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subisce unulteriore riduzione del 20% fra il 1930 e il 1938. Riporta poi
dati offerti dalla stessa stampa italiana, che indicano una diminuzione
della met dei salari nominali fra il 1927 e il 1932 43 - complice
sicuramente la famosa crisi del 29, che evidentemente il governo non
riusc a controllare cos bene come si ostinano a dire i nostalgici. Un altro
aspetto importante della questione lappoggio da parte del fascismo al
capitale: i prezzi degli affitti aumentano dopo il 1922 dal 600 al 700% 44; in
tal modo i piccoli affittuari non sono pi in grado di lavorare la terra, e
vengono spinti verso il proletariato. Da non dimenticare, al di l
dellaspetto meramente economico, la distruzione dei sindacati 45
(rimpiazzati da sindacati fascisti che altro non furono che fantocci del
regime) e la soppressione di ogni tentativo di ottenere una certa
indipendenza46. Le parole di Gurin esprimono meglio di qualsiasi altra
cosa la situazione: Dopo aver spezzato la resistenza proletaria, distrutti i
liberi sindacati, eliminata ogni traccia di lotta di classe dalle proprie
organizzazioni operaie, ridotti i salari al di sotto del minimo vitale, il
fascismo deve tentare ancora di dissimulare agli occhi dei lavoratori la
vera essenza del regime, che quella di una dittatura del grande
capitale47. Speriamo di esser riusciti a dare qui un quadro della
situazione abbastanza chiaro e documentato da far capire che sotto il
fascismo non si stava certo meglio che ora, anzi.
8. Il duce ha fatto costruire la prima autostrada
Il primo progetto per lautostrada si deve a Piero Puricelli 48, che introduce
lidea di una strada adibita unicamente al traffico automobilistico. Nel
1921 i suoi progetti vengono approvati, e nel 24 viene effettivamente
43 Ibid, p. 302
44 Ibid, p. 405
45 Ibid, p. 278 sgg.
46 Ibid, p. 285
47 Ibid, p. 307
48 Piero Puricelli nasce a Milano nel 1883. Consegue una laurea in ingegneria e due lauree ad
honorem, vantando nel contempo una mirabile carriera
al sindaco il podest che insieme ai consiglieri comunali non era eletto dal
popolo, ma dal governo62.
13.
La riforma Gentile ha ammodernato e migliorato la
scuola del tempo
Spesso si sente parlare di questa riforma, e la si elogia a pi non posso;
mai i nostalgici del Fascismo si soffermano sui molti punti negativi che vi
si possono riscontrare. Innanzitutto si pone come riforma reazionaria dal
punto di vista culturale, in linea con laffiatamento tra governo e Vaticano,
definendo linsegnamento della dottrina cristiana fondamento e
coronamento dellistruzione63 e reintrodotto come materia obbligatoria
dalla prima classe64. Va poi sottolineato il carattere elitario della riforma,
frutto della filosofia gentiliana, che riteneva solo che scuola elementare e
ginnasio-liceo potessero formare completamente lo spirito, mentre le altre
scuole si limitavano a limitati aspetti di esso 65. Il potere dello Stato
sullistruzione viene rafforzato con listituzione di 19 provveditorati
regionali66, per arrivare alla sua apoteosi con la fascistizzazione dei libri di
testo negli anni successivi67. I costi divennero man mano sempre pi
insostenibili (si parla di un aumento di quasi tre volte del costo dei libri di
testo rispetto al periodo pre-riforma68), e con loro le tasse di ammissione69
- e molto altro.
14.
Il duce diede un posto al sole allItalia conquistando
nuove terre
61 Legge 4 febbraio 1926, n. 237
62 Galeotti, Storia del voto alle donne in Italia, Biblink, 2006.
63 R.D. 1 ottobre 1923, n. 2185, art. 3
64 Ibid
65 Charnitzky, Scuola e fascismo, La Nuova Italia, 2001, p. 101
66 Ibid, p. 112
67 Ibid, p. 393 sgg.
68 Ibid, p. 394
69 Cfr ad es. ibid, p. 505-506
Quello che viene spesso additato come uno dei grandi vanti del fascismo
forse, al contrario, una delle sue pi grandi vergogne, tanto dal punto di
vista umanitario quanto economico. Mentre il mantenimento delle colonie
costitu una spesa piuttosto bassa per il regime, le imprese militari
costrinsero lo Stato ad usare risorse considerevoli: si parla del 20.8% del
bilancio statale70, determinando una crisi irreversibile nei conti pubblici;
altre fonti indicano una spesa di ben il 28% del bilancio statale 71. Anche
esponenti del regime si resero conto dei problemi esistenti; vedasi fra
tutti la relazione del DDL sulla spesa per le Colonie: Noi siamo in Africa
due volte in ritardo: perch vi siamo arrivati privi di mezzi finanziari e
tecnici adeguati al compito che ci attendeva 72. Tutto ci port alla
stampa di banconote e ad un indebitamento da parte dello stato per
l80% della spesa73. Ci non basta ovviamente come condanna totale del
fascismo, in quanto troviamo costi elevati anche per le imprese coloniali
precedenti alla salita al potere del regime74, ma insignificanti rispetto a
questi. E com risaputo dallimpresa etiopica non si ottenne
praticamente nulla, essendo questo un territorio praticamente privo di
risorse naturali, se non la possibilit di impiegare pi manodopera cosa
che certo non sarebbe guastata nel meridione, che rimase arretrato;
forse per avrebbe comportato meno danni, oltre a sanare una frattura
che continua da secoli. Crediamo questo basti a dire che la conquista di
nuove terre non contribu in alcun modo a migliorare leconomia italiana.
Passiamo ora al punto di vista umanitario. Innanzitutto chiaro precisare
che anche prima del Ventennio si comp ogni sorta di violenze 75sui nativi
dei Pesi conquistati, in particolare in Eritrea 76; ci non toglie comunque
che vi fu un aumento nella brutalit dei mezzi usati dopo il 22.
Tristemente celebre luso da parte del regime delliprite. Nonostante il
70 Maione, I costi delle imprese coloniali in Del Boca, a cura di, Le guerre coloniali del
fascismo, Laterza, 2008, p. 401, tab. 1
71 Ibid, p. 402, tab.2.Per il dibattito sulle fonti cfr. pgg. 403 sgg.
72 Ibid, p. 412
73 Ibid, p. 415, 416
74 Si parla ad esempio del 5% del bilancio statale per limpresa libica 1911-17, cfr ibid. p.
401, tab.1
75 Del Boca, I crimini del colonialismo fascista, in ibid., p. 234
76 Ibid, p. 233