Ragazzi
in Cielo Piccola Rivista
di Spiritualità Giovanile
FEDERAZIONE ITALIANA
Questa iniziativa editoriale è una collaborazione
Nichelino Comunità, Accoglienza Nikodemo, FIES ESERCIZI SPIRITUALI
Ecco l’ultimo dei “Ragazzi in Cielo”, don Joshua Muscat, con Papa Benedetto XVI, presentato dal Presidente della FIES, il Card. De
Giorgi (9 febbraio 2008). Ha lasciato questa terra lo scorso 31 agosto, a soli 27 anni, stroncato dal tumore con il quale stava lottando da
un anno e mezzo. Una vicenda “tremenda e grandiosa”, che vi raccontiamo alle pagine 2 e 3.
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Editoriale
“Morphè di Cristo”
ari amici, volevo scrivere no ventiquattromila anime. Nel Per lui abbiamo pregato spasmo‑ accettò l’evento come compi‑
nell’arcipelago di
Malta, un giovane
studente del Semi‑
nario dell’isola di
Gozo, don Joe Ga‑
lea. Una figura stra‑
ordinaria: vocazione
adulta, sportivo e
campione, pieno di
vita e qualità che gli
sprizzavano dai po‑
ri. Questo ragazzo
incominciò a fre‑
quentare, in vacan‑
za, la parrocchia di
Mirafiori sud a
Torino, dov’ero par‑
roco. Ordinato sa‑
cerdote chiese al suo
Vescovo ed ottenne
di offrirsi “fidei do‑
num” alla Diocesi di
Torino.
Per ventuno anni
sarà il mio vice par‑
roco nell’altra par‑
rocchia dove fui de‑
stinato, Nichelino:
una comunità della
periferia sud di
Torino fatta di 9.400 Don Joe Galea con Papa Benedetto XVI
famiglie, cioè alme‑
3
Editoriale
Confidenze di un prete
i hanno chiesto più di
in terra, morendo,
pensare che anche per Francesco
non possa avere un occhio di ri‑
guardo particolare?”.
U accompagnato – lo scor‑
so 18 luglio – i molti gio‑
vani accorsi sulle montagne
spensabile la concelebrazione
all’interno del piccolo rifugio
(la Maison des Chamois), a
scente quando Gesù era su que‑
sta terra: «Giovanni era un ragaz‑
zo tra i 14 e 16 anni. Giovanni era
il discepolo che Gesù amava, proba‑
Probabilmente, se la si incontra da
ragazzi, si potranno indirizzare
anche i propri figli sulla stessa
strada, che porta a riconoscere che
tacinque anni fa mi trovavo su que‑
ste montagne, come voi ragazzi
oggi. Mi sembra ieri ed adesso ho
dire “ci siamo divertiti” dopo un’e‑
sperienza del genere? Quanti gio‑
vani si illudono che in questo per‑
della Valle Stretta, nel diparti‑ pochi metri dalla Croce, con 50 anni: la vita è passata come un dersi ci sia la felicità! No! Non è lì
bilmente perché Gesù vedeva in lui Dio è il senso della vita, e che senza
mento francese delle Hautes‑ molti giovani partecipanti as‑ soffio. La vita è velocissima, ma è la felicità! Quanti vanno avanti
qualcosa di grande (ed infatti lo è di Lui non possiamo vivere.»
Alpes, per l’annuale celebrazio‑ siepati all’esterno. bellissima se vissuta con Cristo. per anni con il cuore vuoto, senza
stato). A volte molti adulti pensano
ne eucaristica intorno alla Diventa un’esperienza stupenda, conoscere il senso della vita e la bel‑
a voi ragazzi come dei bambini, che iferendosi ai genitori e
“Croix des Garçon en Ciel” (Croce
dei Ragazzi in Cielo). on Claudio ha iniziato la
capiscono poco o nulla. Ma la fede R amici dei Ragazzi in Cielo,
meravigliosa, con le sue gioie, ma
anche con i sui dolori e le sue fati‑
lezza della vita. La vita è fatta per
vivere in relazione con Dio e con
Sono oltre 200 i nomi dei ragaz‑
zi incisi sulle targhette in bron‑
D sua omelia concentrandosi
sul significato del tempo e della
non è una cosa da adulti o da
anziani. La fede non è qualcosa di
ha sottolineato che proprio la
fede nella Vita Eterna deve
che. Attenti che senza di Lui può
diventare un inferno. Riflettevo
gli altri, questo è il suo senso! La
vita è essere legati cuore a cuore
cui ci si deve preoccupare quando essere il vero motivo del radu‑
zo avvitate sulla croce, per i vita: «Per Dio, il tempo non è proprio ieri con altri giovani come con Cristo. Senza di Lui tutto
si sta avvicinando la fine della narsi intorno alla croce: «Non
quali l’esistenza terrena si è molto importante. Lo è per noi, che voi: ci sono migliaia di ragazzi che diventa insipido, tutto diventa
nostra vita. La fede deve esserci nel siamo qui solo con il cuore pieno di
conclusa prematuramente a a volte pensiamo che una persona vivono la vita come un inferno. Ci senza valore, senza luce, senza
pieno della nostra vita. Io ne sono malinconia per i giovani, i cui
causa di malattie o incidenti. che muore giovane abbia perso l’oc‑ sono giovani che non vedono l’ora significato. Se non abbiamo Gesù
convinto, perché sono stato un nomi sono scritti su questa croce, e
Molti di essi hanno vissuto pro‑ casione di vivere la vita. Può aver‑ che arrivi il sabato sera, per uscire nel cuore, tutto diventa impossibi‑
ragazzo di 14 anni come voi. A 14 per i tanti altri che si potrebbero
prio su quei monti, a pochi chi‑ la persa, ma vivere in questo a mezzanotte e stare in discoteca le, faticoso. Io qui ho incontrato
anni si può credere con tutto il aggiungere, ma siamo qui con il
lometri da Bardonecchia (To‑ mondo non è il fine della nostra esi‑ fino alle cinque del mattino, per Gesù e lo ringrazio per questo.
cuore in Gesù Cristo e farlo diven‑ cuore pieno di certezza nella
rino), il loro incontro con il stenza. Il fine della nostra esisten‑ riempirsi di alcol e pasticche, muo‑ Continuerò finche posso a far cono‑
tare l’amore della propria vita, più Risurrezione!»
Signore. za è raggiungere Dio, e Gesù versi e sudare come bestie, per poi scere Gesù agli altri, perché non c’è
del fidanzato o della fidanzata. Si
La Santa Messa è stata presie‑ Cristo è venuto per questo motivo: tornare a casa e dormire fino alle altro nella vita che abbia senso.»
può vivere profondamente la fede on Claudio ha vissuto l’e‑
duta da don Claudio Curcetti. Il per trasmetterci la Vita Eterna.»
anche a 14 anni, come Giovanni
l’ha vissuta a suo
D sperienza dei “Campi
Estivi”, sui monti
tre del pomeriggio per poi dire “ci Gianmarco Boretto
Riflessioni sull’educazione
sognato» e il regno dei cieli
cuore’ o mediatori pettegoli, la so dell’onore, coraggio, nobiltà sensazione di freddo sentirsi de‑ bilità. Senza aver prima insegna‑
responsabilità di parlare con del cuore, giustizia. finiti di volta in volta, asettica‑ to, educato, proposto, illumina‑
schiettezza, la gioia di lodare o la Gesù seppe educare con un pro‑ mente: utenti, agenzie educative, to, sognato ed esigito per gradi,
pena di invitare risolutamente a getto, di lungo respiro, non di‑ operatori sociali. Ma triste pro‑ assolutamente nulla.
rotture e salti di qualità. spensando latte anche agli adul‑ prio riflettendo sulla sostanza Che sia un modo ridicolo di pen‑
Gli costò anche caro. ti. E partendo dal riconoscere i delle intenzioni. sare e soprattutto di comportarsi
Non rinunciò tuttavia, contro ap‑ doni di Dio, i talenti, insegnò a Ho visto spesso sbandierare la li‑ lo sanno bene i condottieri di
parenze e ipocrisia, ad educare misurarsi con il loro difficile im‑ bertà, infatti, per mascherare ogni tempo. O quei genitori che
all’interiorità, insegnando le vie piego. Proprio per questo diede l’abbandono. Dire: «Fa’ ciò che attestano, per esperienza, che nel
faticose e liberanti che conduco‑ se stesso da imitare. Prometten‑ vuoi» per sottintendere un con‑ bene e nel male si raccoglie dai
no dal sacro al santo, dall’appar‑ do tuttavia nell’eucaristia, una vinto: «Non rompere». E dietro figli ciò che fu seminato in primo
tenenza alla comunione e dalla volta risorto, non lo sbiadito ri‑ molti (adulti): «Ma che male luogo nei cuori.
legge alla grazia. Seppe soprat‑ cordo di una traccia da seguire c’è?», timidi e attoniti, perorati Per parte mia sono grato ai miei
tutto mostrare che un uomo di ma la sua stessa presenza, viva, languidamente in difesa dell’i‑ educatori di avermi saputo indi‑
valore è un uomo con valori: di per costruire insieme, nel mon‑ gnavia, ho avvertito non solo la care l’infinito. La vita mi ha mo‑
quelli che forgiano il carattere, do, il regno dei cieli. paura del coinvolgimento perso‑ strato che è vero, perché le uni‑
non che riempiono casseforti. nale, l’incapacità di affrontare la che cose che contano e durano
Valori che, più per ignoranza che o sentito spesso, in dibattiti situazione di qualcuno con amici hanno a che fare con l’amore. A
per tatto, si fa fatica qualche vol‑
ta ad elencare, ma che sappiamo
H e conferenze, precisare che
le finalità dell’educazione sono
(seri), ma la mancanza stessa di
idee. Come se la spontaneità o la
Gesù che ne è Signore chiedo di
tendermi una mano, per portare
ben riconoscere quando ci si pa‑ la libertà, la capacità critica e capacità di auto‑espressione fos‑ frutti di bene: insegnando a mia
lesano di fronte a nostra vergo‑ l’autonomia del soggetto. sero diventate un fine, oltre che volta ad altri a guardare al Cielo
gna: armonia, purezza, sincerità, Confesso che mi ha reso triste mezzo. Salvo esigere poi con con lo stesso amore con cui Lui,
garbo, bellezza, responsabilità, pensare che questo possa essere crudeltà, alla prima prevedibile «piegando il suo» come dice il
sacrificio, fedeltà, obbedienza, creduto sufficiente. Non solo bravata del ragazzo di turno, il salmo, ci ha amati per primo fa‑
amore per il vero, passione, sen‑ nella forma, visto che lascia una prezzo completo della responsa‑ cendosi uomo. F. F.
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Riflessioni
passo successivo: addossarsi una tratta di opporre una visione contemporaneo Lévinas «l’assen‑ man, non è più forte dell’esisten‑
responsabilità a costo di sacrifici stoica a una edonistica, né tanto za di moralità è iniziata con la do‑ za: è solo «migliore». Scegliere di
personali. «Responsabilità, signifi‑ meno di rifugiarsi in un passato manda di Caino: ‘Sono forse io il cu‑ perseguire il meglio giorno per
ca ormai, responsabilità verso se aureo che non può ritornare. stode di mio fratello?’. Caino chiede‑ giorno è l’interrogativo di fondo
stessi (‘ti meriti questo’, ‘lo devi a Occorre però riappropriarsi del va una prova che fosse realmente che ognuno affronta nella pro‑
te stesso’); mentre le scelte respon‑ valore del tempo, che non è co‑ suo dovere prendersi cura di suo fra‑ pria ricerca della felicità.
sabili sono, come prima e ultima co‑ stituito dal solo presente e da un tello, partendo dal presupposto che La scelta va compiuta nel quoti‑
sa, le mosse che servono agli interes‑ infinito futuro, come talvolta si prendersene cura potesse diventare diano, per restarvi fedeli. Come
si dell’attore, impedendo il sacrificio vorrebbe. Il tempo mostra come un dovere solo per ordine di un po‑ il capolavoro artistico, anche l’a‑
di sè» (136). Di fronte a questo ciascuno abbia una precisa data tere superiore, presumibilmente do‑ more per l’Altro richiede cura
credo, la fede cristiana o la testi‑ di nascita insieme a una indefini‑ tato di sanzioni per punire la disob‑ costante, creatività, tempo e il bi‑
monianza di Gesù sono cose ob‑ ta data di morte; il tempo ricorda bedienza». La morale, però, non è strattato spirito di sacrificio.
solete da dimenticare o da criti‑ anche come non siamo nati da tale se non è disinteressata. Essa Forse l’amore si oppone ai detta‑
care: sono i nuovi disvalori, pro‑ soli, non ci siamo «fatti da soli», è la risposta spontanea all’inter‑ mi della società individualistica,
prio come lo erano per Nietz‑ ma siamo in costante relazione pellanza della coscienza, che po‑ ma indiscutibilmente possiede
sche. La felicità è invece qualcosa con l’Altro: con la madre che ci ne innanzi tutto una questione di tutte le caratteristiche dell’opera
da inseguire finché si ha speran‑ partorisce, con la società in cui responsabilità personale nei con‑ d’arte che ha senso di per se stes‑
za di essere felici in futuro. «Tale cresciamo, con lo stesso tempo fronti degli altri. «Quell’altro il sa, senza riferimento ai valori
speranza può rimanere viva solo a che ci cambia e ci determina. Per cui ‘volto’ mi ordina nella responsa‑ mondani.
condizione di avere davanti a sé una realizzare qualcosa nella realtà bilità non è un mio superiore, non è Gesù è morto per salvare ogni
serie di nuove occasioni e nuovi ini‑ temporale in cui viviamo, l’unica un capo che potrebbe punirmi per persona: la sua vita non risponde
zi». Ma l’uomo non è eterno e vera, occorre «andare oltre il tem‑ aver ignorato di eseguire un coman‑ ai canoni della felicità individua‑
questo rappresenta un altro irri‑ po»: costruire, anche a fatica, do (155)… L’Altro ci impone di le, per questo spaventa, ma è uno
mediabile ostacolo da rimuove‑ qualcosa che duri. La fedeltà al‑ prenderci cura di lui in virtù della fra gli esempi possibili – forse il
re. Il tempo infatti dimostra la l’opera che stiamo componendo propria debolezza; in virtù del suo più alto – di costruzione di un
vanità e la futilità dei piccoli – dal rapporto affettivo al pro‑ non potere e non volere darci ordi‑ rapporto d’amore.
obiettivi di felicità che ci si pro‑ prio lavoro – è l’unico strumento ni… Dipende in ultima analisi da La presenza nella vita umana
pone di raggiungere e conquista‑ in nostro possesso «nelle acque noi piegarci alla sfida del Volto della possibilità dell’atto morale
re negli istanti infiniti della no‑ turbolente del mondo liquido‑mo‑ dell’Altro e decidere in che modo da‑ non garantisce felicità né senso
stra vita. Il passato si dimentica derno». Anche se questa compor‑ re un contenuto allo choc della no‑ alla vita individuale, ma rappre‑
nella società consumistica e indi‑ ta la paura «di non riuscirsi a libe‑ stra responsabilità verso un altro» senta la possibilità che la perso‑
vidualista, il futuro è infinito. rare di chi non è più desiderato» o (135). na ha di creare un capolavoro
Impossibile? Basta non pensare di sentirsi chiusi in spazi sempre Di fronte all’esigenza etica si può durante il tempo che le è dato da
alla propria fine. Il contrario del‑ più angusti rispetto ai quali la anche «restare ciechi e sordi oppure vivere, sia esso lungo o breve.
la felicità, che inevitabilmente «rete» rappresenta un’ottima via sfidarla in modo intenzionale». È Con la libera scelta dell’atto mo‑
capita di vivere, è letto poi come di uscita. una scelta individuale. rale, l’essere umano raggiunge la
«un’offesa personale, un attacco al‑ «L’assunzione della responsabilità sua trascendenza (orizzontale),
l’autostima dell’individuo, e dunque Il capolavoro dell’amore non è garantita in alcun modo». che per il cristiano si accompa‑
come qualcosa che richiede una rea‑ Secondo Levinas nell’uomo c’è gna ed è possibile grazie alla
zione o vendetta personale» (116). a dove sta il confine tra di‑ «la possibilità di non risvegliarsi al‑ Trascendenza verticale.
Ogni sofferenza individuale,
grande o piccola, non è quindi
M ritto alla felicità e l’egoismo
esasperato? Secondo il filosofo
l’altro: c’è dunque la possibilità del
male» (156). L’etica, ricorda Bau‑ Elisabetta Graziani
accettata come episodio da met‑
tere in conto e dalla quale, even‑
tualmente, imparare qualcosa di
nuovo, ma è di nuovo un ostaco‑
lo, ingiusto, alla piena realizza‑
zione di sé. L’egoismo contempo‑
raneo è un surrogato del supe‑
ruomo nietzschano.
Un campione davvero
ette anni fa a fine maggio, Un gruppo di amici…
Un grande esempio
grande
sul libro della vita, come tanti
dei nostri “Ragazzi in Cielo”.
Coraggioso
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