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IL FEDERALISMO A VIGNETTE

di Christian SOTTANA

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Federalismo è autonomia. Federalismo è unione. Federalismo è
responsabilità. Federalismo è solidarietà. Federalismo è investimento.
Federalismo è più efficienza. Federalismo è unione. Federalismo è
autonomia. Federalismo è solidarietà. Federalismo è responsabilità.
Federalismo è investimento. Federalismo è più efficienza. Federalismo è
unione. Federalismo è autonomia. Federalismo è autonomia. Federalismo
è unione. Federalismo è autonomia. Federalismo è solidarietà.
Federalismo è soprattutto l’ultimo salvagente!
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Marzo 2010
“La Repubblica, una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali;
attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo;
adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del
decentramento”

Costituzione delle Repubblica Italiana, art. 5

Il Padre fondatore si stupisce di fronte alla non applicazione del federalismo:


“eppur l’avevo scritto…”
Presentazione
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“Il federalismo è autonomia, unione, solidarietà, responsabilità…


e soprattutto è l’ultimo salvagente!”

Sono molto preoccupato per il nostro Paese. Si pensa al federalismo come una mera
battaglia di un partito, da osteggiare. Ci si dimentica, dati alla mano, che sono 21 i
miliardi che il Veneto regala ogni anno allo Stato centrale che ne consuma il 50% e l’altro
50% lo cede ad altre Regioni. Fiume di denaro che viene sperperato, prova ne sia che
queste Regioni sono sempre più povere perché il divario del PIL pro-capite tra Regioni
“donanti” e “Regioni riceventi” è aumentato costantemente negli ultimi 10 anni. Il sistema
odierno quindi non funziona e fa male al Sud. E fa male anche al nord, e poi ci si stupisce
se le aziende in Veneto chiudono. La concorrenza tedesca e spagnola investe dai 100 ai
140 miliardi in più ogni anno!
Il Federalismo è l’unica alternativa oggi disponibile, non inventata ma semplicemente
copiata e sperimentata dalle altre nazioni europee. Si smetta quindi di fare del federalismo
una questione puramente politica perché è una soluzione tecnica ad un trend economico
tragico, economicamente non più sostenibile.
Trend fotografati alla perfezione da studi apolitici quali quelli del Centro Studi di
Unioncamere Veneto e dell’Osservatorio Regionale sul federalismo voluto dal Consiglio
regionale del Veneto (www.osservatoriofederalismo.it), che tengo a ringraziare per aver
messo on line tutti questi dati a disposizione del cittadino. Studi che dimostrano con forza
la bontà di un sistema più federale.

“Federale” deriva dal latino “Federalem” che significa unione che gli etimologi pongono
affianco a “Fidere”, aver fiducia che è la base delle alleanze. Federalismo significa unione e
autonomia, insieme. Federalismo significa responsabilità e solidarietà, insieme.
Solo se riusciremo a fare questo salto di qualità, solo se remeremo tutti insieme dalla
stessa parte, solo se comunicheremo ai concittadini delle “Regioni riceventi” in questo
modo saremo tutti qui fra cinque anni altrimenti, chi potrà, lascerà presto la nave e si
trasferirà all’estero.
Si studino i dati: è l’ultimo salvagente che rimane all’Italia!

Christian Sottana



“Unfair competition”: l’azienda Italia non è competitiva. Tutta la ricchezza scivola
costantemente a poppa e la barca rischia di affondare.


Il Veneto versa alle amministrazioni pubbliche per la solidarietà nazionale
quasi 21 miliardi di Euro pari a 4.315 Euro per abitante (anno 2007). Di questa
somma non torna nulla. Considerando gli ultimi 5 anni sono circa 60 miliardi di euro.

Italia. Residuo fiscale della Amministrazioni pubbliche per regione. Euro procapite. Media 2002-2006

Lombardia 3.275
5.000

Emilia Romagna 2.801

Veneto 2.606
4.000 LOMBARDIA
Piemonte 1.129
EMILIA R.
Toscana 1.111 VENETO
Marche 884 3.000

Lazio 340

Abruzzo -632
2.000
Trentino Alto Adige -931

Liguria -985

Friuli Venezia Giulia -1.144 1.000


ITALIA
Umbria -1.205

Campania -1.358
0
Puglia -1.466

Molise -1.836

Sardegna -2.223 -1.000

Basilicata -2.289 MEZZOGIORNO


Sicilia -2.406
-2.000
Calabria -2.864

Valle d'Aosta -3.920


-3.000
-5.000 -4.000 -3.000 -2.000 -1.000 0 1.000 2.000 3.000 4.000
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Dipartimento per le politiche di sviluppo

Italia. Residuo fiscale procapite per regione Residuo fiscale Amministrazioni pubbliche in alcune
(in euro). Media 2002-2006 regioni italiane (euro procapite). Anni 1996-2006

Lombardia (7.771 euro/anno 2007), Emilia Romagna (4.478 euro) e Veneto (4.315)
sono storicamente le “Regioni donanti”. 4 Regioni sono in sostanziale pareggio
mentre 13 sono storicamente “Regioni riceventi”.


L’abbondanza di soldi crea inefficienza e favorisce l’immobilismo e lo spreco
dell’attuale, storico, versamento dalle Regioni ricche alle Regioni bisognose in nome della
solidarietà.
Pil procapite a parità di potere d’acquisto in alcune regioni
italiane (Italia=100). Anni 1996, 2000, 2005
PIL pro capite (Italia =100) Var. %
Regioni italiane
1996 2000 2005 1996-2005 1996-2000 2000-2005

Lombardia 132,3 132,9 130,2 -2,1 0,6 -2,7


Veneto 117,9 119,9 118,0 0,0 1,9 -1,9
Emilia-Romagna 128,5 128,5 122,2 -6,3 0,0 -6,3

Abruzzo 85,4 86,1 81,2 -4,2 0,7 -4,9


Molise 76,8 73,3 74,1 -2,7 -3,5 0,8
Campania 62,9 62,2 63,8 0,9 -0,7 1,6
Puglia 65,1 65,6 65,0 -0,1 0,4 -0,6
Basilicata 70,0 71,3 70,9 0,9 1,4 -0,4
Calabria 59,1 62,2 64,4 5,3 3,1 2,2
Sicilia 64,9 63,4 64,3 -0,6 -1,5 0,9
Sardegna 73,7 74,4 76,5 2,8 0,8 2,1

Fonte: elab. Unioncamere del Veneto su dati Eurostat

Il divario del PIL pro-capite dal 2000 ad oggi tra Regioni donanti e Regioni
riceventi si è ampliato anziché ridursi. Chi riceve non ha registrato livelli di sviluppo
significativi; chi riceve è sempre più povero. Anche chi versa è ora in difficoltà e, non
investendo, registra una regressione economica. Dal 2000 ad oggi il Nord è cresciuto ad
un tasso medio annuo dell’1,6% passando dal 2 al 7 posto nella speciale graduatoria tra i
Paesi europei.


Il futuro in Italia, Francia, Germania, etc. dipende da quanto si investe. I soldi
versati per la solidarietà nazionale sono sottratti all’investimento e quindi allo
sviluppo di intere aree del Paese compromettendone la competitività su scala europea.
Su queste aree oggi si basa l’Italia, rincorrendo i competitors europei. E domani?
Regioni europee: PIL procapite a parità di potere Residuo fiscale in regioni europee
d’acquisto. 2005 e var. % 1996-2005 (EU15=100) (%PIL Regionale). Anni 1997, 2000

Lombardia (IT) 11,5

Veneto (IT) 10,3

Emilia-Romagna (IT) 10,1

Catalogna (ES) 8,1

Stockholm (SE) 7,6

South East (UK) 6,7

Baden-Wuttemberg (DE) 4,4

Ille-de-France (FR) 4,4

Bayern (DE) 3,5

0 2 4 6 8 10 12 14

Le Regioni italiane cedono alla solidarietà nazionale di più rispetto ai competitor


europei. In quota % di PIL regionale rappresenta dal 10 al 11,5%, ben diverso dal 3,5%
della Baviera. E’ provato che sopra una certa soglia di solidarietà aumenta
esponenzialmente il rischio di depressione economica, infatti le Regioni Italiane
sono quelle che hanno manifestato il rallentamento più marcato.



LEGGE N. 42/2009 DEL 5 MAGGIO 2009
La legge n. 42 del 5 maggio 2009 recante “Delega al Governo in materia di federalismo
fiscale, in attuazione dell’art. 119 della Costituzione” definisce le linee guida per la riforma
delle modalità di finanziamento degli enti territoriali, dando attuazione allo stesso come
modificato nel 2001.

IL PRINCIPIO CARDINE:
“Autonomia di entrata e di spesa e maggiore responsabilizzazione amministrativa,
finanziaria e contabile di tutti i livelli di governo”

I. STOP AL MERCATO STORICO

SI AL MERCATO STANDARD. Passaggio dal Costo storico al Costo standard: per


ogni prodotto o servizio erogato si individua un costo standard cui tutti devono
uniformarsi. Le eventuali maggiori spese dovranno essere coperte con risorse
locali, aumentando le imposte ai cittadini, i quali chiederanno il conto e
giudicheranno con il voto. I meccanismi di solidarietà copriranno solo la copertura
dell’eventuale differenza tra i costi standard delle funzioni assegnate e l’effettiva capacità
fiscale dei cittadini e delle imprese locali ma non le inefficienze.


II. STOP ALLA SOLIDARIETA’ SENZA LIMITI

SI ALLA RESPONSABILITA’ E CONTROLLO. Oggi la classifica della ricchezza ante-tasse


viene stravolta dalla tassazione. La ricchezza non rimane dove viene prodotta. La riforma
tende ad una sussidiarietà orizzontale come in Germania ossia una “perequazione”
attraverso trasferimenti diretti dalle Regioni con minori fabbisogni e maggiori capacità
fiscali a favore delle Regioni con maggiori fabbisogni e minori capacità fiscali. Questo
consente di dare trasparenza ai flussi e quindi maggior controllo. Questo comporta
automaticamente una maggiore responsabilizzazione della Regione ricevente e
maggiori economie dovute all’assenza di un soggetto intermediario quale lo
Stato centrale. I meccanismi di solidarietà, con il costo standard, non danneggerà più le
regioni virtuose in termini di risorse pro-capite.


III. STOP ALL’AZIENDA PIU’ GRANDE DEL PAESE

SI AL DECENTRAMENTO DI PERSONALE. In Italia il 56% dei dipendenti pubblici lavora


presso lo Stato Centrale (11% in Germania) e consuma il 49,3% del PIL. In crescita anche
negli ultimi 5 anni +0,5% (-0,7% in Germania). Il decentramento in Spagna è stato reale,
sia di risorse sia di dipendenti.
ITALIA Amm. Centrali
56,0 56,1
Regioni,
Province, Comuni
Altri enti locali

Enti sanitari

19,3 19,2 Enti previdenza


18,9 17,2

4,1 6,0
1,6 1,5

2000 2008

Amm. Centrali
GERMANIA Amm. Centrali SPAGNA
46,3 Comunità
42,8 Lander 50,3 Autonome
Enti locali
Enti locali
32,0 38,4
28,3 35,2 Università
Servizi pubblici
indiretti
24,1 Elaborazione
17,5 22,6 21,7
Centro Studi
11,7 11,3 Sintesi su dati
9,9
Istat e fonti
3,9 3,8 istituzionali
tedesche e
spagnole
2000 2008 2000 2008

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IV. STOP SOPPRESSO ALLA STAZIONE CENTRALE

SI AL COORDINAMENTO DEI CENTRI DI SPESA CON QUELLI DI PRELIEVO.


Maggior vicinanza tra cosa tassata e cosa amministrata e coordinamento dei centri di
spesa con quelli di prelievo. Questo comporterà automaticamente maggiore
responsabilità da parte degli enti nel gestire le risorse. Si rafforza il legame tra
amministratori e cittadini, in quanto questi potranno valutare più direttamente se
l’entità delle tasse pagate giustificano la qualità de servizi ricevuti.

SI AI TRIBUTI PROPRI COME CHIAVE DI SVILUPPO. Gli attuali trasferimenti ordinari


verranno sostituiti da risorse fiscali autonome. Si assisterà ad un aumento della pressione
fiscale regionale e locale, mentre diminuirà in misura corrispondente quella statale
ponendo le basi della “tracciabilità dei tributi”. I contribuenti potranno conoscere i servizi
per i quali sono chieste le imposte.
FINE I PARTE

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UN DECALOGO PER ATTUARE IL FEDERALISMO

1. Affermare il principio di correlazione tra “cosa tassata” e “cosa


amministrata”. Questo principio rafforza il legame tra amministratori e cittadini, in
quanto questi ultimi potranno valutare più direttamente se l’entità delle tasse pagate
giustifichi o meno la qualità dei servizi erogati.
2. Precisare prima “chi fa cosa” e quindi migliorare l’organizzazione della
Pubblica Amministrazione ovvero stabilire le competenze legislative ed
amministrative in capo allo Stato centrale, Regioni, Province e Comuni per evitare
inutili e costose duplicazioni di funzioni.
3. Ridurre il residuo fiscale al livello delle altre Regioni europee. Si calcola che
ad una diminuzione del residuo fiscale si ha un’incidenza diretta nello sviluppo in
termini di ricchezza del territorio.
4. Individuare “costi standard” ottimali che sostituisca il sistema attuale
basato sul costo storico, agganciandola agli effettivi bisogni, ridisegnare la
perequazione sul modello europeo ed avviare procedure di controllo. Al fine
di evitare la concorrenza sleale tra imprese e la perdita di competitività del sistema
economico regionale a livello UE, i meccanismi di solidarietà tra territori devono
garantire unicamente la copertura dell’eventuale differenza tra i costi standard e
l’effettiva capacità fiscale dei cittadini e delle imprese locali, senza danneggiare le
regioni virtuose in termini di risorse pro-capite. Tutte le quote maggiori di spesa
rispetto al costo standard dovranno essere coperte con risorse locali.
5. Realizzare una sussidiarietà “orizzontale” come in Germania ossia una
perequazione attraverso trasferimenti diretti tra le Regioni che consentirebbe di
rendere espliciti i flussi di risorse, garantendo maggior trasparenza, maggior
controllo, maggior responsabilità.
6. Avviare risparmi di spesa nelle Amministrazioni pubbliche riducendo i “costi
rigidi” in base al livello di efficienza. Negli apparati pubblici dove vi è un’elevata
occupazione, elevati costi del personale ed un elevato livello di consumi intermedi
occorre introdurre un sistema di turnover che preveda 1 assunzione ogni 10
pensionamenti. I risparmi potrebbero essere destinati ad interventi per il cittadino.
7. Attuare il trasferimento del personale pubblico dalle Amministrazioni
centrali a quelle periferiche. Al fine di fermare il trend di crescita e quindi nuovi
costi e nuove imposte per i cittadini.
8. Attuare il federalismo “differenziato” (art. 116 Costituzione).
9. Attribuire alla Regioni le funzioni di raccolta delle entrate erariali di
competenza regionale, attraverso la “regionalizzazione” delle Agenzie delle
entrate. Il passaggio di questa competenza dal livello centrale a quello regionale
comporta che ogni Regione si responsabilizzi ed attui più efficacemente l’assistenza ai
contribuente ed i controlli diretti volti a contrastare l’evasione fiscale.
10. Procedere all’assegnazione dei beni demaniali agli enti locali con il compito
della valorizzazione urbanistica, della produzione culturale e reddituale, ovvero
ridefinendo i ruoli e le competenze territoriali per quanto riguarda il patrimonio
immobiliare pubblico attualmente in capo a soggetti diversi.

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VIGNETTE di Valentino Villanova – www.valentinovillanova.it

FONTE DEI DATI


Centro Studi di Unioncamere Veneto – Osservatorio regionale sul federalismo e la finanza
pubblica, Consiglio regionale del Veneto. Quaderni di ricerca utilizzati per il presente
lavoro:
ƒ “I costi del non federalismo” . Un confronto tra Veneto, regioni italiane ed
esperienze di decentramento in Europa, maggio 2007.
ƒ Spesa pubblica e federalismo. Allocazione delle risorse umane e finanziarie ed
efficienza delle Amministrazioni pubbliche, marzo 2008.
ƒ Federalismo e competitività. Verso una riforma per lo sviluppo economico e sociale
del Paese, settembre 2008.
ƒ Responsabilità e federalismo. Numeri, spunti e riflessioni per accelerare l’attuazione
del federalismo fiscale in Italia.
www.osservatoriofederalismo.it

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MIA FOTO: QUELLA DELLA CARTOLINA

Christian Sottana non è nuovo ad iniziative originali rivolte ad avvicinare e coinvolgere il


cittadino sui temi politici ed economici di grande importanza quali federalismo, distretti
veneti, fondi europei. Di recente ha inserito il Veneto nel Rapporto “Doing Business” di
Banca Mondiale – prima Regione in Europa – ed ha contribuito alla realizzazione
dell’iniziativa pilota “Progetta!” volta ad aumentare il flusso di fondi europei a favore di
soggetti pubblici e privati del Veneto.

Laureato a Venezia in Commercio Estero, ha conseguito un Master in Politica


Internazionale a Bruxelles. Ha lavorato per anni per il Veneto nella Sede di
Rappresentanza della Regione e di Unioncamere Veneto a Bruxelles, coordinandone anche
l’Unità per la cooperazione con i Paesi dell’est europa. Ha inoltre coordinato il gruppo di
lavoro per l’attrazione di investimenti esteri per conto di Sviluppo Italia Veneto e gestito
decine di progetti internazionali a favore del territorio.
Oggi è il referente del Private Sector Liasion Officer network del Gruppo Banca Mondiale
ed è impegnato nell’azienda di famiglia nel settore logistica e trasporti nazionali ed
internazionali a Marghera, Venezia.

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