FABRIZIO B ROCCOLINI
G IOVANNI C IMINARI
G IOVANNI P ICCIANO
Gli apparati SDH costituiscono forse uno dei primi esempi di nuove tecnologie per le
telecomunicazioni che, grazie soprattutto allelevato contenuto di software in esse presente, offrono agli operatori enormi potenzialit sia in termini di controllo delle funzionalit e delle prestazioni della rete sia in termini di nuovi servizi che possono essere offerti.
Gli aspetti di gestione di queste nuove tecnologie sono quindi tra i fattori chiave per rendere massimi i vantaggi che possono derivare dalla loro introduzione in rete.
Il presente articolo fornisce un quadro generale delle funzioni di gestione offerte dagli
apparati SDH, con particolare riferimento a quanto stato standardizzato a livello
internazionale allo scopo di consentire una gestione integrata di reti SDH multivendor,
costituite cio con apparati di costruttori differenti.
Questo articolo costituisce inoltre unintroduzione propedeutica al secondo articolo
sulla gestione SDH presente in questo numero, che invece dedicato allillustrazione
del sistema multivendor fatto sviluppare da Telecom Italia per la gestione della propria rete SDH.
1. Introduzione
I vantaggi che caratterizzano a livello di gestione
la nuova tecnologia di trasmissione sincrona, SDH
(Synchronous Digital Hierarchy), rispetto alla precedente tecnologia plesiocrona, PDH (Plesiochronous
Digital Hierarchy), possono essere sintetizzati in tre
punti principali: in primo luogo tutti gli apparati
SDH hanno integrate le funzioni che consentono la
configurazione, la supervisione e la raccolta dei dati
di qualit della rete da un punto di controllo centralizzato. In secondo luogo la remotizzazione del
controllo della rete SDH non richiede necessariamente lo sviluppo di una rete dedicata per le comunicazioni tra gli apparati ed i sistemi di gestione, in
quanto il trasporto dei comandi di gestione pu
avvenire sulla stessa rete SDH, negli appositi canali
della trama, indicati come DCC (Data Communication
Channel) della trama riservati a questo scopo. Infine,
la standardizzazione delle funzioni degli apparati
SDH rende possibile la gestione integrata di reti
multivendor, realizzate cio da apparati di diversi
costruttori.
Il presente articolo fornisce un quadro generale
delle funzioni di gestione offerte dagli apparati SDH,
con particolare riferimento a quanto standardizzato
nelle pi recenti normative internazionali.
Esso contiene innanzitutto una introduzione allarchitettura della rete di gestione SDH e ai principi
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Figura 1
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Figura 2
61
62
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Figura 3
64
Figura 4
MODELLO A
STRATI DI UN
COLLEGAMENTO
A 2 MBIT/S
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Allo strato fisico sono associate due classi principali di oggetti di trasporto: Optical Synchronous
Physical Interface (Interfacce Fisiche Sincrone di tipo
Ottico) e Electrical Synchronous Physical Interface (Interfacce Fisiche Sincrone di tipo
Elettrico).
In particolare, la classe
Optical Synchronous Physical
Inter face (opticalSPITTP)
rappresenta le interfacce
sincrone ottiche dellapparato SDH, nelle quali effettuata la conversione fra il
segnale ottico della linea ed i
segnali elettrici interni
dellapparato. Lattributo
stmLevel fornisce il livello
gerarchico dellinterfaccia
(STM-1, STM-4, STM-16),
lattributo opticalReach d la
lunghezza della tratta di rigenerazione e lattributo opticalWavelength indica la
lunghezza donda utilizzata.
In caso di assenza del
segnale ottico allingresso
dellinterfaccia, loggetto
optical SPITTP che la rappresenta invia allOS lallarme di
Figura 5
Oggetti del frammento di trasporto e funzioni dellarchitettura indicata
mancanza di segnale, LOS
nella Raccomandazione ITU-T G803.
(Loss Of Signal), mentre nel
caso di rottura del laser
rappresentare. Una suddivisione importante quella
emette lallarme TF (Transmit Fail).
tra le relazioni tra oggetti che si trovano allinterno
La classe, Electrical Synchronous Physical Interface
di uno stesso apparato e quelle tra oggetti che appar(electricalSPITTP) rappresenta, invece, le interfacce
tengono ad apparati differenti. Questa suddivisione
sincrone elettriche dellapparato SDH, nelle quali
segna infatti il confine tra la gestione di apparato e
effettuata la conversione fra il segnale sincrono di
quella di rete.
linea e quelli interni allapparato. Lattributo
Il modello di trasporto per lSDH stato ottenuto
stmLevel fornisce il livello gerarchico dellinterfaccia
generando, a partire dalle classi generiche di CTP e
(STM-1, STM-4, STM-16). In caso di mancanza del
TTP della Raccomandazione ITU-T M.3100, le sottosegnale di linea sullingresso dellinterfaccia loggetto
classi di CTP e TTP specializzate per ogni strato di
electricalSPITTP che la rappresenta emette lallarme
rete SDH.
di mancanza di segnale, LOS.
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Figura 6
Le classi di oggetti descritte di seguito, rappresentano le funzioni di trasporto associate agli strati di
path di ordine superiore, HOP (Higher Order Path), e
di ordine inferiore LOP (Lower Order Path).
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mismatch, quando il valore del byte C2 ricevuto differisce da quello atteso (contenuto nellattributo C2
signal label expected); LOM (Loss Of Multiframe),
quando il payload del VC richiede unindicazione di
multi-trama ma linformazione del byte H4 non
risulta corretta; FERF, quando nel byte G1 del
segnale ricevuto viene rilevata una condizione di
terminale remoto in allarme. Gli oggetti vcnTTP (con
n=11, 12 , 2) relativi a path LOP rilevano e segnalano
le seguenti condizioni di allarme: path trace mismatch,
quando il valore del byte J2 ricevuto differisce da
quello atteso (contenuto nellattributo J2 path trace
expected); signal label mismatch, quando il valore della
signal label contenuta nel byte V5 ricevuto differisce
da quello atteso (contenuto nellattributo V5 signal
label expected); FERF, quando nel byte V5 del segnale
ricevuto viene rilevata una condizione di terminale
remoto allarmato.
La classe Virtual Container-n User Channel CTP
(vcnUserChannelCTP con n= 3, 4) rappresenta le
funzioni di inserimento e di estrazione del byte F2
(servizi di utente) del POH del VC3 o del VC4
Gli oggetti della classe Path Adaptation CTP
(pnCTP con n= 11, 12, 2, 3, 4) rappresentano le
funzioni di adattamento di un flusso PDH (ad
esempio un flusso in accordo con la Raccomandazione
ITU-T G.702 [8] a 2 Mbit/s) per il trasporto mediante
un VC SDH.
Infine, allo strato di path sono associate la classe
Tributary Unit-n CTP (tunCTP con n= 11, 12, 2, 3),
che rappresenta il punto di terminazione di una
connessione dello strato di path di ordine inferiore
(LOP), e la classe Tributary Unit Group-n (TUG-n con
n= 2, 3), che deriva dalla classe adattatore indiretto e
rappresenta i gruppi omogenei di unit tributarie,
TU (Tributary Unit), previsti per la multiplazione dei
path LOP in un path HOP (VC4). In particolare, un
TUG-3 pu contenere o un TU3 (tu3CTP) o sette
TUG-2; un TUG-2 a sua volta pu contenere o un
TU2 (tu2CTP) o tre TU12 (tu12CTP) o quattro TU11
(tu11CTP).
3.2 Il frammento di riconfigurazione della capacit utile
trasportata (payload)
Questo frammento costituito da classi di oggetti,
derivate dalle corrispondenti classi del frammento di
trasporto, che prevedono alcuni appositi comandi
(azioni) per permettere allOS di modificare il
payload SDH.
Le nuove classi di oggetti definite da questo frammento e le azioni di modifica del payload associate
sono:
modifiableAug: defineAugStructure (definisce la
struttura dellAUG)
modifiableTugn (n=2,3): defineTugnStructure (definisce la struttura del TUG-n)
modifiableVCn (n=3,4): defineVCnStructure (definisce la struttura dei VC-4 e VC-3)
modifiableVCn (n=11, 12, 2): defineClientType
(definisce la struttura dei VC-11, VC-12 e VC-2)
Mediante il comando defineTug3Structure lOS pu
richiedere, ad esempio, di riconfigurare la struttura di
un modifiableTug3 dal trasporto di un singolo TU3 al
Figura 7
69
Le principali classi del frammento di permutazione sono rappresentate dalle classi Fabric, CrossConnection e MultipointcrossConnection.
La classe Fabric, in particolare, rappresenta la
funzione di gestione delle permutazioni della
matrice di un apparato; essa svolge particolari azioni
che consentono allOS di comandare linstaurazione
o il rilascio di permutazioni tra i punti di terminazione dellapparato.
Le classi CrossConnection e MultipointcrossConnection invece rappresentano, rispettivamente, permutazioni punto-punto e permutazioni punto-multipunto
descrivendo lassociazione tra i punti di terminazione
oggetto delle stesse permutazioni.
3.5 Frammento di protezione
Le classi di oggetti contenute in questo frammento consentono di descrivere e gestire tutte le
opportunit di protezione offerte da un apparato
SDH, ossia la protezione delle singole unit hardware
che lo compongono (Equipment Protection) e la protezione dei flussi trasmissivi SDH, sia a livello di
sezione, MSP (Multiplex Section Protection), sia a livello
di path, SNCP (Subnetwork Connection Protection).
Il modello di protezione stato definito a partire
da uno schema di protezione generico dal quale sono
state poi derivate le classi di oggetti specializzate per
le varie esigenze di protezione.
Un generico schema di protezione rappresentato
mediante le due classi di oggetti Gruppo di protezione
e Unit di protezione.
La classe Gruppo di protezione (ProtectionGroup)
rappresenta la funzione di protezione che mette in
relazione le unit da proteggere (protected units) e le
unit con funzioni di protezione (protecting units). Le
caratteristiche del tipo di protezione sono definite
mediante i tre attributi fondamentali: protectionGroupType, revertive e waitToRestoreTime.
In particolare, lattributo protectionGroupType pu
assumere il valore 1+1 (il gruppo di protezione in
questo caso costituito da ununit da proteggere e
da unaltra con funzioni di protezione) o m:n (nel
caso in cui il gruppo di protezione costituito da n
unit da proteggere e m unit con funzioni di protezione).
Lattributo revertive invece un boolean che indica
se lo scambio o no reversibile (cio se stato o no
predisposto il ritorno automatico sullunit da proteggere dopo la riparazione del guasto che ha causato lo
scambio sullunit con funzione di protezione).
Lattributo waitToRestoreTime consente, infine, per
gli scambi reversibili, di programmare, il tempo
atteso, dal rientro del guasto, al momento del ripristino dello stato di protezione iniziale.
La classe Gruppo di Protezione invia spontaneamente allOS le notifiche degli scambi avvenuti e pu
anche ricevere comandi di controllo degli scambi
dallOS (comandi di scambio manuale, scambio
forzato e blocco dello scambio).
Gli oggetti appartenenti alla seconda classe,
Unit di Protezione (ProtectionUnit), sono contenuti
in un gruppo di protezione e rappresentano sia le
unit da proteggere sia quelle con funzione di
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protezione. Questo modello pu essere direttamente impiegato per rappresentare gli schemi di
protezione delle singole unit di apparato e quelli
delle sorgenti di sincronismo per il generatore di
temporizzazione interno allapparato SDH.
Per le protezioni dei flussi trasmissivi SDH sono
state invece definite classi specializzate.
3.5.1 Protezione di Sezione di Multiplazione
(Multiplex Section Protection)
Per le sezioni di multiplazione SDH sono previsti,
come si gi detto, due differenti schemi di protezione denominati rispettivamente protezione del tipo
1+1 e protezione del tipo 1:n.
La prima protezione realizzata in modo che il
segnale sia trasportato contemporaneamente sia sul
canale principale che sul canale di protezione,
mentre, la protezione di tipo 1:n implica che n segnali
condividano un unico canale di protezione.
Le due classi del modello delle protezioni MSP
SDH (Multiplex Section Protection SDH) sono state ottenute specializzando le classi corrispondenti del
modello di protezione generico.
La classe Gruppo di Protezione di Sezione di Multiplazione SDH (sdhMSProtectionGroup), rispetto alla
generica classe Gruppo di Protezione (protectionGroup)
da cui deriva, caratterizzata da alcuni attributi specifici SDH quali ad esempio lattributo protectionSwitchMode che specifica se la protezione del tipo uni o
bidirezionale e lattributo protectionMismatchStatus
che, nel caso di utilizzo del protocollo per la protezione automatica APS (Automatic Protection System),
segnala eventuali incongruenze sul tipo di protezione
presenti ai due estremi della sezione.
La classe di oggetti Unit di Protezione di Sezione di
Multiplazione SDH (sdhMSProtectionUnit), rispetto alla
corrispondente classe generica Unit di Protezione
(protectionUnit), , infine, caratterizzata da alcuni attributi specifici: channelNumber (numero di identificazione del canale allinterno di un gruppo di protezione 1:n e pu assumere valori interi tra 0 e 15),
sdhPriority (indica la priorit di protezione del canale
in caso di protezione 1:n), extraTrafficControl ( utilizzato per abilitare il canale di protezione al trasporto di
extra traffico).
3.5.2 Protezione di connessione di sottorete
(Subnetwork Connection Protection)
Questo frammento consente di descrivere
subnetwork connection (connessioni di sottorete)
oppure permutazioni protette del livello di path. Le
principali classi di questo frammento, come quelle
della MSP, sono derivate per specializzazione da
quelle del modello di protezione generico: ConnectionProtectionGroup da ProtectionGroup e ConnectionProtection da ProtectionUnit. Per le connessioni punto-multipunto protette stata anche aggiunta la classe mpConnectionProtection.
Dalla classe Fabric del frammento di permutazione stata infine derivata la classe Sncpfabric che
fornisce le funzioni per costituire o disconnettere
permutazioni protette.
MISURE DI QUALIT
In ogni punto di misura i dati prestazionali sono ricavati dal segnale in ricezione. Le
informazioni cosiddette di near-end sono ricavate misurando le violazioni dei bit di
parit del segnale ricevuto, mentre le informazioni di far-end sono ricavate dalla
lettura dell'apposito byte che riporta i risultati delle misue effettuate nell'altra direzione del collegamento dall'apparato posto all'altro estremo.
Per un trail bidirezionale da A a Z:
a) nel nodo A le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A, mentre le informazioni di far-end rappresentano le prestazioni
del trail unidirezionale da A a Z;
b) nel nodo Z le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del trail
unidirezionali da A a Z, mentre le informazioni di far-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A;
c) su uno dei nodi intermedi (I)
nella direzione da A a I le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del segmento di trail unidirezionale da A a I, mentre le informazioni di
far-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A;
nella direzione da Z a I le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del segmento di trail unidirezionale da Z a I, mentre le informazioni di farend rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da A a Z.
Su entrambi i
nodi terminali
(A o Z) quindi
le prestazioni
relative alle
due direzioni
del trail sono
fornite dalle
informazioni
di near end e
di far end,
mentre su uno
qualunque dei
nodi intermedi
(I) attraversati
dal trail le
prestazioni
Punti di raccolta delle misure di near-end e far-end.
relative alle
due direzioni
sono fornite dalle informazioni di far end relative al segnale A-Z e dalle informazioni
di far end relative al segnale Z-A.
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HystoryData la classe generica dalla quale derivano tutte le sottoclassi specializzate per ogni strato
SDH. Gli oggetti HystoryData rappresentano i registri recenti utilizzati per memorizzare i valori dei
parametri di prestazione al termine di un intervallo
di misura. Gli attributi che rappresentano i parametri
di prestazione sono una copia esatta degli attributi
del corrispondente oggetto sdhCurrentData. Lattributo periodEndTime utilizzato per indicare listante
di tempo a cui si riferiscono i valori dei parametri di
prestazione.
3.7 I frammenti di supporto e degli oggetti generici
Il frammento di supporto include quattro principali classi di oggetti che rappresentano, tra laltro, le
funzioni di alimentazione, sincronizzazione e configurazione tramite accessi locali di un apparato SDH.
In particolare, le classi PowerSupply e TimingGenerator rappresentano rispettivamente le funzioni
di alimentazione e quelle di selezione delle
sorgenti di sincronizzazione dellapparato. Per
rappresentare le possibili opzioni previste per la
configurazione delle sorgenti di sincronismo si
utilizza il meccanismo di protezione 1:n gi
descritto nel frammento di protezione.
La classe ExternalPoint invece utilizzata per il
controllo di dispositivi che forniscono informazioni
relative allambiente esterno quali ad esempio
sensori antincendio.
La classe LocalAccessControl invece utilizzata
per consentire allOS di controllare gli accessi allarchivio delle informazioni delle risorse gestiste, MIB
(Management Information Base), del Network
Element tramite un terminale locale (craft terminal).
Il frammento degli oggetti generici raccoglie
infine le classi di oggetti non specifiche per la
gestione SDH ma necessarie per la gestione di una
qualunque rete di telecomunicazione. Le classi di
questo frammento rappresentano principalmente le
attivit di logging (memorizzazione) e di reporting
(inoltro verso il sistema di gestione) delle notifiche
e quindi degli allarmi o di altre segnalazioni spontanee generate dagli oggetti gestiti.
4. Conclusioni
SDH e ATM sono le prime tecnologie di telecomunicazione per le quali si pervenuti alla definizione quasi completa di uno standard di gestione
conforme ai principi della TMN (Telecommunication
Management Network).
Questo sforzo di normalizzazione non si
tuttavia subito tradotto nella disponibilit sul
mercato di prodotti commerciali rispondenti a questi
standard, che consentano una gestione integrata di
reti multivendor, costituite, cio, con apparati forniti
da costruttori differenti.
I motivi del ritardo finora registrato sono molteplici e in parte possono essere spiegati anzitutto con
la lentezza nella definizione degli standard di
gestione, che sempre a valle della normalizzazione
delle funzioni oggetto della gestione. Le societ
manifatturiere preferiscono quindi rendere disponibile in anticipo nuove funzioni ricorrendo per la
gestione - in assenza di uno standard completamente
definito - a prime realizzazioni di tipo proprietario.
In secondo luogo, i protocolli OSI, adottati
nellambito della TMN, risultano piuttosto
complessi e onerosi e richiedono capacit elaborative
che non sempre sono facilmente disponibili sulle
singole unit di controllo di tutte le tipologie di
apparati.
Gli standard OSI sono stati poi impiegati quasi
esclusivamente dal mondo delle telecomunicazioni;
mentre nel pi ampio e diffuso mercato delle reti di
calcolatori di fatto si sono affermati gli standard
Internet (pila TCP/IP e protocollo SNMP per la
gestione). La condivisione di una piattaforma di
gestione comune tra questi due mondi avrebbe sicuramente portato a vantaggi sensibili grazie alla possibilit di realizzare maggiori economie di scala.
La maggior parte dei prodotti commerciali oggi
disponibili per la gestione SDH sono infine dei
puri gestori di apparato (OS con funzioni di EM) o
solo dei sistemi di gestione di sottorete (ad esempio
di anelli), mentre mancano degli effettivi sistemi di
gestione di rete.
Del resto anche a livello normativo la maggior
parte dellattivit di standardizzazione svolta inizialmente stata dedicata alla gestione di apparato
(interfaccia EM-NE), mentre la normalizzazione
della gestione di rete stata avviata solo successivamente.
Tuttavia, man mano che lintroduzione in rete di
apparati SDH si diffonde, cresce sempre pi, soprattutto presso i gestori delle reti pubbliche di telecomunicazione, linteresse per soluzioni di gestione in
grado di integrare il controllo di reti costituite da
apparati di pi fornitori di sistemi.
A tale scopo sono in corso diversi tentativi per
realizzare architetture di gestione che - pur partendo
da apparati non conformi agli standard e che richiedono perci un primo livello di OS con funzioni di
gestione di apparato (EM) di marca - punti ad ununificazione delle funzioni di gestione di rete (NM),
spostando il livello di integrazione dallinterfaccia
EM-NE (Q3en) allinterfaccia NM-EM (Q3ne) o
allinterfaccia tra due livelli di NM (Q3nn), e quindi
ad esempio tra un primo livello di gestione di rete
regionale ed un secondo di rete nazionale.
Telecom Italia, ha fin dallinizio optato per una
rete SDH multivendor: allo scopo di ottenere una
gestione integrata, ha scelto, come chiarito pi in
particolare in [12], di sviluppare un proprio sistema
di gestione di rete unificato (SGSDH-NM) basato su
uninterfaccia NM-EM (Q3ne) normalizzata dalla
stessa Telecom Italia e di prescrivere quindi come
requisito essenziale per laccettazione di un nuovo
fornitore la possibilit di integrare lOS di marca
(con funzioni di EM) con lOS di rete unificato
(SGSDH-NM) attraverso linterfaccia Q3ne normalizzata.
Il modello informativo adottato da Telecom Italia
per tale interfaccia stato definito, a partire dal
modello standard ([2] e [3]) descritto in questo articolo, apportando solo alcune modifiche, per tenere
conto delle semplificazioni possibili nella rappresentazione dellapparato SDH al livello NM rispetto al
livello EM.
ASN.1
ADM
AP
AIS
AU
AUG
BBE
BER
BM
CMIP
73
RS
RSOH
SDH
SES
SM
SMN
SMS
SOH
SNCP
SPITTP
TCP
TF
TM
TMN
TP
TTP
TUG
UAS
VC
Regenerator Section
Regenerator Section OverHead
Synchronous Digital Hierarchy
Severely Errored Seconds
Service Management
SDH Management Network
SDH Management Sub-network
Section OverHead
Sub-Network Connection Point
Synchronous Physical Interface Trail
Termination Point
Terminating Connection Point
Transmit Fail
Terminal Multiplexer
Telecommunication Management Network
Termination point
Trail Termination Point
Tributary Unit Group
UnAvailable Seconds
Virtual Container
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