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SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

TEORIA MATEMATICA DELLA COMUNICAZIONE


La teoria matematica della comunicazione, elaborata da Claude Shannon, ha come obiettivo quello
di studiare le strategie per diffondere al meglio il messaggio e studia la comunicazione come puro e
semplice scambio di informazioni. Il modello di Shannon scompone il processo comunicativo in:
-sorgente, che elabora il -messaggio, -apparato trasmittente, che codifica il messaggio in base al
-mezzo di comunicazione scelto, -fonte di rumore, che pu distorcere il messaggio, -apparato
ricevente, che applica a ritroso le stesse regole di codifica messe in atto dallapparato trasmittente,
e destinatario.
Il limite che questa teoria prende in considerazione solo la sintassi, ovvero gli elementi del codice
e le loro possibili combinazioni, e trascura semantica e pragmatica, rispettivamente lo studio delle
relazioni tra il codice e loggetto che rappresenta, e lo studio delle relazioni tra codice, coloro che lo
usano e loro comportamento conseguente a questuso.

SCUOLA DI PALO ALTO


La scuola di Palo Alto, nata negli anni 60, basa la sua teoria della comunicazione su tre assiomi
fondamentali.
Il primo nega il principio di intenzionalit della comunicazione e asserisce che impossibile non
comunicare poich la comunicazione insita nel comportamento.
Il secondo riguarda laspetto relazionale della comunicazione: il contenuto solo il pretesto per
comunicare la relazione ed quindi metacomunicazione, che di solito rimane implicita e viene
esplicitata solo se si crea una rottura degli equilibri della relazione.
Il terzo suddivide il flusso di significati in messaggi e i messaggi in stimoli o risposte, creando una
punteggiatura degli atti comunicativi che arbitraria e convenzionale ed connessa alla relazione
che si creata tra gli individui, Ladozione di diverse punteggiature, infatti, pu creare malintesi che
si possono risolvere metacomunicando. Le varie punteggiature, dal punto di vista di chi le applica,
sono sempre perfettamente coerenti: non si pu definire una punteggiatura giusta e laltra sbagliata
perch non si pu prescindere dal punto di vista.

GOFFMANN
Secondo il sociologo Erving Goffman, a differenza della teoria elaborata dalla Scuola di Palo Alto,
la comunicazione vera e proprio solo quella intenzionale, e pu essere studiata come una
rappresentazione. centrale il concetto di ruolo, inteso come insieme di norme e aspettative che
convergono su un individuo in quanto occupa una data posizione allinterno di un sistema sociale.
La situazione sociale quellambiente allinterno del quale un soggetto pu farsi unimpressione
sugli altri e allo stesso tempo controllare limpressione che gli altri si stanno facendo di lui, ovvero
controllare come viene percepita la sua facciata personale, che egli ha accuratamente costruito e
provato nel retroscena per poi rappresentarla nella ribalta.

ETNOMETODOLOGIA
Letnometodologia una scuola di pensiero e di ricerca elaborata da Harold Garfinkel che studia gli
etnometodi, pratiche con cui gli individui costruiscono un senso comune della situazione sociale.
Gli attori sociali, valendosene, offrono resoconti e descrizioni del loro agire sociale, detti accounts.
Laccount, attraverso la descrizione, produce il mondo a cui si riferisce, dimostrando che il senso
dellagire sociale lazione stessa: questo svela la riflessivit della comunicazione, che impiegata
in modo inconscio dagli attori sociali. Dagli accounts, inoltre, emerge il carattere di indicalit della
comunicazione, che ha bisogno di continue conferme e rassicurazioni circa la sua stessa esistenza.
Prerogative dellordine sociale sono quindi fragilit e precariet.
Empiricamente parlando, letnometodologia si avvale di due metodi: lapproccio critico e lanalisi
della conversazione, che studia le propriet formali degli scambi linguistici.
Letnometodologia costituisce una scuola sociologica critica nei confronti della sociologia ufficiale,
poich non si pone come obiettivo quello di spiegare in modo oggettivo lagire sociale, ma quello di
dimostrare limprescindibilit del legame tra agire sociale e contesto.

SOCIOLINGUISTICA
La sociolinguistica nasce negli anni 60 in contrapposizione alla linguistica di Chomsky, e si basa
sul concetto di competenza comunicativa, ovvero la capacit di una comunit di parlanti di
produrre e comprendere testi e discorsi appropriati alla situazione. Linteresse della sociolinguistica,
quindi, non proiettato verso la grammaticalit ma verso lappropriatezza al contesto.
La lingua non monolitica ma variabile, e il linguaggio un fatto sociale che risente delle
condizioni dorigine e che pu regolare il passaggio da una classe sociale allaltra. La capacit di
passare da un utilizzo allaltro della lingua detto code-switching. La sociolinguistica, inoltre, ha
dimostrato come il linguaggio possa essere utilizzato da universi di parlanti emarginati o esclusi
dalla cultura ufficiale come indicatore di appartenenza a un gruppo o strumento di opposizione
sociale.
In sintesi la sociolinguistica dimostra come linguaggio e interazione siano in stretta relazione, come
il linguaggio, oltre a veicolare la costruzione della realt, possa essere impiegato in modi diversi pi
o meno appropriati al contesto, e come la variazione linguistica possa e debba essere reglata da
norme e principi.

COMUNICAZIONE NELLE ORGANIZZAZIONI


La societ intessuta di organizzazioni, che sono azioni collettive basate su processi di
differenziazione, cio assegnazione di diversi ruoli a ciascun membro, e integrazione, ovvero sforzi
individuali fatti per il benessere collettivo e il funzionamento dellorganizzazione che identifichino
lappartenenza dellindividuo allorganizzazione stessa.
La comunicazione nelle organizzazioni molto cambiata nel tempo: negli anni del modello di
produttivit tayloristico, basato su sistemi a catena di montaggio e ottimizzazione dei tempi
lavorativi, la comunicazione avveniva solo in senso verticale dallalto della dirigenza al basso dei
lavoratori e aveva esclusivamente scopi informativi o funzione di miglioramento dellefficienza e
della produttivit. Dopo il secondo dopoguerra invece, si cominci a sentire lesigenza di far
rispecchiare il lavoratore nellazienda in cui lavorava per favorirne lattaccamento e, di
conseguenza, migliorarne la produttivit, sulla base del modello giapponese. Si favor quindi non
solo la comunicazione orizzontale, cio tra lavoratore e lavoratore a fini cooperativi, ma anche
quella verticale in senso ascendente per creare maggior consenso dei lavoratori verso la dirigenza.
Anche questa modalit di approccio al lavoratore, tuttavia pu mascherare una sottile volont di
controllo da parte della classe dirigente.
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EFFETTI DEI MEDIA (prima e seconda fase)


La effect theory una teoria che attribuisce ai mass media il potere di manipolare la mente delle
persone e di sostituirsi alla cultura. Questa scuola di pensiero, che ritiene i media portatori di effetti
potenti, comprende la teoria dellago ipodermico e la teoria critica.
La no effect theory, al contrario, unentusiastica portavoce dellutilit sociale dei mass media che
ignora i loro effetti considerandoli deboli o limitati. A questa teoria si riallacciano il flusso di
comunicazione a due stadi e lapproccio usi e gratificazioni.

TEORIA DELLAGO IPODERMICO


Secondo la teoria dellago ipodermico, i mass media manipolano le persone iniettando, proprio
come un ago, qualsiasi tipo di messaggio dentro di loro.
Questa teoria semplicistica stata formulata nei primi decenni del 900, momento storico molto
critico caratterizzato dallavvento del capitalismo industriale, da processi di urbanizzazione e da un
uso incondizionato dei media da parte dei regimi totalitari per la propaganda bellica. La societ non
pi quella tradizionale e unita della Geimenshaft: una massa di individui alienati costituisce una
societ asettica e impersonale in balia dei mass media, la societ di massa.
Il modello comunicativo instaurato dalla prospettiva ipodermica un semplice modello behaviorista
stimolo-risposta, che pone laccento sulla mancanza di autonomia del pubblico. Tra gli studiosi
della teoria troviamo Harold Lasswell, padre del modello delle cinque W (who, what, whom,
where, what effects), modello che rivela i limiti della prospettiva ipodermica, in seguito superata in
favore di un modello comunicativo di tipo S-IV-R, ovvero stimolo-variabili intervenientirisposta.

IL FLUSSO DI COMUNICAZIONE A DUE STADI


Secondo il flusso di comunicazione a due stadi, il pubblico recepisce il contenuto dei messaggi
mediali attraverso la mediazione di un leader dopinione, che elabora il messaggio per poi
veicolarlo ai non leader. Limportanza non cade quindi sul messaggio in s quanto sulle relazioni
interpersonali, e la teoria pone laccento su come non si possa far cambiare idea, ma solo rafforzare
opinioni gi presenti nelle persone, che non sono pi considerate massa ma pubblico.
Attualizzando la teoria si pu parlare di flusso di comunicazione a molti stadi e, piuttosto che di un
leader dopinione, di una rete di rapporti interpersonali entro i quali la leadership pu essere
intercambiabile, che mediano il messaggio.
Per dimostrare questa teoria, Lazarsfeld comp ricerche sulle elezioni presidenziali americane del
1940, cercando di analizzare i meccanismi secondo i quali un gruppo di elettori sceglieva il proprio
candidato. Unaltra importante ricerca fu fatta sulle scelte di consumo culturale della popolazione
femminile di una cittadina del Midwest.
La teoria del flusso di comunicazione a due stadi, rispetto a quella dellago ipodermico, passa ad
una diversa concezione degli effetti che i media esercitano sulle persone, ritenendo questi effetti non
pi ineluttabili ma limitati.

LA PROSPETTIVA USI E GRATIFICAZIONI


La prospettiva usi e gratificazioni una corrente sociologica dominante del secondo dopoguerra,
che deriva dallo struttural-funzionalismo, corrente che legge i media alla luce della loro capacit di
soddisfare i bisogni della societ. Il concetto di funzione viene applicato al singolo individuo e la
domanda che ci si pone che uso faccia il pubblico dei mass media per soddisfare i propri bisogni,
quindi per sentirsi gratificato. Scompare lidea di massa in favore di quella di pubblico e si rovescia
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la tradizionale impostazione che attribuiva al medium il ruolo attivo e alla persona quello passivo.Il
pubblico effettua un uso consapevole dei mass media e questi ultimi devono concorrere tra di loro
per garantire al pubblico soddisfazione e gratificazione.

TEORIA CRITICA
La teoria critica si sviluppa allinterno del sistema teorico della Scuola di Francoforte, che applica
alla societ i contenuti di un marxismo rivisto e riadattato detto marxismo critico.
La teoria critica si basa sulla critica di ci che essa stessa ha definito industria culturale, ovvero
linsieme dei mass media che non producono pi cultura ma prodotti mediali indifferenziati, imposti
al pubblico che torna qui ad essere concepito come massa. I prodotti mediali sono pianificati
dallalto del sistema capitalistico che assoggetta i media allideologia della classe dominante,
scoraggiando lelaborazione critica e promuovendo il conformismo. I limiti di questa teoria
riguardano soprattutto la difficolt di svolgere ricerche empiriche e la troppo semplicistica idea di
pubblico come massa, superata dalla teoria degli effetti limitati.

CULTURAL STUDIES
I cultural studies si sviluppano in Inghilterra a partire dagli anni 50 e pongono al centro del loro
interesse la dimensione culturale. La teoria generale a cui si riferiscono il marxismo, ma si tratta
di un marxismo revisionato in cui la cultura e la comunicazione fungono da terreno di incontro e
scontro tra la classe dominante e quella subalterna. Il pubblico ha un ruolo attivo: ha infatti la
possibilit di negoziare e mediare i messaggi che gli sono imposti dai media e di leggerli in modo
critico; non pu per scegliere come e quando gratificare i proprio bisogni poich questi sono
condizionati dalla sfera socio-culturale in cui vive. Secondo le ricerche dei cultural studies sulla
produzione, quindi, non esiste una manipolazione nascosta da parte dellideologia dominante
poich il contenuto dei testi mediali problematizzato. Le ricerche sul consumo mediale hanno
dimostrato che esistono diversi modelli di fruizione e decodifica dei testi mediali da parte del
pubblico. Il pi noto quello elaborato da Hall detto encoding-decoding, nel quale lautore mette
in atto un processo di codifica del messaggio che verr poi letto dal pubblico secondo tre diverse
possibili modalit: quella egemonica-dominante, che rispecchia la visione dellautore; quella
negoziata, che coincide parzialmente con la visione dellautore ma ha spunti di riflessione ed
elaborazione autonoma; quella oppositiva che, pur comprendendo il punto di vista dellautore,
legge il messaggio in chiave antagonistica. Il processo di decoding avviene in modo differenziato
secondo linsieme a cui il pubblico appartiene. Per questo i cultural studies preferiscono non
parlare di pubblico ma di pubblici.

SCUOLA DI TORONTO
La scuola di Toronto, elaborazione abbastanza indipendente rispetto al resto degli studi sulla
comunicazione, concentra il suo interesse sui media come estensioni delluomo. Essi si dividono in
caldi, quando si rivolgono a un solo senso con informazioni specifiche e dettagliate, e freddi,
quando richiedono la partecipazione attiva di tutti i sensi ma offrono informazioni superficiali. Il
medium freddo per eccellenza la televisione.
Secondo Marshall McLuhan, principale esponente della scuola di Toronto, non importante il
contenuto del messaggio di un medium quanto la mutazione che esso produce: lavvento dei media
elettronici, ad esempio, ha portato alla fine delle grandi ideologie e allappiattimento della
dimensione spazio-temporale, riducendo la societ ad un unico grande villaggio: il villaggio
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globale. Il motore del cambiamento quindi, secondo questa scuola di pensiero, la tecnologia, tanto
che la critica principale che le stata rivolta stata quella di determinismo tecnologico.

LA PRODUZIONE DELLE NOTIZIE


La produzione delle notizie o newsmaking, riguarda il processo mediante il quale un evento o
accadimento viene trasformato in notizia. Il compito di valutare la notiziabilit, ovvero la
possibilit di un evento di diventare quel prodotto confezionato che conosciamo come notizia,
spetta al giornalista, che dopo aver reperito e valutato le fonti scrive il pezzo.
Le fonti possono essere dirette, se forniscono il materiale allo stato grezzo, o indirette, se offrono
un prodotto gi confezionato. Le fonti indirette per eccellenza sono le agenzia di stampa.
Unulteriore distinzione va fatta tra fonti ufficiali, o di primo livello, che hanno unautorevolezza
istituzionale o una competenza specifica sullargomento, e fonti di secondo livello, la cui
attendibilit a discrezione del giornalista ed affidata alla citazione. Dopo la verifica delle fonti e
la selezione dei valori notizia il giornalista passa alla fase dellediting, un labor limae che
assicura al testo chiarezza e conformit linguistica con la comunit di riferimento; la scelta del
titolo lultimo passo prima della collocazione del pezzo nel medium.
La routine giornalistica comporta spesso una deformazione accidentale della realt, nota come
distorsione involontaria. Il giornalista a volte pu forzare la notizia per meglio inserirla nel
medium prescelto, o per garantirle sensazionalit, o ancora pu collocarvi riferimenti o immagini
poco adatti in mancanza di qualcosa di pi pertinente o efficace. Questa pratica dimostra che verit
e notizia non sempre sono sinonimi.

EFFETTI DEI MEDIA (terza fase)


Dopo il pensiero degli apocalittici, portavoci della teoria degli effetti potenti, e quello degli
integrati, sostenitori degli effetti limitati dei media, in una terza fase critica si ritorna al concetto di
media portatori di effetti potenti, ma su scala collettiva e nel medio-lungo termine.
Le teorie di questa terza fase sono: il modello dei differenziali di conoscenza, la teoria della spirale
del silenzio, la coltivazione televisiva e lagenda setting.

DIFFERENZIALI DI CONOSCENZA
Secondo il modello dei differenziali di conoscenza pi i mezzi di informazione penetrano nel
tessuto sociale pi aumenta lo scarto di conoscenza tra gli strati pi elevati e quelli pi bassi della
societ. Infatti i membri delle classi pi agiate hanno non solo maggior interesse nellacquisire
nuove informazioni, ma anche pi possibilit di accedere ai moderni mezzi di comunicazione che
diffondono ulteriori conoscenza rispetto ai mass media e maggior competenza critica nellelaborare
i messaggi che vengono loro proposti.
Il divario riguarda soprattutto i temi di minor spicco nella trattazione quotidiana svolta dai mezzi di
comunicazione di massa e la capacit di fronteggiare leccesso di informazioni che oggigiorno
bersaglia il pubblico.
Il modello dei differenziali di conoscenza si evoluto telematicamente nel moderno concetto di
digital devide.

LA SPIRALE DEL SILENZIO


Il modello della spirale del silenzio stato ideato da Elisabeth Noelle-Neumann, la prima a
proporre lidea di un ritorno alla effect theory.
La teoria si basa sullidea che lavvento della tv abbia stravolto i meccanismi della comunicazione e
abbia cambiato il panorama dei media, imponendo i criteri di consonanza e cumulativit, che
significano rispettivamente omogeneit dellofferta televisiva e onnipresenza del medium. In sintesi
il pubblico non pu scegliere perch la televisione non offre alternative di scelta.
Il punto focale della teoria il concetto di conformismo: i singoli individui hanno paura di
esprimere la propria opinione se essa in contrasto con quella proposta dalla maggioranza ed
espressa dai mass media. Di conseguenza lopinione dellindividuo ridotta al silenzio mentre
lopinione dominante diventa opinione pubblica, fino a che la pressione sociale non diventa
talmente insostenibile da provocare la rottura della spirale e la conseguente fuoriuscita delle voci
fino ad allora ridotte al silenzio.
In realt i moderni mezzi di comunicazione, come internet, permettono anche alle voci di minoranza
di riunirsi in gruppi di opinione per partecipare attivamente al discorso pubblico; inoltre esistono
diverse minoranze attive che non entrano nella spirale del silenzio, portando avanti
coraggiosamente le proprie opinioni.

LA COLTIVAZIONE TELEVISIVA
La teoria della coltivazione televisiva sostiene che la fruizione del medium televisivo, a lungo
termine, determina da parte del pubblico lassorbimento graduale della realt presentata dalla tv
come vera e propria realt quotidiana, alla quale il pubblico la sostituisce in misura proporzionale
alla quantit di consumo televisivo. Anche in questo caso il limite quello di considerare il
pubblico come passivo quando in realt esso dotato di capacit critica e pu discernere la realt
dalla fiction.

LAGENDA SETTING
Secondo questipotesi, si tende a prendere i considerazione come importanti principalmente i temi
trattati dai mass media, che sempre di pi veicolano la nostra conoscenza della realt, e ad ignorare
ci che essi ignorano. Sono quindi i media che, secondo i loro criteri, impongono al pubblico
unagenda o ordine del giorno dei temi da affrontare e su cui soffermarsi. Questo effetto
estremamente potente soprattutto nel caso di quegli argomenti di cui il pubblico non pu avere altro
che una conoscenza veicolata dai mass media, soprattutto dal foglio stampato che, per la sua stessa
impostazione fisica, imprime maggiormente nel lettore una gerarchia dei temi.
Laccesso ai media alternativi come internet pu naturalmente minimizzare questeffetto, poich da
al pubblico lautonomia di approfondire i temi che esso stesso sceglie.

METODI DI RICERCA EMPIRICA


La riflessione teorica necessita di essere supportata dalla ricerca empirica, che pu procedere
secondo diversi metodi: lapproccio etnografico, losservazione strutturata, la survey, lintervista in
profondit e la ricerca documentaria.

LAPPROCCIO ETNOGRAFICO
Lapproccio etnografico si basa sullosservazione diretta di una comunit e delle pratiche che
avvengono allinterno di essa. Il ricercatore deve cercare di inserirvisi nel modo pi naturale
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possibile, evitando atteggiamenti da marziano (completamente avulso dalla realt del gruppo
studiato) e da convertito (talmente integrato nel gruppo da non saper pi distinguere tra giudizi
oggettivi e soggettivi). Lostacolo maggiore alla riuscita di questo tipo di ricerca dato dalla
reattivit, ovvero la tendenza della comunit a comportarsi diversamente quando sotto
osservazione. Per ovviare a questo inconveniente si pu ricorrere a diverse soluzioni, tra cui
losservazione dissimulata o la dilatazione dei tempi della ricerca fino al momento in cui la
presenza dellosservatore non pi avvertita come un fastidio dal gruppo. Gli strumenti di cui si
avvale il ricercatore sono le note etnografiche, appunti e materiali di ogni tipo che egli colleziona
durante la ricerca e che riordina quotidianamente per poi sviluppare unanalisi organica.

LOSSERVAZIONE STRUTTURATA
Losservazione strutturata si avvale di una griglia di osservazione predefinita diretta completamente
dallosservatore, che sa esattamente e con anticipo cosa vuole osservare.

LA SURVEY
La survey un questionario standardizzato, costituito da formati di risposta precodificati, che
viene sottoposto a un consistente numero di persone. Questindagine di tipo quantitativo permette
un notevole risparmio di tempo e un alto grado di generalizzazione, ma ha il limite di risultare
troppo superficiale.

LINTERVISTA IN PROFONDITA
Lintervista in profondit una traccia che si usa per intraprendere una conversazione con
lintervistato costituita da domande a risposta aperta che gli lasciano ampio margine di
espressione. La traccia pi o meno flessibile a seconda della delicatezza dellargomento. Si pu
sviluppare anche nella forma del focus group, piccolo numero di persone chiamate a discutere su
un dato tema in presenza dellintervistatore che fa da moderatore.

LA RICERCA DOCUMENTARIA
La ricerca documentaria uno studio sulle fonti e le tracce che documentano un accadimento del
passato di cui il ricercatore non stato testimone diretto. Le fonti possono essere d diverso tipo: le
pi comuni sono quelle documentarie, quelle archeologiche e quelle statistiche ufficiali, delle quali
in Italia si occupa lIstat.

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