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Warren Mosler, sostenuto dalleconomista francese Alain Parguez, durante un incontro pubblico
a Vibo Valentia, evento previsto nellambito del festival per leconomia che si svolto in
Calabria il 16,17 e 18 Aprile scorsi, ha lanciato unarticolata ma chiara proposta per uscire dalla
crisi economica.
Occorre innanzitutto aumentare la spesa in deficit dello Stato attraverso una riduzione
dellimposizione fiscale e/o un incremento della spesa pubblica.
In tale maniera si genera un risparmio privato pi ampio di quello attuale che aumenta il reddito
disponibile rilanciando la domanda interna, i nostri consumi in beni e servizi. A ci
conseguirebbe, grazie anche ad un correlato effetto di incremento della produzione industriale,
il miglioramento dei fondamentali macroeconomici del Paese. I vincoli di bilancio europei
devono essere quindi sforati realizzando deficit pi ampi, nellordine dell8%.
Se lEuropa non consentisse politicamente lo sforamento e se i mercati negassero fiducia a un
piano del genere sarebbe necessario tornare a spendere e a tassare in una nuova valuta
nazionale tanto quanto basta a realizzare il deficit che serve. In tale ipotesi i depositi in Euro
non andrebbero convertiti automaticamente nella nuova valuta, bens a richiesta. Cos si
determinerebbe una situazione in cui i cittadini, per far fronte al pagamento delle tasse,
chiederebbero spontaneamente la conversione (quindi la vendita), da euro a nuove lire, di
almeno una parte dei depositi. Si scongiura cos il timore del deprezzamento della nuova valuta,
poich la stessa verrebbe fortemente richiesta. I depositi peraltro, se denominati, sempre a
richiesta, nella nuova lira andrebbero garantiti dallo Stato, tornato monopolista della valuta.
Tale garanzia farebbe ulteriormente crescere la richiesta di convertire i depositi denominati in
euro in nuove lire.
Inizialmente la spesa in deficit dovrebbe essere orientata a perseguire la piena occupazione
attraverso i piani di lavoro transitorio offerti dallo Stato, tramite gli enti locali, a tutti i
disoccupati ad un salario minimo. La conseguente ripresa economica, determinata proprio dalla
spesa in deficit, consentirebbe al settore privato di riassorbire i lavoratori coinvolti nei piani di
lavoro transitorio offrendo loro un salario dignitoso e adeguato.
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