Nicoletta Cinotti
MINDFULNESS E PSICOTERAPIA
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memoria.
Memoria e Psiche
A partire dagli anni 90 del secolo scorso unenorme quantit di ricerche e di dati ha permesso di comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello e della nostra memoria. Abbiamo cos scoperto che esistono due diversi magazzini di memoria: il primo che
potremmo definire quello della memoria corporea e procedurale attivo fin dalla nascita
e rimane la forma di memorizzazione prevalente fino ai due anni e mezzo det. Il secondo
-che la nostra memoriaautobiograficae narrativa matura successivamente. Entrambi
rimangono attivi e in relazione tra di loro per tutto il resto della nostra vita ma lintegrazione tra queste due memorie avviene a partire dallesperienza vissuta e
non da quella narrata.
Ecco perch diventato
cos centrale trovare
strumenti esperenziali
che permettano di rintracciare lazione del
passato sul presentepiuttosto che la memoria dellevento
passato.
Narrare o sperimentare?
Raccontare un evento accaduto attiva risposte cerebrali che fanno parte delle nostre abilit narrative:provareunesperienza che si basa su esperienze passate permette lintegrazione tra i due registri di memoria e, soprattutto, attiva il processo di cambiamento.
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Ogni momento presente mette in scena una storia vissuta, formata da numerose brevi
esperienze che convergono nel presente soggettivo.Questi particolari momenti riescono
a cogliere in parte lo stile, la nostra personalit, le nostre preoccupazioni o i nostri conflitti, costituendo dei casi particolari di schemi di risposta passati e futuri.
In questo modo possiamo contestualizzare i ricordi, selezionando le parti del passato da
attivare e riportare al presente, stabilendo in che modo dovranno essere assemblate per
adattarsi meglio alla situazione presente e manifestare il loro effetto. Senza una modifica
del passato funzionale, di questi schemi abituali di risposta, non vi pu essere alcun
cambiamento.In psicoterapia avviene cos un importante passaggio di prospettiva: la
COSCIENZA, non pi linconscio, il MISTERO CHIAVE.(Stern).
Questo il tema della prossima settimana!
a cura di Nicoletta Cinotti
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Cos' la consapevolezza
Nel linguaggio comune, si intende per consapevolezza (awareness in inglese ) la percezione che si ha di un evento e la reazione corporea,
emotiva e cognitiva, al verificarsi di questa condizione. Non implica necessariamente la comprensione di ci che accade - e anzi si potrebbe
definire una forma di conoscenza non narrativa
- ma presuppone la capacit di prestare attenzione alla propria esperienza sensoriale e la capacit di descrivere e nominare gli elementi che
compongono l'esperienza stessa.
Questa attenzione alla consapevolezza comporta
due aspetti essenziali: il primo che la consapevolezza pu essere parziale e soggetta a restriN i c o l e t t a C i n o t t i!
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zioni che sono fortemente legate alla qualit del momento presente in cui avviene. Il
secondo che la consapevolezza rende l'esperienza prima di tutto un evento corporeo e rende il corpo la base e l'ancora dalla quale partire per indagare gli aspetti
emotivi e il funzionamento della mente.
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del sistema nervoso centrale e va a costituire la base dei segnali di risposta su cui
poggia la nostra esperienza e su cui poggiano i nostri processi di attribuzione del significato.
Qualsiasi emozione non possa essere espressa rappresenta inoltre una fonte di tensione per i muscoli e una potenziale riduzione di consapevolezza. La correlazione
tra tensione muscolare e inibizione talmente stretta che possibile valutare quali
sentimenti o impulsi sono inibiti in una persona studiando le sue tensioni muscolari. Le tensioni che nascono dallinibizione emotiva sono tensioni che si sviluppano
lentamente, attraverso il ripetersi di esperienze frustranti e, spesso insidiosamente,
diminuiscono la nostra consapevolezza.
Sappiamo inoltre che la nostra esperienza emotiva pu essere consapevole solo
quando rientra dentro la nostra finestra di tolleranza.
La finestra di tolleranza
La finestra di tolleranza un concetto sviluppato da Daniel Siegel nel 1999. Siegel la
definisce come quel range allinterno del quale le diverse intensit di attivazione
emotiva e fisica possono essere integrate senza interrompere la funzionalit del nostro sistema (Siegel, 1999,253 ed. americana).
Quando i pazienti sono allinterno della loro finestra di tolleranza le informazioni
che provengono dal mondo interno e dallambiente esterno possono essere integrate, in un fluire ininterrotto di informazioni percettive che vengono assimilate e associate ai dati emotivi e cognitivi, e rimangono nel campo della consapevolezza fino
a costruire un significato alle esperienze. Se usciamo dal nostro range di tolleranza
entriamo in uno stato di iperattivazione o di ipoattivazione che produce una frammentazione o riduzione significativa dell'esperienza percettiva. Questa condizione,
tipica delle situazioni traumatiche, in realt pi frequente, a livello subclinico, di
quanto siamo abituati a pensare e produce una riduzione, a volte sistematica e
quindi significativa, della consapevolezza.
La limitazione che nasce dal giudizio
Esiste un tipo particolare di limitazione della consapevolezza che fa da cerniera con
quelle che sono le limitazioni legate agli schemi abituali di risposta ed quella che
nasce dalla valutazione delle esperienze percettive in tre categorie di
base: positive, negative e neutre. Quando giudichiamo un'esperienza negativamente
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mento presente mette in scena una storia vissuta, formata da numerose brevi
esperienze che convergono nel presente soggettivo. Questi particolari momenti riescono a cogliere in parte lo stile, la personalit, le preoccupazioni o i conflitti del
soggetto, costituendo dei casi particolari di pattern passati e futuri.
Permette di contestualizzare i ricordi, selezionando le parti del passato da attivare e
riportare al presente, stabilendo in che modo dovranno essere assemblate per adattarsi meglio alla situazione presente e manifestare il loro effetto.
Il momento presente rivela cos un mondo in un granello di sabbia (Stern
2005), sufficientemente degno, da solo, di attenzione clinica. Pi a lungo il terapeuta riesce a soffermarsi su di esso e ad esplorarlo, senza ricorrere ad un uso frenetico
dellinterpretazione, maggiori saranno i percorsi clinici che si riveleranno.
Il momento presente un processo implicito, e tuttavia, perch unesperienza
possa definirsi come momento presente, deve entrare a far parte della consapevolezza o di qualche forma di coscienza. (Stern)
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e sta gi bene, gi nella pienezza dell'essere. Non sar mai altro da ci che , dalla persona che sei in realt, a livello pi essenziale. E cos, se ricordi la consapevolezza non giudicante nel momento presente come una possibilit e stai imparando
a fidartene e vai a trovarla di tanto in tanto, a maggior ragione se vi prendi residenza per tempi pi lunghi, allora non solo stai facendo bene, ma in realt non
c' nessun fare e non c' mai stato, n c' qualcuno che lo faccia. Non si tratta,
non si mai trattato di fare; si tratta di essere: essere il sapere, compreso il sapere di non sapere. Che differenza c'? Fermiamoci un attimo a meditare su questo
fatto" (Kabat Zinn, 2005, p. 165, pp. 282-284).
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GLI SCHEMI MALADATTATIVI DI RISPOSTA
Il passaggio dal contenuto al modo
La mindfulness realizza, nell'area della psicoterapia, un passaggio fondamentale:
quello dall'attenzione al contenuto all'attenzione alla modalit di risposta. Questo
spostamento parte da una considerazione semplice ma essenziale: come abbiamo
visto nelle due settimane precedenti, il processo di cambiamento per realizzarsi, ha
bisogno di essere declinato al presente e di utilizzare il repertorio della consapevolezza. Inoltre l'attenzione alle modalit di risposta permette di mettere a fuoco il
ruolo centrale svolto da quello che viene definito "il pilota automatico". Il pilota automatico quella condizione che sperimentiamo quando portiamo avanti delle
azioni con una consapevolezza ridotta.
Il pilota automatico
Sicuramente ci sono ragioni funzionali rispetto alla
possibilit di fare automaticamente alcune cose: non
dobbiamo dipendere dal
ri-apprendimento delle risposte e guadagniamo in
efficienza e velocit. Nello
stesso tempo, in questa
modalit automatica di risposta, rischiano di finire
anche risposte disfunzionali e maladattative perch non adeguate alle esigenze del presente. Questa modalit automatica attiva anche quando reagiamo difensivamente alle situazioni che la
vita ci offre. In questo caso ci troviamo di fronte ad uno schema maladattativo di risposta che viene agito automaticamente.
Lo schema maladattativo
Uno schema maladattativo una serie strutturata di pensieri e sentimenti negativi
mantenuta nel tempo attraverso delle contrazioni muscolari croniche.
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Le sue strategie si sono strutturate perch sono state utili per rispondere alle difficolt incontrate in un certo momento della nostra vita. La contrazione muscolare
lha poi lasciate attive anche fuori dalla situazione - o dalla serie di situazioni - che
lhanno originata.
Ogni schema pu essere visto come un tentativo di realizzare uno dei 5 bisogni fondamentali della vita, che, se disattesi, possono dare origine a pi di uno schema maladattativo di risposta.
I 5 Bisogni/diritti Fondamentali
Tutti gli schemi si sviluppano a
partire dalla mancata risposta ai
bisogni fondamentali di ogni essere umano. I bisogni a cui fa
riferimento Young - creatore
della schematherapy - non differiscono sostanzialmente dai 5
bisogni fondamentali descritti
da Lowen, padre della bioenergetica.
Young parla del bisogno 1)di
appartenenza e di connessione
con gli altri; 2) di autonomia,
competenza, identit; 3) di libert espressiva dei bisogni e delle emozioni; 4) di spontaneit e gioco; 5) di limiti
realistici e autocontrollo.
Lowen parla delle tre colonne del S corporeo che sono autoconsapevolezza (self
awareness), padronanza di s (Self possession) e autoespressione (Self expression)
che si esprimono per realizzare i 5 diritti fondamentali di ogni essere umano: il diritto di esistere; il diritto di avere bisogno; il diritto di essere autonomo; il diritto di
affermarsi e di amare ed essere amato sia sessualmente che come persona.
Questi bisogni/diritti sembrano comuni a tutti gli esseri umani ed la frustrazione
eccessiva di questi bisogni che struttura nel corpo la contrazione muscolare cronica
e nella mente lo schema maladattivo che fornisce una sorta di significato precostiN i c o l e t t a C i n o t t i!
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tuito per tutti gli eventi. In realt la formazione degli schemi e anche della struttura
corporea pu dipendere da quattro fattori: una frustrazione eccessiva, una situazione di trauma o maltrattamento oppure, viceversa, una situazione in cui vengono
riversate eccessive aspettative e manifestazioni di affetto e stima. Infine lo schema
pu instaurarsi perch il bambino si identifica con il suo caregiver e ne introietta
pensieri, emozioni, comportamenti ed esperienze.
Ogni schema pu essere associato a tre diverse modalit di coping: resa, evitamento
e ipercompensazione, che di nuovo realizzano lipotesi di Lowen che le difese si organizzino attorno alla polarit della sottomissione o della ribellione. Quando la modalit di coping la resa la persona crede e accetta che il suo destino sia quello di
vivere in una continua ripetizione del trauma, nellevitamento cerca - il pi possibile - di sottrarsi alla ripetizione della situazione che attiva lo schema maladattivo,
nellipercompensazione si comporta in un modo che realizza allopposto ci che caratterizza lo schema.
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di una lettura della realt adeguata al presente. La gravit dello schema proporzionale allintensit e durata della sensazione negativa che scatena quando si attiva.
Vediamo nel dettaglio i 5 gruppi di schemi
DISTACCO E RIFIUTO
Tutti noi abbiamo bisogno di sicurezza, cura, condivisione ed empatia rispetto alle
nostre emozioni. Abbiamo bisogno di sentire che possiamo appartenere alla nostra famiglia dorigine e ai nostri gruppi di riferimento. Se questo bisogno non ha
incontrato precocemente una
risposta adeguata possono
svilupparsi i seguenti schemi
di risposta:
1.Abbandono/
Instabilit:
comporta una
percezione di
instabilit o
inaffidabilit
rispetto alle
persone significative e si accompagna alla sensazione che queste persone non continueranno a fornire un
adeguato supporto nel tempo perch instabili e imprevedibili.
2. Sfiducia/abuso: si accompagna alla convinzione che gli altri si approfitteranno di noi, umiliandoci, disprezzandoci, manipolandolo e cos via. Generalmente si accompagna ad un percezione di intenzionalit negli eventi negativi superiore al reale.
3. Deprivazione emotiva: si accompagna alla sensazione che i propri bisogni
emotivi non verranno adeguatamente soddisfatti nelle relazioni con gli altri.
Questo a causa di:a) carenza di cure;b)carenza di empatia;c)carenza di protezione.
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Dipendenza/Incompetenza:Sono persone che si sentono incapaci di gestire le responsabilit del quotidiano senza aiuto dagli altri. Spesso questo
schema si accompagna ad una sensazione di impotenza
2. Vulnerabilit al pericolo o alle malattie:Provoca un timore esagerato di
qualcosa di catastrofico che possa accadere da un momento allaltro, con la
convinzione di non poter fare nulla per impedirlo. Questa sensazione di catastrofe imminente pu essere relativa sia ad aspetti fisici - malattie - che eventi
naturali - terremoti, incidenti .
3. Invischiamento: Si accompagna alla sensazione di inscindibilit ed eccessiva immedesimazione con gli altri. Spesso si accompagna a sensazioni di
vuoto e disorientamento.
4. Fallimento:Si accompagna alla sensazioni di non riuscire a raggiungere i
propri obiettivi personali, scolastici, professionali e di essere inferiori agli altri rispetto alla capacit di portarli a termine.
MANCANZA DI REGOLE
In questo caso non avvenuto un adeguato sviluppo di regole adeguate in ambito
relazionale o interpersonale che interferiscono con la capacit di perseguire obiettivi a lungo termine. Questa mancanza di regole interferisce con la possibilit di
instaurare rapporti collaborativi, con ladempiere impegni e raggiungere obiettivi
personali realistici. Spesso collegato ad uneducazione troppo permissiva che
non ha fornito adeguato orientamento alla realt, nutrendo atteggiamenti di superiorit e riducendo la capacit di sostenere un livello normale di disagio
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Grandiosit:Chi presenta questo schema si sente superiore agli altri e detentore di particolari privilegi e diritti. Esiste una convinzione di fondo di poter fare e ottenere tutto quello che si desidera anche quando non realistico o
la sua realizzazione crea danno agli altri.
2. Autocontrollo o autodisciplina insufficienti:In questo caso manca la
capacit di sopportare una frustrazione funzionale al raggiungimento dei
propri obiettivi personali e manca anche la capacit di realizzarsi, adempiendo agli impegni presi. Quando lo schema poco marcato c la tendenza ad
evitare il disagio, in qualsiasi forma: tendenza che comporta ripercussioni
sulla realizzazione personale.
ECCESSIVA ATTENZIONE AI BISOGNI DEGLI ALTRI
In questo caso il problema costituito da una eccessiva attenzione ai desideri, sentimenti e reazioni degli altri allo scopo di ottenere approvazione, preservare le relazioni interpersonali ed evitare reazioni negative. Spesso sono persone che hanno
avuto genitori pi attenti ai propri desideri e bisogni emotivi che ai sentimenti e
alle esigenze del figlio
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IPERCONTROLLO O INIBIZIONE
In questo caso i propri sentimenti, le proprie preferenze, i propri impulsi spontanei vengono sacrificati per lo scopo di raggiungere standard severi di prestazione
o rendimento che portano a trascurare i piaceri della vita, le relazioni, il riposo.
Spesso la famiglia dorigine cupa, esigente,punitiva o perfezionista e spinge il
soggetto a vivere in una condizione di costante pessimismo e preoccupazione.
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Negativit e pessimismo: C una attenzione eccessiva agli aspetti negativi e una sottovalutazione di quelli positivi con un timore eccessivo che qualcosa possa peggiorare la situazione attuale e che le situazioni positive siano
destinate a degenerare. Si accompagna ad una paura esagerata di commettere
errori, subire perdite o umiliazioni.
2. Inibizione emotiva:In questo caso si assiste ad una repressione della spontaneit per timore delle critiche, di potersi vergognare o di perdere il controllo. Essenzialmente linibizione riguarda a) la rabbia;b) gli impulsi positivi;c)
lespressione dei propri sentimenti o bisogni; d) lespressione emotiva.
3. Ipercritica:In questo caso esiste una radicata convinzione di dover sottostare a standard di prestazione elevati per poter evitare le critiche altrui. Non riesce a considerare le esigenze personali di riposo, piacere, rilassamento e sviluppare una sana autostima senza sottoporsi ad imprese e prestazioni eccezionali. Si accompagna a perfezionismo a regole e doveri rigidi in molti campi
e una eccessiva preoccupazione rispetto allefficienza.
4. Punizione:Ogni errore viene severamente punito sia se compiuti da se che
dagli altri.
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Concludendo...
...non possiamo che riconoscere
che, passo dopo passo, questo
percorso su mindfulness e psicoterapia ci conduce ad un'altra
domanda fondamentale della
pratica clinica: cosa induce il
processo di cambiamento? La
conoscenza e l'accettazione o la
ricerca di soluzioni diverse?
Un buon argomento per la
prossima settimana!
a cura di Nicoletta Cinotti
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Il nipote guarda in su verso il nonno e con gli occhi pieni di paura gli chiede: Dimmi nonno, quale di questi due vince? E il nonno in risposta Quello che nutri..
Questa leggenda descrive bene l'esperienza che ognuno di noi pu avere su di s:
spesso siamo attraversati dall'invidia di cui ci ha parlato riccamente Melanie Klein,
oppure dai profondi conflitti interni che costituiscono la topica psicoanalitica o
siamo pieni di risentimento rispetto alla nostra esperienza passata. Questa realt
non viene negata. Ma si sceglie di nutrire gli aspetti positivi della propria personalit: quelle emozioni di compassione, saggezza, umilt e benevolenza che appartengono alle emozioni sociali positive e che sottolineano gli aspetti di interconnessione anzich gli aspetti personalistici.
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L'accettazione
La storia permette subito, fin
dall'incipit, di svelare la chiave
di questo processo: la consapevolezza non giudicante, della
presenza di entrambi, la verit
della loro coesistenza e una accettazione onnicomprensiva
che permette di aprire la porta
all'emergere dei sentimenti positivi, senza negare la presenza
gli elementi negativi.
Si rinuncia quindi all'analisi
degli aspetti conflittuali per indagarli, con interesse e curiosit, senza evitare di riconoscere la loro presenza e la loro natura che comprende eventuali associazioni
con la nostra storia passata. Questo materiale entra nel campo della consapevolezza
per essere trattato con accettazione, senza intraprendere azioni dirette volte al cambiamento e viene trattato come una contrazione della mente, un corrispettivo alle
contrazioni muscolari che possiamo sperimentare nel corpo.
La storia afferma anche la presenza dei "se multipli"(Bromberg 1993) dove la coscienza ha la funzione di una coalizione di diversi stati del s. Ci che conscio
quindi ci a cui prestiamo attenzione, pi che una biforcazione del sistema psichico
tra conscio e inconscio. L'attenzione ai diversi stati del S, in momenti differenti,
una funzione determinata da diversi stimoli, sia interni che esterni.
Alcuni aspetti del S vengono tenuti fuori dalla coscienza, attraverso aspetti dissociativi. Non esiste un Io che reprime gli impulsi inaccettabili ma piuttosto una direzione sistemica dell'attenzione che distoglie da quegli aspetti dell'esperienza del S
che riteniamo inaccettabili. Questi aspetti dissociati sono generalmente quelli connessi ad esperienze traumatiche.
La terapia non consiste nell'integrare differenti parti del S ma piuttosto nel portarle ad un dialogo reciproco attraverso la consapevolezza.
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La psicologia buddista
Nella psicologia buddista, a cui la tradizione mindfulness fa riferimento, l'esperienza di un S unitario e statico considerata una illusione. In questa prospettiva il
cambiamento avviene abbandonando la necessit difensiva di vedere se stessi come
un insieme immutabile e statico. E la salute psicologica coincide con la capacit di
abbandonarsi e di essere semplicemente vivi.
Accettazione e consapevolezza
La ragione dell'importanza particolare attribuita ai processi di accettazione strettamente collegata al ruolo centrale della consapevolezza. Ogni processo di rifiuto,
critica o giudizio, infatti, finisce per provocare una restrizione del campo di consapevolezza. Non riusciamo a rimanere a lungo consapevoli dei nostri aspetti negativi
se non attraverso il filtro dell'accettazione incondizionata, del perdono e della compassione verso di se. Il tema dell'accettazione , quindi, inevitabilmente e strettamente connesso con quello del sostegno agli aspetti positivi di compassione, benevolenza e perdono nei confronti di se stessi e degli altri. Aspetti che sappiamo essere
connessi con la pratica della meditazione. Questo comporta la rinuncia a qualsiasi
aspetto direttamente trasformativo degli aspetti negativi. Una rinuncia che comporta una piccola rivoluzione terapeutica: non la manipolazione e l'attacco diretto al
sintomo quello che guida il processo di cambiamento. E' piuttosto il riconoscere
l'esistenza di un tratto che necessita di quel profondo amore e accettazione che gli
stato originariamente negato e che ha prodotto una sorta di scissione interna alla
nostra personalit.
Il paradosso centrale del processo di cambiamento propri qui: abbandonando il
desiderio di essere qualcosa di diverso da ci che
siamo, sperimentiamo il cambiamento. Un
compito importante della terapia mindfulness
based consiste nell'aiutare i pazienti ad abbandonare i loro tentativi di manipolazione di s
per muoversi verso l'accettazione.
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lontane nella storia della clinica. Gi nel 1941 Fenichel affermava.<<L'analisi deve
sempre procedere secondo il livello che in quel momento accessibile all'io. Quando una interpretazione non ha efficacia ci si chiede spesso:"Come avrei potuto dare un'interpretazione pi profonda?" Spesso per il problema andrebbe posto in
maniera pi corretta:"Come avrei potuto interpretare in maniera pi superficiale?">>(Fenichel, 1941,41). Prima ancora Reich (1934), attraverso l'analisi del carattere, aveva avanzato l'ipotesi che le resistenze costituissero una protezione contro il
pericolo psichico, fornendo al terapeuta informazioni essenziali rispetto al modo di
funzionare nella realt del paziente. Questo significa che la resistenza una parte
del s con la quale essenziale imparare a collaborare e ad allearsi.
In questo senso il paziente va aiutato ad assumersi non la responsabilit del cambiamento ma la responsabilit delle proprie azioni, ossia sperimentare le azioni
consuete come qualcosa di scelto e voluto. Perch questo sia possibile necessario
che il paziente possa essere in grado di accettarsi nel momento e nel contesto della
relazione con il terapeuta. Una accettazione che deve essere bipersonale.
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Il programma di cura
Il programma prevede un incontro iniziale per la conoscenza dei partecipanti
e per dare loro informazioni circa il metodo di apprendimento delle abilit e la
pratica della meditazione. E molto importante, infatti, valutare e sostenere la
motivazione di ciascun partecipante poich la pratica pu essere vista come
un grave sforzo da compiere piuttosto che come il piacere di dedicare tempo
a se stessi. Motivare le persone alla pratica spesso una vera sfida. Molte
delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare sono infatti
incapaci di frequentare delle terapie di gruppo senza lincoraggiamento di
uno psicoterapeuta. La motivazione e la reale convinzione del conduttore
permettono ai partecipanti di acquisire la fiducia necessaria per intraprendere questo percorso di cura. Gli incontri successivi (venti incontri di due ore a
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cadenza settimanale) sono orientati allapprendimento delle abilit di regolazione delle emozioni, di tolleranza al dolore/angoscia e di pratica della
Mindfull Eating.Il panorama di riferimento la DBT standard, secondo cui la
regolazione emotiva adattiva richiede labilit di denominare , di monitorare e
di codificare le reazioni emotive, compresa labilit di accettare e tollerare le
esperienze emotive quando queste non possono, a breve termine, essere
modificate (Linehan, 2006).
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chiare fin da subito, limite questo della terapia individuale e causa spesso di
improvvisi drop-out per questo tipo di pazienti.
Rispecchiamento ed emozioni
Il rispecchiamento nel gruppo permette alle pazienti di vivere una esperienza
riparatoria del mal riuscito rispecchiamento con il care-giver nellinfanzia, di
dare un nome alle emozioni che sentono e trovare nuovi strumenti condivisi
per gestirle senza che queste sfocino in unabbuffata. Il discontrollo emotivo
e il discontrollo alimentare viaggiano su due binari paralleli nelle Bulimie e nei
Binge Eating Disorders, e sono accumunati da un vuoto senza nome che
provoca ansia e angoscia, da riempire con il cibo e labbuffata il pi in fretta
possibile. Il gruppo, la psicoterapia di gruppo ed il lavoro sulle abilit di
Mindfulness diventano gli strumenti per rinunciare alle abbuffate mediante
lacquisizione di nuove capacit nella gestione delle emozioni dolorose tramite una graduale sperimentazione di nuove strategie ed una riscoperta di
s.
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nella saggezza collettiva e lasciarsi andare alle intuizioni del gruppo, che ha
occhi, mani e cuore..molto pi grandi di quelli dei singoli partecipanti.
Sangha una parola in sanscrito che significa comunit spirituale e si riferisce ad uno dei tre pilastri dellinsegnamento e della filosofia buddista. Infatti, auspicabile per coloro che meditano poterlo fare anche allinterno di un
gruppo. Come dice Thich Nhat Hanh, Se non lo abbiamo, dovremmo impiegare il nostro tempo e la nostra energia per crearne uno (1994).
a cura di Silvana Nozzolillo
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Fare contatto
La strategia di evitamento una delle pi frequenti nella depressione e questo avviene essenzialmente per la profonda sensazione di abbandono e di
perdita del contatto con gli altri che laccompagna.
Il tentativo portato avanti nellesperienza mindful proprio quello di offrire un
senso di sicurezza e intimit emotiva che sostenga il paziente a mutare la
propria posizione di ritiro in una posizione di contatto. Come psicoterapeuti
lesperienza e la pratica della mindfulness ci aiutano ad aprire gli occhi e il
cuore alla mancanza di vitalit che accompagna la depressione, sostenendo
la capacit di sintonizzazione con lesperienza che affronta la persona depressa. Offrire la propria disponibilit ad esplorare il punto in cui il paziente si
ritira ed inizia la propria strategia di evitamento, fornisce il segno della nostra
disponibilit al contatto e alla presenza e la preziosit di ogni momento di incontro.
Il dolore e
la sofferenza
Dolore e
sofferenza
sono sempre presenti
nel trattamento della
depressione. Il dolore
inevitabile
ed allorigine della depressione mentre la sofferenza ci che il paziente incontra
quando si apre alla elaborazione della paura e del rimpianto. I dettagli di
questa sofferenza sono cruciali sia perch ogni storia depressiva unica sia
perch, anche se la mindfulness si volge verso il dolore, necessario che la
sua pratica comporti un alleviare la sofferenza che laccompagna.
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