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Autore Messaggio
zusepe.ruju Inviato: Mer Mar 10, 2010 11:20 am Oggetto: Petrolchimico di Augusta Condanna dalla Corte Ue
Tesoriere Regione SS
La Corte europea di giustizia ha sentenziato che le imprese del territorio si possono considerare
presunte responsabili dell'inquinamento nell'area del petrolchimico Augusta-Priolo-Melilli. Soddisfatta
Legambiente: «Sentenza utile a sbloccare il risanamento ambientale in Italia»
Registrato: 21/06/07 07:33 Le imprese che hanno operato nel polo petrolchimico Augusta-Priolo-Melilli, in provincia di Siracusa,
Messaggi: 1467 dovranno pagare per i danni ambientali arrecati all'area. Secondo una sentenza della Corte Ue di
Residenza: Tàtari
giustizia "gli operatori che hanno impianti limitrofi a una zona inquinata possono essere considerati
presunti responsabili dell'inquinamento". La Corte si è pronunciata dopo essere stata investita dal Tar
della Sicilia che dovrà decidere su alcuni ricorsi presentati da Erg, Eni, Polimeri Europa, Syndial contro
alcuni provvedimenti che le obbligano ad adottare misure per la riparazione del danno ambientale nella
zona di Priolo accollandosene gli oneri finanziari.
Nella sentenza la Corte europea giunge alla conclusione che "la direttiva sulla responsabilità ambientale
non osta a una normativa nazionale che consente all'autorità competente di presumere l'esistenza di un
nesso di causalità tra determinati operatori e un inquinamento accertato, e ciò in base alla vicinanza dei
loro impianti alla zona inquinata". E l'autorità "dovrà disporre di indizi plausibili in grado di dare
fondamento alla sua presunzione, quali la vicinanza dell'impianto dell'operatore all'inquinamento
accertato e la corrispondenza tra le sostanze inquinanti ritrovate e i componenti impiegati da detto
operatore nell'esercizio della sua attività".
Legambiente esprime soddisfazione per la sentenza interpretativa, che chiarisce che gli operatori del
polo petrolchimico possono essere considerati responsabili dell’inquinamento dei suoli e della rada di
Augusta anche se non hanno commesso illeciti. L’associazione ambientalista ritiene la pronuncia “molto
utile a sbloccare il risanamento ambientale delle 57 aree più inquinate d’Italia, gestite dal 1998 in modo
del tutto inefficiente dal ministero dell’Ambiente con il Programma nazionale di bonifica, oltre alle
migliaia di siti locali inquinati la cui bonifica compete a Regioni e Comuni”.
Quella della bonifica della rada di Augusta è considerato dalle associazioni ambientaliste la madre di
tutte le battaglie per il risanamento della zona industriale Siracusana. Sui fondali di quel tratto di mare
si sono accumulati diversi milioni di tonnellate di rifiuti inquinanti in oltre cinquant'anni di attività delle
aziende che hanno fatto del polo petrolchimico a partire dalla fine degli anni '50 del secolo scorso una
delle aree a maggiore densita' di impianti di industria 'pesante'. “Tra l’inefficienza del ministero e il
rimpallo delle responsabilità tra le aziende – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di
Legambiente – a pagare le conseguenze, anche sanitarie, è sempre il ‘popolo inquinato’, come
dimostrano numerosi studi epidemiologici realizzati da Oms, Istituto Superiore di Sanità, Cnr e
Osservatori regionali. La responsabilità sociale delle aziende si misura anche sulla loro disponibilità a
intervenire con tempi certi e adeguate risorse umane ed economiche per il risanamento ambientale”.
1 of 2 13/03/2010 20.23
iRS - Repùbrica de Sardigna :: Leggi argomento - Petrolchimico di Aug... http://www.irs.sr/forum/viewtopic.php?p=67608&sid=c5f646db010d8...
Il Tar etneo sospese l'efficacia del provvedimento della conferenza dei servizi accogliendo le ragioni alle
aziende ricorrenti. Successivamente, però, il Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo ripristinò
l'efficacia dell'obbligo della bonifica a cura delle aziende dell'area industriale siracusana. La vicenda
intanto era finita anche all'esame della Corte Ue alla quale la magistratura amministrativa siciliana si
era rivolta perché fissasse una sorta di "indirizzo" che oggi si é concretizzato nella riaffermazione del
principio "chi inquina paga". Un principio che adesso potrà essere applicato nelle decisioni future dei
giudici amministrativi siciliani sulla specifica questione.
http://www.lanuovaecologia.it/view.php?id=11560&contenuto=Notizia
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2 of 2 13/03/2010 20.23