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difficolt di
di piante officinali approvvigionamento
In passato, massiccia
esportazione di piante officinali
Attualmente, quasi totale
dipendenza dalle importazioni
raccolta
piante
spontanee
esperti
non-esperti
piante
coltivate
industria
+,
La fitoterapia intesa come "cura e
prevenzione delle malattia mediante la
somministrazione di farmaci vegetali"
(Fitomedicina nella definizione della
Organizzazione Mondiale della Sanit). E'
quindi medicina a tutti gli effetti, senza
aggettivi, e deve soggiacere alle stesse
leggi di rigore scientifico che regolano la
medicina ufficiale.
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Lazione delle droghe e delle
preparazioni vegetali, pur
svolgendosi con meccanismi che
sono propri anche dei farmaci di
sintesi, differisce da questi per il
fatto di essere essenzialmente
polivalente.
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DEFINIZIONE DI PIANTA
MEDICINALE:
Organismo vivente nel quale i suoi
componenti sono legati tra loro per
costituire un tessuto vivo e
fisiologicamente attivo nel suo
complesso ( FITOCOMPLESSO)
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Molecola pura:
Interazione tra
sostanza
Chimica e cellula
umana
Dosaggi pi
razionali
Maggiore precisione
dati
Farmacodinamici
Maggiori
effetti
iatrogeni
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Fitocomplesso:
Minore incidenza
di effetti
collaterali
Difficolt nel
Dosaggio razionale
Composto chimico
Complesso con
Capacit
Modificative ed
Integrative dei
Vari principi
attivi
ipericina
iperforine
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CARBOIDRATI:
Zuccheri
Amidi
Gomme
Mucillagini
Cellulosa
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GLUCOSIDI:
Cardioattivi
Antrachinonici
Saponine
Cianogenetici
Solforati
Salicilici
Flavonici
fenolici
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TANNINI - LIPIDI
OLII ESSENZIALI - RESINE
ALCALOIDI - VITAMINE
SALI MINERALI
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Massima cura nella raccolta
Lepoca della raccolta influisce
sulla qualit della droga
Il contenuto in principi attivi varia
nel corso della vita della pianta
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Clima temperatura piovosit
esposizione alla luce altitudine
sviluppo stato di salute costituzione
del terreno influenza delle piante vicine
Etc.
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Radici
Rizomi
Bulbi
Tuberi
corteccia
Rami e ramoscelli
Foglie
Fiori ed inflorescenze
Frutto
seme
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OLEOLITI
ENOLITI
GLICEROLITI
ACETOLITI
Preparazioni ottenute attraverso lazione
Solvente del prodotto dal quale
prendono il nome.
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ogni prodotto medicamentoso a base di piante
medicinali dovrebbe fornire le seguenti
informazioni:
1) nome botanico in latino, seguito dal nome volgare nella
lingua in uso in quel paese.
2) nome dei principali principi attivi.
3) titolazione degli stessi.
4) indicazioni terapeutiche.
5) posologia, modo e durata della somministrazione.
6) possibili effetti collaterali, controindicazioni, rischi da
sovradosaggio ed eventuali incompatibilit.
7) scadenza del prodotto.
Biancospino
(Crategus monogyna, C. oxycantha, C. laevigata) F.U. X
Camomilla
(Matricaria recutita, Chamomilla recutita,
Matricaria chamomilla)
Camomilla romana
(Chamaemelum nobile o Anthemis nobile)
Genziana
(Gentiana lutea)
F.U. X
Melissa
(Melissa officinalis)
F.U. X
Droga utilizzata: foglie fresche o disseccate.
Principi attivi e contenuti minimi F.U.: essenza costituita da citronellale, a
e b citrale, terpeni, flavonoidi, tannini e sostanze amare. Deve contenere
almeno lo 0,05 % di essenza, con circa il 20 % di citronellale (OAB).
Azione farmacologica e propriet terapeutiche: ipnotico, ansia, spasmi
gastrici di origine nervosa, turbe cardiache di origine nervosa. Nella medicina
popolare viene consigliata anche per malattie da raffreddamento, come
diaforetico e corroborante. Digestivo.
Tiglio
(Tilia cordata, T. platyphyllos, T. sylvestris, T. vulgaris, T.
europea)
Droga utilizzata: i fiori, unitamente alle bratee, raccolti alla fioritura giugnoluglio, disseccati a temperatura non superiore a 40C.
Principi attivi e contenuti minimi F.U.: flavonoidi (quercitina, isoquercitina),
olio essenziale contenente alcool sesquiterpenico (farnesolo), cumarine,
mucillagine, (acido galatturonico), vitamine ( C e complesso B).
Azione farmacologica e propriet terapeutiche: sedativo, antipletorico,
ipnogeno, ansiolitico, anticefalgico, spasmolitico, diaforetico, antitussivo,
bechico. Il carbone del legno un ottimo adsorbente. risultato utile nei disturbi
del sonno, specialmenete in bambini ed anziani, nelle forme di ansia cronica,
nei disturbi gastrointestinali di origine nervosa (colite, esofagite).
Tradizionalmente indicato nelle malattie da raffreddamento febbrili, tossi
secche, bronchiti. Alcuni autori suggeriscono lutilizzo di questa droga anche
nellipertensione arteriosa, se di origine nervosa. Per uso esterno, riportato in
balneofitoterapia il bagno rilassante al tiglio
Effetti collaterali: sono riportati talvolta casi di effetto paradosso, in queste
situazioni consigliabile sospendere la terapia o diminuirne il dosaggio.
Raccomandazioni: conservare in recipiente ben chiuso, al riparo dalla luce.
Timo
(Thymus vulgaris e Thymus serpillum)
F.U. X
Sinonimi popolari: Pepolino, Sarapollo.
Droga utilizzata: foglie e fiori.
Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olii essenziali, contenenti i
monoterpeni timolo, carvacrolo tannini, flavonoidi. La F.U. X ha due
monografie, la prima sul Thymi herba, il cui titolo non deve essere inferiore a
12 ml/Kg di essenza e non meno di 5 ml/Kg di fenoli volatili, espressi come
timolo. La seconda monografia riguarda il timo essenza, che deve contenere
non meno del 30% e non pi del 60% in fenoli.
Azione farmacologica e propriet terapeutiche: antisettico, sedativo della
tosse, spasmolitico, secretolitico, secretomotore.
Meccanismo dazione: all'azione antisettica, segue un aumento della
secrezione bronchiale ed un potenziamento dei movimenti ciliari nei bronchi.
Controindicazioni: enterocoliche, insufficienza cardiaca, gravidanza ed
allattamento.
Effetti collaterali: liperdosaggio pu provocare spasmi intestinali e collassi
temporanei.
Raccomandazioni: conservare in recipiente ben chiuso, al riparo dalla luce
e dallumidit.
Valeriana
(Valeriana officinalis, V. alternifolia, V. excelsa, V. sylvestris)
Droga utilizzata: radici, rizoma e stoloni freschi o disseccati a temperatura
inferiore a 40C. Ha odore e sapore forte, aromatico, caratteristico. Si raccoglie
in autunno.
Principi attivi e contenuti minimi F.U.: olio essenziale (borneolo, pinene,
sesquiterpeni), acido valerianico, acido isovalerianico, valepotriati, alcalodi,
glucosidi. Per la F.U. deve contenere non meno di 5,0 ml/Kg di essenza e la
droga frammentata non meno di 3 ml/Kg di essenza, riferiti alla droga essiccata.
Azione farmacologica e propriet terapeutiche: sedativo, ipnoinducente,
antispasmodico per il tratto gastroenterico. Utilizzato negli stati di agitazione
nervosa, difficolt nelladdormentamento, disturbi del sonno, crampi
gastrointestinali di origine nervosa.
Meccanismo dazione: deprime i centri della corteccia cerebrale.
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al genere aconitum vengono attualmente attribuite 280-300 specie,
tutte diffuse nelle regioni montagnose. Quella abruzzese riguarda,
essenzialmente, la specie A. lycoctonum, pianta erbacea perenne
con fiori giallo-pallido a forma di cappuccio conico allungato.
Habitat : nei luoghi erbosi e nelle radure di bosco in zone montane.
Principi attivi: tutte le parti della pianta contengono alcaloidi
tossici, il pi importante dei quali laconitina, ma soprattutto la
radice. I casi di avvelenamento, soprattutto in Europa dove molto
conosciuta, sono ormai rari dato anche al fatto che la radice,
velenosissima, piuttosto profonda nel terreno e non semplice
estrarla. Gli unici casi di avvelenamento si osservano tra i capi di
bestiame cui stato dato foraggio contenente aconito.
Propriet ed usi: anestetico e nevralgico, usato tradizionalmente
nei reumatismi e negli stati febbrili. Le sue radici, impastate con
carni, si usavano per uccidere lupi, volpi ed altri animali selvatici.
Sintomi da avvelenamento: prurito che, iniziando dalla bocca,
rapidamente si estende allintero volto, seguito da sensazioni di
freddo, sudore, vomito, grave affaticamento e senso di ansiet. La
morte sopraggiunge per insufficienza respiratoria e cardiaca.
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possiede unarea di distribuzione particolarmente vasta, trattandosi anche di una pianta
frequentemente coltivata. una grande pianta erbacea perenne alta fino a 2 m, legnosa
alla base, robusta, cespugliosa, molto velenosa. I fiori sono di colore porpora brunastro
o verdognoli; le bacche sono globose, lucenti, nere, sono talmente velenose che una
diecina possono provocare la morte di un uomo.
Habitat: radure di faggete e margini delle foreste, comunissima in tutta la regione. Si
ricordano casi di avvelenamento nella zona del Gran Sasso per aver ingerito una
marmellata preparata, tra laltro, con bacche di Belladonna.
Principi attivi: diversi tropano-alcaloidi, tra cui giusquiamina, atropina, iosciamina e
scopolamina.
Propriet ed usi: le foglie e le radici presentano propriet antispasmodica (spasmi della
muscolatura liscia); propriet antiasmatiche, inibenti le secrezioni ghiandolari; esercita
una azione midriatica (dilatazione delle pupille). Tradizionalmente un suo estratto veniva
usato nelle gastriti, le bacche schiacciate venivano applicate sui denti dolenti e gli
estratti alcolici venivano frizionati nei dolori reumatici.
Sintomi da avvelenamento: secchezza della bocca, difficolt di parola, dilatazione della
pupilla e cecit, seguiti da uno stato di eccitazione, quindi da profondo torpore, caduta
della pressione arteriosa, difficolt di respirazione, stato di incoscienza e morte. Le
vittime pi frequenti sono i bambini attratti dallaspetto invitante delle grosse bacche
succose. Alcune specie animali risultano molto meno sensibili degli uomini.
Il nome atropa e quello di una delle 3 parche: la morte. Le donne del rinascimento la
usavano per ricavarne un collirio che dilatava le pupille e rendeva pi affascinante lo
sguardo. Fu usata anche come belletto e cosmetico per rendere chiara la pelle.
Anticamente veniva chiamata erba delle streghe ma gi da molto tempo era
conosciuta come droga ed usata come allucinogeno nei sabba. Per colpa della
belladonna molte donne accusate di stregoneria confessavano di aver volato e, per
questo, la santa inquisizione le mandava sul rogo.
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Pianta erbacea perenne a foglie molli, biancastre di sotto, fiori gialli in
ombrelle terminali. Tutte le parti, radici comprese, possiedono canalicoli
interni dai quali, in caso di lesioni, trasuda un lattice giallastro contenente
diversi alcaloidi tossici.
Habitat: luoghi ombrosi, boschi ricchi di humus, lungo i muri e i ruderi, lungo
le recinzioni e vicino alle abitazioni rurali.
Principi attivi: numerosi alcaloidi, di cui la maggiorparte nelle radici.
Propriet ed usi:cura dei disturbi dellapparato digerente, delle ulcere e
delle affezioni della cistifellea.
Sintomi da avvelenamento: provoca irritazione delle mucose, vomito, feci
sanguinolente e sangue nelle urine. La morte sopraggiunge per arresto
cardiaco
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Pianta annuale che pu superare il metro di altezza, fiorisce dallestate
fino allautunno. Comprende circa 18 specie, molto diffuse. Di
importanza storica, soprattutto perch usata come allucinogeno nei
sabba.
Habitat: terreni abbandonati soprattutto in vicinanza di insediamenti
umani.
Principi attivi: tropano-alcaloidi molto pericolosi, simili a quelli della
belladonna.
Lassoluta somiglianza dei suoi principi attivi con quelli della belladonna
ne fanno conseguire una pressoch totale similitudine sia negli usi
terapeutici che nella sintomatologia dellavvelenamento.
Lo stesso vale per il GIUSQUIAMO NERO (Hyoscyamus niger),
altra pianta con tropano-alcaloidi che la rendono identica alle piante
suddette.
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E una taxacea arborescente (alta fino a 5-10 m) presente nelle regioni
montuose delle zone mediterranee, oggi impiegato a scopo
ornamentale.
Principi attivi: tutte le parti della pianta sono velenose perch
contengono lalcaloide taxina, particolarmente tossico.
Sintomi da avvelenamento: compaiono dopo pochissimo tempo
dallingestione e sono a carico del sistema cardiovascolare con dolori
addominali, dilatazione delle pupille, collasso, crampi e stato di
incoscienza cui segue la morte per arresto cardiaco.
Il tasso non viene pi utilizzato a scopo terapeutico.