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gli episodi di sola intemperanza verbale, sfociati in ingiurie,

(l'oltraggio stato abolito), perch numerosissimi e quasi


mai riportati dalla stampa.
Dal 1 novembre 2003 al 30 luglio 2004 sono stati ben 71
gli episodi nei quali i conducenti di veicoli sottoposti a controllo
hanno aggredito fisicamente gli agenti e questi hanno riportato
lesioni pi o meno gravi. Gli episodi di violenza sono costituiti
da spinte, schiaffi, pugni, fino a vere e proprie risse o tentativi
di investimento col veicolo.
Ricordiamo che dei 71 episodi archiviati, 19 sono stati
conseguenti a controlli con l'etilometro.
In particolare le aggressioni hanno riguardato:
- la Polizia di Stato (compresa la Polizia Stradale che effettua
numerosi controlli con l'etilometro) in 35 episodi,
- la Polizia Municipale in 24 episodi
- i Carabinieri in 15 episodi
Il totale superiore a 71 in quanto alcune aggressioni hanno
riguardato pattuglie di pi corpi.

34 aggressioni sono avvenute di notte e 33 di giorno. (in


alcuni casi non stato possibile accertare l'ora).
In 41 casi gli aggressori erano cittadini italiani in 28 casi
stranieri. (In due caso non stato possibile identificare la
nazionalit).
Emerge, seppur con un calcolo approssimativo, rapportato
agli episodi raccolti dalla stampa negli anni precedenti, un
considerevole aumento dell'aggressivit, con un numero di
casi almeno doppio, quasi si assistesse ad un forte indebolimento, ad una perdita di rispetto della figura che in divisa
rappresenta lo Stato, in parte anche addebitabile alla ormai
evidente scarsa considerazione per questi reati.
Nota: Il lavoro di analisi di Asaps si basato, nel tempo, su
una selezione degli episodi considerati indicatori di un fenomeno
in evoluzione: episodi dei quali si avuta notizia per mezzo
dei propri referenti e per mezzo degli organi di stampa. In
alcuni casi le notizie non sono pervenute complete.
Giordano Biserni
Presidente Asaps

Da che parte stare?


Il rapporto spesso conflittuale con la divisa
eggendo il lungo elenco di episodi di aggressioni
che in poco pi di un anno si sono verificati ai danni
delle Forze di Polizia non riusciamo a rimanere
sorpresi. Affranti s, forse sconfortati, scoraggiati,
ma non sorpresi. Man mano che leggiamo i vari
episodi, si aggiunge, in un nostro immaginario prato verde,
una piccola croce bianca, che segna una piccola morte, una
croce senza nome, perch attraverso questi gesti non muore
una persona, muore un valore: lautorit. Anche nei casi pi
drammatici nei quali un Operatore di Polizia ha sacrificato la
propria vita, chi vi ha posto fine non ha rivolto il proprio atto
criminoso verso la persona, ma verso ci che questa rappresentava. Chi quelluomo in divisa che ci sta davanti? Come
si chiama? Quali sono i suoi progetti, i suoi desideri, le sue
paure? Niente, non sappiamo niente di tutto questo. Eppure
qualcuno riesce ugualmente a provare un odio irrefrenabile
verso questuomo con la divisa, tanto forte da arrivare ad
aggredirlo. Quella che tracima dagli argini della liceit non
dunque unaggressivit che scaturisce dalle circostanziali
interazioni con la persona in divisa, ma che proviene da quei
momenti che si perdono indietro nella storia di vita di ognuno
di noi, durante i quali grazie alla famiglia si interiorizzano i
sistemi di valori e di regole, durante i quali parte del desiderio
e parte della propria libert vengono esclusi dalla sfera del
possibile attraverso lintroduzione del limite tra ci che
consentito e ci che non lo .
Ora, dobbiamo osservare come questo limite non sia n
normativo, n definito, n stabile attraverso il tempo. Ogni
famiglia si fa portavoce delle proprie tradizioni familiari,
trasmettendo ai figli ci che a loro volta stato loro insegnato,
modificato per dalle proprie esperienze col mondo, esperienze
queste che sono in grado di abbassare o innalzare il personale
confine che divide il consentito dal proibito. Ogni famiglia,
dunque, trasmette ai figli un sistema di valori il cui nucleo
fondamentale rimane invariato, ma che si consuma allesterno,
deprivato di alcuni valori, o aspetti del valore, la cui forza si
era progressivamente indebolita attraverso il tempo. Ci
adattiamo ogni giorno al mondo che ci circonda, cambiamo
il modo di vestire, cambiamo il modo di parlare, cambiamo
il modo di accettare quanto accade attorno a noi, diventando
sempre pi tolleranti per ci che accade pi frequentemente,
cambiamo dunque il modo di vedere le cose, cambiamo le
nostre abitudini, i nostri atteggiamenti, le nostre attribuzioni.

Il valore il risultato di unattribuzione, una costruzione


delluomo. Niente ha un valore di per s, niente ha un valore
se non gli se lo attribuisce. E, quale risultato di una costruzione
umana, soggetto a modifiche da parte delluomo, modifiche
che non vengono certo decise a tavolino da parte di nessuno,
ma che si verificano seguendo la tendenza generale della
societ. E dato che ogni valore si mantiene tale attraverso
le conferme che riceve, dobbiamo pensare di poter trovare
la spiegazione della progressiva caduta del valore autorit
nelle sempre minori conferme ricevute.
Crediamo che parte della responsabilit sia da attribuire
anche a chi ha lincarico di rappresentare lautorit. Anche
lOperatore di Polizia un uomo che vive ogni giorno immerso
nella societ e di conseguenza influenzato dalle sue tendenze.
Su chi crede con forza nel proprio lavoro, il generale decadimento del valore dellautorit avr probabilmente uninfluenza
minima. Ma quello del credere non un fenomeno a due livelli
(credere assolutamente o assolutamente non credere), si
possono avere tutte le possibili immaginabili sfumature, ogni
tonalit di grigio, dal bianco al nero, ed ogni Operatore dar
il proprio contributo al valore autorit in relazione al proprio
modo di credere nella stessa autorit che rappresenta, dal
sacrificare la propria vita fino allo scegliere un comportamento
assolutamente deviante. Ogni volta che i media danno la
notizia dellarresto di un poliziotto o di un carabiniere, il valore
autorit riceve una disconferma, perch la tendenza a generalizzare che caratterizza la mente umana non porta a pensare
che quel poliziotto o quel carabiniere fossero mele marce.
Con quellarresto, tutta la Polizia e lintera Arma va in prigione,
ogni divisa si macchia del reato, del peccato originale dal
quale la divisa forse un tempo era libera, e sulla quale libert
si mantenuto forte il valore dellautorit attraverso il tempo.
Dove andremo a finire? il commento pi naturale che
scaturisce alla notizia di unaggressione ad un Operatore di
Polizia o di un reato commesso da questo. Non sappiamo
dove andremo a finire, ma le prospettive non sono affatto
rosee. necessario che ciascuno di noi si fermi un attimo
a riflettere, che metta in pausa il pilota automatico che lo
porta a ragionare attraverso stereotipi o principi di convenienza
e si chieda quale sia la propria parte di responsabilit in tutto
questo e cosa voglia dire rappresentare un valore.
Solo a quel punto si potr decidere da che parte stare.
* Psicologo, operatore di Polizia Stradale
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Aumentano le aggressioni alle divise

Francesco Albanese *

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