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Ascetici perch creativi

- Benedetto Vecchi, 07.10.2015


Tempi presenti. Linnovazione il vangelo del capitalismo. Non cos per Joseph Shumpeter, che
la considera un fenomeno raro. Un sentiero di lettura a partire dal saggio Il fenomeno
fondamentale dello sviluppo economico pubblicato dal Mulino
Unoperazione editoriale ardita questa del Mulino che ha avuto la regia accorta, ma discreta di Adelino Zanini, filosofo, ma anche storico del pensiero economico, avendo dedicato molta della sua attivit di ricerca teorica a Joseph A. Shumpeter e Adam Smith, con felici incursioni nellopera di John
Maynard Keynes e nel campo della critica delleconomia politica di Karl Marx. Loperazione consiste
nella pubblicazione di due capitoli scritti da Shumpeter per la sua Teoria dello sviluppo economico
e poi soppressi dallo stesso economista austriaco perch devianti rispetto al corpus centrale
dellopera. Nella sua introduzione, Zanini ritiene, in maniera convincente, che invece sono testi rilevanti, perch danno la misura del laboratorio teorico di Shumpeter e della messa a fuoco della figura
cardine del suo pensiero economico, cio quella figura dellimprenditore che ha, per Shumpeter, la
capacit di rompere lequilibrio inerente lagire economico grazie alla sua capacit di proporre una
nuova combinazione di elementi noti nelle tecnologie, nel credito, nel processo produttivo e nella
sfera della circolazione, nella domanda di beni tale da produrre una discontinuit nello sviluppo
economico.

Adelino Zanini argomenta, sempre nellintroduzione a Il fenomeno fondamentale dello sviluppo economico (Il Mulino, pp. 200, euro 18), la decisione della pubblicazione di questi due capitoli, archiviati e mai pi ripresi da Shumpeter, non tanto per offrire allo studioso materiali che vanno a comporre, come tasselli persi, il puzzle di un pensiero economico centrale tra gli anni Venti e Cinquanta
del Novecento, ma perch consentono, dato il loro carattere introduttivo e riassuntivo si tratta in
origine del 2 capitolo e del 6 capitolo della Teoria dello sviluppo economico di evidenziare la sua
presa di distanza dalleconomia neoclassica allora dominante nelle universit, visti i non sono pochi

rinvii proprio alla critica delleconomia politica di Marx. Da questo punto di vista, Shumpeter prende
sul serio lautore del Capitale e si potrebbe dire, al pari di un suo contemporaneo, Max Weber, che
i suoi scritti sono una risposta proprio a Marx, senza nessuna demonizzazione, provando a costruire
un edificio teorico pi saldo di quello costruito dai neoclassici di allora. Questi due capitoli danno
dunque la misura delle difficolt che Shumpeter incontra, ma anche della scelta di cercare una soluzione che salvaguardi il capitalismo dai suoi critici, introducendo appunto la figura prometeica
dellimprenditore.

Le inutili profezie
Nella Teoria della sviluppo economico i conflitti degli interessi, dunque anche il conflitto di classe,
sono ritenuti da Shumpeter fattori esterni alla produzione della ricchezza. Non possono cio scardinare la statica che caratterizza leconomia. Lunico che pu far deviare il naturale corso delle
cose , appunto, limprenditore. A questa premessa e conclusione della sua elaborazione Shumpeter
rimarr sempre fedele, anche se con amarezza scriver nellopera della tarda maturit Capitalismo,
socialismo, democrazia che il socialismo ha pi chance di garantire sviluppo e innovazione (termine che leconomista austriaco usa con parsimonia, a differenza dei suoi discepoli) del sistema capitalistico. La storia non ha certo confermato questa profezia di Shumpeter, come testimonia il crollo
rovinoso del socialismo reale. Questa per unaltra storia, che attende ancora di essere scritta,
attingendo non alla cassetta degli attrezzi fornita dalla triste scienza, bens a quella della critica
delleconomia marxiana.
Vale dunque la pena di tornare al volume in questione, perch tra le righe dei due capitoli ci sono
elementi importanti per guardare allinnovazione non come un elemento proprio delleconomico,
bens come fattore di rapporti sociali di produzione, che irrompe nella quotidianit e crea una situazione imprevista, non contemplata. Che pu determinare il consolidamento di una impresa sul mercato o la sua marginalizzazione; lo sviluppo di un nuovo settore produttivo e leclissi di un altro. Che
modifica il processo produttivo nella sua totalit. Tutto ci non ha nulla a che vedere con una
rivoluzione, bens con un concetto di sviluppo che non pu essere mai pensato come lineare, che
procede con lunghi periodi di stasi e brevi periodi che distruggono lequilibrio acquisito per poi
riproporne un altro.

Il plasmare creativo
Linnovazione dunque un evento raro: ha per un potere destituente che coinvolge tutto il sistema
economico. Sbagliato dunque pensare allinnovazione come una macchina migliorativa dellesistente.
Linnovazione produce infatti discontinuit. Saranno i suoi discepoli Nathan Rosenberg, David
Mowery, William Baumoil, solo per citarne alcuni a introdurre una tassonomia innovazione
incrementale, per apprendimento, per uso di un sistema di macchine per ridimensionare il carattere dirompente dellinnovazione. Limprenditore, per tornare al lessico shumpeteriano, combina in
maniera originale e non consueta elementi noti. Questo vale sia per la traduzione operativa di una
ricerca scientifica, che per una nuova forma di credito, o per il miglioramento delle forme di distribuzione e vendita. Da qui, limpossibile omologia tra sviluppo economico e evoluzione: per Shumpeter,
infatti, linnovazione ha leffetto dirompente di unonda che distrugge equilibri consolidati, perch
limprenditore mette in campo una distruzione creativa che non lascia niente come era prima della
sua irruzione sulla scena.
Pi che un concentrato di pensiero economico questi due capitoli sono quindi da leggere come le
premesse di una antropologia filosofica delleconomico. Per Shumpeter, infatti, leconomia caratterizzata da un agire edonistico che punta al soddisfacimento immediato di bisogni sociali. sostanzialmente statica, cio sempre eguale a se stessa, fino a quando non irrompe sulla scena un agire

energico che plasma creativamente le condizioni date. in questo plasmare creativo che lagire
energico dellimprenditore pu essere associato allattivit artistica. Per questo, produrre innovazione, meglio produrre sviluppo economico ha, per Shumpeter, molti punti in contatto con lattivit
dello scrittore e del pittore che non con quella dellartigiano, che condannato alla ripetizione del
sempre eguale, introducendo piccoli e lievi miglioramenti dei propri prodotti che non mettono mai in
discussione lequilibrio, la statica delleconomia.
Gli amanti delle tesi di Richard Sennett sullartigiano come figura antica, ma nuovamente centrale
del capitalismo contemporaneo non potranno che riflettere sulle loro radicate convinzioni.
Quando passa a descrivere le caratteristiche dellimprenditore, Shumpeter fa leva sulla forte personalit, sulla rinuncia al piacere immediato per la vision del futuro che ha. Limprenditore non un
edonista, bens un individuo che vuol dare forma a una idea maturata mettendo in relazione elementi
noti della realt. Sacrifica cio il soddisfacimento immediato in nome dellopera che vuol produrre.
C nella silhouette dellimprenditore tratteggiata da Shumpeter una assonanza con quanto Max
Weber scriveva sulletica protestante del capitalismo e sulle personalit carismatiche nellazione
politica. La rinuncia al soddisfacimento edonistico dei propri bisogni, un certo ascetismo calvinista
nel comportamenti in societ, il carisma che riesce a mobilitare attorno a s competenze e forze
sociali per raggiungere un obiettivo; lesercizio del potere non per tornaconto personale ma per raggiungere un obiettivo: se per Weber sono le qualit del leader, per Shumpeter sono le caratteristiche dellimprenditore.

Non si tratta di stabilire filologicamente le influenze di Weber su Shumpeter, bens di segnalare


come il pensiero dominante dovesse fare i conti con la filosofia della storia marxiana e lirruzione del
movimento operaio sulla scena pubblica: fattori che mettevano definitivamente in discussione la tesi
che lo sviluppo sociale e storico fosse lesito di grandi personalit. Weber e Shumpeter cercano cio
di salvare il salvabile di questo individualismo radicale e metodologico. Entrambi cambieranno idea
nel corso del tempo. Weber quando far i conti con la rivoluzione del 1905 in Russia, individuando
nel partito operaio di massa limprevisto divenuto realt; Joseph A. Shumpeter in Capitalismo socialismo, democrazia, quando scrive che linnovazione diventata una macchina organizzata, progettata
per funzionare indipendentemente dalle personalit coinvolte nellazione economica.

Il potere del rentier


Dunque prodromi di una antropologia filosofica delleconomico. Attuali, tuttavia, ora che
linnovazione divenuto il vangelo del capitalismo. Vince chi innovativo, perde chi si lascia trasportare dalla consueta statica dellattivit economica, recita il verbo. C per da dubitare che
limprenditore sia coincidente con una singola personalit. Il capitalismo ha ampiamente dimostrato
che linnovazione un fattore esterno allattivit economica. un fatto sociale che nasce nel campo
delle relazioni, nella capacit di poter combinare in maniera originale conoscenze gi note alla luce
dagli scambi, la comunicazione, gli atti linguistici che scandiscono il sociale. Diventano fattori inerenti lo sviluppo economico quando c cattura, appropriazione privata.
Steve Jobs per Apple o Jeff Bezos per Amazon si appropriano di sperimentazioni, di attitudini, di prodotti, di conoscenza gi note e le fanno diventare onde da piegare ai propri fini. Sono cio rentiers
della cooperazione sociale. Linnovazione di processo e di prodotto dunque frutto sempre di una
espropriazione. Sarebbe interessante stabilire omologie tra limprenditore shumpeteriano e le religioni taoiste, shintoiste e buddiste, cio sulla tendenza ad appropriarsi di ci che gi c. Per il
momento torna utile il saggio di una economista contemporanea, Mariana Mazzucato, che nel suo Lo
stato imprenditore (Laterza) guarda proprio allo Stato la fonte primaria dove attingere conoscenze,
competenze, ma anche come il luogo che definisce il dispositivo per rendere efficiente la macchina
dellinnovazione. Dietro linnovazione c sempre un atto violento di espropriazione del comune
che innerva la cooperazione sociale. Un fatto che Shumpeter aveva intravisto agli inizi del Novecento e che ha occultato in nome di un modello astratto di attivit economica che reggesse lurto
dellospite inatteso, cio quel lavoro vivo che la fonte della ricchezza e dellinnovazione.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE

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