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Terzi A Un disavanzo pubblico per la piena occupazione

Un disavanzo pubblico per la piena occupazione


di Andrea Terzi
da www.sbilanciamoci.info

Solo l'aumento della spesa pubblica pu rimettere in moto la domanda. quello che hanno
fatto Usa e Cina ed quello che lEuropa ostinatamente si rifiuta di fare, autocondannandosi
al declino.
Sembra che nel dichiarare guerra alla disoccupazione il governo italiano abbia finalmente preso
atto di una semplice verit: i posti di lavoro sono scomparsi perch il fatturato delle imprese
crollato - e senza domanda, non c lavoro. Da qui nasce il provvedimento che riduce il prelievo
fiscale sui lavoratori dipendenti per dare una mano alla ripresa dei consumi. Renzi avrebbe
preferito poterlo fare senza vincoli sul rapporto deficit/Pil, ma dovr rassegnarsi a farlo
tagliando contestualmente la spesa pubblica. Dovr insomma trovare risparmi di spesa sufficienti
a finanziare la perdita stimata del gettito. Come ha ribadito il ministro Padoan, "tagli
permanenti di tasse saranno finanziati da tagli permanenti di spesa".
Non serve la sfera di cristallo per prevedere gli effetti strettamente legati a questa manovra.
Molto semplicemente, qualcuno in Italia star meglio e qualcun altro star peggio. La riduzione
della spesa (buona o cattiva che sia) comprime immediatamente redditi e risparmi del settore
privato. Daltro canto, la riduzione dellIrpef lascer nelle tasche di qualcun altro pi reddito e
pi risparmio. Crescer la domanda interna? Poco o nulla. E anzi caler, se una fetta di quel
reddito redistribuito ai lavoratori dipendenti non dovesse essere spesa.
Sarebbe pi efficace questa manovra se Renzi potesse sforare i limiti imposti dalle regole
comuni sul disavanzo? S, ma solo marginalmente. Perch se i risparmi creati dalla riduzione
fiscale saranno spesi in merci tedesche, crescer il Pil della Germania e lItalia si ritrover
presto col rapporto deficit/Pil di nuovo in allarme rosso.
Insomma, a parte i comprensibili obiettivi elettorali, limpostazione del governo italiano sembra
ancora legata a una visione del problema della disoccupazione che non va oltre il proprio
orticello. E in questo Renzi in Europa in buona compagnia. Lauspicio rimane quello che i
leader europei (Renzi compreso) si muniscano di una lente con una focale diversa, in grado di
abbracciare la questione complessiva dellEurozona (e dellUnione Europea). Vediamo perch.
Come spiego in Salviamo lEuropa dallausterit (Vita e Pensiero, 2014, pp.104, 10,00; E-book
6,99), il denaro in circolazione nelleconomia pu crescere solo in tre modi: 1) quando il
settore privato aumenta il proprio debito con le banche, 2) quando il settore estero spende per i
nostri prodotti pi di quanto noi spendiamo per i prodotti esteri e 3) quando il settore pubblico
spende di pi di quanto incassa in forma di imposte. Fin qui la logica macroeconomica. Ora, nel
caso europeo, quale fra queste la strada pi efficace?
Lopzione 1 (pi credito bancario) non realistica e la Bce non pu fare quasi nulla: se la
domanda depressa, le imprese non investono, n le banche sono propense a rischiare. Tassi
negativi e QE sono solo palliativi.
Lopzione 2 (pi export) non realistica nemmeno se la Bce riuscisse (e non detto) a far
scendere un po il valore delleuro: non basterebbe a restituire quei sette milioni di posti di
lavoro che mancano allappello dal 2008, per non parlare dei 19 milioni di posti di lavoro che
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mancano complessivamente nellEurozona. Si dice: ma se fossimo tutti competitivi come la


Germania? la ricetta del presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. E non si sa se ridere
o preoccuparsi (pi la seconda). Significherebbe accontentarsi di prezzi pi bassi per portar via
fatturato agli altri, allargando a tutta lEuropa quella stessa strategia che la Germania ha potuto
realizzare solo grazie al fatto che qualcun altro, altrove in Europa o nel mondo, alimentava il
fatturato delle proprie imprese.
Lopzione 3 (pi disavanzo pubblico) il motore delle altre due, ed il vero ed unico carburante
della domanda. quello che venuto drammaticamente a mancare nel 2008. quello che gli
Stati Uniti hanno impiegato, pur col contagocce, per uscire dalla recessione. quello di cui la
Cina si servita, in dosi massicce, per evitare la recessione globale. Ed quello che lEuropa
ostinatamente si rifiuta di impiegare, autocondannandosi al declino.
In Europa, prevale la convinzione (infondata) per cui il disavanzo pubblico una sorta di
ripiego, di droga da cui bene stare alla larga pena lassuefazione, linflazione o unaltra
crisi finanziaria. Un punto di vista sbagliato che non tiene conto del fatto che la fonte ultima di
denaro in circolazione nelle economie monetarie contemporanee la spesa del settore pubblico
che eccede gli introiti fiscali. Le uniche alternative possibili sono: portar via carburante agli altri
importando meno di quanto esportiamo, oppure aumentare la resa del motore facendo crescere
lesposizione del settore bancario. Quanto alla politica monetaria, questa pu assicurare
stabilit alle banche e ai mercati rifornendoli di liquidit, ma si tratta pur sempre dellolio che
lubrifica il motore, non del carburante che lo fa girare.
Per lEuropa, insomma, si tratta di una scelta obbligata. Ma come lasciar crescere il disavanzo
pubblico europeo in maniera economicamente e politicamente equilibrata?
Non certo concedendo a questo o a quel paese di sforare il tetto nazionale consentito. Dobbiamo
smetterla di pensare alleconomia italiana in contrapposizione alle economie degli altri paesi (e
questo vale anche per i tedeschi, per i francesi, ecc. ecc.). da questo vizio di fondo che
discende una visione distorta della politica economica che certo non aiuta a sgarbugliare il filo
della matassa. La moneta unica, e il denaro circola liberamente nellEurozona.
Cos come non sembra politicamente intelligente chiedere, come ha fatto Obama, che i paesi coi
deficit pubblici pi piccoli mettano a repentaglio le proprie finanze pubbliche per aiutare gli
altri. N possiamo accontentarci delle parole che Draghi pronuncia una volta al mese ripetendo
che il risanamento delle banche e delle finanze pubbliche far crescere la fiducia. Nemmeno i
ricercatori pi attenti della Bce ci credono, visto che alcuni di loro hanno scritto che la
devastante crisi tedesca del 1931 fu causata dallausterit.
E allora lobiettivo deve essere, come spiego nel libro, quello di creare un disavanzo pubblico
europeo" finalizzato alla piena occupazione. Risolverebbe molti problemi assieme: dal rispetto
dei vincoli nazionali, allo spread, al rilancio del credito bancario. insomma indispensabile, e
drammaticamente urgente, studiare una soluzione condivisa.
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