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sullopera
artistica
dei
nostri
due
filosofi/poeti/pensatori
significa,
cfr. C. BERARDI, Ottimismo leopardiano, Venezia, Scarabellin, 1930; pag. 34 : E lecito [] riaccostare Leopardi
a Buddha ? Meglio allearlo con Nietzsche, considerarlo un precursore dei seguaci della morale volontaristica;
cfr. G. GABETTI, Nietzsche e Leopardi, in Il convegno, Anno IV, num. 10, Ottobre 1923, pagg. 441-461; Anno
IV, numeri 11-12, Novembre-Dicembre 1923, pagg. 513-531; Anno V, numeri 1-2, Gennaio-Febbraio 1924, pagg. 530; a pag. 441 : Leopardi stato per Nietzsche uno di questi educatori : un momento in qualche modo necessario nella
formazione della sua personalit spirituale;
4
cfr. V. CARDARELLI, Le opere e i giorni, in Opere, Milano, Arnoldo Mondadori, 1981, pagg. 311-317; pagg.
311-312 : Leopardi [] tanto moderno che da allora in poi tutta la morale e la filologia di Nietzsche non sono, a parer
nostro, che poche briciole cadute dalla mensa di Leopardi;
5
cfr. S. NATOLI e A. PRETE, Dialogo su Leopardi. Natura, poesia, filosofia, Milano, Bruno Mondadori, 1998, pag.
87 : Il dolore tormenta gli uomini, ma li motiva. Il dolore uno stimolante alla vita. A dirlo e molto tempo prima di
Nietzsche Leopardi;
6
cfr. C. FERRUCCI, Unestetica radicale : Leopardi, Roma, Lithos, 1999, pag. 37 : Il fatto che appunto in
Leopardi parla un "maledetto", diabolico demistificatore di molte apparenti certezze, degno per questo rispetto di stare
alla pari con i maestri del sospetto Nietzsche e Freud;
7
cfr. E. FINK, La filosofia di Nietzsche, Venezia, Marsilio, 1973; trad. it. di P. R. Traverso; pagg. 14-15 : Nietzsche
un pericolo per chiunque abbia dei rapporti con lui. [] Nietzsche il filosofo che mette in dubbio tutta la storia della
filosofia occidentale;
8
cfr. C. FERRUCCI, Lestetica integrale di G. Leopardi, in AA. VV., Ripensando Leopardi, Roma, Studium, 2001;
pagg. 139-153, pag. 139 : Che Leopardi non sia un filosofo nel senso pi tradizionale e ancora [] abituale della
parola, non sia cio un pensatore sistematico, autore di un corpus organico di scritti speculativi, cosa che sarebbe
difficile mettere in dubbio;
umani9 (II.2). Questo loro geniale riuscire a porsi al di fuori della consuetudine normativa
della loro epoca culturale, ha dato adito facilmente a fraintendimenti ed errate
interpretazioni, spesso opere di forzature o fuorvianti letture parziali. La pi classica che
sar oggetto di smentita nel paragrafo IV.1. lerrata lettura pregiudiziale dellopera
leopardiana come frutto della sua infelicit morale, derivante dal suo stato fisico. Errata,
pregiudiziale, fuorviante e parziale, questa lettura nichilista dellopera leopardiana stata
ampiamente smentita dalla critica del XX secolo10, ma verr, comunque, ribadita nelle
pagine successive. Ugualmente, ribadiremo le molteplici parziali interpretazioni dellopera
nietzscheana come tendente ed anelante ad ideali politici estremistici.
Daltro canto, il destino di chi nasce e diventa un genio creativo, un freier Geist, non pu
essere altro che quello di trovarsi estemporaneo rispetto alla cultura dominante del tempo a
lui coevo, di essere incompreso o, peggio, ancora, frainteso. Soprattutto chi, come Nietzsche
e Leopardi, il tipo di quel che si direbbe "cor inquietum", spirito irrequieto11, il sentirsi
demistificatore sconsolato, creativo incompreso, energia propositiva inattuale, rappresenta
la tragica ingiusta normalit.
Il dolore, dunque, al centro della trattazione parallela e vicina tra Leopardi e Nietzsche :
quel consustanziale ed ineliminabile stato di perenne infelicit ed insoddisfazione che
accompagna lessere uomo. Ma questo che accompagna il divenire delluomo
diviene, nella nostra interpretazione, il dato che, una volta accettato pienamente, crea la
spinta allazione etica, alla creazione propositiva, ad una visuale di momentanea felicit. Il
dolore stesso, la forza annientante dello spirito umano, si trasmuta, nellopera di Leopardi
e Nietzsche, come il dato necessario dellessenza umana, il pilastro che, una volta accolto
pienamente dentro di s, distingue luomo pi forte, coraggioso e, per questo, felice, da
quello vacuo, disperato, indolente. Il dolore, quindi : non negato o temuto, n allontanato,
bens accettato come essenza pi vera e piena delluomo. Acquisito questo salto mortale,
luomo cancella il Nichts che il dolore comporta, cambiandolo con un pieno Si alla vita, al
divenire ed a tutte le sue sfaccettature pi casuali, recondite ed inspiegabili. Quello stesso
dolore che, centro della trattazione delle opere leopardiane e nietzscheane, stato
9
cfr. E. SEVERINO, Cosa arcana e stupenda. LOccidente e Leopardi, Milano, Rizzoli, 1997; pag. 64 : Nel pensiero
di Leopardi la distruzione degli immutabili, degli eterni e degli assoluti dellOccidente si presenta per la prima volta, e
con una radicalit che raramente verr mantenuta nello sviluppo della filosofia contemporanea.;
10
cfr., come unico esempio, C. BERARDI, Ottimismo leopardiano, op. cit., pag. 200 : Urge sostituire al vecchio,
falso, ahim troppo diffuso giudizio, per non dir pregiudizio : il Leopardi il poeta angosciosamente pessimista !
questaltro : il Leopardi il poeta si, del dolore [], ma del dolore che trova oblio e conforto vivissimi nel sentire
fortemente il buono e il bello,
11
Ibdem, pag. 19;
considerato la componente nichilistica del loro pensare quello stesso dolore, compreso
come essenza universale dellessere uomo12, diviene il dato che cambia luomo malato
della vita, in quello straripante di gioia e di felicit, di energia e di creativit. Non solo
Nietzsche sa incarnarsi in un nuovo Dioniso, accogliendo tutti i dolori del mondo e
cambiandolo in gioia tragica, anche Leopardi sa fare lo stesso, trasformando la sofferenza
in illusione vaga, in profondo riso o in vibranti versi13.
Dunque, entrambi, Nietzsche e Leopardi, hanno a loro modo superato il pessimismo14,
con le illusioni, le maschere, larte, con mille forme, Bilde, con mille parole per arrivare al
Ja sagen zum Leben, al dire Si incondizionato alla vita, alla straziante gioia infinita di
abbracciare la vita anche nel dolore estremo.
Quindi la sofferenza, il dolore del Dioniso fatto a pezzi, il fondo oscuro e doloroso della
vita, in una specie di classicismo dionisiaco15, lessere dellesistenza, il punto pi vero e
profondo dellessere uomo; quel soffrire che espresso con insuperabile maestria dal
monologo del protagonista di Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij :
La sofferenza dubbio, negazione[]; alla vera sofferenza, cio alla distruzione e al caos,
luomo non rinuncia mai. La sofferenza lunica fonte di consapevolezza [] che [] la
pi grande disgrazia per luomo [] ma che luomo ama e non la scambierebbe con nessun
genere di soddisfazione16.
12
cfr. ANTONIO NEGRI, Lenta ginestra. Saggio sullontologia di Leopardi, Milano, SugarCo, 1987; pag. 301 :
Considerano la malinconia del Leopardi una malattia []. E invece no : quel dolore ci coinvolge tutti, quel dolore
quasi una profezia e quellironia, quel sarcasmo, rivelano unafflizione profonda []. Il Leopardi ci vicino, in questo
suo presago soffrire.,
13
cfr. C. FERRUCCI, Unestetica radicale : Leopardi, op. cit., pag. 80 : [Leopardi] anchegli un Dioniso redivivo,
dice anchegli "si alla vita" pur abbracciandone tutto il male, il dolore, la tragicit,
14
W. OTTO, in F. W. NIETZSCHE, Intorno a Leopardi, Genova, Il Melangolo, 1992, a cura di C. GALIMBERTI,
pag. 156;
15
G. SCALIA, Pensatori risoluti in F. W. NIETZSCHE, Intorno a Leopardi, op. cit., pag. 192;
16
F. DOSTOEVSKIJ, Memorie dal sottosuolo, Milano, BUR, 1995, trad. it. di M. Martinelli; pag. 52;
17
Nietzsche e Leopardi. Da carte edite ed inedite di Nietzsche, ora in La ronda, 1919-23, Torino, E.R.I., 1969;
pagg. 527-529;
18
G. GABETTI, Nietzsche e Leopardi, in Il Convegno, op. cit.;;
10
Con questo fondamentale scritto di Gabetti, la strada allanalisi critica del rapporto
Leopardi-Nietzsche aperta : ne sono sintomatiche testimonianze alcuni saggi di importanti
studiosi, negli anni successivi 1923, come il famoso saggio Nietzsche e Leopardi19 di
Walter Otto.
Intenzione di questo capitolo sar quello di analizzare la posizione di forte stima del giovane
Nietzsche per la poetica leopardiana, evidenziandone i passi in cui il riferimento esplicito
ed anche quelli dove il riferimento sotteso. Viceversa, nel capitolo successivo sar nostra
intenzione rilevare il cambiamento della posizione critica di Nietzsche su Leopardi,
rimarcando come sia facile notare ,dal 1876 in poi, data di uscita di Umano troppo umano,
che i riferimenti alla persona ed allopera leopardiana si tingono di crudi attributi negativi,
in un radicale mutamento di prospettiva.
Premessa necessaria da fare, anche a parziale scusante di Nietzsche, quella di sottolineare
quali opere di Leopardi il filosofo tedesco avesse letto. Sappiamo con sicurezza che
Nietzsche aveva letto con molta attenzione i Canti20 ,verso i quali nutriva grande affetto e
dei quali aveva pensato di farne una traduzione in tedesco. Egli afferm, inoltre, di
conoscere le Operette morali grazie a un amico, - Gersdorff, gi ammiratore leopardiano,
cos come Rhode e Hans von Blow - che gliene aveva letti e tradotti alcuni passi. Nel 1878
ricevette in dono da Maria Baumgarten le opere di Leopardi tradotte da Paul Heyse.
Sappiamo, per, con altrettanta sicurezza che Nietzsche non poteva aver letto il Discorso di
un Italiano intorno alla poesia romantica, pubblicato solo nel 1906, n limportantissimo
Zibaldone di pensieri, pubblicato, com noto, tra il 1898 e il 1900 con il titolo di Pensieri
di varia filosofia e di bella letteratura (Firenze, Le Monnier) , grazie allimpegno di
Carducci. Questultimo dato fondamentale per rilevare la limitatezza della conoscenza che
Nietzsche poteva avere dellopera-pensiero leopardiana, perch nello smisurato contenitore
di temi eterogenei che lo Zibaldone di pensieri facile individuare i passi decisivi per
unanalisi propositiva del pensiero del poeta recanatese, cos da distogliere il lettore o il
critico da una semplicistica interpretazione nichilista di Leopardi.
La visione positiva dellopera e della figura leopardiana risulta fin troppo palese in diverse
delle prime opere di Nietzsche. Ralph-Rainer Wuthenow, per esempio, rileva una fortissima
affinit tra il dialogo sullo stato del mondo dopo lautoestinzione del genere umano che
19
W. F. OTTO, Leopardi und Nietzsche, ora in Intorno a Leopardi, trad. it. di Gio. Batta Bucciol, op. cit.;
Nietzsche aveva letto i Canti nella traduzione tedesca, a cura di R. Hameling, Gedichte von Giacomo Leopardi
verdeutscht, Hildburghausen, 1866;
20
11
Leopardi fa svolgere nel Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo e alcuni passi del saggio
giovanile di Nietzsche Verit e menzogna in senso extramorale21.
Tuttavia, il punto cruciale dellinterpretazione nietzscheana dellopera leopardiana il velo
di Maya attraverso il quale il tedesco filtra la sua conoscenza del pensiero di Leopardi :
Schopenhauer. Leopardi e Schopenhauer risultano in tutta lopera nietzscheana sinonimi,
uguali e paritetici rappresentanti di una comune sorte pessimistico-nichilista, tragicamente
greca, dapprima, quindi modernamente nefasta. Linterpretazione bivalente che Nietzsche
d, durante la sua vita, del pensiero di Schopenhauer, perfettamente parallela a quella che
propone dellaltro simbolo del pessimismo, Giacomo Leopardi, il cui accostamento risulta
autorizzato dallammirazione del filosofo tedesco per il poeta italiano. Con il rifiuto del
pessimismo romantico, egli li accomuner anche nella condanna.
Schopenhauer fra i Tedeschi. Che significato ha la sua apparizione
proprio qui ? Che cosa pu significare la giovent in un paese dove la
filosofia va in rovina ? Che senso ha la filosofia fra i tedeschi ?
Avrebbe potuto benissimo essere nato in Italia, vedi Leopardi22
Eccoli qui, Schopenhauer e Leopardi, felicemente accostati nella loro comune opposizione
alla volgarit tedesca, in un passo del giovane Nietzsche, un Nietzsche che ancora
conferiva attributi positivi alla figura leopardiana.
Ugualmente accostati, dicevamo, saranno il poeta italiano ed il filosofo de Il mondo come
volont e rappresentazione anche nel Nietzsche pi maturo, in una visuale radicalmente
opposta. E quanto fosse radicale il cambiamento di prospettiva lo si pu palesare in un
frammento di qualche anno dopo :
Mi viene da ridere, quando ascolto gli elenchi di sofferenze e
miserie, con cui il pessimismo cerca di dimostrare la sua legittimit
Amleto e Schopenhauer e Voltaire e Leopardi e Byron.23
Sar compito del prossimo capitolo analizzare il rapporto Nietzsche-Leopardi dal punto di
vista dellaspra critica al poeta.
In questo passo appena citato risulta importante, inoltre, a nostro avviso, laccostamento non
casuale di Leopardi con Byron. Nietzsche, infatti, influenzato negli anni giovanili del liceo
21
R.R. WUTHENOW, Illusione e dignit, in Leopardi, arte e verit, a cura di C. FERRUCCI, Roma, Bonacci ,
1990; pag. 129;
22
F. W. NIETZSCHE Frammenti postumi 1869-1874, Primavera-estate 1874; (III 3, parte II, 35 [8]) ;
23
F. W: NIETZSCHE, Frammenti postumi 1881-1882, Frammenti scritti su una copia dei Saggi di Emerson (V 2,
467-468) ;corsivi miei ;
12
di Pforta e nelle riunioni del circolo culturale Germania da Lord Byron e dal suo Manfredi
, da cui si distaccher, allo stesso modo, nel proseguo della sua vita. Questo accostamento
Leopardi-Byron sicuramente lusinghiero per il poeta italiano, in quanto a Nietzsche
Byron appare privo di ogni fede in Dio, ha disprezzo del mondo ed una divina
consapevolezza di s24 E necessario, ancora, sottolineare come la visuale della figura
leopardiana di Nietzsche, filtrata nella filosofia di Schopenhauer, sia stata fuorviante per una
corretta interpretazione della poetica filosofica del recanatese, danneggiando fatalmente un
giudizio pi veritiero e coerente della sua opera.
Schopenhauer aveva letto Leopardi e lo apprezzava ,rilevando notevoli affinit tra di loro elogiando Leopardi come suo successore nel capitolo 46 del Mondo come volont e
rappresentazione- ; il critico Francesco De Sanctis, nel suo saggio Schopenhauer e
Leopardi, aveva avvicinato per primo le due figure, umane e filosofiche, contribuendo a
quellaccostamento tra i due che ricever vasta eco in tutta Europa. Proprio in questa ottica
il giovane Nietzsche legge Leopardi, come naturale proseguimento dellentusiasmo con cui
legge Il mondo come volont e rappresentazione.
Alla luce di tutto ci, si pu affermare che Nietzsche non poteva interpretare altrimenti
lopera di Leopardi - ricordiamo nuovamente che Nietzsche non poteva aver letto lo
Zibaldone -, se non in una stretta affinit con il filosofo a cui dedicher la III Inattuale,
Schopenhauer come educatore.
La profonda differenza tra la nolont schopenhaueriana e laccettazione in toto
dellesistenza leopardiana : questa la distanza abissale e sostanziale in base alla quale
Leopardi non pu essere avvicinato a Schopenhauer. E quanto affermano molti eminenti
interpreti del pensiero leopardiano, come W. F. Otto nel famoso saggio citato25 o Emanuele
Severino, in alcune pagine del suo Il nulla e la poesia26.
24
13
Prima del poeta, dello scrittore e delluomo, Nietzsche ha ammirato il Leopardi filologo.
Non a caso, Nietzsche ha apprezzato anche il Leopardi filologo, sia perch era Nietzsche
stesso filologo classico, sia perch la fama di Leopardi grande filologo era sopraggiunta in
Germania prima di quella di grande poeta, e con una vasta eco.
Esempi di questa grande ammirazione per il Leopardi filologo sono diverse lettere tra il
1869 ed il 1879 con Heinrich Koselitz (lamico artista che prender il nome darte di Peter
Gast ), con Hans von Bulow (il primo marito di Cosima Wagner), e con Erwin Rhode.
Nietzsche, vedremo, legge Leopardi come lultimo filologo-poeta; ma comera arrivata
allorecchio del professore prussiano la voce della bravura di questo poeta-filologo italiano?
Molti personaggi della cultura europea si erano gi prodigati nella diffusione dellopera del
leopardi filologo : i prussiani Bunsen e Niebuhr, per esempio, o gli svizzeri De Sinner e
August von Platen. Con De Sinner Leopardi intraprese un rapporto epistolare molto
interessante - in una lettera del 1832, Leopardi racconta il suo malumore per chi interpreta il
suo pessimismo come correlato ai suoi malesseri fisici - ; con Niebuhr, invece, ci fu un
rapporto di stima reciproca, quando Giacomo venne a Roma, nel 1823,
e lallora
ambasciatore di Prussia presso la Santa Sede prov a fargli assegnare una cattedra
universitaria.
Grande diffusione in Germania ebbero le Opere di Leopardi, curate, nel 1845, da Antonio
Ranieri, quasi quanto successo riscossero gli Scritti filologici, curati da Pietro Giordani e
Pietro Pellegrini.
Prima traccia che a noi rimasta della sconfinata ammirazione verso lopera del Leopardi
filologo un frammento del 1875 :
Voglio ora indagare la formazione del filologo, ed affermo :
[] su 100 filologi, io ritengo che 99 non dovrebbero essere tali.
[]Leopardi lideale moderno di filologo; i filologi tedeschi non
sanno fare nulla27
E, tanto per ribadire la differenza tra i filologi tedeschi e
27
28
14
Dello stesso periodo anche la definizione di Leopardi come grande - ed ultimo - esempio
dei filologi-poeti :
La fine dei filologi-poeti dovuta in buona parte alla loro
depravazione personale. La loro stirpe ricresce pi tardi : Goethe e
Leopardi, ad esempio, sono fenomeni di questo genere29.
Goethe e Leopardi ci appaiono come gli ultimi grandi epigoni dei
filologi-poeti italiani30
Leopardi, quindi, appartiene alleredit, insieme con Goethe ,dei filologi-poeti, per cui la
filologia non una disciplina specialistica e istituzionale, bens interiore, un colloquio con i
classici, con lo spirito dei grandi morti. Leopardi sperimenta, per questo anacronista
innovatore, per intero il valore della tradizione classica, e dunque della vera filologia, come
nodo attuale di stile, bellezza, sapere, grandezza danimo ed esortazione virtuosa.
Al progetto di una nuova, vera, filologia, Nietzsche aveva pensato di dedicare una quinta
Inattuale, Wir, Philologen, da cui per desistette .
Prima ancora che come filologo, il giovane Nietzsche considerava Leopardi come
archetipo umano a lui dolorosamente vicino, cio lo ammirava come eroe dolente della
sensibilit romantica.
Ne testimonianza unopera di Nietzsche nella quale linfluenza leopardiana traspare in
ogni singola parola. Due anni dopo luscita della rivoluzionaria La nascita della tragedia,
1872, il professor Nietzsche pubblica la seconda Inattuale, Sullutilit e il danno della
storia per la vita. Lo scritto polemico risulta essere palesemente ispirato da Leopardi, o
forse proprio a lui potrebbe essere dedicato, in quanto diversi dei temi fondamentali
leopardiani sono espressamente qui ripresi.
Ci sembra molto pi semplice mettere a confronto il testo della Seconda inattuale con alcuni
versi dei Canti, che elencare semplicemente le diverse convergenze.
Il testo nietzscheano comincia cos :
Osserva il gregge che ti pascola innanzi : esso non sa cosa sia ieri,
cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e
cos dallalba al tramonto e di giorno in giorno, legato brevemente con
il suo piacere e dolore, attaccato cio al piuolo dellistante, e perci n
triste n tediato. Il veder ci fa male alluomo, poich al confronto
dellanimale egli si vanta della sua umanit e tuttavia guarda con
29
30
15
16
17
Ancora sul tema della temporalit, esteriore ed interiore, si mantiene lo stretto rapporto ancora solo sotteso - con la poetica leopardiana. Poche pagine dopo, sempre nella Seconda
inattuale, un passo ci lascia sorpresi per la sua vicinanza con uno leopardiano :
Chi chiede ai suoi conoscenti se desiderino vivere di nuovo gli ultimi
dieci o venti anni, vedr facilmente chi di loro sia predisposto a questo
punto di vista sovrastorico : essi risponderanno tutti "no"!, ma
motiveranno diversamente questo "no"!. Gli uni forse confidando :
"ma i prossimi venti anni saranno migliori"
Confrontando il passo suddetto con unoperetta, ne risulta unassonanza clamorosa :
Passeggere : Non tornereste voi a viver cotesti ventanni, e anche
tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste ?
Venditore : Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere : ma se aveste a rifare la vita che avete fatta n pi n
meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati ?
Venditore : Questo non vorrei.38
Il tema della temporalit, finalit di questa Inattuale, prende, quindi, come riferimento
implicito le opere di Leopardi, con il loro contenuto di memoria, di rimembranza e
dimenticanza, di passato e futuro.
Ma, fin qui covata dal discorso nietzscheano, la suggestione ed il riferimento leopardiano
esplode, infine, in una citazione del forse pi nichilistico dei Canti, A se stesso , come
simbolo della nausea e della saggezza degli uomini sovrastorici :
Non val cosa nessuna
i moti tuoi, n di sospiri degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango il mondo.
Tacqueta omai.39
Leopardi, per il giovane Nietzsche, inoltre, uno di quei poeti che hanno anche dei
pensieri. In un passo del 1875, Nietzsche conferisce a Leopardi una personale definizione
- oltre a quella gi di vista di poeta-filologo - di poeta che ha anche dei pensieri. Il
breve frammento, a nostro avviso merita una lettura attenta :
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-con Chopin, stavolta- prncipi capaci di librarsi sulle catene della bellezza
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