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“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi è stato insegnato alla università dagli

esperti
della materia si è rivelato totalmente falso!” (F.D.Roosvelt a sir Halifax, 10.08.1941)

CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA IN PILLOLE


Da troppo tempo il dibattito politico è bloccato dalla capillare diffusione
presso scienza, media e politici di ogni orientamento, di un Pensiero
economico pseudo liberista che in realtà è destituito della minima dignità
scientifica. Questo Pensiero, proprio in ragione del suo elevatissimo grado di
condivisione, viene da tempo ormai giustamente chiamato il “Pensiero Unico
in economia”. Esso tenta di giustificare ogni assunto rimandando a relazioni e
fatti infondati che a loro volta rimandano ad altre relazioni e fatti altrettanto
infondati e così via all’infinito. La sua coerenza è pertanto solo apparente ed
infatti crolla miseramente al minimo tentativo di verifica puntuale. Fino ad
oggi, però, ogni critica è rimasta circoscritta all’interno dello stesso modello
del P.U., il che ha impedito la concezione di una qualsiasi proposta alternativa.
Oggi però è giunto il momento di compiere questo “salto quantico” svelando
nel contempo la sua essenza di “falsa coscienza” della sezione apicale del
blocco sociale dominante delle odierne società a capitalismo maturo: la elite
creditizio-finanziaria che controlla pure la quasi totalità delle multinazionali
estrattive, energetiche, agroalimentari, industriali e mercantili del pianeta, il
c.d. “club” dei trust finanziarizzati. In estrema sintesi:

1)non è pensabile un sistema-mondo in cui tutti vogliono Esportare più di


quanto Importano, per giunta Esportando necessariamente negli altri paesi
insieme ai propri beni e ai propri servizi anche tanta disoccupazione e tanti
fallimenti quanti ne induce la mancata produzione nazionale che si pretende di
soppiantare con le proprie Esportazioni. L’interscambio non può che essere
fondato sul pareggio tendenziale dell’Import-Export.
2)nessuna competitività “stracciona”, ovvero conseguita sul fronte dei
costi di produzione, è del resto spendibile sui mercati internazionali. Gli
accordi di cartello obbligano infatti tutte le imprese che partecipano il
medesimo trust a praticare le stesse condizioni contrattuali mercato per
mercato e rendono dunque i vari Import-Export assai poco sensibili rispetto
alle diverse inflazioni interne e alle vicende dei cambi. E’ poi comunque
invincibile la concorrenza “sleale” delle multinazionali delocalizzate in
paesi del terzo mondo dove producono sottocosto risparmiando al massimo su
retribuzioni, welfare, tutele anti-infortuni e ambientaliste per poi riesportare al
nord il 95% della produzione così conseguita.
3)per mantenere inalterata la competitività relativa delle imprese nazionali di
aree valutarie a diverso tasso di inflazione interna basta operare come al
tempo del c.d. “serpente monetario” svalutando il cambio della Moneta
dell’area a più alto tasso di inflazione in misura pari al differenziale di
inflazione esistente rispetto alle altre aree: se ad esempio negli USA c’è
un’inflazione del 5% e nella UE del 2%, basta svalutare il dollaro del 3%
sull’euro.
4)L’inflazione è sempre volontaria: non può esserci inflazione, infatti, se
quando aumenta la Domanda anche l’Offerta aumenta nella stessa misura. E’
solo l’asta tra i compratori che fa salire i prezzi. Ed infatti sono i trust che,
quando la Domanda sale, strozzano scientificamente l’Offerta per fare
salire i prezzi quanto serve loro per lucrare il massimo profitto percentuale,
quello stesso extraprofitto che persegue l’ingrosso agroalimentare quando
distrugge periodicamente le derrate agricole “in eccesso” (dal suo punto di
vista). Se non ce ne accorgiamo è solo a causa della copertura omertosa di
scienza, media e politici, laddove distruggere ciò che esiste già è molto più
evidente di non produrre ciò che potrebbe essere prodotto e dunque può essere
colto solo con l’occhio della mente. Nella stagflation, poi, questa
volontarietà è perfino caricaturale, poiché l’aumento dei prezzi viene
sempre conseguito strozzando l’Offerta, ma questa volta contraendola più
ancora di quanto la Domanda non stia calando di suo. La stagflation, al
contrario della inflazione che accompagna le fasi espansive, non persegue
obiettivi a breve ma fini strategici, quali piegare le maestranze e le imprese
esterne rispetto al “club” dei trust finanziarizzati con una stagione prolungata
di “vacche magre”, ridisegnare nel tempo una mappa più sperequata della
distribuzione sociale, ricattare i governi riottosi ai voleri di questo “club”, e
simili. Ne discende che l’inflazione e la stagflation si possono contrastare solo
con il calmiere all’ingrosso e l’antitrust e non con la deflazione che, nelle fasi
espansive, comporta la rinuncia alla espansione, e, nelle fasi di
stagnazione/recessione, serve solo a sommare inutilmente recessione a
recessione!
5)sottostimando ufficialmente l’inflazione di circa 3 punti percentuali
l’anno si sono maggiorati retribuzioni, pensioni e stanziamenti pubblici nei
limiti della più bassa inflazione “programmata” (2%), contraendoli in termini
“reali” del 3% composto annuo, fino a dimezzarli nel giro di 12 anni e
dimezzare insieme ad essi anche il PIL “reale”, nascondendo proditoriamente
la recessione in atto e oltretutto lasciando invariato il peso del debito pubblico!
6)quando sale il prezzo al mq del mattone o l’indice di borsa senza che
siano parallelamente cresciuti la qualità degli immobili o la ricchezza
“reale” che i titoli dovrebbero rappresentare non si verifica nessuna
crescita della ricchezza comune, ma solo una “bolla speculativa” che
inflaziona il valore nominale dei cespiti immobiliari e/o mobiliari consentendo
ai detentori di questi cespiti inflazionati dalla speculazione di comprare più
beni e più lavoro di prima, in realtà senza pagare. Più in generale, bisogna
avere ben chiaro che esistono due circuiti economici che viaggiano paralleli e
che tuttavia presentano diverse aree di sovraposizione: il circuito capitalistico
della economia “reale”, chiamato “circolo Denaro-Merce-Denaro”, e il
circuito squisitamente finanziario, il così detto “circolo Denaro-Denaro”. Nel
circolo D-M-D il denaro si trasforma in una quantità maggiore di denaro
attraverso l’applicazione della intelligenza e della fatica umane alla
trasformazione “fisica” della natura diretta alla produzione di “merci” da
vendere con Profitto sul “mercato”. Nel circolo D-D, invece, il denaro si
trasforma in una quantità maggiore di denaro senza alcuna contemporanea
creazione di nuove “merci”, e, dunque, solo speculativamente, risolvendosi in
un fenomeno squisitamente monetario, o, se si preferisce, nominale, e,
pertanto, di semplice redistribuzione della medesima ricchezza “reale” di
prima, per giunta regressiva, perché a vantaggio di fasce sociali ricche o molto
ricche, e “feudale”, perché a svantaggio dei ceti produttivi capitalistici (il
Profitto e il Salario) e a vantaggio della Rendita, senza che quest’ultima abbia
minimamente contribuito, come vedremo, alla produzione capitalistica della
ricchezza comune da distribuire.
7)statisticamente parlando, infatti, mentre i Risparmi medi sono circa il 20%
del PIL, gli Investimenti produttivi necessari per produrre l’Offerta che
soddisfa la Domanda interna restante al saldo dell’Export-Import (l’80% del
PIL) sono di media appena il 3-5% del PIL! Il capitalismo, dunque, non
soffre di nessuna “fame endemica” di Capitali per cui valga la pena di fare
sacrifici o dispensare privilegi di sorta fiscali e non, essendo già solo i
Risparmi di fine-ciclo circa 5 volte maggiori di quanto basta ai fini produttivi.
Semmai soffre di un “sottoconsumo endemico” pari per la precisione a
circa il 16% del PIL, il quale va compensato con una Domanda “esterna” al
sistema di pari ammontare, pena la impansione progressiva del capitalismo
stesso. Una Domanda che non deve essere necessariamente “esterna” in senso
geografico, ma anche solo logico-funzionale, ovvero “esterna” rispetto al
semplice operare dei meccanismi della produzione e distribuzione dell’area
capitalistica interessata. Orbene, se l’esistenza di questo “gap” è un incredibile
segreto scientifico e mediatico, ancora più segreto e incredibile è il modo in
cui si “chiude” abitualmente e in scioltezza il circolo D-M-D, a totale insaputa
di una opinione pubblica cui si racconta invece la favoletta edificante del
Risparmio quale “motore” del Capitalismo e del “rigore finanziario” quale
regola aurea del buon governo. L’opinione pubblica, del resto, non scorgendo
il “buco” non sospetta nemmeno che esso venga “tappato”, e,
conseguentemente, non indaga “come” ciò avvenga. Vede soltanto, infatti, una
alternanza di crisi più o meno cicliche della economia “reale” e/o di quella
finanziaria che si innestano su un trend generale blandamente crescente nei
decenni, e di cui scienza, media e politici danno ogni volta spiegazioni
pseudo-logiche che nessuno indaga davvero, al pari di come nessuno si
metterebbe a tastare un muro alla ricerca di una cavità perfettamente riempita
e intonacata se qualcuno o qualcosa non lo mettesse sull’avviso. E’ per questo
che pochissimi, anche all’interno stesso del ristrettissimo entourage della elite
creditizio-finanziaria, si accorge che il circolo D-M-D viene abitualmente
“chiuso” con una “finanza allegra” mista di pubblico e privato, ovvero
con la gigantesca Moneta circolante, creditizia e cartolare “allo scoperto”
che il sistema è capace di creare dal nulla! Una Moneta che è “falsa” nel
momento in cui viene immessa nel circolo D-M-D per finanziare “allo
scoperto” una certa Domanda “esterna”, ma che diventa paradossalmente
“vera” man mano che viene concretamente prodotta l’Offerta che così ha reso
profittevole produrre!
8)si rifletta del resto sulla circostanza che se per riprodurre il sistema di ciclo
in ciclo sempre uguale a sé stesso occorre trovare il modo di trasformare in
Consumi + Investimenti quell’eccesso endemico di Risparmi pari a ben il
16% circa del PIL, per svilupparlo occorrerebbe che la Domanda che desse
vita al ciclo successivo fosse perfino maggiore di quella che aveva dato vita al
ciclo precedente, e, dunque, occorrerebbe addirittura andare … ai numeri
negativi! E poiché d’altra parte il capitalismo non impande affatto
rapidamente, ma prospera da secoli attraversando solo fasi recessive cicliche,
si digerisca l’incredibile segreto della riproduzione capitalistica così
gelosamente custodito: il circolo D-M-D si chiude/espande sempre e
soltanto finanziando “allo scoperto” con la Moneta “virtuale” creditizio-
cartolare tanta Domanda “esterna” quanta si vuole ed è la elite “feudale”
che detiene il monopolio della sua creazione e gestione che decide al di fuori
di ogni controllo democratico sia l’espansione che la recessione come il loro
tasso percentuale e la loro stessa allocazione geografica:
a)operando un maggiore o minore “deficit-spending” (v. nota 1); b)spendendo
in proprio e tramite i propri beneficiati di più o di meno la infinita Moneta
creditizio-cartolare che crea dal nulla a piacimento con il “moltiplicatore dei
depositi bancari” (v. note 2 e 3), nonchè c)allargando o stringendo di più o di
meno, qui o là, i cordoni di questo credito “allo scoperto” e d)“pompando” la
“bolla” mobiliare e immobiliare con la speculazione e con gli strumenti della
finanza “creativa” (v. nota 4), e)finanziando una ulteriore spesa pubblica (v.
nota 5) con i bot “collocati elettronicamente” presso il sistema bancario (oggi,
il 90-95% circa del totale) e dunque scambiandoli con Moneta creditizia
“virtuale” perché “allo scoperto” anch’essa. In una parola, con la Moneta
circolante, creditizia e cartolare “allo scoperto”! E’ così, infatti, che funziona
la economia “di guerra”. Fu così che Hitler finanziò la spesa bellica con cui
tirò fuori la Germania di Weimar dalla crisi profondissima in cui versava dal
1919. Fu così che si finanziarono gli alleati in Italia dal ’43 al ’48 con le AM-
lires (banconote emesse dalle autorità militari alleate prive di qualsiasi
copertura ed a corso forzoso), così funzionò il piano Marshall (che nessuno in
realtà pagò mai) ed è così che vennero reperiti anche i circa $ 200 Mld che
finanziarono a guerra contro Saddam. E così ancora funzionò pure parte della
ricostruzione in IRAQ, grazie ai 144 bancali con cui gli americani
trasportarono in volo subito dopo l‘occupazione le tonnellate di dollari in
banconote da $ 100 cadauna da distribuire clientelarmente allo scopo: $ 18
Mld di cui metà venne misteriosamente trafugata ed i cui $ 9 Mld restanti
vennero distribuiti non si sa bene a chi, come e perché. Come apprendere
queste cosa da media che sono proprietà diretta della elite creditizio-
finanziaria o suoi lacchè insieme ai partiti in forza della gigantesca
esposizione bancaria di cui soffrono entrambi?
9)in buona sostanza, non viviamo affatto nel capitalismo, bensì in un modo di
produzione misto di capitalismo, feudalesimo e pianificazione dove sono
capitalistiche solo le maestranze e le imprese che non sono integrate nel “club”
dei trust finanziarizzati. Queste ultime non soffrono nessun rischio di
impresa: sommano infatti al Profitto marxiano l’extraprofitto “feudale”
da incetta oligopolista e le enormi Rendite feudali derivanti dalla Moneta
creditizio-cartolare “allo scoperto” di cui ha il monopolio insieme al
controllo del supporto creditizio-finanziario delle transazioni internazionali la
ristretta elite feudale sinarchista che le possiede e possiede insieme ad esse le
più grosse banche e finanziarie del pianeta loro “sorelle” integrandole nel
medesimo “club” con la quasi totalità delle gigantesche multinazionali
estrattive, energetiche, industriali, agroalimentari e mercantili del mondo, e
che con questa Moneta pianifica la produzione e la distribuzione planetaria al
di fuori di qualsiasi controllo democratico, controllando altresì quasi tutti i
governi nazionali, scienza, media e forze politiche, opposizioni incluse.
E basta leggere l’imbarazzante ammontare della esposizione debitoria ufficiale
verso le banche nei bilanci pubblicati dai vari partiti per rendersi conto di
quanto poco libera sia la loro critica.
10)Serve dunque la creazione di un grosso polo bancario pubblico (in Italia,
basta revocare la criminale dismissione delle nostre 4 banche pubbliche
praticata a un prezzo 100 volte inferiore ai soli bot ivi collocati
elettronicamente) presso cui collocare elettronicamente i bot con cui
finanziare “allo scoperto” tanta Domanda quanta ne serve per “chiudere”
il circolo D-M-D (v. nota 6). Occorre pure ripristinare i controlli valutari
vigenti fino agli anni ’80 e consentire in borsa le sole operazioni “a
pronti” vietando il credito alla speculazione onde proteggere l’euro e la
borsa dalla speculazione valutaria e finanziaria, nonché consentire la
svalutazione dell’euro in proporzione all’eventuale differenziale di
inflazione che residuasse nonostante l’uso del calmiere all’ingrosso e
l’anti-trust praticato dalle imprese pubbliche che vendono a calmiere per
“rompere i cartelli”.
E occorre pure, pertanto, una seconda Bretton Woods!
Per poter portare avanti questo progetto politico di un capitalismo riformato
democraticamente occorre prima di ogni cosa comprenderlo tecnicamente.
Per poterlo comprendere, però, occorre innanzitutto superare ogni dubbio
paranoide e, quindi, la istintiva reticenza ad assumere l’ipotesi che tutto ciò
che di economia si insegna nelle università sia … totalmente falso!
Poi occorre sospendere il giudizio lasciando crollare uno dopo l’altro i falsi
assiomi del P.U. senza insistere nel tentativo di superare le contraddizioni
all’interno del medesimo sistema di pensiero. Solo quando ne crolla un
numero sufficiente che varia da soggetto a soggetto, infatti, come d’incanto
crolla da sola la vecchia gestalt e appare l’immagine mentale del vero
funzionamento del capitalismo. Un po’ com’è per gli stereogrammi.
A quel punto, si comprende infine la necessità politico-scientifica di fare
cultura con pazienza intorno alla assoluta inconsistenza scientifica del
Pensiero Unico e alle falsità su cui si sorregge, diffondendo la conoscenza del
vero funzionamento del capitalismo e di come esso può e deve essere
controllato democraticamente per bloccare la sua attuale degenerazione
“feudale” e renderlo finalmente “sostenibile”, chiamando alla unità politica
contro la elite creditizio finanziaria che controlla il “club” dei trust
finanziarizzati l’intero mondo dei dominati: i lavoratori, le imprese fuori dal
“club”, gli utenti dei servizi sociali e i ceti medi. E’ quel che stiamo facendo.
www.nandoioppolo.org

NOTE:
1)il “deficit-spending” funziona così: se lo stato spende 100 con un maggiore debito pubblico
di 100, rende così profittevole aumentare la produzione di 100 nel primo ciclo. Nel secondo
ciclo, questo 100 aggiuntivo sarà Risparmiato per 20 e verrà speso in Consumi per 80 e per
Investimenti produttivi per 4, promuovendo un maggiore Reddito di 84, che, nel terzo ciclo
aumenterà dell’84% di 84, nel quarto ciclo dell’84% dell’84% di 84 e così via sino
all’esaurimento del processo, provocando un aumento complessivo pari a 100 moltiplicato per
l’inverso di 16/100, ovvero 625. Il 40% di questo 625, cioè 250, si trasformerà in gettito fiscale
aggiuntivo e lo stato ripagherà 100 più, poniamo, 20 di interessi, rimanendogli ancora 130 per
amplificare il processo espansivo. Se questo vale in concorrenza perfetta, in presenza di accordi
di cartello lo “strozzo” praticato dai trust ad ogni aumento di Domanda sottrae al processo
moltiplicatorio una quota maggiore di 1/6,25 e se questa quota dovesse essere prossima a 1/3
porterebbe il deficit-spending al suo limite di praticabilità: una spesa pubblica aggiuntiva di
100, infatti, promuoverebbe solo 300 di nuovo Reddito e le entrate tributarie aumenterebbero
solo del 40% di 300, ovvero di appena 120, esattamente l’importo da restituire!
2)per la convenzione chiamata “Basilea2” le banche della eurozona possono prestare euro che
non possiedono ma che creano dal nulla elettronicamente al momento del prestito, purchè
mantengano una “riserva frazionaria” pari al 2% dei loro assets, ovvero di tutto il loro
patrimonio immobiliare e mobiliare (inclusi i junk bond in loro possesso), e non dei soli
depositi bancari: per ogni Mld di euro di patrimonio, pertanto, possono prestare fino a 49 Mld
di euro elettronici, in quanto 1+49=50 e il 2% di 50=1! Questo coefficiente di moltiplicazione,
chiamato “moltiplicatore bancario”, per i colossi bancari privati USA, tutti consorziati nella
privatissima Federal Reserve sin dal 1913, dato il loro altissimo livello di integrazione, è
stimato tra 1.000 e 100.000, o perfino infinito.
3)il “reflusso bancario” consiste nell’appropriazione indebita ed esentasse praticata al momento
della restituzione da parte delle banche di tutti gli euro elettronici che creano dal nulla al
momento del prestito, consentita da una convenzione contabile internazionale universalmente
vigente. Questa convenzione permette loro, infatti, di iscrivere sia al passivo che all’attivo una
posta pari agli importi mutuati (per descrivere, al passivo, il debito contratto nei limiti
dell’importo mutuato verso i beneficiari che verranno indicati dal mutuatario, e all’attivo, il
pari credito vantato verso il mutuatario per la restituzione del mutuo) senza distinguere tra la
Moneta giacente nei loro depositi (un infinitesimo sottomultiplo) e quella creata
elettronicamente (quasi tutta quella restante), per cui gli euro elettronici restituiti vengono
iscritti come se niente fosse nello stato patrimoniale (e nemmeno nel conto profitti e perdite,
dove pagherebbero le imposte) o restano extrabilancio, invece di essere annullati alla
restituzione o consegnati al Tesoro, unico titolare legittimo del potere di battere Moneta.
4)si calcola che la Moneta bancaria “allo scoperto” in giro per il pianeta potrebbe oggi
“comprare senza pagare” più di 5 volte il pianeta stesso, mentre quella cartolare “allo scoperto”
è decine di volte tanto. Nel 2006, per ogni barile “fisico” di petrolio che passava di mano ben
1250 ne passavano di mano di “virtuali” sotto forma di derivati speculativi sul petrolio e oltre
100.000 nel 2008, laddove la Lehman Bros. è fallita in ragione di circa $ 1.000 Mld di junk
bond e derivati speculativi “perdenti” in suo possesso, mentre nel 2008, a fronte di un PIL-
mondo di circa $ 50.000 Mld, i derivati speculativi in giro per il mondo erano stimati tra $
650.000 Mld e $ 1.000.000 Mld. La crisi dei subprime, peraltro, è stata scatenata da un “buco”
di mutui-casa rimasti impagati che era inferiore a $ 5 Mld ma che si è moltiplicato di migliaia
di volte in ragione della loro ipercartolarizzazione “allo scoperto” fatta alla fonte e quindi
reiterata ulteriormente, e su cui vennero scommessi migliaia di miliardi di derivati speculativi
che si unirono alla gigantesca mole dei derivati speculativi che vennero scommessi sul petrolio
facendone salire in poche battute la quotazione da $ 40 a $ 150 per poi farla crollare fino a $ 30
e risalire fino a $ 70! Per impedire il crack creditizio-finanziario, infine, invece di aiutare i
morosi a pagare gli insoluti o annullare i derivati speculativi sui subprime (e sul petrolio, di cui
nessuno ha parlato) si è scelto di nazionalizzare istituzioni decotte (moltiplicando per 20 il
debito pubblico americano), cedere $ 400 Mld di bond della Fed in cambio di junk bond,
finanziare un piano Poulson da $ 700 Mld al medesimo fine e quindi immettere nel sistema
(cioè regalandoli alle banche e alle finanziarie in difficoltà) quasi $ 1.000 Mld di liquidità,
terrorizzati da una Lehman che è fallita perché debitrice in forza dei derivati “perdenti” in suo
possesso verso altre banche che erano sue “sorelle” perché consorziate nella Federal Reserve, il
consorzio privato costituito nel 1913 tra le più grosse banche private USA, creditrici della
Lehman perché detentrici dei medesimi derivati speculativi, per loro “vincenti”. Un fallimento
intergruppo evitabilissimo a monte semplicemente bilanciando periodicamente i derivati
vincenti con i perdenti e a valle semplicemente annullandoli! E pensare che la riforma sanitaria
di Obama “costerebbe” nemmeno $ 50 Mld e, soprattutto, propellerebbe Investimenti,
Occupazione e Reddito “chiudendo” adeguatamente parte del “gap” del ciclo D-M-D!
5)oggi solo il 5-10% dei bot è detenuto da privati. Il 90-95% restante è invece solo “virtuale”
in quanto “collocato elettronicamente” presso le banche e dunque scambiato con una Moneta
creditizia che, essendo creata elettronicamente dal nulla con il moltiplicatore bancario, è “allo
scoperto” e rende semplicemente “virtuale” tutto il debito “collocato”. Quando poi sono
pubbliche le banche collocatarie, i bot collocati oltre ad essere virtuali, diventano pure una
semplice partita di giro venendo a coincidere la figura del debitore (lo stato) con quella del
creditore (le banche collocatarie)! Era così nella prima repubblica, prima che venissero
svendute le nostre 4 banche pubbliche collocatarie ad un prezzo decine di volte inferiore ai soli
bot collocati, al fine dichiarato di … fare cassa!
6)con la “pietra filosofale” costituita dalla Moneta creditizio-cartolare “virtuale” si può
finanziare “allo scoperto” tutta la Domanda “esterna” che si vuole modificando nel contempo
la distribuzione del Reddito capitalisticamente prodotto e disegnando in definitiva la mappa
distributiva che si preferisce, ovvero il mondo che si preferisce. Ed invece il P.U. è fino ad oggi
riuscito a nascondere sotto una gigantesca coltre di menzogne i veri meccanismi della
riproduzione del ciclo D-M-D ed il ruolo che vi gioca la Moneta “virtuale”, convincendo tutti
che Investimenti, Occupazione e Reddito si espandono solo Esportando di più grazie alla
massima compressione possibile di retribuzioni e welfare onde contenere il più possibile una
inflazione di cui si nega ogni volontarietà ed attrarre dall’esterno, oltretutto iper-remunerandoli,
quei Capitali di cui si lamenta una inesistente fame endemica quando sono invece debordanti
rispetto ad ogni esigenza produttiva e perfino accrescono il “gap” da colmare! E’ così che si
giustifica il contenimento delle rivendicazioni sociali e si disegna la mappa del privilegio
distributivo, creando un irrazionale e isterico clima di penuria periodicamente amplificato da
crisi e recessioni tanto “inventate” quanto evitabilissime, nonché insistendo mediaticamente sul
contenimento indefinito di un debito pubblico che sarebbe sempre “eccessivo” nonostante sia in
realtà solo “virtuale”. Ma soprattutto riproponendo sfacciatamente la ennesima riedizione
dell’arcifamoso “equivoco di Say” (che dava erroneamente per scontato l’assorbimento
automatico di ogni produzione da parte del mercato) e sfruttando la ingenua idea popolare che
gli Investimenti e l’Occupazione siano funzione inversa del loro costo.
Oggi queste scelte avvengono al di fuori di ogni dibattito politico e le compie la ristretta elite
sinarchista che controlla la creazione della Moneta creditizio-cartolare “virtuale”. Domani, solo
sottoponendo questa Moneta al controllo democratico, sarà finalmente il corpo elettorale a
decidere attraverso il parlamento e i partiti.

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