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I Patriarchi

della Biodiversit Frutticola.

A cura di Mauro Carboni,


con la collaborazione di Enzo Melegari
Ideazione e coordinamento del progetto:
Eugenia Tagliaferri, Lia Monfroni, Laura Castello, Servizio Agricoltura
e Risorse Naturali Provincia di Parma
Progetto grafico: Ilaria Gibertini
Editing: Davide Montali
Fotografie: Mauro Carboni e Deborah Begh (scheda melograno)
Ringraziamenti: G. Abelli, M. Albrisi, R. Albrisi, A. Bocchi, M. Bonfanti,
G. Bussolati, R. Calzolari, A. Casalini, A. Cavalieri, L. Ceci, F. Chiussi,
M. A. Chiussi, Comune di Lesignano, L. D. Conforti, Dipartimento di
Scienze degli Alimenti (Universit di Parma), M. Gherardi, S. Guidi,
D. Lombardi, D. Martelli, M. P. Miodini, G. Moglia, M. Monteverdi, C.
Pelagatti, F. Rolleri, O. Sassi, V. Ughini, G. Venturini, Fam. Ziliotti.

I Patriarchi

della Biodiversit Frutticola.

I Patriarchi, antica e preziosa risorsa comune, vengono


descritti in questo libro attraverso schede botaniche e
immagini che ritraggono i secolari esemplari nel loro
ambiente naturale, spesso vicino alla casa padronale,
collocati in quel luogo, perch pi facile proteggerli.
Essi rappresentano una testimonianza del materiale genetico
che ci ricongiunge alla nostra storia etnografica pi antica.

Biodiversit, un patrimonio da custodire.


Frutti antichi, cereali dimenticati, razze rare.

Risorsa indispensabile per riprodurre variet da frutta


omai estinte, ci parlano degli usi della nostra gastronomia
e infine punteggiano il paesaggio segnando larcheologia
rurale e i sistemi agronomici della nostra agricoltura
tradizionale.
Come radici poste nel passato hanno stimolato la
curiosit e lattenzione di tanti moderni frutticoltori,
che, apprezzando la bellezza e la bont dei loro frutti
cominciano a reimpiantare queste piante e, indirizzando
cos positivamente, la moderna agricoltura verso tecniche
sostenibili a basso impatto ambientale.

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013


PROVINCIA DI PARMA
MISURA 214 - Azione 7 - Agrobiodiversit: Progetti Comprensoriali Integrati
Titolo del progetto: Biodiversit agraria parmense: futuro di un territorio

La Provincia di Parma, conscia che il futuro dellumanit


dipende dal cibo, si augura che gli Agricoltori Custodi
siano in grado di far conoscere al meglio questi prodotti
ricchi di storia e ringrazia per averli conservati e aver fatto
pervenire a noi questa ricchezza.

Indice

40

MELOGRANI
Varano de Melegari

10
12
14

CASTAGNE
Gravago
S. Siro di Valmozzola
Marrone di Campora

42
44
46

OLIVI
Mulazzano
Tabiano
Viazzano

16

CILIEGI
Pietra di Campora

18

COTOGNI
Noceto

20

FICHI
Badia Cavana

48
50
52
54
56
58
60
62

PERI
Barbiano
Solignano
Noceto
Pieve di Cusignano
Valmozzola
Bazzano
S. Martino
Carobbio

6
8

AZZERUOLI
Costamezzana
Lesignano di Palmia

26

GELSI
Costamezzana
Serravalle

MANDORLI
Castellaro

28
30
32
34
36
38

MELI
Malora di Campora
Carobbio
S. Siro di Valmozzola
Graiana
Pometo di Valmozzola
Trinzola

22
24

64

66

SORBO
Fontevivo

VITI
Valline di Castellaro

AZZERUOLO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Crataegus azarolus
ignota
160 cm
12 m
10x8 m
non visibile
scarso per lincuria in cui versa.
Recentemente si spezzata a met
dopo un temporale. Questo ha
compromesso significativamente
lesemplare.

dove si trova

a bordo strada, in una scarpata che


scende verso il campo sottostante.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Costamezzana
Noceto
est
185 m
N 44,792159
E 10,089523
dal paese di Costamezzana si
prosegue per via Costa Pavesi. La
pianta si trova a poche centinaia di
metri sulla sinistra.
plurisecolare. Le dimensioni non
devono ingannare. Lazzeruolo un
albero dalla crescita molto lenta e
per raggiungere queste dimensioni
devono essere trascorsi almeno un
paio di secoli.

indice

AZZERUOLO di Costamezzana
note storiche
Il nucleo dellantico paese era
collocato leggermente pi a monte
delattuale. caratterizzato dai resti
di una fortificazione sorta nella
seconda met del 1300 e ora adibita
a uso agricolo.

utilizzi
Lazzeruolo considerato un frutto minore, in quanto non
coltivato su larga scala. Molte persone probabilmente non
lo conoscono neppure. La foglia molto simile a quella del
biancospino e produce una melina di colore giallo o rosso
molto piccola (diametro circa 2 cm) commestibile e dal sapore delicato. Contiene per allinterno semi abbastanza grandi.
Il consumo era fresco, ma si facevano anche marmellate. Era
spesso coltivato in prossimit delle case coloniche. In passato
veniva chiamato in dialetto Pomm Lazarn.
7

AZZERUOLO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova

Crataegus azarolus
ignota
145 cm
8m
6x6 m
a circa 1 m
buono

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Lesignano di Palmia
Terenzo
sud
350 m
N 44,631661
E 10,160063

come raggiungerla

eta presunta

indice

in un prato in prossimit di un
edificio che in passato sembra essere
stato un convento.

dalla strada che da S. Vitale Baganza


porta a Marzolara, si prende a destra
seguendo per Lesignano di Palmia.
Percorsi qualche centinaio di metri in
salita, si gira a sinistra in una stradina
bianca che si avventura nel bosco.
Si prosegue per circa 1 km fino a
trovare sulla destra un complesso di
costruzioni. La pianta allinterno di
unarea recintata.
plurisecolare. La crescita dellazzeruolo, molto lenta. Altre piante
con crescita simile sono: bosso,
corniolo e biancospino.
note storiche
La pianta radicata probabilmente
sui resti di un antico terrazzamento,
in una vallata chiusa, ma ben esposta.
Durante linverno i primi campi
dove la neve si scioglie sono proprio
questi. Ci permette alle piante di
non soffrire inverni particolarmente rigidi. Infatti, sempre in questo
versante, sono presenti altre piante
secolari: unaltro azzeruolo, un olivo
e un fico.

AZZERUOLO di Lesignano di Palmia


utilizzi
Fu piantato probabilmente per i suoi frutti, ma non sappiamo da chi nei pressi di un vecchio monastero, questultimo
ripetutamente rimaneggiato nel corso dei secoli e destinato
attualmente a uso residenziale, con annessi edifici rurali di
pi recente costruzione. Negli ultimi cento anni molto probabile che i frutti venissero cosumati dagli abitanti di quella
fattoria. Ricordiamo che un tempo le famiglie erano molto
numerose e in un piccolo gruppo di case potevano vivere
decine di persone.
9

CASTAGNO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Castanea sativa
Cardenina
770 cm
6m
6x6 m
2
pare a 1 m circa di altezza
scarso, perch molto cariato. Solo una
delle 3 parti di cui costituita la pianta
ancora viva e non molto sviluppata.

dove si trova

nel castagneto secolare della Pieve di


Gravago, in prossimit di Noveglia,
Bardi. Tutto il castagneto costituito
da castagni secolari, con diametri che
in alcuni casi sono di poco inferiori a
quello indicato per questa pianta.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Pieve di Gravago
Bardi
ovest
543 m
N 44,585386
E 09,773335
si segue la Strada Provinciale n. 21
che da Bardi porta a Borgotaro. Si
prosegue per labitato di Noveglia e
successivamente per localit Pieve di
Gravago.
si stima intorno ai 350 anni.

indice

note storiche
Il nome Gravago appare per la prima volta nelleditto che
Liutprando, re dei Longobardi, ha emanato in Pavia il 21
marzo 744. La Pieve sembra essere di origine alto medievale,
anche se ledificio attuale datato 1865.
I castagni si trovano in un prato dove da anni si organizza la
popolare Sagra di S. Anna, festa che si tiene alla fine del mese
di Luglio. Questa sagra nasce dallabitudine degli abitanti di
ritrovarsi, dopo le funzioni religiose, nel bosco a consumare
un frugale pasto al sacco. Da allora questusanza si ampliata
sempre di pi diventando una rassegna che conta diverse
migliaia di partecipanti ogni anno.
10

CASTAGNO di Gravago

utilizzi
Le castagne provenienti da questo antico castagneto erano
probabilmente impiegate dagli abitanti del posto per garantire
loro la sussistenza durante i mesi invernali. La castagna
come frutto tal quale, infatti, non si conserva a lungo, ma
viene piuttosto macinata e ridotta in farina dalla quale si
preparavano diversi piatti tradizionali.
11

CASTAGNO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Castanea sativa
Cardenina
800 cm
9m
10x10 m
2
si
mediocre, perch presenta
carie diffuse sul fusto ed stata
capitozzata pi volte.
a bordo strada in prossimit
di una legnaia.
costa di S. Siro
Valmozzola
est
635 m
N 44,566408
E 09,875523
si segue la strada Provinciale n. 42 di
Valmozzola, sucessivamenrte si devia
seguendo le indicazioni di S. Siro, la
pianta si trova prima di raggiungere
il piccolo abitato in prossimit di
unabitazione. Il castagno sul lato
sinistro della strada vicino ad una
legnaia.
si stima intorno ai 250 anni.

indice

CASTAGNO di S. Siro di Valmozzola

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, in quanto a memoria duomo
sempre stata presente. Nella stessa
zona si riconoscono altri esemplari
di dimensioni inferiori, ma sempre
comunque monumentali, come il
castagno che si trova in prossimit
della chiesa di S. Siro.
12

utilizzi
Il castagno stato un albero prezioso per la popolazione del
nostro Appennino. Infatti, oltre allimportanza forestale, i
frutti erano la base alimentare per le popolazione di questi luoghi tanto da essere denominati il pane dei poveri.
Le castagne, infatti, venivano cotte oppure abbrustolite (le
cosiddette bruciate) e consumate tal quali anche nel latte a
colazione oppure nel vino. Con questa castagna si otteneva
anche unottima farina per produrre la classica pattona.
13

CASTAGNO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Castanea sativa
Marrone di Campora
560 cm
13 m
12x12 m
5
a 2 m circa
discreto, in quanto potata
recentemente.
ai bordi di una strada sterrata che
porta ad unabitazione storica di
Campora.
Campora
Neviano degli Arduini
nord
635 m
N 44,519325
E 10,279828
da Neviano degli Arduini si prosegue
per Campora. Superato labitato
di Sasso, dopo un paio di tornanti
si raggiunge un altopiano dove si
trovano numerosi esemplari secolari
di questa variet di castagno.
si stima intorno ai 250 anni.

indice

note storiche
Da una foto di inizio XX secolo, unintera famiglia si era
fatta fotografare ai piedi di questalbero che appariva delle
medesime dimensioni di oggi. La leggenda vuole che sia stata
Matilde di Canossa a diffondere questa variet nella zona e
da allora si conservata sino ai giorni nostri. Campora un
paese che giace ai piedi del Monte Fuso, in passato regno
di greggi che scendevano dalla Lunigiana e di cacciatori. Nel
X secolo era gi abitato grazie alla testimonianza di una
pergamena datata 995 dellarchivio capitolare.
14

MARRONE di Campora
utilizzi
Il marrone di Campora una variet molto conosciuta per la
qualit del suo frutto. Nei secoli passati pare che le castagne
fossero esportate in Francia e Spagna sulle tavole nobiliari per
le sue spiccate qualit organolettiche. Nel 1913 ha vinto la Medaglia dOro come miglior marrone italiano. Oggi utilizzato
per preparare le classiche caldarroste (bruciate) e altri preparati pi nobili come marrons glace, tortelli dolci o marroni
sotto alcool. Si usava cuocerle insieme alle pere Nobili: un
connubbio davvero delizioso. Talvolta, in annate particolarmente produttive, si macinavano per ottenere farina che veniva
impiegata per la produzione di castagnaccio, biscotti, etc.
15

CILIEGIO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Prunus avium
Giambella
250 cm
9m
13x13 m
2,2
non visibile
scarso per il diffuso secco che si
nota in chioma causato dallet
dellesemplare.

dove si trova

in un prato sul retro di una casa


colonica.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

16

Pietra di Campora
Neviano degli Arduini
ovest
738 m
N 44,5162
E 10,285273
da Neviano degli Arduini si prosegue
per Campora. Superato labitato di
Sasso, dopo un paio di tornanti si
raggiunge un altopiano, si prosegue
tenedo la sinistra imboccando la
strada che indica localit Case
Ruffaldi. Procedere fino alla fine della
strada in localit La Pietra.
si stima intorno ai 70 anni. Il
proprietario, ora settantenne,
ricorda che era stato il padre ad
innestarla quando lui era piccolo.
note storiche
Localit Pietra un gruppo di case
dal quale si pu ammirare un bellissimo paesaggio al cui centro svetta la
solitaria Pieve di Sasso. Questo abitato
poco distante da Case Ruffaldi, casa
torre ricca di minute feritoie dalle
quali i Bravi dellepoca dominavano la
situazione. Mirabile la torre che aveva
funzione di avvistamento. ancora
presente una fontana abbellita da una
statua che garantiva approvvigionamento idrico alle famiglie del luogo.

CILIEGIO di Pietra

utilizzi
La ciliegia Giambella importata probabilmente in origine dal
vicino Appennino reggiano, matura ai primi di giugno ed
adatta al consumo fresco. Si prestava, tuttavia, anche alla
conservazione come preparato per le ciliegie sotto spirito:
un dessert graditissimo che si offriva agli ospiti a fine pranzo
durante le festivit.
17

COTOGNO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Cydonia oblonga
ignoto
300 cm della corona di polloni
6m
6x5 m
mediocre per lincuria in cui versa e
per le carie al colletto
sul retro di un edificio rurale.
Noceto
Noceto
63 m
N 44,81836
E 10,169842

come raggiungerla

a livello di Pontetaro, appena superato


Castelguelfo si gira a sinistra sulla
stradina che porta a Noceto. La casa
colonica in cui si trova su questa
strada dopo qualche centinaio di metri.

eta presunta

si stima intorno ai 70 anni. Il cotogno


non una pianta longeva, quindi molto difficile trovare alberi secolari di
questa specie. Ha tuttavia la capacit
di sapersi rinnovare riemettendo dal
colletto nuovi fusti, caratteristica che
ha permesso a questo esemplare di
arrivare fino ai giorni nostri.

indice

18

note storiche
La pianta di cotogno era da sempre
presente nei frutteti delle case coloniche parmensi. Questultima aveva
la zona abitativa separata dalla stalla
tramite la porta morta (una grande
arcata cieca dove trovava posto solitamente lrbij o bevradra e il
sambt). Nella stalla si soggiornava
prima di andare a dormire durante le
fredde notti dinverno poich il calore
degli animali rendeva lambiente un
po pi caldo. Sopra la stalla cera il
fienile, dove si stoccavano il fieno e la
paglia come riserva per linverno.

COTOGNO di Noceto
utilizzi
Il cotogno, pure essendo un frutto quasi immangiabile da
fresco, era molto apprezzato dalla rezdora del tempo. Infatti,
il suo elevato contenuto di pectine consentiva di addensare
marmellate molto liquide che altrimenti avrebbero avuto
bisogno di ore di bollitura.Veniva altres impiegato nella
produzione di Sburln, liquore a base di cotogne, noto per
le sua capacit digestive. La marmellata di sole cotogne era
chiamata cotognata, composta quasi solida che si tagliava a
cubetti e si conservava in vasi di vetro: erano i cotognini, le
caramelle dei bimbi dellepoca.
19

FICO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Ficus carica
ignota
90 cm del fusto pi grosso
6m
23x16 m (oltre 350 mq di superficie)
buono
in un campo coltivato vicino alla
Badia Cavana a S. Michele Cavana.

S. Michele Cavana
Lesignano Bagni
nord-est
351 m
N 44,593095
E 10,270134
si raggiunge Mulazzano Ponte
passando da Langhirano o da
Lesignano Bagni, successivamente
si gira a destra lungo via Cavo e poi
si seguono le indicazioni per Badia
Cavana. La pianta si vede molto bene
in un campo sulla destra appena
inforcato lo stradello che porta alla
Badia.
intorno a 80-100 anni.

indice

note storiche
Badia Cavana una chiesa romanica, ultima testimone di un
antico monastero vallombrosano, fondato nel 1115. Ledificio,
dedicato a S. Basilide, si trova in cima ad una collina ad est del
torrente Parma.
il fico pi grosso come dimensioni della chioma ritrovato
nel parmense. Essa, infatti, interessa una superficie di terreno
di circa 300 mq. La pianta ha un portamento cespuglioso, con
diversi fusti, che ne hanno permesso lo sviluppo in larghezza
piuttosto che in altezza. Al centro di questa enorme macchia
verde, dove si trovano le radici, si pu riconoscere un piccolo
laghetto che garantisce una importante riserva idrica durante
la stagione secca. Probabilmente anche per merito di questo
elemento che la pianta cresciuta assumendo tali dimensioni.
20

FICO di Badia Cavana


utilizzi
Non sappiamo che fine facessero i frutti di questa pianta in
passato, probabilmente erano consumati dai proprietari del
campo o dai residenti del luogo. Il fico, ricordiamo, produce
due volte allanno: allinizio dellestate producendo i fioroni,
frutti di solito di grosse dimensioni, ma non particolarmente
buoni, mentre a fine agosto o settembre maturano i forniti,
ossia i fichi veri che in passato oltre ad essere consumati tal
quali si potevano conservare in marmellate oppure essiccati
in forno.
21

GELSO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Morus nigra
ignota
670 cm
10 m
25x12 m
50 cm
a 50 cm di altezza
mediocre, per la grossa carie che
presenta al fusto.
in prossimit dellosteria La Torre
di Costamezzana.
Costamezzana
Noceto
ovest
227 m
N 44,785361
E 10,084321
dallabitato di Costamezzana
si prende via Isola seguendo le
indicazioni della trattoria. Al termine
della strada si vedono tre gelsi di
dimensioni enormi. Lesemplare
descritto quello pi lontano dalla
strada e il pi grande. Gli altri molto
probabilmente sono coetanei, ma
solo leggermente pi piccoli come
circonferenza.
150 anni.

indice

note storiche
Sono molti gli aneddoti legati a queste piante. Il pi curioso
fa riferimento allultimo conflitto mondiale, quando
la proprietaria, allora una bambina, stata nascosta
allinterno della cavit di questo albero per proteggerla
dai bombardamenti che avevano come obiettivo la vicina
polveriera di Noceto.
In passato i gelsi venivano capitozzati perch emettessero
nuovi germogli freschi impiegati come alimento per i bachi
da seta. A lungo andare questa pratica provoca carie che
con let si aggrava fino a provocare una cavit interna molto
ampia.
22

GELSO di Costamezzana

utilizzi
Il gelso era coltivato prevalentemanete per lallevamento
del baco da seta piuttosto che per lalimentazione umana.
Tuttavia, i suoi frutti (le more) sono commestibili e
si possono consumare fresche oppure trasformate in
marmellate. In tempo di povert i bimbi si sfamavano con
pane e more.
23

GELSO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Morus nigra
ignota
340 cm
12,5 m
10x10 m
2m
a 130 cm di altezza
mediocre per la presenza di carie
diffusa su tutto il tronco che ne ha
danneggiato gravemente la zona
rivolta verso est.
in prossimit del battistero di
Serravalle.
Serravalle
Varano d Melegari
est
282 m
N 44,68197
E 09,955415
da Fornovo ci si immette sulla
Provinciale n. 28 per Bardi, labitato
di Serravalle sulla strada dopo
pochi km superato il paese di Varano
d Melegari. Il gelso radicato a
pochi metri dal battistero, anchesso
ben visibile perch adiacente alla
strada.
80-100 anni.

indice

note storiche
Il battistero di Serravalle un luogo ricco di mistero che
ha richiamato da sempre lattenzione di molti studiosi o
semplici curiosi. Risalente probabilmente al X-XI secolo, di
forma ottagonale e ha un diametro di sette metri e mezzo.
Completamente staccato dalla vicina pieve veniva utilizzato
in passato per il sacramento del battesimo. Ledificio fu
probabilmente edificato su un preesistente insediamento
romano dedicato al culto di Diana, dea della caccia. Fu infatti
trovata, nella parete del battistero unara votiva in marmo
bianco dedicata al culto di Diana, ora conservata al Museo
Archeologico di Parma.
24

GELSO di Serravalle
utilizzi
Non si sa chi e perch abbia piantato lalbero in questo luogo.
Non escluso che possa essere piantato appositamente
oppure nato spontaneamente e poi innestato. Succede
spesso, infatti, che gli uccelli dopo essersi nutriti delle more
spargano i semi in giro, semi che germinano con facilit anche
nei posti pi disparati. Quel che certo che la pianta
stata conservata negli anni anche a scopo ornamentale e per
lombreggiamento alla piccola piazzola dove sono presenti
alcune panchine.
25

MANDORLO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Prunus dulcis
ignota
205 cm
10 m
8x8 m
3m
non visibile
discreto, anche se presenta numerosi rami secchi a causa dellet
dellesemplare.

dove si trova

in testata ad un filare di un vecchio


vigneto di Malvasia.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

26

Castellaro
Sala Baganza
Est
200 m circa
N 44,695274
E 10,216475
da Sala Baganza proseguire per
S. Vitale Baganza. Sul rettilineo si
raggiunge localit Castellaro, girare a
destra e dopo poche centinaia di metri di nuovo a sinistra in via Pozzo. La
pianta allinterno di un fondo chiuso.
si stima intorno ai 100 anni.
In prossimit presente anche
un olivo secolare, forse coetaneo
del mandorlo, impiantato con la
medesima funzione. La presenza di
queste piante dimostra il particolare
microclima del luogo.
note storiche
La localit Castellaro non fu mai
fortificato. Custodisce i resti di un
acquedotto della Nave conosciuto
anche come Ponte Romano. Costruzione di epoca farnesiana a quindici arcate in mattoni che supera il rio
Ginestra e portava acqua da S. Vitale
al Casino dei Boschi e a Sala Baganza.
Di propriet privata un monumento
davvero unico nel suo genere, ma
purtroppo poco conosciuto anche
perch coperto dalla vegetazione. .

MANDORLO del Castellaro

utilizzi
Le mandorle sono un ingrediente fondamentale per la cucina
italiana. Diffuse soprattutto al centro e sud Italia. Sensibile
al freddo, si trova anche al Nord, nei luoghi pi soleggiati
e protetti. La pianta produce mandorle dolci, utilizzate
nella cucina parmigiana per la preparazione di dolci o per il
consumo diretto. La tradizione vuole che durante le festivit
natalizie si consumi frutta secca, benaugurante per il nuovo
anno.
27

MELO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Malus communis
Codaro
240 cm
13
6x6 m
2,30 m
a 120 cm
mediocre per lo stato di incuria in
cui verte. Si notano piante rampicanti
che avvolgono la cima, rami secchi in
chioma e cavit al fusto che ha creato un foro passante da parte a parte.
in prossimit di una casa colonica.
Malora di Campora
Neviano Degli Arduini
nord
709 m
N 44,515978
E 10,270993

come raggiungerla

dal paesino di Campora, venendo da


Neviano, si prende il bivio per Malora sulla sinistra. Lalbero al termine
della casa sul lato settentrionale del
Monte Fuso.

eta presunta

intorno a 100 anni. lalbero di melo


pi grosso ritrovato in provincia. Si
ricorda che a differenza di altri alberi
come il pero o il castagno, il melo
non molto longevo, quindi raro
trovare alberi centenari.

indice

MELO CODARO di Malora


note storiche
Il nome di questa localit sembra
derivare dal nome della famiglia che
un tempo abitava il luogo. Il melo
Codaro cos chiamato in quanto
richiama il nome dialettale Codl:
il corno di bovino che veniva usato
per contenere la preda, la pietra
che serviva per affilare la falce. Il
codl era tenuto in cintola durante
gli sfalci.

28

utilizzi
In passato i frutti copiosi di questa pianta erano impiegati,
mischiati ad altre variet locali, per la produzione di sidro:
bevanda alcolica surrogato del vino, tipica delle zone montane
dove luva a causa del freddo non riusciva a maturare
completamente.
29

MELO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

30

Malus communis
rosa
150 cm
8m
12x10 m
2m
non visibile
scarso, a causa di lesioni al fusto
con presenza di carie e seccume in
chioma.
in un prato coltivato ad erba medica.
probabilmente lunico esemplare
rimasto di filari maritati con la vite.
Carobbio
Tizzano Val Parma
ovest
761 m
N 44,510524
E 10,150012
si percorre la strada Provinciale n.
84 da Tizzano verso Carobbio e la
si trova in un campo sulla destra, a
circa met percorso.
intorno agli 80 anni.

note storiche
La pianta si trova in quello che un
tempo doveva essere la piantata
parmigiana: una sistemazione
colturale nella quale i filare di viti,
sostenuti da alberi da frutto o altre
piante (aceri campestri, olmi) erano
intervallati da campi di solito coltivati
a frumento o prato. La superficie,
confinata da 2 filari, era di circa
3.000 mq: una biolca, quella che un
biffolco era capace di arare in un
giorno con un aratro trainato da una
coppia di buoi.

MELO ROSA di Carobbio

utilizzi
La mela Rosa era probabilmente la variet pi diffusa nel
territorio parmense, indistamente dalla pianura alla montagna.
Variet a raccolta autunnale (ottobre-novembre) che si
conserva senza problemi fino allestate successiva. Per molti
viene considerata la migliore da un punto di vista gustativo sia
cotta che cruda.
31

MELO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

32

Malus communis
musona
150 cm
8m
8x8 m
1,5 m
a 1,20 m di altezza
discreto
in un pascolo dove viene coltivato
prato stabile.
S. Siro Chiesa
Valmozzola
nord
658 m
N 44,564664
E 9,879498
si segue la strada Provinciale n. 42 di
Valmozzola, sucessivamente si devia
seguendo le indicazioni di S. Siro.
intorno a 80-100 anni.

note storiche
La mela Musona, insieme alla mela
Rosa, erano le variet pi coltivate
della provincia; anche se questa pi
concentrata nel territorio collinaremontano. Caratteristica di questo
frutto la forma, allungata e da
qui il nome. Rientra nel gruppo
delle variet allungate, mele dalla
forma alquanto anomala come il
Codl, il Cavc, il Cucumero, la
Zucchina, il Muso di Bue, il Pum
Salam, etc.

MELO MUSONA di Valmozzola

utilizzi
Mela che per la sua forma era impiegata un tempo per
produrre le flippe, ossia fettine di mele essiccate. Era un
modo per conservare la frutta e renderela pi appetibile
ai bimbi, di solito restii al consumo di frutta. Il metodo era
semplice: si affettava la mela in listelle e si mettevano in una
teglia per poi essicarle nel forno a legna, dopo che era stato
cotto il pane.
33

MELO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

34

Malus communis
pomacra o pomm ross
150 cm
6m
8x7 m
1,8 m
a 1 m di altezza
scarso
in un prato in prossimit di un orto.
Graiana
Corniglio
est
934 m
N 44,491118
E 10,055612
dalla strada provinciale n. 13 che
porta a Corniglio, allaltezza di Miano
di Corniglio prendere la strada
provinciale n. 116 e proseguire fino
alle indicazioni per Graiana. Seguire
la strada e raggiungere Graiana
Castello. La pianta si trova in un
campo sulla sinistra.
intorno a 80-100 anni.

note storiche
Il Pomm Ross o mela Pomacra
una mela poco conosciuta, in
quanto presente solo in questa
zona. Probabilmente una pianta
nata spontaneamente da seme e
poi conservata attraverso la pratica
dellinnesto perch ritenuta buona.
Un tempo la conservazione della
frutta avveniva adagiandola, senza
ammaccare i frutti, in cassettine
riempite di paglia, spesso creando un
solo strato per evitare che il peso
di un frutto potesse lesionare quello
sotto. Venivano poi sistemate in un
luogo fresco, ma non troppo umido.
Di solito il luogo prediletto era il
granaio oppure la camera da letto.

MELO POMACRA di Graiana

utilizzi
Secondo un abitante del posto si usava sia cotta che cruda
perch si conservava a lungo. Allassaggio, infatti, soda,
croccante e succosa: caratteristiche necessarie per una lunga
conservazione. Il colore della buccia molto intenso, tipico di
una mela cresciuta e maturata in montagna.
35

MELO
specie
variet
circonferenza corona
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Malus communis
ignota
210 cm
6m
8x8 m
2,50 m
non visibile
mediocre per lo stato di incuria in
cui verte. Si notano cavit sul fusto e
rami secchi in chioma.
in una zona destinata al pascolo.
Pometo
Valmozzola
nord
556 m
N 44,574199
E 9,994838

come raggiungerla

seguire la strada provinciale n. 42 di


Valmozzola, sucessivamenrte si devia
seguendo le indicazioni Pometo.

eta presunta

intorno a 100 anni. uno degli alberi


di melo pi grossi ritrovati.

indice

MELO di Pometo

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, anche se il toponimo ove
stata trovata sembra lasciar supporre
che in passato quella fosse una zona
in cui la coltivazione dei meli era
molto diffusa.
36

utilizzi
Non sappiamo come fossero utilizzati un tempo i frutti di
questa pianta. Oggi il proprietario li raccoglie in cassette
verso la fine di settembre e li conserva in cantina anche per
diversi mesi consumandoli sia freschi che cotti. La stessa
procedura era impiegata probabilmente anche una volta.
37

MELO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

indice

eta presunta

Malus communis
rosa
140 cm
6m
10x9 m
1,8 m
a 1,20 m di altezza
scarso per il diffuso secco presente
in chioma.
in un campo coltivato. Sono presenti
due alberi della stessa variet,
probabilmente gli ultimi superstiti di
piante coltivate lungo un filare di viti
utilizzate come tutori. Per facilitare
il passaggio dei mezzi agricoli sono
state espiantate le viti mentre hanno
conservato i meli, forse per poter
ancora godere dei loro frutti.
Trinzola di Castione Baratti
Traversetolo
est
315 m
N 44,60562
E 10,354313
si segue la strada Provinciale
n.17 che da Traversetolo porta
a Neviano, a livello di Castione
Baratti, si gira a destra per labitato
di Trinzola.
intorno a 80-100 anni.

note storiche
Castione dei Baratti lega la sua origine ed il suo nome alla Famiglia Baratti che proprio in questo luogo costr il loro castello
castrum che fu distrutto nel 1400. Trinzola un piccolo
abitato costruito in cima ai monti che sovrastano Castione nel
quale sembra che i signori avessero posto la loro dimora in
modo da poter osservare dallalto loperato nei campi dei propri
sudditi. Trinzola anche terra di calanchi, particolare fenomeno
geologico che determina frane con perdita di suolo. Ricordiamo
che Castione Baratti fa parte del territorio comunale di Traversetolo dal 1 gennaio 1952, mentre prima era di pertinenza del
comune di Neviano degli Arduini.
38

MELO ROSA di Trinzola

utilizzi
Una ricetta tradizionale di mele Rosa cotte stata ritrovata
proprio a Castione Baratti: raccogliere le mele in ottobrenovembre, tagliarle a spicchi con la pelle. A questo punto
metterle nel tegame con un bicchiere di vino bianco e farle
cuocere. Servire calde a fine pasto o come dessert. Una
variante di questa ricetta di farle al forno, in questo caso
non vanno tagliate.
39

MELOGRANO
specie
variet
circonferenza corona
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

giardino privato
Viazzano
Varano de Melegari
ovest
190 m
-

come raggiungerla

non visitabile

eta presunta

plurisecolare

indice

40

Punica granatum L.
ignota
155 cm
5m
4.2x2.6
non presente
buono, la pianta seguita con cura
dal proprietario.

note storiche
Secolare, seppure discontinua,
la presenza del melograno nel
territorio della valle del Ceno. Una
discontinuit spesso prolungata nel
tempo che fa s che i riferimenti
storici veri e propri siano pochi
e diventino una rarit laddove si
escluda luso del frutto, la melagrana,
in cucina. Let centenaria della
bellissima pianta segnalata, cos
come quella di altri sporadici
esemplari presenti sul territorio,
documentata da alcuni appunti
storici e da testimonianze orali. Tra
i testi ritrovati, vorremmo citare il
Vocabolario topografico dei Ducati
di Parma, Piacenza e Guastalla del
Molossi (1834) che riporta: Varano
de Melegari, veranus melegariorum
casale vuolsi da alcuno che un
tempo si appellasse Varano de
Melagrani perci che molte di
quelle piante vi allignavano, siccome
qualcuna ne ha tuttora.

MELOGRANO di Varano de Melegari


utilizzi
Le melagrane dellantica pianta sono state recentemente
oggetto di studio ed hanno presentato caratteristiche
pomologiche interessanti ed un alto valore nutrizionale; in
particolare sono stati rilevati alti contenuti di polifenoli ed
altri composti con capacit antiossidante benefici per la salute
umana. Sono indicate da consumarsi come frutto da tavola,
il loro succo rinfrescante e rigeneratore anche ottimo per
la preparazione di succhi e sciroppi. Un altro possibile uso
labbinamento della melagrana alla cacciagione e alla carne, in
particolare di maiale, tipica del nostro territorio.
41

OLIVO
specie
variet
circonferenza corona
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Olea europeae
Mulazzano
820 cm
7m
10x9 m
buono
in un prato a mezza costa in prossimit dellabitazione. Probabilmente lultimo esemplare di un antico oliveto.
Monchio di Mulazzano
Lesignano Bagni
est
362 m
N 44,614136
E 10,333799

come raggiungerla

da Langhirano si prosegue per Mulazzano Costa, superato il paese, la


strada scende in direzione Traversetolo, prima della discesa a sinistra
c un bivio per localit Monchio di
Mulazzano. Si prosegue per quella
strada fino al suo termine.

eta presunta

plurisecolare. I fusti oggi presenti si


ritiene non abbiano oltre i 100 anni
ma limpianto originario di questo
albero potrebbe essere stato fatto a
seguito delleditto del 1258, quando
Gilberto da Gente, Governatore
della Repubblica Parmense obblig
le famiglie che abitavano nelle ville
(i paesi di allora) dellAppennino ad
impiantare olivi.

indice

note storiche
La proprietaria attuale non ha informazioni riguardo lorigine
della pianta, ha solo la sua memoria storica e dei suoi genitori che la ricordano sempre presente con quelle dimensioni.
Monchio di Mulazzano, oggi solo una piccolissima frazione di
poche case, in passato doveva rivestire una certa importanza.
Esiste, infatti, una casa-torre che doveva servire da torre di
avvistamento. In passato le vie di comunicazione non passavano come oggi in fondovalle, ma bens in costa, cos da essere
meno vulnerabili da un potenziale attacco nemico.
42

OLIVO di Mulazzano
utilizzi
Lolivicoltura in passato era finalizzata a produrre prevalentemente olio per le lampade, oggi la sua riproposta nel territorio emiliano vuole arrivare a produrre olio extravergine di ottima qualit. Il
progetto, nato nel 2004 per volont della Provincia di Parma, sta
ottenendo buoni risultati coinvolgendo diversi produttori locali
che hanno impiantato nuovi oliveti partendo da piantine ottenute
dalle piante secolari del nostro territorio: le pi adatte al contesto climatico locale. Anche la proprietaria di questa pianta ha
voltuto ricreare quello che probabilmente era loliveto presente
nella met del 1200, impiantando nel campo adiacente diverse
decine di nuovi olivi figli della pianta secolare.
43

OLIVO
specie
variet
circonferenza corona
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

44

Olea europeae
Grossa di Parma (Clone di S. Caterina)
840 cm
8m
11x8 m
discreto
in un prato a mezza costa in prossimit dellabitazione.
Tabiano Terme
Salsomaggiore
est
210 m
N 44,795588
E 10,053603
da S. Margherita si sale seguendo
la Strada Provinciale n. 71. Quando
questultima fa una curva a 90 a
sinistra si inforca via Tabiano e si
comincia a salire. La pianta si trova
sul lato sinistro dopo alcuni km.
plurisecolare. Le ripetute forti gelate
hanno minato la chioma di questa
pianta, seccandola. Essa per non
muore, ma riemette nuovi fusti dalla
radice. La chioma che vediamo ha
probabilmente un secolo di vita, ma
il ceppo originario si stima possa
avere diversi secoli.
note storiche
Lolivicoltura nel parmense ha
origine antiche. Un editto della
Repubblica Parmense del 1258
imponeva limpianto di piante di
olivo per ogni famiglia che abitasse
nelle zone collinari dellAppennino.
Nel 1880 in una monografia delling.
Camillo Bianchedi se ne ripropone la
coltivazione su larga scala, coltivazione che avvenuta solo pi di un
secolo dopo, quando nel 2006 nata
lAssociazione Parmense Olivicoltori
(www.oleaparma.it)

OLIVO di Tabiano
utilizzi
Le olive oggi sono impiegate prevalentemente a scopo alimentare (olio o da tavola). In passato, tuttavia, avevano anche
unaltra funzione importantissima oggi scomparsa: lilluminazione. Quasi tutte le lampade del passato, infatti, usavano
come combustibile lolio. Importare olio dalla vicina Liguria o
Toscana, per non era allora cos semplice: le vie che collegavano a questi territori erano molto difficili, pericolose e lente.
Non dimentichiamoci, inoltre, che quei luoghi appartenevano
ad altri stati, perci occorreva pagare dazio. A causa di ci,
probabilmente, si imposto di coltivare olivo a Parma.
45

OLIVO
specie
variet
circonferenza corona
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

Olea europeae
Viazzano
1200 cm
7m
8x9 m
buono
nel giardino di una casa rurale un
tempo probabilmente casa-fortezza
o casa-torre.
Viazzano
Varano d Melegari
est
323 m
N 44,696466
E 10,062231
dallabitato di Viazzano si prende la
strada che conduce al cimitero della
frazione. La pianta si trova in un
campo nelle vicinanze.
plurisecolare. La circonferena dei
fusti attuali la pi grande della provincia di Parma. Let dellimpianto
di questo esemplare risale a diversi
secoli or sono. I fusti, per non sono
molto vecchi, in quanto la pianta ha
subito una gelata nel 1985. La radice,
tuttavia, ha emesso nuovi polloni
che hanno costituito la chioma che
possiamo ammirare oggi.

note storiche
La storia di questa pianta si perde nella notte dei tempi. Il proprietario attuale narra che negli anni 30 e 40 le olive raccolte
venivano insaccate e portate alla vicina stazione di Fornovo e
da l a La Spezia per essere frante, ottenendo cos lolio che il
proprietario si riportava a casa. Nei secoli passati sembra che
ci fosse un frantoio anche nella zona. Infatti il gruppo di case
poco pi in alto porta come denominazione il torchio. Non
si esclude che la vicinanza del castello di Roccalanzona avesse
contribuito alla diffusione dellolivicoltura in questa zona.
46

OLIVO di Viazzano

utilizzi
Le olive oggi sono utilizzate nella provincia di Parma per la
produzione di olio. Il prodotto che si ottiene, nonostante il
clima non sia dei pi favorevoli a causa del freddo, per di
ottima qualit, paragonabile ai migliori extravergini italiani.
47

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla
eta presunta

indice

48

Pyrus communis
Biancon
220 cm
11 m
12x10 m
1m
a 50 cm di altezza
mediocre, per cavit e carie presenti
a livello della biforcazione.
a bordo strada in un campo di erba
medica.
Barbiano
Felino
est
287
N 44,6664
E 10,2525
si trova sulla strada che da Barbiano
raggiunge Casatico di Langhirano.
si stima intorno ai 100-120 anni.

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, in quanto non si trovato
chi deteneva la memoria storica
della zona. Larchitettura di questo
albero molto particolare, perch
linclinazione della chioma e del fusto
verso la strada la rende unica nel
suo genere. Gli alberi normalmente
crescono cercando la luce del sole
oppure piegati dal vento. Non si
sa bene cosa abbia portato questo
esemplare a crescere in questo
modo, ma questa particolarit la
rende ancora pi interessante.

PERO BIANCON di Barbiano

utilizzi
Questo esemplare sembra essere lultimo testimone di un
vecchio vigneto collocato in questo campo. Casatico, Tiorre,
Barbiano e Torrechiara, sono terreni ad alta vocazione
viticola, famosi per la grande variet e qualit di vini che si
producono in zona. Questa peculiarit era conosciuta anche
un tempo, anche se diverso era il modo di coltivare la vite:
ora in vigneti specializzati, un tempo a filari intervallati da
campi coltivati: le piantate parmigiane.
49

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

50

Pyrus communis
Burella
295 cm
15 m
9x9 m
1,8 m
non visibile
scarso, per i numerosi rami secchi
presenti e a causa dellincuria in cui
si trova.
abbandonato ai bordi di un prato.
Lavanzare del bosco lo sta soffocando e questa situazione condiziona il
suo stato fitosanitario.
Masereto
Solignano
ovest
407 m
N 44,6370
E 09,9617
si segue la strada statale n. 308 fino
a Solignano. Da qui si sale a destra
seguendo le indicazioni per Masereto. La pianta si trova appena dopo il
piccolo abitato ai bordi di un campo
sulla sinistra.
si stima intorno ai 130 anni.
note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta. Probabilmente era parte di un
filare di viti, oggi del tutto scomparso.
Labitato di Masereto sembra avere
origini medioevali, quando era un piccolo borgo agricolo. Il paese presenta
diverse costruzioni serrate tra di loro
che si affacciano ad una piazzetta centrale, un tempo probabilmente sede
del mercato. Recentemente ristrutturata, appare oggi come un delizioso
borgo da visitare.
In questa pianta le pere sono scarse a
causa dellincuria in cui versa. Sembra
che nessuno raccolga pi i suoi frutti.

PERO BURELLA di Solignano

utilizzi
Variet a rischio di estinzione perch pochissimo diffusa e
conosciuta. una pera autunnale (ottobre) di forma rotondeggiante, di colore verde. Si consuma prevalentemente cotta
perch troppo dura per il consumo fresco. Le pere un tempo
si conservavano nella camera da letto non riscaldata in modo
da poterle controllare elimando quelle avariate quotidianamente prima di andare a dormire.
51

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Pyrus communis
Carlet
310 cm
14 m
10x11 m
2m
a 50 cm di altezza
mediocre a causa di numerosi rami
secchi presenti in chioma dovuti
allet e allincuria.

dove si trova

a bordo strada in via del Gabbiano.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

52

via del Gabbiano


Noceto
nord-est
272 m
N 44,78236
E 10,04204
si segue da Medesano via del Gabbiano, strada molto lunga e tortuosa. La
pianta si trova in prossimit di una
piccola vigna sulla destra a bordo
strada, dopo essersi lasciati alle spalle lincrocio con via Costa Pavesi.
si stima intorno ai 150 anni

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, si conoscono per altri
esemplari della medesima variet
di dimensioni ragguardevoli. Non
chiaro il motivo per il quale gli
esemplari di pero pi grossi della
provincia di Parma appartengono
a questa variet. Possiamo fare tre
ipotesi: una variet geneticamente
pi longeva delle altre, oppure cresce molto rapidamente e raggiunge
dimensioni notevoli in pochi anni, o
pi semplicemente per una casualit.

PERO CARLET di Noceto

utilizzi
Il per Carlet una variet estiva che matura alla fine di
agosto. Sembra fosse usata come merenda durante i faticosi
lavori estivi. Ricordiamo, infatti, che un tempo i lavori agricoli
erano manuali. Tanta era la fatica e il sudore versato. Per lenire un poco quei momenti, ci si permetteva una breve pausa
con un paio di frutti mangiati allombra della pianta.
53

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

54

Pyrus communis
Carlet
365 cm
15 m
12x8 m
2m
a 40 cm di altezza
discreto, con ferite al fusto, di cui
una molto evidente provocata da una
rottura di un grosso ramo.
a bordo strada, ora allinterno del
giardino di una villa, valorizzata dalla
presenza di questa pianta.
Pieve di Cusignano
Medesano
est
250 m
N 44,782353
E 10,041996
si segue la strada Provinciale n. 71,
sucessivamente, superato Pieve di
Cusignano, si devia a destra per una
stradina che si inerpica per localit
Monte Manulo.
si stima intorno ai 150-200 anni
note storiche
la pianta di pero pi vecchia o per
lo meno con la circonferenza pi
grande ritrovata nella provincia di
Parma. molto raro trovare alberi
di questa specie di tali dimensioni.
Questo fatto la rende una pianta
monumentale, da tutelare e salvaguardare. Si trova poco distante da
uno degli alberi di gelso pi vecchi
dItalia: il gelso della chiesa di Pieve
di Cusignano, oggi purtroppo morto
di vecchiaia e di cui rimane solo il
tronco secco. Si segnala la presenza
di numerosi alberi da frutto secolari
in zona, questo potrebbe lasciar
intendere che il territorio non abbia
subito negli ultimi 50 anni grosse
modifiche di natura antropica.

PERO CARLET di Pieve di Cusignano

utilizzi
Il per Carlet una variet estiva che matura alla fine di
agosto. una piccola pera che dura poco e che si consuma
prevalentemente fresca. Molto produttiva, produce infatti a
grappoli. Questa pianta, vista la sua dimensione in grado di
produrre ogni anno anche pi di un quintale di frutti.
55

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Pyrus communis
Castaldo
305 cm
12 m
9x9 m
2m
a 150 cm di altezza
scarso, per i numerosi rami secchi
presenti e i fori che si osservano sul
fusto.
in un pascolo di caprini, vicino alla
casa colonica.
Pometo
Valmozzola
nord
563 m
N 44,574412
E 09,915889
si segue la strada statale n. 308 fino
a Valmozzola stazione, successivamente si sale per Valmozzola per
un paio di km fino ad un bivio sulla
destra che indica tra gli altri labitato
di Pometo. Si prosegue per quella
strada fino al suo termine.
si stima intorno ai 100 anni.

indice

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, ma si presume che questa
zona fosse un tempo coltivata
ad alberi da frutto: il toponimo
Pometo ne la dimostrazione.
In passato molti nomi di localit
portavano il nome di piante che
erano abbondanti in quel luogo
come i paesi di Sorbolo, Carpaneto,
Saliceto, Rovereto, Noceto,
Cereseto, etc.
56

PERO CASTALDO di Valmozzola

utilizzi
Variet a rischio di estinzione perch pochissimo diffusa.
una pera autunnale (settembre) di forma rotondeggiante,
gialla sfumata di rosso. Prevalentemente consumata fresca.
Oggi i frutti di questo esemplare sono cibo per le capre che
pascolano liberamente e si nutrono delle pere presenti senza
per danneggiare lalbero.
57

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Pyrus communis
Nigrer
200 cm
10 m
11x10 m
1m
a 50 cm di altezza
scarso, a causa dellet, dellincuria e
delle carie che si osservano a livello del
fusto.

dove si trova

a bordo strada lungo la discesa che


porta in un campo coltivato ad erba
medica. Proprio la sua posizione
sembra averla protetta dalle incursioni dei mezzi agricoli essendo in
una zona non coltivabile.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

Bazzano
Neviano degli Arduini
est
476 m
N 44,555251
E 10,3508
si prosegue per la strada di Bazzano, passato il paese si prosegue per
strada Monte Farneto, la pianta si
trova dopo qualche chilometro sulla
sinistra a bordo strada.
si stima intorno ai 100 anni.

indice

note storiche
Il proprietario se la ricorda sempre di queste dimensioni.
Il toponimo Bazzano menzionato per la prima volta in
due documenti del 921 e successivamente in un atto dell11
giugno 1005. Nel periodo medievale era qui situato un
castello che divenne propriet, nei primi anni del XIV secolo,
di Gilberto Da Correggio, signore di Parma dal 1303 al 1316,
Nel 1402 il castello di Bazzano e tutto il contado divennero
propriet della famiglia Terzi e nel 1474 passarono prima alla
Camera Ducale di Parma, ed infine agli Sforza. Dal Cinquecento e fino a met 800 il feudo di Bazzano fu al centro di
dispute territoriali finch nel 1848 il paese rimase in maniera
definitiva sotto la giurisdizione parmense.
58

PERO NIGRER di Bazzano

utilizzi
Il per Nigrer una variet molto antica coltivata soprattutto nella zona est del nostro Appennino. Immangiabile da
cruda, invece se cotta, la polpa assume un colore rossastro.
Era tradizione gustarla la sera della Vigilia di Natale, tagliata a
fette e condita con olio, aceto e sale insieme alle rape rosse
e le verze.
59

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

Pyrus communis
Pero S. Giovanni
220 cm
14 m
5x7 m
0,60 m
non visibile
discreto, con una carie alla base che
pu comprometterne la stabilit. Si
notano interventi di consolidamento
con cavi di acciaio per evitare che
possa cadere.
in unaia di una casa colonica.
Frara
Parma
27 m
N 44,86822
E 10,33684
si segue la strada provinciale per
Colorno fino in prossimit della
Certosa di Paradigna. Si svolta per
una stradina a sinistra che porta a
Baganzola. Si gira a questo punto
in via Borghetto fino a raggiungere
labitazione.
si stima intorno ai 100 anni. Il vecchio proprietario, classe 1909, che
ha risieduto a partire dalla fine degli
anni 30, se la ricordava sin da allora
delle stesse dimensioni.
note storiche
Non si conosce lorigine di questo
esemplare. Unica pianta da frutto
secolare rimasta nella zona. Si salvata probabilmente perch si trovava
vicino a casa, e quindi non intralciava
il passaggio dei mezzi agricoli. radicato a poche centinaia di metri dalla
famosa Certosa di Paradigna che
oggi appartiene allateneo locale ed
sede universitaria del Centro Studi e
Archivio della Comunicazione.

60

PERO S. GIOVANNI di S. Martino

utilizzi
Il Pero di S. Giovanni una variet estiva che matura alla fine
di Giugno (per S. Giovanni) e adatta al consumo fresco e di
breve durata. I frutti erano tradizionalmente regalati a coloro
che aiutavano a mietere il grano. Molto succosi e dolci aiutavano a vincere larsura estiva durante il faticoso lavoro.
61

PERO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

Pyrus communis
Spadona
240 cm
12 m
8x6 m
1,5 m
a 120 cm di altezza
discreto, a parte secco diffuso in
chioma, probabilmetne normale per
let.

dove si trova

a bordo strada in un campo di erba


medica.

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla
eta presunta

indice

62

Carobbio
Tizzano Val Parma
ovest
498 m
N 44,510141
E 10,162997
si trova sulla strada che da Tizzano
raggiunge Carobbio .
si stima intorno ai 100 anni.

note storiche
Non si conosce lorigine di questa
pianta, probabilmente impiantata
per sostenere un vigneto, oggi per
scomparso. Carobbio un piccolo
abitato che si inerpica alle pendici
occidentali del monte Rotondo.
Viene ricordato nella storia nel 995
in un atto di donazione alla canonica di Parma, poich la popolazione
soffriva del disagio tipico dei paesi di
montagna per la magra agricoltura
che si praticava, causandone quindi
lo spopolamento.

PERO SPADONA di Carobbio

utilizzi
La pera Spadona una pera probabilmente importata a Parma
dalla Francia nel secolo XIX. Il frutto ha una maturazione
autunnale, di grandi dimensioni e di colore verde. Un tempo
si raccoglieva e la si disponeva in cassettine di legno coperte
con paglia. Si conservavano a lungo in luogo fresco (spesso si
usava la camera da letto perch non riscaldata). Dopo qualche mese diventavano gialle, burrose ed estremamente dolci.
63

SORBO
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario
dove si trova
localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate
come raggiungerla

eta presunta

indice

64

Sorbus domestica
ignota
245 cm
14 m
10x10 m
5m
non visibile
discreto, presenta numerosi rami
secchi a causa dellet dellesemplare.
in unaia di una casa colonica
Bianconese
Fontevivo
50 m circa
N 44,841219
E 10,220994
si esce dalla tangenziale di Parma
in direzione Piacenza in prossimit
dellInterporto. Quasi di fronte si
trova via delle Anime; si percorre
per quasi un km. Il sorbo si trova in
fondo ad una carraia sulla sinistra.
si stima intorno ai 120-130 anni. La
casa abbandonata e nessuno degli
attuali proprietari ricorda lorigine di
questo esemplare. Era forse la prima
pianta messa in testa ad un filare di
viti, oppure messa semplicemente ai
bordi dellaia allo scopo di ombreggiare la casa. un albero a crescita
lenta e proprio per questo risulta
essere ancora pi importante per la
sua dimensione.

SORBO di Fontevivo

note storiche
Questo magnifico esemplare uno
dei pochi sorbi rimasti in pianura.
Situato in una zona a forte vocazione
agricola anche per la ricchezza di
acque, da cui prende il nome il Comune. In questi ultimi anni, tuttavia, il
suolo agricolo si fortemente ridotto a causa della forte urbanizzazione
che ha subito larea.

utilizzi
Le sorbe sono piccoli frutti a forma di mela o di pera, solitamente non commestibili da crudi in quanto molto aspri. Era
consuetudine raccoglierli in ottobre e metterli in una cassetta
imbottita di paglia, conservati in un luogo riparato e fresco.
Dopo qualche settimana il loro colore diventava brunastro e
la polpa molle. Solo allora si potevano consumare, nonostante il loro aspetto non attraente, in quanto diventavano dolci e
rilasciavano un sapore particolare e molto aromatico.
Un altro frutto con caratteristiche simili il nespolo europeo.
65

VITE
specie
variet
circonferenza
altezza
diametro chioma
altezza al castello
presenza innesto
stato fitosanitario

dove si trova

localit
comune
esposizione
altitudine
coordinate

Vitis vinifera
Termarina
45 cm
2m
2x1 m
1m
non visibile
mediocre, il ceppo infatti molto
vecchio e cariato a seguito delle
numerose potature che ha subito
in un vecchio vigneto in prossimit
del Castellaro di Sala Baganza in una
zona molto vocata alla vite.
le Valline di Castellaro
Sala Baganza
nord
200 m circa
N 44,704809
E 10,219376

come raggiungerla

a Sala Baganza ci si dirige verso il


campo da golf e si prende via le Valline, strada a senso unico che porta
al Castellaro o a Maiatico. Le piante
si trovano allinterno di unantica villa
privata.

eta presunta

si stima superare i 100 anni. Lattuale


custode Giuseppe Abelli, ricorda che
nel 1990, quando prese in gestione il
vigneto, un signore allora novantenne si raccomandava di avere cura di
quelle piante perch proprio in quel
vigneto da piccolo era solito andare
a rubare luva e mangiarsela con un
tozzo di pane..

indice

note storiche
La Termarina ha origini antichissime: la leggenda vuole che fossero
stati i Crociati a portarla nel nostro
territorio dalla Grecia, al ritorno
dalla Terra Santa. Da qui le origini
del nome: Terra Marina.
66

VITE delle Valline


utilizzi
La Termarina unuva molto particolare. La sua unicit data
dai suoi chicchi tanto piccoli quanto dolci e tutti privi di semi
(vinaccioli). Un tempo era prevalentemente uva da tavola. Si
producevano ottime marmellate, guarnizioni per dolci, uva passa
o si conservava sottalcool. Si produceva anche una particolare
confettura molto concentrata, conservata in cubetti e utilizzata
come caramelle per i bimbi. Questa confettura veniva usata anche
dalle donne durante la filatura della lana per garantire una buona
salivazione e inumidire le dita. La vinificazione di questa uva d
origine ad un vino davvero superbo.
67

I Patriarchi, antica e preziosa risorsa comune, vengono


descritti in questo libro attraverso schede botaniche e
immagini che ritraggono i secolari esemplari nel loro
ambiente naturale.
Risorsa indispensabile per riprodurre variet da
frutta omai estinte, ci parlano degli usi della nostra
gastronomia e infine punteggiano il paesaggio segnando
larcheologia rurale e i sistemi agronomici della nostra
agricoltura tradizionale.
La Provincia di Parma, conscia che il futuro dellumanit
dipende dal cibo, si augura che gli Agricoltori Custodi
siano in grado di far conoscere al meglio questi
prodotti ricchi di storia e ringrazia per averli conservati
e aver fatto pervenire a noi questa ricchezza.

www.agriparma.it

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