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sce a ritracciare alcuni incunaboli, siano essi di Verga e De Roberto ovvero di un umile cronista di
storia patria, di ci che fu detta la sua filosofia della sicilianitudine. N mancano ovviamente giudizi sulla rispettiva produzione letteraria e per schietti e prodigati da due veri e propri sparring
partners. Ecco Roversi, di primo acchito, su Le parrocchie in una lettera del 20 marzo 56: Non so
se riesco a farmi intendere. Desidero che tu senta in che modo leggo, e come il mio giudizio non sia
amichevole o convenzionale, ma autentico. Hai scritto un libro assai bello (posso dirlo fin dora) e,
soprattutto, utile. (E questo, questo solo conta, oggi; per tutti); ed ecco invece Sciascia, dal suo
rifugio senza telefono nella contrada La Noce, in data 25 giugno 64 a proposito del romanzo Registrazione di eventi: Un po mi dispiaciuta la parola avanguardia nella pubblicit; anche se dice
una verit sostanziale ed effettuale, per un tuo libro bisogna che non si pensi agli Arbasino, ai Sanguineti e alla scuola di Palermo.
Il carteggio viene diradandosi nella seconda met degli anni sessanta e si interrompe nel 72,
quando Roversi si da tempo isolato dallindustria culturale (la prima mandata delle Descrizioni in
atto, tirate al ciclostile, risale al 69) e Sciascia, reduce dai dissapori con i comunisti per la pubblicazione de Il contesto (71), sta redigendo la fosca allegoria di Todo modo. A questa altezza, le loro
strade sono divise ma restano in ogni caso parallele perch se il poeta bolognese entrato quasi in
clandestinit alla Palmaverde il narratore siciliano, allopposto, la voce pubblica e clamante (consigliere comunale a Palermo per il Pci, poi deputato del Partito radicale) che dopo la pubblicazione de
Laffaire Moro di fatto costretta allesilio parigino, o al reclusorio in contrada La Noce, perch
invisa allintero arco costituzionale dei partiti e allopinione pubblica che oggi si direbbe mainstream.
Qui viene a taglio il libretto di Nico Perrone, La profezia di Sciascia Una conversazione e quattro lettere (Archinto, pp. 104, euro 14.00), che fa seguire a una sua densa introduzione sul profilo politico
dello scrittore lintegrale di una intervista parzialmente uscita sul manifesto del 5 dicembre 1978,
a seguito della controversa ricezione dellAffaire in Italia. Interrogato sul proprio rapporto con
i comunisti, Leonardo Sciascia risponde: Abbiamo commesso una quantit di errori, abbiamo avuto
una quantit di miti sbagliati, abbiamo taciuto tante verit in omaggio a quella che credevamo la
verit suprema. Io non sono mai stato comunista, per ho pensato e agito molto secondo comunismo.
E ora siamo proprio alla stretta finale. Ora siamo arrivati al punto che si pu coniare uno slogan elettorale, se negli slogan fosse possibile dire la verit: Non c che la sinistra per fare una buona politica di destra. Nella penultima fra le lettere trascritte in Dalla Noce alla Palmaverde, del marzo 72,
annunciandogli luscita di una sua lettura del Contesto, Roberto Roversi aveva ricordato allamico
come, e purtroppo, il pensiero critico stesse mutamente naufragando e come, perci, gli umori
avessero ormai la meglio sui giudizi nella pubblica e privata comunicazione.
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