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Agustin Coulomb

Prima memoria sullelettricit e sul magnetismo


Costruzione e uso d'una bilancia elettrica, fondata sulla propriet dei fili di metallo d'avere una
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forza di reazione di torsione proporzionale all'angolo di torsione .
Determinazione sperimentale della legge secondo cui gli elementi dei corpi carichi del medesimo
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genere di elettricit si respingono mutuamente .
In una memoria presentata all'Accademia nel 1784, ho sperimentalmente determinato le leggi
della forza di torsione di un filo di metallo, e ho trovato che questa forza direttamente
proporzionale all'angolo di torsione, alla quarta potenza del diametro del filo di sospensione ed
inversamente proporzionale alla sua lunghezza; il tutto moltiplicato per un coefficiente costante
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che dipende dalla natura del metallo e che si pu facilmente determinare sperimentalmente .
Ho mostrato nella medesima memoria, che per mezzo di questa forza di torsione possibile
misurare con precisione delle forze assai deboli come, ad esempio, un decimillesimo di grain.
Ho presentato nella medesima memoria una prima applicazione di questa teoria, cercando di
valutare la forza costante dovuta all'aderenza nella formula che d l'attrito sulla superficie di un
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solido in moto in un fluido .
Oggi presento all'Accademia una bilancia elettrica costruita secondo gli stessi principi: essa
misura con la massima esattezza lo stato e la forza elettrica d'un corpo, per quanto debole sia la
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sua carica .

In questo sottotitolo Coulomb precisa come il suo approccio allo studio dell'elettricit e del magnetismo sia di tipo
tecnico, ingegneristico; l'oggetto su cui viene focalizzata la nostra attenzione uno strumento: la bilancia elettrica,
della cui costruzione ed uso ci aspettiamo ci vengano dati nell'articolo tutti i ragguagli.
Per di pi Coulomb si richiama alla legge da lui trovata nei precedenti lavori sulla resistenza dei materiali,
sottolineando cos la continuit con le sue ricerche d'ingegneria, che non bisogna dimenticare gli sono valse
l'ammissione all'Accademia.
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Il titolo del primo paragrafo assai importante perch in esso possiamo riconoscere alcuni termini sintomatici, che ci
permettono di asserire che scopo del lavoro di Coulomb far rientrare lo studio dell'elettricit entro gli schemi della
fisica newtoniana. Infatti Coulomb vuole determinare sperimentalmente una legge, cio una relazione matematica tra
grandezze misurabili, e non si interessa minimamente della "natura" dell'elettricit, come la pi parte dei suoi
contemporanei.
Questa legge deve regolare l'interazione tra gli elementi dei corpi carichi: ed ecco i corpuscoli newtoniani centri
elementari di forza, nei cui termini viene considerata scomposta l'azione tra corpi macroscopici. L'azione reciproca di
tipo repulsivo e rientra nello schema di forze centrali tipico anch'esso dello schema concettuale newtoniano.
Notiamo come Coulomb dia per scontata l'esistenza di due tipi di elettricit con il loro caratteristico comportamento
di repulsione tra eguali e di attrazione tra diversi, senza minimamente problematizzarla e senza cercare di proporre
modelli esplicativi
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Si riferisce alla memoria del 1784 dal titolo: Recherches thoriques et exprimentales sur la force de torsion et sur
l'elasticit des fils de mtal; riporta quindi la legge l trovata sulla forza di torsione che in simboli risulta:

dove q l'angolo di torsione, d il diametro del filo, l la lunghezza del filo e k un coefficiente che dipende dal tipo di
materiale. Il solo aspetto di questa legge che verr usato in questa memoria la dipendenza lineare di F da q . Val la
pena di far notare il non uso della scrittura algebrica pure ben conosciuta, nella formulazione della legge, sia come
osservazione sui mutamenti del linguaggio scientifico, sia per far rilevare il "vantaggio" di questa notazione.
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Coulomb fornisce una stima della sensibilit del suo strumento.
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Coulomb presenta ora la bilancia elettrica costruita in base ai principi gi sperimentati, come capace di misurare non
solo la forza, ma anche lo "stato elettrico" di un corpo; anche se non precisa il significato di "stato elettrico".

Costruzione della bilancia

Bench la pratica m'abbia insegnato che per eseguire in modo comodo diverse esperienze con
l'elettricit, bisogna correggere qualche difetto nella prima bilancia di questo genere che ho fatto
costruire, tuttavia, poich per intanto la sola di cui io mi sia servito, ve ne dar la descrizione,
con l'avvertenza che la sua forma e le sue dimensioni possono essere modificate a seconda
della natura degli esperimenti che si intendono eseguire. La prima figura rappresenta in
prospettiva la bilancia della quale vi specificher ora i dettagli.
Su di un cilindro di vetro ABCD di 12 pollici di diametro e di 12 pollici d'altezza viene posto un
piatto di vetro di 13 pollici di diametro, che ricopre completamente il vaso di vetro; in questo
piatto sono praticati due buchi di circa 20 linee di diametro, uno nel mezzo, in f, da cui s'innalza
un tubo di vetro di 24 pollici d'altezza; questo tubo cementato sul buco f, con del cemento in
uso per gli apparecchi elettrici: all'estremit superiore del tubo, in h, posto un micrometro di
torsione, che si vede in dettaglio nella Fig. 2.
Nella parte superiore, n.l, si trovano il bottone b e l'indice io, e la pinza di sospensione q; questo
pezzo entra nel buco del pezzo n.2: questo pezzo n.2 formato da un cerchio ab diviso in 360
gradi e da un tubo di rame che entra nel tubo H, n.3, saldato all'interno dell'estremit superiore
del tubo o dello stelo fh di vetro della Fig. 1.
La pinza q, (Fig. 2), n.l, ha pressappoco la forma dell'estremit d'un porta mine, che pu
stringersi per mezzo dell'anello q; nella pinza di questo portamine, che fissata l'estremit di
un filo d'argento molto fine; l'altra estremit del filo d'argento fissata (Fig. 3) in P, dalla pinza
d'un cilindro PO di rame o di ferro, il cui diametro non neppure una linea, e la cui estremit P
tagliata e forma una pinza che si chiude col corrente. Questo piccolo cilindro rigonfio e forato
in C per potervi far scorrere (Fig. 1 ) l'ago ag : necessario che il peso di questo cilindretto sia
sufficiente a tendere il filo d'argento senza romperlo. L'ago che si vede (Fig. l) in ag, sospeso
orizzontalmente pressappoco a mezza altezza del grande vaso che lo racchiude, formato o da
un filo di seta imbevuto di cera di Spagna, o da una paglia egualmente imbevuta di cera di
Spagna, e termina da q fino ad a, per una lunghezza di 18 linee con un filo cilindrico di gommalacca: all'estremit a di questo ago, c' una piccola sfera di sambuco di due o tre linee di
diametro; in g, vi un piccolo piano verticale di carta passato alla trementina, che serve da
contrappeso alla sfera a, e che rallenta le oscillazioni.
Abbiamo detto che il coperchio AC deve essere dotato di un secondo foro in m; dentro questo
secondo foro che si introduce un cilindretto mFt, la cui parte inferiore Ft di gomma-lacca; in t, vi
una sferetta anch'essa di sambuco; attorno al vaso, all'altezza dell'ago, si descrive un cerchio
zQ diviso in 360 gradi: per maggior semplicit, io mi servo di una striscia di carta divisa in 360
gradi, che incollo intorno al vaso, all'altezza dell'ago.
Per cominciare ad operare con questo strumento metto il coperchio e faccio corrispondere il foro
m pressappoco con la prima divisione, o col punto O del cerchio zoq tracciato sul vaso. Metto
l'indice oi del micrometro sul punto O o sulla prima divisione di questo micrometro; faccio quindi
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In questo paragrafo, vengono forniti i dettagli tecnici relativi alla costruzione della bilancia elettrica. L'importanza
attribuita a quest'aspetto chiara: in primo luogo il paragrafo pi lungo di tutto l'articolo e si richiama direttamente
al sottotitolo; vi poi una tale accuratezza nella descrizione di ogni parte sia per quanto riguarda le dimensioni che la
scelta dei materiali da parere fin eccessiva.
Vale la pena comunque di leggere queste pagine oltre che per completezza, anche per dare l'idea di una descrizione
rigorosa di uno strumento e per far risaltare il contrasto con la descrizione data dal manuale.
Un'ultima annotazione: quale senso attribuire ad una descrizione cos meticolosa quando, dal nostro punto di vista, il
risultato pi importante la legge che verr trovata usando la bilancia e non la bilancia in se stessa? Si pu dare un
senso ad una simile procedura pensando alla necessit di farsi credere, che domina la trasmissione di un nuovo
risultato da parte di uno scienziato alla comunit scientifica sua contemporanea. In questo caso l'ingegner Coulomb
non si accontenta delle sue riconosciute capacit tecniche, ma fornisce tutte le istruzioni perch chiunque possa
riprodurre il suo apparecchio, e dunque il suo esperimento, qualora lo volesse verificare. E come se Coulomb dicesse:
"Se non credi alle mie parole, puoi rifare tu stesso l'esperimento".

ruotare l'intero micrometro entro il tubo verticale h, fino a che guardando nella direzione indicata
dal filo verticale che sostiene l'ago, e dal centro della sfera, l'ago ag non si trovi a corrispondere
alla prima divisione del cerchio zoq. Introduco poi attraverso il foro m l'altra sfera t sospesa al filo
mFt, in modo che tocchi la sfera a, e che guardando nella direzione individuata dal centro del filo
di sospensione e dalla sfera t, si incontri la prima divisione O del cerchio zoq. La bilancia ora
pronta per tutte le operazioni; vi esporremo per esempio, come ce ne siamo serviti per
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determinare la legge fondamentale secondo cui i corpi carichi si respingono .
Legge fondamentale dell'elettricit
La forza repulsiva di due piccoli globi carichi con il medesimo tipo d'elettricit, inversamente
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proporzionale al quadrato della distanza tra i centri dei due globi .
Esperimento
Si elettrizza, Fig. 4 ,un piccolo conduttore che non altro che uno spillo con una grossa testa,
che viene isolato affondando la sua punta nell'estremit d'un bastone di cera di Spagna; si
introduce questo spillo nel foro m, e gli si fa toccare la sfera t, che a contatto con la sfera a :
tolto l'ago, le due sfere si trovano cariche del medesimo tipo di elettricit ed esse si respingono
mutuamente, ad una distanza che si misura guardando nella direzione individuata dal filo di
sospensione e dal centro della sfera a la divisione corrispondente del cerchio zoq : ruotando poi
l'indice del micrometro nel senso pno, si torce il filo di sospensione lp, e si produce una forza
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proporzionale all'angolo di torsione che tende ad avvicinare la sfera a alla t. Si osservano cos le
distanze a cui diversi angoli di torsione portano la sfera a verso la t, e confrontando le forze di
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torsione con le corrispondenti distanze tra le due sfere, si determina la legge di repulsione .
Qui presenter solamente qualche prova che facile a ripetersi e che metter immediatamente
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sotto i vostri occhi la legge di repulsione .

La determinazione della legge solo un esempio dell'uso della bilancia e delle sue possibilit, non , per lo meno
apparentemente, lo scopo principale del lavoro di Coulomb.
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Possiamo ripetere quanto detto a proposito del titolo del primo paragrafo (nota 2), giacch anche qui viene ribadito
come l'ambito concettuale del lavoro di Coulomb sia newtoniano. In primo luogo le grandezze determinanti la legge
fondamentale sono la forza e la distanza; questa poi misurata non a caso tra i centri di due globi, che per la loro
particolarissima simmetria semplificano la forma della forza d'interazione, se questa di tipo newtoniano, come
appunto viene immediatamente dopo precisato, preannunciando la dipendenza dall'inverso del quadrato della
distanza.
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Prima fase dell'esperienza: la carica dei corpi.
Coulomb pone a contatto un piccolo conduttore (Fig.4) che evidentemente stato caricato in precedenza, con le due
sfere a e t della bilancia che risulteranno cos cariche dello stesso segno.
Coulomb non si cura di precisare alcunch riguardo la quantit di carica n per quanto riguarda la grandezza
complessiva, n la sua distribuzione tra i due corpiccioli; si preoccupa solo che sia del medesimo tipo su a e su t, in
modo che l'effetto sia repulsivo.
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Seconda fase: misura della distanza tra a e t in corrispondenza a diverse forze. Sottolineiamo ancora una volta come
le variabili in gioco siano assai chiaramente identificate: forza e distanza. Lo schema concettuale adottato gioca da
questo punto di vista un ruolo assai importante nella selezione delle osservazioni e dei dati ricavabili dall'esperienza.
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Coulomb precisa che riferir solo i risultati di poche prove da lui eseguite. Questa scelta ci lascia piuttosto
meravigliati se si pensa alla legge di Coulomb come ad una legge ricavata per induzione da una serie di dati
sperimentali, ma anche pi stupefacenti sono i criteri di scelta di queste poche prove: la facilit ad essere ripetute e la
loro significativit. La prima caratteristica ci rimanda a quanto detto nella nota 6 a proposito della necessit di "essere
creduto", infatti il meccanismo discorsivo messo in atto dall'autore del tutto analogo: "ti fornisco quei dati che puoi
facilmente riottenere tu stesso, qualora volessi verificare il mio lavoro".
D'altra parte le prove scelte sono quelle che pi chiaramente concordano con la legge fondamentale preannunciata
nel titolo del paragrafo.
A questo punto piuttosto difficile sostenere che la legge di Coulomb sia una legge sperimentale, nel senso di
induttiva, piuttosto una legge verificata sperimentalmente, ma la cui formulazione riconducibile ad un'ipotesi pi

Prima prova- Avendo elettrificato le due sfere con la testa dello spillo con l'indice del micrometro
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sullo 0, la sfera a dell'ago s' allontanata dalla sfera t di 36 gradi .
Seconda prova- Avendo torto il filo di sospensione, per mezzo del bottone o del micrometro di
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126 gradi, le due sfere si sono avvicinate e fermate a 18 gradi di distanza l'una dall'altra .

generale sulla natura, e dunque a quella componente "metafisica", o tematica che evidentemente anche in questo
caso agisce in maniera determinante nei momenti di scoperta.
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Rappresentiamo schematicamente la situazione della prima prova:

La sferetta a in equilibrio perch Ft, la forza di torsione corrispondente all'angolo di 36 gradi, eguale e contraria ad
Fe, forza di repulsione elettrica tra le due sfere cariche. E dunque possiamo ricavare una stima della forza
elettrostatica eguagliando il modulo di Ft con quello di Fe:
| Ft |=| Fe |.
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Rappresentiamo graficamente anche la seconda prova:

L'equilibrio della sferetta a dato anche in questo caso dall'eguaglianza in modulo tra la Ft, la forza di torsione che ora
corrisponde a 126 + 18 = 144, e la Fe forza elettrostatica repulsiva tra le due sfere a questa distanza.

Terza prova- Avendo torto il filo di sospensione di 567 gradi, le due sfere si sono avvicinate a 8
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gradi e mezzo .
Spiegazione e risultato di questo esperimento
Quando le sfere non sono ancora elettrificate, si toccano, e il centro della sfera a, sospesa
all'ago, non si allontanato dal punto ove la torsione del filo di sospensione nullo che della
met dei diametri delle due sfere. Bisogna tener presente che il filo d'argento lp, che costituisce
la sospensione, era lungo 28 pollici, ed era cos fine, che 1 piede di lunghezza di questo filo non
pesava che 1/16 di grain. Calcolando la forza necessaria a tendere questo filo, agendo su a,
lontano quattro pollici dal filo lp o dal centro di sospensione, ho trovato, usando le formule
spiegate in una memoria sulle leggi della forza di torsione dei fili metallici, stampata nel volume
dell'Accademia per il 1784, che per torcere questo filo di 360 gradi, era sufficiente applicare ad a,
agendo sulla leva an, di quattro pollici di lunghezza, una forza di 1/340 di grain: cosicch
essendo le forze di torsione, come dimostrato in quella memoria, proporzionali all'angolo di
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torsione, la minima forza repulsiva tra le due sfere le allontana sensibilmente l'una dall'altra .
Noi troviamo nel nostro primo esperimento, mentre l'indice del micrometro sul punto o, che le
sfere si sono allontanate di 36 gradi, cosa che produce nello stesso tempo una forza di torsione
di 36 = 1/3400 di grain; nella seconda prova, la distanza delle due sfere di 18 gradi, ma dato
che si ruotato il micrometro di 126 gradi, risulta che a 18 gradi di distanza, la forza repulsiva
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di 144 gradi: cio a met della prima distanza, la repulsione delle sfere quadruplicata .
Nella terza prova, si torto il filo di sospensione di 576 gradi, e le due sfere non si trovano a pi
di 8 gradi e mezzo di distanza. La torsione totale dunque di 576 gradi, quadrupla di quella della
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Rappresentiamo graficamente la terza ed ultima prova:

L'equilibrio dato anche questa volta dall'eguaglianza in modulo tra Ft, la forza di torsione che corrisponde ad un
angolo di 567 + 830' = 57530' e la Fe, la forza elettrostatica repulsiva tra le due sfere a questa distanza.
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Quando le sfere non sono cariche la forza nulla, o meglio minore del limite di sensibilit dello strumento.
Coulomb fornisce poi il fattore di conversione tra angoli e forze, che risulta di 1/340 di grain per un angolo di 360
gradi.
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Coulomb riprende adesso i dati delle diverse prove, li confronta e li elabora.
Della prima prova ci d la misura della forza in grains, ma poi abbandona questa unit per considerare direttamente gli
angoli come misura della forza in gioco. Schematizziamo i risultati delle due prime prove:
Prova

Torsione Micrometro Distanza tra a e t

Modulo della forza elettrostatica

1a

36

36

2a

126

18

144

Da questi dati Coulomb ricava una prima conferma della legge fondamentale, giacch dimezzandosi la distanza tra i
corpi carichi, la forza corrispondente si quadruplica.

seconda prova, e solo per mezzo grado la distanza delle due sfere in questa terza prova, non si
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ridotta alla met di quella a cui erano nella seconda .
Risulta dunque da queste tre prove che l'azione repulsiva che due sfere cariche del medesimo
tipo di elettricit esercitano l'una sull'altra inversamente proporzionale al quadrato delle
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distanze .
Prima osservazione
Ripetendo l'esperienza precedente, si osserver che servendosi di un filo d'argento fine quanto
quello che abbiamo usato noi, che non d per la forza di torsione di un angolo di 5 gradi che un
ventiquattromillesimo di grain circa,per quanto calma sia l'aria e per quante precauzioni si
prendano non si potr esser certi della posizione naturale dell'ago, allorch la torsione nulla
che con un'approssimazione di 2 o 3 gradi. Cos per avere una prima prova confrontabile con le
seguenti bisogna, dopo aver caricato le due sfere, torcere il filo di sospensione di 30 o 40 gradi,
questa forza di torsione sommata alla distanza fra le due sfere osservate, fornir una forza
abbastanza considerevole, perch i 2 o 3 gradi d'incertezza nella prima posizione dell'ago,
quando la torsione zero, non producano nei risultati un errore sensibile.Bisogna poi tener
presente che il filo d'argento, di cui mi sono servito in questo esperimento, cos fine che si
rompe alla minima scossa: ho visto in seguito, che pi comodo usare nelle esperienze un filo di
sospensione di diametro quasi doppio, bench la flessibilit risultasse da quattordici a quindici
volta minore di quella del primo.
Bisogna aver cura, prima di usare questo filo d'argento, di tenerlo per due o tre giorni teso sotto
l'effetto di un peso che sia circa la met di quello che pu portare senza rompersi;bisogna ancora
tener presente che usando quest'ultimo filo d'argento non bisogna mai torcerlo pi di 300 gradi,
perch passato questo termine comincia a incrudirsi e non reagisce pi,come abbiamo
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dimostrato nella gi citata memoria del 1784, che con una forza minore dell'angolo di torsione .
Seconda osservazione
L'elettricit delle due sfere diminuisce un po' durante il tempo in cui si esegue l'esperimento, io
ho provato che, il giorno in cui ho fatto le prove sopra riportate, le sfere elettrificate che si
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Anche i risultati della terza prova concordano a meno di mezzo grado con la legge dell'inverso del quadrato, infatti
ad una distanza dimezzata rispetto alla prova precedente (830' ~ 18/2 ) corrisponde una forza quadrupla (576= 4 x
144).
Riassumiamo i dati in una tabella:
Prova

Torsione Micrometro Distanza tra a e t

Modulo della forza elettrostatica

1a

36

36

2a

126

18

126+18=144

3a

567

8,5

567+8,5=575,5

Si pu ulteriormente evidenziare la dipendenza della forza dall'inverso del quadrato della distanza tra a e t, verificando
la costanza del loro prodotto che risulta, nelle diverse prove:
1a prova 362 x 36 = 46656
2a prova 182 x 144 = 46656
3a prova 8,52 x 575, 5 = 41579, 875
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La conclusione ci appare un po' brusca: dopo tanti dettagli e tanta cura nella descrizione dello strumento basare un
risultato non certo scontato, seppure atteso e cercato, su tre soli dati quantomeno un sottoutilizzo dello strumento.
Ma quello che forse pi importante sottolineare la differenza tra il modo di procedere di Coulomb e l'immagine
che della ricerca sperimentale viene spesso fornita dal libro di testo di fisica.
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La prima osservazione una precisazione degli accorgimenti sperimentali necessari alla buona riuscita
dell'esperienza, soprattutto per quanto concerne la precisione della misura qualora venisse usato un filo d'argento e
non di seta, con una maggiore sensibilit.
La preoccupazione di Coulomb che la prima osservazione (quella senza torsione del micrometro) possa avere 2 o 3
gradi d'incertezza e indicativa del grado d'accuratezza delle misure da lui eseguite.

trovavano per effetto della loro repulsione a 30 gradi di distanza l'una dall'altra, con un angolo di
torsione di 50 gradi, si sono avvicinate di un grado in tre minuti; ma poich non ho impiegato che
due minuti per eseguire le tre prove precedenti, si pu in questi esperimenti, trascurare l'errore
che risulta dalla perdita di elettricit. Se si desidera una maggiore precisione, o se l'aria umida,
e nel caso in cui l'elettricit si perda rapidamente, si deve, con una prima osservazione,
determinare la diminuzione dell'azione elettrica delle due sfere in ogni minuto, servirsi poi di
questa prima osservazione, per correggere i risultati degli esperimenti che si vorranno fare quel
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giorno .

Terza osservazione
La distanza delle due sfere, allorch si sono allontanate l'una dall'altra per effetto della loro
azione repulsiva reciproca, non esattamente misurata dall'angolo che esse formano, ma dalla
corda dell'arco che unisce i loro centri; cos come la leva all'estremit della quale si esercita
l'azione, non misurata dalla met della lunghezza dell'ago, o dal raggio, ma dal coseno della
met dell'angolo formato dalla distanza delle due sfere; queste due quantit di cui l'una minore
dell'arco, e diminuisce di conseguenza la distanza misurata da quest'ultimo, mentre l'altra
diminuisce la lunghezza della leva, in qualche modo si compensano; e negli esperimenti del
genere di cui noi ci siamo occupati, si pu senza errori sensibili attenersi alla nostra valutazione,
se la distanza delle due sfere non supera i 25 - 30 gradi; altrimenti necessario fare i calcoli
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rigorosamente .

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Questa nota interessante rispetto alla prima questione di cui abbiamo parlato nell'introduzione: quella della
misura della quantit di carica. Coulomb si pone il problema della dispersione della carica in aria al passare del tempo
e quindi della diminuzione della quantit di carica presente sulle due sfere interagenti. Egli desume questo
decremento di carica dall'avvicinarsi delle due sfere e dunque da una diminuita capacit di azione di una sfera
sull'altra.
Coulomb, possiamo dire, d per scontata non solo la dipendenza della forza dalla carica, ma anche che questa
dipendenza deve essere diretta, tanto che la misura della diminuzione della "azione elettrica" misura della
diminuzione della "elettricit delle due sfere".
Coulomb non ha nessun metodo di misura della quantit di carica posseduta da un corpo; osserva una diminuzione
dell'effetto repulsivo e lo attribuisce alla perdita di carica elettrica, anzi va oltre e considera questa stessa diminuzione
una misura della quantit di carica persa. La dipendenza della forza della quantit di carica e assunta quindi come
ipotesi implicita. Troveremo all'inizio della Seconda Memoria conferma di ci.
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Volendo uno studio pi preciso delle condizioni di equilibrio, bisognerebbe sostituire alle forze i loro momenti
rispetto al centro di rotazione (filo di sospensione). In questo caso la forza elettrica, ammessa centrale, avrebbe come
direzione quella della corda congiungente i centri delle due sfere ed il suo braccio sarebbe diretto
perpendicolarmente, come OH, vedi Fig. b.

Nella trattazione precedente si sono perci commessi due errori: uno sulla distanza che stata valutata in
proporzione all'angolo e dunque come arco, e che in realt minore essendo eguale alla corda, e cio
e
uno sul braccio della forza che eguale non a ma pi correttamente eguale ad
. Questi due errori si
compensano almeno parzialmente, perch il primo aumenta la distanza, mentre il secondo aumenta il momento della
forza. Per angoli non piccoli non ci si pu accontentare di queste considerazioni qualitative ed occorre un calcolo
preciso.

Quarta osservazione
Poich l'esperienza dimostra che in una camera ben chiusa, si pu determinare, usando il primo
filo d'argento, con una precisione di 2 o 3 gradi la posizione dell'ago, quando la torsione nulla,
ci che d, secondo i calcoli delle forze di torsione proporzionali all'angolo di torsione, una forza
tutt'al pi d'un quaranta millesimo di grain, con questa bilancia si misurano facilmente anche i pi
deboli gradi di elettricit. Per fare ci, si fa passare, Fig. 5, attraverso un tappo di cera di Spagna,
un piccolo filo di rame cd, che termina in c con un uncino, e in d con una piccola sfera di
sambuco dorata, e si mette il tappo A nel buco m della bilancia (Fig. 1), in modo che il centro
della sfera d, vista dal filo di sospensione, corrisponda al punto o del cerchio zoq; avvicinando
poi un corpo carico all'uncino c, per quanto debole sia l'elettrizzazione di questo corpo, la sfera
allontanandosi da d, fornisce dei segni dell'esistenza dell'elettricit, e la distanza delle due sfere
ne misura la forza, secondo il principio dall'inverso del quadrato delle distanze. Ma io devo
premettere che dopo queste prime esperienze ho fatto approntare diversi piccoli elettrometri, che
funzionano secondo i medesimi principi di torsione, usando come filo di sospensione un filo di
seta, cos come esce dal bozzolo, o un pelo di capra d'Angora. Uno di questi elettrometri che ha
pressappoco la stessa forma della bilancia elettrica, descritta in questa memoria, molto pi
piccolo; ha un diametro di non pi di 5 o 6 pollici, uno stelo di un pollice; l'ago un filetto di
gomma lacca lungo 12 linee che termina in a con una laminetta circolare e leggerissima.
L'ago e la laminetta pesano circa un quarto di grain, il filo di sospensione, cos come esce dal
bozzolo, lungo 4 pollici, ha una tale sensibilit, che agendo con una leva con un braccio lungo un
pollice, basta un sessantamillesimo di grain per torcerlo di un intero giro, cio di 360 gradi:
presentando in questo elettrometro all'ago c della Fig. 5 un normale bastone di cera di Spagna,
elettrizzato per strofinio a 3 piedi di distanza da questo uncino l'ago respinto a pi di 90 gradi.
Descriveremo in seguito i dettagli di questo elettrometro, quando vorremo determinare la natura
ed il grado d'elettricit di diversi corpi, che strofinati l'uno contro l'altro, assumono un assai
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debole grado d'elettricit .

22

Ecco qui una riprova di quanto detto nella nota 20.


Coulomb propone di usare la bilancia per misurare la carica, anzi anche le pi piccole cariche, sottolineando l'estrema
sensibilit dello strumento, ma dando nel contempo per scontata la dipendenza tra la posizione dell'ago e la carica,
questione alla quale non dedica una parola, mentre al solito estremamente preciso nel descrivere l'uso della bilancia
come strumento di misura della carica dei corpi e nei dettagli tecnici relativi alla costruzione di strumenti di
dimensioni pi comode.
Notiamo che in quest'ultimo capoverso la bilancia diventata un elettrometro e cos viene denominata fino alla fine e
nel rimando ai successivi sviluppi del lavoro.
Si operato dunque un cambiamento concettuale non irrilevante nei confronti della bilancia di torsione che da
strumento di verifica di una legge teorica (la dipendenza della forza elettrostatica dall'inverso del quadrato della
distanza) divenuto strumento che utilizza quella legge per misurare una nuova grandezza: la quantit di carica.
Ed proprio questo cambiamento che permetter alla carica elettrica di diventare una grandezza quantificabile e non
pi soltanto una misteriosa caratteristica di alcuni corpi. Il prezzo pagato da Coulomb, ma evidentemente senza
grande scandalo, l'assunzione a priori della dipendenza lineare tra la forza e la carica.

SECONDA MEMORIA
Dove si determinano le leggi secondo cui il fluido magnetico, come pure il fluido elettrico, agiscono sia per
1
repulsione sia per attrazione .
Poich la bilancia elettrica che ho presentato all'accademia, nel giugno del 1785, misura con esattezza e
in modo semplice e diretto la repulsione di due sfere che sono cariche del medesimo tipo d'elettricit,
servendosi di questa bilancia stato facile dimostrare che l'azione repulsiva di due sfere caricate col
medesimo tipo di elettricit e poste a diverse distanze, era con grande precisione inversamente
proporzionale al quadrato delle distanze: ma quando ho voluto servirmi dello stesso strumento per
determinare la forza attrattiva delle due sfere cariche di elettricit differente, ho incontrato, usando questa
bilancia per misurare l'attrazione tra le due sfere, un inconveniente pratico che non si verifica quando si
2
misura la repulsione .
La difficolt pratica dipende da questo: allorch le due sfere si avvicinano attraendosi, la forza
d'attrazione che cresce, come vedremo tra breve, con l'inverso del quadrato della distanza, cresce
spesso pi rapidamente della forza di torsione che cresce solo proporzionalmente all'angolo di torsione;
cosicch solo dopo aver fallito molte prove, si tentato di impedire alle sfere che si attirano di toccarsi,
frapponendo un ostacolo idioelettrico al moto dell'ago, ma poich la nostra bilancia spesso usata per
misurare azioni di meno di un millesimo di grain, il contatto dell'ago con questo ostacolo, altera i risultati,
3
ed obbliga ad una manipolazione durante la quale una parte d'elettricit va persa .
La Fig. 1 ed il calcolo seguente chiariranno in cosa consistono le difficolt dell'operazione, e mostreranno
4
nello stesso tempo i limiti entro cui bisogna mantenere le prove per aver successo .

Ritorna il tema della fisica newtoniana: ricerca della legge della forza.
Da notare l'uso senza problemi del concetto di fluido sia elettrico che magnetico e l'accostamento dei fenomeni
elettrici e magnetici. Il legame tra questi due tipi di fenomeni riguarda la forma matematica della legge, la dipendenza
da r-2, non prefigura certo un'osservazione di tipo interazione elettricit-magnetismo prima di Oersted, da cui
Coulomb quanto mai lontano.
2
Richiama la precedente memoria per sottolineare l'utilit della bilancia l presentata nella "assai precisa"
determinazione della dipendenza della forza repulsiva tra due sfere cariche dall'inverso del quadrato della distanza.
Quella determinazione non per esaustiva delle possibili forze d'interazione tra corpi carichi e quindi Coulomb si
accinge a verificare se vale la medesima legge anche nel caso attrattivo.
Questa esigenza ci appare superflua, tanto siamo abituati a considerare unica l'interazione tra corpi carichi, ma non
bisogna scordare che Coulomb un innovatore: non ha elementi per assimilare a priori i due tipi di forza.
La bilancia presenta per degli inconvenienti pratici per questa nuova verifica: vediamo quali.
3
La difficolt sperimentale quella di impedire alle due sfere che si attraggono di finire l'una addosso all'altra
azzerando l'interazione. La causa di questo comportamento va ricercata nelle diverse dipendenze dalla distanza della
forza elettrica e di quella di torsione: mentre l'una dipende dal quadrato della distanza, l'altra dalla sua prima potenza.
Cos se la seguente una condizione di equilibrio:
Fe1
Ft1
|

d=4
|Fe1|=| Ft1|
dimezzando la distanza, Fe quadruplica mentre Ft raddoppia solamente in modo tale che la forza elettrica attrattiva ha
il sopravvento.
Fe2
Ft2
|

d=2
Fe2 = 4Fe1
Ft2 =2Ft1
;
La soluzione di frapporre una sostanza isolante immediatamente scartata da Coulomb per le non trascurabili
alterazioni di carica dovute al contatto con questa sostanza.
4

Si propone di spiegare con maggiori dettagli le difficolt incontrate nel caso dell'attrazione e contemporaneamente
di precisare i limiti entro cui necessario stare per eseguire esperienze significative.

Sia aca' la posizione naturale dell'ago quando il filo di sospensione non ancora torto; a rappresenti la
sfera di sambuco, attaccata all'ago isolante aa' ; b sia la sfera sospesa nel foro della bilancia. Se si
caricano le due sfere l'una dell'elettricit che si dice positiva, l'altra dell'elettricit che si dice negativa esse
si attireranno mutuamente; la sfera a dell'ago avvicinandosi al globo b, prender la posizione c ';
questa posizione tale che la forza di reazione di torsione rappresentata da a c, angolo di torsione del
filo di sospensione, uguale alla forza attrattiva delle due sfere; e se questa forza attrattiva fosse
proporzionale all'inverso del quadrato delle distanze, cos come si trovato per la forza repulsiva, nella
5
nostra prima memoria , si avr, ponendo ab = a, a = x D = prodotto delle masse elettriche delle due
6
sfere , e presi gli archi a e x sufficientemente piccoli perch possano misurare la distanza delle due sfere
(altrimenti bisognerebbe prendere la corda di questo arco come distanza, e il coseno della met per il
braccio della leva); si avr, io dico, fatte queste ipotesi, per l'equilibrio tra l'attrazione delle due sfere e la
7
reazione della torsione, la formula
2

nx= D/(a-x )
cio D = nx(a-x) ;
da cui risulta che quando x = a o x = 0, il valore di D sar nullo, e pertanto c' un punto tra a e b, dove D
un massimo; il calcolo d per questo punto x = a/3. Sostituendo questo valore di x nella formula di D nel
8
caso dell'equilibrio, si avr
D = 4na / 27
e pertanto ogni volta che D superer i 4/27 na , non ci sar tra a e b nessuna posizione , in cui l'ago
5

In questo caso la natura del lavoro di Coulomb ancora pi evidente: viene infatti esplicitamente ipotizzato che la
forza attrattiva abbia il medesimo andamento di quella repulsiva.
6
Che cosa la "massa elettrica" ? Coulomb la introduce qui per la prima volta, ma non si preoccupa minimamente di
precisare di cosa si tratti; vediamo comunque come la usa.
7
Ecco qui, finalmente, la "legge di Coulomb"! E' assai simile a quella che conosciamo; ed ecco il "prodotto delle masse
elettriche" delle sfere al numeratore.
Ma da dove stato ricavato questo numeratore? Non certo da qualche esperimento precedente, giacch la "massa
elettrica" non solo non era misurabile per Coulomb, ma neppure, come abbiamo visto, definita.
Quello che ci aiuta a capirne l'origine il termine usato: massa. E' dunque per analogia all'interazione gravitazionale
che al numeratore della formula della forza c' quel D. Ecco allora un'altra ipotesi dettata da quello schema
concettuale newtoniano entro cui lavora e da cui trae ispirazione Coulomb. C' per una differenza non trascurabile
tra l'ipotesi che riguarda il numeratore e quella che riguarda il denominatore, infatti mentre quest'ultima l'oggetto
dell'indagine sperimentale di questi lavori, la prima viene introdotta ed assunta come vera senz'altro aggiungere.
8
Esplicitiamo i passaggi matematici che Coulomb sintetizza in poche righe. Dalla formula precedente (*) [nota (7)] che
rappresenta la situazione d'equilibrio tra la forza di torsione, nx, e quella elettrica, D/(a -x)2, ricava algebricamente D =
nx(a-x)2. Deduce quindi che
D = 0 se x = 0, cio se le sfere non si sono avvicinate; oppure se x= a, cio se le sfere sono venute a contatto.
D = D(x) e dunque una funzione con due zeri, e pertanto, trattandosi di una funzione definita positiva, avr un
massimo. L'analisi infinitesimale applicata da Coulomb con grande disinvoltura.
Cerchiamo dunque con il "calcolo" il massimo di D(x). Calcolando la derivata prima e quindi azzerandola, ai avr:

D'(x)=n(a-x)2+2nx(a-x)(-1)=na2+nx2-2anx-2anx+2nx2=na2+3nx2-4anx

D'(x)=0 quando na2+3nx2-4anx=0


2

Posto n 0 , 3x -4ax+na =0
2
2
avr come soluzione x=(2a(4a -3a ) ) /3=(2aa)/3
e quindi x=a e x=(1/3) a
x = a da escludere per quanto detto sopra; rimane quindi, come unica
soluzione fisicamente accettabile, x = 1/3 a che sostituita nella funzione D(x)
2
3
dar: D(1/3 a)=n(1/3 a)(a -1/3a) =(4/27) a n
Potremo anche rappresentare graficamente l'andamento di questa funzione:

possa stare in equilibrio, e le sfere si toccheranno necessariamente: ma bisogna osservare che nella
pratica, anche se D minore di 4/27 na 1e sfere arrivano a toccarsi spesso, perch la flessibilit del filo di
sospensione dell'ago permette all'ago di oscillare, e, passato a/3, la forza d'attrazione aumenta pi
rapidamente della forza di torsione; cossicch quando la sfera arriva, a causa dell'ampiezza
dell'oscillazione, ad una distanza x, dove D maggiore di nx (a - x) , le due sfere continuano ad
9
avvicinarsi sino a toccarsi .
E' stato seguendo questa teoria che sono riuscito a mettere in equilibrio a diverse distanze la forza
attrattiva delle due sfere cariche, con la forza di torsione del mio micrometro; confrontando poi le diverse
prove, ne ho concluso che la forza attrattiva delle due sfere caricate l'una dell'elettricit che si dice
positiva, e l'altra di quella che si dice negativa, era inversamente proporzionale al quadrato delle distanze
10
tra i centri delle due sfere, relazione gi trovata per la forza repulsiva .
Per rendere pi certo questo risultato, ho tentato, nel caso dell'attrazione, un altro sistema che, pur
essendo meno semplice e meno diretto del precedente, richiede minori cure e precauzioni per riuscire;
esso ha poi l'apparente vantaggio di presentare delle esperienze realizzate con globi di diametro
considerevole, mentre nella bilancia non si possono usare che sfere di piccole dimensioni, ma questo
vantaggio non che apparente, e si vedr apparente, e si vedr in seguito nelle diverse memorie che
successivamente presenter all'Accademia, che con delle sfere di due o tre linee di diametro, e per
mezzo della bilancia descritta nella nostra prima memoria, si pu non soltanto misurare la massa totale di
fluido elettrico contenuta in un corpo di forma qualsiasi, ma anche la densit elettrica di ciascuna parte
11
del medesimo corpo .
Secondo metodo sperimentale per determinare la legge secondo cui un globo di uno o due piedi di
diametro attira un piccolo corpo elettrizzato con un'elettricit di natura diversa della sua.
Il metodo che seguiremo analogo a quello da noi usato nel settimo volume dei Savans trangers, per
determinare la forza magnetica di una lama d'acciaio in funzione della sua lunghezza, del suo spessore e
della sua larghezza. Si attua sospendendo orizzontalmente un ago, di cui si sia elettrificata solamente
l'estremit, e che, posto ad una certa distanza da un globo carico di elettricit di natura differente, ne
risulti attratto, e oscilli in virt dell'azione di questo globo: si determina poi matematicamente, in base al
numero di oscillazioni in un tempo dato, la forza attrattiva a diverse distanze, cos come si determina la

Cerchiamo una prima puntualizzazione del percorso di Coulomb tra ipotesi teoriche, esperimenti e matematica in
questa seconda memoria.
Il primo passo il tentativo di verificare sperimentalmente l'ipotesi della dipendenza dall'inverso del quadrato della
distanza della forza elettrica attrattiva, secondo il modello gi adottato, e con successo, nella prima memoria. Ma
questa volta la realizzazione dell'esperimento non soddisfacente e richiede perlomeno un riaggiustamento della
strategia.
E a questo punto, in seconda istanza, entra in gioco la matematica, che non ha alcun valore euristico nel discorso di
Coulomb, ma puramente strumentale: il calcolo mostrer con maggior evidenza le difficolt sperimentali e permetter
di quantizzare i limiti entro cui bisogna muoversi (nota 4). E infatti, una volta tradotta in formula, la situazione fisica
esaminata viene presa in carico dalla matematica che la tratta con i metodi che le sono propri, senza curarsi del senso
fisico di ogni passaggio (che senso ha D'(x), ad esempio?) fino al risultato finale, che verr invece reinserito nel
discorso fisico vero e proprio, che ha un'accentuazione decisamente sperimentale. Va per aggiunto che la sicurezza
con cui Coulomb utilizza il calcolo indice di una profonda fede nel suo valore conoscitivo.
L'ultima parola spetta per ancora alla pratica sperimentale che smorza, per cos dire la precisione del risultato
matematico, in quanto le oscillazioni dell'ago possono far s che le palle si tocchino, anche se la carica entro i limiti
calcolati.
10
Coulomb ci dice di aver eseguito degli esperimenti in base alla teoria suesposta e che da questi ha concluso che la
forza attrattiva si comporta come quella repulsiva, quello che piuttosto stupefacente che non riporti i dati
sperimentali ottenuti, quasi che una volta precisata la teoria e la disposizione sperimentale le misure divengano
superflue.
Ma un po' la coscienza sporca deve averla avuta se subito dopo propone un diverso metodo sperimentale per
verificare il medesimo risultato.
11
Questo secondo metodo chiaramente un ripiego e Coulomb ci tiene molto ad evidenziare i vantaggi, anche quelli
nascosti, della sua bilancia, e ritorna ancora (nota 21) sull'importante possibilit offerta da quest'ultima di misurare
non solo la "massa totale di fluido elettrico" di un corpo, ma persino la "densit elettrica" delle diverse parti.

12

forza di gravit con le oscillazioni del pendolo ordinario .


Ecco alcune osservazioni che ci hanno guidato nelle seguenti esperienze. Un filo di seta, cos come esce
dal bozzolo, e che pu portare fino ad 80 grains senza spezzarsi, ha una flessibilit di torsione tale che se
ad un simile filo di 3 pollici di lunghezza si sospende orizzontalmente nel vuoto una piccola placca
circolare, di peso e di diametro noti, si trover in base ai tempi di oscillazione della piccola placca,
secondo la formula spiegata in una memoria sulla forza di torsione, stampata nel volume dell'Accademia
nel 1784, che, agendo con una leva lunga circa 7 o 8 linee per torcere la seta attorno al suo asse di
sospensione, la pi parte delle volte non sar necessario impiegare per un intero giro di torsione che una
forza di un sessanta millesimo di grain: e se il filo di sospensione ha una lunghezza doppia, cio di sei
pollici, non sar necessario che un cento-ventimillesimo di grain. La stessa cosa accadr sospendendo
orizzontalmente un ago a questa seta; o quando l'ago avr raggiunto lo stato di quiete, o quando la seta
sar completamente svolta. Se per mezzo di una forza qualunque si fanno fare a quest'ago delle
oscillazioni che non si allontanino che di 20 o 30 gradi dalla linea in cui la torsione nulla, la forza di
torsione non potr influenzare che in modo pressoch insensibile la durata delle oscillazioni, anche se la
forza che produce le oscillazioni non che di un centesimo di grain. Tenendo conto di questo primo dato,
13
ecco come si proceduto per determinare la legge dell'attrazione elettrica .
Si sospenda, Fig.2, un ago lg di gomma-lacca, ad un filo di seta sc di 7-8 pollici di lunghezza, semplice
cos come esce dal bozzolo; all'estremit 1, si fissa perpendicolarmente a questo filo un cerchietto di 8-10
linee di diametro, ma molto leggero e ricavato da un foglio di carta dorata; il filo di seta attaccato in s
all'estremit inferiore di un bastoncino st, seccato al forno e ricoperto di gomma-lacca o di cera di
Spagna; questo bastoncino fissato in t con una pinza che scorre lungo il regolo Oe, e si pu fermare
nella posizione voluta per mezzo della vite v.
G un globo di rame o di cartone ricoperto di stagno sostenuto da quattro colonne di vetro ricoperte di
cera di Spagna, e ciascuna sormontata, per migliorare ulteriormente l'isolamento da quattro bastoni di
cera di Spagna, lunghi dai tre ai quattro pollici; queste quattro colonne sono fissate nella loro parte
inferiore ad un piatto, che viene posto su di una tavoletta scorrevole che pu, come mostra la figura,
fermarsi all'altezza pi comoda per l'esperimento; anche il regolo EO, per mezzo della vite E, pu
14
fermarsi all'altezza conveniente .
Avendo cos preparato ogni cosa, si pone il globo G in modo che il suo diametro orizzontale Gr,
corrisponda al centro della placca l, distante da esso qualche pollice.
Si d una scintilla elettrica al globo, per mezzo della bottiglia di Leyda, si pone a contatto un corpo
conduttore con la placca l e l'azione del globo carico sul fluido elettrico della placca non elettrificata
fomisce a questa placca un'elettricit di natura diversa da quella del globo; in modo che, ritirando il corpo
15
conduttore, il globo e la placca agiscano l'uno sull'altra per attrazione .
Esperienza

12

Il metodo proposto era gi stato usato da Coulomb per determinare la forza magnetica ed analogo all'uso del
pendolo per determinare la forza gravitazionale.
A questo punto ci dovrebbero essere pochi dubbi sul fatto che per Coulomb lo studio dei fenomeni fisici consiste
nell'indagine di forze d'interazione di tipo newtoniano, il cui modello fisico-matematico utilizzabile nei pi vari campi
e fornisce la possibilit di capire il mondo.
13
Con la solita accuratezza Coulomb precisa il grado di attendibilit delle misure di questa disposizione sperimentale,
rispetto alle diverse possibilit.
14
Coulomb descrive l'apparato sperimentale, illustrando la Fig.2 della tavola 2; passa poi alle modalit sperimentali.
15
L'apparato viene posto in grado di operare in tre passi successivi:
1. si allinea Gr con il centro di l;
2. si carica, usando una bottiglia di Leyda, il globo G;
3. si carica per induzione la placca l.
Da notare ancora lo scarso peso dato al momento di carica dei corpi per induzione, su cui invece fervevano dispute.
Coulomb se ne serve senza porsi molti problemi e lo descrive in termini di fluidi, in maniera del tutto "asettica", per
evidente disinteresse.

Il globo G aveva un piede di diametro, la placca l 7 linee, l'ago di gomma-lacca lg 15 linee di lunghezza; il
filo di sospensione sc di seta, cos come esce dal bozzolo, era di 8 linee di lunghezza: quando la pinza
era sul punto o la placca l toccava il globo in r, e mano a mano che si allontanava la pinza verso E la
placca si allontanava dal centro del globo della quantit data dalle divisioni 0, 3, 6, 9, 12 pollici, essendo il
globo carico con un'elettricit detta elettricit positiva, e la placca di elettricit negativa, secondo il
procedimento sopra indicato: si sono avuti i seguenti risultati:
I Prova - La placca l, posta a 3 pollici di distanza dalla superficie del globo, o a 9 pollici dal suo centro, ha
effettuato 15 oscillazioni in 20".
II Prova - La placca 1, allontanata di 18 pollici dal centro del globo, ha effettuato 15 oscillazioni in 40".
III Prova - La placca 1, allontanata di 24 pollici dal centro del globo, ha effettuato 15 oscillazioni in 60"

16

Spiegazione e risultato dell'esperienza


Quando tutti i punti di una superficie sferica agiscono con una forza attrattiva o repulsiva inversamente
proporzionale al quadrato della distanza su di un punto posto ad una distanza qualsiasi da questa
superficie si sa che l'azione risulta eguale a quella che si avrebbe se tutta la superficie sferica fosse
concentrata nel centro della sfera stessa. Ma poich nella nostra esperienza la placca l non ha che 7
linee di diametro, e nelle prove la sua distanza media dal centro della sfera stata di 9 pollici si pu,
senza errori sensibili, supporre che tutte le linee che vanno dal centro della sfera ad un punto della
placca, siano parallele ed eguali; e di conseguenza che l'azione totale della placca possa essere
considerata concentrata nel suo centro, come l'azione del globo; in modo che, nelle piccole oscillazioni
dell'ago, l'azione che fa oscillare l'ago sia una quantit costante per una data distanza, e agisca lungo la
17
direzione che congiunge i due centri .
Cos, detta la forza, T il tempo d'un certo numero d'oscillazioni, si avr T proporzionale a

1/( ma se d la distanza Gl dal centro del globo al centro della placca, nell'ipotesi che le forze
attrattive siano proporzionali all'inverso del quadrato della distanza, cio a1/d , T risulter proporzionale a
16

I dati raccolti sono il tempo necessario a compiere 15 oscillazioni in funzione della distanza tra il centro della placca l
ed il centro del globo G.
Riassumiamo in una tabella i dati:
Distanza tra i centri

Tempo di 15 oscillazioni

20"

18

40"

24

60"

Vale anche in questo caso quanto detto alla nota (10) e (17) della prima memoria sulla scarsit di dati sperimentali
riportati: anche in questo caso solo tre.
E' forse opportuno aggiungere un'ipotesi a quanto e stato gi detto, tenendo conto della Seconda osservazione della
Prima Memoria.
La perdita di elettricit nel tempo non permetteva a Coulomb un grande numero di misure confrontabili, fatte cio
con le medesime condizioni iniziali di carica. Questa difficolt non era certo facilmente superabile neppure pensando
di caricare ogni volta il globo, giacch non c'era modo di assicurarsi dell'eguaglianza della carica nei diversi casi. Resta
comunque il fatto che Coulomb non si dispiace troppo del numero ridotto di dati su cui lavorare.
17
Dopo essersi richiamato alla nota propriet delle forze dipendenti dall'inverso del quadrato della distanza di poter
essere considerate come agenti da un solo punto, se questo il centro della sfera i cui punti esercitano l'azione,
presuppone che tale sia il comportamento del globo G carico, e dunque presuppone l'ipotesi che sta per verificare.
Tenendo poi conto delle dimensioni della placca, piccole rispetto al globo, suppone di poter considerare anche la
placca puntiforme e le "linee" tra il centro del globo e i diversi punti della placca parallele ed eguali; in questo modo
pu considerare la forza esercitata tra globo e placca come dipendente unicamente dalla distanza tra i centri dei due
corpi interagenti.
E' in questo caso particolarmente evidente il ruolo giocato dalla scelta dello schema newtoniano nell'esecuzione e
nella lettura dei dati sperimentali.

d, cio alla distanza; cosicch facendo variare nelle nostre prove la distanza, i tempi di un medesimo
numero di oscillazioni dovrebbero risultare proporzionali alla distanza tra il centro della placca e il centro
18
del globo .
Confrontiamo questa teoria con l'esperimento.
I Prova - Distanze tra i centri 9 pollici, 15 oscillazioni in 20".
II Prova- 18 pollici, 15 oscillazioni in 41"
III Prova- 24 pollici, 15 oscillazioni in 60".
Le distanze qui vanno come i numeri 3, 6, 8. I tempi d'un medesimo numero d'oscillazioni 20, 41, 60.
Secondo la teoria sarebbero dovuti essere 20, 40, 54.
Perci su queste tre prove, la differenza tra la teoria e l'esperienza di 1/10 per l'ultima prova rispetto la
prima, pressoch nulla per la seconda rispetto la prima; ma bisogna notare che ci sono voluti circa
quattro minuti per fare le tre prove; che bench l'elettricit tenesse abbastanza a lungo il giorno di queste
esperienze, essa tuttavia perdeva 1/40 d'azione in ciascun minuto.
Vedremo in una memoria che seguir quella che vi presento oggi, che quando la densit elettrica non
troppo forte l'azione elettrica di due corpi carichi diminuisce in un dato tempo, esattamente come la
densit elettrica, o come l'intensit dell'azione; cos poich le nostre prove sono durate quattro minuti, e
poich si perdeva 1/40 d'azione elettrica per minuto, tra la prima e l'ultima prova, l'azione dovuta
all'intensit della densit elettrica, indipendentemente dalla distanza deve essere diminuita di circa un
decimo; di conseguenza, per avere il tempo corretto della durata delle 15 oscillazioni dell'ultima prova,

bisogna fare (10) : (9) come 60 secondi sta alla quantit cercata che si trover essere di 57 secondi,
19
che non differisce che di 1/20 dai 60 secondi trovati sperimentalmente .

18

"Cos", cio all'interno di tutte le ipotesi fatte, risulter: T proporzionale a 1/(


dove T = tempo di n oscillazioni
(se n=l, sar il periodo) e = forza; cio la legge del pendolo, o pi in generale di un moto armonico.
Infatti sostituendo in

T=2 (m/k)
la k della equazione della forza elastica =-kx; si ha

T=2 (mx/
dove 2 (mx) costante.
Se a ci si aggiunge l'ipotesi che proporzionale a 1/d2, si ottiene la proporzionalit diretta tra T e d.
In questo secondo metodo sar la proporzionalit tra il tempo impiegato per un certo numero di oscillazioni e la
distanza tra il globo e la placca che verifica la dipendenza della forza dall'inverso del quadrato della distanza.
19

T sia il tempo di 15 oscillazioni, d la distanza tra il centro del globo e quello della placca, possiamo cos riassumere i
risultati:
T

T/d

20

41

18

2,28

60

24

2,5

Il terzo dato appare piuttosto discosto dalla previsione; Coulomb attribuisce questa discrepanza alla dispersione di
elettricit nell'aria, che valuta essere stata dell'ordine di 1/40 dell'azione per minuto. Anche in questo caso non
facile capire come abbia ottenuto il valore di 1/40 per minuto, se non a posteriori.
Il calcolo comunque in questi termini: "l'azione elettrica" diminuisce di 1/40 ogni minuto, l'esperienza durata 4
minuti, quindi "l'azione elettrica dovuta all'intensit della densit elettrica" diminuita di 1/10.
Calcola poi il tempo "corretto" delle 15 oscillazioni nella III prova con la seguente proporzione.
Sia Fi la forza prima della dispersione di carica e ti il corrispondente periodo;

Eccoci dunque giunti, seguendo un metodo completamente diverso dal precedente, ad un risultato simile;
cosicch possiamo concludere che l'attrazione reciproca del fluido elettrico detto positivo sul fluido
elettrico usualmente chiamato negativo in ragione inversa del quadrato delle distanze; cos come
abbiamo trovato nella nostra prima memoria, che l'azione reciproca tra fluidi elettrici della medesima
20
natura in ragione inversa al quadrato delle distanze .
Prima osservazione
Si capisce che assai facile, usando il metodo precedente, ottenere, per mezzo delle oscillazioni dell'ago
elettrico, le leggi della forza repulsiva, cos come noi abbiamo appena determinato quelle della forza
attrattiva. In effetti, se si fa toccare la placca al globo carico essa prender un'elettricit della medesima
natura di quella del globo e sar respinta; in modo tale che l'ago osciller in virt di questa repulsione, in
una posizione diametralmente opposta alla prima, e dal numero delle oscillazioni in un dato tempo
confrontato con la distanza tra il centro della placca ed il centro del globo, sar possibile risalire alla forza
repulsiva con il medesimo calcolo che noi abbiamo appena eseguito per avere la forza attrattiva: tuttavia
dobbiamo dire che tutte le esperienze in cui si vuol fare agire il fluido elettrico con la sua forza repulsiva,
si eseguono, come vedremo in seguito, in modo pi semplice, pi esatto e pi comodo con la bilancia che
21
abbiamo descritto nella nostra prima memoria .
Seconda osservazione
Se ci si volesse servire del medesimo metodo per determinare la quantit di elettricit che viene
suddivisa tra un globo elettrificato ed un corpo conduttore di forma qualsiasi messo a contatto con questo
globo, ecco come ci si pu comportare: dopo aver caricato il globo e determinato, in questo primo stato
tramite le oscillazioni, la sua azione elettrica sulla placca dell'ago ad una distanza data, si far subito
dopo toccare il globo dal corpo conduttore che deve prendere una parte dell'elettricit del globo; e,
allontanando questo corpo dal globo, si determiner nuovamente con le oscillazioni dell'ago la quantit di
elettricit che resta al globo; la differenza tra questa quantit e quella che il globo aveva prima del
22
contatto misurer quella presa dal corpo messo a contatto .
E inutile dire che simili esperienze non possono riuscire bene che nelle giomate molto secche quando i
corpi isolati perdono lentamente la loro elettricit; che bisogna tener conto di questa diminuzione di
elettricit nella riduzione delle esperienze che si succedono; che bisogna evitare che si formino correnti
d'aria nella stanza dove si opera e allontanare tutti i corpi conduttori di almeno tre piedi dal globo
elettrizzato, e anche dall'ago: ma ripetiamo che quando poi determineremo, con esperienze e con la
teoria, come il fluido elettrico si distribuisca nelle diverse parti dei corpi, si vedr che tutte queste
esperienze riusciranno molto meglio con la bilancia elettrica, piuttosto che con il metodo delle oscillazioni
23
che abbiamo appena spiegato .

teff e Feff le quantit corrispondenti alle condizioni reali. Allora per la proporzionalit inversa fra tempi e radici delle

forze si avr: ti : teff =(Feff) : (Fi)


ma Feff = (9/10) Fi e quindi ti=teff (9/10)
20

Che la medesima legge sia stata trovata con due metodi diversi, "aussi absolument different", un'ulteriore prova
della verit della legge stessa.
21
Bench questo secondo metodo abbia dato buona prova di s, Coulomb ritiene comunque superiore il metodo della
bilancia.
Non e chiaro se questa preferenza sia dovuta al desiderio di "propagandare" la bilancia di sua invenzione, oppure ad
effettivi vantaggi di quest'ultima, ad esempio una maggiore rapidit di esecuzione, oppure ancora alla consapevolezza
della complessit teorica messa in campo da questo secondo metodo.
22
Anche con questo secondo metodo Coulomb verifica la dipendenza dall'inverso del quadrato delle distanze, e
assume senza alcuna esitazione, quasi come una deduzione da quella, la dipendenza dal prodotto delle masse
elettriche" dei due corpi interagenti. Tant' che anche in questo caso si serve della variazione d'intensit della forza
d'interazione come di una misura della quantit di elettricit presente sui corpi. Pare proprio che sia sufficiente
verificare che una parte della legge di tipo newtoniano, per inferire che tutta la legge lo .
23
Coulomb fa le solite raccomandazioni sull'umidit e le correnti d'aria e finisce riproponendo la superiorit del
metodo della bilancia di torsione rispetto a quello delle oscillazioni.

CONCLUSIONE
Vorremmo adesso in un certo qual modo riassumere il senso di questa lettura sia riprendendo le fila del
discorso storico, sia mettendo in luce alcuni vantaggi che da un punto di vista didattico si possono trarre dal
confronto tra i testi originali letti e quanto detto ed appreso dal manuale scolastico.
In generale si pu senz'altro dire che il carattere dominante di queste memorie sperimentale. Lo si vede
immediatamente, ad esempio, tenendo conto dello spazio riservato alla descrizione degli strumenti utilizzati,
dell'attenzione riservata alla determinazione dei limiti di sensibilit dei medesimi strumenti e infine
dell'intenzione dichiarata di voler trovare sperimentalmente la legge. Anche un'assenza ci mette su
quest'avviso: in nessun punto viene fatto cenno ad un qualche modello di corpo carico o in generale di carica
elettrica, in base al quale interpretare i dati ricavati dall'esperienza, che vengono solo letti e confrontati
matematicamente. Eppure di questi modelli ne erano stati proposti parecchi ed, anzi, pareva proprio questo
il nodo concettuale pi urgente. Da questo punto di vista il lavoro di Coulomb rispecchia fedelmente il modo
di procedere "scientifico", come usualmente i manuali lo prefigurano nei capitoli introduttivi.
Vi sono per altri indizi di cui tener conto per meglio valutare la particolarit dell'approccio sperimentale di
Coulomb. Questi indizi riguardano proprio le misure, (i dati sperimentali per eccellenza), che in questo caso
sono, come abbiamo gi notato, solo tre e per di pi selezionate per far "saltare all'occhio" con la massima
chiarezza la validit della legge, che non potremmo certo dire indotta da quelle misure. Sar pi esatto, pi
rispondente al resoconto di Coulomb, considerare questi dati come la verifica sperimentale di una legge gi
formulata in via ipotetica, piuttosto che dati di partenza di un'indagine, di una ricerca induttiva.
Perch allora il manuale considera "sperimentale" sinonimo di "induttivo"? Su questo fatto si possono
innestare diversi discorsi: da quello strettamente epistemologico sul ruolo dell'esperimento nella fisica, a
quello che fa risaltare come il manuale trasmetta anche una certa immagine particolare della scienza. In
questo caso, l'attribuire al momento sperimentale e alla matematica una funzione esaustiva del fare scienza.
Intento di tali discorsi quello di rendere gli studenti lettori pi attenti anche del manuale di fisica, verso il
quale c' spesso un atteggiamento di apprendimento totalmente passivo: quello che dice deve essere vero
perch non fa altro che riportare dei risultati ben fondati; non c' quindi l'arbitrio di una posizione filosofica o
ideologica pregiudiziale che infici o comunque alteri il discorso. Pu essere questa un'occasione per
mostrare come anche il manuale di fisica, tra le righe, faccia passare dei giudizi sulla scienza, o meglio su
ci che da considerarsi tale.
Quanto alla legge ipotizzata, formulata e verificata da Coulomb, essa ha chiare origini entro il quadro
concettuale newtoniano, al quale, come abbiamo visto, l'autore si richiama in diversi altri punti di questa
memoria, seppure non cos esplicitamente, come invece aveva fatto ad esempio nella memoria del 1777. 1
Newtonianamente la forza, sul modello di quella gravitazionale deve dipendere dall'inverso del quadrato
della distanza, essere centrale e propagarsi istantaneamente. La prima caratteristica e quella sottoposta a
verifica nel lavoro esaminato; quanto agli altri due attributi della forza, costituiscono delle ipotesi di fondo che
informano di s tutte le fasi dell'esperimento, dalla scelta delle variabili (la forza e la distanza) all'intera
spiegazione dei risultati sia della prima memoria sia della seconda, dove, ad esempio, la centralit della
forza, che non mai neppure messa in discussione, basilare nel ragionamento condotto.
Ed forse ancora l'assunzione di questo programma newtoniano che ci pu spiegare il disinteresse di
Coulomb per il dibattito tra i suoi contemporanei sul modello di carica elettrica. A questo proposito vale la
pena di riflettere sul fatto che Coulomb non cita nessun autore ne contemporaneo ne di epoche passate:
pare che non esistano altri articoli su questo argomento. Dobbiamo allora pensare che Coulomb si
considerasse profondamente diverso dagli altri fisici che si erano occupati di simili argomenti, anche da
quelli che come lui avevano ricercato e talvolta trovato delle leggi per la forza tra corpi carichi? 2
E qualcosa di diverso dagli altri deve pure avere avuto Coulomb, se tutti lo hanno sempre considerato
l'iniziatore dello studio "rigoroso" dell'elettrostatica.
Gilmor, nel volume su Coulomb3 , attribuisce il successo delle sue ricerche sia al fatto che si svolsero entro
un quadro teorico preciso e consapevole e, soprattutto, condiviso dalla maggior parte degli scienziati suoi
contemporanei, sia all'autorevolezza della sede da cui parla: l'Academie Royale des Sciences di Parigi.

A parte che la prima motivazione non appare cos certa ed evidente, possiamo perlomeno avanzare accanto
a quelle di Gilmour un'altra ipotesi, proprio a partire da queste letture. Il vantaggio, che Coulomb non si
stanca di sottolineare, della bilancia di torsione sugli altri sistemi adottati per dedurre la legge della forza
elettrostatica e che con questo strumento possibile una misura della carica elettrica. Questo fatto fa per
cos dire superare d'un balzo le polemiche sulla "vera natura" della carica, che entra invece nel novero delle
grandezze fisiche trattabili matematicamente.
Ritornando al manuale di fisica troviamo ampi riscontri del modo di procedere di Coulomb: spesso anche i
manuali sottintendono il carattere centrale e l'istantaneit della forza elettrostatica, avendo assunto la forza
gravitazionale come modello forte della forza. Questa analogia di comportamento mette in luce come il
manuale adotti un'ottica newtoniana nella trattazione della fisica classica. Questo quadro concettuale ha
l'indubbio vantaggio di compattare moltissimi discorsi diversi, ma pu diventare troppo stretto quando poi si
tratta di introdurre concetti che sono chiaramente incompatibili con i suoi assunti di base, come ad esempio il
concetto di campo.

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