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AERMACCHI 500
BIALBERO
coppia conica. Queste tre moto di diversa cilindrata furono lungamente testate ma non scesero mai in gara, in
quanto la potenza era solo leggermente
superiore a quella erogata dai collaudatissimi motori a tiges ed inoltre i propulsori bialbero risultavano pi fragili e
pi scorbutici. Il progetto bialbero fu
accantonato e le moto furono vendute
ad appassionati esteri: una in Svizzera e
due in Germania.
Ma gi molti anni prima, nel 1959,
unaltra creatura di casa Aermacchi
aveva fatto sentire i suoi potenti ruggiti, e precisamente un monocilindrico
bialbero per gare di motocross.
Anche questo era un progetto del famoso Alfredo Bianchi e venne realizzato da
un suo collaboratore il tecnico varesino
Francesco Botta. Si trattava di un motore completamente diverso da quanto
prova nel reparto esperienze di Schiranna e, forse perch non al meglio della
freschezza, forniva una potenza vicina
ai 3O CV.
Ci cre la convinzione che con una decina di cavalli in pi si potessero vincere facilmente gare di cross sia nazionali
che internazionali.
Avuta la necessaria autorizzazione da
parte degli alti dirigenti Aermacchi,
Bianchi e Botta si buttarono a capofitto
nel nuovo esperimento ed in pochi mesi, praticamente gli ultimi quattro del
1958, fu realizzato il progetto ambizioso di una moto nata espressamente per
limpiego motocrossistico e di concezione rivoluzionaria.
Cos dal fervido ingegno di Bianchi e
dalla matita di Botta nacque a tempo di
record quel capolavoro di ingegneria
meccanica che (o fu!) il motore 500
bialbero (di cui furono assemblati anche due prototipi di 250).
Il motore molto compatto, era di meccanica estremamente raffinata. Monocilindrico verticale, a differenza degli altri
motori bialbero dellepoca, aveva la cartella della distribuzione sul lato sinistro, in lega leggera con nervature per
irrobustirla.
I due alberi a camme in testa erano comandati da un treno di ingranaggi, le
molle delle valvole erano a spillo e, stranamente per un motore da fuoristrada,
erano scoperte come sul Norton Manx.
Queste soluzioni erano gi state adottate tempo prima sulle belghe FN e sulle
Norton di Leslie Archer senza alcun
problema.
Testa e cilindro erano in lega leggera
come anche i carter del motore.
Laccensione era a spinterogeno con la
coppia puntine alloggiate in apposito
vano nella cartella della distribuzione,
al di sopra della pompa dellolio piazzata allesterno dei carter. Il carburatore
era un DelOrto SS 32. La trasmissione
primaria era ad ingranaggi con denti diritti, sul lato destro del motore. La frizione era a dischi multipli in bagno dolio mentre il cambio era in blocco a
quattro rapporti (era disponibile anche
un cambio a sei velocit).
gareggiare nella classe 250 con unAermacchi Ala dOro ufficiale. La bialbero
fin in un angolo del reparto corse di
Schiranna e per un certo periodo non
se ne parl pi.
Nel gennaio 1960 lAermacchi decise di
partecipare ufficialmente al campionato
italiano di motocross dando in gestione
al Gruppo Sportivo Fiamme Oro di Roma tre Ala dOro da cross (quelle della
seconda serie con telaio a sbalzo e verniciatura di colore rosso) pi un muletto dallenamento.
Per partecipare alle gare della classe
500 si sarebbero montati cilindri di
maggior alesaggio con clindrata di 253
cm3 dacch il regolamento di quel tempo permetteva lutilizzo di moto con cilindrata che superava anche di poco i
250 cm3 per competere nella classe 500.
La squadra della Fiamme Oro era composta da Angelini, Conti, Jaffei e dal sottoscritto che aveva preso il posto di Altafini che si era congedato per convolare a nozze.
Ricordo che nel mese di febbraio del
1960, in occasione di una visita di piloti
e meccanici della Polizia Stradale agli
stabilimenti di Varese/Schiranna, avendo trovato abbandonata la bialbero da
cross che per il suo aspetto aggressivo
sprizzava potenza da tutti i pori (pardon
da tutte le parti...!), chiedemmo ai dirigenti Aermacchi di mettere la moto a
nostra disposizione per prove e collaudi
tecnici.
E cos sul campo della Malpensa in occasione di una seduta di allenamento
durata ben tre giorni, potemmo constatare pregi e difetti della bialbero.
Ci entusiasm soprattutto la grande potenza del motore ma ci sembr carente
la ciclistica e di scarsa fruibilit.
Poich lAermacchi aveva gi deciso di
abbandonare il progetto sul quale non
voleva pi investire altri capitali, decidemmo noi delle Fiamme Oro, 4 piloti
e 4 meccanici, di finanziare il rinnovamento della moto secondo le nostre
idee.
Ci autotassammo di 10.000 lire a testa
(il nostro stipendio di poliziotti era allora di circa 50.000 lire al mese) e raccogliemmo le 80.000 lire necessarie per
pagare un telaio del tipo a doppia culla
continua ispirato allinglese Featherbed
della Norton Manx, costruito apposta
per il motore del famoso tecnico torinese Giuseppe Carr.
Il telaio era praticamente identico a
quello delle Mondial e delle Mival che
avevano vinto i campionati italiani di
SCHEDA TECNICA
Motore: monocilindrico verticale a
quattro tempi
Distribuzione: a doppio albero a camme in testa comandati da cascata di
ingranaggi racchiusi in cartella collocata sul lato sinistro
Alesaggio e corsa: 88 x 82 mm
Cilindrata totale: 498,5 cm3
Lubrificazione: a carter secco con
pompa a doppia mandata
(ad ingranaggi)
Accensione: a spinterogeno
Carburatore: DellOrto SS 32
Testa, Cilindro, Motore: in lega leggera
Trasmissione primaria: ad ingranaggi