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DI
FRANCESCO
ARIANNA
PRETI
QUARANTOTTO
N E G R O M A N T I
ILLEI, H A G Y M S I , B R E Z O V A C K I E IL
DEL DRAMMA SCOLASTICO
1.
UN MODELLO F. UN
METODO.
174
kezdetei
(1772-1826)
(Gli inizi della letteratura d r a m m a t i c a u n g h e r e s e ,
B u d a p e s t 1 9 7 0 ; TOMO MATIC, IZ hrvatske knjizevne bastine (L'eredit
letteraria croata), Zagreb 1 9 7 0 ; EDIT CSSZH MLYUSZN, A nemzeti sznjtszs kezdetei
(Le origini della drammaturgia n a z i o n a l e in E u r o p a centroKzp-Kelet-Eurpban
orientale), in AA.VV., Irodalom s felvilgosods (Letteratura e illuminismo), a cura
di J . Szauder e A . Tarnai, B u d a p e s t 1 9 7 4 , pp. 4 7 1 - 4 9 8 ; NIKOLA BATUIC, Povijest
hrvatskoga kazaliSta (Storia del t e a t r o croato), Zagreb 1 9 7 8 ; MTYS HORNYI, La vita
teatrale nella corte degli Esterhzy e la cultura italiana, in AA.VV., Venezia, Italia,
Ungheria fra Arcadia e Illuminismo,
a cura di B. K p e c z i e P. Srkzy, B u d a p e s t
1 9 8 2 , pp. 2 3 5 - 2 4 0 ; AA.VV., Magyar Sznhztrtnet.
1790-1873 (Storia del teatro
u n g h e r e s e . 1790-1873), a cura di F. Kernyi, B u d a p e s t 1990.
1772-1826),
Preti e
negromanti
175
critica testuale 3 , mentre occorre riconoscere che una minore attenzione stata rivolta al momento esegetico'. Di qui, a parer nostro,
l'importanza e l'attualit di un saggio che Jzsef Szauder volle
dedicare, poco pi di vent'anni fa, alle prospettive di ricerca sul
Settecento letterario ungherese e che contiene riferimenti preziosi
al problema critico di una sempre pi esatta definizione ecl
interpretazione del vasto capitolo della drammaturgia scolastica 5 .
Non si trattava soltanto di una lungimirante quanto generosa
individuazione di temi che tuttora rifiutano l'angusta dimensione
delle cosiddette ipotesi di lavoro: l'illustre studioso ungherese,
infatti, sembrava voler richiamare l'attenzione degli storici della
letteratura soprattutto sulla necessit di riscrivere in modo pi
consono e adeguato alcuni capitoli importanti di quella civilt
letteraria, suggerendo in particolare - ed anche con una certa
severit, com'era nel suo stile - una profonda revisione del metodo. Due, sostanzialmente, i capisaldi di quell'impostazione: le vaste
in
protestantium
Budapest 1988.
tanintzmnyek,
katolikus
papneveldk
sznjtkai (Drammi scolastici paolini, c o m m e d i e dei reali
istituti scolastici e dei seminari cattolici) = RMDE 3-, a cura di I.Varga, B u d a p e s t
1990; Jezsuita iskoladrmk
(Drammi scolastici gesuiti) = RMDE 4/1., a cura di Zs.
Alszeghy, K. Czibula, I. Varga, Budapest 1992.
1
Molto utili risultano perci JNOS KOLOZSVRI, Magyar piarista iskoladrmk (Drammi scolastici scolopi ungheresi), Pcs 1 9 3 8 ; ISTVN KILIN, A minorita sznjtk a
XVIII, szzadban.
Elmlet s gyakorlat (Il teatro minorita nel XVIII secolo. Teoria
e prassi), Budapest 1 9 9 2 ; MRTA ZSUZSANNA PINTR, A ferences iskolai sznjtszs a
XVIII, szzadban (La drammaturgia scolastica francescana nel XVIII secolo), Budapest
1993.
5
176
Quella visione informa u n po' tutta l'attivit del Klaniczay storico, critico e
filologo. Della s u a vasta p r o d u z i o n e ricordiamo q u i n d i solo alcuni titoli d'interesse
generale: TIBOR KLANICZAY, Les possibilits d'une littrature compare de l'Europe
knjievnost
- posebno
u Istocnoj Europi ( Q u e s t i o n e nazionale e letteratura, con particolare
riguardo all'Europa orientale), in "Forum" 1966, p p . 496-528; ID., La nationalit
des
crivains en Europe centrale, in "Revue des Etudes Sud-est Europennes" 1972, p p .
585-595; ID., La letteratura ungherese nell'ambiente est-europeo, in AA.VV., La lin-
come fenomeno
1981, pp. 279-288; ID., Littrature nationale et littrature compare dans les recherches
en Hongrie, in "Neohelicon" 1985, pp. 161-164; ID., Letteratura e nazionalit. La
letteratura ungherese nell'area danubiana, in "Rivista di Studi Ungheresi" 1986, pp.
7-20.
H
und Wechselwirkungen in Ostmitteleuropa an der Wende vom 18. zum 19. Jahrhundert,
in I. FRIED, Ostmitteleuropische Studien (Ungarisch-slawisch-sterreichische literarische
Szeged 1994, p p . 60-68.
Beziehungen),
Preti e
negromanti
177
Si tratta, naturalmente, delle ben note tesi di Ren Wellek, a proposito delle quali
si v e d a n o GYRGY MIHLY VAJDA, AZ sszehasonlt
irodalomtudomny
helyzete
s
tvlatai (La situazione e le prospettive della comparatistica), in ID.,
sszefggsek.
Vilgirodalmi
tanulmnyok
(Connessioni. Saggi di letteratura mondiale), Budapest
1978, p p . 335-350; ENDRF. BOJTR, Ami sszehasonlthat,
s ami nem (Ci che
comparabile e ci che n o n lo ), in ID., Kelet-Eurpa
vagy Kzp-Eurpa?
(Europa
orientale o Europa centrale?), Budapest 1993, pp. 35-42.
10
Si d o v r e b b e citare qui una sterminata letteratura critica. quindi solo per c o m o dit di esemplificazione c h e rimandiamo unicamente e simbolicamente agli Atti del
11 Congresso Internazionale di Ungarologia, Vienna, 1-5 settembre 1986: AA.VV., A
magyar nyelv s kultra a Duna vlgyben
- Die ungarische Sprache und Kultur
im Donauraum, I-II, a cura di M.Csky, H.Haselsteiner, T.Klaniczay, K.Rdei, BudapestWien 1989-1991.
11
SZAUDER, op. c/'f., p. 5 4 . Suo il corsivo. Hungaria in parabolis un'aneddotica della
storia culturale u n g h e r e s e che ANTAL SZIRMAY (1747-1812) pubblic a Buda nel 1804.
178
C f r . SZAUDER, o p . cit.,
p.
56.
ANTONIUS SZIRMAY,
14
Per un pi a m p i o r i f e r i m e n t o agli aspetti storici e teorici del problema della
terminologia si vedano, di NULLO MINISSI, Periodizzazione e classificazione nelle
Preti e
negromanti
179
di Aurelio
storiografia
15
J n o s Illei (1725-1794) entr nella Compagnia di Ges nel 1743 ed insegn, fra
il 1751 ed il 1754, a Gyngys, Kolozsvr ed Eger. Direttore del seminario gesuita
di Kolozsvr dal 1767 al 1773, a n n o in cui si trasfer a Buda, fu autore dei s e g u e n t i
drammi: Salamon, Ptolomaeus
s Titus ( 1 7 6 7 ) ; Tornyos Pter ( 1 7 8 9 ) ; Ludi tragici
(1791), una raccolta in lingua latina di tre drammi scolastici d ' a r g o m e n t o biblico.
Della letteratura critica ricordiamo: LZR, Tanulmnyok
a jezsuita drmk
krbl,
op. cit., pp. 4 8 1 - 4 9 3 ; ZSOLT ALSZEGHY, Illei Jnos lete s ri mkdse
(La vita e
l'attivit letteraria di J.I.), Nagyszombat 1 9 0 8 ; RBERT GRAGGER, Illei Jnos
Tornyos
Pternek
forrsai (Le fonti del Tornyos Pter di J.I.), in "Egyetemes Philologiai
K z l n y " 1908, p p .
585-598.
16
Imre Hagymsi (1746-1804) entr nell'ordine degli Scolopi nel 1764. Fra il 1768
ecl il 1771 p o r t a termine gli studi di fisica, matematica e teologia a Nyitra e
Kalocsa. Nel 1775 insegn a Vc, d o v e scrisse e fece rappresentare i suoi d u e
d r a m m i scolastici: Garabontzs Lszl e Szemtelen
nagyravgydsnak
nevetsges
megtsfolsa
(Una burla ridicolosa cli u n a sfacciata ambizione). Scarsa, s e n o n
p r o p r i o inesistente, la letteratura critica: ALICE CSVSY, A magyar
bohzatirodalom
kezdetei
(Gli inizi della letteratura burlesca ungherese), Gyr 1 9 2 8 ; KOLOZSVRI,
Magyar piarista iskoladrmk,
op. cit., pp. 3 3 - 3 7 .
17
Tito Brezovacki (1757-1805) studi presso i Gesuiti fino al 1773, q u a n d o entr
a far parte dell'Ordine dei Paolini. D o p o aver conseguito il diploma in filosofia e
teologia a Pest (1779-1781) dove c o n o b b e Ferenc Verseghy, anch'egli p a o l i n o ed
e s p o n e n t e cli rilievo dell'Ilhiminismo u n g h e r e s e , insegn nel ginnasio di Varazdin.
Scrisse tre drammi scolastici: Sveti Aleksi ( 1 7 8 6 , Sant'Alessio); Matijas
Grabancijas
dijak ( 1 8 0 4 , Mattia, stLidente negromante); DiogeneS ( 1 8 0 5 ) . Della letteratura critica
relativa alla sua p r o d u z i o n e drammaturgica, oltre a q u a n t o citato gi nella nota n.2,
ricordiamo: DRAGUTIN PROHASKA, Komecija sta roga Zagreba (Una commedia dell'antica Zagabria), in "Nastavni vjesnik" 1 9 1 7 , pp. 1 4 8 - 1 6 5 ; BRANKO VODNIK, Titus Brezovacki
komediograf
starog Zagreba (T.B. c o m m e d i o g r a f o dell'antica Zagabria), in "Hrvatska
pozornica", 1 9 2 5 , pp. 1 2 3 - 1 3 0 ; KALMAN MESARIC, MatijaS GrabancijaS , in "Rijei", 1 9 2 9 ,
pp. 1 2 - 1 3 ; JOSIP HORVTH, MatijaS Grabancijas dijak, in "Jutarnji list", n. 6 3 3 2 , 1 9 2 9 ;
ANTONIJA KASSOWITZ-CVIJIC, Tito Brezovacki
- kajkavski komediograf (T.B. commediografo
in kaikavo), in "Hrvatsko kolo", 1 9 3 0 , p p . 2 5 9 - 2 9 6 ; FRANJO FANCEV, Dva
igrokaza
hrvatske kajkavske dramatike iz pocetka 19. vijeka ( D u e c o m m e d i e della d r a m m a tica croata kajkava dell'inizio del sec. XIX), in "Grada" 1940, pp. 201-219; JOSIP
VONCINA, Jezicno
grabancijastvo
Tita Brezovackoga
(La lingua del n e g r o m a n t e di
T.B.), in "Umjetnost rijeci", 1 9 7 1 , pp. 2 0 5 - 2 2 4 ; BRANKO HECIMOVIC, Tito
Brezovadki,
in "Pozoriste", n.4, 1971; In., Dvi je komedije
Tita Brezovakog
(Due c o m m e d i e di
T.B.), in BRANKO HECIMOVIC - MILOKAD FLEGAR, Dva komediografa
( D u e commediografi),
Zagreb 1971.
180
UNGHERESE
GARABONCIS,
CROATO
GRABANCIJAS.
IK
Lo studente che si spaccia per negromante presente anche in altri testi della
drammaturgia scolastica ungherese: CYUJK KERTSO, Borka asszony s Gyrgy dek
(La signora Borka e lo studente Giorgio), una farsa rappresentata a Kanta, in
Transilvania, il 19 maggio 1773 e la cui edizione critica in RMDE 2., op. cit., pp.
4 9 3 - 5 1 0 ; AMBRUS MIKLSI ( ? ) , Stolander
a blban ( S . alla festa da ballo), un'actio
rappresentata a Kanta il 6 febbraio 1774 e la cui ed. critica in RMDE, 2., op. cit.,
pp. 5 1 1 - 5 5 3 ; FERENC JANTSO (?), Kintses Nso blt rendez (N.K. organizza una festa
da ballo), un'acfio bacchanalistica rappresentata a Kanta il 23 febbraio 1775 e la
cui ed. critica in RMDE, 2., op. cit., pp. 681-740. I primi due testi, per, non
c o n t e n g o n o particolari riferimenti alla complessa simbologia del nostro personaggio, mentre il terzo una variante del Tornyos Pter che non presenta diversit
interessanti dal nostro punto di vista: questo il motivo per cui qui limitiamo la
nostra analisi alle sole opere di Illei e Hagymsi.
19
Preti e
negromanti
181
polari "danubiane" riproponeva in qualche modo attributi e funzioni sacerdotali propri dell'antico apparato mitologico magiaro. Partecipe al contempo della storia e del mito, l'ambiguit e la variet
delle forme lo accompagneranno in ogni sua apparizione letteraria. Due metodi euristici si son perci affiancati, non infruttuosamente, nel tentativo di chiarire, dal punto di vista linguistico ed
antropologico, il significato del termine e la natura del mito. Ma,
se accanto alle immancabili incertezze, la scienza degli etimi pur
riuscita a ripercorrere la storia della parola, grande ancora il
compito di chi volesse colmare, anche limitatamente a questa
particolare figura della mitologia ungherese, il "molto che separa
la bocca dall'orlo del calice"20.
Le pur accurate indicazioni fornite dalla lessicografia anche pi
recente risultano infatti incomplete se non generiche, e ci aiutano
solo in parte nella comprensione di quel personaggio, del suo
ruolo e dei suoi topici, nei testi teatrali che andiamo esaminando.
Nei repertori enciclopedici 21 , dialettologici 22 e storico-etimologici 23 '
infatti, la voce in questione non fa riferimento a tutte le fonti
letterarie in cui compare il nostro personaggio e quindi non va
oltre l'indicazione - sia nella forma sostantivale che in quella aggettivale
unita a dik. ~ dk24 - di un girovago malefico che nella credenza
popolare pu esercitare i poteri magici pi vari. Cosa pur vera, e
20
21
Cfr. AA.VV., Magyar rtelmez kzisztr (Dizionario e n c i c l o p e d i c o u n g h e r e s e ) , III, a cura di J. Juhsz, I. Szke, G.O. Nagy, M. Kovalovszky, B u d a p e s t 1987, voi.
I, p. 455.
22
Cfr. AA.VV., j Magyar Tjsztr ( N u o v o Dizionario Dialettale U n g h e r e s e ) , a cura
di .B. Lrinczy, vol. II, Budapest 1988, p. 604.
23
24
nyelv
trtneti-etimolgiai
sztra,
I, o p . cit., p. 1027.
182
25
LH
KROLY KERNYI, Introduzione:
Origine
JUNG e KROLY KERNYI, Prolegomeni allo
ID.,
Preti e
negromanti
183
ha evidentemente subito una evoluzione di cui ormai non si riescono a ricostruire tutti i passaggi. Anche per il Pais il testo di Illei
conserva un'importanza documentaria di prim'ordine, anche perch
l'istanza drammaturgico-scolastica porta ad evidenziare lo studio
comportamentale del personaggio, i particolari della dizione teatrale, l'ambiente ricettivo d'una determinata "struttura di pensiero".
Non possiamo qui ricostruire i vari passaggi della ricerca etimologica del Pais, ma ci sembra opportuno riferire sui risultati ottenuti in merito all'evoluzione subita dal termine in questione. Particolarmente interessante appare l'indicazione di un campo semantico
che si rivela pi congruo della tradizionale indicazione etimologica
attraverso
che collega l'ungh. garaboncis al greco ueKpopavTea
la mediazione latina ed italiana. Nella societ medioevae ungherese il termine sarebbe stato associato al comportamento delle
milizie irregolari e mercenarie e poi, in un senso pi lato, a furfanti e menestrelli che vivevano di vari espedienti ai margini della
societ. Gran parte di questi ultimi era formata da quei clerici
vagantes che furono parte integrante di quella goliardia ungherese
che Pais rievoca anche in riferimento ai relativi, fondamentali lavori di Tibor Kardos 28 e Jnos Balzs29. Tutto ci offre la possibilit
di spiegare la presenza del termine dik accanto all'aggettivo
garaboncis: "[...] nella seconda met del XIII secolo e poi nel XIV
ebbe origine sul territorio ungherese una figura mitica, lo studente
negromante. Questa figura non altro che il giullare che praticava
gli incantesimi dei tltosok e che si fonde con la figura dei goliardi.
Costui si occupa di divinazioni astrologiche, di canto, di scrittura.
28
Cfr. TIBOR KARDOS, Dek-mveltsg
s magyar renaissance
(Cultura classica e
rinascimento ungherese), in "Szzadok" 1 9 3 9 , pp. 2 9 5 - 3 3 8 , 4 4 9 - 4 9 1 ; ID.,
Kzpkori
kultra, kzpkori
kltszet.
A magyar irodalom keletkezse
(Cultura medievale,
poesia medievale. Le origini della letteratura ungherese), [Budapest 1941],
184
[...] Il suo ruolo storico-culturale identico ed ugualmente importante a quello del 'mester de clerecia' dell'area iberica"30.
Per saperne di pi, occorre far ricorso a quanto vien proposto
dal secondo metodo interpretativo cui prima si accennava. In mbito
etnografico, ungherese e croato, sorta infatti, intorno al garaboncisgrabancijas, una ricca letteratura critica che, sia pur al di l delle
diverse interpretazioni, certamente in grado di svelare non poche
componenti culturali di quella figura cos poliedrica 31 . Non potendo qui dar conto delle varie opinioni che sono state in merito
espresse, ci limitiamo - anche perch indispensabile - a citare
quegli studi e a ripercorrere quei luoghi che meglio concorrono a
restituirci i lineamenti tipici del nostro personaggio.
Indispensabile e primario, da questo punto di vista, tuttora il
riferimento alla Magyar Mythologia di Arnold Ipolyi32, da cui possiamo ricavare maggiori e pi precise notizie sulla figura del
garaboncis, notizie che ci consentono di comprendere meglio le
modalit della presenza del nostro personaggio nei testi di Illei,
Hagymsi e Brezovacki:
[...] a g a r a b o n c o s d e k
boszorkny
finak t a r t a t i k mr, d e b r ki fia is lehet, u m . ha
csak a f kellk m e g v a n , h o g y a tizenharmadik
iskolt
elvgezte
30
KARDOS,
31
JAGIC,
86-87.
Die sdslavischen Volkssagen von dem Grabancijas dijak und ihre Erklrung,
Preti e
negromanti
185
szlvsz
kerekedik,
jges,
el a vetseket;
k gerjesztik
i l y e n k o r a n p sett felhkben
vli ltni a l a k j o k a t ; szttrt
k p n y e g b e n , nyitott knyvbl
olvasva, olykor ismt
srknyon
13 iskolt
vgzet
dikbl
lesz,
ki a
szerencse
s z e r t e a v i l g b a n garaboncos
mestersget
kiimdkozza,
titkos
knyvbl
olvasvn
r, m e l y b l
IPOLYI, Magyar Mythologia, op. cit., pp. 454-455. Suo il corsivo. ("[...] lo studente
negromante, nelle c r e d e n z e popolari odierne, c o m u n e m e n t e ritenuto figlio eli una
strega, ma p u essere anche figlio di chiunque, dal m o m e n t o c h e dotato di
anno di studi
Talora il
p o p o l o pensa di vedere la sua figura in forma di oscure nuvole-, altre volte pensa
di vederlo con un mantello disteso mentre legge da un libro a p e r t o o p p u r e lo vede
librarsi in aria seduto sul dorso di un drago"). Sono degli autori di q u e s t o saggio,
rispettivamente, le traduzioni dei passi ungheresi e croati ivi citati. Nel superare
n o n p o c h e asperit del testo di Brezovacki, tuttavia, q u a n t o mai utili si son rivelate
le segnalazioni di Suzana Glavas, che qui ringraziamo.
Ivi, p. 455. Il corsivo di Ipolyi. ("Il n e g r o m a n t e lo studente
che ha
compiuto
tredici anni di scuola e che non si perso sulla ruota della fortuna. Lo studente
186
Preti e
negromanti
187
sa d a v o l i m a i sa v i l a m a , i v o d e o b i a k u v r i j e m e g r m l j a v i n e i
t u c e . G r a b a n c i j a s i su svi i z d r p a n i " . [...] O v i m d a c i m a o d g o v a r a j u
u n e k i m k r a j e v i m a ' c r n i d i j a k i ' , k a k o ih z o v u u H r v a t s k o j , a
svrsili s u i o n i t r i n a e s t s k o l a , te m o g u p r a v i t i s a m o t u c u 3 6 .
Dai passi test citati si evince in ogni caso la forte simbologia del
personaggio che verr pi avanti interpretata soprattutto in relazione alla mistica dei numeri e alle presunte capacit di trasformazione
del reale. Gi sin d'ora, comunque, appare evidente quella diversit
funzionale del "negromante" ungaro-croato che consente ai nostri
autori di superare il modello drammaturgico occidentale in funzione
di scritture fortemente interessate al recupero del mito.
Naturalmente non tutte le tesi esposte nei classici lavori di
Ipolyi e Jagic trovano conferma nelle ricerche successive. Gi Bla
Lzr, ad esempio, non accoglieva l'ipotesi di un collegamento del
garaboncis con la religione pagana ungherese e rifiutava al contempo
la sua identificazione con la figura del seminarista che viveva in
comunit ecclesiastiche ungaro-croate 37 . Ma la tesi positivista e
"laicista" di Lzr non sembra aver ottenuto grande successo presso le pi recenti ricerche etnografiche. Non certo questa la sede
pi adatta all'esposizione dei vari elementi della discussione: tuttavia ci sia almeno consentito osservare che sembrano pi convincenti le argomentazioni che, sulla base della documentazione for-
36
Cfr.
LZR,
A garabonczis
dikrl,
188
Cfr.
Cfr.
19-34,
RHEIM,
HOLL,
op. cit., p p .
110-126.
10
Cfr. Pcs, Nphit, o p . cit., p. 597. interessante osservare che di un "Dio del
t e m p o meterologico c h e diventa poi il tutore dell'ordine e della societ" aveva
parlato anche GEOFPREY S. KIRK, La natura dei miti greci, Bari 1 9 8 0 , p. 4 0 .
11
Cfr., fra i lavori pi recenti, VILMOS DISZEGI, Ipolyi Arnold (1823-1866), in Az si
magyar hitvilg (L'antica religione magiara), a cura di V. Diszegi, Budapest 1971,
p p . 141-143; VILMOS VOIGT, A magyar mitologia kutatsnak
tanulsgai (Gli insegnamenti della ricerca mitologica u n g h e r e s e ) , in Mtosz s trtnelem
(Mito e storia),
a cura di M. Hoppal e M. Istvnovits, Budapest 1978, p p . 121-132; T. DMTR, A
magyar np hiedelemvilga,
op. cit., p. 25; VA PCS, Ipolyi s a "Magyar
Mythologia"
(Ipolyi e la "Mitologia Ungherese"), in AA.VV., Kriza Jnos s a kortrsi
eszmeramlatok
(J.K. e le c o n t e m p o r a n e e correnti di pensiero), a cura di I. Kriza, Budapest 1982,
pp. 195-202.
Preti e
negromanti
189
42
HOPPI., Ipolyi
Arnold
lete
s mve,
o p . cit., p .
28.
190
GEORGES MONGRDIEN, I - I V ,
vol.
IV,
Paris
Preti e
negromanti
191
M: Li voix A se forme e n
Ilija
ILLEI
Kuljas
F: O v o slovo A cini se
J: A A. OLII46 .
ab.
nacin: A.
P: A, b, bab.
I: A A A J e li ovako dobro? 18
V: B, e, te.
P: B, e, eb 4 7 .
15
La d a t a z i o n e di questa c o m m e d i a , se valida l'ipotesi di Petar Kolendic c h e
l'attribuisce a Petar Kanavelovic (1637-1719), risalirebbe alla fine del XVII secolo.
L'autore si s a r e b b e infatti servito d e II Cittadino gentiluomo,
u n a t r a d u z i o n e italiana
del Bourgeois
gentilhomme
c o m p o s t a da Nicol Castelli fra il 1696 e il 1698. Cfr.
PETAR KOLENDIC, Iz starog Dubrovnika
(L'antica Dubrovnik), B e o g r a d 1 9 6 4 , p. 1 9 4 .
U n ' e d i z i o n e m o d e r n a in Komedije XVII i XVIII stoljeca ( C o m m e d i e d e i secc. XVII
e XVIII), con introd. di M. Fotez, Zagreb 1967, pp. 233-275.
" ' MOLIRE, Oeuvres
compltes,
vol. IV, op. cit., p. 86.
17
RMDE 4/1., op. cit., p. 465 ("(...] V: Suvvia, ripeta, n o n abbia p a u r a : A, b, ab. P:
A, b, fagiolo. V: B, e, be. P: B, e, cane"). Il testo u n g h e r e s e si discosta da q u e l l o
f r a n c e s e p e r c h i n t r o d u c e monosillabi (.bab = fagiolo, eb = c a n e ) c h e p r o d u c o n o
a n f i b o l o g i e e quindi comicit.
Komedije
XVII i XVIII stoljeca, op. cit., p. 244 ("F: Questa lettera A si ottiene
a p r e n d o m o l t o la mascella in q u e s t o m o d o : A. I: A.A.A. Va b e n e cos?")
19
ARTURO CRONIA, Panorama
del teatro serbo-croato,
di A. Cronia, Milano 1955, p. 34.
in Teatro
serbo-croato,
a cura
192
LRINTZ
VENTIFAX
LRINTZ
VENTIFAX
LRINTZ
VENTIFAX
LRINTZ
VENTIFAX
LRINTZ
VENTIFAX
50
RMDE 4 / 1 . , op. cit., pp. 4 5 1 - 4 5 2 ("VRNTII;AX: Dove, dove vai c o n u n tale batticuore,
Lrintz? Forse ti sei stancato di Pter Tornyos? LRINTZ: Come vedo, signore, tu sei
Preti e
negromanti
193
194
Per la terminologia qui adottata, strettamente connessa alla teoria dei modi di
invenzione, cfr. FRYE, op. cit., p. 45 e sgg.
53
MICHAIL BACHTIN,
Cfr. KIUK, La natura dei miti greci, op. cit., p. 6: "I miti s o n o per loro natura
allusivi, la loro modalit di riferimento tangenziale. Non mirano alla completezza
n alla consequenzialit logica, e q u a n d o v e n g o n o ridotti all'esposizione erudita
p e r d o n o molto del loro fascino".
Preti e
negromanti
195
57
196
W
IMRE HAGYMSI, Garabontzs Lszl, in Kt npies bohzat a XVIII, szzadbl ( D u e
farse popolari del XVIII secolo), a cura di J. Pernyi, Vc 1936, pp. 9-10 ("Un
birbante di n o m e Stefanino aveva sottratto quaranta fiorini al s u o padrone, Martino
il Disgraziato, un c o n t a d i n o che abitava n e l paese di Vattelapesca. D'umor tetro e
triste, Martino s'affanna a ricercarli e li riacquista grazie ad u n o Studente cencioso
che, per far salir di g r a d o la propria misera vita e farsi felice, si faceva chiamare
Studente Negromante. E n o n inutilmente, p o i c h egli infatti diverr cantore in quel
villaggio, mentre Stefanino - come risulter in seguito - e s e m p i o bastevole del
g r a n d e disonore e pericolo in cui son soliti cacciarsi q u e i giovani c h e sin dalla
tenera et si d a n n o a ripugnanti ruberie").
Preti e
negromanti
197
l'azione teatrale ruota intorno alla sua figura e soprattutto alle sue
varie performances, descritte con una dovizia di particolari sconosciuta a Illei e - quel ch' peggio - ignorata da studiosi che pur
hanno detto cose interessanti proprio in attinenza all'agire misterioso del nostro personaggio.
Una notevole ambiguit aleggia intorno al suo operato, che non
casualmente il motore delle poche azioni di una farsa ben costruita intorno al tema dell'inganno. L'ingarbugliamento che ne
deriva, per, sempre gestito da un garaboncis che, falso negromante
e malandrino mal riuscito, si risolve ad accogliere, un po' pateticamente, un aggiustamento soddisfacente per s e per la morale
dominante. Sull'equivoco iniziale ci riferisce lo stesso protagonista
della vicenda:
LSZL: [...] No Latzi bezzeg most kvetkezik a fekete leves,
mert valamit eddig tselekedtl, 's grtl, tsak knnyen kitelhetet,
az illyen prblt Dektl, mint te vagy; mert gondold meg azt,
hogy nyoltz holnap alat mr tizenkt oskolkbi ki tsappatatvn,
bizony sok lnoksgokat vittl vgbe, utollyra Garabontzs
Deknak m o n d v n magadat, vaimi sokakat meg tsaltl, tsak- e
harmad n a p alat is miket n e m tantslottl a falubli egygy
lakosoknak. [...P'\
,9
Ivi, pp. 10-11 ("LSZL: [...] Be', Ladis, ora viene il bello, perch ci che sinora
hai fatto e p r o m e s s o , facilmente p u esser portato a termine da u n o S t u d e n t e
p r o v e t t o quale sei tu: perch c o n s i d e r a n d o che in otto mesi ti sei fatto e s p e l l e r e
gi da dodici scuole, di certo molte diavolerie hai compiuto; per ultimo, f a c e n d o t i
passare per Studente Negromante, hai ingannato tante persone: e cosa n o n hai
consigliato in questi tre giorni agli ingenui abitanti del villaggio! [...]")
198
60
Ivi, p. 17 ("[...1 Noi principi dei Draghi, Asdrubale, Belfegor, Belzeb, galline
p o r p o r i n e , gatti c o n la coda di l e o n e , tori con le z a m p e di porco, orsi c o n la
g r o p p a di cammello, diciamo che il ladro di n o m e Stefanino deve p e r d e r e la vista
s e n o n restituisce al s u o padrone tutto quanto ha rubato; ci n o n di m e n o occorre
anzitutto che alla maniera dei Negromanti si p r o n u n c i su di lui u n o s c o n g i u r o e
lo si faccia ballare").
61
Ivi, p. 19 ("[...] p o i c h subito io faccio qui apparire tutti i draghi del mare, che
si scaglieranno c o n t r o di me con boati, tuoni e strepiti indicibili, f i n t a n t o c h non
riesca a domarli c o n la potenza delle mie magie").
62
63
Ibidem
Ibidem
("Un d e l i n q u e n t e fannullone").
Preti e
negromanti
199
GTZI
LSZL
MENYHRD
LSZL
65
66
Ibidem
67
68
200
69
garaboncis
vide Giustiniano,
[...]").
Preti e
negromanti
201
7,1
Ibidem ("Richiama alla mente la tua superbia altera, la tua crudelt, la tua
ingiustizia, la tua invidia maligna, i tuoi omicidi, le tue rapine, la tua ingratitudine,
la tua inumanit ed altre tue siffatte ladronerie. In q u e s t e cose ti sei distinto, ti sei
scatenato, hai sconvolto il tuo paese, hai mosso a s d e g n o i Principi pacifici di paesi
vicini e lontani. Ti sei o p p o s t o agli Di. Per questo la tua gente ti odia, gli abitanti
della regione ti minacciano con le armi, il cielo t'ha p r e s o a noia").
71
FURIO JESI,
mitteleuropea,
202
71
la nota tesi di Kroly Kernyi, per la cui trattazione rimandiamo a JESI, op.
p p . 67-80.
cit.,
Preti e
negromanti
203
204
turgia ungherese del Settecento, con il conseguente e contemporaneo adattamento d'un registro linguistico sostanzialmente aulico
ad un repertorio mimetico pi vicino alla commedia eli costume.
Ma questa, perch fosse oggetto di autentica "magiarizzazione",
doveva essere integrata con uno dei pi importanti temi della
mitologia locale. E cos quello di Illei e Hagymsi fu un percorso
particolare anche se non solitario, come appunto dimostrato
dalla fortuna anche croata della variante "danubiana" eli questa
specie di alazon aristotelico.
4.
BREZOVACKI.
Un'indubbia affinit tematica ed una notevole difformit nell'espressione della dimensione morale caratterizzano il rapporto
del grabancijas
croato con l'omologo personaggio ungherese.
Brezovacki, infatti, mette in scena un dramma alquanto misurato
nella proposta del raggiro farsesco, e cos non riproduce l'allusivit
del tardo commediare di Illei, n si mostra particolarmente attratto
dallo stesso tentativo di Hagymsi di coniugare il discorso semiserio
con il senso morale. L'autore croato pare invece maggiormente
interessato a restituire alle pi tradizionali prerogative moraleggianti
del teatro scolastico un grabancijas che, anch'egli studente (dijak)
"particolare" come quello ungherese, si distingue tuttavia per il
forte pedagogismo di cui espressione:
Ja s e m dijak, k o j skole m o j e zvrsil jesem; v e z d a i d e m
p o svetu, da se n e g d i naveim, kaj jose n e z n a m , n e g d i pak,
kaj z n a m , pokazem70.
MATIJAS:
76
77
Cfr. MARINO DARSA, Zio Maroje, pref. di F. Cale, trad, e postf. di L. Missoni, Milano
1991, p. 13: "Son gi tre anni, s e b e n ricordate" - informa Naso Lungo nel prologo
- "che v i a g g i a n d o per il m o n d o la fortuna mi c o n d u s s e in questa vostra felice citt,
e che della mia negromanzia vi feci vedere q u e l c h e sapevo".
Preti e
negromanti
205
7K
Un'edizione m o d e r n a in Komedije
79
D HA NOV IC - JEHNHJ,
interessante osservare come a n c h e la letteratura critica collochi la c o r r i s p o n d e n te figura u n g h e r e s e della tndr (fata, ninfa, silfide) nel m e d e s i m o contesto mitologico cui appartiene il garaboncis
~ grabancijas.
206
H1
Introduzione
alla lingui-
Preti e
negromanti
207
eli continuit tematica seguita dall'autore. Tali parole-chiave si caricano poi di particolari significati a seconda della struttura sintagmatica
di cui vengono a far parte e della specifica situazione comunicativa in cui vengono utilizzate. Lo stesso concetto cli verit, ad
esempio, che pi cli tutti gli altri al centro della speculazione del
nostro autore, spesso riferito al dijak, che ha il compito di "dire
e mostrare la verit", ma anche motivo di discussione polemica,
a volte farsesca, tra gli altri protagonisti della commedia che, come
vedremo, rappresentano le contraddizioni tra enunciato etico e
prassi comportamentale. Viene perci recuperata la figura del
grabancijas perch ritenuta, grazie alla "saggezza acquisita con
gran fatica dai libri di scuola"83, la pi idonea a comprendere e a
rivelare quelle contraddizioni.
Personaggio dalla coscienza sdoppiata, il grabancijas simbolo
eli una umanit alla ricerca di s stessa. La credenza popolare lo
vuole prigioniero del suo destino e s'immagina ch'egli vada, instancabile errabondo, a rivelare eli casa in casa la verit posseeluta;
ma essa non sa, o forse ne ha solo una debole e sbiadita percezione, che quel giramondo in realt vive e rinnova l'eterno dramma della problematicit dell'esistenza e del sapere umano. Quel
vagabonelare, infatti, rappresenta simbolicamente il conflitto tra le
verit acquisite ed il perenne bisogno di ulteriori controlli, ma
anche il desiderio eli sottrarsi al rischio eli veder crollare le proprie
certezze, eli essere smascherati e risultare diversi da come si appare. In tale dissidio ha origine il personaggio isolato ecl ambiguo,
enigmatico e "diverso", sempre consapevole del pericolo che si
corre ricercando una verit che appare anch'essa indecifrabile: e
par eli scorgere una caratterizzazione tipologica che si estende a
Smolko, a Vuksan e agli altri protagonisti della commedia, che pi
eli Matjias sembrano rimpiangere una verit smarrita, magari quella
comunemente accolta. Interessante, da questo punto di vista, l'intervento eli Smolko:
Kj
208
81
Preti e
negromanti
209
VUKSAN:
L.]85
E volendo esemplificare, Brezovacki si rivolge ad un'altra realt
culturale dell'area danubiana:
Poglejmo Tirolce. Oni ostaneju vsigdar pri svoji starinski
navadi nosne i drzanja, i po torn kazeju vu vsaki priliki, da su
stalni vu veri proti Bogu, vernosti proti cesaru i ljubavi proti
domovini 8 6 .
VUKSAN:
210
VUKSAN:
Ma Brezovacki pone l'accento soprattutto sull'importanza dell'istruzione senza la quale la patria cadrebbe in rovina. Interprete
del pensiero dell'autore sar anche qui Vuksan che, a quanto
87
Ivi, p. 46 ("[...] Il valore della mia scienza n o n consiste solo nei vantaggi c h e
derivano a m e stesso, ma consiste anche nella possibilit che essa offre di aiutare
il prossimo. I nostri insegnamenti non d e v o n o mirare solo alla tutela del nostro
b e n e : essi d e v o n o mirare ad allontanare il prossimo dal male, ad avviarlo sulla
b u o n a strada c o n le parole e c o n il b u o n e s e m p i o . Solo allora la patria avverte
l'utilit di tali insegnamenti [...]").
Ivi, p. 63 ("VUKSAN: [...] Per vanit s p e n d o n o e s p a n d o n o oltre misura, f a c e n d o
il passo pi l u n g o della g a m b a ; per lusso si g o n f i a n o , fingendosi gran signori. Un
t e m p o un vestito di tela era gi un abito sfarzoso: ora non b a s t a n o danari per
inseguire le m o d e , sempre n u o v e , sempre incalzanti").
Preti e
negromanti
211
89
Ivi, pp. 63-64 ("[...] Non vero c h e i nostri potenti signori m a n d a n o i propri figli
a studiare all'estero? E non vero che questi sono pi liberi p e r c h non s o n o sotto
la tutela dei vecchi padri, della famiglia, degli amici che, senza alcun c o m p e n s o ,
si curan di loro molto pi di q u a n t o non facciano - per n o n so quale paga - gli
insegnanti stranieri? Non vero c h e questi ragazzi, che n o n s a n n o b a d a r e a s
stessi, si imbattono in quelle cattive compagnie a cui li s p i n g o n o la voglia ed il
desiderio? [...]").
911
212
s u d i j u , d a je s p a m e t n o , k a j t i n e m o g u p r e r a z m e t i . - K o j c i s t o
n i s u v u c e n i , j e s u k a k t i z e v s e m a p i j a n i , i o v i ali v u s v o j e m m i r u
i n a v a d i d r e m l e j u , ali a k o k a j v c i n i j u , n e m o r e i m s e t a k z a m e r i t i ,
ar n i m a j u p a m e t i v u r u k a h s v o j e h 9 1 .
nikakve vere: od d u h o v n e h
91
n i k a j n e d r z i j u ; iz z a p o v e d i h
tak
Preti e
norca
negromanti
d e l a j u ; [...] k a j s e d o b r a
213
kralj i
d o m o v i n a n a d i j a t i m o r e ? [...] 92 .
9>
VOLTAIRE, Dictionnaire
philosophique,
Chronologie et prface par Ren P o m e a u ,
Garnier-Flammarion, Paris 1964, p. 299.
91
214
95
MIKLSI ( ? ) ,
Stolander
blban,
96
Preti e
negromanti
215
scenza del tutto ("Ja iz zvezd i racunov mojeh vsa zeznati morem",
I, 2) e, quasi cercando ispirazione, guarda il cielo e conta sulle
dita prima di emettere le sue "sentenze" ("pogledava v nebo, broji
na prste i ree", I, 2; II, 3).
Non possiamo quindi trascurare l'importanza della simbologia
dei numeri e della relativa gestualit presenti nel nostro testo. Pur
sapendo che tale valore simbolico pu variare da cultura a cultura,
di grande utilit pu risultare uno studio di Giovanni Buffa, che
perci poniamo a base delle nostre considerazioni 98 . "Le dita e la
mano" - viene ad esempio osservato - "costituiscono uno dei pi
importanti mezzi di interazione dell'uomo con il mondo circostante
ed hanno quindi una particolare potenzialit di valenza simbolica"99. L'enumerazione effettuata sulle dita individua le sequenze,
marca i tempi, anticipa la narrazione degli eventi, preparando chi
ascolta o chi legge allo sviluppo dell'intreccio 100 . Nella nostra commedia si tratterebbe di una sintesi del testo narrativo che integra
e sottolinea i momenti salienti del "racconto" di Matijas. Il conto
sulle dita rappresenterebbe da un lato la "materializzazione" di un
calcolo magico, dall'altro il primo passo verso una narrazione che
ha in s elementi surreali: il caso, ad esempio, della descrizione
dell'incontro di Smolko con il diavolo, un figuro che nei raggiri di
Matijas appare in grado di regalar denaro. Quell'incontro avverr
a condizioni ben precise:
[...] Najprvic mora jeden ali vise, s a m o ne na par,
segurni i nestraslivi na Mlade Nedelje navecer, na jednom krizanju
putov o b jedenajsti vuri p o noci sebe d o rubace i g a i sleci,
potlam na istom krizanju z j e d n e m palasem okolu sebe k o l o b a r
opkruziti i trikrat zafucknuti; na kaj d o j d e vrag i opita, kaj
hocete, i vi mu odgovorite, da bi radi od njega penez imati,
koje vani on obeca, ako predi ufate se p o d n e s t i strahe, koje o n
na vas posiljal bude; i kada vi odgovorite, da hoete vse strahe
podnesti, o n d a on p o n e z vsakojackemi o g n j e n e m i peldami
vas piasiti; vi pak ne smete niti p e d e n mesta zvan risa ziti, ar
MATIJAS:
GIOVANNI BUFFA, Fai numeri e dita. Dal conteggio sulle dita alla nascita del
numero, Bologna 1986.
99
Ivi, p. 31.
100
Cfr. BUFFA, ibidem, in nota.
W
216
bi vas o d n e s e l . K a d a ste v r e v s e s t r a h e i z b a v i l i i d v a n a j s t a v u r a
d o j d e , o n d a p o k a z e s e v r a g i o p i t a vas, k u l i k o p e n e z imati h o e t e ,
vi p a k o m o r a t e p o v e d a t i ; ali s a m o n e p a r n o g a b r o j a , i tuliko, k u l i k o
ste z a p r o s i l i , v a m da, k a j p o t l a m s l o b o d n o d o m o m o d n e s e t e 1 0 1 .
101
Djela Titusa Brezovaikoga,
op. cit., p p . 5 1 - 5 2 ("MATIJAS: [...] Innanzitutto bisogna
e s s e r e in una o pi persone, n o n un paio, sicure e temerarie, la sera di una
domenica
di luna piena, ad un incrocio, verso le undici, e spogliarsi. Poi nello
s t e s s o incrocio b i s o g n a tracciare u n cerchio intorno a s c o n una sciabola e fischiare tre volte: alla f i n e verr il diavolo e chieder che cosa volete. Voi r i s p o n d e t e che
vi piacerebbe a v e r e il denaro c h e lui vi promette - a m m e s s o che riusciate a
resistere alla paura c h e lui incuter. E q u a n d o voi direte che saprete affrontare
qualsiasi evento, p e r q u a n t o t r e m e n d o , allora lui comincer a terrorizzarvi con
figure di fuoco. Voi p e r non spostatevi n e a n c h e di u n mignolo dal cerchio
magico,
p e r c h , altrimenti, vi porterebbe via. Q u a n d o vi sarete liberati dalla paura e sarann o le dodici, a p p a r i r il d e m o n i o in persona e vi chieder quanti soldi vorrete
avere: solo allora d o v e t e chiederglieli, ma solo in n u m e r o dispari. Allora egli vi
dar tanto q u a n t o a v r e t e chiesto, e voi potrete p o r t a r v e l o liberamente a casa").
n o s t r o il corsivo.
10
- Cfr. BUFFA, op. cit., p. 24: "Questa credenza, diffusa u n po' in tutto il m o n d o ed
in tutte le e p o c h e , e b b e particolare fortuna fra babilonesi, cinesi, greci e romani",
LOI p e r l'etimologia di cinque si veda la relativa voce in GIACOMO DF.VOTO,
Dizionario
etimologico,
Firenze 1968, p. 81: "lat. volg. 'cinque dissimilato da class,
quinque.
Q u e s t o l'indeur. PENKwE attestato pressoch in tutte le aree indeur, [...] Lat.
quinque mostra assimilaz. della serie p...qu a qu...qu, [...]". Il significato linguistico
di "cinque" f a r e b b e riferimento a "coda" (il che c o n f e r m e r e b b e l'ipotesi del 5 c o m e
limite della n u m e r a z i o n e sulla m a n o e, quindi, n u m e r o della totalit). Il simbolismo
del 5 deriva dall'essere somma del p r i m o numero dispari e del primo n u m e r o pari
(2, 3) ed e l e m e n t o centrale della n u m e r a z i o n e da 1 a 9; quindi indicato c o m e
n u m e r o della p e r c e z i o n e (i 5 sensi), della perfezione, dell'ordine. (La segnalazione
del prof. D o m e n i c o Silvestri, c h e q u i si ringrazia).
Preti e
negromanti
217
penez101.
101
Si p u ipotizzare una relazione tra il kolo ( d a n z a ) e la luna. Il kolo sarebbe cio
la danza notturna e il cerchio dei danzatori r a p p r e s e n t e r e b b e la luna: "Il kolo
raggiunge il s u o pi grande effetto coreografico q u a n d o d a n z a t o a d u e o pi
piccoli circoli concentrici. la manifestazione pi c o m u n e del plenilunio" (EVI;L
GASPAIUNI, La danza circolare degli slavi (Kolo),
in "Ricerche Slavistiche", vol. III,
1954, p p .
72-89
[82]).
I0,;
218
Anche il motivo del carpe diem, che riassume il "pensiero filosofico" di Veselkovic, concorre al tono burlesco di quest'atto che
del resto si era aperto con un inno al vino:
[...] T o je i m o j a r e g u l i c a : d e n e s v z i j e m , k a j i m a m , z u t r a , k a j
b u d e m imal; a k o n i k a j , b u d e m p o z u t r a
stradai109.
Preti e negromanti
219
110
II viaggio ovviamente movimento: la radice indoeuropea KwEL indica i vari
sensi del "movimento circolare" ed ha anche il significato di "protezione" e
"coltivazione": cfr. DEVOTO, op. cit., p. 8 7 . Si pensi alle voci croate kola (carro da
trasporto), kolosjek (rotaia ma anche solco della ruota), kolut (anello). Nella
fantasia popolare il grabancijaS si riunisce con le vile e i diavoli al vizino kolo.
La voce kolo, che significa giro, ruota e anche ballo, (povesti kolo, voditi kolo),
sembrerebbe avere in s quella radice KwEL espressione di circolarit e quindi
di finitezza. JAGIC (op. cit., p. 4 7 0 e sgg.) ricollega la voce vizino a Vrzil, cio
Virgilio, che nel mondo slavo sarebbe stato conosciuto come un mago, un vero
e proprio negromante che, fornito di libro magico, commercia con il diavolo. La
leggenda avrebbe poi trasformato il Vrzilov kolo, cio la ruota magica del mago
Virgilio, in Vrzino kolo designante prima il mondo degli inferi, poi il luogo di
riunione degli spiriti maligni, tra cui il grabancijas, che qui acquisisce la scienza
sovrannaturale.
111
Djela Titusa Brezovackoga op. cit., p. 46 ("Vado in giro per il mondo per
imparare ci che non so e mostrare ci che so").
220
Come gli antichi informatori degli di, i grabancijasi errano allora per il mondo ad osservare e giudicare il comportamento umano: il loro continuo vagare ricorda il dinamismo attribuito agli esseri
superiori dotati di onniscienza 113 . Si tratta di "un'onniscienza ordinata non tanto al fare quanto al vedere, all'osservare, al sorvegliare,
non tanto a presagire quel che accadr quanto a conoscere ci che
accaduto, non tanto a prevedere quanto a giudicare"114.
Come gi il Ventifax cli Illei, anche Matijas sembra possedere le
stesse caratteristiche eli alcune figure mitologiche, e precisamente
quelle di "un vento [...] concepito come il ministro, l'informatore
dell'essere celeste, che, circolando su la terra per ogni dove, vede
e sa tutto quel che succede e glielo riferisce"1115.
Questa collocazione "mitologica" o "mitica" del garabojicis si
spiega, se esatta la deduzione di Ipolyi, tenendo conto della sua
funzione mediatrice tra il mondo divino e quello degli uomini 116 .
Le sue azioni e il suo comportamento appaiono come il ricordo di
quelle credenze sovrannaturali primigenie eli cui la tradizione orale
avrebbe conservato solo alcune tracce.
Gli "attributi magici", la "demonologia" del grabancijas, ereditati dalla traelizione popolare, vengono qui ricondotti nell'alveo di
un presunto mitologema, ormai frammentario, in cui non secondario risulta il riferimento alla positivit della sapienza. "La sapienza
umana - cio sapienza divina dell'uomo - insieme conoscenza
Ivi, p. 2 0 .
Ivi,
116
pp.
32-33.
C f r . IPOLYI, op.
cit.,
p.
22.
nelle
religioni
primitive.
(L'onniscienza
Preti e
negromanti
221
POSTILLA
Come richiesto dal nostro assunto, ci siamo limitati a parlare del
"negromante" dei preti. Questo nostro lavoro, infatti, n o n poteva avere e
n o n ha la pretesa di vedere esaurito il tema non p r o p r i o esiguo - e p e r
n o n sempre o da tutti conosciuto - della diffusione letteraria del mito del
garaboncis-grabancijas.
Ma p e r c h n o n si creda che il recupero di quella
mitica figura sia stato merito esclusivo della drammaturgia delle scuole
ecclesiastiche, occorre ricordare che anche altri autori dell'Otto e Nove-
117
PETTAZZONI, o p .
cit.,
p.
21.
222
cento, ungheresi e croati, e sia pur con diverse modalit, si approprieranno del mito f e c o n d a n d o l o di nuovi apporti e di nuove strategie compositive.
Tutto ci, naturalmente, non invalida il modello dell'Hungaria in parabolis,
ma lo arricchisce proprio dal nostro particolare p u n t o di vista.
Necessariamente si tralasciato qualsiasi riferimento ad autori noti e
m e n o noti, quali Mihly Csokonai, Ferenc Klcsey, Jnos Munkcsy, Albert
Plffy, Gza Grdonyi, Antal Szerb per la letteratura u n g h e r e s e ; Tomo
Miklousic, Velimir Gaj, Mirko Bogovic, Ilija Okrugic Srijemac, Joza Ivakic
per quella croata: e sicuramente l'elenco non completo. Ma gi la sola
evocazione di questi nomi ci induce a pensare che non s a r e b b e inutile
soffermarsi - magari in altra sede - sulla varia fortuna del nostro personaggio e delle suggestioni che egli suscita. Se in lessicografia, etnografica
e linguistica, la "voce" del garaboncis
~ grabancijas
probabilmente
destinata a n o n acquisire ulteriori dati e nuove accezioni, p e n s i a m o per
che non p o s s o n o avere un m e r o valore documentario le varie letture del
mito c o n s e g n a t e in tante pagine della drammaturgia e della narrativa
ungheresi e croate.
Si p o t r e b b e ad e s e m p i o ricostruire, magari sulla traccia delle connessioni gi rilevate in D. SURMIN (op.cit., p. 64), la dinamica intertestuale che
collega il lavoro teatrale di Brezovacki alla sua riedizione del 1821 curata
da Miklousic e soprattutto al Grabancijas preporoden
(G. rigenerato,
1868) di V. Gay: ipotesi di lavoro questa, q u a n t o mai valida ed interessante, se essa c o n d u c e - c o m e sembra verosimile - a meglio c o m p r e n dere anche il Garaboncis dik (1834) di Munkcsy, il cui orizzonte parodistico
n o n solo non immiserisce le capacit suggestive del mito, ma ne assicura
la sopravvivenza a n c h e sulle s c e n e del dramma p o p o l a r e u n g h e r e s e
(npsznm).
Cos come n o n sarebbe infruttuoso investigare sulla presunta magiarofilia di Mirko Bogovic (cfr. CRONIA, Storia della letteratura serbocroata, op.cit., p. 193) che forse in qualche r a p p o r t o con il s u o progetto
di dar vita ad un p o e m a e p i c o sul grabancijas dijak (cfr. SURMIN, op.cit.,
p. 015), di cui u n f r a m m e n t o dal t o n o filosofico-satirico in
Posmrtnih
pjesama Mirka Bogovica (Poesie postume di M.B.), a cura di M. Srepel,
Zagreb 1893 (cfr. anche Demeter - Bogovic, a cura di I. FrangeS, Zagreb
1968, p. 222). N m e n o interessante risulterebbe, anche dal p u n t o di vista
filosofico ed antropologico (cfr. PROIIASKA, op.cit., p. 158; HECIMOVIC, op.cit.,
p. 54), la rilettura d'un dramma di I. Okrugic Srijemac che reca il titolo
Grabancijasi ili batine i zenidba (I negromanti ovvero bastonate e matrimonio,
1874); o l'analisi puntuale delle motivazioni che spinsero J. Ivakic ad
introdurre nella sua commedia Vrzino kolo (1931) un personaggio che
assomma in s le caratteristiche del satiro, del f a u n o e del
grabancijaS
(cfr. FIKCIMOVIC, ibidem), per u n ' o p e r a z i o n e di mescidanza culturale n o n
molto dissimile - c o m e a b b i a m visto - da quella realizzata in area u n g h e rese da Ferenc Faludi.
Ma si p o t r e b b e anche ripercorrere l'itinerario narrativo del
garaboncis
~ grabancijas,
nella certezza di poter dare o restituire il giusto rilievo ad
Preti e
negromanti
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