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De Salvo A Warren Mosler ha indicato la strada, per uscire dalla crisi dobbiamo fare cos

WARREN MOSLER HA INDICATO LA STRADA, PER USCIRE DALLA CRISI


DOBBIAMO FARE COS.
di Alessandro De Salvo
20 apr 2015

Warren Mosler, sostenuto dalleconomista francese Alain Parguez, durante un incontro pubblico
a Vibo Valentia, evento previsto nellambito del festival per leconomia che si svolto in
Calabria il 16,17 e 18 Aprile scorsi, ha lanciato unarticolata ma chiara proposta per uscire dalla
crisi economica.
Occorre innanzitutto aumentare la spesa in deficit dello Stato attraverso una riduzione
dellimposizione fiscale e/o un incremento della spesa pubblica.
In tale maniera si genera un risparmio privato pi ampio di quello attuale che aumenta il reddito
disponibile rilanciando la domanda interna, i nostri consumi in beni e servizi. A ci
conseguirebbe, grazie anche ad un correlato effetto di incremento della produzione industriale,
il miglioramento dei fondamentali macroeconomici del Paese. I vincoli di bilancio europei
devono essere quindi sforati realizzando deficit pi ampi, nellordine dell8%.
Se lEuropa non consentisse politicamente lo sforamento e se i mercati negassero fiducia a un
piano del genere sarebbe necessario tornare a spendere e a tassare in una nuova valuta
nazionale tanto quanto basta a realizzare il deficit che serve. In tale ipotesi i depositi in Euro
non andrebbero convertiti automaticamente nella nuova valuta, bens a richiesta. Cos si
determinerebbe una situazione in cui i cittadini, per far fronte al pagamento delle tasse,
chiederebbero spontaneamente la conversione (quindi la vendita), da euro a nuove lire, di
almeno una parte dei depositi. Si scongiura cos il timore del deprezzamento della nuova valuta,
poich la stessa verrebbe fortemente richiesta. I depositi peraltro, se denominati, sempre a
richiesta, nella nuova lira andrebbero garantiti dallo Stato, tornato monopolista della valuta.
Tale garanzia farebbe ulteriormente crescere la richiesta di convertire i depositi denominati in
euro in nuove lire.
Inizialmente la spesa in deficit dovrebbe essere orientata a perseguire la piena occupazione
attraverso i piani di lavoro transitorio offerti dallo Stato, tramite gli enti locali, a tutti i
disoccupati ad un salario minimo. La conseguente ripresa economica, determinata proprio dalla
spesa in deficit, consentirebbe al settore privato di riassorbire i lavoratori coinvolti nei piani di
lavoro transitorio offrendo loro un salario dignitoso e adeguato.

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