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ASPETTI PSICOLOGICI DEL BAMBINO DI

FRONTE ALLA MALATTIA


Psychological aspects of the sick child

Patrizia Rubbini Paglia, Giuliana Apreda

Lesperienza transitoria della malattia un evento naturale nella vita di


ogni bambino sano. Prolungate fasi di benessere e brevi periodi di malattia
rappresentano una normale alternanza nel percorso evolutivo del bambino
che ha, cos, occasione di sperimentare temporanee regressioni, legate
alla necessit di particolare accudimento, seguite dopo la guarigione, da
un rapido recupero delle autonomie gi acquisite.
Questo succedersi di fasi e crisi, se adeguatamente gestito dai genitori
e dal pediatra, consente al bambino di accrescere la sua fiducia nella capacit di accudimento degli adulti e consolidare la sua sicurezza rispetto
alle proprie risorse personali. Sostanzialmente diversa lesperienza
della malattia, anche se di lieve entit, che per qualche ragione richiede
lospedalizzazione.
In questo caso necessario prestare una particolare attenzione alle possibili implicazioni psicologiche legate al ricovero allo scopo di prevenire
o contenere il rischio di veri e propri traumi che potrebbero pregiudicare
gravemente il futuro sviluppo affettivo e cognitivo del bambino dopo
la guarigione.
Ospedalizzazione
Il ricovero in ospedale per il bambino rappresenta sempre unesperienza
di separazione e di rottura rispetto al precedente stato di benessere
psico-fisico.
Il ricovero, infatti, anche se di breve durata, si configura come un momento di disorientamento, di perdita delle sicurezze legate alla vita normale
e, se prolungato nel tempo per patologie gravi, pu comportare il rischio
di una seria compromissione del processo evolutivo.
importante, perci, prendere in considerazione la percezione che il
bambino e ladolescente hanno di questesperienza e di quali risorse
possono disporre, nelle diverse fasi del loro sviluppo, allo scopo di
prevenire linsorgenza di danni psicologici, collaterali alla patologia
di base.

Bambini durante la prima infanzia (dai 0 ai 5 anni)


I bambini al di sotto dei tre anni di et temono, pi di ogni altra cosa, la
separazione dalla madre. Diverse ricerche hanno dimostrato che un distacco di due settimane richiede diversi mesi affinch il trauma sia superato.
perci fondamentale garantire la presenza di uno o di entrambi i genitori
in tutti i possibili ambiti legati al trattamento del piccolo ospedalizzato.
I sentimenti del bambino, in questa circostanza, sono molto simili a quelli
dei genitori ovvero: incertezza, tristezza, paura, rabbia.
Lansia del bambino viene ben contenuta se i genitori hanno la capacit
di rassicurarlo controllando, di fronte a lui, le proprie emozioni. Al
contrario le sue paure risultano notevolmente amplificate se i genitori
manifestano apertamente la loro preoccupazione, percepita dal bambino
malato anche attraverso il linguaggio non verbale. Come reazione difensiva rispetto ad unansia non contenuta il bambino pu mettere in atto
nei confronti dei genitori atteggiamenti di chiusura, di opposizione, di
collera incolpandoli per quanto gli sta accadendo; altre volte, al contrario,
pu ricondurre a se stesso la responsabilit della malattia per mancanze
vere o presunte esasperando la tendenza alla colpevolizzazione tipica di
questa fase dello sviluppo.
I piccoli pazienti possono, inoltre, anche se adeguatamente sostenuti
manifestare comportamenti tipici di bambini di et inferiore attraverso la
regressione del linguaggio, la perdita di autonomie gi acquisite, lenuresi
ecc.. Generalmente questi comportamenti scompaiono, in modo graduale,
non appena cessa lospedalizzazione. Il pediatra pu, in questo senso,
svolgere unimportante funzione di rassicurazione aiutando il genitore
a riconoscere tali comportamenti come risposta sana ad un evento di
per se, realmente, traumatico.
Bambini durante la seconda infanzia (dai 6 ai 9 anni)
I bambini di questa fascia di et reagiscono in modo simile a quelli pi
piccoli: regrediscono, sono ansiosi, tristi e irati.
Anche se i bambini di questa et sono pi indipendenti la presenza dei
genitori ancora molto importante, soprattutto in occasione di esami
invasivi e dolorosi.
Langoscia di separazione dai genitori tuttavia minore ed sostituita dalla paura per ci che accadr al proprio corpo (definita come
paura della mutilazione). Per i bambini di questa et gli esami fisici
e le cure mediche sono vissute come pi minacciosi e il senso del
pudore rende pi traumatica la manipolazione del proprio corpo da
parte di estranei. Il timore che il corpo possa subire delle modificazioni permanenti.

Anche in questa fascia di et presente il senso di colpa ma il pensiero


diviene concreto nel senso che il bambino applica la categoria di causaeffetto e tende a credere che la malattia sia una punizione per il suo
cattivo comportamento. Questo senso di colpa particolarmente forte
nei bambini dai 5 ai 7 anni.
Il bambino, inoltre, in questa fase acquisisce una maggiore consapevolezza di s sviluppando lesigenza di informazioni sul proprio stato
e sulle prospettive di ritorno alla normalit, con un progressivo rifiuto
dellospedalizzazione.
I bambini utilizzano, comunemente, il gioco per esprimere i loro sentimenti e pensieri. Durante lospedalizzazione il gioco pu essere utilizzato
per far emergere, senza dolore, paure, rabbie e tristezza. Linterlocutore
adulto, genitore o operatore sanitario, pu attraverso questo strumento entrare in contatto con le sue parti pi profonde senza fermarsi ad
unapparenza, talvolta, falsamente rassicurante. Il pediatra pu aiutare
il bambino a superare le sue paure fornendo spiegazioni semplici sul suo
stato, deresponsabilizzandolo, cos, rispetto alla causa della sua malattia.
Preadolescenti e adolescenti
Dopo i 10 anni compaiono rapidi cambiamenti corporei e ci rende pi
attenti i piccoli pazienti ai possibili mutamenti dovuti alla malattia e alla
cura. La loro situazione psicologica di ricerca di indipendenza e di contemporaneo bisogno dei genitori complica le relazioni familiari. Durante lospedalizzazione lindipendenza minima e viene a mancare il supporto ed
il confronto con i pari. Il ragazzo si trova, pertanto, a vivere una situazione
di profonda ambivalenza che aumenta il senso di precariet ed insicurezza.
In presenza di gravi patologie la paura della morte, presente anche nei pi
piccoli, diventa pi forte ed i ragazzi di questa et, si interrogano sul loro
futuro e sulla possibilit di una vita normale. Rispetto a queste paure una
possibile reazione difensiva diviene la negazione della malattia stessa. In
questa fascia di et risulta fondamentale, oltre allappoggio dei genitori,
quello di operatori sanitari capaci di stabilire con ladolescente rapporti
di fiducia e di riconoscere le sue angosce, anche se spesso nascoste dietro
atteggiamenti di adultismo e di autonomia.
Indicazioni
Alla luce di queste considerazioni necessario, quindi, per bambini e
ragazzi di ogni fascia di et, consentire la presenza continua di almeno
un familiare e prevedere lo svolgimento regolare di attivit ludiche e
didattiche per garantire una continuit con la vita normale che risulte-

rebbe, altrimenti, bruscamente interrotta dal ricovero. Queste opportunit


permettono al bambino di mantenere i suoi aspetti sani e le sue capacit
espressive e creative. Il bambino, inoltre, per poter affrontare in modo
adeguato questa esperienza critica deve conservare la sua capacit di
pensare e di comprendere. In altri termini necessario favorire la partecipazione consapevole e attiva del bambino alla sua esperienza di malattia.
Il non sapere favorisce nei bambini linsorgenza di vissuti persecutori
nei confronti dellospedale e dei medici e tali vissuti possono generare il
rifiuto della terapia. Spesso la non comunicazione con il bambino viene
esplicitamente richiesta ai pediatri dai genitori convinti di esorcizzare
la realt attraverso il silenzio. Al contrario questa modalit alimenta la
paura dei piccoli, legata allincertezza pi ancora che al male fisico,
costringendolo ad affrontare le incognite del suo stato in una condizione
di isolamento e di solitudine.
importante, perci, prevenire questo rischio considerando il bambino
come interlocutore privilegiato consapevoli che egli vive direttamente
su di s lesperienza di malattia attraverso visite invasive, esami cruenti,
cure sgradevoli.
Di fronte alle lunghe ospedalizzazioni non da trascurare la condizione
di dipendenza che si sviluppa nei confronti dellospedale e dellquipe
curante. Il trattamento e le cure agiscono sul piano psicologico come
fattori protettivi, tuttavia tale dipendenza non deve essere esasperata
escludendo la possibilit di rapporto con altre figure significative della
vita del bambino (parenti, amici, insegnanti). Quando le condizioni
cliniche lo consentono opportuno ridimensionare questa dipendenza
dallospedale favorendo una progressiva ripresa di autonomia sia da parte
del bambino che dellintera famiglia.
Infine va sottolineato che lospedalizzazione pu trasformarsi in una
positiva esperienza di vita e di socializzazione attraverso lacquisizione
di nuove relazioni e di stimoli intellettivi e culturali prima sconosciuti.
Affinch ci avvenga fondamentale che il bambino sia aiutato a stabilire
una relazione costruttiva con tutte le figure professionali (medici, infermieri, psicologi, educatori, ludoterapisti ed insegnanti) che lospedale
pu prevedere per migliorare la sua qualit di vita.
Patologia grave del bambino: i meccanismi di difesa familiari
Una riflessione a parte meritano le reazioni psicologiche del bambino e
della sua famiglia di fronte a patologie gravi la cui prognosi pu prevedere un esito infausto.
importante, infatti, per il pediatra saper riconoscere una sana strategia
difensiva che consente al bambino ed alla sua famiglia di fronteggiare le

53. Aspetti psicologici del bambino di fronte alla malattia

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angosce
angoscesuscitate
suscitatedalla
dalladiagnosi,
diagnosi,rispetto
rispettoaaveri
verieepropri
propri sintomi
sintomi di
di disagio
disagio
psicopatologico
che
richiedono
un
intervento
specialistico.
psicopatologico che richiedono un intervento specialistico.
Un
dinamiche
psicologiche
e relazioUnparticolare
particolareapprofondimento
approfondimentodelle
delle
dinamiche
psicologiche
e relanali
legate
alla
malattia
oncologica
ha
portato
allidentificazione
dei meczionali legate alla malattia oncologica ha portato allidentificazione
dei
canismi
di difesa
utilizzati
dai diversi
componenti
della famiglia
di fronte
meccanismi
di difesa
utilizzati
dai diversi
componenti
della famiglia
di
alla
diagnosi
e durante
liter terapeutico.
Tali meccanismi
risultano
essere,
fronte
alla diagnosi
e durante
liter terapeutico.
Tali meccanismi
risultano
sostanzialmente,
presenti in
tutte leinsituazioni
di malattia
evocano
essere, sostanzialmente,
presenti
tutte le situazioni
di che
malattia
che
angoscia
di
morte.
evocano angoscia di morte.
Nel
diagnosi
di di
patologia
potenzialmente
infausta
di
Nelmomento
momentoinincui
cuiuna
una
diagnosi
patologia
potenzialmente
infausta
undibambino
irrompe
in una
una valanga
di meccanismi
di difesa
un bambino
irrompe
infamiglia,
una famiglia,
una valanga
di meccanismi
di
viene
atto da
i componenti
nel tentativo
di controllare
difesamessa
vieneinmessa
in tutti
atto da
tutti i componenti
nel tentativo
di conlevoluzione
della propria
storia,
bloccando
ciclo vitale
alla fase
immetrollare levoluzione
della
propria
storia, ilbloccando
il ciclo
vitale
alla
diatamente
precedente linsorgenza
della malattia.
Il malattia.
tentativo,Ilillusorio,
fase immediatamente
precedente linsorgenza
della
tentativo,
quello
di evitare
di andare
verso
un futuro
cheuncomporta
una
minacciauna
di
illusorio,
quello
di evitare
di andare
verso
futuro che
comporta
morte.
minaccia di morte.
Per
Perraggiungere
raggiungerequesto
questoobbiettivo
obbiettivolalafamiglia
famigliamodifica
modifica la
la propria
propria struttura
struttura
attraverso
un
uso
alterato
del
tempo
e
dello
spazio:
lo
spazio
statico,
il
attraverso un uso alterato del tempo e dello spazio: lo spazio
statico,
tempo

negato.
il tempo negato.
Vediamo
dopo
la diagnosi,
i genitori
organizzare
una strategia
iperVediamoallora,
allora,
dopo
la diagnosi,
i genitori
organizzare
una strategia
protettiva
sia
nei
confronti
del
figlio
malato
che
nei
confronti
dei
iperprotettiva sia nei confronti del figlio malato che nei confronti dei figli
figli
sani.
fusionale,
sani.Mentre
Mentreililbambino
bambinomalato
malatovive
viveuna
una condizione
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di tipo
tipo fusionale,
che
chelolovede
vedeinsieme
insiemeaiaigenitori
genitoriper
performare
formareuna
una barriera
barriera difensiva
difensiva rispetto
rispetto
alle
minacce
che
incombono
su
di
lui,
i
fratelli
sani
sperimentano
una
alle minacce che incombono su di lui, i fratelli sani sperimentano una
sorta
di
espulsione,
messi
in
salvo
lontani
dal
mondo
della
malattia
casorta di espulsione, messi in salvo lontani dal mondo della malattia
rico
di
sofferenza
e
di
pericoli
(Fig.
1).
carico di sofferenza e di pericoli (Fig. 1).

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53. Aspetti psicologici del bambino di fronte alla malattia


53. Aspetti psicologici del bambino di fronte alla malattia

Durante
allinterno della
della famiglia ad
ad una
Duranteliter
liter della
della malattia
malattia assistiamo
assistiamo allinterno
Durante
liter
della
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assistiamo
allinterno della famiglia
famiglia aduna
una
inversione
dei
ruoli
generazionali
che
vede
ililbambino
malato
assumere,
inversione
dei
ruoli
generazionali
che
vede
bambino
malato
assumeinversione dei ruoli generazionali che vede il bambino malato assumere,
progressivamente,
un ruolo
genitoriale
espresso
attraverso
formeforme
di adulre, progressivamente,
un ruolo
genitoriale
espresso
attraverso
di
progressivamente,
un ruolo
genitoriale
espresso
attraverso
forme di adultismo
o
atteggiamenti
tirannici
nei
confronti
di
genitori
succubi
e
molto
adultismo
o
atteggiamenti
tirannici
nei
confronti
di
genitori
succubi
e
tismo o atteggiamenti tirannici nei confronti di genitori succubi e molto
permissivi,
mentre imentre
fratelliisani
convivono
con una condizione
di orfanimolto
permissivi,
fratelli
sani
convivono
con
una
condizione
permissivi, mentre i fratelli sani convivono con una condizione di orfanilit
(Fig. 2). (Fig. 2).
di orfanilit
lit
(Fig. 2).

IlIlbambino
la stessa
stessa modalit comportamentale
comportamentale anche
bambinotende
tende ad
ad utilizzare
utilizzare la
Il bambino
tende
ad
utilizzare
la stessa modalit
modalit comportamentaleanche
anche
nelle
altre
relazioni
che
la
sua condizione
condizione gli
gli propone
propone (quipe
(quipe curante,
nelle
altre
relazioni
che
la
sua
nelle altre relazioni che la sua condizione gli propone (quipe curante,
curante,
insegnanti,
volentieri
di recuperare
il suo
ruolo
norinsegnanti,volontari)
volontari)ma
maaccetta
accetta
volentieri
di recuperare
il suo
ruolo
insegnanti,
volontari)
ma
accetta
volentieri
di recuperare
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ruolo
normale
con con
gli adulti
che che
manifestano
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di fronte
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Questa
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utilizzata
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famiglia come
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sana ad
Questa
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difensiva,
utilizzata
dalla famiglia
Questa modalit difensiva, utilizzata dalla
famiglia come risposta
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bambino
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decremento
correlazione
condizioni
cliniche
bambino
e
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decremento
in correlazione
alle condizioni
cliniche
del bambino
e allentit
degli
interventi
cui
deve
essere
sottoposto
(Fig.
3).
allentit
degli
interventi
cui
deve
essere
sottoposto
(Fig.
3).
lentit degli interventi cui deve essere sottoposto (Fig. 3).

Alla luce di queste considerazioni diviene perci fondamentale la capacit


dellquipe curante nel distinguere il significato di comportamenti che
rientrano in una sana strategia difensiva quali pianto, rifiuto, regressione
rispetto a reazioni psicopatologiche espresse dal bambino attraverso veri
e propri sintomi quali insonnia, isolamento dal mondo esterno, distacco
dalla realt ecc.
In questo senso la modalit comunemente utilizzata nei contesti di cura
legati alloncologia pediatrica, ha messo in evidenza il valore di un
intervento integrato che vede loncologo e lo psicologo confrontare le
rispettive competenze per garantire una risposta adeguata alla domanda,
articolata e complessa, suscitata da patologie gravi che comportano trattamenti protratti nel tempo, spesso, con una prognosi incerta.
Bibliografia essenziale
- Gerali M, Servitzoglou M, et al.Psychological Problems in Children with
Cancer in the Initial Period of Treatment. Cancer Nurs. 2011;34:269-276.
- Rodriguez EM, Dunn MJ, et al. Cancer-related sources of stress for children with
cancer and their parents. Journal of Pediatric Psychology. 2012; 37: 185-197.

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