Approccio scientifico: oggettivit avalutativa che non basata sulla determinazione di un criterio
di giustizia da adottare come base delle scelte politiche -> la scienza ne individua le possibili
conseguenze ma non i criteri da seguire (es. differenze di gestione degli armamenti o del sistema
del welfare nei diversi stati).
-STORIA -> La differenza tra un politologo e uno storico sta nella comprensione oggettiva della
politica nella sua EVOLUZIONE e sulla base dell'interconnessione tra i fatti: la storia non
prescrittiva; attraverso di essa si compie un accostamento IDEOGRAFICO -> ricostruzione di un
evento nella sua particolarit. L'accostamento MOMOTETICO della scienza politica invece cerca
delle uniformit generali al di l delle contingenze.
La storia studia i fenomeni inseriti nelle coordinate spaziotemporali, mentre la scienza pone delle
regole che individuano gli aspetti universali avulsi dalle coordinate spaziotemporali (costruzione di
un quadro generale).
-DIRITTO COSTITUZIONALE -> Il giurista si occupa di determinare se il comportamento
politico in regola con le norme: i comportamenti devono coincidere infatti con le regole (essere =
dover essere). I politologi trovano interessante il comportamento effettivo degli attori politici a
prescindere dalle regole. Non tutti i comportamenti sono disciplinati dal diritto costituzionale
(sovrapposizione con l'ingegneria costituzionale).
L'OGGETTO DELLA POLITICA
Il potere come fenomeno sociale non racchiuso nella politica, ma se necessario individuare un
contesto che identifica la politica, questo il GOVERNO, presente in ogni comunit politica, ma
limitativo in quanto vi attivit politica anche dove un governo non esiste.
La politica si definisce come una serie di processi che ha come esito l'assegnazione autoritativa di
valori, vantaggi e svantaggi assistita dal monopolio della forza e della violenza (meccanismo
coercitivo).
Anche la politica, come l'economia, un sistema di produzione e distribuzione, e come l'economia
si esprime in varie tipologie ed resa intelligibile da adeguate teorie.
29/02/2012
se P allora Q
no P
no Q
(premessa maggiore)
(premessa minore)
(conclusione)
La causa sufficiente.
3) AFFERMARE LE CONSEGUENZE -> NON VALIDO
se P allora Q
"Se un Paese ricco c' democrazia"
maggiore)
Q
"c' democrazia"
P
"il Paese ricco"
(premessa
(premessa minore)
(conclusione)
(premessa
(premessa minore)
(conclusione)
Si tratta di una FALSIFICAZIONE, la scienza tende a ricadere in questo ambito. Restando legati
all'esempio precedente, "Se c' democrazia, ci sono elezioni - non ci sono elezioni - non c'
democrazia" vero, e si attua cos una constatazione empirica, e la scienza indica le ipotesi che, se
trovate, falsificano la teoria. Una teoria, se buona, deve reggere alle falsificazioni.
Riassumendo, la scienza :
- metodo critico per capire il mondo
- accettazione della provvisoriet
- metodo di osservazione e spiegazione
- formulazione di teorie esplicative con ipotesi osservabili e falsificabili
NB: i concetti devono poter essere misurabili.
01/03/2012
Sussiste unidea di sistema totalitario in cui ogni parte interna si spiega in relazione con le altre.
Quali sono i confini tra la politica e ci che politica non ? Il sistema un insieme di interazioni, ci
che qualifica quello politico un insieme particolare di relazioni legate da una certa logica. La
propriet di queste relazioni che esse sono legate a un criterio distintivo: lassegnazione
autoritativa dei valori nella societ, e questo tipo di finalit distributiva connota tutti i
comportamenti politici.
Input del sistema politico: provengono dalla societ e costituiscono larticolazione della
DOMANDA; sono le esigenze e le richieste dei cittadini al governo. I cittadini forniscono risorse
allo stato (tasse, finanziamento ai partiti, servizio militare) e in cambio si aspettano laccoglimento
.delle richieste
Outcome: esito, conseguenze delle scelte del governo, reazione della popolazione.
Se aumentano troppo le domande e diminuisce il sostegno si modifica lo schema politico ->
APPROCCIO ECONOMICO
Joseph Shumpeter ("Capitalismo, socialismo e democrazia", anni '40) -> punto di partenza della
moderna teoria empirica della democrazia: parallelismo tra la competizione economica di mercato e
la competizione politica. La logica del processo economico la stessa del processo democratico;
anche la politica come il mercato produce dei beni (giustizia, ordine pubblico, sicurezza,
uguaglianza), ma cosa spinge a ottenere questo output politico? Ci che spinge a raggiungere un
output la LOTTA PER IL POTERE, cos come l'output economico il sottoprodotto della
competizione per il profitto. Non bisogna confondere l'obiettivo con la prassi necessaria, che
accompagna tutti i leader politici a prescindere dai loro confini concreti: per fare politica si deve
conquistare il potere ed essere coinvolti, qualunque sia l'obiettivo e il disegno specifico,
diversamente dal mercato economico.
La prassi e premessa necessaria della politica quindi la lotta per conquistare il potere: importante
perch l'output serve come strumento necessario per conquistare il potere = OUTPUT COME
STRUMENTO per ottenere il sostegno cos come in economia si ottiene un profitto. Nell'impero
romano gli imperatori dovevano soddisfare almeno una parte della societ romana che li sosteneva
per mantenere il potere -> ad es. garanzia della cittadinanza a tutti i cittadini dell'impero per
accrescere il proprio potere.
La prosperit garantita ad una parte sostanziale e importante della societ da un sistema politico ne
garantisce la sopravvivenza anche in assenza di democrazia.
Welfare State -> un altro modo di produrre rispetto al mercato, secondo criteri di distribuzione
amministrativa e non di profitto.
Per Shumpeter quindi i consumatori coincidono con gli elettori, e su questa base costru la TEORIA
COMPETITIVA DELLA DEMOCRAZIA, che ha come base il consenso popolare.
Parallelo tra logica economica e politica stato preso alla lettera nel secondo dopoguerra ->
approccio della PUBLIC CHOICE, tentativo di adottare metodi e assunti della microeconomia allo
studio della politica.
Assunti dell'approccio economico alla politica:
1) l'individuo antecedente al gruppo ed l'attore fondamentale della societ
2) gli attori perseguono finalit che riflettono esclusivamente il loro interesse
3) i valori e le priorit sono definiti soggettivamente
4) la condotta dell'attore conseguenza di una scelta consapevole
5) gli attori hanno sistemi di preferenza e di valori stabili nel tempo e coerenti
6) di fronte a opzioni diverse l'attore sceglie quella che massimizza l'utilit
7) gli attori possiedono informazioni complete sulle alternative rilevanti
Si basano su questi assunti dei modelli non descrittivi ma logico-deduttivi, che portano anche a
conclusioni non convenzionali e non intuitive (es. spesso coloro che hanno un interesse comune
non si mobilitano collettivamente per difenderlo).
07/03/12
altri) e giochi a somma variabile (entrambi possono guadagnare, e in questo caso a somma
positiva, o entrambi possono perdere, quindi si avrebbe una somma negativa). Esempi di giochi a
somma variabile: guerra nucleare, gioco del "pollo".
C= cooperazione
D= defezione
In (D,D) si trova l'EQUILIBRIO DI NASH: nessuno dei due attori ha incentivo a muoversi
unilateralmente da dove si trova.
Ad ogni combinazione corrisponde una configurazione dei pay off o risultati; come si nota nello
schema si ottiene un risultato contro-intuitivo: la strategia dominante della defezione sub-ottimale
rispetto alla cooperazione dove l'utilit maggiore -> PARADOSSO.
(D,D) dominante perch la defezione ha un grande vantaggio: se l'altro coopera (D,C) si ottiene il
massimo dei pay off (opportunismo) e nella peggiore delle ipotesi si evitano i danni maggiori. Chi
sfrutta le azioni degli altri per ottenere un guadagno il cosiddetto FREE RIDER: l'esempio sono i
beni pubblici, del cui consumo non vengono privati coloro che non partecipano attivamente a
sostenerli economicamente, una volta prodotti.
Senza vincoli, se tutti facessero i free rider i servizi non esisterebbero: i controlli esistono come
incentivi selettivi (commitment) per permetterne la sopravvivenza. Spesso e volentieri quindi i
movimenti collettivi devono spingere la gente a partecipare con incentivi selettivi collaterali; alcuni
esempi sono l'astensione dal voto, l'evasione delle tasse, il non pagamento del biglietto sui mezzi
pubblici.
Se tutti gli Stati fossero disarmati ci si troverebbe in una situazione (C,C), in cui tutti sarebbero
pacifici, ma se anche solo uno defezionasse la sicurezza sarebbe in pericolo: per questo si preferisce
rimanere tutti armati; il paradosso che la razionalit individuale porta a un esito collettivo non del
tutto razionale.
Nello schema dal punto di vista politico si pu identificare lo Stato di diritto in (3,3) e lo Stato di
natura di Hobbes in (2,2).
Un'altro contributo importante quello che riguarda la TEORIA DELLE SCELTE PUBBLICHE, di
cui si occup Kenneth Arrow, che studiando nell'ambito democratico ha formulato il teorema
dell'impossibilit. In questo ambito si spiega come convertire gli ordini di preferenze individuali in
ordini di preferenze collettivi.
Nell'ambito della scelta razionale questa conversione deve garantire che la coerenza degli ordini
individuali sia anche coerenza delle scelte collettive -> necessit del requisito della COERENZA.
Il teorema di Arrow regola le situazioni in cui le preferenze sono pi di due; si ottiene un paradosso
di questo tipo:
A, B e C sono tre attori con tre posizioni diverse che corrispondono a 3 decisioni: ciascuna
decisione ha una posizione preferita che corrisponde ad un massimo di utilit in relazione a un certo
ammontare di spesa pubblica.
Se la spesa pubblica essenzialmente assistenziale diventa una "palla al piede" dello sviluppo.
A e B non sono in una condizione iniziale favorevole, devono quindi spostarsi verso il Centro,
rischiando di perdere qualche voto all'estremo (perdita che sarebbe comunque ampiamente
compensata dai nuovi elettori acquisiti). Accentrandosi i partiti rischiano tuttavia di frammentarsi o
di essere sostituiti negli ambiti estremi che hanno abbandonato.
Un partito per essere tale deve avere una solidit, se ci si accentra troppo si tende a perdere i propri
principi.
Conquistare il Centro non significa essere sbiaditi o indefiniti nella scelta politica, talvolta tende a
vincere anche un profilo pi forte e netta e meno centrista.
Non necessario temere di affrontare argomenti scabrosi se ci corrisponde a esigenze reali della
societ.
In questo caso vi una polarizzazione verso gli estremi: la prima situazione in cui si configurato
stata in Germania nella Rep. di Weimar (unione di estrema destra ed estrema sinistra). In situazioni
di crisi economico-politica si crea la polarizzazione. Per D. le preferenze sono date, per in realt le
forze politiche contribuiscono a modellare la domanda politica, non solo a subirla.
Pluralismo polarizzato -> i partiti di centro sono "condannati" a governare perch non c'erano
alternative: tudio compiuto da Sartori applicando alla 1 Repubblica la curva di Dawes.
13/03/2012
VALUTAZIONI TEMPORALI
Scelte tattiche in relazione all'orizzonte temporale: ci che pu apparire perdente e incomprensibile
nel tempo t0 pu diventare vincente e comprensibile nel tempo t1 -> giustifica scelte apparentemente
irrazionali. Piuttosto che vincere subito meglio fare un investimento che faccia vincere
successivamente in modo migliore.
Chi per primo ha avuto questa idea stato Anthony Dawes -> non si limita a un modello di
competizione spaziale, ma un modello economico articolato che analizza le scelte dei singoli attori
politici, accomunati dal principio di razionalit mezzi-fini. Considera la razionalit anche in
rapporto all'orizzonte temporale, rappresenta l'archetipo dell'approccio economico: "tutti gli attori
hanno scopi, che possono essere ricondotti a motivi razionali".
Secondo il modello razionale, qual' il motivo degli elettori e quale la logica della loro scelta?
L'obiettivo degli elettori la massimissazione dell'utilit in termini di reddito atteso, ovvero il
massimo benessere economico.
Ipotizzando che ci siano due coalizioni a contendersi il governo, come valuter l'elettore se votare il
partito A o il partito B?
1) considerare il differenziale attuale [UAt - E(UB)t] -> differenza tra l'utilit di A al governo e
l'utilit di B se fosse al governo. (VALUTAZIONE RETROATTIVA)
2) orientare il voto sulla base del differenziale atteso [E(UAt+1 - E(UB)t+1] -> confronto due
ipotesi di esiti dei diversi partiti, sulla base delle aspettative sul futuro e degli ipotetici risultati del
governo delle due coalizioni. (VALUTAZIONE PROATTIVA)
Il risultato pu essere differente a seconda della valutazione: si pu trovare un esempio nelle
elezioni del 1947 in GB, con il confronto tra Churchill e i conservatori contro i laburisti -> gli
inglesi pensarono al futuro e al differenziale atteso, volevano un primo ministro che sapesse
governare in tempo di pace, nonostante Churchill fosse stato il vincitore della guerra.
Talvolta l'elettore sente l'esigenza di novit e prevale l'orientamento di calcolo riguardo al futuro,
quando si chiude una fase politica.
Nel caso i partiti siano pi di due (sistema multipartitico) quale sar la scelta dell'elettore?
APPROCCIO NEOISTITUZIONALISTA
Ogni regola o istituzione (struttura) condiziona opportunit e vincoli che ciascun attore politico
trova davanti a s.
Le istituzioni sono il contesto che influenza ma anche l'oggetto delle contestazioni e dei contrasti
(fattori istituzionali), sono le variabili indipendenti cruciali nella comprensione della politica.
Il primo approccio di tipo sociologico-normativo, enunciato da Durkheim: le istituzioni
influenzano gli attori trasmettendo VALORI e NORME. Gli attori valutano cos in base a un criterio
giusto-sbagliato la correttezza della scelta.
L'altro approccio enuncia che le istituzioni sono importanti perch rappresentano un insieme di
vincoli e opportunit che corrispondono a un certo numero di costi e banefici: le istituzioni possono
Il potere si poggia spesso su delle risorse, ma possedere le risorse non significa avere potere.
Il potere sociale si connota come rapporto tra comportamenti di natura TRIADICA:
1) sfera di attivit (ambito in cui opera)
2) comportamento di A (che possiede il potere) diretto a modificare il comportamento di B, e
comportamento di B che modifica il proprio comportamento nella direzione voluta da A
3) nesso causale che intercorre tra i comportamenti A e B (rapporto di causa sufficiente, non causa
necessaria perch non esclude che B possa modificare il suo comportamento anche sulla base di
altri fattori)
I rapporti di potere non sono necessariamente UNIDIREZIONALI: nei rapporti di potere reali, se A
ha potere su B non impedisce che B abbia potere su A (reciproca influenza, che non significa
necessariamente eguaglianza -> il padrone ha bisogno dello schiavo come lo schiavo ha bisogno del
padrone). Questa dinamica spiega spesso l'origine dello stato moderno: nasce da una pura
sottomissione del popolo a un sovrano, il quale comprende che se vuole mantenere il potere deve
dare in cambio qualcosa al popolo -> SCAMBIO TRA GOVERNANTI E GOVERNATI.
Il potere non esercizio della volont di dominio, ma al contrario anche il pi sanguinario dei
conquistatori non legato a una logica di sterminio puro e semplice: sia i governanti che i governati
nel potere cercano COLLABORAZIONE e COOPERAZIONE (apparente ossimoro).
L'obiettivo di una guerra non mai l'annullamento di un nemico, ma quello di piegare la volont
di questo per ottenere uno scambio diverso e un altro tipo di accordo.
Bisogna anche considerare la differenza tra POTERE ATTUALE e POTERE POTENZIALE: il
primo un esercizio di potere qui ed ora tra A e B, che si sta consumando o si gi consumato, un
potere contingente; il potere potenziale una capacit di determinare i comportamenti altrui con
diversi esercizi futuri di potere -> possibilit di A di esercitare un certo tipo di comportamento cui
corrisponde una probabilit di un unico comportamento di B, che obbedisca a quel comando, che
non si esaurisce in un singolo esercizio di potere (es. il potere dei genitori sui figli).
In questo caso giusto distinguere "avere potere" da "esercitare potere".
Il potere sociale quindi il potere potenziale -> capacit di determinazione intenzionale o
interessata dei comportamenti altrui.
L'indicatore maggiore di potere potenziale la connotazione di non essere mai sfidato; esso dipende
da tre aspetti:
- Risorse
- Predisposizione e volont di impiegare le risorse ai fini del potere
- Abilit o efficienza tale da consentire una conversione delle risorse in potere
Il POTERE STABILIZZATO un'ulteriore differenziazione del potere potenziale, che si attua con
la stabilizzazione nella vita quotidiana; quando il potere si istituzionalizza diventa un meccanismo
di comando-obbedienza. Quando questi rapporti comando-obbedienza si articolano in una pluralit
IL POTERE E LE ASPETTATIVE
Transizioni democratiche -> le speranze avviate dalla transizione sono sostenute dal tipo di regime
instaurato prima che il processo avesse inizio. I diversi assetti politici non democratici presentano
potenzialit diverse, e lo stesso vale per la democrazia, che ha anch'essa numerose differenze
interne.
Ci si sofferma ora sul ruolo che hanno le ASPETTATIVE nel contesto dei rapporti di potere, le quali
hanno un ruolo analogo a quello che hanno nel contesto economico.
Nel rapporto di potere tra A e B spesso l'aspettativa che A abbia risorse di potere provoca su B lo
stesso effetto che avrebbe l'effettiva presenza di esse.
Quando c' coincidenza tra possesso e aspettativa di possesso chi subisce potere pu anticipare le
mosse di chi lo esercita: l'attore passivo pu agire sulla base di aspettative sul comportamento
futuro dell'altro attore.
Il fatto che una potenza statale abbia una grande flotta fa s che gli attori che dispongono di un
potenziale militare inferiore agiscono di conseguenza, tenendo conto delle possibili reazioni di
questa potenza.
Se ci sono controlli molto capillari la probabilit di sanzioni elevata, ma se lo Stato esercita meno
potere sono indotti comportamenti meno obbedienti sulla base delle aspettative di una punizione.
Meccanismo delle REAZIONI PREVISTE -> spiega la stabilit del potere, in questo contesto
l'attore passivo modifica il proprio comportamento anticipando le possibili reazioni dell'attore
attivo: A esercita il potere senza agire esplicitamente, in quanto B applica comunque il
comportamento desiderato da A (esempio della segretaria solerte, che agisce in anticipo per avere
un premio o per evitare una punizione).
Gran parte delle nostre relazioni sociali e politiche sono basate su questo meccanismo; un regime
politico basa la sua stabilit proprio su questo meccanismo.
Conflittualit -> per definizione quando si parla di rapporti di potere si ha una lotta di volont
(senza A, B si comporterebbe indifferentemente); nella fase iniziale di un rapporto di potere
(COERCIZIONE) c' sempre conflittualit, che esiste anche alla fine.
Non tutte le forme di potere agiscono sugli stessi meccanismi, ma ne esiste una per cui B esposto
a una convergenza con la volont di A -> PERSUASIONE (la condotta per cui si simpatizzava
diventa la preferita: cambia la strada dei valori), atteggiamenti elusivi e convincenti; un leader deve
avere un buon potere persuasivo.
La conflittualit una variabile importante, un elemento che dipende da diverse circostanze tra cui
la forma del potere.
Essa pu essere scatenata dal divario estremo nel possesso delle risorse o dalla frustrazione
derivante dal dover subire uno squilibrio.
Democrazie contemporanee -> divaricazione nella distribuzione delle risorse, movimenti di rivolta e
atteggiamento di rancore contro l'estabilishment (Occupy Wall Street, Indignados): il risentimento
il propellente di tutti i populismi.
Esistono dei meccanismi per attenuare la conflittualit:
a) il divario pu non essere recepito come tale
b)anche se recepita, la disparit pu essere giustificata in virt di dottrina politica, religiosa ecc.
c)le disuguaglianze, anche se percepite e non giustificate, possono essere attribuite a un soggetto
diverso dal vero detentore delle risorse (capro espiatorio).
Un'altro aspetto importante la MISURAZIONE DEL potere. La capacit di produrre e garantire
potere non uniforme anche all'interno dello stesso sistema politico: i sistemi politici sviluppano
diverse capacit di potere, alcuni molto inferiori rispetto ad altri.
L'idea che il potere si misuri implica che sia qualcosa che si produce, si consuma e va quindi
alimentato.
Il potere non esiste in natura, viene prodotto in modo discontinuo -> occorre misurarne la
produttivit mediante diversi indicatori: in Italia ad esempio vi un dualismo di produttivit in tal
senso, tra nord e sud.
Il potere pu avere diverse dimensioni:
1) Probabilit (che ha B di accettare i comandi di A)
2) Numero o campo del potere (su quanti soggetti si esercita potere)
3) Settore o sfera del potere (ambito di azione, pi aumenta pi si necessita di forza)
4) Grado (o peso) di modificazione (quanto il comportamento di A modifica quello di B)
5) Efficacia (grado di corrispondenza tra i compiti di B e gli interessi di A; prontezza, accuratezza,
decisione, monitoraggio e controllo)
6) Costi (risorse impiegate da chi lo esercita)
7) Forza (aggravio su chi subisce il potere, costi da sopportare in caso di disobbedienza).
21/03/2012
L'articolo 18 si connota recentemente come un tema politico saliente che solleva controversie anche
in seno al governo tecnico; esso esemplificativo degli effetti che provoca in ambito politico la
modificazione dei diritti.
L'articolo 18 riguarda un diritto con effetti permanenti e stabili, ma riguarda allo stesso tempo tutti i
diritti e mette in gioco il potere relativo tra imprese e lavoro.
Qualunque variazione a quest'articolo pu modificare i rapporti di forza tra il mondo del lavoro e le
imprese, ponendo una possibile modifica al metodo della CONCERTAZIONE (accordo tra i 3
soggetti sindacali principali, ovvero CGIL, CISL e UIL). Se la riforma dovesse passare con parere
contrario della CGIL, si violerebbe il diritto di veto di quest'ultima.
La produzione politica produzione di diritti e quindi di POTERI GARANTITI, che siano
riconosciuti e codificati o consuetudinari.
La lotta politica riguarda la possibilit di consumare degli eventuali benefici; un diritto infatti si
connota come un potere potenziale, la ricerca del quale il soggetto della lotta politica.
Le imprese sanno che se il potere contrattuale si modifica a loro favore potranno ottenere benefici,
cos come i lavoratori possono avere condizioni migliori nel caso la vertenza sia a loro favorevole.
In politica quindi non solo si deve ricercare il potere sotto forma di diritti, ma si devono in primis
PRODURRE e DISTRIBUIRE: questo il compito dello Stato e delle istituzioni amministrative.
LA VIOLENZA
Bisogna subito specificare che non si devono confondere la violenza e il potere, in quanto si
differenziano per diversi aspetti.
La violenza un argomento che si tende ad aggirare o a non trattare con continuit, per il suo
carattere "imbarazzante" e "scabroso".
Rispetto ad essa ci sono due possibili pregiudizi:
il pregiudizio del CONSERVATORE teso a favorire lo status quo; in questo senso la violenza
un male in quanto distrugge l'ordine e la convivenza e suscita emozione e turbamento. Si minimizza
l'importanza della violenza e il suo ruolo, e le si attribuisce legittimit solo se atta a restaurare
l'ordine.
il pregiudizio del RIBELLE si connota con un aspetto di esaltazione della violenza e allo stesso
tempo un'affermazione della presenza di essa in ogni ambito (immanenza). Si considera la violenza
positiva, indirizzata a rompere le catene dello sfruttamento sociale (valenza rigeneratrice che forgia
nuove esperienze, nuove coscienze, nuove basi per la societ). I rapporti sociali e politici si basano
sulla violenza e sulla base di questa affermazione il ribelle attua un rovesciamento di prospettiva.
Molti ribelli vedono la violenza anche dove non c' e tendono ad assimilarla con il potere.
La violenza si definisce come un intervento fisico che ha lo scopo di distruggere e offendere ed
esercitata contro la volont di chi la subisce.
Si differenziano la violenza diretta (esercitata sul corpo della persona che la subisce) e quella
indiretta (che altera l'ambiente fisico, cio limita le libert fisiche dell'individuo -> es. prigione).
La forza si distingue dalla violenza in quanto la prima benefica e legittima.
La differenza tra violenza e potere invece si riscontra nell'oggetto di quest'ultimo: esso infatti ha
l'obiettivo di manovrare la volont degli altri, in quanto con la violenza si pu al massimo ottenere
l'OMISSIONE, un non-fare, mentre col potere si pu ottenere anche e soprattutto lo svolgimento di
un'azione o di un comportamento -> consente COLLABORAZIONE, anche quando si tratta di
potere coercitivo.
In quanto potere agisce la violenza potenziale o MINACCIA, a cui si pu opporre una scelta di
volont.
Paradossalmente, se c' violenza nonostante la minaccia il potere va incontro a un fallimento. La
violenza pu servire a scopo dimostrativo per esercizi futuri di potere: la minaccia di violenza
quindi una risorsa di potere.
Questa situazione quella che paventava Hobbes: quando il potere non funziona, c' la guerra civile
e il continuo ricorso alla violenza che non produce risultati, in quanto il potere non riesce a favorire
la cooperazione. La prima tappa per una pacificazione della societ e per la formazione dello stato
di diritto l'impedimento ad affrontarsi direttamente tramite la violenza (duelli, faide).
27/03/2012
politico(es. crollo della monarchia in Francia, crollo della monarchia zarista); anche la violenza
ribelle quindi frutto di un calcolo; i leader politici avveduti devono saper determinare il momento
giusto, tramite un calcolo costi-benefici.
28/03/2012
coesione -> in GB le parti politiche si affrontano senza compromessi o larghe coalizioni, eccetto nel
contesto della seconda guerra mondiale: la coesione si rafforzata grazie alla coalizione tra laburisti
e conservatori.)
L'AUTORIT
L'autorit una forma di potere che caratterizza soprattutto il potere politico anche se in modo non
esclusivo. Si tratta di un potere stabile e ai quali i sottoposti prestano obbedienza incondizionata ,
anche se ci non implica l'annullamento di facolt critiche.
L'autorit politica la base degli altri rapporti di autorit, in quanto garantisce il procedere della
cooperazione sociale di natura privata, fornendone l'intelaiatura di base.
Il diritto civile che gestisce e regola i rapporti tra privati prodotto dal parlamento e quindi
scaturisce dall'autorit; essa quindi la condicio sine qua non che permette l'esistenza di tutti i
rapporti sociali.
Il diritto, le garanzie, i poteri, possono anche scaturire da norme consuetudinarie, ma l'autorit
politica del governo necessaria per l'imposizione di tali norme.
L'autorit politica sempre esistita, e la sua particolarit la fonte specifica della stabilit del
potere, che si fonda sulla credenza nella legittimit: coloro che obbediscono lo fanno perch
credono nella legittimit di tale potere.
La legittimit sta nella modalit dell'insediamento, che segue criteri stabiliti, come quello
rappresentativo.
(es. deficit di legittimit nell'unificazione dello Stato Italiano).
La credenza nella legittimit, che un giudizio di valore positivo verso un particolare aspetto del
potere, si concretizza verso la fonte del potere e non verso la persona depositaria in s.
Weber distingue 3 forme di potere e 3 tipi di legittimit:
1) potere legale razionale -> tipico delle societ moderne e specialmente di quelle democratiche, si
fonda sulla credenza nella legittimit di ordinamenti statuiti che definiscono espressamente il ruolo
del detentore del potere. La fonte del potere quindi la LEGGE. Non basta definire la fonte del
potere, ma anche il tipo di amministrazione che ad essa corrisponde, ovvero l'apparato che
concretizza tale potere, che si individua nella BUROCRAZIA, che un prodotto della modernit.
2) potere tradizionale -> si fonda nella credenza nel carattere sacro del potere esistente da sempre, e
quindi il suo fondamento la TRADIZIONE, che impone l'obbedienza sulla base della persistenza e
dell'immanenza di un determinato tipo di governo. Esso non un concetto moderno in quanto nel
passato non esisteva la moda come comprensione della continua evoluzione del mondo, in quanto
prevaleva il concetto di continuit e di tradizione persistente nel tempo (es. accettazione del vecchio
testamento nel mondo cristiano-romano in quanto base forte tradizionale). L'apparato
amministrativo composto da SERVITORI legati personalmente al SIGNORE -> si concretizza nel
PATRIMONIALISMO. Non c' distinzione tra la figura del sovrano e lo Stato. Tale tipo di potere
riappare nel mondo moderno nell'ambito dei regimi sultanistici e in alcune dittature.
3) potere carismatico -> si fonda sulla DEDIZIONE AFFETTIVA alla persona del capo, con il
quale i seguaci stabiliscono un rapporto a met strada tra l'innamoramento e l'infatuazione; ci pu
essere dovuto al carattere sacro del suo ufficio, alla sua forza eroica o dialettica, oppure al suo
carattere esemplare (specialmente nel caso dei leader religiosi).
Questa eccezionalit pu essere oggettiva ma talvolta anche legata all'emergere di particolari
situazioni critiche, nelle quale c' talmente tanto bisogno di una soluzione che si finisce per caricare
di valore carismatico il personaggio che ascende al potere.
Con la grande crisi del 1929 e l'ansia di riscatto dopo la guerra, in Germania Hitler riusc a
instaurare una sorta di simbiosi mistica con il popolo approfittando della situazione critica e del
periodo di trasformazione in atto. I leader forti e carismatici danno una svolta radicale e imprimono
una forte discontinuit nel proprio periodo storico.
Ci avviene in ambiti anche non di tipo politico (es. Steve Jobs, Ferrari).
Il carisma tende a diventare potere tradizionale o legale razionale, in quanto ha un carattere di
provvisoriet e dopo la morte del leader o la fine della trasformazione tende a istituzionalizzarsi (es.
la Chiesa ha trasformato il potere carismatico di Ges in potere tradizionale).
Esso non un rapporto contingente anche se tende ad esaurirsi in un unico esercizio, ma presente
una certa continuit di esercizi di potere; si tende a valutare come criterio del proprio
comportamento o come spinta i messaggi e i comandi che provengono da tale autorit.
Come il carisma, anche le altre forme di autorit necessitano che sia riaffermata la qualit del
fondamento che vi ha attribuito valore: l'autorit va periodicamente provata e valutata in una
prospettiva dinamica. Se si tende a non richiamare e riaffermare tale qualit, c' il rischio che la
legittimit dell'autorit declini ed essa perda forza. Ci fa la differenza tra la persistenza di un
potere carismatico e il suo crollo.
Se la legittimit viene meno, si esaurisce anche la capacit di imporre con la forza i propri ordini.
Il primo indicatore serio di una crisi quando gli esponenti delle forze armate iniziano a rifiutarsi di
impugnare le armi seguendo gli ordini del proprio governante (es. Libia).
L'efficacia del potere si pu valutare dal punto di vista dei suoi effetti dal punto di vista del
comando e dal punto di vista dell'obbedienza.
AMBIGUIT DELL'AUTORIT
Comportamenti politici:
1) Partecipazione politica e sensibilizzazione dell'opinione pubblica
2) Lotta per il potere sotto forma di cariche o tesa alla conquista di diritti
3) Pressione politica = comportamento che fa capo ai gruppi sociali specializzati o gruppi
d'interesse (lobby)
I gruppi politici si occupano dell'offerta di diritti alla societ, che si forma una domanda di tali
diritti; la politica pu raccogliere la domanda della societ e concretizzarla tramite i programmi di
partito. Il politico creativo quello che anticipa le domande dei gruppi sociali, che gli garantiscono
il consenso.
L'autorit presenta delle potenziali ambiguit, legate al fatto che nella vita politica nessun potere
di tipo puro e autoritario: in parte il potere legittimo, ma pu basarsi anche sulla coercizione o
sulla possibilit di fornire privilegi.
L'esempio pi studiato riguarda i rapporti tra l'effettivit (il potere nudo di Hobbes) e l'autorit;
questo tipo di nesso importante in quanto quando ci troviamo di fronte al potere legittimo esso
pu essere suscettibile di contaminazione: il potere pu connotarsi in forma idealistica o
materialistica.
Secondo un'interpretazione materialistica l'autorit un riflesso di un potere di fatto, che si
maschera con una sovrastruttura (determinismo sociale di Marx), un simulacro del potere reale.
L'interpretazione idealistica di tale ambiguit fa s che l'autorit generi la possibilit di altre fonti
del potere: la credenza nella legittimit pu facilitare l'uso di altre risorse di potere.
La forte credenza nella legittimit pu portare ad un uso talmente disinvolto da portare ad un abuso
del potere e ad un uso indiscriminato della violenza; in questo caso si pu incorrere nel fanatismo,
nella rincorsa senza freni della purezza ideologica -> l'autorit spinge alla violenza e al potere
coercitivo.
L'autorit pi corrotta quando si connota unicamente come un adattamento ideologico
(razionalizzazione) di una realt di fatto, per non guardare le reali basi del potere e rendere
accettabile la realt -> falsa autorit.
Un altro tipo di ambiguit riguarda l'autorit apparente e l'autoritarismo, che vanno compresi in
chiave dinamica; nel primo caso ci si riferisce a quei casi in cui il detentore dell'autorit non detiene
il potere reale. L'autoritarismo indica il venir meno della credenza nella legittimit da parte chi
dovrebbe dare l'obbedienza al potere; la reputazione che legittima tale potere non corrisponde alle
aspettative della popolazione: chi ha l'autorit legittimato ma chi non possiede il potere non crede
nella legittimit del potere stesso.
Talvolta il venir meno della legittimit non d segni visibili: i leader possono non rendersi conto che
il loro potere non p legittimato. Quando i leader si rendono conto delle crisi di legittimit
possono dare vita ad una transizione tra i dissidenti e il regime stesso basata su tecniche di
compromesso.
piccole comunit, in origine egualitarie). Esiste anche un'ideologia di puro progresso (es.
giacobinismo, futurismo).
In politica ogni corrente di pensiero pu rivitalizzarsi in diversi contesti o fasi storiche.
Globalizzazione -> ha cause politiche nelle sue fasi sia espansive sia regressive, nei cicli di apertura
e chiusura dei commerci internazionali.
LA MANIPOLAZIONE
La manipolazione consiste in dinamismi psicologici inconsci, che talvolta sono una reazione
automatica ad uno stimolo; i sistemi autoritari e totalitari fanno spesso uso della manipolazione
psicologica.
Esistono impulsi che ci guidano a fare certe cose e ci dettano certi comportamenti, incentivando
certi corsi di azione; esistono poi simboli o immagini che sono associati in modo preferenziale a
certi impulsi.
una data distribuzione delle credenze (valori diversi a seconda del contesto)
L'ambiente deve essere modificato in modo che gli attori non se ne accorgano (per esempio una
riforma agraria potrebbe portare i contadini a diventare proprietari a sostegno di un certo tipo di
ideologia), e in tal modo si ha un impatto sui comportamenti futuri esercitato dal panorama
ambientale (il condizionamento un potere aperto, la manipolazione un potere implicito).
REMUNERAZIONE E COSTRIZIONE
Poniamo che esistano 5 casi di azione e che a ciascuno siano associati incentivi positivi o
negativi (costi e opportunit).
REMUNERAZIONE
1 2 3 4 5
+ + + + +
- - - - +
La remunerazione aggiunge un valore positivo all'alternativa di comportamento desiderata, che
pu essere seguita in virt di questa aggiunta.
COSTRIZIONE
1 2 3 4 5
+ + + + +
- - - - - - La costrizione aggiunge un valore negativo alle alternative di comportamento indesiderate, che
vengono punite.
Remunerazione e costrizione possono riguardare le risorse economiche, di violenza o
simboliche (ostracismo), mentre per quanto riguarda le risorse di violenza la remunerazione
consiste in un danno cessato; la non erogazione delle risorse economiche diventa costrizione
(cessazione di un vantaggio).
Questa affermazione riguarda la classificazione sostantiva, quella formale prescinde dal tipo di
risorse.
Reazioni previste -> solo interessate, possono essere sia negative che positive; premi e punizioni
sono anticipati dal soggetto passivo non esplicitamente espresso.
12/04/2012
LE FORME DI CONDIZIONAMENTO
CONDIZIONAMENTO AMBIENTALE
L'ambiente si connota come una data configurazione di attori e una data distribuzione delle risorse
sociali e delle credenze.
Questa forma indiretta e strutturale e garantisce continuit all'intervento; l'ambiente agisce sulle
credenze, che a loro volta plasmano le aspettative di comportamento.
Ad esempio la scuola dell'obbligo permette di inserire i bambini in un ambiente che li indirizzi.
Uno dei principali problemi dei paesi in via di sviluppo l'assenza di un sistema scolastico
adeguato.
CONDIZIONAMENTO INTERESSATO
Si tratta di una sorta di esternalit. Gli outcomes non previsti derivanti dalla modifica dell'ambiente
portano B a comportarsi in modo favorevole: i dipendenti che si orientano a favore dell'impresa
senza che questa si esprima esplicitamente agiscono nell'ambiente producendo effetti non
intenzionali che per ne favoriscono l'interesse.
risorse econimiche
risorse di violenza
risorse simboliche
Proprietari, sacerdoti e guerrieri hanno dominato in tutte le societ della storia, insieme o
separatamente. Esiste un beneficio associato a tali risorse:
17/04/2012 [quaderno]
18/04/2012
IL POTERE COERCITIVO
Tale tipo di potere si basa sulle risorse di violenza, che hanno un carattere prevalentemente
costrittivo, che in specie si connota come coercitivo.
La sanzione negativa associata al potere coercitivo la pi generale di tutte, in quanto la cosa a cui
teniamo di pi la nostra integrit fisica e la capacit di muoversi liberamente senza costrizioni.
Questa sanzione spesso agisce come rinforzo rispetto ad altre forme di potere.
La violenza influisce sia sugli attori verso cui rivolta sia gli attori limitrofi; impedire la violenza
altrui significa creare sicurezza. Anche la violenza pu essere declinata in senso positivo e diventa
associata a un potere remunerativo, in termine di danni cessati (non si somministra pi).
Si avr un possesso squilibrato delle risorse tale che A possiede tutte le risorse e B non ne ha
nessuna: in questo caso A pu infliggere in modo unilaterale danni emergenti, senza che B possa
controbilanciare tale violenza, in un di dominio coercitivo (SOGGEZIONE).
CONDIZIONI DEL DOMINIO COERCITIVO:
1) Salienza di B (emancipazione -> ridefinizione della scala delle preferenze e dei valori; meno
praticabile che nel caso del dominio economico)
2) Monopolio di A delle risorse salienti per B (il venir meno del monopolio produce un danno per A
ma non produce alcun vantaggio per B, aumenterebbe solo il numero degli attori che di Hobbes
giustifica in tal modo lo stato assoluto: meglio un sovrano assoluto col monopolio della violenza di
uno stato di natura in cui la violenza dilaga)
3)B non possiede risorse di violenza equivalenti ad A (se le possedesse si avrebbe un riequilibrio,
ma esso pu sfociare in due possibilit: combattimento o conflitto violento oppure equilibrio delle
minacce, che provoca uno scambio di sicurezza con astensione reciproca della violenza ->
equilibrio del terrore, tipico delle RELAZIONI INTERNAZIONALI).
4)B controbilancia il potere coercitivo con le risorse economiche di lungo periodo (entra in gioco il
fattore temporale del garantire nel tempo tali risorse economiche: se A non interessato a benefici
economici di lungo periodo da parte di B o B non in grado di elargirli a lungo, tale
controbilanciamento non avviene e B si rassegna ad essere espropriato delle proprie risorse; se A ha
un interesse a lungo termine e B ha sufficienti risorse economiche questo d luogo ad un POTERE
CONTRATTUALE, ovvero uno scambio di protezione in cambio di risorse economiche. In sistemi
pi evoluti i parlamenti hanno usato tale capacit per evolvere i sistemi in senso costituzionale
tramite il monopolio dell'esazione delle tasse; anche in questo caso si pu quindi raggiungere un
rapporto di collaborazione).
Nel caso delle risorse di violenza c' anche la possibilit che si verifichi un caso di non soggezione
o non vulnerabilit, causata principalmente dalla distanza o dall'isolamento (es. Inghilterra nelle
guerre mondiali).
IL POTERE SIMBOLICO
Le risorse simboliche assomigliano in particolare a quelle economiche, in quanto producono
benefici positivi lontani, come l'identit etico-sociale, ovvero l'identificazione con un gruppo o una
comunit valorizzata eticamente.
Le risorse remunerative simboliche possono essere declinate in negativo come cessazione di
benefici, come l'espulsione dal gruppo (es. scomunica, ostracismo).
L'affinit con le risorse di violenza legata all'INTENSIT EMOTIVA (pathos), in quanto il campo
ideologico della politica il campo delle passioni: l'interesse legato al potere economico pi
logico e razionale.
Le risorse simboliche fanno riferimento a delle CREDENZE: i simboli hanno un valore solo se
giustificati da una dottrina religiosa, politica o sociale che ha un nucleo centrale che consiste in una
raffigurazione/avvaloramento (descrizione fattuale e valore morale) di un gruppo sociale nel quadro
complessivo di una visione della societ o dello sviluppo storico (es. ruolo del proletariato per
Marx).
LA COMPONENTE ETICO/SOCIALE
La componente etica composta dalla dimensione del sacrificio e quella della genuinit, la
componente sociale prevede l'elemento della comunione e quello del riconoscimento.
Se si appartiene fortemente a un gruppo testimoniamo il valore di questa appartenenza dimostrando
la rilevanza di un valore rispetto agli altri. Il sacrificio attesta la gerarchia dei valori. La genuinit
afferma che i valori vanno perseguiti con sincerit: un sentimento non si pu comprare ma va
vissuto in modo sincero. L'identit dev'essere perseguita da persone che ci credono: la credenza
viene meno quando si capisce che i capi di un movimento sono i primi a non crederci, demotivando
cos i propri seguaci e generando smarrimento e sfiducia.
COS' LA POLITICA?
Stoppino cerca di definire un'azione tipicamente politica tramite il concetto di potere (AZIONE
POLITICA NUCLEARE).
Ci sono 5 presupposi per circoscrivere il concetto di politica.
I. L'azione politica si pu individuare anche senza fare rifermimento al centro del Governo.
II. Le azioni politihe sono razionali, necessario iscrivere la politica in un contesto di politica
nazionale.
III. Il potere: teoria di Karl Schinidt
La politica connessa al potere ma non legata a concetti di , e si evidenza che la lotta per il potere
un'arma per molti gruppi.
Il potere che cerchiamo lo stesso tipo ma in forme diverse. Esso non solo cercato, ma anche
prodotto e distribuito.
Non si deve pensare il potere come comando-obbedienza, ma come produzione-distribuzione; in
virt di ci esiste la societ.
Attraverso il potere, la politica produce GARANZIE DI COOPERAZIONE.
Talvolta disordini politici portano a un'interruzione nella produzione politica (Hobbes) e
dell'interazione sociale.
Si immagina un CAMPO SOCIALE dove:
a) vi sono individui interagenti in assenza di politica
b) le risorse sociali sono disperse
c) vi interdipendenza per ottenere qualsiasi valore a cui si interessati: la gran parte degli scopi
prevedono inevitabilmente l'azione cooperativa.
d) gli attori agiscono tramite una razionalit strumentale
Ciascuno razionalmente ricerca ragioni di scambio dando il meno possibile e cercando di ottenere il
pi possibile, ma tale tipo di logica porta a un processo ininterrotto di contrattazione e conflitto ->
Si intende quindi la conformit come stabilizzazione: essa diventa il fine dell'azione politica.
Un'azione politica cerca conformit garantita, cio GENERALIZZATA e STABILIZZATA. Essa
produce beni strumentali, il potere prodotto dalla politica ha la stessa natura: vale per tutti e ha
durata temporale indefinita.
Vi sono due modi di produrre conformit garantita:
IL POTERE POLITICO
Quando si parla di potere politico si parla di arene monetarie, dove esistono istituzioni specializzate
nella produzione politica.
Si tratta di un potere associato al monopolio tendenziale della violenza, ma questa una definizione
restrittiva perch si riferisce solo allo stato moderno come realt circoscritta nel tempo e nello
spazio.
Nella storia in realt ci sono stati sistemi politici che non prevedevano tale propriet, in cui il potere
politico non era associato al monopolio della violenza (es. Impero Romano, Europa feudale).
Il potere politico un potere stabilizzato sotto forma di autorit politica che produce poteri
garantiti sotto forma di diritti. Questo lo distingue da tutti gli altri poteri sociali.
I poteri sociali producono beni sociali finali o economici; anche la Chiesa un'organizzazione
dotata di autorit, ma produce e distribuisce beni simbolici. L'autorit politica produce reti di
orientamenti vincolanti che sono beni strumentali, perch stabilizzano e tutelano l'acquisizione di
beni finali e permettono di ottenere beni potenziali a tempo indeterminato.
Non tutti gli ordinamenti tuttavia sono stabili e non garantiscono i diritti con efficacia (il potere
sotto forma di stabilit ha vari livelli di stabilizzazione).
Una societ pu desiderare talmente tanto la stabilizzazione da giungere ad una forma di
autoritarismo alternativa alla democrazia o anomale che mettono da parte la legittimazione
democratica. Ad esempio la crisi della Repubblica di Weimar port a una pressione ideologica tale
Nel mondo contemporaneo a partire da dopo la Guerra Fredda sono stati riscontrati casi di stati
falliti, che deviano dal loro percorso naturale.
L'esempio pi clamoroso quello dell'Afghanistan, ove l'assenza di uno Stato ha fatto s che si
diffondesse il terrorismo esteso all'ambito internazionale.
Circa l'origine e il funzionamento degli stati sono state formulate due teorie: quella contrattualista
e quella predatoria (che Stoppino cerca di conciliare tra loro).
La teoria contrattualista si basa sul pensiero di autori come Thomas Hobbes, secondo cui lo Stato
nasce in base alle esigenze, ponendo la condizione iniziale dello stato di natura, che pu essere
analizzata tramite la teoria dei giochi (in particolare col dilemma del prigioniero e l'equilibrio di
Nash). Ciascuno nello stato di natura si pu trovare o a subire o a usare la violenza, in una
situazione generale di insicurezza. Tale condizione porterebbe gli uomini a fare uno scambio tra
diritti di natura e diritti civili, garantiti dal sovrano a cui concesso il potere assoluto.
Entrambi gli attori defezionano, non esiste collaborazione perch c' sempre tentazione di
defezionare. Lo stato aggiunge payoff per modificare tale dinamica e in cambio di questo chiede il
pagamento delle tasse: i costi di questo lavoro sono pi alti degli eventuali benefici.
La teoria contrattualista mette in evidenza la possibilit di uno scambio di natura diversa, in base al
quale contemporaneamente alla minaccia della violenza i governanti estraggono risorse dalla
societ e in tal modo erigono delle strutture politiche.
Secondo Tilly lo Stato si comporterebbe come un'organizzazione criminale che estorce risorse sotto
la minaccia della violenza.
Le attivit dei signori feudali erano di matrice esterna (guerra con gli altri stati) e interna, contro gli
altri signori territoriali, e inoltre si occupavano di eliminare o neutralizzare i nemici dei loro clienti.
La quarta e ultima attivit dello stato secondo Tilly consiste nell'estrazione di mezzi necessari per
svolgere le attivit suddette.
Gli apparati amministrativi si rafforzano a vicenda tramite le tasse, che li alimentano; secondo Tilly
l'economia moderna in Europa si sviluppata grazie alla competizione tra gli stati del continente.
Un meccanismo di conquista ed espansione porta alla creazione dello Stato, che si forma in un
momento successivo con l'emergere di un gruppo che impone la sua forza agli altri.
La teoria predatoria invece illustra lo scambio tra le risorse versate dalla societ e i benefici e favori
attribuiti dal governo a un gruppo sociale pi o meno grande; ha il difetto di connotarsi come uno
scambio generalizzato rispetto a una societ intesa come un tutto unico: infatti nella realt ci sono
coalizioni sociopolitiche che si contrappongono tra di loro e difendono i propri interessi contro tutti
gli altri. Lo stato, se fosse costruito solo su base predatoria, non reggerebbe a lungo, in quanto una
parte della societ deve essere necessariamente alleata con lo Stato, che non pu reggersi solo sulla
minaccia della violenza. La teoria definitiva predatoria spiega l'offerta ma non la domanda, mentre
quella contrattualista ha il difetto opposto: necessaria una teoria che le comprenda entrambe per
spiegare concretamente la politica, cogliendone l'interconnessione.
PACL -> individua dei criteri che sono delle propriet, l'assenza di una delle quali
denota la mancanza di democrazia; tali criteri sono l'elezione del legislativo e dell'esecutivo,
il pluripartitismo, l'esistenza di elezioni (condizione necessaria e non sufficiente) e il fatto
che ci sia stata un'effettiva alternanza di schieramenti diversi al potere.
Polity IV -> Adotta una scala di regimi in un continuum di tipo procedurale, con i
criteri della competitivit e la trasparenza della selezione dell'esecutivo, i vincoli ad esso
imposti e la partecipazione politica. Per ognuno di questi criteri c' un punteggio che
permette di misurare la democrazia.
FREEDOM HOUSE -> basata sul livello di libert, considerata quindi coincidente
con la democrazia; tale organismo distingue la libert nei diritti civili e in quelli politici, ed
assegna un punteggio progressivo che determina il livello di uno Stato in una scala che va
dalla dittatura alla democrazia.
10/05/2012
istruzione
urbanizzazione.
Recentemente c' stata una variante sofisticata della teoria della modernizzazione, che si connota
come uno schema Defezione-Lealt-Protesta (Exit-Loyalty-Voice): questo schema serve a
misurare il grado delle interazioni tra un'impresa e un consumatore.
Loyalty -> essere leali a un marchio, a un servizio o a un partito (fidelizzati)
Exit -> defezione, cambiare prodotto, tipo di servizio, partito o Paese
Voice -> quando non possibile "exit" (come in caso di monopolio) si attua la PROTESTA che
pi influente quando esiste anche un'opzione di "exit", cio quando ci sarebbe una possibilit di
cambiamento, che aumenta il potere contrattuale dei cittadini.
Lo sviluppo dell'economia produce talvolta delle modificazioni della struttura socioeconomica pi
significative politicamente, come una crescita dimensionale dei soggetti detentori di ricchezze
mobili (risorse finanziarie); in effetti le rivoluzioni democratiche hanno visto come protagonista la
borghesia, composta da soggetti che detengono risorse pi facili da nascondere o da muovere.
In termini istituzionali, per tassare tali ricchezze il governo deve concedere: i detentori di ricchezze
mobili hanno pi potere contrattuale dei detentori di ricchezze immobili (case, terreni).
Quando i detentori di ricchezza mobili sono tanti, i detentori del potere in cambio delle tasse
devono concedere la rappresentativit di governo; in tal modo si svilupp il parlamentarismo in
Inghilterra dopo la Gloriosa Rivoluzione del 1668. Questo spiega il nesso tra ricchezza e
democrazia.
Dove la ricchezza di tipo immobile non si produce una spinta verso la democrazia, in quanto tale
ricchezza deriva da una rendita (si tratta della cosiddetta "maledizione delle risorse") o da una quasi
rendita: per godere dei vantaggi delle materie prime un governo ha il potere di impossessarsi delle
rendite di tali materie prime senza ricorrere alla tassazione.
Questo preclude la possibilit di introdurre delle riforme di tipo costituzionale, in quanto il governo
pu utilizzare le materie prime anche eventualmente in contrasto con le proteste, rendendo vana la
scelta "voice". Per questo in stati ricchissimi sulla base di rendite molto difficile instaurare una
democrazia.
Lo stato pu evitare le proteste in tali casi comprando il consenso con la redistribuzione di risorse
statali (sussidi, falso impiego, pensionamenti precoci, clientelismo).
Questo spiega anche un effetto perverso degli aiuti per lo sviluppo ai governi, che li usano per
accrescere il loro potere e per clientelismi, e non fanno altro che aumentare la dipendenza di tali
paesi in via di sviluppo da economie esterne.
Provinciali
Assoggettate
Partecipative (cultura civica -> ha il potere di cambiare le cose, ha fiducia verso gli
altri, ha le caratteristiche adatte per fondare una democrazia). [cfr. pag. 153, 7.2]
Anche in questo caso si deve capire se le variabili culturali sono legate maggiormente alla nascita o
alla sopravvivenza della democrazia.
Si riscontrato che la stabilit di una democrazia stata associata alla crescita della fiducia dei
cittadini nella democrazia stessa, che precedentemente non c'era, si connotava unicamente come una
"non-opposizione" a tale forma di governo.
La nostra idea di democrazia e di valori diversa da caso a caso: si rileva un problema di
comparabilit in contesti politico-culturali diversi.
RELIGIONE E DEMOCRAZIA
C' una tradizione che lega alcune religioni alla democrazia (es. Protestantesimo di Weber) e altre
no, ma anche questo criterio deve essere analizzato a livello empirico, cercando di costatare un
legame tra certe religioni e determinati sbocchi politici. Tuttavia non si sono trovati dei rapporti
continuativi solidi e definitivi, e molti di quelli pregiudiziali sono stati smentiti (es. Confucianesimo
e democrazia).
Nel caso dell'Islam, si pu porre l'esame della Turchia, che pi democratica della Russia e sta
vivendo un processo di crescita economica e sociale.
Le religioni in realt hanno convissuto tutte con diverse esperienze politiche (es. dittature in Europa
negli anni '30), se si considera un punto di vista diacronico storico si constata che le culture si
adattano alle forme politiche pi differenti.
Quando i leader religiosi sono legati a certe forze politiche, cercano di usare la religione per fini
politici (es. Islam), come per i fondamentalismi e gli integralismi.
La religione entra nel gioco della politica con obiettivi diversi a seconda del contesto; il peso della
religione non va in una direzione univoca e pu avere diversi sbocchi.
Non c' nulla nelle credenze religiose che le spinge in una direzione politica piuttosto che verso
un'altra.
15/05/2012
TRANSIZIONI DEMOCRATICHE
Si tratta di un percorso politico che ha come finalit la creazione di un nuovo regime politico,
quindi un processo costituente che mira a cambiare la natura di un sistema politico, da uno
autoritario a uno democratico.
Questi processi si prestano all'uso di metodologia formale ed economica, con modelli
comportamentali che necessitano metodi di tipo microeconomico.
Ci sono state diverse ondate di democratizzazione nella storia umana: la prima avvenuta
nell'Ottocento, la seconda nel secondo dopoguerra e la terza iniziata alla fine degli anni Settanta
nell'Europa meridionale e nell'America latina, ed poi proseguita nell'Est Europa; la quarta ondata
quella che sta tentando di avviarsi in alcuni paesi arabi.
Transizione dal basso (modello tunisino) -> viene provocata da una rivolta che
determina la caduta di un regime.
Transizione dall'alto -> apertura compiuta a partire dai riformisti del regime che d
il via ad una reazione a catena (per evitare le rivolte si possono concedere delle
liberalizzazioni parziali, ma la situazione pu degenerare facilmente a vantaggio delle forze
popolari sottomesse al governo autoritario).
Un esempio di transizione dall'alto stato quello innescato dalla perestroijka di Gorbaciov, che ha
dato il via al crollo del blocco sovietico, mentre nello stesso contesto vi anche un esempio di
transizione dal basso, localizzabile nella caduta del regime in Romania (Ceaucescu).
TIPI DI DEMOCRAZIA
Esistono diversi modelli di democrazia, che si distinguono per le forme di governo in:
16/05/2012
TIPI DI COALIZIONI
Quando il partito che vince le elezioni e governa uno solo, chi vince occupa tutte le principali
cariche dello Stato, ma se i politici sono orientati alla massimizzazione delle cariche allora
sceglieranno i partner che gli permetteranno di ottenere pi posti possibili, dando origine cos a una
coalizione minima vincente, che contiene esclusivamente la maggioranza necessaria ad avere il
numero dei seggi. Si pu avere anche una combinazione di coalizioni minime di vari tipi.
La legge di G. afferma che il numero dei seggi... (p.297) in modo che tale distribuzione sia la
migliore possibile (ogni partito deve avere il maggior numero di ministeri possibile.
Se i partiti sono interessati alle politiche, essi si concentreranno su altre logiche: a parit numerica,
si sceglieranno partiti prossimi e adiacenti nello spazio politico, per poter perseguire gli stessi fini.
Quindi pi facile che si alleino quei partiti che sono confinanti nello spazio politico; tali alleanze
si definiscono coalizioni connesse.
Tuttavia dal punto di vista empirico nessuno di questi modelli convincente: per perseguire le
politiche necessario ottenere le cariche e viceversa, le due cose non sono distinguibili, sono le due
facce della stessa medaglia.
La dinamica della competizione in ogni caso li spinge a comportarsi come se cercassero sia le
politiche che le cariche in ogni caso; non importa la genuinit della motivazione, ma come i vincoli
della competizione politica spingono ad agire.
L'orientamento alle cariche c' sempre, ma in un mix diverso a seconda dei leader e dei contesti
istituzionali.
Si affermeranno quindi coalizioni che tengono anche conto dell'omogeneit politica, quindi un
compromesso tra le due esigenze; la realt politica pi complessa perch abbiamo dei governi che
non sono n coalizioni minime n basati su maggioranze parlamentari.
Un terzo delle democrazie parlamentari sono GOVERNI DI MINORANZA, mentre ci sono governi
formati a coalizioni che contengono un numero di partiti molto al di l rispetto a quello strettamente
necessario per far funzionare una maggioranza.
Un primo fattore che porta a un governo di minoranza l'assenza di un voto di fiducia preventiva (o
di investitura); tale governo funziona tramite un meccanismo basato sulla ricerca di maggioranze
variabili a seconda dei temi affrontati. Un governo di minoranza, se abile, pu durare a lungo ed
essere efficiente.
Ci sono anche altre condizioni che rendono pi comprensibile questa realt, ad esempio ci sono
procedimenti legislativi che assegnano alle commissioni particolari anche un potere di decisione
politica; anche le forze che non sono nel governo possono cos influenzare gli esiti delle politiche
pubbliche.
Un altro tipo di fattore il contesto dove sono presenti assetti neocorporativi, in cui le associazioni
di interessi condividono un tavolo con l'esecutivo e configurano una contrattazione su questioni
importanti.
Infine i governi di minoranza sono favoriti quando il resto delle forze politiche non in grado di
formare altre coalizioni di governo.
Un quinto delle democrazie si connotano come GOVERNI A MAGGIORANZA
SOVRADIMENSIONATA; uno dei fattori che possono determinarli sono le crisi o particolari
situazioni complicate che necessitano di maggioranze straordinarie e coalizioni particolarmente
ampie. Esistono anche le leggi che richiedono maggioranze qualificate che richiedono governi ad
hoc perch fondate su accordi politici molto ampi.
In certi casi si accetta di soffrire una maggiore eterogeneit in cambio di un minor ricatto da parte
delle opposizioni. Talvolta le grandi coalizioni servono a disciplinare fazioni interne a un singolo
partito: a volte i nemici interni sono pi pericolosi di quelli esterni.
Un'altra differenza importante quella tra coalizioni PRE-ELETTORALI e POST-ELETTORALI.
Le prime sono pi credibili, pi omogenee e soprattutto dal punto di vista metodologico instaurano
un rapporto pi diretto tra governo e scelta degli elettori.
Le coalizioni post-elettorali lasciano ai partiti un mandato discrezionale e sono tendenzialmente pi
frastagliate e meno coerenti e omogenee di quelle pre-elettorali.
Vi un rapporto diretto tra la durata dei governi e il numero dei partiti come eterogeneit politica;
ad esempio la coalizione attuale inglese destinata a durare molto, perch formata da due partiti
molto vicini tra di loro.
Il numero di elementi coalizzanti dipende dalla forza legislativa del presidente (se forte ha meno
esigenze di contrattare).
Riguardo alle forme di governo MISTE la pi emblematica la Francia, nella quale pu esserci una
maggioranza concorde con il Presidente (ricorda la democrazia presidenziale) o una coabitazione,
nella quale deve crearsi un accordo: tale situazione ricorda le forme di governo parlamentari. Il
rischio della coabitazione quello di paralisi o conflitto permanente, e quindi si necessita di una
collaborazione costante.
(cfr. Sartori aveva perorato un governo misto in Italia, ma sarebbe stato molto difficile, in quanto la
politica italiana molto polarizzata).
17/05/2012
SISTEMI ELETTORALI
Un sistema elettorale si distingue da un altro per 3 elementi:
struttura del voto (un individuo vota per candidati, partiti o con un voto singolo per
preferenze
strutturare il mondo politico dal versante dell'offerta politica e dal versante della
domanda
Pi partiti possono associarsi in sistemi che possono essere caratterizzati da minore o maggiore
polarizzazione; si usano degli indicatori che in base a un indice numerico indicano quanto un partito
conta all'interno di un sistema politico.
Il momento discriminante il potere di coalizione, ma anche il potere di ricatto, con cui il partito
pu condizionare gli altri partiti.
I sistemi di partiti si differenziano per la natura dei partiti che li compongono, non solo per il
numero; le matrici dei partiti sono i CLEAVAGES o fratture sociali, ovvero i conflitti tra diverse
categorie sociali (es. lotta di classe).
Non c' un rapporto naturale e necessario tra le fratture sociali e la nascita dei partiti, che in parte
sono un artefatto costruito da leader politici.
Il primo tipo di frattura il conflitto "citt-campagna", tra la societ rurale e quella urbana, che
pu portare alla nascita di partiti rurali; un altro tipo di frattura quella legata alle confessioni
religiose: stato confessionale VS stato laico (tale frattura la radice dei partiti confessionali e
democristiani o dei movimenti partitici che si affermano contro la Chiesa).
La frattura di classe stata quella pi pervasiva nella societ occidentale: in moltissimi paesi c'
almeno un partito comunista o socialista.
Esiste anche la frattura tra valori materiali e valori post-materiali, che aspirano a soddisfare i
bisogni non necessari alla sopravvivenza (tipica delle societ avanzate: qualit della vita, qualit
della democrazia, protezione dell'ambiente); a tale frattura si contrappongono movimenti
conservatori, legati alla tradizione o xenofobi.
Ci sono anche fratture etniche o linguistiche che possono essere politicizzate e strumentalizzate.
La politicizzazione di tali fratture frutto di un interazione tra le fratture stesse e il contesto
istituzionale in cui ci si trova.
la possibilit di exit determina una concorrenza tra le diverse unit e dovrebbe far
aumentare l'efficienza
garantisce contro gli abusi del potere stesso sui diritti individuali