagoga, dove svolgere il compito di lettore, ma che insegnava nelle
sinagoghe durante il suo ministero pubblico (Lu 4:14-28; Mt 4:23).
11
e lautore del quarto Vangelo hanno fatto del concetto di figli di luce (Gv 3:19-21;
12:36).
8 La documentazione risale all'epoca post-apostolica, ma l'aria che si respirava al
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14
Egli stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato
(Eb 4:15).
Se, come la scienza insegna, ogni evento richiede una causa adeguata,
allora la presenza di un Uomo senza peccato in mezzo a un universo di
uomini peccatori implica che Egli abbia unorigine miracolosa. J. Oswald
Sanders.10
Introduzione
Sebbene i quattro vangeli non siano delle vere e proprie biografie
sulla vita di Ges, le informazioni che essi contengono danno una
chiara idea di come la sua vita si svolgeva prima che entrasse nel
ruolo di Messia. Vedremo che a Nazaret aveva unidentit umana ben
precisa e fece unesperienza di vita analoga a quella dei suoi
contemporanei. Lunica parziale eccezione riguarda qualcosa che
avvenne quando aveva dodici anni: chiam il tempio la casa di mio
padre mentre tutti quelli che lo udivano parlare in quelloccasione
si stupivano del suo senno e delle sue risposte (Lu 2:47-49).
Neanche Giuseppe e Maria capirono le parole che egli aveva dette
loro (v. 50). Ma a parte questa breve finestra sulla dimensione divina
della sua persona, Ges viveva sottomesso a Maria e Giuseppe, come
qualsiasi altro ragazzo (v. 51).
Per entrare nel suo ruolo messianico, quando aveva circa
trentanni (3:21-21), Ges si rec al fiume Giordano, dove Giovanni,
suo precursore, stava battezzando. Arrivato l insistette di essere
battezzato anche lui, precisando: conviene che noi adempiamo in
questo modo ogni giustizia (Mt 3:15). Cos inizi un cammino che
lavrebbe condotto a prendere su di s i peccati del mondo (cfr. Mt
1:21; Gv 1:29; cfr. Sl 130:7-8; Is 53).
Non un caso che lunzione speciale di Ges avvenne soltanto
dopo circa trentanni di una vita normale in cui era vissuto come parte
di una famiglia e aveva anche lavorato con le proprie mani,
conferendo dignit alle attivit artigianali. Allo stesso tempo la sua
stata una vita esemplare, in quanto senza peccato, quindi ha
condannato il peccato nella carne (Ro 8:3). questo risultato che
sta dietro la parola di approvazione del Padre: Questo il mio diletto
Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto (Mt 3:17). Segu la seconda
prova quando fu guidato dallo Spirito nel deserto per dare prova a
Satana di non essere vulnerabile ai tentativi di deviarlo dal
compimento del suo mandato (4:1-11).
10 J. Oswald Sanders, The Incomprarable Christ, 1952; rev. 1971; ristampa: Chicago,
Moody Publishers, 2009, p.38.
15
Ges non aveva operato alcun prodigio prima della sua unzione presso
il fiume Giordano (cfr. Gv 2:11, contrariamente a come vorrebbero far
credere certi vangeli apocrifi relativi alla sua infanzia).
Il racconto della visita a Gerusalemme di Ges dodicenne
illuminante. Innanzitutto perch, mentre viene detto che egli
cresceva (Lu 2:40, 52), in questa circostanza mostrava di superare
in intelligenza e conoscenza sia i dottori della legge sia Maria e
Giuseppe (vv. 46-47, 50). Ma ancora di pi a motivo della sua
domanda, dopo che sua madre si era lamentata di ci che per lei era
un comportamento poco corretto da parte di Ges. Al che lui chiede a
Maria e Giuseppe: Perch mi cercavate? Non sapevate che io dovevo
trovarmi nella casa del Padre mio? (v. 48). Con queste domande Ges
dimostr che era pienamente consapevole del suo rapporto unico con
Dio Padre. Nonostante questa sua consapevolezza, al fine di
sperimentare la vita pienamente come un nostro consimile, rimase
sottomesso a Maria e Giuseppe (v. 51). Nel testo di Luca segue questo
riassunto degli anni successivi: E Ges cresceva in sapienza, in
statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini (v. 52).
Il battesimo, unzione e prima vittoria di Ges su Satana
Il ministero di Giovanni il battista
Non si pu parlare del ministero di Ges senza menzionare quello
del suo precursore, Giovanni, detto il battista perch il Vangelo di
Marco presenta il ministero di Giovanni come il principio del
vangelo (Mr 1:1) mentre Luca fornisce una mappa della situazione
storico-politica di Israele in relazione con il suo ministero a cui
segu quello di Ges (Lu 3:1-6,23; cfr. Ml 3:1-2; 4:1-6; Mt 11:13-14).
Il ravvedimento che Giovanni predicava doveva esprimersi sia con i
fatti di una vita cambiata sia con latto del battesimo per
immersione in acqua (Lu 3:7-14). Una forma di quest'ultimo era gi
impiegata come parte del rituale per i Gentili che volessero
diventare proseliti del Giudaismo. Ora Giovanni richiede che i
Giudei stessi si battezzino, come segno di ravvedimento.
Nonostante il ministero di Giovanni fosse caratterizzato dal
battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati (Lu 3:3), al
punto che Giovanni viene ricordato come il battista, il punto di
arrivo di tale ministero era un altro. Egli doveva introdurre il popolo
d'Israele al loro Messia (Gv 1:29-30; At 19:4). A questo proposito
egli disse: Dopo di me viene colui che pi forte di me; al quale io
non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari. Io vi
ho battezzati con acqua, ma lui vi battezzer con lo Spirito Santo
(Mr 1:7-8), mostrando cos una profonda conoscenza di ci che
avrebbe caratterizzato i tempi del nuovo patto.
17
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11 Max Zerwick e Mary Grosvenor (An Analysis of the Greek New Testament, Roma, Biblical Institute
Press, 1981, p. 7) danno mettere alla prova come il primo significato qui.
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12 J. Oswald Sanders, The Incomparable Christ, 1952, nuova ed. 1971; ristampa: Chicago, Moody
Press, p. 91.
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Introduzione
Tutti e quattro i Vangeli canonici dedicano uno spazio al ministero del
precursore di Ges definito in Marco: Inizio del vangelo di Ges Cristo
Figlio di Dio (Mr 1:1-5). A porre fine al ministero di Giovanni, figlio di
Zaccaria ed Elisabetta, fu il suo arresto ordinato da Erode, tetrarca della
Galilea, dopo che il profeta laveva denunciato a motivo della sua unione
illecita con Erodiana. Prima dellarresto di Giovanni, Ges andava e
veniva dalla Giudea, dove Giovanni laveva presentato come l'Agnello di
Dio che toglie il peccato del mondo (Mt 4:12; Mr 1:14; Lu 4:14; Gv
1:29; 3:224:3).
Alcuni discepoli di Giovanni decisero di seguire Ges. Alcuni dei neodiscepoli di Ges laccompagnarono a Cana in Galilea dove
testimoniarono il suo primo dei suoi segni miracolosi. Poi, dopo il ritorno
dalla Galilea, testimoniarono la purificazione del tempio di Gerusalemme
e altre opere potenti di Ges, al tempo della Pasqua.
Appartengono a questo primo periodo due incontri significativi, il
primo a Gerusalemme con Nicodemo, il maestro dIsraele che era stato
colpito dai segni operati da Ges (Gv 3:2). Il secondo ebbe luogo durante
il suo cammino verso la Galilea, con una donna Samaritana. Ges si fece
conoscere a questa donna come il Messia, manifestandole la sua
onniscienza. In seguito i suoi concittadini lo riconobbero come il
Salvatore del mondo.
Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca (Gv 3:30)
Dopo aver chiamato i suoi concittadini a ravvedersi e aver battezzato
quelli che portavano frutti degni del ravvedimento, Giovanni giunse al
culmine del suo ministero con la presentazione del Messia come
l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo (Gv 1:29, 36). Questo
modo di caratterizzare la missione del Messia da mettere in relazione
con un dono profetico straordinario che Giovanni possedeva (Lu 1:15).
Laltra sua profezia di portata epocale era quella che riguardava il punto
di arrivo del ministero del Messia. Ecco le sue parole: Io vi ho battezzati
con acqua, ma lui vi battezzer con lo Spirito Santo (Mr 1:8).
Nonostante Giovanni avesse detto che, in qualit di Agnello di Dio,
il Messia avrebbe preso su di s i peccati del mondo, i futuri apostoli
avrebbero messo molto tempo prima di afferrare la portata pratica di
questa dichiarazione. Come buona parte della loro nazione, speravano
che fosse lui che avrebbe liberato Israele (Lu 24:23; cfr. Mt 16:16-21).
Intanto alcuni discepoli di Giovanni si sentirono immediatamente attratti
21
pp. 158-159.
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Il SIGNORE, il tuo Dio, far sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un
profeta come me; a lui darete ascolto! (De 18:15)
Quando Ges si pronunci su qualsiasi argomento, non cera pi nulla
da aggiungervi. J. Oswald Sanders17
Introduzione
Lincontro di Ges con la Samaritana illustra come la sua vita
manifestava lamore di Dio, un amore che non discrimina n fra i sessi n
fra le diverse razze n pone condizioni prima di manifestarsi.
Questamore per tutti i discendenti di Adamo port Ges alla croce,
scopo primario dellincarnazione (Gv 12:27-32; 1 Gv 4:10). Ma oltre a
essere amore, Dio anche luce. In modo analogo la vita di Cristo
descritta come piena di grazia e verit (Gv 1:14). Ora considereremo il
secondo di questi aspetti: come Ges rivelava e insegnava la verit come
nessun altro abbia mai fatto. Questo secondo scopo dellincarnazione
indusse lapostolo Giovanni a chiamare Ges la Parola, anche perch
insegnava tanto con lesempio quanto a voce (Gv 1:1-18).
Poco dopo il suo ritorno in Galilea Ges pronunci il discorso che, pi
di qualunque altro, lo ha fatto conoscere come il Maestro per eccellenza.
Nel suo sermone sul monte (Mt 57) a partire dalle beatitudini, il
Figlio di Dio insegna che, ancora di pi delle nostre azioni, contano le
motivazioni che le stanno dietro. Questo capovolgimento dei valori che
dominano nella societ umana, illustra bene lorigine divina del suo
insegnamento. Un altro aspetto importante del sermone sono gli
imperativi, in particolare i comandamenti indirizzati ai discepoli di tutti i
tempi (si veda Mt 28:18-20).
Un terzo aspetto di fondamentale
importanza costituito dai termini con cui Ges definisce il suo rapporto
con i libri di Mos e i profeti. Lungi dallabolirli Ges afferma la propria
intenzione di portare a compimento ci che essi contengono (Mt 6:1720), cosa che ha fatto in tre modi: completando la rivelazione speciale
(Gv 16:12-15; Eb 1:1-2), vivendo in completa conformit con la volont di
Dio e adempiendo molte delle predizioni che essi contengono (Mt 4:1317).
Le profezie si adempiono
Fin dai primi tempi il ministero di Ges riscontr una risposta
positiva nei Galilei. Come gi notato, quando and in Galilea fu accolto
dai Galilei, perch avevano visto le cose che egli aveva fatte in
Gerusalemme durante la festa [della Pasqua] (Gv 4:45; cfr. 2:23).
Appena arrivato in Galilea, Ges si rec nuovamente a Cana, dove aveva
operato il suo primo segno miracoloso. Mentre era l gli venne incontro
un ufficiale di Erode, il cui figlio era infermo, a Capernaum. Ges guar
questo figlio a distanza (Gv 4:46-54). Questo fatto e la fede dell'ufficiale
17 J. Oswald Sanders, The Imparable Christ, p. 165.
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fanno s che questo secondo segno costituisca un invito alla gente di ogni
tempo e luogo a riporre fede in Ges.
Da Cana Ges and a Nazaret ed, entrato nella sinagoga comera sua
abitudine nel giorno di sabato, accett di leggere un brano dal rotolo di
Isaia. Dopo aver riconsegnato il libro all'inserviente, si mise a sedere, e
gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui (Lu 4:20). Avendo
guadagnato l'attenzione di tutti, Ges applic a s stesso il programma
messianico contenuto in Isaia 61:1-2a. Non un caso che si ferm con le
parole per proclamare l'anno di grazia del Signore, rimandando al
futuro la realizzazione del giorno di vendetta del nostro Dio (cfr. Gv
12:47; 5:24-29). Nella continuazione del suo discorso Ges rievoc alcuni
aspetti del ministero di Elia ed Eliseo per comunicare ai suoi concittadini
il seguente messaggio: Israele rischia di rimanere a guardare ci che
lanno accettevole del Signore, lasciando che fossero soprattutto i
Gentili a sperimentare la salvezza di Dio.
Queste parole produssero un effetto drammatico. Infatti, ci che era
stata la meraviglia dei suoi concittadini si trasform in rabbia, al punto
che cercarono di uccidere il loro concittadino che ora si presentava come
il Messia. Da parte sua, Ges, dopo essere scampato al tentativo di
precipitarlo gi dal ciglio del monte sul quale era costruita Nazaret, egli
lasci il villaggio che lo aveva rigettato e, per quanto ne sappiamo, non vi
torn pi.
Capernaum (villaggio di Naum), dove Ges era diretto, era una
cittadina situata sulla riva del lago di Galilea. Questa cittadina divent il
fulcro del ministero di Ges per un anno, durante il quale raggiunse
l'apice della propria popolarit in Galilea. Matteo commenta questa
circostanza come segue: lasciata Nazaret, [Ges] venne ad abitare in
Capernaum, citt sul mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, affinch si
adempisse quello che era stato detto dal profeta Isaia: Il paese di
Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di l del Giordano, la
Galilea dei Gentili, il popolo che giaceva nelle tenebre, ha veduto una
gran luce; su quelli che giacevano nella contrada e nell'ombra della
morte, una luce s' levata. Da quel tempo Ges cominci a predicare e a
dire: Ravvedetevi, perch il regno dei cieli vicino (Mt 4:13-17).
Tutti i Vangeli fanno comprendere che la preparazione di un gruppo
di uomini destinati a essere apostoli di Ges era una priorit durante
gli anni del ministero pubblico di Ges. A questo proposito, al suo arrivo
a Capernaum avvenne la chiamata stabile di quattro pescatori, di cui tre
avrebbero costituito il nucleo del gruppo dei Dodici. Almeno due di loro,
Andrea e Simon Pietro, avevano avuto un contatto con Ges
precedentemente in Giudea (si veda Gv 1:37-42). Ora per Ges li
chiama, insieme a Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, a un impegno
stabile. La promessa legata alla chiamata, vi far pescatori d'uomini,
fa comprendere che questi quattro uomini avrebbero avuto un ruolo
importante nel programma di Ges. probabile che la chiamata di
almeno un altro dei futuri apostoli, chiamato variamente Levi e Matteo,
che si trovava seduto al banco delle imposte, avesse avuto luogo a
Capernaum (Mt 9:1-13; Luca 5:27-32).
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Introduzione
Ges raggiunse il massimo della sua popolarit in Galilea, ma la direzione in cui
il suo ministero lo portava non corrispondeva alle speranze del popolo. Intanto il
Messia aveva formalizzato un rapporto particolare con dodici uomini destinati a
essere i suoi apostoli. La preparazione di questi uomini, mediante il proprio
esempio, il suo insegnamento e dei tirocini di servizio, rivestiva sempre pi
importanza pi passava il tempo.
Era inevitabile che prima o poi il periodo di popolarit finisse e che sia i Dodici
che gli altri discepoli affrontassero delle scelte molto impegnative. La svolta
avvenne dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e il relativo
discorso duro di Ges. Nel momento della crisi i Dodici, quasi al completo,
vedendo in lui il Santo di Dio e l'unico che ha parole di vita eterna, gli rimasero
fedeli. Intanto avrebbero dovuto rivedere la propria concezione di come si sarebbe
realizzato il Regno di Dio, che trovava il suo centro in Cristo stesso. Per
comprendere questo Ges ha introdotto il concetto rivoluzionario di due avventi del
Messia.
Scontri con le potenze demoniache e la classe religiosa dominante
(Mr 1:213:12)
impressionante leggere questo riassunto del ministero di Ges,
dopo il suo arrivo in Galilea: La sua fama si sparse per tutta la Siria; gli
recarono tutti i malati colpiti da varie infermit e da vari dolori,
indemoniati, epilettici, paralitici, ed egli li guar. Grandi folle lo
seguirono dalla Galilea, dalla Decapoli [dieci citt greche situate a est
del cosiddetto mare della Galilea], da Gerusalemme, dalla Giudea e da
oltre il Giordano (Mt 4:25). Non possediamo un resoconto completo del
ministero che Ges svolse in questo periodo. Ci che troviamo nei
Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) la descrizione di alcune
giornate tipiche che lo videro impegnato su pi fronti. Leggendo questi
racconti, si rimane colpiti dall'intensit delle attivit di Ges, che
guarisce, esorcizza, predica e insegna nelle sinagoghe con franchezza,
anche davanti ai suoi avversari.
Un tipico esempio dellopposizione sperimentata da Ges fu quando
dei farisei e scribi di Gerusalemme vennero a lui per lamentarsi del fatto
che i suoi discepoli non digiunavano (Mr 2:18-20). Ges non si lasci
influenzare da questa protesta; anzi se ne serv per fare un breve
discorso metaforico riguardante il pezzo di stoffa e il vino nuovo.
Partendo da come bisogna gestire il vino nuovo e un pezzo di stoffa
nuova fece intendere che il ministero da lui intrapreso avrebbe portato a
qualcosa qualitativamente nuovo rispetto al Giudaismo del suo tempo
(vv. 21-22).
istruttivo osservare ci che succedeva quando Ges scacciava i
demoni: i demoni riconoscevano in lui il Santo di Dio (Mr 1:23-28, 39;
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Che cosa devono fare i figli del regno per essere il buon seme
del regno di Dio (si veda Mt 13:36-43)?
Introduzione
Tutto ci che riguarda la vita di Cristo della massima importanza.
Eppure le verit da lui esposte negli episodi che ci accingiamo a studiare
hanno unimportanza impareggiabile per la nostra conoscenza di Dio e
del suo piano per lumanit. Se ricordiamo sempre di distinguere fra la
Parola di Dio e la tradizione degli uomini, sapremo ci che vero, anche
se inverosimile dal punto di vista umano, e ci che va fatto, a prescindere
dallopinione di chi ci sta intorno. Ad esempio il sapere che luomo Ges
era anche il Figlio di Dio incarnato rende la fede cristiana assolutamente
unica fra i discorsi religiosi che fanno a gara per catturare la nostra
attenzione. Abbiamo gi visto la sua vera umanit. Ora vediamo, in modo
ancora pi tangibile, la sua vera deit.
A questo punto della vita di Cristo avviene anche un evento che, per
Simon Pietro, sarebbe rimasto emblematico della sua trascendenza.
Infatti quando doveva controbattere coloro che mettevano in dubbio la
potenza e la venuta del nostro Signore Ges Cristo questapostolo
conferm la veridicit della sua testimonianza facendo appello a ci che
aveva visto sul monte della trasfigurazione (2 P 1:16-18). In quel
momento lui e i suoi compagni avevano ricevuto conferma sia della
identit di Ges come Figlio di Dio sia del fatto che la morte figurava
come parte integrante della sua vocazione messianica.
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Verso Gerusalemme
Introduzione
Nei pressi di Cesarea di Filippo Cristo aveva parlato della natura
della sua missione e del progetto di edificare la sua chiesa, un progetto
avente a che fare con il giorno della salvezza, il periodo storico che
ebbe inizio con la conclusione del suo primo e si concludere con il
secondo avvento. I Dodici avrebbero avuto un ruolo essenziale nellavvio
di tale periodo storico.
Queste rivelazioni trovarono uneco nella conversazione che Ges
ebbe con Mos e Elia sul monte della trasfigurazione, parlando
dellesodo che doveva compiere a Gerusalemme, una conversazione che
mise in evidenza il punto a cui era giunto il ministero pubblico di Ges.
D'ora in poi il suo cammino sarebbe stato condizionato dalla prospettiva
di morire a Gerusalemme per compiere la salvezza.
Mentre camminava verso Gerusalemme, Ges preparava i Dodici per
ci che sarebbe successo dopo il suo trionfo. Inoltre mostrava grande
compassione verso i ceti trascurati o disprezzati della popolazione.
Inoltre insisteva sul prezzo da pagare per essere un suo discepolo.
Sempre in questo periodo pronunci alcune delle sue parabole pi
famose. Ci soffermeremo su una di esse per poi focalizzare la nostra
attenzione sulla maniera in cui la profezia di Zaccaria relativa
allingresso del re-Salvatore in Gerusalemme ebbe adempimento.
Ges si mise in cammino risolutamente
Luca in particolare a mettere in evidenza la direzione che ora
prende il ministero di Ges: il cammino verso Gerusalemme, per
compiere la salvezza (Lu 9:51, 53). come se, dal monte della
trasfigurazione (9:31 gr. exodon), Ges guardasse costantemente avanti,
vedendo il monte di calvario, la tomba vuota e l'evento dell'ascensione.
Sul piano delle attivit quotidiane, tutto si svolge alla luce del traguardo
difficile, ma vittorioso, verso il quale il cammino di Ges lo conduceva.
La frase Ges si mise risolutamente in cammino per andare a
Gerusalemme (9:51) non va inteso come un viaggio di sola andata a
Gerusalemme. Infatti in Luca 10:38-42 Ges visto gi nei pressi della
capitale mentre molto pi avanti nel racconto (17:11) lo troviamo
nuovamente sui confini della Samaria e della Galilea. Da ci deduciamo
che, per Ges, il nome Gerusalemme ha un significato simbolico, oltre
che geo-politico. Infatti, soltanto quattro delle undici volte che
Gerusalemme appare nei capitoli 9:5119:28 di Luca si riferisce in
senso stretto a Gerusalemme come luogo. Per gli usi simbolici del
termine, si veda 9:51; 9:53; 13:22; 13:33; 17:11; 18:31; 19:28. Di questi,
risulta particolarmente significativo il penultimo brano: Poi, [Ges]
prese con s i dodici, e disse loro: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e
saranno compiute riguardo al Figlio dell'uomo tutte le cose scritte dai
profeti" (18:31; cfr. Mt 16:21).
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L'ingresso in Gerusalemme
Pochi giorni prima del suo ingresso ufficiale in Gerusalemme, Ges
oper un grande segno, risuscitando Lazzaro che era rimasto morto
quattro giorni (Gv 11:17-46). Il miracolo ebbe grande risonanza sia a
Betania che a Gerusalemme. Di conseguenza ci fu un notevole aumento
nel numero dei seguaci di Ges nel cuore della Giudea. Intanto il
Sinedrio, non sapendo pi che cosa fare, deliber di far morire Ges (Gv
11:45-53).
Precedentemente allevento del suo ingresso in Gerusalemme, Ges
aveva spesso vietato alle persone di diffondere notizie sul suo conto (si
veda Mr 1:40-44; 5:39-43; 8:22-26; 9:30-31) e, in particolare, aveva
rifiutato di lasciarsi prendere per essere stato fatto re (Gv 6:14-15). Per
evitare ogni confusione in merito alle sue intenzioni, persino coloro che
avevano compreso la sua identit messianica dovevano aspettare la sua
risurrezione prima di dirlo ad altri (Mr 8:29; 9:9-10).
In questo clima Ges voleva che ognuno scoprisse personalmente la
sua identit di Messia anzich andare dietro la folla a cui interessava
soprattutto il regno concepito in termini politico-nazionalistici. A questo
proposito Ges raccont una parabola perch era vicino a
Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio stesse per
manifestarsi immediatamente. Tale parabola fa comprendere che la
manifestazione del regno avrebbe seguito una lunga assenza del re,
ovvero che sar manifestato in occasione del suo secondo avvento (Lu
19:11-27). Lidea di un secondo avvento del Messia era nuova per le
persone a cui Ges parlava quindi questa storia di un re che doveva
andare lontano per ricevere il suo regno per poi tornare serviva per
chiarire le loro idee. A differenza dellattesa di due Messie, per
adempiere tutto ci che lAntico Testamento prevede, Ges fece
comprendere che il Messia uno solo ma che deve venire due volte, una
volta per compiere la salvezza e laltra per giudicare e regnare.
Larrivo di Ges a Gerusalemme, pochi giorni prima della Pasqua,
costituiva un momento importante nel ministero. Il suo ingresso trionfale
in Gerusalemme viene descritto in tutti e quattro i Vangeli (Mt 21:1-11;
Mr 11:1-10; Lu 19:29-44; Gv 12:12-19). Dalla maniera in cui furono
reperiti l'asina e il suo puledro evidente che tutto era stato preparato
con cura da Ges. In seguito alla testimonianza della gente venuta da
Betania, una folla proveniente da Gerusalemme gli usc incontro. Oltre a
osannarlo, queste persone portarono anche dei rami di palma, il che
confer un carattere nazionalistico all'evento. Infatti, ai tempi della
riscossa del piccolo popolo di Giuda sotto la guida dei Maccabei, la
palma era diventata un simbolo della nazione stessa. I suoi rami furono
portati in alto sia nel giorno in cui i servizi del tempio erano stati ripresi
nel 164 a.C. (1 Maccabei 10:7) sia in occasione della celebrazione
dell'indipendenza politica nel 141 a.C. (cfr. Gv 10:22). Quindi la
decisione popolare di portare tale simbolo in occasione dell'ingresso di
Ges in Gerusalemme, seduto sul puledro, dimostr il suo
riconoscimento come il re messianico.
importante notare che Ges accett questo riconoscimento. Anzi,
quando alcuni farisei lo invitarono a sgridare i suoi discepoli per quanto
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Introduzione
Dopo il suo ingresso in Gerusalemme sul puledro, osannato dalla
gente, Ges, Figlio di Davide, fece sentire la sua autorit nel tempio.
Ormai i capi religiosi della nazione erano schierati ufficialmente contro
di lui mentre Ges non risparmi parole di dura critica nei loro confronti,
a motivo del loro comportamento ipocrita (si veda Mt 23).
La Pasqua quell'anno assunse un significato particolare per Ges in
quanto egli stava per compierla (Lu 22:16). Alla luce di questo fatto,
durante la commemorazione della liberazione dall'Egitto, egli istitu una
commemorazione di se stesso quale redentore (vv. 19-20). Poi si mise a
parlare a lungo con gli Undici (i Dodici, meno Giuda Iscariota) sulla
natura del loro futuro rapporto con Lui, dopo l'ascensione (Gv 1317),
prima di condurre il gruppo al giardino di Getsemani dove si lasci
arrestare (Gv 18:1-11). La sua ora era giunta.
L'autorit di Ges
Leggendo dell'attivit di Ges a Gerusalemme, durante i primi giorni
della settimana della sua passione, si rimane colpiti dalla sua singolare
autorit e franchezza (Mt 21:1225:46). Pur sapendo che il Sinedrio
aveva deliberato a farlo condannare a morte, Ges non fece nulla per
frustrare tale disegno, anzi, il suo operare rese ancora pi duro il cuore
dei suoi avversari, anche se le sue risposte alle domande trabocchetto
lasciarono tutti stupiti e disarmati (21:1222:40). Infine Ges stesso a
fare una serie di domande, chiudendo definitivamente la bocca ai suoi
avversari (Mt 22:41-46). Il discorso che ne segu, in cui Ges condann
gli scribi e i farisei, accusandoli di ipocrisia, non poteva che acuire la
loro ira (cap. 23).
evidente che Ges si muoveva sapendo che era giunta l'ora per
cui era venuto nel mondo. La franchezza con cui parlava e agiva in questi
ultimi giorni del suo ministero pubblico, gli permise, durante l'infame
processo intentatogli dagli uomini, di svelare ulteriormente la colpa dei
capi per non aver prestato attenzione alla sua parola (Gv 18:1921).
La Pasqua ebraica e il nuovo patto (Lu 22:14-23)
La menzione dei preparativi del luogo in cui Ges avrebbe celebrato
la Pasqua con i suoi futuri apostoli sottolinea l'importanza dell'occasione
nella storia della salvezza. La lunga attesa di una liberazione pi grande
di quella sperimentata da Israele al tempo di Mos, che trovava nuovo
stimolo ogni anno in occasione della ricorrenza della Pasqua, stava per
finire. In questo contesto assumono particolare importanza le
dichiarazioni fatte da Ges in occasione dell'istituzione di una
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Questordine ho ricevuto dal Padre mio (Gv 10:18). L'uomo, con tutto il
suo orgoglio e astuzia, non pu nulla davanti alla onnipotenza di Dio.
Davanti ad Anna, il suocero di Caiafa (Gv 18:1323)
Secondo la Mishna, una raccolta di materiale legale e
procedurale dei Rabbini, pubblicato intorno al 200 d.C., un uomo non
poteva essere condannato a morte prima di ventiquattro ore dopo essere
stato processato. Quindi possibile che linterrogatorio di Ges condotta
da Anna (un sadduceo molto influente anche se non ufficialmente sommo
sacerdotale da una quindicina di anni) serviva per dare un'apparenza di
legalit alla procedura. Questa interrogazione avvenne in un'ora
avanzata della notte. L'approccio adottato da Anna era ipocrita (vv 2021). Infatti egli faceva parte di coloro che amarono la gloria degli
uomini pi della gloria di Dio (Gv 12:43). Ges, insistendo che non c'era
pi nulla da aggiungere a quanto aveva detto pubblicamente e che molti
erano in grado di riferire, mise Anna e tutti i capi del popolo sotto accusa
per non aver prestato attenzione alla sua parola (cfr. Gv 15:21-25).
Ges davanti a Caiafa e il Sinedrio (Gv 18:24; Mt 26:57-68; Mr
14:53-65)
Si noti che Ges venne condannato in base alla verit che
Egli stesso ammise riguardo a se stesso (Mt 26:63-66), dopo che tutte le
accuse dei testimoni erano risultate menzogne. Il degrado del
massimo organo giuridico dello stato giudaico diventa ancora pi palese
quando si considera la leggerezza con cui l'accusa viene stravolta nella
fase successiva del processo, che vedeva Ges davanti a Pilato. Mentre
l'accusa mossa a Ges nel Sinedrio era di natura religiosa (bestemmia
contro Dio), quella (palesemente falsa, Mt 22:15-22), formulata per
persuadere i Romani a condannarlo a morte, era di carattere politico (Lu
23:1-2).
Il rinnegamento di Ges da parte di Pietro (Gv 18:15-18; 25-27)
triste constatare che, pur di salvarsi la pelle, Pietro neg di
conoscere Ges, nonostante gli indizi contro di lui, compreso il suo
accento (Mt 26:73) e l'episodio avvenuto nel giardino (Gv 18:26-27),
avessero rimosso ogni ragionevole dubbio riguardo alla sua associazione
con Ges. istruttivo notare che Pietro aveva insistito su una linea di
azione che Ges aveva gi giudicato fallimentare (Lu 22:31-34).
Trovandosi fuori della volont di Dio non poteva fare nulla per la causa di
Cristo. Anzi la sconfess, poi comprese quanto era miserabile, quando il
Signore, voltatosi lo guard. Quindi andato fuori, pianse amaramente
(Lu 22:61-62).
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Introduzione
I discepoli di Ges in cammino sulla Via di Emmaus considerarono la
sua morte una tragedia che poneva fine a tutte le loro speranze (Lu
24:13-21), nonostante egli avesse predetto il contrario (Mt 16:18,21).
Tanto erano sprofondati, tutti i discepoli, in uno stato di tristezza che
rimasero increduli al primo annuncio del suo esito trionfale (Lu 24:2224). Ma l'annuncio delle donne fu presto confermato da altre apparizioni
del Cristo Risorto durante lo stesso giorno (vv. 25-43).
Seguirono quaranta giorni caratterizzati da una serie di incontri del
Risorto con i futuri apostoli. Spiegazioni sul significato della sua morte e
risurrezione alla luce dell'Antico Testamento si alternavano con la
comunicazione di ci che gli apostoli avrebbero dovuto fare dopo la
discesa dello Spirito Santo. Al termine dei quaranta giorni avvenne
l'ascensione di Cristo, testimoniata con gioia dai discepoli. Ebbe cos
inizio il periodo di attesa che dieci giorni dopo termin con levento della
Pentecoste.
La morte di Cristo
Ecco il racconto di Luca:
Mentre lo portavano via, presero un certo Simone, di Cirene, che veniva
dalla campagna, e gli misero addosso la croce perch la portasse dietro
a Ges. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano
cordoglio e lamento per lui. Ma Ges, voltatosi verso di loro, disse:
Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi
stesse e per i vostri figli. Perch, ecco, i giorni vengono nei quali si dir:
Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che
non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadeteci
addosso; e ai colli: Copriteli. Perch se fanno questo al legno verde,
che cosa sar fatto al secco?
Ora altri due, malfattori, erano condotti per essere messi a morte
insieme a lui. Quando furono giunti al luogo detto il Teschio, vi
crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Ges
diceva: Padre, perdona loro, perch non sanno quello che fanno. Poi
divisero le sue vesti tirandole a sorte. Il popolo stava a guardare. E
anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: Ha salvato altri, salvi s
stesso, se il Cristo, l'Eletto di Dio! Pure i soldati lo schernivano,
accostandosi, presentandogli dell'aceto e dicendo: Se tu sei il re dei
Giudei, salva te stesso! Vi era anche questa iscrizione sopra il suo
capo: QUESTO IL RE DEI GIUDEI.
Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi! Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: Non hai
nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi
giusto, perch riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni;
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La risurrezione
Nel suo primo discorso pubblico, dopo la discesa dello Spirito Santo,
Pietro commenta cos la morte e la risurrezione di Ges: Quest'uomo,
quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza
di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste;
ma Dio lo risuscit, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte,
perch non era possibile che egli fosse da essa trattenuto (At 2:23-24, il
corsivo mio). Dopo che Pietro era stato illuminato dallo Spirito Santo,
egli comprese che la risurrezione non poteva mancare, essendo il
compimento della salvezza, a opera di Cristo, avvenuto per il
determinato consiglio e la prescienza di Dio.
Tutti e quattro i Vangeli contengono racconti parziali della mattina
memorabile della risurrezione. Per comprendere tutto ci che successo
quel giorno, bisogna espandere il racconto di ciascun Vangelo a
includere tutti i dettagli registrati in questi racconti, anzich cercare di
armonizzare i racconti riducendoli allosso.
Risulta particolarmente immediato il racconto di quella mattina
contenuto nel Vangelo secondo Giovanni. Questo non strano,
trattandosi in parte della testimonianza oculare dell'autore (che si
presenta come laltro discepolo che Ges amava). Leggendo ad alta
voce tale racconto, pare quasi di rivivere quei momenti drammatici ed
entusiasmanti che cambiarono per sempre la vita di coloro che ne erano
testimoni, ma anche le nostre vite. Ecco il racconto di Giovanni:
Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora
buio, Maria Maddalena and al sepolcro e vide la pietra tolta dal
sepolcro. Allora corse verso Simon Pietro e laltro discepolo che Ges
amava e disse loro: Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove labbiano messo.
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