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QUANDO CERA LUI..

SFATIAMO I FALSI MITI SUL


FASCISMO
1. Devi ringraziare il duce se esiste la pensione1
In Italia la previdenza libera nasce nel 1861, con la cassa invalidi per la
marina mercantile2. Da questo troviamo un graduale sviluppo della
previdenza sociale, dalle casse di risparmio postali, alla cassa di
assicurazioni per gli infortuni degli operai sul lavoro, allassicurazione
obbligatoria anche per il lavoro agricolo 3. Come vediamo, quindi, la
situazione era gi parecchio sviluppata ben prima della presa del potere
da parte di Mussolini. Per quanto riguarda le istituzioni, nel 1907 nasce la
Cassa nazionale per le assicurazioni sociali 4; da non dimenticare nel 1898
la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per linvalidit e la
vecchiaia degli operai, in concomitanza con la legge che sancisce
lobbligo di assicurazione per molte categorie di lavoratori contro gli
infortuni a carico dellimpresa5. Mussolini aveva in quella data let 15
anni. Liscrizione a tale istituto diventa obbligatoria solo nel 1919, durante
il Governo Orlando, anno in cui listituto cambia nome in Cassa Nazionale
per le Assicurazioni Sociali6. Mussolini fondava in quella data i Fasci
Italiani e non era al governo.
Tutta la storia della nostra previdenza sociale peraltro verificabile sul
sito dellINPS7 - la quale, ricordiamo, nacque s durante il Ventennio, ma
non fu altro che una riforma della CNAS8. La pensione sociale viene
introdotta solo nel 19699: Mussolini in quella data morto da 24 anni.
1 Per una storia dettagliata della previsione sociale prima del Ventennio, cfr AA.VV., Il
sindacalismo federale nella storia dItalia, Angeli, 2000
2 Legge 28 luglio 1861, n.360
3 http://www.treccani.it/enciclopedia/previdenza-sociale_(Enciclopedia-Italiana)/
4 R.D. 30 giugno 1907, n. 376
5 Legge 17 marzo 1898, n. 80
6 D.L. 21 aprile 1919 n. 603
7 http://www.inps.it/portale/default.aspx?iMenu=11&bi=1_2&link=L%27ISTITUTO
8 Ibid

2. Il duce garant lassistenza sanitaria a tutti i lavoratori


Anche per quanto riguarda lassistenza sanitaria vediamo una presa di
coscienza graduale ( importante ricordare che la mentalit del tempo
era ovviamente molto diversa da quella di oggi), quindi importante
contestualizzare. La prima normativa organica in materia sanitaria viene
elaborata nel 186510, limitandosi prevalentemente allambito
amministrativo; ma solo nel 188811 si comprende appieno limportanza
delligiene e si estende la normativa al riguardo. Dovremo aspettare il
190712 per avere finalmente un testo unico che raccoglie
sistematicamente tutte le leggi sanitarie e ne regolamenta la materia. Nel
1934 abbiamo un nuovo Testo Unico delle leggi sanitarie 13, grazie ad una
sempre maggiore consapevolezza del problema, redatto con grande
perizia. Con la legge dell11 gennaio 1943, n. 138, con il nome di Ente
mutualit fascista Istituto per lassistenza di malattia ai lavoratori,
venne istituita la prima Cassa Mutua di Assistenza di Malattia che offriva
tutele ai lavoratori rappresentati dalle varie Confederazioni e Associazioni
sindacali14. lecito pensare non sia stato altro che un provvedimento
volto a cercare di risollevare il consenso nellopinione pubblica, che da
met anni Trenta stava calando drasticamente; tuttavia a quanto pare
effettivamente il primo provvedimento di cos ampio respiro in questo
contesto. Il 13 maggio 1947 viene istituita lINAM, Istituto Nazionale per
lAssicurazione contro le Malattie15, vista la necessit di rinnovare le
istituzioni dopo la caduta del fascismo. Viene riformato nel 1968 16,
garantendo lassistenza sanitaria a tutti i cittadini italiani e stranieri.
Nel 197817 abbiamo una riforma della sanit con listituzione del servizio
sanitario nazionale, volto a permettere una migliore coscienza riguardo la
9 Legge 30 aprile 1969, n. 153
10 Legge 20 marzo 1869, n. 2248
11 Legge 22 dicembre 1888, n. 5849
12 R.D. 1 agosto 1907, n. 603
13 R.D. 27 luglio 1934, n. 1265
14 Legge 11 gennaio 1943, n. 138, art.4
15 Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 maggio 1947, n. 435
16 Legge 12 febbraio 1968, n. 132

sanit, una migliore organizzazione e molto altro 18: lINAM viene


soppresso in favore delle unit sanitarie locali 19.
3. La cassa integrazione guadagni stata pensata e creata dal
duce
La cassa integrazione guadagni (CIG) un ammortizzatore sociale che
integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori sospesi o che lavorano
ad orari ridotti20. Nasce nellimmediato dopoguerra21 per sostenere i
lavoratori dipendenti da aziende che durante la guerra furono colpite
dalla crisi e non erano in grado di riprendere normalmente lattivit.
Quindi la cassa integrazione nasce per rimediare ai danni causati dal
fascismo e della guerra, che causarono milioni di disoccupati.
4. Il duce ha tutelato il lavoro di donne e fanciulli
Con questa frase ci si riferisce generalmente al R.D. 26 aprile 1923, n.
653. Non sono ahim stato in grado di reperirlo online, quindi sono stato
impossibilitato a controllare se vi siano riferimenti a leggi precedenti.
Tuttavia sappiamo che il primo regolamento protettivo riguardo il lavoro
dei fanciulli fu promulgato nel 188622 (e modificato nel 188823 e nel
190224). Troviamo il primo Testo Unico delle leggi di protezione del lavoro
di donne e fanciulli nel 190725, ben prima dellavvento del fascismo al
potere: ci ci fa pensare che quella del 1923 non sia che una riforma o un
riordino delle precedenti leggi.
17 Legge 23 dicembre 1978, n. 833
18 Ibid, art.2
19 http://www.archiviodistatogorizia.beniculturali.it/il-patrimonio/fondi-di-enti-pubblici/istitutonazionale-per-lassicurazione-contro-le-malattie-bb-129-e-regg-66-1923-1981-inventario
20 https://www.inps.it/docallegati/mig/doc/pubblicazioni/miniguide/minicig.pdf
21 Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869
22 L. 11 febbraio 1886, n. 3657, cit. in AA.VV., Ibid, p. 18
23 R.D. 8 aprile 1888, n. 3657, Ibid
24 L. 19 giugno 1902, n. 242, Ibid, cfr Rizzo, La legislazione sociale della nuova Italia (18761900), ESI, 1988
25 R.D. 10 novembre 1907, n. 818, Ibid

5. Il duce ha dato lassistenza ospedaliera ai poveri


La prima legge al riguardo viene emanata nel 1890 26. Del resto basta
leggere il testo della legge che viene addotta per dare al regime la
paternit di questo provvedimento per capire come stanno effettivamente
le cose: R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, Riforma della legge 17 luglio
1890, n. 6972 []. Non vi quindi alcun primato fascista, in quanto
lidea era nata da pi di ventanni ed era stata gi sviluppata prima del
2327; ovviamente non per da sottovalutare limportanza della riforma,
che contribu ad ammodernare e riordinare diversi aspetti della cosa.
6. Il duce ha avviato il progetto della bonifica pontina/bonifiche
in generale28
I primi lavori di bonifica di cui abbiamo testimonianza risalgono agli
Etruschi del VI-V secolo a.C29, e Togliatti accenna ad esempio al fatto che
il terreno della Lombardia tutto terreno bonificato con un investimento
di capitali che durato secoli30. Prima di fine Ottocento, per, non
troviamo alcuna legislazione sistematica al riguardo: abbiamo la prima
con la Legge Baccarini31, il cui scopo principale era sconfiggere la malaria
attraverso unampia opera di bonifica32, alla quale seguiranno diversi
importanti provvedimenti33. Dopo lavvento del fascismo abbiamo il T.U.
del 1923, ispirato alla legge Ruini34, e successivamente la celebre legge
26 Legge 17 luglio 1890, n. 6972
27 R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, preambolo: [] e le successive modificazioni di essa [
28 Torneremo ad approfondire largomento delle bonifiche, delle loro conseguenze, della loro
attuazione, del loro significato dal punto di vista sociale/economico e cos via in un altro
articolo
29 http://amsacta.unibo.it/2570/1/bonifica.pdf
30 Togliatti, Lezioni sul fascismo, Editori Riuniti, 1972, p.132
31 Legge 25 giugno 1882, n. 269
32 http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=237
33 http://amsacta.unibo.it/2570/1/bonifica.pdf, La legislazione nazionale
34 Novello, La bonifica in Italia: Legislazione, credito e lotta alla malaria dall'Unit al fascismo,
Angeli, 2003, pp. 14, 198, 217

Serpieri35, con la quale si concretizza il concetto di bonifica integrale,


spesso chiamato trasformazione fondiaria 36. Lopera di bonifica rimane
uno dei pochi effettivi progressi che pu vantare il regime fascista, con ad
esempio un aumento nel giro di dieci anni (22-32) di quasi cinque volte
del numero di centri urbani (da 360 a 1764), un aumento di nove volte del
numero di ovini (da 11000 a 90750) e una grande estensione di parchi
naturali ed artificiali37. Non dobbiamo per dimenticare i meriti dei
precedenti governi: come risulta da uno studio di De Stefani 38, dal 188291 al 1912-21 la mortalit per malaria si era ridotta a un settimo, nelle
zone bonificate la popolazione era aumentata del 64%, il valore della
produzione agricola era cresciuto di circa 900 milioni lanno e, nellItalia
settentrionale, il bestiame era aumentato del 134%. Possiamo concludere
che Mussolini, come abbiamo visto, non ha avviato un bel niente.
7. Ai tempi del duce eravamo tutti pi ricchi
Mussolini permise agli industriali e agli agrari di aumentare in modo
consistente i loro profitti, a scapito degli operai. Infatti fece approvare il
loro contenimento dei salari. Illuminante al riguardo il fatto che, come
riportato da Franck39, i salari reali rimasero nel periodo eroico del
sindacalismo fascista, dal 1922-1930, attorno a quelli del periodo prebellico, mentre i prezzi arrivarono a salire anche del 600%. La situazione
viene riconosciuta anche da esponenti del Regime un esempio fra tutti
il caso di Clavenzani, che ne Il lavoro fascista e La stampa parla di
gravi riduzioni salariali, talvolta anche del 40% 40. Gurin41 riporta dati
ugualmente preoccupanti, parlando ad esempio del fatto che il salario
medio di un agricoltore nel 1930 del 40% inferiore a quello del 1919 42, e
35 Legge del 18 maggio 1924, n. 753
36 Enciclopedia Italiana I Appendice, 1938, Serpieri, Bonifica
37 Franck, Il corporativismo e leconomia dellItalia fascista, Bollati Boringhieri, 1990, p. 53
38 Ibid, p. 47
39 Ibid, p. 163
40 Ibid, p. 164
41 Gurin, Fascismo e gran capitale, Controcorrente, 1995
42 Ibid, p. 400

subisce unulteriore riduzione del 20% fra il 1930 e il 1938. Riporta poi
dati offerti dalla stessa stampa italiana, che indicano una diminuzione
della met dei salari nominali fra il 1927 e il 1932 43 - complice
sicuramente la famosa crisi del 29, che evidentemente il governo non
riusc a controllare cos bene come si ostinano a dire i nostalgici. Un altro
aspetto importante della questione lappoggio da parte del fascismo al
capitale: i prezzi degli affitti aumentano dopo il 1922 dal 600 al 700% 44; in
tal modo i piccoli affittuari non sono pi in grado di lavorare la terra, e
vengono spinti verso il proletariato. Da non dimenticare, al di l
dellaspetto meramente economico, la distruzione dei sindacati 45
(rimpiazzati da sindacati fascisti che altro non furono che fantocci del
regime) e la soppressione di ogni tentativo di ottenere una certa
indipendenza46. Le parole di Gurin esprimono meglio di qualsiasi altra
cosa la situazione: Dopo aver spezzato la resistenza proletaria, distrutti i
liberi sindacati, eliminata ogni traccia di lotta di classe dalle proprie
organizzazioni operaie, ridotti i salari al di sotto del minimo vitale, il
fascismo deve tentare ancora di dissimulare agli occhi dei lavoratori la
vera essenza del regime, che quella di una dittatura del grande
capitale47. Speriamo di esser riusciti a dare qui un quadro della
situazione abbastanza chiaro e documentato da far capire che sotto il
fascismo non si stava certo meglio che ora, anzi.
8. Il duce ha fatto costruire la prima autostrada
Il primo progetto per lautostrada si deve a Piero Puricelli 48, che introduce
lidea di una strada adibita unicamente al traffico automobilistico. Nel
1921 i suoi progetti vengono approvati, e nel 24 viene effettivamente

43 Ibid, p. 302
44 Ibid, p. 405
45 Ibid, p. 278 sgg.
46 Ibid, p. 285
47 Ibid, p. 307
48 Piero Puricelli nasce a Milano nel 1883. Consegue una laurea in ingegneria e due lauree ad
honorem, vantando nel contempo una mirabile carriera

inaugurato il primo tratto, Milano-Varese 49 - ma Mussolini non vi ha nulla a


che fare.
9. Il duce stato lunico uomo di governo che abbia veramente
amato questa nazione
plausibile pensare che cos fosse, almeno originariamente, visto il suo
forte patriottismo (che affior gi nel suo periodo socialista 50 e fu costante
per tutta la sua vita), ma che non sia riuscito a tenere fede alle sue
emozioni, vista la interminabile serie di errori che commise negli anni
seguenti, dalla sottovalutazione dello squadrismo agrario allisolamento
dalle potenze democratiche occidentali. La sua celebre frase Mi serve
qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative 51 non pu
essere interpretata come segno di disprezzo verso gli italiani, in quanto
plausibile pensare fosse disposto a sacrificarne qualche migliaio per
migliorare le condizioni di decine di milioni di loro. Nellultima fase della
sua vita, tuttavia, tutto sembra indicare una sua certa disillusione verso il
popolo italiano: lo testimoniano citazioni riportate da Ciano nei suoi diari,
quali Un popolo che stato per sedici anni incudine, non pu diventare
martello e la materia che mi manca. Anche Michelangelo aveva
bisogno del marmo per fare le sue statue. Se avesse avuto soltanto
dellargilla, sarebbe stato soltanto un ceramista 52 utile notare come
oltre a ci queste citazioni siano testimonianza del suo spropositato ego,
altro grande ostacolo per la vita politica del Paese.
10.

Il duce elimin la disoccupazione

Questo senza dubbio un dato di fatto, almeno fino ad un certo punto,


ma necessario tenere conto di diverse considerazioni in merito.
Innanzitutto anche nella Germania nazista e nella Russia di Stalin 53 si
verific lo stesso fenomeno, il che dovrebbe per lo meno far riflettere sul
fatto che ben poco sensato imputare questo fenomeno alla figura di
Mussolini o al suo operato in s. Semplicemente i grandi regimi totalitari
del secolo scorso si affermarono in periodi nei quali si necessitava un
49 https://it.wikipedia.org/wiki/Autostrada_dei_Laghi
50 Cfr De Felice, Mussolini il Rivoluzionario
51Badoglio, LItalia nella seconda guerra mondiale, Mondadori, 1946, p. 37
52 Gentile, Fascismo. Storia e interpretazione, Laterza, 2005, p.260
53 Peregalli, Stalinismo, Graphos, 1993, p. 139

grande rinnovamento e si doveva tenere attiva lindustria bellica, il che


ovviamente assorbiva gran parte dei potenziali lavoratori.
11.

Nel Ventennio i politici non erano corrotti

Questa forse una delle argomentazioni che si sentono pi spesso, e che


denota una grande ignoranza riguardo largomento nonch una forte
ingenuit. Un lavoro pionieristico al riguardo I soldi dei vinti 54, che si
ripropone di portare alla luce questo fenomeno, attraverso documenti
inediti riguardo tanto la corruzione allinterno del regime quanto le razzie
dei beni ebraici55 dopo lentrata in vigore delle leggi razziali. Parla inoltre
dellamnistia Togliatti, provvedimento che permise di mettere in libert
molti fascisti e partigiani indagati per crimini pi o meno gravi 56, spesso
dimenticato in quanto scomodo per i neofascisti impegnati a sostenere
che il mondo contro di loro e che la storiografia ufficiale volta a
mentire a loro discapito.
12.

Il duce diede il voto alle donne

Questo semplicemente falso, se intendiamo dire che fu il primo a farlo e


se parliamo di suffragio in generale. Innanzitutto possibile riscontrare
anche in questo ambito una certa gradualit: il suffragio femminile inizia
ad essere considerato nel lontano 189357, seppure in ambito prettamente
lavorativo; nel 1910 viene conferita alle donne la partecipazione
elettorale nelle Camere di commercio58 e nel 1911 viene concesso loro di
partecipare allelezione di organi dellistruzione elementare e popolare 59.
Durante il Fascismo abbiamo effettivamente per la una legge 60 che rende
finalmente le donne elettrici in ambito amministrativo tuttavia poco
tempo dopo questo progresso viene annullato dalla riforma podestarile 61:
cos ogni elettorato amministrativo locale veniva annullato e si sostituiva
54 Guarino, I soldi dei vinti, Pellegrini, 2008
55 Ibid, cap. 5
56 Ibid, cap. 1
57 Legge 16 giugno 1893, n. 295
58 Legge 20 marzo 1910, n. 121
59 Legge 4 giugno 1911, n. 487
60 Legge 22 novembre 1925, n. 2125

al sindaco il podest che insieme ai consiglieri comunali non era eletto dal
popolo, ma dal governo62.
13.
La riforma Gentile ha ammodernato e migliorato la
scuola del tempo
Spesso si sente parlare di questa riforma, e la si elogia a pi non posso;
mai i nostalgici del Fascismo si soffermano sui molti punti negativi che vi
si possono riscontrare. Innanzitutto si pone come riforma reazionaria dal
punto di vista culturale, in linea con laffiatamento tra governo e Vaticano,
definendo linsegnamento della dottrina cristiana fondamento e
coronamento dellistruzione63 e reintrodotto come materia obbligatoria
dalla prima classe64. Va poi sottolineato il carattere elitario della riforma,
frutto della filosofia gentiliana, che riteneva solo che scuola elementare e
ginnasio-liceo potessero formare completamente lo spirito, mentre le altre
scuole si limitavano a limitati aspetti di esso 65. Il potere dello Stato
sullistruzione viene rafforzato con listituzione di 19 provveditorati
regionali66, per arrivare alla sua apoteosi con la fascistizzazione dei libri di
testo negli anni successivi67. I costi divennero man mano sempre pi
insostenibili (si parla di un aumento di quasi tre volte del costo dei libri di
testo rispetto al periodo pre-riforma68), e con loro le tasse di ammissione69
- e molto altro.
14.
Il duce diede un posto al sole allItalia conquistando
nuove terre
61 Legge 4 febbraio 1926, n. 237
62 Galeotti, Storia del voto alle donne in Italia, Biblink, 2006.
63 R.D. 1 ottobre 1923, n. 2185, art. 3
64 Ibid
65 Charnitzky, Scuola e fascismo, La Nuova Italia, 2001, p. 101
66 Ibid, p. 112
67 Ibid, p. 393 sgg.
68 Ibid, p. 394
69 Cfr ad es. ibid, p. 505-506

Quello che viene spesso additato come uno dei grandi vanti del fascismo
forse, al contrario, una delle sue pi grandi vergogne, tanto dal punto di
vista umanitario quanto economico. Mentre il mantenimento delle colonie
costitu una spesa piuttosto bassa per il regime, le imprese militari
costrinsero lo Stato ad usare risorse considerevoli: si parla del 20.8% del
bilancio statale70, determinando una crisi irreversibile nei conti pubblici;
altre fonti indicano una spesa di ben il 28% del bilancio statale 71. Anche
esponenti del regime si resero conto dei problemi esistenti; vedasi fra
tutti la relazione del DDL sulla spesa per le Colonie: Noi siamo in Africa
due volte in ritardo: perch vi siamo arrivati privi di mezzi finanziari e
tecnici adeguati al compito che ci attendeva 72. Tutto ci port alla
stampa di banconote e ad un indebitamento da parte dello stato per
l80% della spesa73. Ci non basta ovviamente come condanna totale del
fascismo, in quanto troviamo costi elevati anche per le imprese coloniali
precedenti alla salita al potere del regime74, ma insignificanti rispetto a
questi. E com risaputo dallimpresa etiopica non si ottenne
praticamente nulla, essendo questo un territorio praticamente privo di
risorse naturali, se non la possibilit di impiegare pi manodopera cosa
che certo non sarebbe guastata nel meridione, che rimase arretrato;
forse per avrebbe comportato meno danni, oltre a sanare una frattura
che continua da secoli. Crediamo questo basti a dire che la conquista di
nuove terre non contribu in alcun modo a migliorare leconomia italiana.
Passiamo ora al punto di vista umanitario. Innanzitutto chiaro precisare
che anche prima del Ventennio si comp ogni sorta di violenze 75sui nativi
dei Pesi conquistati, in particolare in Eritrea 76; ci non toglie comunque
che vi fu un aumento nella brutalit dei mezzi usati dopo il 22.
Tristemente celebre luso da parte del regime delliprite. Nonostante il
70 Maione, I costi delle imprese coloniali in Del Boca, a cura di, Le guerre coloniali del
fascismo, Laterza, 2008, p. 401, tab. 1
71 Ibid, p. 402, tab.2.Per il dibattito sulle fonti cfr. pgg. 403 sgg.
72 Ibid, p. 412
73 Ibid, p. 415, 416
74 Si parla ad esempio del 5% del bilancio statale per limpresa libica 1911-17, cfr ibid. p.
401, tab.1
75 Del Boca, I crimini del colonialismo fascista, in ibid., p. 234
76 Ibid, p. 233

Paese si fosse impegnato, firmando il Trattato di Ginevra 77, a non usare


armi chimiche, ne fece vasto uso in Libia durante diversi attacchi aerei
particolarmente rilevante lattacco del 31 luglio 1930 alloasi di Taizerbo,
sospettata di essere tana di ribelli, che si risolse invece in una strage di
pastori e contadini78. In Etiopia luso dei gas assume un ruolo di primo
piano, anche se non essenziale per la vittoria 79, dopo lautorizzazione ed
esortazione di Mussolini ad usarli sistematicamente 80. Nel giro di pochi
mesi (dal 22 dicembre 1935 al 29 marzo 1936) viene effettuato il lancio di
un totale di 272 tonnellate di iprite sugli obbiettivi del fronte
settentrionale, mentre su quello meridionale ne vengono usate
solamente 44 tonnellate81. Altro aspetto per il quale il colonialismo si
differenzia nel grado di brutalit rispetto a quello precedente sono le
vessazioni nei confronti dei civili, spingendosi fino a deportazione di
intere popolazioni e alla loro segregazione in campi di concentramento 82;
esempio di questa politica fu lesodo forzato dalle regioni interne della
Cirenaica, iniziato nel 193083, che port nel giro di qualche anno
(detenzione inclusa) alla morte di circa 40.000 dei 100.000 deportati 84,
principalmente a causa della lunga marcia, delle pessime condizioni
sanitarie dei campi, delle continue epidemie e delle continue violenze
compiute dai guardiani. Nelle colonie troviamo perfino lapplicazione di
spedizioni punitive condotte con i rituali metodi squadristici 85. Inutile la
pretesa di scagionare Mussolini dalle sue responsabilit, imputando ci
che successe allo zelo dei suoi sottomessi: fu al corrente di praticamente
77 Ibid, p. 237-238
78 Ibid, p. 238
79 [] Badoglio e Graziani avrebbero comunque vinto la guerra anche senza ricorrere ai
gas, ibid, p. 238
80 Mussolini, O.O., vol. 27, p. 307, 312
81 Del Boca, ibid, p. 239
82 Ibid, p. 240
83 Ibid, p. 241
84 Ibid, p. 241-242
85 Ibid, p.243, cfr 243 sgg.

tutto, spesso architettandolo lui stesso o spronando i suoi sottomessi a


fare di pi86.

86 Riguardo le responsabilit di Mussolini cfr ibid, p. 248 sgg.

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